Newsletter della Pontificia Facoltà Teologica “San Bonaventura” Seraphicum
San Bonaventura
informa
ANNO II - Nº 18/19
In questo numero:
Editoriale
In questo periodo dell’anno risuona frequentemente
l’augurio di “buone vacanze!”.
Ma cosa significa fare una buona vacanza? Non
avere impegni né orari da rispettare? Cogliere
ogni occasione di svago? Dedicare lunghe ore al
sonno e all’ozio? Fare un soggiorno al mare o in
montagna? Trascorrere più tempo con gli amici?
Di sicuro fare una “buona vacanza” può significare tutto questo ma anche trovare le condizioni,
ambientali e personali, adeguate per immergersi
nelle profondità della propria esistenza, per dedicarsi all’impegnativo ma indispensabile pellegrinaggio dentro se stessi.
A questo particolare viaggio possono offrire
qualche contributo i suggerimenti contenuti nel
presente numero, dedicato alla lettura e alla
riflessione.
San Bonaventura informa tornerà nell’ultima
decade di settembre, con l’augurio che questo
tempo non sia semplicemente un tempo di “buona
vacanza” ma un periodo in cui ci si riscopra
“capaci di Dio”, come nelle parole pronunciate
da Benedetto XVI:
“Nel mondo in cui viviamo, diventa quasi una
necessità potersi ritemprare nel corpo e nello
spirito, specialmente per chi abita in città, dove
le condizioni di vita, spesso frenetiche, lasciano
poco spazio al silenzio, alla riflessione e al distensivo contatto con la natura. Le vacanze sono,
inoltre, giorni nei quali ci si può dedicare più a
lungo alla preghiera, alla lettura e alla meditazione sui significati profondi della vita, nel contesto
sereno della propria famiglia e dei propri cari.
Il tempo delle vacanze offre opportunità uniche
di sosta davanti agli spettacoli suggestivi della
natura, meraviglioso ‘libro’ alla portata di tutti,
grandi e piccini. A contatto con la natura, la persona ritrova la sua giusta dimensione, si riscopre
creatura, piccola ma al tempo stesso unica, ‘capace di Dio’ perché interiormente aperta all’Infinito. Sospinta dalla domanda di senso che le urge
nel cuore, essa percepisce nel mondo circostante
l’impronta della bontà, della bellezza e della
provvidenza divina e quasi naturalmente si apre
alla lode e alla preghiera”.
(Angelus, Les Combes -Valle d’Aosta - 17 luglio 2005).
Elisabetta Lo Iacono
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione
della Facoltà
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Focus del mese: l’estate, ASSISI e la perfetta
letizia
pag. 2
Storia e personaggi: L’umiltà nel beato
antonio lucCi
Pag. 4
CONSIGLI DI LETTURA: I DIECI LIBRI CONSIGLIATI
DAI DOCENTI
PAG. 6
QUATTRO LIBRI PER QUATTRO PAPI: gIOVANNI
XXIII, GIOVANNI PAOLO II, BENEDETTO XVI E
FRANCESCO
pag. 12
mISCELLANEA FRANCESCANA: LE PROPOSTE DELLA
PIÚ ANTICA RIVISTA DI FRANCESCANESIMO
pag. 15
NELLA LIBRERIA DI sb I : le pubblicazioni
PRESENTATe IN QUESTO ANNO ACCADEMICO
PAG. 17
IN CAMMINO CON CHIARA: 24 CHILOMETRI DI
SPIRITUALITÁ
pag, 19
Appuntamenti : 50° DEL SERAPHICUM ET VARIA...
pag. 21
Francescanamente parlando: LA Facoltà AL
FESTIVAL FRANCESCANO
pag. 25
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FOCUS DEL MESE
IN COMPAGNIA DI DUNS SCOTO
ALLA RISCOPERTA DELLA BELLEZZA DI ASSISI
di Orlando Todisco*
Viandante, non c’è la via. La via si fa con l’andare.
(Antonio Machado)
L’Occidente è la terra della ragione. Non c’è nulla di cui la ragione non possa o non debba render
conto, Cartesio qualificherà Dio stesso come ‘causa sui’. Niente, neppure Dio può fare eccezione
al principium reddendae rationis. La modernità è l’età della potenza della ragione, cui tutto è
subordinato. Diventando scientifico-tecnica, la ragione segna di sé la società contemporanea, lungo
un crinale di crescente contrazione dello spazio del soggetto, funzionario di ruoli, non più padrone di
sé, in balìa dell’economia e questa della tecnologia.
Se il periodo di vacanza segna la rottura della routine, come sottrarsi all’impero della ragione? La
risposta di Scoto è che non è vero che ‘il rendere ragione’ esprima il momento più alto dell’essere.
Non si trascuri come la ragione, che pretende rendere ragione di tutto, non rende ragione di sé – a chi
dovrebbe renderla? – e dunque è senza perché, cioè gratuita; apre una
sequenza - non ne è un anello – dunque originale, cioè è all’origine. E
l’atto creativo non è forse fondativo e dunque ‘senza perché’?
“Dove eri tu – replica Dio a Giobbe - quando fondai la terra, quando
riempii il cielo di stelle e il mare di pesci? Dove eri tu?” (Giobbe 38,4).
Scoto compendia tutto ciò dicendo che Deus vult quia vult et non est
alia ratio quaerenda. La ragione, con i suoi interrogativi, è impotente
circa l’origine degli eventi fondativi. E l’incarnazione dell’Infinito
non è forse il ‘summum bonum’? È il mistero del primato assoluto di Cristo, che genera i perché, ma
non è causato da alcun perché comprensibile. E l’uomo? “Considera, uomo – scrive san Francesco –
in quale stato eccellente ti ha messo il Signore Dio, poiché ti ha creato e formato a immagine del suo
Figlio diletto secondo il corpo, e a sua immagine secondo lo spirito” (Ammonizioni, 5). Non il corpo
del Figlio diletto a immagine del nostro, ma il nostro a sua immagine, come non è Dio a immagine
del nostro spirito ma il nostro spirito a immagine di Dio. Dunque, non l’Infinito in funzione del finito,
come tutte le forme di alienazione - da Senofane di Colofone fino a Freud passando per Feurbach e
Marx - hanno presupposto, ma il finito in funzione dell’infinito, rispetto al quale pensarlo, attivando
una dialettica liberatoria, senza fine.
Siamo nel regno dell’assoluta gratuità divina, con il primato del ‘dono’ sul ‘perché’. Siamo nel regno
della radicale trascendenza, luce, sempre nuova, dell’umanità.
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Siamo nel tempo, reso sovrabbondante di senso grazie all’incarnazione dell’Infinito. E noi, a immagine
di Dio, non siamo forse proiettati in avanti e in alto? E allora, quale l’area ove in questo tempo è bello
‘intrattenerci’? La libertà, come liberazione da tutti gli idoli razionali – dell’economia come del sapere;
l’onda dell’infinito che, attraverso l’incarnazione, investe il tempo; l’incomprensibile, spazio mistico
entro cui perderci; la gratuità, clima altamente teologico, entro cui pensarci e progettare.
Il luogo che meglio esprime questo nuovo modo d’essere è Assisi, ove Francesco figura inaugurale
insegna a ‘sentire’ le cose in modo sorgivo, nel loro primo
mattino.
È qui, in questo sguardo, fresco e creativo, la perfetta
‘letizia’. Ne I Fioretti (cap. XIII) si legge che “Un giorno
Francesco, dopo aver raccolto con frate Masseo l’elemosina,
si fermò per mangiare con lui in un luogo dov’era una bella
fonte e allato una bella pietra larga. Disposti sulla pietra i
pezzi di pane, Francesco disse:
‘Oh frate Masseo, noi non siamo degni di così grande tesoro’. E ripetendo più volte queste parole,
intervenne frate Masseo: ‘Padre, come si può chiamare tesoro dov’è tanta povertà e mancamento di
quelle cose che bisognano? Qui non è tovaglia, né coltello, né taglieri, né scodelle, né casa, né mensa,
né fante, né fancella”.
Disse Santo Francesco: ‘E questo è quello che io reputo grande tesoro, dove non è cosa veruna
apparecchiata da l’industria umana; ma ciò che è apparecchiato dalla Provvidenza divina, siccome si
vede manifestamente nel pane accettato, nella mensa della pietra così bella, e nella fonte così chiara”.
Le cose sono ‘beni d’uso’, non ancora ‘merce di scambio’. Più che dall’avere o dal non avere, la letizia
francescana dipende dalla percezione delle cose come beni da fruire, non come merci da scambiare o
da consumare.
* OFMConv, docente di filosofia
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storia e personaggi
Conoscere il passato Vivere l’oggi Progettare il futuro
L’umiltà nel beato antonio lucci, REGGENTE della facoltÁ,
nel 25° della sua beatificazione
di Domenico Paoletti*
Quest’anno ricorre il 25° della beatificazione di un reggente (preside) del Seraphicum: il beato Antonio
Lucci nato ad Agnone (IS) il 2 agosto del 1682 e morto a Bovino (FG) il 25 luglio 1752.
Il beato Antonio Lucci nasce e cresce in una modesta famiglia cristiana di
Agnone. La fede cristiana era la “forma” della vita e il clima che si respirava in
famiglia.
Da piccolo frequenta la scuola dei frati minori conventuali presenti nel paese
di Agnone e a quindici anni entra in noviziato nella famiglia francescana dei
frati minori conventuali ad Isernia. Nell’agosto de 1698 emette la professione
religiosa con ”prontezza e gioia”, come riportano le fonti biografiche.
La prontezza e la gioia, espresse nella generosità della carità, caratterizzano il
suo cammino di fede nella vocazione francescana e nel ministero sacerdotale.
Da Isernia viene mandato a Venafro per gli studi ginnasiali e qui incontra un
confratello che la Chiesa avrebbe riconosciuto santo, Francesco Antonio Fasani, con il quale si sente
profondamente in sintonia nel proposito di una vita santa.
Negli di studi il giovane Antonio Lucci seppe coniugare studio e vita spirituale tanto che più studiava
più era coinvolto nella pietà cristiana, e più viveva la fede più gustava il sapere della fede.
L’attenzione a coniugare studio e vita, sapienza teologica e carità fraterna emerge nelle varie tappe
formative a Napoli, Assisi e Roma, e ancora più chiaramente quando conseguì il magistero in teologia
e divenne reggente e docente nella nostra Facoltà teologica, allora Collegio San Bonaventura ai Santi
Apostoli.
L’unità di vita attorno alla fede che opera nella carità trova una particolare testimonianza dopo la
consacrazione episcopale che lo annovera come “padre dei poveri”.
Nello studio e nel ministero ha presente la Rivelazione cristiana,
testimoniata dalla Sacra scrittura, come orientamento nella ricerca
e nella dedizione agli altri, specie verso i più bisognosi nel corpo e
nello spirito.
Quando viene nominato vescovo di Bovino, papa Benedetto XIII lo
presenta ai fedeli come “vescovo santo”.
In 23 anni di ministero episcopale a Bovino (1729-1753) compì
23 visite pastorali con l’attenzione ai poveri e a ridare decoro alle
La cattedrale di Bovino
Chiese in quella unità tra liturgia e vita.
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La cifra che spiega il suo mistero di uomo di Dio e il suo ministero a servizio dei fratelli è l’umiltà,
imparata alla scuola del poverello di Assisi.
Era solito ripetere la sua profonda convinzione che in lui si traduceva in coerente condotta: “l’umiltà è
il fondamento della santità e di tutte le virtù”.
L’umiltà lo faceva proteso verso l’eternità con la letizia francescana, anche di fronte alle prove e alle
più svariate sofferenze.
Ricordava spesso l’espressione di san Francesco: “tanto è il bene che mi aspetta che ogni pena mi è
diletto”.
Quindi il messaggio sempre attuale che possiamo raccogliere da questo confratello santo è l’umiltà di
riconoscere che tutto è dono e dalla gratitudine ridonarci gratuitamente.
Il donarci ci dona gioia e libertà: aspetti che tutti desideriamo ma che facciamo fatica a vivere in un
processo di autentica conversione che porta all’autenticità della vita.
Per conoscere la vita e il messaggio del beato Antonio Lucci:
A. POMPEI, Il Beato Antonio Lucci dei frati minori conventuali, EMP, Padova 1989
*OFMConv, Preside della Facoltà
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CONSIGLI DI LETTURA
Le tre colonne del mondo. Il poco necessario di B. Standaert, con Introduzione di mons. Jozef De Kesel
Parola di Dio – Seconda serie. Saggi - San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2013
“Il poco necessario”. Si direbbe un manifesto contro il consumismo facile oppure un invito alla sobrietà in
questi tempi di ristrettezza. In realtà, il sottotitolo dell’opera di padre Benoît Standaert, monaco benedettino
dell’abbazia di Sant’Andrea a Zevenkerken (Fiandre occidentali), segnala un’urgenza che va oltre l’uso
oculato dei beni materiali. É invece un invito a riscoprire l’essenziale dell’esperienza umana, mediante un
ritorno al cuore della fede biblico-cristiana. A questo scopo, l’Autore si rivolge alla tradizione giudaica,
richiamando un celebre detto che recita: “Il mondo poggia su tre colonne: lo studio della Torà, il culto e le
opere di misericordia”. Si tratta di un’espressione di Simeone il Giusto, sommo sacerdote a Gerusalemme
intorno al 200 avanti Cristo, spesso ripresa dalla letteratura rabbinica, ma apprezzata anche dal mondo
cristiano. L’Autore illustra il significato delle parole di Simeone nell’ambiente giudaico e nel Nuovo
Testamento, coinvolgendo il lettore in una riflessione inusuale per il nostro tempo, ma certamente da
considerare in un ideale vademecum per l’umanità del XXI secolo.
Germano Scaglioni, OFMConv
Docente di Nuovo Testamento
Cinque pani e due pesci. Dalla sofferenza del carcere una gioiosa testimonianza di fede
di François-Xavier Nguyen Van Thuan
S. Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 1997
Il testo del Servo di Dio il Card. Van Thuan raccoglie la sua testimonianza di fede dopo l’esperienza di 13
anni di carcere in Viêt Nam in seguito alla sua nomina come arcivescovo coadiutore di Saigon, che secondo
i comunisti era frutto di un complotto tra il Vaticano e gli imperialisti per distruggere la dittatura comunista.
In questo libro l’autore, lasciandosi ispirare dalla moltiplicazione dei pani e dei pesci narrata dall’evangelista
Giovanni (Gv 6, 5-11), descrive la sua esperienza di fede donando al lettore cinque pani e due pesci. Primo
pane: vivere il momento presente; secondo pane: discernere tra Dio e le opere di Dio; terzo pane: un
punto fermo la preghiera; quarto pane: la mia sola forza, l’eucarestia; quinto pane: amare fino all’unità, il
testamento di Gesù; primo pesce: Maria Immacolata, il mio primo amore; secondo pesce: ho scelto Gesù.
Dalla lettura di questo breve ma intenso libro si dischiude il volto di un uomo di Dio, che ha incontrato Gesù in
ogni momento della sua vita quotidiana e che ha testimoniato la sua fede in un luogo segnato da odio e morte.
Francesco Scialpi, OFMConv
Docente di Liturgia
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La logica del dono. Meditazioni sulla società che credeva d’essere un mercato di Roberto Mancini
Edizioni Messaggero, Padova 2011
Il libretto, inserito nella collana Il cortile dei gentili e scritto dal noto professore di filosofia teoretica
all’Università di Macerata, Roberto Mancini, aiuta a rimettere al centro la logica del dono in una visione
dove la cifra interpretativa dell’uomo è quella della relazione e della condivisione. L’agile libretto, scritto
con linguaggio semplice, intende riconoscere e promuovere la cultura del dono capace di motivare e
fondare quel cambiamento di civiltà che costituisce la sola risposta adeguata alla crisi attuale del cammino
dell’umanità. La società, pur vivendo di mercato, non può essere ridotta a mercato, ma tutto va ripensato,
vissuto e scambiato nella logica del dono. L’Autore con chiarezza e profondità fa comprendere che il dono
non è fermarsi agli oggetti che ci scambiamo, ma il dono va letto e vissuto nell’ottica del donarsi e del darsi,
sul paradigma della rivelazione cristiana dove Dio si è rivelato donandosi e donandosi si è detto. Il dono
in quanto tale esige un donare e un accogliere, entrambi inscindibili dall’amore-comunione. Una lettura
tonificante perché la logica del dono ha la capacità di far rifiorire la vita delle persone e così contribuire a
rinnovare il volto spesso anonimo della nostra società mercantilistica e stanca.
Domenico Paoletti, OFMConv
Docente di Teologia fondamentale
Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke
Testo tedesco a fronte, traduzione di Jutta Leskien e Michele Ranchetti - Feltrinelli, Milano 2007
Nei mesi in cui le giornate sono lunghe e la luce abbonda, e quando ci troviamo lontano dal paese natio,
urge in noi la domanda: chi è quello che accenderà la luce sulla via del ritorno? Le Elegie di Rilke, scritte
durante la sua breve dimora nel castello di Duino nel lontano 1912, sono sempre attuali e ci aiutano a
rispondere anche a questa domanda. Forse più che mai oggi sentiamo la precarietà e la incomprensibilità
della vita e, nonostante le innumerevoli facilitazioni e la tecnologia avanzata, non ci abbandona la paura della
morte, specialmente della morte eterna. Rilke ci accende una luce ricordandoci che la vita e la morte sono
momenti dello stesso percorso e che non c’è distinzione tra i due poli divisi dalla nostra morte corporale.
Per capire meglio questa somma opera poetica, in particolare il suo senso teologico, è utile ricorrere al
commento di Romano Guardini, Rainer Maria Rilke. Le elegie duinesi come interpretazione dell’esistenza,
Morcelliana, Brescia 1974.
Tomislav Mrkonjić, OFMConv
Docente di Storia della Chiesa
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L’utopia di Francesco d’Assisi di Thaddée Matura – Fabrice Hadjadj
Edizioni Messaggero, Padova 2013
È un libro estivo. Non perché è leggero nei contenuti, ma perché si può portare con sé facilmente. È tascabile.
Fa parte degli smart books delle Edizioni Messaggero.
Il libro si apre con una introduzione di Ugo Sartorio, che ne cura l’edizione, dal titolo I due Francesco,
l’unico vangelo. Ovviamente, com’è intuibile, il Sartorio si riferisce a Francesco d’Assisi e Francesco papa
e mette in luce come quest’ultimo abbia messo al centro della sua azione pastorale lo spirito, l’utopia del
primo, che è poi il Vangelo, fin da quando i voti nella Cappella sistina avevano superato i due terzi e il
cardinale Claudio Hummes, abbracciandolo, gli disse: «Non dimenticarti dei poveri!».
Il Matura, nel suo intervento, analizza l’utopia di Francesco d’Assisi riscontrandola nella povertà e nella
fraternità evangelica e nell’avere il cuore rivolto verso il Signore. Quindi si chiede se questi valori sono
realizzabili nella vita del credente, se non sono un’utopia. La risposta del Francescano è che «una simile
“utopia” è realizzabile e irrealizzabile. Realizzabile in quanto interpella, scuote, impedisce di installarsi,
spinge sempre a ricominciare, apre orizzonti nuovi, senza che si possa mai dire: abbiamo fatto tutto!» (p.
32). Irrealizzabile perché «un’utopia realizzata non è più un’utopia» (p. 24).
Il titolo dell’intervento di Hadjadj è Francesco d’Assisi, il santo della crisi. L’illustre filosofo analizza prima
la crisi della società attuale, che è significata bene da «tre nomi propri che sono di località: Kolima (Siberia),
Auschwitz, Hiroshima» (p. 42) e quindi vede che per questa crisi «Francesco è il nostro uomo» (p. 46),
perché con il valore della povertà evangelica «risolverà le tre antinomie più importanti: quella tra l’essere e
l’avere, tra la fraternità e la gerarchia, tra la croce e la gioia» (p. 49).
Felice Fiasconaro, OFMConv
Docente di Ecclesiologia e Mariologia
Per la vita del mondo. Il mondo come sacramento di Alexander Schmemann
Lipa, Roma 2012
In questo preciso momento della mia vita, in cui mi accingo a intraprendere il ministero della docenza
da una parte e sono impegnato nell’ambito formativo dall’altra, sto maturando sempre più la seguente
convinzione: non possiamo considerare la teologia come qualcosa di teorico-astratto e, quindi, staccato
dalla vita religiosa “pratica”, ordinaria; come nemmeno ‒ più in generale ‒ considerare la vita spirituale
come altro rispetto alla vita “normale”. Occorre superare ogni forma di dicotomia. Il testo di Alexander
Schmemann, di cui consiglio vivamente la lettura, aiuta e stimola a crescere in tale prospettiva unitaria ed
integrale. Per il rinomato teologo ortodosso, padre Shmemann, tutto ciò che esiste è dono di Dio all’uomo
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e non esiste che per far conoscere Dio all’uomo, per fare della vita dell’uomo una comunione con Dio.
Tutta la creazione (il «mondo» in cui viviamo, in cui camminiamo, di cui ci nutriamo) è segno e mezzo
della Sua presenza e della Sua sapienza, del Suo amore e della Sua rivelazione. Per crescere e vivere in tale
prospettiva, spiega bene l’Autore, è necessario recuperare il vero spirito della Liturgia come una visione
onniabbracciante della vita (che include cielo e terra, spirito e materia, ecc.). Allora sarà la Liturgia stessa
che ci svelerà come comprendere il mondo e come vivere. Quello di Shmemann è un testo che fa bene alla
mente e al cuore: mentre allarga gli orizzonti della mente, fa scendere nelle profondità del cuore, dove si
scopre il senso e l’essenziale di tutto, la comunione con Dio.
Enzo Galli, OFMConv
Docente di Cristologia
Dammi fede diritta. Con Francesco d’Assisi, per ricominciare a credere di Paolo Martinelli
Edizioni Porziuncola, Assisi 2012
Un libro di poche pagine che può aiutare a verificare la nostra fede è il volume di un docente della nostra
Facoltà, Paolo Martinelli, da poco consacrato vescovo ausiliare di Milano. Dopo l’anno della fede, indetto
ed aperto da Benedetto XVI, e concluso da papa Francesco nel novembre scorso, è bene verificare come e
quanto questo anno ha inciso o meno sulla nostra vita di fede cristiana. Nella consapevolezza che la fede non
può essere data mai per scontata e che va continuamente approfondita e verificata, il volumetto di P. Martinelli
in quattro capitoli presenta un semplice itinerario per un tale approfondimento. Parte dall’esperienza di
Francesco d’Assisi, uomo credente nel suo tempo (capitolo primo): la fede, forma della vita con la sua
cifra della totalità, si comprende nel riconoscere e riconoscersi nel Dio Amore. Nel secondo capitolo, Il
percorso della modernità e la vita di fede nel nostro tempo, viene evidenziato in sintesi il cambiamento di
paradigma culturale e di fede nella postmodernità in confronto al tempo di Francesco: da una fede ecclesiale
e condivisa si passa a una fede “privata” e ridotta a una opzione tra le tante, senza porsi il problema del
suo statuto veritativo. Il terzo capitolo, La riscoperta della fede oggi e l’intuizione fondamentale di San
Francesco, ci riporta a vedere come anche oggi la fede sia provocata a riscoprire la sua vera dimensione
esistenziale e come l’esperienza di Francesco, nell’aver centrato la sorgente della fede nell’umiltà, sia di
particolare attualità e freschezza. L’ultimo capitolo, Attualità della spiritualità francescana per vivere
nella fede, offre interessanti spunti per una verifica del nostro cammino personale e comunitario di fede.
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Domenico Paoletti, OFMConv
Docente di Teologia fondamentale
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In viaggio con Giona. La spiritualità dello sconcerto di Paul Murray
[A Journey with Jonah: The Spirituality of Bewilderment, Columba Press, 2002] San Paolo, 2006
Nonostante essere un libretto di soli 48 versetti, il racconto del profeta “fuggitivo”, ha avuto una prolungata eco nella
storia della spiritualità e una straordinaria influenza sulle arti. Eppure la sua predicazione si riduce a una sola frase,
nemmeno troppo consolante: “Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta” (Gio 3,4). Non è evidentemente questo
il motivo della sua importanza, né l’ironico, addirittura comico, particolare degli animali penitenti vestiti di sacco (cfr.
Gio 3,8) - anche se permette più facilmente di cogliere il tono del libretto e la riflessione di Murray.
La storia di Giona, infatti, è colma di umorismo e paradossi, e Murray ne è un ottimo narratore e mistagogo. Al
cuore del libretto non è tanto la conversione dei niniviti quanto lo sconcerto che insegue il profeta come un’ombra:
dapprima alla sua vocazione e fuga, poi con la tempesta e il grande pesce, infine a Ninive con la conversione della
città (nota bene: uomini e bestie assieme!) e la pianta di ricino. Per ogni cosa che Giona fa o pensa, c’è immediato un
simpatico, compiaciuto e benevolo sorriso dall’alto nel vedere saltare per aria ogni sua preconfezionata e “devota”
certezza: Dio si rivela sulla terraferma - sembra pensare Giona, sicuro della tradizione ricevuta - meglio fuggire per
mare per scampare alla Parola di Dio - ed ecco, puntualissima, la tempesta e, per di più, il pesce!
Qui Murray raggiunge il cuore della sua riflessione: come credenti non avremmo forse diritto alla serenità e alla
tranquillità della fede e della vita? Ad essere al sicuro dal disorientamento e dalle tempeste? In verità, in verità vi dico:
Si si, siamo protetti; No no, non lo siamo. Il fatto è che la fede, cioè la vita in Cristo, non toglie la croce dalle nostre
vite, non rende immuni da sofferenze o complicazioni. Ciò che è in gioco, suggerisce Murray, è la qualità delle nostre
vite che si basa sulla distinzione fra religione illusoria e religione vera. Lo slogan della prima dice: “Niente paura!
Credi in Dio e Lui provvederà che niente di ciò che temi ti accada”. La massima della religione vera suona invece
diversamente: “Non temere: ciò di cui hai paura è possibile che ti accada, ma non è da temere” (cfr. infra, pp. 40-42).
In un tempo in cui lo sconcerto e il disorientamento sono curati a colpi di Tom Tom e App geo-localizzate, il libretto
di Murray è una buona - e breve! - lettura capace di far riflettere restituendo un sorriso benefico, senza banalizzare la
drammaticità della vita.
Emanuele Rimoli, OFMConv
Docente di Antropologia teologica
Il cristianesimo così com’è di Clive Staples Lewis
Adelphi, Milano 1997
Questo libretto raccoglie i testi degli interventi che il grande teologo anglicano inglese tenne alla radio britannica
negli anni ‘40 del secolo scorso, subito dopo la guerra. Egli è autore anche del ben più celebre testo: Le lettere di
Berlicche. Non si tratta di un testo nuovo, ma certo ancora molto giovane, come tutte le cose che sono frutto di
un’autentica creatività che procede dall’esperienza del Bene e a esso conduce.
In una maniera molto semplice e convincente l’autore cerca di mostrare (ma non di dimostrare) la bellezza
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e la plausibilità della fede cristiana, in un contesto culturale come quello inglese, in cui scetticismo e secolarismo
avevano già preso il loro posto tra la gente comune e non solo tra gli intellettuali e i membri dell’alta società.
Uno degli apporti originali del libro è proprio l’andamento dell’argomentazione che si sviluppa a partire dalla
questione etica. A suo avviso è proprio il problema morale - e cioè il fatto che nessuno si rassegni all’ingiustizia
perchè speriamo e aneliamo costantemente al bene (anche se certo non siamo spesso d’accordo su cosa sia il bene qui
e ora) - l’argomentazione più forte a favore dell’esistenza del Dio personale buono e amante degli uomini.
Come dicevo, si tratta di un approccio decisamente originale (anche se può apparentemente assomigliare
a quello di I. Kant della Critica della ragion pratica), che ci può aiutare ad avere una visione più integrale
dell’umano alla luce della fede, in questa rinnovata alleanza tra essere, dover-essere e voler-essere. Buona lettura!
Giulio Cesareo, OFMConv
Docente di Teologia morale e Metodologia
Introduzione a Giorgio Agamben, di Carlo Salzani
Il melangolo, Genova 2013
Il volume di Carlo Salzani merita particolare attenzione prima di tutto perché rappresenta la prima opera criticoricostruttiva, in lingua italiana, del pensiero e delle ricerche di Giorgio Agamben.
Filosofo e saggista di fama internazionale, Agamben ha profondamente influenzato le coordinate
concettuali della riflessione politica contemporanea. Si consideri il solo fatto che è attualmente uno degli
autori italiani più tradotti all’estero e maggiormente studiato nelle università francesi e nordamericane.
L’introduzione di Salzani ripercorre in maniera puntuale e dettagliata le fasi della riflessione di Agamben: dall’indagine
ontologica sulle grandi categorie politiche occidentali presente già nei primi scritti, al grande progetto di Homo sacer
in cui il filosofo italiano propone un inedito scavo genealogico dei modelli occidentali della sovranità.
È in questo contesto che Agamben ha articolato quella che probabilmente resta la ricerca più approfondita e originale
sul rapporto tra la sfera del diritto e quella della “nuda vita”, sulla scorta del paradigma biopolitico inaugurato da
Michel Foucault.
Degna di particolare nota è la ricostruzione dei riferimenti spirituali ed economici del francescanesimo proposta da
Agamben in Altissima povertà, approfondita ricerca sulla nuova concezione della norma e della normatività che
scaturisce dal rapporto tra le regole monastiche cristiane e la forma di vita. In questo contesto il pensiero francescano
delle origini ricopre un ruolo fondamentale per la configurazione del concetto giuridico di “proprietà” e di “uso”
all’interno dell’intera cultura occidentale.
Come scrive lo stesso Agamben: Il lascito più prezioso del francescanesimo risiede nel «pensare una forma-di-vita,
cioè una vita umana del tutto sottratta alla presa del diritto e un uso dei corpi e del mondo che non si sostanzi mai in
un’appropriazione. Cioè ancora: pensare la vita come ciò di cui non si dà mai proprietà ma soltanto un uso comune»
(G. Agamben, Altissima povertà. Regole monastiche e forma di vita, Neri Pozza, Vicenza 2011, pp. 9-10).
Vincenzo Rosito
Docente di Filosofia teoretica
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QUATTRO LIBRI PER QUATTRO PAPI
GIOVANNI XXIII, IN UNA CAREZZA LA RIVOLUZIONE
di Stefania Falasca (Rizzoli, 2014)
Perché è santo? Che cosa significa la sua canonizzazione pro grazia? E perché Papa Francesco ha voluto
canonizzarlo proprio adesso? Sulla base della documentazione processuale contenuta nella Positio super canonizatione ho voluto ripercorrere la storia della causa di Giovanni XXIII e concentrarmi proprio
sulle ragioni, le motivazioni e soprattutto le opportunità pastorali che hanno portato papa Bergoglio a
proclamarne oggi la piena santità. Il papa attuale ha indicato in lui «un faro luminoso per il cammino
che ci attende».
E l’attualità di papa Roncalli si misura principalmente in alcuni aspetti che appaiono di essenziale importanza nel cammino presente e prossimo della vita della Chiesa: l’attuazione del Concilio, l’impegno
per il dialogo ecumenico e interreligioso, per la ricerca della pace, per il rinnovamento e la missionarietà della Chiesa. Tutti aspetti nei quali si riflettono e si focalizzano le scelte pastorali e le linee del magistero e dell’opera di papa Francesco. Nelle opportunità pastorali considerate e riconosciute ai fini della
canonizzazione pro gratia di Giovanni XXIII, appare perciò evidente che nella temperie ecclesiale di
oggi la canonizzazione di Giovanni XXIII, il papa del Concilio, assume un significato profetico: è di
nuovo tempo di seguire il vento dello Spirito che spinge la sua Chiesa semper reformanda a camminare
sulle vie del Vangelo.
Stefania Falasca (Editorialista di Avvenire)
Giovanni Paolo II raccontato da chi lo ha raccontato
a cura di Angela Ambrogetti e Raffaele Iaria (Tau Editrice, 2014)
È come in una poesia corale: tante voci concorrono a raccontare un fatto, un evento, ma anche per ricordare le diverse emozioni che i fatti hanno suscitato. Il libro è un po’ questo: un canto corale, ma soprattutto il modo di ricordare eventi che rischiano di essere dimenticati oppure ricordati in modo impreciso o mitico perché ora legati alla vita di un santo.
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Gli autori sono quindici vaticanisti che hanno seguito il Papa in varie parti del mondo e in diversi eventi
che, nel pontificato di Giovanni Paolo II, hanno avuto un ruolo speciale come le Assemblee sinodali,
spiegate da don Giorgio Costantini, i viaggi con le testimonianze di Paloma Gomez Borrero, Enzo
Romeo e Gianfranco Svidercoschi che di Wojtyla ha raccontato la vicenda storico-politica. Nel libro
si parla anche delle poesie di Giovanni Paolo II grazie a Caterina Maniaci, di comunicazione, di Italia,
delle encicliche, di Wojtyla e la donna - con il testo di apertura della sottoscritta - tema che il Papa santo
ha affrontato con teologia profonda e modernissima. Marco Tosatti racconta il dialogo con le altre fedi,
Marco Roncalli il rapporto con Maria e Raffaele Iaria entra nel tema della santità con Fabio Zavattaro.
Gli autori sono stati “compagni di viaggio” del Papa. E questo libro sembra la naturale continuazione
di Compagni di viaggio, interviste al volo con Giovanni Paolo II (Editrice LEV) nel quale ho raccolto
le conferenze stampa e gli incontri di Wojtyla con i giornalisti in aereo. I sui compagni nella vita e nel
lavoro hanno con questo piccolo omaggio voluto ricreare un po’ quella atmosfera vissuta in 27 anni di
un pontificato irripetibile del quale ancora dobbiamo imparare a capire l’eredità e l’importanza.
Angela Ambrogetti (Direttore di Korazym.org)
Senza legami. Fede e politica nel mondo liquido Gli anni di Benedetto XVI
di Massimo Borghesi (Collana Universale Studium, 2014)
In questa pubblicazione propongo una riflessione su come gli anni del pontificato di Benedetto XVI
(2005-2013) coincidono con la crisi mondiale del modello che segue al post-’89, la caduta del Muro di
Berlino.
Crisi della globalizzazione e dei suoi miti, a partire dal crack finanziario del 2008; crisi dell’occidentalismo teocon, naufragato nel bagno di sangue dell’Iraq; crisi della politica mediatica, senza partiti; crisi
della Chiesa, travolta dagli scandali e dai giochi di potere. Un mondo senza legami, è il risultato dei
processi etico-politico-religiosi degli ultimi decenni.
E’ il trionfo della “società del vuoto” (Lipovetsky) in cui virtuale e reale si confondono e l’individualismo trionfa.
Ad esso il pontificato di Benedetto ha indicato un nuovo inizio, oltre il nichilismo e il manicheismo, a
partire da un rinnovato incontro tra cristianesimo e modernità.
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Massimo Borghesi (Docente di Filosofia Morale
Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Perugia)
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Stile Bergoglio, effetto Francesco - I segreti di un successo
di Fabio Zavattaro (San Paolo, 2014)
Francesco è il primo Papa a scegliere questo nome, il primo gesuita, il primo dall’America Latina.
Raccontare, a un anno dall’elezione, il pontificato di Jorge Mario Bergoglio significa calarci in una
vicenda che è già diventata storia e che ha, nello stile sobrio e nella semplicità di gesti e parole, la cifra
di questo Pontefice giunto “quasi dalla fine del mondo”.
Nelle pagine di questo mio libro ciò che emerge con maggiore chiarezza è che il rivoluzionario Papa
Francesco, si muove lungo un solco già tracciato da Benedetto XVI: pur nella evidente differenza di
stile comunicativo e di storia personale, è possibile rintracciare un solido filo che unisce i due papati.
Dall’umile coraggio di Benedetto che rinuncia l’11 febbraio del 2013 al papato, giunge alla Chiesa e
al mondo l’umile coraggio di Francesco che il 13 marzo del 2013 viene proclamato Papa e che subito
si identifica come Vescovo di Roma e diventa immediatamente, per tutti, vescovo del mondo e, per il
mondo, rinnovata speranza.
Nel libro ripercorro alcuni momenti della vita di Bergoglio a Buenos Aires, per individuare quelle che
saranno le linee del pontificato di Francesco, il Papa che invita la Chiesa a uscire, ad andare alle “periferie dell’esistenza”.
È un Papa che ha messo in primo piano l’amore per i poveri, i sofferenti. Così giorno dopo giorno,
Francesco si svela nella sua umanità e nella profondità della sua fede, di cui fa dono al mondo intero.
Nelle pagine del libro non c’è nessun intento di interpretarne il pensiero o le intenzioni, ma semplicemente di fornire le chiavi di lettura perché ciascuno possa cogliere le novità di questo pontificato,
liberamente.
Fabio Zavattaro (Vaticanista TG1 Rai)
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MISCELLANEA FRANCESCANA
LE PROPOSTE DELLA PIÚ ANTICA RIVISTA DI FRANCESCANESIMO
E DELLA SUA CASA EDITRICE
di Roberto Tamanti*
La nostra rivista Miscellanea francescana, la più antica rivista francescana, la cui data di fondazione
risale al 1880, può accompagnare con le sue proposte di lettura anche questo tempo estivo nel quale
ormai siamo immersi e che vede ognuno di noi, docenti, studenti,
frati, amici della Facoltà, impegnati in attività diverse da quelle che
portiamo avanti di solito, oppure a gustarsi un tempo di riposo, vacanza, relax.
L’ultimo fascicolo, il numero I-II del 2014, uscito circa un mese fa,
è stato ampiamente presentato nel precedente numero di San Bonaventura informa; vorremmo ora rilanciarlo invitando ad attingere ad
alcuni studi e contributi di particolare rilievo ivi presenti, come per
esempio il lavoro del noto studioso di francescanesimo Felice Accrocca, oppure la prima parte di un
corposo studio dedicato a santa Caterina de Vigri da Bologna, di cui si sono concluse da poco le celebrazioni nel sesto centenario della morte, o ancora, soprattutto per i religiosi del nostro Ordine, l’articolo
di fra Roberto Carboni che fa il punto sul Discepolato francescano, a trent’anni dalla sua prima
stesura (per menzionare solo alcuni lavori, tra tutti quelli presenti, il cui elenco completo è
disponibile sul sito della Facoltà http://www.seraphicum.org/news.php?id_art=215).
Per chi vuole approfondire un tema specifico, certamente di grande attualità nel contesto culturale che
viviamo, anche se può apparire qualcosa per specialisti, ricordiamo le tre relazioni presentate al convegno svoltosi al Seraphicum sulla questione del “gender”, ad
opera di Francesco D’Agostino, Livio Melina e Maria Beatrice
Toro.
Miscellanea è anche casa editrice, dedicata soprattutto a pubblicazioni nell’ambito della Cristologia e del Francescanesimo.
In quest’anno è uscita la prima edizione del Catalogo della stessa editrice, che raccoglie circa 70 pubblicazioni, suddivise in quattro aree:
Cristologia, Maestri francescani, l’opera omnia di Leone Veuthey e
la sezione “Varia”, che comprende soprattutto pubblicazioni dei professori della Facoltà su varie tematiche (morale, mariologia, spiritualità, filosofia, storia, ecc.).
Il Catalogo è consultabile anche on line sul nostro sito:
http://www.seraphicum.org/images/materiale/Catalogo%20MF2014%20presentazione.pdf.
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Nel corso dell’anno, inoltre, abbiamo avuto due nuove pubblicazioni, che hanno permesso di riprendere le collane di “Cristologia” e dei “Maestri francescani”, cioè rispettivamente i testi Battesimo e vita
morale, di Giulio Cesareo, e La povertà francescana e il capitalismo medievale negli scritti di Pietro di
Giovanni Olivi, di Maria Caterina Jacobelli.
Altre pubblicazioni sono in programma a breve scadenza, cioè i testi che sono frutto dei lavori di dottorato in teologia dei nuovi docenti Enzo Galli ed Emanuele Rimoli (nell’ambito della Cristologia il
primo e tra letteratura e teologia il secondo), come anche lo studio di Anh Nhue Nguyen su Cristo il
saggio secondo i Vangeli, e poi ancora un testo a più voci sulla mistica, con particolare attenzione alla
mistica francescana, curato da fra Raffaele Di Muro.
Buona lettura a tutti, quindi, e che faccia crescere nella gioia di gustare le cose di Dio!
Per info sull’abbonamento a Miscellanea Francescana: http://www.seraphicum.org/news.php?id_art=611
* OFMConv, Direttore di Miscellanea Francescana, docente di Teologia morale e Bioetica
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nella libreria di sbi...
Nel corso di quest’anno accademico
San Bonaventura Informa ha proposto una
serie di pubblicazioni dei docenti della Facoltà e di autori che sono stati ospiti nelle
rubriche del mensile, nella volontà di condividere ricerche, progetti, idee.
Il giusto affronta l’ingiu­stizia. Studio di un tema sal­mico di Stanislaw Bazylinski
Analecta Biblica Studia 1; Gregorian & Biblical Press, 2013
http://www.seraphicum.org/news.php?id_art=732
Batte­simo e vita morale. L’ethos dell’uomo nuovo in Cristo di Giulio Cesareo
Edi­trice Miscellanea Francescana, 2014
http://www.seraphicum.org/news_facolta.php?id_art=787
Vado da Francesco. Uomini e donne, poveri e potenti, pellegrini al Sacro Convento di
Assisi di Enzo Fortunato
Mondadori, 2014
La povertà francescana e il capitalismo medioevale negli scritti di Pietro di Giovanni
Olivi di Maria Caterina Jacobelli
Editrice Miscellanea Francescana, 2014
http://www.seraphicum.org/news.php?id_art=773
Teoria e pratica del giornalismo religioso - Come informare sulla Chiesa Cattolica: fonti,
logiche, storie, personaggi a cura di Giovanni Tridente
ESC 2014
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Il Mistero di Cristo nel tempo e nello spazio. La celebrazione cristiana
di Pietro Angelo Muroni
Urbaniana University Press, 2014
Aiutare gli altri - La psicologia del buon samaritano di Luciano Sandrin
Paoline Edizioni, 2013
La penna di Pietro. Storia e cronaca della comunicazione vaticana dal Concilio a
papa Francesco di Angelo Scelzo
Libreria Editrice Vaticana, 2013
Nella libertà la verità - Lettura francescana della filosofia occidentale
di Orlando Todisco
Edizioni Messaggero, 2014
http://www.edizionimessaggero.it/ita/catalogo/scheda.asp?ISBN=978-88-250-3183-6
Corso di morale fondamentale di Roberto Tamanti
Cittadella Editrice, 2012
http://www.cittadellaeditrice.com/index.php?content=scheda&id=697
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in cammino con chiara
di Monica Cardarelli*
Ci sono libri che fanno sognare e altri che tengono in tensione; libri che trascinano dentro a una storia e
libri che fanno uscire da sé e dalla propria ‘stanza’: I passi e il silenzio è uno di questi ultimi.
Recentemente si è diffusa la pratica del cammino, anche religioso, e conseguentemente l’uso delle
guide che aiutano ad intraprendere vari percorsi. In questo caso però pur trattandosi sempre di libri, le
‘guide’ per i cammini rappresentano uno strumento molto ricco e variegato.
Infatti il camminatore che si mette in marcia intenzionato a raggiungere una meta ha tra le mani un libro
che è qualcosa di più e che racchiude notizie e informazioni molto utili.
Non si tratta solo di sapere bene quale direzione prendere e quanti chilometri percorrere: per intraprendere un cammino occorre avere ben chiara
la distinzione tra pellegrino e turista. Il turista vuole raggiungere un determinato luogo mentre il pellegrino fa del suo percorso, del susseguirsi del
suo passo, lo scopo del suo cammino.
“Caminante, no hay camino, se hace el camino al andar” scriveva Antonio Machado nella sua celebre
poesia Cantares. Il cammino si crea facendolo, passo dopo passo perché è la relazione con il creato, con
Dio e con i fratelli che determina il cammino.
Quando poi i luoghi interessati riguardano e rievocano la vita di un santo con la memoria che ancora
conservano, ecco allora che dal cammino si giunge al pellegrinaggio.
Il libro I passi e il silenzio. A piedi, sulle strade di Chiara di Assisi, edito da Porziuncola, si pone in
questa prospettiva e nasce dal desiderio di far conoscere i luoghi in cui è stata santa
Chiara prima di arrivare a San Damiano, luoghi che ancora ne conservano la memoria.
Per scrivere il libro abbiamo attinto alle Fonti clariane: la Legenda di Chiara d’Assisi del biografo Tommaso da Celano, la Bolla di Canonizzazione, le testimonianze al
Processo di Canonizzazione…così come dalle parole della stessa Chiara tratte dai suoi
scritti come la Forma di Vita, il Testamento, le quattro Lettere ad Agnese di Praga, la
Benedizione.
Abbiamo lasciato in qualche modo che fosse la stessa Chiara a parlare, lei che ha vissuto per 42 anni entro le mura del monastero, per interpellarci e farci capire cosa veramente le stava a cuore e come abbia
inteso e vissuto la clausura, il silenzio, la povertà…Chiara è la prima donna nella storia della Chiesa a
scrivere una Regola per le donne e con la sua spiritualità, con la sua determinazione e tenerezza femminili ha inventato un modo nuovo di essere feconda nell’amore.
Il Cammino di Chiara, proposto con il libro I passi e il silenzio, si snoda per circa 24 km intorno
ad Assisi sulle strade che la giovane santa avrebbe percorso prima di giungere a San Damiano:
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dalla fuga dalla casa paterna alla Porziuncola; da lì al monastero benedettino di San Paolo delle Abbadesse, a Bastia Umbra; poi fino alla chiesetta di Sant’Angelo in Panzo, alle pendici del Monte Subasio,
per giungere infine a San Damiano dove Chiara sceglierà di restarvi in clausura per più di 40 anni.
E tra le pagine e i passi è la vita di Chiara a parlare, una vita fatta di ferialità e di fatica, di sacrifici e di
tanto amore. Il libro si presenta come una guida e in effetti lo è, ma è anche vero che oltre alle indicazioni pratiche sui percorsi, i chilometraggi, i luoghi in cui dormire, le cartine, viene proposto il cammino
umano e spirituale di Chiara partendo dalle sue parole e dalle Fonti clariane.
Un modo più semplice e diretto per conoscere una donna come lei che ha ancora molto da dire agli
uomini di oggi e che invita a mettersi in cammino per conoscerla meglio sì, ma soprattutto per vivere
la sequela di Cristo, meta ultima del nostro pellegrinaggio terreno: “Tieni sempre davanti agli occhi il
punto di partenza. I risultati raggiunti, conservali; ciò che fai, fallo bene. Non arrestarti, ma anzi, con
corso veloce e passo leggero, con piede sicuro, che neppure alla polvere permetta di ritardarne l’andare,
cautamente avanza confidente, lieta e sollecita nella via della beatitudine” (II Lettera ad Agnese di Praga).
“I passi e il silenzio. A piedi, sulle strade di Chiara di Assisi”
di Monica Cardarelli e Francesco Gallo
Edizioni Porziuncola, 2011
Per info: www.ilcamminodichiara.altervista.org;
[email protected]
* Redattrice del quotidiano on line “La Perfetta Letizia”
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appuntamenti
50° ANNIVERSARIO DI INAUGURAZIONE DELLA SEDE DEL SERAPHICUM
U n a
g i o r n a t a
p e r
R
i c o r d a r e
V
i v e r e
P
r o g e t t a r e
Sarà un giorno di grande festa giovedì 16 ottobre, con la solenne celebrazione per il 50° dell’inaugurazione
del Seraphicum nell’attuale sede di via Laurentina, nella zona Eur di Roma.
L’11 ottobre del 1964 Facoltà e comunità dell’Ordine dei Frati minori conventuali festeggiarono il
trasferimento da via San Teodoro in questa grande struttura - immersa nel
verde - adeguata a ospitare le numerose attività accademiche, religiose e
culturali.
A cinquant’anni di distanza si vuole ricordare solennemente quel giorno ma
sempre con uno sguardo proteso al futuro e al ruolo che la Facoltà ha in termini
di formazione accademica e di evangelizzazione, come punto di riferimento
per gli appartenenti all’Ordine ma anche alle altre famiglie religiose, così
come ai laici che, ogni anno, decidono di intraprendere il percorso di studi
proposto dal San Bonaventura, per acquisire una approfondita conoscenza
teologica e del francescanesimo.
Dall’archivio: foto del cantiere
per la realizzazione del Seraphicum L’intera giornata del 16 ottobre sarà dunque dedicata a ripercorrere e
festeggiare il cammino sin qui compiuto, innanzitutto con una celebrazione eucaristica e quindi, sui passi
del libro di fra Francesco Costa dal titolo “La Pontificia Facoltà
teologica San Bonaventura (1905-2014) nel 50° del Seraphicum
(1964-2014)”, riallacciando all’oggi quel passato che ha visto la
presenza di tanti studenti e docenti che hanno portato nel mondo
conoscenze ed esperienze acquisite negli anni di permanenza al
Seraphicum.
Una vera e propria fucina interulturale che vede rappresentati oltre
Il Seraphicum visto dal parco
venti Paesi, in una proficua condivisione quotidiana che rappresenta
un importante esempio sul terreno del dialogo e della convivenza tra realtà anche tanto differenti.
Tra i relatori della giornata il Ministro generale fra Marco Tasca, fra Luciano Bertazzo, fra Domenico
Paoletti, fra Roberto Carboni, fra Felice Fiasconaro.
Al pomeriggio, inoltre, è in programma il concerto del coro diretto da monsignor Marco Frisina.
Nel prossimo numero di San Bonaventura informa - in uscita nell’ultima decade di settembre - uno
speciale sull’evento.
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CONVEGNO PER IL 25° DELLA BEATIFICAZIONE DI FRA ANTONIO LUCCI
In occasione del 25° della beatificazione di fra Antonio Lucci OFMConv (Agnone 2 agosto 1682 - Bovino
1752), il Preside fra Domenico Paoletti terrà - il 24 luglio alle ore 19 nella chiesa di San
Francesco ad Agnone (Is) - una relazione su “La figura e l’attualità del beato Lucci in prospettiva
spirituale”. Un evento che riguarda da vicino la Facoltà in quanto fra Lucci è stato per dieci
anni - dal 1719 al 1729 - maestro di teologia e reggente di Studi del Collegio San Bonaventura,
cui seguì la nomina a vescovo di Bovino (FG).
GIOVANNI PAOLO II E LA DEVOZIONE POPOLARE
Giovanni Paolo II e la devozione popolare: ne parlerà Elisabetta Lo Iacono, docente di Mass media, in un
incontro in programma sabato 2 agosto alle ore 20.30 in Piazza Trinità a Polignano a
Mare (Ba). L’evento, promosso dall’Associazione “Giovanni Paolo II” nell’ambito
delle iniziative per la canonizzazione di papa Wojtyla, muoverà dal libro Caro signor
papa - Cosa scrivono i fedeli a Giovanni Paolo II. L’incontro sarà introdotto da don
Giancarlo Carbonara e condotto da Eugenio Scagliusi.
SETTIMANA DI FORMAZIONE ALLA COSCIENZA SOCIALE
“Meglio dentro le cose che stare a guardare” è il tema della settimana di formazione alla
coscienza sociale, promossa dalla Fondazione Giuseppe Toniolo, in programma dal 3 al 10
agosto a Sfruz (Tn), nella Residenza estiva di Segninuovi. Il 9 agosto alle ore 9.30 Oreste
Bazzichi, docente di Filosofia sociale ed etico-economica, interverrà su “Essere soggetti
attivi: dove, come? Imparare dalla storia e rispondere al presente”.
CORSI IN CANADA
Dal 12 al 30 agosto fra Guglielmo Spirito, docente di Spiritualità francescana, e fra Emanuele
Rimoli, docente di Antropologia teologica, terranno un corso a quattro mani - in lingua inglese
- di Antropologia Cristiana e di Spiritualità Patristica, per gli studenti dei Franciscans of
Halifax, con crediti elettivi per il loro curriculum al Dominican University College, di Ottawa.
ESERCIZI SPIRITUALI A CAMPOSAMPIERO
Fra Domenico Paoletti nel periodo estivo dedicherà un tempo particolare al ministero
dell’animazione di un corso di Esercizi spirituali - in programma dal 25 al 30 agosto - aperto a
chiunque interessato nella Casa di Spiritualità di Camposampiero (PD) sul tema “La fede come
verità e luce della vita”. Per info: http://www.vedoilmiosignore.it/ita/home.asp
ESERCIZI SPIRITUALI A QUEBEC
Tra la seconda e la terza settimana di settembre, nuovo impegno in terra canadese
per fra Guglielmo Spirito che predicherà gli Esercizi Spirituali, in lingua francese,
ai religiosi della Congrégration de Sainte-Croix (CSC) del Canada, nella provincia
di Quebec.
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PONTIFICIA FACOLTÁ TEOLOGICA SAN BONAVENTURA:
DA 110 ANNI AL SERVIZIO DELLA FEDE E DELLA CONOSCENZA
Si apriranno il prossimo 1° settembre le iscrizioni all’anno accademico 2014-2015, il 111° della Facoltà.
La Facoltà San Bonaventura, inizialmente riservata agli appartenenti all’Ordine dei
Frati minori conventuali,
dal 1973 è frequentata anche da studenti esterni, religiosi e laici, che vi
trovano, in un ambiente familiare, la possibilità di acquisire approfondite
conoscenze nell’ambito teologico e del francescanesimo. Con il valore
aggiunto - oltre che di un corpo docente qualificato - di un radicato
approccio
interculturale
grazie a un eterogeneo corpo docenti e alla presenza di studenti provenienti
da oltre venti Paesi.
Seguendo i nostri corsi, è possibile conseguire i gradi accademici di:
*Baccalaureato: I° ciclo quinquennale di studi con un biennio filosofico e un triennio istituzionale;
*Licenza: II° ciclo di studi della durata di due anni con specializzazione in Cristologia e in
Francescanesimo contemporaneo.
*Dottorato: III° ciclo della durata di due anni.
Il nuovo anno accademico inizierà il 6 ottobre 2014 e terminerà il 24 giugno 2015.
Le iscrizioni al primo semestre sono aperte dal 1° settembre al 6 ottobre 2014; per il secondo semestre
dal 7 gennaio al 17 febbraio 2015.
Ci si può iscrivere alla Facoltà come:
ordinario: per conseguire i gradi accademici di Baccalaureato e Licenza in Sacra Teologia;
straordinario: per frequentare i corsi istituzionali senza il conseguimento dei gradi;
ospite/uditore: per frequentare alcune discipline senza obbligo d’esame;
fuori corso: per completare gli studi e conservare i diritti di studente trascorso il normale periodo di iscrizione;
candidato al dottorato: dopo aver conseguito i gradi di Baccalaureato e di Licenza in Teologia.
La Facoltà propone inoltre i corsi di:
Cattedra Kolbiana
http://www.seraphicum.org/contenuti_facolta.php?id_art=77&tab=2
Grafologia pastorale http://www.seraphicum.org/contenuti_facolta.php?id_art=61&tab=4
Recapiti della Segreteria per informazioni e iscrizioni:
via del Serafico, 1 – 00142 Roma
tel. 06 5192007
e-mail: [email protected]
(la Segreteria riaprirà il 1° settembre)
Informazioni scaricabili dal sito: http://www.seraphicum.org/news_facolta.php?id_art=661
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La Facoltà propone, assieme al Centro studi e formazione Europa 2010,
due master sui temi francescani della pace e dell’ambiente:
Peace Building Management
e
Environmental Safety
Master “Peace Building Management - per costruire la pace nel mondo”
Il Master, che si inscrive nell’area degli Studi per la Pace, è finalizzato a diffondere una nuova cultura nelle
relazioni umane, in grado di facilitare la comprensione dell’alterità e la capacità di porsi, di fronte alle
multiformi situazioni di conflitto, come costruttori di pace.
La costruzione della pace nel mondo, indispensabile per lo sviluppo e il progresso globale, attraverso il
dialogo interculturale, la costruzione di una economia solidale, l’attenzione verso i deboli e le minoranze,
rimane il principale obiettivo strategico della comunità internazionale nella seconda decade del terzo
Millennio.
Il Peace Building Management, oltre a rappresentare ancora l’insieme delle strategie e attività per la
ricostruzione degli stati dopo i conflitti e i disastri ambientali, ha ampliato il suo significato di fronte al
fenomeno di una crisi socio-economica che ha investito anche i Paesi piu avanzati, con rischi di derive
sociali, conflitti e destabilizzazioni.
Si rende di conseguenza necessario formare figure professionali specializzate, capaci di operare, sia a
livello nazionale che internazionale, con gli strumenti cognitivi e analitici acquisiti, per la prevenzione e
mediazione dei conflitti, la costruzione del dialogo e il rispetto dei diritti umani.
Master “Environmental Safety - Etica-Sostenibilità-Sicurezza Ambientale”
Il Master permette l’acquisizione del titolo di “Esperto comunitario in gestione dei processi ambientali” e
della qualifica di “Auditor Ambientale”.
Con la partecipazione di EIPA (Agenzia della Commissione europea in Maastricht) e la collaborazione di
Istituzioni e Organizzazioni per la tutela ambientale.
Il master é finalizzato a fornire competenze specialistiche per la formazione di nuove figure professionali,
rispondenti alle esigenze di un nuovo mercato del lavoro, orientato alla sostenibilità, alla sicurezza ambientale
ed all’etica della responsabilità.
Termine per le iscrizioni: 30 settembre 2014
Per info sulle attività di Europa 2010:
sito web: http://www.europa2010.org/
Tel. e fax: 06 97274021
E-mail: [email protected]
[email protected]
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francescanamente parlando
PROMOZIONE ACCADEMICA PER IL PROF. TOMISLAV MRKONJIĆ
Il prof. Tomislav Mrkonjić (OFMConv) è stato promosso docente “incaricato” alla
Pontificia Università Gregoriana.
Fra Mrkonjić, docente di Latino, di Storia della Chiesa e responsabile dell’Accademia
Cardinalis Bessarionis alla nostra Facoltà, dal 1996 insegna anche Archivistica
ecclesiastica alla Facoltà di Storia e Beni culturali della Chiesa alla Gregoriana, oltre
a essere Scriptor dell’Archivio Segreto Vaticano.
“ L I B E R I N E L L A GIOIA” ALLA NUOVA EDIZIONE
D E L F E S TIVAL FRANCESCANO
La Facoltà parteciperà, per il secondo anno consecutivo, al Festival Francescano in programma dal 26 al 28
settembre a Rimini, promosso dal Movimento Francescano dell’Emilia-Romagna in collaborazione con il
Movimento Francescano italiano. Un appuntamento, giunto alla sesta edizione,
che porterà nel centro storico della città romagnola le principali espressioni della
spiritualità e della testimonianza francescana, seguendo lo “stile” di san Francesco
improntato all’incontro e al dialogo.
Quest’anno con la scelta di un tema particolarmente significativo: “Liberi nella
gioia”, per riscoprire, riflettere e attualizzare nelle sfide odierne la perfetta letizia,
attraverso tre giorni di spiritualità, conferenze, spettacoli, workshop, incontri con
autori letterari, attività per giovanissimi e tanti ospiti che si alterneranno nel centro di Rimini.
La Facoltà avrà un proprio spazio espositivo per far conoscere le numerose attività a carattere accademico e
culturale. Al Festival parteciperà anche il vice preside fra Anh Nhue Nguyen che sarà tra gli ospiti delle fast
conference, in programma nella piazza centrale della città, per parlare del tema della gioia attraverso la propria
esperienza di fede e di ricerca accademica.
Per info e aggiornamenti: http://www.festivalfrancescano.it/
IN PAROLE FRANCESCANE
«Il servo di Dio non può conoscere quanta pazienza e umiltà abbia in sé finché gli si dà soddisfazione. Quando
invece verrà il tempo in cui quelli che gli dovrebbero dare soddisfazione gli si mettono contro, quanta pazienza
e umiltà ha in questo caso, tanta ne ha e non più».
(San Francesco, Ammonizione XIII: FF 162)
PONTIFICIA FACOLTÁ TEOLOGICA “SAN BONAVENTURA” SERAPHICUM
Via del Serafico, 1 - 00142 Roma
tel 06.515031 - [email protected]
Ufficio Comunicazione: Elisabetta Lo Iacono - [email protected]
http://www.seraphicum.org/facolta.php
http://www.facebook.com/PontificiaFacoltaTeologicaSanBonaventuraSeraphicum
https://twitter.com/Seraphicum
https://twitter.com/fraterdominicus (Preside P. Domenico Paoletti)
https://www.youtube.com/user/SeraphicumRoma
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