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6 DICEMBRE
Discorso alla città
in S. Ambrogio
GALLOTTI
Alla conquista
del K2
ilnostro
tempo
€ 0,80
DOMENICA 5 DICEMBRE 2004 - ANNO 9 - NUMERO 44
o
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M
di
Lunedì 6 dicembre alle 18, nella
basilica di S. Ambrogio, il card.
Dionigi Tettamanzi terrà il tradizionale discorso alla città alla vigilia della festa del patrono. Nel
prossimo numero il testo integrale.
Tra gli alpinisti che 50 anni fa salirono sulla seconda montagna più
alta del mondo vi era anche un milanese, Pino Gallotti. Nel suo racconto, la storia di una grande avventura, al di là delle polemiche. L’Editore si impegna a pagare le copie non recapitate
Poste Italiane Spa - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)
ECONOMIA
SETTIMANALE
art. 1, comma 1, DCB Milano
Fine di una lunga diatriba sulla riduzione fiscale, in un “pacchetto” che si può
valutare apprezzabile rispetto alle precedenti stesure. Chi ci guadagna, chi meno
Tasse, a conti fatti
ANTONIO ABATE
Con l’accordo all’interno
della Casa delle libertà si è
(forse) finalmente giunti
all’epilogo della diatriba
sui tagli fiscali. Rispetto
alla sostanziale irrilevanza delle precedenti stesure, nella versione definitiva del “pacchetto” fiscale
l’intervento sulle aliquote
dell’imposta
personale,
combinato con le nuove
deduzioni per carichi di
famiglia, acquista un peso
apprezzabile. Gli sgravi
paiono più consistenti nel
caso delle famiglie dei lavoratori dipendenti con
coniuge e figli a carico, e
assai modeste se riferite ai
singoli percettori, almeno
per i livelli di reddito più
comuni.
A puro titolo di esempio,
nel caso di un reddito lordo di 18 mila euro, il risparmio fiscale rispetto al
regime precedente va da
zero nel caso del single a
oltre 300 euro per la famiglia con coniuge e due figli
a carico, per salire rispettivamente a 513 e 591 euro con reddito lordo di 28
mila euro e a 342 e 1.411
nel caso di un reddito annuo di 38 mila euro. Nel
caso dei redditi molto elevati invece, a fronte del
progressivo venire meno
delle deduzioni per carichi
di famiglia, si fa sentire di
più l’effetto del ridisegno
delle aliquote, e il risparmio è più consistente nel
caso dei single.
L’intervento, nella sua
stesura definitiva, non appare quindi privo di una
sua rilevanza. Anche se, è
bene ricordarlo, i tagli varati per il prossimo anno
non compensano neppure
le maggiori entrate previste nella Finanziaria 2005
intesa in senso stretto, cosicché il combinato disposto della correzione in Finanziaria e del maxi-emendamento sugli sgravi
fiscali configura ancora
un incremento netto delle
entrate dello Stato, e quindi un aggravio del prelie-
vo, almeno stando alle cifre ufficiali. Inoltre, sulla
base di quanto è ora noto,
gli sgravi saranno in parte
coperti da misure che configurano incrementi di entrate: aumento di bolli e
tasse di concessione governativa per 550 milioni
di euro (1,1 miliardi dal
2006) e rincaro delle sigarette (2 miliardi di euro nel
biennio 2006 – 2007).
A ciò s’aggiungono i risparmi derivanti dal blocco del turnover nel pub-
CRONACA
rimenti alle imprese, e soprattutto un bel po’ di una
tantum (due miliardi di
euro nel 2005 per slittamento delle rate del condono edilizio e l’aumento
degli acconti di imposta
nel 2006) e la cosiddetta
auto-copertura (gettito legato alla maggior crescita
economica che ci si attende dalla manovra fiscale).
La metà circa della copertura prevista per il
2005 sarà dunque costituita dallo slittamento al
prossimo anno di entrate
originariamente contabi-
lizzate per il 2004 (il condono), e per le quali si nutrivano notevoli incertezze. Se a ciò si aggiunge
che alcune delle entrate–chiave della Finanziaria 2005 sembrano fortemente a rischio (ad esempio quelle derivanti dalla
revisione degli studi di
settore, che con ogni probabilità non sarà più automatica), la manovra solleva forti dubbi sul rispetto dei saldi sia per il 2004
sia per il 2005, dando per
scontata la possibilità di
una revisione del Patto di
Dopo il tragico episodio di criminalità a Lecco
Dietro le “taglie” leghiste c’è
il rifiuto dell’unità nazionale
BEPPE DEL COLLE
Tutto è stato detto e
scritto da quasi tutte le
parti, nella maggioranza
e nell’opposizione, contro
la proposta del ministro
delle Riforme Calderoli di
«smembrare in due il ministero degli Interni,
scorporando
l’ordine
pubblico e il coordinamento delle forze di sicurezza da affidare a un
nuovo ministero contro il
crimine», dopo l’uccisione
del benzinaio di Lecco
Giuseppe Maver da parte
di due delinquenti fuggiti
a piedi dopo il delitto.
La proposta del ministro, leader provvisorio
della Lega durante la malattia di Umberto Bossi, è
stata accompagnata dall’annuncio che il suo partito aveva posto una taglia di 25 mila euro sulla
testa dei due assassini, e
che altri 25 mila euro saranno devoluti alla famiglia della povera vittima,
PANE al PANE
Hamas: la tregua
Si può crederci?
I
blico impiego, dal semiblocco per il personale del
Servizio sanitario nazionale a partire dal 2006,
dal taglio di 17 mila insegnanti dagli attuali organici, dalla riduzione di
600 milioni della spesa
per l’acquisto di beni e
servizi da parte della Pubblica amministrazione (risparmio che si prevede
raddoppi a partire dal
2006). A tutto ciò s’aggiungerebbe la riduzione
degli interventi di spesa finanziati da leggi e la razionalizzazione dei trasfe-
N UNA GIORNATA “senza notizie”, cioè senza i quotidiani anch’essi in sciopero, un barlume di informazione tv sul medio Oriente ci ha reso noto che Hamas,
il movimento fondamentalista islamico che lotta con il terrorismo contro Israele, è disposto a rispettare una tregua
di dieci anni con lo Stato ebraico (di cui contesta da sempre l’esistenza).
Di Hamas ci ha raccontato tutto l’essenziale un libretto
prezioso di Massimo Introvigne, pubblicato dalla Elledici
nel 2003. Sua caratteristica particolare è l’ispirazione religiosa che lo muove, e che spiega perché, nel variegato mondo del terrorismo palestinese, Hamas abbia introdotto fin
dal 1993-’94 gli attentati suicidi dei “martiri in nome di Allah”. Senza questa ispirazione non ci sarebbero le donne e
i ragazzi che si imbottiscono di tritolo e vanno a farsi esplodere sui pullman, nei ristoranti, nelle strade di Israele.
Che cosa significhi l’offerta di una tregua di dieci anni,
e soprattutto se sia credibile, è presto per dirlo. Senza
dubbio la morte di Arafat ha aperto qualche prospettiva
nuova, se non altro nei rapporti fra le diverse componenti
della “resistenza” palestinese. Hamas può aver giudicato
giunto il momento di assumere la guida politica effettiva
del “rifiuto arabo”, visto che il vecchio leader non sembra
avere eredi diretti abbastanza autorevoli nel campo nazionalista. Il che non tranquillizza, almeno finché non si
saprà che cosa Hamas intenda per tregua.
conti: abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine e nella legalità».
Detto questo, non c’è
nulla da aggiungere a
quanto già scritto dai
giornali sul fatto in sé e
sulle inaccettabili parole
del ministro («nessuno
può permettersi di toccare un padano» e, sulla taglia per la cattura, «avrei
preferito qualcosa tipo
“vivo o morto”, ma un avvocato mi ha detto che la
legge non lo consente») se
non per esprimere l’augurio che le forze dell’ordine scoprano e arrestino
il più presto possibile i
colpevoli del brutale assassinio.
Ma non si può non rilevare come anche in questo caso l’atteggiamento
della Lega, e in particolacosa: che sia fatta giusti- re di suoi ministri in cazia. Ma vogliamo anche rica, contrasti con ogni
che tutto avvenga nel- ragionevole e sostenibile
l’ambito della legalità.
Non vogliamo il Far West,
SEGUE A PAG. 11
taglie o regolamenti di
FUORI dai DENTI
7 DICEMBRE: MILANO RITROVA LA SCALA
aderente alla Lega.
La famiglia, per bocca
del genero di Giuseppe
Maver, ha ringraziato,
tuttavia precisando: «Noi
vogliamo soltanto una
DOPO LA FIRMA A ROMA
INTERVISTA
Stabilità europeo o comunque un trattamento
“bonario” analogo a quello
ottenuto da Francia e Germania.
Gli effetti espansivi della manovra di finanza
pubblica nel suo complesso dipenderanno ora moltissimo dalle ricadute psicologiche del taglio dell’imposta personale sulla
propensione a spendere
delle famiglie e sulle decisioni delle imprese. Se poi
si considera che una parte delle coperture deriverà
da una tantum quando
non addirittura da “finanza creativa”, non si può escludere che i mercati finanziari e le agenzie di rating possano “punire” una
copertura
finanziaria
scarsamente credibile. Le
conseguenze di tale eventualità sarebbero pesantissime in capo alla spesa
per interessi, con di un
debito pubblico che supera ancora il 100 per cento
del Pil del Paese. Chiarito
che ci si trova di fronte ad
una scommessa indubbiamente ambiziosa ma
altrettanto pericolosa, si
deve segnalare che, al di
là delle considerazioni elettorali, il rischio che si
sta correndo è stato incoraggiato dalle deludenti
condizioni di fondo dell’attività economica.
Il 2004 chiuderà, dopo
due anni di stagnazione,
con una dinamica del Pil
di circa l’1,3 per cento, ma
quest’anno
nell’ambito
dell’Eurosistema tutti gli
altri Paesi, con l’unica eccezione del Portogallo,
presenteranno una crescita superiore. E anche nel
2005, prendendo per buona la previsione Ue di una
crescita del Pil italiano
dell’1,8 per cento, ben nove Paesi dell’area euro
mostreranno una dinamica espansiva più rilevante. Basteranno l’intervento fiscale e il probabile sforamento del vincolo di
Maastricht a mutare sensibilmente la situazione?
(3 – fine)
Migliaia di manifestanti, a Kiev, hanno contestato nei giorni scorsi l’esito delle elezioni in Ucraina (Sir)
COMMENTO
Fra Russia e America
il destino dell’Ucraina
FULVIO SCAGLIONE
C
IÒ CHE ancora
stenta a penetrare nella coscienza di chi osserva,
pur con la massima buona volontà, la crisi politica e sociale dell’Ucraina è che non si può liquidare lo scontro tra i due
Viktor (Janukovic il primo
ministro in carica, Jushenko il primo ministro
degli anni 1999-2001) come un duello tra un filorusso e un filoamericano,
uno statalista e un liberista, un conservatore e un
progressista, un truffatore
e un democratico. Anche
nei luoghi comuni c’è un
grano di verità, d’accordo,
ma in situazioni complesse
come questa l’eccesso di
semplificazione può produrre disastri. Perché lo
scontro in atto, in realtà,
più che due personaggi o
due visioni politiche, impegna due diverse Ucraine e a
ben vedere la secessione
Parla Franco Mangialardi (Apd)
L’Europa fa le spese Pregiudizio anticristiano?
di una rissa politica Noi puntiamo sulla laicità
GIANFRANCO GARANCINI
PINO NARDI
L’indomani della firma, ne di alcuni reati…), e rencosì solenne, del Trattato de ragionevolmente imposcostituzionale (a Roma, il sibile che prima della fine
29 ottobre), i nostri gover- dell’anno si arrivi alla ratinanti si erano impegnati fica.
perché
l’Italia
Eppure il prefosse il primo
sidente della RePaese dei 25 a
pubblica Ciampi
ratificare (e fare,
anche recentequindi, diventamente ha speso
re parte del proparole nobili per
prio ordinamenricordare come
to) quella Carta
quel voto espriper la nuova Eumerebbe al meropa: è passato Carlo A. Ciampi
glio «i sentimenormai un mese e
ti europeisti che
l’unica ad aver
la nostra nazioratificato il tratne ha in animo»;
tato è stata la Lituania. Il e ha lodato il nuovo StatuParlamento italiano oppo- to della Regione Lazio,
ne sempre nuove leggi “im- «che ribadisce i principi
prorogabili” (come, per esempio, quella che abbrevia il periodo di prescrizioSEGUE A PAG. 11
Da settimane si è scatenato un dibattito sull’esistenza o meno di un
pregiudizio anticristiano
in Europa. Il caso Buttiglione a torto o a ragione
è stato il fatto scatenante. I due opposti, integrismo e laicismo, sono tornati a scontrarsi. Eppure nel mondo cattolico esiste la terza via, quella
della laicità. È questo il
filo rosso che sarà proposto da padre Bartolomeo Sorge, direttore di
«Aggiornamenti sociali»,
nell’assemblea nazionale che si terrà sabato 11
dicembre alle 9.15 a Milano, presso l’Auditorium Clerici in via della
Signora 3. L’invito alla
riflessione parte dall’A-
Il Paese a rischio secessione
proposta da Buttiglione
e dai suoi amici possa
interessare in modo serio per ridare senso ai
cattolici: è un’ipotesi errata. I credenti devono
sempre aprirsi agli altri,
forti delle proprie convinzioni. La prima dinamica di una proposta da
cattolici per il Paese è la
garanzia della laicità,
perché i veri valori cattolici devono essere così
sentiti da diventare patrimonio di tutta la società civile, per quanto è
Franco Mangialardi
possibile. Quindi questo
scenario è all’opposto di
quanto Bottiglione ha
rea popolare democrati- predicato dopo la sua
ca e dalle Acli milanesi. bocciatura europea».
Ne parliamo con FranLa proposta che parte
co Mangialardi, segretario nazionale dell’Apd:
«Non credo che la linea
SEGUE A PAG. 11
minacciata dai governatori
delle regioni dell’Est è uno
sbocco inquietante ma non
privo di una sua logica.
Viktor Janukovic è un
prodotto della più tipica
scuola sovietica, quella che
mandava i virgulti del partito a farsi le ossa in provincia e nell’industria, prima di
richiamarli agli onori della
capitale e del Comitato centrale. Fu così per tutti i dirigenti sovietici cresciuti dopo
la morte di Stalin, fino a
Gorbaciov che lavorò nell’agricoltura e a Eltsin che si
occupò di edilizia. In Ucraina seguì un simile percorso
anche Leonid Kuchma, attuale presidente e sponsor
di Janukovic, passato alla
politica dall’industria missilistica. Janukovic è ingegnere e prima di diventare
governatore della regione di
Donetsk ha lavorato in diversi colossi dell’industria
pesante. E’ filorusso, certo,
ha persino proposto di fare
del russo la secondo lingua
di Stato, ma non potrebbe
essere altrimenti. E’ cresciuto in regioni di fabbriche, miniere, industrie legate alle forniture statali della
Difesa, raffinerie che nello
scorso decennio hanno lavorato soprattutto grazie a
commesse in arrivo dalla
Russia. La gente che vota
per lui, concentrata appunto nella parte Est dell’Ucraina, sa che una riforma dell’economia in senso liberista
avrebbe costi sociali notevoli: chiusura di fabbriche e
miniere, disoccupazione, emigrazione.
Viktor Jushenko è l’opposto, ma non il contrario. Anche lui è il prodotto della selezione sovietica, essendo
cresciuto nella statalissima
Banca per i rapporti economici con l’estero, da dove ha
spiccato il volo per diventare, nell’Ucraina ormai indipendente, governatore della
SEGUE A PAG. 11
Area
Popolare
Democratica
Acli - Milano
ASSEMBLEA NAZIONALE
Esiste oggi
un pregiudizio anticristiano?
Dal rifiuto dell’integrismo e del laicismo
al progetto sociale e politico
Sabato 11 dicembre 2004
Auditorium L. Clerici
Via della Signora, 3 - Milano
PROGRAMMA
ore 9.15
Apertura dei lavori: i motivi dell’Assemblea
Franco Mangialardi
Segretario nazionale Area Popolare Democratica
ore 9.30
Relazione introduttiva
p. Bartolomeo Sorge s.j.
ore 10.30-12.30 Dibattito in Assemblea
Conclusioni
Gianni Bottalico
Presidente ACLI Provinciali Milanesi
SEGRETERIA ORGANIZZATIVA:
APD - via G.B. Vico, 10 - Milano
Saverio Scolari - cell. 335 1764789
[email protected]
www.areapopolaredemocratica.it
ACLI Provinciali Milanesi
Nadia Quattrini - tel. 02 7723220
[email protected]
www.aclimilano.com
7
GIORNI
IN BREVE
Brescia. Un
forte terremoto di magnitudo 5,2 della scala Richter scuote nella notte il nord Italia, provocando paura,
alcuni danni e cinque feriti lievi. La Protezione civile ha dichiarato che l’epicentro
della scossa, registrata alle 23,59, è stato individuato sul lago di Garda, 8 km ad
est della cittadina di Salò. La scossa si è
sentita in tutta la Lombardia e in molte zone del Nord da Genova a Parma a Venezia. Kabul. Due militari americani rimangono uccisi ed un terzo ferito nell’esplosione di un ordigno rudimentale
scoppiato mentre erano di pattuglia nell’Afghanistan centrale.
MERCOLEDÌ
24
GIOVEDÌ
25
Voghera. Dopo 40 anni di
detenzione lascia il carcere
Graziano Mesina (nella foto), dopo la grazia concessa dal presidente Ciampi. Anche Ovidio Bompressi, condannato per l’assassinio del commissario calabresi, doveva essere graziato, ma la proposta ha aperto un
conflitto tra il presidente e il ministro Castelli. New York. Secondo l’organizzazione
mondiale della sanità il virus dell’influenza aviaria sarà una possibile causa della
prossima epidemia umana dell’influenza.
Roma. «Il
mercato della
raccolta pubblicitaria televisiva risulta ad elevata concentrazione tale da impedire l’accesso a
nuovi soggetti». Lo riferisce l’Antitrust in una nota che riporta le conclusioni dell’indagine sul mercato pubblicitario per la
televisione e in cui si dice anche che sarebbe necessaria una separazione proprietaria delle società che controllano le
tv dalle società editrici. Giacarta. Sei
persone muoiono e almeno 30 sono ferite per un forte terremoto che ha colpito
la provincia di Papua, in Indonesia, causando il crollo di alcuni edifici e provocando incendi.
VENERDÌ
26
SABATO
27
Roma. Depositate le motivazioni della sentenza che
ha assolto quattro generali
dell’Aeronautica accusati
di depistaggi dopo il disastro aereo di Ustica del
1980. Nel comportamento
di alcuni imputati i giudici hanno comunque rilevato «una attività di omissione».
Gerusalemme. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon e il leader palestinese Abu Mazen (nella foto) si sono detti pronti a
incontrarsi per riannodare il dialogo e
riavviare il processo di pace.
Roma. Il Gip
militare di Roma, non accoglie la richiesta di archiviazione per i
quattro piloti dell’esercito che rifiutarono
di levarsi in volo, nel novembre dell’anno
scorso, sul territorio iracheno. I quattro militari, ritenuti tutti di grande esperienza,
segnalarono alcune carenze della difesa in volo dei loro elicotteri, e rifiutarono
di decollare. Bucarest. Le elezioni
presidenziali in Romania incoronano
vincitore il premier uscente, il socialdemocratico Nastase, con il 39 di voti contro il 35 per cento del suo avversario Basescu. L’opposizione romena denuncia,
però, irregolarità.
DOMENICA
28
LUNEDÌ
29
Dietro
le “taglie”
leghiste...
uso del potere di esternazione politica, a qualunque parte si appartenga.
Il guardasigilli Castelli ha
subito appoggiato il collega, dichiarando: «Mettere una taglia e ricompensare chi offre notizie
utili al fine di catturare
dei delinquenti non solo è
un atto legittimo, ma anche meritorio».
Che un ministro della
Giustizia definisca «legittimo» un atto che non è
previsto e regolato da
nessuna legge è paradossale, ma purtroppo non
sorprende in bocca a un
rappresentante autorevole di un partito che rifiuta intimamente la Repubblica del cui governo fa
parte, e che non ha mai
fatto mistero di desiderarne la scomposizione e
la fine, con la secessione
delle regioni del Nord dal
resto della Nazione.
Da tempo non fanno
più scandalo la rozzezza
del linguaggio e l’arroganza dei comportamenti pubblici degli esponenti leghisti, così come abbiamo da tempo rinunciato a stupirci degli argomenti sui quali essi
chiedono il consenso degli abitanti della Padania
(ammesso che esista una
terra di questo nome):
primo fra tutti l’immigrazione, la cui gestione, il
cui controllo e la cui integrazione esigono certamente molta intelligenza
e molto rigore nei rapporti fra i diritti e i doveri dei nuovi venuti, ma di
cui già oggi e soprattutto
in futuro l’Italia non può
fare a meno.
Eppure almeno una
considerazione è doverosa. Negli ultimi due secoli l’Italia è riuscita a dar
vita a due grandi fatti positivi: il Risorgimento e la
Costituzione del 1948.
Sappiamo bene che nel
raggiungere il primo di
questi due risultati sono
stati commessi errori e
ingiustizie (soprattutto ai
danni del Mezzogiorno)
sui quali sta indagando
da qualche anno il revisionismo storico, e si è
protratta a lungo una crisi nei rapporti con la
Chiesa; ma non si può
negare che l’unificazione
del Paese sia stata un bene, a cui la Carta costituzionale ha assicurato (dopo il ventennio fascista)
la garanzia dell’eguaglianza fra tutti i cittadini e la loro libertà.
Ebbene, proprio il Risorgimento (con l’unità
della Nazione) e la Costituzione (con l’eguaglianza dei cittadini di fronte
alla legge) sono negati in
radice dalla Lega, all’insegna di un federalismo
che, se fosse realizzato
secondo i suoi desideri
ultimi, sancirebbe di fatto la disunione della Na-
zione e la diseguaglianza
dei suoi cittadini.
Che questo importi a
non più un 5 per cento
scarso di elettori in tutto
il Paese, corrispondente a
una netta minoranza nelle stesse regioni del Nord,
non sembra imbarazzare
i capi della Lega nel loro
fondamentalismo.
Ma
non possono certo pretendere di essere i soli a
preoccuparsi, ad esempio, della criminalità o
della difficile integrazione
di tanti immigrati.
C’è infatti modo e modo
di preoccuparsi e di provvedere, da noi e in tutto il
resto del mondo, su questi e su tutti gli altri problemi della società moderna: la differenza la fa
la presenza o l’assenza
del rispetto della legalità
e dei diritti civili degli esseri umani, che in una
democrazia sono uguali
per tutti, qualunque sia il
colore della pelle.
Beppe Del Colle
SEGUE DALLA
PRIMA
Fra Russia
e America
il destino...
tor, Cremlino e Casa Bianca
hanno soffiato sul fuoco
della discordia, rischiando
di far precipitare la situazione. A loro del futuro degli
ucraini importa tutto sommato poco, impegnati come
sono nel contendersi lo spazio strategico lasciato libero
dal crollo dell’Unione Sovietica. Per tutti gli anni Novanta, con la Russia stremata da una crisi economica crudele, gli Usa hanno avuto gioco facile, riuscendo
a far avanzare la Nato fino
al Baltico e poi avanzando
in proprio nell’Asia centrale
e in Medio Oriente. Con l’avvento di Putin, però, la musica è cambiata. Lo si è visto
già nel caso della Cecenia
prima e dell’Iraq poi, nonostante il continuo proclamarsi alleati nella lotta al
terrorismo islamico. Poi c’è
stata la crisi della Georgia,
con il ministro degli Esteri
russo pronto a volare a Tbilisi quando ancora la capitale era scossa dai disordini
che portarono alla cacciata
di Shevardnadze, e l’annuncio del nuovo missile intercontinentale russo alla vigilia della rielezione di Bush.
Adesso l’Ucraina e la minaccia di secessione delle
province orientali, che tornerebbero in seno alla Russia per essere seguito, dopo
poco, anche dalla Belorussia. Ecco la vera certezza di
oggi: la Russia si è rimessa
in affari.
Fulvio Scaglione
Banca centrale e poi premier. I suoi sostenitori sono
nel Centro e nell’Ovest del
Paese, terre di agricoltura e
commerci e di quel poco di
innovazione tecnologica che
l’Ucraina può vantare. Settori che hanno bisogno di
un’economia il più possibile libera da vincoli, strettamente collegata ai mercati
occidentali, qui peraltro assai vicini. Per questa gente,
il rapporto privilegiato con
la Russia è un laccio e le attenzioni riservate a minatori e operai dell’Est un inutile fardello.
Pare adesso che si andrà
a un terzo turno elettorale,
una sorta di spareggio. Janukovic sarà controllato da
vicino e i suoi avranno più
difficoltà nel manovrare
seggi e scrutatori, Jushenko non potrà più appellarsi alle folle in caso di
sconfitta. Di fronte al pericolo di uno scontro violento
o addirittura di una guerra
civile, questa soluzione è
parsa quasi ideale. Rischia
però di rimandare i problemi senza risolverli. Chiunque vinca dovrà tenere ben
presenti le ragioni dell’altro,
perché sono comunque le
ragioni di milioni di ucraini.
E non sarà facile per Jushenko lanciarsi sulla strada dell’Occidente rimorchiando un pezzo di Paese
che pare un’Unione Sovietica appena più moderna, o
per Janukovic difendere
fabbriche e miniere senza
mortificare la parte più moderna e vivace del Paese.
L’uno e l’altro, inoltre, dovranno guardarsi dalle ingerenze di Russia e Stati Uniti, nel caso dell’Ucraina
particolarmente sfacciate.
Non contenti di finanziare e
appoggiare in vario modo
questo o quello dei due Vik-
guida della politica del nostro Paese: la promozione
dell’unità nazionale e la
promozione dell’integrazione europea. Indicate,
l’una e l’altra come valori
fondamentali dell’identità
nazionale».
Parole nobili e del tutto
condivisibili. E altresì, crediamo, condivise dalla
maggior parte degli italiani.
Eppure smentite dai fatti,
dai comportamenti concreti. Dai fatti e dai comportamenti politici, con tutti
(tutti) i raggruppamenti
partitici che trasferiscono
in Europa le questioni, gli
scontri e le beghe italiane;
e altresì dai fatti e dai comportamenti amministrativi
ed economici, con la messa
in discussione pressoché
quotidiana del Patto di stabilità che sta alla base dell’unificazione monetaria e
che costituisce l’ossatura
indispensabile del sistema
dell’euro che, al di là delle
strumentalizzazioni e delle
speculazioni (non solo sui
prezzi), è un necessario paracadute per la stabilità
delle economie nazionali e
dell’inflazione nei singoli
Paesi. Un’economia in rapida frenata, se non in crisi, come la nostra, senza la
protezione dell’economia
monetaria europea avrebbe sicuramente dovuto su-
italiana, come modo di
essere delle realtà cattolico-democratiche e sociali e nel contempo rifiutare qualsiasi forma
di laicismo, che cerca di
emarginare il sistema
valoriale cattolico. Avendo l’obiettivo di rilanciare un progetto di bene
comune per il Paese,
sappiamo che questo è
possibile nella misura in
cui si superano forme di
integrismo, dove i cattolici si chiudono in un
ghetto.
E il secondo?
Sono i contenuti del
progetto per il Paese.
Dobbiamo passare dalla
ripetizione dei valori in
cui noi confidiamo, a
creare una proposta politica a partire da quel
sistema valoriale che
permette di aprire un
grande dialogo con tutte
le forze sociali e politiche che insieme aspirino a modernizzare il
Paese.
Quali sono gli elementi fondamentali?
Innanzitutto è una questione di metodo. Il pro-
getto non va costruito a
tavolino da un gruppo di
professori universitari,
né nell’ambito di segreterie di partito, ma dialogando con la gente nelle cento città, chiamando ad operare le professioni, le categorie, gli
ambienti sociali, i giovani, tutti quelli che hanno
qualcosa da dire e da fare per la costruzione di
un futuro che gli appartiene. Noi confidiamo
sull’organizzazione
di
costituenti progettuali.
Su quali punti?
Primo: difesa continua e
costante della vita in
tutti i momenti. Secondo: difesa costante e appassionata della famiglia. Terzo: esigenza di
aggiornare il Welfare,
perché non può essere
ghettizzato lo sviluppo
di una società. Siamo
convinti che prima di dividere una ricchezza bisogna crearla. Puntiamo
perciò a un accordo tra
sistema imprenditoriale,
mondo del lavoro e nuove professioni, che insieme rappresentano un
SEGUE DALLA
PRIMA
L’Europa
fa le spese
di una...
bire un’inflazione assai più
alta di quella che in effetti
abbiamo avuto, e soprattutto avrebbe corso il rischio di continuare a galleggiare sulla svalutazione
della lira: il crack con il recente aumento del costo
dell’energia sarebbe stato
pressoché irrecuperabile.
Ma le ragioni delle vischiosità che incontrano
nel quadro politico italiano,
nonostante le ondate di parole, le prospettive dell’Unione europea anche sul
piano politico (per esempio
una politica estera comune, o per un comune atteggiamento nei confronti dei
problemi economici provocati dalla globalizzazione
dei mercati) sono più
profonde e si radicano nella storia, prima ancora che
nell’esperienza culturale,
della nostra classe dirigente e di governo. Classe dirigente che ha fatto del culto
strumentale della sovranità dello Stato un’espressione (meglio: surrogato o
maschera) della nuova unità nazionale e altresì della strenua difesa dei pregiudizi campanilistici (che
sono tutt’altra cosa della
tutela e promozione dell’identità di popolo), il fondamento propagandistico della propria popolarità.
L’insegnamento dell’Europa e dell’impegno profuso da tanti per la sua unione è invece, proprio come
va dicendo (per lo più inascoltato, purtroppo) Carlo
Azeglio Ciampi, quello di
un’integrazione capace di
esaltare (e non certo di
schiacciare) e altresì di valorizzare le diverse identità
delle comunità e dei popoli, delle nazioni, grumi di
storia e di esperienza, come
con senso davvero profetico Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, aveva insegnato nel corso della sua visita all’Unesco, nel
giugno 1980.
La difesa strenua, e storicamente inutile, alla fine,
delle singole sovranità frena proprio questo sviluppo; favorisce, invece, il permanere dei conflitti fra
Stati e la persistenza di isole di potere economico,
monopolistico e intrecciato con la politica, che ha
paura della trasparenza
delle regole e della comunicazione dei controlli. Oggi l’impegno per l’Europa è
certo un impegno per la
valorizzazione delle nostre
storie e delle nostre culture; ma è altresì una non inconsistente premessa per
una maggiore trasparenza
e una maggiore democrazia, anche sul piano economico.
Gianfranco Garancini
NECROLOGI
I giornalisti della redazione
di Itl si uniscono al cordoglio e alle preghiere dei colleghi de «L’Eco di Bergamo»
per la morte di
mons. Andrea Spada
per quasi mezzo secolo alla
guida del giornale cattolico
bergamasco.
Milano, 1 dicembre 2004
«Ho conosciuto la sua
paternità e saggezza»
N
ROBERTO BUSTI
ON MI è più minario fatti di tanto stucapitato di dio, molta preghiera e un
fare un esa- po’ poco gioco e che pure
me così. Fine non mi risultarono mai
anno scola- monotoni.
stico dell’alFu perciò con qualche
lora chiamato “propedeu- apprensione che accolsi la
tico alla teologia”. Il pro- nomina di don Giovanni
fessor Saldarini stava se- Saldarini a parroco nel
duto, avvolto in una man- luogo dove, da pochi anni,
tella di cui non m’è rima- ero assistente in oratorio.
sto impresso il colore Ma bastò un attimo e la
bianco o grigio, con gli oc- sua fresca risata a comchiali appoggiati sul tavo- mento degli antichi “sconlo vicino mentre un fratel- tri” riuscì a togliermi di
lo oblato cercava di taglia- dosso ogni timore. Da allore il più decorosamente ra quell’esimio professore,
possibile una curatissima ancora ricercato per inchioma biondo/castana contri, conferenze, corsi di
alla quale, si capiva bene, studio ed esercizi spirituail possessore teneva mol- li, noto per la limpidezza
to, andandone giustamen- del dire pur con accenti
te orgoglioso. Un docente verbali poco consoni alla
brillante che apriva l’intel- sua origine brianzola, diligenza degli alunni su u- venne per me amico, frana materia affascinante tello maggiore e, all’occorcome poteva essere la Sa- renza, anche padre.
cra Scrittura che, bisogna
Certo, credo che a lui
dirlo, all’inizio degli anni sia costato non poco laSessanta non godeva an- sciare l’insegnamento per
cora della stima e del peso piombare
direttamente
che, fortunatamente, è nella cura pastorale di uandata assuna grossa parmendo semrocchia popopre più forte
lare, che appedal Concilio
na allora si aVaticano II.
priva più amMa quel dopiamente
al
cente era anpercorso uniche sufficienversitario
di
temente vivace
ragazze e gioe provocatorio
vani, la magda
punzecgior parte dei
chiare spesso
quali trovava
gli alunni i
ancora sicuquali, pur esrezza nel monsendo in tempi
do del lavoro
ancora profonsubito dopo le
damente
rimedie.
Per
spettosi
dei
questo noi saruoli, rispon- Il cardinal Saldarini
cerdoti
suoi
devano, con
collaboratori
sfacciata frenon obiettavaschezza, sui
mo nulla ai
medesimi toni: e il sotto- suoi numerosi impegni
scritto era tra quelli che, in “oltre confine” e ai suoi
quest’arte, non amava i se- pellegrinaggi
dapprima
condi posti. «Ah, eccolo sulle orme di Gesù, poi su
qui», fu l’accoglienza non quelle degli antichi Padri,
certo foriera di buoni au- degli apostoli o di chissà
spici, tra capelli che preci- chi: lo ricaricavano di enpitavano sul naso abba- tusiasmo e gli offrivano
stanza pronunciato e dal forza per sopportare la
mantello scivolavano per quotidianità talora un po’
terra! E la mia baldanza, scialba e ripetitiva, coche molto si avvaleva della munque a lui non perfetprotezione del gruppo in tamente congeniale, nella
una classe da subito mol- quale però si gettava sento compatta, si perse nel za risparmio. E anche la
balbettio di risposte sicu- gente comune imparava
ramente poco adeguate; il ad amare sempre di più la
resoconto sul viaggio di Parola, ad ascoltarne inGesù verso Gerusalemme cantata la spiegazione neldescritto nel Vangelo di le omelie, nella catechesi e
Luca risultò impreciso e il negli incontri più svariati.
Erano i primi anni del
voto finale ne uscì proporzionato: avanti sì, ma poco dopo Concilio, quelli delle
grandi speranze che sconpiù del rotto della cuffia!
Gli anni a seguire furo- finavano nell’utopia, dei
no la fotocopia del primo: nuovi disegni per un futupassione per la materia, ro comunque diverso, delammirazione per chi la in- l’anelito di libertà che
segnava, che giungeva spingeva a rinnegare ogni
magari in classe indossan- regola. I Consigli pastorali
do la talare romana, ricor- parrocchiali diventavano
do dello studio nella capi- luoghi di discussioni infitale, suscitando in tal mo- nite in aula e poi fuori, fido simpatiche scintille tra no a notte fonda, quando
allievi e docente che ravvi- da qualche finestra una
vavano i soliti giorni di se- voce adirata mandava tut-
nuovo blocco sociale a
cui la politica deve dare
una risposta. Il progetto
è fondato su un Welfare
aggiornato, sulle regole
di una democrazia sociale, economica e industriale.
Qual è la vostra posizione sull’Europa?
A parte il legamento naturale definito all’interno dell’Europa, sogniamo una politica estera
capace di porre al centro
il sostegno allo sviluppo
dei popoli del Sud del
mondo. Inoltre siamo
consapevoli, con il cardinal Martini, che la pace passa da Gerusalemme. C’è dunque l’esigenza di creare l’Europa del
futuro a reale dimensione politica, superando
l’esclusivo approccio economico.
Qual è il terzo obiettivo che proponete?
Riguarda il luogo politico che dovrebbe gestire
questa nuova progettualità politica. Puntiamo
all’innovazione del centrosinistra,
riteniamo
che il sistema dell’Ulivo
debba evolversi fino a diventare sempre più un
luogo di sintesi politica,
capace di garantire le
varie identità. Se dovesse nascere la Federazione, la vediamo come una
tappa pro tempore. Oggi
questo
centrosinistra
non è capace di risolvere
i problemi del Paese,
perché è ancora gestito
da segreterie di partito
che hanno una concezione burocratica della
politica. È necessaria invece una nuova classe
dirigente e che si creino
le condizioni di un’assemblea costituente dei
partiti, perché le attuali
convention sono organizzate con il predominio delle burocrazie di
partito, che tendono ad
escludere ciò che nasce
nella società civile. Oggi
si stanno creando due
Ulivi, uno che viene dai
mondi sociali e l’altro dai
partiti. Temo che la stessa candidatura Prodi sia
di partito, invece il Professore ne meriterebbe
una più ampia.
Pino Nardi
ti a quel paese. Lì ebbi a
conoscere pienamente la
sua paternità e saggezza,
l’apertura al nuovo nella
fermezza sui valori di sempre. Certo anche lì non
mancarono i fuochi d’artificio, ma tali sempre rimasero, scintillanti ed innocui, capaci solo di cementare affetto e stima che, orgogliosamente, so rimasta
reciproca.
Non poteva una simile
“imbarcazione” rimanere
ancorata dentro un canale, sia pure importante. Il
passaggio a Milano nell’antica e gloriosa sede di
S. Babila fu preludio alla
responsabilità di Vescovo
ausiliare e Vicario episcopale per la città di Milano:
vent’anni or sono. Le scintille, ormai solo verbali, lasciavano il posto a riflessioni pastorali sempre più
complesse, pacate e condivise. Il Signore lo preparava alla responsabilità ben
più grande di reggere la
diocesi di Torino, succedendo a vescovi del calibro
dei cardinali Fossati, Pellegrino e Ballestrero.
Poi venne il tempo della
croce. Una malattia subdola, lenta ma incapace di
perdonare, ha pian piano
tolto luce a quelle scintille
che, nate nel profondo del
cuore, cadevano abbondanti dalla sua bocca quasi a offrire a tutti la possibilità di accendere nuovi
fuochi. Quale sia il disegno
provvidenziale è difficile
scoprire.
Ora il vecchio rabbi dall’entusiasmo e dalle parole affascinati e travolgenti
è soprattutto nel silenzio.
Nel silenzio degli uomini
certamente; ma quello di
Dio non sarà capace di arrivare ancor oggi al suo
cuore? Sono convinto di sì!
Allora vecchio e amato
rabbi, non importa se non
puoi indossare la porpora
che ti annovera nel Senato
del Papa; hai scritto nell’immagine ricordo della
tua creazione a Cardinale:
«Anche se il mio sangue
deve essere versato in libagione sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede,
sono contento e ne godo
con tutti voi. Allo stesso
modo anche voi godetene e
rallegratevi con me» (Fil
2,17-18). Hai speso davvero bene la vita per il Signore e per la sua Chiesa:
ne godiamo e ce ne rallegriamo con te: lo sappia o
no, continuiamo a volerti
tanto bene.
In occasione dell’80°
compleanno del cardinale Giovanni Saldarini,
l’arcivescovo
Dionigi
Tettamanzi presiederà una messa sabato 11 dicembre alle 10.30 nella
chiesa di San Francesco
di Paola (via Montenapoleone 22). Parteciperà
anche l’arcivescovo di
Torino, cardinal Severino Poletto.
ilnostro
tempo
SEGUE DALLA
PRIMA
Pregiudizio
anticristiano?
Noi...
11
GLI 80 ANNI DEL CARD. SALDARINI
SEGUE DALLA
PRIMA
Palermo. I giudici del Tribunale di Palermo entrano
in Camera di consiglio dopo aver ascoltato le dichiarazioni spontanee del senatore Marcello Dell’Utri,
accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Madrid.
L’ex premier spagnolo Jose Maria Aznar
(nella foto) compare davanti alla commissione parlamentare per gli attentati dell’11
marzo che fecero 191 morti a Madrid. Aznar dovrà spiegare se ci furono manipo- da Milano è perciò
lazioni delle informazioni da parte del- un’altra: «Noi abbiamo
l’esecutivo.
focalizzato il lavoro progettuale intorno a un
nuovo laburismo di ispiMilano. Tre- razione cattolica per l’IMARTEDÌ
cento giovani talia. Quindi è una sceltravestiti da ta di campo culturale e
tifosi pronti ad attaccare le forse dell’or- politico. Inseriamo così
dine. Il questore di Milano, Paolo Scarpis, il progetto Paese nella
denuncia il nuovo fenomeno di teppisti
da stadio, alcuni dei quali appena quin- dinamica europea, ledicenni. «Quello che succede dentro e gandolo ai grandi filoni
fuori lo stadio di San Siro è inaccettabile, del rinnovamento demoe non verrà più tollerato», ha dichiaratao. cratico del continente».
Mangialardi, qual è
Bari. Seconda vittima in tre giorni nella
dunque il vostro oguerra tra clan che sconvolge Bari. È
biettivo?
stato ucciso Vito Romito, 18 anni, imparentato con due presunti esponenti del Ne abbiamo tre. Il priclan Strisciuglio. A sparare, due persone mo: un appello al monsu una moto.
do cattolico sociale e a
tutti i liberi e forti sulla
necessità assoluta di
superare ogni forma di
integrismo nella società
30
Domenica 5 Dicembre 2004
n. 44
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