all’opera — 
L’ «Aida» «storica» di
Gianfranco De Bosio
V
di Arianna Silvestrini
ENERDÌ 20 GIUGNO sul palco dell’Arena di Verona è anda-
all’opera
ta in scena la rievocazione storica dell’Aida del 1913, anno
e opera con cui venne inaugurata la prima edizione lirica organizzata nell’anfiteatro romano. Il 10 agosto di quell’anno venne allestita la prima rappresentazione di quella che sarebbe divenuta l’opera più eseguita in Arena. Quest’anno la regia viene affidata nuovamente, dopo una breve interruzione, al magistero di Gianfranco De
Bosio, che ce ne racconta la genesi.
di. Ritengo poi che certi episodi di attualizzazione forzata,
per quanto riguarda la regia, rendano l’opera in realtà meno moderna, facendo perdere la fedeltà dell’immaginazione. Dobbiamo ricordare che Aida nasce nel secolo in cui
viene riscoperta l’egittologia; il libretto infatti risente della
cultura dell’egittologo francese Auguste-Édouard Mariette, anche se, come tutte le riscoperte europee, fu una scoperta rispondente al gusto europeo più che a quello egiziano. Mariette disegnò tutti i costumi che ora sono a Parigi,
al museo dell’Opera, e noi abbiamo riprodotto quei vestiti
cercando di rendere l’attualità dell’opera. Talvolta cercando di attualizzare un’opera si ricschia di ottenere un effetto
ridicolo, anacronistico, mentre la direzione giusta è quella di approfondire lo spettacolo nel mondo dell’autore, in
modo da renderlo vicino al pubblico. Alcune modernizzazioni tuttavia sono riuscite, non è una questione di princi-
Aida nella rievocazione della versione 1913
L’Arena è nata con questa Aida grazie
pio, bisogna fare una valutazione opealla cura dell’architetto Ettore Fagiuora per opera. L’Aida è talmente immerli e del tenore Giovanni Zenatello che
sa nell’atmosfera della riscoperta delVerona – Arena
volle celebrare il primo centenario dell’Egitto antico che escludendo questo
11, 17, 20, 27 luglio, ore 21.15
la nascita di Giuseppe Verdi. Fagiuoli 3, 8, 17, 21, 24, 26, 31 agosto, ore 21.00 non si procede. Mariette, a dire il veinventò la scenografia che noi abbiamo
ro, non ha fatto un’operazione fi loloriprodotto sulla base dello studio dei disegni e dei docugica rispetto all’antico Egitto, ma Verdi si ispira proprio al
menti di allora. La stagione dell’Arena nacque così, dalla
suo lavoro e questa è stata una delle ragioni del grande succollaborazione tra artisti e commercianti veronesi, e quecesso. Nel 2013, in occasione del centenario, questo allestista collaborazione prosegue ancora oggi. Nel 1982 il somento verrà replicato e sarà sicuramente un grande avvevrintendente Carlo Alberto Cappelli mi diede l’incarico
nimento; arriveremo così a sedici edizioni, se non a diciotspeciale di rifare la «prima» Aida e da allora è stata replicato. L’Aida oramai è un appuntamento storico, oltre che esta per ben 14 stagioni con grande successo di pubblico. Ma
sere un omaggio agli inventori dell’Opera in Arena.
l’edizione di quest’anno non è uguale a quelle precedenti;
Lei è impegnato attivamente nelle attività dell’Istituto Internaziopur essendo una rievocazione in un certo senso si tratta di
nale per l’Opera e la Poesia. Qual è secondo lei la relazione tra l’opeuna messinscena nuova che, allo stesso tempo, tiene conra e la poesia?
to delle varie esperienze delle edizioni precedenti. Questa
Come nasce il canto? Nasce dalla poesia. I libretti sovolta poi partecipano i maggiori cantanti del mondo: Mino scritti da poeti. Il rapporto è molto stretto e il tema
caela Carosi interpreterà il ruolo della protagonista, Marco
è estremamente interessante. Anni fa, a un convegno orBerti – una grande promessa – sarà Radames, e dal Metroganizzato dall’Istituto, ci interrogavamo su quale fosse
politan arriva Dolora Zajick, nella parte di Amneris.
il futuro per Nausicaa. Nausicaa, che sulla spiaggia canL’Aida per molti aspetti è un’opera «moderna»...
tò e danzò, rappresenta l’immagine simbolica dell’opePiù che moderna, l’Aida, per la bellezza della musica, è
ra lirica. E noi speriamo in un grande futuro per lei. ◼
eterna. La rendono eterna la melodia e la musica di Ver-
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all’opera — 
Uno Sferisterio
Opera Festival
all’insegna
della seduzione
Pier Luigi Pizzi illustra
la terza edizione
della rassegna
P
IER LUIGI PIZZI, alle prese con una nuova edizione dello Sfe-
all’opera
risterio Opera Festival, ci illustra il programma degli eventi
previsti a Macerata tra luglio e agosto.
sta volta sarà proprio Lauro Rossi – compositore anche lui
maceratese molto celebrato nella sua epoca e completamente dimenticato oggi – a inaugurare la rassegna con la
sua Cleopatra, di cui curerò io stesso l’allestimento. Si tratta di un’opera composta nel 1876 per il Teatro Regio di Torino e che, durante la stessa stagione, venne poi rappresentata con grande successo anche al San Carlo di Napoli. Anche se è nata come Grand Opera, io preferisco mettere
in evidenza i suoi valori più genuini e ciò che di consistente c’è nell’invenzione musicale, piuttosto che interpretarla
come pedaggio pagato alla moda francese del tempo.
Gli altri appuntamenti del cartellone?
Allo Sferisterio sarà di scena Resurrexi di Alberto Colla,
un grande oratorio sacro in cinque quadri curato da Paolo Panizza. Qui la seduzione è data dalla voce del Cristo,
che parla in prima persona attraverso il magistero di Massimo Popolizio. Infine ci sarà anche una novità italiana,
commissionata a Marco Tutino: si tratta di The Servant, altro grande svolgimento del tema della seduzione, come ri-
Lo Sferisterio di Macerata
La terza edizione porta avanti l’idea delle due precedenti, cioè costruire una rassegna attorno a un progetto artistico definito e a un tema comune: il «Viaggio iniziatico»
del 2006 ha lasciato il posto al «Gioco dei potenti» dell’anno successivo. E quasi come naturale conseguenza il tema
prescelto per quest’anno è stata la seduzione. Moltissimi
titoli si sarebbero prestati alla perfezione, da Salome a Don
Giovanni, per fare soltanto due esempi, ma noi abbiamo voluto in un certo senso assecondare le richieste del pubblico al quale si rivolge il nostro principale sforzo. Quindi abbiamo optato per due «classici» della seduzione come Carmen e Tosca, entrambe allestite nello splendido spazio dello
Sferisterio. La prima è stata affidata a Dante Ferretti – scenografo maceratese celebre per i due Oscar conquistati –,
che debutta come regista nella sua città natale. Tosca invece
sarà firmata da Massimo Gasparon, che, essendo già alla
sua quarta esperienza a Macerata, è ormai un habitué, e ha
in mano tutti i segreti di quel palcoscenico speciale.
L’apertura del festival avverrà però al Teatro Lauro Rossi, un bell’edificio bibbienesco della fine del Settecento che
abbiamo utilizzato molto anche negli anni passati. E que-
corda chi abbia visto l’omonimo film di Joseph Losey. Da
lì Tutino ha tratto l’idea per la sua composizione, per la cui
messinscena ho chiamato Gabriele Lavia. Questo spettacolo vedrà la luce in un luogo particolare, la chiesa sconsacrata di San Paolo che da qualche anno funziona come auditorium dell’Università di Macerata.
Quest’anno utilizzeremo però anche un quarto spazio, il
Cinema Teatro Italia, un teatro deco che viene per la prima
volta recuperato: lì verrà presentata una lettura con musiche tratta da Filippo Mignini, rettore dell’Università di
Macerata, a partire dai testi di Alberico Gentili, di cui ricorre il quarto centenario della morte, e Giordano Bruno.
Gentili, originario di San Ginesio, località vicina a Macerata, fu erudito pensatore e stimato giurista: lo ritroviamo
alla corte di Elisabetta I mentre discute di storia e filosofia
con Bruno. Io ne ho fatto uno spettacolo inserendovi delle
musiche elisabettiane eseguite da Marco Mencoboni e affidandone la regia ad Alberto Terrani. Last but non least Philippe Daverio aprirà la rassegna con una delle sue conferenze-show, incentrata ovviamente sulla seduzione. (l.m.) ◼
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All`Opera - Euterpe Venezia