Insegnare la lingua italiana in classi plurilingui Università di Siena, 2 maggio 2012 Maria Piscitelli Insegnare la lingua italiana in classi plurilingui Progettualità curricolare e fare scuola quotidiano Costruzione di un curricolo linguistico all’interno della prospettiva interculturale Insegnare la lingua italiana in classi plurilingui Prospettiva interculturale fondata sul potenziamento di quelle strutture che contraddistinguono l’interculturalità Insegnare la lingua italiana in classi plurilingui Strutture che connotano in profondità l’interculturalità: la differenza, il dialogo, la relazione tra persone diverse e uguali il cambiamento, il pluralismo Il cambiamento connota ogni identità individuale e collettiva Insegnare la lingua italiana in classi plurilingui L’individuazione di saperi interculturali di cittadinanza, essenziali per lo sviluppo della literacy e significativi per i soggetti che apprendono Implicazioni didattiche Pratica di insegnamenti linguistici educativi Scelte epistemologiche e psicopedagogiche Implicazioni didattiche 1. Quale lingua? 2. Quale didattica? Quale lingua? Una lingua intesa, non come qualcosa di dato, statico, indagato a tavolino nelle forme codificate ( regole e testi), ma come un processo dinamico, attraversato da una varietà e variabilità di usi linguistici e testuali ( usi funzionali, pragmatici, standard, aulici, creativi, letterari, etc. registri, livelli di lingua, forme idiomatiche, etc). Quale lingua? Una lingua vista come elemento identitario delle comunità, che in un ambiente complesso si pone come un’ articolazione e stratificazione della propria identità. Quale lingua? Ciò richiede un’attenzione forte alla dimensione sociale del linguaggio e allo spazio antropologico dove vivono i parlanti, immersi così in quell’insieme di problemi culturali, sociali e politici che caratterizzano la nostra epoca che si traduce poi in un’attenzione allo sviluppo della cittadinanza Quale lingua? Lingua autenticamente comunicativa osservata in contesti differenziati ed analizzata concretamente e direttamente dall’alunno in una gamma estesa di varietà e di usi, con l’intento di sviluppare competenze necessarie per la vita e per la comunicazione sociale e culturale Implicazioni didattiche Ciò implica educare alla: 1. varietà degli usi linguistici dando la preminenza all’uso funzionale della lingua 2. cultura del sé ascoltarsi, interrogarsi, ri-modellarsi interiormente, strutturarsi Implicazioni didattiche 3. Sensibilizzazione a universi rappresentativi plurimi Uguali e diversi Implicazioni didattiche 2. Didattiche laboratoriali dinamiche e attive, comunicative e relazionali, che consentono ad ogni alunno, nessuno escluso, di imparare a vivere da protagonista in una civiltà fondata sul dialogo Implicazioni didattiche Didattiche che prestino attenzione ai processi d’apprendimento e valorizzino il carattere operativo dell’apprendimento linguistico (fare con la lingua) Implicazioni didattiche Didattiche costruttive, basate su approcci destinati all’apprendimento della lingua 2 Pratica integrata delle abilità praticare le abilità linguistiche in maniera integrata (orale-scrittura, letturascrittura-parlato, lettura-parlato-ascosto e così via dicendo) e paritaria, dove l’orale fa, a tutti gli effetti, la sua parte. Varietà di scritture schede di lettura e recensioni di libri, film, spettacoli; brevi commenti a margine di testi; riassunti di varia dimensione e secondo prospettive diverse; parafrasi e riscritture, sceneggiature per proiezioni di diapositive; esposizioni argomentate su tema dato con istruzioni compositive; scritti rielaborativi e creativi di esperienze, informazioni e fantasie…) Come? Lavorare sugli elementi della comunicazione: scopi, destinatario etc. in contesti abituali e non, tenendo conto delle diversità delle competenze di comunicazione messe atto, etc.; recuperare i linguaggi non verbali (iconici, gestuali, prossemici etc.); Come? allargare la sfera dell'immaginario; dare spazio all'oralità, alla ricchezza espressiva e comunicativa della lingua orale, il cui uso è di fondamentale importanza nelle relazioni interpersonali e sociali. L'uso della lingua orale segue raffinate strategie comunicative, di cui la cooperazione fra parlante e ascoltatore Come? L’interazione orale è essenziale allo sviluppo dell’identità linguistica di ogni soggetto,creando le premesse per elaborar significati condivisi dall’intera comunità. Essa incide nello sviluppo del pensiero e nella relazione con l’altro In pratica L’interazione orale diventa sociale, in quanto basata sulla costruzione dei significati, sulla condivisione delle conoscenze e sulla negoziazione dei punti di vista. L’acquisizione della lingua non è un esercizio mnemonico, solitario e pedante, ma il risultato di un’interazione continua con gli altri Come? favorire passaggi dall' orale allo scritto evidenziare varie forme di scrittura /per immagini, etc.; prevedere una vasta gamma di forme e di attività e non solo tema (appunti di lezione e di conferenze, verbali di discussione Come? lettere, annunci, richieste di comunicazioni rivolte ad uffici e istituzioni, questionari; descrizioni di luoghi, oggetti, persone, fenomeni, eventi, articoli di tipo giornalistico; istruzioni per eseguire operazioni o regolare attività e servizi… Come? praticare il bilinguismo Tradurre da una lingua ad un'altra, come spazio autenticamente interculturale. Spazio di incontro più che di confronto Come? riflettere sulla lingua, partendo dalla dimensione pragmatica e semantica, per rendere più agevolmente ragione delle scelte lessicali, delle modalità sintattiche e degli aspetti morfologici della lingua. Una riflessione sulla lingua intesa quale strumento di crescita culturale e interculturale Quali azioni Per le forme del discorso: ruotare soprattutto intorno al binomio narrazione/argomentazione (identità/ alterità). Laboratori di potenziamento, consolidamento, stessa insegnante di L1, sfruttando esempi tratti dalle didattiche della Lingua straniera. Da dove partiamo? Punto di partenza è quasi sempre la ricerca, da parte degli alunni, della lingua autentica (generi o microgeneri testuali - orali e scritti) che li circonda (spazi linguistici e antropologici). Rispetto a questa vengono date consegne precise (osservazione e trascrizione). I dati raccolti sono portati in classe e diventano oggetto di studio ( negoziazione di significati, formulazione di ipotesi, ricerca di indizi, etc.) . Da dove partiamo? La lingua è analizzata nei suoi usi concretamente e direttamente dall’alunno come fosse un fenomeno scientifico. Gli alunni discutono, spiegano ciò che hanno indagato e lo rielaborano alla luce delle riflessioni effettuate. Ogni attività è accompagnata da forme di scrittura, finestre di riflessione sulla lingua e lettura (le caratteristiche dell’orale e differenze con lo scritto). Esempi 2. La cultura del sé Muoversi dalla sfera interiore e interazionale dei diversi soggetti, dai tratti universali dell’io e dello stare con l’altro La cultura del sé Un lavoro sui tratti universali dell’io è, ad es., possibile affrontarlo ,prendendo in esame i grandi temi (esistenziali) oppure le esperienze che fanno parte della vita dell’uomo (l’inevitabilità della lotta contro le difficoltà della vita, gli ostacoli, il male, la sofferenza, etc.), non per produrre paura, bensì rassicurazione. Quale cammino di esplorazione del sé Affrontando i grandi temi (esistenziali) ed esperienze che fanno parte della vita dell’uomo (l’inevitabilità della lotta contro le difficoltà della vita, gli ostacoli, il male, la sofferenza, etc.), non per produrre paura, bensì assicurazione. Quale cammino di esplorazione del sé? Parlare, tramite i nostri lavori, alle pressioni interiori, cercando di coglierne i bisogni urgenti ed universali (desiderio di essere amati, di essere considerati, di stare con l’altro etc.), ma anche le ansie e le paure (la paura del buio, della violenza, della sopraffazione brutale, del vuoto, dell’abbandono, della solitudine, delle fiere, degli eventi atmosferici, dell’essere diverso- altro o straniero, degli adulti). Quale cammino di esplorazione del sé? Al fondo dell’io sta la paura, in molte forme, ma densa, forte, costante: essa nasce da una condizione biologica, ma anche da un vissuto ancestrale (l’incubo di qualche cosa). Essa viene interpretata, trascritta, confermata dalle stesse culture e dalle medesime pratiche sociali. Quale cammino di esplorazione del sé? Cambi dice che è molto importante accedere alla quota profonda ancestrale dell’umano che abita ancora il nostro inconscio, il nostro immaginario, le nostre culture; ombre che animano l’io di tutti i tempi Quale cammino di esplorazione del sé? La fiaba, il mito, la leggenda ad esempio fanno tutto ciò, essendo grandi bacini di culture e di linguaggi simbolici. Essi parlano alla vita interiore dei bambini, rispecchiano gli intimi sentimenti, gli ostacoli e il male non vengono nascosti, ma superati. A livello emotivo i grandi problemi si stemperano nella catarsi della fiaba o della leggenda. (I simboli sono il materiale primario del lavoro della nostra psiche). Quale cammino di esplorazione del sé? Ma oltre ai racconti, alle storie, alle fiabe una forte rilevanza la ricopre, sia per lavorare sulla diversità che sull’unicità, lo studio delle pratiche sociali e dei costumi talvolta arcaici e diffusi. Questi innervano le mentalità collettive, gli stessi comportamenti storio-sociali e la psiche individuale, animandola di figure che danno corpo ad ansie e paura, a sogni e ad attese. Quale cammino di esplorazione del sé? Tramite storie, racconti e fiabe dette in classe dai genitori, che portano così spezzoni di vita, si possono far emergere quei temi esistenziali che accompagnano l’esistenza umana Quale cammino di esplorazione del sé? Il tema della felicità (Albania- dono interiore); il dedalo delle prove da superare, evocativo della continua lotta contro le difficoltà: un vero e proprio apprendistato e iniziazione alla vita; il tema della tirannia e del potere (Cina); la ricerca dell’immortalità (Cina); il tema dell’ingratitudine, dell’incontentabilità e dello sperpero (Colombia); il tema della saggezza. Quale cammino di esplorazione del sé? il tema dell’Orco, figura che si deposita nei racconti popolari che anima costantemente l’immaginario dei vari popoli, manifestandosi come così come connessa a una forma universale di esperienza. Esperienza di paura e di codificazione del mostruoso. Con una doppia funzione di liberare oggettivandolo l’inconscio e di fissare una prova nel viaggio di iniziazione del giovane Quale cammino di esplorazione del sé? il tema dell’avidità (Russia- pescatore); il tema dell’amicizia, del tradimento Sri Lankaisola vicino all’India); il tema dei ruoli e della natura umana, indipendente dai ruoli (topolino Il debole aiuta il potente- Venezuela). Quale cammino di esplorazione del sé? Usanze: leggende- tradizioni- amicizia, coraggio, crudeltà, inganno, forza, la baba yaga, Si intrecciano così tradizioni e immaginari diversi, dove paure, ansie, mostri, si sono ridefiniti in forma meno immaginosa e più concreta nel percorso narrativo. Quale cammino di esplorazione del sé? E da qui scaturiscono piste diverse: le metamorfosi, le prove, il viaggio, l’incantesimo- veri apprendistati all’esistenza; sia le tradizioni e i costumi di questi diversi popoli. La forma: storie, favole, racconti, linguaggi simbolici, elementi fiabeschi: fata, metamorfosi.. In sintesi Muoversi su un doppio binario: Linguistico-testuale Psicologico-sociale in cui si intrecciano sia gli universi linguistici e immaginari, sia le testimonianze della psicoanalisi sull’inconscio, sia l’analisi del folklore Riferimenti bibliografici Riferimenti bibliografici Armellini G. ( a c. di), ( 1993), Letteratura, arte e musica nei bienni. Strategie e tattiche dell’educazione estetica, Bologna, Cappelli, IRRSAE. Augé M. ( 2007), Nuove identità. Multiculturalismo addio. Riscopriamo il ruolo dell’individuo, “Corriere della sera”, da Cultura e alienazione, Università di Perugia. Bruner J. (1997) La cultura dell’educazione, Milano, Feltrinelli. Cambi F., Piscitelli M. ( a c.di), ( 2005), Complessità e narrazione. Paradigmi di trasversalità nell’insegnamento. Roma Armando. Riferimenti bibliografici Riferimenti bibliografici Cambi F. ( 2001), Intercultura: fondamenti pedagogici, Roma, Carocci. 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