MASSIMILIANO CHIAMENTI “la vedova allegra” una raccoltina di 17+ 1 tragicomiche poesie per fedeltà del core e infedeltà del culo le gambe loro isnelle ...eroina cocaina nicotina cartina ketamina anfetamina... ...e la lista potrebbe continuare... ... sì mio padre (*) mi insegnò solo 3 cose: 1. che nella vita ci vuole coraggio... 2. che bisogna rialzarsi da soli quando si cade di bici (e da bambino cadevo di continuo)... 3. che non devo dimenticare i punti 1. e 2. (ma questo 3. l’ho invece inventato io così, per scherzo...) ... ecco, quindi solo questo posso dire ai miei (?) lettori... ... emigrate più a nord che potete se potete... ... fuggite prima che vi raggiunga la muerte... ... che poi la muerte sono io, e come tale regno... (*) mio padre: (che aveva il cazzo nero, come mi accorsi un giorno in ospedale prendeglielo in mano per farlo pisciare)_ *** come back on my own here alone i haven't much to do here i stay my own way got no money got no soul could it be in a week that you'll be back from jail? could it be in a week that you'll be back from jail? uoh ho come back get ready uoh ho come back home all those days thrown away all those days thrown away all those days... ... thrown away_ *** sonetto ( = io son 1 etto) la mia casa ormai da pochi è visitata perfino i ladri ripudiano le briciole del piatto restano le femminazze piene di diavoletti in testa e qualche assurdo esteta della sfiga così si raschia la fondazza del barile estenuate le forze perfino per le messe − in culo − nere scaglie di vita compresse in combo-medicine le batterie esigue per il microsystem korpo che fu la giovinezza e la pienezza di quei giorni di svago in riva al lago? uno zaffiro, un turchese, uno smeraldo o un ingranaggio ad altiSSima tensione? si resta così: automi, artisti delli mezzitoni senza soldi, senza droga, bisex ma senza sex_ *** [senza titolo] i ragazzi fanno così a un certo punto se ne vanno e quando lo fanno non tornano più indietro e perché lo fanno non lo sanno però sempre lo fanno_ *** [untitled] sometimes i wonder do you ever feel the pain? sometimes i wonder are you faking all your smiles? sometimes you're hiding... hiding... hiding..._ *** poesia per massi ecco questa poesia me la scrivo così sul quaderno e non la dedico né invio a nessuno tanto a nessuno importerebbe e qualcuno pure si infastidirebbe anzi faccio come il mereghetti e il mio lavoro me lo scrivo e dedico a me tanto in italia ormai la dittatura è il matriarcato e le fighe comandano tutto il territorio spargendo fetore di pesce marcio i miei amici non la pensano così si chiamano medi, hatem, antonio, raffaele, e ovviamente adel, adel il principe del mio cuore vengono dalla magna grecia e da cartagine sì quella cartagine distrutta dai romani e cosparsa con il sale poiché delenda est ma ora saremo noi anzi già siamo noi a distruggere i romani i padani i celti e gli italiani a radere le fondamenta di ogni vaticano poiché delenda sunt_ *** medi sembra una scena da teorema il film di pasolini quando lui arriva bello come un dio in quanto forse è proprio lui: Dio e fa innamorare di sé tutti prima la serva poi il figlio poi la madre e infine il padre l’industriale miliardario che ne muore di vergogna così maestosamente arriva medi enorme come un marine come un armadio temibile guerriero e con un cazzo enorme mi sfonda il culo fin dentro nella pancia e poi mi dice: ecco ora tu sei mio certo che sono suo anche perché un maschio così potente alla mano e bello io non ce l’ho avuto mai non vedo perché non tenermi adel nel cuore e medi nel culo o no? e il tempo stanotte cambia d’improvviso passato l’odioso sole desertificante ora finalmente p i o v e anzi è un temporale con tuoni in piena regola medi dorme nel letto il riposo del guerriero è già il signore e questa è ora casa sua sembra lothar l’amico di mandrake e io, piccola zoccoletta befanella, spacciatrice di tagliatelle al sugo e magliettine da lavare mi godo questa belluria. e che Cristo!_ *** medi 2 è sparito col suo bottino di 22 euro tutto rego raga_ *** mi chiamano mimì caro simone, ti ricordi a parigi quando giocavamo a fare i ventenni poeti (e ora invece lecchi il culo ai preti) e tutto un fremito di pompe e pompidou e umbertone eco alla sorbonne noi nella sala bianca e poi il giannizzero: monsieur le professeur! (e − zac − che tutti in piedi!) e il negretto che ci disse (con maglia a strisce un po’ gaultier un po’ alla cadinot, e certo molto gide) che ci disse, dicevo, che in quel quartiere erano tutti morti già parce-que il y avait le cida le cida le cida! eh già tutti morti già non come noi teatranti mestieranti come zazie dans le metro non come noi sopravvissuti a quegli anni ai nostri narcisismi ai nostri egocentrismi io tenevo sottobraccio mon petite guide gay per cercare le saune più maiale a les marais io − almeno in questo − sono rimasto lo stesso: un poveraccio innamorato della verità; (e mentre te lo scrivo il marocchino accanto a me all’internet cafè di abdul sulla san vitale della bologna per me provinciale parigi in minore il marocchino, dicevo, si fa una mezza sega senza tante storie se lo strofina e se lo ravana di gusto alla postazione 11 dell’internet cafè e intanto ascolta in cuffia aussi des chansonettes)_ *** il migrante del temp(i)o sì, non ci vuole poi molto per tornare giovani fringuelli: basta fare le coccole coi vecchi e non coi pischelli e ti senti − cioè io mi sento − dei due quello pischello se tutto è relativo come infatti è; i ventenni mi buttano in faccia i miei strabenedetti quarant’anni e io allora faccio il ventenne coi sessantenni arrapatoni duri: e poi, un altro trucco del mestiere è buttare via il cellulare correndo con la macchina così si deve telefonare con stile − diciamo − da migrante dall’internet cafè e sembra d’un tratto di essere tornati bambinetti quando al mare o a londra si faceva la fila per telefonare a casa dalla provvida cabina ci pensavamo mai allora ad incazzarsi se lui non ti risponde lesto lesto ai messaggini? ecco, così: faccio il ragazzino con i vecchi e vivo da migrante senza casa e pago il gettoncino alla cabina spesa peraltro abbordabile, esigua_ *** i vip i vip vengono sempre da milano i boriosi da roma e i mafiosi da napoli ma i vip tutti isterismi e botulino vengono solo da milano perché milano è come il cynar contro il logorio della vita moderna milano è cinque volte più di roma quando fa una mostra inventa un nuovo mostro lancia una linea di make up o un’agenzia o una boutique i vip che scendono a bologna dall’elvetica milano arrivano lamentandosi che non c’è da parcheggiare fa troppo caldo non c’è neanche un viale alberato ah ma se fossimo a milano... e poi ripartono compatti i vip si muovono infatti com’un sol uomo e a scatti i vip ripartono in fretta con il taxi un po’ seccati e infastiditi perché è almeno mezzoretta che non hanno sniffato cocaina i vip hip hip hurrà i vip vip vìp-è-rà_ *** rough justice mi hanno raccontato che patty pravo fu molestata dagli sbirri perfino una sera al ristorante le chiesero i documenti e lei porse ai ladruncoli di stato il pedigree del cane: favolosa!_ *** ora di cena ceno regolarmente alle otto che poi non è neanche una cosa regolare dato che da queste parti e specialmente in campagna si cena alle sette o anche prima sono entrato in questa parte anziana e ziesca della mia vita e me la voglio gustare in perfetta solitudine sono esausto e stremato dallo sforzo di fare da america alle torme di zecche intendo i bei ragazzi avidi, bugiardi e maneschi scelgo dunque la distanza e, dato che scoccano le otto, mi mangio la pietanza_ *** pura ferinità che bella serata! una falce di luna come una grande C la dolce mezzaluna che ispirò il profeta... gli alberi e il prato nella periferia dismessa dove solo i froci e i marocchini si avventurano e − oplà! – un bel cazzetto in culo e poi io felice che ululo alla luna e gli occhi mi brillano di gioia come ho poi visto nello specchietto retrovisore_ *** la fica nera fa un caldo tropicale e ovviamente non riesco a dormire anche perché il mio uomo, l’unico vero uomo che io abbia mai avuto, me l’hanno messo in galera allora guardo la tele quella con seicento canali che aveva installato lui dato che il mio uomo (quello che me l’hanno messo in galera) è anche l’unico che negli ultimi dieci anni mi abbia fatto un regalo e tra le tante tristezze che vedo in questa tele mi garba solo − ohibò! − una fica nera di una bella puttana nera con un corpettino bianco e stivaloni borchiati lei si mette di culo davanti alla telecamera ginocchioni su un divano facendo le smorfie buffe con la faccia e due telefoni uno di qua uno di là e fa vedere alla grande la sua grossa fica nera che sembra un’albicocca grande e grossa gonfia e carnosa tento allora una sega mentre guardo la bella fica nera ma mi torna in mente il mio uomo (quello che mi hanno messo in galera)_ *** per adel, in the name of love (like a virgin) ricordo la canzone degli u2 alla fine del rave le note di dolcezza dopo la devastazione dei cervelli e del prato e dove i nazi tekno (i miei bravi amici di allora) mi rubarono anche lo spolverino bianco ricordo il volto di madonna sul giornale stropicciato nella pineta tra il viale e il mare the unforgettable fire di noi apocalittici, e poi true blue per i fighetti integrati ... solo due atomi nell’universo dei nomi, dei ricordi dei momenti incredibili vissuti springsteen e i cure a milano gli stones a torino i chemical brothers e mick jones a londra billy bragg a arezzo wave paul simonon al tenax manzarek a genova i radiohead e i pearl jam all’arena di verona i nirvana di cui avevo già il biglietto e che non vidi mai perché − mentre kurt si sparava con le siringhe e le pistole − io stavo bloccato (infetto io insieme agli altri infetti) all’ospedale militare ferlinghetti e philip lamantia a san francisco ed sanders, steve lacy e alejandro jodorovsky a cosenza john giorno a new york (nell’appartamento di burroughs e rothko) patti smith, lou reed e laurie anderson a firenze komunyakaa e walcott sui colli circostanti le foto d’album di una vita un tempo avventurosa: il mio dante sottobraccio che mario luzi mi notò me la sono goduta, io, la vita come scrisse e mi disse un giorno sanguineti_ *** il miracolo e così il pastore anglicano mi disse, liberandomi, che non era amore ma amicizia quella che io provavo e ricevevo dal mio amico che io credevo il mio amore e poi in strada mangiando kebab ho incontrato un altro tunisino al quale ho chiesto se sapeva di una casa per adel dove metterlo − spendendo circa un 300 euro al mese − per i suoi domiciliari arresti il bel ragazzo mi ha sorriso e per risposta mi ha mostrato la foto salvaschermo del suo cellulare era adel con una maglia a strisce azzurre ... ... oh, s’io trasalii, oh numi! ... adel su sfondo di celeste con una maglia a strisce azzurre il bel marinaretto galeotto sempre di porto in porto lo novo peregrin d'amore: (ma allora i 2 tunisini belli erano tra loro a-man-tiiiiiii??? e io − povera vecchia, povera checca scema − ero solo la mamma, la zia, la vecchia moglie imprigionata in sua balìa???) sì, il bel ragazzo con il volto di adel sempre con sé nel cellulare, mi avrebbe aiutato, a trovare a casa a adel − amico sì ma non amore − e a trovare un po' di pace a me ma la pace − come sappiamo noi povere donnette − viene solo da Dio_ *** e allora... e allora stiamo messi così: mi viene in mente mohammed che però si chiama assan che ha come “casa di amore” una povera donna bulgara grassa come una balena e vecchia per di più mentre lui è giovane, bellissimo e quando lo incontro in piscina mi tocca i capezzoli e il culo e − come ho tastato con mano − gli si rizza anche la fava a fare questi giochi in acqua: poi quando l’ho riaccompagnato a casa con la mia macchina scassata (non revisionata, con libretto sequestrato dunque illegale, antiestetica e patetica) quando l’ho riaccompagnato a casa, dicevo, l’ho visto triste triste perché tornava “a casa di amore”... ecco... anche adel, o rebah o come cazzo si chiama oggi quando parlava con me o di me diceva che tornava “a casa di amore”: e che sarebbe allora questa merda di “casa di amore”? l’ospizio delle vecchie bruttone? la bottega degli orrori? è questo quello che sono io che ero io per lui? sì massi, sì... eri questo... un mostro, un malato, un pollo, ma soprattutto un vecchio, una formica... e la bulgara è una balena: oh, povero massi, quante ne hai passate per lui che ti dava l’eroina e i sonniferi anche mentre ignaro dormivi, che ti ha tagliato la fronte con il coltellino mentre tu ignaro dormivi: povero massi, che hai speso per lui tanti soldini tanti giorni di vita tanta stima degli altri e tanta dignità, tanta salute, serenità e decoro: povero povero massi, tu così solo, malato, abbandonato da tutti, a fare da servo di un ricco che in tunisia ha soldi e proprietà: un arabo di merda venuto in italia solo per razziare e ferire: povero massi, il tuo pacifismo, il tuo comunismo, il tuo cristiano candore, ma soprattutto la tua voluttà sono le armi di tutti i predoni_