usione in mativo a diff te r n a for onara b r Bollettino in a C o t t e ione Prog z ia c o s s ’A ll de Numero 5 Questo bollettino non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n.62 del 07.03.2001 Parola d’ordine: collaborazione Il dolore incompreso - Giuseppe Magrone - - Antonella Ardito - Trovata la sede in pieno centro, Progetto Carbonara pensa al futuro e traccia le linee-guida per il programma del nuovo anno solare. I soci, all’unanimità, hanno deciso di rivolgere l’attenzione e le proprie energie verso i seguenti ambiti: - Turismo: il binomio Carbonara-turismo farà sorridere alcuni, o peggio ancora, porterà qualcuno a consigliare ai progettini una visita psichiatrica urgente. L’associazione, invece, è pronta a sfidare lo scetticismo e l’apatia, convinta che il territorio carbonarese può essere molto interessante dal punto di vista religioso, archeologico ed agro-gastronomico. Vogliamo promuovere il rilancio delle nostre risorse. Desideriamo collaborare con tutti, a partire dalla Circoscrizione, per dare il giusto riconoscimento alla bellezza delle nostre chiese, agli ipogei, ai siti archeologici e ai prodotti locali, molto spesso apprezzati e conosciuti da chi non vive a Carbonara. Pur riconoscendo la difficoltà di tale progetto, lo riteniamo indispensabile per rilanciare il nostro territorio, considerato quartiere dormitorio, o peggio ancora, ghetto! - Rifiuti: non vogliamo in nessun modo sostituirci alle istituzioni, siamo convinti, però, di poter aiutare queste ultime e l’azienda che si occupa di rifiuti sul territorio, a migliorare il servizio dello smaltimento anche perché conosciamo il malcostume dei nostri concittadini. Rispetto degli orari per il conferimento, servizio della raccolta all’uscio più efficiente, diversa disposizione delle isole ecologiche, tanto per iniziare. Non siamo più disposti a subire la maleducazione di chi non tiene alla cosa pubblica e continua a fare di Carbonara un quartierediscarica. Abbiamo già chiesto al sindaco di predisporre interventi ad hoc e, anche in questo caso, la parola d’ordine per noi è “collaborazione”! - Pista jogging: ormai è passato un anno dalla tragedia che ha visto coinvolto il carbonarese Sabino Falco, investito mortalmente su via Fanelli. Chi ama questo sport nei nostri quartieri è costretto a farlo per strada, con tutti i C’è una lapide in piazza, con impresso il nome di un ragazzo, Gaetano Marchitelli, morto ammazzato dalla Mafia il 2 ottobre 2003. Molti, a Carbonara, si sono accorti di quella lapide solo in questi giorni, grazie alla corona bardata di biancorosso posta da Michele Emiliano, sindaco di Bari. Possibile che nessuno sappia, nessuno ricordi? Questa scritta a pennarello in via san Liborio, a 50 metri dalla piazza sta lì ogni giorno a ricordarci che domani potrebbe accadere a noi, perché si continua a sparare per strada, come accaduto il 5 ottobre in via Quaranta. Gaetano in una sera di sette anni fa è stato ammazzato per un regolamento di conti tra i clan Strisciuglio e Di Cosola. “La giustizia ci ha lasciato da soli ma io non ho paura di camminare per le strade, di cosa devo aver paura?”, ha ricordato Francesca, la mamma di Gaetano. Il 26 agosto scorso la corte di cassazione ha assolto due imputati dell’omicidio dalla condanna a 30 anni di carcere. Ai carbonaresi, ancora troppo pochi, che si sono stretti insieme ai ragazzi della III F della scuola media De Marinis ai genitori di Gaetano, Vito e Francesca, il sindaco ha ricordato il due ottobre scorso, durante la commemorazione solenne della morte di Gaetano, come sulla piazza Umberto di Carbonara ancora si combatte la Mafia: “Qui abbiamo avuto 4 omicidi in dieci anni, su questa piazza fin da piccoli ci sono bambini che sono portati ad affermare la loro presenza con le minimoto, questa è una piazza contesa dalla stessa Mafia che ha portato via Gaetano, nato in un quartiere difficile. Agli spacciatori, a quelli che sono arrivati a trent’anni e si ricordano di non aver mai lavorato in vita loro io ricordo sempre: avete due vie davanti se continuate così, il carcere o il cimitero”. Parole dure, che rinnovano il dolore di chi ha conosciuto e amato Gaetano, che a 15 anni lavorava “e serviva il suo quartiere, dimostrava di essere un grande, uno che non si piega al soldo facile – ha ricordato il sindaco – che sapeva di poter cambiare le cose. A chi mi odia, su questa piazza, io lo dico e lo ripeto. Non spacciate”. A Gaetano l’amministrazione comunale ha deciso di dedicare una strada: Continua a pagina 2 Continua a pagina 2 www.progettocarbonara.it 2 Carbonara in vista - numero 5 da pagina 1 Il dolore incompreso sotto il suo nome un’epigrafe “vittima innocente di Mafia”. L’intitolazione di una traversa di via Trisorio Liuzzi nei pressi dei campi dello Snoopy avverrà nelle prossime settimane: per i Carbonaresi però la strada di Gaetano è questa qua, dove è morto senza un perché e che deve ogni giorno portarci a riflettere sulla bellezza della vita e sulla necessità di non sprecarla. Gaetano oggi avrebbe 22 anni: un fratello, un figlio, un giovane con una ragazza per mano. Una persona stupenda, che aveva tutto il diritto di vivere la vita. Ma le donne del domani? - Antonella Ardito - da pagina 1 Parola d’ordine: collaborazione rischi che ne conseguono. Attraverso i nostri blog e attraverso una trasmissione radio, avevamo lanciato la richiesta di individuare un posto dove poter realizzare una pista da jogging. La location ideale potrebbe essere il giardino antistante l’edificio Aldo Moro. Basterebbero pochi interventi e pochi euro per evitare incidenti strazianti come quello di Sabino. - Accordi di convenzione: si potrebbe tentare di rilanciare la micro-economia carbonarese attraverso gli accordi di convenzione tra la nostra associazione e le attività del territorio. Perché i carbonaresi non fanno shopping a Carbonara? Si potrebbe mettere in atto un’operazione di ribasso dei prezzi, che coinvolga tutte le attività produttive carbonaresi. A Carbonara il rapporto qualità-prezzo deve risultare vantaggioso a tal punto da far dire “meglio comprare dal carbonarese”. L’associazione Progetto Carbonara ha già intrapreso un dialogo con le istituzioni. Non ci interessa il colore politico, vogliamo solo interfacciarci con tutti coloro che desiderano una Carbonara a misura di famiglia, una Carbonara a misura d’uomo. Tradizione e attualità L’Inferno di Masumeh - Marianna Mastrodomenico - Gruppo di donne Carbonaresi della metà degli anni ’60 del ‘900 gentilmente concessa da Domenico Bellomo Sono di più, sono l’anima profonda del paese. Sono tante e in continuo cambiamento. Sono le donne di Carbonara: negli annali di Bari Statistica il dato della presenza femminile su base circoscrizionale è fermo al 2005 con 20.260 donne censite, in larga parte concentrate nella fascia 30-44 anni. Si chiamano Anna, Maria, Angela, Lucia… ma le più giovani (o meglio le mamme) declinano verso la congiunzione del nome della nonna paterna e materna o la modernizzazione degli stessi come Antonella o Marilisa, senza rinunciare a tocchi esotici o all’uso dei colori per le bimbe. Questa riflessione sulle donne di Carbonara scaturisce da mille cose: dall’ avere sul nostro territorio un ospedale Di Venere che nonostante i tagli alla sanità pugliese continua a veder nascere migliaia di bambini ogni anno; da una foto trovata nell’archivio dei ricordi di don Mimì Bellomo, colui che l’Ospedale ha fondato. Non è la posa della prima pietra in compagnia del grande statista pugliese Aldo Moro che mi ha colpito, ma un’altra, che qui vedete, che ritrae un gruppo di donne carbonaresi, di diversa estrazione sociale, censo, età, istruzione…insieme. Sono donne che hanno dato anima e cuore alla famiglia, al lavoro, alla comunità: hanno sofferto e lottato anche loro, la loro vita non è stata semplice, ma hanno avuto tutte una grande forza, nonostante i tempi fossero diversi e portare i pantaloni era prerogativa dell’uomo. Ritrovare un briciolo di questa forza oggi, per le donne che devono gestire casa e lavoro, precarietà economica e degli affetti, è l’unica soluzione per non vedere crescere ragazze bellissime ma senza rispetto per se stesse, per la scuola, per la loro femminilità e per il loro futuro. Passeggio spesso per la piazza: sento le 14-17enni urlare, usare violenza contro l’ambiente e contro “i maschi”, discutere del nulla totale, e sempre a voce alta. Seduta ai gradini io non discutevo con le amiche di Kant e della Critica della Ragion Pura a 16 anni, ma sapevo che prima di distrarmi dovevo fare i compiti. Signore (e signori) non portiamola alla lunga: la responsabilità del pericoloso vuoto è nostra, che declinato in rosa fa più paura semplicemente perché le donne sono di più, loro che sono state sempre quelle con il sale nella zucca e le econome di casa. Non voglio credere che loro siano giovani donne bruciate, voglio credere che per loro, indubbiamente capaci di portare i pantaloni nella gestione della vita, ci possa essere una via d’uscita. Io, da giovane educatrice, ci provo ogni giorno, ma senza le mamme di oggi non ce la posso fare. “Carbonara in Vista” (r)accoglie il tuo contributo! Se vuoi metterti in contatto con noi non esitare a scriverci il tuo punto di vista o la tua esperienza o a partecipare ai live di Progetto Carbonara. [email protected] Quello che mi spetta è un romanzo che ha una propria storia prima della storia che racconta. L’intervento di Saniee Parinoush ad una conferenza a Berlino sui diritti umani, volto a denunciare la condizione femminile in Iran e ad affermare la necessità di riforme sociali a favore delle donne, le è costato minacce e persecuzione da parte del governo di Ahmadinejad con successiva censura del romanzo dopo già tredici edizioni. Nonostante gli impedimenti, l’autrice ha continuato la sua battaglia con la diffusione del proprio libro. A dar voce alle tante donne iraniane, che in silenzio accettano la loro condizione, è la protagonista Masumeh, che vive a Teheran, indossa il chador, segue le regole dettate dai fratelli e vive come una delle tante ragazze “diventate vecchie senza essere state mai giovani e che si sono sposate troppo giovani per sfuggire alla violenza dei padri”. Masumeh vive in Iran, in bilico fra la mentalità chiusa di Qum, suo paesino natale, e quella progressista di Teheran, dove la sua famiglia si è trasferita, e attraversa i cambiamenti politici e sociali che intercorrono dal regime dello Scià, alla cui tirannia il popolo si ribella, fino ad una dittatura ben peggiore: quella del fanatismo religioso. Per la dolce Masumeh, comunque, cambia poco: sostenuta da un padre buono ed aperto, osteggiata da una madre fanatica e succube dei figli, mal tollerata dai fratelli che colgono l’occasione di una “tresca” fra lei e il giovane farmacista Saeid per darla subito in moglie. Perfino il padre, deluso dal “terribile peccato” della figlia, le volta le spalle. È solo merito di una vicina se viene scelto uno sposo appartenente ad una famiglia “moderna”. Ci si aspetterebbe comunque una storia di umiliazioni e magari percosse, invece Masumeh si trova legata ad un marito che non la costringe a niente, la spinge a studiare e ad essere indipendente, ma d’altro canto, preso dalla sua missione politica, la trascura del tutto insieme ai figli. Masumeh fa di tutto per portare avanti la famiglia, far studiare i figli e sistemarli, trovando in sé una forza inaspettata. Ma un giorno, dopo trent’anni, rivede Saeid. Il loro amore potrebbe giungere a compimento, ma non ha fatto i conti con l’egoismo di chi considera Masumeh niente più di una figura a completa disposizione della sua famiglia, con il dovere di mantenere alto l’onore della propria casa. P r e m i o B o c c a c c i o Internazionale 2010, Quello che mi spetta dopo essere stato bandito e censurato dal governo iraniano, è ancora oggi tra i libri più venduti in Iran, ed è stato pubblicamente difeso dall’avvocato Shirin Ebadi Premio Nobel per la Pace 2003. Si tratta di un grande romanzo sull’amore e sulla speranza, sull’odio e sulla sofferenza, in cui l’autrice svela la vera condizione delle donne iraniane, prigioniere della tradizione, che tutt’ora lottano contro il fanatismo. Carbonara in vista - numero 5 3 Carbonara in-diretta S. Michele Arcangelo 2010: il programma della Festa La festa di San Michele è un pezzo di storia per la comunità carbonarese: ogni anno, nella quarta domenica di ottobre, è il momento per riunirsi intorno al Santo Patrono e venerarlo solennemente. La festa di san Michele è anche una raccolta di momenti unici: per tre giorni c’è la possibilità di riscoprire lo stare insieme in famiglia, i piatti tipici della nostra tradizione culinaria, la musica, il folklore, le luci e i fuochi. Bellissima come sempre la processione di gala mattutina della domenica, dove l’intera Carbonara è presente: una devozione a san Michele che continua con la venerazione della statua dell’Arcangelo nella chiesa Matrice. La festa di quest’anno continua nel solco dell’edizione 2009, proponendo grandi luminarie, e dopo tanti anni, il tradizionale fuoco alle ore 12.00 circa all’arrivo della Sacra Immagine in Piazza Umberto. Il programma firmato dal Comitato Feste Patronali è molto vario, affiancando per l’intero mese di ottobre agli appuntamenti liturgici un cartellone di eventi musicali e di riflessione di tutto rispetto. Si parte subito mercoledì 29 settembre con le celebrazioni liturgiche. Sabato 2 Ottobre alla ore 20,00 presso la Chiesa matrice, appuntamento con l’Orchestra Sinfonica della Provincia di Bari mentre giovedì 14 ottobre parte la novena che segna l’apertura ufficiale dei festeggiamenti con l’esposizione della Sacra Immagine dell’Arcangelo, fuochi e tradizionale bassa musica (“U tammur”). Venerdì 15 ottobre presso l’Istituto tecnico commerciale “Piero Calamandrei” spazio alla mostra a tema dedicata al nostro territorio circoscrizionale nel tardo-medioevo. A seguire l’ormai consueta settimana micaelica con manifestazioni di carattere prettamente culturale, quest’anno sul tema de “L’educazione”, pregevole introduzione al momento clou dei festeggiamenti in onore di san Michele nei giorni 23, 24 e 25 Ottobre. Le tre giornate saranno allietate dai grandi concerti musicali firmati dalle bande di Giovinazzo, Conversano e Turi. Rivivremo la Santa Messa in piazza la sera del sabato, mentre domenica 24 ottobre alle 11.30 spazio alla solenne processione di gala con cavalcata, la partecipazione di tutte le autorità, confraternite e l’ormai consueto corteo medioevale. Novità di quest’anno nella serata di domenica 24 ottobre: accanto alla banda di Conversano che presterà servizio in cassa armonica, ci sarà l’esibizione della Contourband, precisamente una street band che regalerà grande spettacolo per le vie di Carbonara, in piazza santa Maria del Fonte, corso Vittorio Emanuele e piazza Umberto, il tutto in un mix di musica e ritmi scatenati. Immancabile la gara pirotecnica tra tre rinomate ditte a livello nazionale, che concluderà la serata di domenica e che quest’anno vedrà l’assegnazione del “I Trofeo S. Michele Arcangelo alla Miglior bomba di apertura”. Nella giornata di lunedì 25 ottobre spazio alla musica in piazza durante la mattinata e alle 17.00 la processione con l’immagine del Santo, nuovamente in notturna visto il successo dello scorso anno. Buona Festa! Il presidente Rag. Gabriele Balzano Idee sostenibili Progetto Carbonara incontra Michele Emiliano Tre agosto 2010: mentre la città si catapultava sulle spiagge una delegazione di Progetto Carbonara è stata ricevuta dal sindaco di Bari Michele Emiliano. L’incontro è nato dopo una nostra missiva, inviata a marzo all’attenzione del primo cittadino per ottenere un’ordinanza che tutelasse il decoro della nostra piazza Umberto, rimessa a nuovo da un anno e mezzo, e che punisse severamente coloro che imbrattano panchine e elementi bianchi Con il sindaco abbiamo discusso degli atti di vandalismo che ci sono stati quest’inverno sulla piazza, come lo scorrazzare continuo delle minimoto. Al sindaco abbiamo raccontato i quotidiani problemi del quartiere, la mancanza di pulizia e di sorveglianza, la percezione di abbandono totale che non può essere mascherata con i lavori fatti in questi anni con i fondi Por 2000-2006 (piazza e mercato di via Vaccarella per esempio). Al sindaco abbiamo detto questo, abbiamo parlato da cittadini che hanno a cuore il luogo dove sono nati, dove vivono e dove vogliono far crescere i propri figli. Le promesse, le cose da fare, sono impegni che vanno sottoscritti dagli uomini e dalle donne che ci rappresentano nei diversi livelli istituzionali. Il sindaco però ci ha detto che una cosa l’avrebbe chiesta per abbellire Carbonara come è stato fatto, ma senza successo, a Bari vecchia. Dopo il nostro incontro era atteso in un nuovo centro di bricolage e articoli da giardino: “Posso chiedere a loro delle alberature in vaso per Carbonara, ma i carbonaresi dovranno adottare le piante e curarle”. Il pollice verde ai Carbonaresi non manca, ma se delusi possono diventare verdi di rabbia…. a buon intenditor... Antonella Ardito L’Emiliano pulitore - Lucia Abbinante - Giunse in giacca e fascia tricolore il sindaco, Sceriffo Michele Emilianone! Il compianto carbonarese raggiunse qui a ricordare ed una strada gli volle dedicare. Tutti uniti, tutti in coro ad ascoltare quel vocione che continuava ad esortare “le ferite, quelle ferite non si possono curare”, tutti uniti, tutti in coro perché non si deve più sbagliare. Poi finito il memorandum quatto quatto un cagnolino tutto in festa in luogo pubblico prese a fare il bisognino. Michelone e i giovanotti che voleva salutare furono chiamati in tutta fretta per il misfatto constatare. Aprì il concerto una sviolinata e in due minuti prese posto l’intera orchestra sbalestrata. Vede, caro il Sindaco adorato cominciamo col motivetto per introdurre il libretto che dev’essere suonato. Qui la gente la piazza sporca e mai nessuno che li tocca. Al triste destino siamo qui relegati perché Vossignoria della sua presenza non ci ha mai degnati. E lo Stato, e Lo Stato dove stà? È in Parlamento, è al Comune, è la Circoscrizione! Quelli sono che il lavoro, la pensione, il giardino non ci dan! Intervenne un altro coro e interruppe il motivetto. Chiss so chiaccr signrì, pnzam a c ven a scttà la mmondizij sott a cas, Michelon mì! Tutt so brav a pretend e a parlà e l’educazion che ye la prima cos andò stà? Così il sindaco frastornato per il sobborgo a perlustrare fù portato. Poi la gente lo fermava e della sporcizia si lamentava. Siete i primi trasgressori, travestiti da santoni, disse il sindaco occupato a ripulire il giardino di Piazza Trieste tutto imbrattato. Il quartiere non è lo “Stato” che ve lo deve conservare, bello pulito profumato, tutto in ghingheri e sbarbato! Perché lo Stato siete voi! E con me e i vostri rappresentanti dovete essere civili e dare l’esempio su quanto non fanno in tanti! I problemi li risolviamo. Ma insieme. Senza collaborazione dove andiamo? Anch’io! Anch’ io voglio aiutare! Di corsa un ragazzino si vide arrivare. Allo scarica barile, allo scarica barile! Vi prego vi prego, anch’io voglio partecipare! Sarò andata in confusione, quest’ultimo forse non intervenne in quell’occasione. Forse è meglio che concluda. Che m’inghiotta un barracuda! Si ringrazia per aver sostenuto l’associazione Progetto Carbonara: www.elettrotecnicaiurino.com 4 Carbonara in vista - numero 5 Carbonara in fermento Quella strada nel canalone Cuore Biancorosso - Nicola De Giglio - - Giuseppe Magrone - Il 23 ottobre 2005, festa di san Michele, l’acqua allaga la cava di Maso, sede di un centro sportivo e solo per un caso fortuito non ci sono vittime. Il sindaco Emiliano e alcuni assessori di fronte alle evidenze e alle pressioni della popolazione spiegano che il rischio idrogeologico della zona deve essere contenuto con interventi urgenti. Per primo viene costruito il ponte Santa Rita che collega via Rocco di Cillo con via Liuzzi e si procede alla bonifica della cava escludendo futuri “riempimenti”. Ma la storia rivela numerosi interventi per mitigare il rischio idrogeologico che cinge d’assedio la zona dove ora sorge il quartiere santa Rita: il torrente Picone in tempi passati è esondato e reso insalubre tutta l’attuale area di Marisabella, nel porto di Bari. Nel 1926 vennero quindi deviate le acque provenienti dalla Murgia in “canali” con sbocco a mare. Per contenere le piene venne piantata circa 60 anni fa anche la foresta di Mercadante. Per migliorare la viabilità nei primi anni novanta il piano regolatore prevedeva che santa Rita dovesse essere collegata alla città da una strada. L’allora sindaco Dalfino attivò i competenti uffici comunali ottenendo progetto e stanziamento di fondi per realizzarlo. La strada non è stata mai ultimata. E i fondi? Il consigliere circoscrizionale Mimmo Fumai dichiarò ad Antenna Sud che quei fondi furono destinati alla ristrutturazione del teatro Piccinni. Il 14 giugno 2010 il Comune di Bari decise di chiudere Strada Donadonisi, che attraversa il letto del canalone e unisce santa Rita con la strada vecchia per Modugno, quella che porta al Tondo di Carbonara. Dopo pochi giorni dalla chiusura il dramma: quella piccola striscia d’asfalto è essenziale per il traffico del quartiere Nelle ore di punta la zona tra via Rocco Di Cillo e l’entrata est dell’ospedale Di Venere è completamente intasata. In una prima e spontanea riunione cittadina il presidente della IV Circoscrizione Michele De Giulio ha rassicurato i residenti con la richiesta di una seduta monotematica d’urgenza sulla questione. Parallelamente Enzo Patino con Paolo Agresti fondarono il Comitato StradaSi che tramite il social network Facebook, su internet, ancora oggi animano e informano la popolazione costantemente sull’evolversi degli avvenimenti. Infatti é da questo comitato che l’Ingegner Roberto Masciopinto, residente del quartiere, ha proposto un progetto alternativo purtroppo poi non considerato. Il 23 giugno durante una riunione di quartiere il consigliere delegato alla Mobilità Antonio Decaro ha dichiarato dopo un incontro tra i tecnici del settore strade del Comune di Bari e quelli dell’ Autorità di Bacino la soluzione temporanea per tenere aperta strada Donadonisi per due anni, tempo necessario alla realizzazione da parte del Comune del nuovo “asse di penetrazione Nord-Sud” a ovest di Carbonara (inserito nel piano triennale delle Opere pubbliche per il 2012). Dal 23 giugno, per riaprire Strada Donadonisi ci sono voluti più di 50 giorni nei quali ha giocato un ruolo importante il Comitato Stradasì. Insistenza dopo insistenza, telefonata dopo telefonata, riunione dopo riunione, il sindaco Michele Emiliano il 21 luglio ha emesso un’ordinanza per la riapertura. E’ stato installato un sistema di sensori che rilevano la presenza di acqua nel canalone e bloccano la circolazione: il sistema è collegato con due semafori posti agli accessi del canalone e con la sala operativa della Polizia municipale. UCN Ultras Curva Nord, è sicuramente una delle più brillanti per coreografie e per fedeltà ai colori biancorossi. Gli Ultras Bari dal 1976 accompagnano con passione le sorti della squadra biancorossa e tra gli stendardi e le bandiere in bella mostra c’è anche quella del “Quartiere Carbonara”. Ormai la si nota in Tv in tutte le dirette delle partite, e nei servizi televisivi dedicata ai galletti. Noi abbiamo voluto incontrare il capo carismatico e l’ideatore di questo gruppo: Filippo Pascale: Come nasce l’Idea della sezione UCN “Quartiere Carbonara? L’idea di realizzare lo stendardo “Quartiere Carbonara” nasce nel momento più buio della storia dell’a.s. Bari. Una sera ci guardammo negli occhi davanti ad una bella birra, io Giuseppe ed Agostino e decidemmo di realizzare il primo stendardo: decidemmo di affrontare questo discorso ultras qui a Carbonara sia perché ci sembrava una bella iniziativa di aggregazione giovanile sia perchè ci sentivamo pronti dopo anni di curva ad affrontare con serietà questo discorso ultras nel nostro quartiere. Lo stendardo fu esposto ufficialmente il 4 novembre del 2006 in occasione della gara Bari-Spezia vinta dai galletti per due reti a zero. In quell’occasione a Carbonara nacque ufficialmente una sezione U.C.N. Come è stata accolta la sezione “Quartiere Carbonara” dal resto della Curva? Premetto che il direttivo U.C.N già mi conosceva di persona, e che comunque ci eravamo riuniti giorni prima proponendogli questa nuova iniziativa, che gli ha resi subito entusiasti, quindi dopo il loro “lasciapassare” abbiamo subito deciso di creare il nostro stendardo. Che cosa si prova a portare la bandiera del proprio quartiere in giro per l’Italia? Seguire la squadra della tua città in tutti gli stadi d’Italia è un emozione unica: la nostra bandiera rappresenta in primis il gruppo U.C.N, poi la città di Bari e dopo il nostro quartiere, senza nessun tipo di protagonismo. L’unico nostro fine è quello di sostenere prima durante e dopo la partita la Bari. Quali sono le trasferte che ricordi maggiormente? Ricordo con piacere la prima presenza ufficiale in trasferta dello stendardo in quel di Frosinone il 18 novembre 2006 persa per una rete a zero. Ma i derby vinti a Lecce non si possono dimenticare, cosi come la trasferta a Cittadella sotto la pioggia o a Pescara sotto i lacrimogeni della polizia. La trasferta da dimenticare, invece, è lo spareggio perso a Venezia che ci costò la retrocessione in serie C. Il vostro è un gruppo di destra o di sinistra? Come vedi la politica in curva? In Curva Nord non si fa politica, perché l’unico partito che seguiamo è quello Ultras! Anche se sia nella nostra sezione che nel intera curva nord la corrente politica è tendenzialmente di destra, e di stampo nazionalista. Comunque siamo contrari ad ogni forma di politica e propagandismo nella nostra curva che sia di destra o sinistra, siamo tutti fratelli a prescindere dal credo politico. Come vedi il futuro della Bari? Pur essendo sempre attenti alle vicende societarie,siamo pur sempre ultras e quindi a prescindere dalla categoria in cui si gioca noi saremo sempre presenti sia in casa che fuori. E’ palese che se le cose dovessero andare male la nostra protesta civile si farebbe sentire, anche se per un ultrà conta solo l’amore per i colori della città. E del futuro del vostro gruppo, che ci dici? Adesso che le cose vanno bene per la squadra, non è stato difficile portare tanti carbonaresi sia in casa che fuori. Non ti nascondo che siamo preoccupati dalle leggi anti-ultras che il Parlamento ha emesso: dal 1 luglio è entrata in vigore la tessera del tifoso, uno strumento che a detta dei politici nostrani, renderà più sicuri gli stadi italiani, ma che secondo noi toglierà quel poco di sano che è rimasto nel calcio: “il mondo ultras”. Questo ci preoccupa. Filippo ti ringraziamo per la disponibilità promettendoti che nel prossimo campionato, una delegazione della nostra associazione sarà con voi in curva nord a sventolare la bandiera del “Quartiere Carbonara”. E noi vi aspettiamo. Sarà un piacere, una birra, un panino quattro chiacchiere.... Perché noi siamo Ultras e non criminali! Si ringrazia per aver sostenuto l’associazione Progetto Carbonara: Bricolage - Rubinetteria - Utensileria Materiale Elettrico - Colori Pianeta Casa - Giardinaggio Via De Marinis, 90 - 70131 Bari Carbonara Tel. 080 5650246 - Fax 080 5034251