ANZIANE ASSISTENZA ALLE PERSONE ANZIANE OBIETTIVO GENERALE Sviluppare la capacità di attuare, sia in collaborazione che su delega, idonee modalità in risposta ai bisogni dell’anziano in ospedale, nelle strutture protette e a domicilio, al fine di assicurarne il BENESSERE e promuoverne L’AUTONOMIA. OBIETTIVI SPECIFICI -Conoscere gli elementi generali che caratterizzano il processo di invecchiamento, - Conoscere i bisogni delle persone anziane, -Conoscere le principali patologie dell’anziano. GERONTOLOGIA : scienza che studia i problemi biologici dell’invecchiamento dell’individuo GERIATRIA: specialità della medicina che si occupa dell’applicazione pratica delle conoscenze derivate dalla gerontologia. Suo obiettivo è quello di prevenire , guarire, riabilitare le affezioni morbose caratteristiche della vecchiaia. Nostro obiettivo è quello di acquisire una preparazione gerontologica orientata su: -il difficile rapporto psicologico, - i vari aspetti dell’assistenza, prevenzione e riabilitazione, per poter operare in modo altamente qualificato in ogni contesto sanitario e sociale. ANZIANI E SOCIETA’ INDUSTRIALE SOCIETA’ PATRIARCALE: il vecchio perno della famiglia,portatore di saggezza e riferimento per ogni decisione familiare. SOCIETA’ INDUSTRIALE: si basa sul PROFITTO e il valore di un uomo è misurato con il metro della retribuzione economica e dove il pensionamento è uguale ad inattività e quindi visto come un PESO per la società. Nostro scopo è quello di recuperare il principio per cui ogni essere umano è un bene prezioso e recuperare il valore che ha in sé come uomo e come persona . Spesso, lo scarso successo terapeutico è fonte di frustrazione da parte del personale di assistenza ed è bene ricordare che l’anziano è molto sensibile alla disposizione psicologica di chi lo assiste. L’INVECCHIAMENTO E’ caratterizzato dall’indebolimento dei meccanismi di difesa dell’organismo di fronte alle normali variazioni ambientali e da una progressiva perdita delle capacità di riserva. E’ un processo che inizia alla nascita e prosegue inesorabilmente per tutto l’arco della vita, è legato in parte ai fattori genetici e in parte a fattori ambientali. LA VECCHIAIA NON E’ UGUALE MALATTIA La morte è sempre dovuta ad un evento morboso. L’ETA MEDIA è aumentata negli ultimi anni ( più nelle donne che negli uomini: 83 anni / 77) , è legata alla diminuita mortalità neonatale, alla cura delle malattie, ecc. Mentre L’INVECCHIAMENTO della popolazione è legato alla riduzione della natalità. Un altro nostro obiettivo deve essere quello di rendere più sereni gli ultimi anni di vita ( dare più vita agli anni!). CARATTERISTICHE PRINCIPALI DELL’UOMO CHE INVECCHIA Una somma di fattori porta alla decadenza lenta e progressiva dell’organismo. Sono elementi determinanti per le capacità di difesa e la resistenza dell’organismo: - l’alimentazione, -le abitudini di vita, - il tipo di lavoro, - l’igiene e le misure preventive. Ma anche molti fattori psicologici ed emotivi hanno importanza nel condizionare l’invecchiamento. Entrano in gioco fattori correlati a malattie precedenti, ad elementi nocivi ambientali, ad abitudini errate ( tabagismo, alcolismo,ecc), malattie ereditarie ( un figlio di diabetici avrà maggiori probabilità di essere diabetico). Nell’uomo, le caratteristiche corporee visibili che maggiormente si manifestano durante l’invecchiamento, sono: -APPARATO CARDIOVASCOLARE : aumento P.A., tachiaritmie, valvulopatie. - APPARATO RESPIRATORIO: insufficienza respiratoria più o meno grave, - APPARATO UROGENITALE: insufficienza renale più o meno grave, - APPARATO DIGERENTE: stitichezza, ecc, - APPARATO EMOPOIETICO: sideremia bassa, diminuzione G.R., -APPARATO MUSCOLO-SCHELETRICO :osteoporosi, cifosi dorsale, -APPARATO NERVOSO: diminuzione attività riflessa e memoria,demenza, - APPARATO ENDOCRINO: ipertrofia prostatica, atrofia ovarica, -SISTEMA IMMUNITARIO: aumentata risposta allergica ai farmaci, -ORGANI DI SENSO: presbiopia, ipoacusia, ecc. MODIFICAZIONI PSICOLOGICHE Le resistenze ai cambiamenti sono dovuti di solito ad alterazioni degli organi di senso piuttosto che a cambiamento di personalità. Efficienza e capacità di lavoro intellettuale possono rimanere inalterati nel tempo. Nell’età senile fattori psicologici individuali, ambientali e sociali possono scatenare una “REAZIONE DI ABBANDONO” in cui l’anziano si lascia andare fino a ridurre i contatti con il prossimo e ad isolarsi (SOLITUDINE) , la perdita del ruolo si identifica con la perdita del lavoro che era anche fonte di relazioni sociali. Il problema non si risolve con L’ISTITUZIONALIZZAZIONE che invece aggrava il suo deterioramento mentale. Al contrario, l’anziano trova più giovamento a rimanere nel proprio ambiente naturale con un costo economico molto inferiore. RAPPORTI INTERPERSONALI CON L’ANZIANO CHE VIVE A CASA O RICOVERATO IN OSPEDALE L’aspetto psicologico del rapporto con l’anziano merita un’attenzione particolare che consiste nel rimuovere la mentalità segregativa nei loro confronti da parte del personale di assistenza ad ogni livello. Il contatto umano, lo stimolo e il sostegno psicologico sono tanto importanti quanto le tecniche di riabilitazione e/o rieducazione. Un’assistenza più umana richiede un rapporto basato su: - particolare sensibilità, -senso dell’umorismo, -spirito di osservazione - fermezza e una buona dose di calma e pazienza, - superamento di gelosie, diffidenze, antipatie, preferenze. RAPPORTI CON L’ANZIANO CHE NECESSITA di un trattamento riabilitativo Diversa la finalità dei metodi di rieducazione funzionale nell’adulto e nell’anziano, nel primo caso lo scopo è la ripresa al più presto dell’attività lavorativa, nell’anziano è il ripristino dell’ AUTONOMIA indispensabile perché non diventi dipendente da altri anche per i piccoli bisogni quotidiani. Pertanto: NON lasciarlo mai abbandonato a sè stesso suggerendo valide motivazioni , cercare di impegnarlo anche se i risultati sono scarsi, infondere fiducia per accrescere l’AUTOSTIMA. Ricordare sempre che il successo di un trattamento riabilitativo è il risultato della collaborazione di tutti i componenti dell’ EQUIPE assistenziale. L’OSSERVAZIONE DI UN ANZIANO AMMALATO Il concetto di salute soprattutto in una persona anziana poggia su una triplice serie di motivazioni : sanitarie, psicologiche e socio-economiche. Pertanto le esigenze assistenziali devono fronteggiare tutti e tre gli aspetti. La VECCHIAIA non è mai una malattia in sé ma è facile riscontrare una concomitanza di malattie e/o menomazioni più o meno gravi di tipo funzionale ( es. cardiopatie, arteriosclerosi, diabete, demenze senili, ecc.) talora riscontrate al momento del ricovero. Importante valutare il grado di autonomia: se collabora ,se è agitato oppure totalmente assente e il comportamento del personale di assistenza deve essere mirato ad affrontare i vari aspetti del carattere dell’anziano ( se segue le prescrizioni, se mangia di nascosto,ecc.) A causa della complessità dei bisogni e del sovrapporsi dei problemi sanitari e/o riabilitativi, psicologici e sociali, l’anziano richiede un intervento multidisciplinare e di vari operatori abituati allo scambio di informazioni. RICOVERO IN OSPEDALE I motivi di un ricovero possono essere: Malattia acuta che necessita di un trattamento urgente, Trattamento riabilitativo, Accertamenti e cure specialistiche, Motivi sociali ( man mano che l’età aumenta, i motivi sociali prevalgono su quelli sanitari, es. una grave involuzione psichica che richiede una sorveglianza continua da parte dei parenti in assenza di strutture alternative e/o problemi economici. Per questi ultimi motivi è sbagliato aumentare i posti letto. L’alternativa sono i servizi sociali decentrati nel territorio: DAY-HOSPITAL che offre la possibilità all’anziano di non rimanere anche la notte in ospedale dove dorme male e poco e ripresentarsi al mattino per le cure A.D.I . Risolve il rifiuto dei parenti a riaccogliere in casa un anziano per il gravoso peso assistenziale che dovrebbero affrontare da soli. RISCHI DI UNA PROLUNGATA DEGENZA A LETTO Il malato, soprattutto se anziano, dopo una prolungata degenza a letto, va incontro a quel quadro morboso denominato: SINDROME DA IMMOBILIZZAZIONE Trattasi di numerose complicanze che possono compromettere irreversibilmente la possibilità di recupero. Mentre il giovane malato chiede di alzarsi subito, la persona anziana si adagia passivamente e tanto più la degenza a letto è prolungata tanto più si sente frustrato, inutile e perde l’autostima. Alle gravi conseguenze dell’immobilizzazione protratta si associano danni e disturbi a carico di tutti gli APPARATI: DANNI E DISTURBI A CARICO DI TUTTI GLI APPARATI Apparato : -OSTEO-ARTICOLARE (osteoporosi, atrofia muscolare), -CIRCOLATORIO ( tromboflebiti, asma cardiaca), - RESPIRATORIO ( bronco-polmoniti da stasi), -DIGERENTE (stitichezza, vedi oltre), -Alterazioni del METABOLISMO , - Patologie CUTANEE (PIAGHE DA DECUBITO). L’assistenza in questi casi deve sempre essere mirata alla prevenzione dei danni da immobilità : -limitata permanenza a letto , - posizione semiseduta quando è possibile, - movimento degli art, ecc INCONTINENZA URINARIA Dovuta a fenomeni infiammatori, stati confusionali transitori, prostatectomia, cause psicologiche, ecc. Trattasi di un meccanismo complesso: allorchè la vescica si riempie, partono impulsi riflessi motori che fanno contrarre il muscolo detrusore della vescica e rilasciare lo sfintere uretrale. Precauzioni: minzioni ravvicinate e servizi igienici in prossimità delle stanze di degenza. L’anziano si vergogna del fastidioso problema dell’incontinenza e tende a nasconderlo. Dopo un’attenta osservazione da parte del personale di assistenza, se è possibile, intervenire sulle cause altrimenti ricorrere all’uso dei pannoloni. RITENZIONE ACUTA DI URINA: probabile conseguenza di malattie( ipertrofia prostatica, prolasso uterino , ecc.) o alterazioni del riflesso nervoso della minzione. Attenzione ai segni premonitori: bruciori, dolori difficoltà ad urinare, in ogni caso necessaria la cateterizzazione giusto il tempo necessario per rimuovere la causa che l’ha provocata. INCONTINENZA FECALE Spesso accompagnata a quella urinaria , è una delle conseguenze dalla demenza senile e/o uso eccessivo di purganti, mal funzione dello sfintere anale. Il trattamento assistenziale consiste nell’accompagnare l’anziano al bagno appena si presenta lo stimolo ,rispettando la sua privacy affinchè possa espletare con riservatezza i suoi bisogni fisiologici. STITICHEZZA: è frequente dopo una permanenza protratta a letto e/ o alimentazione carente di fibre vegetali e liquidi . Da non sottovalutare , perché spesso nell’anziano è motivo di spunti ossessivi o stati depressivi. DISIDRATAZIONE E SQUILIBRI ELETTROLITICI: conseguente alla scarsa assunzione di liquidi (fabbisogno giornaliero = 1, 8 litri e oltre ad dì). Se invece è conseguente ad eccessivo uso di diuretici, ricordare che insieme ai liquidi vengono espulsi anche sali di sodio, potassio e cloro tanto utili per il funzionamento di muscoli, cuore, reni e sistema nervoso. ASSISTENZA AL MALATO AFFETTO DA CARDIOPATIE: E’ raccomandata una permanenza a letto limitata al tempo strettamente necessario prescritto dal medico. MOBILIZZAZIONE, prima passiva, poi semi-passiva, poi attiva prima a letto e successivamente in palestra. Lo scompenso cardiaco può essere seriamente compromesso da uno stato febbrile, una crisi ipertensiva o uno sforzo eccessivo; va trattato con terapia medica (digitale, diuretici) , posizione semi-seduta, ossigeno-terapia, dieta leggera- iposodica, riduzione dell’attività fisica. Tuttavia un arresto cardiaco può verificarsi in qualsiasi momento e il personale di assistenza deve sapere come affrontarlo, talvolta può essere necessaria l’applicazione di un PACE-MAKER per regolarizzare i battiti cardiaci. POSTURE del cardiopatico: abbiamo detto che si avvantaggia della posizione semiseduta, attenzione quindi al modo come vengono posti i cuscini dietro le spalle, che, se posizionati in malo modo , possono accentuare la cifosi dorsale e quindi aggravare la difficoltà respiratoria. Anche il decubito sul fianco sn. o ds. può essere preso in considerazione se altre patologie concomitanti non lo sconsigliano. ASSISTENZA AL MALATO AFFETTO DA MALATTIE POLMONARI Per gli anziani ospedalizzati, le broncopolmoniti e le bronco-pneumopatie sono le complicazioni più temibili con conseguenze talvolta anche fatali. Oltre alla sorveglianza , l’addetto all’assistenza deve mettere in atto una serie di precauzioni nei confronti di un malato anziano; decubito ortopnoico , favorisce la respirazione e l’eliminazione spontanea dell’escreato; prima possibile sederlo in poltrona e stimolarlo alla deambulazione senza affaticarlo e facendo molta attenzione alle correnti d’aria e quindi al contatto con altri germi che attecchiscono facilmente in un malato convalescente a causa dell’abbassamento delle difese immunitarie : Possibilità di riacutizzazioni bronchitiche,( in malati affetti da BCO e BPCO ) i sintomi più evidenti: Tosse, abbondante escreato , dispnea , insufficienza respiratoria più o meno grave, quindi trattamento con O2 terapia, antibiotici, cortisonici e/o aerosolterapia , broncodilatatori, fluidificanti ( spry, diskus, turbo-haler) ASSISTENZA AL MALATO AFFETTO DA ICTUS CEREBRALE L’etiologia è quasi sempre di natura vascolare. Diagnosi precoce. Nella fase acuta , urgente intervento assistenziale più programma riabilitativo, quanto più sono immediati tanto più è completo il recupero. Urgente la correzione tempestiva delle posture viziate già nei primi giorni di degenza. Il programma deve essere il più possibile personalizzato in relazione ai problemi e le patologie che accompagnano l’ictus. POSTURE a letto già dalle prime ore e quindi nella fase acuta (FLACCIDA),quando la posizione corretta risulta facilitata; al contrario, nella fase sub-acuta (SPASTICA) il corretto posizionamento è ostacolato dalla rigidità degli arti interessati dalla patologia in atto. Utili i presidi quali: cuscini, archetti, sacchetti di sabbia e quant’altro possa aiutarci a far mantenere le posture corrette. Favoriscono la spasticità: sforzo, affaticamento, agitazione, freddo. Attenuano la spasticità : caldo ripetizione lenta movimenti. PROBLEMI LEGATI AL MOVIMENTO LE CADUTE: è vero che col passare degli anni , si riduce la rapidità e l’efficacia dei riflessi, ma generalmente la caduta a terra è dovuta ad un malessere , una breve perdita di coscienza aggravati da uno stato confusionale. Il rischio maggiore per una persona anziana è il grave pericolo di fratture ( soprattutto di femore ) a causa dell’osteoporosi con esiti spesso infausti per via delle complicanze. Le fratture di femore oggi con i progressi della medicina ((anestesia) possono essere trattate chirurgicamente ( ARTROPROTESI ) evitando così la prolungata degenza a letto con le inevitabili complicanze. La prevenzione consiste nella cura delle affezioni morbose, nella rimozione degli ostacoli alla deambulazione ( corrimani nei corridoi, illuminazione sufficiente, segnalazione ostacoli, calzature adatte, eliminazione di tappeti, ecc). La mobilizzazione consente all’anziano di diventare più padrone dei suoi movimenti anche in assenza di patologie . ALIMENTAZIONE NELL’ANZIANO In età senile, il fabbisogno calorico è inferiore a quello necessario in età giovanile poiché minore è il dispendio di energie, è però difficile quantificarlo in modo preciso. Certamente ogni dieta deve contenere tutti i principi alimentari ( proteine, zuccheri, grassi, sali minerali e vitamine) nel rispetto delle patologie per cui è necessaria una dieta specifica. Nelle persone anziane si riscontra spesso un’alimentazione povera di frutta e verdure fresche (scorie) anche per problemi legati alla masticazione. MALNUTRIZIONE nella persona anziana è favorita da abitudini sbagliate, difficoltà a nutrirsi, scarso desiderio di cucinare. Di fronte a questi problemi , accompagnati alla mancanza di appetito , astenia, calo ponderale, l’ipotrofia muscolare, occorre molto spirito di osservazione: bisogna controllare lo stato dentario oltre a corregger e al più presto l’alimentazione . Lo stato di malnutrizione si riflette direttamente sul decorso delle malattie. OBESITA’ : al contrario, una dieta ipercalorica come surrogato di altre soddisfazioni, in età senile può portare a complicanza ben più gravi e risulta difficile convincere l’anziano dei rischi che corre ( diabete, ipertensione, gotta) TERAPIA OCCUPAZIONALE Per rendere la permanenza di una persona anziana stimolante e serena in istituto, occorre favorire la sua partecipazione alla terapia occupazionale; si intende un’insieme di varie attività ricreative, lavorative e di animazione tendenti al recupero di funzioni fisiche e psichiche. E’ importante per gli anziani non restare isolati lasciando sempre l’iniziativa nell’occupare il tempo libero , l’attività di gruppo come l’ergo-terapia e la ludo-terapia, poiché portano alla realizzazione di un prodotto finale, sono meno noiosi della ginnastica. Il desiderio di vedere completato il gioco o il lavoro costringono all’impegno e alla perseveranza. Occorre una preparazione specifica da parte del personale addetto (ERGOTERAPISTA) di tipo psicologico e chinesiologico allo scopo di mantenere l’anziano attivo e ben inserito nel gruppo. STRUTTURE SOCIO- SANITARIE STRUTTURE NON RESIDENZIALI : Assistenza domiciliare integrata ( ADI) una unità operativa in grado di rispondere a domicilio alle esigenze di soggetti parzialmente o totalmente dipendenti al fine di consentirne la permanenza al proprio domicilio, attraverso un sistema articolato di prestazioni mediche, infermieristiche, riabilitative e socio-assistenziali. OSPEDALIZZAZIONE A DOMICILIO (poco attuata ) serve anche a ridurre il tasso di ospedalizzazione e reinserire precocemente l’anziano nel contesto familiare. POLIAMBULATORIO GERIATRICO dove esiste, specifico per le persone anziane,orientato a fornire prestazioni di tipo diagnostico. STRUTTURE SEMI RESIDENZIALI DAY-HOSPITAL (D H) consente di limitare il ricovero ai casi strettamente necessari . CENTRI DIURNI: promuovono l’integrazione sociale della persona anziana, facilitano la realizzazione di attività culturali e sociali in relazione ai bisogni. STRUTTURE SOCIO-SANITARIE STRUTTURE RESIDENZIALI CASE DI RIPOSO: nate come istituzioni di tipo privato, oggi adeguandosi a standard regionali, servono per rispondere ad esigenze assistenziali, sanitarie sociali e riabilitative a persone totalmente o parzialmente dipendenti. RESIDENZE SANITARIE ASSISTENZIALI: ciò che li caratterizza dalle precedenti è il contenuto altamente sanitario delle prestazioni erogate. DIVISIONI DI GERIATRIA. Vere e proprie unità operative che accolgono gli anziani oltre i 65 anni per fronteggiare una patologia acuta: LUNGODEGENZE: sono strutture sempre per anziani con oltre 65 anni finalizzate al superamento della fase di convalescenza e al recupero funzionale. CASE ALBERGO.: piccoli appartamenti o piccole case messe a disposizione di persone anziane autosufficienti. LA DEMENZA IN ETA’ SENILE Occorre distinguere lo STATO CONFUSIONALE TRANSITORIO (TIA) per la temporaneità e la reversibilità dalla demenza vera nella quale il deterioramento mentale è progressivo, stabile e irreversibile. Il TIA può comparire nella persona soprattutto anziana durante numerose affezioni quali: immobilizzazione prolungata a letto, iperpiressia , ictus cerebrale, scompenso cardiaco, grave insufficienza respiratoria, terapia con sedativi qualunque evento traumatizzante psichico- fisico, ecc. Comportano un deterioramento mentale con alterazioni della sfera intellettuale, affettiva e del comportamento con disorientamento spazio- temporale, perdita della memoria soprattutto recente, alterazioni del linguaggio, ecc. Anche il carattere cambia e profondi sono i mutamenti del comportamento che diviene spesso bizzarro. MORBO DI PARKINSON Malattia cronico-degenerativa dovuta ad una degenerazione progressiva del sistema nervoso centrale. E una delle più frequenti malattie neurologiche , deve il suo nome allo scopritore che nel 1817 ne fece la prima dettagliata descrizione ( James Parkinson). E’ una malattia caratterizzata da: - tremori, è il sintomo più precoce della malattia che spesso aumenta quando si sollecita il mantenimento di una postura (tremore da postura), - rigidità, presente in un’alta percentuale di casi, - bradicinesia, è il sintomo che maggiormente interferisce con l’autonomia della persona in cui si rileva un ritardo nell’inizio del movimento, lentezza, fatica ( deambulazione caratteristica) e incapacità a compiere due movimenti contemporaneamente. - Altri segni caratteristici sono: perdita della mimica facciale, modificazioni della scrittura ( molto piccola) e della voce (bassa e priva di tono), alterazioni dell’umore. TERAPIA : solo un farmaco (precursore della dopamina )sembra attenuare i sintomi, specie tremore e rigidità, questa azione però è temporanea perché, dopo un periodo variabile da soggetto a soggetto, l’effetto farmacologico si riduce presumibilmente per una specie di assuefazione. Al momento, la ricerca si sta orientando sul trapianto embrionale. INTERVENTI ASSISTENZIALI: l’obiettivo principale deve essere quello del miglioramento della qualità della vita da tener presente nella pianificazione e valutazione dell’assistenza individuale oltre all’informazione, educazione ed addestramento dei caregiver . I problemi da prevenire, gestire e valutare sono: movimento, ipotensione ortostatica, disfagia ( problemi di deglutizione con rischio di “ab ingestis”, dieta ( rischio di malnutrizione e disidratazione , evitare pasti abbondanti e l’assunzione di alcoolici) ,stipsi, disturbi affettivi,cognitivi e comportamentali, disturbi del sonno, dolore. A questi si devono aggiungere: la prevenzione delle cadute riducendo i rischi ambientali di cui abbiamo già parlato. MORBO DI ALZHEIMER Trattasi di una sindrome clinica caratterizzata da una riduzione delle funzioni cognitive di entità tali da interferire in modo significativo con le attività lavorative ,trasforma la persona ,cancella le sue caratteristiche, la sua intelligenza e le sue abitudini. Una malattia lunghissima e senza speranza perché senza cura e senza possibilità di guarigione. Rappresenta il 60% dei casi di demenza e colpisce per lo più le persone anziane , di queste, la maggior parte vive nei paesi in via di sviluppo. La vita di chi ne è colpito diventa difficile perché costretta a diventare del tutto dipendenti dai suoi famigliari che si ritrovano a fare i conti con un carico pesantissimo di assistenza il più delle volte insopportabile . L a demenza degenerativa (AD) è stata descritta originariamente da Alzheimer nel 1907 , l’aspetto più caratteristico è un processo degenerativo costituito dalla perdita dei neuroni e la presenza di placche neuritiche in specifiche aree cerebrali. Morbo di Alzheimer ETIOLOGIA. Non è stata tutt’ora chiarita , grande interesse riscuote l’ipotesi genetica ( fattori ambientali?) Numerosi possono essere i fattori di rischio (traumi cranici, agenti virali) ma il loro ruolo nell’insorgenza dell’Alzheimer non è tutt’ora chiarito. LA PROGRESSIONE DEGLI STADI CLINICI : la malattia può essere suddivisa in stadi clinici anche se esiste una grande variabilità . Nelle fasi iniziali, la perdita di memoria interessa solo l’apprendimento di nuove informazioni, poi progredisce gradualmente fino a perdersi in ambienti nuovi, la persona dimentica gli impegni e può essere disorientata nel tempo. Con l’avanzare della malattia si perde anche la memoria degli eventi lontani e il paziente è incapace di riconoscere perfino i famigliari. PERCORSO DIAGNOSTICO: la diagnosi resta tutt’oggi di esclusione, quando cioè sono state escluse altre forme di demenza. TERAPIA :la terapia farmacologica ha come obiettivo il trattamento dei sintomi. UNITA’ VALUTATIVA GERIATRICA L’U.V.G. Ha il compito di valutare l’anziano nel suo contesto socio-famigliare, di elaborare un piano terapeutico-assistenziale completo nel rispetto dei bisogni espressi e rilevati nelle diverse aree esaminate. E’ una équipe di professionisti che attua la valutazione multidimensionale,pianifica gli interventi socio-sanitari , individua e attiva le risorse umane e i servizi più appropriati. L’équipe si compone di un nucleo centrale formato : -dal geriatra, - dall’infermiere, -dall’assistente sociale a cui si possono aggiungere come consulenti altri specialisti a seconda del caso.