TuMobile
ADSL e INTERNET
senza fili ovunque
e subito!
www.tumobile.it
LALANOTA
NOTA
Pubblicazione semestrale della Società dei
Concerti “ROBERTO FIORAVANTI”
Direttore responsabile: Nadia Baldi
Sede: Via Cairoli, 31 Prato
Segreteria: 3285777899
Direttore editoriale: Enrico Belluomini
Maggio 2011
Iscr. Registro Naz.le della stampa RNS n. 8611
www.pratoconcerti.it - e-mail: [email protected]
Anno XV - Numero 29
Edito da: Società dei Concerti “Roberto Fioravanti” - Via Cairoli 31 - 59100 Prato
Iscr. Trib. PO n° 10/97 - Dir. resp.: Nadia Baldi - Poste Italiane s.p.a.
Sped.abb.post. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n°46), art. 1 comma 1, DCB Prato - Stampa: Si Stampa
In caso di mancato recapito inviare al CPO di Prato per la restituzione al mittente previo pagamento resi
Quasi venti e più di venti
Sono quasi venti gli anni, esattamente diciannove,
che la Fioravanti è attiva sul fronte dei concerti in
città e ventitre che è stata costituita.
Anche se ormai non va più di moda contare gli anni
e guardare indietro, farlo fa sempre piacere, per noi
è una soddisfazione.
Questa Stagione Musicale (2010-2011) appena conclusa ha registrato anche una novità di cui andiamo
fieri e che ha entusiasmato il pubblico.
L’idea di organizzare con il contributo della Provincia
di Prato un appuntamento musicale anche per il
pubblico dei più piccoli nel periodo di Natale è stata
molto ben indovinata.
Come tanti ricordano l’idea è stata quella di sonorizzare con un quartetto acustico dal vivo alcune
proiezioni di celebri cartoni animati con tanto di
effetti sonori.
Sebbene la nevicata avesse reso difficile l’arrivo
del pubblico, la cosa
ha registrato una
grande affluenza
di pubblico.
Non è mancato
neppure quest’anno l’appuntamento
in Prefettura, con
il quintetto vocale
“L’Ora del Tè”, per
noi anche questo
impor ta nte, con
l’intenzione di avvicinare una delle
principali istituzioni della città al pubblico cittadino.
L’elenco e la descrizione dei dettagli dei concerti
potrebbe diventare noioso, soprattutto per
coloro che erano
presenti, ma non
po s sia mo t r alasciare il concerto
del Duo BociniCavicchi, nella bellissima rivisitazione
dei Genesis, musica
ormai intramontabile e magistralmente
eseguita con i soli
due strumenti quali contrabbasso e pianoforte.
Il nostro programma musicale ha ospitato anche il
giovane pianista coreano Hongbo Quan,
vincitore noto alla
ribalta della musica
e della critica per i
molti concorsi nazionali ed internazionali vinti nelle sue
tournèe.
Anche, per il secondo anno, il concerto
in fabbrica cortesemente ospitati da
Mr Cocci è stato molto divertente ed interessante;
Ha chiuso in bellezza il
concerto del Trio Delian,
giovane ma promettente
formazione proveniente
come vincitore dal Concorso Rospigliosi 2010.
Le nostre Stagioni Musicali
che come ho detto durano
ormai da quasi venti anni,
segnano un solco indele-
il quartetto Pellegrini, tutti di una
stessa famiglia con
la cantante giovanissima, ha lasciato sicuramente un
bellissimo ricordo
tra il numeroso
pubblico.
bile nella cultura della nostra città che insieme ad
altre prestigiose iniziative anche se di gran lunga più
importanti, fanno ricordare l’amore ed il rispetto per
la grande musica e per tutti i musicisti che la nostra
Prato, purtroppo logora di ansie ma memore di grandi
ricordi del passato glorioso, ancora vive con la eco
che risuona nei più bei luoghi architettonici che abbiamo avuto l’onore di riscoprire e di fare conoscere
al nostro pubblico.
Nonostante le mille difficoltà facilmente immaginabili, il nostro entusiasmo è ancora tenace ed immutato
e insieme alla passione del pubblico
durerà ancora per molti anni.
Un grazie a tutti.
Il Presidente
Enrico Belluomini
IMPARARE LO SPETTACOLO “SUL CAMPO”:
L’ESPERIENZA DI PROGEAS E PROSMART A PRATO
Intervista a Maurizio Agamennone, docente di etnomusicologia presso il polo pratese
Un corso di laurea in grado di formare
esperti dello spettacolo con competenze a
tutto tondo che spaziano da una profonda
conoscenza di arte, musica e teatro in senso
stretto a competenze giuridiche, tecniche ed
economiche. È quanto è stato realizzato da
ormai 10 anni nel Pin di Prato con l’istituzione
dei corsi di laurea in Progeas (Progettazione e
gestione di eventi e imprese dell’arte e dello
spettacolo), corso triennale, e Prosmart,
indirizzo biennale di proseguimento, facente
parte della Laurea Magistrale in Scienze dello
Spettacolo. Tante sono state le esperienze
realizzate da studenti e professori di modo da
sperimentare “sul campo” le materie trattate;
del resto la compenetrazione tra teoria e
pratica è un elemento che caratterizza il corso
di laurea, determinante ai fini dell’attestato
di certificazione di qualità rilasciato dalla
Fondazione Crui (Conferenza dei Rettori
delle Università Italiane) al Corso di Laurea
in Progeas, unico corso dell’Ateneo fiorentino
ad averla ottenuta in modo pieno nel luglio
scorso Esperienze significative sono state
le produzionirealizzate dalla compagnia
teatrale Binario di scambio, attiva dal 2007
a Prato e in Toscana, anche se ai molti sforzi
di docenti e allievi non si accompagnano
le risorse necessarie per realizzare numerosi
progetti. Come si colloca una struttura del
genere nel panorama culturale nazionale,
locale e perfino pratese lo abbiamo chiesto al
professor Maurizio Agamennone, docente di
etnomusicologia nel corso di laurea.
Professor Agamennone, che importanza ha
al giorno d’oggi, nell’Italia e nella Toscana
di oggi, studiare discipline dello spettacolo
e come si colloca un corso di laurea come il
vostro dove si mescolano esperienze teoriche
e laboratoriali?
Il corso di laurea è nato 10 anni fa nel
clima di grande euforia riformatrice seguito
all’avvento del programma formativo 3+2;
è stato caratterizzato, fin dall’inizio, dalla
necessità di affiancare allo studio di carattere
critico-teorico un inventario di occasioni
orientate a integrare la formazione teorica
con esperienze applicativo-gestionali, e a
mettere direttamente in pratica le conoscenze
acquisite. Perciò, sono stati invitati numerosi
professionisti, provenienti da enti diversi,
disposti a realizzare attività di laboratorio
in direzioni molteplici: da come collocare
in un territorio programmi di spettacolo dal
vivo, alla ricerca delle risorse necessarie, da
come sperimentare e adattare testi teatrali,
Segue a pag 2 >
Maggio 2011
LA NOTA
< Continuo di pag 1 (imparare lo spettacolo “sul campo”: l’esperienza di progeas e prosmart a Prato)
all’allestimento diretto di scenari; il
risultato sono laureati esperti nei diversi
ambiti dello spettacolo, con competenze
sul piano non solo culturale ma anche
giuridico e tecnico fin nei minimi
dettagli operativi e gestionali. Questo ha
consentito un inserimento soddisfacente
dei nostri allievi nell’ambito lavorativo
desiderato, non solo per via istituzionale
ma anche presso enti di produzione
diversi, non necessariamente legati
all’università, in grado di riconoscere la
validità delle competenze conseguite.
Con la forte ristrutturazione imposta
dai dispositivi di riforma introdotti
dal presente governo, che hanno
stabilito soglie piuttosto strette alla
programmazione didattica e un limite al
numero dei professori a contratto - nella
cui area avevamo trovato competenze
professionali assai qualificate, esterne
all’ambito universitario -, sono venute
meno alcune articolazioni formative;
perciò, se prima era possibile realizzare
un percorso universitario distinto per
settori - arte, cinema, musica, teatro
- attualmente si propone la formazione
di un unico profilo di operatore, con
vocazione più generale; in ogni caso,
siamo riusciti a salvare la nostra
“area laboratoriale”, che riteniamo
qualificante proprio perché consente di
misurare le abilità e competenze acquisite
dagli studenti sul terreno concreto della
ideazione, programmazione e gestione.
Ci racconta le esperienze più
significative in ambito musicale o
teatrale realizzate dal lavoro di studenti
e docenti negli ultimi anni fino ad ora,
anticipandoci se è possibile qualche
appuntamento?
La compagnia teatrale ha rappresentato
un’occasione concreta di impegno per
gli studenti, e meritevole è stata l’opera
della collega Teresa Megale, ispiratrice e
responsabile della compagnia Binario di
scambio. L’anno epocale per sperimentare
un metodo didattico-produttivo è stato
senz’altro il 2004, allorché gli studenti dei
corsi di laurea pratesi hanno partecipato
assai attivamente alla preparazione e
rappresentazione di un’opera teatrale:
Il re bello, su libretto di Siro Ferrone,
tratto da Palazzeschi, e musica di
Roberto De Simone; si è trattato di un
lavoro imponente, protrattosi per mesi,
fino alla alle tre recite proposte, con
gli studenti impegnati nella ideazione
e preparazione delle scene e costumi,
nella programmazione delle prove di
lettura e concertazione, e nelle recite.
Quella è stata un’esperienza prototipica, straordinaria e irripetibile, ma
sicuramente fondativa nella nostra
esperienza di docenti impegnati nei corsi
pratesi. Attualmente sono in cantiere
altre attività, tra le quali spiccano
le imprese della compagnia teatrale
universitaria, che debutterà con la
nuova produzione il 15 e il 16 novembre
alla Pergola di Firenze nell’ambito del
progetto di Maurizio Scaparro dedicato
al 150° dell’Unità d’Italia. Con il
nuovo spettacolo Binario di Scambio
raggiungerà la sua ottava produzione
originale. SI tratta di un’esperienza
unica, di aggregazione e di formazione
tra i giovani, di valorizzazione dei talenti,
ma anche di avviamento all’esperienza
professionale.
Come è avvenuto il riconoscimento
dell’attestato di certificazione di
qualità rilasciato al corso di laurea e
quali sono state le ragioni che lo hanno
determinato prevalentemente?
C’è stato prima un riconoscimento
da parte della Regione Toscana e
successivamente
la
certificazione
della Fondazione Crui: il nostro corso
risponde a specifici e severi requisiti di
qualità, ed è attualmente l’unico corso
di laurea all’interno dell’Ateneo ad
avere conseguito tale riconoscimento.
Dopo verifiche puntigliose, lunghe e
complesse, i valutatori CRUI hanno
individuato e valorizzato l’impegno
meticoloso
nella
conduzione
e
controllo delle attività didattiche, e la
sperimentazione formativa su alcune
competenze e abilità che normalmente
non sono presenti in maniera
sistematica in ambito universitario.
Aggiungo una valutazione personale: a
fronte di questo riconoscimento non c’è
stato ancora nessun aumento di risorse
a favore della didattica e delle attività
formative.
Come si colloca una struttura
universitaria come questa all’interno
del tessuto sociale, urbano di Prato?
C’è uno scambio tra città e università?
Ormai il Polo universitario pratese
ha raggiunto una fisionomia definita
e riconoscibile, una collocazione
pienamente
integrata
nell’ateneo
fiorentino ma con alcune specificità
proprie: il corso di laurea in Progeas di
cui parliamo ne è una testimonianza
evidente. La didattica mobilitata
dal Polo pratese riesce ad attrarre
numerosi studenti provenienti da fuori
regione, che trovano “naturale” e più
vantaggioso risiedere nell’area pratese:
mi pare che la città sia ormai diventata
anche una città universitaria, con le
consuete procedure di aggregazione,
incontro e scambio tra giovani e
studenti che si rilevano in altre città
universitarie di più antica tradizione.
Per quanto riguarda l’integrazione
tra le iniziative del Polo universitario
e la città, si può fare certamente
di più, ma mi pare che esperienze
realizzate finora possano essere ritenute
soddisfacenti. Personalmente, ricordo
con piacere il Seminario permanente
di intercultura: questa esperienza, dal
2004 al 2010, oltre ad accogliere a
Prato studiosi e specialisti provenienti
da diverse università e centri di ricerca
italiani, europei e nord-americani, è
stata collocata programmaticamente
fuori dagli spazi universitari del Polo
universitario, in ambienti e luoghi
diversi della città, dalle “Stanze” di
santa Caterina, alla Sala dei concerti
della Scuola di musica “G. Verdi”, dal
Salone del consiglio comunale, alla
Biblioteca “A. Lazzerini”, al Teatro
Magnolfi.
Scuola di Musica e Monash University - due eccellenze in città
Un connubio fortunato nato
da un paio d’anni quello tra la
Scuola di Musica Verdi e la Monash University di Prato. Sembra
proprio che la più importante
scuola di musica toscana abbia
infatti compiuto una scelta davvero azzeccata adibendo la sede
universitaria australiana a location per molti dei suoi concerti:
il suo salone si è infatti rivelato
particolarmente adatto a esibizioni
musicali, data la capienza, in grado
di ospitare fino a 160 persone e una
struttura interna degli spazi ideale,
dotata di quinte e reception. Per
questa ragione è stata inaugurata
qui la XXXIII edizione de L’ora del concerto, rassegna a
ingresso libero che vede protagonisti giovani promesse
del panorama musicale, con il concerto della NYU Florence Chamber Ensemble lo scorso 26 marzo, concerto
che sigla l’inizio di un’altra prestigiosa collaborazione
della Scuola di Musica, quella con l’università americana con sede a Firenze. Per l’occasione si è esibito il
flautista Roberto Fabbriciani, responsabile artistico
del giovane gruppo americano, con un programma di
musiche in grado di spaziare da Bach al Novecento. I
2
locali della Monash hanno ospitato e ospiteranno anche momenti di
un’altra rassegna musicale della scuola, ormai
tradizionale, ovvero
quella dei Concerti di
Primavera. Terza serata
del programma ma prima ad aver luogo nei
locali dell’università
australiana, è stata
quella del 13 maggio scorso, dedicata a
giovani strumentisti
di livello impegnati
nel repertorio di pianoforte e archi: Chiara
Morandi, violino, Luca Provenzani, violoncello e Cesare Castagnoli, pianoforte. Sempre presso la Monash
si è svolta invece la serata di chiusura della rassegna,
ovvero il concerto di Vanessa Benelli Mosell e Michael
Guttman, alle prese con musica da camera come Sonata
n.3 in re minore di Johannes Brahms e la Sonata in la
minore di Cesar Franck. Vanessa Benelli Mosell, pianista pratese, allieva, prima, dell’Accademia pianistica
di Imola col Maestro Franco Scala, poi, per tre anni
del Conservatorio Tchaikovsky di Mosca con il Prof.
Mikhail Voskresensky, Michael Guttman,
violinista e direttore
d’orchestra è stato il
più giovane violinista mai ammesso al
Conservatorio Reale
di Bruxelles: per il suo
estro è stato definito
dal Jerusalem Post lo
“Chagall” dei violinisti.
Appuntamenti per far
conoscere alla cittadinanza giovani talenti,
spesso pratesi doc e per
far scoprire o riscoprire
luoghi che costituiscono ormai delle vere
eccellenze per la loro
specificità: la Monash
è uno di questi, ormai
da 10 anni nel centro
storico di Prato e in
stretta connessione con
le più importanti realtà locali, culturali e non.
Sara Camaiora
Scarica

la nota 29 (scarica pdf) - Società dei concerti: Roberto Fioravanti