novembre 2015
Biblio news
Dopo Expo la Scala ricomincia da Verdi
Archiviata la stagione Expo, il Teatro alla
Scala apre la stagione 2015-2016 con la
Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi, opera
che non gode del consenso di molti
appassionati ma che ha avuto grande
successo al Festival di Salisburgo dello
scorso anno. A seguire opere di vario
genere, dal Verismo di Puccini e Giordano a
classici di frequente programmazione come
le nozze di Figaro, Il cavaliere della rosa e
Rigoletto, dal ‘700 di Händel, al XXI secolo
di Kurtag, oltre alle riprese di Simon
Boccanegra e della Incoronazione di Poppea.
Insomma, ce ne sarà per tutti i gusti.
La Scala secondo Pereira
Rimettere in primo piano l’identità della Scala come culla del
melodramma italiano, valorizzando una peculiarità come l’Accademia
di canto ed estendendo il repertorio all’opera barocca da una parte,
da eseguirsi con strumenti originali, e all’opera verista dall’altra da
presentare in versioni critiche come mai era stato fatto prima, con
qualche inserimento di opere raramente eseguite. Queste, in estrema
sintesi, le dichiarazioni d’intenti del soprintendente Alexander
Pereira alla conferenza di presentazione della prima stagione
scaligera sua al 100%.
Qui di seguito elenchiamo le opere in cartellone con alcuni cenni ai
principali esecutori. Ogni dettaglio è disponibile sul sito del Teatro.
Rispetto agli anni precedenti gli appassionati noteranno una novità: i
biglietti saranno messi in vendita nei giorni stabiliti a partire dalle ore
9.00 solo presso la biglietteria centrale, in Galleria del Sagrato,
mentre tutti gli altri canali di vendita, incluso internet, saranno attivi
dalle ore 12.00.
L’opera che inaugurerà la stagione risponde perfettamente ai criteri
enunciati. La Giovanna d’Arco è infatti un’opera di Verdi che però
non è stata più presentata dal 23 settembre 1865, ossia giusto 150
anni fa. Ripresa dallo stesso Pereira al festival di Salisburgo nel
2013, ebbe un grande successo grazie anche all’interpretazione di
Anna Netrebko, la diva dei nostri tempi, e di Francesco Meli,
interpreti che vedremo anche a Milano sotto la bacchetta di Riccardo
Chailly insieme a Carlos Álvarez.
Di Giuseppe Verdi anche la seconda opera in cartellone. Si tratta
della ripresa del Rigoletto del regista Gilbert Deflo. Leo Nucci
riprende il ruolo del buffone insieme a Vittorio Grigolo come Duca e
al debutto scaligero di Nadine Sierra nei panni di Gilda. Sul podio
Mikko Franck, direttore musicale dell’Orchestre Philharmonique de
Radio France.
Un passo indietro verso l’opera barocca e troviamo l’oratorio Il
trionfo del Tempo e del Disinganno di Georg Friedrich Händel
creato da Jürgen Flimm ed Erich Wonder per l’Opera di Zurigo ma qui
proposto in forma scenica e con strumenti originali. Direttore
d’orchestra è Diego Fasolis, i protagonisti Martina Jankova, Sara
Mingardo e Leonardo Cortellazzi.
Ancora Verdi, ancora una ripresa. Si tratta de I due Foscari che
vedrà Plácido Domingo in un altro ruolo da baritono sotto la direzione
di Michele Mariotti, e affiancato da Francesco Meli, uno dei più
interessanti tenori di oggi, e il giovane soprano Anna Pirozzi, che si è
imposta all’attenzione internazionale a Salisburgo.
Con La cena delle beffe di Umberto Giordano troviamo un’opera
verista oggi di rara programmazione presentata con la regia di Mario
Martone. Dirige Carlo Rizzi, cantano Kristin Lewis, Marco Berti e
Nicola Alaimo.
Dopo il successo di Turandot, Riccardo Chailly presenta un’altra
opera di Giacomo Puccini: La Fanciulla del West. La caratteristica
principale di questo spettacolo è che sarà la prima volta che verrà
eseguita secondo l’originale dell’autore e non nella versione
modificata da Toscanini per la prima a New York da quel momento
sempre utilizzata. Per questa produzione torna alla Scala il regista
Graham Vick, il cast è guidato da Marcelo Álvarez e Eva-Maria
Westbroeck.
Le uniche due opere di Maurice Ravel, che per ragioni di durata sono
quasi sempre eseguite in coppia, ossia L’enfant et les sortilèges e
L’heure espagnole, approdano alla Scala per la regia Laurent Pelly
dopo il successo al Festival di Glyndebourne nel 2012 sotto la
bacchetta di Mark Minkowski.
Anche la versione di Harry Kupfe del Rosenkavalier di Richard
Strauss viene da Salisburgo. Qui però sarà presentata nella versione
integrale (rarissimamente eseguita), 12 minuti più lunga di quella
2
Giovanna d’Arco, spartito per canto
e pianoforte - 1846
Il baritono Leo Nucci nei panni di
Rigoletto in una precedente edizione
della Scala
Il tenore/baritono Placido Domingo
che interpreterà il ruolo del doge
Francesco Foscari
abituale. La direzione sarà di Zubin Mehta, il barone Ochs sarà
Günther Groissböck, Sophie Koch sarà Octavian mentre non si sa
ancora chi interpreterà il ruolo della Marescialla.
Il quarto titolo verdiano della stagione, Simon Boccanegra, è una
ripresa dell’allestimento di Federico Tiezzi. Plácido Domingo e Leo
Nucci si alterneranno nel ruolo del titolo sotto la direzione di MyungWhun Chung, che ha recentemente diretto l’opera al Teatro la Fenice
con grande successo.
L’Accademia di Canto, sottolinea Pereira, è un patrimonio unico al
mondo che il Teatro alla Scala deve ulteriormente valorizzare. Perciò a
partire dalla prossima stagione ogni anno verrà realizzata una nuova
produzione con i giovani dell’Accademia insieme a un grande direttore
e a un grande regista. Si inizia con Die Zauberflöte di Wolfgang
Amadeus Mozart per la regia di Peter Stein e la bacchetta di Adam
Fischer.
Nella prossima stagione torna Benjamin Britten con The Turn of the
Screw con cui debutta alla Scala il regista danese (e direttore artistico
del Covent Garden di Londra) Kasper Holten. Sul podio Christoph
Eschenbach e con Ian Bostridge e Miah Persson protagonisti.
Con L’incoronazione di Poppea di Claudio Monteverdi facciamo un
salto a ritroso di tre secoli. Si tratta della ripresa dello spettacolo della
stagione 2014-15 che ha avuto tanto successo, con Carmela Remigio
nei panni dell’imperatrice accanto a Monica Bacelli, Sara Mingardo e
Leonardo Cortellazzi.
Sarà messa in scena anche un’opera di Wolfgang Amadeus Mozart, Le
nozze di Figaro, per celebrare il 225° anniversario della sua morte. Si
tratta di una nuova produzione affidata a un regista poco più che
trentenne, Frederic Wake-Walker, già celebrato al Festival di
Glyndebourne 2014. La parte musicale è affidata a Franz WelserMoest, mentre nelle parti principali cantano Diana Damrau (contessa),
Marianne Crebassa (Cherubino), Golda Schultz (Susanna) e Markus
Werba (Figaro). Nella parte del Conte si alternano Carlos Álvarez e
Simon Keenlyside.
Avremo un pizzico di XXI secolo con Fin de partie di György Kurtág
che a novant’anni ha deciso di scrivere la sua prima opera. Direzione
musicale di Ingo Metzmacher, regia di Luc Bondy.
Infine Porgy and Bess di George Gershwin nella versione originale
mai rappresentata perché ritenuta troppo lunga per i gusti del
pubblico. Sarà rappresentata in versione semiscenica sotto la direzione
di Nikolaus Harnoncourt, noto per la sua determinazione a riportare in
auge le esecuzioni di composizioni barocche su strumenti originali.
Sophie Koch nel Rosenkavalier
del Festival di Salisburgo 2014
L’incoronazione di Poppea
nell’edizione scaligera
della scorsa stagione
Cosa trovi in biblioteca
Mozart, Wolfgang A.
Die Zauberfloete
Osborn, Charles
Tutte le opere di Verdi
Petronio, Giuseppe
Romanticismo e Verismo
Rescigno, Eduardo
L’Italia dopo Verdi
Ross, Alex
Il resto è rumore (ascoltare il XX secolo)
Servergnini, Silvestro
Invito all’ascolto di Giacomo Puccini
Verdi, Giuseppe
Libretti e lettere
AA.VV
Il Novecento (Storia della musica vol. 1)
AA.VV
Gershwin
Arca, Paolo
La fanciulla del West (guida all’opera)
Benelli, Sem
La cena delle beffe
Enciclopedia della musica Garzanti
Gallico, Claudio
Monteverdi
Hofmannsthal, Hugo von
Il cavaliere della rosa
Melograni, Piero
WAM - La vita ai tempi di Mozart
Mila, Massimo
Il melodramma italiano dell’800
Mozart, Wolfgang A.
Tutti i libretti
Audiovisivi
Angela, Piero
Verdi, una vita straordinaria
Verdi, Giuseppe
Giovanna d’Arco
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La Giovanna d’Arco di Giuseppe Verdi
Giuseppe Verdi
Giovanna d’Arco
Il libretto della Giovanna d'Arco è di Temistocle Solera – che già
aveva felicemente collaborato con Verdi nel Nabucco- che prende
spunto dal dramma La Pulzella d'Orléans di Friedrich Schiller, ben poco Direttore Riccardo Chailly
Moshe Leiser
fedele alla verità storica. La vicenda è ambientata in Francia durante la Regia
Patrice Caurier
guerra dei 100 anni ai tempi del regno di Carlo VII. Prologo. L’armata
francese è in piena crisi. Al re appare in sogno la Madonna che gli
Scene
Christian Fenouillat
ordina di deporre le armi ai piedi di una certa quercia. Lì il re incontra
Costumi Agostino Cavalca
Giovanna, una fanciulla nota per i suoi vaneggiamenti tanto che il
padre la crede preda del demonio. Avendo compreso l’intenzione del re, Interpreti
Giovanna lo convince a tornare a combattere insieme a lei.
Carlo VII Francesco Meli
Atto primo. Con l’aiuto di Giovanna l’esercito francese rovescia le sorti
Giovanna Anna Netrebko/
della guerra tanto che in breve gli inglesi stanno per essere sconfitti. Il
Erika Grimaldi
padre di Giovanna però, convinto che sua figlia sia preda del demonio,
Giacomo
Carlos
Álvarez
contatta i nemici promettendo la consegna della figlia. Nel frattempo
nella cattedrale di Reims si celebra l’incoronazione del re. Nel corso dei
festeggiamenti Carlo confessa a Giovanna il suo amore. Giovanna
dentro di sé si rende conto di esserne innamorata, cosa che costituisce una violazione del voto di castità
fatto al momento di scendere in campo.
Atto secondo. Il padre di Giovanna l’accusa davanti al re e a tutto il popolo di essere preda del demonio.
Giovanna presa da un forte senso di colpa non sa difendersi e viene sommariamente condannata dal
popolo e rinchiusa in una prigione inglese.
Atto terzo. Giovanna sta per essere arsa viva. Al padre che è venuto per l’ultimo saluto confessa l’amore
per il re ma dichiara che è stato solo platonico. Il padre si pente del suo operato e riesce a farla fuggire.
Giovanna ritorna a fianco del re e l’esercito francese sconfigge, questa volta definitivamente,
l’avversario, ma Giovanna nella battaglia muore. Il re, disperato, vedendo il corteo funebre che trasporta
la salma, vaneggia. Ma improvvisamente Giovanna si alza, riconosce il re e il padre e chiede la sua
bandiera. Afferratala, vede aprirsi il cielo e discendere la Vergine Maria, e muore.
Giuseppe Verdi (1813-1901)
Colui che molti considerano il più grande operista italiano di tutti i tempi nacque in una frazione del
comune di Busseto, oggi in provincia di Parma, ma all’epoca parte dell’impero napoleonico, tanto che
all’anagrafe fu registrato coi nomi di Joseph Fortunin François. La famiglia gestiva una modesta osteria
con rivendita di alimentari che assicurava scarsi guadagni. Fu solo grazie all’intuizione di un ricco
commerciante di Busseto che il giovane Giuseppe poté essere avviato agli studi musicali che nel giro di
pochi anni lo portarono a Milano dove già all’epoca era grande la fama del teatro Alla Scala e dove iniziò
a studiare privatamente perché il Conservatorio rigettò la sua domanda di iscrizione. Nonostante gravi
disgrazie familiari (i due figli morirono nel giro di 14 mesi) a 26 anni riuscì a veder rappresentata alla
Scala la sua prima opera, Oberto, Conte di San Bonifacio, con un discreto successo. Ma le disgrazie non
erano finite, visto che l’anno dopo morì la moglie. Seguì un periodo di grande disperazione da cui si
riprese solo dopo due anni quando il suo Nabucco ebbe alla Scala un successo trionfale che segnò
l’inizio di una carriera che, pur con alti e bassi, avrebbe portato Verdi a diventare quell’icona della storia
d’Italia che conosciamo. Dopo anni di febbrile lavoro nei quali Verdi compose un’opera all’anno, nel
periodo 1851-53 furono messe in scena in rapida successione Rigoletto, Il trovatore e La traviata, che
ancor oggi formano il trio delle opere più popolari. Il loro grande successo aprì all’autore le porte
dell’Opéra di Parigi e lo fece diventare il compositore più pagato del suo tempo come dimostrano i
60.000 franchi ottenuti dal Teatro Imperiale di San Pietroburgo per La forza del destino o i 150.000
franchi pagati dal kedivè d'Egitto per Aida, commissionata per la celebrazione dell’apertura del canale di
Suez. Dopo Aida la creatività di Verdi, che nel frattempo era stato nominato
Senatore del regno d’Italia, sembrò spegnersi. Con l’eccezione della Messa da
Requiem scritta in memoria di Alessandro Manzoni, datata 1874, Verdi abbandonò
la scrittura musicale per dedicarsi alle sue tenute e alla costruzione e alla gestione
a sue spese di un ospedale dove i bisognosi potevano avere cure gratuite. Bisogna
aspettare il 5 febbraio 1887 per veder rappresentato l’Otello, con successo
trionfale. Altri 6 anni di silenzio e poi l’ultimo capolavoro, Falstaff. Negli anni
seguenti Verdi si dedicò alla costruzione della Casa di riposo per musicisti alla
quale legò un sostanzioso patrimonio. “Delle mie opere, quella che mi piace di più
è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non
favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio.
Poveri e cari compagni della mia vita!”. La casa è tuttora in funzione e ospita 80
artisti.
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La vera storia di Giovanna d’Arco
Sembra un fantasy ma la vicenda di Giovanna d’Arco è confermata, nei punti
principali, da un numero infinito di documenti storici.
Siamo nel 1425. A Domrémy, paesino della Lorena, non fa scalpore più di tanto
che Giovanna, una fanciulla tredicenne, dichiari di avere delle visioni durante le
quali san Michele e le sante Caterina e Margherita la incitano a prendere in
mano le sorti di quella guerra contro l’Inghilterra che gli storici chiameranno
“dei cent’anni”, che da 88 anni dilania la Francia. Il territorio francese è in gran
parte occupato, l’imbelle re Carlo VII non sembra assolutamente in grado di
ribaltare la situazione e da tempo è diffusa tra la popolazione, ormai alla
disperazione, una “profezia” secondo la quale la salvezza arriverà da una
vergine ispirata dal Cielo. Giovanna è convinta di essere lei la vergine della
profezia ed è assolutamente determinata ad andare dal re per chiedergli un
esercito da portare alla vittoria contro gli inglesi. Dopo aver convinto i genitori,
si rivolge al luogotenente militare del re di stanza non lontano dal paese. Qui
l’accoglienza è inizialmente di scherno ma Giovanna non demorde. Ci vogliono
tre incontri e alcuni mesi ma alla fine ottiene una scorta di 6 armati per
accompagnarla dal re, attraversando 500 km di territorio nemico. Carlo VII
inizialmente l’accoglie con scetticismo ma anche lui è a conoscenza della
profezia. Ci mette un periodo molto più lungo (3 anni!) durante il quale
comunque la ospita nella sua residenza, poi cede: le fornisce le armi, le insegna
a usarle, la mette alla testa di un esercito di 4000 uomini. Con questo Giovanna
gli promette come prima impresa di liberare Orléans dagli inglesi. Possiamo
immaginarci questa fanciulla issata in precario equilibrio su un cavallo da
guerra, ben diverso dai cavalli da tiro della fattoria paterna, senza nessuna
conoscenza di strategia e arti militari che si trova in posizione di comando
rispetto a esperti ufficiali e valenti soldati e che accompagna i suoi comandi con
il grido: “Dio lo vuole!”. Il fascino che emana da Giovanna è irresistibile e
travolge sia le schiere amiche che le nemiche e in 10 giorni Orléans è
conquistata. Allora Giovanna rilancia: Carlo VII non era ancora stato consacrato
come tutti i re di Francia perché la cattedrale di Reims, sede di queste
cerimonie, era da anni in territorio controllato dal duca di Borgogna, alleato con
gli inglesi. Giovanna promette che con il suo aiuto sarà consacrato. L’esercito
riparte in direzione di Reims con il re al seguito. Anche questa volta tutti gli
ostacoli sono travolti anche perché a fianco dei francesi nel frattempo sono
scesi in campo gli scozzesi, tradizionali avversari degli inglesi. Il vescovo,
schierato in campo avverso, è costretto a celebrare il rito, per di più con la
stessa Giovanna sull’altare a controllare la cerimonia. A questo punto Carlo VII
vorrebbe tornare nel suo castello per far riposare l’esercito dalle fatiche delle
ultime imprese ma Giovanna insiste: vuole riconquistare Parigi! Questa volta le
cose vanno storte. Parigi non era mai stata espugnata prima (e mai lo sarà
dopo) e il piccolo esercito francese viene respinto. A questo punto l’incantesimo
si rompe. Giovanna non è più un’eroina mandata dal cielo ma una ciarlatana
posseduta dal diavolo. Viene catturata dai borgognoni e venduta agli inglesi. Il
vescovo di Reims, a cui ancora brucia l’affronto subito, la riscatta dai carcerieri,
la conduce nella sua diocesi, la processa per eresia e la condanna alla pena del
rogo, prontamente eseguita, senza che Carlo VII muova un dito per salvarla. È
il 1431, sono trascorsi solo 6 anni dalle prime visioni. Il vescovo di Reims con la
morte di Giovanna pensa di aver eliminato ogni ostacolo alla vittoria inglese ma
nel 1449 l’esercito francese riconquista Reims e Carlo VII che non può accettare
di essere stato incoronato grazie all’appoggio di una strega costringe il vescovo
ad annullare la condanna (1455). Giovanna cade nell’oblio fino all’800 quando
ricomincia a essere popolare specie a partire dagli anni ‘30 perché lo storico
Jules Michelet la presenta come un’icona della repubblica. Improvvisamente la
popolarità di Giovanna balza alle stelle, migliaia di libri vengono scritti sulle sue
vicende, come pure l’opera di Verdi (1845). Poi nel 1909 Pio X la proclama
beata e Benedetto XV santa nel 1920. Nel 1914 è nominata protettrice
dell’esercito francese nella prima guerra mondiale mentre nella seconda il
maresciallo collaborazionista Petain ne fa la bandiera anti inglesi. De Gaulle
appena entrato a Parigi dopo la liberazione depone una corona ai piedi della
statua che si può ammirare in place des Pyramides. Hanno esaltato Giovanna
d’Arco come quintessenza delle virtù francesi i politici di tutti gli schieramenti,
da Mitterand a Chirac, da Sarkozy a Le Pen.
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L’arcangelo Michele appare
a Giovanna d’Arco
Immagine devozionale della
santa Giovanna d’Arco
Statua di Giovanna d’Arco
in tenuta da guerra
Parigi, place des Pyramides
Il verismo all’opera
Verso la fine dell’’800 in Italia prende piede il Verismo, corrente
letteraria che mira a presentare le realtà sociali in modo oggettivo, in
contrapposizione con il romanticismo che ha ormai esaurito la sua
spinta creativa. Un esempio per tutti: I Malavoglia di Verga che con il
suo successo contribuisce in modo determinante all’affermazione di
questa tendenza. Nove anni più tardi il Verismo entra anche nel
teatro d’opera con Cavalleria rusticana di Pietro Mascagni (1890)
seguito da Pagliacci di Ruggero Leoncavallo (1892) e
successivamente diventa lo stile prevalente dei musicisti della
giovane scuola post verdiana: Puccini, Giordano, Ponchielli, Catalani,
Cilea. Dopo il favore iniziale, negli anni il gusto del pubblico si è a
poco a poco allontanato dalla maggior parte delle opere veriste, con
l’eccezione di quelle di Puccini –quasi tutte rimaste costantemente in
repertorio- e di quelle più significative degli altri autori. Quest’anno il
nuovo soprintendente Pereira, in accordo con il nuovo direttore
Chailly, ha voluto rilanciare il carattere nazionale della Scala come
elemento caratterizzante della sua nuova gestione. Ciò in parziale
contrapposizione con la visione più internazionale del suo
predecessore Lissner, supportata dal direttore precedente Barenboim
che aveva presentato in apertura di stagione opere come Tristano e
Isotta, Lohengrin, Fidelio. Parte centrale di questa strategia è il
rilancio del Verismo, considerato una componente tipicamente
italiana della produzione operistica. Perciò quest’anno in cartellone si
trovano due opere veriste. La prima, la Fanciulla del West di
Giacomo Puccini non gode della popolarità di Tosca, Bohème o
Manon Lescaut ma viene comunque eseguita con una certa
regolarità. Puccini l’ha scritta nel 1910 quando ormai è un
compositore affermato, ed è una specie di western ante litteram,
ispirato a The Girl of the Golden West, di David Belasco. La vicenda
si svolge tra le montagne della California attorno al 1850, dove un
gruppo di minatori cerca l’oro. I protagonisti sono Minnie,
proprietaria dell’unica taverna del posto, ritrovo obbligato dei
minatori, lo sceriffo Jack Rance e Dick Johnson, misterioso
personaggio, che cade innamorato, ricambiato, della bella Minnie. In
realtà Dick Johnson è un noto bandito, venuto in incognito a
esaminare la possibilità di rapinare il locale. L’amore per Minnie lo fa
desistere ma lo sceriffo scopre la sua identità e lo vuole arrestare.
Non sveliamo lo svolgimento della storia per non togliere la
suspence. Diciamo solo che va a finir bene!
La seconda opera verista in cartellone è La Cena delle beffe di
Umberto Giordano, lavoro che pur avendo debuttato alla Scala nel
1924 con grande successo, da anni non vi è più rappresentato.
Il libretto è del commediografo e poeta Sem Benelli che ha adattato
per Giordano il suo omonimo dramma in versi del 1909 che aveva
avuto uno straordinario successo. Questo dramma non è tanto
verista quanto più propriamente simbolista, scritto dall’autore proprio
in contrapposizione al verismo allora imperante. Compositore verista
a tutti gli effetti è invece Umberto Giordano, noto soprattutto per
Andrea Chénier e Fedora. La vicenda, ambientata a Firenze al tempo
di Lorenzo de' Medici, racconta la rivalità tra Giannetto Malespini e
Neri Chiaramantesi per l'amore della bella Ginevra. Giannetto ha
subito un crudele scherzo da parte di Neri e di suo fratello Gabriello
e, per vendicarsi, organizza una beffa che si risolve tragicamente con
l’involontaria uccisione di Ginevra da parte di Neri che a causa di ciò
cade in preda alla follia. Per alcuni anni l’opera godette di grande
favore di pubblico, poi cadde nel dimenticatoio, insieme al lavoro
teatrale. Quest’ultimo tornò alla ribalta nel 1974 in una personale
reinterpretazione di Carmelo Bene. Le registrazioni dell’opera sono
poche. L’unico DVD in commercio è una registrazione del 1999 al
teatro comunale di Bologna, direttore Bruno Bartoletti con interpreti
principali Juan Pons, Alberto Cupido e Daniela Dessì.
6
Belasco, Toscanini e Puccini in
occasione delle prima rappresentazione
della Fanciulla del West
Come trovare i biglietti
offerte speciali su alcuni
spettacoli d'opera e di
balletto con sconti dal 25%
al 80%, mentre per tutte le
recite fuori abbonamento si
potrà avere uno sconto del
25%. Si potrà partecipare a
visite organizzate in
esclusiva al Teatro, inclusi
luoghi solitamente chiusi al
pubblico, al Museo Teatrale
e ai Laboratori Ansaldo.
Infine si potrà assistere a
diverse prove d’insieme di
opera, balletto e concerti
riservate ai detentori del Pass Under 30.
Una newsletter dedicata informerà su tutte le
iniziative.
I giovani sotto i 30 anni hanno anche la possibilità
di sottoscrivere, a prezzi particolarmente bassi,
abbonamenti a loro dedicati agli spettacoli
d’opera, balletto e ai concerti, come da
regolamento. Avranno inoltre la possibilità
d’assistere alle anteprime della stagione d’opera
(il 4 dicembre) e di balletto (il 17 dicembre).Ci
sono poi altre offerte destinate ai più giovani.
Torna la Cenerentola di Rossini ridotta e
presentata in modo da poter essere apprezzata
anche dai più piccoli, che tanto successo ha avuto
nella scorsa stagione, in 4 spettacoli, il 31
dicembre e il 9 aprile alle ore 11.00 e 15.00.
In cartellone troviamo poi Il Flauto Magico di
Mozart, anch’esso adattato per i più piccoli, nei
giorni 22 novembre, 6 e 20 dicembre, 14 febbraio
e 12 marzo.
Completa la programmazione per i più giovani
una serie di tre concerti in cartellone nei giorni
24 gennaio, 21 febbraio, 20 marzo.
I biglietti per questi spettacoli costeranno 1 euro
per i minori di 18 anni e da 5 a 40 euro, in
funzione dei posti, per gli accompagnatori
maggiori di 18 anni.
Trovare i biglietti per gli
spettacoli della Scala è
difficile ma non
impossibile. Per questa
stagione poi dovrebbe
essere un pochino più
facile trovare un posto
perché sono in
cartellone diversi
spettacoli non proprio
popolarissimi.
Ecco come fare.
Per prima cosa dovete
individuare lo
spettacolo. Consultate il
programma della stagione tenendo conto che in
linea di massima le vendite si aprono 60 giorni
prima del giorno della prima. Quest’anno c’è una
novità: il primo giorno le vendite si aprono alle
ore 9.00 solo presso la Biglietteria Centrale nella
Galleria del Sagrato, Piazza del Duomo.
Tutte le altre modalità di acquisto biglietti, tra cui
l’on line, saranno attive dalle ore 12.00.
Se scegliete la modalità on line vi suggeriamo di
collegarvi un po’ prima delle ore 12.00 alla
pagina delle prenotazioni, gestita da Ticketone, la
società concessionaria, a cui è bene registrarsi in
anticipo.
Se è la prima volta, è consigliabile leggere prima
le domande più frequenti.
Prima dell’ora X noterete che il sistema di
prenotazione non è attivo. Dovete aver pazienza
ed essere pronti alla selezione del giorno dello
spettacolo e del posto, perché quando il sistema
si apre avrete pochi minuti per fare la vostra
scelta. A questo punto: buona fortuna!
Se avete meno di 30 anni le cose sono un po’ più
semplici.
Infatti per i giovani è in vendita, on line e alla
biglietteria del teatro al costo di 10 €, il Pass
Under 30 valido per l’intera stagione che offre
alcune offerte esclusive. Si potrà beneficiare di
Informazioni utili sulle biglietterie
ridotto del 25% circa.
Nella stessa biglietteria, a partire da due ore e
trenta minuti prima dell'inizio di ogni recita,
l'Associazione musicale "L'Accordo" mette in
vendita 140 ingressi numerati di galleria con le
modalità specificate nel regolamento
consultabile sul sito del teatro, con il limite di un
solo biglietto per ciascun cliente.
Sul prezzo dei biglietti acquistati presso
entrambe le biglietterie si applica un diritto di
prevendita del 10%.
Il primo giorno di vendita i biglietti di ciascuno
spettacolo saranno disponibili presso la
Biglietteria Centrale nella Galleria del
Sagrato, Piazza del Duomo, che sarà aperta
dalle ore 9.00 alle ore 18.00, mentre i giorni
seguenti e tutti i giorni di spettacolo sarà aperta
dalle ore 12.00 alle ore 18.00.
Un'ora prima dell'inizio di ciascuna recita, il
Teatro alla Scala mette in vendita gli eventuali
biglietti ancora disponibili presso la Biglietteria
del Teatro, in via Filodrammatici 2, a un prezzo
7
Biblioteca Comunale
La Biblioteca Comunale di Segrate, presente sul
territorio dal 1970, garantisce a tutti i cittadini la
possibilità di informarsi attraverso la consultazione e il
prestito di libri, quotidiani, periodici, dvd, cd musicali,
cd-rom e risorse digitali.
In biblioteca è possibile navigare in internet da
postazioni multimediali fisse oppure attraverso la rete
wireless gratuita e accedere alla biblioteca digitale per
consultare online quotidiani italiani e stranieri, banche
dati professionali, risorse audio e video, e-book.
Incontri letterari
a cura del Prof. Mauro Novelli
dell’Università degli Studi di Milano
La biblioteca organizza iniziative per promuovere la
lettura coinvolgendo lettori di tutte le età, dai bambini
agli adulti, e favorisce lo scambio tra culture diverse e
l’accesso alle risorse informative e culturali da parte di
tutti i cittadini, senza distinzione di età, razza, sesso,
religione, nazionalità, lingua o condizione sociale.
mercoledì 4 novembre ore 18.30
mercoledì 11 novembre ore 18.30
Il tema sarà la poesia dialettale milanese con
particolare riguardo alle opere di Carlo Porta e
Delio Tessa.
Lettura di Noemi Bigarella
La Biblioteca Comunale di Segrate
fa parte di CUBI, Culture
Biblioteche, rete di 70 biblioteche in
grado di offrire un catalogo di oltre
un milione di documenti tra libri,
riviste, film e musica che possono
essere selezionati e ordinato
tramite il catalogo online e l’app SBVinTasca che
permette di accedere da smartphone a tutti i servizi
della biblioteca.
Centro Civico “Giuseppe Verdi”
Auditorium
Via XXV Aprile - Segrate
Vicini di Pagina in collaborazione con la
Biblioteca Comunale
mercoledì 18 novembre ore 21.00
Incontro con la scrittrice Francesca Vecchioni
che presenterà il suo libro
Ti innamorerai senza pensare
(Mondadori Electa)
Tra i servizi online disponibili si segnala Media
Library, che permette tra l’altro il prestito di e-book, e
Bibliomediablog, il blog delle biblioteche digitali
pubbliche italiane.
Centro Civico “Giuseppe Verdi”
Sala Polifunzionale
Via XXV Aprile - Segrate
http://gruppoletturasegrate.blogspot.it/
Biblioteca Comunale - Sede centrale
Centro Civico Verdi - Via XXV Aprile
20090 Segrate
Tel. 02 26902374 / 02 26902366
In collaborazione con D COME DONNA
Associazione di Promozione Sociale
Centro d’ascolto, informazione, consulenza, solidarietà
Tel. /Fax 02 2133039
[email protected] www.dcomedonna.it
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