Vallagarina
l'Adige
Furto senza senso sulle Piccole
Dolomiti: su quel quaderno gli
escursionisti lasciavano dettagli
sul percorso, pensieri, talvolta poesie
ALA
giovedì 28 agosto 2014
27
Il direttivo dell’associazione
alense adesso pensa alla
denuncia «come segno della
gravità di quanto accaduto»
Vandali pure in alta quota
Sparito il «libro di vetta»
Era a cima Levante dal ’65
La Sat: «Un pezzo di storia»
CHIARA ZOMER
[email protected]
ALA - Quando se ne sono accorti, quelli della Sat di Ala non
ci volevano credere. Perché c’è
un limite all’idiozia umana. E
in questo caso è stato superato. A cima Levante, angolo delle piccole Dolomiti che solo gli
appassionati veri di montagna
scoprono e frequentano, è stato rubato il libretto delle visite. Un valore economico risibile, che davvero non spiega il
gesto. Ma un valore storico, sia
per la Sat di Ala sia per i frequentatori di quei luoghi, che
naturalmente vanno ampiamente al di là del prezzo di quel
quadernetto rilegato con la copertina rigida. Ed ora la Sat di
Ala, sperando nel buon senso
residuo di chi si è preso il quadernetto, fa un appello: chiunque abbia il libro, lo riporti dove l’ha trovato. Per rispetto a
chi ama davvero quella montagna.
Cima Levante è uno di quei posti che conosci solo se ami davvero la montagna. Angolo delle piccole Dolomiti a cui si accede dalla valle di Ronchi, non
è una montagna da gran turismo. In cima non c’è qualcuno
che ti rimpinza di polenta e funghi. Ma è un posto in cui trovare solitudine, prima di tutto. E
pace. Proprio perché non è presa d’assalto dai grandi flussi
degli escursionisti da agosto.
la scarpinata per arrivarci è di
quelle impegnative. E in cima
si viene ripagati da una vista
che abbraccia a 360 gradi il
Trentino intorno. A sud si vedono la Lessinia, la Vallagarina, il Baldo e aguzzando la vista - e nuvole permettendo - si
scorge il Garda, all’altezza di
Sirmione. Se lo sguardo vaga
verso nord riesce ad abbracciare i gradi gruppi montuosi
della provincia. L’Adamello, il
Brenta e poi ancora, spostandosi solo un po’, lo Zugna, il Pasubio, più in là la pianura. E
molto spesso, godendosi il panorama, si è soli, o quasi.
Tanti di coloro che salgono lassù, lasciano il loro segno. Perché la Sat di Ala, che da anni si
è presa la responsabilità di tenere sistemati e percorribili i
sentieri delle piccole Dolomiti, sulla cima ha dato la possibilità a chi vuole di ricordare il
proprio passaggio. Ai piedi della croce, su cui è appesa la bandiera del popolo tibetano, è agganciata una cassetta, che ne
contiene un’altra, più piccola,
di metallo. Lì dentro c’è il libro
delle visite, protetto come un
tesoro, solo perché lassù le intemperie sono una variabile da
tenere in considerazione.
È dal 1965 che su quel libro gli
escursionisti lasciano una traccia del loro passaggio. Qualcuno si limita a firmare, qualcuno offre indicazioni sul percorso: tempo di percorrenza, tipo
di sentiero scelto per salire in
vetta. Qualcuno si lascia andare. Perché spesso l’alta quota
porta al lirismo, e quindi c’è
chi lascia pensieri sulla vita,
sulla natura, sulla montagna.
C’è pure chi azzarda qualche
poesia, talvolta presa in prestito dai grandi capolavori della
storia, talvolta mettendo i propri personalissimi versi. Sono
tutti pezzetti di un puzzle, che
permette di ricostruire, a di-
stanza di anni, la storia di quella cima, delle sue frequentazioni, della cultura della montagna. Ecco perché davvero non
ci si spiega il perché di un gesto così insulso.
Ed ai volontari della Sat, che
ogni anno si impegnano per far
sì che quei sentieri e quelle cime siano accoglienti per chi vi
si accosta, ora sperano che il
responsabile quantomeno ci
ripensi. «Il direttivo - spiega l’associazione - sta seriamente valutando l’ipotesi di sporgere regolare denuncia verso ignoti
come segno tangibile della gravità di quanto accaduto. Nondimeno si chiede a chi avesse
qualsiasi informazione di mettersi in contatto con la sezione via e mail ([email protected] o al
telefono ogni martedì sera (tel.
0464 672936)».
L’IMPEGNO DEI VOLONTARI
Una rete di sentieri ad alta quota
Cima Levante è una delle cime sulle piccole Dolomiti
che sono state affidate alla Sat di Ala, per quel che
riguarda la gestione dei sentieri. Si tratta di una rete di
sentieri montani e d’alta quota forse non tra le più note,
ma che certamente possiamo definire fra le più
complete e belle della catena alpina. Molti dei sentieri,
specialmente nelle zone del confine provinciale,
risalgono agli anni della prima guerra mondiale,
predisposti dai combattenti di entrambi gli
schieramenti italiani e austiaci sui diversi fronti della
guerra fin sulle cime più inaccessibili.
Come la maggior parte dei sentieri del Trentino, anche
quelli delle piccole Dolomiti fanno parte del Catasto Sat
che ne annovera circa 800, segnati in maniera
omogenea con i colori bianco e rosso, numerati
differentemente, secondo un modello di razionalità e
logica recepito anche a livello internazionale.
Brentonico | Questo sabato alle 21 al rifugio D. Chiesa per ricordare l’alpinista
Comunità | Finanziamenti a chi utilizzerà piatti, posate e bicchieri durevoli
Un falò per Michele Fait
Le sagre senza plastica
6° ANNIVERSARIO
28 agosto 2008
28 agosto 2014
ANDREA GOLIN
Ogni giorno, sei e sarai sempre nei nostri cuori.
Mamma ROSANNA, papà RICCARDO,
il fratello LORIS, la sorellina EVA, i nonni e le zie.
Oggi giovedì 28 agosto sarà celebrata una S. Messa
in suffragio alle ore 18.00 nella chiesa di Pozza di Trambileno.
BRENTONICO - Una serata in
ricordo di Michele Fait, organizzata dall’associazione che
porta il suo nome, presso il rifugio Damiano Chiesa sul monte Altissimo. Questo sabato alle 21 si terrà l’ormai tradizionale falò in ricordo di Michele,
lo sfortunato alpinista roveretano scomparso nel giugno del
2009 sul K2. Iniziò come climber e in breve tempo diventò
istruttore federale di arrampicata sportiva. Lo sci e l’alpinismo non lo interessavano particolarmente fino a quando, alla metà degli anni ‘90, infilò
ramponi e attacchi per la prima volta. Nel ‘98 affrontò la discesa del canalone Neri sulla
nord della Tosa nel gruppo del
Brenta, e da lì non si fermò più,
arrivando in pochi anni a toccare le vette più famose del
mondo. Dalle Dolomiti al Rosa,
dal Bianco alle Ande, dall’Himalaya al Karakorum.
L’incontro sarà preceduto alle
19.30 da una cena dal costo di
28 euro. Il ricavato dell’iniziativa sarà destinato ai progetti
di solidarietà ai quali il famoso alpinista, Fausto De Stefani,
si dedica ormai da lungo tempo in Nepal attraverso la Fondazione Senza Frontiere.
Durante il falò sarà inoltre possibile assistere e partecipare
all’esibizione di «Danzare la Pace», l’associazione roveretana
che promuove la diffusione della cultura della pace proponendo danze popolari dalle provenienze più diverse. Per prenotare la cena è necessario contattare direttamente il rifugio
al numero 0464 867130, oppure Danny al 3356395415, o Gianni al 3492962189, mentre per
informazioni è possibile rivolgersi anche all’associazione Michele Fait attraverso l’indirizzo [email protected].
Una comunità a plastica zero.
Quante volte è successo di
constatare sconsolati i rifiuti
abbandonati dopo una festa?.
Da tempo il servizio ambiente della Comunità della Vallagarina si sta impegnando nel
fare della riduzione dei rifiuti
la sua priorità, partendo dal
concetto che si può festeggiare rispettando l’ambiente.
Si chiamano «Ecofeste» e lo sono davvero se soddisfano e rispettano diversi requisiti, dal
avere al proprio interno un
soggetto responsabile delle
azioni che soddisfano i requisiti al prevedere una raccolta
differenziata. Per la nostra valle sono ammissibili al marchio
Ecofesta solo le manifestazioni coperte dal servizio di raccolta gestito dalla Comunità
della Vallagarina.
L’idea è quella di sostenere i
«No plastic party», feste e sagre libere dalla plastica, dove
è possibile gustare i prodotti
tipici della nostra terra in piatti in ceramica, usando posate
in metallo e bevendo in bicchieri di vetro. Questo al fine
di produrre meno rifiuti grazie alla sostituzione dell’usa
e getta in plastica con piatti in
ceramica, posate in metallo,
bicchieri in vetro e lavastoviglie.
In un primo tempo i contributi della Comunità erano assegnati a coloro che acquistavano piatti e posate in materiale compostabile, ma ora si fa
di più perché, anche se biodegradabili, piatti e posate rimangono un rifiuto da smaltire.
E allora si privilegia la ceramica, aiutando gli organizzatori
delle feste con il sostegno per
il noleggio delle lavastoviglie
e l’acquisto di detersivi bio.
Il contributo va per l’acquisto
di stoviglie durevoli, noleggio
lavastoviglie e detersivi biologici fino a un massimo di
1.500 euro per gli eventi che
utilizzeranno solo stoviglie durevoli. È previsto anche un
rimborso spese per la predisposizione di materiali informativi stampati a tema ambientale secondo gli schemi
grafici reperibili sul sito della
Comunità.
G4071907
Scarica

Clicca qui per visualizzare copia dell`articolo di giovedì 28