P E R C O R S I C I N E M ATO G R A F I C I / 2 Esercizi spirituali: da Sant’Ignazio ai fratelli Dardenne Intervista al gesuita padre Guido Bertagna Elaborazione fotografica da Metropolis di Fritz Lang, 1927 DI FRANCESCO GIRALDO 16 Da dove e quando nasce l’idea di usare i film all’interno degli esercizi spirituali? Parlando con le persone che mandano avanti la casa di Bologna (Villa San Giuseppe, ndr), perché i primi esperimenti sono stati fatti nell’ambito delle settimane bibliche estive. Volevamo accostare il mondo delle immagini a quello della pagina biblica, a partire dall’ipotesi che imparare a leggere un testo a vari livelli, approfondire le diverse modalità con cui può parlare, può essere, fatte le dovute distinzioni, un metodo valido sia per un testo biblico sia per un testo filmico. Già Ignazio di Loyola raccomanda alla persona che prega di includere tra quelle che chiama le facoltà propriamente umane anche l’immaginazione. Normalmente si pensa che la fantasia sia un elemento che distrae dalla preghiera. Invece Ignazio dice di usarla e dà una serie di semplici indicazioni: si può darle una direzione, metterla a servizio della preghiera. Ci siamo poi accorti, insieme ai partecipanti agli esercizi, che alcune immagini offerte attraverso brani di film vengono incluse nel percorso che si è cominciato a proporre con gli spunti biblici. Cinema e esercizi spirituali sembrano due mondi inconciliabili: l’uno è incentrato sull’immagine, sull’esteriorità, l’altro punta all’interiorità, all’essenza. Da dove nasce l’unione tra loro? Come si configurano le giornate? Al mattino lavoriamo solo sul testo biblico. Nel pomeriggio alcuni temi emersi dalla riflessione vengono ripresi attraverso brani di film. Che tipo di film vengono scelti di solito? Abbiamo preso un po’ di tutto, da Chaplin e Keaton fino ai fratelli Dardenne, passando per Scorsese, Bresson… Tendenzialmente cinema d’autore. Negli autori contemporanei è facile trovare percorsi? Tutta la filmografia dei fratelli Dardenne, ad esempio, è una miniera di spunti, sia dal punto di vista tematico sia da quello tecnico. Cerchiamo di dare anche delle indicazioni per apprezzare una sequenza, analizzando il modo in cui è girata. Non si tratta di un uso pretestuoso del testo filmico, ma si entra nella sua grammatica per poi estrapolarne degli agganci con la vita spirituale… 17 P E R C O R S I C I N E M ATO G R A F I C I / 2 Fargo di Joel e Ethan Coen,1996 CERCATI DALLA LUCE. Itinerari biblici cinematografici Questo il titolo degli esercizi spirituali attraverso il cinema che padre Guido Bertagna condurrà a Bologna il prossimo autunno (Villa San Giuseppe, 1/5 ottobre 2014). “Dopo la preghiera preparatoria […] ripetere il primo e il secondo esercizio, ponendo attenzione e soffermandomi sui punti in cui ho sentito la maggiore consolazione o desolazione, o un più grande sentimento spirituale”. Sono indicazioni che Ignazio di Loyola scrive nel libretto degli Esercizi Spirituali (n. 62). Il linguaggio cinematografico può essere di grande aiuto proprio in questa delicata rivisitazione dell’esperienza spirituale, può incontrare e nutrire la sensibilità delle persone, aiutare a focalizzare l’attenzione e a far crescere la consapevolezza di dove e come il Signore stia parlando a ognuno: il linguaggio biblico e quello cinematografico in dialogo con l’anima… p. Guido Bertagna Sì: il testo non può essere un pretesto, questo è fondamentale. Altrimenti diventa importante solamente l’aspetto contenutistico. Il lavoro che facciamo a Villa San Giuseppe a Bologna, ma anche a San Giacomo di Entracque, è in questa direzione. In entrambi i luoghi si propone la stessa esperienza? A San Giacomo le settimane bibliche sono più centrate sull’esegesi del testo: possiamo leggere un libro intero, un profeta, un testo narrativo… A Villa San Giuseppe, invece, il taglio con cui si legge il testo biblico è prettamente spirituale. E a San Giacomo come vengono usati i film? A seconda di qual è il tema della settimana, degli spunti offerti dal libro. Per esempio, quando abbiamo letto il libro di Ester, abbiamo scelto alcune figure femminili salvi- 18 fiche nel cinema proponendo Fargo e Metropolis. Non si lavora solamente sul tema del film, ma anche sul modo in cui è girato. A Bologna questo si fa in modo meno analitico, perché il taglio è più spirituale: diamo poche indicazioni in funzione di quello che la persona può trovare per sé. Concludendo, direi che per l’uomo contemporaneo i linguaggi di cinema e teatro rappresentano veicoli indispensabili per la trasmissione della fede… Sì, perché sono scenari narrativi, e anche il pensiero biblico si muove a partire dal racconto di una storia che poi tu scopri essere la tua. Il cinema, da questo punto di vista, è veramente compagno di strada di tanti possibili percorsi biblici e spirituali, perché può essere letto a livelli di maggiore profondità guardando al modo di raccontare, di farci entrare dentro i dinamismi più profondi del cammino umano.