L’Associazione culturale ViviAmo la Musica nasce a Casalpusterlengo nel 2008 per iniziativa di un gruppo di professionisti ed appassionati della musica. Convinti che la musica sia un bene prezioso che appartiene a tutti, ci prefiggiamo di promuovere la cultura musicale organizzando e promuovendo nel lodigiano concerti e spettacoli di qualità; in quest’ottica numerosi e qualificati sono anche i nostri interventi in ambito didattico. Seguici sulla nostra pagina facebook oppure iscriviti al gruppo ViviAmo la Musica per rimanere sempre aggiornato sulle nostre attività! Teatro Carlo Rossi di Casalpusterlengo Giovedì 13 Marzo 2014 ‐ ore 21 LA SERVA PADRONA ViviAmo la Musica ‐ Associazione culturale Intermezzo buffo in due parti Musica di Giovanni Battista Pergolesi Libretto di Gennarantonio Federico Via Fugazza, 9 26841 Casalpusterlengo (LO) c.f. 90515890151 cell. 339.1551565 ‐ tel/fax 0377.81605 [email protected] www.viviamolamusica.com Personaggi e Interpreti Uberto, un anziano nobile Daniele Bicciré, basso Serpina, sua serva Ilaria Torciani, soprano Vespone, suo servo Francesco Colucci, mimo Orchestra Universitaria di Pavia “Camerata de’ Bardi” Direttore, Nicolas Bisson Maestro Collaboratore, Paola Barbieri Regia, Beppe Soggetti Grazie a: La Serva Padrona è un celebre intermezzo buffo di Giovanni Battista Pergolesi. Composta su libretto di Gennaro Antonio Federico, fu rappresentata la prima volta al Teatro San Bartolomeo di Napoli il 28 Agosto 1733, quale intermezzo all’opera seria Il prigionier superbo, dello stesso Pergolesi, destinata a non raggiungere nemmeno lontanamente la fama della Serva Padrona. PRELUDIO: A. Vivaldi, Allegro molto dal Concerto per archi RV 121 INTERMEZZO I Uberto, svegliatosi da poco è arrabbiato perché la serva, Serpina, tarda a portargli la tazza di cioccolato con cui è solito iniziare la giornata (Aspettare e non venire), e perché il servo, Vespone, non gli ha ancora fatto la barba. Invia quindi il garzone alla ricerca di Serpina e questa si presenta dopo un certo tempo affermando di essere stufa e dicendo che, pur essendo serva, vuole essere rispettata e riverita come una vera signora. Uberto perde la pazienza intimando alla giovane di cambiare atteggiamento (Sempre in contrasti con te si sta). Serpina, non troppo turbata, si lamenta a sua volta di ricevere solo rimbrotti nonostante le continue cure che dedica al padrone e gli intima di zittirsi (Stizzoso, mio stizzoso). Uberto si arrabbia e decide di prendere moglie per avere qualcuno che possa riuscire a contrastare la serva impertinente; ordina a Vespone di andare alla ricerca di una donna da maritare e chiede che gli vengano portati gli abiti ed il bastone per uscire, Serpina gli intima di rimanere a casa perché ormai è tardi e aggiunge che, se si azzarda ad uscire, lei lo chiuderà fuori. Inizia un vivace battibecco che evidentemente è già avvenuto varie volte ed in cui Serpina chiede al padrone di essere sposata, ma Uberto rifiuta recisamente (Duetto Lo conosco a quegli occhietti ‐Signorina v'ingannate). INTERLUDIO: A. Vivaldi, Adagio ‐ Allegro dal Concerto per archi RV 121 INTERMEZZO II Con la promessa che sarà un secondo padrone, Serpina ha convinto Vespone ad aiutarla nel suo proposito di sposare Uberto, quindi Vespone si è travestito da Capitan Tempesta ed attende di entrare in scena. Serpina cerca di attirare l’attenzione di Uberto rivelandogli che anche lei ha trovato un marito, un soldato chiamato Capitan Tempesta. Uberto, dolorosamente colpito dalla notizia, cerca di non farlo notare deridendo la serva, ma lasciandosi sfuggire, alla fine del recitativo, che, nonostante tutto, nutre nei suoi confronti un certo affetto e che sentirà la sua mancanza. Serpina, rendendosi conto di essere vicina alla vittoria, dà la stoccata finale, usando la carta della pietà, dicendogli di non dimenticarsi di lei e di perdonarla se a volte è stata impertinente (A Serpina penserete). Terminata l’aria Serpina chiede ad Uberto se vuol conoscere il suo sposo ed egli accetta a malincuore. Uberto rimasto solo si interroga e, pur rendendosi conto di essere innamorato della sua serva, sa che i rigidi canoni dell’epoca rendono impensabile che un nobile possa prendere in moglie la propria serva (Son imbrogliato io già). I suoi pensieri sono interrotti dall'arrivo di Serpina in compagnia di Vespone/Capitan Tempesta. Uberto è al tempo stesso esterrefatto e geloso. Il Capitano, che non parla per non farsi riconoscere, per bocca di Serpina, ingiunge ad Uberto di pagargli una dote di 4.000 scudi oppure il matrimonio non avverrà e sarà invece Uberto a doverla maritare; alle rimostranze di quest'ultimo, il militare minaccia di ricorrere alle maniere forti, al che Uberto cede e dichiara di accettare Serpina come moglie. Vespone si toglie il travestimento, ma il padrone, in realtà felice di come si siano messi i fatti, lo perdona e l'opera finisce con la frase che è la chiave di volta di tutta la vicenda: E di serva divenni io già padrona. La Camerata de’ Bardi nasce nel 1989 dall’idea di un gruppo di allora studenti del Collegio Universitario Valla di Pavia; tra di essi Franco Gerevini e Luca Bardi, cui l’orchestra deve il suo nome richiamandosi allo storico cenacolo di intellettuali fiorentini che nel XVI secolo si riunivano per parlare di musica, letteratura, scienza, arte presso il conte Giovanni Bardi. Negli anni la formazione si amplia acquisendo una propria identità nel panorama nazionale ed anche internazionale con numerose trasferte: Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Toscana, Lazio, Sardegna, ma anche Portogallo, Inghilterra e Austria. La Camerata diventa l’Orchestra Universitaria di Pavia e quest’anno festeggia il venticinquennale di fondazione; venticinque anni di ininterrotta attività sono un traguardo non così consueto anche considerando le formazioni professionistiche. I suoi componenti sono per lo più studenti ed ex‐studenti dell’Ateneo Pavese, studenti che hanno integrato il tradizionale percorso accademico con studi musicali presso i Conservatori di Musica; ma anche amici di ogni età e provenienza che condividono lo spirito della Camerata. Proprio questa duplice formazione, tratto fondante e distintivo rende la Camerata de’ Bardi un esempio raro in Italia, allineando da questo punto di vista la realtà dell’Ateneo pavese a quella di altri paesi europei in cui le orchestre universitarie sono formazioni ben consolidate. Lo testimoniano gli studenti Erasmus che ogni anno l’Università ospita e che l’orchestra accoglie offrendo loro la possibilità di un’esperienza musicale di qualità ma a misura di studente. Presidente della "Camerata de' Bardi" è il Prof. Maurizo Ettore Maccarini, Rettore del Collegio Universitario Valla, sede stabile dell'Orchestra. La chiesa di San Luca è la location della maggior parte dei concerti. L’Università di Pavia ha scelto l’Orchestra per arricchire con la musica alcuni momenti salienti della vita Accademica, quali l’Inaugurazione dell’Anno Accademico e le Cerimonie di conferimento delle Lauree Honoris Causa. Direttore della “Camerata” è Nicolas Bisson. Violini Stephen Beszant, Lorenzo Fassina, Emanuela Barbieri, Paolo Barbaini, Viviana Carniti, Maria Del Frate, Giovanni Paolo Rabai, Giampiero Liberali, Nadeem Ashkar, Karl Eugen Meitz, Elena Zigliani, Elisabetta Faucher, Luigi Lissandrin, Gemma Galfano, Maurizio Medici, Sara Spadini, Anna Giulia Curti Viole Giuseppe Barbaini, Roberta Garavello, Claudia Galvani Violoncelli Lorenzo Barbieri, Alessia Vercesi, Carlo Fassina, Clelia Palosti Contrabbasso Giorgio Ghezzi Clavicembalo Paola Barbieri