A PAG 5 6 DICEMBRE Discorso alla città in S. Ambrogio GALLOTTI Alla conquista del K2 ilnostro tempo € 0,80 DOMENICA 5 DICEMBRE 2004 - ANNO 9 - NUMERO 44 o n la i M di Lunedì 6 dicembre alle 18, nella basilica di S. Ambrogio, il card. Dionigi Tettamanzi terrà il tradizionale discorso alla città alla vigilia della festa del patrono. Nel prossimo numero il testo integrale. Tra gli alpinisti che 50 anni fa salirono sulla seconda montagna più alta del mondo vi era anche un milanese, Pino Gallotti. Nel suo racconto, la storia di una grande avventura, al di là delle polemiche. L’Editore si impegna a pagare le copie non recapitate Poste Italiane Spa - Sped. in a.p. D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) ECONOMIA SETTIMANALE art. 1, comma 1, DCB Milano Fine di una lunga diatriba sulla riduzione fiscale, in un “pacchetto” che si può valutare apprezzabile rispetto alle precedenti stesure. Chi ci guadagna, chi meno Tasse, a conti fatti ANTONIO ABATE Con l’accordo all’interno della Casa delle libertà si è (forse) finalmente giunti all’epilogo della diatriba sui tagli fiscali. Rispetto alla sostanziale irrilevanza delle precedenti stesure, nella versione definitiva del “pacchetto” fiscale l’intervento sulle aliquote dell’imposta personale, combinato con le nuove deduzioni per carichi di famiglia, acquista un peso apprezzabile. Gli sgravi paiono più consistenti nel caso delle famiglie dei lavoratori dipendenti con coniuge e figli a carico, e assai modeste se riferite ai singoli percettori, almeno per i livelli di reddito più comuni. A puro titolo di esempio, nel caso di un reddito lordo di 18 mila euro, il risparmio fiscale rispetto al regime precedente va da zero nel caso del single a oltre 300 euro per la famiglia con coniuge e due figli a carico, per salire rispettivamente a 513 e 591 euro con reddito lordo di 28 mila euro e a 342 e 1.411 nel caso di un reddito annuo di 38 mila euro. Nel caso dei redditi molto elevati invece, a fronte del progressivo venire meno delle deduzioni per carichi di famiglia, si fa sentire di più l’effetto del ridisegno delle aliquote, e il risparmio è più consistente nel caso dei single. L’intervento, nella sua stesura definitiva, non appare quindi privo di una sua rilevanza. Anche se, è bene ricordarlo, i tagli varati per il prossimo anno non compensano neppure le maggiori entrate previste nella Finanziaria 2005 intesa in senso stretto, cosicché il combinato disposto della correzione in Finanziaria e del maxi-emendamento sugli sgravi fiscali configura ancora un incremento netto delle entrate dello Stato, e quindi un aggravio del prelie- vo, almeno stando alle cifre ufficiali. Inoltre, sulla base di quanto è ora noto, gli sgravi saranno in parte coperti da misure che configurano incrementi di entrate: aumento di bolli e tasse di concessione governativa per 550 milioni di euro (1,1 miliardi dal 2006) e rincaro delle sigarette (2 miliardi di euro nel biennio 2006 – 2007). A ciò s’aggiungono i risparmi derivanti dal blocco del turnover nel pub- CRONACA rimenti alle imprese, e soprattutto un bel po’ di una tantum (due miliardi di euro nel 2005 per slittamento delle rate del condono edilizio e l’aumento degli acconti di imposta nel 2006) e la cosiddetta auto-copertura (gettito legato alla maggior crescita economica che ci si attende dalla manovra fiscale). La metà circa della copertura prevista per il 2005 sarà dunque costituita dallo slittamento al prossimo anno di entrate originariamente contabi- lizzate per il 2004 (il condono), e per le quali si nutrivano notevoli incertezze. Se a ciò si aggiunge che alcune delle entrate–chiave della Finanziaria 2005 sembrano fortemente a rischio (ad esempio quelle derivanti dalla revisione degli studi di settore, che con ogni probabilità non sarà più automatica), la manovra solleva forti dubbi sul rispetto dei saldi sia per il 2004 sia per il 2005, dando per scontata la possibilità di una revisione del Patto di Dopo il tragico episodio di criminalità a Lecco Dietro le “taglie” leghiste c’è il rifiuto dell’unità nazionale BEPPE DEL COLLE Tutto è stato detto e scritto da quasi tutte le parti, nella maggioranza e nell’opposizione, contro la proposta del ministro delle Riforme Calderoli di «smembrare in due il ministero degli Interni, scorporando l’ordine pubblico e il coordinamento delle forze di sicurezza da affidare a un nuovo ministero contro il crimine», dopo l’uccisione del benzinaio di Lecco Giuseppe Maver da parte di due delinquenti fuggiti a piedi dopo il delitto. La proposta del ministro, leader provvisorio della Lega durante la malattia di Umberto Bossi, è stata accompagnata dall’annuncio che il suo partito aveva posto una taglia di 25 mila euro sulla testa dei due assassini, e che altri 25 mila euro saranno devoluti alla famiglia della povera vittima, PANE al PANE Hamas: la tregua Si può crederci? I blico impiego, dal semiblocco per il personale del Servizio sanitario nazionale a partire dal 2006, dal taglio di 17 mila insegnanti dagli attuali organici, dalla riduzione di 600 milioni della spesa per l’acquisto di beni e servizi da parte della Pubblica amministrazione (risparmio che si prevede raddoppi a partire dal 2006). A tutto ciò s’aggiungerebbe la riduzione degli interventi di spesa finanziati da leggi e la razionalizzazione dei trasfe- N UNA GIORNATA “senza notizie”, cioè senza i quotidiani anch’essi in sciopero, un barlume di informazione tv sul medio Oriente ci ha reso noto che Hamas, il movimento fondamentalista islamico che lotta con il terrorismo contro Israele, è disposto a rispettare una tregua di dieci anni con lo Stato ebraico (di cui contesta da sempre l’esistenza). Di Hamas ci ha raccontato tutto l’essenziale un libretto prezioso di Massimo Introvigne, pubblicato dalla Elledici nel 2003. Sua caratteristica particolare è l’ispirazione religiosa che lo muove, e che spiega perché, nel variegato mondo del terrorismo palestinese, Hamas abbia introdotto fin dal 1993-’94 gli attentati suicidi dei “martiri in nome di Allah”. Senza questa ispirazione non ci sarebbero le donne e i ragazzi che si imbottiscono di tritolo e vanno a farsi esplodere sui pullman, nei ristoranti, nelle strade di Israele. Che cosa significhi l’offerta di una tregua di dieci anni, e soprattutto se sia credibile, è presto per dirlo. Senza dubbio la morte di Arafat ha aperto qualche prospettiva nuova, se non altro nei rapporti fra le diverse componenti della “resistenza” palestinese. Hamas può aver giudicato giunto il momento di assumere la guida politica effettiva del “rifiuto arabo”, visto che il vecchio leader non sembra avere eredi diretti abbastanza autorevoli nel campo nazionalista. Il che non tranquillizza, almeno finché non si saprà che cosa Hamas intenda per tregua. conti: abbiamo piena fiducia nelle forze dell’ordine e nella legalità». Detto questo, non c’è nulla da aggiungere a quanto già scritto dai giornali sul fatto in sé e sulle inaccettabili parole del ministro («nessuno può permettersi di toccare un padano» e, sulla taglia per la cattura, «avrei preferito qualcosa tipo “vivo o morto”, ma un avvocato mi ha detto che la legge non lo consente») se non per esprimere l’augurio che le forze dell’ordine scoprano e arrestino il più presto possibile i colpevoli del brutale assassinio. Ma non si può non rilevare come anche in questo caso l’atteggiamento della Lega, e in particolacosa: che sia fatta giusti- re di suoi ministri in cazia. Ma vogliamo anche rica, contrasti con ogni che tutto avvenga nel- ragionevole e sostenibile l’ambito della legalità. Non vogliamo il Far West, SEGUE A PAG. 11 taglie o regolamenti di FUORI dai DENTI 7 DICEMBRE: MILANO RITROVA LA SCALA aderente alla Lega. La famiglia, per bocca del genero di Giuseppe Maver, ha ringraziato, tuttavia precisando: «Noi vogliamo soltanto una DOPO LA FIRMA A ROMA INTERVISTA Stabilità europeo o comunque un trattamento “bonario” analogo a quello ottenuto da Francia e Germania. Gli effetti espansivi della manovra di finanza pubblica nel suo complesso dipenderanno ora moltissimo dalle ricadute psicologiche del taglio dell’imposta personale sulla propensione a spendere delle famiglie e sulle decisioni delle imprese. Se poi si considera che una parte delle coperture deriverà da una tantum quando non addirittura da “finanza creativa”, non si può escludere che i mercati finanziari e le agenzie di rating possano “punire” una copertura finanziaria scarsamente credibile. Le conseguenze di tale eventualità sarebbero pesantissime in capo alla spesa per interessi, con di un debito pubblico che supera ancora il 100 per cento del Pil del Paese. Chiarito che ci si trova di fronte ad una scommessa indubbiamente ambiziosa ma altrettanto pericolosa, si deve segnalare che, al di là delle considerazioni elettorali, il rischio che si sta correndo è stato incoraggiato dalle deludenti condizioni di fondo dell’attività economica. Il 2004 chiuderà, dopo due anni di stagnazione, con una dinamica del Pil di circa l’1,3 per cento, ma quest’anno nell’ambito dell’Eurosistema tutti gli altri Paesi, con l’unica eccezione del Portogallo, presenteranno una crescita superiore. E anche nel 2005, prendendo per buona la previsione Ue di una crescita del Pil italiano dell’1,8 per cento, ben nove Paesi dell’area euro mostreranno una dinamica espansiva più rilevante. Basteranno l’intervento fiscale e il probabile sforamento del vincolo di Maastricht a mutare sensibilmente la situazione? (3 – fine) Migliaia di manifestanti, a Kiev, hanno contestato nei giorni scorsi l’esito delle elezioni in Ucraina (Sir) COMMENTO Fra Russia e America il destino dell’Ucraina FULVIO SCAGLIONE C IÒ CHE ancora stenta a penetrare nella coscienza di chi osserva, pur con la massima buona volontà, la crisi politica e sociale dell’Ucraina è che non si può liquidare lo scontro tra i due Viktor (Janukovic il primo ministro in carica, Jushenko il primo ministro degli anni 1999-2001) come un duello tra un filorusso e un filoamericano, uno statalista e un liberista, un conservatore e un progressista, un truffatore e un democratico. Anche nei luoghi comuni c’è un grano di verità, d’accordo, ma in situazioni complesse come questa l’eccesso di semplificazione può produrre disastri. Perché lo scontro in atto, in realtà, più che due personaggi o due visioni politiche, impegna due diverse Ucraine e a ben vedere la secessione Parla Franco Mangialardi (Apd) L’Europa fa le spese Pregiudizio anticristiano? di una rissa politica Noi puntiamo sulla laicità GIANFRANCO GARANCINI PINO NARDI L’indomani della firma, ne di alcuni reati…), e rencosì solenne, del Trattato de ragionevolmente imposcostituzionale (a Roma, il sibile che prima della fine 29 ottobre), i nostri gover- dell’anno si arrivi alla ratinanti si erano impegnati fica. perché l’Italia Eppure il prefosse il primo sidente della RePaese dei 25 a pubblica Ciampi ratificare (e fare, anche recentequindi, diventamente ha speso re parte del proparole nobili per prio ordinamenricordare come to) quella Carta quel voto espriper la nuova Eumerebbe al meropa: è passato Carlo A. Ciampi glio «i sentimenormai un mese e ti europeisti che l’unica ad aver la nostra nazioratificato il tratne ha in animo»; tato è stata la Lituania. Il e ha lodato il nuovo StatuParlamento italiano oppo- to della Regione Lazio, ne sempre nuove leggi “im- «che ribadisce i principi prorogabili” (come, per esempio, quella che abbrevia il periodo di prescrizioSEGUE A PAG. 11 Da settimane si è scatenato un dibattito sull’esistenza o meno di un pregiudizio anticristiano in Europa. Il caso Buttiglione a torto o a ragione è stato il fatto scatenante. I due opposti, integrismo e laicismo, sono tornati a scontrarsi. Eppure nel mondo cattolico esiste la terza via, quella della laicità. È questo il filo rosso che sarà proposto da padre Bartolomeo Sorge, direttore di «Aggiornamenti sociali», nell’assemblea nazionale che si terrà sabato 11 dicembre alle 9.15 a Milano, presso l’Auditorium Clerici in via della Signora 3. L’invito alla riflessione parte dall’A- Il Paese a rischio secessione proposta da Buttiglione e dai suoi amici possa interessare in modo serio per ridare senso ai cattolici: è un’ipotesi errata. I credenti devono sempre aprirsi agli altri, forti delle proprie convinzioni. La prima dinamica di una proposta da cattolici per il Paese è la garanzia della laicità, perché i veri valori cattolici devono essere così sentiti da diventare patrimonio di tutta la società civile, per quanto è Franco Mangialardi possibile. Quindi questo scenario è all’opposto di quanto Bottiglione ha rea popolare democrati- predicato dopo la sua ca e dalle Acli milanesi. bocciatura europea». Ne parliamo con FranLa proposta che parte co Mangialardi, segretario nazionale dell’Apd: «Non credo che la linea SEGUE A PAG. 11 minacciata dai governatori delle regioni dell’Est è uno sbocco inquietante ma non privo di una sua logica. Viktor Janukovic è un prodotto della più tipica scuola sovietica, quella che mandava i virgulti del partito a farsi le ossa in provincia e nell’industria, prima di richiamarli agli onori della capitale e del Comitato centrale. Fu così per tutti i dirigenti sovietici cresciuti dopo la morte di Stalin, fino a Gorbaciov che lavorò nell’agricoltura e a Eltsin che si occupò di edilizia. In Ucraina seguì un simile percorso anche Leonid Kuchma, attuale presidente e sponsor di Janukovic, passato alla politica dall’industria missilistica. Janukovic è ingegnere e prima di diventare governatore della regione di Donetsk ha lavorato in diversi colossi dell’industria pesante. E’ filorusso, certo, ha persino proposto di fare del russo la secondo lingua di Stato, ma non potrebbe essere altrimenti. E’ cresciuto in regioni di fabbriche, miniere, industrie legate alle forniture statali della Difesa, raffinerie che nello scorso decennio hanno lavorato soprattutto grazie a commesse in arrivo dalla Russia. La gente che vota per lui, concentrata appunto nella parte Est dell’Ucraina, sa che una riforma dell’economia in senso liberista avrebbe costi sociali notevoli: chiusura di fabbriche e miniere, disoccupazione, emigrazione. Viktor Jushenko è l’opposto, ma non il contrario. Anche lui è il prodotto della selezione sovietica, essendo cresciuto nella statalissima Banca per i rapporti economici con l’estero, da dove ha spiccato il volo per diventare, nell’Ucraina ormai indipendente, governatore della SEGUE A PAG. 11 Area Popolare Democratica Acli - Milano ASSEMBLEA NAZIONALE Esiste oggi un pregiudizio anticristiano? Dal rifiuto dell’integrismo e del laicismo al progetto sociale e politico Sabato 11 dicembre 2004 Auditorium L. Clerici Via della Signora, 3 - Milano PROGRAMMA ore 9.15 Apertura dei lavori: i motivi dell’Assemblea Franco Mangialardi Segretario nazionale Area Popolare Democratica ore 9.30 Relazione introduttiva p. Bartolomeo Sorge s.j. ore 10.30-12.30 Dibattito in Assemblea Conclusioni Gianni Bottalico Presidente ACLI Provinciali Milanesi SEGRETERIA ORGANIZZATIVA: APD - via G.B. Vico, 10 - Milano Saverio Scolari - cell. 335 1764789 [email protected] www.areapopolaredemocratica.it ACLI Provinciali Milanesi Nadia Quattrini - tel. 02 7723220 [email protected] www.aclimilano.com 7 GIORNI IN BREVE Brescia. Un forte terremoto di magnitudo 5,2 della scala Richter scuote nella notte il nord Italia, provocando paura, alcuni danni e cinque feriti lievi. La Protezione civile ha dichiarato che l’epicentro della scossa, registrata alle 23,59, è stato individuato sul lago di Garda, 8 km ad est della cittadina di Salò. La scossa si è sentita in tutta la Lombardia e in molte zone del Nord da Genova a Parma a Venezia. Kabul. Due militari americani rimangono uccisi ed un terzo ferito nell’esplosione di un ordigno rudimentale scoppiato mentre erano di pattuglia nell’Afghanistan centrale. MERCOLEDÌ 24 GIOVEDÌ 25 Voghera. Dopo 40 anni di detenzione lascia il carcere Graziano Mesina (nella foto), dopo la grazia concessa dal presidente Ciampi. Anche Ovidio Bompressi, condannato per l’assassinio del commissario calabresi, doveva essere graziato, ma la proposta ha aperto un conflitto tra il presidente e il ministro Castelli. New York. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità il virus dell’influenza aviaria sarà una possibile causa della prossima epidemia umana dell’influenza. Roma. «Il mercato della raccolta pubblicitaria televisiva risulta ad elevata concentrazione tale da impedire l’accesso a nuovi soggetti». Lo riferisce l’Antitrust in una nota che riporta le conclusioni dell’indagine sul mercato pubblicitario per la televisione e in cui si dice anche che sarebbe necessaria una separazione proprietaria delle società che controllano le tv dalle società editrici. Giacarta. Sei persone muoiono e almeno 30 sono ferite per un forte terremoto che ha colpito la provincia di Papua, in Indonesia, causando il crollo di alcuni edifici e provocando incendi. VENERDÌ 26 SABATO 27 Roma. Depositate le motivazioni della sentenza che ha assolto quattro generali dell’Aeronautica accusati di depistaggi dopo il disastro aereo di Ustica del 1980. Nel comportamento di alcuni imputati i giudici hanno comunque rilevato «una attività di omissione». Gerusalemme. Il primo ministro israeliano Ariel Sharon e il leader palestinese Abu Mazen (nella foto) si sono detti pronti a incontrarsi per riannodare il dialogo e riavviare il processo di pace. Roma. Il Gip militare di Roma, non accoglie la richiesta di archiviazione per i quattro piloti dell’esercito che rifiutarono di levarsi in volo, nel novembre dell’anno scorso, sul territorio iracheno. I quattro militari, ritenuti tutti di grande esperienza, segnalarono alcune carenze della difesa in volo dei loro elicotteri, e rifiutarono di decollare. Bucarest. Le elezioni presidenziali in Romania incoronano vincitore il premier uscente, il socialdemocratico Nastase, con il 39 di voti contro il 35 per cento del suo avversario Basescu. L’opposizione romena denuncia, però, irregolarità. DOMENICA 28 LUNEDÌ 29 Dietro le “taglie” leghiste... uso del potere di esternazione politica, a qualunque parte si appartenga. Il guardasigilli Castelli ha subito appoggiato il collega, dichiarando: «Mettere una taglia e ricompensare chi offre notizie utili al fine di catturare dei delinquenti non solo è un atto legittimo, ma anche meritorio». Che un ministro della Giustizia definisca «legittimo» un atto che non è previsto e regolato da nessuna legge è paradossale, ma purtroppo non sorprende in bocca a un rappresentante autorevole di un partito che rifiuta intimamente la Repubblica del cui governo fa parte, e che non ha mai fatto mistero di desiderarne la scomposizione e la fine, con la secessione delle regioni del Nord dal resto della Nazione. Da tempo non fanno più scandalo la rozzezza del linguaggio e l’arroganza dei comportamenti pubblici degli esponenti leghisti, così come abbiamo da tempo rinunciato a stupirci degli argomenti sui quali essi chiedono il consenso degli abitanti della Padania (ammesso che esista una terra di questo nome): primo fra tutti l’immigrazione, la cui gestione, il cui controllo e la cui integrazione esigono certamente molta intelligenza e molto rigore nei rapporti fra i diritti e i doveri dei nuovi venuti, ma di cui già oggi e soprattutto in futuro l’Italia non può fare a meno. Eppure almeno una considerazione è doverosa. Negli ultimi due secoli l’Italia è riuscita a dar vita a due grandi fatti positivi: il Risorgimento e la Costituzione del 1948. Sappiamo bene che nel raggiungere il primo di questi due risultati sono stati commessi errori e ingiustizie (soprattutto ai danni del Mezzogiorno) sui quali sta indagando da qualche anno il revisionismo storico, e si è protratta a lungo una crisi nei rapporti con la Chiesa; ma non si può negare che l’unificazione del Paese sia stata un bene, a cui la Carta costituzionale ha assicurato (dopo il ventennio fascista) la garanzia dell’eguaglianza fra tutti i cittadini e la loro libertà. Ebbene, proprio il Risorgimento (con l’unità della Nazione) e la Costituzione (con l’eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge) sono negati in radice dalla Lega, all’insegna di un federalismo che, se fosse realizzato secondo i suoi desideri ultimi, sancirebbe di fatto la disunione della Na- zione e la diseguaglianza dei suoi cittadini. Che questo importi a non più un 5 per cento scarso di elettori in tutto il Paese, corrispondente a una netta minoranza nelle stesse regioni del Nord, non sembra imbarazzare i capi della Lega nel loro fondamentalismo. Ma non possono certo pretendere di essere i soli a preoccuparsi, ad esempio, della criminalità o della difficile integrazione di tanti immigrati. C’è infatti modo e modo di preoccuparsi e di provvedere, da noi e in tutto il resto del mondo, su questi e su tutti gli altri problemi della società moderna: la differenza la fa la presenza o l’assenza del rispetto della legalità e dei diritti civili degli esseri umani, che in una democrazia sono uguali per tutti, qualunque sia il colore della pelle. Beppe Del Colle SEGUE DALLA PRIMA Fra Russia e America il destino... tor, Cremlino e Casa Bianca hanno soffiato sul fuoco della discordia, rischiando di far precipitare la situazione. A loro del futuro degli ucraini importa tutto sommato poco, impegnati come sono nel contendersi lo spazio strategico lasciato libero dal crollo dell’Unione Sovietica. Per tutti gli anni Novanta, con la Russia stremata da una crisi economica crudele, gli Usa hanno avuto gioco facile, riuscendo a far avanzare la Nato fino al Baltico e poi avanzando in proprio nell’Asia centrale e in Medio Oriente. Con l’avvento di Putin, però, la musica è cambiata. Lo si è visto già nel caso della Cecenia prima e dell’Iraq poi, nonostante il continuo proclamarsi alleati nella lotta al terrorismo islamico. Poi c’è stata la crisi della Georgia, con il ministro degli Esteri russo pronto a volare a Tbilisi quando ancora la capitale era scossa dai disordini che portarono alla cacciata di Shevardnadze, e l’annuncio del nuovo missile intercontinentale russo alla vigilia della rielezione di Bush. Adesso l’Ucraina e la minaccia di secessione delle province orientali, che tornerebbero in seno alla Russia per essere seguito, dopo poco, anche dalla Belorussia. Ecco la vera certezza di oggi: la Russia si è rimessa in affari. Fulvio Scaglione Banca centrale e poi premier. I suoi sostenitori sono nel Centro e nell’Ovest del Paese, terre di agricoltura e commerci e di quel poco di innovazione tecnologica che l’Ucraina può vantare. Settori che hanno bisogno di un’economia il più possibile libera da vincoli, strettamente collegata ai mercati occidentali, qui peraltro assai vicini. Per questa gente, il rapporto privilegiato con la Russia è un laccio e le attenzioni riservate a minatori e operai dell’Est un inutile fardello. Pare adesso che si andrà a un terzo turno elettorale, una sorta di spareggio. Janukovic sarà controllato da vicino e i suoi avranno più difficoltà nel manovrare seggi e scrutatori, Jushenko non potrà più appellarsi alle folle in caso di sconfitta. Di fronte al pericolo di uno scontro violento o addirittura di una guerra civile, questa soluzione è parsa quasi ideale. Rischia però di rimandare i problemi senza risolverli. Chiunque vinca dovrà tenere ben presenti le ragioni dell’altro, perché sono comunque le ragioni di milioni di ucraini. E non sarà facile per Jushenko lanciarsi sulla strada dell’Occidente rimorchiando un pezzo di Paese che pare un’Unione Sovietica appena più moderna, o per Janukovic difendere fabbriche e miniere senza mortificare la parte più moderna e vivace del Paese. L’uno e l’altro, inoltre, dovranno guardarsi dalle ingerenze di Russia e Stati Uniti, nel caso dell’Ucraina particolarmente sfacciate. Non contenti di finanziare e appoggiare in vario modo questo o quello dei due Vik- guida della politica del nostro Paese: la promozione dell’unità nazionale e la promozione dell’integrazione europea. Indicate, l’una e l’altra come valori fondamentali dell’identità nazionale». Parole nobili e del tutto condivisibili. E altresì, crediamo, condivise dalla maggior parte degli italiani. Eppure smentite dai fatti, dai comportamenti concreti. Dai fatti e dai comportamenti politici, con tutti (tutti) i raggruppamenti partitici che trasferiscono in Europa le questioni, gli scontri e le beghe italiane; e altresì dai fatti e dai comportamenti amministrativi ed economici, con la messa in discussione pressoché quotidiana del Patto di stabilità che sta alla base dell’unificazione monetaria e che costituisce l’ossatura indispensabile del sistema dell’euro che, al di là delle strumentalizzazioni e delle speculazioni (non solo sui prezzi), è un necessario paracadute per la stabilità delle economie nazionali e dell’inflazione nei singoli Paesi. Un’economia in rapida frenata, se non in crisi, come la nostra, senza la protezione dell’economia monetaria europea avrebbe sicuramente dovuto su- italiana, come modo di essere delle realtà cattolico-democratiche e sociali e nel contempo rifiutare qualsiasi forma di laicismo, che cerca di emarginare il sistema valoriale cattolico. Avendo l’obiettivo di rilanciare un progetto di bene comune per il Paese, sappiamo che questo è possibile nella misura in cui si superano forme di integrismo, dove i cattolici si chiudono in un ghetto. E il secondo? Sono i contenuti del progetto per il Paese. Dobbiamo passare dalla ripetizione dei valori in cui noi confidiamo, a creare una proposta politica a partire da quel sistema valoriale che permette di aprire un grande dialogo con tutte le forze sociali e politiche che insieme aspirino a modernizzare il Paese. Quali sono gli elementi fondamentali? Innanzitutto è una questione di metodo. Il pro- getto non va costruito a tavolino da un gruppo di professori universitari, né nell’ambito di segreterie di partito, ma dialogando con la gente nelle cento città, chiamando ad operare le professioni, le categorie, gli ambienti sociali, i giovani, tutti quelli che hanno qualcosa da dire e da fare per la costruzione di un futuro che gli appartiene. Noi confidiamo sull’organizzazione di costituenti progettuali. Su quali punti? Primo: difesa continua e costante della vita in tutti i momenti. Secondo: difesa costante e appassionata della famiglia. Terzo: esigenza di aggiornare il Welfare, perché non può essere ghettizzato lo sviluppo di una società. Siamo convinti che prima di dividere una ricchezza bisogna crearla. Puntiamo perciò a un accordo tra sistema imprenditoriale, mondo del lavoro e nuove professioni, che insieme rappresentano un SEGUE DALLA PRIMA L’Europa fa le spese di una... bire un’inflazione assai più alta di quella che in effetti abbiamo avuto, e soprattutto avrebbe corso il rischio di continuare a galleggiare sulla svalutazione della lira: il crack con il recente aumento del costo dell’energia sarebbe stato pressoché irrecuperabile. Ma le ragioni delle vischiosità che incontrano nel quadro politico italiano, nonostante le ondate di parole, le prospettive dell’Unione europea anche sul piano politico (per esempio una politica estera comune, o per un comune atteggiamento nei confronti dei problemi economici provocati dalla globalizzazione dei mercati) sono più profonde e si radicano nella storia, prima ancora che nell’esperienza culturale, della nostra classe dirigente e di governo. Classe dirigente che ha fatto del culto strumentale della sovranità dello Stato un’espressione (meglio: surrogato o maschera) della nuova unità nazionale e altresì della strenua difesa dei pregiudizi campanilistici (che sono tutt’altra cosa della tutela e promozione dell’identità di popolo), il fondamento propagandistico della propria popolarità. L’insegnamento dell’Europa e dell’impegno profuso da tanti per la sua unione è invece, proprio come va dicendo (per lo più inascoltato, purtroppo) Carlo Azeglio Ciampi, quello di un’integrazione capace di esaltare (e non certo di schiacciare) e altresì di valorizzare le diverse identità delle comunità e dei popoli, delle nazioni, grumi di storia e di esperienza, come con senso davvero profetico Giovanni Paolo II, all’inizio del suo pontificato, aveva insegnato nel corso della sua visita all’Unesco, nel giugno 1980. La difesa strenua, e storicamente inutile, alla fine, delle singole sovranità frena proprio questo sviluppo; favorisce, invece, il permanere dei conflitti fra Stati e la persistenza di isole di potere economico, monopolistico e intrecciato con la politica, che ha paura della trasparenza delle regole e della comunicazione dei controlli. Oggi l’impegno per l’Europa è certo un impegno per la valorizzazione delle nostre storie e delle nostre culture; ma è altresì una non inconsistente premessa per una maggiore trasparenza e una maggiore democrazia, anche sul piano economico. Gianfranco Garancini NECROLOGI I giornalisti della redazione di Itl si uniscono al cordoglio e alle preghiere dei colleghi de «L’Eco di Bergamo» per la morte di mons. Andrea Spada per quasi mezzo secolo alla guida del giornale cattolico bergamasco. Milano, 1 dicembre 2004 «Ho conosciuto la sua paternità e saggezza» N ROBERTO BUSTI ON MI è più minario fatti di tanto stucapitato di dio, molta preghiera e un fare un esa- po’ poco gioco e che pure me così. Fine non mi risultarono mai anno scola- monotoni. stico dell’alFu perciò con qualche lora chiamato “propedeu- apprensione che accolsi la tico alla teologia”. Il pro- nomina di don Giovanni fessor Saldarini stava se- Saldarini a parroco nel duto, avvolto in una man- luogo dove, da pochi anni, tella di cui non m’è rima- ero assistente in oratorio. sto impresso il colore Ma bastò un attimo e la bianco o grigio, con gli oc- sua fresca risata a comchiali appoggiati sul tavo- mento degli antichi “sconlo vicino mentre un fratel- tri” riuscì a togliermi di lo oblato cercava di taglia- dosso ogni timore. Da allore il più decorosamente ra quell’esimio professore, possibile una curatissima ancora ricercato per inchioma biondo/castana contri, conferenze, corsi di alla quale, si capiva bene, studio ed esercizi spirituail possessore teneva mol- li, noto per la limpidezza to, andandone giustamen- del dire pur con accenti te orgoglioso. Un docente verbali poco consoni alla brillante che apriva l’intel- sua origine brianzola, diligenza degli alunni su u- venne per me amico, frana materia affascinante tello maggiore e, all’occorcome poteva essere la Sa- renza, anche padre. cra Scrittura che, bisogna Certo, credo che a lui dirlo, all’inizio degli anni sia costato non poco laSessanta non godeva an- sciare l’insegnamento per cora della stima e del peso piombare direttamente che, fortunatamente, è nella cura pastorale di uandata assuna grossa parmendo semrocchia popopre più forte lare, che appedal Concilio na allora si aVaticano II. priva più amMa quel dopiamente al cente era anpercorso uniche sufficienversitario di temente vivace ragazze e gioe provocatorio vani, la magda punzecgior parte dei chiare spesso quali trovava gli alunni i ancora sicuquali, pur esrezza nel monsendo in tempi do del lavoro ancora profonsubito dopo le damente rimedie. Per spettosi dei questo noi saruoli, rispon- Il cardinal Saldarini cerdoti suoi devano, con collaboratori sfacciata frenon obiettavaschezza, sui mo nulla ai medesimi toni: e il sotto- suoi numerosi impegni scritto era tra quelli che, in “oltre confine” e ai suoi quest’arte, non amava i se- pellegrinaggi dapprima condi posti. «Ah, eccolo sulle orme di Gesù, poi su qui», fu l’accoglienza non quelle degli antichi Padri, certo foriera di buoni au- degli apostoli o di chissà spici, tra capelli che preci- chi: lo ricaricavano di enpitavano sul naso abba- tusiasmo e gli offrivano stanza pronunciato e dal forza per sopportare la mantello scivolavano per quotidianità talora un po’ terra! E la mia baldanza, scialba e ripetitiva, coche molto si avvaleva della munque a lui non perfetprotezione del gruppo in tamente congeniale, nella una classe da subito mol- quale però si gettava sento compatta, si perse nel za risparmio. E anche la balbettio di risposte sicu- gente comune imparava ramente poco adeguate; il ad amare sempre di più la resoconto sul viaggio di Parola, ad ascoltarne inGesù verso Gerusalemme cantata la spiegazione neldescritto nel Vangelo di le omelie, nella catechesi e Luca risultò impreciso e il negli incontri più svariati. Erano i primi anni del voto finale ne uscì proporzionato: avanti sì, ma poco dopo Concilio, quelli delle grandi speranze che sconpiù del rotto della cuffia! Gli anni a seguire furo- finavano nell’utopia, dei no la fotocopia del primo: nuovi disegni per un futupassione per la materia, ro comunque diverso, delammirazione per chi la in- l’anelito di libertà che segnava, che giungeva spingeva a rinnegare ogni magari in classe indossan- regola. I Consigli pastorali do la talare romana, ricor- parrocchiali diventavano do dello studio nella capi- luoghi di discussioni infitale, suscitando in tal mo- nite in aula e poi fuori, fido simpatiche scintille tra no a notte fonda, quando allievi e docente che ravvi- da qualche finestra una vavano i soliti giorni di se- voce adirata mandava tut- nuovo blocco sociale a cui la politica deve dare una risposta. Il progetto è fondato su un Welfare aggiornato, sulle regole di una democrazia sociale, economica e industriale. Qual è la vostra posizione sull’Europa? A parte il legamento naturale definito all’interno dell’Europa, sogniamo una politica estera capace di porre al centro il sostegno allo sviluppo dei popoli del Sud del mondo. Inoltre siamo consapevoli, con il cardinal Martini, che la pace passa da Gerusalemme. C’è dunque l’esigenza di creare l’Europa del futuro a reale dimensione politica, superando l’esclusivo approccio economico. Qual è il terzo obiettivo che proponete? Riguarda il luogo politico che dovrebbe gestire questa nuova progettualità politica. Puntiamo all’innovazione del centrosinistra, riteniamo che il sistema dell’Ulivo debba evolversi fino a diventare sempre più un luogo di sintesi politica, capace di garantire le varie identità. Se dovesse nascere la Federazione, la vediamo come una tappa pro tempore. Oggi questo centrosinistra non è capace di risolvere i problemi del Paese, perché è ancora gestito da segreterie di partito che hanno una concezione burocratica della politica. È necessaria invece una nuova classe dirigente e che si creino le condizioni di un’assemblea costituente dei partiti, perché le attuali convention sono organizzate con il predominio delle burocrazie di partito, che tendono ad escludere ciò che nasce nella società civile. Oggi si stanno creando due Ulivi, uno che viene dai mondi sociali e l’altro dai partiti. Temo che la stessa candidatura Prodi sia di partito, invece il Professore ne meriterebbe una più ampia. Pino Nardi ti a quel paese. Lì ebbi a conoscere pienamente la sua paternità e saggezza, l’apertura al nuovo nella fermezza sui valori di sempre. Certo anche lì non mancarono i fuochi d’artificio, ma tali sempre rimasero, scintillanti ed innocui, capaci solo di cementare affetto e stima che, orgogliosamente, so rimasta reciproca. Non poteva una simile “imbarcazione” rimanere ancorata dentro un canale, sia pure importante. Il passaggio a Milano nell’antica e gloriosa sede di S. Babila fu preludio alla responsabilità di Vescovo ausiliare e Vicario episcopale per la città di Milano: vent’anni or sono. Le scintille, ormai solo verbali, lasciavano il posto a riflessioni pastorali sempre più complesse, pacate e condivise. Il Signore lo preparava alla responsabilità ben più grande di reggere la diocesi di Torino, succedendo a vescovi del calibro dei cardinali Fossati, Pellegrino e Ballestrero. Poi venne il tempo della croce. Una malattia subdola, lenta ma incapace di perdonare, ha pian piano tolto luce a quelle scintille che, nate nel profondo del cuore, cadevano abbondanti dalla sua bocca quasi a offrire a tutti la possibilità di accendere nuovi fuochi. Quale sia il disegno provvidenziale è difficile scoprire. Ora il vecchio rabbi dall’entusiasmo e dalle parole affascinati e travolgenti è soprattutto nel silenzio. Nel silenzio degli uomini certamente; ma quello di Dio non sarà capace di arrivare ancor oggi al suo cuore? Sono convinto di sì! Allora vecchio e amato rabbi, non importa se non puoi indossare la porpora che ti annovera nel Senato del Papa; hai scritto nell’immagine ricordo della tua creazione a Cardinale: «Anche se il mio sangue deve essere versato in libagione sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me» (Fil 2,17-18). Hai speso davvero bene la vita per il Signore e per la sua Chiesa: ne godiamo e ce ne rallegriamo con te: lo sappia o no, continuiamo a volerti tanto bene. In occasione dell’80° compleanno del cardinale Giovanni Saldarini, l’arcivescovo Dionigi Tettamanzi presiederà una messa sabato 11 dicembre alle 10.30 nella chiesa di San Francesco di Paola (via Montenapoleone 22). Parteciperà anche l’arcivescovo di Torino, cardinal Severino Poletto. ilnostro tempo SEGUE DALLA PRIMA Pregiudizio anticristiano? Noi... 11 GLI 80 ANNI DEL CARD. SALDARINI SEGUE DALLA PRIMA Palermo. I giudici del Tribunale di Palermo entrano in Camera di consiglio dopo aver ascoltato le dichiarazioni spontanee del senatore Marcello Dell’Utri, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Madrid. L’ex premier spagnolo Jose Maria Aznar (nella foto) compare davanti alla commissione parlamentare per gli attentati dell’11 marzo che fecero 191 morti a Madrid. Aznar dovrà spiegare se ci furono manipo- da Milano è perciò lazioni delle informazioni da parte del- un’altra: «Noi abbiamo l’esecutivo. focalizzato il lavoro progettuale intorno a un nuovo laburismo di ispiMilano. Tre- razione cattolica per l’IMARTEDÌ cento giovani talia. Quindi è una sceltravestiti da ta di campo culturale e tifosi pronti ad attaccare le forse dell’or- politico. Inseriamo così dine. Il questore di Milano, Paolo Scarpis, il progetto Paese nella denuncia il nuovo fenomeno di teppisti da stadio, alcuni dei quali appena quin- dinamica europea, ledicenni. «Quello che succede dentro e gandolo ai grandi filoni fuori lo stadio di San Siro è inaccettabile, del rinnovamento demoe non verrà più tollerato», ha dichiaratao. cratico del continente». Mangialardi, qual è Bari. Seconda vittima in tre giorni nella dunque il vostro oguerra tra clan che sconvolge Bari. È biettivo? stato ucciso Vito Romito, 18 anni, imparentato con due presunti esponenti del Ne abbiamo tre. Il priclan Strisciuglio. A sparare, due persone mo: un appello al monsu una moto. do cattolico sociale e a tutti i liberi e forti sulla necessità assoluta di superare ogni forma di integrismo nella società 30 Domenica 5 Dicembre 2004 n. 44 LE NOSTRE RUBRICHE il nostro tempo di no la Mi Direttore responsabile Giuseppe DEL COLLE Vicedirettore Claudio MAZZA DIREZIONE, REDAZIONE e AMMINISTRAZIONE Via Antonio da Recanate 1 - 20124 Milano Tel. 02.67.13.16.51 - Fax 02.66.98.39.61 E-mail: [email protected] Una copia € 0,80 - Arretrati € 1,60 EDITORE I.T.L. Srl - Via Antonio da Recanate 1 - 20124 Milano Presidente: Luigi Testore - Amministratore Delegato: Piero E. 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