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Numero 5
Questo bollettino non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001
Parola d’ordine:
collaborazione
Il dolore
incompreso
- Giuseppe Magrone -
- Antonella Ardito -
Trovata la sede in pieno centro,
Progetto Carbonara pensa al futuro e
traccia le linee-guida per il programma
del nuovo anno solare. I soci,
all’unanimità, hanno deciso di rivolgere
l’attenzione e le proprie energie verso i
seguenti ambiti:
- Turismo: il binomio Carbonara-turismo
farà sorridere alcuni, o peggio ancora,
porterà qualcuno a consigliare ai
progettini una visita psichiatrica
urgente. L’associazione, invece, è
pronta a sfidare lo scetticismo e l’apatia,
convinta che il territorio carbonarese
può essere molto interessante dal
punto di vista religioso, archeologico
ed agro-gastronomico. Vogliamo
promuovere il rilancio delle nostre
risorse. Desideriamo collaborare con
tutti, a partire dalla Circoscrizione,
per dare il giusto riconoscimento
alla bellezza delle nostre chiese, agli
ipogei, ai siti archeologici e ai prodotti
locali, molto spesso apprezzati e
conosciuti da chi non vive a Carbonara.
Pur riconoscendo la difficoltà di tale
progetto, lo riteniamo indispensabile
per rilanciare il nostro territorio,
considerato quartiere dormitorio, o
peggio ancora, ghetto!
- Rifiuti: non vogliamo in nessun modo
sostituirci alle istituzioni, siamo
convinti, però, di poter aiutare queste
ultime e l’azienda che si occupa di
rifiuti sul territorio, a migliorare il
servizio dello smaltimento anche
perché conosciamo il malcostume
dei nostri concittadini. Rispetto degli
orari per il conferimento, servizio della
raccolta all’uscio più efficiente, diversa
disposizione delle isole ecologiche,
tanto per iniziare. Non siamo più
disposti a subire la maleducazione di chi
non tiene alla cosa pubblica e continua
a fare di Carbonara un quartierediscarica. Abbiamo già chiesto al
sindaco di predisporre interventi ad
hoc e, anche in questo caso, la parola
d’ordine per noi è “collaborazione”!
- Pista jogging: ormai è passato un anno
dalla tragedia che ha visto coinvolto
il carbonarese Sabino Falco, investito
mortalmente su via Fanelli. Chi ama
questo sport nei nostri quartieri è
costretto a farlo per strada, con tutti i
C’è una lapide in piazza, con impresso il
nome di un ragazzo, Gaetano Marchitelli,
morto ammazzato dalla Mafia il 2 ottobre
2003. Molti, a Carbonara, si sono accorti
di quella lapide solo in questi giorni,
grazie alla corona bardata di biancorosso
posta da Michele Emiliano, sindaco
di Bari. Possibile che nessuno sappia,
nessuno ricordi?
Questa scritta a pennarello in via san
Liborio, a 50 metri dalla piazza sta lì ogni
giorno a ricordarci che domani potrebbe
accadere a noi, perché si continua a
sparare per strada, come accaduto il 5
ottobre in via Quaranta. Gaetano in una
sera di sette anni fa è stato ammazzato
per un regolamento di conti tra i clan
Strisciuglio e Di Cosola. “La giustizia ci
ha lasciato da soli ma io non ho paura
di camminare per le strade, di cosa devo
aver paura?”, ha ricordato Francesca, la
mamma di Gaetano. Il 26 agosto scorso
la corte di cassazione ha assolto due
imputati dell’omicidio dalla condanna a
30 anni di carcere.
Ai carbonaresi, ancora troppo pochi,
che si sono stretti insieme ai ragazzi
della III F della scuola media De Marinis
ai genitori di Gaetano, Vito e Francesca, il
sindaco ha ricordato il due ottobre scorso,
durante la commemorazione solenne
della morte di Gaetano, come sulla
piazza Umberto di Carbonara ancora si
combatte la Mafia: “Qui abbiamo avuto
4 omicidi in dieci anni, su questa piazza
fin da piccoli ci sono bambini che sono
portati ad affermare la loro presenza
con le minimoto, questa è una piazza
contesa dalla stessa Mafia che ha portato
via Gaetano, nato in un quartiere difficile.
Agli spacciatori, a quelli che sono arrivati
a trent’anni e si ricordano di non aver mai
lavorato in vita loro io ricordo sempre:
avete due vie davanti se continuate così,
il carcere o il cimitero”. Parole dure, che
rinnovano il dolore di chi ha conosciuto
e amato Gaetano, che a 15 anni lavorava
“e serviva il suo quartiere, dimostrava di
essere un grande, uno che non si piega al
soldo facile – ha ricordato il sindaco – che
sapeva di poter cambiare le cose. A chi
mi odia, su questa piazza, io lo dico e lo
ripeto. Non spacciate”.
A Gaetano l’amministrazione comunale ha deciso di dedicare una strada:
Continua a pagina 2
Continua a pagina 2
www.progettocarbonara.it
2
Carbonara in vista - numero 5
da pagina 1 Il dolore incompreso
sotto il suo nome un’epigrafe “vittima
innocente di Mafia”. L’intitolazione di una
traversa di via Trisorio Liuzzi nei pressi dei
campi dello Snoopy avverrà nelle prossime settimane: per i Carbonaresi però la
strada di Gaetano è questa qua, dove è
morto senza un perché e che deve ogni
giorno portarci a riflettere sulla bellezza
della vita e sulla necessità di non sprecarla. Gaetano oggi avrebbe 22 anni: un
fratello, un figlio, un giovane con una ragazza per mano. Una persona stupenda,
che aveva tutto il diritto di vivere la vita.
Ma le donne del domani?
- Antonella Ardito -
da pagina 1 Parola d’ordine: collaborazione
rischi che ne conseguono. Attraverso
i nostri blog e attraverso una
trasmissione radio, avevamo lanciato la
richiesta di individuare un posto dove
poter realizzare una pista da jogging.
La location ideale potrebbe essere il
giardino antistante l’edificio Aldo Moro.
Basterebbero pochi interventi e pochi
euro per evitare incidenti strazianti
come quello di Sabino.
- Accordi di convenzione: si potrebbe
tentare di rilanciare la micro-economia
carbonarese attraverso gli accordi di
convenzione tra la nostra associazione
e le attività del territorio. Perché i
carbonaresi non fanno shopping
a Carbonara? Si potrebbe mettere
in atto un’operazione di ribasso dei
prezzi, che coinvolga tutte le attività
produttive carbonaresi. A Carbonara il
rapporto qualità-prezzo deve risultare
vantaggioso a tal punto da far dire
“meglio comprare dal carbonarese”.
L’associazione Progetto Carbonara
ha già intrapreso un dialogo con le
istituzioni. Non ci interessa il colore
politico, vogliamo solo interfacciarci
con tutti coloro che desiderano una
Carbonara a misura di famiglia, una
Carbonara a misura d’uomo.
Tradizione e attualità
L’Inferno di Masumeh
- Marianna Mastrodomenico -
Gruppo di donne Carbonaresi della metà degli anni ’60 del ‘900 gentilmente concessa da Domenico Bellomo
Sono di più, sono l’anima profonda
del paese. Sono tante e in continuo
cambiamento. Sono le donne di
Carbonara: negli annali di Bari Statistica
il dato della presenza femminile su base
circoscrizionale è fermo al 2005 con
20.260 donne censite, in larga parte
concentrate nella fascia 30-44 anni. Si
chiamano Anna, Maria, Angela, Lucia…
ma le più giovani (o meglio le mamme)
declinano verso la congiunzione del
nome della nonna paterna e materna
o la modernizzazione degli stessi come
Antonella o Marilisa, senza rinunciare a
tocchi esotici o all’uso dei colori per le
bimbe.
Questa riflessione sulle donne di
Carbonara scaturisce da mille cose: dall’
avere sul nostro territorio un ospedale
Di Venere che nonostante i tagli alla
sanità pugliese continua a veder nascere
migliaia di bambini ogni anno; da una
foto trovata nell’archivio dei ricordi di
don Mimì Bellomo, colui che l’Ospedale
ha fondato. Non è la posa della prima
pietra in compagnia del grande statista
pugliese Aldo Moro che mi ha colpito,
ma un’altra, che qui vedete, che ritrae
un gruppo di donne carbonaresi, di
diversa estrazione sociale, censo, età,
istruzione…insieme. Sono donne che
hanno dato anima e cuore alla famiglia,
al lavoro, alla comunità: hanno sofferto
e lottato anche loro, la loro vita non è
stata semplice, ma hanno avuto tutte
una grande forza, nonostante i tempi
fossero diversi e portare i pantaloni
era prerogativa dell’uomo. Ritrovare
un briciolo di questa forza oggi, per le
donne che devono gestire casa e lavoro,
precarietà economica e degli affetti, è
l’unica soluzione per non vedere crescere
ragazze bellissime ma senza rispetto
per se stesse, per la scuola, per la loro
femminilità e per il loro futuro. Passeggio
spesso per la piazza: sento le 14-17enni
urlare, usare violenza contro l’ambiente
e contro “i maschi”, discutere del nulla
totale, e sempre a voce alta. Seduta ai
gradini io non discutevo con le amiche di
Kant e della Critica della Ragion Pura a 16
anni, ma sapevo che prima di distrarmi
dovevo fare i compiti.
Signore (e signori) non portiamola
alla lunga: la responsabilità del
pericoloso vuoto è nostra, che declinato
in rosa fa più paura semplicemente
perché le donne sono di più, loro che
sono state sempre quelle con il sale nella
zucca e le econome di casa.
Non voglio credere che loro siano
giovani donne bruciate, voglio credere
che per loro, indubbiamente capaci di
portare i pantaloni nella gestione della
vita, ci possa essere una via d’uscita. Io,
da giovane educatrice, ci provo ogni
giorno, ma senza le mamme di oggi non
ce la posso fare.
“Carbonara in Vista” (r)accoglie il tuo contributo! Se vuoi
metterti in contatto con noi non esitare a scriverci il tuo punto
di vista o la tua esperienza o a partecipare ai live di Progetto
Carbonara.
[email protected]
Quello che mi spetta è un romanzo
che ha una propria storia prima della
storia che racconta. L’intervento di Saniee
Parinoush ad una conferenza a Berlino
sui diritti umani, volto a denunciare
la condizione femminile in Iran e ad
affermare la necessità di riforme sociali a
favore delle donne, le è costato minacce
e persecuzione da parte del governo di
Ahmadinejad con successiva censura del
romanzo dopo già tredici edizioni.
Nonostante gli impedimenti, l’autrice
ha continuato la sua battaglia con la
diffusione del proprio libro. A dar voce
alle tante donne
iraniane, che in
silenzio accettano
la loro condizione,
è la protagonista
Masumeh,
che
vive a Teheran,
indossa il chador,
segue le regole
dettate dai fratelli
e
vive
come
una delle tante
ragazze “diventate
vecchie
senza
essere state mai
giovani e che
si sono sposate
troppo
giovani
per sfuggire alla
violenza dei padri”.
Masumeh
vive in Iran, in bilico fra la mentalità
chiusa di Qum, suo paesino natale, e
quella progressista di Teheran, dove la
sua famiglia si è trasferita, e attraversa
i cambiamenti politici e sociali che
intercorrono dal regime dello Scià,
alla cui tirannia il popolo si ribella,
fino ad una dittatura ben peggiore:
quella del fanatismo religioso. Per la
dolce Masumeh, comunque, cambia
poco: sostenuta da un
padre buono ed aperto,
osteggiata da una madre
fanatica e succube dei
figli, mal tollerata dai
fratelli che colgono
l’occasione
di
una
“tresca” fra lei e il giovane
farmacista Saeid per
darla subito in moglie.
Perfino il padre, deluso
dal “terribile peccato”
della figlia, le volta le
spalle. È solo merito di
una vicina se viene scelto
uno sposo appartenente ad una famiglia
“moderna”. Ci si aspetterebbe comunque
una storia di umiliazioni e magari
percosse, invece Masumeh si trova
legata ad un marito che non la costringe
a niente, la spinge a studiare e ad essere
indipendente, ma d’altro canto, preso
dalla sua missione politica, la trascura
del tutto insieme ai figli. Masumeh fa di
tutto per portare avanti la famiglia, far
studiare i figli e sistemarli, trovando in
sé una forza inaspettata. Ma un giorno,
dopo trent’anni, rivede Saeid.
Il loro amore potrebbe giungere a
compimento, ma
non ha fatto i conti
con
l’egoismo
di chi considera
Masumeh niente
più di una figura
a
completa
disposizione della
sua
famiglia,
con il dovere di
mantenere alto
l’onore
della
propria casa.
P r e m i o
B o c c a c c i o
Internazionale
2010,
Quello
che mi spetta
dopo
essere
stato bandito e
censurato
dal
governo iraniano, è ancora oggi tra
i libri più venduti in Iran, ed è stato
pubblicamente difeso dall’avvocato
Shirin Ebadi Premio Nobel per la Pace
2003. Si tratta di un grande romanzo
sull’amore e sulla speranza, sull’odio e
sulla sofferenza, in cui l’autrice svela la
vera condizione delle donne iraniane,
prigioniere della tradizione, che tutt’ora
lottano contro il fanatismo.
Carbonara in vista - numero 5
3
Carbonara in-diretta
S. Michele Arcangelo 2010: il programma della Festa
La festa di San Michele è un pezzo di
storia per la comunità carbonarese: ogni
anno, nella quarta domenica di ottobre,
è il momento per riunirsi intorno al Santo
Patrono e venerarlo solennemente. La
festa di san Michele è anche una raccolta
di momenti unici: per tre giorni c’è la
possibilità di riscoprire lo stare insieme
in famiglia, i piatti tipici della nostra
tradizione culinaria, la musica, il folklore,
le luci e i fuochi.
Bellissima
come
sempre
la processione di gala mattutina della
domenica, dove l’intera Carbonara è
presente: una devozione a san Michele
che continua con la venerazione della
statua dell’Arcangelo nella chiesa
Matrice. La festa di quest’anno continua
nel solco dell’edizione 2009, proponendo
grandi luminarie, e dopo tanti anni, il
tradizionale fuoco alle ore 12.00 circa
all’arrivo della Sacra Immagine in Piazza
Umberto.
Il programma firmato dal Comitato
Feste Patronali è molto vario, affiancando
per l’intero mese di ottobre agli
appuntamenti liturgici un cartellone di
eventi musicali e di riflessione di tutto
rispetto. Si parte subito mercoledì 29
settembre con le celebrazioni liturgiche.
Sabato 2 Ottobre alla ore 20,00 presso
la Chiesa matrice, appuntamento con
l’Orchestra Sinfonica della Provincia di
Bari mentre giovedì 14 ottobre parte la
novena che segna l’apertura ufficiale dei
festeggiamenti con l’esposizione della
Sacra Immagine dell’Arcangelo, fuochi e
tradizionale bassa musica (“U tammur”).
Venerdì 15 ottobre presso l’Istituto
tecnico commerciale “Piero Calamandrei”
spazio alla mostra a tema dedicata al
nostro territorio circoscrizionale nel
tardo-medioevo.
A seguire l’ormai consueta settimana
micaelica con manifestazioni di carattere
prettamente
culturale,
quest’anno
sul tema de “L’educazione”, pregevole
introduzione al momento clou dei
festeggiamenti in onore di san Michele
nei giorni 23, 24 e 25 Ottobre.
Le tre giornate saranno allietate dai
grandi concerti musicali firmati dalle
bande di Giovinazzo, Conversano e Turi.
Rivivremo la Santa Messa in piazza la sera
del sabato, mentre domenica 24 ottobre
alle 11.30 spazio alla solenne processione
di gala con cavalcata, la partecipazione
di tutte le autorità, confraternite e l’ormai
consueto corteo medioevale.
Novità di quest’anno nella serata di
domenica 24 ottobre: accanto alla banda
di Conversano che presterà servizio in
cassa armonica, ci sarà l’esibizione della
Contourband, precisamente una street
band che regalerà grande spettacolo
per le vie di Carbonara, in piazza santa
Maria del Fonte, corso Vittorio Emanuele
e piazza Umberto, il tutto in un mix di
musica e ritmi scatenati.
Immancabile la gara pirotecnica tra
tre rinomate ditte a livello nazionale, che
concluderà la serata di domenica e che
quest’anno vedrà l’assegnazione del “I
Trofeo S. Michele Arcangelo alla Miglior
bomba di apertura”.
Nella giornata di lunedì 25 ottobre
spazio alla musica in piazza durante la
mattinata e alle 17.00 la processione
con l’immagine del Santo, nuovamente
in notturna visto il successo dello scorso
anno.
Buona Festa!
Il presidente Rag. Gabriele Balzano
Idee sostenibili
Progetto Carbonara incontra Michele Emiliano
Tre agosto 2010: mentre la città si
catapultava sulle spiagge una delegazione
di Progetto Carbonara è stata ricevuta dal
sindaco di Bari Michele Emiliano. L’incontro
è nato dopo una nostra missiva, inviata a
marzo all’attenzione del primo cittadino
per ottenere un’ordinanza che tutelasse
il decoro della nostra piazza Umberto,
rimessa a nuovo da un anno e mezzo,
e che punisse severamente coloro che
imbrattano panchine e elementi bianchi
Con il sindaco abbiamo discusso
degli atti di vandalismo che ci sono
stati quest’inverno sulla piazza, come lo
scorrazzare continuo delle minimoto. Al
sindaco abbiamo raccontato i quotidiani
problemi del quartiere, la mancanza di
pulizia e di sorveglianza, la percezione
di abbandono totale che non può essere
mascherata con i lavori fatti in questi anni
con i fondi Por 2000-2006 (piazza e mercato
di via Vaccarella per esempio). Al sindaco
abbiamo detto questo, abbiamo parlato da
cittadini che hanno a cuore il luogo dove
sono nati, dove vivono e dove vogliono
far crescere i propri figli. Le promesse, le
cose da fare, sono impegni che vanno
sottoscritti dagli uomini e dalle donne che ci
rappresentano nei diversi livelli istituzionali.
Il sindaco però ci ha detto che una cosa
l’avrebbe chiesta per abbellire Carbonara
come è stato fatto, ma senza successo, a Bari
vecchia.
Dopo il nostro incontro era atteso in
un nuovo centro di bricolage e articoli
da giardino: “Posso chiedere a loro delle
alberature in vaso per Carbonara, ma i
carbonaresi dovranno adottare le piante e
curarle”. Il pollice verde ai Carbonaresi non
manca, ma se delusi possono diventare
verdi di rabbia…. a buon intenditor...
Antonella Ardito
L’Emiliano pulitore
- Lucia Abbinante -
Giunse in giacca e fascia tricolore il
sindaco, Sceriffo Michele Emilianone! Il
compianto carbonarese raggiunse qui a
ricordare ed una strada gli volle dedicare.
Tutti uniti, tutti in coro ad ascoltare quel
vocione che continuava ad esortare “le
ferite, quelle ferite non si possono curare”,
tutti uniti, tutti in coro perché non si deve
più sbagliare. Poi finito il memorandum
quatto quatto un cagnolino tutto in festa
in luogo pubblico prese a fare il bisognino.
Michelone e i giovanotti che voleva salutare
furono chiamati in tutta fretta per il misfatto
constatare. Aprì il concerto una sviolinata e
in due minuti prese posto l’intera orchestra
sbalestrata. Vede, caro il Sindaco adorato
cominciamo col motivetto per introdurre
il libretto che dev’essere suonato. Qui la
gente la piazza sporca e mai nessuno che
li tocca. Al triste destino siamo qui relegati
perché Vossignoria della sua presenza non ci
ha mai degnati. E lo Stato, e Lo Stato dove
stà? È in Parlamento, è al Comune, è la
Circoscrizione! Quelli sono che il lavoro,
la pensione, il giardino non ci dan!
Intervenne un altro coro e interruppe
il motivetto. Chiss so chiaccr signrì,
pnzam a c ven a scttà la mmondizij sott a
cas, Michelon mì! Tutt so brav a pretend
e a parlà e l’educazion che ye la prima
cos andò stà? Così il sindaco frastornato
per il sobborgo a perlustrare fù portato.
Poi la gente lo fermava e della sporcizia
si lamentava. Siete i primi trasgressori,
travestiti da santoni, disse il sindaco
occupato a ripulire il giardino di Piazza
Trieste tutto imbrattato. Il quartiere non è lo
“Stato” che ve lo deve conservare, bello pulito
profumato, tutto in ghingheri e sbarbato!
Perché lo Stato siete voi! E con me e i
vostri rappresentanti dovete essere civili e
dare l’esempio su quanto non fanno in tanti!
I problemi li risolviamo. Ma insieme. Senza
collaborazione dove andiamo? Anch’io!
Anch’ io voglio aiutare!
Di corsa un ragazzino si
vide arrivare. Allo scarica barile,
allo scarica barile! Vi prego vi
prego, anch’io voglio partecipare! Sarò andata in confusione,
quest’ultimo forse non intervenne in quell’occasione. Forse
è meglio che concluda. Che
m’inghiotta un barracuda!
Si ringrazia per aver sostenuto l’associazione Progetto Carbonara:
www.elettrotecnicaiurino.com
4
Carbonara in vista - numero 5
Carbonara in fermento
Quella strada nel canalone
Cuore Biancorosso
- Nicola De Giglio -
- Giuseppe Magrone -
Il 23 ottobre 2005, festa di san Michele,
l’acqua allaga la cava di Maso, sede di un
centro sportivo e solo per un caso fortuito
non ci sono vittime.
Il sindaco Emiliano e alcuni assessori
di fronte alle evidenze e alle pressioni
della popolazione spiegano che il rischio
idrogeologico della zona deve essere
contenuto con interventi urgenti. Per primo
viene costruito il ponte Santa Rita che
collega via Rocco di Cillo con via Liuzzi e si
procede alla bonifica della cava escludendo
futuri “riempimenti”.
Ma la storia rivela numerosi interventi
per mitigare il rischio idrogeologico che
cinge d’assedio la zona dove ora sorge il
quartiere santa Rita: il torrente Picone in
tempi passati è esondato e reso insalubre
tutta l’attuale area di Marisabella, nel porto
di Bari. Nel 1926 vennero quindi deviate le
acque provenienti dalla Murgia in “canali”
con sbocco a mare. Per contenere le piene
venne piantata circa 60 anni fa anche la
foresta di Mercadante.
Per migliorare la viabilità nei primi anni
novanta il piano regolatore prevedeva
che santa Rita dovesse essere collegata
alla città da una strada. L’allora sindaco
Dalfino attivò i competenti uffici comunali
ottenendo progetto e stanziamento di
fondi per realizzarlo. La strada non è
stata mai ultimata. E i fondi? Il consigliere
circoscrizionale Mimmo Fumai dichiarò
ad Antenna Sud che quei fondi furono
destinati alla ristrutturazione del teatro
Piccinni.
Il 14 giugno 2010 il Comune di Bari
decise di chiudere Strada Donadonisi, che
attraversa il letto del canalone e unisce santa
Rita con la strada vecchia per Modugno,
quella che porta al Tondo di Carbonara.
Dopo pochi giorni dalla chiusura il
dramma: quella piccola striscia d’asfalto è
essenziale per il traffico del quartiere
Nelle ore di punta la zona tra via Rocco Di
Cillo e l’entrata est dell’ospedale Di Venere
è completamente intasata. In una prima e
spontanea riunione cittadina il presidente
della IV Circoscrizione Michele De Giulio
ha rassicurato i residenti con la richiesta di
una seduta monotematica d’urgenza sulla
questione.
Parallelamente Enzo Patino con Paolo
Agresti fondarono il Comitato StradaSi
che tramite il social network Facebook,
su internet, ancora oggi animano e
informano la popolazione costantemente
sull’evolversi degli avvenimenti. Infatti é
da questo comitato che l’Ingegner Roberto
Masciopinto, residente del quartiere,
ha proposto un progetto alternativo
purtroppo poi non considerato.
Il 23 giugno durante una riunione
di quartiere il consigliere delegato alla
Mobilità Antonio Decaro ha dichiarato dopo
un incontro tra i tecnici del settore strade
del Comune di Bari e quelli dell’ Autorità
di Bacino la soluzione temporanea per
tenere aperta strada Donadonisi per due
anni, tempo necessario alla realizzazione
da parte del Comune del nuovo “asse
di penetrazione Nord-Sud” a ovest di
Carbonara (inserito nel piano triennale
delle Opere pubbliche per il 2012).
Dal 23 giugno, per riaprire Strada
Donadonisi ci sono voluti più di 50 giorni
nei quali ha giocato un ruolo importante
il Comitato Stradasì. Insistenza dopo
insistenza, telefonata dopo telefonata,
riunione dopo riunione, il sindaco Michele
Emiliano il 21 luglio ha emesso un’ordinanza
per la riapertura.
E’ stato installato un sistema di sensori
che rilevano la presenza di acqua nel
canalone e bloccano la circolazione: il
sistema è collegato con due semafori
posti agli accessi del canalone e con la sala
operativa della Polizia municipale.
UCN Ultras Curva Nord, è sicuramente
una delle più brillanti per coreografie e
per fedeltà ai colori biancorossi. Gli Ultras
Bari dal 1976 accompagnano con passione le sorti della squadra biancorossa
e tra gli stendardi e le bandiere in bella
mostra c’è anche quella del “Quartiere
Carbonara”. Ormai la si nota in Tv in tutte
le dirette delle partite, e nei servizi televisivi dedicata ai galletti.
Noi abbiamo voluto incontrare il
capo carismatico e l’ideatore di questo
gruppo: Filippo Pascale:
Come nasce l’Idea della sezione UCN
“Quartiere Carbonara?
L’idea di realizzare lo stendardo
“Quartiere Carbonara” nasce nel
momento più buio della storia dell’a.s.
Bari. Una sera ci guardammo negli occhi
davanti ad una bella birra, io Giuseppe
ed Agostino e decidemmo di realizzare
il primo stendardo: decidemmo di
affrontare questo discorso ultras qui a
Carbonara sia perché ci sembrava una
bella iniziativa di aggregazione giovanile
sia perchè ci sentivamo pronti dopo anni
di curva ad affrontare con serietà questo
discorso ultras nel nostro quartiere. Lo
stendardo fu esposto ufficialmente il 4
novembre del 2006 in occasione della
gara Bari-Spezia vinta dai galletti per due
reti a zero. In quell’occasione a Carbonara
nacque ufficialmente una sezione U.C.N.
Come è stata accolta la sezione
“Quartiere Carbonara” dal resto della
Curva?
Premetto che il direttivo U.C.N già mi
conosceva di persona, e che comunque
ci eravamo riuniti giorni prima proponendogli questa nuova iniziativa, che gli
ha resi subito entusiasti, quindi dopo il
loro “lasciapassare” abbiamo subito deciso di creare il nostro stendardo.
Che cosa si prova a portare la bandiera del proprio quartiere in giro per
l’Italia?
Seguire la squadra della tua città
in tutti gli stadi d’Italia è un emozione
unica: la nostra bandiera rappresenta in
primis il gruppo U.C.N, poi la città di Bari
e dopo il nostro quartiere, senza nessun
tipo di protagonismo. L’unico nostro fine
è quello di sostenere prima durante e
dopo la partita la Bari.
Quali sono le trasferte che ricordi
maggiormente?
Ricordo con piacere la prima presenza
ufficiale in trasferta dello stendardo in
quel di Frosinone il 18 novembre 2006
persa per una rete a zero. Ma i derby vinti
a Lecce non si possono dimenticare, cosi
come la trasferta a Cittadella sotto la
pioggia o a Pescara sotto i lacrimogeni
della polizia. La trasferta da dimenticare,
invece, è lo spareggio perso a Venezia
che ci costò la retrocessione in serie C.
Il vostro è un gruppo di destra o di
sinistra? Come vedi la politica in curva?
In Curva Nord non si fa politica, perché
l’unico partito che seguiamo è quello
Ultras! Anche se sia nella nostra sezione
che nel intera curva nord la corrente
politica è tendenzialmente di destra,
e di stampo nazionalista. Comunque
siamo contrari ad ogni forma di politica
e propagandismo nella nostra curva che
sia di destra o sinistra, siamo tutti fratelli
a prescindere dal credo politico.
Come vedi il futuro della Bari?
Pur essendo sempre attenti alle
vicende societarie,siamo pur sempre
ultras e quindi a prescindere dalla
categoria in cui si gioca noi saremo
sempre presenti sia in casa che fuori. E’
palese che se le cose dovessero andare
male la nostra protesta civile si farebbe
sentire, anche se per un ultrà conta solo
l’amore per i colori della città.
E del futuro del vostro gruppo, che ci
dici?
Adesso che le cose vanno bene per
la squadra, non è stato difficile portare
tanti carbonaresi sia in casa che fuori.
Non ti nascondo che siamo preoccupati
dalle leggi anti-ultras che il Parlamento
ha emesso: dal 1 luglio è entrata in vigore
la tessera del tifoso, uno strumento che
a detta dei politici nostrani, renderà più
sicuri gli stadi italiani, ma che secondo
noi toglierà quel poco di sano che è
rimasto nel calcio: “il mondo ultras”.
Questo ci preoccupa.
Filippo ti ringraziamo per la disponibilità promettendoti che nel prossimo campionato, una delegazione
della nostra associazione sarà con voi
in curva nord a sventolare la bandiera
del “Quartiere Carbonara”.
E noi vi aspettiamo. Sarà un
piacere, una birra, un panino quattro
chiacchiere.... Perché noi siamo Ultras e
non criminali!
Si ringrazia per aver sostenuto l’associazione Progetto Carbonara:
Bricolage - Rubinetteria - Utensileria
Materiale Elettrico - Colori
Pianeta Casa - Giardinaggio
Via De Marinis, 90 - 70131 Bari Carbonara
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