Ordine degli Psicologi del Veneto Psicologia in Azione 10 dicembre 2010 LAVORARE CON L AUTISMO: COSA SERVE? L intervento psicoeducativo nei Disturbi dello Spettro Autistico: Il Centro Millepiedi Cristina Menazza Silvia Gusso CONOSCENZE COMPETENZE Disturbo di Rett DGS/NAS Disturbo (Autismo Atipico) Autistico Disturbo di Asperger Disturbo Disintegrativo della fanciullezza NEUROSCIENZE: AUTISMO E NEURONI SPECCHIO (Gallese et al, 1996; Gallese 2001,2003,2005; Rizzolatti et al. 1996) NEURONI SPECCHIO: sistema che si attiva sia quando si compie un azione in prima persona, sia quando la si osserva compiere da altri Vengono attivati nell osservatore le rappresentazioni interne degli stati corporei associati alle stesse azioni (comprensione dell intenzione), atti comunicativi, emozioni, sensazioni tattili dell osservato, come se stesse compiendo la stessa azione o provando la stessa emozione LIVELLO COGNITIVO Spettro autistico (DSM V) LIVELLO COMPORTA MENTALE Disturbi Generalizzati dello Sviluppo (DSM IV) LIVELLO NEURO BIOLOGICO UOC Neuropsichiatria Infantile di San Donà di Piave Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici- Venezia [email protected] [email protected] www.angsavenezia.it anomalie genetiche Fattori virali Altro SNC Sistema dopaminergico Teoria della Mente Altro sistema Teoria delle Funzioni Esecutive Teoria di Coerenza Centrale Esperienza, maturazione, compensazione, motivazione Interazione Sociale Comunicazione Attività e Interessi Il possesso dei neuroni - specchio e la selettivita delle loro risposte determinano uno spazio d azione condiviso , all interno del quale ogni atto, nostro o altrui, appaiono immediatamente iscritti e compresi, senza alcuna azione conoscitiva Mentre assistiamo al comportamento intenzionale altrui, esperiamo uno specifico stato fenomenico di consonanza intenzionale meccanismo funzionale cruciale dell intelligenza sociale 1 TRATTAMENTI EFFICACI Dawson e Osterling (1997): caratteristiche che accomunano i modelli di trattamento validati in letteratura: 1. contenuto dei curricula su cinque domini di abilità di base: abilità a orientare l attenzione selettivamente agli stimoli ambientali abilità di imitazione, verbale e motoria abilità di linguaggio recettivo ed espressivo abilità di gioco appropriato abilità di interazione sociale PROGRAMMI DI TRATTAMENTO 2. ambiente altamente strutturato, di supporto per l insegnamento e per la comprensione 3. presenza di prevedibilità e dalle routine, sia nei singoli compiti che nei programmi quotidiani 4. l Analisi Funzionale per i comportamenti problema nell autismo 5. predisporre adeguatamente il passaggio dalla scuola materna all elementare e integrazione preparata del bambino autistico tra i coetanei 6. coinvolgimento della famiglia nel trattamento Il Programma LEAP (Learning Experiences: an Alternative Program for Preschoolers and their Parents) ABA - Young Autism Project (YAP) dell UCLA Intervento intensivo di tipo comportamentistica (Lovaas, 1987) che si basa sul modello dell Applied Behavior Analysis (ABA). Metodologia: sessioni intensive di apprendimento di compiti distinti tra loro (Discrete Trial Training, DTT): il bambino apprende compiti specifici, ai comportamenti desiderati seguono gratificazioni Predisporre un ambiente adeguato in tutti i contesti di vita Insegnare le abilità sociali tramite i pari a sviluppo normotipico Il Programma di Scienze Sociali di Denver, orientato evolutivamente Fondamentale il ruolo del gioco per l apprendimento Routine e strutturazione PROGRAMMA TEACCH (Treatment and Education of Autistic and related Communication-handicapped Children) PRINCIPI DI BASE Autismo = disabilità dello sviluppo, non malattia mentale Principio di indipendenza Individualizzazione Diagnosi e valutazione (PEP-R) - Programmazione (80% S + 20% E) e Flessibilità (ricerca cognitivo comportamentale) Educazione strutturata (spazio, tempo, attività) Collaborazione genitori operatore Competenze e coping Operatore come guida, non come esperto Considerazione delle necessità globali della famiglia Gestione dei comportamenti problema (analisi funzionale) APPROCCIO AI COMPORTAMENTI PROBLEMA NELL AUTISMO Sintomi specifici (stereotipie, fissazioni ) Sintomi aspecifici (comportamenti aggressivi, autolesionismo ) si possono ridurre si possono eliminare COME? Osservare per capire 2 e l analisi funzionale del comportamento Osservare: la storia di singoli episodi... PRIMA: I CONTESTI E LE SITUAZIONI Antecedente Comportamento Risposta Conseguenze problema ambientale Dove, quando, con Cosa fa Cosa fanno chi era, cosa esattamente il o dicono gli Cosa succede alla fine è successo bambino altri dopo prima AUMENTA + DIMINUISCE - QUANDO DOVE CON CHI ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO E DOPO COSA SUCCEDE? COSA FA LUI? E GLI ALTRI? DI CIO CHE E STATO PROVATO COSA . NON HA FUNZIONATO HA FUNZIONATO (ANCHE SOLO UN PO ) Comportamento del bambino + - + - + Azioni/reazioni degli altri + - Tipo di attività/livello di stimolazioni FUNZIONI DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA in generale A) COMUNICATIVA FUNZIONI DEI COMPORTAMENTI PROBLEMA nell autismo A) COMUNICATIVA 1. Ottenere l attenzione / la reazione (+) = Non ho capito cosa succede 2. Fuga / evitamento di situazioni spiacevoli (-) = Non voglio fare questa cosa 3. Ottenere gratificazioni concrete: oggetti, attività (+) B) AUTOREGOLATORIA = Voglio il tuo intervento/aiuto B) AUTOREGOLATORIA 1. Sensoriale = mantenuta dalla stimolazione stessa = Mi piace fare questo comportamento 2. Omeostatica = per equilibrare il proprio livello di attivazione a seconda della stimolazione ambientale (+/-) = Non mi piace quello che state facendo = Mi fate arrabbiare, sto male , = Non so come muovermi nel mondo sociale 3 IN SINTESI (LG SINPIA 2005, pagg. 53, 54) L Autismo è un disordine dello sviluppo biologicamente determinato che si traduce in un funzionamento mentale atipico che accompagna il soggetto per tutto il suo ciclo vitale. La finalità a lungo termine del progetto terapeutico è quella di favorire l adattamento del soggetto al suo ambiente, il migliore possibile in rapporto alle specifiche caratteristiche del suo essere autistico. Ciò, al fine di garantire una soddisfacente qualità di vita al soggetto e all intero sistema famiglia. (pag. 53) per contro la continuità e la qualità del percorso terapeutico sono garantite attraverso: il coinvolgimento dei genitori in tutto il percorso; la scelta in itinere degli obiettivi intermedi da raggiungere e quindi degli interventi da attivare (prospettiva diacronica); il coordinamento, in ogni fase dello sviluppo, dei vari interventi individuati per il conseguimento degli obiettivi (prospettica sincronica); la verifica delle strategie messe in atto all interno di ciascun intervento Kok (1984) 1. Strategie di primo livello 2. Strategie di secondo livello (Raccomandazione 14) (Si conclude) che: non esiste un intervento che va bene per tutti i bambini autistici; non esiste un intervento che va bene per tutte le età; non esiste un intervento che può rispondere a tutte le molteplici esigenze direttamente e indirettamente legate all Autismo. Obbiettivi terapeutici ed educativi (Rutter Rutter)) Promuovere lo sviluppo tipico Ridurre i comportamenti specifici (rigidità, stereotipie) Eliminare i comportamenti disadattivi non specifici Alleviare lo stress dei familiari e degli educatori Kok (1984) 1. Strategie di primo livello AMBIENTE Interventi a casa, a scuola, nei centri assistenziali 3. Strategie di terzo livello 4 Kok (1984) 2. Strategie di secondo livello TRATTAMENTI INDIVIDUALI Trattamento Domiciliare Logopedia Terapia psicomotoria Trattamento di gioco Fisioterapia Training di abilità sociali Intervento occupazionale Centro Millepiedi: Applicazione di un modello di intervento psicoeducativo per l autismo Kok (1984) 3. Strategie di terzo livello TRATTAMENTI PERSONALIZZATI Caratteristiche di personalità Temperamento individuale Talenti e punti di forza specifici LA STORIA Nel Marzo 2008 l ANGSA VENEZIA, in collaborazione con la NPI di San Donà di Piave, apre il Millepiedi CEBA (Centro Educativo per Bambini Autistici) E C DA FEBBRAIO 2009: CENTRO MILLEPIEDI ANGSA + NPI Utenti: 5 bambini non verbali (3h x 3 v/sett) per ciclo 4 bambini verbali (2h x 2 v/sett) per ciclo Cicli di trattamento di almeno 6 mesi Persone coinvolte: 6 operatori (psicologhe specializzate) il coordinatore (equipe quindicinale), Cristina Menazza Referenti della UOC di NPI dott. Dino Maschietto e dott. Claudio Vio ANGSA (gestione) B A A chi è rivolto? Programmi individualizzati Lavoro in piccolo gruppo Bambini Incontri mensili Insegnanti Genitori Visite al Millepiedi Incontri mensili COMPITI A CASA 5 METODOLOGIA 1. 2. 3. 4. 5. 6. Le basi teoriche: le teorie cognitive sull autismo Prevedibilità, strutturazione degli spazi, del tempo e dei compiti in base al modello di intervento TEACCH (Schopler et al, 1998) Utilizzo di supporti visivi e della CAA (Comunicazione Aumentativa Alternativa) come supporto al linguaggio recettivo ed espressivo Attività di potenziamento delle abilità di sviluppo emergenti, sulla base della valutazione iniziale, del profilo individuale emerso al PEP 3 e alle griglie di osservazione Attività di stimolazione dell intersoggettività (Xaiz e Micheli, 2001) e delle abilità sociali complesse Tecniche cognitivo-comportamentali HO UNA DEBOLE SPINTA ALLA COERENZA CENTRALE: HO BISOGNO Di guide nel caos sensoriale che mi aiutino a fare i collegamenti tra i dati percettivi confusi, supporti visivi che diano significato all esperienza Di avere una guida esterna che mi renda esplicito COSA succede, DOVE devo andare, COSA devo fare L adulto usa il linguaggio che non comprendo e non so usare bene: datemi invece immagini, figure, oggetti in sequenza perché Sono bambini fatti da tanti anelli ma purtroppo manca l anello di giunzione, come una collana che non si può chiudere. (Franca, mamma di Davide) LA STRUTTURAZIONE VISIVA del programma TEACCH: I principi dell insegnamento strutturato Organizzazione dell ambiente fisico identificabile visivamente, circoscritto, essenziale per capire DOVE si svolge l attività Strutturazione del tempo per rispondere ai bisogni di prevedibilità e ripetizione; l attività viene inserita in programmi che, tramite supporti visivi, aiutano il bambino a capire QUANDO si svolgerà e IN COSA consiste l attività Organizzazione del compito se vedo, capisco Il sistema di lavoro aiuta ad abituarsi all apprendimento dei compiti e ad andare da alto-basso e sinistra-destra (sequenza e chiari indizi per inizio-fine) FORMATO DI CAA (in base ai risultati al COMFOR) PROGRAMMI VISIVI G: oggetti da incastrare V: foto da appaiare L: PCS come Indicatori simbolici Orientamento orizzontale per chi ha avviato la letto-scrittura Orientamento verticale per gli altri 6 CALENDARIO CON OGGETTI AD INCASTRO CAMBIO SCARPE STANZA LAVORO STANZA GIOCHI IN STANZA GIOCHI NELLA STANZA ACCOGLIENZA STRUTTURAZIONE DEL COMPITO 7 2 Rinforzi: tangibili, commestibili, sociali, verbali, simbolici, automonitoraggio e Token Economy IL LIBRETTO COMUNICATIVO GRUPPO PICCOLI (5): PROGRAMMI INDIVIDUALI Obiettivi specifici, individuati sulla base delle abilità raggiunte (generalizzazione e flessibilità) ed emergenti (consolidamento) alla scala PEP-3 Esempio: area reciprocità sociale ATTIVITA TARGET Contatto oculare Il bambino usa il contatto oculare durante le richieste fondamentali e quando viene chiamato per nome. Contatto sociale Durante un gioco risponde alle richieste di contatto sociale (bacio, batti 5, saluto), sia con l educatore di riferimento, sia con gli altri educatori, sia con i bambini. IO VOGLIO UN CD MUSICALE 8 UNA POSTAZIONE DI LAVORO PROGRAMMI ALTAMENTE INDIVIDUALIZZATI: SILENZIO Per ogni bambino vengono pensate e create attività per potenziare le abilità sulla base delle caratteristiche di funzionamento cognitivo individuale MANI FERME SEDUTA ES: Grande piccolo discriminazione, categorizzazione, comprensione e uso dell etichetta verbale SCAPPA PIPI : BAGNO SUPPORTI VISIVI PER COMPORRE FRASI METTE VIA DANIELE GLI ANIMALI TRATTAMENTO DI GIOCO PER STIMOLARE L INTERSOGGETTIVITA (Xaiz e Micheli 2001) PRIMARIA Orientamento Attivazione SECONDARIA Attenzione congiunta Imitazione Attenzione Emozione congiunta Interesse per il viso umano Intenzione congiunta Alternanza dei turni SAMUELE GIOCA SULLO SCIVOLO AUTONOMIA PERSONALE Apprendere abilità di autonomia personale prima in un contesto strutturato e protetto Preparare la generalizzazione: uso dell abilità nel contesto protetto Infine uso dell abilità nel contesto di vita quotidiana Integrazione di diverse modalità sensoriali PROGRAMMI GRUPPO GRANDI (4) Gioco libero: nel momento di accoglienza. I bambini sono liberi di scegliere i giochi o le attività, sia di gruppo che individuali. Inoltre, a fine giornata, è l occasione per usufruire dell eventuale premio ottenuto con la token economy di gruppo. Gioco insieme strutturato. Finalità: promuovere il rispetto delle regole, imparare a tollerare la sconfitta, rispettare i turni, stare insieme e incentivare lo sviluppo delle abilità sociali. Interventi individuali 9 NON SO LEGGERE LE MENTI ALTRUI: HO BISOGNO Che mi facciate vedere quali sono i comportamenti sociali adeguati, perché non mi vengono spontaneamente Devo imparare, passo dopo passo, così come si impara a lavarsi le mani, anche come stare in mezzo alle persone: non so prevedere il loro comportamento, mi spaventano Fatemi vedere la sequenza delle azioni, meglio attraverso foto o immagini, poi allenatemi e fatemi provare in situazioni protette TASK-ANALISI DELLE ABILITA SOCIALI Fare domande Ogni abilità viene analizzata nelle varie componenti che la costituiscono, ossia nei diversi comportamenti che i bambini dovranno apprendere. Poi gli elementi principali vengono scritti alla lavagna o disegnati su cartelli per avere il supporto visivo fisso Tra gli argomenti trattati: presentarsi avviare una conversazione chiedere un favore chiedere scusa rilassarsi controllare la rabbia affrontare la collera degli altri 10 TEATRO DELLE ABILITA SOCIALI Per insegnare abilità socio relazionali di base è stato avviato poi un percorso strutturato di gruppo con le seguenti procedure: modeling (osservazione di un modello che emette un comportamento) il role playing (la simulazione di un ruolo da parte del bambino) il feedback (l informazione retroattiva) sul comportamento emesso la generalizzazione degli apprendimenti in altri contesti LAVORO INDIVIDUALE SU ABILITA SPECIFICHE Riconoscimento delle sensazioni corporee, delle emozioni proprie ed altrui Percorso Teoria della mente e Autismo (BaronCohen e Hadwin, ed Erickson) Percorso Intervento cognitivo nei disturbi autistici e di Asperger di (De Meo, Vio, Maschietto ed Erickson) Apprendimento della letto-scrittura, sfruttando gli interessi del bambino, attraverso software specifici: COMPORTAMENTI ADEGUATI E NON Controllare la rabbia BENE MALE - Allontanarsi dalla situazione - Dire non mi è piaciuto quello che hai detto, mi sento arrabbiato . - Picchiare - Spingere, far male - Dire parolacce, offendere . PARLARE PIANO, A VOCE BASSA CONTROLLARE LA PROPRIA RABBIA COSTO DELLA RISPOSTA Super Quaderno (Anastasis) Trattamento Sublessicale (Erickson) CORREGGERE ALCUNE PAROLE SENTITE URLANDO Insegnare comportamenti positivi alternativi 11 La strutturazione delle stereotipie o dei comportamenti a funzione autoregolatoria Prescrizione del sintomo : stabiliamo il momento dello show per le battute e le pagliacciate A Francesco viene data la possibilità di usare dei buoni spezza-attività per interrompere il lavoro nei momenti di stanchezza, un numero limitato di buoni da utilizzare nella sessione di lavoro, previa approvazione dell educatrice. ATTIVITA SFOGARABBIA Angolo della rabbia, con cuscini e materassi da picchiare Quaderno della rabbia, su cui scarabocchiare e colorare con intensità 5 minuti di pianto nello sfogatoio PIANTO E URLA: SOLUZIONI LAVORO CON GLI INSEGNANTI Presentazione iniziale carta di identità Incontri istituzionali con equipe NPI Incontri mensili al millepiedi o a scuola ATTENZIONE!! Diritto all educazione speciale Diritto all integrazione La carta d identità di Davide Care insegnanti, mi chiamo Davide, sono un bambino simpatico e speciale. Sono molto autonomo, so fare tante cose. Quando ho bisogno chiedo aiuto. Aiutami, ma non sostituirti a me. Mi piace molto giocare, sono molto vivace, ma certe volte mi fisso con dei giochi, non sopporto che mi vengano portati via, questo mi manda in crisi e ho bisogno di te perché da solo non riesco a calmarmi. Allenami a tollerare di cedere i miei giochi per brevi periodi, stammi accanto quando mi vedi agitato, guardami negli occhi dolcemente e aiutami a tranquilizzarmi. Cerco il contatto con i bimbi..certo a modo mio! Sai, per me socializzare è più difficile che per gli altri bimbi, e anche qui ho molto bisogno di te, altrimenti demordo e mi chiudo nei miei giochi solitari. Guidami ad un contatto adeguato. Ho cominciato a parlare da poco, faccio ancora fatica. Se vuoi che capisca quello che mi dici fammelo vedere con i gesti e le immagini. Solo così capirò. Quando mi vuoi insegnare delle cose, ma io mi oppongo, mi puoi proporre un rinforzo. Sono molto sensibile alle immagini e sto imparando ad usare un quaderno comunicativo. Aiutami a nominare, richiedere, rispondere semplici domande. Aspetta che io comunichi con te prima di darmi una cosa! Allenami a questa abilità . Sono sicuro che insieme faremo grandi cose. Davide 12 LAVORO CON I GENITORI Incontro iniziale per concordare gli obbiettivi educativi Quaderno delle comunicazioni quotidiano (salute, lavoro a tavolino, comportamenti problema, relazioni ) Compiti per casa settimanali, per consolidare abilità apprese al centro Incontro mensile con l educatore Modeling: genitore al Centro con il bambino ANALISI FUNZIONALE DEL COMPORTAMENTO PARENT TRAINING PER FAMILIARI DI BAMBINI AUTISTICI (Menazza, Bacci, Vio, 2010) Percorso strutturato di 9 incontri con argomenti specifici Supporti cartacei: schede di lavoro e dispensa Modalità di colloquio strategico Attenzione al singolo e al gruppo Antecedente Il Antecedente Comportamento Conseguente Il bambino non Inizia la stereotipia Lo prendo e gli do dei sta facendo del correre avanti giochi. Lui si calma. nulla, si e indietro Lo prendo e gli faccio annoia. il bagnetto. Si calma. Facciamo un gioco Funzione autoregolatoria insieme. Si calma. Assenza di attivazione Antecedente Comportamento Gli sto Si graffia chiedendo guance di fare i compiti, lui non li sa fare oppure è stufo. Comportamento Conseguente bambino è Inizia la stereotipia Lo blocco. Lui si tranquillo, del toccare i muri arrabbia, urla. non sta su e giù facendo niente Strutturazione della stereotipia Non lo blocco ma gli chiedo di farlo solo un po , concordiamo i tempi e i modi. Rispetta il patto e smette quando scade il tempo. Non si arrabbia. 7 Conseguente le Gli chiedo vuoi che smettiamo? . Lui continua a graffiarsi. Mi arrabbio sino alle lacrime, me ne vado in camera. Lui smette di graffiarsi ma non finisce i compiti. Comunicazione alternativa Concordiamo prima di iniziare che ogni volta che è stanco vuole smettere tira fuori cartellino BASTA . Lo usa e non si graffia più. I PENSIERI DISFUNZIONALI Ho l energia per andare avanti se mio figlio mi dà risposte positive inaspettate altrimenti è come se fosse tutto buio. È un effetto macchia d olio: se da lui sono riuscita ad ottenere una risposta positiva ho energia ed entusiasmo per affrontare anche gli altri aspetti della mia vita, altrimenti non mi va di affrontare niente. (Marina, mamma di Luca) 13 7 Obiettivi dell incontro Rilevare i pensieri disfunzionali del genitore; Aiutare i genitori a riconoscere alcuni stili di pensieri dannosi per la loro capacità di trovare soluzioni; Introdurre i concetti fondamentali della terapia razionale emotiva GRUPPI DI MUTUO-AUTO AIUTO Da ottobre 2010 incontri mensili Partecipanti: gruppo grandi e gruppo piccoli esperti e nuovi Obbiettivi: condividere le esperienze e trovare soluzioni insieme: far rete Clima emotivamente caldo LA RICERCA CAMPIONE DELLA RICERCA: 12 bambini con diagnosi di autismo, distinti in: B.ni basso funzionanti: 6 b.ni, 3 maschi e 3 femmine, di età compresa tra 5 anni e 4 mesi, e 9 anni e 10 mesi; B.ni alto funzionanti: 6 b.ni, tutti maschi, di età compresa tra 8 anni e 9 mesi, e 14 anni. (fanno parte del campione i soggetti aventi uguale numero di valutazioni a 6 mesi o a 12 mesi) IPOTESI DELLA RICERCA Studio finalizzato ad indagare gli esiti di un trattamenti comportamentale intensivo per b.ni autistici a basso e ad alto funzionamento. Fasi della ricerca: 1.Valutazione del b.no pre-trattamento 2.Trattamento comportamentale intensivo della durata di 12 mesi 3.Valutazione a 6 mesi (solo per i bambini BF) 4.Valutazione dopo un anno di trattamento. Grazie ai protagonisti: I bambini che hanno frequentato o frequentano il Millepiedi: Davide F, Samuele B, Riccardo, Anna, Francesco B, Leonardo, Vittoria, Davide N, Gioele, Soelma, Francesco S, Luca, Mattia, Giulio, Gabriele, Matteo, Daniel, Lorenzo, Samuele S, Rocco Le educatrici speciali: Chiara Visintin, Silvia Gusso, Vania Vendrame, Francesca Marinello, Elisa Vendrame, Alessandra Genovese, Francesca Guaran I genitori speciali Gli insegnanti speciali 14 This document was created with Win2PDF available at http://www.win2pdf.com. The unregistered version of Win2PDF is for evaluation or non-commercial use only. This page will not be added after purchasing Win2PDF.