SCHEDA 1
aiutare il prossimo. Impara il latino, frequenta l’Università di Alcalà e di Salamanca, mentre assiste i poveri. La predicazione degli Esercizi Spirituali gli viene però
impedita per i sospetti dell’Inquisizione.
1527 - 29 Ignazio studia nella ancora più rinomata e severa Università di Parigi filosofia e teologia. Alcuni giovani si riuniscono intorno a lui. Essi emettono i voti, nella
cappella di Montmartre il 15 agosto 1534. Si danno appuntamento a Venezia per il
1537 per andare ancora insieme a Gerusalemme.
1535 - 37 Dopo un soggiorno a Loyola, Ignazio è a Venezia e, in attesa di partire per
Gerusalemme, con i compagni, si occupa dei malati e dei poveri della città. Ma la
guerra tra Venezia e la Turchia rende impossibile il pellegrinaggio che viene perciò rimandato. Nel 1537, a Vicenza, il gruppo si dà il nome di Compagnia di Gesù.
Gesù infatti è l’unico capo alla cui sequela Ignazio e i suoi compagni desiderano
porsi in maniera radicale al servizio del prossimo per testimoniargli l’amore di
Dio. A Roma, nella chiesetta de La Storta Ignazio ha la certezza interiore che il
Padre lo presenta a Cristo suo Figlio e glielo pone accanto, a Cristo povero, carico
della Croce; a Roma Ignazio vivrà fino alla morte.
1537 - 56 A Roma egli tiene corsi di Esercizi Spirituali e svolge con i compagni tutti i
compiti pastorali affidati loro dal Papa Paolo III.
1539
Dopo lunga riflessione i compagni decidono di emettere il voto di obbedienza nelle
mani di uno di loro e di fondare un Ordine. Decidono che i suoi membri non indossino un abito speciale, non siano legati al coro, non debbano compiere alcuna pratica penitenziale codificata. Il 27 settembre 1540 Paolo III con la bolla Reqimini
Militantis Ecclesiae approva ufficialmente la fondazione dell’Ordine, il suo nome:
Compagnia di Gesù, il suo apostolato universale, il suo voto di obbedienza particolare al Papa.
1541
Ignazio si dedica con cura a redigere il testo delle Costituzioni. Viene eletto dai
compagni Superiore Generale a vita. La chiesa di Santa Maria degli Astalli diviene
la sede centrale della Compagnia dalla quale egli la dirige fino alla morte. Continua a tenere corsi di Esercizi, scrive migliaia di lettere e fonda diverse opere caritative (case per ex-prostitute, per ragazze minacciate di sfruttamento, per orfani e
per poveri...).
1556 Il 31 luglio Ignazio muore all’età di 65 anni.
1609 È beatificato da Paolo V.
1622 È canonizzato da Gregorio XV.
IGNAZIO DI LOYOLA:
un cavaliere coraggioso conquistato da Dio
Signore Gesù,
insegnaci ad essere generosi,
a servirti come Tu meriti,
a dare senza contare,
a combattere senza temere le ferite,
a lavorare senza cercar riposo,
a darci, senza aspettare altra ricompensa,
che sapere di compiere la Tua volontà.
Q
Titolo
ueste parole, di una preghiera del XVI secolo attribuita a Sant’Ignazio di Loyola, esprimono certamente, in forma di
invocazione a Dio, alcuni dei tratti che hanno caratterizzato la sua figura, rendendola piena di fascino per tanti giovani di ogni tempo: la generosità e il coraggio, l’aspirazione a servire Dio e gli uomini offrendosi senza riserve
e ad amarli lavorando per loro in modo instancabile e gratuito, la profonda libertà
interiore di chi ripone e fonda la propria gioia e la propria speranza unicamente sulla
roccia dell’amore di Dio e sulla certezza di voler compiere solo la sua volontà.
Generosità e volontà ferma Ignazio le aveva mostrate fin dalla sua giovinezza,
quando le aveva poste al servizio dei sovrani di Spagna, del suo signore, il duca di
Navarra, di qualche dama.
Già allora si era espressa, grande, la sua ambizione e la sua magnanimità: nelle
imprese cavalleresche, nella vita di corte, nei duelli e nel gioco d’azzardo, nella
guerra contro i Francesi di Francesco I; ma dopo la ferita di Pamplona, nella convalescenza di Loyola, Ignazio fa una esperienza forte di Dio, si misura questa volta con
il Signore stesso che lo assedia per amore e gli propone imprese ancora più grandi e
più eroiche
di quelle
nelle
quali egli si eraNon
impegnato
fino adle
allora;
capaci
Inserire
qui
il messaggio.
superare
dueimprese
o
di dargli una gioia maggiore e piùtre
duratura
frasi. di quelle precedenti e di rivelare, più
pienamente di quanto non avesse fatto nel passato, il suo coraggio, la sua generosità,
la sua tenacia, appagando in modo definitivo e convincente le sue aspirazioni.
A Loyola, Ignazio, il cavaliere coraggioso e magnanimo, si lascia conquistare
dalla tenerezza di Dio e di Sua Madre, Maria, che gli sarà vicina per tutta la vita.
Dopo di allora, egli continuerà come prima a combattere senza temere le ferite, a
lavorare senza cercare riposo, a fare grandi cose, ma adesso nell’orizzonte più ampio
e più entusiasmante della conquista del mondo intero all’amore di Dio e della diffusione universale del Suo Regno per la salvezza di tutti gli uomini.
Per meglio conoscere ed amare il suo nuovo Signore, Ignazio cambia radicalmente vita e concentra tutto il suo cuore e la sua persona, a Montserrat prima, a
DATI ESSENZIALI DELLA BIOGRAFIA DI SANT’IGNAZIO
1491
Manresa poi, nell’ascolto esclusivo della voce di questo Dio geloso
ed esigente quanto tenero, che fa di lui nella intimità di un dialogo
profondo ed appassionato, un discepolo ed un grande amico, pronto
a combattere eroicamente contro Satana, il Principe di questo mondo, il nemico della natura umana.
Nella intimità di Manresa, Dio ispira ad Ignazio il libretto degli
Esercizi Spirituali, scritti non per essere letti ma per essere fatti, che
saranno nelle sue mani lo strumento efficace per conquistare tanti
cuori generosi e per prepararli a fare grandi cose per Dio e per gli
uomini, a combattere con Gesù la difficile ed esaltante battaglia
dell’amore.
In ogni impresa Ignazio sperimenterà ad un tempo l’abbandono
nella volontà provvidente di Dio, della quale imparerà a scrutare
ogni segno per lasciarsene sempre guidare, e l’impegno di valorizzare però tutte le risorse e gli strumenti umani, dei quali avrà una
grandissima stima e una visione positiva. Farà cioè ogni cosa con la
serenità di chi confida in Dio per l’esito finale di ogni battaglia e
con l’impegno di chi invece sa che Dio non si sostituisce mai
all’uomo, ma lo responsabilizza e lo vuole suo collaboratore attivo.
Già trentenne sceglie perciò per i suoi studi le università migliori del suo tempo (Barcellona, Alcalà, Salamanca, Parigi). Quindi,
impossibilitato ad andare in Terra Santa come era suo desiderio, a
motivo della guerra tra Venezia e i Turchi, si pone al servizio del
Papa.
Ad Ignazio il Papa indica, come luogo di azione, le varie città
d’Italia, e Ignazio vi manda i suoi compagni. Ma l’Italia non può
bastargli e allora li invia in tutti i paesi europei. Ma anche l’Europa
non gli basta e allora li invia in Asia, in America, in Africa.
Dovunque i Gesuiti saranno dispersi, essi resteranno profondamente uniti, uniti ad Ignazio e fra loro in Dio; dovunque essi agiranno infaticabilmente al servizio degli uomini, essi lo faranno da contemplativi di Dio, da contemplativi in azione.
Ignazio — Iñigo Lopez de Oñaz y Loyola — nasce nel castello di Loyola,
non lontano dalla cittadina di Azpeitia, da una delle ventiquattro famiglie
nobili della provincia basca di Guipúzcoa. E’ l’ultimogenito dopo cinque
sorelle e sette fratelli di Beltran de Loyola e Marina Sanchez de Licona.
Cresce in una famiglia cattolica, fiera del proprio passato, fedele alla monarchia, in un tempo di grandi mutamenti storici, di scoperte, di invenzioni.
Riceve un’educazione adeguata al suo stato nobiliare.
1506 - 21 Come paggio del tesoriere maggiore del Re di Spagna, Ignazio soggiorna spesso presso la corte reale, conduce vita mondana, lavora con ambizione per la sua carriera militare, è un cortigiano galante che ama i giochi
d’azzardo, i duelli, le donne.
1517
Ignazio passa al servizio del Viceré di Navarra, per il quale, nel 1521 difende, a capo di poche centinaia di uomini, la città di Pamplona contro un esercito di dodicimila soldati francesi, ma si rifiuta di consegnare loro la città
senza combattere.
1521
Il 20 maggio una palla di cannone gli ferisce gravemente la gamba destra. I
Francesi vittoriosi lo fanno curare e viene riportato nel castello di Loyola. Il
cavaliere si sottopone volontariamente ad un secondo doloroso intervento
chirurgico per non restare con una gamba più corta dell’altra.
1521 – 22
Chiede romanzi cavallereschi, di moda all’epoca, che lo distraggano
durante la convalescenza, ma a Loyola non ce ne sono ed è costretto a leggere la vita di Gesù e alcune biografie di Santi. Nasce in lui il desiderio di
imitare le grandi opere di S. Francesco e di S. Domenico. Nota che la sua
gioia è grande e duratura se pensa a ciò, passeggera se pensa alle sue imprese di cavaliere mondano.
1522
Ristabilito, Ignazio lascia Loyola deciso a cominciare una nuova vita. Si
ferma per pregare ad Aranzazu; quindi, riscossa la paga che ancora gli spettava dal duca di Navarra, saldati i suoi debiti, si dirige verso il santuario di
Montserrat, in Catalogna. Regala i propri abiti signorili e offre alla Madonna le proprie armi; dopo tre giorni di attenta preparazione, fa una confessione generale della propria vita. Si reca quindi a Manresa, per vivervi un periodo di penitenza, durante il quale ha anche profonde esperienze spirituali
e viene illuminato da Dio sui maggiori misteri della fede: la Trinità, la creazione, l'umanità di Cristo. In una grotta vicina al fiume Cardoner scrive il
libretto degli Esercizi Spirituali, affinché la sua contemplazione della presenza di Dio in tutte le cose e il suo dialogo con il Signore che chiama collaboratori per diffondere il Suo Regno, possa essere sperimentato da altri.
1523
Ignazio lascia Manresa per Gerusalemme e visita in pellegrinaggio con
grande commozione i luoghi della vita terrena di Gesù. Dopo appena venti
giorni però per volere dell’autorità ecclesiastica deve lasciare la Terra Santa.
ROSALBA PATRIZIA RIZZUTO
1524 - 26
Ignazio ritorna in Spagna per prepararsi, attraverso studi adeguati, ad
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Scheda 1 - pellegrinaggio Ignaziano