Poste Italiane Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 n° 46) art.1, comma 2, DCB Brescia Noi COOPERATIVE n° AUTUNNO 2013 7 Mungitura robotizzata: analisi di una scelta gestionale innovativa di Sonia Rumi N egli ultimi anni si è assistito ad un incremento del numero di robot di mungitura installati in Italia. Questa tendenza, testimonia l’attenzione degli allevatori verso questa tecnologia, le cui promesse sono davvero allettanti: drastica riduzione della presenza dell’uomo in stalla, aumento di produzione per vacca e anche maggior benessere e salute degli animali. Il passaggio dalla mungitura tradizionale a quella robotizzata implica una modificazione della routine quotidiana sia per la bovina che per l’allevatore. Questo sistema pone al centro dell’attenzione la bovina e mira al suo benessere, proponendo una frequenza di mungitura più vicina alle condizioni naturali proprie del vitello che allatta. Dal punto di vista dell’allevatore, si registra in qualche misura una riduzione del lavoro manuale, che però deve essere rimpiazzato da una maggiore raccolta di dati e da una più attenta osservazione degli animali. stimolazione dei capezzoli, permettendo la produzione di una quantità di ossitocina sufficiente ad indurre l’eiezione di tutto il latte. Un vantaggio di carattere fisiologico, consiste nel fatto che la bovina può adattare il numero di mungiture giornaliere al proprio livello di produzione. Se ad esempio le mungiture sono in media 2,5 al giorno, significa che alcune bovine sono munte più di tre volte, mentre altre lo sono meno di due volte. Questo rappresenta un notevole vantaggio per le più produttive, che possono farsi mungere in media anche 4-5 volte al giorno. Per quanto riguarda i processi infiammatori a carico della mammella, la mungitura ripetuta più volte al giorno rappresenta di per sé un mezzo di prevenzione ed un sussidio alla terapia. Alcuni allevatori segnalano, infatti, che in molti casi una mastite di lieve entità può risolversi anche solamente grazie ad una mungitura più frequente e senza l’impiego di farmaci. Una mungitura più confortevole L’installazione del robot di mungitura migliora il livello di benessere delle bovine allevate, che possono recarsi autonomamente alla stazione di mungitura quando ne sentono l’esigenza, senza l’intervento, potenzialmente stressante, dell’operatore che le movimenta verso la sala di mungitura e senza dover rimanere per lungo tempo in sala d’attesa. Infatti, a livello di sala di attesa, oltre allo stazionamento quadrupedale prolungato, magari a temperature non ideali, senza disponibilità di acqua, la distanza tra un animale e l’altro è molto ravvicinata, pertanto i soggetti di rango inferiore non hanno la possibilità di tenersi a distanza da quelli dominanti. Al contrario, quando accede al robot la bovina può usufruire di molto spazio e riesce così ad evitare la maggior parte dei conflitti. I capezzoli non vengono puliti contemporaneamente, ma uno ad uno; tale metodo induce un eccellente effetto di Attenzione ai punti critici per ottenere risultati migliori La fase di adattamento: Introdurre tale sistema di mungitura in azienda comporta un sostanziale cambiamento sia per la routine di mungitura degli animali che per l’organizzazione del lavoro dell’allevatore: è dunque normale che nei primi tempi sia richiesta una grande capacità di adattamento da entrambe le parti, posticipando il pieno apprezzamento dei benefici a quando il funzionamento del robot non raggiunge il pieno regime. Già in questa prima fase, i robot devono essere posizionati in modo strategico con la somministrazione di una piccola quantità di concentrati, in modo da far associare alla bovina un fattore positivo all’esperienza di mungitura nel robot. Un problema da risolvere in questa fase è che alcune bovine non sono adatte alla mungitura con robot; se ad esempio i capezzoli posteriori sono troppo ravvicinati, il laser non riesce a distinguerli e l’attacco del gruppo risulta N O I C O O P E R AT I V E AUTUNNO 2013 COMAZOO AGEMOCO ASSIMOCO Manutenzione programmata: Oltre a controllare i parametri della mungitura, è anche buona norma, come nella mungitura tradizionale, cambiare le guaine con la frequenza consigliata dal produttore. Per ridurre la probabilità di entrata dei batteri dopo la mungitura, è bene impostare un adeguato protocollo di disinfezione post-mungitura verificandone periodicamente l’efficacia: a questo si associa anche il man- L’attenzione dell’allevatore: Per tenere sotto controllo il rischio di infezioni mammarie legate alla mungitura robotizzata, vanno adottati alcuni accorgimenti particolari, specialmente in considerazione del fatto che manca l’osservazione visiva quotidiana della mammella e del latte da parte dell’operatore. Importante, in particolar modo nella fase iniziale, è il controllo del corretto funzionamento meccanico del robot, rilevando periodicamente l’eventuale presenza di lesioni da sovra-mungitura (aree ischemiche e iperemiche o formazioni anulari) o di fluttuazione eccessiva del vuoto (estroflessioni dello sfintere denominate “lesioni a cavolfiore”): queste lesioni predispongono all’entrata di batteri dopo la mungitura e quindi ad un maggior rischio di infezione mammaria. Qualsiasi “ritardo” ad utilizzare il robot può essere un’ulteriore fonte di informazioni da considerare con attenzione: questa situazione, infatti, può derivare da problemi individuali degli animali, quali ad esempio zoppie o altre patologie che ne riducono gli spostamenti, da scarso comfort dell’area di mungitura e delle vie di accesso al robot oppure da malfunzionamenti specifici del robot che provocano disagio alla mungitura. Le bovine che non si recano volontariamente alla mungitura devono essere controllate per escludere problemi di deambulazione o altre patologie, e sollecitate almeno due AGRICAM Posizionamento del robot: Il posizionamento del robot deve consentire un accesso libero e soprattutto agevole: una sua collocazione centrale consente a tutti gli animali di raggiungerlo senza compiere distanze eccessive; è inoltre importante che non vi siano ostacoli di alcun genere all’accesso (restringimenti eccessivi o scalini alti) o comunque percorsi disagevoli, che potrebbero ridurre il desiderio della bovina di recarsi alla mungitura; vanno infine evitate collocazioni in luoghi bui e rumorosi, soggetti a correnti d’aria o eccessivamente caldi, specialmente durante l’estate. Il comfort all’interno della postazione stessa svolge anch’esso un ruolo importante nel favorire o scoraggiare le visite degli animali: la presenza nei periodi caldi di sistemi di raffrescamento correttamente funzionanti, la copertura del pavimento con un tappetino di gomma e la disponibilità, seppur non eccessiva, di spazio per compiere movimenti limitati di accomodamento degli animali sono alcuni fattori che possono fare la differenza in termini di frequenza di utilizzo del robot. Da evitare sono anche i sotto dimensionamenti, che possono provocare la formazione di lunghi accodamenti all’entrata e quindi lunghe attese in stazione, specialmente se l’accesso al robot avviene tramite un passaggio stretto. tenimento di un elevato livello igienico dell’azienda, per mantenere mammella e capezzoli sufficientemente puliti. Questa condizione è essenziale anche per ridurre la carica batterica del latte: al contrario di quanto avviene nella mungitura con l’operatore, il robot pulisce le mammelle in modo standardizzato e quindi, in presenza di elevati livelli di sporcizia, potrebbe non essere efficace; nel caso delle spazzole, ad esempio, la presenza di sudiciume incastrato può inficiare il buon esito dell’azione di pulizia pre-mungitura e causare incrementi indesiderati della carica batterica. CONFCOOPERATIVE BRESCIA difficoltoso. Anche i capezzoli troppo corti possono rappresentare un ostacolo al corretto attacco del gruppo di mungitura. Tali bovine andranno eliminate. COMAB Il posizionamento del robot è molto importante per un suo corretto ed efficace utilizzo. Nell’azienda di Guidetti i robot sono stati installati in testa alla nuova stalla alla fine di due larghe corsie di passaggio. 2 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali; PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura volte al giorno dall’operatore a raggiungere la postazione: è evidente che un numero eccessivo di animali che rifiutano il robot, e quindi l’elevata richiesta di interventi del personale di stalla, può vanificare il vantaggio del sistema automatico di mungitura in termini di risparmio di tempo. Il ruolo del mangime La quantità e la qualità del mangime pellettato distribuito in mungitura contribuiscono attivamente ad elevare il numero di mungiture e la produzione di latte, con un conseguente miglioramento della sanità della mammella. Con il termine “rifiuti”si indicano i casi in cui la bovina si reca alla mungitrice troppo in anticipo rispetto al momento in cui è autorizzata ad essere munta nuovamente. Numero di mungiture e numero di “rifiuti” sono due parametri oggettivi, che in quanto tali risultano utili anche per valutare il “potere attirante” di un mangime o di un aroma di cui il concentrato è dotato. Un elevato numero di vacche con una bassa frequenza di visite al robot (vacche non motivate) è la maggiore causa di insuccesso nel sistema di mungitura robotizzato. Gli obiettivi del sistema automatico di mungitura sono quelli di avere un continuo, e possibilmente ordinato, flusso di soggetti per migliorare il benessere e le prestazioni degli animali, riconoscere un premio all’animale che si presenta al box di mungitura e differenziare la somministrazione degli alimenti in funzione della produttività del singolo animale. Pertanto, una strategia alimentare vincente per migliorare il flusso degli animali potrebbe essere quella di agire sia sulla quantità di prodotto somministrato nell’autoalimentatore del robot, sia sull’impiego di opportune dosi di sostanze aromatizzanti e/o dolcificanti per rendere il concentrato più appetibile. I concentrati opportunamente additivati più sono appetibili e maggiormente riescono ad attirare gli animali verso il robot, favoriscono una maggior percentuale di mungiture con intervalli inferiori alle 11 ore, riducendo tempi di attesa Guidetti Alberto e Luca, accanto ad uno dei robot che hanno recentemente installato nella loro azienda. N O I C O O P E R AT I V E degli animali ed evitando il fenomeno della riduzione della secrezione lattea dovuta a lunghi intervalli di mungitura. L’esperinza di una allevatore L’azienda Guidetti, socia di Comazoo, sita a Guidizzolo, in provincia di Mantova, è una stalla da 250 vacche in lattazione che ha recentemente installato due robot di mungitura. La scelta dei fratelli Guidetti, Giuseppe e Alberto, e del nipote Luca, è stata quella di mungere solo una parte della mandria in lattazione con i robot. Infatti solo 130 vacche, posizionate in una struttura di recente costruzione, sono munte automaticamente. Il criterio di scelta degli animali immessi in questo gruppo è basato sulla correttezza morfologica della mammella. Tutte le vacche sono state valutate per profondità della mammella e per posizione dei capezzoli. La ricerca indica, infatti, che mammelle di moderata profondità, al di sopra dei garretti, durano più a lungo e che capezzoli corretti e ben posizionati, lunghi circa 6 cm per 2,5 di diametro, contribuiscono ad una mungitura facile e veloce. Man mano che le vacche di questo gruppo vengono messe in asciutta, il numero viene mantenuto costante immettendo nuovi animali con al massimo 20-30 giorni di lattazione. La scelta del robot risponde innanzitutto a una problematica di manodopera. Al giorno d’oggi i produttori di latte si trovano a fare i conti con una manodopera sempre più scarsa e sempre meno qualificata. La scelta di un robot è motivata da un eccezionale controllo sull’operazione di mungitura senza tuttavia doversi sacrificare nei turni di mungitura. Infatti, il tempo impiegato per la mungitura tradizionale è passato da 3 ore, con la presenza di 3 operatori in sala, a circa 1 ora e mezza, con il lavoro svolto solamente da Alberto. Il secondo motivo che ha spinto la famiglia Guidetti verso questa scelta è legato al confort della bovina e alla qualità del latte. Secondo Alberto, il benessere delle vacche viene notevolmente aumentato se i singoli capi hanno la possibi- I robot mungono circa 130 capi, scelti in base alla correttezza morfologica della mammella che deve avere una profondità media e dei capezzoli ben posizionati lunghi circa 6 cm e larghi circa 2,5 cm in modo tale da avere una mungitura facile e veloce. AUTUNNO 2013 AGRICAM Come anticipato, l’installazione dei robot ha ridotto il numero di ore trascorse a mungere gli animali, ma questo non significa che l’allevatore possa sottovalutare il controllo assiduo che deve avere nei confronti della propria mandria. Secondo Luca Guidetti, « Effettivamente il robot munge da solo e dà una certa libertà all’allevatore, ma comunque una presenza umana nel corso della giornata è sempre necessaria. Innanzitutto ci sono gli allarmi: una vacca che non esce dalla gabbia, uno sbalzo di corrente, un problema all’alimentazione idrica; tutte cose che ti costringono a interrompere il lavoro che stai facendo per andare a vedere cosa succede. Oltre a questi motivi bisogna passare regolarmente dalla stalla per controllare che tutto funzioni: stato sanitario delle vacche, verifica dei calori, fecondazioni, assunzione della miscelata unifeed, ecc. Insomma, non ci si può prendere la libertà di allontanarsi dall’allevamento per tutto il giorno». Una delle preoccupazioni di Guidetti era la presenza di una assistenza costante in grado di rispondere immediatamente ad ogni esigenza. «Fortunatamente, fino ad ora non ci sono state gravi necessità, ma il pensiero di poter usufruire di una reperibilità 24 ore su 24 ci tranquillizza, anche perché da quando abbiamo installato i robot la mandria ci sembra molto più tranquilla». CONFCOOPERATIVE BRESCIA I robot sono stati installati nel mese di ottobre. Durante il periodo di addestramento, di circa 20 giorni, le vacche sono state fatte passare dalla stazione somministrando pochi etti di mangime per abituarle al luogo e ai rumori del nuovo sistema di mungitura. A novembre, tutta la mandria è passata a tutti gli effetti alla mungitura robotizzata. Secondo Guidetti, «A parte pochi capi che hanno necessitato di qualche giorno in più e dell’assistenza di un operatore per abituarsi, il resto della mandria non ha mostrato sostanziali problemi durante il passaggio dalla mungitura tradizionale e quella robotizzata». Il segreto di questo successo è legato al posizionamento del robot e al mangime. «I robot sono stati istallati in testa alla stalla, in un largo spiazzo dotato di pavimento in gomma, abbeveratoi e ventole orizzontali per l’areazione, alla fine di due larghe corsie per il passaggio. Il progetto è stato accuratamente studiato per evitare problemi di accesso e per assicurare il massimo benessere prima, durante e dopo la mungitura. La somministrazione di un mangime pellettato appetibile permette di attirare di più gli animali, e somministrato a diversi dosaggi, a seconda del livello produttivo della vacca, contribuisce ad adeguare meglio il livello energetico della razione ai fabbisogni specifici di ogni singolo capo. Oggi, in media, ogni capo, assume circa 3 kg di mangime». COMAB La media produttiva si aggira intorno ai 36 litri, con un 3,9% di grasso, 3,4% di proteina, 2,7 di caseine e 240.000 cellule. Anche se è ancora presto per fare stime, si è registrato un incremento della produzione e dei parametri di qualità del latte nell’ordine del 3-5%. «Questo potrebbe sembrare poco, ma con lo sconvolgimento totale della mungitura causato dal robot, non è un dato da trascurare; anzi, si pensava che in un primo momento la produzione scendesse. La vera crescita, se ci sarà, si vedrà a partire dal secondo anno. Ma con una media produttiva di 120 quintali per capo è anche difficile crescere ulteriormente». COMAZOO lità di avere un libero accesso al box di mungitura secondo le proprie esigenze di produttività, gerarchia della mandria e alternanza di momenti di riposo e attività durante la giornata. Inoltre, la qualità del latte è un altro fiore all’occhiello della mungitura robotizzata. Il sistema di lavaggio ed asciugatura dei capezzoli stimola efficacemente l’emissione del latte, la mungitura e il sistema di stacco automatico quarto per quarto impediscono fenomeni di sovra-mungitura e lesioni dei capezzoli, e il sistema automatico di controllo dello stato di salute della mammella permettono di raggiungere livelli ottimali di qualità del latte. AGEMOCO ASSIMOCO L’area attorno al robot è dotata di pavimento in gomma, abbeveratoi e ventole orizzontali per l’areazione. Tutti questi accorgimenti strutturali migliorano il benessere delle bovine prima, durante e dopo la mungitura. 4 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali; PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura Il frumento tenero e CO.MA.CER di Andrea Boni e Simona Bonfadelli S olitamente dalla fine di ottobre in poi si seminano i cereali autunno vernini. Gli allevatori di vacche da latte li seminano per produrre ottimi foraggi mentre i mono-cultori per la granella. I soci delle cooperative hanno la possibilità di coltivare del frumento, da consegnare in CO.M.A.CER, oppure dell’orzo, da portare in COMAZOO. Il frumento viene suddiviso in due grosse categorie: frumento tenero e frumento duro. Esistono però diverse “tipologie” di frumento tenero, a seconda della varietà, delle caratteristiche molitorie, del peso specifico, della qualità. Per chi volesse seminare del grano potrebbe perciò essere utile avere qualche informazione in più riguardante la passata campagna di raccolta, in generale da un punto di vista agronomico e, nello specifico per il frumento tenero, anche commerciale. Durante la campagna appena trascorsa le produzioni e la qualità dei cereali autunno vernini sono state nella maggior parte dei casi inferiori a quelle della scorsa campagna, che aveva riservato agli agricoltori grosse soddisfazioni. Frumenti e orzi sono infatti stati messi a dura prova dalle condizioni metereologiche avverse della passata stagione. Le piogge invernali hanno dilavato molta della sostanza organica distribuita prima della semina. Sono state perciò di fondamentale importanza le concimazioni effettuate ad inizio primavera e, successivamente, durante la fase di spigatura. Importante anche la scelta della tipologia di concime: prodotti a rilascio immediato, come ad esempio il nitrato ammonico, per risvegliare la coltura oppure concimi a lenta cessione, per accompagnarla almeno fino alla fine della levata. Durante la spigatura sarebbe stato utile in tutti i casi distribuire dell’urea, affinché il grano si riempisse al meglio e aumentasse il livello proteico. N O I C O O P E R AT I V E Per quanto riguarda i trattamenti erbicidi quest’anno la maggior parte degli agricoltori è intervenuta più tardi del solito perché i terreni non erano praticabili. Nonostante ciò i diserbi hanno svolto il loro lavoro e i campi sono rimasti piuttosto puliti. Abbiamo consigliato di aggiungere alle miscele di erbicidi anche dei prodotti ad azione fungicida, per cercare di mantenere una buona sanità di pianta. Le continue precipitazioni infatti avrebbero potuto causare infezioni di septoria, ruggini e fusarium. La nostra paura era fondata e abbiamo appurato che, quest’anno più che in altri anni, l’utilizzo dei fungicidi ha fatto la differenza. Ciò si è visto soprattutto nei cereali da foraggio: i frumenti trattati erano più sani e verdi di quelli non trattati e il triticale, solitamente più rustico e resistente, in molti casi mostrava segni di fusarium sulle spighe. Per quanto riguarda i cereali da granella sarebbe stato necessario distribuire il fungicida per ben due volte, in modo da proteggere prima l’apparato fogliare e, successivamente, la spiga. I prodotti di nuova generazione, che oggi utilizziamo, hanno una buona copertura, che dura anche più di 20 giorni. Ma le piogge sono state talmente frequenti e continue che hanno reso difficile il loro lavoro. Così, in molti casi, anche i frumenti teneri trattati durante il diserbo, quindi molto presto, hanno mostrato qualche segno di fusarium sulla spiga. D’altronde tra il momento della distribuzione e quello della spigatura sono passati ben più di 20 giorni e le piogge non hanno mai dato tregua, portando continue infezioni. Diverso il discorso per il grano duro, dove i trattamenti fungicidi sono stati due: uno precoce, generalmente eseguito col diserbo, con prodotti a base di strobirulina, epossiconazolo, tebuconazolo, e uno tra la fine della spigatura e la fioritura, con un prodotto specifico per la lotta contro il fusarium, che contiene protioconazolo e tebuconazolo. AUTUNNO 2013 COMAZOO COMAB ASSIMOCO Per quanto riguarda il frumento duro anche quest’anno il ritiro era legato ad un discorso di filiera, in quanto CO.M.A.CER fa parte dell’OP Nazionale Italia Cereali Per Filiere di Qualità. Per maggiori informazioni riguardanti questo prodotto potete passare in CO.M.A.CER e prendere visione del contratto per la campagna di raccolta 2013. AGEMOCO Della categoria grano da biscotti fanno parte il frumento EUREKA e ARTICO, con pes.spec. 74 min. (merce non pre-germinata) mentre, per quanto riguarda il frumento SALGEMMA, per rientrare nella categoria “SALGEMMA SUP.”, doveva avere le seguenti caratteristiche analitiche: W 300 min., p/l 0,75 max, ovvero un titolo proteico minimo pari al 14,5%, merce non pre-germinata. Fa parte della categoria “frumento zootecnico” il prodotto di qualsiasi altra varietà consegnata (escluse quindi quelle sopra citate), con pes.spec. 74 min., sempre merce non pre-germinata. Per la commercializzazione quest’anno è stato seguito il seguente schema: AGRICAM La Cooperativa CO.M.A.CER, con sede a Ghedi, ha collocato e collocherà sul mercato le produzioni di grano tenero e duro coltivate da soci e non soci, derivanti dalle sementi acquistate presso le cooperative associate al Carb. Le varietà di grano tenero ritirate sono state: Salgemma, Eureka e Artico. Tutte le altre varietà hanno ricevuto la classificazione di “grano zootecnico”. Per il frumento duro sono state ritirate le varietà Neodur e Levante. Complessivamente, durante l’ultima campagna, CO.M.A.CER ha raccolto dai soci quasi 2555 TM di frumento, di cui: • 880 TM di grano biscottiero superiore; • 902 TM di grano duro di tipo A; • 189 TM di grano duro di tipo B; • 459 TM di grano tenero misto rosso; • 42 TM di frumento tenero salgemma; • 83 TM di frumento tenero salgemma superiore. 1-GRANO SENZA CARATTERISTICHE MINIME: Cessione alla CO.M.A.CER della merce con prezzo da determinarsi e vendita del prodotto entro il 15 agosto. Il prezzo è stato determinato solo una volta completata la consegna all’acquirente finale (molino o mangimificio), in base ai contratti effettuati dalla CO.M.A.CER con lo stesso, detratte le spese di gestione. Il pagamento sarà fatto entro il 15 settembre. 2-GRANO BISCOTTIERO: La CO.M.A.CER. ha proposto al conferente, dopo la metà di luglio 2013 e a condizioni di mercato stabili, un prezzo di liquidazione immediato (pagamento entro 30-8-2013). In alternativa è stato possibile optare per un contratto di gestione legato al listino di Milano e regolato da un contratto specifico sottoscritto dal produttore. 3-SALGEMMA SUP.: Cessione alla CO.M.A.CER della merce con prezzo da determinarsi e vendita del prodotto entro la fine di aprile 2014. Il prezzo sarà determinato solo una volta completata la consegna all’acquirente finale, in base ai contratti effettuati dalla CO.M.A.CER con lo stesso e detratte le spese di gestione. In questo caso sarà previsto un acconto nel mese di novembre 2013. 4-GRANO ZOTECNICO: Cessione alla CO.M.A.CER della merce con prezzo da determinarsi legato alla media fra la quotazione minima e massima della voce grano tenero altri usi del listino settimanale dell’Associazione Granaria di Milano, dedotte 10,00 €/ton, da determinarsi con facoltà di scelta del listino da parte del conferente fino ad un massimo di tempo del 30 novembre 2013. CONFCOOPERATIVE BRESCIA Chi è riuscito ad effettuare entrambi i trattamenti molto probabilmente ha preservato la spiga e ha prodotto della granella sana. Chi non ha distribuito il fungicida ha corso il rischio di contaminare il raccolto con una tossina, chiamata DON, che rende il prodotto non commercializzabile. 6 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali; PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura La cooperazione agroalimentare associata: dimensioni economiche e performance di Silvia Saiani È stato presentato a Roma lo scorso mese di luglio l’ultimo rapporto dell’Osservatorio della Cooperazione Agricola. L’Osservatorio nazionale della cooperazione agricola rappresenta uno strumento di approfondimento ed analisi del fenomeno cooperativo nel sistema agroalimentare nazionale. È istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ed è sostenuto dalle cinque Organizzazioni di rappresentanza e tutela delle imprese cooperative dell’agroalimentare (Fedagri-Confcooperative, Legacoop Agroalimentare, AGCI Agrital, UNCI e UNICOOP). L’Osservatorio offre periodicamente contributi informativi qualificati ed aggiornati, grazie all’analisi di dati ufficiali e ad elaborazioni originali realizzate con indagini dirette (congiunturale, strutturale, casi di studio, focus group) e rappresenta un importante patrimonio disponibile per tutti coloro che a diverso titolo – operatori economici, mondo della ricerca, istituzioni etc – si confrontano con la cooperazione. La presentazione della ricerca sull’aggiornamento dei numeri relativi alla dimensione economica della cooperazione agroalimentare al 2011 e l’analisi dei bilanci di un panel di cooperative e consorzi posizionati sui segmenti avanzati del mercato, costituisce un’occasione importante per approfondire il ruolo centrale del modello cooperativo nel futuro del sistema agricolo del Paese. N O I C O O P E R AT I V E I dati dell’ultimo rapporto sono relativi alle dimensioni generali e settoriali della cooperazione associata riferiti alla fine del 2011 nonché alle performance dei bilanci e degli altri indicatori ricavati dallo studio del panel, rappresentativo della cooperazione maggiormente avanzata. Nell’indagine presentata è confermata la vitalità e la solidità del modello cooperativo nella missione di valorizzare i conferimenti dei produttori-soci nell’arena della competitività e nel rispetto dei principi basilari dell’impresa cooperativa, definiti in Italia nel 2003 nell’ambito della riforma generale delle società. Il fatturato consolidato del sistema cooperativo in agricoltura (circa 5.900 tra cooperative e consorzi) supera la soglia dei 35 miliardi di euro e gli occupati fissi raggiungono le 94.000 unità a conferma che spesso la peculiarità della governance cooperativa consente di ottenere risultati anticiclici, grazie alla forte coesione sociale e alla natura mutualistica della gestione. Sul piano sociale il grado di mutualità è dell’82%, valore coerente con la media di tutta la cooperazione agricola a testimonianza che, al crescere delle dimensioni, permane un fortissimo legame tra il socio e la cooperativa con l’elevatissima predominanza della materia prima conferita dai soci rispetto agli acquisti da terzi. Sul piano dei risultati di mercato la componente più avanzata della cooperazione mostra un dinamismo si- AUTUNNO 2013 CONFCOOPERATIVE BRESCIA È necessario creare le condizioni - sul piano legislativo e normativo - per sostenere gli sforzi dei produttori e delle loro cooperative tesi a rafforzare la presenza sui mercati di un’agricoltura italiana fortemente rinnovata e competitiva. COMAB Certamente vi sono problemi irrisolti tra cui la diseguale crescita tra le aree settentrionali e quelle centro meridionali pur tuttavia aumentano i casi di integrazione tra cooperative del Sud e cooperative di altre circoscrizioni territoriali attraverso filiere interregionali nelle quali anche i produttori meno organizzati possono trovare uno sbocco commerciale o di trasformazione industriale che assicuri certezza produttiva e canali di vendita più remunerativi. COMAZOO gnificativo con un incremento del fatturato pari al 2,4 % nel biennio 2011/2012. Altrettanto confortante è la tenuta dell’equilibrio finanziario delle cooperative del panel oggetto della ricerca, in virtù del positivo apporto dell’autofinanziamento (prestiti da soci) che ha mitigato, seppure parzialmente, le difficoltà di accesso al credito negli ultimi anni. Tutto ciò dimostra, ancora una volta, la capacità della cooperazione di dare risposte imprenditoriali valide ai produttori agricoli che vogliono aggregare le loro forze per meglio gestire le aziende di base, salvaguardando, in tale modo, sia il territorio, sia i prodotti di alta qualità e di eccellenza che il sistema cooperativo offre sui mercati nazionali e, in misura crescente, sui mercati internazionali che rappresentano la nuova frontiera per lo sviluppo dell’agricoltura italiana. AGRICAM AGEMOCO ASSIMOCO 8 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali; PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura GAMMA TELESCOPICI 2013 NIBILE DISPOZIAMENTO FINAN NO INTER JCB MOVIMENTATORI TELESCOPICI JCB N°1 AL MONDO I telescopici offrono eccezionale comfort di lavoro, eccellente padronanza e grande produttività. I motori JCB Dieselmax, presenti a partire dal modello 527-58, offrono elevate prestazioni con ridotti consumi di carburante. Allestimenti di modelli 531-70,536-60,541-70,535-95(traino fino a 20 ton con gancio “D3” e frenatura opzionale). AGRI: 100 CV, powershift 4-velocità (33km/h), stacco doppia trazione, idraulica Variflo 140 l/min load sensing, un servizio programmabile, servocomando elettrico, ventola reversa, gancio “C”, attacco rapido idraulico, luci di lavoro anteriori, pneumatici radiali. AGRI PLUS - come AGRI con in più: 130 CV, aria condizionata, luci di lavoro posteriori, servofreno. AGRI SUPER - come AGRI PLUS con in più: Powershift 6-velocità(40 km/h) a controllo elettronico, blocco convertitore, assale anteriore limited slip, due servizi ausiliari programmabili (no per 535-95), antibeccheggio SRS. AGRI XTRA (solo 536-70 e 541-70) - come AGRI SUPER con in più: servocomando elettrico nel bracciolo del sedile, cilindro estensione e rientro ammortizzati, tubazioni idrauliche maggiorate, sedile pneumatico. Modello 515-40 520-40 520-50 527-58 526-56 536-60 531-70 536-70 541-70 535-95 Potenza motore (kW) Portata massima (kg) Altezza max (m) Sbraccio max (m) Trasmissione Peso (kg) Altezza della cabina (m) 36,8 1500 4,06 2,45 idrostatica 3480 1,8 37,5 2000 4,00 2,59 idrostatica 4400 1,97 57,5 2000 5,00 2,82 meccanica 4500 2,12 (1,99) 74,2 2600 5,60 2,95 meccanica 6280 2,38 Portata Pompa (l/min) 47,6 60 65 74,2-97 3600 6,00 3,30 powershift 7200 2,49 140 load sensing 74,2-97 3100 7,00 3,70 powershift 6900 2,49 140 load sensing 74,2-97 3600 7,00 3,70 powershift 7735 2,49 140 load sensing 74,2-97 4100 7,00 3,70 powershift 7800 2,49 140 load sensing 74,2-97 3500 9,50 6,52 powershift 7875 2,49 140 load sensing Omologazione Operatrice ag. Operatrice ag. Operatrice ag. 74,2 2700 5,80 3,00 idrostatica 5500 2,1 (2,0) 135 load sensing Operatrice ag. 80 Operatrice ag. 550-80 97-108 5000 8,10 4,47 powershift 10150 2,59 140 load sensing Operatrice Trattrice ag. Trattrice ag. Trattrice ag. Trattrice ag. Trattrice ag. ag. 533-105 535-125 535-140 74,2 3300 10,50 6,83 powershift 8650 74,2 3500 12,30 8,06 powershift 9720 74,2 3500 13,80 9,60 powershift 10880 110 110 110 Operatrice ag. Operatrice ag. Operatrice ag. Vi aspettiamo presso la Vostra cooperativa AGRICAM S.c.r.l. - Via Bornate, 1 - Montichiari (BS) - Tel. 030/961185 - Fax 030/9658888 - WWW.AGRICAM.IT GAMMA FASTRAC 2013 FASTRAC - Innovazione, comfort e produttività esclusivi I trattori JCB Fastrac hanno sospensioni integrali e autolivellanti per un assetto costante, distribuzione ottimale del peso per una minor compattazione e massima trazione, impianto freni idro-pneumatico con ABS opzionale (di serie su 8000), telaio integrale per minori sollecitazioni agli organi meccanici e distributori load sensing con portata e temporizzazione in entrambe le direzioni. I modelli Fastrac 2155 e 2170 sono i primi trattori al mondo con sistema a sospensione integrale e le 4 ruote sterzanti con 5 modalità di sterzatura (Quadtronic). 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Bisogna innanzitutto sfatare un luogo comune: gli pneumatici invernali, detti anche lamellari, da neve o termici, non servono solo quando si viaggia su strade innevate, questo tipo di pneumatico, grazie alle proprietà della mescola a base di silice, alla struttura specifica e al disegno del battistrada caratterizzato da incavi più profondi e dalle “lamelle”, migliora sensibilmente l’aderenza dei veicolo ogni qualvolta la temperatura ambientale scende al di sotto dei 7° C ed indipendentemente dalle condizioni del fondo stradale. Nei mesi più freddi dell’anno gli pneumatici invernali garantiscono pertanto una maggiore aderenza, a prescindere dalla presenza di neve o ghiaccio sull’asfalto. Rispetto ad un pneumatico estivo, gli spazi di frenata si riducono del 20% se l’asfalto è asciutto, del 30 quando è bagnato e fino al 50% quando è ricoperto di neve. Gli pneumatici invernali si riconoscono dal fiocco di neve racchiuso nel profilo di una montagna stilizzata sulla spalla, ovvero sul fianco esterno dello pneumatico. . Ricordatevi che acquistando ed utilizzando degli pneumatici invernali aumenterete almeno del 40% la vita utile del treno di gomme estive. Sulla carta di circolazione sono indicate le misure con marcatura M+S, le misure con marcatura M+S sono riservate ai pneumatici invernali, ma non sono vincolanti: N O I C O O P E R AT I V E essi si possono montare di qualsiasi altra dimensione presente nella carta di circolazione. Per i pneumatici invernali si possono montare indici di velocità inferiore rispetto a quello indicato sul libretto infatti è prevista una deroga sul codice di velocità, ma non sull’indice di carico, che può essere perciò inferiore a quello indicato nella carta di circolazione, purché maggiore o uguale a “Q” (160 km/h). Non c’è una regola che indica il momento giusto per montare i pneumatici invernali, perché contano le condizioni ambientali e meteorologiche nonché l’uso che si fa della vettura. Tuttavia, a parte l’ovvio rispetto delle eventuali ordinanze locali, è bene passare alle gomme invernali ad autunno inoltrato e tornare alle estive quando la temperatura supera stabilmente i 15° C. A questo proposito, ricordiamo che è sbagliato e controproducente utilizzare i pneumatici invernali quando fa caldo, perché in tali condizioni le prestazioni degli estivi sono decisamente migliori e il battistrada delle invernali si usura molto rapidamente. Un errore frequente è quello di confondere le gomme M+S per degli pneumatici invernali. Tali coperture, montate spesso sui SUV e crossover, sono in grado di offrire prestazioni migliori su fondi viscidi rispetto a gomme tradizionali, ma non sono paragonabili a delle coperture invernali per il livello di aderenza garantito su strada. La contraddizione è che l’attuale Codice della Strada equipara infatti le M+S alle invernali. Chi monta quindi delle M+S è esonerato dagli eventuali obblighi di viaggiare con catene a bordo piuttosto che di montare degli pneumatici invernali, sappiate però che ai fini della vostra sicurezza non sono affatto la stesso cosa. Per il Codice l’alternativa all’uso delle gomme termiche sarebbe quello di viaggiare con le catene da neve a bordo. AUTUNNO 2013 to con l’asfalto si lacerano in fretta. Un altro dispositivo non omologato sono le catene spray o liquide, delle composizioni chimiche di consistenza schiumosa o collosa da applicare sul battistrada. Costano molto poco, ma si dissolvono dopo poco chilometri e non sono comunque riconosciute dal Codice della Strada. COMAB CONFCOOPERATIVE BRESCIA L’obbligo di pneumatici invernali o catene deve essere segnalato tramite l’apposito segnale su sfondo blu (il disegno della gomma catenata), mentre l’obbligo di catene a bordo o gomme invernali montate, va segnalato mediante un altro cartello. In caso di violazione, si incorre in una sanzione pecuniaria e in condizioni estreme le forze dell’ordine potrebbero impedirvi di proseguire la marcia. Agricam consiglia ai propri associati il montaggio degli pneumatici invernali, che vi permettono di viaggiare sicuri, evitando di incorrere in multe, vi aspettiamo in cooperativa per maggiori informazioni, preventivi e ricordiamo che sono disponibili diverse misure in offerta. COMAZOO L’equiparazione normativa non ha molto senso, perché le catene sono dei dispositivi d’emergenza, da montare solo nel caso in cui vi sia un certo strato di neve o ghiaccio sulla sede stradale, perché altrimenti si danneggiano facilmente. Le catene si applicano sulle ruote motrici. Il problema è, che su molte vetture moderne caratterizzate da grandi cerchi in lega, le catene non si possono utilizzare, le automobili cosiddette “non catenabili” per via dello spazio ridotto tra la gomma e passaruota. Per capire se il Costruttore della vostra auto ammette l’uso delle catene dovete controllare il libretto di circolazione. Esistono altri equipaggiamenti che assolvono in parte la funzione degli pneumatici invernali o delle catene. Molti soci avranno sentito parlare delle cosiddette “calze” o “autosock”, ovvero delle reti in materiale elastico con cui si rivestono le ruote motrici. Sono facili da installare, efficaci per far guadagnare trazione all’auto in caso di neve, ma non sono riconosciute dal Codice della Strada e quindi si possono usare solo in caso di emergenza, anche perché a contat- AGRICAM AGEMOCO ASSIMOCO 22 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali; PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura LA CAMPAGNA GRANDINE 2013 AGEMOCO e VH ITALIA Insieme per proteggere il patrimonio dei soci CIS “I cambiamenti climatici cui assistiamo hanno determinato in molte regioni europee un forte aumento del rischio di danni provocati da avversità atmosferiche. Di conseguenza, in tutta Europa è in aumento il numero di produttori che si assicura contro questi rischi. I sistemi di difesa attiva, spesso non compatibili con le tecniche di coltivazione, presentano costi elevatissimi e non permettono di difendersi da tutte le avversità atmosferiche. Un altro aspetto da rilevare riguarda la trasformazione in atto nel settore agricolo: l’aumento di dimensione e specializzazione aziendale si traduce in una maggiore esposizione finanziaria per le imprese, che rischiano la loro sopravvivenza in caso di perdita totale del raccolto. L’eventualità di fallimento aziendale a seguito d’ingenti danni da avversità atmosferiche non è mai stata tanto elevata quanto oggi.” PERCHÈ AGEMOCO HA SCELTO VH ITALIA PER I SOCI CIS VH ITALIA ASSICURAZIONI è la filiale italiana della Vereinigte Hagelversicherung VVaG, Compagnia d’assicurazione creata circa 200 anni fa per volontà degli agricoltori tedeschi e specializzata in danni alle produzioni causati da avversità atmosferiche. Il Gruppo assicura in tutta Europa oltre 120.000 aziende agricole, attraverso una rete di circa 5.000 agenzie. Con un’estensione di 10 milioni di ettari di superficie assicurata, e 10 miliardi Euro in termini di valore della produzione assicurata, cui corrispondono premi per circa 150 milioni di Euro. VH ITALIA ASSICURAZIONI è la Compagnia specializzata in avversità atmosferiche più grande d’Europa. E’ presente nei seguenti paesi dell’Unione Europea: Lussemburgo, Belgio, Olanda, Lettonia, Ucraina, Lituania ed Italia. In Polonia possiede una quota della TUW Concordia Wielkopolska e gestisce una filiale in Lussemburgo, Olanda e Lituania. VH ITALIA ASSICURAZIONI opera in Italia dal 2002 e dall’inizio del 2005 ha aperto la propria filiale a Verona. Come partner del Gruppo Assimoco ed è operativa in tutte le regioni italiane. Nel corso degli anni, la Compagnia ha ampliato notevolmente la sua posizione commerciale. Il 2012 ha visto VH Italia Assicurazioni attestarsi su un ammontare di premi raccolti di oltre 30 milioni di Euro. La produzione attuale si distribuisce su tutto il territorio nazionale, interessando tutti i prodotti agricoli. Grazie all’esperienza diretta in campo, la ricerca sperimentale e la collaborazione con organizzazioni professionali e associazioni dei produttori, VH Italia Assicurazioni ha sviluppato molteplici forme di coperture contro le avversità atmosferiche e offre una vasta gamma di soluzioni assicurative. Scegliendo fra le varie opzioni disponibili, l’assicurato potrà decidere la giusta combinazione di eventi contro i quali assicurare la propria produzione. N O I C O O P E R AT I V E AUTUNNO 2013 - Collabora inoltre con importanti istituti di ricerca e università per la ricerca sperimentale sugli effetti dei danni da avversità atmosferiche: Uva da vino: Università degli Studi di Verona, Università degli Studi di Piacenza - Mais: Università degli Studi di Piacenza- Kiwi: Università di Torino. - Offre soluzioni assicurative su misura per la prevenzione contro i danni da grandine e altre avversità atmosferiche per tutte le colture agricole. Con i suoi specialisti VH Italia Assicurazioni è in grado di consigliare gli agricoltori in modo competente e affidabile in ambito assicurativo e di offrire prodotti assicurativi orientati alla reale esigenza degli agricoltori. CONFCOOPERATIVE BRESCIA - Affida il lavoro di rilevazione dei danni in campo a professionisti in grado di associare alla preparazione tecnicoscientifica l’esperienza che deriva dal contatto quotidiano con il mondo agricolo. La formazione dei nostri periti diventa pertanto uno dei nostri principali obiettivi. Le giornate di aggiornamento presso la nostra Direzione, i continui test in campo ed il confronto con gli agricoltori rappresentano per VH Italia Assicurazioni normali attività e mantengono il livello di preparazione dei collaboratori sempre elevato. Segno distintivo di qualità: la possibilità di confrontarsi con tecnici che lavorano in tutta Europa apprendendo tecniche moderne di liquidazione e nuovi sistemi di analisi del danno. COMAB - Esegue la rilevazione del danno subito dai prodotti assicurati, non solo basandosi su tabelle di riferimento che codificano l’entità del sinistro, ma prendendo in considerazione la differente qualità commerciale. COMAZOO VH ITALIA QUALI SONO LE NOSTRE LE SOLUZIONI ASSICURATIVE AGEMOCO ASSIMOCO LINEA SECUFARM Questo prodotto assicurativo, esclusivo di VH Italia, combina l’esperienza maturata in Germania con le tipicità del mercato italiano per offrire agli agricoltori coperture altamente innovative e flessibili. Scegliendo fra le varie opzioni disponibili, denominate rispettivamente SECUFARM® 1, 2, 3 e 4, l’assicurato potrà decidere la giusta combinazione di eventi contro i quali assicurare la maggior parte delle produzioni, come frutta, cereali, riso, uva, pomodoro da industria ed ortive. Le caratteristiche principali di questo prodotto sono l’aliquota di franchigia di tipo scalare che si riduce a zero per danni particolarmente elevati ed i criteri di determinazione della percentuale di danno innovativi e vantaggiosi. Per la frutta, ad esempio, si tiene conto della perdita commerciale del prodotto dovuta agli eventi assicurati, valutando il frutto a seguito dell’evento assicurato nelle categorie merceologiche di prima, seconda classe o scarto. Per l’uva da vino si riconosce una perdita di qualità direttamente correlata allo stadio di maturazione del prodotto. AGRICAM MONORISCHIO: contro i danni causati dalla grandine (coperture non agevolate). PLURIRISCHIO: contro i danni causati da varie combinazioni di eventi. MULTIRISCHIO: contro i danni derivanti dalla perdita di resa produttiva dovuta a tutte le avversità atmosferiche assicurabili. SECUFARM®, esclusiva di VH Italia Assicurazioni, garantisce condizioni vantaggiose come la franchigia scalare che diminuisce, fino ad annullarsi, all’aumentare del danno. 24 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali; PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura PERCHE’ AFFIDARSI AD AGEMOCO BRESCIA SRL Perchè Agemoco Brescia srl è un Agenzia Plurimandataria con una specifica esperienza trentennale nel settore agricolo. Opera sul territorio tramite un gruppo di Consulenti con specifiche conoscenze del settore agrario e vitivinicolo e garantisce il servizio tramite un’ efficiente struttura amministrativa. AGEMOCO BRESCIA INFORMA LE NOVITA’ DEL PIANO ASSICURATIVO 2013 Il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali ha recentemente emanato il nuovo Piano Assicurativo 2013 con importanti novità che possiamo di seguito illustrare : • Non sono più ammesse le polizze Monorischio. • Sono ammesse polizze Pluririschio contenenti due eventi, polizze Pluririschio contenenti tre o più eventi e polizze Multirischio sulle rese. • Le avversità aventi carattere catastrofale SICCITÀ e ALLUVIONI non sono più concedibili nella forma pluririschio e potranno trovare copertura soltanto nell’ambito di coperture multirischio sulle rese. • Le avversità assicurabili con polizze Pluririschio sono complessivamente 5: Grandine - Vento forte - Eccesso di pioggia - Gelo, brina e sbalzi termici - Colpo di sole e venti sciroccali • Dal punto di vista contributivo, per le polizze con soglia di danno, i nuovi livelli di contribuzione previsti sono: per le Pluririschio con due eventi fino al 65% della spese ammessa; per le Pluririschio con tre o più eventi fino al 75% della spesa ammessa; per le Multirischio sulle rese fino all’80% della spesa ammessa. • La metodologia di calcolo dei parametri contributivi è modificata rispetto al passato ovvero I parametri saranno calcolati in base alla media delle tariffe disponibili degli ultimi tre anni (escluso l’anno in corso) per ogni combinazione comune/ prodotto/garanzia e in caso di assenza di statistiche i parametri saranno pari alla tariffa effettiva riportata sul certificato. • La media sarà calcolata secondo la formula [(somma dei premi assicurativi del periodo di riferimento)/(somma dei valori assicurati nel periodo di riferimento)] x 100, ma sono previsti dei parametri massimi: per la pluririschio con due eventi è sono 20 per la frutta, 8 per i cereali, 10 per gli altri prodotti; per tutte le altre combinazioni il parametro massimo è 25. • I parametri saranno pari al tasso effettivo del certificato per i nuovi assicurati. Per questa agevolazione è necessario che il CUAA non sia presente nelle statistiche assicurative dei precedenti cinque anni. Viste le novità di assoluta rilevanza i Soci possono rivolgersi ai nostri consulenti per avere la dovuta consulenza ed i chiarimenti necessari per recepire la nuova normativa N O I C O O P E R AT I V E AUTUNNO 2013 Cognome e nome Zona di riferimento Mollenbeck Pisanti Stefano Ruolo Recapito Telefonico Indirizzo e-mail Agente procuratore 335 6983463 [email protected] Responsabile area 338 4190478 [email protected] Conti Andrea Zona Lugana Consulente 389 8038992 [email protected] De Rosa Pasquale Zona bassa Bresciana Ovest Consulente 329 0806466 [email protected] Soldati daniele Zona Lugana e Mantova Consulente 366 4909193 [email protected] Tambalotti Giovanni Zona bassa Bresciana Ovest Consulente 329 5314866 [email protected] Taini Sandra Zona Franciacorta Consulente 329 8048295 [email protected] Stefini Paolo Zona Valcamonica e Franciacorta Consulente 335 8302265 [email protected] Gorio Sara Zona Franciacorta Consulente 348 0641308 [email protected] Caruso Pio Zona bassa Bresciana Est e Verona Consulente 339 7331071 [email protected] Bonera Alessandra Zona Brescia Consulente 347 3340481 [email protected] Carboni Roberto Zona Bassa Bresciana Est e Mantova Consulente 339 7893830 [email protected] Quirico Roberto Zona Brescia 348 7409702 [email protected] Consulente Agenzia di Brescia Via Ferramola, 30 tel 030 3776972 fax 030 2807356 [email protected] Agenzia di Montichiari Via Santellone,37 tel 030 9981321 fax 030 9650420 [email protected] AGRICAM I riferimenti dell’Agenzia CONFCOOPERATIVE BRESCIA Zona Lugana e Valtenesi COMAB Filisina Emanuele COMAZOO I consulenti di Agemoco Brescia srl AGEMOCO ASSIMOCO 26 Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali; PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura ci trovate area esterna settore D1-D8 ci trovate padiglione 2 stand 196 INSIEME DAL 24 AL 27 OTTOBRE 2013 ALLA 68° FIERA DEL BOVINO DA LATTE DI CREMONA Agricam esporrà Presentazione prodotti Feraboli: Nuovo Dumper 3 assi Rotopressa 365 Extreme Esposizione gamma agricoltura JCB Sollevatori telescopici Pale gommate Trattori FASTRAC T GE D A E G isita m T FFE chi v grica U B per d A tan s lo