Anno II. N. 15. TORINO, f\1\!I~lrl\ A A A A A I 0 Agosto 1906. A A DI INGEGNEF\IA 5ANITAF\IA Continuaz ione : L 'I NGEGNERE IGIENISTA - Anno V I I. È 1·iservata la proprietà letle1'a?'Ìa ed artistica degli ad icoli e diseg11i pubblicati nella RIVIS TA DI INGEGNERIA SANITARIA. MEMOI\IE ORJGINALI PROGETTO DI AMMAZ ZATOIO PER LA CITTÀ DI MONDOVÌ. R e1~ z:i o.l.-::a.e. Facend o seguito alla relazione tecni ca somm a ria 1n data 29 dicembre I 905 sull ' impianto d i un a mmazzatoi o per la città di Mondovì, di etro l'incarico del Sindaco cav. avv. A. Comino, mi ono ro di presentare il progetto regolare del nuovo ammazzatoio municipale. Questo venne studiato in rapporto colla località scelta, detta dei Masanti , ed in modo tale da rispondere ai bisogni presenti e prossimi-futuri, ed all e modern e esigenze sociali ed ig ieniche. I. Ubicazione. Prim a però di prendere a descri vere i singoli elaborati che compongono il progetto, mi pare conveniente fe rmarmi sulla questione, di capitale im portanza, della ubicazione, che ass ume notevole influenza sull ' impianto stesso di un a mm azzatoio. Confermo pe rciò le ragioni che mi condussero alla scelta dell a località dei Masanti a p referenza di tutte le altre posizio ni proposte. Già nella relazi one citata, esa minando obb ietti vamente le varie località, ho vagliato le ragioni che militavano pro e cont ro la scelta loro. E se g iunsi ad escl uderle tutte fuorchè il prato dei Masanti si è perchè questo racchiude tutti i vantaggi che compati bi lmente si richiedono per simili impianti. In ve ro la posizione è asciutta, sana, aerata; ha un orienta mento favorevole, è vicina alla ferrovia , colla quale è possibile tecnicamente un raccordo; è assai prossima al mercato del bestiame; si tro va lo nta na d alle case di abitaz ione; ha un accesso comodo da parte di tutte le sez ioni che compongono la città, ed infine ha facile sfogo on sta rò a ripetere le rag ioni che all e acque luride. L' INGEGNERIA SANITARIA - Anno XVII . mi condussero ad escludere le altre località proposte, solo ri corderò come le due località << Genola sopra >> e << Genola sotto >>, le quali avrebbero sulle altre località escluse l' unico vantaggio della equidistanza fra le va rie sez ioni della città, Breo, Piazza e Ca rassone, sono in vece da rigettarsi assolutamente per tre rag ioni principalissime. La prima si è nella natura franabile del terreno, sull a cui dubbiosa solidità non potrei in alcun modo suggerire la costruzione di un fabbricato qualsiasi, e tanto meno d i un impianto di notevole importanza quale è un ammazzatoio. Secondariamente si opporrebb e alla scelta la pendenza superficiale del terreno stesso, la cui ripidità non si presterebbe all' installazione dell ' impianto ch e si considera, avendo bisogno pel suo peculiare carattere una g rande espansione di o rizzo ntalità o di leggerissimo pendio. In terzo luogo, dato e non concesso che q ueste du e località « Genola » potessero avere q ualche carattere di adattabilità per l' erezione d i un am mazzatoio, la questione finanziaria s'imporrebbe contro la scelta dovendosi farne l'acquisto. Poichè, dati i limi t'i dei fondi disponibili , l' aumento di spesa per l'acq uisto del terreno comprometterebbe l'esecuzione stessa dell 'opera ; mentre per contro il prato dei Masanti, da me scel to per l'impian to, oltre ai vantaggi sopra ricordati possiede la quali tà specialissim a d i essere g ià proprietà comunale. Accennerò ancora ai mezz i suggeriti nella citata relazione per mig liorare le comun icazioni specialm ente fra il nuovo amm azzatoio e rigendo e << Piazza » , quali l'impianto telodina mico funicolare per sole merci, il provvedere un servizio intensivo nottu rno p er le merci coll'attuale fu nicolare adibita ora ai soli passegge ri , e l'amplia men to e rettifica della strada detta Toscana che da << Breo » conduce a << Piazza >> . P er tutte queste considerazio ni per sè stesse evidenti il nuovo ammazza toio di Mond ovì deve sorgere nel prato dà Masanii. II. Proporz ioni d e l nuov o imp i anto . Ri corderò i dati stati stici gentilm ente favoritimi. L e macellazioni effettuate durante g li anni 1904-1905 (d i questo manca no pochi giorn i) fu,:ono rispettivamen te: RIVISTA DI INGEG ' ERIA SAN ITA RI A 222 :\!el 190-t Buo i Vacche Vitelli :'lla iali Cap re e montoni. Ag nelli Mai ali per uso pri \'ato );el 1905 I36 I O+ IS 5 1 247 60 7 I74 ISI4 73 2 102 9+ 923 390 I OIS 456 RIVISTA DI I NGEG ERIA SAN ITARIA Cioè og-ni sern zio \'iene esercito in fab bricato speciale sepa rato ed indi pend ente l'un o da ll'altro, avendo fatto il lo ro tempo qu ei g ra ndi caseggiati continui , veri fa la nsteri , nei q uali tutte le fu nzioni della macell az ione si esercitano confusa mente, mi sti ed addossa ti g li uni agli altri i sen ·izi con grande scapito dell 'ig iene e della polizia sa nita ri a. Tutti g li edifizi sara nn o racchiu si da un recinto a ffinchè si possa effettua re una co ntinua vig il anza ed un 'atti,·a so rveglianza. E la macellaz ione per ogni specie di ca po eli bestiame Yerrà fatt a in locali speciali , essend o d a ri getta rsi il sistema della macellazione mi sta . I +° Ca mer a filtrante a base el i torba per la depurazione del le acq ue luride prima che si versin o nel letto del fi um e E ll ero; 15 ° Fog natura a circolazione; r6° :'11uro di cin ta; I 7° Sterri, selciatura, illumin azione. i de,·e poi aggiunge re il raccordo del binw·io ferro<'iario e la g hiacciaia artificiale col frigorifero per celle individuali refrigeranti, di cui fu fatto un o studi o, ma 223 L ungo il pe rimetro ci eli 'appezzam ento di forma trapezoida le è p rogettato un muro di cinta il qu ale racchiud e tutti gli edifizi. Tal e muro eli cin ta non sa rà però costruito sul co nfin e, ma acl un a d istanza tale da esso da perm ette re la costruzione eli un a strad a eli ronda esterna per la sor vegl ianza. Parim enti nell ' interno il muro di cinta è p ure staccato da qualsi asi edifizio onde pe rm ette re la costruzi one eli una strada di r onda in tern a eli vig il anza. j III. D escrizione d el n u o v o ammazzato io . Fig. r. - Facciata del fabbricato ci,·il e. Da qu esta tabella appare chiaramente co me la macellaz ione in spec ie dei cap i el i bestiame minuto sia in au me nto; e el i conseguenza sia pure acc resciuto il consum o dell e ca rni in confronto cogl i anni precedenti. Yecliamo ora il num ero d egli abitanti di l\1ondovì. La popolaz ione in cifra uffi ciale è stabilita : per la sezi one Ereo a bi tanti >) Pi az za . » >> » Ca rasso ne. » >> per le fraz io ni >> 7703 39 20 2238 SI2I T otale ab itanti I8982 cioè S I avv icina ai 20.000 abi tanti. Parimenti so nvi 22 macell a i eli ca rn e bov in a ed o vina e 6 pi zz icagnoli , oltre i negozianti mi sti. P er stabilire ad unqu e i ca pi saldi d ell a proporzi onali tà e capac ità d ell'impianto del nuovo ammazzatoio occorre tener calcolo dei bisogni attu al i de lla città e del presumibil e a um ento delle esigenze aYvenire. Se attualm ente la popolazione raggiu nge circa 20.000 abita nti , co n 22 macell a i e 6 pizzicagnoli , per circa 30.000 ab itanti si deve provvedere per alm eno 3 0 macell ai e pe r ro pizzicagnol i, numero proporzionalm ente co rri sponde nte ad una maggior macell azione eli bestia me dovu ta necessa ria mente acl un aum ento di co nsumo futuro . Stabiliti così ques ti capisaldi , g li edifi zi che com pr endono co mpl essiva mente il p rogetto venn ero studi ati rifer encl oli nell a mi sura e nella proporzione da quelli dedotte. Il sistema appl icato per questo a mm azzatoio è quell o così detto a padig lioni isolati . Formano pa rte integrante d el progetto, come si può chiaramen te vedere nell a fig. 3, nella loro posizione fissa ta, i seguenti edifizi : I ° Fabbri ca to dell ' Ammin istrazione con uffic io ed alloggio del Direttore veterina ri o, con uffi cio daziario ed all oggio del p ersona le eli custod ia e di esercizi o; 2° Uffizio del peso; 3° T etto ia e piano ca ri ca tore; 4" S talle di sosta per boYini ; 5° S talle eli sosta per 0\·ini , macell o ovm i e tripperia ov ini in locali atti g ui se parati ; 6 ° Stall e di sosta pe r suini , macello, pellanda e tri ppe ri a su ini in locali attig ui sepa rati ; 7° Macelli dei bo ,·in i con ca mere separate; · 8° Tripperia bovini e deposito sang ue e sego; 9° Stalla di osser vazione e eli segr egaz ione per animali sospetti ; ro" Concimai e e deposito eli rifiuti ; 1 ,, / . '~ ~ . . ' CiTTÀ 01 fYi o NDO \JÌ Pt qN!'1ET~· q c E NE'\1'\ lf o.' l Il - l l •' !l ' - o., f-' f-. l' ,.·' " l ·' il ' ~~ F ig. 0 2. - :i '· ;) f-' -. .,;:.. ··' Pianta del fabbri cato stall e per bovini. Impi a nto di serbatoio idrauli co e di co nduttura genera le; I 2° Apparecchio sterilizzato re : di gesto re dell e carni infette in locale separato; I 3° L atrine; I I Fig. 3· che non sono compresi nel calcolo del pr ogetto che si es pone ora. Da ll 'esame della pred etta planimetri a ogn uno può forma rsi un concetto del vari o funzionam ento dei diversi ed ifiz i dell'a mm azzatoio. Ad esso si perviene medi a nte la strada dei Giardini , che sbocca in un assai vasto piazzal e estern o, verso cui p rospetta il fabb ri cato dell 'Amministrazione fianch eggiato da du e ca ncelli . Q uell o eli si ni stra serve per l'ing resso, quell o di destra ser ve pe r l'uscita. Appena entrati nel recinto a sini stra si inco ntra il peso. L a tri pperi a bovini fu posta nel centro eli figura el i tutti g li ed ifizi ; ed attorno acl essa radialm e nte sono spa rsi i fabb ri ca ti dei macelli bovini e le sta ll e eli sosta e eli osservazione. A destra si trova no l'ovil e, il macell o e la trip peri a 0\· ini , qui nd i il porcil e, il macello e la tripperia suini . In ultim o sorge il cli gestore o sterilizzatore dell e ca rni in fette. A sini stra ent rand o dopo il p eso e le stalle bovi ni 224 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA si in contra la tettoi a e piano ca ricatore nel caso si effettu asse in seguito il racco rd o ferrovia rio, e qu indi la g hi acciaia ed il frigorifero co lle cell e indi vi du ali refri ge ranti . terra . Il piano terreno, divi so in sette am bienti , serve pe r l' ufficio vete rinari o ed a nnesso labo ratorio , per l'Ufficio dazio, per l'Ammini strazion e e pel custode. Al primo piano sono disposti g li alloggi degli impi egati. N el terrazzo supe ri o re v'ha il serbatoio co mpensatore d'acqua, al im enta to d alla co nd otta della ci ttà. Dall'esam e dell e fi g ure ri sulta chi aramente il carattere decorativo dato all a facc iata, in modo che, con modest i mezzi, qu esta possa ottenere un non sg radevole effe tto esteti co, e corrispond ere all a notevole impo rtanza dell' im pianto che si desid era a ttuare. La pi a nta e la sez ione indi cano più effi cacemente le di sposizi on i dei ri spettivi locali senza Fi g. 4 . - Sezione longitudinale AB del fabbri cato stall e per bov ini. che siano necessarie ulteri o ri pa role es pli cati ve. Su lla torretta cl ell 'edifi zio clell 'Amministrazion e si pro2° Ufficio-peso. Il fabbri cato per l'ufficio-peso SI gettò un se rbatoio per l'acqua potabil e deriva ta dalla trova a sini stra, entrando, presso il muro eli cinta. È di viso in due parti. L ' uffi cio di registrazi o ne ed il condotta di cui gode la città cl i l\f onclovì. peso a bilico: qu esto è coperto d a un tettuccio ed è muDal serba toio pa rte la nito da rastrellie ra a g ri g li a per poter ferm are l'animal e conduttura pel servizio durante la pesa ta; quello è forma to d a un casotto chiuso di tutto l'amm azzatoio. per l'impi egato pesatore. Un sistema di fogna3" T ettoia c piano caricatore. - Qu esto edifi cio è detura ovoicle e tubolare stinato all a raccolta degli animali co ndotti all ' amm azzacoll ega tutti gli ed ifi zi e toio, mi sura I 2 X 8 ed è composto semplicemente di un con raz io nale pend enza tetto sostenuto da pilas tri . Quando si sa rà potuto coco nvoglia tutte le ma testrurre il bina ri o di racco rdo collti ferrovia una pa rte ri e d i rifiuto nelle cadel pavim ento dovrà essere rialzato per il faci le scari co mere filtranti che si troF ig. s. -Sezione C D del fabbri cato stalle per bov ini . va no nell ' estremo del dei ca rri-besti ami. recinto in prossimità del 4" Stalle di sosta p ci bovini (figure 2>, 4• e s•). fiume Ell ero, entro al qual e si Yersano media nte un Gli ani mali potra nn o g iung ere all 'ammazzatoio o per ultim o tronco di tu baz ione le acq ue depurate dall e camere filtranti suddette. mezzo dell a strada dei g ia rdin i , o dalla ferrovia col tronco di racco rdo. Nell'applicare agli edifi zi dell 'ammazzatoio un sistema Sarann o radunati sotto la sosta e dopo la visita e la di cos truzi o ne solido e se mpli ce adatto allo scop o s1 cercò pure di collegarli con un tipo di d eco razi one imp rontata al carattere dell'impianto : per cui tutto l' in sie me dell e costru zioni presentasse un aspetto armon ico non disgiunto d a una ben intesa aura di modernità. Di ciò sarà facile farsi un ' idea co ncreta esa minando le singole fi g ure dei d isegni in cu i sono rap presentati g rafi camente coi maggio ri particolari possibili i sin goli edifizi d el ..,, uj presente progetto. Ai quali edifizi fu Fig. 6. - Pianta del fabb ri cato stall e per ov ini. d ata una impronta spec iale che caratte ri zz i lo scopo e la funzi one a cui essi pesatura potrann0 essere diretti ai locali di osser vaz ione so no destin at i. ·na sem pli ce fasc ia in cemento tagli erà od alle stalle, od al macello. ogni prospetto di padigl ione con emblemi e fi g ure relative. L e stall e progetta te sono in tre padi g li o ni , di cui un o è risen ·ato pei locali di osser vazi o ne, pei quali si ridusr" Fabbricato dell'A mministraz ione (fi g ura I •). - Il sero i box· isolati , ind icati al n. 9· fabb ri cato civil e d 'ammin istraz ione è a du e pian i fu ori RIVISTA DI I NGEG TE RIA SAN ITAR IA I due padigli o ni per le stalle eli sosta hanno le dimenioni I7 ,8o X 7 X 5.40 e possono contenere I 6 cap i di besti ame ciascuno. Sono a ço rsìa laterale con mangiatoia 225 Dal po rcile si passa nel seco ndo sco mparto, mace llo e pelancla, dove i ma iali vengo no stord iti con colpi di mazza e q uindi di ssang ua ti . U na gru girevole sul suo asse ,·ertica le, della portata di 350 kg. , è destin ata al soll eYamento d ell a vittima che Yi ene poi imm ersa in una vasca in cemento dell a ca pacità di r 200 litri d'acqua, che viene sca lda ta a 6o" mediante la nci a di vapore ricavato d a una caldaia posta nell' angolo di de tto locale. D opo una breYe imm e rsi o ne l'aniFig. 7·- Sezione AB del fa bb ri cato stalle per ov ini. male dovrà essere so tto posto alla d epi latura su last re di pietra. 111 cemento, col pavimento pure 111 cemento, e con volT e rminata l'operazione della depilatura g li animali dotine su poutrcltcs e fi enili sovrasta nti con tramoggie di vranno essere trasportati nel te rzo sco mparto in cui è sca n co e camini di ventil azione. installa ta la tripperi a, ove lungo le pareti, debitam ente intonacate in ceme nto a 5" Statte di sosta p er oviui, macello e tripperia oviHi perfetta lavatura, sono (fig . 6"", 7"" e Sa) . - IJ fabbricato misura 2 I ,50 X 7 X 4,40 di sposti IO riparti per la ed è diviso in tre scomparti. Nel primo è adibito l'ovile pulitura delle interiora d isti nto in due ambienti capaci di 30 capi di bestiame e confezionamenti relaciasc un o. La mang ia toia è in cemento e la rastrelli era ti vi, costituiti da pietre in legname forte , il pavim ento è in cemento con pozd i Luserna fian cheggiati zetto centrale per scolo o rin e. da lavandini in cemento, Il macell o ov ino si tro va nel secondo scompa rto ; ha sopra d ei quali passano pa ,·im ento e pareti sino a due metri d 'a ltezza, ri,·estite in le tubazioni eli acqua ce mento, pozzetto centrale di scolo, servizi o d 'acqua di calda e fredd a, distriFi g. 8. - Sezione C D la \·aggio. Alle travatu re del tetto tavellato sono in fitte bui ta coi r elati\·i rubi- del fabbricato stal le per ov ini . q uattro uncinaie per appe ndere g li a nim ali, ma novrate da netti. Tali posti sono in quattro arga nelli a vite perpetua. Nei lati sono pure insopralzo eli un g radino sul pavim ento per la protez io ne fisse opportune rastrelliere per appe ndi-carn e. Nel ter zo co ntro il cl ig uazza mento dell e laYa ture e scoli su l pav iscompa rto è installa ta la tri pperia co n comodo accesso mento scorrenti per quanto deb itam ente incli nato verso dal macell o direttamente, è divisa in due locali co n calle bocche tte di scarico. da ia, Yasche e ser vizio d 'acqua di lavaggio. Il pa ,·imento con bocchetta d i scolo e le p areti son o in cemento. Sono di sposti lu ngo d i queste di versi -~ banconi indi vidual i per la lavatura delle trippe, coll e rastrelliere per la i\;:;-r-=rr'Ji :U I l \--===./ J .,1 sos pensione dell e carni. ' '-' 6" Statte di sosta p er F ig. 9 · suini, macello, pelanda e tripp cr ia suini (fig. 9•, ro• e Ir a). - Q uesto padi g lio ne ha le dim ensioni: 26,8) x 7 x 4 ,40. Il tetto a tegol e intavell a te sostitui sce le vo lte eli chiusura degli a mbi enti. È diviso in tre scompa rti. Il primo è occupato dal po rcil e, fo rmato di ro box per ro pizzicagnoli. Il pavi mento e le pareti sono di cemento con bocchetta di sca ri co e relativi ca na letti di raccordo con la rete di fogna tura esterna . l Pi anta del fabb ri cato stall e per suini. Alcu ni reparti sono destina ti per la la,·orazione del le carni panicate. 7" Jl!facelti dei bovini (fig. r2", 13" e q "). - I macelli dei bovi ni sono distribuiti in qu attro pad ig lio ni co ncentri ci alla tripperia. Q ues ta di spos izio ne, seco ndata nell 'ori entame nto, fa1·ori sce la diretta comun icazio ne dei macelli sco mparti colle stall e di sosta e coll a tripperia bov ini . RIVISTA DI INGEGr ERIA SA TJTARIA RIVISTA DI I GEG TE RIA SANITARIA Il progetto, come g ià si disse, Ye nne co mpila to in base a 30 macell ai bovi ni ed ov ini compl essiva mente, cioè ven nero idea ti quattro padigl io ni di 5 sco mparti macelli ciascuno per venti macell ai bo vini , oltre il padigli one speciale ov ini, calcolato pe r al tri r o macellai ov ini , capre e montoni g ià descritto. I quattro pad ig li oni macellai bovini che si considerano mi surano 2 I ,50 X 6 X 5,.J.O ciascuno. .fng . p AOLO SACCARELL I. ( Continua) IL SANATORI O POPOLARE UMBERT O l DELLA CITTÀ E PROVI NCIA DI :M IL ANO. ( Continuazione e fine - \" edi N um . p reced .) In prim o pia no stan no nell a par te centrale l'appa rta mento del medico diretto re di quattro ca mere e qu ello d ell a di rettri ce di due; entrambi i quarti erini sono provveduti di sen ·izio di bagno \\·a te r-closet. Ai lati stanno le ca mere da letto da I -2-4 e 6 letti . In secondo piano si trova il rim a nente delle camere da le tto per g li a mmalati, d elle q uali tre centrali eli riserva. Due ripar ti laterali , ai du e estremi dell 'edifi cio, furono d isposti in modo da potere servire co me sezioni di isolamento, ciascuna di du e ca mere ad un letto, oltre la camera per la persona d i serviz io pure isolata, Nel piano del sottotetto fi nalm ente si ha la g uardaroba ed a nnessi e le ca mere da letto del personale di serVIZIO. Come si vede, ogn i sezione costituisce un Sanatorio a sè con propri e sale di riunio ne, propri e vera nde, scale, lavabi, latrine, e com parti di isolamento. L a sala da pranzo, nel prim o piano dell 'a nn esso ed ificio a monte, è unica e comuni ca per una galleria di passaggio col primo p ian o dell ' edificio p rincipale. Di sposta per IOO-I04 persone, essa ha una superficie di mq. I 4 I , ed un a capacità d'aria di mc. 8.j.o. Si vuol e esperire una sala da pranzo un ica perchè dà alla organizzazione sanatori ale un carattere fam ig li a re e perchè fece buona prova nei Sa nato ri della Ge rma ni a e della Svizzera senza da nno della morale. È però la sala disposta in modo da po tere essere di Yi sa in du e, com e è facilmente divisibil e la ga lleria di accesso, per modo da aYersi anche qu i, qua ndo si reputasse necessa ria, completa separazio ne degli amm alati dei du e sess1. Di etro la sala da pra nzo sta la cucma cogli a nnessi, d iv isa dalla pri ma per un locale di se rvizio ed altro d i passaggio. Al piano terreno, il q uale in pa rte è sottoterra, e proprio sotto la sala da pranzo si trO\·a no la dispensa centrale con al tro locale pe r ri posti g li o, e sotto la cucina ed a nn essi sta nn o in vece le can tin e pel vin o, pel latte, pel burro: il conse rva torio delle ca rni ; la g hiacCiaia. N el sotterra neo si tro ,·a no il locale d ell e caldaie el i riscalda mento e qu ello del co mbusti bi le. In seco ndo pia no, semp re dell a dependance, sono d isposti il refe ttorio pel perso nale di sen·izio e gl i all oggi di quello di cucine. Nel sottotettto altri do rmitori pel personale . In a mbo i piani ser vizi o di bagno e ,,·ater-closet. L e came re da letto per g li am malati sta nno tutte nell 'edifi cio principale ve rso sud. Sono ad uno, due, quattro e sei letti e precisamente pe r ogni sez ione: Cam e re a a >> a >> >) a 6 letti N . .j. » >> 2 » >> I >> >> 2 T o tale N. I 2 letti » >> I6 >> » 16 » » 6 » » >> 4 8 6 pian o d 'a mbo i riparti. Ogni a mm ala to ha la propria catin ella con rubinetti d 'acqua calda e fredda ed un a r- ' 227 Ogni piano d'a mbo i ripa rti ha un a ca mera pel personale d i g ua rd ia, con unita cuci netta e locale di ripo- ~ ·· · ' i ..., ~ .. t ·. ~ ~ ~ li? ~ [ r-:--c -' r r < "" To tale N. 50 letti ~ ~ ~ tT w S u roo letti SI hanno adunque 12 camere ad un solo letto. In oltre le tre ca mere di ri serva in seco ndo piano so no capaci co mplessivamente di sei letti, che aggi unti ai q ua ttro lett i d ei riparti di isolamento formano un totale massimo di I I O letti. P er ri guardo alla cubatura dell e camere, quelle a sei letti ha nno da 3 I a 35 mc. per letto ; quelle a quattro letti da 40 a 45,67 mc. ; quelle a du e letti da 34,40 a .J.O mc. ; quelle ad un letto da 38 a 43 mc. per letto. L e cubature maggio ri sono a terreno; le minori in seco ndo p iano. L a superficie q uad ra ta acco rd ata a ciascun a mm alato nelle camere è in medi a di mq . I0,25. P er r ig uardo alle fin estratura essa è in media di mq . 1 ,90 per ammalato. L e finestre so no munite di \'etro a vasistas , dispositi vo che si trova in quasi tutti i loca li dell 'edifi cio. L e pa reti vern iciate a lu cid o, l'a rroto ndamento degli a ngoli congi ungenti le pareti fra di loro ~ ~ ! !' ò' !:iij!!!d: ' ~ • ~·n;nil· ! ~ ., J . i. ' .t ! \ oo • ~ ' l .; ~ " l (t 1 l ~ ~ ~ z <( - -~-- ....,~· o -- - --- - -- ---- ----- ·- --- - - -- l - --· - - -- 4 - -~ p., o. t::i o c z o o ~ ~ u o. ' ~ Ul "' ~ ~ ~ il ~ ~ ' l ' lr !l : l~ ~ "" ~ ~ l l ! '~ .. .~ 5 ! :i l ~ CA ;\! ERA ~ I O RT UAR I A (Scala I: ~ 1:\ ~ - !JW[illl±f ."" ~ ~ " rmrrrrnr ~ ~ H ~" \ z <( .:.: lld:J u-~-· J c o -- - . c_;' ~ Il ~ "'u ' - -- V) " ~ '- • ~ ') ~ ~ • =rç . soo). ~ e col pavi mento perm ettono la loro completa lavatura con liquidi d isinfettanti. Fu disposto che i lavabo no n avesse ro a stare nelle camere d egli amm ala ti , ma in a mpio locale in ogn i macli etto per g li spazzol in i da denti e d a ung hie, pel sapo ne e per g li asciugamani. Q uesto d ispositivo megli o ass icura la pul izia degli infermi co n ,·a ntagg io dell ' ig iene. stig li o. L e latrin e so no p recedute da un 'a ntil at rina nella q uale è d isposto per la la vatura disi nfe tta nte dell e sputacchi ere. RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA P er og m ripa rto le comuni cazioni da p1ano a piano sono assicurate da a mpia e comoda scala bene aerata ed illuminata. Le gall eri e o verand e di riposo sono disposte, come si disse, sulla fronte d elle parti la terali d ell'edificio prin- : ---------------...! ! : i : i :§ [ oo Più a levante a ncora e verso nord si trova il ripa rto ·~ r cO Cii u ~ thf o . z w , ---- -- - - -- --·- --<~ l (iiirn- E-< o z 0.. n - .' ::1 . tfiT iL, < ....... ! . r mhn w i .; ~ 1'4 1'4 ..,. ~ ~ t ,.. ·rr. fu :~ i' :::. ~ . ..:: .' r··--···- -· - --- -,L.__ _ __ __ _,.....Jr ·- ·- -- - ' '< ! .. i i ~ ~~i -----·---- ---- -~-~ - --- .... / ' ; ~ n .; Plano .l f-- .' :' . . ~ l ' ~[ " l~ [u ' ~ ' tè~ (~~ J A T tT r l' llO l ·- .l ~- ~ V) .:; ' ·; l oo ~ ~ ., • r l ' . l ii "; t-- ·- - --- -- - --· fezione, l'essiccato io e la stireria, VI sono a nnesse la porti eria d ello stab ilim ento, g li alloggi p el g ia rdiniere custode e pel macchinista ed il servizi o di scuderia e rim essa. S~ : : io nr ,-·-) V) 22 9 ' ' i ...~ ! ~ l l '' .L·~ · ;. ;,,,.,·, 2-iTiinTIA J w c· l Primo Rano , 1 L__l ~ .': 't- - ·- ····-···· · ~ - ······ ·- ----- - --l ; ..___________________________ ,,,.............. lL, _~.; !: ' ~ o i i l L ... •.•. --.-· ·-·•···-···..J L_) O.BRIIJJCHI C. CIACHI-ARCH/TETT! SERV IZI G ENERALI (S cala r: s oo) . L [ cipale ed in prolungamento della fronte stessa. P er la pa rte che si svolge all 'in fuori d ell 'edificio esse sono a due pi ani, col superiore un po' arretrato in ri spetto all'inferio re; p er l'altra che sta al d avanti dell' edificio e se form ano terrazzo, corrisp ondente al p ia no terreno dell'edificio. Alte m. 3,25 , profo nde m. 3, esse si svolg ono in mod o che ciascun ammalato possa avere disponibil e uno spaz io larg o m. 1 , 2 0 . L 'edifi cio pei servizi generali si trova a levante d ell'ed ificio principal e e discosto da esso di m. 145 , da centr o a centro. Oltre la lavanderia e riparto di disin- mortuario ad un solo pia no, costituito da i locali pel d eposito d ei cadaveri e per le autopsie, da un labo ratori o anatomo-pa tolog ico e da un forno di incenerim ento p er le spazzature, oggetti infetti che no n franca la spesa di disinfettare, cadaveri di anim ali di esperim ento, ecc. P er la chiesuola fu diposta un 'area a sud-ovest. P el riscaldamento fu adotta to, quale eco nomico e sicuro, il rircaldamento a vapore a bassa pressione, med iante caldai e di facile regolazi one e quindi di poca ma nutenz ione. Si di sp ose per tre calda ie d elle q uali un a se rve a nche per la produzione dell' acqua calda neces- 230 RIVISTA DI INGEGNERIA SA ITARIA sa ria ai bagni , alle doccie ed ai lavabi . I rad iato ri lisci ame ricani , di facile pulizia e disinfezione, sono posti in prossi mit~1 dell e finest re. La ,·entilaz io ne è ottenuta, oltre che dall e ,·asistas, da cann e di ve ntilazione poste in ogni locale ed aven ti sfogo sopra il tetto. L ' impi a nto del riscald amento fu di sposto in modo da assic ura re nell e ca mere e nei corrido i una temperatura r o. di r 5° C. anche con temperatura esterna eli La la,·a ncl eri a è parzialm ente a vapore e si compone di vasche eli amm ola mento e eli risciacq uatura , eli un a Jisciviatri ce a vapo re, clell' iclroestratto re a forza cen tri fuga , ecc. Essa è co mpl etata da un essicca to io a vapor.e. L a disi nfezione è fatta con apparecchi o a vapo re m pressione, tipo Geneste H e rscher, capace eli disinfettare letti, materassi , ecc. ; sito a ca ,·allo fra il riparto per g li oggetti impuri e quell o dei d isinfettati. Per la biancheri a si prov,·ecle con una tinozza a disinfezione umida. S'è detto più sopra come ven ne provvedu to per la p rovvista d' acqua e come il gettito dell e so rgenti acqu istate sia più che sufficie nte pei bi sogni del Sana torio. L'acqua , med iante tubazi one in g hisa, ,·iene co ndotta ad un serbatoio eli carico, il q uale, per esse re si tua to m. 6o circa piì.r in alto del piano sotte rraneo dell 'edifici o, perm ette che l'acqua possa a rri vare a tutti i piani cl eìlo Stab ilimento coll a pressione necessa ri a a i dive rsi serviz i. Per riguardo alla epurazi one dell e acque luride del Sanatori o s'è provveduto col sistema biologico a mezzo dell e fosse settiche e dei letti bacteri ci ae robi multipli , stabi lendo anche che nell a cana li zzaz io ne di fog na non abbiano acl esse re immessi espettorati se no n dopo la loro steril izzazi one a va por e in press ione e che, nella eve nienza d i altre accidentali malattie infettive, i prodotti di d etti amm alati non ab biano a passare nella fog na se non dopo la epuraz ione chimi ca regolamentare. Il progetto è ope ra degl i a rchitetti Briosch i Diego e G iachi G iO\·anni, del Consigli o di Ammi nistrazione dell'Opera pia. Essi diedero di sinte ressa tam ente l'opera lo ro. S ono coadiuvati dall ' in g . Alfonso P arrocchetti, direttore dei la,·o ri , i quali furon o ass unti dall ' Im p resa Benag li o e Nosecla di ;\ l ilano. Come ap pare da questa relazione (che è opera del dott. Gatti) alc uni fatti s' introdussero a perturbare il preventi,·o primi ero. La som ma di L. s ooo per letto è in O<Y<Yi assolutamente in suffi ciente. Data la scelta necessa ri a"'"'di P raso maso, essa non può essere inferi ore al le RIVISTA DI INGEG ER IA S 2UESTI0f'll TECNICO -SFINITFIKlE DEL GIORNO ILL U MINAZIONE , RISCALDAMENTO E VE)JTILAZ IO)JE DEI TRENI IN AME RI CA. Tra tutti i sistemi d'illuminazio ne che s' im pi egano attual mente si ha una tendenza marcata ad utilizzare il gas compresso , tutte le ,·olte che -una Com pagnia d ispone dei mezzi per prod ure ed imm agazzi nare nelle riser ve il gas. Q uesto gas provi ene dalla distillazio ne sia del carbone fossile, sia del petrolio; in quest' ultim o caso il suo potere ill uminante è molto più conside revole. Tuttav ia l'uso dei becchi Auer, co n il gas o rdi na ri o, sembra dover dare eccell enti risultati. L ' illuminazione elettri ca è meno impi egata del gas pe rchè più costosa, sia essa prodotta dag li accumul atori , sia prodo tta direttamente da dinam o poste sotto la sala dell a vettura. L 'aceti lene, invece, si esita acl applicarl o in ragione della poca sicurezza che presenta. Il sistema eli ri scaldamento piì.r esteso è quell o d el vapore par tente dall a locomotiva e circolante in tubi situati so tto i sed ili. L 'acq ua di co nd ensaz ione scola per dei dispositi vi auto ma ti ci. Ouasi tutte le vetture ameri cane sono provved ute di un - mezzo qualsiasi d i ,-entilazione. Tal ora sono le stesse lampade d'illuminazione, fisse al soffitto, le quali ri chiaman o l'a ri a: talo ra l' eliminazione dell 'aria viziata si effettu a per chassis mobili coll ocat i alla parte superio re dell e pareti. Il mi g li or proced im ento è quello della Pensylvania R ai lroad. Consiste nel prender l'a ri a este rna pe r mezzo di cappucci posti al d i fuo ri, in du e angoli superi o ri della vettu ra, diago nalm ente opposti. Q uest'a ri a penetra durante il viaggio da due tubi di discesa che comunicano con due condotte orizzontali che esistono longitudinalmente sotto il doppi o impia ntito della vettura ed esce dopo esser stato ri scaldato al contatto degli apparecchi di ci rcolaz ione del vapo re, da fessure coll ocate nel palchetto superi ore. Di qu i si rive rsa nella vettura e sfu gge dal la nterno ne. Il regola mento per l'introduzione dell 'a ri a può farsi pe r mezzo eli dispositi ,·i posti all 'o rifizio d ei cappucci add uttori e di registri eli cui i ventilato ri del soffitto so no muniti. D. BEN. lire 7000. LE CASE POPOLARI Così Milano av rà tra breve il suo bel Sa nato ri o, degno in tutto delle tradizi oni nobilissime dell a benefic.tenza e del cuore ambrosia no. P ossa l'ope ra bellissim a essere d'esempi o e eli incitamento alle altre g ra ndi città italiane, e possa questa parte dell a lotta antitubercola re trova re finalmente, anche in Italia, una espli caz ione p ratica co rrispondente all 'im E. B. portanza del problema che te nta r isoh ·ere. DELLA SOC IE T À DI M. S. FRA G LI OPER AI I T VOGHERA. Voghera , il maggio re capoluogo d ell a prO\·i ncia pa,·ese, ha il ,·anto eli avere uno dei piì.r a nti chi e fi orenti sodalizi di M. S. fra operai , che prim o fra le Società operaie itali a ne ha dato il nobil e esempi o della costru zione di case popolari per i suo i soci. N ell 'anno 1902 , sotto la presid enza d ell 'esimi o inge- ITA RI A 231 fronte agl i ingressi ta nto ante ri o ri che posteri or i sono interrotte le seri e dei gia rdinetti, lasciando fra esse comodi passaggi . nei fianchi dei q uali si ap rono i ca ncell e tti d 'ing resso a i medes imi , per q uelli verso la strada, mentre gl i accessi a i g ia rdini posteriori si hann o direttam ente dagli appa rtamenti da ballatoi e g radinate esterne. Ogn i atri o dà accesso a du e a pparta men ti al piano te rreno sopraelevato da l piano eli campagna eli circa un metro, e la scala in una sola ra mpata mette al ballato io superiore clo,·e ap ro nsi g li accessi acl altri due appartamenti. Ogni caseggiato contiene così dodici appa rtamenti a ciascun o dei q uali vann o ann essi un a ca ntin a, un g iard inetto ed una latrin a. Gli appa rtamenti si compongo no eli tre ambien ti cacluno eli d im ensi o ni medie eli metri F ig-. 1. - Y ecl ut a eli un a facciata d e l qu a rti e rin o. -t.s o x 3,50 . A tre appartamenti del primo pian o è an nesso in piì.r un minore mo ralità e t ra nquillità dell e fa mig li e, dando così esempi o ambi ente ricavato nel vano dell 'atrio nella parte antedi buona costruzi one di case operaie anche a i pri,·a ti imriore ,·erso la strada pubbli ca. La disposizione dell 'atrio prend itori, g iacchè si pre,·ecl e,·a che la Società, anche e del ballatoio, e apertu re di passata, chi use da sempli ci impiega ndo tutti i suoi capi tali , non potrebbe provvetramezzi , perm ette però eli va ri are la di sposizione degl i de re ai bisogni ed all e ri chi este eli tutti i soci. apparta menti acl uno, due e quattro vani , ove le esigenze P e r porre in atto tale deli berazione l'Amministrazione della ri ce rca lo compo rtassero. All 'atto pratico però si è della Società presentava al Comune domanda di acq ui sto d im ostrato che la disposizione per tre a mbienti è la più eli a ree eli proprietà comunale in posizio ne com·en iente conveni ente e non occorse effettuare alcuna dell e possiallo scopo, in prossimità del le scuole elementari . bil i vari az io ni. Co n sua deliberazione I 9 d icembre I 902 il Consig li o L 'a ltezza dei piani è el i metri 3, 70 ; i solai so no esecomunale, plaud end o alla nobil e iniz iativa, faceva donag uiti co n voltin e forate su ferri a doppio T pel primo zione a l Sodal izi o eli un'area d i mq . -tS3-t,6o, di form a piano, a vol te pel piano terreno, ed il soffi tto del primo rettangolare, con tre lati su tre pubbliche ,-ie ed il quarto piano è pure costrutto su fe rri con tavolo ni forati , esco nfina nte coll a proprietà pro,·in ciale, r esid enza della sendosi usato tanto in qu esti che nei solai il cop riala Caserma rea li carab in ieri. in modo da a \·ere soffitti pe rfetta mente piani . I n corriDa una Commissione tecnica presieduta dall 'Ing. Bispo nd enza degli atrii so no pra ticati verso l'i nterno deldo ia veni,·a dato incarico della compilazi one del progetto l'a rea a \·ancor pi contenenti le latrine annesse a ciascun all' ingegner e muni cipale ca L Vitto rio A lberto Storch i, progetto che venne tosto prese ntato, appr ovato e messo in esecuz io ne. Co mpone,·as i esso di quattro caseggiati id entici, di sposti parall elam ente a due a due nell'are aassegnata in modo da lascia re fra g li edifi zi d ue g ra ndi via li a croce, disponendo su ll e du e fro nti eli ciasc un caseg g ia to, tanto ve rso via che \'erso il magg-iore viale intern o, una ser ie di piccoli g ia rdi netti da assegnarsi un o per ciascun o degli appartamenti compon enti l'ed ifizi o. Iniz iati si per appalto i lavori dei due p rimi caseg gia ti nel marzo r 903 essi venn ero po rtati a te rmine nel no,·emb re 190-J. . Gli affitta menti Fig. 2 . - \ 'ecl uta eli un a facciata del qua rti e rino . s'i niziarono nel marz o 1905 e nel second o semestre el i detto an no tutti g li a lloggi era no affit- · tati . Ciascun caseggiato si co mpone del piano te rreno, appa rtamento, crea ndo così una d ispos izione decorosa un primo pia no, e sotterraneo ad uso di can tina. In ogni perchè meno appariscente risulta lo scopo degli a\·a ncasegg iato ,-i sono tre ingressi e tre scale el i accesso ai cor pi stessi. vari piani con uscita pure verso il viale in terno. D i L 'amp iezza delle fin estre e la capacità degli ambi enti , o·nere \ ' ittore Biclo ia, allora anche Sindaco del Comune ' general e dei soci deliberava: ])i in,·estire i suo i capita li , che erano impi egati acl interesse elevato e che si pre,·ecl eva sa rebbe di minui to pe r ]c co ndiz io ni del me rca to, nella costruzi one in buone co ndizio ni eli sa lu brit:\ e eli luce, el i case popolari , togl iend o le sog gezi oni all e abitazio ni . che tanto influiscono sulla "'l'assemblea RIVISTA DI I GEG ERIA SA ITARI A 232 RI VISTA DI I NGEGNER IA SANITARIA la co m oda dispos izio ne e la p e rfe tta regola rità d e i fini- ta ndos i implic ita m e nte la spesa di cos truz io ne d e i so t- m e nti r e nd e tali ab itazi o n i igi e n ica m e nte co mm e nde v o li te rrane i ad uso cantin e, d e i g ia r di ni e p e r la g ius ta m e tà e no n prive di un a ce rta e lega nza . il cos to d ' impia nto d e l pozzo d' acqua Yi va e re la ti va N e ll ' in c r ocio d e i v iali inte rn i Ye nn e cos trutto un edi- po m pa e d e l se rvizi o di lavat o i, dO\·end o esso serv ir e fizio p e r la po m pa e d i lavatoi cos trutti in cemen to a an c he per i futuri du e caseggiati , ri s ulta di L. 9 I O in sco mparti individua li , co n fornac e lla c ifra tonda. Il re ddito lordo a ttu a le, r apprese nta to dag li p e r le li scive, e NOTE PI\A1T(flE L' Iì\"DUSTRIA DELLA T ORBA I N FRA TCJA . La to rba s ta pe r e ntra re in Francia nel s uo pe ri odo a ureo, do po i Ja ,·o ri el i ì\ ltintz e L o iné, che ap ro no u n'èra nu o ,·a pe i p ro prietari . In fatt i, seco nd o q ues ti la vo ri , ri s ulta che essa è un mirab il e terre no pe i ge rmi nitri fi ca to ri , e s u eli essa i germi tro,·a no le m ig li o ri co ndi zio ni pe r co ndurre a te rmin e l'opera lo ro eli oss idata ri de ll'ammoni aca . ì\"elle lo ro p rO\·e i du e a ut o ri fran ces i hann o usa to to rbe di pro,·e n ie nza e eli natura dive rse, ma i ris ultat i o ttenuti sono stat i ,·era mente in co raggia nti. Co n letti di un etta ro a rri va rono a 58oo to nn. di nitrati a ll ' a nn o, e se rve ndos i el i to rba be n dis pos ta a rri,·a ro no s in o a 48.ooo tonn . eli nitrat i. Q uindi s i tra tta d i un a nitrificazio ne mo lto inte nsa e rapida, pari a un a fe rm entaz ione alcoo li ca tumultuosa . P er a n ·ia re i letti s i proced e ra pida mente . Si ve rsa un a soluzio ne eli solfa to d 'amm onio s ull a to rba (7 ,50 g r. pe r litro) : la reaz ione s i avvi a e s i cont inua , s in o a che s i otte ngo no soluzio ni col 20 OJO eli nitrato. Si fa ri passare più vol te il liquido s ull o s tesso le tto, aggiun ge nd o tratto tratto una solu zio ne a mmoniaca le. L ' oss idaz ione si co mpi e rap ida mente se la te mpe ra tura è a 30° : e pe r o tte ne re q uesto ca lo re, necessa ri o pe l b uo n funz ioname nto de i le tti , è be ne a ncora usa re la to rba s tessa . affi tti com e fu fissato dalla Ammi ni s trazi o n e speciale nom inata a n o rm a d e lla legge sp ecia le s ull e case popola ri , è il segu e nte pe r ogni caseggiato: a) Appartam e nti estr e mi r ( verso i fianchi d e ll 'edifizio) a t e rre no : d ue a a nnu e. I 45 lire 290 L. b) Appartam e nti es t rem i ( co m e so pra) a l prim o pia no: d u e I so an n ue » c) Apparta m e nti a L. ~---·- · · · - ·· · ·-- 300 cen tra li a te rreno e p rim o piano: c inqu e a L. ISS annue » d) Appartame nti I no ltre la torba s tessa pu ò forn ire l'azoto ammoniaca le necessa ri o per d ete rm ina re la oss ida zio ne, e di stilland o la torba ;\ILI ntz ha o tte nut o inge nti quantità eli azoto a mm o ni aca le. La ded uzione pratica è faci le. Le to rbi e re co nsid erate s in o a ie ri co me imp rod uttive diven tano no n so lta nto de lle g randi ri se rve eli azo to, ma una ragione d i e no rm e ri cchezza . Un metro cubo d i torb a può da re 380 kg. eli sostanza secca col 2 OJO di azo to e q uindi un etta ro d i terre no to rb oso d a rà a ll ' incirca 70 .ooo kg. d ' azoto : e se la to rba s i approfonda s ul s uolo , ce rto la quant ità sa rà so rpassa ta se ns ibilmente. Quindi è una eno rme ri cc hezza nu o ,·a che viene s vela ta e se i fatti co nfe rm era nno le ri ce rche d i la bo rato ri o, pe r la torba co min cia rea lmente un 'èra nu ova. K. 775 ce ntra li con un a mbie n te in più al p rim o pia no : tre a L. r 8o » 540 Som m a n o. L a m odicità d e i pre zzi ch e il Sodalizio vo ll e stabilire, n o n inte nd e ndo e ffe ttua re, co m e fu sanc ito dalla tassativa d elibe raz io ne d e ll 'assembl ea, una spec ulaz io ne, m a un o n esto impi eg·o d ei cap ital i, è p ie nam e nte r aggiunto, poich è il r eddi to lo rd o di L. 38 IO l Fig. 3· - l l ~ / Piante del piano terreno e de l piano s uperi o re. a nnu e depurato d elle spese fi sse p e r imposte, m a nute nzione, ass icuraz io n e ince ndi e d a mmini s tra zi o ne, ne l pn· m o peri odo di ese rcizio no n a nco r a d e finitiv a m e nte p r eci- se r ba to io per la dis tri buzione d ' a cqua a m ezzo di co n- sate, pe rm e tte u n reddi to n e tto m o lto prossim o a l 4,50 d uttura in fe rro. per ce nto, c he può co ns ider arsi fiss o e s ic uro, esse nd o Il cos to d e lla costru zio n e d e i du e caseggiati ri s ultò la segue nte : a) Costruzi o ne d e i co rpi di fabbri ca L. 6 s-6ss ,6o; b) Costruzi o ne de lle d ivisio ni d e i gia rdin e tti a r e te m e tal- fitti s u scettibili di m o difi cazio n e in legge ro a um e nto, e così s o ppe rire ad e ve ntu a li au m e nti n e lle spese fiss e e lica in te la ia ta, fis sa ta a colonnine in g h isa su pa rapetto n e ll e p e rdite p e i disaffitti. Il Sodalizio s i ri p r o m e tte in seguito di co mpl e tare la in muratura L. 4. oo6,69 ; c) Costru zione d e l p o zzo, d e l se ri e progettata d e i caseggiati n e ll 'area predispos ta d opo lava to io e d 111 impi an ti d e lla p o mpa L. J.o6 8, rs ; e così t o ta le L. 72 .730.44 · Il cos to unitario d e i fabbri ca t i ri s ultò di L. 8,45 p e r m c . e qu e llo di c iascu n am bi e nte di ab itaz io n e, co m pu- ave r p o tuto co n un regola re ese r c izio d i a lm e no un bie nni o avere l'esperie nza p ratica d e ll a bo ntà d e ll a nu ova gesti o ne . AviS. l 233 S i tratta di un a la mpada co n fi la me n to a ca rb one ri scaldato e let tri ca me nte in un amb iente di tun gs te no e di mo libdeno , in prese nz a di idrogeno. Il filam ento di ca rbone s i co pre di un o st rato di tun gs te no e s i ha così una lampada a tti viss ima ed economi ca . La Socie tà A uer pare abbia otte nuto una la mp ada a na loga co n un processo un po ' dive rso . No n è poss ibile ora fa re de i p ro nost ici s u q ues te la mpad e: no n sa rà da me rav ig liare, pe rò , se ta luna co rrerà tri o nfa lm ente il mo ndo. E. NUO \' E APPLICAZ ION I DELL 'OZONO A LL A STE RILlZZ A ZlO~ E DELL ' ACQ A . L 'ozo ni zzazione d e ll 'acqua ha av uto in qu es ti ultimi a nni n um e rose a pp licaz io ni p rati che, e la Casa Siemens e Ha lske, fu tra le p rimi ss ime acl appli ca re l'ozo ni zza zione, ed a st udiare, dal punto di vista sperim e ntal e e pratico , la qui sti one . Tutti ri co rd ano a qu es to proposito l' impi a nto di Pade rbon e i ri s ulta ti quivi o tte nu ti. La Casa S ie me ns s i è po i ri vo lta a fa re d egli impianti ada tti a nche a lle pi ccole città, a i vill agg i, e pe rfin o a i la bora tori e a ll e trupp e in ma rcia. Noi prendi amo appu nto da lla R evue scientijìque alc uni d ati che ri g ua rd a no le a ppl icazioni d ell'ozono a lla prat ica di labora to ri o, e a ll e ista ll az io ni d i ca mpagna, special ment e per g li eserciti in ma rcia . I piccoli di spos itivi d i laboratorio (fig. r), ri s ulta no cos tituiti di q ues te pa rti : a , to rre eli ste rili zzaz ione co n scarico in basso e ca rica mento in a lto, ripi e na di pi ccole s fere eli vetro, ì\"UOVA LAM PADA AD I NCANDESCENZA. Ogni anno nu ove la mpade ve ngo no p ropos te : lo scorso ann o era la vo lta de ll e la m pa d e ad os mio, a tanta lio , a zirco ni o. I tenta ti vi di retti a ottenere nu ove lamp ad e s i co mpre ndo no assa i bene qu a nd o s i pe ns i che ne ll e co muni lampade e lett riche, a nche ne ll e più perfette, s i ha un re ndim e nt o util e che no n a rriva a l 1 0 OJO d e ll 'ene rgia impi ega ta . Le nu O\·e la mpa de pro pos te lo sco rs o ann o non si sono a nco ra d iffus e note,·o]m e nte, ma in co mincia no a fa re la lo ro via. Così le lampad e a l tanta lio so no ribassa te di o ltre il 6o OJO c da nn o un notevoliss imo re ndim ento, co n un co ns um o assa i sca rso. L 'eco no mia teorica (e dall e p rove fa tte a Berlin o dovre bbe dirs i a nche pra tica) rea lizza ta coll e la mpade a l tanta li o è g ra nd e : ne l tempo el i s ua dura ta , una la m pada a l tan ta! io co ns um a 1 3,8o litri meno che un a co mun e la mp ada a inca ndescenza. Oggi è la volta d i un a nu o ,·iss ima lampa d a : q ue ll a a molibcleno , tungsteno e ura ni o , o la mp ada Kutzel. Ques ta la mpada co ns um erebbe sol ta nto I watt , oss ia 3-4 ,·olte me no de lla la mp ada a ca rb o ne e du ra da rooo a 15 00 o re . A ques ta condi zio ne prati ca d i funzi ona mento è fac ile che la la mpa d a elettrica finis ca col rius cire più eco no mi ca d e l gas. Una la mpa da nu o ,·issima è a nche q ue ll a d i H a na mo n, o lampada /Voifra m. Fig. r. d 'arg il la o el i po rcell a na; un tubo di vet ro in se ri to ne lla co rre nte d ' ozono e provv isto el i un ma no metro d iffere nzia le b, così d a ottene re l'ozo no nel mo mento vo lu to. ll gene ra to re d 'ozono è co mp osto di ro tubi S ie mens c e d i un tras formatore d. Sul co pe rch io de lla scatola eli a n •o lgime nto s i tro,·a un pi ccolo moto re a corrente co ntinu a e, che az iona da un lato la soffieri a f fo rnitri ce de ll a corren te da ozo nizza re e che az io na l' inter ru ttore g, dete rm inan d o la co rrente co ntinu a interm ittente pe l circuito prim a ri o d e l tras fo rm ato re . l tub i Sie mens constan o di due tub i di vetro co ncentri ci, s ig illa ti in a lto: l'es tern o è bagnato nell'acq ua di un re fr igerilnte e il tub o inte rn o è ripi e no di acq ua c he se r ve d a condutt o re che co ndu ce la tens io ne ele va ta a i p oli d i sca rico RIVISTA DI I GEGNERJA SANITARIA 234 RIVISTA DI I GEG ER IA SA TJTAR JA de ll 'ozon izzato re . Pel dosaggio d e ll ' ozo no s i è pos to un rec ipie nte i co n iod uro potass ico e un co ntato re k che mi sura l'a ria ozon izzata che s i aspira pel saggio di pro ,·a e un rec ipi ente l che s i può sos tituire a l contatore . S i pu ò az io nare l' ozoni zzatore co n co rrenti inte rmittenti: per ge ne ra re la co rre nte primaria d el tra s form atore s i usa un co n,•ertitore a lte rnant e , ne l cui asse è un moto re a co rrente co ntinu a di 112 cava ll o . Co n IJ 2 ca vallo e co n soo- I ooo L d ' ari a per o ra si ha nn o s-6 g r. di ozo no. G li ozo ni zzator i tra sportabili pe i se n ·izi militari so no g 1a stat i usati in i\fa nci uri a d a ll 'esercito ru sso, O\"e ha nn o dato buo ni ri s ulta ti , tant o che il Govern o ru sso se ne è p ronrist o, anche in ,·ista di possib ili ep ide mi e . ln q uesti apparecchi , s i deve se mpre d is tin g ue re la parte m o tri ce dall 'ozo ni zzato re. Il m oto re è id e nti co a qu e lli soli t i F ig . 2. degl i automobi li (C = m o to re , D = alternato re , F = trasfo rmatore , A = po mpa pel ca ri co d e ll 'acq ua da trattare, B = so ffi e ri a per la presa d 'a ri a da ozo ni zza re ). :'-! el ca rro coll egato a l m oto re s i ha nn o: du e se ri e E di o tto tubi ozoni zzat o ri ciasc una , di cui uno è di ri se rva; un trasfo rm ato re F, che ri ce,·e la co rrente a bassa tens io ne; tre filtri G p er sba razzare l' acq ua d a ll e impurità g rossola ne prima di a rri,•a re in H . Le du e ,·etture sono collega te con g iun t i in go mm a e con ca ,·i. JJ ri s ultato prati co d i quest i ozo ni zza t o ri è assa i buon o. B. 1\ECENSIONI E. D. STRt;BE:-1: Sull'illmninaz i one uei lavori fatti a casa dag li scuola·r i. - « Hyg ienis che Rund sc hau », !4, 1906. In a lcun e in chi este fatte in Ola nd a s ull a miopia nei rappo rt i coi ,-ecchi e co i nu o ,·i edifi ci scolast ici. è ri s ultato che in alcu ne scuo le di recente cos tru zio ne, ed eseguite co n ogni sc rup o lo di ig ie ne, il num e ro de i mi o pi e ra sens ibi lm ente ma ggio re che non in sc uo le ,-ecc hi e . S. pensa che ciò può dipe nd e re da varie ca use, e sov ratutto da l fatto che a de te rmin are la mi opia entrano vari i fa tto ri. un o d e i qu a li è a nche l' illumin az io ne a rtifi ciale . Q uest a agisce s ull' a llievo durante t utt o il pe ri odo di te mr,o ne l qua le egli lavora a ta ,·olin o in casa pro pria. Pe rc iò S. ha eseguito un a in chi es ta, esa min a ndo fo to m etrica m e nte le so rg enti lumin ose ado pe ra te dagli alli e,·i ad A msterdam. per i lavo ri fatti in casa. li risultato è che a lme no ne l 37,6 010 d e i cas i l' illumin az io ne d e i p os t i d i lavo ro è assoluta m e nte d efi cie nte e da nn osa. Certo no n è qu es to il so lo fa tto re dete rmin a nte la mi o pia , m a se nza d ubbio è un o d e i più im portant i : e s i co mprende co m e s ia inutil e l' o p era d ella sc uo la , se a g ua star la inte n ·e ngo no le pessime co ndi zio ni di illumin az io ne ne lle o re di la ,·oro eseg uito in casa . K. Prepara::ione di R eco rd s ». 1111 bélon i mpermeabile. - « Th e E ng inee rin g- Spesso s i desidera che il béto n s ia asso luta m ent e imper meabi le. Per a tte ne rl o tal e , es isto no di,·ersi process i : un m etodo poco usato, m a raccomandato assai dag li in gegne ri in g les i, è q uesto: Si ri,·este il b éto n ben secco co n d e l sapone in solu zio ne , e 24 o re dopo con una solu zio ne di a llume . Ancora megli o si procede cosi: s i sciogli e ne ll ' acq ua un a ce rta quant ità d i po ta ssa ca usti ca e d ' allum e (2 kg . di potassa e 2,5 di a llume in I O litri di acq ua) , e s i aggiun ge d el cem ento pesto (pe r un sacco d i cem e nto s i p o nga I ,5 kg. di salu to) e co n qu esta malta s i ri,·es te il béton. R e inh old .R an chs pies racco mand a di aggiun gere colofo ni a, o ce ra, o stea rin a a l ce m ento, cosi da re nd e rl o imperm ea bile . Il m etod o è bre,·ettato, e dà buo ni r is ultat i. E. P. LAN GLOIS: Progetto di ngolameuto n"gum-danle il lavo1·o uell'aria compressa . - « L'Hyg iène géné rale et a ppliquée », n. 6, 1906. L ' A . espo ne in un a lun ga m e m o ri a i peri coli ai quali ,-anno soggetti g li o pera i adde tti a l lavo ro ne ll 'a ri a co mpressa, ripo rta un a sta ti sti ca d eg li acc identi a n •e nuti , e passa in rassegna le quest io ni che posso no inte ressa re la patologia e l' ig iene, rela ti,·am ente a q ues to pa rti colare Ja,·o ro . Infin e presenta un progett o di regola m ento a sa lvagua rdi a deg li ope rai cos tretti a lavorare ne ll ' aria compressa. Riass umiamo qu in d i bre,·e mente le prin cipali di s posizi o ni di q uest o regola m ento fo rmula to dal l'A. in lun g hi r 8 art icoli. l\on dovranno esse re a mm ess i a l Ja,·oro nell 'ar ia co mpressa ch e g li opera i in età da i 20 a i 45 anni e sempre in segu ito a d un ce rtificato med ico il qua le co mpro,•i l'atti tudin e fi s ica dell 'opera io a co mpi e re questo special e Ja ,·o ro. La visita m edica dov rà esse re ob bli gato ria tre ,-o lte a l mese , e se qu es ta ri conosce rà nu o ,·e les io ni , l' operaio po trà a nche esse re d e fi niti,·a ment e a ll o nta na to: l' allontanamento pron·isori o potrà venire determinato ne l caso di una affez io ne cata rra le de l naso . d eo-Ji o recchi e d ell a ca,·ità bocca le . Tutti g li ope .ra i in s ta to b di ubbriachezza anche leggie ra sa ra nn o a ll o nt a nati pe r 24 o re a lme no. Tutti g li ope ra i a mm ess i ag li scafandri donanno esse re muniti di un libre tto sa ni tario indi,·iduale e da l ca po ca n t ie re sarà tenuto g io rn a lme nte un regis tro sa ni ta ri o, ,-idim ato d a l me di co d i sen ·izio . La di scesa negli scafa nd ri no n dovrà effe ttu a rs i ch e du e o re do po il ripo o , so tto la d irez io ne di un capo res po nsabile e co n una d etermin ata ve locità pe r minuto . La durata d e l Ja ,·o ro negli scafa ndri no n donà sorpassare le o tto o re per i lavori a l d isotto di 2 kg ., sei pe r i la vori a l di sotto di 2,5 kg . . cin q ue pe r qu e lli al di sotto di 3-3 112 kg r. e qu atto o re pe r i Ja,·o ri di 3 IJ2-4 kg. L ' altezza d e ll a ca m era di lavo ro no n dO\-rà essere inferiore a m. r ,8o. La qua ntità d i ari a da in,·iars i negli scafa nd ri dovrà esse re tal e che la proporz io ne di ac id o carbo ni co nell 'a ria no n so rpassi l'I ,5 pe r mill e, qu ando la press io ne s ia infe ri o re a i 2 kg. e l' 1 pe r mill e a l d i sott o de i du e kg. C iasc un g io rn o do n à esse re d etermin ato il quantitativo di ac id o ca rbonico qua ndo la ,-e ntil az io ne sa rà inferi o re a 40 m 3 • Ciascun tubo co ndu cente l'a ria co mpressa sa rà muni to a lla s ua es tremità infe ri o re d i un a ,·a J\·o Ja automatica che s i a rres ta no n appena la press io ne nel tub o dim inui sca . Il tubo di elimin az io ne del l'a ria es J) ul sa donà esse re munito di un ana logo di spos iti,·o. Donà esse re sem p re te nuta in risen·a una pompa ad ari a pronta a fun zio nare al primo seg nale d'a lla rm e e un certo num ero di ope ra i d e ll 'equipaggio sara nn o is tr uiti ne l man eggio d i qu es to apparecc hi o di socco rso, che sa rà insta ll ato tutte le se ttim a ne . G na baracca, di dim ens io ni pro po rzio nate a l num e ro d egli o pe ra i d e ll 'equip agg io (18 m'l pe r uo mo) . ri sca ld ata, ae rea ta , mu nita d i letti d i rip oso, sarà stabi lita in pross imità d e l ca nt ie re ; in ques ta gl i operai do\' ra nn o rim a nere un a mezz ' o ra a lmeno dopo l' usc ita d agli scafa ndri. A \'a nti d i co min ciare i lavo ri , tutti g li a pparecchi (valvo le , po m pe ad a ri a , ecc .) sa rann o so ttopos ti acl un esa me tecni co , BA:-~o r ;-.;L che sa rà rinn o ,•ato ogn i settima na. tan a se ns ib ilm e nte il cli s perdim e nto e lettri co di un co rp o isolato e io ni zza no l'a tm os fe ra. K. L e !erre i ncandescenti agli Stati Uni /i. L ' es tens io ne de ll ' in ca nd esce nza ha fatto s ì che s i esp loa ti s u ,·as ta sca la la m o nagite , lo zi rco ni o, la gaclo linite, la colo mbite e a ltri min era li del tanta li o . So\Tatutto la mo nag ite è r ichi es ta senza tregua. D a qu es to min e ra le (che s i trO\·a in na tura ne i g iac im enti di pegma tit e) s i es trae a nche un po' di ce ri o . P erò il ma ss imo ,-a lm·e è dato dall ' oss id o di to ri o che esso co n:i ene che può arr i,·a re fin o a l 3-9 OJO ne l prodotto co mm e rc ia le. L a mortalità Professionale . - « Annal es d ' Hyg iè ne » , \ ', rgo6. Ax DRAC: Ri ce rca ta è a nche la gaclol inite, r icca de l 44 OJO d i oss ido d 'e r_bio e di ittri o, e ri ce rca t iss imi so no i min erali di ta nta li o, so natutto per la res iste nza opposta d a qu esto m eta ll o a lle a lte te mperat ure de ll e la mpad e a cl in ca nd escenza. La mo nagite s i raccog lie a ll a Ca ro lin a de l l\ord, e p ure da q ues ta regio ne ,-ie ne lo zirco ni o , me nt re la colo mbite pro\' iene d a l D a ko ta. A. ha fatto in Fran cia un la \·oro assai paz iente pe r g iu dica re l'inAu e nza d e l coe ffice nte « pro fess io ne» . s ull' a nd a m e nto de lla mo rtalità. L 'esa me de i dati venn e fatt o s u ben 53 a nni di tempo, e s u un num ero in ge nte di sc hed e eli ass icuraz io ne. Q uindi i d ati non possono rigu a rdare se no n talun e s peciali ca tego ri e d i perso ne, e no n s i rife ri scono a m o lti g ru pp i profess ionali delle class i p o\'ere . Se s i ca lco la la m ed ia d i mo rta lità a 100 s i ha per le ,·arie profess io ni in esa me qu es t ' ass ie m e eli dati : a lbe rgato ri I3r, ca me ri e ri 155, m e rca nti di vin o I 04, ecc. Si può afferm a re che t ra g li individui che pre pa ra no o ,-e nd o no vin o o be va nd e alcoo li che la mo rta lità è s pecia lme nte più al ta in colo ro c he p re pa ra no le be ,·a nd e alcoo liche. K. Gli arridenti sul lavor o in Francia e in Ingitilterra nel f90j. . :\ e l 1904 in Fra ncia s i ebbe ro 4244 acc ide nti: le ,·ittim e sono 194 do nn e e 4050 uo mini . 11 d ipartim e nto de ll a Se nn a presenta il num e ro m agg io re di accide nti , le A lte A lpi il nume ro m ino re . La m o rt a lità negli accide nti è de l 10 010. Le mo rti sono più freq uenti ne lle indu stri e d e i trasp o rti e s pecia lmente ne i la\'orato ri d elle fe rrovie. Q uivi s i ha il 19 010 eli mo rt i in ra ppo rto ag li infortuni. Le indu st ri e m eta lliche ha nn o il mass im o di infortuni , ma co n un num e ro re la ti,·a me nte piccolo di infortuni m o rta li (44 mo rti s u 928 accide nti). L ' indu stria de lle pelli presenta il minimo di info rtuni: 57 cas i co n 2 mo rti. In Inghilte rra ne l 19o r s i so no a vuti 3718 m o rt i pe r info rt uni s ul. lavoro. No n s i d eve dimenti ca re, pe rò, che in In o-hil. b te rra SI ha nn o 5-721.424 ope rai. D el res to g li accidenti s ul la ,·o ro so no in co ntinua diminuzi o ne in Inghilte rra, no n as ta nte il maggiore e progressivo s ,·iluppo indu st rial e . N o n solo si ha una diminuzi o ne re lat iva d egli info rtuni , ma s i ha p ure un a di mi nuzi o ne nei va lo ri asso lu t i. K. Inj!uen::a della vita umana sul disper dimento dell'elettricità nell 'a ria. As hwo rth aveva ossen·ato che l'aria espirata dall ' uomo poss ied e parti co lari pro prietà co nduttr ici, e che s i co mportava co me se fo sse più ri cca in io ni d ell' ar ia a tm osfe rica libera . Così a ,-e,·a osse rvato che la scintill a e lettri ca d i una macchina \\' hi ms hurst ha un a la rg hezza dive rsa a seco nd a che sco rra ne ll 'a ria pura o ne ll 'aria espirata. Ora Dufo ur ha ce rcato di sa pe re se qu esti ed a ltri fe no m en i s im ig li ari no n so no dovuti per caso ad un a um e nto di conducibilità d ell 'a ri a esp ira ta e per mezzo d e l! 'apparecchio el i Ebert e eli E late r-Geite l ha fatto d e ll e es peri enze a l p ropos ito. _ I ri sultati co munqu e e o nmqu e fa tti , co ndu ssero a un Id enti co ri s ulta to : cioè , se mpre si è vi sto che il coe ffi cie nte di d ispe rdi mento, a llo rqu a nd o la scarica anriene in un a m b iente ab ita to , è superio re a l di s pe rdim e nto negli stess i a m b ie nti no n a b itat i. Qui ndi s i può rea lme nte r ite ne re che tutte le e man az io ni gassose, di ge nere 1·a ri o. che s i S\'iluppan o d a l co rpo, a um e n- 235 !\e l 1893 no n s i supe rava no 35 -00o lire di m o nag ite : ne l 1895 si arri,·ò a 70o.ooo, e ne l 1<;04 s i toccò 426.ooo lire. l\ e ll o stesso a nn o s i so no impo rta ti ag li Stati Un iti pe r lire 1.25o .ooo di nitra to eli to ri o . K. Disinfez ione degli apparecchi per barbiere. P e r e \·itare la d iffus ione de ll e fo rm e co ntagiose cuta nee, d a te mp o s i racco m a nd a e a nzi s i n 10l re nd e re o bbliga to ri a la d is infez io ne d e i petti ni , d e i raso i, d e ll e spazzole, ecc. Tra i m ezz i prati ci co ns ig liat i un o d ei più faci li ad app li ca rs i è il fo rm olo . O ra in Fra ncia è stato propos to un pi ccolo apparecchi o a fo rm o lo, co mpos to di un a rm adio in legno co n due o tre étagè res di vetro che posso no chiud e rs i e rm eti cam e nte co n g ue rni zio ni di go mma. In ques te étagè res ,·engo no pos ti g li ogge tti da d is infetta re e s i po ne un recipie nte d 'acq ua (400 cm. ) co n 20 OJO d i fo rm o lo d e l co mm e rcio. Per toglie re a ll e s pazzo le l'odo re di sg ustoso d i fo rm o lo basta passarl e rapidam e nte nell'ammo ni aca. Ques to m etodo è molt o se mp lice ed e le menta re: basta pe rò pe r d a re una di sc re ta disinfezion e, e se è ' 'ero qu a nto affe rm a no taluni ra p po rti fra nces i, s i a n e bbe g ià co n ciò la certezza eli uccide re i ge rmi patoge ni più co muni de ll e m a la tti e c ut a nee. K. I l11Uovo ser v izio delle acque di East- Orange (J\ 'novaJersey) . « En g in ee ring Reco rd », o tt o bre 1905. L a città eli East-O ra nge, s itu a ta a 25 km . da .ì\e\1'-\'o rk , conta 30.ooo abitant i. Fino a qu est i ultimi te mpi e ll 'era tributaria , pe r la sua a limentazi o ne in acqua , di un a Compagni a pri,·ata e de ll a c ittà d i r\e"·a rk. Ora ha cost ruito pe r s uo uso esclusi,·o un nu o vo. se n ·izio el i acq ue co mpl eta m ente indipe nden te. I Ja ,·ori co nsta no eli pozzi a rtes ia ni . o ffi cina ele ,·ato ri a co ndo tta eli o,6o eli diam et ro e eli 8 km·. d i lun g hezza, r{sen ·e co pe rte in calces tru zzo ar m ato che a lime nt ano la città pe r gra \·ità . D. BEN. T. Accidenti dati dall'm-ia co/Jipressa . d ' H ygiène », V , 1906. 0L JVER : « An na les Il la\'o ro ne ll 'a ri a co mpressa, reso oggidi indispensabi le no n più so la m e nte ne lle lm·m·az io ni pe r po rre fo nd a m enti d i filo ni ma in m o lti a ltri lavo ri cos trutti,•i, presenta una se ri e eli in : co n,·eni en ti , s ui qua li d a te mpo s i è ri chi a ma ta l'at te nzi o ne dei m edi c i e d egli ig ie ni sti. Disturbi el i c ircolo e di res piro, co nseo-ue nt i disturbi renali, fen o m e ni nen ·os i di inte ns ità e di durata va ri a , fo rm a no le co nsegue nze più co muni de l lm·o ro de i cassoni . Anno II . - RIVISTA DI I NGEGNEiUÀ SÀNITARlA Ovvia re a i mali di questo lavo ro no n è faci le : dei forti m ezzi di profilassi praticamente attuabil i in qu es ta lavorazion e , l'A. si occup a d iffu sam ente. In olt re l ' A. indica quale è la cura per gl' inco nveni enti dati dal lav o ro nei casso ni e si dim os tra pa rti g iano della rico mpress io ne. G. GUJBHAUD: Il1'egùne .fisirJlogico del lavoro. - K. Parigi , 1906. In qu esti te mpi di trio nfo d e i p a rt igiani de lla rego lam enta zio ne legale d el lavoro la tes i d i G . p uò essere letta con istruzione. Egli è un d ifensore del diritto e d el d overe sociale d i regola m entare il la voro, e ciò no n solta nto pe r ragio ni um anitarie, ma schi ettam ente per ragioni igi eni che e fisi ologiche. Specialmente G. pensa che per rapporto a i diritt i dell a fisiologia lo S ta t o d ebba inte r venire n el regolare il lavo ro nell a s ua durata : i !ibe risti (d ice G. ) possono inter venire e url are sin o a qu anto credo no, in difesa d e i sacri d iritti, reali o pretes i, d ell a li bertà individua le, e possono qu indi domandare che non si fr ammetta lo Stato a limitare i periodi di lavo ro, che lo Stato n o n posso no interessare, ma la fisio logia sta contro costoro , e oggidi no n s i può ammette re da chi cch essia che il lavoro prolu nga to a l di là d i cert i limiti , non diffici lme nte stab ilibili d el res to , ra ppresenta un a vera intossicazio ne K. o rga ni ca. R eostati bimetallici. È inuti le r ipete re qua le è la fun zio n e fo nd a m enta le disp erditr ice di un reostato . A i m olti s iste mi reostatici g ià impiegati se ne aggiun ge o ra un o p ropost o d a F. Punga e g ià preconi zzato da H obart , che sopprimerebbe tutti g li in con ven ienti comu ni de i reos tati . Il reost ato bimetalli co d i Hobart è cosi fatto ch e la corre nte trave rsa un filo di rame in co ntatto intimo co l filo di ferro posto al di sop ra ed è pe rciò che a l reostato si è d ato il nom e di bimetalli co. Capita così ch e qu est o fi lo di ra me sopporta co rrenti d i enorm e inte nsità . II reos ta to è p oi così foggia to, da poter avere in piccolo s pazio un reostato di gran d e capaci tà. K. E. TACHARD: Danni del« tout à la rue ». « An nales d ' H ygiène », VI II , 1906. La strada , patrimoni o di tutti , è o d ovrebbe essere un o d e i lu oo-hi d ei quali tutti sento no la m ass ima cura . Ma sgraziatam e ~te così no n è : non soltanto la strada è trascurata spess iss imo ne ll a sua struttura , talch è non ri s ponde alle più lonta ne es ige nze dell ' ig ieni sta , m a su di essa a nco ra vengo no a gettarsi tutte le miser ie d ell a vita e tutti i rifiuti . Su i pericoli ch e un ta le st ato di cose presenta, s i d iffonde ed enum era tutt e le ca use ch e possono agire com e dete rminanti di inquiname nt o e d i con taminazio ne . Lo scopo d el suo sc ritt o ne è indi cato da lui stesso: gettare, in un 'ora di così a ttivo ris veglio ig ieni co, un g rido d 'a\l arm e, ch e richiami anch e l' attenzio ne d el pubbli co su qu esti perico li e soltanto colla propagand a igi enica fatta a \l e m asse (afferm a )' A. ) sa rà possibile otte ne re qualcosa nel ri sana me nto d e \l a B. strada. DAR DEL: Installazione di h6tels nelle stazioui di acque. - « A nn ales d ' Hyg iè ne »,V I , 1905. L ' A . studi a l ' albe rgo d e \le stazioni term ali, coll a stessa mi nuta di li genza colla qua le s i studia un ospedale o un sanato ri o. Sov ratutto si rende rag io ne di tutte le necessità ig ieni che ed es teti che che il balnea nte p uò avere , e qu in d i studia minut am ente la cam era d ' alberg o d escri vend o qu ell o ch e a s uo o· iudizi o è il mobi g li o mi g li ore. "' Nel suo stud io ce rca di sacrifi care il m e no possib ile l' estet ica, ed a rri va così a dife nd ere e g iu stifi care i tappet i che tan te ire h anno sollevato da parte d egli igi eni sti. Pare che in Francia il tipo migli o re di cam e ra sia stato praticamente raggiunto da lla cam era del Touring. K. STENERN AGEL : La depnrazioue a Colonia. - « Centralb l. fiir a llg. Ges undh e itspfl . », 24 , 1905. Colonia ha cerca to di d e purare le sue acq ue d i rifiuto con de i baci ni di sedimenta zio ne, destinat i sov ratutto a ch ia ri fica re qu es te a cqu e. Su\l e acq ue imm esse e sugli effetti de \l a depu razion e riferisce il rappo rto di S., le cui co nclusioni sono ToRINO, N. 16. f\ 1\/I~lrl\ A A A A A I 5 Agosto A I 906. A I INGEGNEI\IA 5ANiTAI\IA qu es te: 1 o L ' acqua di fogna di Colo ni a conti ene relativame~te poche sosta nze sospese (mm g. 303 pe r l. ), e il conte nuto oscilla sensi bilmente nelle var ie ore d ell a g io rn ata, aum entand o sensibi lme nte al mattino , diminu e nd o a \l a se ra e ridu cendosi ad un minim o nell a notte. L 'effetto d ell a d ep uraz io ne d ell' acqua riduce se ns ib ilmente il tasso d e lle sostanze sospese, e diminui sce sensibilmente pure il tasso dell e sostanze o rgani che. K. Co nti nuazione : L ' INGEG ~: ERE IGIENISTA - Anno VII. È riservata la proprietà letle?'aria ed a1'fistica degli articoli e disegni pubblicati uel/a RIVISTA DI INGEGNE RI A SANITAR IA. MEMOI\IE ORJGINALI f\PPUNTI TECNICO-LEGf\Ll Muro comune - Appoggio di fabbriche ornamentale - Molestia possessoria - Rottura di fascetta Azione di manuten- zione. È canone d i diritto ch e la m olestia p ossesso ri a può ri sultare da ogni atto esteriore, che di rettamen te od indirettamente contrad di ce in tutto od in pa rte all' altrui possesso. Pe rta nto chi ne\l ' appoggiare il prop rio edifi cio al muro co mune di struo-<Ye la fa scetta che se rvi va di o rn am ento a\lo atti<YUO fabb ri c:;o, a solo fin e di re ndere più elegant e l'edificio, tur;a l'altrui p ossesso, la qua l cosa dà diritto a ch ie dere la manutenzione in tal e possesso e la restitu zione de\l e cose ad P1'isliumn. (Corte di Cassazione d i Palermo, 24 febbraio 1906) . Appalto - Archite tto - Imprenditore - Prezzo fatto - Mancanza di disegno - Descrizione particolareggiata - Vanazioni ed aggiunte - Mancanza di atto scritto. Se un 'ope ra architetto ni ca a costru irs i è st ata particola rm ente descritta in apposita pe rizia e fu dato l' appalto in base ad essa la dispos izio ne dell ' art. 1640 Cod ice civi le , che n o n dà dirit~o ad aume nto di prezzo, va sempre applicata a nch e quando manch i un d isegno vero e pro pri o. . L ' impre ndito re di un 'o pera a prezzo fatto no n p uo pretend ere alcun paga m ento pe r le var iazioni o aggiunte a ppo rtate al progetto, se n o n p rese nta la prova sc ri tta . (Co rte d i Cassazione di Rom a, 7 a pr ile 1906). CONCORSI, CONGRESSI, ESPOSIZIONI, RIUNIONI D'INDOLE TECNICA Cagliari . - È aperto un concorso p e r t it oli ad un posto di Ingegnere di 2 a cl asse nell 'U fficio tecni co mm~ ici.pal e con l~ stipendio an nu o di L. 2500, aume ntabil e a decimi sessenn a h , s in o all o stipendi o d e lla ca tego ri a super iore. Scadenza 30 settembre co rrente ann o . Per schiarim enti ri vo lgers i all a Segreteri a co munal e . Dott. ERNESTO BERTARELLI, R edattor e-responsabile. TIPOGR AFIA EREDI BOTTA- TORINO , VIA DEL CARMINE, 29 (CASA PROPRIA). IL TRA TT AYIENTO DEGLI ALIE NATI SOTTO TEN DA ::\EL :'IIAN I COMIO GOVERNATIVO DI MAN H AT T AN IN AMERICA. ;el mamcomto governativo di Manhattan nell ' isola di \!\fard , presso N uova York, sotto la direzione d el do ttor A . E. Macdonald , sovrai ntend ente, ebbe luogo il primo esperimen to di tra ttamento curati vo d egli alienati mediante vita all'aria li bera sotto tenda, ed i suoi resoconti , nonchè i rapporti d ei suoi dipend enti medi ci, riportaro no i fa vorevoli risultati di q uesto metod o curati vo nei primi tre anni di sua applicazione. Che gli alienati tubercolotici, scri ve il dottor Macdonald, possano esser e tenuti e trattati a lor o vantaggio, e incidentalmente a beneficio d ei loro compagni ricoverati , sotto tende di tela, e dura nte le varie stagio ni d ell 'an no, appare evid ente dalla rece nte storia di questo osped ale. L 'esper imento sul quale si fonda questo asser to alla epoca attuale, 30 settembre I 904, conta un peri od o di ..j.O mesi, il campo essend o stato per la prima volta stabilito ed occupato da i malati il 5 g iugno I 90I. Il serio probl ema di curare questa classe di alienati imbar azzava il nos tro ospedale come altri co nsimili , e, pi ù seriamen te ancora, stante il fatto che d o vevasi tratta re con ali enati , e che la forma d i cos tru zione dell o stabil imento era tal e, che non vi era alc una camerata 6 sez io ne picco la che si potesse uti lizza re per il necessario isolamento. In tutti mani comi la forma della malattia menta le costitu isce propriamén te la base prevalente per la classifi cazione, modificata naturalm ente d a consideraz ioni seconda rie, quale lo stato fisi co d ell 'ali enato, il progresso verso la g uarigione o ve rso l' ing uaribilità ed altri criteri . La sussistenza, q ui ndi , d i un 'altra esigen za, la presenza di una cond izi one morbosa fi sica che richi ed eva la riuni one L ' INGEGNERIA SANITARIA - Anno XVII. di qnanti ne soffri vano senza r iguardo alle associate condiz ioni psichiche d ei singoli malati , costitui va un probl ema di diffici le esecuzione, un 'impresa che involveva , u nitam ente a ll 'abbandono di altre pratiche abi tuali , la riunione di malati agitati e p eri colosi co n altri d emen ti inoffen si vi , e così per tutte le interm edie g radazioni. Eppure questo fu effettuato co n inaspetta ta facilità e successo . Il pr im o intento era stato qu ell o di allonta na re gli alienati tubercolotici, od almeno la loro maggio ranza , per qualch e mese dal co ntatto con gli alt ri durante la bella stagione, ottenendo nello stesso tempo una conven iente opportun ità per la disinfezione e rinnovaz ione d elle camerate. S i fece ro studi sull a disposizione d elle tende da ospedali ed accessori nell e Mostre d el corpo dell 'osped ale d ell 'Armata d egli S tati U niti all 'Esposizione generale d 'Ameri ca, allora ape r ta a Buffalo, e si fecero visite a stazion i dell 'Arm ata nelle vicinanze d ella città di N uo va York. Il ca mpo d a pnma stabilito consistette di due larg he tende a d orm itorio di 20 x 40 piedi , ciascu na contenente venti letti , con minori tende di diffe renti forme di circa IO x I O piedi per le perso ne di ser vizio, per la cura dell e provvig ioni d ell'osped ale, di spense, ed una tenda d a prendere i pas ti per quelli che potevano ab bandonare il letto. Nel tempo bello un lato d ella tenda era sempr e tenuto ape rto in modo che l' in ferm o e ra inondato da a ri a pura, e in ogni tempo ad una sufficiente ventilazione era pro \·ved uto da larghi vent ila tori a ciascuna estrem ità, posti vicino all a sommità d elle tend e. L 'acqua co rrente fu assicurata co n tubi sotterranei ed assic urata la rim ozione d elle imm o ndezze e la canal izzazione d elle im purità (fig. 1). A ta rdo a utunno, visto che l'esperim ento continuava favo revole, contro il prim o di ,·isa mento si deliber ò di portarlo su scala mod ifi cata anche durante l' inverno che st avv tcmava . Il campo era stato da p ri ma stabilito sopra un monti cello adiacente alla riva del fiume ed esposto app unto alla piena fo rza d elle brezze esti ve. P er l'esperim ento in vernale esso fu rimosso al ce ntro d ell ' iso la , d ove alberi ed abitazioni interpos te ve niva no ad ag ire com e pa rave nti all e severe burrasche d ell 'es t e no rd-est che si poteva no aspetta re in qu ell a località. I l num ero d ei RIVISTA DI l GEG E RI A S A NITARI A vertiti che sol o le g ra ndi tende p otevano effi cacemente res istere al rigore dell a stagione im·ernale. Dell e g randi stufe a ca rbone, un a a ciascuna estremità della tend a, pro n ·ecle ,·a no suffi cientemente al ri scalda mento nel piÌJ crudo im·erno. L e stufe e ra no pog g ia te sopra una spessa lastra di zinco. Il tubo passava a ttra ,·erso la pa rete verti cale dell a tenda ad a ngolo retto ed era attaccato ad altro lungo tubo verti cale estern o. L add o ve passa\·a attraverso la parete era rivestito da un d op pio colla re d i tela d i fe rro, foderata e coperta d i a mia nto. Il collare res tava in un 'a rm atura di legno, pure r ivestita d 'ami a nto. Era inoltre rinforza to da fili di ferro attaccati ai sostegni esterni fi ssati nel t~i-r e n o che sostenevano il gomito del tubo del camin o, ove il tratto orizzontale si uni va al ve rti cale. n altro sostegno o palo accom1 ag nava la sez ione ,-erticale aderente con fili d i fe rro. D onmque il tu bo tocca \·a il legno o la tela il punto d i conta tto era coperto d a spesso Fig . r. - Ved ut a gene rale d el ca mpo pe r t ub erco lotici . stra to d 'ami anto. Nella stagione invern ale, quando i lati dell e tend e erano necessa ria mente chiusi, si trovò che l'oscurità d iurno per qu elli che non tene,·a no il letto. L e debite cos titui va una seri a a bbiezione. Vi si ovviò inserend o preca uzioni furon o prese per il ri scalda men to e per asdelle fin estre nel canavaccio dell e par eti , facendo sopporsicurare, med iante rozzi e movib ili senti eri in legno, il ta re l'a rmatura dell e fin estre dai pali che sostenevan o passaggio da te nda a te nda, qua ndo la neve e le pozparim enti il tubo della stufa, nel p unto in cui attra,·e rzang here sarebbero a rri vate. S i teneva intanto p repa ra to sa ,·a le pareti. Co ntro l'aspettati va nessuna fin estra fu il posto nel fabbrica to per l'eve ntu ale occupazione in r otta, non ostante le tempeste soppo rtate. caso eli insuccesso a po tersi ma ntenere all 'aperto. Q ueste fin estre ser vivano ancora per la ventilazi one, Venne la prim a bufe ra. e non ostante il vento e la in aiuto ai ventilatori che stavano a ciascuna estre mità. neve, si ma ntenn e una cl isCI·eta temperatura, e si fin ì P er la lu ce notturna si usa rono dapprima lampade per trovar e che si resisteva meg li o so tto tend a all ' insospese co n corde dal tetto. In seguito fu elettriche cl emenza delle stagioni che non nel fab brica to. In bre,·e adotta to il sistema di porre una lampada ad uncin o a il campo restò in perm anenza no n solo per il primo pazienti fu rido tto a venti , q uelli in cui la malattia era p iù a tti va . Gli altri , per lo p iù loro m algrado, furono ri m·iati al fabbrica to. na sola te nd a se rd pe r do rmito ri o ed un 'altra pe r ser vizi co muni e sala da pra nzo e d i trattenim ento invern o, ma anche nei du e successi vi , e stagioni interm edie, permettendo d ' isolan ·i tu tt i g li a lienati con ma nifestazioni eli processo tu bercolo tico, in med ia + 3 sopra circa 2 000 ali enati . P er tale scopo g l' in verni successi,·i si ma ntenn ero er ette le du e larg he tende d i p iedi 20 x 40 con I+ piedi eli a ltezza, ciasc una contenente 20 letti , ognuno d ei q ua li a,·e,·a perciò + O piedi q uadra ti di pav im ento. Ciasc una la rga tenda ne aveva due pi ccole che si ap ri,·ano entro el i es. a : una fornita eli acq ua che sen ·iva d a ca mera da bagno, e l'altr a con seggetta per i bisogni co rpo rali per coloro che non poteva no uscire a ll a latrina comune, separa ta e coll ocata d ietro r iparo el i legno co ntro i venti , e d a q uesto nascosta . Ogni tenda disponeva eli acq ua potab il e. Il terreno sul qua le sor gevano le te nde era stato accuratamente sba razza to da ogni vegetazione, ed a r 8 pollici si ergeva il tavola to che se rviva da pav im ento. na terza tenda g ra nde, d ivisa da tra mezzi , fu desti nata a i se n ·izi comu ni ; esse nd o stati dall 'esperienza a v- F ig. 2. - Tend e gi re,·oli per tub ercolo ti ci. ciascuna estremità, e nel mezzo pendeva un la mpada rio elettri co a tre rami , o nde ogni tenda veniva a ri ce ,·er e cinque sorge nti di lu ce, d ell e q ua li qu attro e rano di . ed ici candele ciasc un a ed un a, per uso eli notte, eli una so la cand ela. RIVISTA DI I NGEG E RI A SA TJTA RI A P er la sicurezza delle tend e e per l'opportuna resistenza co ntro i ,·enti invece di a ttaccare le funi a piuo li si conficca rono nel te rreno dei fo rti pali eli legno p esa nte, per tre o q uattro piedi , e co n essi si fece un 'arm atura a ciascun lato della tenda , a cui ve nnero ad attacca rsi le funi, offrend o loro tale solid o a ppoggio da perm ettere alla tenda el i sostener e le frequenti bufere propri e del paese. Il dot t. ì\l acd onalcl suggerì , inoltre, la costruzione di te nd e g ire,·o li in ogni direz io ne per fa re godere il benefizio del bagno di sole nelle ,·a rie ore dell a g iornata, anche a q uelli co ndanna ti al riposo, perchè febbri citanti . \ 'i erano tend e g irevoli con due letti ed altre con sedi e per i de boli (fi g . 2 ) . Tosto che il tempo permi se eli abba ndona re l'impi ego delle stufe le due la rgh e tend e furono eli bel nu o,·o erette sul sito primitivo. :\Iassi ma cura si a \·eva se mpr ~ per la nettezza e per la d istru zione dell e sorgenti eli in fezio ne. I pa ,·im enti erano freq uentemente Ja,·ati con acqu a cald a conte nente acido fe ni co; le sco pe di rad o usate c s ~ : n o re dop o che il pa ,·ime nto era stato spruzzato eli soluziu1' a ntise tti ca, in modo da evitare di sollevare poh ·ere. Ogni biancheri a veniva acc uratamente disinfettata prim a d 'essere mandata alla lavanderia. I mala ti furono divisi nell e du e tende seco ndo il g rad o di g ra \·ità della mala ttia: i più g ravemente amm alati raccolti in una, i più leggermente nell 'altra. Nessun malato con tempera tura elevata era lasciato uscire d i letto, il riposo essendo un impor tante fa ttore del lo ro r istabili men to. Per g li a ltri si usava un esercizi o g iornali e ro e q uelli che pe r le condizioni mentali ne era no ca paci passava no nei mes i estivi il loro tempo eli divertim e nto g iuoca nd o al croquet, ai pa letti , bocci e, ecc. I mala ti e rano ammaestra ti con sforzi co ntinu ati a sputare semp re nelle sputacchi ere o nei cusp idor contenenti soluzione al 2 o ro di creolin a, e le sputacchi ere eli ca rta erano bruciate. G ia mmai era lascia to essiccare lo sputo. I malati indocili o cl ementi di sord ina ti erano tenuti a letto, e q uesto ve ni va circondato co n lenzuoli bagnati in solu zione a ntisetti ca per raccogliere g li escreati ed imjJecl ire che il pavim ento fosse imbra tta to. L 'ambi ente era ogni ora nebulizzato, medi a nte lo sp ray, co n una soluz io ne anti setti ca compos ta di: G uaj acol . Acid o feni co E uca liptolo Sp irito eli vino r ettifi ca to Mento! Tim o!. Oli o el i ca ri ofi ll o Gra mmi I.) O >> 90 » » I 20 2 .) 00 >> 6o » 30 >> 30 La neb uli zzazione oltrechè ser vire da antisetti co nusciva n oc i v~ agli insetti. I paz ienti ri cevevano frequ enti bagni ed era opera ta stretta nettezza pe rson a le. 239 I ,.i,·eri erano prepa rati nell a cucina generale, ma consu ma ti nelle tend e. La di eta era m olto sorvegliata. I mala ti rice,-e,·ano quattro past i. Al ma ttin o, colaz ione di cer eali , la tte ed uova. All e undi ci carne e vegetali. Nel dopo mezzodì cacao, brodo di p oll o e el i bue con bi scotto. All a sera semplice cena come al mattino . Frutta fresca era data a i ma lati e li bero l'uso del latte dell e ,·acche, sa ne, dell o stab ilim ento . D onaz ioni pri,·ate Yeni,·ano in a iuto al vitto rego la mentar e. Si ebbe cura durante l'in verno che la temperatura nell' interno dell e tend e non fosse troppo e]e,·ata, in qu a nto che l'a ri a fred da a ppan ·e in q uesto trattamento esercitare un o speciale deciso effetto terapeuti co. ( Continua) D ott. A N T0::\110 MARR O . SC I RISCALDA \ I EN TI AD ACQU A CALD A E SU L CALCOLO DELLE CALDAIE RELATIVE. ( Ing. E :m L HI E K E (*) - Jlftlano). Anche in Italia in questi ultimi a nni son o anda ti m olti plica nclosi g l' i m pian ti di ri scalcl a men to a termosifone. Ora il sistema di riscaldamento acl acqua calda merita ogni preferenza, per la natura stessa d el riscald amento a irradiazi o ne g raduata e mite, salvoguarcla nclo così tutte le esige nze ig ieniche. Questo sistema, poi, si presta assai per le condi zio ni speciali del clima italiano. Infa tti , basta di confronta re la differenza eli temperatura che si usa prend ere co me base pei calcoli el i disperdim ento eli calore. Mentre nella Germania del Nord si calcola + 2 0 ° a ll ' interno degli a mbienti e - 20 ° a ll 'es terno, e cioè un a d iffe renza di 40" (nel nord-est d ' Europa .) 0° ed anche di p iù) ed un riscaldam ento co ntinuo per 7 a 8 mesi , nell ' Italia del Nord , invece, pel solito non si prende più + I 5° a ll 'intern o e - 5° all' estern o che 2 0 ° di d ifferenza C e q ualche volta anche - I0°), ed in oltre la dura ta del ri sca ld a mento non supera .5 mesi. In a lcuni g iorni di tempera tura mite in Italia no n occorre neppure fa r fun zi ona re l'impi anto. Nell 'l tali a centrale e meridi o nale i bisogni te rmi ci so no a ncora min ori . Quindi deri,·a che pe r l'Italia occorro no co rpi riscaldanti el i superfi ci alquanto p iì.1 pi ccole di qu ell e che necess itan o nei paesi d el Nord, pe rciò in qu esti, specialm e nte per impi anti di ' im po rta nza, s' impi ega no stufe multitu bola ri e stufe a colo nn a. L e stufe multitu bola ri so no co mposte eli seri e el i tu bi di ferro a dop pia pa rete fi sa te superiorm ente ed inferi o rm ente in cassette el i g hi sa d i form a retta ngo la re, circolare o tri a ngolar e. Q ues ti co rpi riscaldanti , e specialm ente le stufe a colo nn a, co ntengo no relativam e nte molta acqua, cosicchè si ha a nco ra irradiazione di cal o re pe r a lcun e o re qua ndo la ca ld a ia è spe nta . Inoltre si usa no a nche co rpi ri scal- (*) L o stesso a ut o re g ià d a \'a rii a nni ha pu bblicato ,·a rii a rti co li in g io rn al i tecni co-sa nit a ri d ell 'estero. RIVISTA DI I 1 GEG ERIA SA 1 ITARIA RIVISTA DI INGEGNE RIA SANITARIA danti ad alette a tipo vario, ma per ambienti d 'a bitazione abb isogna no d ' un inYiluppo con g ri g li e, il quale sottrae il 20 O]O e più del calore irradia to, perdita della quale, quindi, si dovrà tene r conto. In qu esti ultimi tempi ad ovviare l' inconveni ente si sono costrutti dei corpi ri sca ldanti in g hisa , decorati a nte ri o rm ente, mentre a tergo è mantenuta la forma dell e ale tte. P er le serre si preferiscono a nche oggi dei tubi li sci di rame o di ferro a fl a ng ie con g ua rni zio ne di go mm a, oppure dei tubi lisci di g hi sa a manico tti (cos idetti tubi scozzesi), riuniti con mastice di ghisa, co n diametro mte rno di 50- I 2 5 m m. Si usa no pure dei tubi di g hisa ad alette. Anche per sale di lavoro, magazz ini ed essiccatoi si im p iega no utilmente ques ti di sposi tivi. Ancora di eci anni so no in Italia erano in uso generalm ente i corpi ad alette, mentre oggi si pu ò di re che s' impia ntano esclu si vam ente dei cos icletti rad iatori, di orig ine a mericana e di fo rm a s\·ariata, che si sono diffusi negli ultimi d ieci an ni in tutta Europa. Essi so no \·a rii per dim ens ioni e risulta no da seri e eli tubi ri piega ti a sez ione to nda, elitti ca , trian golare, quad rata, trapezio icl ale, che s' impiega no per comporre stufe eli superfi cie acl occon·enza. Questi radiatori sono elega nti , non ri chi edono ri vestimenti , tengono poca acqua, cosicchè conve ngono pe r le co ndizi oni cl imatiche dell'Italia. L a scarsa qua ntità eli acq ua, in co nfronto all a g rande superfi cie, perm ette un rapido funzionam ento d ell a stufa e un successivo rapido raffredda mento appena spenta la cald aia, be n inteso che quest'ultima non contenga molt'acq ua. Se occorre che il calore sia a ncora per q ualch e tempo irradiato anche a caldaia spen ta, bisogna aumentare la capacità eli quest'u ltima. Siccome poi questi radia tori non si rivestono e non ha nno nemm eno superfi cie orizzontale per il d epos ito d ell a polvere, si potran no fac ilm ente tenere puliti e p erciò sono anche molto raccoma ncl abili da l lato ig ieni co : tutto ciò associa to all a possibi le loro decorazio ne co n ri porti , \·emi ci, ecc., fa sì che essi si prestino anche per a m bi enti di lusso. Un a cope rtura eli smalto a fuoco o in Yi a galvani ca dei radi atori no n è indi cato perchè è molto costoso e diminuisce l'effetto. Con un impi anto a te rmosifone si possono co n poca spesa in più app lica re scalda- piatti e scalda-bia ncheria; però non si deve far uso dell 'acqu a contenuta nel sistema pei bagni, toeletta, ecc., poichè bisogna se mpre per qu anto è poss ibil e co nservare l' acq ua senza ca mbiarl a, o nde evitare J"in crostazione nella ca ld aia e dannosi disturbi. In oltre è be ne ri cordare che i radia to ri piccoli costa no p er l'urrità eli misura in mq. pit'1 dei grandi , il che ha una relativa importanza se si co nsid e ra che l'effetto utile diminuisce con l'altezza del co rpo ri scaldante a pa ri supe rfi cie ri scaldante. In oltre convi ene disporre i rad iatori in posizio ni libe re, o nde avere il massim o effetto d ell' i rracl iaz io ne. Pe r poter isolare una tufa dal ri scalda mento occo rre l'appli cazione eli un a so la Yah·ola nel punto più basso sul tubo eli ritorno, perchè altrim enti l'acq ua fredda contenuta nel corpo per il suo propri o peso specifi co maggiore cercherà di ragg iun ge re la posizion e più bassa del sistema, cioè la caldaia se questa è ri scaldata ed avvia ta la ci rcolazion e la stufa in co nseguenza si riscalda. In genere si suole po rre questa \·ah ·ola per facilitare la manovra nell a condotta d 'arrivo : ne consegue che i radia tori non sono isolati , ma comunicano col tubo di ritorno, e si ri scalda no lentamente dal basso anche con vah-ola chiusa. P er a\·ere una garanzia del buon fu nziona mento di un ri scaldam ento, questo deve essere bene calcolato nelle sue parti da chi ha buona conosce nza di tutte le f01·mole e coeffi cienti relativi , ecc. Si deve stabi lire la minim a temperatura esterna, la massima inte rna des iderata, calcolando le perdite di calore nei g iorni pi ù freddi per i varii ambi enti , facendo speciale attenz io ne all 'esposizio ne dei locali , ecc., e tenendo conto del tempo da impiegarsi pe r porta re l'impianto a regim e. Su ciò si calcoleranno, poi , le superfici necessa ri e dei corpi riscaldan ti, i di ametri interni dei tubi di arrivo e di ritorn o e della condotta principale, indi si calcolerà l'ampiezza necessaria della caldaia. U n im pianto di questo genere no n si deve co nfrontare coll a faci le installaz io ne d ' impianti d' acqua potabile o a gas, e quindi sta nell ' interesse di chi fa esegui re un tale la\·oro d 'assicurarsi che esso sia fatto con tutte le regole d 'arte per evitare lag nanze. Io da \·ent'anni ho sempre consigl iato il riscaldamento acl acqua calda per le condizioni speciali climatiche, malg rado era sempre molto preferito a nche per piccoli impianti il sistema di riscaldam ento a vapore a bassa pressione. S 'i ncontra spesso anche l'opinione che il sistema di ri scaldamento acl acqua calda no n sia indica to per g ra ndi ed ifi ci, mentre per questi basta la installazione d i caldaie in posiz io ne :.cht:e per vincere le distanze limitate fra le caldai e ed i corp i riscaldanti. Il g ra nde e non di scutibi le yantaggio di questo sistema sta prin cipalm ente nella faci le a : comodazione della tem peratu ra dell 'acqua alla temperatu ra oscilla nte esterna, perchè non solo si p uò regolare colle valvole l'effetto d ell e stufe , ma in\·ece col rego lare la temperatura dell'acqua nella caldaia si p uò ottenere il calore g radua to pe r tutti g li a mbient i : eli ciò risulta l' importanza che ha la caldai a come so rgente di calore per ogni impianto. L a scelta e il calcolo della capacità de ll e caldaie si devono fare co n ogni cura, perchè anche se il rimanente impianto è ben calcolato, ma la caldaia è pi ccola, l'imp ianto funzion erà male. Spesso si posso no riparare gl i errori muta ndo la calda ia, sempre, ben inteso, se il riman ente impi anto è ben calcola to. Se le superfi ci riscalda nti ed i tubi sono sta ti mal calcola ti si può ri parare l' in co nveniente in parte sos tituendo un se rbatoio d 'espansione chiu o in luogo di un o ape rto, oppure appl icando una valvola d 'espansio ne nel serbatoio aperto, vah·ola tale che au menta la press io ne dell'acqua, portando la temperat ura sov ra i Ioo•. Avendo così gra nd e importanza la caldai a riporto qu i alcu ne fo rm ole che si usa no nella pra tica co n buoni risulta ti . Se si calcola il fabbisogno di calo re che dev'essere cedu to nell ' unità di te mpo dal corpo ri scaldante, si terrà conto dell a quan tità d 'acq ua ri scaldata che nell a stessa unità di te mpo deve passare la stufa per ottenere l'effetto voluto. Si partirà, q uindi , dall'ipotesi che la qua ntità d 'acq ua che nell 'unità di tempo attraversa i corpi riscalda ndoli , de\·e nell a stessa unità di tempo nella caldaia caricarsi eli calore. Però , non si de \·e stabilire ciò nel senso matematico, poichè sono ancora varie perdite di ca lo re nelle condotture, ecc., eli cui si deve tener conto nel calcol o dell a caldaia. Se, pe r esempio, l'acqua arriva al co rpo risca ldante con So• e \·iene raffreddata a 6o 0 , all ora la tempera tura med ia sa rà : So + 6o ---- = 70•. 2 La stessa quantità d 'acq ua nell o stesso tempo uscirà, ad esempio, con 90" dalla caldaia e ritorna co n 50" : anche in tal caso la tempe ra tura media dell a medesima sarà : 90 + 50 - - - - = 7o•. 2 l\Ientre un litro d 'acqua cede So - 6o = 20 calori e nel corpo riscaldante devon o, per l' istessa quantità di acqua nella caldai a, essere prodotte 90 - 50 = 40 calorie, calcolandosi così anche le perdi te. Q ueste perdite divengono qual che volta notevoli tra la caldaia ed i corpi riscaldanti , anche usando bu oni isolanti : ciò perc hè le condo tture di andata e ritorno corrono principalmente nella cantina e nel so ttotetto e quind i negli a mbienti pi ù freddi della casa. L a formola generale pel calcolo d ella caldaia può così riass um ersi: c S = - , M ove S = superfi cie effettiYa d 'acqua riscaldata della caldaia in mq., C = so mma delle caldaie di disperclim ento per trasmissione e cam bio d'a• ia per ora, M = ca lorie per ora e mq. trasm esse dal gas eli combustion e all 'acqua nella caldaia. Il valore di M va ria colla fo rma della calda ia, colla quanti tà e qualità del co mbustibile e colla d irezion e del gas di co mbu stion e a q uella dell'acqua che attraversa la calda ia. E sso oscilla tra 6ooo a 14.ooo e più. Per il calcolo delle caldaie si hanno a di sposizione molte fo rmole di a utori speciali sti in ma teria di ri scaldamento e ventilazi o ne: non vogliam o qui confrontarle· notiamo solo che esse sono assai varie tra di loro. Cos; oscilla il dato su l contenuto d 'acq ua dell e cald aie per mq. d i corpo risca ldante tra 35 a ro litri, s' intende ca ldaie cilindri che co n o senza tubo focola re, le quali co ntengo no un a g ra nde q uantità d 'acqua che permette d"immagazz in are molto calore. l 35 litri so no eccessi\·i in ispecie per le condi zioni in Itali a, perchè un continuato risca ldam ento dell e stufe a ca ldaia spenta pu ò determinare serii in co m·eni enti. Se si a sumo no co me cor pi ri sca ld a nti dei rad iatori , e si ca lcol a la cald a ia capace per IO litri ogni mq. del radiato re, si potrà a mm ette re che il rapporto tra caldaia e rad iato re sarà di IO: I O. Se s'i mpiega no dell e caldaie co mposte di elementi di g hisa o del le caldai e ingl esi di ferro bollito, allo ra il qua ntitati\·o d 'acqua è no te\·olm ente più picco lo: il r isca lda mento è più rapido, ma più rapido a nche il raffredda mento. P er risca ldare a mbienti di ab itazio ne, scuol e, caffè, uffici. ecc. , o local i d i d im ora tempora nea, queste ultim e caldaie so no p referibili perchè si risca ld a no alla svelta. O ve occorre un riscaldamento continuo (ospedali , case da pig ione, ecc.) è megli o prend ere caldaie a g ra ndi masse d 'acq ua. In oltre g li autori d icono che p er ogni IO mq. di superficie liscia di corpo ri scaldante s i deYono calcolare o,o3 -0,05 mq . di superfi cie d i focolare, a second a del te mpo da impi egarsi per po rtare a regim e l'impianto, il q ual e no n de \·e ri chi edere meno di or e I J/2 a 2 Ij . 2 Inoltre di cono che per o, 10 mq . di superficie d i focolare per combusti one di ca rbone fossile si calcolano I ,5 -3 m q. eli superfici e di caldaia . Com e si vede questi ultimi da ti sono molto elastici, cos icchè su Ioo mq. di superficie di corpi risca ldanti si calcolerà una volta 4 "-9 l;) ' altra volta da 7,5-15 mq. di superficie d ella caldaia, cioè 1 da /z2 a 1/ 7 dell a superfi cie li scia dei corpi riscaldanti. Generalmente si calcola la superficie scalda ta della caldaia a 1/ 10 della superfi cie d ei radiatori. Con la formola S = -c non M . SI provvede a nco ra al calcolo della caldaia. P er questo occorre calcola re altri fattori: per esempio, il risca ldamento di tutta la q uantità d 'acqua contenuta nel sistema alla tempe ratura di regim e ed il tempo nel quale questa temperatura dev'essere ottenuta, cioè deve comin ciare il regolare funzi onamento. Q uest'ultima co ndizio ne nei calcoli è per lo più trascurata, e per i g randi impianti ne consegue un erro re notevole. S e non si calcola ciò bisogn erà in p rin cipio mantenere un fuoco molto forte co n un g ra nde spreco eli com bustibile. Chi amiamo Q la qua ntità totale d'acqua della ca ld aia, dell e tu bazioni e dei corpi riscalda nti in litri , t 1o la temperatura inizi ale de ll 'acqua, t,,O la temperatura medi a di regim e dell'acq ua, t ,o la temperatura all a qual e bisog na po rtare l'acq ua e n le ore in cui il riscald amento d eve essere ottenuto. L a perdita medi a di calore per trasmi ss io ne e ca mbio d 'a ri a 1n n ore siano indi ca te in n . C m. P el ri scald amento dell 'acq ua in n ore sa rà necessa ri o : RIVISTA DI I NGEGNE RI A SA TITA RIA RIV ISTA D I INGEGNERIA SA TITA RI A Q (!,11° - t1°) calo ri e, l' atti vazione d el ri scaldamento 1n n ore : e qu ind i per Q (lm·o - t,o) + 1l . C /Il ca lon.e. n Ch ia miamo inoltre Cp le ulte rio ri pe rdite che si posso no aYere nelle co nd o tte, e allora sostituendo nell a prim a fo rmola generale esposta , av remo: S = Q (!111° - t1°) + n (C11, + Cp) . = n. M Q uesta for mola ha un'importanza prati ca e v1ene spesso (s ~) usa ta . S e si pone, ad esempi o, t v 0 = t /1,0 = 90° 90 + - o J cioè, ad esempio , tre ore al mattin o e tre ore Yerso se ra, du rante le quali si deve cons um are tutto il carbone calcola to. Quindi nell 'ora si d e\·e bruciare : 21,9 c 6 . 3600 Po ichè si suole calcolare 7 5 kg. d i ca rbo ne pe r ogni mq. di superfi cie totale di g ri g lia d el focolare, la quale sia indicata con G , si anà: 2I ,9 c G = - - --=-- mq. 7 5. 6 . 3600 L a s uperf1 cie tota le d ella g ri g li a dev'essere 1/ 20 ddla supe rficie riscaldata d ella cald aia, cosicchè qu est'u ltim a d ovrebbe essere : = 700 S = 2 f ,: 0 1l e Cn = o pi ù brevemente : I 15 + 20 C = 0,87 5 C, 2 x 20 dove è co nsid erata la perdita to tal e C per una d iffer enza d i temperatura di 20° ( - 5° estern o + r 5° in terno), e 111 cui all 'inte rno all'in izio si abbiano+ 10°. Il valo re di Cp sia stabilito : Cm = 0,4 375 C - M = S = 5o.Q + r,3125C 10.000 per n o re, tempo d i d urata del preriscaldam ento a ragg iun gere a r egim e, si av rà: c c Se n sarà: S = --· n . 6I6 24 , cioè riscaldam e nto co nti nuo , la f01·mola c S = - · I4-7 84 ' metodo pel calcolo della caldaia : S iano indicate co n C le pe rdite o rarie d i calore, p rendendo come differenze massi me termiche 20°, e r 5° interno; sia stabilita che la cioè - 5o esterno e temperatura interna, durante r o or e al giorno , si d eve mantenere a I 5°, mentre nelle a ltre I 4 or e suppo niamo che la temperatura inte rna si abbassa fin o a 9°- :VI entre du nq ue la differenza di temperatura durante le ro ore d el g io rn o sarà di 20°, q uesta si riduca d uran te le r 4 ore d i notte alla diffe renza med ia di : + 20 + I4 - - - = I 7o· 2 Allo ra nelle 24 ore il ri sca ldamento richied e co mpless ivamente : 2 I ,9 Qu esta sa rebbe, seco ndo g li autori , d a prend ersi co me valore mass im o d i M, e \·olendo te nere per M un \·alore mino re, allora bisognerebbe introdurre ., plCCO . l O Cl 'l -G p!U n. ro .ooo dopo n ore si dov rà abbassare il fuoco nel fo cola re. Oltre q uesta f01·m ola si usa anche spesso il seg uente I O . C+ J 417- C = 20 c m q. 3698 I nd icando con n le o re d i acce nsio ne (q ui 6) s1 ha : Io. ooo. A llora : S = mq. S = - - 2 so.Q + n . 1,3125 c 7 5. 6 . 3600 = 20° = 20 .2 1,9 c· Calcoland o tutte le perdi te si p uò ritene re che con un k g . di carbone fossi le si hanno 36o o calorie, q uindi occorrono per le 24 or e di ri scald amento: 21 9 ' C kg. di ca rbone. 3600 Inoltre s1a sta bilito che l'accensione duri set ore e s - I • 20 Un'altra fo rm ola nella q uale è a nche tenuto conto del q ua ntitativo di aria degli ambienti da scaldare non la r iporto, po ichè qu esta d eve esse re g ià co mpresa nella determ inazione d ei corpi riscaldanti, e quindi è g ià inclusa in C. In ogni m odo questo fabbi sogno per a mbienti molto capaci non si de \·e trascurare. N eppure non co nsid e ro quelle f01·mol e in cui si ti ene conto d ella temperatura del gas di co mbustione, perchè nella prati ca interessano poco. Quando si pensa alle for me svariate di ca ldaie di ferro fuso e battu to , alle temperature di verse dipendenti dall a qualità e quantità d ei di ve rsi combustibi li bru cia ti, al diverso tiraggio d ei camini , si comp rende come queste formole abbiano un valo re relativo. I o vo rrei fa re an cora q ualche considerazione sull' uso d elle caldaie di gh isa. Mentre in A merica esse si usano da molti anni su tipi diversissimi e so no ricercate assai anche per r iscaldamenti a va pore a bassa p ressione (p rova questa e\·idente che funzi onano bene) , in Europa q ueste calda ie fin o a dieci anni fa erano pochi ssim o diffuse, ave ndosi ge neralm ente l'opinio ne che la g hisa si presti poco come mate ri ale per la costruzione d i caldaie. In questi ultimi anni tale opini one ha mutato e tali caldai e si sono diffu se a nche da noi , specialmente per riscaldamenti a te rm osifone : naturalm ente malgrad o tutto • ciò le cald aie eli ferro ch iodate o bollite non perdo no il loro valnr e speciale. AYa rie e difetti causati , per esempio, d a un se rv1z1o trascurato, ma nca nza d 'acqua nella caldaia o altro possono succed ere tanto alle caldaie di ferro, quanto a quelle d i g hisa. Per le caldaie ingles i in terame nte bollite si noti poi che nei ca taloghi in g les i il p o tenziale d i ri scalda mento è da to in pied i di lu ng hezza o metri di tubi li sci eli ghisa a manicotti (cosidetti t ubi scozzesi) d el di ametro di 4 polli ci o IOO mm. P er pratica si può calcolare che per ogni pi ed e co rrente si possono avere da 30 a 6o calorie, ossia da I OO a 200 calo rie per metr o li neare e per or a. Col primo valore si otti ene caldai e molto abbondanti; col secondo valore, in vece, caldaie di scarso potere calorifi co. Per un metro quadrato di superficie eli radiatori d evonsi calcolare I O pi edi o 3 metri corre nti di tubo di 4 polli ci di diametro . Il rapporto tra il contenuto d i acq ua dell a caldaia e della superfi cie dei tubi si p uò am mettere che sia di I a 2 litr i per mq. Del r esto le fo rme di tali caldaie perm ettono molto bene l' utilizzaz io ne d ei gas d ella combusti one. D a quanto si è d etto de ri va a s ufficienza che co n un a fo rmola sempli ce si arri va a calcolare la caldaia necessaria : e per fare questo calcolo no n si d evono dimenticar e i seguenti concetti, cioè : I o calcolo esatto delle perdite pe r trasmissione e Yentilazione ; 2° speciale consideraz ione delle eyen tuali perdi te d i calo re non utilizzato ; 3° determinazione d el volum e d'acq ua che si d eve calcola re in base alle cond izioni r a e 2a ed a seconda il tempo che si desid era ancora l'irradiaz ione di calore do po la caldaia spenta , se q uesto volum e d 'acqu a non si ha nella caldaia, allora bisogna che sia conten uta nei corp i riscaldanti e le tubaz io ni ; 4° calcolo d el tempo minimo necessario per portare la q uantità d 'acqua alla temperatura di regime, non di menticando di calcolare la temperatura minima cui p uò p rendere l'acqua ; 5° in base alla 4a condizione stabili re il tip o della caldaia , la costruzi one d el foco lare, ecc. ; 6° nel calcolo d ell a supe rfi cie effetti \·a cl' acq ua riscaldata d ella calda ia d evo no tenersi presenti le condizioni I\ 2a e 4a. Bisogna tenere se mpre presente: se u n termosifon e a bassa p ressione deve entra re rapidamen te in azione allo ra clipençlerà dalla grandezza , forma e ma teriale d ei corpi ri scaldanti per la m assima irrad iaz io ne di calo re nel più breve tempo d alla q uantità d 'acqu a circolante nel sistema e d el più rapid o riscaldamento d ella med esima. Q uesto riscaldam ento dipende altra volta dall a grand ezza e fo rm a d ell a caldaia, dal ti po d el focolar e, dalla qu alità d el co mbu stibile, dal tiraggio d el camin o e d a un ser vizio r egolare. T a nto più piccola è la diffe renza tra il qu a ntita tivo d 'acqua e la super fi cie ri scaldata d ella calda ia e tanto più veloce sarà il riscaldame nto del sistem a. Q ueste rig he ho scritto colla buona inte nzion e d ' in d ica re la via per o ttenere risultati soddi sfacen ti nei calcoli d ' un term osifone e sa rebbe mia sodd isfazione se ques te indica zioni fossero utili per la pratica. Alla fin e \·orrei ancora accennar e che negli ultimi anni furono introdotti nella p ratica sistemi eli ri scaldamen to d ' acqu a « a p ulsi one >> co n a pparecchi di brevetti dive rsi che rego la no le pulsion i ; l' idea non è per niente affatto nuova e non saprei se q uesto fa tto sia a conoscenza d egli inventori, perchè l'appl icaz ione si trova g ià dettag liatamente prescritta da molti anni co n fig ure dim ostrati ve sotto la d eriominazione « Appareil Ch ibont >> nel libro del professore fra ncese L. Ser., volum e 2°, parte 2a, C!tauffage et Ventilation des lieux lwbités. L a dive rsità principale d el funzi onam ento d ei du e siste mi si può con poche parole ri ass um ere in ciò che mentre nel sistema d i ri sca ld amento d 'acqua << a termosifone >> la circolazio ne procede in via naturale e cioè per la differen za d ei pes i specifi ci fra l' acqua riscalda ta nell a caldaia e l'acqu a raffreddata nelle stufe, invece nel sistema d i riscaldamento << a p ul sio ne >> , ques ta circolazi one è prod otta artifi cialm ente a mezzo d i vapore fo rmato nel sistema il q uale agisce in p ul sioni regolate dall 'apparecchio brevettato com e lo sta ntuffo d ' una pompa, p ortando u na certa q uantità d' acqua caldiss ima ad un punto più alto d ei co rpi ri scald anti , dal q uale l'acqua scende p er le vari e d iram az ioni ai corpi riscaldanti , mentre il vap ore si condensa. I l più o meno for te riscaldamento delle stufe, si ottiene colle pulsioni in br evi o lung hi inter valli dipenden ti dal fuoc o più o meno vivo nella cal daia. Sicco me l'acqua è molto calda e la circolaz ione rapida, ne co nsegue che le superfici d ei corpi riscalda nti possono essere diminuite ed i d iam etri d ell e tubazioni più piccole, e perciò r isulta un a spesa alquanto minore nell 'installazione (ma solo in questa) di un tale sistema. Malgrado tutto ciò non si pu ò nega re che i pregi speciali d el sistema d i r iscalda mento << a termosifone >>, cioè la fac il e accomodazione della temper atura d ell 'acq ua a quella esterna che r egge, restan o in alterati e ques ti p regi possono benissimo essere moti vo di preferire tale sistema, malgrado di costo superiore per l' impi a nto. PROGETTO DI AMMAZZATOIO PER LA CIT TÀ DI MO TDOVÌ ( Continuaz ione e fin e - \'ed i N um . p reced. ) È coperto da tegole intavella te. Ciascun riparto ha le dim ensio ni -+ X 5 ed è separato da qu ello v icin o med ian te tram ezza con apertura superiore a g iorn o pe r la comp leta ventilazione. Le pareti sono intonacate d i cemento RIVISTA DI I NGEGNE RI A SA 1 ITARIA con raccordo a ngolare, co me del res to è prev is to per tutti g li edifi zi. Così il pa ,·im e nto in ce me nto è a co nca co n c hius ino id ra uli co a ,·alvo la co n q uatt ro a nelli di Lun g o le pareti lo ng itu dina li sono s ta b iliti in sop ralzo i ri par ti individuali forn iti di tavole c d i la ,·and in i mun iti d ella necessa ria di stribuzio ne idrauli ca pe r l'acqua RIVISTA D I l TGEGNE RI A SAN ITAR IA posto m.:ll'estre mo di questo pad ig li o ne è ri ser va to all a consc1Taz io ne de ll e pelli Ycrdi. IO" Concimaie. Tre co ncim a ie furo no progettate per il d eposito d ell e m a te rie di ri fi uto d ell e di ,·erse F ig . ro. - \'ed uta del fabbri cato stalle per suini. Fig. 14 . - mattazione. P e r ogni sco m parto v'è dis tri buzio ne d 'acq ua co n tubazio ne d i 25 mm. e relativo rubin etto. D ue poutrelles p e r ogni sco mparto serYo no p er la sospension e d ei buoi. Su questi fe rri , a m . ..J., 70 d al s uolo, si potrà far scorre re tag lie diffe re nziali. Pa rim enti altre cald a e per l'acqua fredd a . Nel terzo scomparto, diviso 111 du e sezioni , si fa il d eposi to d el sangu e e d el sego 1n sca nsie a più piani. 9° Stalla d 'osservaz ione e seg r egaz ione degli animali Prospetto del fabb ricato macell o dei spec1e di animali. So no però d i poca capaci tà affinchè possa esse re rinn ova to freq ue nte mente il trasporto del leta m e e sim ili , tostochè le concim a ie ne sia no ri em pite. So no a vasca circolare co n pozze tto per le o rin e e tettuccio supenore. l ~~ ' ;l l l r._.~ . · f llJ G --h-~~lJlD 'l l u: l l ~ Il du e poutrelles a m. 3,50 s ul s uolo. poste in senso perpe ndi colare alle p rim e, possono porta re un cin aie a ro telle d oppi e, manonabili med ia nte arga nelli di g hisa a vite p erpetu a. Nei fi a nchi sonvi pure m ensole c he sopporta no a m . 2 , 20 d ell e rastrelli ere appendi-carn e. Fig . 12 . - ìf . T l l l l Fi g. 1 s- F ig . I r. - Sezione E F del fabb ri cato stalle per suini . "\ o ì ~ ~ rOi r l l l i l ( ·', l • - l l ~'IO)dC ll ~i ljc l l ~::·;~~ (J Q i Pianta dell a tripperia bO\·i n i. Pianta del fabbr icato macell o dei ho,·ini. r " Impianto idraulico.- P e r un am mazza toio l'acq ua è d i un a necess ità imprescindi bi le. Venne pe rciò stud iata la complessa rete d i tubaz io ni p rim arie e seco nda rie a llacciate al se rbatoio compe nsato re che Ye nn e pro 1 sosp etti. con 1'iparto p er la conservaz ione delle p elli verdi ( fi g . 2 " e +"). - Co me già s i è accennato al n. 4°, qu es to p adig lio ne è analogo a qu ell o pe r le stall e bov ini . L a 8" Tripperia bovini (fig. 1 s" e 6"). - Q uesto pad igl io ne mi su ra 17 x 7 x 5.40 ed è diviso in tre scomparti. N el primo è stabilito lo spogliato io d ei macell ai. l\ el seco nd o è installa ta la tripperi a pro pria m e nte Fig . 13. - Sezione del fabb ri cato macello dei bo,·in i. d e tta. Ha il te tto in tavell a to co n camino di ventil azi on e, le pa reti diffe re nza co nsiste nel la riduzi o ne d ell 'a mbi e nte inte rn o ri vestite in cemento, così il pa ,·im e nto a conca co n bocin di ,·ersi box se para ti in modo che og ni scomparto chetta a chiu sura idrauli ca. N el ce ntro v' ha un a ,·asca risu lta perfettam ente isolato ed indipe nde nte. U n locale in cem ento fornita d'acq ua ca lda da lla calda ia ,·icina. I 2.f5 Pi emo nte . N o n occor re q uindi pe nsare ad un a co ndotta speciale d i e m ung i me nto superficiale o so tterran eo. 11 compito q uindi rima ne semplifi ca to m e tte ndo in co muni caz io ne la co nduttura d ella città col serbatoi o p roge tta to. Da q uesto Ya ri e dira mazio ni s i di partono pel servizio idrauli co d ei d ive rs i ed ifiz i d ell'a mmazzatoio. U na fo ntan ella co n ,·asca per abbe,·e ra toio so rger à presso la tri pperia bovini in località centrale . I 2 ° Padig lione sterilizzatore-dt/;·estore delle carni ùifetle (fig. I 7" e r 8") . - 11 fa bbrica to è compl e tam ente isolato e mi sura 7 x 7. N el!' a ngolo a s inistra d el locale, cui s i accede con bovi ni. po rta carraia , è posto l'a ppar ecchi o d ig esto re. Tra i ,·ari siste mi D e L acro ix, D e F rancesc hi , R astelli ed altri , parmi consigli abi le il s iste ma R astelli per la sua p ra ticità. Il d igesto re è costituì t o essenzialm ente d a una caldaia cilindri ca verticale, d ell a capacità ,. ' d i circa 8oo k g ., ave nte un doppio fo ndo traforato interno a fo rma di lente, che ne separa una pi ccola parte inferio re. Fig . 17.- Pianta del pad igli one Il coperchio è mo bi le, sterili zza t ore-d igestore cong iunto coll a caldaia delle carni infette. medi a nte un a utoclave. S upe ri o rm e nte al piano t rafo ra to si ap re s ul fianco della cald aia una bocca cilindrica orizzonta le p ure chiu sa ad a utoclave. na valvo la conse nte l'i ntroduzione nel d igestore dell 'acqua 1n caso di bisogno. La caldai a è Circo ndata da mura tura 111 parte refratta ria e posta sop ra un focola re a dopp ia po rtina p e r il fuoco e pe r il cenerario, che collegansi col ca mino d i ri chiam o-tiraggio. l L e pa reti ed il pavim ento d el locale steriliz- '. !: zato re sono a supe rfi cie F ig. 18.- Sez ione del padi gli one di cem ento a completo sterili zzatore-digestore delle carni infette . lavaggio . U n chiusin o a Ya h ·ola idrauli ca s' inn esta su lla t ubazione di sca n co . l· r:J} F ig . 16. - Sezione della tri ppe ri a bo,cini. g e tta to . co me g ià s i rife rì al n . 1°, sull a torre tta del fabbrica to ci,·il e dell 'a mmi nis traz io ne, con capacità di r 5 mc. L a città di Mo ndod ha la fortun a di possed ere un a conduttura d 'acq ua potab ile dell e mi g li ori in tutto il I 3" Latrine. Quest'edifiz io, pur necessa rio, è situato nell'es tre mi tà di levante d ell 'impi a nto lun go il muro di cinta presso l' E ll ero. Sono compresi otto g abin etti part icola ri oltre acl un orinatoio a sco mpar ti incliYiclua li . Sono p rogettati secondo il sis tema eletto a lla turca. ~ q uali acl og ni cambia mento eli direz io ne hanno u n pozzetto co n bocca cl ' ispez ione. Tutte queste ramifi cazi oni SI conve rgono in un uni co ca nale tu bolare a sezione ovo iclale coi due di a metri ori zzontale e ve rti cale rispetti va mente o,6o e I ,25 p er d efluire nell e camere filtra n ti. 1-h'li :; I 6° 1/lfuro di cinta. -- Come g ià fu accen nato nelle co nsid erazioni gener ali , un ammazzatoio d eve essere circondato da un recinto p er ottener e la vigilanza e la sor veglianza ig ienica ed amm in is tratiYa. L o sviluppo di q uesto recinto è eli m etri 333 d i solo muro di cinta , n on contando cioè i tratti occupati dal fa bbrica to ci vile, dal p eso e dalle latrin e. Il tipo scelto è quello eli pi las tri di tram ezze di I 2 m m . quale più eco nomico. Si è dato soltanto una sago ma ai coro namenti dei pilastri per ottenere un m odesto e sem- .· =l--. L___ ___ : i-W ' ,l j l Fig. 19. - Pi anta delle ca mere filtranti . J+° Camere filtranti (fig. I 9" e 2oa). -- L o sca ri co d elle acque imm onde e pioYan e è provYi sto nel n. IS 0 media nte tubazioni apposite dirette a versarsi nel fi um e Ellero. Prim a p erò eli q uesta immi ssione le acque Immonde, per ottenere un a notevole d epuraz ione, si fa nno attraver sar e le camere filtra nti apposi te, si--~=~'·= · ==:;=,=;=::s::==~~:;:::::s===·z:.. ·' ::;:::::=:; 1 tuate in fondo al muro eli cinta a levan te. Condotte ~- J. J. medi ante un unico tubo ovoid e raccoglitore le -~. 1 acque eli rifiuto si Yer sano nell a vasc hetta eli de"'/ .;? l j l_l l posito preced en te al fi ltro. D a questa vaschetta passa no sopra casse tte a g rati ccio metall iche, ripiene eli tor ba, la qual e trattiene le materie in sospensione. Quindi formano un nuovo deposito nella vasca sottosta nte da cui attrave rso un foro nel di afra mma verticale salgo no nella terza vasca e si filtrano per altre cassette ripi ene di to rba con inclinaz ione opposta a quella d ell e p rim e, e fin a lmente d epurate si raccolgono nel tubo d i s ma ltim ento per defluire nell 'alveo d el Yicin o Ell ero dalla spond a si nistra . Così ogni p eri colo eli contaminazi o ne d ell e acque d el fi ume rim a ne elimin ato. l ='>1. 0 F ig . , l .-;:/' i!i L I L' . _ · ,r lf 20.- . L . J - - ,.- ----- '\,_~~i-'·L--=====;-==>== ·',, ~- '\. Sez ione delle camere fi ltranti. plice effetto esteti co nelle lung he e mo notone fil e dell e singole cam pate. 17 ° Sterri e sdciature ed illum inaz ione. -- Si è p ure previsto qualche moYim ento el i terra e la selcia tura d el s uolo lungo i fabb ri cati. Ma queste so no opere d i poco conto e non meritano molte pa role di spiegazione. Così si è contemplato la sp esa d 'impianto di illum inazione d a farsi sia all' intern o che a ll 'esterno . rino . E per ciasc un edifizi o ve nnero istituiti d ebiti raffro nti pi anto no n è co nte mt)la to nel calcolo preventi vo totale co n analog he costru zioni già eseguite con controll o di d ell'am maz zatoio onde no n superare la somma a ll 'uopo area e di cuba tu ra . stanzia ta. E quando l'Amministraz ione potrà fare altri Q uesto calcolo preve nti,·o, tralasciand o i conteggi stanziamenti eli somm e, a ll ora senz'altro si eseguirà parziali , si può riassume re nel riepi logo p resen tato. ]'impianto dell a g hi acciaia ar tifi ciale e d ell e celle refri Da questo risulta che il costo d ell 'opera raggiun gegeranti all'uopo studiato (fi g . 2 I a e 22a) . L' ubicazione di q uesto impianto è s tabilita com e si scorge nella plani metria generale al nord del l'a mm azzatoio. L 'ed ifizio comprende la fa bbri caz io ne d el g hi accio e le cell e refrigera n ti . Dall e figure appare ch iara mente il relativo funzi oname nto e la disposizione dei mecca nts m1. Solo occorre notare che per la g hiaccia ia si prese per p roduzi one orari a di g hi accio la base d i 200 k g. , ossia d i so quintali-area eli g hiacL __ _ __ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ _ __ _ _ __ _ _ _ _ _ _ _ ___ _L-+ . ~~~~==~~-LJ ~i~l~_) cio al g io rn o. La vasca d i congelazione pot rà contenere I oo cassette Fig. 22. - Pi anta dell a ghiacciaia e dc! fri gorifero. el i lami er a zin cata per la fo rmazione d ei p ezzi parallelcpipccli d i I 5 chil ogrammi rebbe la somma an teced entemente stabilita in lire circa (in cifra to nd a Ioo .ooo lire) centomila, la qu ale, se si d i g hiaccio ciasc un o. riferi sce all a popo laz ione d ella città di l\Iondo d, co rriLe celle refri geranti sono calcolate in base all a qua ntità spond e al costo d i circa L. 5 p er ab ita nte, cifra mod esta di carne d a conservarsi coll ' ipo tesi che si fa ccia un in confronto a quell a d el costo eli analoghi edifi ci di ri nno \'a me nto totale d i q ues te ogni 8 g io rni . costru zione recente. È no to il mod o d i r affreddamento applicato. Naturalmente colle opere aggiunte ai num eri I 8 e I9 , Questo ,·iene effettua to per venti laz ione d 'aria secca cioè col frigo r ifero e g ltiacàaia artificiale e col binario c pura, la quale vie ne raffreddata venendo a co ntatto di raccordo colla ferrovia si av rebbe un au me nto di spesa co n tu bazioni costantemente p ercorse d a liquido ma ntenuto di L. 3o .ooo e eli L. 16 .ooo rispetti va mente . incongelabile d a bassa temperat ura . Conclud endo l' im pia nto totale non supererebbe le lire Cioè si utilizza il fredd o prodotto dall' espansione di centoc in q uanta mi la aggiun ge ndo ilfi·igorifero ed il binario. un gas (amm oniaca od acido ca rbon ico) fo rtemen te Così fin almente anche la città di Mondo\'Ì p ossederà com pr esso . fra bre,·e un ed ifizi o util e conforme ai moderni d etta mi Fra le Case estere ch e eccell o no nella costru zione di d ell 'ig iene e d ella tecnica sanita ri a, d a tanto tempo q uesti im p ian ti co nsig li erei di scegliere la Ditta Escher \\' yss e C. di Zuri go, e fra le Yari e Case itali ane la Di tta d ella F ond eria d el Pi g none di Firenze . I 9° Binario di raccordo colla ferrovia. Fra i d esiderata >> pe r un amm az za toio v'è pur quello di po te r condurre direttam ente nell ' interno d el recinto il bes tiam e a mezzo di tronco ferrov iar io. Da verifiche e rili evo sul posto risulta ch e tec ni came nte è possibile form a re un racco rdo di bi na rio tra la lin ea Bas tia-Mo nd ovì coll 'e ri gendo a mmazzato io, all acc iand olo precisa mente all 'uscita d el tunn el so tto Ripe. << Opere aggiunte . F ig. 2 1. - Sezione della ghiacciaia e del fri gorifero. I 5° FognailtTa . -- L a raccolta delle acque, sia p luv iali che di rifiuto, si svolge in apposi te ca nali zzazion i seco ndo le lin ee indicate nella p lanim et ri a generale. D a ogni ed ifizio pa rtono bocche tte d i scari co con chiusi ni idraulici e sifon i sopra tubi in cemento d i scarico che s' innes tano late ralmente nell e condotte med iane, le 247 RIVISTA DI I NGEGNERIA SANITARIA RIVISTA DI INGEGN E RI A SAN lT1\RIA r 8° F1'igorì(ero. n ammazzatoio moderno d eve ave re p er compl eme nto necessar io l'i mpian to della g hi acciaia artificiale e del fr igor ifero. Q uest' impianto sussidiario ed em inentemente igi enico fu anch e s tud ia to pe r l'ammazzatoio eli Mondovì. P er ò siccome la qu estio ne fin anzia ri a incom be o vunque prepotente nel limitare le spese, il costo di questo im- 20° Importo dell'impianto dell 'op er a. -- Il calcolo p reve nti,·o d ell a spesa di questo amm azzato io p rogettato Ye nn e fa tto in base a i prezzi a ttualme nte vig enti a T o- desiderato . Torin o, 12 febb raio 1906. I ng. PAOLO S ACCA REL LI. 2 U ESTIOf'll TECNICO -Sf\N ITf\RIE DEL GIOR NO l COLORI DELLE P A RE TI E LE RIS ONANZE DELLE SA L E. Abbiam o g ià parlato delle ricerche rece nti su lla mi surazio ne d ella ri sonanza d ell e aule e sui sistem i per determinare il ,·alo re di q uesto fenomeno acusti co . Di recente si so no fat te altre misu raz io ni al ri g ua rdo, specialm ente 249 RIVI S T A DI I GEGNE RI A SAN ITA RI A RI V ISTA D I INGEGNER IA SAN IT A RIA per ciò che interessa il colore dell e pareti ne1 rap porti colla ri sona nza. Ch e il calore delle pareti e delle tappezzeri e abbia una certa influ enza sull'a rm oni osità eli una sa la e sull e ri suonanze eli un am biente, è noto da tem po: pare anzi che g li antichi el i ciò si fossero accorti e avessero talo ra modifica to le tinte degli a mbienti destina ti al culto, appunto per ottenere una maggiore arm oni osità. Ma dei da ti positi vi in merito noi non possedevamo. I dati si sono r ilevati con esa ttezza di recente, a proposito delle mi surazioni di armoniosità delle g randi sal e pari g in e. Si è visto così come le tappezzeri e di stoffa abbia no un grand e potere di asso rbimento dei suoni , tanto da ridurre a meno d i o,6 delle risuonanze che durerebbe ro senza tappez zeri a un minuto. Evid entemente ques to smorza mento è di ve rso per le va ri e vocali , ma il rap porto dell o smo rza mento si ma nti ene ad un dipresso in q ues ti limiti. L e tap pezzeri e eli carta ha nno un pote re eli assorbim ento assai min ore, e non p roducono un effetto util e corri s po ncl ~ nte neppure alla metà di quello determinato dall a stoffa. In oltre non è in d ifferente che le stoffe d isposte a mo' eli tap pezzeria siano addossa te all e pareti , o siano alquante di staccate da queste : nel primo caso lo smorzamento delle ri suonanze è assa i minore che non nel secondo, perchè lo stra to d 'aria raccolta tra parete e tappezzeri a agisce a mo' di un nu ovo smorzatore che associa quindi la sua azio ne a q uella dell a stoffa. Anche il calore ta nto della stoffa q uanto della ca rta, ha la sua importa nza: i col ori chi ari s uona no meno dei colori cupi , e il nero ha un 'azione parti colarmente elevata nel determ inare lo smo rzamento dei suo ni. Il carattere peculi arm ente cupo che ass umono i suo ni in talune chiese si spiega app unto in tal modo. È poi inte ressante, che la più picco la modificaz ione nella d ispos izi one degli oggetti , basta per alterare i suoni e determina re p rofo nde trasfo rmazio ni dell a ri suonanza : ro mpere g li angoli, modifi ca re la fo rm a degli spigoli , modi ficare con mobili la capacità eli un determin ato ambi ente, basta per fa r si che la ri suona nza sia profond amente e sostanzialmente modifi cata . I dati num erici raccolti in prO\·e rece nti d imostra no a questo rig uardo che basta no trasfo rm az io ni molto lievi per dare risultati assai ril eva nti. Così, a mo' d 'esempi o, una sensibile tela tira ta a metà eli u n am biente, e così fatta da form a re soltanto un pa rzialissim o di aframma d iviso rio, basta per modificare da o, 2 a o, 7 la risuonanza. A nche qui il valore no n è se mpre ug uale per tutte le vocali , ma in totale la modi ficazi one ottenuta pei d iversi suo ni si mantiene in questi limiti indi cati . Q uesti fatti no n porgono an co ra no rm e assolute, adatte a mod ifica re la ri suo nanza d egli a mbienti , e quindi il loro valo re pra ti co è male dete rminabil e : pe rò è indu bbio che essi hanno la loro importanza, e che in effetto si può riusc ire co n piccoli ripieghi e senza mod ifi ca re sosta nzialm ente la form a e la capacità el i un a m biente, trasfo rmarn e le ri suonanze. K. alla loro fun zione, e la calce (che è la sostanza pitl economica pel trattamento chimi co) no n risponde assolutamente all o scopo pel q uale viene im p iega ta. L A DEP UR AZIO NE BI O L OGI CA D EGLI STABILI MEN TI P ER LA DISTILL AZI ON E DELLE BARB ABI E T O L E. Il R olants dell 'Istituto P asteur di Lill a, che si è occupato a lungo della de purazi one biologica, in rapporto specialmente agli stabilim enti industriali , pu bbli ca nel numero eli maggio della R evue d' lrygiène, un breve studio sull 'appli cazi one di questo metodo alla depuraz ione dei clistillifici di barbabi etole. Si sa come le Yinaccie che res iclu ano dall a di stillazio ne dell e ba rbabi etole, sono troppo poco ricche di materi ali nutriti vi, pe r essere utilizzate nell 'alimentazione del besti ame : e per g iunta questa utilizzazione è resa ancor pitt im possibile, dalla presenza di acido solfo rico. Al più esse ser vo no come ing rasso, in virtù della notevol e q ua ntità di azoto e eli fosforo che contengono. Ma l'impiego agri colo di queste vinaccie non è fa tti bile che in un certo num ero di casi: in molti altri bisog na ce rcare di evacuare in perdita q uesti rifiuti , in modo rapido . .Metodo assa i sempli ce, sarebbe q uell o eli versa re 1 ma teriali stessi nei corsi d 'acqua, ma la legge ,c --------~~r------r--- ~ rr~----~·----~~~ \ .~ . . . . ,' • lo . :.... ... • ' J ·• ·. .: . 1 . ·_ : :··· . ··-·.· A ~ ~~:~-~ ·.. .. .,.. . ,. . . : ,._. :~~;·:-.· ~.:. t .; ~ . _.._ ·:-;-:~ _...: . :- ': f·:~- < . . . .o . . .. . _ () ~- . .... .:.·.~f~ ·. ·. l . ., ·... . · .:.. . . .. :J·· .·:~: ... . •.. \. • ,• ,·! ·.. ~ . . ~ :.~ ·. . .. ... . : . :~ .~ ~ G ' ; l l Ch.wan•.; uv c" u u ~ ~ D r o r r,<mr l ·.' . • ! . . .: :"' . . · ··" . . ~ ' •• -~ l. -: . . • • . 1: . i· . , .: :, , --./.. , w"'* .. : le .~(L: ~'.' : ·:... . . o 0 ' •' 4/,;:;.~~~~~~~ . ·L ::l ,. ~ -; IH F ig. r. - P ia no dell ' inst a llaz io n e . a ragio ne vieta q uesta p rati ca, considerando le vinaccie come ri cche di sostanze putrescibili , e q uindi non pri ve eli peri coli pei co rsi med esimi . A nche i metodi el i depura zione chimi ca, che del resto non sono i più econo mici , non ri spo ndono fin o ad oggi F ig. 2. - Sezio ne A B. E ,·ac uaz io ne in B. Si è per q uesto tenta to logicamente d i ap plica re a nche alla depuraz io ne di q ueste sostanze il metodo biologico, e Rolants a Lilla ha fa tto senz'altro dell e prO\·e all a no ta stazione dell a Maddalena, ope rando dapprim a su piccoli yolumi . L e acq ue soggiorna va no prim a in un a fossa settica, indi subito du e co nta tti su letti aerobici per d ue ore, e fini,·ano co n un te rzo ed ultim o co ntatto . Le numerose a nali si chimi che eseguite in tutti i momenti del processo depurati vo, climostraYa no che nell e fosse setti che residua mente si ave \·a fo rm azio ne eli am moni aca, che poi è a ttivamente nitrificata sui letti batterici. Meno rapida mente si fa in vece la ossid azio ne dell e sosta nze o rganiche terna rie. R ola nts consig li a in prati ca eli in stalla re così la depurazione bi ologica eli queste acque eli rifiuto. Sup posto di dove r depurare 400 mc. d i vinaccie al g iorno si diluira nn o queste con acq ua in ragione d i 4 volte il lo ro volume. Diluite in tal modo abbonda ntemente, saranno ve rsa te in un g rande bacino costru tto emplicemente in terra battuta o ve esse spo ntaneamente subira nno una ferm entaz ione alcalina, mentre si sba razzerann o dell e materi e sospese. Il bacino dov rà contenere circa il li q ua me di 5 g io rni di lavoro, e ciò pe rchè essendo abbon da nti le fa ng hig li e d epositate dall e vinaccie, bisogna im pedire che la fang hig lia abbia a ri empire rapidamente la vasca eli raccolta e eli seclimentazione. R ola nts per accelerare la fermentazione alcalina, consio lia d i metter sul fond o un po' di concime. In "'G H (fig. I ) si po rra nno delle sba rre in legno per trattenere al fond o il fango e i materiali gall egg ia nti . L e acque ferme ntate, uscirann o d al bacino per mezzo di un a pposito canale e cadranno in un canale che le porterà in un distri buto re inte rmittente. O ccorrerann o trenta ser batoi capaci eli 8oo litri con sifoni a cacci ata automati ca. Q uesti sifoni , ad adesca mento auto mati ci, funzionerann o ogni quarto d 'ora e si vuoteranno in un minuto. I letti batteri ci avranno 100 m. eli lung hez za e I O di la rg hezza, e sa ranno form ati el i scorie eli volum e va ri o disposte a stra ti in tal modo : (scori e g rosse m. o, 2 5 ; p iccole m. o,5o ; g rosse o ,2o; piccole 0.4 5; g rosse o, I 5, piccole 0.4 5. L e p iccole av ranno alm eno I cm . eli lato e sa ra nno ben lavate e pri ve eli te rri ccio e eli polve re. Non occorre rà che i letti sia no delimita ti da muri in murat ura : baste rà un sem pli ce rilievo di terricc io a scar pata: in tal modo l' insta llazio ne si presente rà anche più economica. Ove poi fosse necessario (nel caso di scarsità di acque industri ali) è faci le d ispo rre le cose pe r mod o che. q ueste acq ue siano novellamente ri p rese per se n ·ire a ll 'ulteriore lavaggio di altre barbabi e tole. Noi ab bia mo ri ass unto pe r somm i cas i questi d ispositi,·i: certo è che seco nd o R olants l' installazione si presenta eco no m1 ca e el i perfetto funLEo. zio namento. NOTE YI\AlT(fJE PRO\'\ ' ED D! El\TI LEG IS L A TI\'I PER L E CASE EC0:\0 \IT C H E I N F RANC IA . E sta ta pubbli cata la nu o ,·a leggin a fr ancese, co mp le tante la legge 1894 s ull e case eco no mi ch e . La n uo ,·a legge po rta q ues ti a rti coli imp o rtan t i : A rt. 5· - I van tagg i co ncess i d all a p rese nt e legge s i ap pl ica no a lle case destin a te ad ab itazio ni coll etti ve, q ua nd o il ,·a lo re rea le loca ti vo d i ciasc un all oggio no n oltrepassa, al m o me nto d ell a costr uzione . la cifra fissata per ogni Co mun e e per cin q ue a nni da un a Co mmi ss io ne che ha sede n el cap olu ogo d ipa rt ime ntale . Q uesta c ifra no n può esse re superio re a l mass imo d e te nni nato q ui, nè infe ri ore a p iù d i IJ 4 di qu es to m ass im o: r• Co muni co n me no d i roor a bita nt i, L. 140 ; 2• Co muni da roor a 2000 ab ita nti , L. 200; 3° Comuni da 2001 a sooo a bitanti , L. 225 ; 4° Co mun i da 5001 a 30.000 ab ita nti e ba nli euedei Comuni da 30 a 20o .ooo a bi ta nti (ragg io di ro km .), L. 250; s • Com uni da 3o.oor a 2oo.ooo ab ita nti e ba nli eue de i Comuni o ltre 2oo .ooo a bita nti e gra nd ba nli e ue di P arig i (ragg io d i 15 km .) , L. 325 ; 6• Pi ccola ba nli e ue el i Par ig i ( r5 km. ), L. 400; 7° Co muni d i o lt re 200.000 a bita nti , L. 440; S• P a ri g i, L. 550. be nefi ci d ella legge son o acq ui s iti , pel se m p li ce fatto che la des tin az io ne prin cipale d e ll ' immob il e è q uell a ap punto d i ab itaz io ne a b uon m erca to, e no n si a ppli ca no se no n alle pa rti d ell ' imm o bil e realmente a di b ite a ciò. A nche le case in d ividua li potra nn o benefi cia re d i q uesta legge, se il lo ro va lo re locati vo no n supera d i o ltre un q uinto il p rezzo dete rmin ato da ll a Co mm iss io ne. I g ia rd ini d i cin q ue are, a nn essi a lle cost ru zio ni , sa rann o co nsidera ti co me di pend enze delle case, pe r gli effe tti d i legge . Tutte le case co m p rese in qu esta legge so no ese ntate dall a tassa fo ndi a ri a e da q uell a s ull e fi nestre e s ull e po rte e ciò pe r d odi ci anni , pa rtendo dall 'e poca in cui la casa è stata te rmin ata. Però il be ne fi cio cesse rà, q ua lo ra essa pe rd esse il ca ra ttere , pe l q ua le è consid e rata dall a presente legge. La legge ino ltre determin a tutte le m oda lità che rig ua rda no l' ap pli caz io ne dell a legge stessa. K. ESP LOSION I DI MISCELE DI GAS D ' ILLU M INA ZI ONE E D'ARI A. H op kin so n ha co muni cato a lla Società R ea le d i Lo nd ra d e i da ti im po rtanti into rn o alle es pl osio ni d ell e mi scele di gas illumina nte e d ' aria . L'esplosio ne de ll e mi scele o m ogenee d i gas d i illum inaz io ne e d'a ria a lla p ress io ne e a lla tem peratura RIVISTA DI I RIVISTA DI I GEGNERIA SA 1 ITARIA GEG ERIA SANITARIA a tm os fe ri ca, fu stud ia ta pe r m ezzo eli te rm o m et ri a res is te nza eli p lat in o, pos ti in pun ti cJi,·ersi ne i rec ip ie nti el i esp los io ne . Ogni te rm o me tro ri s ulta,·a eli un fil o eli pl at in o nud o eli 5 em e. eli lun g hezza co n un diametro el i IlL OOo el i po lli ce , pos to in seri e con una bat te ri a a po te n zia le, co nsi s te nte in un ga lva no m e tro a rifl ess ion e a co rti pe ri o di , la c ui cJe,·iazio ne è regis trata fo t ogra fi ca m e nte s u un ta m b uro g ira nt e . Su ll o s tesso ta mburo è pure regis tra ta la press io ne d e l gas . Se la fi a mm a a rri,·a al fil o s i h a una fo rte e ]e ,·az io ne eli res is te nza, do nd e si p uò, con o pp o rtun e co rrez ioni , o tte ne re la rap idità co ll a qu a le i gas s i co mbin a no attorno a l fil o. Segue nd o questa ,·ia l' autore cita to ha fatto num e rose pro ,·e c he lo ha nn o co nd o tto a q ues ti ri sultati : una mi scela eli 1 vo l. eli gas e 9 el i a ri a la fiamm a s i pro paga a pa rtire da ll a sc in tilla , in mani e ra irrego lare, ma a ll a ,·eloc ità eli 150 cm. pe r seco n do . L a te mpe ra tura arri,·a fin o a r2oo'' : indi per la co mpress io ne adiabati ca d e l gas essa pu ò arri ,·are fin o a 1900° , tanto che il filo d e l te rm o me tro fini sce g e ne ralm e nte co l fo nd e re. Com e s i ,·ecl e, le diffe re n ze te rmi c he c he s i ha nn o pe r ope ra d e ll 'es pl os io ne s o no mo lto ri] e ,·a nti ne i Ya ri m o me nti. Se la mi scela eli gas è pi ù diluita ( I ,·ol. gas, 12 aria ) la propagazione d e ll a fiamm a è più le nta e d a nche in mod o d iffe re nte s i co mp o rt a qu indi la co mbu s tion e e la conseg ue nt e e levaz io ne te rmi ca. Su quest i co mpo rt a m e nti d e ll a mi scela gasosa esp lo d e nt e l'A . ha fatt o num e rose e u n ·e g rafi che . E s ue s fe re, azio nate dalla ruota rnisura tri ce, il co ns umo d'acq ua in re lazione a lla ,·eloc ità della ruota s tessa. Il co ntatore s i compo ne del la sca to la infe ri o re (fi g . 2) , ne ll a qua le s i mu o ,·e la ru o ta mi s urat ri ce, e del la scat o la s upe ri o re, a v,·itata su ll a pr im a (fi g. 1). che porta il m eccani s m o eli tras mi ss io ne del m o vim e nto e d il quadrante . L e sca to le so n o e ntram be in bro n zo . La ru o ta mi surat ri ce, è, co n1 e già s i è eletto, in e banite. Com e è n oto, l'eba nite ha una densità eli po co s upe ri o re a qu e ll a d e ll ' acqua , cos icc hé pu ò seguire m o lto fa c ilme nte tutti i p iù p icco li mo ,·im e nti d e lla co lo nn a d 'acqu a senza che l'alb e ro d e ll a ruota a bbia so,·erc hi o sforzo ne i c usc in etti. L' eba nit e po i s i co ns um a poco e no n può ess e re intacca ta nè d a li 'acq ua nè Fig. 2. dalle sos tanze c he questa pu ò e \·entu a lm e nte co nten e re in so lu zione. L a cos tru zio ne del co nta to re è se mpli ce, q uindi - fac ili ss ima ne ri s ulta la m a nute nzio ne; infin e ogni pezzo p uò ve nire ri ca m bia to dire tta me nte s ul posto . L e dimensioni so no va ri e e s i hann o ti p i pe r tuba zio ni el i ro mm. fin o a 200 mm. el i di a m e tro . :\Io lte c ittà in Ita lia usa n o questi co ntatori che funzi o na no soddisface nte m e nte . R eo. CON TATORI 1\ECENSIONI PER ACQ A A R UO TA :'lfiS U RATRICE Il\ EBAKITE PROPOSTI DALLA DITTA R OSEN KR ANZ DROOP DI HA:'\:'\0\'E R (I ). co nta t o ri, che fi g ura no ne lla E s pos izione Inte rn azio na le el i ì\fil a no, sono a qu ad ra nte asciutto, tipo che be ne ri s po nd e ne ll a pratica. Essi ,·a nn o class ifi ca ti tra i co ntato ri della ,-eloc ità ; la lo ro cos tru zion e è ve ra m e nte s pec ia le e la quantità d'acqu a, c he passa ne ll' a ppa recc hi o, è mi s ura ta da l num e ro eli g iri della Fig. I. ru o ta in eba nite (fi g. 2) e d arri,·a a cl essa a m ezzo eli o ppo rtuno tubo ch e la g uida sotto for ma eli uni co ge tto; qu es t ' ultimo è g uid ato in m odo d a esse re tan gente a ll a c irconfe re nza d esc ritta ne l g iro d a ll a ru o ta mi s ura tri ce. li qu a dra nte po i, le c ui indi caz io ni so no eli faci le le ttura , reg is tra a m ezzo d e ll e ( r ) R a ppresenta ta pe r l' !tal ia d a l s ig-no r Ado lfo F e rrari cl i Milan o . A. H F.RZ : Cna combina::ione della luce .Vernst e Auer . -« Zeit . f. Beleutun g », 7 , 1906. L ' 1\. ha ri so lt o un prob le m a el i g ra nd e imp o rtanza tec ni ca e eli g rand e inte resse pratico , pec ia lme nte dal pu nto el i \'ista d e lla eco n o mia. Si co nosce che un a so rgent e lumin osa te rmi ca cos ta ta nto me no qu a nto più è e leva ta la te mp e ratura asso lu ta d e lla sorgente. li m ass im o el i ra diazion e si s pos ta g rad o a g ra d o eli lato alla p a rte ,·is ib il e d e ll o s pe ttro, a m a n o a mano che la te mp e ra tura sale, e ne llo st esso te mpo sa le l' inte ns ità luminosa to t a le d e lla la mpad a in progress io ne maggiore eli un a sempl ice progressione ari tm e ti ca. Cos ì, q ua nd o, ad es., la te mpe ra tura del platino sa le d a Soo 0 a 820°, il po te re lumin oso au m e nta più che d e l d op pi o, e a n a loga m e nte se la t e mpe ratura di un co rpo c he s i trova in ca nd esce nte al bi a nco è portato d a I a 2, l' inte ns ità lumin osa c resce da r a 2 12 , ossia da I a 4000. Co ll e fiamm e o rdinari e è imposs ibile s upe rare 1 Soo 0 -2 ooo 0 • e pure co i becc hi Aue r no n s i ri esce a sorpassa re certi limiti ne ll 'eco no mi a de l mate ri a le co mbure nte. In,·ece le co rre nti e le ttri che pe rm e tto no di a um e ntare se ns ibi lme nt e la te mpe ratura dei co rpi. Un becco Au e r , o un becco a na logo fo rmato di oss idi m eta lli ci, è un iso la nte e le ttri co assa i buono a te mperatura bassa, e cJi,·enta me n o buono, ma pur sempre buono, quando è portato a l ca lo re rosso . H. utilizzò ques to fatto, scald a nd o un filam e nto co n un becco a gas, e fo rm a nd o a l fi la mento un a co rre nt e e le t trica di inte ns ità ada tta , così c he il fil a me nto aum e nt a la sua te m peratura sotto l'azio ne eli un a co rre nte e le ttri ca . Il re ndim e nto lumin oso s i trova in ta l mo d o au me ntato in m odo co ns id e K. ra bile . D ejmra::ione delle arque di .fogna a Sa ratoga Spring-s (Stati Um'ti ). - << Engin ee rin g ì\e\\·s », 1905. Dopo el i <x e re indi ca t o i m e todi el i mi s ura impi ega ti pe r va luta re l'appo rt o d e ll e fog ne l ' A. cl esc ri,·e i dive rs i ]a ,·o ri che !>, com porta l ' impi a nto: o ffi c in a d 'ele vaz ion e , i « septic tank s il loro fu nzio nam e nto e cos tru zio ne, l'ae ra t o re, 1 bac1111 hltranti, lo ro fun zio na m e nto e costruzione. T e rmina ripo rta nd o i risulta ti o tte nuti d a l mese di lu g lio 1903 e t e rmin a dand o qualche c ifra d 'explo ita ti o n. l se pti c-ta nk s in num ~ r o di quattro han no un a capac ità total e di 4500 mc.: so no ch1u s1 da vo lte in calces truzzo ri cope rto di terra e riposa nte s u pilas tri in calces truzzo. Ciascu no di ess i mi s ura 28 m e tri el i lun ghezza , co n u na pro fo ndità eli liquid o di circa 2,-to . Q uest o liqui do entra e so rte acl 1,40 c irca d a l fo nd o, soggiorn a da I O a r 5 o re ne l bac in o e vi a bbando na circa il 65 OJO eli ma te ri e so lid e d i cui è ca rico. l septi c ta nk s so no alimen tati da un a co nd o tt a eli 27 oo m etri co n di a me tro di 0, 40 . ove l'a cqu a ,·i è spi nt a da 5 me tri di a ltezza, in rag io ne d e ll a s itu az io ne d e i te rre ni sabb ios i scelti pe r s tab ilirv i i baci ni filtranti. Tre po mpe ce ntrifug he e le ttri c he dire tta m e nte acco ppiate a tre m o t ori di 20 kil o \\'a ts e m esse in m ot o a utom a ti co serv o no a qu esta a lim e nt a zio ne . So no a zio na te da ll a co rre nt e eli una o ffi c in a ,·ic in a e posso no re nd e re 45 m c. per o ra. L' aeratore , so rta di fo n tana a cascat a c he di vid e l' a cqu a pe r a um e nt a re il s uo contatt o co n l' aria . fa seg uito ai septic ta nks. Eg li fa passare d a o a 70,4 la pe rcen tu a le d i sa turaz io ne in oss igen o d e l liquid o (perce nt ua le rid o tt a d' a ltro canto a 40,4 a i bac ini filtranti ). Dall 'ae ra to re il liquid o passa a i ba cini filtra nti pe r l ' inte rmezzo eli una ca me ra eli di s tribu z io ne. \'i so no ,·enti baci ni fi ltranti. C iascu no el i ess i occupa un a s up e rfi c ie di c irca 0,40 e ri ce,·e in m ed ia quat tro ca ri che eli ISO m c. cl' acq ua a l gio rn o. I septic tank s n o n furono an cora n10tati. L a qu a ntità di mat e ri e so lid e che ess i conte ngo no diminuisce in esta te in seg uito al di sgregamento di qu es te m ate ri e. Occupm·a ne ll 'a pri le 1904 il 44 010 d e l vo lum e d e i s e pti c tanks , il 2r 010 in agosto e d il 25 OJO ne l genn a io 1905 . Circa 500 tonnellate eli mate ria le penet rarono ne i se pti c ta nks d o po la lo ro m essa in az io ne : I 7 5 ne so no usc ite a ll o s ta to eli di v is ion e sott ili ssi ma (eli c ui 5 so la me nte d O\·ette ro essere ri sc hi a ra te d a i filtri ) : 225 sono state liquefatte e 100 ,.i dim o ran o dall a data d e l 1 o ge nn aio 1905 in g ran pa rte a ll o s ta to di sc hium a. L ' impi a nto è cos tato 866 .ooo fra nch i e la s pesa a nnu a le è D. BE.'I. el i c irca L. r6. ooo . F. ì\f1 CHOTTE: Studio teorico e pratico snll'incendio. Dunod, 1906 . C h arles ì\o n è il prim o trattato s ugli in cenclii , m a in d ubbi amen te in ~'oc hi trattati d e l gene re, co m e in qu esto (d e nso eli 563 pag in e e di 135 fi g ure) è raccolto tanto e così ri cco mate ria le. Il tra ttat o è diviso in quattro parti . U na prim a tra tta dell e ca use di in cendi o, d e ll ' illumin az io ne ag li auto mobili , d egli e ffe tt i cl e ll ' in ce ncli o, d egli agenti eli estin zion e. Li na seco nd a pa rte s tudia i m ateri a li res iste nti a l fuo co, i m otivi pre,·en t i,·i co ntro g li in ce ndi , i m a t e ri a li eli s pegnim e nto. J n un a t e rza pa rte s i tratta d e ll e appl icaz io ni che s i fa nn o e s i d ebbo no fare ne ll e dive rse co ntin ge n ze eli qu es ti me to di pre,·e nti,·i co ntro g li in cendi. F inalme nte in un ultimo ca pitolo s i pa rla d e lle officine class ifica te e d e ll e precauzion i pa rti colari che pe r qu est e s i d e bbo no fare. Il libro scritto chi a ra m e nte e indirizzato agli in gegne ri e E. ag li indu striali no n pu ò no n esse re pro fitt e ,·ole. PIERO X: I terremoti. - « R ev ue Scientifiqu e », \', 9, 1906 . 11 P. d e di ca a i te rre moti un b rillante a rti colo ne ll a R evue Scientijique. Che cosa s ia un t e rre m o to è fac il e defin ire, dice nd o se nz'a ltro c he è uno sc uotimen to d e l s uo lo, un m ov im e nto o ndu lato ri o o qualcosa eli s imile : p iù diffic il e pe rò è e ntrare nel l' intima natura d e l fe no m e no . Il P. s i so/fer ma s u qu es ta p robab il e na tura, e tra tte d e lla c ros ta te rre na, d e ll a press io ne che s u eli ess a s i ese rc ita, s ull e scosse che questa sco rza s ubisce, e se pro pri o no n c i d à la chi a ,·e del fe no m e n o terrem oto, ne par la pe rò brillante m e nte e sap ie nte m e nte. Jn q uesti tempi, ne i quali i te rremoti to rnano d i mod a e i fe no m e ni te lluri c i s i fa nn o sentire un po ' o nmqu e, lo s tudi o s inte ti co eli P. sarà co ns ultato co n p iace re e co n util e. K. A. \ \ 'EBE R: L 'illmni na::ione. - P a ri g i, H. Dunocl, 1906. L e le tte ra ture sc ie ntifi che strani e re s i a rri cchi scon o in m o d o sorp re ndente di o pe re che ha nno ra pp o rto coll a tecn o log ia sanita ri a. Il \\· . ne par la con co mpe te nza : d e putato, re lato re a ll a Cam e ra s ull e qu es ti o ni d e l gas . co nsigli e re muni c ip a le eli P ari g i. in mo lte occas io ni eg li ha dovuto occ up a rs i eli illumin a zio ne e il ,·olum e ri sen te infa tti l' impronta pe rso nale d e ll ' uo mo ch e d e lla qui s ti o ne ha una ,·era co nosce nza tec ni ca . Il volum e p assa a n zitutto in rassegna tutti i va ri me to di eli illuminazi o ne, d a ll 'a nti ca n o bile candela e dallum ic in o a o lio, in s in o a ll e re ce nti la mpad e a os mi o o a ta ntali o. Inte ressante è la 5t o ri a d e ll ' illumin az io ne d e ll a c ittà di Pari g i, d e ll a q ua le ha un a co noscen za minuta e ,·era m e nt e a ne dd o ti ca : e questa s to ria potre bbe esse re assai is trutti,·a a nche pe r a ltre c ittà, c he p iù d i una ,·olta s i so no trO\·a te in lotta co n le S oc iet à d e l gas . In ultim o l' A . studia la qui s ti o ne d e ll ' il lumin azione pubbli ca d a l ·. p unto eli ,·is ta soc ial e e d eco n o mi co. Soste nito re s tre nu o d e ll a reg·ìa dire tta d e ll ' illumin az io ne, egli po rta in camp o tutti gli argom e nti che d e po ngo n o in favo re clelia diretta muni c ipalizzazi o ne d e i servi zi eli illumin a zi o ne, e le rag io ni so n o pe rsuasi,·e. S e quindi il volum e pe i rapp o rti tecni c i no n può ne ppure lo nta namente co mpe te re con altre rece n ti p ubbli caz io ni frances i d e l ge ne re, ne i ra pporti eli questi lati socia li e pubblic i d e l probl e m a cl e ll' illumin azione è inv ece ri cco eli docum e nti. Ing . BRENTI.'II. S. ì\fECJ\'IER: La xeologia in viaggio. -<< R e,·ue Scie ntifi que », m aggio 1906. No i non a bbiamo ne ppure lo nt a nam e nte la pretesa di ri ass um e re il bello scritto eli ì\I., ma vogliamo indi ca rl o no n so lt a nto a quanti tra i nostri le tto ri , che pe r rag ione di studio o pe r dil e tto s i occup a n o di geo logia , m a a tutti qua nti cre d o no a bu o n titol o ch e la co ltura g eo logica è incli s pe nsab ile pe r l'i g ie ni s ta , s ia esso m edi co o in gegne re . :'11. dà in succi nto tutte le n o rm e utili pe rch è le passegg ia te fatt e a ragion e eli s tudi o ri escano pro fi cue. In segna quindi co m e s i fa un a co ll ez io ne min e ral ogica, com e si pre para no, s i raccolgo no e s i o rdin a n o i camp io ni eli roccie , ecc. E tutto c iò no n in un a arid a es pos izio ne sc hemati ca se n za s ign ifi cato e senza s ugo, m a in fo rm a a ltame nte pi acevo le e brillante, e le lo ro pa ro le racc hiud o no dire tti insegnam e nti eli geolog ia. Ce rto è che è prezzo d e ll ' opera conosce re qu a nto il :'II. scrive , e qua nd o lo spaz io lo consenta n o i trad urre m o pa rte alm e n o d e lK. l' utilissim o sc ritto. M. J c iLLERET: L e abitaz ioni uTbane. - « Géni e c iv il », 1905 . M . Juill e re t ripre nd e nd o lo s tudi o di uno d e i pro ble mi più co mpl essi delle g ra ndi agglo me raz io ni , quello delle ab itaz io ni , h a espos to d e i des id e rata di cap ita le importa nza rigu a rd a nti la di s tribuzion e dell'mia e d e ll a lu ce ne ll e case c itta din e . R e nd e ndo o m aggio al l'ope ra co mpiutas i da m ezzo secolo in qu a, s i ra mma ri ca che uo mini e min e nti , i qu a li ha nno e lab o rato l ' ultim o rego lamento sanita ri o d e lla città eli Pari g i , abbian o indi etreggiato avant i a ce rte rifo rm e d e lla p iù alta im portanza . S e n za spingers i ta nt o o ltre co me il Trélat, c he vorrebbe ch e le vie pubbliche av<"ssero una larghezza a lm e no egua le acl una vo lta e m ezzo l'a ltezza d e ll e case, l'A. s tim a c he qu esta a ltezza non RI VISTA DI I NGEGNER IA SANITARIA debba ecced e re la la rghezza d e ll e vie su ll e qu a li esse so no cos truite o di q ue ll a dei co rs i c he cost eggiano . Dopo eli a\·ere ricordato l'az io ne benefica de i ragg i sola ri , messo in vis ta le proprie tà chimi che e b io logic he d e ll ' a ria e la po te nza profilattica d i fr o nte ai microbi patoge ni , egli d im ostra in seg ui to la dec rescenza d ell a tub e rcolos i co ns tatat a d a ve nti a nni in qua in Inghi lte rra , 0\·e l' A uto rità ha in co ragg ia t o con ogni m ezzo l' es te nsio ne d ell a popolazi o ne in s u pe rfi cie . Si basa su d i una tavo la 0\·e ha d esc ritto la marcia e la riparti zio ne d ell a tube rcolosi a i diffe re nti piani d e ll e abita zio ni pa ri g ine e conclud e pe r la necess ità di fa r pe net ra re la lu ce fin o al fondo di tutt i i luog hi ab it ati . no de i principal i mezzi pe r pe n ·enin·i sarà di preocc upars i nell o stud io de l tracciato eli tutte le ,-ie nu o ve , d ell a o ri e ntaz io ne (possibilme nte nord- s ud ) donà ugua lm ente favorirs i la conservaz io ne o lo s tabi lim e nto eli g iardini permane nti. In o ltre e m e tte il voto eli ved e re le cucin e ed i sottos uoli co ns id erati come ab itaz ioni e sott oposte a ll e stesse obbligaz ion i circa il c ub o cl ' aeraz io ne , ve ntila zio ne , illum inaz io ne. Domanda in o ltre c he la copert ura de i co rtili s ia rigo rosa m e nte inte rd e tta . Ma lgrado le presc rizi on i che regolano la costruz io ne d ei co ndotti d e l fumo l'a uto re dim ostra che ne ll e vecc hi e case co m e nell e nu ove qu este s iano pressoché illusorie: reclama dai pubbli ci pote ri misure as sicuranti l' impe rmeabilità perfetta e l ' indipe nd e nza assoluta d ei tu b i fumiferi tra,·ersa nti i locali a bitati , e la lo ro ve rificaz ione pe r m ezzo eli a ppositi a pparecchi. D. BEN . L a produzione della Luce 1·ossa nelle Lampade a vapore di m e1•awio . L ' ostacolo più se ri o c he si oppo ne a ut ili zza re industr ia lm e nt e le la mpad e a m e rcu ri o s ta ne ll 'asse nza di raggi rossi ne llo spettro eli queste lampade , donde le tinte cadaveriche che assumono le pe rso ne. I te ntat ivi fatt i ha nno dato s inora ri s ult at i m ed ioc ri nel senso eli mi g liorare le la mpad e. Ora Gehrke e Baeye r ottenne ro la luce rossa a nch e con lampade a m e r curio , rimp iazza nd o g li e le ttrod i eli mercurio co n a ltri fo rmati d a una amalgama eli zi nco in u n ' ampolla eli quarzo amo r fo. La lu ce (lampade a r ro volts) è assa i più pross im'l a ll a lu ce d iurna: se vi si aggiunge de l soclio a ll a lampada si m ig li ora ancora la luce. Coll 'aggiun ta d e l 10 010 eli bismuto s i imped isco no le rotture faci li . L a lampada non è anco ra utili zzabil e indu s tri a lm e nte : ma la ri soluzio ne de l proble ma è pross im a. K. S. iVIErSE LS: billo. - I L valore del sistema a box uegli ospedali p el 7nor<< Hygie ni sche Runclschau », r2 , r9o6. l le tto ri d ell a Rivista conosco no in che cosa cons istono g li os ped a li a box per bambi ni , e in ogn i caso ne troverann o una be ll a d esc rizion e a proposito d ell 'ospeda le pe r bambini d i Be rn a , d e l qual e abb ia m o pa rl ato nel 1905. Ora ì\1. riporta varii dati e dive rse in d icaz io ni in m e rito a i risultat i pratici di qu es to s iste m a, specia lm e nte in con sid e razion e de ll a s ua importa nza p ra ti ca co me m ezzo profilattico da seguirsi negl i ospeda li eli form e infe ttiv e per ba mbini. Alcuni dati st a ti s ti ci che egli porta a corrobo rare il s uo asse rto, so no la migli o re di mo strazi o ne c he i rip a rti a box costituisco no un ott im o s is te m a eli d ifesa contro le ma lattie infe ttive neg li os pedal i eli is o lam e nto. B. Progetto di Sanatorio a S emmer ing· (Austria). Civ il >> , 1905. « Gé ni e Il ro fe bbra io de ll ' an no scorso M. vo n t\ e um a nn te ne ,·a una co nfe re nza acl u n g ruppo eli a rc hite tti a us tri ac i sop ra un progetto d i Sana torio che pot rebb e esse re inn a lza to a Sem me ri ng· a r ooo m. d i altezza ed in prossimità relati,·a di Yi e nn a. L'A. parago na il San a tor io eli D avos (Sv izze ra), che o flre sem p li ceme nte c ure d i al titudin e e sole , come qu e llo di idro te rap ia d i Drescla co n i s uo i pacligliò ni eli rip oso , bag ni-cl occie di tutte le so rta e eli tutte le te mpe ra ture, la s ua e le ttro te rapia , ecc. , a l suo progetto c he riunirebbe i du e ge ne ri eli tra ttament o . L e cond izio ni climati che a S e mm e rin g so no co m p le ta me nte favo re ,·o li , il luogo am e no , la te mpe ra tura re la ti\·a m e nte m e no ,-aria bi le che a \'i e nna e ne intran•ecl e q uindi i vantaggi che po tre bbe proc ura re un o s tabi li mento cos truit o in qu es te co ndi zio ni. D. BEN. JO H"': Sulle oscillazio ni d'intensità dei r aggi ult7·a v ioletfi nella illuminazio ne uaturale. - « Che m. Zeit. >>, 67 , l905Con i m etod i adatti al la mi s uraz io ne d e i raggi ultrav io letti l' A . ha po tuto rite ne re che la lo ro inte ns ità d 'azion e non elipe nde soltanto dalla dura ta d ' in solazio ne , ma a nco ra da a ltri fattori (u m idità , temperatura d ell'aria, e, in gene ral e , condizio ni climatich e var ie) . Ce rt o pe rò nei pe ri o di eli insolazio ne dire tta s i ha la m ass im a quantità el i raggi ultrav io le tti. Ciò special m e nte quand o la te mpe ra tura, nell e zon e insolate , è el i 30o: se la temperatura scende a 2o'' la qu a nti tà di ragg i ultra ,·iole tti sceme e norme m e nte. 1-\. . SEBEL IEX E. P I L ATTE: La sterilizz azio11e dell'a cqua coll'ozono. Saggi di una applicazione alle acque potab ili di Aizza . - << Renw S cientifiqu e >>, I , 1906. P. s i occ upa d e l s uccesso cl e ll 'ozo ni zzaz io ne d ell 'acqua potabil e a Kizza , de ll a qual e la Rivi sta ha ampiam e nte parlato. C i lim it iamo qui a fa re cenn o di ques to rapporto pa rt icolareggi a to, c he è a nche l'e logio pi ù comple to ch e s ia s tato fatto de lle app li cazio ni prati c he d i ozonizzazione . Ce rt a m e nt e l'ese mpi o di N izza è tra i p iù in coraggia nti e pe rs ua s i,·i e m e r ita di esse re studiato . E. f\PPUNTI TECNICO-LEGf\Ll Acque private - Presa - Servi tù - Impossi bilità di esercizio per fatto naturale Fondo dominante - D irit to del proprietario a farla risorgere . S e pe r effetto eli u n m ov imento tell uri co sias i reso imposs ibi le l'esercizio el i un a serv itù el i presa d'a cqu a, il propri et a ri o d el fondo , c ui è do vuta la sen·i tù , ha il diritt o eli fa re tutte quelle opere necessarie pe r usa rn e e conserva rl a ed m gu isa che non riesca nè me no co m oda nè p iù g ravosa eli prima. (Corte di Cassazio ne di Pale rm o , 25 genn aio 1906) . GONGORSI, GONG RESSI, ESPOSIZIONI, RIUNIONI D'INDOLE TEGNIGA Acqui. - È aperto u n co nco rso a l pos to eli In gegne re-ca p o presso l'Uffi cio tec nico co mun a le . Stipe ndio L. 3000, con quattro sessennii , o ltre L. 2000 circa cl i accesso ri. Scadenza 15 sette mbre p . , .. Dott. ERNESTO BERTARELL I , J<edaftore-responsabife. TIPOGRAFI A EREDI BOTTA·- TO RINO , VIA DEL CAR MINE , 29 (CASA P ROPRIA) .