PARROCCHIA S.ANTONIO DI PADOVA (RE)
FRATI MINORI
ANNO 30 – NUMERO 28– ANNO LITURGICO C
15 SETTEMBRE 2013
Dal Vangelo secondo Luca (15, 1-32)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori
per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui
accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e
ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di
quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di
gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e
dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora,
quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per
un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i
quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché
non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e
dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo
perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un
solo peccatore che si converte».
Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse
al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed
egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là
sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe
speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli
cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di
uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a
pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si
nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e
disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io
qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre,
ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e
tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione,
gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse:
“Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno
di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto,
portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto
ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a
casa, udì la musica e le danze; chiamò uno
dei servi e gli domandò che cosa fosse
tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il
vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e
salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma
egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo
da tanti anni e non ho mai disobbedito a
un tuo comando, e tu non mi hai mai dato
un capretto per far festa con i miei amici.
Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il
quale ha divorato le tue sostanze con le
prostitute, per lui hai ammazzato il vitello
grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei
sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo;
ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
SOMMARIO
Pag. 1
Vangelo della Domenica
Pag. 2
Invitati a partecipare
alla festa del Padre
Notizie da ricordare
Pag. 3 e 4
Tutta la verità su
Caresto
Vita Parrocchiale
PAGINA 2
INVITATI A PARTECIPARE ALLA FESTA DEL PADRE
Le tre parabole della misericordia di Luca che tante volte abbiamo ascoltato, ci offrono
sempre nuove suggestioni per aiutarci nel nostro cammino di conversione. Nella terza parabola, conosciuta come la parabola del figlio prodigo, ma che sarebbe più giusto chiamare parabola del Padre misericordioso, sia che ci identifichiamo di più nel figlio prodigo, sia che ci
vediamo nei panni del figlio maggiore, Gesù vuole aiutarci ad avere di Dio un’idea giusta, e
cioè a non vederlo come un giudice severo ed esigente che premia e punisce, ma come un Padre che vuole che tutti i suoi figli partecipino alla sua festa nella sua casa. Ciò che a questo
Padre sta a cuore è che i suoi figli stiano con Lui, partecipino alla sua festa nella loro dignità
di figli amati, assieme a tutti gli uomini, loro fratelli, e soprattutto assieme al Figlio amato
che, per raccoglierli nell’unità, si è fatto uno di loro e ha offerto la propria vita sulla croce.
La partecipazione alla festa del Padre non è il frutto di una conquista da parte nostra, ma una
chiamata, un dono del Padre, offerti a tutti indistintamente, sia ai buoni che ai cattivi, perché
tutti siamo suoi figli amati. Questo Padre poi non tiene conto se il figlio prodigo ritorna a casa
pentito, oppure solo perché ha bisogno: l’importante è che sia ritornato e riceva il suo abbraccio. Restando in casa, avrà modo di conoscere suo Padre e restare in casa per amore. Così pure nei confronti del figlio maggiore, al Padre sta a cuore che rientri in casa, che partecipi alla
festa assieme al fratello che ha sbagliato. Come possiamo rifiutare un Padre così? Come possiamo non accogliere l’invito a partecipare alla sua festa nella gioia di sentirci in comunione
con Lui e con tutti i suoi figli, nostri fratelli?
Il Parroco, fra Francesco Marchesi
NOTIZIE DA RICORDARE
Domenica 15 Settembre
Siamo di turno nel servizio alla
mensa della Caritas. Ricordarsi di
portare i piatti preparati in sagrestia.
Giovedì 19 Settembre
Ore 19,00-22,00: adorazione eucaristica nella nostra chiesa.
Domenica 22 Settembre
Siamo di turno nel servizio alla
casa della carità di via fratelli Rosselli
Lunedì 23 Settembre
Ore 21,00: riunione del Consiglio
pastorale parrocchiale
Sabato 28 Settembre
Ore 15,00-21,00: a Canali, ritiro
parrocchiale di inizio anno per gli
operatori pastorali, aperto a tutti.
(Vedere le locandine e i volantini).
COME OGNI ANNO, ALL’INIZIO
DELLA SCUOLA, IL CENTRO D’ASCOLTO CHIEDE DI OFFRIRE IL
MATERIALE DI CANCELLERIA (
CARTRELLONE IN FONDO ALLA
CHIESA )
SONO APERTE LE ISCRIZIONI AL
CATECHISMO PER I BAMBINI DI
II ELEMENTARE
COLORO CHE INTENDONO CELEBRARE IL SACRAMENTO DEL
MATRIMONIO NEL 2014 SONO
PREGATI DI PRESENTARSI IN
PARROCCHIA PER ISCRIVERSI
AL CORSO PREMATRIMONIALE
Vita parrocchiale
PAGINA 3
TUTTA LA VERTA’ SU CARESTO
Il 21 agosto noi ragazzi di 1° e 2° superiore, dopo una breve preghiera di routine, siamo partiti alla volta di Albinea, dove i catechisti ci hanno affidato una misteriosa busta gialla: all’interno una penna, una lettera e una
moneta da un euro da spendere in uno dei bar circostanti. Comodamente seduti e con la pancia piena ci siamo
finalmente degnati di leggere il resto della lettera, che si è rivelata un’interessante fonte di spunti circa il fatto
che ognuno di noi viene cambiato e cambia chi gli sta attorno. “La presenza del fratello è l’unica fonte di cambiamento capace di condurci verso la verità di noi stessi” dice il Vescovo Massimo Camisasca, in questa lettera. Abbiamo quindi riflettuto singolarmente su chi e come ha contribuito a formare la persona che siamo.
Avendo notato che i vigili si stavano avvicinando al pulmino parcheggiato nel posto riservato ai disabili, gli
educatori hanno ritenuto opportuno ripartire; e così, verso le 13.40, sulle dolci note di una canzone di Marco
Masini, siamo approdati a Montepaolo, dove siamo stati calorosamente accolti da fra’ Giuseppe che, con un po’
di rammarico, abbiamo scoperto essere il futuro sostituto di padre Elvis. È stata poi celebrata la santa messa su
base volontaria (alla quale hanno infatti partecipato praticamente solo i catechisti) e siamo infine ripartiti per
l’ultima tappa del viaggio. Sempre tallonati dalla Panda di padre Francesco, siamo giunti alla comunità di Caresto; qui, dopo esserci sistemati nelle camere e aver cenato, abbiamo svolto alcune attività insieme agli altri ospiti: bendati, ci siamo fidati e lasciati guidare in una graziosa cappella dagli organizzatori, Flavia e Claudio, dove,
compiendo il gesto di toglierci la benda, ci siamo simbolicamente affidati a Dio.
Il mattino seguente, in segno di fiducia e di responsabilità verso l’altro, ciascuno di noi ha posato la mano sul
capo del compagno proprio come gli Ebrei si affidano a Dio indossando la Kippah (il cappellino nero degli
Ebrei). Abbiamo poi parlato del rapporto con il nostro corpo, del cambiamento che tutti noi, come l’aquila, dobbiamo affrontare, delle differenze tra uomo e donna e della loro non complementarietà: la diversità infatti, non
deve essere vista come ostacolo, ma come punto di forza. Infine abbiamo assistito (con molta soddisfazione)
all’”incatenamento” di Massimo, il nostro autista, liberato solo nel pomeriggio. Per simboleggiare questa liberazione noi altri abbiamo bruciato gli anelli di carta su cui la sera prima avevamo scritto i nostri limiti e paure
riguardo la sessualità (filo conduttore del campeggio). Ci siamo inoltre posti un interessante quesito: abbiamo o
siamo un corpo? Rispondere “io sono un corpo” vuol dire che all’esaurirsi del proprio corpo si esaurisce anche
la propria interiorità, quindi sarà fondamentale averne cura. Nonostante siamo il nostro corpo perché attraverso
esso ci esprimiamo e ci relazioniamo, noi non siamo SOLO il nostro corpo perché siamo molto più di esso. Rispondere “io ho un corpo” fa intendere che non si riduce se stessi solamente al corpo materiale. Eppure anche
dire di possedere un corpo vuol dire ammettere una sorta di forma di possesso nei confronti di esso, portandoci
erroneamente a creare distanza tra il corpo e noi stessi. Bisogna quindi ricordarsi che l’uomo è perfetta unità di
mente, corpo e spirito. Siamo il corpo che abbiamo.
Gli educatori hanno poi avuto un incontro a parte, mentre noi ragazzi abbiamo letto due brani in cui nostri coetanei esprimevano dubbi e preoccupazioni riguardo le storie d’amore che stavano vivendo. Usando la tecnica
del brainstorming abbiamo scritto le parole chiave dei testi su un cartellone. La sera, allietata dalle note del pianoforte al piano terra, è trascorsa veloce e senza intoppi, salvo la misteriosa sparizione di valigie e sacchi a pelo… ritrovati in seguito alle numerose minacce di morte ricevute dai catechisti. Ci siamo poi radunati nella cappella per le attività serali: con una corona di carta sul capo, abbiamo riflettuto sul fatto che ognuno di noi è padrone di sé stesso, ha il proprio “regno” e crea barriere attorno a sé. Noi ce ne siamo voluti liberare offrendo la
nostra corona a Dio. La serata si è conclusa con il lancio delle Sky Lanterns (lanterne volanti) su cui erano scritti i vari ringraziamenti, alcune delle quali si sono impigliate negli alberi rischiando di appiccare fuoco all’intera
foresta
.L’ultimo giorno i ragazzi hanno preparato in gran segreto un flash mob (una specie di rappresentazione in cui
era riassunto ciò di cui avevamo parlato, ciò che ci portavamo a casa di quei giorni insieme), che è poi andato in
onda in presenza degli educatori, di padre Francesco, Claudio, Flavia, don Roberto, che ci ha accompagnati dal
punto di vista spirituale, e soprattutto dell’”Inquilino dei piani alti”. Da sottolineare il fatto che i nostri catechi-
CONTINUAZIONE
PAGINA 4
sti si sono commossi… forse per i ringraziamenti, in fin dei conti meritati, che abbiamo loro fatto. Dopo la messa celebrata tutti insieme, foto ricordo, baci e abbracci, Flavia e Claudio ci hanno consegnato un libretto intitolato “Quando guardo il cielo”, un’autobiografia della figlia diciannovenne, Francesca. Siamo ripartiti per 2
giorni di assoluto relax (o almeno così credevamo) sulle spiagge di Miramare. Due dei nostri catechisti hanno
però dovuto abbandonarci (Martina per lavoro, Antonio per incontri sospetti col Vescovo.., ma questa è un’altra
storia). Arrivati in un fatiscente edificio vista mare, che si è scoperto essere il nostro alloggio per i prossimi
giorni, ci siamo fiondati in spiaggia, chi per godersi gli ultimi raggi di sole, chi per sfogare i suoi istinti assassini cercando di sotterrarci nella sabbia… Anche il 24 è trascorso tra partite a beach volley e tuffi stupefacenti,
tra piadine romagnole, torte di compleanno (sì, quella povera disgraziata a cui è stato assegnato l’articolo da
scrivere per il 2° anno di fila compiva gli anni) e bagni di mezzanotte. Davvero strepitoso!
Il 25, prima di tornare alla nostra beneamata Reggio Emilia, abbiamo sostato nel santuario della Madonna delle
Grazie a Rimini per un’ultima condivisione, durante la quale è emerso che quest’anno, per la prima volta, si è
creato un gruppo, finalmente ci siamo “aperti” tra noi, abbiamo imparato a conoscerci scoprendo con stupore
che alcune persone sono completamente diverse da come ci appaiono. Commenti ironici a parte, è stato un
campeggio meraviglioso e ben bilanciato: abbiamo avuto il tempo per divertirci e quello per riflettere su tematiche interessanti e “vicine” a noi. Un grazie speciale quindi ai nostri catechisti che perseverando hanno ottenuto
ottimi risultati! Grazie Anna, Davide, Martina, Antonio, Massimo e Matteo!
Beatrice Chica e Gianfico Chiara
P ARROCCHIA S. A NTONIO
DI P ADOVA
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15 Settembre 2013 - Parrocchia s. Antonio di Padova