AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 2 Istituto Statale di Istruzione Superiore Agraria G. Raineri - G. Marcora Supplemento al n. 3/2002 della rivista Progress in Nutrition - Reg. Trib. di Parma n. 4 del 21/1/1999 MAGGIO 2003 N.1 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 4 Sommario Il Benvenuto Appuntamenti Agricultura 5 Le News Notizie dal panorama scuola 6 Una Scuola, i suoi Prodotti La conferma della linea MAGISTER Supplemento al n. 3/2002 della rivista Progress in Nutrition Reg. Trib. di Parma n. 4 del 21/1/1999 Numero 1 Maggio 2003 Direttore Responsabile: Federico Cioni Direttore Scientifico: Mauro Sangermani Redazione: Primina Arbasi Roberto Belli Ulisse Ferrari Rosa Pagani Mariapia Poggi Giuseppe Romagnoli Marta Rutigliano Mauro Sangermani Collaborazioni: Alessandro Belli Marzio Cavacciuti Matteo Guasconi Paolo Nuvolati Andrea Pancini Davide Sogni Elide Valla Classe 5° A Segreteria di redazione: Emanuela Baldini Amministrazione: Maria Luisa Raffi Grafica: Andrea Sala Fotografie: Tino Petrelli Romagnoli Archivio Centro Scolastico Agrario Stampa: Mattioli 1885 spa - Fidenza (Pr) In copertina: Andrea Sala (Ciliegi in fiore) Stampato il 05/03 8 Coltivando le passioni Considerazioni di un’ex-studentessa del Raineri 9 Carriere Gian Pietro Molinari 9 Le nostre radici I mestieri di una volta 10 Fattorie aperte Percorsi formativi all’aria aperta 12 L’albero a Piacenza Censimento del verde pubblico a Piacenza 15 Oltre i confini Rassegne ed Eventi 16 Il Gastronauta attorno al pianeta piacentino Tradizioni alimentari del nostro territorio 18 Il Noce L’albero delle streghe 20 Fatti e Notizie che ci riguardano I nostri progetti 22 Alberghiero Un nuovo polo culturale a Piacenza Istituto Statale di Istruzione Superiore Agraria G. Raineri - G. Marcora Strada Agazzana,35 - Piacenza Tel. 0523.458929 Fax. 0523.458938 E-mail: [email protected] L’Invettiva 24 27 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 5 Il benvenuto A proposito di “Agricoltura”. Ma senza piaggeria possiamo affermare che oggi il Centro scolastico cerca di essere sempre all’avanguardia, “motore trainante”, uno stimolo per la società piacentina, perché chi è deputato all’educazione dei giovani deve possedere la necessaria sensibilità per “catturare” in tempo reale i mutamenti e proporli. “Agricultura”, ovvero la nostra Festa, quella cui teniamo maggiormente, forse perché con questa ricorrenza abbiamo voluto sancire, consolidare, rinsaldare, quel legame che ci unisce alla città di Piacenza ed a tutto il territorio, una provincia che nonostante i decenni di cambiamenti intercorsi, mantiene un suo “cuore agricolo”, il che significa che una consistente parte della sua Produzione Lorda Vendibile si alimenta dal comparto agro- alimentare. Da noi conservazione ed innovazione convivono da sempre: lo testimonia il Museo della civiltà contadina ma anche la trasformazione continua cui abbiamo sottoposto la nostra azienda tanto che oggi, dopo le prime serre con coltivazioni biologiche delle stelle di Natale, stiamo per certificare tutta la produzione e questo, per un’azienda che opera in pianura, è un traguardo non semplice. Non solo: mentre spopolano le trasmissioni culinarie, mentre la gente ricerca nel cibo proprietà salutistiche e quasi l’elisir di lunga vita e di felicità, noi da anni illustriamo ai nostri ragazzi la storia alimentare che si coniuga mirabilmente proprio con l’educazione al gusto, ovvero la conoscenza e l’utilizzo di quei prodotti tipici di cui è ricca la nostra provincia, proprio per tradizione storica. L’avvio dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione completa mirabilmente una funzione che il Centro scolastico ha iniziato da tempo: quella di essere punto di riferimento di formazione per tutta la filiera produttiva fino al consumatore, ovvero tutti noi. E scusate se è poco….. Ma per noi l’agricoltura e l’allevamento non significano solo aride cifre (anche se poi di fatto è l’economia il motore trainante della società); voglio connotare una vera e propria “agricultura” appunto, il che significa formazione di tecnici, ma anche tutela delle tipicità, difesa e promozione del territorio, delle sue peculiarità, il tutto in stretta sinergia con quei soggetti che insieme cooperano, più o meno armonicamente, a questo fine: dai pubblici, ai privati, dall’Università, agli enti di ricerca, di formazione, di credito, alle associazioni professionali, di prodotto, alle cooperative. Mauro Sangermani Il Dirigente del Centro Scolastico Agrario 4 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 6 Appuntamenti Notizie dal panorama scuola AGRICULTURA 2003 Infatti a loro è demandato il compito di illustrare e accompagnare i visitatori, far funzionare le apparecchiature dei laboratori e dell’azienda agraria, etc. 16-17-18 MAGGIO Potranno, ai diversi livelli della loro carriera scolastica, confrontarsi con la loro preparazione in una sorta di verifica estremamente impegnativa. Il mondo dell’agricoltura è affascinante, pieno di stimoli e curiosità, e la natura vi gioca un ruolo primario ed incontrastato. La manifestazione AGRICULTURA che il Centro Scolastico Agrario ripropone a seguito dei lusinghieri e consolidati successi, vuole essere essenzialmente un momento aggregante di tutta l’agricoltura della nostra provincia, per sensibilizzare l’opinione pubblica verso i valori ed il ruolo che l’agricoltura ha per il benessere dell’intera collettività. AGRICULTURA 2003 ha l’obiettivo, di proporre alla gente una giornata da trascorrere in piena serenità alla scoperta o alla riscoperta di un mondo, quale è quello dell’agricoltura, affascinante, pieno di stimoli e curiosità. AGRICULTURA sarà un momento molto importante anche per gli allievi del Centro Scolastico Agrario in quanto saranno loro i primi attori di queste giornate. 5 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 7 Le news Notizie dal panorama scuola Nel corrente anno scolastico, oltre alle ore di esercitazioni curricolari, tenute dalla Prof.ssa Elide Valla i ragazzi hanno seguito le lezioni svolte da esperti provenienti dall’associazione ANARB per quanto concerne la razza Bruna e dall’associazione ANAFI per quanto concerne la razza Frisona. CAMPIONATO NAZIONALE DELLA GARA DI VALUTAZIONE MORFOLOGICA SULLA RAZZA BRUNA e FRISONA Fiera regionale di Parma 05/04/2003 È da evidenziare il fatto che molti dei nostri allievi provengono da famiglie di agricoltori, coltivatori diretti e che quindi essi rappresentano il futuro della loro azienda, che potranno gestire con il supporto di conoscenze e tecnologie innovative e scientificamente fondate. Anche quest’anno gli allievi dell’Istituto Tecnico Agrario “G. Raineri” di Piacenza si sono aggiudicati il premio come primi classificati alla finale della gara di valutazione morfologica tenutasi presso la fiera regionale di Parma. A detta degli studenti, le motivazioni che li hanno portati ad affrontare questo specifico percorso scolastico possono essere così sintetizzate: un maggior approfondimento degli argomenti relativi alla disciplina “Tecniche di Produzione Animale”; un rapporto più diretto con le problematiche legate alla gestione dell’allevamento bovino; acquisizione di migliori capacità nel valutare, morfologicamente, la validità commerciale del bovino stesso; essere facilitati in un eventuale percorso extra-scolastico, al fine di un futuro inserimento nell’attività lavorativa. Hanno egregiamente rappresentato l’ITAS gli studenti: Bersani Fabio, Corvi Giuliano, Galli Fabio, Libelli Nicola, Montagna Andrea, Repetti Andrea (A), Repetti Andrea (B) Sfulcini Lorenzo, Silva Cristian, Zammatti Stefano, Ziliani Francesco, guidati dalla Prof.ssa Elide Valla. Alla finale hanno partecipato 10 Istituti Agrari provenienti da diverse regioni italiane, risultati i migliori dopo diverse selezioni tenutesi precedentemente in ambito di manifestazioni fieristiche svoltesi a livello provinciale, regionale e nazionale. Ultimo, ma non per importanza, è stato il desiderio di competere, di confrontarsi, di evidenziare le proprie conoscenze e, come in tutte le gare, di risultare VINCITORI! La gara è stata quindi caratterizzata da un forte agonismo, dal momento che le diverse squadre avevano capacità valutative analoghe e di conseguenza anche la Commissione ha avuto un compito non facile nell’esprimere il giudizio conclusivo. La scelta degli studenti rappresentanti l’ITAS Raineri di Piacenza è stata essa stessa frutto di una selezione che ha tenuto conto di competenze acquisite dopo un percorso durato diversi anni; i nostri allievi hanno infatti conseguito capacità professionali approfondite, sviluppatesi durante le esercitazioni pratiche che si sono tenute presso il centro aziendale dell’Istituto. L’Assessore della Regione Emilia Romagna Duccio Campagnoli premia gli studenti del Centro Scolastico Agrario per l’attiva partecipazione al SEMINAT 2003 6 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 9 Una Scuola, i suoi Prodotti La conferma della linea “Magister La linea Magister si arricchisce di due nuovi vini, lo spumante metodo classico e il malvasia secco. Il primo viene prodotto vinificando uve scelte di pinot nero, in questo modo dopo la fermentazione alcolica si ottiene il vino base (cuveè). In primavera la cuveè è stata messa in bottiglia dove si è avviata la seconda fermentazione o presa di spuma (tirage), che ha luogo molto lentamente e dura sino a sei mesi. In questo modo il vino diventa spumante. L’affinamento dello spumante ha richiesto un tempo di 15 mesi. Ad invecchiamento ultimato le bottiglie vengono poste capovolte sulle pupitres dove sono rimaste due mesi, in modo che il deposito formatosi sul fondo della bottiglia potesse precipitare nel collo della bottiglia stessa: operazione di remuage. Una volta illimpidito lo spumante è stato sottoposto alla sboccatura. Essa consiste nel far saltare il tappo che trascina con se il sedimento. Prima della tappatura definitiva con tappo di sughero è stata aggiunta la liqueur d’expedition. Ancora alcuni mesi di riposo hanno permesso l’affinamento del “BOUQUET” che risulta decisamente soddisfacente. Il malvasia secco è stato prodotto con uve provenienti da un vitigno malvasia e vinificate con una pressatura soffice. Si presenta di colore giallo paglierino, ha un profumo aromatico fruttato e il sapore è delicato e secco ma vivace. Si consiglia di servirlo dopo averlo raffreddato a 8°-10°. I prodotti sono in vendita presso la sede del Centro Scolastico Agrario 8 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 10 Coltivando le passioni Considerazioni di un’ex-studetessa del Raineri Purtroppo il mio viaggio si è concluso, ma quello che mi resta è un enorme bagaglio di esperienze e cultura che ha arricchito le mie idee e mi ha permesso di decidere serenamente e con chiarezza il mio futuro. Resterà comunque indelebile in me il profumo di caffè nei corridoi e quell’aria di familiarità che mi ha fatto sempre sentire come a casa. Sono tante le motivazioni che spingono un ragazzo alla scelta della scuola superiore, ma non è mai semplice conciliare i desideri della famiglia con le ambizioni e le attitudini personali allo studio. Anche se si ha chiaro in mente cosa si desidera, a quattordici anni ci si sente spesso ripetere che si potrebbe cambiare idea. A complicare tutto si aggiunge una nebbia di inquietudine e incertezza che fa accantonare le proprie aspirazioni e che sfocia nella paura di deludere le aspettative dei genitori. Così, qualunque sia il margine di libertà di scelta dato, ci si trova persi tra mille condizionamenti esterni. Paola Gherardi. Carriere Dopo tante considerazioni si affronta una realtà nuova e anche se da una parte l’entusiasmo non manca, dall’altra c’è l’impatto con nuovi rapporti da instaurare e il timore di apparire e di porsi in modo sbagliato. Gian Pietro Molinari Gian Pietro Molinari si è diplomato all’Itas Raineri nel 1967 proprio nell’anno in cui l’Istituto si era trasferito nella nuova sede sotto la presidenza del prof. Alberto Moia. In certi casi i successi non tardano ad arrivare sul registro; in altri, i fallimenti possono essere indice di una scelta sbagliata e di disinteresse, oppure di una mancata integrazione con i compagni. Molinari sottolinea l’importanza della formazione tecnicoscientifica ricevuta dalla scuola ed in particolare dalla sua docente di chimica, Annarita Volpi che gli consentì, dice celiando, di vivere di “rendita” il primo anno di Università a Parma grazie, ricorda, anche alle molte ore trascorse a scuola nelle esercitazioni di laboratorio. Ma del resto, sottolinea, la passione per la chimica fu una costante già nei suoi anni giovanili unitamente a quella per la matematica. Tra gli insegnanti Molinari ricorda la signora Cocconcelli Gregori (che poi fu preside della scuola) ed il marito ingegner Gigi Cocconcelli. A volte si dimentica che un ragazzo non è sempre e solo svogliato, ma che è una persona che può avere dietro a sé scenari non sereni e nel contempo deve crescere, formarsi e capire quale strada sia migliore per lui. La scuola viene spesso accusata di non offrire un valido appoggio ai genitori nella missione educativa e formativa dei ragazzi, ma se educare significa “tirare fuori” potenzialità e interessi, con la mia esperienza, posso dire che il Raineri ha avuto un ruolo fondamentale per la mia crescita personale e la scoperta delle mie passioni. Il merito è di tanti fattori: si inizia in classe con docenti capaci di appassionare allo studio e si continua con varie esperienze pratiche proposte nel corso degli studi. Molinari si trasferì per gli ultimi due anni a Milano specializzandosi nella sintesi dei prodotti chimici ed attività biologica poi testati in ambito farmaceutico e come antiparassitari. Ed anche in questo settore, sottolinea, fu avvantaggiato dal fatto di aver conseguito il diploma di perito agrario con una solida base nella biologia. Partecipare alle numerose manifestazioni insegna a rapportarsi con le persone, spiegare al pubblico quello che si è appreso comporta un implicito approfondimento della materia. Dal ’75 è passato, come ricercatore nei prodotti fitosanitari, alla Cattolica di Piacenza applicandosi prima nello studio di prodotti innovativi, quindi ampliando i propri interessi. L’opportunità di uno stage estivo in un’ azienda o in un ente permette lo svolgimento effettivo della professione del perito agrario. Nominato professore incaricato ha proseguito la carriera universitaria fino a divenire professore ordinario di chimica e biochimica dei fitofarmaci e residui, nonché docente di chimica analitica. Ha al suo attivo oltre cento pubblicazioni su riviste scientifiche italiane e straniere. E’stato docente prima di biochimica quindi di chimica antiparassitaria ed ha collaborato con società straniere come la BBA tedesca e l’EPA americana interessandosi in particolare degli standard di qualità. Da questo ha sviluppato la propria ricerca proprio nel campo della qualità, sia nei laboratori quindi per il settore agro- alimentare ed è entrato a far parte del Comitato tecnico del MIPAF per la valutazione dei centri di ricerca. Da non dimenticare la presenza presso il Raineri della Flying-Team cooperativa di transizione scuola lavoro, la quale si è costituita qualche anno fa e permette agli alunni che decidono di farne parte di vivere esperienze lavorative in diversi settori: ad esempio, sono stati organizzati convegni sull’alimentazione, rafforzati rapporti di collaborazione con la Provincia e svolte ricerche storiche per la certificazione dei prodotti tipici. Il vero valore di questa cooperativa è quello di dare ai ragazzi l’opportunità di provare ad essere imprenditori di se stessi e di potersi mettere alla prova in varie attività che permetteranno loro di meglio calibrare le scelte future. È responsabile del prestigioso Laboratorio di tecnologia e merceologia (LTM) dell’Università agraria nonché direttore qualità ECEPA, ente di certificazione. Molinari è altresì responsabile della sicurezza per la sede di Piacenza e Cremona. L’incarico in Polonia è l’ultimo tassello di una carriera di studioso veramente ecomiabile. Non si può sottovalutare, infine, il significato della festa di Agricultura che accresce l’affiatamento tra compagni. Con la collaborazione di tutti, si festeggia una scuola meravigliosamente speciale. 9 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 11 Le nostre radici I mestieri di una volta Un giorno era stata catturata una biscia e come al solito veniva fatta roteare in alto e lanciata lontano, ma un tiro maldestro la fece cadere in testa a un sorvegliante che si inquietò e chiese chi fosse la responsabile. Nessuna denunciò la colpevole. IL LAVORO DELLE MONDINE Come molte sue coetanee, Maria, nel periodo dal 1930 al 1935, faceva la mondina nella provincia di Vercelli per 40 giorni o a Maggio/Giugno o a fine Agosto. Il lavoro della mondina consisteva nel togliere le erbe infestanti dalle risaie. (Le vicende sono state vissute dalla signora Maria e raccontate dalla sorella Elda, ottantenne). Alessandro Belli In ogni paese c’era una capogruppo che raccoglieva le adesioni delle interessate, in prossimità della “campagna.” Le ragazze venivano trasportate alla stazione con un carro trainato dal cavallo: la barra. Giunte a destinazione venivano assegnati gli alloggi, che erano grandi stanzoni dotati di rudimentali servizi. Dormivano a terra su pagliericci ricoperti dalle lenzuola portate da casa. L’unico strumento di lavoro era un legno appuntito, la caviccia, usato per trapiantare le piantine ed estirpare le erbe infestanti. L’abbigliamento veniva portato da casa e consisteva in gonnelloni che venivano legati come pantaloni, in grandi cappelli di paglia e in calzettoni lunghi sopra il ginocchio. Lavoravano 10 ore al giorno con i piedi nell’ acqua, sempre curve e disturbate da zanzare, sanguisughe e bisce d’ acqua. I pasti erano frugali: generalmente consistevano in riso e fagioli , integrati da altri generi alimentari portati da casa (salame, formaggio); talvolta veniva offerta la polenta e c’era sempre poco pane. A fine agosto le mondine ricevevano la paga in soldi e riso in parti equivalenti; a Maggio-Giugno la paga consisteva in una lira al giorno. Il salario veniva utilizzato per acquistare il corredo, o per raggranellare una piccola dote prima di sposarsi. Se una mondina sfortunatamente si ammalava veniva mandata a casa, in quanto non esisteva la mutua. I rapporti con i capi erano poco democratici e improntati sullo sfruttamento e sulla sottomissione dei lavoranti. L’ unico momento di riposo era la domenica pomeriggio: infatti si ricevevano anche le visite dei parenti che muniti di bicicletta arrivavano da Piacenza fino nella provincia di Vercelli; di sera nella corte spesso si ballava o si cantava, oppure si andava al paese vicino. Durante il lavoro le mondine usavano cantare canzoni, come per esempio: sciur parun da li beli braghi bianchi…….fora li palanchi….fora li palanchi… La risaia 1943 10 (foto Tino Petrelli) AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 12 IL LAVORO DEL BERGAMINO Un anno alla famiglia del bergamino fu affidato il compito di curare, zappare e raccogliere un campo di barbabietole. A San Martino il padrone avrebbe pagato il lavoro eseguito. A causa di una discrepanza sulla cifra pattuita il bergamino andò alla Camera del Lavoro per far revisionare i conti; gli furono riconosciuti i suoi diritti, ma dopo aver saldato il debito il padrone lo cacciò con tutta la famiglia. Il bergamino era anche detto obbligato: infatti doveva persino dormire nella stalla in una baracca. La moglie del bergamino era detta bergamina. Il bergamino era stipendiato per tutto l’anno. Aveva diritto a farsi un pollaio (12 galline che potevano covare e i pulcini erano da dividere con il padrone), poteva allevare un maiale, aveva diritto alla legna per fare il bucato due volte l’anno, ad un litro di latte al giorno e ad una certa quantità di frumento per farsi il pane. Partirono tutti su un carro a due grandi ruote (la barra) sul quale erano stati caricati il mobilio, gli animali del pollaio, il maiale, la legna e i pochi indumenti. Portavano con loro una grande pentola piena di castagne cott a ballitt con un duplice scopo: avere da mangiare e nel contempo scaldarsi le mani. Il trasloco veniva fatto dalle donne e dai bambini, in quanto il bergamino doveva partire per la nuova destinazione nottetempo in bicicletta col scagn dal bargamein caricato sulle spalle, per poter effettuare la prima mungitura alle tre del mattino. Doveva tagliare il foraggio per dare da mangiare alle bestie e accudire 12 vacche: “spesa”. Ogni mese al bergamino veniva dato un acconto sullo stipendio; la cifra rimanente veniva segnata su un libretto e alla fine dell’ anno i padroni davano il conguaglio. Questa pratica portava spesso a contestazioni e a diverbi tra padrone e lavoratore. (Le vicende sono state vissute dal Sig. Ildebrando e raccontate dalla figlia, signora Elda, ottantenne). Alessandro Belli La bergamina 1942 (foto Tino Petrelli) 11 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 13 Fattorie Aperte Percorsi formativi all’aria aperta G. RAINERI G. MARCORA Provincia di Piacenza 3) Azienda Agrituristica “Castello di Luzzano” di Fugazza Maria Giulia e Giovanella Loc.Luzzano – ZIANO P.NO – tel. 0523/863277 Colture: vigneti. Prodotti: vini DOC. Cantina. Orario 9/12 – 14/18 Produzione integrata. Azienda agrituristica. Vendita diretta vini. BENVENUTI NELLE FATTORIE APERTE Ventinove aziende piacentine, quindici delle quali ad indirizzo biologico,vi aspettano per mostrarvi i loro prodotti, come li producono,… e farveli assaggiare. 4) Azienda Agricola “Molino dei Fondi” di Sartori Giancarlo e Paolo Località Molino dei Fondi – CAMINATA – tel. 0523/990607 Colture: foraggi e cereali, boschi. Animali: bovini, suini, cavalli, ovicaprini,animali da cortile. Orario 9/12 – 14/20 Produzione biologica. Fattoria didattica Anche quest’anno, l’11 e il 18 maggio, i piacentini potranno avvicinarsi alla campagna e riscoprire le aziende agricole della nostra provincia. 5) Azienda Agrituristica “La Bosana” di Origgi Ambrogio Loc. Bosana – Via Canova, 12 – PIOZZANO Tel. 0523/970415 Animali. Cavalli, capre. Azienda Agrituristica. Fattoria didattica. Ritorna infatti l’iniziativa “Fattorie aperte”, un progetto per avvicinare i cittadini alla campagna e alla cultura del territorio rurale. L’obiettivo è quello di favorire una maggiore conoscenza delle produzioni agroalimentari, ed in quest’ottica la fattoria si presenta come luogo di produzione, custode del territorio, di conoscenze ed esperienze, valori da scoprire e comunicare. 6) Azienda Agrituristica “I Pianoni” di Lafranconi Mauro Loc. I Pianoni – PIOZZANO – Tel. 0523/979422 e-mail: [email protected] Colture:cerealicole,foraggere. Animali:allevamento capre e pecore. Prodotti:formaggi di capra e misti. Caseificio aziendale. Produzione biologica. Azienda agrituristica. Fattoria didattica. Vendita diretta. 7) Azienda Agricola “Bosco del Papa” di Ferrari Mario Loc. Bosco del Papa – Strada Poggio Novati, 14 – PIOZZANO tel. 0523/970130 Orario 9/12 – 14/18 Colture: cereali. Foraggere. Boschi. Orto. Alberi da frutta di antiche varietà. Animali: bovini da carne, animali di bassa corte. Prodotti: frutta. Prodotti orticoli. Produzione biologica. Vendita diretta prodotti orticoli, frutta, conserve e marmellate. 8) Azienda Agricola “L’Operaia” di Ecotti Daniele Loc. Piani di Busseto – PECORARA – tel. 349/6623062 Colture: pascoli, foraggere, piccolo frutteto di varietà antiche, boschi. Animali. Bovini da latte, pecore, animali di bassa corte, api. Prodotti: miele e prodotti dell’alveare, ortaggi, uova, pane, dolci.farina: Azienda di montagna. Accesso poco agevole per 2 km. di strada bianca Vendita diretta 9) Azienda Agrituristica “Bosco Gerolo” di Foppiani Daniele e Mauro Loc. Gerolo – RIVERGARO – tel. 0523/952540 – e-mail: Colture: cereali, orticole. Animali: bovini, maiali, caprette e animali da cortile. Prodotti: formaggi ed ortaggi. Caseificio aziendale. Orario 10/18 Produzione in conversione al biologico. Azienda agrituristica. Fattoria didattica.Vendita diretta 10) Azienda Agricola “La Pagliata” di Mazzocchi Mauro Loc. Pagliata . TRAVO – tel. 0523/950541 – e-mail: Colture: vigneto, cereali, foraggi. Prodotti:vini DOC. Orario 9.30/12 – 14.30/18 Produzione in conversione al biologico. Vendita diretta vini. 1) Azienda Agricola Pagani Luigi Via Marconi 60 – ZIANO P.NO – tel. 0523/863203 e-mail: [email protected] Colture:vigneto. Prodotti:vini DOC.Cantina. Produzione integrata. Vendita diretta. 11) Azienda Agrituristica “San Martino” di Ludovico Emma Loc. Cà Donica, 6 – San Martino – BOBBIO – tel.339/7865868 – 333/9691991 Colture: cereali, foraggi, boschi, orto. Animali: cavalli, capre, animali da cortile. Prodotti: farina, ortaggi, uova. Orario 9/12 – 15/18 Produzione biologica. Azienda agrituristica. Vendita diretta 2) Azienda Agrituristica “Campo del Corbellaio” di Braghieri Ferruccio Loc. Case Galli – Via Albereto, 79/C – ZIANO – tel. 0523/860265 Colture: vigneto. Piccolo frutteto,orticole,foraggi,seminativi. Animali:suini e animali di bassa corte. Prodotti: vini DOC e ortaggi. Cantina. Produzione integrata. Vendita diretta. 12 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 14 Regione Emilia-Romagna Assessorato Agricoltura, Ambiente, Sviluppo Sostenibile 21) Azienda Agricola “Morini S.S.” di Morini Gian Paolo Loc. Godi – Via Gerbido, 25 – SAN GIORGIO – tel. 0523/530440 Colture: cereali. Animali: allevamento suini. Prodotti: carni fresche suine, prodotti lavorati ed insaccati. Laboratorio per lavorazione della carne. Vendita diretta carni e salumi 12) Azienda Sperimentale “Vittorio Tadini” Loc. Gariga – PODENZANO - tel. 0523/523032 – 523033 Colture: cereali autunno vernini ed estivi da granella e trinciato, foraggere, pomodoro. Animali:bovini da latte. Produzione integrata. Sperimentazione in agricoltura. Visite guidate: dalle ore 9,00 alle ore 12,00 e dalle 14,00 alle 17,00 ogni ora 22) Azienda Agricola “Podere Campagna”di Nicholls Marco Loc. Corneliano, 11 – SAN GIORGIO P.NO – tel. 0523/530354 Colture: frutteto, foraggi, boschi. Prodotti: frutta Produzione biologica. Vendita diretta frutta (mele, pere, susine, nocciole) 13) Azienda Agrituristica “C’era una volta” di Faini Maria Loc. Zerbione – VIGOLZONE – tel. 0523/384926 Colture: viti, frutteto, cereali, foraggi. Animali: api. Prodotti: vino, miele. Orario 9/12 – 14.30/18 Produzione biologica. Azienda agrituristica. Vendita diretta vino, miele, saponette e candele fabbricate con i prodotti dell’alveare, farine. 23) Azienda Agricola “F.lli Gennari” di Gennari Gianfranco e Roberto Loc. Casa Nuova, 19 – MAGNANO – CARPANETO tel. 0523/850261 Colture: vigneto, ciliegi, boschi di castagno. Prodotti: vini DOC. Cantina.orario 9/12-14/18 Produzione integrata. Vendita diretta vino, uva, ciliegie. 14) Azienda Agrituristica “I Ronchi” di Bernardi Claudio Loc. Ronchi di Villò - VIGOLZONE – tel. 0523/870366 e-mail: [email protected] Colture: vigneto, boschi. Prodotti: vini DOC. Cantina orario 9/1214.30/18 Produzione biologica. Azienda agrituristica. Vendita diretta. 24) Azienda Agricola Cardinali Giulio Loc. Montepascolo – CASTELL’ARQUATO – tel. 0523/803502 Colture: vigneto. Prodotti: vini DOC. Cantina-barricaia Orario 10/12 – 14/18 Produzione Integrata. Vendita diretta vini e grappe. 15) Azienda Agrituristica “Ronco delle Rose” di Sacchi Davide Loc. Casa Gatti di Carmiano – VIGOLZONE – tel. 0523/877267 Colture: vigneto, cereali, foraggere, piccolo frutteto. Animali: api. Prodotti: vini DOC, miele. Cantina Azienda Agrituristica. Vendita diretta. 25) Azienda Agricola “Tina” di Loffi Celestina Loc. Cà Sandè, 1 – GROPPARELLO – tel. 0523/857210 Colture: cereali, foraggi, piccolo frutteto. Animali: struzzi e animali da cortile Prodotti: prodotti degli allevamenti. Orario 10.30/18 Fattoria didattica. Vendita diretta. 16) Azienda Agricola Marengoni Silvio, Lino e Flavio Loc. Cà Bianca – PONTE DELL’OLIO – tel. 0523/877229 Colture: vigneto, prati, foraggere. Prodotti: vini DOC. Cantina.Orario 10/12-15/19 Produzione integrata. Vendita diretta. 26) Azienda Agrituristica “Cà Visconti – La Bottaccia” di Visconti Edoardo Loc. Case Barani, 14 – VERNASCA –tel. 0523/892533 Colture: cerali, vigneto, noccioleto, cavalli, api. Prodotti: vini DOC, nocciole, miele, frutta. Cantina. Produzione biologica. Azienda agrituristica. Fattoria didattica. Vendita diretta. 17) Azienda Agrituristica “La Conca d’Oro” di Morselli Luigi Loc. la Valle di Castione – PONTE DELL’OLIO – tel. 0523/712420 Colture: seminativi, vigneto, frutteto, foraggere, bosco. Animali: da cortile, caprette e mufloni. Prodotti:vini DOC, uova, frutta, cereali.9/1214.30/18 Produzione biologica. Azienda agrituristica. Fattoria didattica. Vendita diretta 27) Azienda Agricola Lusignani Alberto Loc. Vigoleno, Via Case Orsi, 9 – VERNASCA – tel. 0523/895178 Colture: vigneto. Prodotti: vini DOC. Cantina. L’azienda rientra nel territorio del Parco Fluviale dello Stirone.orario 9/12 – 14.30/18 Produzione integrata. Vendita diretta. 18) Azienda Agrituristica “La Pattona” di Civetta Amedeo Loc. Pattona di Castione – PONTE DELL’OLIO – tel. 0523/878843 Colture: cereali, foraggi, frutteto, orto. Animali: Asini e animali da cortile. orario 14/19 Produzione biologica. Aperta solo l’11/5 28) Azienda Agricola “Massina” di Refolli Patrizia Loc. Massina di Vigoleno – VERNASCA – tel. 0523/895384 Colture: viti, cereali, foraggi, boschi di castagno. Animali: polli, lepri, conigli, api. Prodotti: vini DOC, Vin santo di Vigoleno, miele, salumi. Cantina. L’azienda rientra nel territorio del Parco Fluviale regionale dello Stirone.Orario 10/12 – 14.30/18 Produzione integrata. Vendita diretta 19) Azienda Agrituristica “La Fattoria” di Didoni Massimo Loc. Caslasca, 54 – BETTOLA – tel. 0523/911768 Colture: foraggi, noccioleto, orto. Animali: caprini e animali da cortile. Prodotti: ortaggi, uova, pollame. 9/11-15/19 Produzione biologica. Azienda agrituristica. Vendita diretta. 29) Cooperativa Agricola Parco Monastero Loc. I Rabbini di Monastero – MORFASSO – tel. 0523/914257 e-mail: - Referente:Pompini Andrea Aziende referenti: Az. Tiramani Claudio – Loc. Tiramani; Az. Calestani Paolo – Loc. Oddi/S. Michele – tel. 918338; Az. Bardetti Giuseppe – Loc. Bardetti – tel.914119 Colture: cereali (anche di antiche varietà), foraggi, frutteto (frutta antica), boschi. Animali: bovini da carne, animali da cortile. Prodotti: cereali, castagne. Produzione biologica. 20) Azienda Agrituristica “Le Sermase” Loc. Micelli, 58 – FARINI – tel. 0523/915330 Colture: cereali, foraggi, patate. Animali: bovini ingrasso. Prodotti: carne, patate. Produzione biologica. Azienda agrituristica. Fattoria didattica. Vendita diretta. 13 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 15 Censimento del verde pubblico CITTÀ DI PIACENZA L’Albero a Piacenza Censimento del verde pubblico nella città di Piacenza Una tematica di primaria importanza per ogni area urbana è la gestione del verde pubblico sia dal punto di vista della qualità ambientale sia per la sicurezza che ne deriva. Piacenza possiede un patrimonio di verde pubblico discreto, per alcune aree storico, per altre di recente impianto. Per affrontare in modo razionale la gestione del verde il primo passo da compiere è un censimento accurato di tutto il patrimonio urbano esistente. Il Comune di Piacenza ha affidato quindi all’Istituto Statale di Istruzione Superiore Agraria G. Raineri - G. Marcora l’incarico di Progettare ed eseguire, in collaborazione con TESA, il censimento del verde pubblico comunale. Il Censimento che si propone non avrà valenza soltanto quantitativa, ma anche qualitativa e questo diverrà strumento per successivi lavori. Temativa del progetto Censimento delle alberature e delle aree verdi della Città di Piacenza Finalità G. RAINERI G. MARCORA •Rendere gli studenti protagonisti in un rilievo di pubblica utilità •Comprendere l'importanza del rilievo nel procedimento scientifico •Sviluppare la consapevolezza e la partecipazione alla promozione del bene pubblico •Collaborare con altri ordini di scuole AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 16 L’albero a Piacenza Di primaria importanza per ogni area urbana è la gestione del verde pubblico sia dal punto di vista della qualità ambientale, sia per la sicurezza da che ne deriva. IL VEGETALE: UNA FABBRICA STRAORDINARIA I vegetali sono le “fabbriche” più importanti del nostro pianeta. Come primo anello della catena alimentare, essi riescono a trasformare determinati composti minerali in carboidrati, proteine e grassi, destinati all’ edificazione e al movimento degli organismi animali (uomo compreso), fatti tutti di carbonio, ossigeno, idrogeno, azoto, calcio, fosforo, ferro, potassio, zolfo, ecc., mirabilmente “legati” tra loro per originare muscoli, tendini, pelle, vene, sangue, ossa, peli, ecc. La pianta (sia arborea che erbacea) è un abile muratore che utilizza la malta (cioè l’energia luminosa del sole) e tre materiali di base – l’anidride carbonica (prelevata dall’aria), l’acqua e i sali minerali (prelevati dal terreno) – per costruire direttamente se stessa senza altri intermediari. Questo muratore, autonomo nel plasmare se stesso ed automatico per quanto riguarda il ritmo produttivo, è un campione di altruismo. Da vivo, si fa in quattro per nutrire gli altri e, a chi lo mangia, regala pure ossigeno ricevendo in cambio anidride carbonica, preziosa fonte di carbonio e di ossigeno, utili per formare le sostanze ternarie (aggregati di carbonio, ossigeno e idrogeno) e le sostanze quaternarie (aggregati di carbonio, ossigeno, idrogeno e azoto). Da morto, quando si fa bruciare dall’uomo oppure quando si offre in pasto agli organismi decompositori (batteri, funghi saprofiti, ecc.), si ritrasforma nei singoli materiali di base – cioè anidride carbonica, acqua e sali minerali – rimessi subito a disposizione di nuove piante. E le sue forme esteriori, i suoi colori, l’ombra della sua chioma, la musica delle sue fronde mosse dal vento? Tutto bellissimo. Vien proprio voglia di cantargli “Dio, come ti amo!”. Piacenza possiede un patrimonio di verde pubblico discreto, per alcune aree storico, per altre di recente impianto. Per affrontare in modo razionale la gestione del verde il primo passo da compiere è un censimento accurato di tutto il patrimonio urbano esistente. Il censimento avviato dal nostro Istituto su mandato del Comune di Piacenza ed in collaborazione con TESA non ha valenza solo quantitativa, ma anche qualitativa e diverrà strumento di lavoro per successive azioni. Robinie 140 170 320 400 1020 5250 Carpini Aceri Liquidambar Platani 0 1000 2000 3000 4000 5000 6000 5 30 8 15 25 20 13 30 Tigli Maggiociondoli Ibischi Ciliegi Noci americane Noci nostrane Pioppi 20 Pini 25 48 40 48 45 40 12 Cedri 0 Ulisse Ferrari Sorbi Frassini Querce Prunus Faggi Ippocastani Bagolari Ailanti 20 40 60 15 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 17 Oltre i confini Rassegne ed Eventi Comune di Piacenza Provincia di Piacenza SCENARIO DELL’ INIZIATIVA L’iniziativa è stata realizzata, con l’insostituibile contributo degli allievi del corso “3° AT Tecnico del verde” del Centro Scolastico Agrario, nel padiglione B di Piacenza Expo. Attraverso un’accurata ambientazione è stata ricreata la casa di campagna contornata da orto, giardino, frutteto, box animali, aia. Attorno a questa area sono stati esposti appositi pannelli che visualizzano i diversi progetti legati al verde realizzati, o in fase di realizzazione, dalle Amministrazioni locali. Il SEMINAT è la manifestazione che da 22 anni annuncia l’arrivo della primavera proponendo una esposizione florovivaistica di alto livello. La manifestazione affermata su un vasto territorio, che va oltre a quello provinciale, è visitata da 20-22 mila persone e rappresenta una rassegna leader del settore. In questo ambito è stato realizzato un progetto proposto dal Centro Scolastico Agrario e supportato dal Comune di Piacenza e dalla Amministrazione Provinciale di Piacenza. Un intero padiglione di circa 1000 mq è stato allestito come area ideale per “Vivere il verde” Attraverso un percorso è stata data la possibilità al visitatore di trarre informazioni su quanto le amministrazioni locali stanno facendo in favore del verde pubblico, di assumere nozioni, far scaturire idee e curiosità su come allestire un giardino o un orto, come curare i piccoli animali della fattoria etc.etc. In questo itinerario il visitatore si è reso conto anche del valore che ha il verde per il bene di tutti e di quanta professionalità occorra per gestire questa tematica. La classe II A della scuola elementare Vittorino da Feltre partecipa al laboratorio di “ADESSO PASTA!!” preparando i pissarei Una piazzetta delle prelibatezze piacentine ha dato modo agli oltre ventitremila visitatori di acquisire conoscenze di cucina tipica piacentina, degustare le preparazioni, partecipare ad appositi laboratori. Spazi gioco per i bambini, aree verdi e alberate hanno fatto da contorno all’intera iniziativa. Un articolato programma di laboratori didattici ha completato l’iniziativa: si è potuto imparare a potare, vedere al microscopio come è strutturata una foglia o una radice, come si predispone un orto, come si allevano le api etc.etc. 16 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 18 CONCORSO ENOGASTRONOMICO Una combinazione di mare e di terra: la ricetta che ha vinto il primo concorso “Fantasia di Campagna Amica”, promosso dalla Coldiretti dell’Emilia Romagna, è il “Tortino di asparagi con mousse di gamberi”, un antipasto freddo presentato dall’Istituto di Istruzione superiore “Artusi” di Forlimpopoli (Forlì). Riservato agli studenti delle scuole alberghiere dell’Emilia Romagna per la preparazione di una ricetta a base di prodotti tipici emiliano romagnoli, il concorso si è svolto all’interno della Fiera di Modena, dove 150 imprese hanno portato i prodotti enogastronomici regionali nell’ambito del progetto Campagna Amica, voluto dalla Coldiretti per avvicinare i produttori ai consumatori. L’Istituto “Artusi” ha avuto il massimo riconoscimento da una giuria presieduta da Bruno Gambacorta, giornalista, conduttore del programma “Eat parade” del Tg2, Roberto Zalambani, segretario della stampa agroalimentare dell’Emilia Romagna, Donato Dolzani, docente esperto di vini, Vinicio Sighinolfi, titolare del noto ristorante modenese “Vinicio”, Vanni Girotti, presidente di Coldiretti Modena. QUANDO I CILIEGI SONO IN FIORE Sabato 5 aprile 2003, nel pomeriggio, presso il ceraseto (ciliegeto) del Centro Scolastico Agrario, si è svolta la festa dei ciliegi in fiore a cui hanno partecipato scolaresche cittadine ed un folto pubblico. Al concorso al quale hanno partecipato anche l’Accademia della cucina piacentina, l’Istituto statale “Motti” di Reggio Emilia, il centro di formazione “Nazareno” di Carpi (Modena), si è distindo il Centro Scolastico Agrario di Piacenza che ha partecipato con la classe terza dell’Agrituristico professionale; per l’occasione gli allievi hanno ammannito una ricetta tipica della cucina piacentina, i pissarei e fasö; nella preparazione del sugo stavolta è stato utilizzato, nel soffritto, il Gutturnio prodotto nella cantina della scuola di Castelsangiovanni. Molti sono arrivati in bicicletta da Piazza Cavalli guidati dall’Assessore Giovanna Calciati, pedalando sulla ciclabile per Vallera. La manifestazione, rallegrata dal concerto eseguito dagli allievi del Nicolini, ha visto i bambini protagonisti di una estemporanea di pittura e di un’allegra merenda a base di pane, burro, marmellata di ciliegie. I fragranti pani caserecci sono stati gentilmente offerti dall’Associazione panificatori piacentini. Il professor Ulisse Ferrari ha intrattenuto i presenti proponendo giochi enigmistici a sfondo naturalistico e vivaci lezioni di ecologia, mentre alcuni allievi hanno mostrato al pubblico foglie e fiori al microscopio. Il pomeriggio nel frutteto fiorito ha ricreato l’atmosfera delle buone cose del tempo passato, risvegliando nei partecipanti il desiderio di un contatto più diretto con la natura. 17 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 19 Il Gastronauta attorno al pianeta piacentino Tradizioni alimentari del nostro territorio FUORI I SECONDI I TORTELLI TORTELLI CON SPINACI È il tipico piatto piacentino di magro, caratterizzato anche dalla particolare forma con le code, che richiede però una certa tecnica ed abilità di preparazione. Il famoso detto dialettale è: “ ‘l turtell l’è cmè l’anvein, l’è ‘l piatt di piasintein !! “ INGREDIENTI Per la pasta: Dopo il successo di “Adesso Pasta!!” per gli insegnati delle scuole piacentine viene proposto “Fuori i secondi”. 400 gr: di farina 3 uova acqua sale un cucchiaio d’olio L’iniziativa promossa dall’Amministrazione Provinciale in collaborazione con il Centro Scolastico Agrario e il Ristorante “Il Piccolo Roma” è indirizzata alla comprensione del significato del prodotto tradizionale e cosa rappresenta dal punto di vista culturale, alla conoscenza, almeno per quelli maggiormente rappresentativi, delle caratteristiche, dei processi di lavorazione, gli aspetti gastronomici e gustativi, l’utilizzo in cucina, al fine di fornire un valido supporto agli insegnanti che progettano e realizzano percorsi didattici di educazione alimentare. Per il ripieno: 300 gr. di spinaci (o erbette) 200 gr. di ricotta 80 gr. grana padano grattugiato 1 uovo sale e pepe noce moscata L’iniziativa si tiene presso il “ Piccolo Roma” guidata dallo chef Carlo Rocca ogni lunedì di maggio. PREPARAZIONE Preparare una sfoglia sottile, dividerla in strisce a forma di rombo di circa 8 cm. di larghezza. Preparare il ripieno nel modo seguente: lessare le biete e gli spinaci, scolarli, strizzarli e tritarli finemente. Amalgamare insieme la ricotta all’uovo e al grana padano, indi unire il sale, pepe e la noce moscata. Porre un poco di ripieno su ciascuna striscia di sfoglia, prendere la sfoglia con il ripieno nella mano sinistra e con la destra ripiegare la pasta su se stessa, chiudendo così il tortello a forma di treccia. Lessare i tortelli in acqua bollente e salata. Lo chef Carlo Rocca illustra la preparazione del cappone ripieno. Scolarli e servirli con burro e formaggio grana padano grattugiato. 18 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 20 Quand me s’era piccinein, Tra una platta e tra un basein Me am sintiva a predicä: - Sippia Pür di fürtünä, ma ne spera mäi c’at tucca di turtei a mzüra ad bucca!Da cla vota a i’ho capì Cl’è quistion da fägla dì A al turtell (quand al capitta) L’è cmé al libar ad la vitta: - << Dimm cma i’enn i ro turtei… ed io ti dirò chi sei!>>- Ma s’ienn fatt col noss furmeint Dür, c’al crida sutt i deint… Va zù l’acqua pr’un canäl… La fa andä una röda a päl… E una bella mülnareina A l’insacca la fareina… Se un spunson, coi brass bei bianc Fonda i pügn, la meina i fianc, in sla tävula da stiä le, cantand l’ha pericciä un sfuiö cl’ha gnanca una fall süttil, candid cmé al parcall… Se una bella muntnareina Con la cräva e la vaccheina (scadä al latt, fora la scotta) l’ha manì la so ricotta, che a biassäla a fa piaser frësca e umana cmé un bütter… E sicür cma fa ragass, da dvintä po un gran siurass, me ma vdiva in dla tundeina di turtei con tant da schiena. Là sgüttä in dla bagna sua C’una spanna e mezz ed cua; e me deintr in bucca e… futtt! Cmé un ratton zù pr’un cundutt. Me an fag minga mäi quistion s’i’enn vistì sla so stagion: ei mulzein, vistì da estä? Slacc in bucca e lassia andä! Ennia stagn, vistì da inveran? Se un bell tocc ad paisanella, pena dein de la putrella, in dl’urtass, sutta a la vida, l’ha sarnì ill mei föi ad bida… Se un furion dill noss campagn Tütta mzëtta e tütta scagn Bid, ricotta e schizza e meina L’ i’ha passä par la sdasseina… Prest in bucca senza seran!… Ponta e sbüsa innanz col müs Cl’ha da fä a passä pr’al büs Da tant gross e tond ca l’è; al sbarbata i pe dadré… trà al cuvein… bigna… gii, gii… un scrullon e l’è sparì. Al turtell? L’è (cmé l’anvein) Al mei piatt di Piasintein; ma l’anvein lü l’è un grand siur e al turtell l’è al so fattur, un po’ sgrezz, ma al pöl astä in sla tävla anca dal Re, s’i’enn con tütt i sintimeint, e ch’is postan sutt i deint. I’enn bon cäd e i’enn bon frëd Col bütter po gnan da crëd; lavä in dl’acqua ancora i van; bon sürbìa in dal nustran, e al de dop lìè ancora bella fäi saltä par la padella: Se po inturn a stu sfuiö Tre bell fiöll, coi brass fatt sö Vüna a täia e l’ätra ad par Posta al piin col so cücciar, l’ätra in man, coi spizzyghein fa la crësta e po al cuvein… Se la mamma, ad bella cera, pronta in man la misculera, tütta atteinta a la cüräva la pügnetta cla s’alväva e po zù! Dla consa abbassa in d’na bella süpparassa… Se a sta tävla allegra e bianca An gh’è ansöin di noss c’ag manca A fäs là dai dü nunnein Feina all’ültim piccinine… Se al papä, gris cavì, diz: sarviv fein ca vurì, ma purtèn un tagamein a la vedva ché visein… ah! Al turtell, Piaseinza mia, Al turtell par me al g’ha dein l’anma e al cör di piasintein! Ah! In dla vitta a l’è un att bell Quand t’infreins al to turtell E va in sö un po’ ad füm alzer Cmé un suspir, cmé un bon pinser, E al to cör al rida e al dis: -Pri mé fiö e pri mé amis, Diu! Ca pössa seimpar fäia Senza brega da cüntäia…! - <<Donna giuvna, vein, turtell e va là che al mond l’è bell!>>Ma quand vëd chi turtlinein Poca schiena e gnint cuvein Scärs ad puccia e ad fassia seria Dal culur ad la miseria Andä zù in dla panza a un om Cmé un piccin cl’è pers in Dom… Ah! Io vi dico che quel tale Sacco bigio! Ci va male! Mäl l’ag va, tel dico io, e mla cäva gnanca Dio! Le cla vaga ma la pöl; pra stä san g’völ! Tütt al de stracc cmé un sümäri, ma po a tävla miliunäri! E il tortello, o mia Giuditta, l’è al conforto de la vitta! Stagn c’al sippia, e dal travers, svelt ad cua, ladein da sters, bzont in schiena e fatt a füs sa vurì cl’infreinzia al büs e in dal mëttal a la via vatt a massa culumia! Ogni manc al fa difett: e i turtei i vönn rispett. 19 Ah! Va là! Viva i turtei ! I’enn amis, i’enn bon fra dei, ch’i g’hann deintar garantì ill campagn duv sum nassì e im mantignan sana e feina sta nostr’anma piasinteina!Valente Faustini AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 21 Il noce L’albero delle streghe Di origine antichissima, il noce comune (Juglans regia L.) è giunto fino a noi dall’Asia centrale accompagnato da miti e leggende. I suoi frutti erano apprezzati da Giove e da re Salomone e sotto le sue chiome pare si riunissero le streghe per eseguire riti magici. Il noce è un albero molto vigoroso che può raggiungere anche i 20-30 m. di altezza. Ha foglie caduche, alterne e pennato- composte. ogni foglia è composta da 5-7-9foglioline con superficie liscia. Nella stessa pianta sono presenti sia i fiori femminili che i fiori maschili. I fiori maschili raccolti in amenti penduli si presentano per primi solitamente sui rami di un anno, mentre i femminili appaiono appena dopo all’apice dei nuovi germogli. Il tronco eretto ha una corteccia grigio biancastra, più o meno fessurata a seconda dell’età della pianta. Si ritiene che questa pianta sia originaria della Persia; è spontaneo solo nella penisola balcanica ed in Italia è arrivato con la coltivazione. Mal sopporta le potature consigliate solo nella fase giovanile. L’uso del legno in ebanisteria risale al medioevo. In Italia e Spagna durante il Rinascimento al rovere si preferì il noce per la struttura compatta e uniforme del legno che permetteva una decorazione scolpita più accura. 20 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 22 NOCINO È uno dei liquori più antichi della nostra tradizione. Alcuni attribuiscono ai Pitti, antichi abitanti della Scozia, l’abitudine di preparare infusi con il mallo delle noci verdi. Nel secolo XIV gli speziali italiani prescrivevano: “Acqua di noci verdicanti, qual si da ai febbricitanti di terzana, dal peso di quattro o cinque oncie”. Con il tempo la medicina diventa liquore. Le noci devono essere rigorosamente raccolte nella notte del 23-24 giugno (solstizio d’estate), quando hanno ricevuto la “rusà d’S.Giuan” (rugiada di S.Giovanni). La leggenda vuole che in questa notte magica le noci destinate al nocino ricevano particolari influssi da rendere il prodotto finale di elevata qualità. Gli stessi erboristi affermano che in questo periodo il frutto ancora verde si trova nel momento ideale per l’infusione, sia per il profumo intenso che apporta, sia perché ricco di olii essenziali. LA NOCE Il frutto è una drupa, la cui parte commestibile si trova all’interno di un guscio legnoso, il quale è ricoperto da un mallo carnoso di color verde che, quando il frutto è maturo annerisce e si stacca. La noce (dal latino nux, nucis) in epoca romana veniva offerta dagli sposi agli invitati perché la credenza voleva che il gheriglio avesse la capacità di rinfocolare le passioni amorose (forse da questo proviene il detto piacentino “pan e nus mangià da spus”) Dentro le due valve legnose (endocarpo) è racchiuso il seme “gheriglio”, il tutto è avvolto da un tessuto carnoso verde dai profumi intensi (Mallo) che risulta essere l’epicarpo. Il seme possiede un ottimo sapore, tanto più delicato tanto più è fresco, essendo ricco di olio di ottima qualità (olio di noce) ma che tende ad irrancidire in breve tempo. Il seme viene consumato sia allo stato fresco che secco. Ingredienti 24 noci grosse con mallo raccolte il giorno di S.Giovanni un litro di alcol a 95° scorza di un limone (solo la parte gialla) tagliata a dadini 7-8- chiodini di garofano un pezzetto di cannella un Kg di zucchero un litro di acqua La raccolta dei frutti avviene nei mesi di ottobre-novembre quando il mallo si stacca, e successivamente le noci dovranno essere messe al sole per 10-15 giorni ad asciugare. Le noci si utilizzano anche quando non sono ancora mature per infusi , il nocino. Procedimento Di interesse non secondario, inoltre, è l’estrazione dell’olio, che si fa non troppo tempo dopo la raccolta. Le noci tagliate in quattro spicchi vanno messe in infusione nell’alcol in un recipiente di vetro a tenuta ermetica aggiungendo la scorza di limone, i chiodini di garofano, e la cannella. Il vaso o altro recipiente va tenuto al sole per quaranta giorni, ritirandolo alla sera, e scosso di tanto in tanto. Trascorsi i quaranta giorni si prepara uno sciroppo con acqua e zucchero, e dopo aver colato l’infuso si aggiunge lo sciroppo. Dopo tre-quattro giorni si filtra. Messo in una bottiglia scura si lascia maturare per almeno sei mesi, meglio un anno fino ad avere un sapore rotondo, prima di utilizzarlo come digestivo. Come tutta la frutta secca, la noce ha un alto valore energetico. Secondo alcuni studi la noce ha la funzione di rafforzare le difese immunitarie dell’organismo. Alcuni ottengono un secondo prodotto (second nusein) utlizzando le noci rimaste dopo la prima infusione aggiungendo gli stessi ingredienti e tempi e al posto dell’alcol si mette vino bianco. Il prodotto che si ottiene è chiaramente molto diverso dal primo. 21 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 23 Fatti e Notizie che ci riguardano La nascita, i progressi, le aspettative dei nostri progetti SENZA FRONTIERE Dopo essere andati a trovarle all’agriturismo per metterci d’accordo sull’ora e le modalità del nostro fine settimana, venimmo a contatto con la realtà del loro campo di lavoro e facemmo la simpatica conoscenza di Franco, un gentile contadino che insegnava loro le tecniche agronomiche necessarie per svolgere i loro compiti. Due giorni dopo ritornammo là senza immaginare l’esperienza che avremmo vissuto durante la serata. Quando arrivammo, le ragazze stavano lavorando: imbottigliavano il vino “della casa”. Ci coinvolsero ancor prima di averci fatto sistemare!!! In un baleno ci trovammo anche noi all’opera. E noi che pensavamo ad un week-end tranquillo!!! Superato lo shock iniziale, e dopo un piccolo tour dell’agriturismo, iniziammo a rompere il ghiaccio aspettando la cena. Davide sperava di imparare qualcosa di tipicamente giapponese e venne accontentato: Asako, la nostra compagna di stanza, e la sua amica Aia tentarono di insegnarci l’antica arte degli origami. Riuscivano a trasformare quei pezzetti di carta in strani animali...mentre noi riuscivamo solo a stropicciare malamente quella sottile carta colorata. In casa dovemmo rispettare le loro usanze e cioè non potevamo entrare nelle camere con le scarpe!!! Ed inoltre, siccome il bagno era al piano di sotto, nella camera di altre ragazze, era un continuo togliersi/mettersi le scarpe! Tra una cosa e l’altra arrivò finalmente l’ora di cena ed oltre a piatti “normali”, ci fecero assaggiare una strana zuppa di alghe marine chiamata “soba” (salatissima) e bevemmo un po’ del vino che avevamo appena imbottigliato. La serata si spostò fuori dove, intorno ad un grosso falò tra una chiacchierata e l’altra, Stefano (Il “Padrone di casa”), Franco e Megumi ci allietarono con musiche tribali ed ipnotiche, suonando strumenti africani, a tal punto che Stefano cadde in preda al ritmo, in una strana “trance”. Per gli studenti del Centro Agrario Raineri l’Europa è più vicina. È stato effettuato dal 31 marzo al 5 aprile presso il Centro Scolastico Agrario Raineri uno scambio culturale con il Lycée Horticole Fenelon di Vajours (Parigi ). L’iniziativa, che è stata preceduta da una serie di contatti preliminari tra gli allievi, è rivolta a potenziare le capacità linguistiche e professionali dei giovani, ad approfondire le conoscenze riguardanti i due Paesi, ad evidenziarne le diversità peculiari. Il gruppo dei francesi, composto da 33 allievi e 4 professori, è giunto presso il nostro Istituto lunedì 31 marzo nella prima mattinata. È stato accolto con grande disponibilità dal Preside Prof. Mauro Sangermani, dal vicepreside Prof. Roberto Belli e dall’Assessore Provinciale all’Agricoltura Alberto Fermi che ha illustrato le peculiarità più significative del nostro comparto agro-alimentare. È quindi seguita la visita alle strutture e agli impianti della scuola. Durante il loro soggiorno i francesi sono stati accompagnati dai Professori Marzio Cavaciuti, Isella Guazzi, Andrea Vantadori e Sergio Alussi in alcune suggestive località della nostra provincia, ovvero Castellarquato, Vigoleno e Chiaravalle, nonché in una delle strutture di trasformazione del Grana Padano tra le più importanti: il caseificio Santa Vittoria. Sono stati visitati l’orto botanico di Milano, serre e vivai nelle vicinanze di Parma, oltre allo stabilimento di trasformazione Cirio-De Rica. Come già avvenuto negli anni passati, con il reciproco scambio di visite che hanno visto gli studenti piacentini nella regione dello Champagne, anche il prossimo anno alunni del Centro Scolastico renderanno visita alla scuola francese, sancendo il più classico dei “gemellaggi”, interpretando in questo modo lo spirito dell’Unità Europea. La serata si concluse alle 4, sorseggiando thé verde giapponese davanti al fuoco; Andrea, fanatico del Giappone, sì esibì in coro con le ragazze in “Moonlight Densetsu”, canzone di un cartone animato nipponico. Dopo le ultime chiacchierate in camera delle ragazze andammo stremati a letto e ci addormentammo subito. Al nostro risveglio Matteo, affamato, scoprì che la colazione consisteva in un bizzarro mix di latte, carne, insalata e patate (i resti della cena). Finita la colazione andammo a messa a Vernasca, dove alla fine scambiammo indirizzi e scattammo qualche foto prima dell’ ”addio”. Forse non rivedremo più le amiche giapponesi, ma siamo sicuri che sia noi che loro ricorderemo questa unica esperienza che non vediamo l’ora di ripetere. Classe V A “UNA GITA IN GIAPPONE” Quando qualche settimana fa un gruppo di ragazze giapponesi, in Italia per un campo di lavoro, visitò la nostra scuola, non avremmo mai pensato di passare una notte con loro...ed invece ne abbiamo avuto l’occasione. Le ragazze ci invitarono a trascorrere un week-end in un agriturismo vicino a Vernasca, dove erano ospiti. ANDREA PANCINI - DAVIDE SOGNI - MATTEO GUASCONI 22 AGRICULTURA N1 23-10-2009 12:54 Pagina 28 L’Invettiva GIÙ LE MANI DALL’OVULO FECONDATO Anno 2002. I miei primi educatori sono morti, ma i loro insegnamenti sono vivi, veri, sani e indelebili. Anno 1953. Ho cinque anni e, in un angolo del portico, vedo una gallina che getta fuori dal suo corpo una specie di palla bianca. Incuriosito, prendo tra le mani quella cosa un po’ rotonda e vado da mia nonna Linda. “Cos’è ?”. Vorrei godermeli in santa pace, ma non ci riesco. In giro per il mondo, ci sono troppi pazzi che, in nome del “progresso” e della “libertà”, vogliono stravolgere l’ordine naturale delle cose: spermatozoi centrifugati, fecondazioni in provetta, inseminazioni post-mortem, manipolazioni genetiche, pratiche abortive smerciate per pratiche contraccettive (vedi pillola del giorno dopo), artificiosi giri di parole per degradare l’ovulo fecondato a “niente” e pulirsi, così, la coscienza. Per tutta risposta, la nonna mi prende per un braccio, mi accompagna nel pollaio e solleva una grossa gallina accovacciata su un cesto. Quante palline bianche uguali a quella che ho raccolto nel portico, vicino alla stalla! Una sola è rotta e da essa spunta un cosino che si muove e fa “pio, pio”. “Quella cosa che hai tra le mani si chiama “uovo”. Dall’uovo nasce il pulcino, figlio della gallina e del gallo. Quando rompi un uovo perdi un pulcino”. Avevo imparato, dal vivo, che l’uovo era un futuro gallo o una futura gallina. Non si scherza con la vita umana! Men che meno con quella ancora priva di forme fisiche capaci di commuovere! Distruggere volontariamente un ovulo fecondato è come rubare e bruciare l’unico (e irripetibile) progetto di una casa che l’ingegnere sta consegnando al capomastro. Anno 1954. Ho sei anni e, nel campo dietro casa vedo mio padre che, mentre cammina, ripete un gesto con il braccio e lascia cadere delle cose sul terreno. Incuriosito, prendo tra le dita una di quelle cose e aspetto che mio padre mi passi vicino. “Cos’è ?”. Nessuno vedrà mai quella cosa! Rimarrà stampata, nella sua interezza, solo nella mente dell’ingegnere. Che dire, poi, degli uteri in affitto, degli embrioni congelati, degli embrioni spediti per posta, della clonazione umana? Per tutta risposta, mio padre interrompe il suo lavoro, mi prende per mano e mi porta nel vicino orto. Si china e, con il dito, comincia a smuovere il terreno. Vedo comparire delle palline verdi: alcune sono intatte e da altre spuntano dei piccoli corni bianchi. “Queste palline sono “i semi” del pisello. Dai semi nascono le piante che faranno altri semi. Se rompi un seme, perdi una pianta”. Rivoglio l’Uomo “fatto in casa”, il gallo che sta con le galline, il toro che si riappropria del suo scettro e della sua dignità!”. Ulisse Ferrari Anno 1962. Ho quattordici anni e mio padre mi chiama dal portone della stalla. “Aiutami a far nascere il vitello della “Mora””. Vado, vedo, tiro: sto assistendo, per la prima volta, ad un parto. Sommo il presente al passato: i conti quadrano. Ho in pugno tutto il ciclo vitale delle piante, degli uccelli e dei mammiferi: il dimorfismo sessuale, i riti del corteggiamento e dell’accoppiamento, l’inseminazione, la corsa dei gameti maschili verso i gameti femminili, la fecondazione, l’inizio immediato dei lavori di costruzione di un nuovo individuo maschile o femminile, la formazione dell’embrione nell’utero materno, la nascita, il primo respiro. 27