Anteprima Estratta dall' Appunto di Anatomia i e introduzione ai media Università : Università degli studi della Tuscia Facoltà : Sc.Comunicazione Indice di questo documento L' Appunto Le Domande d'esame ABCtribe.com e' un sito di knowledge sharing per facilitare lo scambio di materiali ed informazioni per lo studio e la formazione.Centinaia di migliaia di studenti usano ABCtribe quotidianamente per scambiare materiali, consigli e opportunità Più gli utenti ne diffondono l'utilizzo maggiore e' il vantaggio che ne si può trarre : 1. Migliora i tuoi voti ed il tempo di studio gestendo tutti i materiali e le risorse condivise 2. Costruisci un network che ti aiuti nei tuoi studi e nella tua professione 3. Ottimizza con il tuo libretto elettronico il percorso di studi facendo in anticipo le scelte migliori per ogni esame 4. Possibilità di guadagno vendendo appunti, tesine, lezioni private, tesi, svolgendo lavori stagionali o part time. www.ABCtribe.com ABCtribe.com - [Pagina 1] L' Appunto A partire dalla pagina successiva potete trovare l' Anteprima Estratta dall' Appunto. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. Il numero di pagina tra le parentesi tonde si riferisce a tutto il documento contenente l'appunto. Sull'appunto stesso in alcuni casi potrete trovare una altra numerazione delle pagine che si riferisce al solo appunto. ABCtribe.com - [Pagina 2] LEZIONE 1 Gianfranco Bettetini: titolare della Cattedra in Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa alla Cattolica di Milano; direttore dell’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo; regista, sceneggiatore per tv, cinema e teatro; romanziere. Le comunicazioni di massa rivestono un ruolo di primo piano nella società. Tanto i media tradizionali che i new media rappresentano infatti fattori decisivi nelle dinamiche e nei mutamenti economici, sociali e culturali del nostro tempo. Da sempre sono oggetto degli strali degli apocalittici e dei peana degli integrati (per la dicotomia tra apocalittici ed integrati vedi Umberto Eco), ma questo corso non ne terrà conto volendo dare un approccio scientifico e fondato alle cdm. L’oggetto avrà la meglio rispetto al metodo, ovvero ci si avvarrà di tutte le discipline che studiano le cdm (semiotica, sociologia e studi massmediologici in particolare). e.c om Il corso, in sintesi, risponderà a tre domande: 1) cosa sono le cdm 2) cosa dicono le principali teorie dei media (si usa non a caso la parola media, visto che i new media non possono a rigore essere definiti cdm per la loro interattività) 3) come funzionano i media principali. rib IL QUADRO COMUNICATIVO DELLE CDM Ct E’ definito da due tratti fondamentali: la relazione 1 a molti che comporta visibilità globale ed esperienza mediata e la monodirezionalità AB Peculiarità delle cdm è quella di instaurare un “rapporto 1 a molti” tra emittente e ricettori, cioè un soggetto è in relazione con molti soggetti (non dipende esclusivamente dall’esistenza di una rete, per esempio per l’editoria vale, ma per il telefono no). Si tratta di un quadro comunicativo diverso rispetto a quello dell’oralità e della scrittura ante stampa a caratteri mobili. Per l’oralità il rapporto è 1 a pochi ed è vincolato alla coesistenza nello spazio e alla simultaneità nel tempo. Idem per la scrittura (le prime testimonianze risalgono al 3500 a.C.) perché, anche se è svincolato dai limiti di spazio e tempo, il pubblico è costituito da pochi vista la scarsa alfabetizzazione e la lunghezza dei tempi di copertura manuale. Le cdm nascono con la nascita del rapporto 1 a molti, ovvero nel 1456 con la stampa a caratteri mobili di Gutemberg che apre ad un pubblico potenzialmente illimitato i vantaggi della scrittura. La relazione 1 a molti comporta (x lo – potenzialmente) visibilità su scala globale per ogni evento ed individuo e l’ampliamento dell’esperienza individuale verso spazi, tempi e persone presenti al di là del raggio d’azione del proprio corpo (storicità, socialità e mondo mediati). L’altro elemento caratteristico delle cdm è la monodirezionalità o unidirezionalità: nonostante i tentativi fatti per rendere i media tradizionali interattivi (le telefonate in tv, le mail alle redazioni x es), il flusso dell’informazione segue sempre un’unica direzione, quella che va dall’emittente ai destinatari. ABCtribe.com - [Pagina 3] Piuttosto che di comunicazione (che implica la bidirezionalità del flusso) per i media tradizionali sarebbe + opportuno parlare di trasmissione o diffusione. I new media invece sono per definizione interattivi (il che non significa che implichino un’interazione vera e propria). STORIA DEI MEDIA Di seguito le principali invenzioni in ambito tecnico che hanno accompagnato la storia dei media: - 1456, Gutemberg, stampa a caratteri mobili. Incrementa le pubblicazioni periodiche (chiamate in vari modi, lettere commerciali ecc) che fino ad allora erano manoscritte. Nel 1600 la stampa quotidiana e periodica assume una diffusione molto + regolare e penetrante: in Italia si hanno gli avvisi o gazzette, in Francia le gazzette, in Inghilterra i news papers. - 1840, Morse, telegrafo. Morse è autore di un alfabeto di punti e linee che si diffonde rapidamente arrivando anche alla dimensione radiofonica (telegrafo senza fili); om - 1876, Meucci o Bell (querelle), telefono; rib e.c - 1850, Daguerre (Daghèr), fotografia. Morse a parte non è che tutte queste invenzioni siano collegabili ad una sola persona. In questo caso Daguerre ha avuto il merito di arrivare al tentativo + credibile riuscendo a fissare i raggi della luce su una lastra (poi sostituita dalla pellicola ed oggi dal digitale); AB Ct - 1895, fratelli Lumiere, cinema. Organizzano la prima proiezione cinematografica con L’arrivee su train a la Ciotat (L’arevè deu tren a la sità (o da la gar de lion) e La sortie del usines Lumiere (La sortì de usin Lumiere), cioè l’arrivo di un treno e l’uscita degli operai dalle officine Lumiere. E’ documentazione, è con Melies all’inizio del ‘900 che si usa il cinema come strumento di fantasia; - 1927, sonoro, Il cantante di Jazz. Era in presa diretta (no doppiaggio), da qui il problema dei rumori; - 1895, Marconi, dà il via alla prima trasmissione radio in codice Morse (il telegrafo senza fili); - 1906, Fessenden, prima trasmissione radio di parole e suoni; - 1870, Siemens, May e Carey, inventano la cellula fotoelettrica, un apparato che converte variazioni di una grandezza luminosa in variazioni di una grandezza elettrica, cioè trasforma la luce in elettricità; -1897, Braun, tubo catodico. Si tratta di un ampolla di vetro che di solito contiene un gas inerte nella quale i raggi elettrici vengono accelerati e colpiscono uno schermo di solito trattato con materiale fluorescente e lasciano una traccia luminosa su una superficie fluorescente estesa su tutte le parti dell’ampolla; - 1906, nasce il primo televisore dall’unione di tubo catodico e cellula fotoelettrica; - 1939, Nbc in Usa; - 1954, Rai inizia le trasmissioni; ABCtribe.com - [Pagina 4] Per i new media: - ’60, Computer Graphics, cioè la produzioni d’immagini visibili e grafiche al computer - ’80, digitalizzazione del segnale (da analogico in numerico). Comporta una tendenza verso la multimedialità, cioè la convergenza di molti media su un medium unico; - ’80, realtà virtuale. Altra rispetto a quella dell’utente ed abolisce lo schermo; - ’80, applicazioni dell’ipertesto - recente, telematica (informatica+telecomunicazioni) LEZIONE 2 IL RAPPORTO CON L’INDUSTRIA CULTURALE e.c om Si tratta del 2° tratto definitorio delle cdm. I media comportano (x loro stessa natura e x motivi di natura economica e politica) mezzi tecnici ed istituzionali di produzione e diffusione. Ct rib Il rapporto può essere studiato dal punto di vista della mercificazione o da quello del rapporto tra media ed innovazione tecnologica. Del primo punto di vista si è occupata la Teoria critica della Scuola di Francoforte ed in parte della Teoria culturologica di Edgar Morin (entrambe abbastanza grezze saranno analizzate poi). AB IL RAPPORTO MEDIA-INNOVAZIONE TECNOLOGICA L’affermazione di un nuovo strumento di cdm si lega sempre ad un progresso tecnologico: stampa periodica e quotidiana del 1600 con la stampa a caratteri mobili; il cinema nasce dallo sviluppo della fotografia e il sonoro da quello delle riprese audio; il televisore nasce dall’invenzione di tubo catodico e cellula fotoelettrica; i nuovi media poi vivono una specie di legame simbiotico con l’evoluzione incessante della tecnologia. Se la correlazione è evidente, lo è meno la sua natura spiegata da due teorie antagoniste. 1) Le teorie deterministiche, come quella proposta dalla scuola di Toronto (Marshall MacLuhan) sostengono che le tecnologie delle comunicazioni si affermano per meriti propri, autonomi, indipendentemente dal contesto politico, sociale ed economico. Insomma la tecnologia è il protagonista unico del mutamento sociale. 2) Le teorie non deterministiche, invece, tengono conto degli innumerevoli fattori sociali, economici e politici che intervengono nell’affermazione o nel fallimento di una tecnologia della comunicazione e per questo appaiono più adeguate. E’ sotto l’influenza incrociata di innovazione tecnologica e spinte economiche, politiche e sociali che si sarebbe sviluppata l’industria dei media, specie a partire dal 1800. Innovazione e fattori economici, sociali e politici sono artefici del mutamento sociale. Tra queste la Teoria della mediamorfosi di Fidler che pensa all’evoluzione dei media dal punto di vista della selezione darwiniana. Ci sono spinte evolutive sociali, politiche ed economiche che, come in natura, favoriscono o svantaggiano eventuali metamorfosi dei media, trasformazioni in media tecnologicamente più evoluti. La teoria poggia sul concetto di coevoluzione (i nuovi media non sorgono mai dal nulla, ma come evoluzione di un medium preesistente – telefono mobile da ABCtribe.com - [Pagina 5] fisso, cinema da fotografia – che continua ad esistere accanto alle sue forme metamorfosate, magari subendo una restrizione, una specificazione delle sue funzioni) e su quello di convergenza (che fa luce sulla progressiva combinazione che, fermo restando il principio di evoluzione – cioè la coesistenza di media appartenenti a generazioni diverse – caratterizza l’evoluzione dei media. Insomma si verifica una specie di unificazione tecnica dei media, come ultimamente con la digitalizzazione del segnale). Il sociologo dei media John Thompson ha proposto una scansione in tre fasi dell’evoluzione dell’industria dei media tra innovazioni tecnologiche e spinte economiche, politiche e sociali nel 1800-1900: a) la trasformazione delle istituzioni dei media in imprese commerciali di grandi dimensioni e crescente concentrazione delle risorse (per la stampa si tratta di dinamiche favorite da innovazioni tecnologiche quali la macchina piano-cilindrica di Koning e poi la rotativa e da mutamenti sociali come l’urbanizzazione e l’alfabetizzazione) b) la globalizzazione della comunicazione, ovvero la diffusione dell’ambito comunicativo a livello mondiale (anche con la ripetizione di schemi, format) c) lo sviluppo di forme di comunicazione mediate elettronicamente. LE STRATEGIE DELL’INDUSTRIA CULTURALE rib e.c om Le fondamentali sono due e concepiscono il rapporto dell’1 con i molti in modo differente. 1) La strategia pedagogizzante: i media sono concepiti come un’aula scolastica nella quale formare la coscienza altrui attraverso l’informazione o la persuasione propagandistica. 2) La strategia dell’intrattenimento: concepisce i media come un mercato nel quale lo spettatore riceve gratificazione in cambio di attenzione (specie per la pubblicità). Le finalità sono commerciali e non esclusivamente commerciali. AB Ct In Italia si distingue una prima fase in cui ha dominato la strategia pedagogizzante o nella sua forma propagandistica (20ennio) o in un’ottica più genuinamente formativa (prima Rai). E’ seguita una seconda fase, che perdura tutt’ora, in cui anche a seguito di profonde trasformazioni istituzionali culminate nella fine del monopolio statale sull’emittenza televisiva si è sviluppata la strategia dell’intrattenimento. Non significa necessariamente sacrificare la qualità a beneficio degli introiti pubblicitari, ma da noi si è verificata e si verifica spesso. LA QUALITÀ DEL PRODOTTO MEDIATICO E’ una questione che apre all’etica della comunicazione. “Qualità” è un termine che deriva dall’ambito industriale e che va bene fintanto che si valutano oggetti, applicandosi con più difficoltà nell’ambito di prodotti simbolici. Di seguito due concezioni inadeguate della qualità del prodotto del medium in quanto prodotto culturale. 1) La concezione ideologica in cui la qualità è ciò che afferma una particolare ideologia. Se questa ideologia coincide con la mia c’è qualità. 2) La concezione market oriented, finalizzata al mercato in cui la qualità è ciò che ha successo in quanto consumato, venduto. Questo è sempre un poco avvenuto, per esempio in teatro la qualità coincide con il borderò, cioè il n° di biglietti venduti. Adesso due concezioni adeguate di qualità. 1) L’adeguatezza a livello tecnico e estetico per cui la qualità è ciò che è in sintonia con lo specifico del medium e ciò che è in sintonia con il valore del bello. 2) La rispondenza alle dimensioni etiche (valori morali) ed antropologiche (caratteristiche del ABCtribe.com - [Pagina 6] Questo documento e' un frammento dell'intero appunto utile come anteprima. Se desideri l'appunto completo clicca questo link. ABCtribe.com - [Pagina 7] Preparati con le domande di ABCtribe su Anatomia i e introduzione ai media. * Carica Appunti,Domande,Suggerimenti su : Anatomia i e introduzione ai media e guadagna punti >> * Lezioni Private per Anatomia i e introduzione ai media >> Avvertenze: La maggior parte del materiale di ABCtribe.com è offerto/prodotto direttamente dagli studenti (appunti, riassunti, dispense, esercitazioni, domande ecc.) ed è quindi da intendersi ad integrazione dei tradizionali metodi di studio e non vuole sostituire o prevaricare le indicazioni istituzionali fornite dai docenti. Il presente file può essere utilizzato in base alle tue necessità ma non deve essere modificato in alcuna sua parte, conservando in particolare tutti i riferimenti all’autore ed a ABCtribe.com; non potrà essere in alcun modo pubblicato tramite alcun mezzo, senza diverso accordo scritto con l’autore ed i responsabili del progetto ABCtribe.com. 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