novembre 2015 Biblio news Dopo Expo la Scala ricomincia da Verdi Archiviata la stagione Expo, il Teatro alla Scala apre la stagione 2015-2016 con la Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, opera che non gode del consenso di molti appassionati ma che ha avuto grande successo al Festival di Salisburgo dello scorso anno. A seguire opere di vario genere, dal Verismo di Puccini e Giordano a classici di frequente programmazione come le nozze di Figaro, Il cavaliere della rosa e Rigoletto, dal ‘700 di Händel, al XXI secolo di Kurtag, oltre alle riprese di Simon Boccanegra e della Incoronazione di Poppea. Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti. La Scala secondo Pereira Rimettere in primo piano l’identità della Scala come culla del melodramma italiano, valorizzando una peculiarità come l’Accademia di canto ed estendendo il repertorio all’opera barocca da una parte, da eseguirsi con strumenti originali, e all’opera verista dall’altra da presentare in versioni critiche come mai era stato fatto prima, con qualche inserimento di opere raramente eseguite. Queste, in estrema sintesi, le dichiarazioni d’intenti del soprintendente Alexander Pereira alla conferenza di presentazione della prima stagione scaligera sua al 100%. Qui di seguito elenchiamo le opere in cartellone con alcuni cenni ai principali esecutori. Ogni dettaglio è disponibile sul sito del Teatro. Rispetto agli anni precedenti gli appassionati noteranno una novità: i biglietti saranno messi in vendita nei giorni stabiliti a partire dalle ore 9.00 solo presso la biglietteria centrale, in Galleria del Sagrato, mentre tutti gli altri canali di vendita, incluso internet, saranno attivi dalle ore 12.00. L’opera che inaugurerà la stagione risponde perfettamente ai criteri enunciati. La Giovanna d’Arco è infatti un’opera di Verdi che però non è stata più presentata dal 23 settembre 1865, ossia giusto 150 anni fa. Ripresa dallo stesso Pereira al festival di Salisburgo nel 2013, ebbe un grande successo grazie anche all’interpretazione di Anna Netrebko, la diva dei nostri tempi, e di Francesco Meli, interpreti che vedremo anche a Milano sotto la bacchetta di Riccardo Chailly insieme a Carlos Álvarez. Di Giuseppe Verdi anche la seconda opera in cartellone. Si tratta della ripresa del Rigoletto del regista Gilbert Deflo. Leo Nucci riprende il ruolo del buffone insieme a Vittorio Grigolo come Duca e al debutto scaligero di Nadine Sierra nei panni di Gilda. Sul podio Mikko Franck, direttore musicale dell’Orchestre Philharmonique de Radio France. Un passo indietro verso l’opera barocca e troviamo l’oratorio Il trionfo del Tempo e del Disinganno di Georg Friedrich Händel creato da Jürgen Flimm ed Erich Wonder per l’Opera di Zurigo ma qui proposto in forma scenica e con strumenti originali. Direttore d’orchestra è Diego Fasolis, i protagonisti Martina Jankova, Sara Mingardo e Leonardo Cortellazzi. Ancora Verdi, ancora una ripresa. Si tratta de I due Foscari che vedrà Plácido Domingo in un altro ruolo da baritono sotto la direzione di Michele Mariotti, e affiancato da Francesco Meli, uno dei più interessanti tenori di oggi, e il giovane soprano Anna Pirozzi, che si è imposta all’attenzione internazionale a Salisburgo. Con La cena delle beffe di Umberto Giordano troviamo un’opera verista oggi di rara programmazione presentata con la regia di Mario Martone. Dirige Carlo Rizzi, cantano Kristin Lewis, Marco Berti e Nicola Alaimo. Dopo il successo di Turandot, Riccardo Chailly presenta un’altra opera di Giacomo Puccini: La Fanciulla del West. La caratteristica principale di questo spettacolo è che sarà la prima volta che verrà eseguita secondo l’originale dell’autore e non nella versione modificata da Toscanini per la prima a New York da quel momento sempre utilizzata. Per questa produzione torna alla Scala il regista Graham Vick, il cast è guidato da Marcelo Álvarez e Eva-Maria Westbroeck. Le uniche due opere di Maurice Ravel, che per ragioni di durata sono quasi sempre eseguite in coppia, ossia L’enfant et les sortilèges e L’heure espagnole, approdano alla Scala per la regia Laurent Pelly dopo il successo al Festival di Glyndebourne nel 2012 sotto la bacchetta di Mark Minkowski. Anche la versione di Harry Kupfe del Rosenkavalier di Richard Strauss viene da Salisburgo. Qui però sarà presentata nella versione integrale (rarissimamente eseguita), 12 minuti più lunga di quella 2 Giovanna d’Arco, spartito per canto e pianoforte - 1846 Il baritono Leo Nucci nei panni di Rigoletto in una precedente edizione della Scala Il tenore/baritono Placido Domingo che interpreterà il ruolo del doge Francesco Foscari abituale. La direzione sarà di Zubin Mehta, il barone Ochs sarà Günther Groissböck, Sophie Koch sarà Octavian mentre non si sa ancora chi interpreterà il ruolo della Marescialla. Il quarto titolo verdiano della stagione, Simon Boccanegra, è una ripresa dell’allestimento di Federico Tiezzi. Plácido Domingo e Leo Nucci si alterneranno nel ruolo del titolo sotto la direzione di MyungWhun Chung, che ha recentemente diretto l’opera al Teatro la Fenice con grande successo. L’Accademia di Canto, sottolinea Pereira, è un patrimonio unico al mondo che il Teatro alla Scala deve ulteriormente valorizzare. Perciò a partire dalla prossima stagione ogni anno verrà realizzata una nuova produzione con i giovani dell’Accademia insieme a un grande direttore e a un grande regista. Si inizia con Die Zauberflöte di Wolfgang Amadeus Mozart per la regia di Peter Stein e la bacchetta di Adam Fischer. Nella prossima stagione torna Benjamin Britten con The Turn of the Screw con cui debutta alla Scala il regista danese (e direttore artistico del Covent Garden di Londra) Kasper Holten. Sul podio Christoph Eschenbach e con Ian Bostridge e Miah Persson protagonisti. Con L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi facciamo un salto a ritroso di tre secoli. Si tratta della ripresa dello spettacolo della stagione 2014-15 che ha avuto tanto successo, con Carmela Remigio nei panni dell’imperatrice accanto a Monica Bacelli, Sara Mingardo e Leonardo Cortellazzi. Sarà messa in scena anche un’opera di Wolfgang Amadeus Mozart, Le nozze di Figaro, per celebrare il 225° anniversario della sua morte. Si tratta di una nuova produzione affidata a un regista poco più che trentenne, Frederic Wake-Walker, già celebrato al Festival di Glyndebourne 2014. La parte musicale è affidata a Franz WelserMoest, mentre nelle parti principali cantano Diana Damrau (contessa), Marianne Crebassa (Cherubino), Golda Schultz (Susanna) e Markus Werba (Figaro). Nella parte del Conte si alternano Carlos Álvarez e Simon Keenlyside. Avremo un pizzico di XXI secolo con Fin de partie di György Kurtág che a novant’anni ha deciso di scrivere la sua prima opera. Direzione musicale di Ingo Metzmacher, regia di Luc Bondy. Infine Porgy and Bess di George Gershwin nella versione originale mai rappresentata perché ritenuta troppo lunga per i gusti del pubblico. Sarà rappresentata in versione semiscenica sotto la direzione di Nikolaus Harnoncourt, noto per la sua determinazione a riportare in auge le esecuzioni di composizioni barocche su strumenti originali. Sophie Koch nel Rosenkavalier del Festival di Salisburgo 2014 L’incoronazione di Poppea nell’edizione scaligera della scorsa stagione Cosa trovi in biblioteca Mozart, Wolfgang A. Die Zauberfloete Osborn, Charles Tutte le opere di Verdi Petronio, Giuseppe Romanticismo e Verismo Rescigno, Eduardo L’Italia dopo Verdi Ross, Alex Il resto è rumore (ascoltare il XX secolo) Servergnini, Silvestro Invito all’ascolto di Giacomo Puccini Verdi, Giuseppe Libretti e lettere AA.VV Il Novecento (Storia della musica vol. 1) AA.VV Gershwin Arca, Paolo La fanciulla del West (guida all’opera) Benelli, Sem La cena delle beffe Enciclopedia della musica Garzanti Gallico, Claudio Monteverdi Hofmannsthal, Hugo von Il cavaliere della rosa Melograni, Piero WAM - La vita ai tempi di Mozart Mila, Massimo Il melodramma italiano dell’800 Mozart, Wolfgang A. Tutti i libretti Audiovisivi Angela, Piero Verdi, una vita straordinaria Verdi, Giuseppe Giovanna d’Arco 3 La Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi Giuseppe Verdi Giovanna d’Arco Il libretto della Giovanna d'Arco è di Temistocle Solera – che già aveva felicemente collaborato con Verdi nel Nabucco- che prende spunto dal dramma La Pulzella d'Orléans di Friedrich Schiller, ben poco Direttore Riccardo Chailly Moshe Leiser fedele alla verità storica. La vicenda è ambientata in Francia durante la Regia Patrice Caurier guerra dei 100 anni ai tempi del regno di Carlo VII. Prologo. L’armata francese è in piena crisi. Al re appare in sogno la Madonna che gli Scene Christian Fenouillat ordina di deporre le armi ai piedi di una certa quercia. Lì il re incontra Costumi Agostino Cavalca Giovanna, una fanciulla nota per i suoi vaneggiamenti tanto che il padre la crede preda del demonio. Avendo compreso l’intenzione del re, Interpreti Giovanna lo convince a tornare a combattere insieme a lei. Carlo VII Francesco Meli Atto primo. Con l’aiuto di Giovanna l’esercito francese rovescia le sorti Giovanna Anna Netrebko/ della guerra tanto che in breve gli inglesi stanno per essere sconfitti. Il Erika Grimaldi padre di Giovanna però, convinto che sua figlia sia preda del demonio, Giacomo Carlos Álvarez contatta i nemici promettendo la consegna della figlia. Nel frattempo nella cattedrale di Reims si celebra l’incoronazione del re. Nel corso dei festeggiamenti Carlo confessa a Giovanna il suo amore. Giovanna dentro di sé si rende conto di esserne innamorata, cosa che costituisce una violazione del voto di castità fatto al momento di scendere in campo. Atto secondo. Il padre di Giovanna l’accusa davanti al re e a tutto il popolo di essere preda del demonio. Giovanna presa da un forte senso di colpa non sa difendersi e viene sommariamente condannata dal popolo e rinchiusa in una prigione inglese. Atto terzo. Giovanna sta per essere arsa viva. Al padre che è venuto per l’ultimo saluto confessa l’amore per il re ma dichiara che è stato solo platonico. Il padre si pente del suo operato e riesce a farla fuggire. Giovanna ritorna a fianco del re e l’esercito francese sconfigge, questa volta definitivamente, l’avversario, ma Giovanna nella battaglia muore. Il re, disperato, vedendo il corteo funebre che trasporta la salma, vaneggia. Ma improvvisamente Giovanna si alza, riconosce il re e il padre e chiede la sua bandiera. Afferratala, vede aprirsi il cielo e discendere la Vergine Maria, e muore. Giuseppe Verdi (1813-1901) Colui che molti considerano il più grande operista italiano di tutti i tempi nacque in una frazione del comune di Busseto, oggi in provincia di Parma, ma all’epoca parte dell’impero napoleonico, tanto che all’anagrafe fu registrato coi nomi di Joseph Fortunin François. La famiglia gestiva una modesta osteria con rivendita di alimentari che assicurava scarsi guadagni. Fu solo grazie all’intuizione di un ricco commerciante di Busseto che il giovane Giuseppe poté essere avviato agli studi musicali che nel giro di pochi anni lo portarono a Milano dove già all’epoca era grande la fama del teatro Alla Scala e dove iniziò a studiare privatamente perché il Conservatorio rigettò la sua domanda di iscrizione. Nonostante gravi disgrazie familiari (i due figli morirono nel giro di 14 mesi) a 26 anni riuscì a veder rappresentata alla Scala la sua prima opera, Oberto, Conte di San Bonifacio, con un discreto successo. Ma le disgrazie non erano finite, visto che l’anno dopo morì la moglie. Seguì un periodo di grande disperazione da cui si riprese solo dopo due anni quando il suo Nabucco ebbe alla Scala un successo trionfale che segnò l’inizio di una carriera che, pur con alti e bassi, avrebbe portato Verdi a diventare quell’icona della storia d’Italia che conosciamo. Dopo anni di febbrile lavoro nei quali Verdi compose un’opera all’anno, nel periodo 1851-53 furono messe in scena in rapida successione Rigoletto, Il trovatore e La traviata, che ancor oggi formano il trio delle opere più popolari. Il loro grande successo aprì all’autore le porte dell’Opéra di Parigi e lo fece diventare il compositore più pagato del suo tempo come dimostrano i 60.000 franchi ottenuti dal Teatro Imperiale di San Pietroburgo per La forza del destino o i 150.000 franchi pagati dal kedivè d'Egitto per Aida, commissionata per la celebrazione dell’apertura del canale di Suez. Dopo Aida la creatività di Verdi, che nel frattempo era stato nominato Senatore del regno d’Italia, sembrò spegnersi. Con l’eccezione della Messa da Requiem scritta in memoria di Alessandro Manzoni, datata 1874, Verdi abbandonò la scrittura musicale per dedicarsi alle sue tenute e alla costruzione e alla gestione a sue spese di un ospedale dove i bisognosi potevano avere cure gratuite. Bisogna aspettare il 5 febbraio 1887 per veder rappresentato l’Otello, con successo trionfale. Altri 6 anni di silenzio e poi l’ultimo capolavoro, Falstaff. Negli anni seguenti Verdi si dedicò alla costruzione della Casa di riposo per musicisti alla quale legò un sostanzioso patrimonio. “Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!”. La casa è tuttora in funzione e ospita 80 artisti. 4 La vera storia di Giovanna d’Arco Sembra un fantasy ma la vicenda di Giovanna d’Arco è confermata, nei punti principali, da un numero infinito di documenti storici. Siamo nel 1425. A Domrémy, paesino della Lorena, non fa scalpore più di tanto che Giovanna, una fanciulla tredicenne, dichiari di avere delle visioni durante le quali san Michele e le sante Caterina e Margherita la incitano a prendere in mano le sorti di quella guerra contro l’Inghilterra che gli storici chiameranno “dei cent’anni”, che da 88 anni dilania la Francia. Il territorio francese è in gran parte occupato, l’imbelle re Carlo VII non sembra assolutamente in grado di ribaltare la situazione e da tempo è diffusa tra la popolazione, ormai alla disperazione, una “profezia” secondo la quale la salvezza arriverà da una vergine ispirata dal Cielo. Giovanna è convinta di essere lei la vergine della profezia ed è assolutamente determinata ad andare dal re per chiedergli un esercito da portare alla vittoria contro gli inglesi. Dopo aver convinto i genitori, si rivolge al luogotenente militare del re di stanza non lontano dal paese. Qui l’accoglienza è inizialmente di scherno ma Giovanna non demorde. Ci vogliono tre incontri e alcuni mesi ma alla fine ottiene una scorta di 6 armati per accompagnarla dal re, attraversando 500 km di territorio nemico. Carlo VII inizialmente l’accoglie con scetticismo ma anche lui è a conoscenza della profezia. Ci mette un periodo molto più lungo (3 anni!) durante il quale comunque la ospita nella sua residenza, poi cede: le fornisce le armi, le insegna a usarle, la mette alla testa di un esercito di 4000 uomini. Con questo Giovanna gli promette come prima impresa di liberare Orléans dagli inglesi. Possiamo immaginarci questa fanciulla issata in precario equilibrio su un cavallo da guerra, ben diverso dai cavalli da tiro della fattoria paterna, senza nessuna conoscenza di strategia e arti militari che si trova in posizione di comando rispetto a esperti ufficiali e valenti soldati e che accompagna i suoi comandi con il grido: “Dio lo vuole!”. Il fascino che emana da Giovanna è irresistibile e travolge sia le schiere amiche che le nemiche e in 10 giorni Orléans è conquistata. Allora Giovanna rilancia: Carlo VII non era ancora stato consacrato come tutti i re di Francia perché la cattedrale di Reims, sede di queste cerimonie, era da anni in territorio controllato dal duca di Borgogna, alleato con gli inglesi. Giovanna promette che con il suo aiuto sarà consacrato. L’esercito riparte in direzione di Reims con il re al seguito. Anche questa volta tutti gli ostacoli sono travolti anche perché a fianco dei francesi nel frattempo sono scesi in campo gli scozzesi, tradizionali avversari degli inglesi. Il vescovo, schierato in campo avverso, è costretto a celebrare il rito, per di più con la stessa Giovanna sull’altare a controllare la cerimonia. A questo punto Carlo VII vorrebbe tornare nel suo castello per far riposare l’esercito dalle fatiche delle ultime imprese ma Giovanna insiste: vuole riconquistare Parigi! Questa volta le cose vanno storte. Parigi non era mai stata espugnata prima (e mai lo sarà dopo) e il piccolo esercito francese viene respinto. A questo punto l’incantesimo si rompe. Giovanna non è più un’eroina mandata dal cielo ma una ciarlatana posseduta dal diavolo. Viene catturata dai borgognoni e venduta agli inglesi. Il vescovo di Reims, a cui ancora brucia l’affronto subito, la riscatta dai carcerieri, la conduce nella sua diocesi, la processa per eresia e la condanna alla pena del rogo, prontamente eseguita, senza che Carlo VII muova un dito per salvarla. È il 1431, sono trascorsi solo 6 anni dalle prime visioni. Il vescovo di Reims con la morte di Giovanna pensa di aver eliminato ogni ostacolo alla vittoria inglese ma nel 1449 l’esercito francese riconquista Reims e Carlo VII che non può accettare di essere stato incoronato grazie all’appoggio di una strega costringe il vescovo ad annullare la condanna (1455). Giovanna cade nell’oblio fino all’800 quando ricomincia a essere popolare specie a partire dagli anni ‘30 perché lo storico Jules Michelet la presenta come un’icona della repubblica. Improvvisamente la popolarità di Giovanna balza alle stelle, migliaia di libri vengono scritti sulle sue vicende, come pure l’opera di Verdi (1845). Poi nel 1909 Pio X la proclama beata e Benedetto XV santa nel 1920. Nel 1914 è nominata protettrice dell’esercito francese nella prima guerra mondiale mentre nella seconda il maresciallo collaborazionista Petain ne fa la bandiera anti inglesi. De Gaulle appena entrato a Parigi dopo la liberazione depone una corona ai piedi della statua che si può ammirare in place des Pyramides. Hanno esaltato Giovanna d’Arco come quintessenza delle virtù francesi i politici di tutti gli schieramenti, da Mitterand a Chirac, da Sarkozy a Le Pen. 5 L’arcangelo Michele appare a Giovanna d’Arco Immagine devozionale della santa Giovanna d’Arco Statua di Giovanna d’Arco in tenuta da guerra Parigi, place des Pyramides Il verismo all’opera Verso la fine dell’’800 in Italia prende piede il Verismo, corrente letteraria che mira a presentare le realtà sociali in modo oggettivo, in contrapposizione con il romanticismo che ha ormai esaurito la sua spinta creativa. Un esempio per tutti: I Malavoglia di Verga che con il suo successo contribuisce in modo determinante all’affermazione di questa tendenza. Nove anni più tardi il Verismo entra anche nel teatro d’opera con Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni (1890) seguito da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (1892) e successivamente diventa lo stile prevalente dei musicisti della giovane scuola post verdiana: Puccini, Giordano, Ponchielli, Catalani, Cilea. Dopo il favore iniziale, negli anni il gusto del pubblico si è a poco a poco allontanato dalla maggior parte delle opere veriste, con l’eccezione di quelle di Puccini –quasi tutte rimaste costantemente in repertorio- e di quelle più significative degli altri autori. Quest’anno il nuovo soprintendente Pereira, in accordo con il nuovo direttore Chailly, ha voluto rilanciare il carattere nazionale della Scala come elemento caratterizzante della sua nuova gestione. Ciò in parziale contrapposizione con la visione più internazionale del suo predecessore Lissner, supportata dal direttore precedente Barenboim che aveva presentato in apertura di stagione opere come Tristano e Isotta, Lohengrin, Fidelio. Parte centrale di questa strategia è il rilancio del Verismo, considerato una componente tipicamente italiana della produzione operistica. Perciò quest’anno in cartellone si trovano due opere veriste. La prima, la Fanciulla del West di Giacomo Puccini non gode della popolarità di Tosca, Bohème o Manon Lescaut ma viene comunque eseguita con una certa regolarità. Puccini l’ha scritta nel 1910 quando ormai è un compositore affermato, ed è una specie di western ante litteram, ispirato a The Girl of the Golden West, di David Belasco. La vicenda si svolge tra le montagne della California attorno al 1850, dove un gruppo di minatori cerca l’oro. I protagonisti sono Minnie, proprietaria dell’unica taverna del posto, ritrovo obbligato dei minatori, lo sceriffo Jack Rance e Dick Johnson, misterioso personaggio, che cade innamorato, ricambiato, della bella Minnie. In realtà Dick Johnson è un noto bandito, venuto in incognito a esaminare la possibilità di rapinare il locale. L’amore per Minnie lo fa desistere ma lo sceriffo scopre la sua identità e lo vuole arrestare. Non sveliamo lo svolgimento della storia per non togliere la suspence. Diciamo solo che va a finir bene! La seconda opera verista in cartellone è La Cena delle beffe di Umberto Giordano, lavoro che pur avendo debuttato alla Scala nel 1924 con grande successo, da anni non vi è più rappresentato. Il libretto è del commediografo e poeta Sem Benelli che ha adattato per Giordano il suo omonimo dramma in versi del 1909 che aveva avuto uno straordinario successo. Questo dramma non è tanto verista quanto più propriamente simbolista, scritto dall’autore proprio in contrapposizione al verismo allora imperante. Compositore verista a tutti gli effetti è invece Umberto Giordano, noto soprattutto per Andrea Chénier e Fedora. La vicenda, ambientata a Firenze al tempo di Lorenzo de' Medici, racconta la rivalità tra Giannetto Malespini e Neri Chiaramantesi per l'amore della bella Ginevra. Giannetto ha subito un crudele scherzo da parte di Neri e di suo fratello Gabriello e, per vendicarsi, organizza una beffa che si risolve tragicamente con l’involontaria uccisione di Ginevra da parte di Neri che a causa di ciò cade in preda alla follia. Per alcuni anni l’opera godette di grande favore di pubblico, poi cadde nel dimenticatoio, insieme al lavoro teatrale. Quest’ultimo tornò alla ribalta nel 1974 in una personale reinterpretazione di Carmelo Bene. Le registrazioni dell’opera sono poche. L’unico DVD in commercio è una registrazione del 1999 al teatro comunale di Bologna, direttore Bruno Bartoletti con interpreti principali Juan Pons, Alberto Cupido e Daniela Dessì. 6 Belasco, Toscanini e Puccini in occasione delle prima rappresentazione della Fanciulla del West Come trovare i biglietti offerte speciali su alcuni spettacoli d'opera e di balletto con sconti dal 25% al 80%, mentre per tutte le recite fuori abbonamento si potrà avere uno sconto del 25%. Si potrà partecipare a visite organizzate in esclusiva al Teatro, inclusi luoghi solitamente chiusi al pubblico, al Museo Teatrale e ai Laboratori Ansaldo. Infine si potrà assistere a diverse prove d’insieme di opera, balletto e concerti riservate ai detentori del Pass Under 30. Una newsletter dedicata informerà su tutte le iniziative. I giovani sotto i 30 anni hanno anche la possibilità di sottoscrivere, a prezzi particolarmente bassi, abbonamenti a loro dedicati agli spettacoli d’opera, balletto e ai concerti, come da regolamento. Avranno inoltre la possibilità d’assistere alle anteprime della stagione d’opera (il 4 dicembre) e di balletto (il 17 dicembre).Ci sono poi altre offerte destinate ai più giovani. Torna la Cenerentola di Rossini ridotta e presentata in modo da poter essere apprezzata anche dai più piccoli, che tanto successo ha avuto nella scorsa stagione, in 4 spettacoli, il 31 dicembre e il 9 aprile alle ore 11.00 e 15.00. In cartellone troviamo poi Il Flauto Magico di Mozart, anch’esso adattato per i più piccoli, nei giorni 22 novembre, 6 e 20 dicembre, 14 febbraio e 12 marzo. Completa la programmazione per i più giovani una serie di tre concerti in cartellone nei giorni 24 gennaio, 21 febbraio, 20 marzo. I biglietti per questi spettacoli costeranno 1 euro per i minori di 18 anni e da 5 a 40 euro, in funzione dei posti, per gli accompagnatori maggiori di 18 anni. Trovare i biglietti per gli spettacoli della Scala è difficile ma non impossibile. Per questa stagione poi dovrebbe essere un pochino più facile trovare un posto perché sono in cartellone diversi spettacoli non proprio popolarissimi. Ecco come fare. Per prima cosa dovete individuare lo spettacolo. Consultate il programma della stagione tenendo conto che in linea di massima le vendite si aprono 60 giorni prima del giorno della prima. Quest’anno c’è una novità: il primo giorno le vendite si aprono alle ore 9.00 solo presso la Biglietteria Centrale nella Galleria del Sagrato, Piazza del Duomo. Tutte le altre modalità di acquisto biglietti, tra cui l’on line, saranno attive dalle ore 12.00. Se scegliete la modalità on line vi suggeriamo di collegarvi un po’ prima delle ore 12.00 alla pagina delle prenotazioni, gestita da Ticketone, la società concessionaria, a cui è bene registrarsi in anticipo. Se è la prima volta, è consigliabile leggere prima le domande più frequenti. Prima dell’ora X noterete che il sistema di prenotazione non è attivo. Dovete aver pazienza ed essere pronti alla selezione del giorno dello spettacolo e del posto, perché quando il sistema si apre avrete pochi minuti per fare la vostra scelta. A questo punto: buona fortuna! Se avete meno di 30 anni le cose sono un po’ più semplici. Infatti per i giovani è in vendita, on line e alla biglietteria del teatro al costo di 10 €, il Pass Under 30 valido per l’intera stagione che offre alcune offerte esclusive. Si potrà beneficiare di Informazioni utili sulle biglietterie ridotto del 25% circa. Nella stessa biglietteria, a partire da due ore e trenta minuti prima dell'inizio di ogni recita, l'Associazione musicale "L'Accordo" mette in vendita 140 ingressi numerati di galleria con le modalità specificate nel regolamento consultabile sul sito del teatro, con il limite di un solo biglietto per ciascun cliente. Sul prezzo dei biglietti acquistati presso entrambe le biglietterie si applica un diritto di prevendita del 10%. Il primo giorno di vendita i biglietti di ciascuno spettacolo saranno disponibili presso la Biglietteria Centrale nella Galleria del Sagrato, Piazza del Duomo, che sarà aperta dalle ore 9.00 alle ore 18.00, mentre i giorni seguenti e tutti i giorni di spettacolo sarà aperta dalle ore 12.00 alle ore 18.00. Un'ora prima dell'inizio di ciascuna recita, il Teatro alla Scala mette in vendita gli eventuali biglietti ancora disponibili presso la Biglietteria del Teatro, in via Filodrammatici 2, a un prezzo 7 Biblioteca Comunale La Biblioteca Comunale di Segrate, presente sul territorio dal 1970, garantisce a tutti i cittadini la possibilità di informarsi attraverso la consultazione e il prestito di libri, quotidiani, periodici, dvd, cd musicali, cd-rom e risorse digitali. In biblioteca è possibile navigare in internet da postazioni multimediali fisse oppure attraverso la rete wireless gratuita e accedere alla biblioteca digitale per consultare online quotidiani italiani e stranieri, banche dati professionali, risorse audio e video, e-book. Incontri letterari a cura del Prof. Mauro Novelli dell’Università degli Studi di Milano La biblioteca organizza iniziative per promuovere la lettura coinvolgendo lettori di tutte le età, dai bambini agli adulti, e favorisce lo scambio tra culture diverse e l’accesso alle risorse informative e culturali da parte di tutti i cittadini, senza distinzione di età, razza, sesso, religione, nazionalità, lingua o condizione sociale. mercoledì 4 novembre ore 18.30 mercoledì 11 novembre ore 18.30 Il tema sarà la poesia dialettale milanese con particolare riguardo alle opere di Carlo Porta e Delio Tessa. Lettura di Noemi Bigarella La Biblioteca Comunale di Segrate fa parte di CUBI, Culture Biblioteche, rete di 70 biblioteche in grado di offrire un catalogo di oltre un milione di documenti tra libri, riviste, film e musica che possono essere selezionati e ordinato tramite il catalogo online e l’app SBVinTasca che permette di accedere da smartphone a tutti i servizi della biblioteca. Centro Civico “Giuseppe Verdi” Auditorium Via XXV Aprile - Segrate Vicini di Pagina in collaborazione con la Biblioteca Comunale mercoledì 18 novembre ore 21.00 Incontro con la scrittrice Francesca Vecchioni che presenterà il suo libro Ti innamorerai senza pensare (Mondadori Electa) Tra i servizi online disponibili si segnala Media Library, che permette tra l’altro il prestito di e-book, e Bibliomediablog, il blog delle biblioteche digitali pubbliche italiane. Centro Civico “Giuseppe Verdi” Sala Polifunzionale Via XXV Aprile - Segrate http://gruppoletturasegrate.blogspot.it/ Biblioteca Comunale - Sede centrale Centro Civico Verdi - Via XXV Aprile 20090 Segrate Tel. 02 26902374 / 02 26902366 In collaborazione con D COME DONNA Associazione di Promozione Sociale Centro d’ascolto, informazione, consulenza, solidarietà Tel. /Fax 02 2133039 [email protected] www.dcomedonna.it www.dcomedonna.it [email protected] Seguici su facebook 8