Anno II.
N. 15.
TORINO,
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Agosto 1906.
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DI INGEGNEF\IA 5ANITAF\IA
Continuaz ione : L 'I NGEGNERE IGIENISTA -
Anno V I I.
È 1·iservata la proprietà letle1'a?'Ìa ed artistica degli ad icoli
e diseg11i pubblicati nella RIVIS TA DI INGEGNERIA SANITARIA.
MEMOI\IE ORJGINALI
PROGETTO
DI AMMAZ ZATOIO PER LA CITTÀ DI MONDOVÌ.
R e1~ z:i o.l.-::a.e.
Facend o seguito alla relazione tecni ca somm a ria 1n
data 29 dicembre I 905 sull ' impianto d i un a mmazzatoi o
per la città di Mondovì, di etro l'incarico del Sindaco
cav. avv. A. Comino, mi ono ro di presentare il progetto
regolare del nuovo ammazzatoio municipale. Questo
venne studiato in rapporto colla località scelta, detta dei
Masanti , ed in modo tale da rispondere ai bisogni presenti e prossimi-futuri, ed all e modern e esigenze sociali
ed ig ieniche.
I.
Ubicazione.
Prim a però di prendere a descri vere i singoli elaborati che compongono il progetto, mi pare conveniente
fe rmarmi sulla questione, di capitale im portanza, della
ubicazione, che ass ume notevole influenza sull ' impianto
stesso di un a mm azzatoio. Confermo pe rciò le ragioni
che mi condussero alla scelta dell a località dei Masanti
a p referenza di tutte le altre posizio ni proposte. Già
nella relazi one citata, esa minando obb ietti vamente le varie
località, ho vagliato le ragioni che militavano pro e
cont ro la scelta loro.
E se g iunsi ad escl uderle tutte fuorchè il prato dei
Masanti si è perchè questo racchiude tutti i vantaggi
che compati bi lmente si richiedono per simili impianti.
In ve ro la posizione è asciutta, sana, aerata; ha un orienta mento favorevole, è vicina alla ferrovia , colla quale è
possibile tecnicamente un raccordo; è assai prossima al
mercato del bestiame; si tro va lo nta na d alle case di abitaz ione; ha un accesso comodo da parte di tutte le
sez ioni che compongono la città, ed infine ha facile sfogo
on sta rò a ripetere le rag ioni che
all e acque luride.
L' INGEGNERIA SANITARIA -
Anno XVII .
mi condussero ad escludere le altre località proposte,
solo ri corderò come le due località << Genola sopra >>
e << Genola sotto >>, le quali avrebbero sulle altre località escluse l' unico vantaggio della equidistanza fra le
va rie sez ioni della città, Breo, Piazza e Ca rassone, sono
in vece da rigettarsi assolutamente per tre rag ioni principalissime. La prima si è nella natura franabile del terreno, sull a cui dubbiosa solidità non potrei in alcun modo
suggerire la costruzione di un fabbricato qualsiasi, e tanto
meno d i un impianto di notevole importanza quale è un
ammazzatoio. Secondariamente si opporrebb e alla scelta
la pendenza superficiale del terreno stesso, la cui ripidità non si presterebbe all' installazione dell ' impianto ch e
si considera, avendo bisogno pel suo peculiare carattere
una g rande espansione di o rizzo ntalità o di leggerissimo
pendio. In terzo luogo, dato e non concesso che q ueste
du e località « Genola » potessero avere q ualche carattere di adattabilità per l' erezione d i un am mazzatoio,
la questione finanziaria s'imporrebbe contro la scelta
dovendosi farne l'acquisto.
Poichè, dati i limi t'i dei fondi disponibili , l' aumento
di spesa per l'acq uisto del terreno comprometterebbe
l'esecuzione stessa dell 'opera ; mentre per contro il prato
dei Masanti, da me scel to per l'impian to, oltre ai vantaggi sopra ricordati possiede la quali tà specialissim a d i
essere g ià proprietà comunale.
Accennerò ancora ai mezz i suggeriti nella citata relazione per mig liorare le comun icazioni specialm ente fra
il nuovo amm azzatoio e rigendo e << Piazza » , quali l'impianto telodina mico funicolare per sole merci, il provvedere un servizio intensivo nottu rno p er le merci coll'attuale fu nicolare adibita ora ai soli passegge ri , e l'amplia men to e rettifica della strada detta Toscana che da
<< Breo » conduce a << Piazza >> .
P er tutte queste considerazio ni per sè stesse evidenti
il nuovo ammazza toio di Mond ovì deve sorgere nel
prato dà Masanii.
II.
Proporz ioni d e l nuov o imp i anto .
Ri corderò i dati stati stici gentilm ente favoritimi.
L e macellazioni effettuate durante g li anni 1904-1905
(d i questo manca no pochi giorn i) fu,:ono rispettivamen te:
RIVISTA DI INGEG ' ERIA SAN ITA RI A
222
:\!el 190-t
Buo i
Vacche
Vitelli
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Cap re e montoni.
Ag nelli
Mai ali per uso pri \'ato
);el 1905
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1 247
60 7
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73 2
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9+
923
390
I OIS
456
RIVISTA DI I NGEG ERIA SAN ITARIA
Cioè og-ni sern zio \'iene esercito in fab bricato speciale
sepa rato ed indi pend ente l'un o da ll'altro, avendo fatto
il lo ro tempo qu ei g ra ndi caseggiati continui , veri
fa la nsteri , nei q uali tutte le fu nzioni della macell az ione
si esercitano confusa mente, mi sti ed addossa ti g li uni
agli altri i sen ·izi con grande scapito dell 'ig iene e della
polizia sa nita ri a.
Tutti g li edifizi sara nn o racchiu si da un recinto a ffinchè
si possa effettua re una co ntinua vig il anza ed un 'atti,·a so rveglianza. E
la macellaz ione per ogni specie di
ca po eli bestiame Yerrà fatt a in locali speciali , essend o d a ri getta rsi il
sistema della macellazione mi sta .
I +° Ca mer a filtrante a base el i torba per la depurazione del le acq ue luride prima che si versin o nel letto
del fi um e E ll ero;
15 ° Fog natura a circolazione;
r6° :'11uro di cin ta;
I 7° Sterri, selciatura, illumin azione.
i de,·e poi aggiunge re il raccordo del binw·io ferro<'iario e la g hiacciaia artificiale col frigorifero per celle
individuali refrigeranti, di cui fu fatto un o studi o, ma
223
L ungo il pe rimetro ci eli 'appezzam ento di forma trapezoida le è p rogettato un muro di cinta il qu ale racchiud e tutti gli edifizi. Tal e muro eli cin ta non sa rà però
costruito sul co nfin e, ma acl un a d istanza tale da esso
da perm ette re la costruzione eli un a strad a eli ronda
esterna per la sor vegl ianza.
Parim enti nell ' interno il muro di cinta è p ure staccato
da qualsi asi edifizio onde pe rm ette re la costruzi one eli
una strada di r onda in tern a eli vig il anza.
j
III.
D escrizione
d el n u o v o ammazzato io .
Fig.
r. -
Facciata del fabbricato ci,·il e.
Da qu esta tabella appare chiaramente co me la macellaz ione in spec ie dei cap i el i bestiame minuto sia in
au me nto; e el i conseguenza sia pure acc resciuto il consum o dell e ca rni in confronto cogl i anni precedenti.
Yecliamo ora il num ero d egli abitanti di l\1ondovì.
La popolaz ione in cifra uffi ciale è stabilita :
per la sezi one Ereo
a bi tanti
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Pi az za .
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»
Ca rasso ne.
»
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per le fraz io ni
>>
7703
39 20
2238
SI2I
T otale ab itanti I8982
cioè S I avv icina ai 20.000 abi tanti.
Parimenti so nvi 22 macell a i eli ca rn e bov in a ed o vina
e 6 pi zz icagnoli , oltre i negozianti mi sti.
P er stabilire ad unqu e i ca pi saldi d ell a proporzi onali tà
e capac ità d ell'impianto del nuovo ammazzatoio occorre
tener calcolo dei bisogni attu al i de lla città e del presumibil e a um ento delle esigenze aYvenire.
Se attualm ente la popolazione raggiu nge circa 20.000
abita nti , co n 22 macell a i e 6 pizzicagnoli , per circa
30.000 ab itanti si deve provvedere per alm eno 3 0 macell ai e pe r ro pizzicagnol i, numero proporzionalm ente
co rri sponde nte ad una maggior macell azione eli bestia me
dovu ta necessa ria mente acl un aum ento di co nsumo futuro .
Stabiliti così ques ti capisaldi , g li edifi zi che com pr endono co mpl essiva mente il p rogetto venn ero studi ati rifer encl oli nell a mi sura e nella proporzione da quelli dedotte.
Il sistema appl icato per questo a mm azzatoio è quell o
così detto a padig lioni isolati .
Formano pa rte integrante d el progetto, come si può chiaramen te vedere nell a fig. 3, nella loro posizione
fissa ta, i seguenti edifizi :
I ° Fabbri ca to dell ' Ammin istrazione con uffic io ed alloggio del Direttore veterina ri o, con uffi cio daziario
ed all oggio del p ersona le eli custod ia e di esercizi o;
2° Uffizio del peso;
3° T etto ia e piano ca ri ca tore;
4" S talle di sosta per boYini ;
5° S talle eli sosta per 0\·ini , macell o ovm i e tripperia ov ini in locali atti g ui se parati ;
6 ° Stall e di sosta pe r suini , macello, pellanda e
tri ppe ri a su ini in locali attig ui sepa rati ;
7° Macelli dei bo ,·in i con ca mere separate;
· 8° Tripperia bovini e deposito sang ue e sego;
9° Stalla di osser vazione e eli segr egaz ione per
animali sospetti ;
ro" Concimai e e deposito eli rifiuti ;
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Pianta del fabbri cato stall e per bovini.
Impi a nto di serbatoio idrauli co e di co nduttura
genera le;
I 2° Apparecchio sterilizzato re : di gesto re dell e carni
infette in locale separato;
I 3° L atrine;
I I
Fig. 3·
che non sono compresi nel calcolo del pr ogetto che si
es pone ora.
Da ll 'esame della pred etta planimetri a ogn uno può forma rsi un concetto del vari o funzionam ento dei diversi
ed ifiz i dell'a mm azzatoio.
Ad esso si perviene medi a nte la strada dei Giardini ,
che sbocca in un assai vasto piazzal e estern o, verso cui
p rospetta il fabb ri cato dell 'Amministrazione fianch eggiato da du e ca ncelli . Q uell o eli si ni stra serve per l'ing resso, quell o di destra ser ve pe r l'uscita.
Appena entrati nel recinto a sini stra si inco ntra il
peso. L a tri pperi a bovini fu posta nel centro eli figura
el i tutti g li ed ifizi ; ed attorno acl essa radialm e nte sono
spa rsi i fabb ri ca ti dei macelli bovini e le sta ll e eli sosta
e eli osservazione.
A destra si trova no l'ovil e, il macell o e la trip peri a
0\· ini , qui nd i il porcil e, il macello e la tripperia suini .
In ultim o sorge il cli gestore o sterilizzatore dell e ca rni
in fette.
A sini stra ent rand o dopo il p eso e le stalle bovi ni
224
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
si in contra la tettoi a e piano ca ricatore nel caso si effettu asse in seguito il racco rd o ferrovia rio, e qu indi la g hi acciaia ed il frigorifero co lle cell e indi vi du ali refri ge ranti .
terra . Il piano terreno, divi so in sette am bienti , serve
pe r l' ufficio vete rinari o ed a nnesso labo ratorio , per
l'Ufficio dazio, per l'Ammini strazion e e pel custode. Al
primo piano sono disposti g li alloggi degli impi egati. N el terrazzo supe ri o re v'ha il serbatoio co mpensatore d'acqua, al im enta to d alla co nd otta della
ci ttà.
Dall'esam e dell e fi g ure ri sulta chi aramente il
carattere decorativo dato all a facc iata, in modo che,
con modest i mezzi, qu esta possa ottenere un non
sg radevole effe tto esteti co, e corrispond ere all a notevole impo rtanza dell' im pianto che si desid era
a ttuare.
La pi a nta e la sez ione indi cano più effi cacemente le di sposizi on i dei ri spettivi locali senza
Fi g. 4 . - Sezione longitudinale AB del fabbri cato stall e per bov ini.
che siano necessarie ulteri o ri pa role es pli cati ve.
Su lla torretta cl ell 'edifi zio clell 'Amministrazion e si pro2° Ufficio-peso. Il fabbri cato per l'ufficio-peso SI
gettò un se rbatoio per l'acqua potabil e deriva ta dalla
trova a sini stra, entrando, presso il muro eli cinta.
È di viso in due parti. L ' uffi cio di registrazi o ne ed il
condotta di cui gode la
città cl i l\f onclovì.
peso a bilico: qu esto è coperto d a un tettuccio ed è muDal serba toio pa rte la
nito da rastrellie ra a g ri g li a per poter ferm are l'animal e
conduttura pel servizio
durante la pesa ta; quello è forma to d a un casotto chiuso
di tutto l'amm azzatoio.
per l'impi egato pesatore.
Un sistema di fogna3" T ettoia c piano caricatore. - Qu esto edifi cio è detura ovoicle e tubolare
stinato all a raccolta degli animali co ndotti all ' amm azzacoll ega tutti gli ed ifi zi e
toio, mi sura I 2 X 8 ed è composto semplicemente di un
con raz io nale pend enza
tetto sostenuto da pilas tri . Quando si sa rà potuto coco nvoglia tutte le ma testrurre il bina ri o di racco rdo collti ferrovia una pa rte
ri e d i rifiuto nelle cadel pavim ento dovrà essere rialzato per il faci le scari co
mere filtranti che si troF ig. s. -Sezione C D
del fabbri cato stalle per bov ini .
va no nell ' estremo del
dei ca rri-besti ami.
recinto in prossimità del
4" Stalle di sosta p ci bovini (figure 2>, 4• e s•). fiume Ell ero, entro al qual e si Yersano media nte un
Gli ani mali potra nn o g iung ere all 'ammazzatoio o per
ultim o tronco di tu baz ione le acq ue depurate dall e camere filtranti suddette.
mezzo dell a strada dei g ia rdin i , o dalla ferrovia col
tronco di racco rdo.
Nell'applicare agli edifi zi dell 'ammazzatoio un sistema
Sarann o radunati sotto la sosta e dopo la visita e la
di cos truzi o ne solido e se mpli ce adatto allo scop o s1
cercò pure di collegarli con un tipo
di d eco razi one imp rontata al carattere
dell'impianto : per cui tutto l' in sie me
dell e costru zioni presentasse un aspetto
armon ico non disgiunto d a una ben intesa aura di modernità. Di ciò sarà facile farsi un ' idea co ncreta esa minando
le singole fi g ure dei d isegni in cu i sono
rap presentati g rafi camente coi maggio ri
particolari possibili i sin goli edifizi d el
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presente progetto. Ai quali edifizi fu
Fig. 6. - Pianta del fabb ri cato stall e per ov ini.
d ata una impronta spec iale che caratte ri zz i lo scopo e la funzi one a cui essi
pesatura potrann0 essere diretti ai locali di osser vaz ione
so no destin at i. ·na sem pli ce fasc ia in cemento tagli erà
od alle stalle, od al macello.
ogni prospetto di padigl ione con emblemi e fi g ure relative.
L e stall e progetta te sono in tre padi g li o ni , di cui un o
è risen ·ato pei locali di osser vazi o ne, pei quali si ridusr" Fabbricato dell'A mministraz ione (fi g ura I •). - Il
sero i box· isolati , ind icati al n. 9·
fabb ri cato civil e d 'ammin istraz ione è a du e pian i fu ori
RIVISTA DI I NGEG TE RIA SAN ITAR IA
I due padigli o ni per le stalle eli sosta hanno le dimenioni I7 ,8o X 7 X 5.40 e possono contenere I 6 cap i di
besti ame ciascuno. Sono a ço rsìa laterale con mangiatoia
225
Dal po rcile si passa nel seco ndo sco mparto, mace llo e
pelancla, dove i ma iali vengo no stord iti con colpi di
mazza e q uindi di ssang ua ti .
U na gru girevole sul suo asse ,·ertica le, della portata di 350 kg. , è destin ata al soll eYamento d ell a vittima
che Yi ene poi imm ersa in una vasca
in cemento dell a ca pacità di r 200 litri
d'acqua, che viene sca lda ta a 6o" mediante la nci a di vapore ricavato d a
una caldaia posta nell' angolo di de tto
locale.
D opo una breYe imm e rsi o ne l'aniFig. 7·- Sezione AB del fa bb ri cato stalle per ov ini.
male dovrà essere so tto posto alla d epi latura su last re di pietra.
111 cemento, col pavimento pure 111 cemento, e con volT e rminata l'operazione della depilatura g li animali dotine su poutrcltcs e fi enili sovrasta nti con tramoggie di
vranno essere trasportati nel te rzo sco mparto in cui è
sca n co e camini di ventil azione.
installa ta la tripperi a, ove lungo le pareti, debitam ente
intonacate in ceme nto a
5" Statte di sosta p er oviui, macello e tripperia oviHi
perfetta lavatura, sono
(fig . 6"", 7"" e Sa) . - IJ fabbricato misura 2 I ,50 X 7 X 4,40
di sposti IO riparti per la
ed è diviso in tre scomparti. Nel primo è adibito l'ovile
pulitura delle interiora
d isti nto in due ambienti capaci di 30 capi di bestiame
e confezionamenti relaciasc un o. La mang ia toia è in cemento e la rastrelli era
ti vi, costituiti da pietre
in legname forte , il pavim ento è in cemento con pozd i Luserna fian cheggiati
zetto centrale per scolo o rin e.
da lavandini in cemento,
Il macell o ov ino si tro va nel secondo scompa rto ; ha
sopra d ei quali passano
pa ,·im ento e pareti sino a due metri d 'a ltezza, ri,·estite in
le tubazioni eli acqua
ce mento, pozzetto centrale di scolo, servizi o d 'acqua di
calda e fredd a, distriFi g. 8. - Sezione C D
la \·aggio. Alle travatu re del tetto tavellato sono in fitte
bui ta coi r elati\·i rubi- del fabbricato stal le per ov ini .
q uattro uncinaie per appe ndere g li a nim ali, ma novrate da
netti. Tali posti sono in
quattro arga nelli a vite perpetua. Nei lati sono pure insopralzo eli un g radino sul pavim ento per la protez io ne
fisse opportune rastrelliere per appe ndi-carn e. Nel ter zo
co ntro il cl ig uazza mento dell e laYa ture e scoli su l pav iscompa rto è installa ta la tri pperia co n comodo accesso
mento scorrenti per quanto deb itam ente incli nato verso
dal macell o direttamente, è divisa in due locali co n calle bocche tte di scarico.
da ia, Yasche e ser vizio
d 'acqua di lavaggio. Il
pa ,·imento con bocchetta
d i scolo e le p areti son o in
cemento. Sono di sposti
lu ngo d i queste di versi
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banconi indi vidual i per
la lavatura delle trippe,
coll e rastrelliere per la
i\;:;-r-=rr'Ji :U I
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sos pensione dell e carni.
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6" Statte di sosta p er
F ig. 9 · suini, macello, pelanda e
tripp cr ia suini (fig. 9•, ro• e Ir a). - Q uesto padi g lio ne
ha le dim ensioni: 26,8) x 7 x 4 ,40.
Il tetto a tegol e intavell a te sostitui sce le vo lte eli chiusura degli a mbi enti. È diviso in tre scompa rti. Il primo
è occupato dal po rcil e, fo rmato di ro box per ro pizzicagnoli. Il pavi mento e le pareti sono di cemento con
bocchetta di sca ri co e relativi ca na letti di raccordo con
la rete di fogna tura esterna .
l
Pi anta del fabb ri cato stall e per suini.
Alcu ni reparti sono destina ti per la la,·orazione del le
carni panicate.
7" Jl!facelti dei bovini (fig. r2", 13" e q "). - I macelli
dei bovi ni sono distribuiti in qu attro pad ig lio ni co ncentri ci
alla tripperia. Q ues ta di spos izio ne, seco ndata nell 'ori entame nto, fa1·ori sce la diretta comun icazio ne dei macelli
sco mparti colle stall e di sosta e coll a tripperia bov ini .
RIVISTA DI INGEGr ERIA SA TJTARIA
RIVISTA DI I GEG TE RIA SANITARIA
Il progetto, come g ià si disse, Ye nne co mpila to in base
a 30 macell ai bovi ni ed ov ini compl essiva mente, cioè
ven nero idea ti quattro padigl io ni di 5 sco mparti macelli
ciascuno per venti macell ai bo vini , oltre il padigli one speciale ov ini, calcolato pe r al tri r o macellai ov ini , capre e
montoni g ià descritto. I quattro pad ig li oni macellai
bovini che si considerano mi surano 2 I ,50 X 6 X 5,.J.O
ciascuno.
.fng . p AOLO SACCARELL I.
( Continua)
IL SANATORI O POPOLARE UMBERT O l
DELLA CITTÀ E PROVI NCIA DI :M IL ANO.
( Continuazione e fine - \" edi N um . p reced .)
In prim o pia no stan no nell a par te centrale l'appa rta mento del medico diretto re di quattro ca mere e qu ello
d ell a di rettri ce di due; entrambi i quarti erini sono provveduti di sen ·izio di bagno \\·a te r-closet. Ai lati stanno
le ca mere da letto da I -2-4 e 6 letti .
In secondo piano si trova il rim a nente delle camere
da le tto per g li a mmalati, d elle q uali tre centrali eli riserva. Due ripar ti laterali , ai du e estremi dell 'edifi cio,
furono d isposti in modo da potere servire co me sezioni
di isolamento, ciascuna di du e ca mere ad un letto, oltre
la camera per la persona d i serviz io pure isolata,
Nel piano del sottotetto fi nalm ente si ha la g uardaroba ed a nnessi e le ca mere da letto del personale di
serVIZIO.
Come si vede, ogn i sezione costituisce un Sanatorio
a sè con propri e sale di riunio ne, propri e vera nde, scale,
lavabi, latrine, e com parti di isolamento.
L a sala da pranzo, nel prim o piano dell 'a nn esso ed ificio a monte, è unica e comuni ca per una galleria di
passaggio col primo p ian o dell ' edificio
p rincipale. Di sposta per IOO-I04 persone,
essa ha una superficie di mq. I 4 I , ed un a
capacità d'aria di mc. 8.j.o. Si vuol e esperire una sala da pranzo un ica perchè dà
alla organizzazione sanatori ale un carattere
fam ig li a re e perchè fece buona prova nei
Sa nato ri della Ge rma ni a e della Svizzera
senza da nno della morale. È però la sala
disposta in modo da po tere essere di Yi sa
in du e, com e è facilmente divisibil e la ga lleria di accesso, per modo da aYersi anche
qu i, qua ndo si reputasse necessa ria, completa separazio ne degli amm alati dei du e
sess1.
Di etro la sala da pra nzo sta la cucma
cogli a nnessi, d iv isa dalla pri ma per un
locale di se rvizio ed altro d i passaggio.
Al piano terreno, il q uale in pa rte è sottoterra, e
proprio sotto la sala da pranzo si trO\·a no la dispensa
centrale con al tro locale pe r ri posti g li o, e sotto la cucina ed a nn essi sta nn o in vece le can tin e pel vin o, pel
latte, pel burro: il conse rva torio delle ca rni ; la g hiacCiaia.
N el sotterra neo si tro ,·a no il locale d ell e caldaie el i
riscalda mento e qu ello del co mbusti bi le. In seco ndo
pia no, semp re dell a dependance, sono d isposti il refe ttorio pel perso nale di sen·izio e gl i all oggi di quello
di cucine. Nel sottotettto altri do rmitori pel personale .
In a mbo i piani ser vizi o di bagno e ,,·ater-closet.
L e came re da letto per g li am malati sta nno tutte
nell 'edifi cio principale ve rso sud. Sono ad uno, due,
quattro e sei letti e precisamente pe r ogni sez ione:
Cam e re a
a
>>
a
>>
>)
a
6 letti N .
.j. » >>
2 »
>>
I >>
>>
2
T o tale N. I 2 letti
»
>> I6
>>
» 16 »
»
6 »
»
>>
4
8
6
pian o d 'a mbo i riparti. Ogni a mm ala to ha la propria
catin ella con rubinetti d 'acqua calda e fredda ed un a r-
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227
Ogni piano d'a mbo i ripa rti ha un a ca mera pel personale d i g ua rd ia, con unita cuci netta e locale di ripo-
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To tale N. 50 letti
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S u roo letti SI hanno adunque 12 camere ad un solo
letto. In oltre le tre ca mere di ri serva in seco ndo piano
so no capaci co mplessivamente di sei letti, che aggi unti
ai q ua ttro lett i d ei riparti di isolamento formano un
totale massimo di I I O letti.
P er ri guardo alla cubatura dell e camere, quelle a sei
letti ha nno da 3 I a 35 mc. per letto ; quelle a quattro
letti da 40 a 45,67 mc. ; quelle a du e letti da 34,40
a .J.O mc. ; quelle ad un letto da 38 a 43 mc. per letto.
L e cubature maggio ri sono a terreno; le minori in seco ndo p iano. L a superficie q uad ra ta acco rd ata a ciascun
a mm alato nelle camere è in medi a di mq . I0,25. P er
r ig uardo alle fin estratura essa è in media di mq . 1 ,90
per ammalato. L e finestre so no munite di \'etro a vasistas , dispositi vo che si trova in quasi tutti i loca li
dell 'edifi cio. L e pa reti vern iciate a lu cid o, l'a rroto ndamento degli a ngoli congi ungenti le pareti fra di loro
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e col pavi mento perm ettono la loro completa lavatura
con liquidi d isinfettanti.
Fu disposto che i lavabo no n avesse ro a stare nelle
camere d egli amm ala ti , ma in a mpio locale in ogn i
macli etto per g li spazzol in i da denti e d a ung hie, pel
sapo ne e per g li asciugamani. Q uesto d ispositivo megli o
ass icura la pul izia degli infermi co n ,·a ntagg io dell ' ig iene.
stig li o. L e latrin e so no p recedute da un 'a ntil at rina nella
q uale è d isposto per la la vatura disi nfe tta nte dell e sputacchi ere.
RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA
P er og m ripa rto le comuni cazioni da p1ano a piano
sono assicurate da a mpia e comoda scala bene aerata ed
illuminata.
Le gall eri e o verand e di riposo sono disposte, come
si disse, sulla fronte d elle parti la terali d ell'edificio prin-
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Più a levante a ncora e verso nord si trova il ripa rto
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fezione, l'essiccato io e la stireria, VI sono a nnesse la
porti eria d ello stab ilim ento, g li alloggi p el g ia rdiniere
custode e pel macchinista ed il servizi o di scuderia e
rim essa.
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SERV IZI G ENERALI (S cala r: s oo) .
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cipale ed in prolungamento della fronte stessa. P er la
pa rte che si svolge all 'in fuori d ell 'edificio esse sono a
due pi ani, col superiore un po' arretrato in ri spetto all'inferio re; p er l'altra che sta al d avanti dell' edificio
e se form ano terrazzo, corrisp ondente al p ia no terreno
dell'edificio. Alte m. 3,25 , profo nde m. 3, esse si svolg ono in mod o che ciascun ammalato possa avere disponibil e uno spaz io larg o m. 1 , 2 0 .
L 'edifi cio pei servizi generali si trova a levante d ell'ed ificio principal e e discosto da esso di m. 145 , da
centr o a centro. Oltre la lavanderia e riparto di disin-
mortuario ad un solo pia no, costituito da i locali pel d eposito d ei cadaveri e per le autopsie, da un labo ratori o
anatomo-pa tolog ico e da un forno di incenerim ento p er
le spazzature, oggetti infetti che no n franca la spesa
di disinfettare, cadaveri di anim ali di esperim ento, ecc.
P er la chiesuola fu diposta un 'area a sud-ovest.
P el riscaldamento fu adotta to, quale eco nomico e sicuro, il rircaldamento a vapore a bassa pressione, med iante caldai e di facile regolazi one e quindi di poca
ma nutenz ione. Si di sp ose per tre calda ie d elle q uali un a
se rve a nche per la produzione dell' acqua calda neces-
230
RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITARIA
sa ria ai bagni , alle doccie ed ai lavabi . I rad iato ri lisci
ame ricani , di facile pulizia e disinfezione, sono posti in
prossi mit~1 dell e finest re. La ,·entilaz io ne è ottenuta, oltre
che dall e ,·asistas, da cann e di ve ntilazione poste in
ogni locale ed aven ti sfogo sopra il tetto.
L ' impi a nto del riscald amento fu di sposto in modo da
assic ura re nell e ca mere e nei corrido i una temperatura
r o.
di r 5° C. anche con temperatura esterna eli La la,·a ncl eri a è parzialm ente a vapore e si compone
di vasche eli amm ola mento e eli risciacq uatura , eli un a
Jisciviatri ce a vapo re, clell' iclroestratto re a forza cen tri fuga , ecc. Essa è co mpl etata da un essicca to io a vapor.e.
L a disi nfezione è fatta con apparecchi o a vapo re m
pressione, tipo Geneste H e rscher, capace eli disinfettare
letti, materassi , ecc. ; sito a ca ,·allo fra il riparto per g li
oggetti impuri e quell o dei d isinfettati. Per la biancheri a si prov,·ecle con una tinozza a disinfezione umida.
S'è detto più sopra come ven ne provvedu to per la
p rovvista d' acqua e come il gettito dell e so rgenti acqu istate sia più che sufficie nte pei bi sogni del Sana torio.
L'acqua , med iante tubazi one in g hisa, ,·iene co ndotta
ad un serbatoio eli carico, il q uale, per esse re si tua to
m. 6o circa piì.r in alto del piano sotte rraneo dell 'edifici o,
perm ette che l'acqua possa a rri vare a tutti i piani cl eìlo
Stab ilimento coll a pressione necessa ri a a i dive rsi serviz i.
Per riguardo alla epurazi one dell e acque luride del
Sanatori o s'è provveduto col sistema biologico a mezzo
dell e fosse settiche e dei letti bacteri ci ae robi multipli ,
stabi lendo anche che nell a cana li zzaz io ne di fog na non
abbiano acl esse re immessi espettorati se no n dopo la
loro steril izzazi one a va por e in press ione e che, nella
eve nienza d i altre accidentali malattie infettive, i prodotti di d etti amm alati non ab biano a passare nella
fog na se non dopo la epuraz ione chimi ca regolamentare.
Il progetto è ope ra degl i a rchitetti Briosch i Diego e
G iachi G iO\·anni, del Consigli o di Ammi nistrazione dell'Opera pia. Essi diedero di sinte ressa tam ente l'opera lo ro.
S ono coadiuvati dall ' in g . Alfonso P arrocchetti, direttore
dei la,·o ri , i quali furon o ass unti dall ' Im p resa Benag li o
e Nosecla di ;\ l ilano.
Come ap pare da questa relazione (che è opera del
dott. Gatti) alc uni fatti s' introdussero a perturbare il
preventi,·o primi ero. La som ma di L. s ooo per letto è
in O<Y<Yi assolutamente in suffi ciente. Data la scelta necessa ri a"'"'di P raso maso, essa non può essere inferi ore al le
RIVISTA DI INGEG ER IA S
2UESTI0f'll
TECNICO -SFINITFIKlE DEL GIORNO
ILL U MINAZIONE , RISCALDAMENTO
E VE)JTILAZ IO)JE DEI TRENI IN AME RI CA.
Tra tutti i sistemi d'illuminazio ne che s' im pi egano attual mente si ha una tendenza marcata ad utilizzare il gas
compresso , tutte le ,·olte che -una Com pagnia d ispone
dei mezzi per prod ure ed imm agazzi nare nelle riser ve
il gas. Q uesto gas provi ene dalla distillazio ne sia del
carbone fossile, sia del petrolio; in quest' ultim o caso
il suo potere ill uminante è molto più conside revole.
Tuttav ia l'uso dei becchi Auer, co n il gas o rdi na ri o,
sembra dover dare eccell enti risultati. L ' illuminazione
elettri ca è meno impi egata del gas pe rchè più costosa,
sia essa prodotta dag li accumul atori , sia prodo tta direttamente da dinam o poste sotto la sala dell a vettura.
L 'aceti lene, invece, si esita acl applicarl o in ragione della
poca sicurezza che presenta.
Il sistema eli ri scaldamento piì.r esteso è quell o d el
vapore par tente dall a locomotiva e circolante in tubi situati so tto i sed ili. L 'acq ua di co nd ensaz ione scola per
dei dispositi vi auto ma ti ci.
Ouasi tutte le vetture ameri cane sono provved ute di
un - mezzo qualsiasi d i ,-entilazione. Tal ora sono le stesse
lampade d'illuminazione, fisse al soffitto, le quali ri chiaman o l'a ri a: talo ra l' eliminazione dell 'aria viziata si effettu a per chassis mobili coll ocat i alla parte superio re
dell e pareti.
Il mi g li or proced im ento è quello della Pensylvania
R ai lroad. Consiste nel prender l'a ri a este rna pe r mezzo
di cappucci posti al d i fuo ri, in du e angoli superi o ri della
vettu ra, diago nalm ente opposti. Q uest'a ri a penetra durante il viaggio da due tubi di discesa che comunicano
con due condotte orizzontali che esistono longitudinalmente sotto il doppi o impia ntito della vettura ed esce
dopo esser stato ri scaldato al contatto degli apparecchi
di ci rcolaz ione del vapo re, da fessure coll ocate nel palchetto superi ore. Di qu i si rive rsa nella vettura e sfu gge
dal la nterno ne. Il regola mento per l'introduzione dell 'a ri a
può farsi pe r mezzo eli dispositi ,·i posti all 'o rifizio d ei
cappucci add uttori e di registri eli cui i ventilato ri del
soffitto so no muniti.
D.
BEN.
lire 7000.
LE CASE POPOLARI
Così Milano av rà tra breve il suo bel Sa nato ri o, degno
in tutto delle tradizi oni nobilissime dell a benefic.tenza e
del cuore ambrosia no.
P ossa l'ope ra bellissim a essere d'esempi o e eli incitamento alle altre g ra ndi città italiane, e possa questa
parte dell a lotta antitubercola re trova re finalmente, anche
in Italia, una espli caz ione p ratica co rrispondente all 'im E. B.
portanza del problema che te nta r isoh ·ere.
DELLA SOC IE T À DI M. S. FRA G LI OPER AI
I
T
VOGHERA.
Voghera , il maggio re capoluogo d ell a prO\·i ncia pa,·ese,
ha il ,·anto eli avere uno dei piì.r a nti chi e fi orenti sodalizi di M. S. fra operai , che prim o fra le Società operaie itali a ne ha dato il nobil e esempi o della costru zione
di case popolari per i suo i soci.
N ell 'anno 1902 , sotto la presid enza d ell 'esimi o inge-
ITA RI A
231
fronte agl i ingressi ta nto ante ri o ri che posteri or i sono
interrotte le seri e dei gia rdinetti, lasciando fra esse comodi passaggi . nei fianchi dei q uali si ap rono i ca ncell e tti
d 'ing resso a i medes imi , per q uelli verso la strada, mentre
gl i accessi a i g ia rdini posteriori si hann o direttam ente
dagli appa rtamenti da ballatoi e g radinate esterne.
Ogn i atri o dà accesso a du e a pparta men ti al piano
te rreno sopraelevato da l piano eli campagna eli circa un metro, e la scala in
una sola ra mpata mette al ballato io superiore clo,·e ap ro nsi g li accessi acl altri
due appartamenti. Ogni caseggiato contiene così dodici appa rtamenti a ciascun o
dei q uali vann o ann essi un a ca ntin a, un
g iard inetto ed una latrin a. Gli appa rtamenti si compongo no eli tre ambien ti
cacluno eli d im ensi o ni medie eli metri
F ig-. 1. - Y ecl ut a eli un a facciata d e l qu a rti e rin o.
-t.s o x 3,50 . A tre appartamenti del
primo pian o è an nesso in piì.r un minore
mo ralità e t ra nquillità dell e fa mig li e, dando così esempi o
ambi ente ricavato nel vano dell 'atrio nella parte antedi buona costruzi one di case operaie anche a i pri,·a ti imriore ,·erso la strada pubbli ca. La disposizione dell 'atrio
prend itori, g iacchè si pre,·ecl e,·a che la Società, anche
e del ballatoio, e apertu re di passata, chi use da sempli ci
impiega ndo tutti i suoi capi tali , non potrebbe provvetramezzi , perm ette però eli va ri are la di sposizione degl i
de re ai bisogni ed all e ri chi este eli tutti i soci.
apparta menti acl uno, due e quattro vani , ove le esigenze
P e r porre in atto tale deli berazione l'Amministrazione
della ri ce rca lo compo rtassero. All 'atto pratico però si è
della Società presentava al Comune domanda di acq ui sto
d im ostrato che la disposizione per tre a mbienti è la più
eli a ree eli proprietà comunale in posizio ne com·en iente
conveni ente e non occorse effettuare alcuna dell e possiallo scopo, in prossimità del le scuole elementari .
bil i vari az io ni.
Co n sua deliberazione I 9 d icembre I 902 il Consig li o
L 'a ltezza dei piani è el i metri 3, 70 ; i solai so no esecomunale, plaud end o alla nobil e iniz iativa, faceva donag uiti co n voltin e forate su ferri a doppio T pel primo
zione a l Sodal izi o eli un'area d i mq . -tS3-t,6o, di form a
piano, a vol te pel piano terreno, ed il soffi tto del primo
rettangolare, con tre lati su tre pubbliche ,-ie ed il quarto
piano è pure costrutto su fe rri con tavolo ni forati , esco nfina nte coll a proprietà pro,·in ciale, r esid enza della
sendosi usato tanto in qu esti che nei solai il cop riala
Caserma rea li carab in ieri.
in modo da a \·ere soffitti pe rfetta mente piani . I n corriDa una Commissione tecnica presieduta dall 'Ing. Bispo nd enza degli atrii so no pra ticati verso l'i nterno deldo ia veni,·a dato incarico della compilazi one del progetto
l'a rea a \·ancor pi contenenti le latrine annesse a ciascun
all' ingegner e muni cipale ca L Vitto rio A lberto
Storch i, progetto che venne tosto prese ntato,
appr ovato e messo in esecuz io ne. Co mpone,·as i
esso di quattro caseggiati id entici, di sposti parall elam ente a due a due nell'are aassegnata in
modo da lascia re fra g li edifi zi d ue g ra ndi via li
a croce, disponendo su ll e du e fro nti eli ciasc un
caseg g ia to, tanto ve rso via che \'erso il magg-iore viale intern o, una ser ie di piccoli g ia rdi netti da assegnarsi un o per ciascun o degli appartamenti compon enti l'ed ifizi o.
Iniz iati si per appalto i lavori dei due p rimi
caseg gia ti nel marzo r 903 essi venn ero po rtati
a te rmine nel no,·emb re 190-J. . Gli affitta menti
Fig. 2 . - \ 'ecl uta eli un a facciata del qua rti e rino .
s'i niziarono nel marz o 1905 e nel second o semestre el i detto an no tutti g li a lloggi era no affit- ·
tati . Ciascun caseggiato si co mpone del piano te rreno,
appa rtamento, crea ndo così una d ispos izione decorosa
un primo pia no, e sotterraneo ad uso di can tina. In ogni
perchè meno appariscente risulta lo scopo degli a\·a ncasegg iato ,-i sono tre ingressi e tre scale el i accesso ai
cor pi stessi.
vari piani con uscita pure verso il viale in terno. D i
L 'amp iezza delle fin estre e la capacità degli ambi enti ,
o·nere \ ' ittore Biclo ia, allora anche Sindaco del Comune
'
general e dei soci deliberava:
])i in,·estire i suo i capita li , che erano impi egati acl interesse elevato e che si pre,·ecl eva sa rebbe di minui to pe r
]c co ndiz io ni del me rca to, nella costruzi one in buone co ndizio ni eli sa lu brit:\ e eli luce, el i case popolari , togl iend o
le sog gezi oni all e abitazio ni . che tanto influiscono sulla
"'l'assemblea
RIVISTA DI I GEG ERIA SA ITARI A
232
RI VISTA DI I NGEGNER IA SANITARIA
la co m oda dispos izio ne e la p e rfe tta regola rità d e i fini-
ta ndos i implic ita m e nte la spesa di cos truz io ne d e i so t-
m e nti r e nd e tali ab itazi o n i igi e n ica m e nte co mm e nde v o li
te rrane i ad uso cantin e, d e i g ia r di ni e p e r la g ius ta m e tà
e no n prive di un a ce rta e lega nza .
il cos to d ' impia nto d e l pozzo d' acqua Yi va e re la ti va
N e ll ' in c r ocio d e i v iali inte rn i Ye nn e cos trutto un edi-
po m pa e d e l se rvizi o di lavat o i, dO\·end o esso serv ir e
fizio p e r la po m pa e d i lavatoi cos trutti in cemen to a
an c he per i futuri du e caseggiati , ri s ulta di L. 9 I O in
sco mparti individua li , co n fornac e lla
c ifra tonda. Il re ddito lordo a ttu a le, r apprese nta to dag li
p e r le li scive, e
NOTE PI\A1T(flE
L' Iì\"DUSTRIA DELLA T ORBA I N FRA TCJA .
La to rba s ta pe r e ntra re in Francia nel s uo pe ri odo a ureo,
do po i Ja ,·o ri el i ì\ ltintz e L o iné, che ap ro no u n'èra nu o ,·a pe i
p ro prietari . In fatt i, seco nd o q ues ti la vo ri , ri s ulta che essa è
un mirab il e terre no pe i ge rmi nitri fi ca to ri , e s u eli essa i germi
tro,·a no le m ig li o ri co ndi zio ni pe r co ndurre a te rmin e l'opera
lo ro eli oss idata ri de ll'ammoni aca .
ì\"elle lo ro p rO\·e i du e a ut o ri fran ces i hann o usa to to rbe di
pro,·e n ie nza e eli natura dive rse, ma i ris ultat i o ttenuti sono
stat i ,·era mente in co raggia nti. Co n letti di un etta ro a rri va rono
a 58oo to nn. di nitrati a ll ' a nn o, e se rve ndos i el i to rba be n
dis pos ta a rri,·a ro no s in o a 48.ooo tonn . eli nitrat i. Q uindi s i
tra tta d i un a nitrificazio ne mo lto inte nsa e rapida, pari a un a
fe rm entaz ione alcoo li ca tumultuosa .
P er a n ·ia re i letti s i proced e ra pida mente . Si ve rsa un a soluzio ne eli solfa to d 'amm onio s ull a to rba (7 ,50 g r. pe r litro) : la
reaz ione s i avvi a e s i cont inua , s in o a che s i otte ngo no soluzio ni col 20 OJO eli nitrato. Si fa ri passare più vol te il liquido
s ull o s tesso le tto, aggiun ge nd o tratto tratto una solu zio ne a mmoniaca le. L ' oss idaz ione si co mpi e rap ida mente se la te mpe ra tura è a 30° : e pe r o tte ne re q uesto ca lo re, necessa ri o pe l
b uo n funz ioname nto de i le tti , è be ne a ncora usa re la to rba
s tessa .
affi tti com e fu fissato dalla
Ammi ni s trazi o n e speciale nom inata a n o rm a d e lla legge
sp ecia le s ull e case popola ri ,
è il segu e nte pe r ogni caseggiato:
a) Appartam e nti estr e mi
r
( verso i fianchi d e ll 'edifizio)
a t e rre no : d ue a
a nnu e.
I
45 lire
290
L.
b) Appartam e nti
es t rem i ( co m e so pra)
a l prim o pia no: d u e
I so an n ue
»
c) Apparta m e nti
a L.
~---·- · · · - ·· · ·--
300
cen tra li a te rreno e
p rim o piano: c inqu e
a L. ISS annue
»
d) Appartame nti
I no ltre la torba s tessa pu ò forn ire l'azoto ammoniaca le necessa ri o per d ete rm ina re la oss ida zio ne, e di stilland o la torba
;\ILI ntz ha o tte nut o inge nti quantità eli azoto a mm o ni aca le.
La ded uzione pratica è faci le. Le to rbi e re co nsid erate s in o
a ie ri co me imp rod uttive diven tano no n so lta nto de lle g randi
ri se rve eli azo to, ma una ragione d i e no rm e ri cchezza . Un
metro cubo d i torb a può da re 380 kg. eli sostanza secca col 2 OJO
di azo to e q uindi un etta ro d i terre no to rb oso d a rà a ll ' incirca
70 .ooo kg. d ' azoto : e se la to rba s i approfonda s ul s uolo ,
ce rto la quant ità sa rà so rpassa ta se ns ibilmente.
Quindi è una eno rme ri cc hezza nu o ,·a che viene s vela ta e
se i fatti co nfe rm era nno le ri ce rche d i la bo rato ri o, pe r la torba
co min cia rea lmente un 'èra nu ova.
K.
775
ce ntra li con un a mbie n te in più al p rim o
pia no : tre a L. r 8o
»
540
Som m a n o.
L a m odicità d e i pre zzi ch e
il Sodalizio vo ll e stabilire, n o n
inte nd e ndo e ffe ttua re, co m e
fu
sanc ito
dalla
tassativa
d elibe raz io ne d e ll 'assembl ea,
una spec ulaz io ne, m a un o n esto impi eg·o d ei cap ital i, è
p ie nam e nte r aggiunto, poich è
il r eddi to lo rd o di L. 38 IO
l
Fig. 3· -
l
l
~
/
Piante del piano terreno e de l piano s uperi o re.
a nnu e depurato d elle spese
fi sse p e r imposte, m a nute nzione, ass icuraz io n e
ince ndi
e d a mmini s tra zi o ne, ne l pn·
m o peri odo di ese rcizio no n
a nco r a d e finitiv a m e nte p r eci-
se r ba to io per la dis tri buzione d ' a cqua a m ezzo di co n-
sate, pe rm e tte u n reddi to n e tto m o lto prossim o a l 4,50
d uttura in fe rro.
per ce nto, c he può co ns ider arsi fiss o e s ic uro, esse nd o
Il cos to d e lla costru zio n e d e i du e caseggiati ri s ultò la
segue nte : a) Costruzi o ne d e i co rpi di fabbri ca L. 6 s-6ss ,6o;
b) Costruzi o ne de lle d ivisio ni d e i gia rdin e tti a r e te m e tal-
fitti s u scettibili di m o difi cazio n e in legge ro a um e nto, e
così s o ppe rire ad e ve ntu a li au m e nti n e lle spese fiss e e
lica in te la ia ta, fis sa ta a colonnine in g h isa su pa rapetto
n e ll e p e rdite p e i disaffitti.
Il Sodalizio s i ri p r o m e tte in seguito di co mpl e tare la
in muratura L. 4. oo6,69 ; c) Costru zione d e l p o zzo, d e l
se ri e progettata d e i caseggiati n e ll 'area predispos ta d opo
lava to io e d
111
impi an ti d e lla p o mpa L. J.o6 8, rs ; e così
t o ta le L. 72 .730.44 ·
Il cos to unitario d e i fabbri ca t i ri s ultò di L. 8,45 p e r
m c . e qu e llo di c iascu n am bi e nte di ab itaz io n e, co m pu-
ave r p o tuto co n un
regola re ese r c izio d i a lm e no un
bie nni o avere l'esperie nza p ratica d e ll a bo ntà d e ll a nu ova
gesti o ne .
AviS.
l
233
S i tratta di un a la mpada co n fi la me n to a ca rb one ri scaldato
e let tri ca me nte in un amb iente di tun gs te no e di mo libdeno ,
in prese nz a di idrogeno.
Il filam ento di ca rbone s i co pre di un o st rato di tun gs te no
e s i ha così una lampada a tti viss ima ed economi ca .
La Socie tà A uer pare abbia otte nuto una la mp ada a na loga
co n un processo un po ' dive rso . No n è poss ibile ora fa re de i
p ro nost ici s u q ues te la mpad e: no n sa rà da me rav ig liare, pe rò ,
se ta luna co rrerà tri o nfa lm ente il mo ndo.
E.
NUO \' E APPLICAZ ION I DELL 'OZONO
A LL A STE RILlZZ A ZlO~ E DELL ' ACQ A .
L 'ozo ni zzazione d e ll 'acqua ha av uto in qu es ti ultimi a nni
n um e rose a pp licaz io ni p rati che, e la Casa Siemens e Ha lske,
fu tra le p rimi ss ime acl appli ca re l'ozo ni zza zione, ed a st udiare, dal punto di vista sperim e ntal e e pratico , la qui sti one .
Tutti ri co rd ano a qu es to proposito l' impi a nto di Pade rbon
e i ri s ulta ti quivi o tte nu ti. La Casa S ie me ns s i è po i ri vo lta
a fa re d egli impianti ada tti a nche a lle pi ccole città, a i vill agg i,
e pe rfin o a i la bora tori e a ll e trupp e in ma rcia.
Noi prendi amo appu nto da lla R evue scientijìque alc uni d ati
che ri g ua rd a no le a ppl icazioni d ell'ozono a lla prat ica di labora to ri o, e a ll e ista ll az io ni d i ca mpagna, special ment e per g li
eserciti in ma rcia .
I piccoli di spos itivi d i laboratorio (fig. r), ri s ulta no cos tituiti di q ues te pa rti : a , to rre eli ste rili zzaz ione co n scarico in
basso e ca rica mento in a lto, ripi e na di pi ccole s fere eli vetro,
ì\"UOVA LAM PADA AD I NCANDESCENZA.
Ogni anno nu ove la mpade ve ngo no p ropos te : lo scorso ann o
era la vo lta de ll e la m pa d e ad os mio, a tanta lio , a zirco ni o.
I tenta ti vi di retti a ottenere nu ove lamp ad e s i co mpre ndo no
assa i bene qu a nd o s i pe ns i che ne ll e co muni lampade e lett riche,
a nche ne ll e più perfette, s i ha un re ndim e nt o util e che no n
a rriva a l 1 0 OJO d e ll 'ene rgia impi ega ta .
Le nu O\·e la mpa de pro pos te lo sco rs o ann o non si sono
a nco ra d iffus e note,·o]m e nte, ma in co mincia no a fa re la lo ro via.
Così le lampad e a l tanta lio so no ribassa te di o ltre il 6o OJO
c da nn o un notevoliss imo re ndim ento, co n un co ns um o assa i
sca rso. L 'eco no mia teorica (e dall e p rove fa tte a Berlin o dovre bbe dirs i a nche pra tica) rea lizza ta coll e la mpade a l tanta li o
è g ra nd e : ne l tempo el i s ua dura ta , una la m pada a l tan ta! io
co ns um a 1 3,8o litri meno che un a co mun e la mp ada a inca ndescenza.
Oggi è la volta d i un a nu o ,·iss ima lampa d a : q ue ll a a molibcleno , tungsteno e ura ni o , o la mp ada Kutzel. Ques ta la mpada co ns um erebbe sol ta nto I watt , oss ia 3-4 ,·olte me no
de lla la mp ada a ca rb o ne e du ra da rooo a 15 00 o re .
A ques ta condi zio ne prati ca d i funzi ona mento è fac ile che
la la mpa d a elettrica finis ca col rius cire più eco no mi ca d e l gas.
Una la mpa da nu o ,·issima è a nche q ue ll a d i H a na mo n, o
lampada /Voifra m.
Fig. r.
d 'arg il la o el i po rcell a na; un tubo di vet ro in se ri to ne lla co rre nte d ' ozono e provv isto el i un ma no metro d iffere nzia le b,
così d a ottene re l'ozo no nel mo mento vo lu to. ll gene ra to re
d 'ozono è co mp osto di ro tubi S ie mens c e d i un tras formatore d. Sul co pe rch io de lla scatola eli a n •o lgime nto s i tro,·a
un pi ccolo moto re a corrente co ntinu a e, che az iona da un
lato la soffieri a f fo rnitri ce de ll a corren te da ozo nizza re e che
az io na l' inter ru ttore g, dete rm inan d o la co rrente co ntinu a
interm ittente pe l circuito prim a ri o d e l tras fo rm ato re .
l tub i Sie mens constan o di due tub i di vetro co ncentri ci,
s ig illa ti in a lto: l'es tern o è bagnato nell'acq ua di un re fr igerilnte e il tub o inte rn o è ripi e no di acq ua c he se r ve d a condutt o re che co ndu ce la tens io ne ele va ta a i p oli d i sca rico
RIVISTA DI I GEGNERJA SANITARIA
234
RIVISTA DI I GEG ER IA SA TJTAR JA
de ll 'ozon izzato re . Pel dosaggio d e ll ' ozo no s i è pos to un rec ipie nte i co n iod uro potass ico e un co ntato re k che mi sura
l'a ria ozon izzata che s i aspira pel saggio di pro ,·a e un rec ipi ente l che s i può sos tituire a l contatore .
S i pu ò az io nare l' ozoni zzatore co n co rrenti inte rmittenti:
per ge ne ra re la co rre nte primaria d el tra s form atore s i usa un
co n,•ertitore a lte rnant e , ne l cui asse è un moto re a co rrente
co ntinu a di 112 cava ll o .
Co n IJ 2 ca vallo e co n soo- I ooo L d ' ari a per o ra si ha nn o
s-6 g r. di ozo no.
G li ozo ni zzator i tra sportabili pe i se n ·izi militari so no g 1a
stat i usati in i\fa nci uri a d a ll 'esercito ru sso, O\"e ha nn o dato
buo ni ri s ulta ti , tant o che il Govern o ru sso se ne è p ronrist o,
anche in ,·ista di possib ili ep ide mi e .
ln q uesti apparecchi , s i deve se mpre d is tin g ue re la parte
m o tri ce dall 'ozo ni zzato re. Il m oto re è id e nti co a qu e lli soli t i
F ig .
2.
degl i automobi li (C = m o to re , D = alternato re , F = trasfo rmatore , A = po mpa pel ca ri co d e ll 'acq ua da trattare, B = so ffi e ri a per la presa d 'a ri a da ozo ni zza re ).
:'-! el ca rro coll egato a l m oto re s i ha nn o: du e se ri e E di o tto
tubi ozoni zzat o ri ciasc una , di cui uno è di ri se rva; un trasfo rm ato re F, che ri ce,·e la co rrente a bassa tens io ne; tre filtri G
p er sba razzare l' acq ua d a ll e impurità g rossola ne prima di
a rri,•a re in H . Le du e ,·etture sono collega te con g iun t i in
go mm a e con ca ,·i.
JJ ri s ultato prati co d i quest i ozo ni zza t o ri è assa i buon o.
B.
1\ECENSIONI
E. D. STRt;BE:-1: Sull'illmninaz i one uei lavori fatti a casa dag li
scuola·r i. - « Hyg ienis che Rund sc hau », !4, 1906.
In a lcun e in chi este fatte in Ola nd a s ull a miopia nei rappo rt i
coi ,-ecchi e co i nu o ,·i edifi ci scolast ici. è ri s ultato che in alcu ne
scuo le di recente cos tru zio ne, ed eseguite co n ogni sc rup o lo
di ig ie ne, il num e ro de i mi o pi e ra sens ibi lm ente ma ggio re che
non in sc uo le ,-ecc hi e .
S. pensa che ciò può dipe nd e re da varie ca use, e sov ratutto
da l fatto che a de te rmin are la mi opia entrano vari i fa tto ri. un o
d e i qu a li è a nche l' illumin az io ne a rtifi ciale . Q uest a agisce s ull' a llievo durante t utt o il pe ri odo di te mr,o ne l qua le egli lavora
a ta ,·olin o in casa pro pria.
Pe rc iò S. ha eseguito un a in chi es ta, esa min a ndo fo to m etrica m e nte le so rg enti lumin ose ado pe ra te dagli alli e,·i ad A msterdam. per i lavo ri fatti in casa. li risultato è che a lme no
ne l 37,6 010 d e i cas i l' illumin az io ne d e i p os t i d i lavo ro è assoluta m e nte d efi cie nte e da nn osa. Certo no n è qu es to il so lo
fa tto re dete rmin a nte la mi o pia , m a se nza d ubbio è un o d e i
più im portant i : e s i co mprende co m e s ia inutil e l' o p era d ella
sc uo la , se a g ua star la inte n ·e ngo no le pessime co ndi zio ni di
illumin az io ne ne lle o re di la ,·oro eseg uito in casa .
K.
Prepara::ione di
R eco rd s ».
1111
bélon i mpermeabile. -
« Th e E ng inee rin g-
Spesso s i desidera che il béto n s ia asso luta m ent e imper meabi le. Per a tte ne rl o tal e , es isto no di,·ersi process i : un m etodo
poco usato, m a raccomandato assai dag li in gegne ri in g les i,
è q uesto: Si ri,·este il b éto n ben secco co n d e l sapone in solu zio ne , e 24 o re dopo con una solu zio ne di a llume .
Ancora megli o si procede cosi: s i sciogli e ne ll ' acq ua un a
ce rta quant ità d i po ta ssa ca usti ca e d ' allum e (2 kg . di potassa
e 2,5 di a llume in I O litri di acq ua) , e s i aggiun ge d el cem ento pesto (pe r un sacco d i cem e nto s i p o nga I ,5 kg. di
salu to) e co n qu esta malta s i ri,·es te il béton.
R e inh old .R an chs pies racco mand a di aggiun gere colofo ni a,
o ce ra, o stea rin a a l ce m ento, cosi da re nd e rl o imperm ea bile .
Il m etod o è bre,·ettato, e dà buo ni r is ultat i.
E.
P. LAN GLOIS: Progetto di ngolameuto n"gum-danle il lavo1·o
uell'aria compressa . - « L'Hyg iène géné rale et a ppliquée »,
n. 6, 1906.
L ' A . espo ne in un a lun ga m e m o ri a i peri coli ai quali ,-anno
soggetti g li o pera i adde tti a l lavo ro ne ll 'a ri a co mpressa, ripo rta un a sta ti sti ca d eg li acc identi a n •e nuti , e passa in rassegna le quest io ni che posso no inte ressa re la patologia e
l' ig iene, rela ti,·am ente a q ues to pa rti colare Ja,·o ro . Infin e presenta un progett o di regola m ento a sa lvagua rdi a deg li ope rai
cos tretti a lavorare ne ll ' aria compressa.
Riass umiamo qu in d i bre,·e mente le prin cipali di s posizi o ni di
q uest o regola m ento fo rmula to dal l'A. in lun g hi r 8 art icoli.
l\on dovranno esse re a mm ess i a l Ja,·oro nell 'ar ia co mpressa
ch e g li opera i in età da i 20 a i 45 anni e sempre in segu ito
a d un ce rtificato med ico il qua le co mpro,•i l'atti tudin e fi s ica
dell 'opera io a co mpi e re questo special e Ja ,·o ro. La visita m edica dov rà esse re ob bli gato ria tre ,-o lte a l mese , e se qu es ta
ri conosce rà nu o ,·e les io ni , l' operaio po trà a nche esse re d e fi niti,·a ment e a ll o nta na to: l' allontanamento pron·isori o potrà
venire determinato ne l caso di una affez io ne cata rra le de l naso .
d eo-Ji
o recchi e d ell a ca,·ità bocca le . Tutti g li ope .ra i in s ta to
b
di ubbriachezza anche leggie ra sa ra nn o a ll o nt a nati pe r 24 o re
a lme no. Tutti g li ope ra i a mm ess i ag li scafandri donanno esse re muniti di un libre tto sa ni tario indi,·iduale e da l ca po
ca n t ie re sarà tenuto g io rn a lme nte un regis tro sa ni ta ri o, ,-idim ato d a l me di co d i sen ·izio .
La di scesa negli scafa nd ri no n dovrà effe ttu a rs i ch e du e o re
do po il ripo o , so tto la d irez io ne di un capo res po nsabile e
co n una d etermin ata ve locità pe r minuto . La durata d e l Ja ,·o ro
negli scafa ndri no n donà sorpassare le o tto o re per i lavori
a l d isotto di 2 kg ., sei pe r i la vori a l di sotto di 2,5 kg . .
cin q ue pe r qu e lli al di sotto di 3-3 112 kg r. e qu atto o re pe r
i Ja,·o ri di 3 IJ2-4 kg. L ' altezza d e ll a ca m era di lavo ro no n
dO\-rà essere inferiore a m. r ,8o. La qua ntità d i ari a da in,·iars i negli scafa nd ri dovrà esse re tal e che la proporz io ne di
ac id o carbo ni co nell 'a ria no n so rpassi l'I ,5 pe r mill e, qu ando
la press io ne s ia infe ri o re a i 2 kg. e l' 1 pe r mill e a l d i sott o
de i du e kg.
C iasc un g io rn o do n à esse re d etermin ato il quantitativo di
ac id o ca rbonico qua ndo la ,-e ntil az io ne sa rà inferi o re a 40 m 3 •
Ciascun tubo co ndu cente l'a ria co mpressa sa rà muni to a lla
s ua es tremità infe ri o re d i un a ,·a J\·o Ja automatica che s i a rres ta
no n appena la press io ne nel tub o dim inui sca .
Il tubo di elimin az io ne del l'a ria es J) ul sa donà esse re munito
di un ana logo di spos iti,·o. Donà esse re sem p re te nuta in risen·a una pompa ad ari a pronta a fun zio nare al primo seg nale
d'a lla rm e e un certo num ero di ope ra i d e ll 'equipaggio sara nn o
is tr uiti ne l man eggio d i qu es to apparecc hi o di socco rso, che
sa rà insta ll ato tutte le se ttim a ne .
G na baracca, di dim ens io ni pro po rzio nate a l num e ro d egli
o pe ra i d e ll 'equip agg io (18 m'l pe r uo mo) . ri sca ld ata, ae rea ta ,
mu nita d i letti d i rip oso, sarà stabi lita in pross imità d e l ca nt ie re ; in ques ta gl i operai do\' ra nn o rim a nere un a mezz ' o ra
a lmeno dopo l' usc ita d agli scafa ndri.
A \'a nti d i co min ciare i lavo ri , tutti g li a pparecchi (valvo le ,
po m pe ad a ri a , ecc .) sa rann o so ttopos ti acl un esa me tecni co ,
BA:-~o r ;-.;L
che sa rà rinn o ,•ato ogn i settima na.
tan a se ns ib ilm e nte il cli s perdim e nto e lettri co di un co rp o
isolato e io ni zza no l'a tm os fe ra.
K.
L e !erre i ncandescenti agli Stati Uni /i.
L ' es tens io ne de ll ' in ca nd esce nza ha fatto s ì che s i esp loa ti
s u ,·as ta sca la la m o nagite , lo zi rco ni o, la gaclo linite, la colo mbite e a ltri min era li del tanta li o . So\Tatutto la mo nag ite è
r ichi es ta senza tregua. D a qu es to min e ra le (che s i trO\·a in
na tura ne i g iac im enti di pegma tit e) s i es trae a nche un po' di
ce ri o . P erò il ma ss imo ,-a lm·e è dato dall ' oss id o di to ri o che
esso co n:i ene che può arr i,·a re fin o a l 3-9 OJO ne l prodotto
co mm e rc ia le.
L a mortalità Professionale . - « Annal es d ' Hyg iè ne » ,
\ ', rgo6.
Ax DRAC:
Ri ce rca ta è a nche la gaclol inite, r icca de l 44 OJO d i oss ido
d 'e r_bio e di ittri o, e ri ce rca t iss imi so no i min erali di ta nta li o,
so natutto per la res iste nza opposta d a qu esto m eta ll o a lle a lte
te mperat ure de ll e la mpad e a cl in ca nd escenza.
La mo nagite s i raccog lie a ll a Ca ro lin a de l l\ord, e p ure da
q ues ta regio ne ,-ie ne lo zirco ni o , me nt re la colo mbite pro\' iene
d a l D a ko ta.
A. ha fatto in Fran cia un la \·oro assai paz iente pe r g iu dica re l'inAu e nza d e l coe ffice nte « pro fess io ne» . s ull' a nd a m e nto
de lla mo rtalità.
L 'esa me de i dati venn e fatt o s u ben 53 a nni di tempo, e
s u un num ero in ge nte di sc hed e eli ass icuraz io ne. Q uindi i
d ati non possono rigu a rdare se no n talun e s peciali ca tego ri e
d i perso ne, e no n s i rife ri scono a m o lti g ru pp i profess ionali
delle class i p o\'ere .
Se s i ca lco la la m ed ia d i mo rta lità a 100 s i ha per le ,·arie
profess io ni in esa me qu es t ' ass ie m e eli dati : a lbe rgato ri I3r,
ca me ri e ri 155, m e rca nti di vin o I 04, ecc. Si può afferm a re che
t ra g li individui che pre pa ra no o ,-e nd o no vin o o be va nd e
alcoo li che la mo rta lità è s pecia lme nte più al ta in colo ro c he
p re pa ra no le be ,·a nd e alcoo liche.
K.
Gli arridenti sul lavor o in Francia e in Ingitilterra nel
f90j. .
:\ e l 1904 in Fra ncia s i ebbe ro 4244 acc ide nti: le ,·ittim e
sono 194 do nn e e 4050 uo mini . 11 d ipartim e nto de ll a Se nn a
presenta il num e ro m agg io re di accide nti , le A lte A lpi il nume ro m ino re . La m o rt a lità negli accide nti è de l 10 010. Le
mo rti sono più freq uenti ne lle indu stri e d e i trasp o rti e s pecia lmente ne i la\'orato ri d elle fe rrovie. Q uivi s i ha il 19 010 eli
mo rt i in ra ppo rto ag li infortuni. Le indu st ri e m eta lliche ha nn o
il mass im o di infortuni , ma co n un num e ro re la ti,·a me nte piccolo di infortuni m o rta li (44 mo rti s u 928 accide nti). L ' indu stria
de lle pelli presenta il minimo di info rtuni: 57 cas i co n 2 mo rti.
In Inghilte rra ne l 19o r s i so no a vuti 3718 m o rt i pe r info rt uni s ul. lavoro. No n s i d eve dimenti ca re, pe rò, che in In
o-hil. b
te rra SI ha nn o 5-721.424 ope rai. D el res to g li accidenti s ul
la ,·o ro so no in co ntinua diminuzi o ne in Inghilte rra, no n as ta nte
il maggiore e progressivo s ,·iluppo indu st rial e . N o n solo si ha
una diminuzi o ne re lat iva d egli info rtuni , ma s i ha p ure un a
di mi nuzi o ne nei va lo ri asso lu t i.
K.
Inj!uen::a della vita umana sul disper dimento dell'elettricità
nell 'a ria.
As hwo rth aveva ossen·ato che l'aria espirata dall ' uomo poss ied e parti co lari pro prietà co nduttr ici, e che s i co mportava
co me se fo sse più ri cca in io ni d ell' ar ia a tm osfe rica libera .
Così a ,-e,·a osse rvato che la scintill a e lettri ca d i una macchina
\\' hi ms hurst ha un a la rg hezza dive rsa a seco nd a che sco rra
ne ll 'a ria pura o ne ll 'aria espirata. Ora Dufo ur ha ce rcato di
sa pe re se qu esti ed a ltri fe no m en i s im ig li ari no n so no dovuti
per caso ad un a um e nto di conducibilità d ell 'a ri a esp ira ta
e per mezzo d e l! 'apparecchio el i Ebert e eli E late r-Geite l ha
fatto d e ll e es peri enze a l p ropos ito.
_ I ri sultati co munqu e e o nmqu e fa tti , co ndu ssero a un
Id enti co ri s ulta to : cioè , se mpre si è vi sto che il coe ffi cie nte
di d ispe rdi mento, a llo rqu a nd o la scarica anriene in un a m b iente
ab ita to , è superio re a l di s pe rdim e nto negli stess i a m b ie nti
no n a b itat i.
Qui ndi s i può rea lme nte r ite ne re che tutte le e man az io ni
gassose, di ge nere 1·a ri o. che s i S\'iluppan o d a l co rpo, a um e n-
235
!\e l 1893 no n s i supe rava no 35 -00o lire di m o nag ite : ne l 1895
si arri,·ò a 70o.ooo, e ne l 1<;04 s i toccò 426.ooo lire. l\ e ll o stesso
a nn o s i so no impo rta ti ag li Stati Un iti pe r lire 1.25o .ooo di
nitra to eli to ri o .
K.
Disinfez ione degli apparecchi per barbiere.
P e r e \·itare la d iffus ione de ll e fo rm e co ntagiose cuta nee, d a
te mp o s i racco m a nd a e a nzi s i n 10l re nd e re o bbliga to ri a la
d is infez io ne d e i petti ni , d e i raso i, d e ll e spazzole, ecc. Tra i
m ezz i prati ci co ns ig liat i un o d ei più faci li ad app li ca rs i è il
fo rm olo . O ra in Fra ncia è stato propos to un pi ccolo apparecchi o a fo rm o lo, co mpos to di un a rm adio in legno co n due
o tre étagè res di vetro che posso no chiud e rs i e rm eti cam e nte
co n g ue rni zio ni di go mma.
In ques te étagè res ,·engo no pos ti g li ogge tti da d is infetta re
e s i po ne un recipie nte d 'acq ua (400 cm. ) co n 20 OJO d i fo rm o lo d e l co mm e rcio.
Per toglie re a ll e s pazzo le l'odo re di sg ustoso d i fo rm o lo basta
passarl e rapidam e nte nell'ammo ni aca. Ques to m etodo è molt o
se mp lice ed e le menta re: basta pe rò pe r d a re una di sc re ta
disinfezion e, e se è ' 'ero qu a nto affe rm a no taluni ra p po rti
fra nces i, s i a n e bbe g ià co n ciò la certezza eli uccide re i ge rmi
patoge ni più co muni de ll e m a la tti e c ut a nee.
K.
I l11Uovo ser v izio delle acque di East- Orange (J\ 'novaJersey) . « En g in ee ring Reco rd », o tt o bre 1905.
L a città eli East-O ra nge, s itu a ta a 25 km . da .ì\e\1'-\'o rk ,
conta 30.ooo abitant i. Fino a qu est i ultimi te mpi e ll 'era tributaria , pe r la sua a limentazi o ne in acqua , di un a Compagni a
pri,·ata e de ll a c ittà d i r\e"·a rk. Ora ha cost ruito pe r s uo uso
esclusi,·o un nu o vo. se n ·izio el i acq ue co mpl eta m ente indipe nden te.
I Ja ,·ori co nsta no eli pozzi a rtes ia ni . o ffi cina ele ,·ato ri a co ndo tta eli o,6o eli diam et ro e eli 8 km·. d i lun g hezza, r{sen ·e
co pe rte in calces tru zzo ar m ato che a lime nt ano la città pe r
gra \·ità .
D. BEN.
T.
Accidenti dati dall'm-ia co/Jipressa . d ' H ygiène », V , 1906.
0L JVER :
« An na les
Il la\'o ro ne ll 'a ri a co mpressa, reso oggidi indispensabi le no n
più so la m e nte ne lle lm·m·az io ni pe r po rre fo nd a m enti d i filo ni
ma in m o lti a ltri lavo ri cos trutti,•i, presenta una se ri e eli in :
co n,·eni en ti , s ui qua li d a te mpo s i è ri chi a ma ta l'at te nzi o ne
dei m edi c i e d egli ig ie ni sti.
Disturbi el i c ircolo e di res piro, co nseo-ue nt i disturbi renali,
fen o m e ni nen ·os i di inte ns ità e di durata va ri a , fo rm a no le
co nsegue nze più co muni de l lm·o ro de i cassoni .
Anno II . -
RIVISTA DI I NGEGNEiUÀ SÀNITARlA
Ovvia re a i mali di questo lavo ro no n è faci le : dei forti m ezzi
di profilassi praticamente attuabil i in qu es ta lavorazion e , l'A.
si occup a d iffu sam ente.
In olt re l ' A. indica quale è la cura per gl' inco nveni enti dati
dal lav o ro nei casso ni e si dim os tra pa rti g iano della rico mpress io ne.
G. GUJBHAUD: Il1'egùne .fisirJlogico del lavoro. -
K.
Parigi , 1906.
In qu esti te mpi di trio nfo d e i p a rt igiani de lla rego lam enta zio ne legale d el lavoro la tes i d i G . p uò essere letta con istruzione. Egli è un d ifensore del diritto e d el d overe sociale d i
regola m entare il la voro, e ciò no n solta nto pe r ragio ni um anitarie, ma schi ettam ente per ragioni igi eni che e fisi ologiche.
Specialmente G. pensa che per rapporto a i diritt i dell a fisiologia lo S ta t o d ebba inte r venire n el regolare il lavo ro nell a
s ua durata : i !ibe risti (d ice G. ) possono inter venire e url are
sin o a qu anto credo no, in difesa d e i sacri d iritti, reali o pretes i, d ell a li bertà individua le, e possono qu indi domandare
che non si fr ammetta lo Stato a limitare i periodi di lavo ro,
che lo Stato n o n posso no interessare, ma la fisio logia sta
contro costoro , e oggidi no n s i può ammette re da chi cch essia
che il lavoro prolu nga to a l di là d i cert i limiti , non diffici lme nte stab ilibili d el res to , ra ppresenta un a vera intossicazio ne
K.
o rga ni ca.
R eostati bimetallici.
È inuti le r ipete re qua le è la fun zio n e fo nd a m enta le disp erditr ice di un reostato . A i m olti s iste mi reostatici g ià impiegati
se ne aggiun ge o ra un o p ropost o d a F. Punga e g ià preconi zzato da H obart , che sopprimerebbe tutti g li in con ven ienti
comu ni de i reos tati . Il reost ato bimetalli co d i Hobart è cosi
fatto ch e la corre nte trave rsa un filo di rame in co ntatto
intimo co l filo di ferro posto al di sop ra ed è pe rciò che a l
reostato si è d ato il nom e di bimetalli co. Capita così ch e
qu est o fi lo di ra me sopporta co rrenti d i enorm e inte nsità .
II reos ta to è p oi così foggia to, da poter avere in piccolo
s pazio un reostato di gran d e capaci tà.
K.
E. TACHARD: Danni del« tout à la rue ». « An nales
d ' H ygiène », VI II , 1906.
La strada , patrimoni o di tutti , è o d ovrebbe essere un o d e i
lu oo-hi d ei quali tutti sento no la m ass ima cura . Ma sgraziatam e ~te così no n è : non soltanto la strada è trascurata spess iss imo ne ll a sua struttura , talch è non ri s ponde alle più lonta ne
es ige nze dell ' ig ieni sta , m a su di essa a nco ra vengo no a gettarsi
tutte le miser ie d ell a vita e tutti i rifiuti . Su i pericoli ch e un
ta le st ato di cose presenta, s i d iffonde ed enum era tutt e le ca use
ch e possono agire com e dete rminanti di inquiname nt o e d i
con taminazio ne .
Lo scopo d el suo sc ritt o ne è indi cato da lui stesso: gettare,
in un 'ora di così a ttivo ris veglio ig ieni co, un g rido d 'a\l arm e,
ch e richiami anch e l' attenzio ne d el pubbli co su qu esti perico li
e soltanto colla propagand a igi enica fatta a \l e m asse (afferm a
)' A. ) sa rà possibile otte ne re qualcosa nel ri sana me nto d e \l a
B.
strada.
DAR DEL: Installazione di h6tels nelle stazioui di acque. - « A nn ales d ' Hyg iè ne »,V I , 1905.
L ' A . studi a l ' albe rgo d e \le stazioni term ali, coll a stessa mi nuta di li genza colla qua le s i studia un ospedale o un sanato ri o. Sov ratutto si rende rag io ne di tutte le necessità ig ieni che ed es teti che che il balnea nte p uò avere , e qu in d i studia
minut am ente la cam era d ' alberg o d escri vend o qu ell o ch e a s uo
o· iudizi o è il mobi g li o mi g li ore.
"' Nel suo stud io ce rca di sacrifi care il m e no possib ile l' estet ica, ed a rri va così a dife nd ere e g iu stifi care i tappet i che tan te
ire h anno sollevato da parte d egli igi eni sti. Pare che in Francia
il tipo migli o re di cam e ra sia stato praticamente raggiunto
da lla cam era del Touring.
K.
STENERN AGEL : La depnrazioue a Colonia. - « Centralb l. fiir
a llg. Ges undh e itspfl . », 24 , 1905.
Colonia ha cerca to di d e purare le sue acq ue d i rifiuto con
de i baci ni di sedimenta zio ne, destinat i sov ratutto a ch ia ri fica re
qu es te a cqu e. Su\l e acq ue imm esse e sugli effetti de \l a depu razion e riferisce il rappo rto di S., le cui co nclusioni sono
ToRINO,
N. 16.
f\ 1\/I~lrl\
A
A
A
A
A
I
5 Agosto
A
I
906.
A
I INGEGNEI\IA 5ANiTAI\IA
qu es te:
1 o L ' acqua di fogna di Colo ni a conti ene relativame~te
poche sosta nze sospese (mm g. 303 pe r l. ), e il conte nuto oscilla
sensi bilmente nelle var ie ore d ell a g io rn ata, aum entand o sensibi lme nte al mattino , diminu e nd o a \l a se ra e ridu cendosi ad
un minim o nell a notte. L 'effetto d ell a d ep uraz io ne d ell' acqua
riduce se ns ib ilmente il tasso d e lle sostanze sospese, e diminui sce sensibilmente pure il tasso dell e sostanze o rgani che.
K.
Co nti nuazione :
L ' INGEG ~: ERE
IGIENISTA -
Anno VII.
È riservata la proprietà letle?'aria ed a1'fistica degli articoli
e disegni pubblicati uel/a RIVISTA DI INGEGNE RI A SANITAR IA.
MEMOI\IE ORJGINALI
f\PPUNTI TECNICO-LEGf\Ll
Muro comune - Appoggio di fabbriche ornamentale - Molestia possessoria -
Rottura di fascetta
Azione di manuten-
zione.
È canone d i diritto ch e la m olestia p ossesso ri a può ri sultare
da ogni atto esteriore, che di rettamen te od indirettamente
contrad di ce in tutto od in pa rte all' altrui possesso.
Pe rta nto chi ne\l ' appoggiare il prop rio edifi cio al muro
co mune di struo-<Ye la fa scetta che se rvi va di o rn am ento a\lo
atti<YUO fabb ri c:;o, a solo fin e di re ndere più elegant e l'edificio,
tur;a l'altrui p ossesso, la qua l cosa dà diritto a ch ie dere la
manutenzione in tal e possesso e la restitu zione de\l e cose
ad P1'isliumn.
(Corte di Cassazione d i Palermo, 24 febbraio 1906) .
Appalto - Archite tto - Imprenditore - Prezzo fatto - Mancanza di disegno - Descrizione particolareggiata - Vanazioni ed aggiunte - Mancanza di atto scritto.
Se un 'ope ra architetto ni ca a costru irs i è st ata particola rm ente descritta in apposita pe rizia e fu dato l' appalto in base
ad essa la dispos izio ne dell ' art. 1640 Cod ice civi le , che n o n
dà dirit~o ad aume nto di prezzo, va sempre applicata a nch e
quando manch i un d isegno vero e pro pri o.
.
L ' impre ndito re di un 'o pera a prezzo fatto no n p uo pretend ere alcun paga m ento pe r le var iazioni o aggiunte a ppo rtate
al progetto, se n o n p rese nta la prova sc ri tta .
(Co rte d i Cassazione di Rom a, 7 a pr ile 1906).
CONCORSI, CONGRESSI, ESPOSIZIONI, RIUNIONI D'INDOLE TECNICA
Cagliari . - È aperto un concorso p e r t it oli ad un posto di
Ingegnere di 2 a cl asse nell 'U fficio tecni co mm~ ici.pal e con l~
stipendio an nu o di L. 2500, aume ntabil e a decimi sessenn a h ,
s in o all o stipendi o d e lla ca tego ri a super iore.
Scadenza 30 settembre co rrente ann o .
Per schiarim enti ri vo lgers i all a Segreteri a co munal e .
Dott. ERNESTO BERTARELLI, R edattor e-responsabile.
TIPOGR AFIA EREDI BOTTA- TORINO , VIA DEL CARMINE, 29 (CASA PROPRIA).
IL TRA TT AYIENTO
DEGLI ALIE NATI SOTTO TEN DA
::\EL
:'IIAN I COMIO GOVERNATIVO DI MAN H AT T AN
IN AMERICA.
;el mamcomto governativo di Manhattan nell ' isola
di \!\fard , presso N uova York, sotto la direzione d el
do ttor A . E. Macdonald , sovrai ntend ente, ebbe luogo il
primo esperimen to di tra ttamento curati vo d egli alienati
mediante vita all'aria li bera sotto tenda, ed i suoi resoconti , nonchè i rapporti d ei suoi dipend enti medi ci, riportaro no i fa vorevoli risultati di q uesto metod o curati vo
nei primi tre anni di sua applicazione.
Che gli alienati tubercolotici, scri ve il dottor Macdonald, possano esser e tenuti e trattati a lor o vantaggio, e
incidentalmente a beneficio d ei loro compagni ricoverati ,
sotto tende di tela, e dura nte le varie stagio ni d ell 'an no,
appare evid ente dalla rece nte storia di questo osped ale.
L 'esper imento sul quale si fonda questo asser to alla
epoca attuale, 30 settembre I 904, conta un peri od o di
..j.O mesi, il campo essend o stato per la prima volta stabilito ed occupato da i malati il 5 g iugno I 90I.
Il serio probl ema di curare questa classe di alienati
imbar azzava il nos tro ospedale come altri co nsimili , e,
pi ù seriamen te ancora, stante il fatto che d o vevasi tratta re con ali enati , e che la forma d i cos tru zione dell o
stabil imento era tal e, che non vi era alc una camerata 6
sez io ne picco la che si potesse uti lizza re per il necessario
isolamento.
In tutti
mani comi la forma della malattia menta le
costitu isce propriamén te la base prevalente per la classifi cazione, modificata naturalm ente d a consideraz ioni seconda rie, quale lo stato fisi co d ell 'ali enato, il progresso
verso la g uarigione o ve rso l' ing uaribilità ed altri criteri .
La sussistenza, q ui ndi , d i un 'altra esigen za, la presenza di
una cond izi one morbosa fi sica che richi ed eva la riuni one
L ' INGEGNERIA SANITARIA -
Anno XVII.
di qnanti ne soffri vano senza r iguardo alle associate condiz ioni psichiche d ei singoli malati , costitui va un probl ema di diffici le esecuzione, un 'impresa che involveva ,
u nitam ente a ll 'abbandono di altre pratiche abi tuali , la
riunione di malati agitati e p eri colosi co n altri d emen ti
inoffen si vi , e così per tutte le interm edie g radazioni.
Eppure questo fu effettuato co n inaspetta ta facilità e
successo . Il pr im o intento era stato qu ell o di allonta na re
gli alienati tubercolotici, od almeno la loro maggio ranza ,
per qualch e mese dal co ntatto con gli alt ri durante la
bella stagione, ottenendo nello stesso tempo una conven iente opportun ità per la disinfezione e rinnovaz ione
d elle camerate.
S i fece ro studi sull a disposizione d elle tende da ospedali ed accessori nell e Mostre d el corpo dell 'osped ale
d ell 'Armata d egli S tati U niti all 'Esposizione generale
d 'Ameri ca, allora ape r ta a Buffalo, e si fecero visite a
stazion i dell 'Arm ata nelle vicinanze d ella città di N uo va
York.
Il ca mpo d a pnma stabilito consistette di due larg he
tende a d orm itorio di 20 x 40 piedi , ciascu na contenente
venti letti , con minori tende di diffe renti forme di circa
IO x I O piedi per le perso ne di ser vizio, per la cura
dell e provvig ioni d ell'osped ale, di spense, ed una tenda
d a prendere i pas ti per quelli che potevano ab bandonare
il letto. Nel tempo bello un lato d ella tenda era sempr e
tenuto ape rto in modo che l' in ferm o e ra inondato da
a ri a pura, e in ogni tempo ad una sufficiente ventilazione
era pro \·ved uto da larghi vent ila tori a ciascuna estrem ità,
posti vicino all a sommità d elle tend e. L 'acqua co rrente fu
assicurata co n tubi sotterranei ed assic urata la rim ozione
d elle imm o ndezze e la canal izzazione d elle im purità (fig. 1).
A ta rdo a utunno, visto che l'esperim ento continuava favo revole, contro il prim o di ,·isa mento si deliber ò di portarlo su scala mod ifi cata anche durante l' inverno che st
avv tcmava .
Il campo era stato da p ri ma stabilito sopra un monti cello adiacente alla riva del fiume ed esposto app unto
alla piena fo rza d elle brezze esti ve. P er l'esperim ento
in vernale esso fu rimosso al ce ntro d ell ' iso la , d ove alberi ed abitazioni interpos te ve niva no ad ag ire com e
pa rave nti all e severe burrasche d ell 'es t e no rd-est che
si poteva no aspetta re in qu ell a località. I l num ero d ei
RIVISTA DI l GEG E RI A S A NITARI A
vertiti che sol o le g ra ndi tende p otevano effi cacemente
res istere al rigore dell a stagione im·ernale.
Dell e g randi stufe a ca rbone, un a a ciascuna estremità della tend a, pro n ·ecle ,·a no suffi cientemente al ri scalda mento nel piÌJ crudo im·erno. L e stufe e ra no pog g ia te
sopra una spessa lastra di zinco. Il tubo passava
a ttra ,·erso la pa rete verti cale dell a tenda ad a ngolo retto ed era attaccato ad altro lungo tubo
verti cale estern o. L add o ve passa\·a attraverso
la parete era rivestito da un d op pio colla re d i
tela d i fe rro, foderata e coperta d i a mia nto. Il
collare res tava in un 'a rm atura di legno, pure
r ivestita d 'ami a nto. Era inoltre rinforza to da fili
di ferro attaccati ai sostegni esterni fi ssati nel
t~i-r e n o che sostenevano il gomito del tubo del
camin o, ove il tratto orizzontale si uni va al
ve rti cale. n altro sostegno o palo accom1 ag nava la sez ione ,-erticale aderente con fili d i
fe rro. D onmque il tu bo tocca \·a il legno o la
tela il punto d i conta tto era coperto d a spesso
Fig . r. - Ved ut a gene rale d el ca mpo pe r t ub erco lotici .
stra to d 'ami anto.
Nella stagione invern ale, quando i lati dell e
tend e erano necessa ria mente chiusi, si trovò che l'oscurità
d iurno per qu elli che non tene,·a no il letto. L e debite
cos titui va una seri a a bbiezione. Vi si ovviò inserend o
preca uzioni furon o prese per il ri scalda men to e per asdelle fin estre nel canavaccio dell e par eti , facendo sopporsicurare, med iante rozzi e movib ili senti eri in legno, il
ta re l'a rmatura dell e fin estre dai pali che sostenevan o
passaggio da te nda a te nda, qua ndo la neve e le pozparim enti il tubo della stufa, nel p unto in cui attra,·e rzang here sarebbero a rri vate. S i teneva intanto p repa ra to
sa
,·a le pareti. Co ntro l'aspettati va nessuna fin estra fu
il posto nel fabbrica to per l'eve ntu ale occupazione in
r otta, non ostante le tempeste soppo rtate.
caso eli insuccesso a po tersi ma ntenere all 'aperto.
Q ueste fin estre ser vivano ancora per la ventilazi one,
Venne la prim a bufe ra. e non ostante il vento e la
in
aiuto ai ventilatori che stavano a ciascuna estre mità.
neve, si ma ntenn e una cl isCI·eta temperatura, e si fin ì
P
er la lu ce notturna si usa rono dapprima lampade
per trovar e che si resisteva meg li o so tto tend a all ' insospese co n corde dal tetto. In seguito fu
elettriche
cl emenza delle stagioni che non nel fab brica to. In bre,·e
adotta to il sistema di porre una lampada ad uncin o a
il campo restò in perm anenza no n solo per il primo
pazienti fu rido tto a venti , q uelli in cui la malattia era
p iù a tti va . Gli altri , per lo p iù loro m algrado, furono
ri m·iati al fabbrica to.
na sola te nd a se rd pe r do rmito ri o ed un 'altra pe r
ser vizi co muni e sala da pra nzo e d i trattenim ento
invern o, ma anche nei du e successi vi , e stagioni
interm edie, permettendo d ' isolan ·i tu tt i g li a lienati con ma nifestazioni eli processo tu bercolo tico,
in med ia + 3 sopra circa 2 000 ali enati .
P er tale scopo g l' in verni successi,·i si ma ntenn ero er ette le du e larg he tende d i p iedi
20 x 40 con I+ piedi eli a ltezza, ciasc una contenente 20 letti , ognuno d ei q ua li a,·e,·a perciò
+ O piedi q uadra ti di pav im ento.
Ciasc una la rga tenda ne aveva due pi ccole
che si ap ri,·ano entro el i es. a : una fornita eli
acq ua che sen ·iva d a ca mera da bagno, e l'altr a
con seggetta per i bisogni co rpo rali per coloro
che non poteva no uscire a ll a latrina comune,
separa ta e coll ocata d ietro r iparo el i legno co ntro
i venti , e d a q uesto nascosta . Ogni tenda disponeva eli acq ua potab il e.
Il terreno sul qua le sor gevano le te nde era stato accuratamente sba razza to da ogni vegetazione, ed a r 8 pollici si ergeva il tavola to che se rviva da pav im ento.
na terza tenda g ra nde, d ivisa da tra mezzi , fu desti nata a i se n ·izi comu ni ; esse nd o stati dall 'esperienza a v-
F ig.
2. -
Tend e gi re,·oli per tub ercolo ti ci.
ciascuna estremità, e nel mezzo pendeva un la mpada rio
elettri co a tre rami , o nde ogni tenda veniva a ri ce ,·er e
cinque sorge nti di lu ce, d ell e q ua li qu attro e rano di
. ed ici candele ciasc un a ed un a, per uso eli notte, eli una
so la cand ela.
RIVISTA DI I NGEG E RI A SA TJTA RI A
P er la sicurezza delle tend e e per l'opportuna resistenza co ntro i ,·enti invece di a ttaccare le funi a piuo li
si conficca rono nel te rreno dei fo rti pali eli legno p esa nte,
per tre o q uattro piedi , e co n essi si fece un 'arm atura
a ciascun lato della tenda , a cui ve nnero ad attacca rsi
le funi, offrend o loro tale solid o a ppoggio da perm ettere
alla tenda el i sostener e le frequenti bufere propri e del
paese. Il dot t. ì\l acd onalcl suggerì , inoltre, la costruzione
di te nd e g ire,·o li in ogni direz io ne per fa re godere il
benefizio del bagno di sole nelle ,·a rie ore dell a g iornata,
anche a q uelli co ndanna ti al riposo, perchè febbri citanti .
\ 'i erano tend e g irevoli con due letti ed altre con sedi e
per i de boli (fi g . 2 ) .
Tosto che il tempo permi se eli abba ndona re l'impi ego
delle stufe le due la rgh e tend e furono eli bel nu o,·o
erette sul sito primitivo.
:\Iassi ma cura si a \·eva se mpr ~ per la nettezza e per
la d istru zione dell e sorgenti eli in fezio ne. I pa ,·im enti
erano freq uentemente Ja,·ati con acqu a cald a conte nente
acido fe ni co; le sco pe di rad o usate c s ~ : n o re dop o che
il pa ,·ime nto era stato spruzzato eli soluziu1' a ntise tti ca,
in modo da evitare di sollevare poh ·ere. Ogni biancheri a
veniva acc uratamente disinfettata prim a d 'essere mandata
alla lavanderia.
I mala ti furono divisi nell e du e tende seco ndo il g rad o
di g ra \·ità della mala ttia: i più g ravemente amm alati
raccolti in una, i più leggermente nell 'altra. Nessun malato con tempera tura elevata era lasciato uscire d i letto,
il riposo essendo un impor tante fa ttore del lo ro r istabili men to.
Per g li a ltri si usava un esercizi o g iornali e ro e q uelli
che pe r le condizioni mentali ne era no ca paci passava no
nei mes i estivi il loro tempo eli divertim e nto g iuoca nd o
al croquet, ai pa letti , bocci e, ecc.
I mala ti e rano ammaestra ti con sforzi co ntinu ati a sputare semp re nelle sputacchi ere o nei cusp idor contenenti
soluzione al 2 o ro di creolin a, e le sputacchi ere eli ca rta
erano bruciate. G ia mmai era lascia to essiccare lo sputo.
I malati indocili o cl ementi di sord ina ti erano tenuti a
letto, e q uesto ve ni va circondato co n lenzuoli bagnati
in solu zione a ntisetti ca per raccogliere g li escreati ed
imjJecl ire che il pavim ento fosse imbra tta to. L 'ambi ente
era ogni ora nebulizzato, medi a nte lo sp ray, co n una
soluz io ne anti setti ca compos ta di:
G uaj acol .
Acid o feni co
E uca liptolo
Sp irito eli vino r ettifi ca to
Mento!
Tim o!.
Oli o el i ca ri ofi ll o
Gra mmi
I.) O
>>
90
»
»
I 20
2 .) 00
>>
6o
»
30
>>
30
La neb uli zzazione oltrechè ser vire da antisetti co nusciva n oc i v~ agli insetti.
I paz ienti ri cevevano frequ enti bagni ed era opera ta
stretta nettezza pe rson a le.
239
I ,.i,·eri erano prepa rati nell a cucina generale, ma consu ma ti nelle tend e. La di eta era m olto sorvegliata. I
mala ti rice,-e,·ano quattro past i. Al ma ttin o, colaz ione di
cer eali , la tte ed uova. All e undi ci carne e vegetali. Nel
dopo mezzodì cacao, brodo di p oll o e el i bue con bi scotto.
All a sera semplice cena come al mattino . Frutta fresca
era data a i ma lati e li bero l'uso del latte dell e ,·acche,
sa ne, dell o stab ilim ento . D onaz ioni pri,·ate Yeni,·ano in
a iuto al vitto rego la mentar e.
Si ebbe cura durante l'in verno che la temperatura nell' interno dell e tend e non fosse troppo e]e,·ata, in qu a nto
che l'a ri a fred da a ppan ·e in q uesto trattamento esercitare
un o speciale deciso effetto terapeuti co.
( Continua)
D ott.
A N T0::\110 MARR O .
SC I RISCALDA \ I EN TI AD ACQU A CALD A
E SU L CALCOLO DELLE CALDAIE RELATIVE.
( Ing. E :m L
HI E K E
(*) -
Jlftlano).
Anche in Italia in questi ultimi a nni son o anda ti m olti plica nclosi g l' i m pian ti di ri scalcl a men to a termosifone.
Ora il sistema di riscaldamento acl acqua calda merita
ogni preferenza, per la natura stessa d el riscald amento
a irradiazi o ne g raduata e mite, salvoguarcla nclo così tutte
le esige nze ig ieniche. Questo sistema, poi, si presta assai
per le condi zio ni speciali del clima italiano. Infa tti ,
basta di confronta re la differenza eli temperatura che si
usa prend ere co me base pei calcoli el i disperdim ento eli
calore. Mentre nella Germania del Nord si calcola + 2 0 °
a ll ' interno degli a mbienti e - 20 ° a ll 'es terno, e cioè un a
d iffe renza di 40" (nel nord-est d ' Europa .) 0° ed anche
di p iù) ed un riscaldam ento co ntinuo per 7 a 8 mesi ,
nell ' Italia del Nord , invece, pel solito non si prende più
+ I 5° a ll 'intern o e - 5° all' estern o
che 2 0 ° di d ifferenza C
e q ualche volta anche - I0°), ed in oltre la dura ta del
ri sca ld a mento non supera .5 mesi. In a lcuni g iorni di
tempera tura mite in Italia no n occorre neppure fa r fun zi ona re l'impi anto.
Nell 'l tali a centrale e meridi o nale i bisogni te rmi ci so no
a ncora min ori . Quindi deri,·a che pe r l'Italia occorro no
co rpi riscaldanti el i superfi ci alquanto p iì.1 pi ccole di qu ell e
che necess itan o nei paesi d el Nord, pe rciò in qu esti,
specialm e nte per impi anti di ' im po rta nza, s' impi ega no
stufe multitu bola ri e stufe a colo nn a. L e stufe multitu bola ri so no co mposte eli seri e el i tu bi di ferro a dop pia
pa rete fi sa te superiorm ente ed inferi o rm ente in cassette
el i g hi sa d i form a retta ngo la re, circolare o tri a ngolar e.
Q ues ti co rpi riscaldanti , e specialm ente le stufe a colo nn a, co ntengo no relativam e nte molta acqua, cosicchè
si ha a nco ra irradiazione di cal o re pe r a lcun e o re qua ndo
la ca ld a ia è spe nta . Inoltre si usa no a nche co rpi ri scal-
(*) L o stesso a ut o re g ià d a \'a rii a nni ha pu bblicato ,·a rii
a rti co li in g io rn al i tecni co-sa nit a ri d ell 'estero.
RIVISTA DI I 1 GEG ERIA SA 1 ITARIA
RIVISTA DI INGEGNE RIA SANITARIA
danti ad alette a tipo vario, ma per ambienti d 'a bitazione abb isogna no d ' un inYiluppo con g ri g li e, il quale
sottrae il 20 O]O e più del calore irradia to, perdita della
quale, quindi, si dovrà tene r conto. In qu esti ultimi tempi
ad ovviare l' inconveni ente si sono costrutti dei corpi
ri sca ldanti in g hisa , decorati a nte ri o rm ente, mentre a
tergo è mantenuta la forma dell e ale tte.
P er le serre si preferiscono a nche oggi dei tubi li sci
di rame o di ferro a fl a ng ie con g ua rni zio ne di go mm a,
oppure dei tubi lisci di g hi sa a manico tti (cos idetti tubi
scozzesi), riuniti con mastice di ghisa, co n diametro mte rno di 50- I 2 5 m m. Si usa no pure dei tubi di g hisa ad
alette.
Anche per sale di lavoro, magazz ini ed essiccatoi si
im p iega no utilmente ques ti di sposi tivi.
Ancora di eci anni so no in Italia erano in uso generalm ente i corpi ad alette, mentre oggi si pu ò di re che
s' impia ntano esclu si vam ente dei cos icletti rad iatori, di
orig ine a mericana e di fo rm a s\·ariata, che si sono diffusi
negli ultimi d ieci an ni in tutta Europa. Essi so no \·a rii
per dim ens ioni e risulta no da seri e eli tubi ri piega ti a
sez ione to nda, elitti ca , trian golare, quad rata, trapezio icl ale,
che s' impiega no per comporre stufe eli superfi cie acl occon·enza.
Questi radiatori sono elega nti , non ri chi edono ri vestimenti , tengono poca acqua, cosicchè conve ngono pe r le
co ndizi oni cl imatiche dell'Italia. L a scarsa qua ntità eli
acq ua, in co nfronto all a g rande superfi cie, perm ette un
rapido funzionam ento d ell a stufa e un successivo rapido
raffredda mento appena spenta la cald aia, be n inteso che
quest'ultima non contenga molt'acq ua.
Se occorre che il calore sia a ncora per q ualch e tempo
irradiato anche a caldaia spen ta, bisogna aumentare la
capacità eli quest'u ltima. Siccome poi questi radia tori non
si rivestono e non ha nno nemm eno superfi cie orizzontale
per il d epos ito d ell a polvere, si potran no fac ilm ente tenere puliti e p erciò sono anche molto raccoma ncl abili
da l lato ig ieni co : tutto ciò associa to all a possibi le loro
decorazio ne co n ri porti , \·emi ci, ecc., fa sì che essi si
prestino anche per a m bi enti di lusso. Un a cope rtura eli
smalto a fuoco o in Yi a galvani ca dei radi atori no n è
indi cato perchè è molto costoso e diminuisce l'effetto.
Con un impi anto a te rmosifone si possono co n poca
spesa in più app lica re scalda- piatti e scalda-bia ncheria;
però non si deve far uso dell 'acqu a contenuta nel sistema pei bagni, toeletta, ecc., poichè bisogna se mpre
per qu anto è poss ibil e co nservare l' acq ua senza ca mbiarl a, o nde evitare J"in crostazione nella ca ld aia e dannosi disturbi.
In oltre è be ne ri cordare che i radia to ri piccoli costa no
p er l'urrità eli misura in mq. pit'1 dei grandi , il che ha
una relativa importanza se si co nsid e ra che l'effetto utile
diminuisce con l'altezza del co rpo ri scaldante a pa ri supe rfi cie ri scaldante. In oltre convi ene disporre i rad iatori
in posizio ni libe re, o nde avere il massim o effetto d ell' i rracl iaz io ne.
Pe r poter isolare una tufa dal ri scalda mento occo rre
l'appli cazione eli un a so la Yah·ola nel punto più basso
sul tubo eli ritorno, perchè altrim enti l'acq ua fredda
contenuta nel corpo per il suo propri o peso specifi co
maggiore cercherà di ragg iun ge re la posizion e più bassa
del sistema, cioè la caldaia se questa è ri scaldata ed
avvia ta la ci rcolazion e la stufa in co nseguenza si riscalda.
In genere si suole po rre questa \·ah ·ola per facilitare
la manovra nell a condotta d 'arrivo : ne consegue che i
radia tori non sono isolati , ma comunicano col tubo di
ritorno, e si ri scalda no lentamente dal basso anche con
vah-ola chiusa.
P er a\·ere una garanzia del buon fu nziona mento di un
ri scaldam ento, questo deve essere bene calcolato nelle sue
parti da chi ha buona conosce nza di tutte le f01·mole e
coeffi cienti relativi , ecc. Si deve stabi lire la minim a temperatura esterna, la massima inte rna des iderata, calcolando
le perdite di calore nei g iorni pi ù freddi per i varii ambi enti , facendo speciale attenz io ne all 'esposizio ne dei locali , ecc., e tenendo conto del tempo da impiegarsi pe r
porta re l'impianto a regim e.
Su ciò si calcoleranno, poi , le superfici necessa ri e dei
corpi riscaldan ti, i di ametri interni dei tubi di arrivo e
di ritorn o e della condotta principale, indi si calcolerà
l'ampiezza necessaria della caldaia.
U n im pianto di questo genere no n si deve co nfrontare coll a faci le installaz io ne d ' impianti d' acqua potabile
o a gas, e quindi sta nell ' interesse di chi fa esegui re
un tale la\·oro d 'assicurarsi che esso sia fatto con tutte
le regole d 'arte per evitare lag nanze.
Io da \·ent'anni ho sempre consigl iato il riscaldamento
acl acqua calda per le condizioni speciali climatiche, malg rado era sempre molto preferito a nche per piccoli impianti il sistema di riscaldam ento a vapore a bassa pressione. S 'i ncontra spesso anche l'opinione che il sistema
di ri scaldamento acl acqua calda no n sia indica to per
g ra ndi ed ifi ci, mentre per questi basta la installazione
d i caldaie in posiz io ne :.cht:e per vincere le distanze
limitate fra le caldai e ed i corp i riscaldanti.
Il g ra nde e non di scutibi le yantaggio di questo sistema sta prin cipalm ente nella faci le a : comodazione della
tem peratu ra dell 'acqua alla temperatu ra oscilla nte esterna,
perchè non solo si p uò regolare colle valvole l'effetto
d ell e stufe , ma in\·ece col rego lare la temperatura dell'acqua nella caldaia si p uò ottenere il calore g radua to
pe r tutti g li a mbient i : eli ciò risulta l' importanza che ha
la caldai a come so rgente di calore per ogni impianto.
L a scelta e il calcolo della capacità de ll e caldaie si
devono fare co n ogni cura, perchè anche se il rimanente
impianto è ben calcolato, ma la caldaia è pi ccola, l'imp ianto funzion erà male. Spesso si posso no riparare gl i
errori muta ndo la calda ia, sempre, ben inteso, se il riman ente impi anto è ben calcola to. Se le superfi ci riscalda nti ed i tubi sono sta ti mal calcola ti si può ri parare
l' in co nveniente in parte sos tituendo un se rbatoio d 'espansione chiu o in luogo di un o ape rto, oppure appl icando
una valvola d 'espansio ne nel serbatoio aperto, vah·ola
tale che au menta la press io ne dell'acqua, portando la
temperat ura sov ra i Ioo•.
Avendo così gra nd e importanza la caldai a riporto qu i
alcu ne fo rm ole che si usa no nella pra tica co n buoni
risulta ti .
Se si calcola il fabbisogno di calo re che dev'essere
cedu to nell ' unità di te mpo dal corpo ri scaldante, si
terrà conto dell a quan tità d 'acq ua ri scaldata che nell a
stessa unità di te mpo deve passare la stufa per ottenere
l'effetto voluto. Si partirà, q uindi , dall'ipotesi che la
qua ntità d 'acq ua che nell 'unità di tempo attraversa i
corpi riscalda ndoli , de\·e nell a stessa unità di tempo
nella caldaia caricarsi eli calore.
Però , non si de \·e stabilire ciò nel senso matematico,
poichè sono ancora varie perdite di ca lo re nelle condotture, ecc., eli cui si deve tener conto nel calcol o dell a
caldaia. Se, pe r esempio, l'acqua arriva al co rpo risca ldante con So• e \·iene raffreddata a 6o 0 , all ora la tempera tura med ia sa rà :
So + 6o
---- = 70•.
2
La stessa quantità d 'acq ua nell o stesso tempo uscirà,
ad esempio, con 90" dalla caldaia e ritorna co n 50" :
anche in tal caso la tempe ra tura media dell a medesima
sarà :
90 + 50
- - - - = 7o•.
2
l\Ientre un litro d 'acqua cede So - 6o = 20 calori e
nel corpo riscaldante devon o, per l' istessa quantità di
acqua nella caldai a, essere prodotte 90 - 50 = 40 calorie, calcolandosi così anche le perdi te.
Q ueste perdite divengono qual che volta notevoli tra
la caldaia ed i corpi riscaldanti , anche usando bu oni
isolanti : ciò perc hè le condo tture di andata e ritorno
corrono principalmente nella cantina e nel so ttotetto e
quind i negli a mbienti pi ù freddi della casa. L a formola
generale pel calcolo d ella caldaia può così riass um ersi:
c
S = - ,
M
ove S = superfi cie effettiYa d 'acqua riscaldata della caldaia in mq., C = so mma delle caldaie di disperclim ento
per trasmissione e cam bio d'a• ia per ora, M = ca lorie
per ora e mq. trasm esse dal gas eli combustion e all 'acqua
nella caldaia.
Il valore di M va ria colla fo rma della calda ia, colla
quanti tà e qualità del co mbustibile e colla d irezion e del
gas di co mbu stion e a q uella dell'acqua che attraversa
la calda ia. E sso oscilla tra 6ooo a 14.ooo e più.
Per il calcolo delle caldaie si hanno a di sposizione
molte fo rmole di a utori speciali sti in ma teria di ri scaldamento e ventilazi o ne: non vogliam o qui confrontarle·
notiamo solo che esse sono assai varie tra di loro. Cos;
oscilla il dato su l contenuto d 'acq ua dell e cald aie per
mq. d i corpo risca ldante tra 35 a ro litri, s' intende
ca ldaie cilindri che co n o senza tubo focola re, le quali
co ntengo no un a g ra nde q uantità d 'acqua che permette
d"immagazz in are molto calore. l 35 litri so no eccessi\·i
in ispecie per le condi zioni in Itali a, perchè un continuato risca ldam ento dell e stufe a ca ldaia spenta pu ò
determinare serii in co m·eni enti.
Se si a sumo no co me cor pi ri sca ld a nti dei rad iatori ,
e si ca lcol a la cald a ia capace per IO litri ogni mq. del
radiato re, si potrà a mm ette re che il rapporto tra caldaia
e rad iato re sarà di IO: I O.
Se s'i mpiega no dell e caldaie co mposte di elementi di
g hisa o del le caldai e ingl esi di ferro bollito, allo ra il
qua ntitati\·o d 'acqua è no te\·olm ente più picco lo: il r isca lda mento è più rapido, ma più rapido a nche il raffredda mento.
P er risca ldare a mbienti di ab itazio ne, scuol e, caffè,
uffici. ecc. , o local i d i d im ora tempora nea, queste ultim e
caldaie so no p referibili perchè si risca ld a no alla svelta.
O ve occorre un riscaldamento continuo (ospedali , case da
pig ione, ecc.) è megli o prend ere caldaie a g ra ndi masse
d 'acq ua.
In oltre g li autori d icono che p er ogni IO mq. di
superficie liscia di corpo ri scaldante s i deYono calcolare
o,o3 -0,05 mq . di superfi cie d i focolare, a second a del
te mpo da impi egarsi per po rtare a regim e l'impianto,
il q ual e no n de \·e ri chi edere meno di or e I J/2 a 2 Ij .
2
Inoltre di cono che per o, 10 mq . di superficie d i focolare per combusti one di ca rbone fossile si calcolano
I ,5 -3 m q. eli superfici e di caldaia . Com e si vede questi
ultimi da ti sono molto elastici, cos icchè su Ioo mq. di
superficie di corpi risca ldanti si calcolerà una volta 4 "-9
l;)
'
altra volta da 7,5-15 mq. di superficie d ella caldaia, cioè
1
da /z2 a 1/ 7 dell a superfi cie li scia dei corpi riscaldanti.
Generalmente si calcola la superficie scalda ta della caldaia a 1/ 10 della superfi cie d ei radiatori. Con la formola
S = -c non
M
.
SI
provvede a nco ra al calcolo della caldaia.
P er questo occorre calcola re altri fattori: per esempio,
il risca ldamento di tutta la q uantità d 'acqua contenuta
nel sistema alla tempe ratura di regim e ed il tempo nel
quale questa temperatura dev'essere ottenuta, cioè deve
comin ciare il regolare funzi onamento.
Q uest'ultima co ndizio ne nei calcoli è per lo più trascurata, e per i g randi impianti ne consegue un erro re
notevole. S e non si calcola ciò bisogn erà in p rin cipio
mantenere un fuoco molto forte co n un g ra nde spreco
eli com bustibile.
Chi amiamo Q la qua ntità totale d'acqua della ca ld aia,
dell e tu bazioni e dei corpi riscalda nti in litri , t 1o la temperatura inizi ale de ll 'acqua, t,,O la temperatura medi a di
regim e dell'acq ua, t ,o la temperatura all a qual e bisog na
po rtare l'acq ua e n le ore in cui il riscald amento d eve
essere ottenuto.
L a perdita medi a di calore per trasmi ss io ne e ca mbio
d 'a ri a 1n n ore siano indi ca te in n . C m. P el ri scald amento dell 'acq ua in n ore sa rà necessa ri o :
RIVISTA DI I NGEGNE RI A SA TITA RIA
RIV ISTA D I INGEGNERIA SA TITA RI A
Q (!,11° - t1°) calo ri e,
l'
atti
vazione d el ri scaldamento 1n n ore :
e qu ind i per
Q (lm·o - t,o) + 1l . C /Il ca lon.e.
n
Ch ia miamo inoltre Cp le ulte rio ri pe rdite che si posso no aYere nelle co nd o tte, e allora sostituendo nell a prim a
fo rmola generale esposta , av remo:
S = Q (!111° - t1°) + n (C11, + Cp) .
=
n. M
Q uesta for mola ha un'importanza prati ca e v1ene spesso
(s
~)
usa ta .
S e si pone, ad esempi o, t v 0
=
t /1,0 =
90°
90 + - o
J
cioè, ad esempio , tre ore al mattin o e tre ore Yerso se ra,
du rante le quali si deve cons um are tutto il carbone calcola to. Quindi nell 'ora si d e\·e bruciare :
21,9 c
6 . 3600
Po ichè si suole calcolare 7 5 kg. d i ca rbo ne pe r ogni
mq. di superfi cie totale di g ri g lia d el focolare, la quale
sia indicata con G , si anà:
2I ,9 c
G = - - --=-- mq.
7 5. 6 . 3600
L a s uperf1 cie tota le d ella g ri g li a dev'essere 1/ 20 ddla
supe rficie riscaldata d ella cald aia, cosicchè qu est'u ltim a
d ovrebbe essere :
= 700
S =
2
f ,: 0
1l
e
Cn =
o pi ù brevemente :
I
15
+ 20 C = 0,87 5 C,
2 x 20
dove è co nsid erata la perdita to tal e C per una d iffer enza
d i temperatura di 20° ( - 5° estern o + r 5° in terno), e 111
cui all 'inte rno all'in izio si abbiano+ 10°.
Il valo re di Cp sia stabilito :
Cm = 0,4 375 C
-
M =
S = 5o.Q + r,3125C
10.000
per n o re, tempo d i d urata del preriscaldam ento a ragg iun gere a r egim e, si av rà:
c
c
Se n
sarà:
S = --·
n . 6I6
24 , cioè riscaldam e nto co nti nuo , la f01·mola
c
S = - ·
I4-7 84
'
metodo pel calcolo della caldaia :
S iano indicate co n C le pe rdite o rarie d i calore,
p rendendo come differenze massi me termiche 20°, e
r 5° interno; sia stabilita che la
cioè - 5o esterno e
temperatura interna, durante r o or e al giorno , si d eve
mantenere a I 5°, mentre nelle a ltre I 4 or e suppo niamo
che la temperatura inte rna si abbassa fin o a 9°- :VI entre
du nq ue la differenza di temperatura durante le ro ore
d el g io rn o sarà di 20°, q uesta si riduca d uran te le
r 4 ore d i notte alla diffe renza med ia di :
+
20 + I4
- - - = I 7o·
2
Allo ra nelle 24 ore il ri sca ldamento richied e co mpless ivamente :
2 I ,9
Qu esta sa rebbe, seco ndo g li autori , d a prend ersi co me
valore mass im o d i M, e \·olendo te nere per M un \·alore
mino re, allora bisognerebbe introdurre
., plCCO
.
l O Cl 'l
-G p!U
n. ro .ooo
dopo n ore si dov rà abbassare il fuoco nel fo cola re.
Oltre q uesta f01·m ola si usa anche spesso il seg uente
I O . C+ J 417- C =
20
c
m q.
3698
I nd icando con n le o re d i acce nsio ne (q ui 6) s1 ha :
Io. ooo.
A llora :
S =
mq.
S = - -
2
so.Q + n . 1,3125
c
7 5. 6 . 3600
= 20°
=
20 .2 1,9
c·
Calcoland o tutte le perdi te si p uò ritene re che con
un k g . di carbone fossi le si hanno 36o o calorie, q uindi
occorrono per le 24 or e di ri scald amento:
21 9
' C kg. di ca rbone.
3600
Inoltre s1a sta bilito che l'accensione duri set ore e
s
-
I
•
20
Un'altra fo rm ola nella q uale è a nche tenuto conto del
q ua ntitativo di aria degli ambienti da scaldare non la
r iporto, po ichè qu esta d eve esse re g ià co mpresa nella
determ inazione d ei corpi riscaldanti, e quindi è g ià inclusa in C. In ogni m odo questo fabbi sogno per a mbienti
molto capaci non si de \·e trascurare.
N eppure non co nsid e ro quelle f01·mol e in cui si ti ene
conto d ella temperatura del gas di co mbustione, perchè
nella prati ca interessano poco. Quando si pensa alle
for me svariate di ca ldaie di ferro fuso e battu to , alle
temperature di verse dipendenti dall a qualità e quantità
d ei di ve rsi combustibi li bru cia ti, al diverso tiraggio d ei
camini , si comp rende come queste formole abbiano un
valo re relativo.
I o vo rrei fa re an cora q ualche considerazione sull' uso
d elle caldaie di gh isa. Mentre in A merica esse si usano
da molti anni su tipi diversissimi e so no ricercate assai
anche per r iscaldamenti a va pore a bassa p ressione (p rova
questa e\·idente che funzi onano bene) , in Europa q ueste
calda ie fin o a dieci anni fa erano pochi ssim o diffuse,
ave ndosi ge neralm ente l'opinio ne che la g hisa si presti
poco come mate ri ale per la costruzione d i caldaie.
In questi ultimi anni tale opini one ha mutato e tali
caldai e si sono diffu se a nche da noi , specialmente per
riscaldamenti a te rm osifone : naturalm ente malgrad o tutto
•
ciò le cald aie eli ferro ch iodate o bollite non perdo no
il loro valnr e speciale.
AYa rie e difetti causati , per esempio, d a un se rv1z1o
trascurato, ma nca nza d 'acqua nella caldaia o altro possono succed ere tanto alle caldaie di ferro, quanto a
quelle d i g hisa.
Per le caldaie ingles i in terame nte bollite si noti poi
che nei ca taloghi in g les i il p o tenziale d i ri scalda mento
è da to in pied i di lu ng hezza o metri di tubi li sci eli
ghisa a manicotti (cosidetti t ubi scozzesi) d el di ametro
di 4 polli ci o IOO mm. P er pratica si può calcolare
che per ogni pi ed e co rrente si possono avere da 30 a
6o calorie, ossia da I OO a 200 calo rie per metr o li neare
e per or a. Col primo valore si otti ene caldai e molto
abbondanti; col secondo valore, in vece, caldaie di scarso
potere calorifi co.
Per un metro quadrato di superficie eli radiatori d evonsi calcolare I O pi edi o 3 metri corre nti di tubo di
4 polli ci di diametro . Il rapporto tra il contenuto d i
acq ua dell a caldaia e della superfi cie dei tubi si p uò
am mettere che sia di I a 2 litr i per mq.
Del r esto le fo rme di tali caldaie perm ettono molto
bene l' utilizzaz io ne d ei gas d ella combusti one.
D a quanto si è d etto de ri va a s ufficienza che co n un a
fo rmola sempli ce si arri va a calcolare la caldaia necessaria : e per fare questo calcolo no n si d evono dimenticar e i seguenti concetti, cioè :
I o calcolo esatto delle perdite pe r trasmissione e
Yentilazione ;
2° speciale consideraz ione delle eyen tuali perdi te
d i calo re non utilizzato ;
3° determinazione d el volum e d'acq ua che si d eve
calcola re in base alle cond izioni r a e 2a ed a seconda
il tempo che si desid era ancora l'irradiaz ione di calore
do po la caldaia spenta , se q uesto volum e d 'acqu a non
si ha nella caldaia, allora bisogna che sia conten uta nei
corp i riscaldanti e le tubaz io ni ;
4° calcolo d el tempo minimo necessario per portare la q uantità d 'acqua alla temperatura di regime, non
di menticando di calcolare la temperatura minima cui p uò
p rendere l'acqua ;
5° in base alla 4a condizione stabili re il tip o della
caldaia , la costruzi one d el foco lare, ecc. ;
6° nel calcolo d ell a supe rfi cie effetti \·a cl' acq ua riscaldata d ella calda ia d evo no tenersi presenti le condizioni I\ 2a e 4a.
Bisogna tenere se mpre presente: se u n termosifon e
a bassa p ressione deve entra re rapidamen te in azione
allo ra clipençlerà dalla grandezza , forma e ma teriale d ei
corpi ri scaldanti per la m assima irrad iaz io ne di calo re
nel più breve tempo d alla q uantità d 'acqu a circolante
nel sistema e d el più rapid o riscaldamento d ella med esima. Q uesto riscaldam ento dipende altra volta dall a
grand ezza e fo rm a d ell a caldaia, dal ti po d el focolar e,
dalla qu alità d el co mbu stibile, dal tiraggio d el camin o
e d a un ser vizio r egolare.
T a nto più piccola è la diffe renza tra il qu a ntita tivo
d 'acqua e la super fi cie ri scaldata d ella calda ia e tanto
più veloce sarà il riscaldame nto del sistem a.
Q ueste rig he ho scritto colla buona inte nzion e d ' in d ica re la via per o ttenere risultati soddi sfacen ti nei
calcoli d ' un term osifone e sa rebbe mia sodd isfazione se
ques te indica zioni fossero utili per la pratica.
Alla fin e \·orrei ancora accennar e che negli ultimi
anni furono introdotti nella p ratica sistemi eli ri scaldamen to
d ' acqu a « a p ulsi one >> co n a pparecchi di brevetti dive rsi
che rego la no le pulsion i ; l' idea non è per niente affatto
nuova e non saprei se q uesto fa tto sia a conoscenza
d egli inventori, perchè l'appl icaz ione si trova g ià dettag liatamente prescritta da molti anni co n fig ure dim ostrati ve sotto la d eriominazione « Appareil Ch ibont >> nel
libro del professore fra ncese L. Ser., volum e 2°, parte 2a,
C!tauffage et Ventilation des lieux lwbités.
L a dive rsità principale d el funzi onam ento d ei du e
siste mi si può con poche parole ri ass um ere in ciò che
mentre nel sistema d i ri sca ld amento d 'acqua << a termosifone >> la circolazio ne procede in via naturale e cioè
per la differen za d ei pes i specifi ci fra l' acqua riscalda ta
nell a caldaia e l'acqu a raffreddata nelle stufe, invece
nel sistema d i riscaldamento << a p ul sio ne >> , ques ta circolazi one è prod otta artifi cialm ente a mezzo d i vapore
fo rmato nel sistema il q uale agisce in p ul sioni regolate
dall 'apparecchio brevettato com e lo sta ntuffo d ' una pompa,
p ortando u na certa q uantità d' acqua caldiss ima ad un
punto più alto d ei co rpi ri scald anti , dal q uale l'acqua
scende p er le vari e d iram az ioni ai corpi riscaldanti ,
mentre il vap ore si condensa. I l più o meno for te riscaldamento delle stufe, si ottiene colle pulsioni in br evi
o lung hi inter valli dipenden ti dal fuoc o più o meno
vivo nella cal daia. Sicco me l'acqua è molto calda e la
circolaz ione rapida, ne co nsegue che le superfici d ei
corpi riscalda nti possono essere diminuite ed i d iam etri
d ell e tubazioni più piccole, e perciò r isulta un a spesa
alquanto minore nell 'installazione (ma solo in questa)
di un tale sistema.
Malgrado tutto ciò non si pu ò nega re che i pregi
speciali d el sistema d i r iscalda mento << a termosifone >>,
cioè la fac il e accomodazione della temper atura d ell 'acq ua
a quella esterna che r egge, restan o in alterati e ques ti
p regi possono benissimo essere moti vo di preferire tale
sistema, malgrado di costo superiore per l' impi a nto.
PROGETTO
DI AMMAZZATOIO PER LA CIT TÀ DI MO TDOVÌ
( Continuaz ione e fin e - \'ed i N um . p reced. )
È coperto da tegole intavella te. Ciascun riparto ha le
dim ensio ni -+ X 5 ed è separato da qu ello v icin o med ian te tram ezza con apertura superiore a g iorn o pe r la
comp leta ventilazione. Le pareti sono intonacate d i cemento
RIVISTA DI I NGEGNE RI A SA 1 ITARIA
con raccordo a ngolare, co me del res to è prev is to per
tutti g li edifi zi. Così il pa ,·im e nto in ce me nto è a co nca
co n c hius ino id ra uli co a ,·alvo la co n q uatt ro a nelli di
Lun g o le pareti lo ng itu dina li sono s ta b iliti in sop ralzo i
ri par ti individuali forn iti di tavole c d i la ,·and in i mun iti d ella necessa ria di stribuzio ne idrauli ca pe r l'acqua
RIVISTA D I l TGEGNE RI A SAN ITAR IA
posto m.:ll'estre mo di questo pad ig li o ne è ri ser va to all a
consc1Taz io ne de ll e pelli Ycrdi.
IO" Concimaie. Tre co ncim a ie furo no progettate
per il d eposito d ell e m a te rie di ri fi uto d ell e di ,·erse
F ig . ro. -
\'ed uta del fabbri cato stalle per suini.
Fig. 14 . -
mattazione. P e r ogni sco m parto v'è dis tri buzio ne d 'acq ua
co n tubazio ne d i 25 mm. e relativo rubin etto.
D ue poutrelles p e r ogni sco mparto serYo no p er la sospension e d ei buoi. Su questi fe rri , a m . ..J., 70 d al s uolo,
si potrà far scorre re tag lie diffe re nziali. Pa rim enti altre
cald a e per l'acqua fredd a . Nel terzo scomparto, diviso
111 du e sezioni , si fa il d eposi to d el sangu e e d el sego
1n sca nsie a più piani.
9° Stalla d 'osservaz ione e seg r egaz ione degli animali
Prospetto del fabb ricato macell o dei
spec1e di animali. So no però d i poca capaci tà affinchè
possa esse re rinn ova to freq ue nte mente il trasporto del
leta m e e sim ili , tostochè le concim a ie ne sia no ri em pite.
So no a vasca circolare co n pozze tto per le o rin e e tettuccio supenore.
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du e poutrelles a m. 3,50 s ul s uolo. poste in senso perpe ndi colare alle p rim e, possono porta re un cin aie a ro telle
d oppi e, manonabili med ia nte arga nelli di g hisa a vite
p erpetu a.
Nei fi a nchi sonvi pure m ensole
c he sopporta no a m . 2 , 20 d ell e
rastrelli ere appendi-carn e.
Fig .
12 . -
ìf . T
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Fi g. 1 s- F ig . I r. - Sezione E F
del fabb ri cato stalle per suini .
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Q
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Pianta dell a tripperia bO\·i n i.
Pianta del fabbr icato macell o dei ho,·ini.
r " Impianto idraulico.- P e r un am mazza toio l'acq ua
è d i un a necess ità imprescindi bi le. Venne pe rciò stud iata la complessa rete d i tubaz io ni p rim arie e seco nda rie a llacciate al se rbatoio compe nsato re che Ye nn e pro 1
sosp etti. con 1'iparto p er la conservaz ione delle p elli verdi
( fi g . 2 " e +"). - Co me già s i è accennato al n. 4°, qu es to
p adig lio ne è analogo a qu ell o pe r le stall e bov ini . L a
8" Tripperia bovini (fig. 1 s" e
6"). - Q uesto pad igl io ne mi su ra
17 x 7 x 5.40 ed è diviso in tre
scomparti.
N el primo è stabilito lo spogliato io d ei macell ai. l\ el seco nd o è
installa ta la tripperi a pro pria m e nte
Fig . 13. - Sezione del fabb ri cato macello dei bo,·in i.
d e tta. Ha il te tto in tavell a to co n
camino di ventil azi on e, le pa reti
diffe re nza co nsiste nel la riduzi o ne d ell 'a mbi e nte inte rn o
ri vestite in cemento, così il pa ,·im e nto a conca co n bocin di ,·ersi box se para ti in modo che og ni scomparto
chetta a chiu sura idrauli ca. N el ce ntro v' ha un a ,·asca
risu lta perfettam ente isolato ed indipe nde nte. U n locale
in cem ento fornita d'acq ua ca lda da lla calda ia ,·icina.
I
2.f5
Pi emo nte . N o n occor re q uindi pe nsare ad un a co ndotta
speciale d i e m ung i me nto superficiale o so tterran eo. 11
compito q uindi rima ne semplifi ca to m e tte ndo in co muni caz io ne la co nduttura d ella città col serbatoi o p roge tta to. Da q uesto Ya ri e dira mazio ni s i di partono pel servizio idrauli co d ei d ive rs i ed ifiz i d ell'a mmazzatoio.
U na fo ntan ella co n ,·asca per abbe,·e ra toio so rger à presso la tri pperia
bovini in località centrale .
I 2 ° Padig lione sterilizzatore-dt/;·estore delle carni ùifetle (fig. I 7" e r 8") .
- 11 fa bbrica to è compl e tam ente isolato e mi sura 7 x 7. N el!' a ngolo a
s inistra d el locale, cui s i accede con
bovi ni.
po rta carraia , è posto l'a ppar ecchi o d ig esto re. Tra i ,·ari siste mi D e L acro ix,
D e F rancesc hi , R astelli ed altri , parmi consigli abi le il
s iste ma R astelli per la
sua p ra ticità.
Il d igesto re è costituì t o essenzialm ente d a
una caldaia cilindri ca
verticale, d ell a capacità
,.
'
d i circa 8oo k g ., ave nte
un doppio fo ndo traforato interno a fo rma di
lente, che ne separa una
pi ccola parte inferio re.
Fig . 17.- Pianta del pad igli one
Il coperchio è mo bi le,
sterili zza t ore-d igestore
cong iunto coll a caldaia
delle carni infette.
medi a nte un a utoclave.
S upe ri o rm e nte al piano t rafo ra to si ap re s ul fianco della
cald aia una bocca cilindrica orizzonta le p ure chiu sa ad
a utoclave.
na valvo la conse nte l'i ntroduzione nel d igestore dell 'acqua 1n caso
di bisogno.
La caldai a è Circo ndata da mura tura 111
parte refratta ria e posta
sop ra un focola re a dopp ia po rtina p e r il fuoco
e pe r il cenerario, che
collegansi col ca mino d i
ri chiam o-tiraggio.
l
L e pa reti ed il pavim ento d el locale steriliz- '. !:
zato re sono a supe rfi cie
F ig. 18.- Sez ione del padi gli one
di cem ento a completo
sterili zzatore-digestore
delle carni infette .
lavaggio . U n chiusin o a
Ya h ·ola idrauli ca s' inn esta su lla t ubazione di sca n co .
l·
r:J}
F ig . 16. -
Sezione della tri ppe ri a bo,cini.
g e tta to . co me g ià s i rife rì al n . 1°, sull a torre tta del fabbrica to ci,·il e dell 'a mmi nis traz io ne, con capacità di r 5 mc.
L a città di Mo ndod ha la fortun a di possed ere un a
conduttura d 'acq ua potab ile dell e mi g li ori in tutto il
I 3" Latrine. Quest'edifiz io, pur necessa rio, è situato
nell'es tre mi tà di levante d ell 'impi a nto lun go il muro di
cinta presso l' E ll ero. Sono compresi otto g abin etti part icola ri oltre acl un orinatoio a sco mpar ti incliYiclua li .
Sono p rogettati secondo il sis tema eletto a lla turca.
~
q uali acl og ni cambia mento eli direz io ne hanno u n pozzetto co n bocca cl ' ispez ione. Tutte queste ramifi cazi oni
SI conve rgono in un uni co ca nale tu bolare a sezione
ovo iclale coi due di a metri ori zzontale e ve rti cale
rispetti va mente o,6o e I ,25 p er d efluire nell e camere filtra n ti.
1-h'li
:;
I 6° 1/lfuro di cinta. -- Come g ià fu accen nato
nelle co nsid erazioni gener ali , un ammazzatoio d eve
essere circondato da un recinto p er ottener e la
vigilanza e la sor veglianza ig ienica ed amm in is tratiYa.
L o sviluppo di q uesto recinto è eli m etri 333
d i solo muro di cinta , n on contando cioè i tratti
occupati dal fa bbrica to ci vile, dal p eso e dalle latrin e.
Il tipo scelto è quello eli pi las tri di tram ezze di I 2 m m .
quale più eco nomico. Si è dato soltanto una sago ma ai
coro namenti dei pilastri per ottenere un m odesto e sem-
.· =l--. L___ ___ :
i-W
'
,l
j
l
Fig. 19. -
Pi anta delle ca mere filtranti .
J+° Camere filtranti (fig. I 9" e 2oa). -- L o sca ri co
d elle acque imm onde e pioYan e è provYi sto nel n. IS 0
media nte tubazioni apposite dirette a versarsi nel fi um e
Ellero. Prim a p erò eli q uesta immi ssione le acque Immonde, per ottenere un a notevole d epuraz ione, si
fa nno attraver sar e le camere filtra nti apposi te, si--~=~'·=
· ==:;=,=;=::s::==~~:;:::::s===·z:..
·' ::;:::::=:; 1
tuate in fondo al muro eli cinta a levan te. Condotte ~- J. J.
medi ante un unico tubo ovoid e raccoglitore le
-~.
1
acque eli rifiuto si Yer sano nell a vasc hetta eli de"'/ .;?
l
j
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l
posito preced en te al fi ltro. D a questa vaschetta
passa no sopra casse tte a g rati ccio metall iche, ripiene eli tor ba, la qual e trattiene le materie in
sospensione. Quindi formano un nuovo deposito
nella vasca sottosta nte da cui attrave rso un foro
nel di afra mma verticale salgo no nella terza vasca
e si filtrano per altre cassette ripi ene di to rba con
inclinaz ione opposta a quella d ell e p rim e, e fin a lmente d epurate si raccolgono nel tubo d i s ma ltim ento
per defluire nell 'alveo d el Yicin o Ell ero dalla spond a
si nistra .
Così ogni p eri colo eli contaminazi o ne d ell e acque d el
fi ume rim a ne elimin ato.
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F ig .
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Sez ione delle camere fi ltranti.
plice effetto esteti co nelle lung he e mo notone fil e dell e
singole cam pate.
17 ° Sterri e sdciature ed illum inaz ione. -- Si è p ure
previsto qualche moYim ento el i terra e la selcia tura d el
s uolo lungo i fabb ri cati.
Ma queste so no opere
d i poco conto e non
meritano molte pa role
di spiegazione. Così si
è contemplato la sp esa
d 'impianto di illum inazione d a farsi sia all' intern o che a ll 'esterno .
rino . E per ciasc un edifizi o ve nnero istituiti d ebiti raffro nti
pi anto no n è co nte mt)la to nel calcolo preventi vo totale
co n analog he costru zioni già eseguite con controll o di
d ell'am maz zatoio onde no n superare la somma a ll 'uopo
area e di cuba tu ra .
stanzia ta. E quando l'Amministraz ione potrà fare altri
Q uesto calcolo preve nti,·o, tralasciand o i conteggi
stanziamenti eli somm e, a ll ora senz'altro si eseguirà
parziali
, si può riassume re nel riepi logo p resen tato.
]'impianto dell a g hi acciaia ar tifi ciale e d ell e celle refri Da
questo
risulta che il costo d ell 'opera raggiun gegeranti all'uopo studiato (fi g . 2 I a e 22a) .
L' ubicazione di q uesto
impianto è s tabilita com e si
scorge nella plani metria generale al nord del l'a mm azzatoio. L 'ed ifizio comprende
la fa bbri caz io ne d el g hi accio
e le cell e refrigera n ti .
Dall e figure appare ch iara mente il relativo funzi oname nto e la disposizione dei
mecca nts m1.
Solo occorre notare che
per la g hiaccia ia si prese per
p roduzi one orari a di g hi accio la base d i 200 k g. , ossia
d i so quintali-area eli g hiacL __ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ ___ _L-+
. ~~~~==~~-LJ ~i~l~_)
cio al g io rn o.
La vasca d i congelazione
pot rà contenere I oo cassette
Fig. 22. - Pi anta dell a ghiacciaia e dc! fri gorifero.
el i lami er a zin cata per la
fo rmazione d ei p ezzi parallelcpipccli d i I 5 chil ogrammi
rebbe la somma an teced entemente stabilita in lire circa
(in
cifra to nd a Ioo .ooo lire) centomila, la qu ale, se si
d i g hiaccio ciasc un o.
riferi
sce all a popo laz ione d ella città di l\Iondo d, co rriLe celle refri geranti sono calcolate in base all a qua ntità
spond e al costo d i circa L. 5 p er ab ita nte, cifra mod esta
di carne d a conservarsi coll ' ipo tesi che si fa ccia un
in confronto a quell a d el costo eli analoghi edifi ci di
ri nno \'a me nto totale d i q ues te ogni 8 g io rni .
costru
zione recente.
È no to il mod o d i r affreddamento applicato.
Naturalmente
colle opere aggiunte ai num eri I 8 e I9 ,
Questo ,·iene effettua to per venti laz ione d 'aria secca
cioè
col
frigo
r
ifero
e g ltiacàaia artificiale e col binario
c pura, la quale vie ne raffreddata venendo a co ntatto
di raccordo colla ferrovia si av rebbe un au me nto di spesa
co n tu bazioni costantemente p ercorse d a liquido ma ntenuto
di L. 3o .ooo e eli L. 16 .ooo rispetti va mente .
incongelabile d a bassa temperat ura .
Conclud endo l' im pia nto totale non supererebbe le lire
Cioè si utilizza il fredd o prodotto dall' espansione di
centoc
in q uanta mi la aggiun ge ndo ilfi·igorifero ed il binario.
un gas (amm oniaca od acido ca rbon ico) fo rtemen te
Così
fin almente anche la città di Mondo\'Ì p ossederà
com pr esso .
fra
bre,·e
un ed ifizi o util e conforme ai moderni d etta mi
Fra le Case estere ch e eccell o no nella costru zione di
d ell 'ig iene e d ella tecnica sanita ri a, d a tanto tempo
q uesti im p ian ti co nsig li erei di scegliere la Ditta Escher
\\' yss e C. di Zuri go, e fra le Yari e Case itali ane la
Di tta d ella F ond eria d el Pi g none di Firenze .
I 9° Binario di
raccordo colla ferrovia. Fra i
d esiderata >> pe r un amm az za toio v'è pur quello di
po te r condurre direttam ente nell ' interno d el recinto il
bes tiam e a mezzo di tronco ferrov iar io.
Da verifiche e rili evo sul posto risulta ch e tec ni came nte è possibile form a re un racco rdo di bi na rio tra
la lin ea Bas tia-Mo nd ovì coll 'e ri gendo a mmazzato io, all acc iand olo precisa mente all 'uscita d el tunn el so tto Ripe.
<<
Opere aggiunte .
F ig.
2 1. -
Sezione della ghiacciaia e del fri gorifero.
I 5° FognailtTa . -- L a raccolta delle acque, sia p luv iali
che di rifiuto, si svolge in apposi te ca nali zzazion i seco ndo
le lin ee indicate nella p lanim et ri a generale.
D a ogni ed ifizio pa rtono bocche tte d i scari co con
chiusi ni idraulici e sifon i sopra tubi in cemento d i scarico
che s' innes tano late ralmente nell e condotte med iane, le
247
RIVISTA DI I NGEGNERIA SANITARIA
RIVISTA DI INGEGN E RI A SAN lT1\RIA
r 8° F1'igorì(ero. n ammazzatoio moderno d eve ave re p er compl eme nto necessar io l'i mpian to
della g hi acciaia artificiale e del fr igor ifero.
Q uest' impianto sussidiario ed em inentemente igi enico
fu anch e s tud ia to pe r l'ammazzatoio eli Mondovì.
P er ò siccome la qu estio ne fin anzia ri a incom be o vunque
prepotente nel limitare le spese, il costo di questo im-
20° Importo dell'impianto dell 'op er a. -- Il calcolo
p reve nti,·o d ell a spesa di questo amm azzato io p rogettato
Ye nn e fa tto in base a i prezzi a ttualme nte vig enti a T o-
desiderato .
Torin o,
12
febb raio 1906.
I ng.
PAOLO S ACCA REL LI.
2 U ESTIOf'll
TECNICO -Sf\N ITf\RIE DEL GIOR NO
l COLORI DELLE P A RE TI
E LE RIS ONANZE DELLE SA L E.
Abbiam o g ià parlato delle ricerche rece nti su lla mi surazio ne d ella ri sonanza d ell e aule e sui sistem i per determinare il ,·alo re di q uesto fenomeno acusti co . Di recente
si so no fat te altre misu raz io ni al ri g ua rdo, specialm ente
249
RIVI S T A DI I GEGNE RI A SAN ITA RI A
RI V ISTA D I INGEGNER IA SAN IT A RIA
per ciò che interessa il colore dell e pareti ne1 rap porti
colla ri sona nza.
Ch e il calore delle pareti e delle tappezzeri e abbia una
certa influ enza sull'a rm oni osità eli una sa la e sull e ri suonanze eli un am biente, è noto da tem po: pare anzi che
g li antichi el i ciò si fossero accorti e avessero talo ra modifica to le tinte degli a mbienti destina ti al culto, appunto
per ottenere una maggiore arm oni osità. Ma dei da ti
positi vi in merito noi non possedevamo. I dati si sono
r ilevati con esa ttezza di recente, a proposito delle mi surazioni di armoniosità delle g randi sal e pari g in e. Si è
visto così come le tappezzeri e di stoffa abbia no un grand e
potere di asso rbimento dei suoni , tanto da ridurre a meno
d i o,6 delle risuonanze che durerebbe ro senza tappez zeri a
un minuto. Evid entemente ques to smorza mento è di ve rso
per le va ri e vocali , ma il rap porto dell o smo rza mento si
ma nti ene ad un dipresso in q ues ti limiti. L e tap pezzeri e
eli carta ha nno un pote re eli assorbim ento assai min ore,
e non p roducono un effetto util e corri s po ncl ~ nte neppure
alla metà di quello determinato dall a stoffa.
In oltre non è in d ifferente che le stoffe d isposte a mo'
eli tap pezzeria siano addossa te all e pareti , o siano alquante
di staccate da queste : nel primo caso lo smorzamento
delle ri suonanze è assa i minore che non nel secondo,
perchè lo stra to d 'aria raccolta tra parete e tappezzeri a
agisce a mo' di un nu ovo smorzatore che associa quindi
la sua azio ne a q uella dell a stoffa.
Anche il calore ta nto della stoffa q uanto della ca rta,
ha la sua importa nza: i col ori chi ari s uona no meno dei
colori cupi , e il nero ha un 'azione parti colarmente elevata
nel determ inare lo smo rzamento dei suo ni. Il carattere
peculi arm ente cupo che ass umono i suo ni in talune chiese
si spiega app unto in tal modo.
È poi inte ressante, che la più picco la modificaz ione
nella d ispos izi one degli oggetti , basta per alterare i suoni
e determina re p rofo nde trasfo rmazio ni dell a ri suonanza :
ro mpere g li angoli, modifi ca re la fo rm a degli spigoli ,
modi ficare con mobili la capacità eli un determin ato
ambi ente, basta per fa r si che la ri suona nza sia profond amente e sostanzialmente modifi cata .
I dati num erici raccolti in prO\·e rece nti d imostra no
a questo rig uardo che basta no trasfo rm az io ni molto lievi
per dare risultati assai ril eva nti. Così, a mo' d 'esempi o,
una sensibile tela tira ta a metà eli u n am biente, e così
fatta da form a re soltanto un pa rzialissim o di aframma
d iviso rio, basta per modificare da o, 2 a o, 7 la risuonanza. A nche qui il valore no n è se mpre ug uale per
tutte le vocali , ma in totale la modi ficazi one ottenuta
pei d iversi suo ni si mantiene in questi limiti indi cati .
Q uesti fatti no n porgono an co ra no rm e assolute, adatte
a mod ifica re la ri suo nanza d egli a mbienti , e quindi il
loro valo re pra ti co è male dete rminabil e : pe rò è indu bbio
che essi hanno la loro importanza, e che in effetto si
può riusc ire co n piccoli ripieghi e senza mod ifi ca re sosta nzialm ente la form a e la capacità el i un a m biente, trasfo rmarn e le ri suonanze.
K.
alla loro fun zione, e la calce (che è la sostanza pitl economica pel trattamento chimi co) no n risponde assolutamente all o scopo pel q uale viene im p iega ta.
L A DEP UR AZIO NE BI O L OGI CA
D EGLI STABILI MEN TI
P ER
LA
DISTILL AZI ON E DELLE BARB ABI E T O L E.
Il R olants dell 'Istituto P asteur di Lill a, che si è occupato a lungo della de purazi one biologica, in rapporto
specialmente agli stabilim enti industriali , pu bbli ca nel
numero eli maggio della R evue d' lrygiène, un breve studio
sull 'appli cazi one di questo metodo alla depuraz ione dei
clistillifici di barbabi etole.
Si sa come le Yinaccie che res iclu ano dall a di stillazio ne dell e ba rbabi etole, sono troppo poco ricche di materi ali nutriti vi, pe r essere utilizzate nell 'alimentazione
del besti ame : e per g iunta questa utilizzazione è resa
ancor pitt im possibile, dalla presenza di acido solfo rico.
Al più esse ser vo no come ing rasso, in virtù della notevol e q ua ntità di azoto e eli fosforo che contengono.
Ma l'impiego agri colo di queste vinaccie non è fa tti bile che in un certo num ero di casi: in molti altri
bisog na ce rcare di evacuare in perdita q uesti rifiuti , in
modo rapido . .Metodo assa i sempli ce, sarebbe q uell o eli
versa re 1 ma teriali stessi nei corsi d 'acqua, ma la legge
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F ig. r. -
P ia no dell ' inst a llaz io n e .
a ragio ne vieta q uesta p rati ca, considerando le vinaccie
come ri cche di sostanze putrescibili , e q uindi non pri ve
eli peri coli pei co rsi med esimi .
A nche i metodi el i depura zione chimi ca, che del resto
non sono i più econo mici , non ri spo ndono fin o ad oggi
F ig. 2. -
Sezio ne A B. E ,·ac uaz io ne in B.
Si è per q uesto tenta to logicamente d i ap plica re a nche
alla depuraz io ne di q ueste sostanze il metodo biologico,
e Rolants a Lilla ha fa tto senz'altro dell e prO\·e all a no ta
stazione dell a Maddalena, ope rando dapprim a su piccoli
yolumi . L e acq ue soggiorna va no prim a in un a fossa
settica, indi subito du e co nta tti su letti aerobici per d ue
ore, e fini,·ano co n un te rzo ed ultim o co ntatto .
Le numerose a nali si chimi che eseguite in tutti i momenti del processo depurati vo, climostraYa no che nell e
fosse setti che residua mente si ave \·a fo rm azio ne eli am moni aca, che poi è a ttivamente nitrificata sui letti batterici. Meno rapida mente si fa in vece la ossid azio ne dell e
sosta nze o rganiche terna rie.
R ola nts consig li a in prati ca eli in stalla re così la depurazione bi ologica eli queste acque eli rifiuto.
Sup posto di dove r depurare 400 mc. d i vinaccie al
g iorno si diluira nn o queste con acq ua in ragione d i
4 volte il lo ro volume. Diluite in tal modo abbonda ntemente, saranno ve rsa te in un g rande bacino costru tto
emplicemente in terra battuta o ve esse spo ntaneamente
subira nno una ferm entaz ione alcalina, mentre si sba razzerann o dell e materi e sospese. Il bacino dov rà contenere circa il li q ua me di 5 g io rni di lavoro, e ciò pe rchè
essendo abbon da nti le fa ng hig li e d epositate dall e vinaccie, bisogna im pedire che la fang hig lia abbia a ri empire rapidamente la vasca eli raccolta e eli seclimentazione. R ola nts per accelerare la fermentazione alcalina,
consio lia d i metter sul fond o un po' di concime.
In "'G H (fig. I ) si po rra nno delle sba rre in legno
per trattenere al fond o il fango e i materiali gall egg ia nti .
L e acque ferme ntate, uscirann o d al bacino per mezzo
di un a pposito canale e cadranno in un canale che le
porterà in un distri buto re inte rmittente. O ccorrerann o
trenta ser batoi capaci eli 8oo litri con sifoni a cacci ata
automati ca. Q uesti sifoni , ad adesca mento auto mati ci,
funzionerann o ogni quarto d 'ora e si vuoteranno in un
minuto.
I letti batteri ci avranno 100 m. eli lung hez za e I O
di la rg hezza, e sa ranno form ati el i scorie eli volum e va ri o
disposte a stra ti in tal modo : (scori e g rosse m. o, 2 5 ;
p iccole m. o,5o ; g rosse o ,2o; piccole 0.4 5; g rosse o, I 5,
piccole 0.4 5. L e p iccole av ranno alm eno I cm . eli lato
e sa ra nno ben lavate e pri ve eli te rri ccio e eli polve re.
Non occorre rà che i letti sia no delimita ti da muri in
murat ura : baste rà un sem pli ce rilievo di terricc io a
scar pata: in tal modo l' insta llazio ne si presente rà anche
più economica. Ove poi fosse necessario (nel caso di
scarsità di acque industri ali) è faci le d ispo rre
le cose pe r mod o che. q ueste acq ue siano novellamente ri p rese per se n ·ire a ll 'ulteriore lavaggio di altre barbabi e tole.
Noi ab bia mo ri ass unto pe r somm i cas i questi
d ispositi,·i: certo è che seco nd o R olants l' installazione si presenta eco no m1 ca e el i perfetto funLEo.
zio namento.
NOTE YI\AlT(fJE
PRO\'\ ' ED D! El\TI LEG IS L A TI\'I
PER L E CASE EC0:\0 \IT C H E I N F RANC IA .
E sta ta pubbli cata la nu o ,·a leggin a fr ancese, co mp le tante
la legge 1894 s ull e case eco no mi ch e .
La n uo ,·a legge po rta q ues ti a rti coli imp o rtan t i :
A rt. 5· - I van tagg i co ncess i d all a p rese nt e legge s i ap pl ica no a lle case destin a te ad ab itazio ni coll etti ve, q ua nd o il
,·a lo re rea le loca ti vo d i ciasc un all oggio no n oltrepassa, al
m o me nto d ell a costr uzione . la cifra fissata per ogni Co mun e
e per cin q ue a nni da un a Co mmi ss io ne che ha sede n el cap olu ogo d ipa rt ime ntale .
Q uesta c ifra no n può esse re superio re a l mass imo d e te nni nato q ui, nè infe ri ore a p iù d i IJ 4 di qu es to m ass im o:
r• Co muni co n me no d i roor a bita nt i, L. 140 ;
2• Co muni da roor a 2000 ab ita nti , L. 200;
3° Comuni da 2001 a sooo a bitanti , L. 225 ;
4° Co mun i da 5001 a 30.000 ab ita nti e ba nli euedei Comuni
da 30 a 20o .ooo a bi ta nti (ragg io di ro km .), L. 250;
s • Com uni da 3o.oor a 2oo.ooo ab ita nti e ba nli eue de i Comuni o ltre 2oo .ooo a bita nti e gra nd ba nli e ue di P arig i (ragg io
d i 15 km .) , L. 325 ;
6• Pi ccola ba nli e ue el i Par ig i ( r5 km. ), L. 400;
7° Co muni d i o lt re 200.000 a bita nti , L. 440;
S• P a ri g i, L. 550.
be nefi ci d ella legge son o acq ui s iti , pel se m p li ce fatto che
la des tin az io ne prin cipale d e ll ' immob il e è q uell a ap punto d i
ab itaz io ne a b uon m erca to, e no n si a ppli ca no se no n alle
pa rti d ell ' imm o bil e realmente a di b ite a ciò.
A nche le case in d ividua li potra nn o benefi cia re d i q uesta
legge, se il lo ro va lo re locati vo no n supera d i o ltre un q uinto
il p rezzo dete rmin ato da ll a Co mm iss io ne.
I g ia rd ini d i cin q ue are, a nn essi a lle cost ru zio ni , sa rann o
co nsidera ti co me di pend enze delle case, pe r gli effe tti d i legge .
Tutte le case co m p rese in qu esta legge so no ese ntate dall a
tassa fo ndi a ri a e da q uell a s ull e fi nestre e s ull e po rte e ciò
pe r d odi ci anni , pa rtendo dall 'e poca in cui la casa è stata
te rmin ata. Però il be ne fi cio cesse rà, q ua lo ra essa pe rd esse il
ca ra ttere , pe l q ua le è consid e rata dall a presente legge.
La legge ino ltre determin a tutte le m oda lità che rig ua rda no
l' ap pli caz io ne dell a legge stessa.
K.
ESP LOSION I DI MISCELE DI GAS D ' ILLU M INA ZI ONE
E D'ARI A.
H op kin so n ha co muni cato a lla Società R ea le d i Lo nd ra d e i
da ti im po rtanti into rn o alle es pl osio ni d ell e mi scele di gas
illumina nte e d ' aria . L'esplosio ne de ll e mi scele o m ogenee d i
gas d i illum inaz io ne e d'a ria a lla p ress io ne e a lla tem peratura
RIVISTA DI I
RIVISTA DI I GEGNERIA SA 1 ITARIA
GEG ERIA SANITARIA
a tm os fe ri ca, fu stud ia ta pe r m ezzo eli te rm o m et ri a res is te nza
eli p lat in o, pos ti in pun ti cJi,·ersi ne i rec ip ie nti el i esp los io ne .
Ogni te rm o me tro ri s ulta,·a eli un fil o eli pl at in o nud o eli 5 em e.
eli lun g hezza co n un diametro el i IlL OOo el i po lli ce , pos to in
seri e con una bat te ri a a po te n zia le, co nsi s te nte in un ga lva no m e tro a rifl ess ion e a co rti pe ri o di , la c ui cJe,·iazio ne è regis trata fo t ogra fi ca m e nte s u un ta m b uro g ira nt e . Su ll o s tesso
ta mburo è pure regis tra ta la press io ne d e l gas . Se la fi a mm a
a rri,·a al fil o s i h a una fo rte e ]e ,·az io ne eli res is te nza, do nd e
si p uò, con o pp o rtun e co rrez ioni , o tte ne re la rap idità co ll a
qu a le i gas s i co mbin a no attorno a l fil o.
Segue nd o questa ,·ia l' autore cita to ha fatto num e rose pro ,·e
c he lo ha nn o co nd o tto a q ues ti ri sultati : una mi scela eli 1 vo l.
eli gas e 9 el i a ri a la fiamm a s i pro paga a pa rtire da ll a sc in tilla , in mani e ra irrego lare, ma a ll a ,·eloc ità eli 150 cm. pe r
seco n do . L a te mpe ra tura arri,·a fin o a r2oo'' : indi per la co mpress io ne adiabati ca d e l gas essa pu ò arri ,·are fin o a 1900° ,
tanto che il filo d e l te rm o me tro fini sce g e ne ralm e nte co l fo nd e re. Com e s i ,·ecl e, le diffe re n ze te rmi c he c he s i ha nn o pe r
ope ra d e ll 'es pl os io ne s o no mo lto ri] e ,·a nti ne i Ya ri m o me nti.
Se la mi scela eli gas è pi ù diluita ( I ,·ol. gas, 12 aria ) la propagazione d e ll a fiamm a è più le nta e d a nche in mod o d iffe re nte s i co mp o rt a qu indi la co mbu s tion e e la conseg ue nt e
e levaz io ne te rmi ca.
Su quest i co mpo rt a m e nti d e ll a mi scela gasosa esp lo d e nt e
l'A . ha fatt o num e rose e u n ·e g rafi che .
E
s ue s fe re, azio nate dalla ruota rnisura tri ce, il co ns umo d'acq ua
in re lazione a lla ,·eloc ità della ruota s tessa.
Il co ntatore s i compo ne del la sca to la infe ri o re (fi g . 2) , ne ll a
qua le s i mu o ,·e la ru o ta mi s urat ri ce, e del la scat o la s upe ri o re,
a v,·itata su ll a pr im a (fi g. 1). che porta
il m eccani s m o eli tras mi ss io ne del m o vim e nto e d il quadrante .
L e sca to le so n o e ntram be in bro n zo .
La ru o ta mi surat ri ce, è, co n1 e già
s i è eletto, in e banite. Com e è n oto,
l'eba nite ha una densità eli po co s upe ri o re a qu e ll a d e ll ' acqua , cos icc hé
pu ò seguire m o lto fa c ilme nte tutti i
p iù p icco li mo ,·im e nti d e lla co lo nn a
d 'acqu a senza che l'alb e ro d e ll a ruota
a bbia so,·erc hi o sforzo ne i c usc in etti.
L' eba nit e po i s i co ns um a poco e no n
può ess e re intacca ta nè d a li 'acq ua nè
Fig. 2.
dalle sos tanze c he questa pu ò e \·entu a lm e nte co nten e re in so lu zione. L a
cos tru zio ne del co nta to re è se mpli ce, q uindi - fac ili ss ima ne
ri s ulta la m a nute nzio ne; infin e ogni pezzo p uò ve nire ri ca m bia to dire tta me nte s ul posto .
L e dimensioni so no va ri e e s i hann o ti p i pe r tuba zio ni el i
ro mm. fin o a 200 mm. el i di a m e tro .
:\Io lte c ittà in Ita lia usa n o questi co ntatori che funzi o na no
soddisface nte m e nte .
R eo.
CON TATORI
1\ECENSIONI
PER ACQ A A R UO TA :'lfiS U RATRICE Il\ EBAKITE
PROPOSTI DALLA DITTA
R OSEN KR ANZ DROOP DI HA:'\:'\0\'E R (I ).
co nta t o ri, che fi g ura no ne lla E s pos izione Inte rn azio na le
el i ì\fil a no, sono a qu ad ra nte asciutto, tipo che be ne ri s po nd e
ne ll a pratica.
Essi ,·a nn o class ifi ca ti tra i co ntato ri della ,-eloc ità ; la lo ro
cos tru zion e è ve ra m e nte s pec ia le e la quantità d'acqu a, c he
passa ne ll' a ppa recc hi o, è mi s ura ta da l num e ro eli g iri della
Fig. I.
ru o ta in eba nite (fi g. 2) e d arri,·a a cl essa a m ezzo eli o ppo rtuno tubo ch e la g uida sotto for ma eli uni co ge tto; qu es t ' ultimo è g uid ato in m odo d a esse re tan gente a ll a c irconfe re nza
d esc ritta ne l g iro d a ll a ru o ta mi s ura tri ce. li qu a dra nte po i,
le c ui indi caz io ni so no eli faci le le ttura , reg is tra a m ezzo d e ll e
( r ) R a ppresenta ta pe r l' !tal ia d a l s ig-no r Ado lfo F e rrari cl i
Milan o .
A. H F.RZ : Cna combina::ione della luce .Vernst e Auer . -« Zeit .
f. Beleutun g », 7 , 1906.
L ' 1\. ha ri so lt o un prob le m a el i g ra nd e imp o rtanza tec ni ca
e eli g rand e inte resse pratico , pec ia lme nte dal pu nto el i \'ista
d e lla eco n o mia.
Si co nosce che un a so rgent e lumin osa te rmi ca cos ta ta nto
me no qu a nto più è e leva ta la te mp e ratura asso lu ta d e lla sorgente. li m ass im o el i ra diazion e si s pos ta g rad o a g ra d o eli
lato alla p a rte ,·is ib il e d e ll o s pe ttro, a m a n o a mano che la
te mp e ra tura sale, e ne llo st esso te mpo sa le l' inte ns ità luminosa to t a le d e lla la mpad a in progress io ne maggiore eli un a
sempl ice progressione ari tm e ti ca. Cos ì, q ua nd o, ad es., la
te mpe ra tura del platino sa le d a Soo 0 a 820°, il po te re lumin oso
au m e nta più che d e l d op pi o, e a n a loga m e nte se la t e mpe ratura di un co rpo c he s i trova in ca nd esce nte al bi a nco è portato d a I a 2, l' inte ns ità lumin osa c resce da r a 2 12 , ossia
da I a 4000.
Co ll e fiamm e o rdinari e è imposs ibile s upe rare 1 Soo 0 -2 ooo 0 •
e pure co i becc hi Aue r no n s i ri esce a sorpassa re certi limiti
ne ll 'eco no mi a de l mate ri a le co mbure nte. In,·ece le co rre nti
e le ttri che pe rm e tto no di a um e ntare se ns ibi lme nt e la te mpe ratura dei co rpi. Un becco Au e r , o un becco a na logo fo rmato
di oss idi m eta lli ci, è un iso la nte e le ttri co assa i buono a te mperatura bassa, e cJi,·enta me n o buono, ma pur sempre buono,
quando è portato a l ca lo re rosso .
H. utilizzò ques to fatto, scald a nd o un filam e nto co n un becco
a gas, e fo rm a nd o a l fi la mento un a co rre nt e e le t trica di inte ns ità ada tta , così c he il fil a me nto aum e nt a la sua te m peratura sotto l'azio ne eli un a co rre nte e le ttri ca . Il re ndim e nto
lumin oso s i trova in ta l mo d o au me ntato in m odo co ns id e K.
ra bile .
D ejmra::ione delle arque di .fogna a Sa ratoga Spring-s (Stati
Um'ti ). - << Engin ee rin g ì\e\\·s », 1905.
Dopo el i <x e re indi ca t o i m e todi el i mi s ura impi ega ti pe r
va luta re l'appo rt o d e ll e fog ne l ' A. cl esc ri,·e i dive rs i ]a ,·o ri che
!>,
com porta l ' impi a nto: o ffi c in a d 'ele vaz ion e , i « septic tank s
il loro fu nzio nam e nto e cos tru zio ne, l'ae ra t o re, 1 bac1111 hltranti, lo ro fun zio na m e nto e costruzione. T e rmina ripo rta nd o
i risulta ti o tte nuti d a l mese di lu g lio 1903 e t e rmin a dand o
qualche c ifra d 'explo ita ti o n. l se pti c-ta nk s in num ~ r o di quattro
han no un a capac ità total e di 4500 mc.: so no ch1u s1 da vo lte
in calces truzzo ri cope rto di terra e riposa nte s u pilas tri in
calces truzzo. Ciascu no di ess i mi s ura 28 m e tri el i lun ghezza ,
co n u na pro fo ndità eli liquid o di circa 2,-to . Q uest o liqui do
entra e so rte acl 1,40 c irca d a l fo nd o, soggiorn a da I O a r 5 o re
ne l bac in o e vi a bbando na circa il 65 OJO eli ma te ri e so lid e
d i cui è ca rico. l septi c ta nk s so no alimen tati da un a co nd o tt a
eli 27 oo m etri co n di a me tro di 0, 40 . ove l'a cqu a ,·i è spi nt a
da 5 me tri di a ltezza, in rag io ne d e ll a s itu az io ne d e i te rre ni
sabb ios i scelti pe r s tab ilirv i i baci ni filtranti. Tre po mpe ce ntrifug he e le ttri c he dire tta m e nte acco ppiate a tre m o t ori di 20 kil o \\'a ts e m esse in m ot o a utom a ti co serv o no a qu esta a lim e nt a zio ne . So no a zio na te da ll a co rre nt e eli una o ffi c in a ,·ic in a e
posso no re nd e re 45 m c. per o ra. L' aeratore , so rta di fo n tana
a cascat a c he di vid e l' a cqu a pe r a um e nt a re il s uo contatt o co n
l' aria . fa seg uito ai septic ta nks. Eg li fa passare d a o a 70,4
la pe rcen tu a le d i sa turaz io ne in oss igen o d e l liquid o (perce nt ua le rid o tt a d' a ltro canto a 40,4 a i bac ini filtranti ). Dall 'ae ra to re il liquid o passa a i ba cini filtra nti pe r l ' inte rmezzo eli una
ca me ra eli di s tribu z io ne. \'i so no ,·enti baci ni fi ltranti. C iascu no
el i ess i occupa un a s up e rfi c ie di c irca 0,40 e ri ce,·e in m ed ia
quat tro ca ri che eli ISO m c. cl' acq ua a l gio rn o. I septic tank s
n o n furono an cora n10tati. L a qu a ntità di mat e ri e so lid e che
ess i conte ngo no diminuisce in esta te in seg uito al di sgregamento di qu es te m ate ri e. Occupm·a ne ll 'a pri le 1904 il 44 010
d e l vo lum e d e i s e pti c tanks , il 2r 010 in agosto e d il 25 OJO
ne l genn a io 1905 . Circa 500 tonnellate eli mate ria le penet rarono ne i se pti c ta nks d o po la lo ro m essa in az io ne : I 7 5 ne
so no usc ite a ll o s ta to eli di v is ion e sott ili ssi ma (eli c ui 5 so la me nte d O\·ette ro essere ri sc hi a ra te d a i filtri ) : 225 sono state
liquefatte e 100 ,.i dim o ran o dall a data d e l 1 o ge nn aio 1905
in g ran pa rte a ll o s ta to di sc hium a.
L ' impi a nto è cos tato 866 .ooo fra nch i e la s pesa a nnu a le è
D. BE.'I.
el i c irca L. r6. ooo .
F. ì\f1 CHOTTE: Studio teorico e pratico snll'incendio. Dunod, 1906 .
C h arles
ì\o n è il prim o trattato s ugli in cenclii , m a in d ubbi amen te
in ~'oc hi trattati d e l gene re, co m e in qu esto (d e nso eli 563 pag in e e di 135 fi g ure) è raccolto tanto e così ri cco mate ria le.
Il tra ttat o è diviso in quattro parti . U na prim a tra tta dell e
ca use di in cendi o, d e ll ' illumin az io ne ag li auto mobili , d egli
e ffe tt i cl e ll ' in ce ncli o, d egli agenti eli estin zion e. Li na seco nd a
pa rte s tudia i m ateri a li res iste nti a l fuo co, i m otivi pre,·en t i,·i
co ntro g li in ce ndi , i m a t e ri a li eli s pegnim e nto.
J n un a t e rza pa rte s i tratta d e ll e appl icaz io ni che s i fa nn o
e s i d ebbo no fare ne ll e dive rse co ntin ge n ze eli qu es ti me to di
pre,·e nti,·i co ntro g li in cendi.
F inalme nte in un ultimo ca pitolo s i pa rla d e lle officine class ifica te e d e ll e precauzion i pa rti colari che pe r qu est e s i d e bbo no fare.
Il libro scritto chi a ra m e nte e indirizzato agli in gegne ri e
E.
ag li indu striali no n pu ò no n esse re pro fitt e ,·ole.
PIERO X: I terremoti. -
« R ev ue Scientifiqu e », \', 9, 1906 .
11 P. d e di ca a i te rre moti un b rillante a rti colo ne ll a R evue
Scientijique. Che cosa s ia un t e rre m o to è fac il e defin ire, dice nd o
se nz'a ltro c he è uno sc uotimen to d e l s uo lo, un m ov im e nto
o ndu lato ri o o qualcosa eli s imile : p iù diffic il e pe rò è e ntrare
nel l' intima natura d e l fe no m e no . Il P. s i so/fer ma s u qu es ta
p robab il e na tura, e tra tte d e lla c ros ta te rre na, d e ll a press io ne
che s u eli ess a s i ese rc ita, s ull e scosse che questa sco rza s ubisce, e se pro pri o no n c i d à la chi a ,·e del fe no m e n o terrem oto, ne par la pe rò brillante m e nte e sap ie nte m e nte. Jn q uesti
tempi, ne i quali i te rremoti to rnano d i mod a e i fe no m e ni
te lluri c i s i fa nn o sentire un po ' o nmqu e, lo s tudi o s inte ti co
eli P. sarà co ns ultato co n p iace re e co n util e.
K.
A. \ \ 'EBE R: L 'illmni na::ione. -
P a ri g i, H. Dunocl, 1906.
L e le tte ra ture sc ie ntifi che strani e re s i a rri cchi scon o in m o d o
sorp re ndente di o pe re che ha nno ra pp o rto coll a tecn o log ia sanita ri a. Il \\· . ne par la con co mpe te nza : d e putato, re lato re a ll a
Cam e ra s ull e qu es ti o ni d e l gas . co nsigli e re muni c ip a le eli P ari g i. in mo lte occas io ni eg li ha dovuto occ up a rs i eli illumin a zio ne e il ,·olum e ri sen te infa tti l' impronta pe rso nale d e ll ' uo mo
ch e d e lla qui s ti o ne ha una ,·era co nosce nza tec ni ca .
Il volum e p assa a n zitutto in rassegna tutti i va ri me to di eli
illuminazi o ne, d a ll 'a nti ca n o bile candela e dallum ic in o a o lio,
in s in o a ll e re ce nti la mpad e a os mi o o a ta ntali o. Inte ressante
è la 5t o ri a d e ll ' illumin az io ne d e ll a c ittà di Pari g i, d e ll a q ua le
ha un a co noscen za minuta e ,·era m e nt e a ne dd o ti ca : e questa
s to ria potre bbe esse re assai is trutti,·a a nche pe r a ltre c ittà,
c he p iù d i una ,·olta s i so no trO\·a te in lotta co n le S oc iet à
d e l gas .
In ultim o l' A . studia la qui s ti o ne d e ll ' il lumin azione pubbli ca
d a l ·. p unto eli ,·is ta soc ial e e d eco n o mi co. Soste nito re s tre nu o
d e ll a reg·ìa dire tta d e ll ' illumin az io ne, egli po rta in camp o tutti
gli argom e nti che d e po ngo n o in favo re clelia diretta muni c ipalizzazi o ne d e i servi zi eli illumin a zi o ne, e le rag io ni so n o
pe rsuasi,·e.
S e quindi il volum e pe i rapp o rti tecni c i no n può ne ppure
lo nta namente co mpe te re con altre rece n ti p ubbli caz io ni frances i d e l ge ne re, ne i ra pporti eli questi lati socia li e pubblic i
d e l probl e m a cl e ll' illumin azione è inv ece ri cco eli docum e nti.
Ing . BRENTI.'II.
S. ì\fECJ\'IER: La xeologia in viaggio. -<< R e,·ue Scie ntifi que »,
m aggio 1906.
No i non a bbiamo ne ppure lo nt a nam e nte la pretesa di ri ass um e re il bello scritto eli ì\I., ma vogliamo indi ca rl o no n so lt a nto a quanti tra i nostri le tto ri , che pe r rag ione di studio o pe r
dil e tto s i occup a n o di geo logia , m a a tutti qua nti cre d o no a
bu o n titol o ch e la co ltura g eo logica è incli s pe nsab ile pe r l'i g ie ni s ta , s ia esso m edi co o in gegne re .
:'11. dà in succi nto tutte le n o rm e utili pe rch è le passegg ia te
fatt e a ragion e eli s tudi o ri escano pro fi cue. In segna quindi
co m e s i fa un a co ll ez io ne min e ral ogica, com e si pre para no, s i
raccolgo no e s i o rdin a n o i camp io ni eli roccie , ecc. E tutto c iò
no n in un a arid a es pos izio ne sc hemati ca se n za s ign ifi cato e
senza s ugo, m a in fo rm a a ltame nte pi acevo le e brillante, e le
lo ro pa ro le racc hiud o no dire tti insegnam e nti eli geolog ia. Ce rto
è che è prezzo d e ll ' opera conosce re qu a nto il :'II. scrive , e
qua nd o lo spaz io lo consenta n o i trad urre m o pa rte alm e n o d e lK.
l' utilissim o sc ritto.
M. J c iLLERET: L e abitaz ioni uTbane. -
« Géni e c iv il », 1905 .
M . Juill e re t ripre nd e nd o lo s tudi o di uno d e i pro ble mi più
co mpl essi delle g ra ndi agglo me raz io ni , quello delle ab itaz io ni ,
h a espos to d e i des id e rata di cap ita le importa nza rigu a rd a nti
la di s tribuzion e dell'mia e d e ll a lu ce ne ll e case c itta din e . R e nd e ndo o m aggio al l'ope ra co mpiutas i da m ezzo secolo in qu a,
s i ra mma ri ca che uo mini e min e nti , i qu a li ha nno e lab o rato l ' ultim o rego lamento sanita ri o d e lla città eli Pari g i , abbian o indi etreggiato avant i a ce rte rifo rm e d e lla p iù alta im portanza . S e n za
spingers i ta nt o o ltre co me il Trélat, c he vorrebbe ch e le vie
pubbliche av<"ssero una larghezza a lm e no egua le acl una vo lta
e m ezzo l'a ltezza d e ll e case, l'A. s tim a c he qu esta a ltezza non
RI VISTA DI I NGEGNER IA SANITARIA
debba ecced e re la la rghezza d e ll e vie su ll e qu a li esse so no
cos truite o di q ue ll a dei co rs i c he cost eggiano . Dopo eli a\·ere
ricordato l'az io ne benefica de i ragg i sola ri , messo in vis ta
le proprie tà chimi che e b io logic he d e ll ' a ria e la po te nza profilattica d i fr o nte ai microbi patoge ni , egli d im ostra in seg ui to
la dec rescenza d ell a tub e rcolos i co ns tatat a d a ve nti a nni in qua
in Inghi lte rra , 0\·e l' A uto rità ha in co ragg ia t o con ogni m ezzo
l' es te nsio ne d ell a popolazi o ne in s u pe rfi cie . Si basa su d i una
tavo la 0\·e ha d esc ritto la marcia e la riparti zio ne d ell a tube rcolosi a i diffe re nti piani d e ll e abita zio ni pa ri g ine e conclud e
pe r la necess ità di fa r pe net ra re la lu ce fin o al fondo di tutt i
i luog hi ab it ati .
no de i principal i mezzi pe r pe n ·enin·i sarà di preocc upars i nell o stud io de l tracciato eli tutte le ,-ie nu o ve , d ell a
o ri e ntaz io ne (possibilme nte nord- s ud ) donà ugua lm ente favorirs i la conservaz io ne o lo s tabi lim e nto eli g iardini permane nti.
In o ltre e m e tte il voto eli ved e re le cucin e ed i sottos uoli co ns id erati come ab itaz ioni e sott oposte a ll e stesse obbligaz ion i
circa il c ub o cl ' aeraz io ne , ve ntila zio ne , illum inaz io ne. Domanda in o ltre c he la copert ura de i co rtili s ia rigo rosa m e nte
inte rd e tta .
Ma lgrado le presc rizi on i che regolano la costruz io ne d ei co ndotti d e l fumo l'a uto re dim ostra che ne ll e vecc hi e case co m e
nell e nu ove qu este s iano pressoché illusorie: reclama dai pubbli ci pote ri misure as sicuranti l' impe rmeabilità perfetta e l ' indipe nd e nza assoluta d ei tu b i fumiferi tra,·ersa nti i locali a bitati ,
e la lo ro ve rificaz ione pe r m ezzo eli a ppositi a pparecchi.
D.
BEN .
L a produzione della Luce 1·ossa nelle Lampade a vapore di
m e1•awio .
L ' ostacolo più se ri o c he si oppo ne a ut ili zza re industr ia lm e nt e le la mpad e a m e rcu ri o s ta ne ll 'asse nza di raggi rossi
ne llo spettro eli queste lampade , donde le tinte cadaveriche
che assumono le pe rso ne. I te ntat ivi fatt i ha nno dato s inora
ri s ult at i m ed ioc ri nel senso eli mi g liorare le la mpad e.
Ora Gehrke e Baeye r ottenne ro la luce rossa a nch e con lampade a m e r curio , rimp iazza nd o g li e le ttrod i eli mercurio co n
a ltri fo rmati d a una amalgama eli zi nco in u n ' ampolla eli
quarzo amo r fo. La lu ce (lampade a r ro volts) è assa i più pross im'l a ll a lu ce d iurna: se vi si aggiunge de l soclio a ll a lampada si m ig li ora ancora la luce. Coll 'aggiun ta d e l 10 010 eli
bismuto s i imped isco no le rotture faci li .
L a lampada non è anco ra utili zzabil e indu s tri a lm e nte : ma
la ri soluzio ne de l proble ma è pross im a.
K.
S. iVIErSE LS:
billo. -
I L valore del sistema a box uegli ospedali p el 7nor<< Hygie ni sche Runclschau », r2 , r9o6.
l le tto ri d ell a Rivista conosco no in che cosa cons istono g li
os ped a li a box per bambi ni , e in ogn i caso ne troverann o una
be ll a d esc rizion e a proposito d ell 'ospeda le pe r bambini d i
Be rn a , d e l qual e abb ia m o pa rl ato nel 1905. Ora ì\1. riporta
varii dati e dive rse in d icaz io ni in m e rito a i risultat i pratici di
qu es to s iste m a, specia lm e nte in con sid e razion e de ll a s ua importa nza p ra ti ca co me m ezzo profilattico da seguirsi negl i ospeda li eli form e infe ttiv e per ba mbini. Alcuni dati st a ti s ti ci che
egli porta a corrobo rare il s uo asse rto, so no la migli o re di mo strazi o ne c he i rip a rti a box costituisco no un ott im o s is te m a
eli d ifesa contro le ma lattie infe ttive neg li os pedal i eli is o lam e nto.
B.
Progetto di Sanatorio a S emmer ing· (Austria). Civ il >> , 1905.
« Gé ni e
Il ro fe bbra io de ll ' an no scorso M. vo n t\ e um a nn te ne ,·a una
co nfe re nza acl u n g ruppo eli a rc hite tti a us tri ac i sop ra un progetto d i Sana torio che pot rebb e esse re inn a lza to a Sem me ri ng·
a r ooo m. d i altezza ed in prossimità relati,·a di Yi e nn a. L'A.
parago na il San a tor io eli D avos (Sv izze ra), che o flre sem p li ceme nte c ure d i al titudin e e sole , come qu e llo di idro te rap ia d i
Drescla co n i s uo i pacligliò ni eli rip oso , bag ni-cl occie di tutte
le so rta e eli tutte le te mpe ra ture, la s ua e le ttro te rapia , ecc. ,
a l suo progetto c he riunirebbe i du e ge ne ri eli tra ttament o .
L e cond izio ni climati che a S e mm e rin g so no co m p le ta me nte
favo re ,·o li , il luogo am e no , la te mpe ra tura re la ti\·a m e nte m e no
,-aria bi le che a \'i e nna e ne intran•ecl e q uindi i vantaggi che
po tre bbe proc ura re un o s tabi li mento cos truit o in qu es te co ndi zio ni.
D. BEN.
JO H"': Sulle oscillazio ni d'intensità dei r aggi ult7·a v ioletfi nella illuminazio ne uaturale. - « Che m. Zeit. >>,
67 , l905Con i m etod i adatti al la mi s uraz io ne d e i raggi ultrav io letti
l' A . ha po tuto rite ne re che la lo ro inte ns ità d 'azion e non elipe nde soltanto dalla dura ta d ' in solazio ne , ma a nco ra da a ltri
fattori (u m idità , temperatura d ell'aria, e, in gene ral e , condizio ni climatich e var ie) . Ce rt o pe rò nei pe ri o di eli insolazio ne
dire tta s i ha la m ass im a quantità el i raggi ultrav io le tti. Ciò special m e nte quand o la te mpe ra tura, nell e zon e insolate , è el i 30o:
se la temperatura scende a 2o'' la qu a nti tà di ragg i ultra ,·iole tti sceme e norme m e nte.
1-\. .
SEBEL IEX
E. P I L ATTE: La sterilizz azio11e dell'a cqua coll'ozono. Saggi
di una applicazione alle acque potab ili di Aizza . - << Renw
S cientifiqu e >>, I , 1906.
P. s i occ upa d e l s uccesso cl e ll 'ozo ni zzaz io ne d ell 'acqua potabil e a Kizza , de ll a qual e la Rivi sta ha ampiam e nte parlato.
C i lim it iamo qui a fa re cenn o di ques to rapporto pa rt icolareggi a to, c he è a nche l'e logio pi ù comple to ch e s ia s tato fatto
de lle app li cazio ni prati c he d i ozonizzazione .
Ce rt a m e nt e l'ese mpi o di N izza è tra i p iù in coraggia nti e
pe rs ua s i,·i e m e r ita di esse re studiato .
E.
f\PPUNTI TECNICO-LEGf\Ll
Acque private - Presa - Servi tù - Impossi bilità di esercizio
per fatto naturale Fondo dominante - D irit to del proprietario a farla risorgere .
S e pe r effetto eli u n m ov imento tell uri co sias i reso imposs ibi le l'esercizio el i un a serv itù el i presa d'a cqu a, il propri et a ri o d el fondo , c ui è do vuta la sen·i tù , ha il diritt o eli fa re
tutte quelle opere necessarie pe r usa rn e e conserva rl a ed m
gu isa che non riesca nè me no co m oda nè p iù g ravosa eli
prima.
(Corte di Cassazio ne di Pale rm o , 25 genn aio 1906) .
GONGORSI, GONG RESSI, ESPOSIZIONI, RIUNIONI D'INDOLE TEGNIGA
Acqui. - È aperto u n co nco rso a l pos to eli In gegne re-ca p o
presso l'Uffi cio tec nico co mun a le .
Stipe ndio L. 3000, con quattro sessennii , o ltre L. 2000 circa
cl i accesso ri.
Scadenza 15 sette mbre p . , ..
Dott.
ERNESTO BERTARELL I ,
J<edaftore-responsabife.
TIPOGRAFI A EREDI BOTTA·- TO RINO , VIA DEL CAR MINE , 29 (CASA P ROPRIA) .
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