ISOLA NOSTRA «... e là fantasticando coi miei pensieri, ai miei occhi s’apria, la giacente città, e l’alpi e il mare e la seminascosta, Isola mia» Pasquale Besenghi PERIODICO DELLA COMUNITÀ DEGLI ISOLANI ANNO XLVIII N. 393 TRIESTE, 15 giugno 2013 Poste Italiane S.p.A.-Sped. in Abb. Post . D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 n° 46) art. 1, comma 2, DCB Taxe perçue - Tassa pagata Attenzione! In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Trieste C.P.O. detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa. ISOLA NOSTRA - Via XXX Ottobre, 4 - 34122 TRIESTE - ITALIA - Tel. 040.638.236 E-mail: [email protected] I titoli Habemus Papam La leggenda del Rex riapproda a Genova Testimoni che scompaiono: Mafalda Codan Simone Cristicchi, un cantante per il Giorno del Ricordo Maria Pasquinelli: un compleanno centenario 1913 - 2013: i 100 anni di suor Biancalaura Domenica 21 luglio 2013 Santuario di Monte Grisa MADONNA DEL CARMINE Alle ore 17.30 - direttamente nella chiesa superiore - Santa Messa in onore della Madonna del Carmine. Domenica 11 agosto 2013 Chiesa di San Giacomo FESTA DI SAN DONATO Alle ore 12.00, nella chiesa di San Giacomo, Santa Messa solenne in onore del compatrono di Isola San Donato. Domenica 8 settembre 2013 Isola d’Istria MADONNA DI LORETO Alle ore 15.30, nella chiesetta campestre di Loreto presso Isola, celebrazione della Santa Messa nella ricorrenza della Natività di Maria. C hi l'avrebbe mai detto, qualche mese fa? Siamo ancora qui, da queste pagine a raccontare, a ricordare, a gioire degli avvenimenti che riguardano la nostra Comunità... ... e don Attilio continua a vegliare su di noi. Isola Nostra continua le pubblicazioni, mantenendo lo spirito del suo fondatore, e nei prossimi mesi - per chi può, di viaggi e vacanze (vista la crisi) - mantenete nell'animo la consapevolezza che una storia tragica ha disperso tantissimi isolani nei cinque continenti. La fede e la ferrea volontà di un piccolo, grande uomo ha dato a tutti un punto di riferimento per non dimenticare la nostra amata Isola... del ricordo. Chi l'ha vissuta la tramandi ai figli, ai nipoti, ai pronipoti... La conoscenza delle tragedie che uomini possono arrecare ad altri uomini sia di monito a non ripetere gli errori del passato... Vi ricordiamo anche che un nuovo crocevia per “quatro ciacole in compagnia’’ è aperto ormai da tempo su Facebook e troverete all'interno di questo numero una panoramica di quanto può essere immediato e confortante “chattare’’ da una parte all'altra del mondo con quelli che un tempo erano i vicini di casa e ora, anche se dall'altra parte del mondo, sono gli amici del computer accanto. Buone vacanze a tutti sempre con Isola nel cuore! La Redazione CHIUSURA DI AGOSTO ASSOCIAZIONE ISOLA NOSTRA Augurando una serena estate a tutti i nostri lettori, ricordiamo che la sede di Isola Nostra rimarrà chiusa per tutto il mese di agosto. La riapertura è prevista per il giorno Conto Corrente Postale n. 11256344 Martedì 3 settembre 2013 VIA XXX OTTOBRE, 4 – 34122 TRIESTE TELEFONO 040-638236 Coordinate bancarie (IBAN): Naz. Check Cin Cod. ABI IT 86 X 07601 CAB 02200 N° Conto 000011256344 Codice BIC SWIFT: BPPIITRRXXX ORARIO UFFICIO: martedì-giovedì ore 10 - 12 venerdi 16 - 18 E-mail: [email protected] AI LETTORI L’uscita del prossimo numero di Isola Nostra è prevista per la metà del mese di SETTEMBRE 2013. Per evitare spiacevoli disguidi è necessario che tutto il materiale destinato alla pubblicazione (articoli, ricordi, necrologi, ecc.) pervenga in redazione entro il giorno 31 LUGLIO 2013 Grazie per la Vostra collaborazione ISOLA NOSTRA SU INTERNET Grazie all’amico Bruno Dagri e a suo genero Paolo Gabriele Babbini, sono reperibili sul sito www.isolanostra.it i numeri di “Isola Nostra” dal numero 357 (giugno 2004) ad oggi. ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA Periodico trimestrale della Comunità degli esuli d’Isola d’Istria fondato da Don Attilio Delise nel 1965 Direttore responsabile Franco Stener Assistenti di redazione Anita Vascotto Attilio Delise Umberto Parma Hanno collaborato a questo numero: Marisa Berani Alfredo Bussani Elvio Chelleri Lucio Degrassi Mario Depase Licinio Dudine PieroDudine Emilio Felluga Donatella Felluga Nicola Gentile Mario Lorenzutti Walter Pohlen Romano Silva Franco Stener Roberto Zonta Don Pietro Zovatto Gianni Zvitanovich Direzione, Redazione, Amministrazione Via XXX Ottobre, 4 34122 TRIESTE Editrice: Associazione “ISOLA NOSTRA’’ Autorizzazione del Trib. di Trieste n. 843 del 4.5.1992 Conto corrente postale n. 11256344 1 Maria: Madre della Chiesa C on l’estate che avan- za – dopo un inverno e una primavera rigidi quanto capricciosi – abbiamo passato anche il mese di mag- gio, periodo dedicato parti- colarmente alla venerazione della Vergine Maria, Madre di Gesù Cristo. Antichissima è la devozio- ne alla Madre di Dio, risale JLjDOOD¿QHGHO,,VHFRORGRSR Cristo e continua inalterata, arricchendosi lungo il corso dei secoli con gli apporti di Sant’Agostino, di Sant’Am- brogio e in modo speciale di San Cromazio, per il quale SRVVHGHUH OD IHGH VLJQL¿FD ³FUHGHUH QHO 9HUER ,QFDUQD- to nato dalla Vergine Maria”. Anche Beda il Venerabile ai tempi di Carlo Magno e quindi San Bernardo, quando vivo era il fervore delle Crociate, can- tano i privilegi di Maria, eletta da Dio. Attualmente il devozionale popolare si nutre – a livello di- Alla Vergine muta vulgativo – delle apparizioni, in particolare quella di Lou- La devozione che con rdes, ove la Vergine conferma la calda preghiera mi ad una fanciulla ignorantella stringe a te, più della mia verde GL HVVHUH O¶´,PPDFRODWD &RQ- speranza spacca le radici FH]LRQH´FRQIHUPDQGRODGH¿- del cuore. E’ assidua nizione di qualche anno prima insistenza sempre in attesa. SURFODPDWDGD3LR,; E tu sei muta come Maggio ci ha proposto il la rosa che adorna mistero cristiano concentran- il tuo vestito di seta do l’attenzione sulla Madre di bianco dorato. Già Dio, sulla Madre della Chie- la mia giovinezza sa, titolo quest’ultimo che ha piegata non si rassegna voluto attribuirLe il Concilio all’urlo degli anni VDWLFDQR ,, (¶ VWDWR 3DROR e sospinge il rosso sangue 9, D YROHUOD YHQHUDWD GD WXW- a tacite ribellioni. ti - pastori e fedeli - con quel Anch’io sono muto WLWROR(OODUDSSUHVHQWDOD¿JX- spezzato in due ti grido ra della Chiesa, come insegna la mia pena alle tue Sant’Ambrogio: PDQLDI¿GDWD - nella Fede: comanda al La mia preghiera ruggisce Figlio di compiere il miracolo, issata sulla rotta il primo, per superare l’imba- del cielo rabbuiato. razzo di una coppia alle nozze Pietro Zovatto di Cana. - nella Carità: accompa- gnando e restando ai piedi della Croce suo Figlio, agnello immolato. - nell’ Unione mi- stica con Cristo, alla cui opera redentiva partecipa con il silen- zio operoso e la pre- ghiera incessante. Nella sua vita spi- rituale Ella è sempre disponibili al proget- to del Padre: “Ecco l’ancella del Signore” per riabilitare l’uma- nità intera agli occhi di Dio. Anche la Ma- donna coopera all’in- tegrazione dell’uomo, a renderlo “nuova creatura”, uomo inte- grale sospeso tra cielo e terra. Don Pietro Zovatto 2UDULRGHJOLXI¿FL Martedì dalle 10 alle 12 Giovedì dalle 10 alle 12 Venerdì dalle 16 alle 18 Telefono 040/63.82.36 Stampa: MODIANO SpA (Trieste) La Madonna e il Bam- bin Gesù in dialogo con S. Filippo Neri (Scuola del Guercino) 2 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 HABEMUS PAPAM S ono le 19,06 del 13 marzo. Dopo sole 25 ore di consultazioni, nella Cappella Sistina una fu- mata grigiastra si trasforma in un fumo bianco: qVWDWRHOHWWRLOQXRYR3RQWHÀFH*UDQGHqO·DWWHVDGL conoscerne il nome in una Piazza San Pietro che, pur sotto la pioggia, si riempie completamente. Il successore di papa Ratzinger è un uomo – come dirà poco dopo dalla loggia per le benedizioni – ve- nuto da lontano: “YHQJR GDOOD ÀQH GHO PRQGR”. E’ l’argentino Jorge Mario Bergoglio, che nel conclave del 2005 era già un candidato designato, ma che per sua stessa ammissione non si sentiva ancora pronto all’elezione. -RUJH0DULR%HUJRJOLRFKH²SULPRSRQWHÀFHQHO- la storia – assume il nome di Francesco, è anche il primo non europeo, pur essendo la sua famiglia di origini italiane. Figlio di emigranti piemontesi, nasce a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, si diploma come perito chimico ma poi sceglie il sacerdozio e entra in 6HPLQDULRVLODXUHDLQÀORVRÀDHWHRORJLDDXWRUHGL molti libri, è presidente della Conferenza Episcopale Argentina dal 2005 al 2011. Il suo percorso è stato graduale, il passaggio dallo stato laicale a quello sa- cerdotale una scelta ponderata e approfondita. Ha scelto per la sua alta missione il nome di Fran- cesco, il fondatore dell’ordine dei Francescani, che nel 1202 rinuncia a tutti i suoi beni ed in estrema povertà si dedica alla predicazione del Vangelo. L’Or- Il primo incontro a Castel Gandolfo - pochi giorni dopo l’elezio- ne - del nuovo papa Francesco con il papa emerito Benedetto XVI dine si basa sull’imitazione di Cristo ed è rivoluzio- naria per l’epoca, ma Francesco riesce ad avere molti seguaci e due anni dopo la morte, nel 1228, viene proclamato Santo da papa Gregorio IX. La scelta del nome del nuovo Papa – San France- sco è con Santa Caterina da Siena Patrono d’Italia – indica la sua volontà di essere vicino alla gente e alla sua prima apparizione ha invitato la numerosissima folla che lo applaudiva a pregare per lui, conscio del compito gravoso che si è assunto traghettando la barca della Chiesa in acque meno agitate, verso una meta comune a credenti e laici. R.S. Un umile servo nella vigna del Signore M ons. Roberto Rosa FKH QRQ ¿QLUHPR mai di ringraziare per la sua costante presenza alle nostre celebrazioni – ha avuto più volte occasione di LQFRQWUDUH %HQHGHWWR ;9, Questa foto è stata scattata il 9 dicembre 2009, durante un pellegrinaggio a Roma con i parrocchiani di San *LDFRPR,QTXHOO¶RFFDVLRQH il Papa aveva benedetto una statua della Madonna, risa- lente agli anni Trenta e appe- na restaurata. Così lo ha ricordato don Roberto alla notizia delle sue dimissioni: “Ritengo sia stata una decisione coraggio- sa. Fin dalla sua elezione il Papa ha affermato di sentirsi un umile servo nella vigna del Signore e questa umiltà – unita ad uno sguardo in- tenso – si vedeva dentro di lui quando gli stavi accanto. Adesso si è reso conto del- OD VXD GHEROH]]D ¿VLFD H KD desiderato fare il bene della Chiesa lasciando. Una deci- sione meditata, perché ritie- ne di non poter più servirla. A me pare un gesto di fede molto forte, anche se così di punto in bianco nessuno se lo sarebbe mai aspettato. Lascia un segno fortissimo di umiltà e credo che i cristiani devono guardare a questo con gli oc- chi della fede.” %HQHGHWWR ;9, QRQ DYH- va mai visitato Trieste da SRQWH¿FH PD QHO ± quando era ancora cardina- le – aveva partecipato ad un convegno nella nostra città, concelebrando l’eucaristia nella chiesa della Madonna del Rosario insieme a mons. Pietro Zovatto e al compian- to mons. Antonio Dessanti. 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA 3 La rielezione del Presidente della Repubblica Nave senza nocchiero in gran tempesta … B en si adattano i versi di Dante a questa situa- zione politica italiana, che dopo le recenti elezioni non è riuscita né a esprimere un governo né a indicare una ¿JXUD FKH SRWHVVH VXFFHGH- re al Presidente in carica. Gli italiani al voto si sono divisi proporzionalmente, creando tre schieramenti che, evitando volutamente il dialogo tra loro, hanno prodotto una situazione di stallo politico ad un Paese in grave sofferenza industriale ed economica e hanno costretto il rappresentante dell’esigua e LQHI¿FDFH PDJJLRUDQ]D DG LQ- vocare la proroga del mandato a Giorgio Napolitano, presi- dente uscente. /D GLI¿FLOH FRQJLXQWXUD che il Paese sta vivendo ha in- dotto quest’uomo - ormai de- FLVRDODVFLDUHODFDULFDD¿QH mandato - con il senso di alta responsabilità che lo ha sem- pre contraddistinto ad accet- tare la proposta, incaricando poi un esponente politico di sondare la possibilità di dar vita ad un esecutivo che possa almeno dar riposta alle richie- ste più pressanti che giungono dalla Società civile. Giorgio Napoletano è elet- to il 10 maggio 2006, undice- simo Presidente della Repub- EOLFD ,WDOLDQD SHQVDUH FKH LQ età giovanile esordisce come attore teatrale, con lo pseudo- nimo di Tommaso Pignatelli, ed è anche autore di sonetti in dialetto napoletano. Nato a Napoli il 29 giugno 1925, inizia l’attività politica nel 1942 fondando un gruppo di resistenza antifascista e dopo il conseguimento della laurea inizia un percorso politico con l’elezione a deputato nel 1953, esponente della corrente PRGHUDWD GHO 3&, D VHQDWRUH a vita nel 2005 e a Presidente della Repubblica nel 2006. Dà l’avvio ai festeggia- menti, fortemente da Lui vo- luti, per il 150° anniversario GHOO¶8QLWjG¶,WDOLDUHFDQGRVLD Reggio Emilia ad omaggiare il Tricolore che in quella città nel 1797 era diventato il vessillo GL XQ¶,WDOLD LQ GLYHQLUH 'X- rante il suo settennato ha con- seguito due prestigiose lauree honoris causa per i suoi studi VXOOH 3ROLWLFKH ,VWLWX]LRQDOL HG Europee e, secondo presidente italiano dopo Pertini, può assi- stere a Berlino il 1° luglio 2006 al trionfo italiano nel Campio- nato del Mondo di calcio. Alle 17 dello scorso 20 apri- le pronuncia davanti a Camera e Senato riuniti un breve ma se- vero discorso di insediamento per il suo secondo mandato, ri- FKLDPDQGRLSDUWLWLDOOHVSHFL¿- che responsabilità e invitandoli a trovare una forma d’intesa che possa giovare al Paese. Non ha mancato anche di indicare una strada da seguire, facendo chia- ramente intendere che il suo VDFUL¿FLR D SHUPDQHUH QHOO¶LQ- carico potrà essere limitato nel tempo se le sue speranze doves- sero essere disilluse e avrebbe quindi la facoltà di sciogliere il Parlamento e rimandare gli ita- liani al voto. /¶,WDOLD KD SHU LO PRPHQWR il suo Presidente: è da sperare che abbia anche un governo solido e costruttivo in modo FKHLOVDFUL¿FLRGLXQ8RPRGL 87 anni non sia stato inutile. Romano Silva L’Europa riconosca il valore degli esuli Lettera aperta di Stelio Spadaro al Presidente della Repubblica in occasione del Giorno del Ricordo O ggi, 10 febbraio, Gior- no del Ricordo, desi- dero ringraziarLa per tutto l’impegno civile, persona- le e politico che ha profuso per includere nella memoria della 1D]LRQHOHYLFHQGHGHOFRQ¿QH RULHQWDOHHGHLJLXOLDQL¿XPDQL e dalmati di lingua italiana che sono stati coinvolti in tragedie che hanno sconvolto la vita dei singoli e delle comunità. E’ stato necessario e giusto ricordare agli italiani l’esodo a cui tanti nostri connazionali furono costretti dal totalita- rismo comunista e dal nazio- nalismo sloveno e croato. A lungo su queste vicende, come /HL VD q VFHVR O¶REOLR GHOO¶,- talia repubblicana;; un oblio e una sottovalutazione della por- tata di una vicenda che, con la dissoluzione della Venezia Giulia, ha segnato la dispersio- QHGHJOLLVWULDQL¿XPDQLHGDO- mati di lingua italiana. E’ una SDJLQDRULJLQDOHHVLJQL¿FDWLYD della nostra storia nazionale. Ora è tempo che la legge del Giorno del Ricordo diventi RFFDVLRQHSHUXQDULÀHVVLRQHGL ancor più largo respiro sui trat- ti complessivi di quella civiltà del mare, dell’ulivo e della vite, originale espressione ed elabo- razione del patrimonio nazio- nale ed europeo. Mi riferisco ad una lunga e diffusa esperienza umana, di generazioni, che con il lavoro, con la tecnologia, con l’ingegno ha segnato in pro- fondità le contrade adriatiche nei secoli, prima dell’avvento del fascismo con il suo cuneo di violenze e di oppressione. E’ un’occasione imperdibile per DOODUJDUHODULÀHVVLRQHVXOO¶LQWH- ra storia del Novecento adriati- co. Un’occasione, signor Presi- dente, per ragionare sul futuro. Parlare della storia e dei tratti degli italiani dell’Adria- WLFR RULHQWDOH RJJL VLJQL¿FD avere la consapevolezza che si può contare sul loro contributo nella costruzione di quell’Euro- pa adriatica che era il sogno di tanti uomini di cultura nazionale – primo fra tutti Mazzini, tanto familiare alle genti istriane – ed era nella speranza di tanti giulia- ni: persone e pagine colpevol- mente dimenticati, ma che ora più che mai possono dare un ap- SRUWRGLWUDGL]LRQLGLULÀHVVLRQL e di sensibilità alla costruzione di quell’Europa adriatica che, ¿QDOPHQWH SUHQGHQGR FRQJHGR dai disastri del secolo scorso, colga i segnali che ci possono aiutare ad avviare un’integra- zione che serve a tutti. Eugenio Colorni più volte ebbe modo di ricordare che aveva imparato ad amare l’Eu- ropa discutendo con Umberto Saba. E’ un’antica tradizione giuliana, questa: l’europei- smo era di casa qui, come era di casa il mondo per i tanti FDSLWDQL GHOO¶,VWLWXWR 1DXWLFR di Lussinpiccolo, saldamente ancorato alla lingua e alla cul- tura italiana, che per mentalità e professionalità diffondevano l’attitudine a guardare oltre, ad ampi orizzonti, e a rappor- tarsi con popoli ed esperienze diverse. Una civiltà, dunque, che oggi può essere più che mai utile. Come può essere utile, caro Presidente, ricordare che, an- che nei momenti più bui dell’e- sodo e dei campi profughi, gli LVWULDQL ¿XPDQL H GDOPDWL GL lingua italiana hanno dato al paese un contributo di lavoro, di intelligenza, di atteggiamen- to civico che, sempre più, tutti riconoscono loro: un segnale GL¿GXFLDQHOIXWXUR&LIXXQD lunga indifferenza della Patria 4 nei loro confronti e la loro re- D]LRQHDWDOHUL¿XWRIXWDOYROWD scambiata per estremismo, ma era invece di esasperazione per il mancato rispetto delle loro vicende e della loro storia da parte della Madrepatria. Si pensi che a distanza di tanti decenni non è stata anco- UDGDWDVROX]LRQHGH¿QLWLYDDOOD vicenda dei beni abbandonati sottratti agli istriani dal regime comunista jugoslavo. E’ una questione di giustizia ma anche un doveroso, tardivo riconosci- mento: si pensi che la legge del Giorno del Ricordo è appena del 2004. Ricordare, in questo 10 febbraio, le vicende degli italiani dell’Adriatico orienta- OH VLJQL¿FD LQIDWWL ULFRUGDUH i tratti di una lunga tradizione civile che oggi può far bene D XQ¶(XURSD FKH ¿QDOPHQWH consenta a tutti di esprimersi liberamente e che permetterà di XQL¿FDUH FRQWUDGH FKH WURSSR a lungo, nel Novecento, sono state divise e contrapposte, se- gnate da etno-nazionalismi, to- talitarismi, scontri e guerre che GDOO¶LQL]LR H ¿QR DOOD ¿QH GH Novecento hanno insanguinato anche queste terre. Per storia e cultura, alla costruzione del- l’”Europa Adriatica”, i giulia- ni possono dare, oggi più che mai, un apporto fecondo, e ciò nell’interesse di tutti i popoli. Stelio Spadaro Stelio Spadaro, nato a Isola d’I- stria nel 1934, è stato insegnan- WHGLVWRULDH¿ORVR¿DQHL/LFHLH assessore alle Attività Culturali per la provincia di Trieste dal 1977 al 1980. Segretario della federazione provinciale dei De- mocratici di Sinistra dal 1993 al 2001, ha guidato a Trieste la fase di transizione del PCI al PDS e poi agli stessi Democratici di Sinistra, contribuendo a rinno- vare profondamente la cultura politica della sinistra giuliana. ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Trieste: dall’emporio al futuro In mostra a Zagabria L ’Università Popolare di Trieste nello scorso mese di febbra- LR KD DOOHVWLWR QHOOH SUHVWLJLRVH VDOH GHOO¶,VWLWXWR ,WDOLDQR GL Cultura di Zagabria una mostra di stampe di proprietà della col- lezione Stelio e Titti Davia, corredata dagli “scatti” di Marino Sterle, riguardanti l’evoluzione storico-architettonica della città di Trieste. “Questa mostra fa vedere l’anima di Trieste” - ha dichiarato il presidente dell’Università Popolare Silvio Delbello. Quando l’antiquario triestino Stelio Davia iniziava questa sua importante collezione di stampe – alla sua scomparsa è su- bentrata la moglie a completare la raccolta – non immaginava certo che l’interesse avrebbe superato l’ambito cittadino e regio- nale per diventare internazionale: la collezione infatti è stata pre- sentata a Vienna, Maribor ed ora appunto nella capitale croata. L’esposizione, grazie al sapiente allestimento di Fabrizio Somma, appassionato cultore del genere, evidenzia la varietà degli aspetti che questa nostra città sa offrire e la loro variazione nel trascorrere del tempo. Particolari che sfuggono al visitato- UHIUHWWRORVRVRQRHYLGHQ]LDWLQHOORURVSHFL¿FRLQWHUHVVHHQHOOD loro mutabilità. La mostra è stata accolta da un pubblico particolarmente in- teressato e alla presenza del Console italiano a Zagabria, dagli ambasciatori di Francia, Gran Bretagna e Svizzera e da personalità della vita pubblica e culturale croata. (¶TXHVWDODSULPDPDQLIHVWD]LRQHFKHO¶,WDOLDGHGLFDDOOD&URD]LDQHOO¶DQQRGHOVXRLQJUHVVR QHOO¶8QLRQH(XURSHDHGqVLJQL¿FDWLYRDYHUORIDWWR±VRQRSDUROHGHOODQRVWUD$PEDVFLDWULFH±³FRQ Trieste, città europea, mediterranea, meravigliosa, che unisce culture differenti…” L’esodo: materia di studio e di insegnamento D al 14 al 16 marzo l’Au- ditorium del Museo Re- voltella di Trieste ha ospitato il quarto Seminario Naziona- le per docenti sul tema “La VWRULD GHO &RQ¿QH 2ULHQWDOH nell’insegnamento scolasti- co – attualità e prospettive future”. A dar vita a questo importante evento è stato l’Uf- ¿FLR 6FRODVWLFR 5HJLRQDOH coadiuvato dalle Associazioni degli esuli e con il patrocinio della Prefettura e del Comune. Vi hanno aderito duecento insegnanti provenienti da tutte le regioni, che nelle giornate di studio si sono frazionati in gruppi di lavoro ai quali sono stati illustrati i temi trattati dai più noti esperti cittadini del settore come Roberto Spaz- zali, Giorgio Federico Siboni, Maria Bellario e Bruno Cre- YDWR 6HOYDJJL ,O GRFHQWH ¿X- mano Giovanni Stelli ha aper- to i lavori con una relazione sull’argomento. ,O SUHVWLJLRVR 0XVHR 5H- voltella è stato la sede per le relazioni e i dibattiti, ma i par- tecipanti sono stati chiamati anche a visite in loco nei po- sti che più testimoniano ancor oggi i drammi oggetto di stu- dio e dibattito: il monumento di Basovizza, a ricordo delle vite tragicamente spezzate, e il Campo Profughi di Padricia- no, testimonianza residua di un percorso di sofferenza che ha potuto essere accentuato con la visita al Magazzino 18 del Porto Vecchio, dove an- cora sparse masserizie stanno a ricordare la dissoluzione di tante entità familiari. E’ questa la giusta ma- niera di affrontare un tema che la Giornata del Ricordo ha sollevato: era opportuno che quanto accaduto nell’im- mediato dopoguerra in questa regione non fosse ristretto alle celebrazioni che si esaurivano in un solo giorno ma che si tendesse ad illustrare ai giova- ni i fatti accaduti. A tale com- pito bisognava – e questa ini- ziativa va nel segno – formare sull’argomento i “formatori”. Alla manifestazione è stata invitata anche l’Associa- zione degli Editori con l’inten- zione di stendere una prima stesura delle più importanti nozioni scolastiche sull’argo- mento, da poter diffondere in un prossimo futuro. ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 5 La leggenda del Rex approda a Genova L a storia del più grande transatlantico italiano dell’epoca, varato a Ge- nova nel 1931 e affondato tra ,VRODH&DSRGLVWULDO¶VHWWHP- bre 1944, era l’argomento di una mostra di cimeli e foto che qualche anno fa un gruppo di amatori, cultori e appassionati della marineria aveva allestito nei locali della “Stazione Ro- ger” sulle Rive triestine. L’in- tento dei promotori era propo- sitivo: interessare la Regione a patrocinare a Trieste un evento che avesse appunto per tema la storia di quella nave anco- ra presente nel ricordo di tanti italiani. Purtroppo la proposta non è stata recepita e oggi Ge- nova si appresta ad allestire un’esposizione che illustra la costruzione, la vita e la morte di questo gigante del mare che nelle nostre acque ha trovato LQJORULRVD ¿QH IRUQHQGR SRL per anni dal relitto sommerso materiale prezioso all’indu- stria jugoslava e mantenendo tuttora sul fondo sabbioso di Semedella una delle sue po- tenti eliche. Dalla “Stazione Roger” al prestigioso palazzo di San Giorgio a Genova l’idea del- la mostra si è sviluppata e la storia dell’unico transatlan- tico italiano che è riuscito a conquistare il mitico “Nastro Azzurro” – record nell’estate 1933, impiegando 4 giorni e 13 ore nella traversata Gibil- terra - New York – rivive un momento magico destinato poi, sull’onda di un successo organizzativo annunciato, ad espatriare con il trasferimento della mostra in terra america- na. Un’altra occasione persa per la nostra Regione ma so- prattutto per la nostra città, considerando che una parte dell’esposizione è stata trasfe- rita appunto da Trieste alla cit- tà ligure, compreso il modello originale della nave in scala 1:100. Trieste ha curato inoltre il montaggio e la sonorizzazione GHO¿OPDWRFKHDFFRPSDJQHUj il visitatore nel percorso della mostra, integrandolo con ri- SUHVH FLQHPDWRJUD¿FKH RULJL- nali dell’epoca e con interviste a testimoni del bombardamen- to che portò all’affondamento della nave. Saranno ricompo- ste le tre lettere bronzee del suo nome – Rex – che un mari- naio dalmata aveva rinvenuto all’epoca, preservandole così dalla probabile fusione. Si potrà vedere anche il prestigioso trofeo in argento e oro consegnato il 20 agosto 1935 al comandante France- VFR 7DUDERWWR DUWH¿FH GHOOD traversata record. La coppa, di oltre 20 kg, reca sulla base as- sieme al nome del Rex, quelli delle altre navi che succes- sivamente abbassarono il re- cord: il francese Normandie e il possente statunitense United States, record assoluto con il tempo di 3 giorni e 12 ore nel 1952. ,O PLWR GHO 5H[ QRQ VL q esaurito nel tempo: è un ricor- do che sopravvive tenacemen- te nel nome di un’industria navale che ha saputo espri- mere in ogni epoca soluzioni d’avanguardia nella progetta- zione di navi che da sempre si sono imposte, anche per l’ele- JDQ]D GHL ORUR SUR¿OL DOO¶DP- mirazione del mondo, coman- date da uomini consapevoli dei loro importanti ruoli. Non “inchini” ma serietà e senso del dovere. Romano Silva Un pronipote di Nicoletto “talpa” agli onori della saggistica internazionale L o scorso dicembre la Datanews ha pubblicato a cura di Matteo Bressan un saggio sulle vi- cende medio-orientali intitolato “Hezbollah – tra integrazione politica e lotta armata”. Matteo Bressan è il nipote di Guido Bressan (talpa), i cui genitori erano Maria matalona e Nicolò talpa, gestori del famoso ristorante “Da Bressan” posto di fronte al Mandracchio di ,VROD0DWWHR¿JOLRGL1LFRqQDWRD5RPDQHOPDqWHUQDQRDWXWWLJOLHIIHWWL/DXUHDWRVL a Roma in storia contemporanea, è responsabile della segreteria del gruppo consiliare PDL della Regione Umbra. E proprio con la precisione di uno storico Matteo ha raccontato le vicende del Libano - più noto come il paese dei cedri - partendo dal periodo pre-colonialista nella seconda metà del ‘500, divenuto poi principato autonomo e dopo alterne vicende e l’invasione egiziana del 1832 passato a protettorato francese dal 1920. Sorse e si sviluppò in quegli anni l’idea del Grande Libano, che provocò una grande mutamento nella composizione etnica del paese. Nel 1982 nasce Hezbollah, o Partito di Dio, e da qui Matteo cerca di entrare nell’animo del FRQÀLWWRDUDERLVUDHOLDQRFKHGDGHFHQQLHWUDDOWHUQH vicende si trova al centro della politica mondiale. Due culture, due storie, due religioni, due mondi, quello DUDERHTXHOORLVUDHOLDQRWURYDQRGLI¿FROWjDFDSLUVLH l’aspetto politico e quello militare spesso si confondo- no con il fenomeno terroristico. Per gli appassionati di storia di quell’area geogra- ¿FDTXHVWRVDJJLRULFFRGLQRPLHGLGDWHVLULYHODXQ prezioso documento che il Bressan ha potuto traslare grazie all’ esperienza maturata presso il Centro Alti Studi per la Difesa e all’attività formativa nel campo della cooperazione internazionale in Bosnia e in Li- bano. Complimenti vivissimi. E.F. “Hezbollah” di Matteo Bressan – Un interessante saggio sulle vicende del Medio-Oriente 6 Testimoni che scompaiono: Mafalda Codan N el “Giorno del Ricordo”, il 12 febbraio 2013, è scomparsa all’età di 87 anni un’altra testimone delle vio- OHQ]H FKH JOL LVWULDQL ¿XPDQL e dalmati hanno vissuto sulla loro pelle, una testimone d’ec- cellenza del dramma istriano: Mafalda Codan. Nel 1945 nella foiba di Vines perde il padre, lo zio paterno Michele, gli zii ma- terni Giorgio e Beniamino e il cugino materno Antonio. Fug- JH GDOO¶,VWULD H VL WUDVIHULVFH D Trieste con la madre e il fra- tello Arnaldo, ma catturata dai titini il 7 maggio 1945, durante i 40 giorni dell’occupazio- ne jugoslava, viene riportata DVVLHPH DO IUDWHOOR LQ ,VWULD H rinchiusa nel carcere di Pisino, dove viene sottoposta a torture e umiliazioni di ogni genere. Le urla del fratello, sevizia- to nella cella vicino alla sua e successivamente ucciso, ri- suoneranno nella sua testa per tutta la vita: Non voleva morire mai, anche dopo morto il suo corpo ha continuato a salta- re…, queste le parole espresse d un aguzzino per comunicarle OD PRUWH GHO IUDWHOOR ,O OLEUR che scrive, “Diario”, raccolta il calvario vissuto da questa gio- vane donna. Finalmente nel 1949, dopo quattro anni di indicibile sof- ferenza, viene liberata a fronte di uno scambio di prigionieri tra la Croce Rossa italiana e quella jugoslava. Va a stabilirsi a Bibione, in provincia di Ve- nezia, dove esercita la profes- sione di maestra, insegnando a molte generazioni, tra le quali non mancano quelle degli esuli istriani. ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Dalle memorie di Mafalda Codan Questi brani sono tratti dal diario di Mafalda Codan, arrestata a Trieste ai primi di maggio del 1945, durante i giorni dell’occupazione slava. Anche il padre e gli zii della giovane donna, com- mercianti e possidenti, erano stati arrestati e infoibati in Istria nell’autunno del 1943. ,O PDJJLR SUHQGR un libro e vado in giardino. Appena uscita mi trovo da- vanti tre partigiani comandati da Nino Stoinich con il mitra spianato. Prima di tutto si ral- legrano dell’orribile morte dei miei cari e poi mi intima- no di seguirli. Vestita come sono, senza poter entrare in casa e salutare la mamma, GHYR VHJXLUOL &RQ XQ ¿OR GL ferro mi legano le mani dietro alla schiena e mi fanno salire su una macchina … Il castello Montecuccoli di Pisino. Adibito a carcere dopo l’occu- Prima sosta, Visinada. Mi pazione jugoslava, fu una delle tappe del calvario di Mafalda Codan. portano sulla piazza gremita al pestaggio. Con tutta la sua di gente, partigiani, donne cade a terra svenuta … Siamo arrivati davanti a forza comincia a percuotermi casa mia. Si raduna subito con una cinghia. Mi colpisce una folla scalmanata e ur- così forte sugli occhi che non lante: il tribunale del popolo. riesco più ad aprirli. Mi spia- Stoinich tira fuori un foglio e ce perché ho sempre avuto il comincia a leggere le accuse: FRUDJJLRGL¿VVDUHQHJOLRFFKL infondate, non vere, testimo- chi mi picchiava. nianze false, imposte. Vedo i Le sevizie continuano, miei coloni e molte persone le donne mi colpiscono con aiutate e mantenute gratis da grossi bastoni, con delle tena- mio padre. Non posso credere glie cercano di levarmi le un- ai miei occhi, sono gli stessi ghie ma non ci riescono per- scalmanate, urlano, gestico- che prima “veneravano” la ché sono troppo corte. Una lano, imprecano. S. mi pre- mia famiglia e si conside- scalmanata con un cucchiaio senta come italiana, nemica ravano amici, ora sono qui PL JUDWWD OH SDOSHEUH JRQ¿H GHOSRSRORVODYR¿JOLDGLXQR per condannarmi e gridare “a ferite e chiuse: Apri gli occhi sfruttatore dei poveri, tutti morte!”. Sono diventati tutti che te li levo, mi grida … cominciano ad insultarmi, a un gregge di pecore, fanno Più tardi mi fanno fare il sputacchiarmi, a picchiarmi ciò che è stato loro imposto di giro del paese legata ad una con lunghi bastoni e a grida- fare, ora seguono chi coman- catena come un orso, mi se- re: a morte!, a morte! … da, chi promette loro la spar- gue un codazzo di bambini A Santa Domenica mi tizione delle terre dei padro- divertiti… Arriva un carro, portano davanti alla casa di ni. Non posso stare zitta, urlo mi fanno salire, fanno corre- Norma Cossetto, infoibata nel anch’io, non posso puntare il re il cavallo e io devo stare in settembre del 1943, chiama- dito contro quelle bestie mo- piedi. Le continue scosse mi no sua madre, vogliono farla struose solamente perché ho fanno cadere, ogni volta un assistere alle mie torture per le mani legate, li chiamo al- FROSR GL PLWUD PL ULDO]D ,Q ricordarle il martirio della sua lora per nome, li accuso della quelle condizioni giro diversi Norma. La signora, nonostan- morte dei miei cari, dei furti paesi … te le severe intimidazioni, si commessi, dei soprusi, dei A Parenzo mi portano nel UL¿XWDGLXVFLUHODWUDVFLQDQR debiti mai pagati… e da ac- piazzale del Castello, ora ca- Ai familiari Isola Nostra por- a forza sulla porta e, appena cusata divento accusatrice … serma, dove sono radunati gli ge le più sentite condoglianze. mi vede in quelle condizioni, Nell’ex-Dopolavoro mi uomini… Quello che si sca- attendono tre donne. Mi lega- glia furibondo su di me è Ziri, no ad una colonna in mezzo un mio ex-colono che ha avu- Mafalda Codan, scomparsa il 12 febbraio 2013 a Bibio- alla sala, a sinistra e a destra to tanto bene da mio padre. ne. Nata a Parenzo nel 1926, ha raccolto in un diario le mi mettono due bandiere sla- Dice di essere felicissimo di indicibili sofferenze patite nei quattro anni di detenzio- ve con la stella rossa e sopra vedermi in quelle condizioni ne nelle carceri titine. il ritratto di Tito. E’ un druze e spera che tutta la famiglia grande e grosso che dà il via sia distrutta, per essere lui il 15 giugno 2013 padrone dei nostri campi. … Nel castello di Pisino, tut- te le notti un partigiano dalla faccia cupa e torva entra nel- le celle ed esce con qualcuno che non tornerà più. Quando al lume delle torce cerca sul foglio i nomi, gli occhi di tutti sono attaccati alla sua bocca e un brivido improvviso ci attraversa il corpo. Le urla di dolore di Arnaldo (il fratello diciassettenne, detenuto e tor- turato nel medesimo carcere) e degli altri suoi compagni di pena mi risuonano doloro- samente nella testa giorno e notte … Una notte la porta si apre e subito mi assale il terrore, questa volta sul foglio c’è DQFKHLOPLRQRPH«,RYHQ- go legata braccio a braccio con una giovane incinta. Ci conducono sullo spiazzo del Castello dove ci attendono due camion già pieni di pri- gionieri, con i motori acce- si. Ci caricano sul secondo, chiudono le sponde e viene GDWR O¶RUGLQH GL SDUWLUH ,Q quell’istante arriva di corsa XQ XI¿FLDOH FRQ XQ IRJOLR LQ mano e grida: “Alt! Mafalda Codan giù!”. Mi sento man- care, tremo tutta... ,O FDSR PL SUHQGH SHU XQ braccio, mi accompagna in una casetta di fronte al carce- re, mi getta in una stanza buia e mi chiude dentro… Al mat- tino gli aguzzini tornano feli- ci di aver ucciso tanti nemici del popolo. Li hanno mas- sacrati tutti. Uno entra nella mia nuova “residenza” e mi chiede: “Quanti anni aveva tuo fratello? Non voleva mo- rire, sai, anche dopo morto il suo corpo ha continuato a saltare…”. Una mattina un druze mi accompagna al Comando. (QWURLQXQXI¿FLRGLHWURDG una scrivania siedono due uomini dall’apparenza civi- le, sono due giudici, uno in- dossa l’uniforme, l’altro è in borghese. “Hai visite “, mi dicono, aprono una porta ed entrano quattro donne scal- manate. “Come? E’ ancora viva? - chiedono arrabbiate - “Perché non è “partita” con gli altri?” Urlano, gridano, ISOLA NOSTRA YRJOLRQR SLFFKLDUPL , GXH capi glielo proibiscono. Mi accusano di cose inaudite e allora urlo anch’io e, anche questa volta, da accusata di- vento accusatrice, di cose vere però. Da una frase detta dalle forsennate, capisco che, du- rante le perquisizioni e i furti perpetrati a casa mia, hanno WURYDWR LO PLR GLDULR ,Q XQ quadernone ho scritto infatti il calvario della mia famiglia, iniziato con l’occupazione slavo-comunista del settem- bre 1943. Ho annotato tutto nei minimi particolari, ore, giorno, mese, avvenimenti, parole dette, tutto completato FRQ IRWRJUD¿H GRFXPHQWL H pezzi di giornale. Sono testimonianze che scottano, verità che non si possono negare, che fanno paura, è per questo che vo- gliono la mia morte. Ora rac- conto ai giudici tutto quello che è stato fatto alla mia fa- miglia, cosa ho vissuto, fac- cio nomi, non riesco a tacere perché ho la coscienza a po- sto, so di essere innocente, non ho paura di nessuno … Da quell’istante la mia YLWD FDPELD , GXH FDSL KDQ- no capito che non ho fatto niente di male … Riacquisto subito la semi-libertà, giro da sola senza la scorta di guar- die armate e divento la don- na di servizio della moglie di Milenko, uno dei capi. E’ un giovane dalmata, laurea- to in legge, parla abbastanza bene l’italiano e il francese ed è molto umano … Mangio con loro, e alla sera ritorno in prigione. Mi trattano umana- mente, ma tra noi rimane pur sempre un rapporto schiavo- padrone… Potrei scappare ogni gior- no, ma i miei principi e la parola d’onore data, mi impe- discono di farlo. Per nessuna FRVD DO PRQGR WUDGLVFL OD ¿- ducia delle persone che han- no creduto in me. E intanto, piano piano, il grigio scon- forto che mi aveva colmato il cuore e la mente negli ultimi mesi comincia a dissiparsi… Mafalda Codan 7 Simone Cristicchi, un cantante per il Giorno del Ricordo S imone Cristicchi, giovane cantautore già famoso nel campo musicale italiano – ricorderemo la sua canzone “Ti regalerò una rosa”, vincente al festival di Sanremo 2007 – rivela nelle sue composizioni una sensibilità d’animo particolare. Obietto- re di coscienza, è volontario in un centro di igiene mentale, e quell’ambiente lo colpisce e lo porta ad approfondire le temati- che delle malattie mentali e della vita nei manicomi. Partecipa emotivamente ai fatti quotidiani e da essi trae spun- to per le sue composizioni;; dai fatti di Genova nasce “Genova brucia”, che riceve il Premio Amnesty 2011. E’ scrittore, cantau- tore e attore, interprete degli stessi monologhi che scrive. $7ULHVWHKDYROXWRYLVLWDUHLO0XVHRGHOOD&XOWXUD,VWULDQD Fiumana e Dalmata e successivamente, guidato dal Direttore del Museo, ha modo di vedere le masserizie appartenenti agli esuli e giacenti nei magazzini del Porto Vecchio. E’ uno spettacolo che FROSLVFHODVXDVHQVLELOLWjHVX,QWHUQHWKDYROXWRULODVFLDUHXQD testimonianza della sua sgomenta meraviglia - che riportiamo LQWHJUDOPHQWHD¿DQFRULSURPHWWHQGRVLLQXQSURVVLPRIXWXURGL debuttare al Teatro Rossetti di Trieste con un testo e delle canzo- ni che, ispirandosi a quanto visto, riporteranno nel titolo proprio l’ubicazione di quelle masserizie: il Magazzino 18. “Porto Vecchio, magazzino 18” , n occasione del Giorno del Ricordo vorrei parlarvi di un luogo che si chiama “Magazzino 18”. E’ un antico deposito di merci nel Porto Vecchio di Trieste. 8QDQQRIDLO'LUHWWRUHGHOO¶,5&,3LHUR'HO%HOORPLKDDSHUWR le sue porte e ho scoperto una storia che non conoscevo: quella GHOO¶HVRGRGHJOLLVWULDQL¿XPDQLHGDOPDWL,QPH]]RDGXHPLOD metri cubi di masserizie abbandonate, letti, sedie, cassapanche, libri, ritratti, foto… ho quasi percepito le grida silenziate di mi- gliaia di italiani dimenticati. Una storia che chiedeva di essere raccontata dopo sessant’anni di oblio. Non centrano fascismo e comunismo. Come in ogni mio lavoro, io pongo al centro l’uomo e gli uragani che stravolgono la sua esistenza. Chi mi segue conosce bene questa mia attitudine, che è poi diventata una passione. ,QVLHPHDOJLRUQDOLVWD-DQ%HUQDVDXWRUHGHOOLEUR³&LFKLD- mavano fascisti, eravamo italiani”) ho deciso di raccontare que- sta storia in uno spettacolo teatrale. Quella dell’esodo è una sto- ria che non ti insegnano a scuola, devi andartela a cercare tu! E 8 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Una canzone dedicata agli esuli, nata dalla triste visione di tut- te quelle modeste masserizie ancora accatastate da decenni in XQPDJD]]LQRGHO3RUWR9HFFKLRTXDQWRULPDQHGHOSDVVDWRGL un popolo disperso ai quattro angoli del globo. Siamo partiti in un giorno di pioggia, cacciati via dalla nostra terra, FKHXQWHPSRVLFKLDPDYD,WDOLD HXVFuVFRQ¿WWDGDOODJXHUUD Hanno scambiato le nostre radici con un futuro di scarpe strette e - mi ricordo - faceva freddo l’inverno del ’47. E mi ricordo di un uomo gigante, della sua immensa tenerezza, capace di sbriciolare le montagne: a lui bastava una carezza. Ma la sua forza, la forza di un padre giorno per giorno si consumava, IHUPRGDYDQWLDOOD¿QHVWUD ¿VVDYDXQSXQWRQHOYXRWRHGLFHYD Ah!, come si fa a morire di malinconia per una terra che non è più mia. Ah!, che male fa aver lasciato il mio cuore dall’altra parte del mare. Sono venuto a cercare mio padre in una specie di cimitero tra masserizie abbandonate e mille facce in bianco e nero. Tracce di gente spazzata via da un uragano del destino: quel che rimane di un esodo ora riposa in questo magazzino. E siamo scesi dalla nave bianca, i bambini, le donne e gli anziani: ci chiamavano fascisti, eravamo solo italiani. ,WDOLDQLGLPHQWLFDWL in qualche angolo della memoria come una pagina strappata dal grande libro della storia. Ah!, come si fa a morire di malinconia per una vita che non è più mia. Ah!, che male fa se ancora cerco il mio cuore dall’altra parte del mare. Quando domani in viaggio arriverai sul mio paese, carezzami, ti prego, il campanile, la chiesa, la mia casetta. Fermati un momentino, soltanto un momento sopra le tombe del vecchio cimitero e digli ai morti, digli ti prego, che non ti dimenticheremo. Magazzino 18 così ho fatto: appassionato sempre più della vicenda, ho letto OLEULLQFRQWUDWRWHVWLPRQLHSDUODWRFRQ¿JOLGHJOLHVXOLVFRSUHQ- do un groviglio di storie che si intrecciano l’una con l’altra: Goli Otok, “i monfalconesi”, i campi profughi, il silenzio del Partito &RPXQLVWD,WDOLDQR0DVRSUDWWXWWRKRVFRSHUWRFKHFLVRQREHQ altri tipi di “foibe” di cui nessuno parla mai. Quelle delle donne, degli uomini, degli anziani senza più radici, morti di malinconia nei Campi profughi, perché non potevano più rivedere la loro terra. 'DFLUFDXQDQQRFRQ-DQ%HUQDVVWRODYRUDQGRDOWHVWRHDOOH canzoni di “Magazzino 18” per il debutto previsto per il pros- simo 22 ottobre al “Rossetti” di Trieste, che sarà prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia per la regia di Antonio Calenda. “Magazzino 18” è la prima canzone che ho scritto per lo spettacolo: potete ascoltarla nel CD “Album di famiglia”. Come qVFULWWRQHOOLEUHWWRqGHGLFDWDDJOLHVXOLVSDUVLSHUO¶,WDOLDHLO mondo… Simone Cristicchi E per le strade un canto di morte come di mille martelli impazziti, le nostre vite imballate alla meglio, i nostri cuori ammutoliti. Siamo saliti sulla nave bianca come l’inizio di un’avventura, con una goccia di speranza dicevi “non aver paura”. Simone Cristicchi 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA 9 UN GESTO DA NON DIMENTICARE Maria Pasquinelli: un compleanno centenario 6 marzo 1913 – 6 marzo 2013: ha compiuto cento anni Maria Pasquinelli, XQD ¿JXUD LQGLVVROXELOPHQWH legata alla storia travagliata di queste terre. ,OIHEEUDLRORVWHV- VRJLRUQRLQFXLD3DULJLO¶,WDOLD qFRVWUHWWDD¿UPDUHLO7UDWWDWR di Pace che la priverà di gran SDUWHGHOO¶,VWULDFRPSUHVDO¶en- clave di Pola cui sembrava in un primo momento essere ri- servata altra sorte - in una mat- tinata di sole una grande folla assiste nella città dell’Arena ad una parata militare britannica. Ad un tratto ne esce una esile giovane donna che estrae dalla borsetta una pistola e spara sen- za esitazione tre colpi, ferendo a morte il generale inglese Ro- bin W. De Winton, comandante alleato della piazza e massima autorità militare. Dopo un attimo di sbigot- timento un soldato si avvicina alla Pasquinelli, rimasta immo- bile, e la arresta. “Riconfermo l’indissolubilità del vincolo che lega la Madre Patria alle italia- nissime terre di Zara, Fiume e della Venezia Giulia” sono alcune delle parole di rivendi- cazione del gesto trovate in un volantino che porta addosso, mentre l’esodo di Pola si pre- annuncia in tutta la sua tragicità e dimensione, contravvenendo al principio di autodetermina- zione dei popoli. Questa fragile PDHVWUD ¿RUHQWLQD ± HPXODQGR in qualche modo il gesto di 2EHUGDQ±qSURQWDDVDFUL¿FDUH la sua vita per un ideale. Processata e condannata a morte, si vedrà la condanna trasformata in ergastolo, forse più che per ragioni umanita- rie per il timore di reazioni sfavorevoli che l’esecuzione di una donna potessero solle- vare nell’opinione pubblica internazionale. Questa donna sconterà 17 anni di carcere – oggi i brigatisti rei confessi di crimini più efferati hanno avu- to trattamenti ben diversi – ri- ¿XWDQGR VHPSUH GL SUHVHQWDUH domanda di grazia all’Autorità Maria Pasquinelli – Fiorentina di nascita, il 6 marzo a Bergamo, dove risiede, ha compiuto 100 anni. alleata prima e a quella italiana poi. Solo il 28 maggio 1964 si decide ad inoltrare al Presiden- A seguito dell’articolo che ho scritto sui nostri concittadini scomparsi a Isola dal 1943 in poi, sento il dovere di far pubblicare questa lettera – inviatami dagli Stati Uniti da Mirella Dudine, figlia di Dino “ragno” - non per attribuirmi alcun merito, ma per far comprendere il senso di solitudine, di abbandono e dimenticanza che hanno provato in tutti questi anni i familiari delle vittime. Cara Vittorina, colgo l’occasione della Pasqua non solo per inviare a te e alla tua famiglia i più cari auguri, ma soprattutto per ringraziarti infinitamente di aver ricordato mio papà e tutti gli altri poveri isolani che persero la vita solo per aver avuto un’idea politica a cui credevano. Del male, credimi, non avevano fatto a nessuno; era tutto invidia e rancori che sono esplosi dopo finita la guerra. L’anno scorso scrissi una lettera a Isola Nostra dove menzionavo il fatto che nessuno ha mai ricordato – neppure sul libro “Isola, dalle origini all’esilio” – il triste episodio delle famiglie rimaste senza i propri familiari, solo perché erano fascisti (ma non criminali). Nadia, figlia di “furia” (soprannome), scrisse le sante te della Repubblica la richiesta di libertà, a coronamento forse di un travaglio interiore facil- mente comprensibile che deve averla accompagnata nei lun- ghi anni di detenzione. ,OVXRQRQHUDVWDWRXQJH- sto dettato da odio o rancore verso colui che in quel mo- mento e in quel luogo rappre- sentava il massimo esponente di uno stato che imponeva ad XQD,WDOLDSURVWUDWDXQDPXWL- lazione dolorosissima, ma era la estrema forma di protesta contro una inaccettabile condi- zione di pace. Maria Pasquinelli è entra- ta nella storia giuliana in un modo vistoso, ma ha voluto uscirne nel più ristretto riserbo vivendo in forma riservatis- sima, coltivando forse – e ciò la nobilita nel suo animo – un senso di colpa verso un mili- tare incolpevole. Nel “Giorno del Ricordo” è doveroso citare il suo nome e ricordarla. Recentemente la scrittri- ce Carla Carloni Mocavero ha dato alle stampe il libro “La donna che uccise il generale”, ricostruendo minuziosamente il fatto e il processo con accura- te ricerche negli archivi segreti britannici. Ma se anche taluni aspetti risultano ad oggi ancora poco chiari, emerge che la Pa- squinelli ha agito da sola, senza DOFXQD FRQQHVVLRQH HVWHUQD ,O volume, presentato dallo sto- rico Salimbeni, ha il merito di divulgare un tragico episodio, interrompendo il lungo silenzio che lo ha accompagnato. R.S. Lettere in Redazione parole: “Non menzionandoli li avete uccisi due volte!”. Di questa lettera non ho mai avuto risposta. Perciò ti voglio ringraziare di tutto cuore perché sei la sola persona che ha avuto il coraggio di ricordar- li. Se fosse qui mia mamma ti avrebbe tanto ringraziato. Purtroppo non ha avuto la soddisfazione di vedere ciò che tu hai scritto. Bacioni, Mirella. Vittorina Drioli, Trieste Isola Nostra sin dalla nascita ha cercato e curato il dialogo con i lettori, e quindi ci scusiamo se la lettera di Mirella dell’anno scorso sia rimasta senza la risposta che lei attendeva. Noi abbiamo interpretato il suo scritto come un’esortazione a trattare l’argomento che le è caro, e non come una domanda che attendeva risposta. Ce ne scusiamo. Cari amici della redazione, qui, in Australia, siamo contenti che Isola Nostra continui le pubblicazioni, con le varie notizie vecchie e nuove sulla storia di questa bella cittadina istriana. Nei mie ricordi da bambino, viaggiando sui vaporetti da Trieste a Umago, il mio paese, ho sempre in mente la fermata a Isola, specialmente d’estate. Nelle acque del porto, con l’acqua trasparente, c’erano i ragazzi isolani che, nuotando come pesci, afferravano con le mani (ma tanti anche con la bocca) le monetine lanciate in mare dai viaggiatori… Era anche uno spettacolo per me osservare i marinai isolani e quelli a bordo, che all’attracco e alla partenza attendevano con perizia a tutte le manovre. A me piaceva essere a poppa e osservare la grande spuma sollevata dalle eliche… Quante memorie e avventure di un mondo ormai scomparso… Un caro saluto a tutti voi da Mino Favretto, Australia 10 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Vi invio una foto scattata nella scuola che si trovava sulla strada che portava alla fabbrica Arrigoni, di fronte al cinema. Dovrebbe essere l’autunno del 1953, l’ultimo anno di scuola prima della partenza della mia famiglia il 26 dicembre dello stesso anno. Purtroppo non ricordo nessun nome: forse non tutti sono della stessa classe, visto che alcuni sembrano più grandicelli di me. Io sono in prima fila, il primo a destra seduto per terra. Mi piacerebbe avere qualche notizia da chi può individuarsi nella foto. Il mio indirizzo e-mail è chiccoliv@optusnet. com.au. Un caloroso saluto e tanti auguri di buon proseguimento per il vostro meritevole lavoro da Livio Chicco, Australia In maggio ho avuto una bella sorpresa: la visita delle famiglie di Gabriele Delise e di Aldo Vascotto, conosciute con i soranomi “gobo” e “ciciola”. L’arrivo di queste persone mi rende sempre felice, perché in poco tempo vengo a conoscere nuove 6XRU6HUD¿QDQHJOLDQQLGHOODVXDPLVVLRQHLQ%ROLYLD notizie e particolari della loro vita e il mio cuore prova una grande gioia. Non avevo mai sentito certi fatti, anche perché ero bambina quando ho lasciato Isola per poter continuare gli studi, accolta gratuitamente all’Istituto Benati, dove prendevano le bambine povere per dar loro la possibilità di studiare. Io vivevo in una famiglia che non aveva i mezzi per mettermi in un collegio a pagamento: mia mamma era rimasta vedova e in casa il denaro scarseggiava… All’istituto Benati di Udine viveva una sorella della zia, suor Serafina, e così ho potuto studiare e diventare maestra. Finiti gli studi mi hanno mandato in una casa di Roma dove accoglievano bambine povere per farle studiare. A voi, miei cari isolani, porgo i miei più fervidi auguri: che Cristo Risorto sia la nostra gioia e vi doni pace, serenità e ogni bene fisico e spirituale. Nelle mie preghiere siete accano a me come le persone più care che non posso dimenticare. Salutandovi tutti con particolare affetto, vi abbraccio. Vostra aff.ma sorella isolana Suor Serafina Degrassi, Udine Oggi, con la moderna tecnologia, è tanto più facile essere vicini a tantissimi nostri paesani che – via computer – si ritrovano su Facebook. Su “Isola d’Istria… sempre nostra” abbiamo la possibilità di ritrovarsi anche con i parenti più lontani e di farsi nuovi amici e amiche. Però è sempre per noi un vero piacere ricevere e leggere “Isola Nostra”, e speriamo quindi che la pubblicazione continui, e anche per lungo tempo. Un sincero augurio a tutti, con un saluto particolare al mio amico di contrada Ferruccio Delise tremami. Gianna Moratto Clai, Stati Uniti E’ tanta la gioia che provo alla notizia che Isola Nostra continua la sua vita. Purtroppo tanti sono quelli che ci hanno lasciato, ma guardando quelle foto mi sembra di tornare per un breve momento al nostro paese. Grazie a Dio, ricordo tante care persone. Ho il piacere, con la vostra gentilezza, di inviare un caloroso saluto alla mia amica Lucia Barbo Degrassi, che mi ha regalato un bel centrino: cara Lucia, tante e tante grazie. Ti ricordo sempre. Mille grazie anche a tutti i collaboratori e un saluto di tutto cuore da Romilda Costanzo, Australia Vi ringrazio per il bel lavoro che state facendo per mantenere ancora vive le nostre abitudini e memorie. Ogni volta che ricevo Isola Nostra mi si apre il cuore, leggendo anche tante cose che ignoravo, perché quando ho lasciato la nostra bella e ridente cittadina avevo solo 13 anni e poi a 18 sono emigrato in Canada. Tanti cari saluti da Elvio Chelleri, Canada Ho ricevuto Isola Nostra gli ultimi giorni di febbraio e così tempo per scrivere qualcosa non mi è rimasto. Grazie a Dio e con l’aiuto di tante brave persone continuate a pubblicare il nostro caro giornale. In questo periodo un po’ di depressione mi rende difficile prendere la penna in mano e spremere la mente in cerca di nuove idee. Purtroppo è l’età che avanza… Ora una piccola parentesi: dal 1946 al ’50 sono stato nel collegio “Niccolò Tommaseo” di Brindisi. Eravamo tutti profughi istriani, fiumani, zaratini, e lì pubblicammo un giornaletto per punzecchiare un po’ tutti: si chiamava “La ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 zanzara”. Ora, dopo più di 50 anni, i rimasti ancora in vita hanno rifondato “La Zanzara”, cercando di riunirci nel ricordo di quegli anni. Un po’ come Isola Nostra con noi isolani… Aggiungo anche – per sollevare un po’ lo spirito – un piccolo scritto satirico, i nanèti de Trieste, fonte tergestina di Carla Stuparich con qualche aggiunta. Un caro saluto a tutti voi da Licinio Dudine, Stati Uniti El nanèto… .. che ‘riva adesso: ècolo .. simpatico: còcolo .. stupidìn: gnàmpolo .. ancora più stupidìn: mòmolo .. più picio: stròpolo .. pastrociòn: sbrodolo .. più sporco: òntolo .. ancora più sporco: làvalo SLV¿Jjpègolo .. dela polvere: zùfolo .. scovazìn: scòvolo .. prete: nònzolo .. mitilicultore: mùssolo .. aiutante de mùssolo: dòndolo .. pescadòr: zievolo .. calighèr: sàndalo .. gelataio: pìpolo .. macellaio: òmbolo .. fruttivendolo: àmolo .. birraio: lùppolo .. geometra: règolo .. ragionier: càlcolo .. pasticèr: strùcolo .. aiutante de strucolo: cròstolo .. giornalista: pìcolo .. ladro: guàntilo PD¿RVRcùtolo .. più schifoso: bàcolo .. rafredà: mòcolo .. butterà: brùfolo .. strazà: sbrìndolo .. inutile: frònzolo .. più pigro: pìndolo .. più svelto: rèfolo .. ancora più svelto: ciàpilo .. più sprofumazà: nàsilo .. più fora: pèrgolo .. moribondo: ràntolo .. morto: zìmolo .. attore: cròccolo .. cornuto: bùfalo .. cicciòn: bòmbolo .. macchinista: ciùfolo 11 Nino Russignan: la scultura nel sangue Nino Russignan – Lo scorso novembre la Comunità Autogestita della Nazionalità Italiana di Isola – ne abbiamo dato notizia nel numero di marzo – ha voluto assegnargli il premio “Isola d’Istria 2012” per il suo importante contributo su aspetti particolari della storia del nostro paese. B arba di giusta misura e curata, capelli liscia- WL DOO¶LQGLHWUR ¿VLFR asciutto, occhio attento e viva- ce, ragionamento pronto. D’in- verno, il berretto di panno blu, classico degli uomini di mare, tradisce la sua antica vocazio- QH'DOOD¿QHVWUDGHOVRJJLRUQR può vedere a piacimento la sua ,VRODG¶,VWULDHULWRUQDUHDOODVXD gioventù, in particolare di sera, quando le forme si dilatano e si scompongono, lasciando ampi spazi alla fantasia. Lì, proteso verso il mare aperto, riconosci dalla luce el garofolìn de Ponta de Galo … Sono da lui dome- QLFDDSULOH1DWRD,VROD G¶,VWULD QHO VSRVDWR FRQ la concittadina Maria Stradi, risiede a Muggia, in località Darsella di S. Bartolomeo dalla ¿QHGHO “Alle scuole elementari, D ,VROD LQL]LDL D PRGHOODUH OD creta, presa lungo la strada costiera verso Capodistria, ai rivassi, un poco prima d’arri- vare al giro carosse, da dove si vedono contemporaneamen- WH,VRODH&DSRGLVWULDVXOODWR a monte della strada passava l’acquedotto e dietro, dopo le piogge, si formavano delle pozzanghere. Quando l’acqua evaporava rimaneva un’argil- OD ¿QLVVLPD OD crèda), ottima per essere lavorata. Si andava a prenderla per modellarla, generalmente a scuola o al do- poscuola;; qualcuno si confe- zionava da solo le statuine per il presepio. Tutti lo sapevano! ,QL]LDLDODYRUDUHGD0DULR Dudine (detto aquavita) nella VXD RI¿FLQD GL IDEEUR 3RL DQ- dai a navigare imparando un po’ d’inglese da autodidatta, perché volevo recarmi in Ame- ULFD ,O PLOLWDUH OR IHFL QHOO¶H- sercito, per tutta una serie di FLUFRVWDQ]H,SULPLVHLPHVLOL trascorsi a Piacenza. Trasferito in Africa settentrionale, ven- ni catturato dagli inglesi l’ 11 maggio 1943 a Gambalia (Tu- nisia), dove eravamo diretti per ritirare delle munizioni. Loro avevano occupato la zona in nottata e noi non lo sapevamo;; io guidavo, c’era un altro com- SDJQRDOPLR¿DQFRHDOWULGXH VXL SDUDIDQJKL ,QFURFLDPPR due tedeschi in motocicletta, che venivano in senso contrario e che ci facevano dei segni, ma non capimmo, era il mattino presto. Poi vedemmo uno sbar- ramento, rallentai, i due com- pagni sui parafanghi alzarono le mani e non feci in tempo a capire cosa stesse succedendo, che una mano pesante mi tra- scinò fuori dal furgoncino. Venimmo trasferiti a Casa- blanca con vari mezzi, anche in treno, e da qui in America;; fum- mo gli unici del mio gruppo ad avere questo trattamento. Gli DOWUL ULPDVWL DO FDPSR ¿QLUR- no con gli inglesi. Con la nave Princess Scotland arrivammo in pochi giorni in America;; ci sbarcarono vicino a New York e poi nel tempo ci trasferirono in vari luoghi: nel Nuovo Mes- sico, nello Utah, in California. ,QRFFDVLRQHGLXQDPRVWUD dei lavori eseguiti dai prigio- nieri, preparai una composizio- ne-scultura in legno e plastica GLFLUFDFP[UDI¿JX- rante un troncone di nave inse- ULWR LQ XQ HGL¿FLR FKH SRWHYD essere la Stazione Marittima, e il tutto sormontato da una V¿QJH ,O FDSLWDQR DPHULFDQR del campo, un italo-americano, volle a tutti i costi prendersela e TXHVWRODYRURFKHEHQ¿JXUDYD al centro della sala espositiva DOOHVWLWD QHO FDPSR DOOD ¿QH DQGzD¿QLUHD6DQ)UDQFLVFR ,OIHEEUDLRHURQXR- YDPHQWHD,VRODG¶,VWULD¿QLWDOD prigionia, ero sbarcato a Napoli FLUFDTXDWWURJLRUQLSULPD,O marzo iniziai a lavorare per gli inglesi come autista e delle vol- te anche come interprete. Ogni giorno mi recavo a Trieste con i bragozzi per andare a lavorare. Dopo sei mesi che era stata introdotta nella Zona B la “ju- golira” - per cui per ogni 10.000 lire guadagnate ti davano 5.000 “jugolire” (eri obbligato a cam- biarle e con il cambio compera- vi la metà rispetto al solito…) – i nuovi occupatori mi dissero: o paghi o vai! Così nel dicembre del 1948 presi le poche cose che mi era consentito portare con me e venni a Muggia. Dopo un paio di mesi tro- vai alloggio in Cul de nave,Q seguito mi costruii la casa in Via di S. Barbara nella zona di Taglada, di fronte al cimitero e dietro al laboratorio dello scal- pellino Angelo Lottini. Qual- che anno dopo (nel 1960, mese più o mese meno), si costruì la sua Williano Bossi (Villibossi) assieme al padre;; così entram- PRLQDPLFL]LD,OFRQWDWWRFRQ questo giovane, che stava ini- ziando la sua strada nel campo della scultura, riaccese i miei interessi per l’arte, facendomi ricordare le mie esperienze scolastiche giovanili. Gli commissionai due bas- VRULOLHYL LQ SLHWUD UDI¿JXUDQWL delle lotte tra tori, credo ancor 12 oggi incastonati nella casa, che in seguito vendetti per trasfe- rirmi in Darsella, e una statua LQ EURQ]R XQD ¿JXUD IHPPL- QLOH ÀHVVD LQ DYDQWL FRQ XQD gamba piegata all’indietro e l’altra leggermente distesa, che SRWUHPPR GH¿QLUH XQD ³ED- ISOLA NOSTRA gnante”, alta circa cm 30 per cm 60 di lunghezza;; ora essa è sistemata all’inizio della scala, che porta all’entrata dell’attua- le abitazione. Assieme a Villibossi anda- vamo alle presentazioni delle mostre e continuai ad appas- Un mandolèr in Calelarga Primavera del 1937. La banda è al completo. Si trama. Qualcuno dice che si potrebbe tentare… che la vittima non è poi tanto di- stante… sì, vale proprio la pena di tentare il colpo. Scende la sera. Si decide: si và. ,FLQTXHVLLQFDPPLQDQRDSDVVLVYHOWLYHUVRODSHULIHULD3RLHFFR ODFDPSDJQDVLSUHVHQWD¿WWDLQWULFDWDLQVLGLRVD,Q¿ODLQGLDQDL cinque si immergono nell’oscurità. L’atmosfera è tesa… le incognite non sono poche. Chissà? E si incamminano… Un cane abbaia lontano (meno male…). Rumori indistinti, sospet- ti, si odono qua e là. Ogni ombra pare nasconda un agguato. Ma la SDXUDqLQIHULRUHDOODEUDPD(FFROR¿QDOPHQWH ,OSUR¿ORGHOO¶DPSLDFKLRPDVLVWDJOLDQHOWHQXHFKLDURUHGHOOHVWHO- le. Un attimo di esitazione poi… via alla rapina! ,Omandolèr, rassegnato, subisce in silenzio. Mandorle vellutate, a metà della loro maturazione, di quelle che scroccano in bocca e che ti stimolano con quel sapore agro le ghiandole salivari. Le mani, che sembrano tentacoli, staccano e staccano e riempiono le WDVFKHSRLDQFKHODFDPLFLD,Omandolèr soffre sotto l’assalto, ma tace: non può parlare. )LQDOPHQWHLOPLVIDWWRqFRPSLXWR,FLQTXHVRGGLVIDWWLHSLHQLGL boria, prendono la via del ritorno, ricalcando le orme precedenti. Quale coraggio! *** 3ULPDYHUDGHO$GXQDIHUPDWDGHO¿OREXVXQVLJQRUHGDOOD faccia intelligente e buona, aspetta. Qualcuno si affaccia e… - Toni, el vòl un passaggio? - Magari! - Come che passa el tempo, Toni mio! - Dime a mi che ormai son vecio! - El se ricorda che bei anni? - Altroché! - Che bele campagne ch’el gaveva! - Che bele, ah! 0HULFRUGRDQFKHFK¶HOJDYHYDXQPDJQL¿FRPDQGROqULQ&D- lelarga… - Ah! Te se ricordi anca quel? Te sa che te parli de un trenta anni fa… quanti te podevi averghene ti? Un quindise, sedise… Te sa FKHQRSDVVDYDVWDJLRQVHQVDFKHL¿RLPHORQHWL" A questo punto del dialogo segue un momento de silenzio, troppo silenzio: forse un pensiero passa per la mente di entrambi. Poi riprende. - 0HIDVVHYDDQFKHUjELDVDPD¿QLYRVHPSUHSHUSHUGRQDUJKH« $UULYDQR 8QD SUROXQJDWD VWUHWWD GL PDQR PHWWH ¿QH DO ORUR LQ- FRQWUR,OVLJQRUHGDOODIDFFLDLQWHOOLJHQWHHEXRQDVHQHYDXQSR¶ curvo, verso il portone di casa. Ancora un gesto e un sorriso, poi VSDULVFH4XDQWDQRELOWjLQTXHOOD¿JXUD« Nino Russignan VLRQDUPL ,QL]LDL D SUHVHQWDUH alcune mie realizzazioni alle collettive, che vennero sempre accettate con interesse (appa- re il nome di Nino anche in XQWUD¿OHWWRGHOTXRWLGLDQR³,O Piccolo” di Trieste dal titolo: La “Regionale” 1971 al Pa- lazzo Costanzi). Qualcuno disse che facevo queste cose astratte, perché QRQ VDSHYR IDUH LO ¿JXUDWLYR Guarda questa faccia model- ODWD LQ SODVWLOLQD VH QRQ q ¿- gurativa!”- La foto, che mi sottopone, parla da sé - “Ne feci due copie in gesso, una la spezzai e una la regalai al vicino. Le prime tre fusioni di cose mie le feci fare a Vene- zia, accompagnato da Villibos- si, presso la Fonderia Bianchi a Santa Croce;; l’anziano artigia- no poi smise e continuammo con il suo allievo Stefan Side- lio a Treviso, che però non era accurato come il maestro. Ma nell’ambiente capta- vo delle invidie … l’intervento dei sindacati … poi un giorno mi si presenta un critico, che mi propone una recensione be- nevola per 250.000 lire! Se mi domanda tanto, vuol dire, che non valgo niente…! Per cui ho rinunciato.” Ma Nino Russignan non molla, abbandona l’ambiente, che non è quello che immagina- va, e si crea uno spazio suo dove poter continuare a sognare, dove poter continuare a produrre per un proprio bisogno interiore. Le ultime realizzazioni sono in ac- ciaio inossidabile con saldatura elettrica … volumi lineari, ver- ticali e decorativi. “… Se no te vèndi, te va in passivo e le fusioni costa! – con- tinua Nino - Pensai allora di at- trezzarmi per creare un labora- torio per le fusioni artistiche, in modo da realizzare le mie cose HDQFKHTXHOOHGLDOWULDUWLVWL,QL- ]LDLPRGL¿FDQGRXQEUXFLDWRUHD nafta, ma la moglie si oppose a questo tentativo di trasformare OD FDVD LQ XQ¶RI¿FLQD H QRQ VH ne fece niente. Continuai allo- ra a realizzare opere in acciaio saldato o creando delle compo- sizioni artistiche, assemblando metalli di recupero con marmi riutilizzati, il tutto per la sempli- ce soddisfazione di arricchire la casa e il giardino. Solo piccoli e occasionali i lavori in pietra utilizzando lo scalpello e il tra- pano.” Qualche anno fa ha regalato una di queste sue fusioni alla Bi- 15 giugno 2013 blioteca Comunale “E. Guglia” di Muggia subito dopo alla sua inaugurazione, essendo lui an- che membro della commissione per la biblioteca;; una l’ha dona- ta recentemente alla parrocchia di Muggia e una alla Comunità DXWRJHVWLWDGHJOL,WDOLDQLGL,VR- OD G¶,VWULD FRPH VHJQDODWR VXO bollettino La voce del mandrac- chio n. 36 del 31 marzo 2009: L’abbraccio di G. Russignan alla nostra Comunità (R.S.). La scultura, montata su piedistallo in marmo, porta la sigla R3. ( FRVu SHU ¿QLUH ODVFLR DL critici alcune mie considera- zioni, quale proposta di lavoro. Avendo i contemporanei Ma- scherini con Negrisin e Carà XQD SUHSDUD]LRQH VSHFL¿FD H la possibilità di consultare una cospicua quantità di materia- OH LFRQRJUD¿FR LQ YDUL FDPSL dell’arte scultorea in particola- re, come quella romana ed etru- VFD ¿QR D TXHOOD DIULFDQD HVVL possono trarre da ciò motivo per delle personali interpreta- zioni, arricchite da una decisa ricerca di verticalità, lasciando intravvedere una velata trasver- salità di luoghi comuni. ,O 5XVVLJQDQ WURYD LQYHFH con genuina spontaneità, del- le linee pure ed essenziali di bilanciata tridimensionalità, che lo inseriscono, in un an- ticipo di grande modernità, in quell’avanguardia internazio- nale che Trieste non era ancora pronta a far sua, ma che forse possiamo scorgere o semplice- mente supporre, ad esempio, in Nino Perizzi. Pur non volendosi con- frontare - tranne qualche rara presenza in collettive come la “Mostra degli Artisti Mugge- sani” proposta annualmente dalla Fameia Muiesana (2008, trentesima edizione) - egli ha sempre continuato a esprimer- si ad alto livello, dimostrando il suo talento. Cambiando completamen- te tema, non posso dimentica- re ancora una volta, perché fa intimamente parte della sua personalità, l’attaccamento del Russignan alla sua cittadina natale. Questo si evidenzia con l’appassionata ricerca storica QHOFDPSRVSHFL¿FRFKHWURYD VSD]LR QHOOD ULYLVWD ³,VROD 1R- stra” pubblicata a Trieste, come pure in alcuni volumetti, da lui editi, frutto di personali e dotte ricerche. Franco Stener (da “Borgolauro” 56, Muggia 2009) 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA 13 L’asilo infantile San Luigi di Isola , VROD G¶,VWULD TXHVWD QRVWUD terra che ha la sua vita in- tessuta di tanta bella storia, brilla per la sua tenacia, per il suo valore e per la fede del- la sua gente che la onora e la tiene intimamente unita, man- tenendo vivo lo spirito comu- nale e nazionale. Nel solco di questo suo luminoso passato è doveroso ricordare tra le tante sue istituzioni l’asilo infantile San Luigi. Siccome gran parte delle donne isolane erano occupate nelle fabbriche e gli uomini al lavoro dei campi o alla pesca, all’infanzia isolana mancava una guida e un ritrovo dove, fuori dai pericoli, poter ricre- arsi e temprare lo spirito;; un VROLGR HGL¿FLR GL SUHSDUD]LR- ne morale della loro gioventù, l’istituzione di una scola pi- cia che curasse con il massi- mo impegno l’educazione dei bambini. A ciò pensò quell’a- nima grande di sacerdote che fu il parroco mons. Francesco Muiesan. Egli infatti, con il pieno appoggio delle autorità civili, il 7 agosto 1907 apriva alla cit- tadinanza l’asilo infantile San Luigi. La sua apertura però non fu affatto facile perché venne osteggiato da molti cit- tadini, specie da esponenti del partito socialista, che consi- deravano la nuova istituzione FRPH TXDOFRVD GL VXSHUÀXR H di poco utile. Ma questi dovet- tero ricredersi, perché l’istitu- zione ebbe molto successo. Lavoravano con i bambini entro quelle mura le Piccole Suore della Sacra Famiglia, la cui casa madre si trova tuttora a Castelletto di Brenzone, sul lago di Garda. Se all’inizio l’asilo decollò con 60 bambini, poco dopo il numero dei piccoli aumentò ¿QRDWRFFDUHODVRJOLDGHL piccoli scolari. Fu così che il parroco offrì alle suore alcune stanze dell’oratorio maschile per continuare la loro opera in uno spazio maggiore. Fino al 1914, alle soglie della prima guerra mondia- OHWXWWR¿OzOLVFLRFRQJUDQGH soddisfazione della cittadinan- za ma poco dopo, con la di- chiarazione di guerra, le cose presero un’altra piega: su ordi- ne del Ministero della Guerra le suore, come”suddite italia- ne”, furono costrette a lasciare il loro incarico e internate per alcuni giorni a Leibnitz, in Au- stria. Da qui, in treno via Sviz- zera, poterono far ritorno alla &DVD0DGUHLQ,WDOLD Terminata la guerra e an- QHVVDO¶,VWULDDOO¶,WDOLDOHVXRUH SRWHURQR ULWRUQDUH DG ,VROD H riprendere la cura dei bambini. La loro attività non si limitò all’asilo, ma curarono anche una scuola di cucito e ricamo, le recite e l’attività teatrale e pure assistendo la gioventù femminile nel ricreatorio. Finita la seconda guerra mondiale, il vento “rinnovato- re” dei nuovi arrivati non rispar- miò la benemerita istituzione e un triste pomeriggio del maggio 1949 fu imposta alle suore la chiusura dell’asilo, col forzato DEEDQGRQR GHOOD ORUR FDVD ¿QR a quando – e non attesero mol- to – furono costrette a lasciare ,VROD SHU VHPSUH 4XHO SRPH- riggio, quando fu loro imposta la chiusura, le madri dei bambi- ni protestarono in maniera civile HSDFL¿FDPDTXHVWRFRVWzFR- munque ad alcune giovani qual- che giorno di arresto da parte della polizia politica, l’OZNA. Si chiudeva così forzata- mente un asilo nel quale dal 1907 al 1949 – con la parente- si della Grande Guerra – quasi tutti i bambini isolani ebbero una buona formazione edu- cativa, che in loro certamen- te ha lasciato dei cari ricordi. E’ doveroso ricordare, fra le tante che operarono in questi quarant’anni, le suore che per ultime, e non per scelta, hanno ODVFLDWR ,VROD QHO VXRU Angioletta e suor Biancalaura che - come riportato in altra parte del giornale – ha da poco festeggiato i suoi 100 anni e i 77 anni di vita consacrata. Certamente molti isolani – oggi nonni e bisnonni – si ULFRUGHUDQQRDQFRUDGHOOD¿OD- strocca, cantata dai bambini e tramandata di generazione in generazione, che così recitava: Addio mamma, vado all’asilo, vado all’asilo per tutto il dì. Grembiule rosa, colletto bianco, FHVWLQRDO¿DQFR gioia nel cuor. Novembre 1942 – La sezione “mezzani” (5 anni) con suor Biancalaura. La compostezza di questi bambini (ormai oltre i 75 anni…) e l’ambiente ordinato e pieno di luce ci parlano del bene che le suore della Sacra Famiglia hanno fatto nella nostra cittadina con al cura della nostra “mularia”. 14 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 1913 - 2013 : I 100 anni di suor Biancalaura Non dimenticati i 13 anni dedicati ai bambini dell’asilo di Isola , l 1° aprile 2013 sarà ri- cordata a Monte Roma- no, in provincia di Vi- terbo, come la data in cui ricorre il centesimo com- pleanno di suor Biancalau- ra delle Piccole Suore della Sacra Famiglia, al secolo Maria Vincenzi. Sono or- mai più di quarant’anni che opera in quella località, visto che quando è arrivata era già sessantenne, un’età in cui normalmente si va in pensio- ne. Ed è sempre stata allegra e spiritosa, e ancora adesso ha sempre la battuta pronta, con il suo accento veronese che attira la simpatia di tutti. Maria - nata a San Zeno di Minerbe nella bassa ve- ronese il 1° aprile 1913 e cresciuta in una famiglia ricca di fede e di amore - il 4 marzo 1937 è entrata nel- le Piccole Suore della Sacra Famiglia con il nome di suor Biancalaura, pronta a seguire per tutta la vita lo spirito del fondatore della Congrega- zione: pregare - lavorare – patire. Non le mancarono le prove dolorose per la perdita di due giovani nipoti, morti annegati nello stesso 1963: *LXOLRDDQQLDOO¶,GURVFD- lo di Milano e la consorella suor Lucina, perita a 29 anni nella sciagura del Vajont. E’ consuetudine delle suore che, per obbedienza, accettino di essere trasferite nelle varie comunità dove c’è più bisogno di loro. E così suor Biancalaura si è trovata per 13 anni in terra G¶,VWULD D ,VROD VRSUDWWXWWR durante gli anni della guer- ra e il tragico periodo delle persecuzioni che portarono /D UHGD]LRQH GL ,VROD 1RVWUD FHUWD GL LQWHUSUHWDUH LO VHQWL- mento dei tanti isolani che nella loro fanciullezza avevano frequentato l’asilo San Luigi, augurano a suor Biancalaura i più sinceri auguri per la felice ricorrenza, non dimenticando il bene che Lei e le sue consorelle hanno elargito nel nostro SDHVH SHU OD FXUD GHL EDPELQL QHJOL DQQL SL GLI¿FLOL GHOOD nostra storia. Siamo certi che si ricorderà nelle sue preghiere DQFKHGL,VRODHGHLVXRLDELWDQWL Un pensiero di riconoscenza anche per tutte le Piccole Suore della Sacra Famiglia che per quarant’anni hanno operato nel nostro paese e che hanno raggiunto la Casa del Padre. la popolazione istriana all’e- VRGR $ ,VROD SUHVWz OD VXD opera – benemerita e non dimenticata - all’asilo infan- tile “San Luigi” sino al 1949, quando questo venne chiu- so dal nuovo regime e suor Biancalaura, assieme alle consorelle suor Rosalbina e suor Angioletta, costretta ad abbandonare il nostro pae- se per sempre. Sicuramente i tanti isolani, ormai nonni, che in quegli anni hanno fre- quentato l’asilo la ricorde- ranno con affetto e simpatia. Nei suoi 67 anni di vita consacrata, sorretta sempre GD EXRQD VDOXWH GRSR ,VR- la ha speso la sua vita per il bene dei bambini e delle fa- miglie prima per 19 anni a Lavezzola (Ravenna) e poi per ben quaranta a Monte Romano, che ha voluto fe- steggiarla per il suo cente- simo compleanno con una Santa Messa solenne conce- lebrata dal vescovo e da altri sacerdoti. La festa per lei è poi proseguita con la proie- ]LRQHGLXQEUHYH¿OPDWRFRQ foto storiche della sua vita e una grande festa nella casa delle suore con musica e tor- ta di compleanno. Presente anche il sindaco di Monte Romano, che nel discorso augurale ha voluto ribadire quanto importanti per il pa- ese siano le Piccole Suore della Sacra Famiglia. Sull’esempio di suor Biancalaura, ringraziamo il Signore perché la Chiesa - famiglia di Dio – continui a JHQHUDUH ¿JOL H ¿JOLH FKH LQ ogni terra acclamino e testi- monino l’amore e la miseri- cordia di Dio Padre. Cara suor Biancalaura, VRQR%LDQFDODXUD'HJUDVVLOD¿JOLDGL2PHUD&RORFFLFKH tanti anni fa - ad Isola d'Istria - l'ha voluta ricordare con affetto dandomi il Suo nome. Oggi mamma - che l'ha sem- pre portata nel suo cuore - non c'è più... In questa giornata, così importante per Lei e la sua Co- munità, voglio ringraziarla per il nome che porto con gio- ia e l'abbraccio caramente felicitandomi per l'importante WUDJXDUGR UDJJLXQWR L FHQWR DQQL GL YLWD IRUWL¿FDWL GDOOD grande Fede in Nostro Signore.. Biancalaura Degrassi, Trieste 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA 15 Suor Biancalaura durante la Messa solenne in suo onore alla presenza del vescovo di Civitavecchia mons. Marrucci e del sindaco di Monte Romano (VT). Tutta la cittadinanza si è unita a Lei e alle consorelle della Sacra Famiglia in un abbraccio affettuoso di riconoscenza. (foto di Nicola Gentile) 16 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 INTERNET: fascino e misteri dei tempi moderni Ma chi l’avrebbe mai detto? M i capita talvolta di sedermi davanti al computer e sentirmi un personaggio disneyano catapultato in un mondo ignoto, pieno di fascino ma anche di mistero. Su una tastiera piena di simboli, su cui fatico ad individuare i caratteri che la mia maestra mi aveva insegnato alle elementari, batto – par- don, clicco… VXXQRHPLDSSDUHXQD¿JXUD a volte un globo che gira e si sposta dove mi pare, a volte una serie di simboli che si chia- mano “icone” (ma le icone non sono quelle del SRSH"HFOLFFRSXUHVXTXHVWHHDOWUH¿JXUH sovrastano le precedenti… Mi fermo, e naturalmente mi accorgo di vi- vere la rivoluzione elettronica, un’evoluzione come se l’avessi sempre avuta e usarla è solo una questione di pratica. Così, stando seduto davanti al video, posso conoscere le notizie del mondo, quelle della cultura, dello sport, visio- QDUH¿OPDWLFRQWDWWDUHSDUHQWLHDPLFLFRPHVH IRVVHURGLULPSHWWRDOODPLD¿QHVWUDROLYHGHVVL dal balcone vicino. E’ affascinante, ma anche – diciamolo noi con i capelli bianchi – tanto misterioso. Ed es- VHQGRGLI¿FLOHVSLHJDUHFRPHGDXQVHJQDOHODQ- ciato da uno strumento simile al mio da un amico dal Canada, o da una persona che forse non mi conosce, attraverso un satellite questo segnale arrivi a me, resto nel mistero... Forse Leonardo aveva capito qualcosa di simile, o Verne lo im- maginava in tempi diversi, o Marconi lo aveva intuito. Un fatto è certo: è ormai uno strumento del quale saremo sempre più dipendenti, e guai a FKLQRQORVDSUjXVDUH(DOORUD¿QFKpSRVVLDPR godiamoci la sua parte più bella. Da quando Paolo Coppo, Piero Degrassi e 'RQDWHOOD)HOOXJDKDQQRGDWRYLWDDOSUR¿OR)D- cebook “Isola d’Istria sempre nostra”, sono ormai quasi 250 le persone – isolani e non – che si sono inserite, si scambiano messaggi, si con- frontano con vecchie foto ingiallite dal tempo, ma che arrivano impreziosite dal computer e fanno ritornare con la memoria ai tempi anda- ti. Credo che il sito contenga oltre 300 foto di ,VROD YHFFKLD H QXRYD DO ODWR XQD GL TXHVWH alcune trovate tanto tempo fa proprio sui nu- PHULGL,VROD1RVWUDDQFRUDGLGRQ$WWLOLRDOWUH riscoperte in vecchi bauli. Dimenticavo di dirvi che l’amico Bruno Dagri ha inserito in questo sito tutti i numeri di ,VROD1RVWUDGDOLQSRLHSHULOHWWRULFKH SRVVLHGRQRTXHVWRFROOHJDPHQWR,QWHUQHW±FRVu si chiama il “mostro” – potranno leggerlo ancor prima che gli arrivi per posta. Sperando di farvi cosa gradita pubblichia- PR TXDOFKH IRWR FRQ L UHODWLYL FRPPHQWL ,Q- glese, italiano e isolàn si confondono, come la PHPRULD0HULWDJXDUGDUOHHULÀHWWHUH« Un abbraccio a tutti Emilio 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA 17 18 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Strugnano 2012: un pellegrinaggio che sembrava impossibile 0DDYROWHELVRJQDDYHUH¿GXFLD« D opo le piogge torren- ziali della Settimana 6DQWD HUD GLI¿FL- le pensare ad una Pasquetta VROHJJLDWD ,QIDWWL OXQHGu aprile si presentava con una mattinata simile alle prece- denti. Riandando con il pen- VLHURDOOHUHFHQWLGLI¿FROWjFKH – anche se superate – davano ,VROD 1RVWUD LQ YLD GL FKLX- sura, ai problemi di salute di Mario Depase, infaticabile organizzatore dei nostri in- contri, e che Nerina bonassa GLI¿FLOPHQWH DYUHEEH WURYDWR l’entusiasmo degli anni scor- si, pensavo veramente che questo nostro pellegrinaggio annuale al santuario di Stru- gnano o sarebbe saltato o ci saremmo trovati in pochi in- WLPL,QYHFH« ,QYHFH D PHWj PDWWLQD LO sole ha aperto qualche squar- cio di speranza e si è mante- nuto per tutto l’arco ella gior- nata. Così quando, assieme ai miei familiari, sono arrivato a Strugnano, ho trovato la chiesa già ben predisposta e alcune persone sul sagrato: il miglioramento del tempo stava stimolando l’arrivo dei “coraggiosi”. E così ancora una volta ci siamo ritrovati numerosi davanti alla grande Croce da dove si può ammira- re lo splendido panorama del golfo di Trieste, parzialmente nascosto dal colle di Punta *URVVDODQRVWUD,VRODFKHGD lassù sembra volersi staccare da terra, spinta verso il mare, a ovest il complesso massic- cio del duomo di Pirano e, sotto di noi, i rivassi di Punta Ronco. Don Roberto – pardon, mons. Roberto Rosa – vestiti i paramenti sacri, ci ha rag- giunti accompagnato da Gior- gio Ruzzier, quando nel frat- tempo era arrivato già un bel numero di persone, tra le quali diverse giunte con il pulmino della Pullino. Assisteva alla 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA Grazie Nerina... Foto di Marisa Berani e Donatella Felluga 19 cerimonia anche un gruppo di giovani sloveni accompagna- ti da una suora. E’ poi partita la processione, aperta dalla croce portata da Giorgio, che con la recita del Rosario si è diretta al santuario per la cele- brazione della S.Messa. Dopo le letture, effettua- te dall’amico Loris Fabris - monfalconese sposato con un’isolana, come ha tenuto a sottolineare – don Rober- to nell’omelia ha ricordato il passo del Vangelo dove Gesù appare ai discepoli in Gali- lea e li saluta con tre volte la parola “Pace”. Pace, come ha sottolineato il celebrante riprendendo un pensiero di papa Wojtila, intesa non come mancanza di guerra ma come serenità intima nei cuori. $OOD ¿QH GHOOD 0HVVD KR ritenuto doveroso ringraziare i presenti e l’amico Edio To- gnon, che ha trovato in Gior- gio Ruzzier un valido sostitu- to di Mario Depase. Ho voluto anche portare i saluti dei tanti FRPSDHVDQL LQ ,WDOLD H DOO¶H- VWHURFKHDWWUDYHUVRLOSUR¿OR Facebook ³,VROD G¶,VWULD« sempre nostra”, mi hanno in- vitato a considerarli presenti LQ VSLULWR ,O SHQVLHUR q VWDWR accolto con un caloroso ap- plauso che ho trasmesso loro con lo stesso mezzo. Usciti dalla chiesa, l’ulti- ma insperata sorpresa: panini, una splendida insalata russa, melanzane, uova, pinze, dolci, tutto preparato da Nerina Pu- JOLHVH FRDGLXYDWD GDOOD ¿JOLD Nelita, dall’amico Valdi, dal- la nipote Marica Pugliese, da Mariapia Felluga e dal nipote Arduino Copettari, che ogni anno per l’occasione arriva da 9HURQD ,O WXWWR DFFRPSDJQD- to da un bicchiere di vino e altre bevande che, nel cortile interno del vecchio conven- to, hanno allietato i numerosi presenti, che si sono dilungati nei ricordi e negli apprezza- menti verso la nostra splendi- da Bonassa, salutata anche da un caloroso applauso. Parafrasando il titolo di XQ QRWR ¿OP KR SHQVDWR« che lassù qualcuno ancora ci ama… Emilio Felluga AVVENIMENTI LIETI 20 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Il 12 aprile 2013 QUINTILIO RUSSIGNAN ha raggiunto il bel traguardo dei 90 anni, festeggiato dalla moglie Nada, dai figli Gianni e Paolo, dalla nuora Gabriella e dalla nipote Francesca. Assenti per motivi di lavoro all’estero i nipoti Luca, Stefano e Caterina. Tantissimi auguri da tutti i familiari a MA- RIO POLETTI, che negli Stati Uniti ha festeggiato felicemente il traguardo dei 90 anni. Nella foto, seduti Mario e la moglie Ne- via con in braccio i nipotini Zachary e Tyler. ,Q SLHGL GD VLQLVWUD OD QLSRWH$QJHOD FRQ LO marito Stuart Dorris, i nipoti Stephen e Da- QLHOHOD¿JOLD0DULVD*URG]LFNLQDWDD,VROD Il 10 marzo 2013 nonna ANTONIETTA DANDRI ved. GOINA ha festeggiato i suoi 99 anni. Tanti affettuosi auguri dalle figlie, dai generi, dai sette nipoti e dai nove pronipoti. Buon compleanno, Elia! Lo scorso 25 febbraio ELIA MOSCOLIN ha festeggiato il suo primo compleanno! Tanti auguri da papà Lorenzo Moscolin, dalla mamma Francesca, dai nonni Fabio Moscolin e Mariuccia Degrassi e da tutti i parenti! 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA Estate 2010, una giornata irrepetibile: un gruppetto di bambini e adulti, tutti parenti, nipoti, figli, nuora, cognato, mogli a seguito, ascoltando aneddoti e storie da bambini e ragazzi e – per breve tempo – da adulti a causa dell’esodo. Camminavamo per le vie di Isola vivendo nel passato raccontato da mio marito Mario Chicco (loca) e da mio cognato Bruno Russignan (barsula), suo amico d’infanzia e ora residente in Svizzera; con loro a far da ciceroni rivivevamo quei momenti indimenticabili, con i loro volti sereni e gli occhi illuminati da quella mattina piena di sole, riflessi nell’azzurro del mare e nel verde delle campagne, mai dimenticate con le arrampicate sugli alberi da frutto e poi le fughe… Questa è la foto di quella splendida giornata, che per Mario ha rappresentato la sua ultima visita ad Isola. Ora è lassù in cielo, intento a lavorare la campagna e a tuffarsi nel suo mare: è così che, tra le tante cose, ci piace ricordarlo… Adriana Con il massimo dei voti LUCA BOLOGNA si è laureato all’Università Cattolica di Milano e il fratello CHRISTIAN BOLOGNA presso l’Università la Bicocca sempre di Milano. Ai neo-dottori, con l’augurio di uno splendido futuro, le congratulazioni della nonna Giuseppina Lugnani ved. Bologna, dei genitori Luigi con Anna e Giuliano con Susy, delle sorelle Monica e Irene e dai familiari tutti. Nelle foto Luca e Christian con i rispettivi genitori, la nonna Giuseppina Lugnani e la prozia Maria. AVVENIMENTI LIETI Una giornata irrepetibile a Isola 21 AVVENIMENTI LIETI 22 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Lo scorso 13 febbraio presso il Conservatorio Tartini di Trieste si è diplomata in pianoforte CATERINA RUSSIGNAN. Alla neo-professoressa dai nonni Quintilio Russignan e Nada Degrassi le più vive congratulazioni e un grandissimo augurio di futuri successi. 20 aprile 2013 – 20° incontro conviviale degli (ex) sessantenni D opo 19 anni di incontri conviviali sul Carso triestino, quest’anno gli ex-sessantenni sono convenuti a Muggia. Non che l’aria dell’Altipiano sia diventata insalubre, ma bisognava cambiare “aria” vista l’esperienza deludente dell’anno precedente, attinen- te l’arte culinaria del nuovo gestore del ristorante abitualmente frequentato. La scelta su Muggia è stata indovinata: il ristorante accogliente e comodo, il desinare ottimo. Sì, perché – anche se si dice che O¶LPSRUWDQWHqULWURYDUVLHYROHUVLEHQH±XQEXRQSUDQ]HWWRLQQDI¿DWRGDGHOYLQRVTXLVLWRQRQJXDVWDLQTXDQWRVWLPRODODPHPRULD la loquacità e l’allegria. Succede anche che qualcuno sia latore di notizie non allegre, come la scomparsa recentissima di Vinicio Ulcigrai benèto, ma è ovvio che la tendenza del gruppo è quella del “bando alla tristezza”… Passano le ore, ma certamente la chiacchierata non può dirsi conclusa: si sa che continuerà il prossimo aprile 2014, auspicando la presenza di tutti gli attuali partecipanti, probabilmente ancora a Muggia. ,QFKLXVXUDqGRYHURVRULFRUGDUHFRORURFKHQRQFLVRQRSLHXQSHQVLHURDTXHOOLFKHSHUYDULPRWLYLQRQVRQRVWDWLSUHVHQWL sperando ci siano il prossimo anno. Ed ora eccoci qui: Edilio Benvenuto cica±$O¿R%HQYHQXWLsisoti – Alfredo Bussani – Bruno Carboni leon – Nerio Chicco calfa – Luigi Carboni snai – Elpidio Delise pipeta – Bruno Degrassi pansalonga – Bruno Derossi balego – Mario Degrassi mussina – Salvatore Degrassi sucherio – Gilberto Delise taia- suche – Dario Degrassi fritola – Mario Drioli tocio – Mario Giovannini – Livio Marchesan uci – Bruno Russignan taca±0DULRH,WDOR7URLDQmandolìn – Gino e Berto Ulcigrai torso – Fabio Vascotto nadal – Silvano Maraspin piranese – Ricciotti Degrasi rece – Carlo Bacci placa – Nerio Delise sensacuor – Stefano Vascotto volpe – Carlo Zuliani – Pini Zaro volpe – Salvatore Zugna. *UD]LHD3LQL=DURSHUOHIRWRJUD]LHD,VROD1RVWUDFKHGDVHPSUHFLRVSLWDHXQ JUD]LHSDUWLFRODUHDTXHOOHSRFKHSHUVRQHFKHFRQDEQHJD]LRQHHIUDLQ¿QLWHGLI¿FROWj riescono a tenere in vita il nostro giornale. Per il prossimo anno l’appuntamento è come sempre l’ultimo venerdì di aprile. Le prenotazioni al solito numero di Alfredo: 040-280084. Alfredo Bussani ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 23 LA FORZA DEL DESTINO Lucio Degrassi paradiso, un isolan in America Q uando penso che sono venuto in America senza conoscere un mestiere, senza parlare l’in- glese e con soli 25 dollari per mantenere me e mia moglie Emilia, non posso fare a meno di credere che il destino con- trolla la nostra breve esistenza su questa terra, procurandoci i necessari strumenti per supe- rare ogni ostacolo. Se non fosse stato per la seconda guerra mondiale… O¶,WDOLDFRQXQDJRYHUQRIDYR- revole a Tito… l’occupazione slavo-comunista… l’esodo… la mensa dei Salesiani dove ebbi l’occasione di conosce- re un sergente inglese che mi fece conoscere il vice-console americano che in seguito mi procurò il “visto” per gli Stati Uniti… NON sarei mai venuto in America. Nel 1951 frequentavo O¶,VWLWXWR 1DXWLFR GL 7ULHVWH giocavo a calcio con il “Pon- ziana”, ero anche il portiere della squadra della scuola. Come esule, mangiavo alla mensa dei Salesiani dove co- nobbi una ragazza, Olivetta, con i capelli rossi e piena di lentiggini, alla quale un gior- no prestai i pattini… Destino voleva che andassi a vederla ai Campi Elisi, dove pattinava assieme a sua cugina Emilia. Un momento di sbilancio per Emilia… corsi a sostenerla per evitarle la caduta e fu… ORYHDW¿UVWVLWH«Quattro anni dopo, 8 aprile 1956, Emilia diventava mia moglie e il 13 luglio di quello stesso anno eravamo sull’aereo diretto all’aeroporto di New York, ora ³-).HQQHG\´« and the rest is histrory… Senza alcuna esperienza di lavoro ma con tanta volontà, incominciai a lavorare come pittore, poi ebbi esperienze con il legno… il cemento… il ferro. Ho lavorato sette anni in un magazzino del negozio “Lord & Taylor” dove si re- stauravano mobili antichi e poi per trent’anni in proprio Lucio Degrassi con i figli David, Richard e Deborah. Ma, davanti, non poteva mancare Meggy… Nella foto di al- cuni anni fa, Lu- cio con la moglie Emilia insieme a Luciano Pavarotti dopo una rappre- sentazione al Me- tropolitan Opera di New York come home improvement con- tractor… Superati tutti gli ostacoli che il lavoro presenta anche DJOLVWHVVLQDWLYLRUDKRWUH¿- gli ben sistemati, possiedo una casa di due famiglie e dietro D TXHVWD VFRUUH XQ ¿XPH FKH porta all’oceano, dove tengo una barca di sette metri. Nati con la musica nel sangue e la passione per l’o- pera, grazie a Mariucci Rus- signan (moglie di Pino Co- deglia, parente per parte di mamma), grande amica del mezzosoprano Bianca Beri- ni, si sono aperte per noi le porte del Metropolitan Ope- ra di New York, dandoci così l’occasione di conoscere di persona Luciano Pavarotti, Mirella Freni, Carreras, Placi- do Domingo e tanti altri. Ab- biamo avuto l’opportunità di conversare con queste grandi personalità della musica e di aver avuto anche come ospiti a casa mia il famoso baritono Leo Nucci e sua moglie. Ora, all’imbrunire della nostra vita, ci troviamo con un calendario pieno di note… appuntamenti (alcuni anche con il dottore)… anniversa- ri… birthday party… bocce alla domenica… breakfast al mercoledì con i membri del “Caboto Lodge”… martedì e giovedì mattina la passeggiata FRQLFDQLGL'DYLGLOPLR¿- glio maggiore… Emilia lunch con le amiche… riunioni con i membri dei Sons of Italy… weekend dinner con Richard, PLR ¿JOLR SL JLRYDQH OD PRJOLH 0HOLVVD PLD ¿JOLD Deborah e mia nipote Shane. Sicuramente per noi non è il momento per rimpiangere il passato o pensare al futuro… perché siamo veramente occu- pati con il presente. Siamo veramente felici di HVVHUH YLFLQL DL ¿JOL HG DJOL amici isolani Livia e Argeo Derossi, che abitano a cinque minuti da casa nostra, che ab- biamo conosciuto 55 anni fa, appena arrivati in America, con i quali ci incontriamo”da Riccardo” in Astoria parecchie volte all’anno per dinner & dance. Non posso fare a meno di ringraziare il destino e pensare che il futuro sarà quel che sarà, mentre godiamo il presente. Un caro saluto a tutti gli isolani Lucio Degrassi (paradiso) Stati Uniti 24 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Storie de pugni WALTER POHLEN 1HOLHUDFDSLWjD,VRODXQSDORPEDURFKHGHFRJQRPH fasèva Zorzenon, specialista de recuperi sottomarini. Assieme a altri palombari a iera stà ciamà dai titini per ocuparse de recupe- rar el material del Rex (la storia la conossè…). Tra un’imersion e l’altra, Zorzenon - che el iera un atleta robusto, dò spale larghe come un manzo, cavei neri, un peso medio natural e un bon dile- tante sensa trope ilusiòn - al gaveva pensà de verser ‘na palestra de boxe… (mi alora gavevo dodise anni cone Nino Benvenuti, nati tuti e dò in april del 1938… come dir qualche giorno fa…). Forsi el palombaro gaveva savù che noi, isolani patochi e sensa buligo, ierimo portai par duti i sport e fasevimo sempre ODQRVWUDEHOD¿JXUD)DWRVWDFKHDVHQWRPHWULGHGRYHVWDYD Nino, ghe iera un vecio magasìn de roba magnativa. El iera svodo e lù, Zorzenon, al gà pensà de utilisarlo come “palestra”. ,³GUXVL´(de sicuro l’unica roba bona che i gà fato), ‘scoltà sto omo, i ghe gà dà qualche dinaro per far ‘na specie de ring. Quei dinari Zorzenon li gà spesi par comprar do sachi de corame, dò punching-ball e un per de guantoni de meso chilo l’un… Dunque, a se ga inventà quasi una “vera sala da ginnastica per far a pugni”. ( FRVVD GH PHLR SHU QRL ¿RL GH ,VROD VHPSUH SURQWL D scassotarse par far veder chi che iera primo - de ‘na palestra FKHVSXVVDYDGHGLVLQIHWDQWH",QTXHLJLRUQLVWDSDOHVWUDODLHUD frequentada da mularia coi mòcoli, braghete curte e con un per de calse impinide de strasse che doveva sostituir i guantoni ma sempre arnesi utili par no spacarse le nose dei diti, i denti o el naso, a piasèr. Finidi i alenamenti se tornava a casa de corsa e noi, che quela volta ierimo duti pele e ossi, quando magnavimo – dopo fato l’alenamento ghe iera un apetito de un reggimento… – i disèva che ierimo come possi sensa fondo: mi gavevo el co- ràgio de magnarme do piati e minestra fasendo tocio con ‘na strussa de pan… De quel che me resta in tala memoria xe el primo incon- tro de Nino in Passa Granda, col ring tirà su de fronte ala trattoria de Bressan: anno 1951. E oggi, se tornassimo a quei tempi, i manifesti o la television podessi publicisar l’incon- tro in ‘sto modo: 1,12%(09(187,sissoti contro *,*,9,(==2/,pìrola Dopo tre riprese Nino iera diventà el primo campion del Mandracchio isolàn. Questo xe stà el primo trionfo del grande Nino sissoti;; par lù, da quel momento, se versèva la strada che lo gavaria portà a Roma per le Olimpiadi del 1960 ciapando la medaia de oro, e al Madison Square Garden per vinzer el titolo mondial dei pesi medi contro el grandissimo *ULI¿WK Dopo qualche settimana gavevo ancà mi calcà par la pri- ma volta el “ring” (e come sioriddio gà volesto… anca par O¶XOWLPD«IDVHQGROD¿JXUDGHPRQD«: tre riprese, dò oci neri, un per de mutande a picolòn per colpa de ‘n’astico, un paregio tirà per le rèce… E subito ‘na decision irevocabile: la cariera de pugile no la fasèva per mi e vedevo ciara la stra- da del ripensamento: ma chi me lo gaveva fato far a ‘ndar a ciapàr tanti pugni par niente? 1940 - Nella foto inviata da Nadia Benvenuti, bambine isolane nella colonia estiva di Erpelle Cosina, sul Carso triestino (ora Slovenia). ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 25 IL CALCIO A ISOLA NEL DOPOGUERRA Sulle orme della gloriosa “Ampelea” /D JXHUUD q RUPDL ¿QLWD H OD squadra isolana dall’Ampelea, allenata dal triestino Federico Malosti, partecipa ancora al &DPSLRQDWR,WDOLDQRGLVHULH& FODVVL¿FDQGR DO WHU]R SRVWR LQ un girone composto da squadre di Trieste e del Friuli Venezia Giulia. La formazione tipo era composta quasi tutta da isolani. Da sinistra: Antonio Gordini (Grado) – Albino Giorda – Nel- lo Vascotto – Ederino Degrassi – Adilio Pugliese – Pietro Cor- batto (Grado) – Giordano Ulci- grai – Giacinto Menis – Gior- dano Milloch – Silvano Paoli – Duilio Chelleri. Titolari nella squadra erano anche France- sco Pugliese, Stelio Costanzo, Livio Benvenuti, Enrico Schi- nardi (da Cagliari) e Eugenio Lanzi (da Reggio Emilia). Al campionato UCEF 1948-49 orga- nizzato nel Territorio Libero di Trieste partecipano, oltre alle squadre triestine, anche Capodistria, Umago e Pirano. La squadra, diventata nel frattempo “Ar- rigoni” e composta tutta da calciatori LVRODQLVLFODVVL¿FDDOWHU]RSRVWRGLHWUR l’Aurora di Capodistria e la Servolana. La formazione: da sinistra, Evelino Pu- gliese – Emilio Ulcigrai – Bruno Peren- tin – Osvaldo Depase – Bruno Loren- zutti – Anteo Bologna – Mario Dudine. Accosciati: Ferruccio Moscolin – Silva- no Colomban – Valerio Benvenuto – Li- bero Giani – Nello Vascotto. La squadra era ancora allenata da Federico Malosti. Siamo nel 1955 e l’esodo è ormai vici- QR ,Q XQD SDUWLWD SUREDELOPHQWH DPL- FKHYROH OD VTXDGUD GL ,VROD YLQFH con Monte di Capodistria, con reti di Mario Lorenzutti, Eliseo Vascotto e Ne- YLR'HJUDVVL,QSLHGLGDVLQLVWUD/LEHUR Giorgesi (ricorvo) – Edi Tognon – Berto Vittori (presa) – Eliseo Vascotto – Ma- rio Lorenzutti (grilo) - Nevio Degrassi (nadalin). Accosciati: Lucio Marchesan – Uccio Vittori (presa) – Vinicio Gruber (rube) – Nevio Dudine (lica) e un “fore- sto” di Gorizia. 26 S e podessimo tornar ai giorni dela nostra infansia (alme- no par quei che, come noi, nò gà più vinti anni, dimostrabili sula carta de identità…) basta- ria pensàr al “spargher” o, per TXHLQDWLSULPD³HOIRJROqU´,Q- fati el spargher iera el simbolo de l’unità familiare, el cardine dela fameia, el cuor dela casa, el machinario per far de magnar e regalarne el calor nei giorni de inverno. Ma gavèmo qual- che volta pensà ai amici più importanti del spargher stesso? No? Alora ve lo digo mì: iera el caldaròn, la pignata, i pignatini, la tecia, la farsòra, la còguma e… i tochi de legno, ecco cossa iera! Naturalmente se gaveva bisogno anca dei fulminanti… altrimenti el spargher a saria stà un sopramobile inutile. Voi savè, come lo so anca mi, che el spargher iera n’atres- so indispensabile no solo par far de magnar… ma anca per scal- dar el leto e quei, ancora più veci de noi (se xe possibile…), i se ricordarà della “mòniga” o del “frate”… che no iera religiosi… ma’na specie de padelle de fero che se impiniva cole bronze e le µQGDYD¿FjGHVRWRDLQLQVLRLSDU scaldar el talamo. Certo, qual- che volta ‘sto talamo a podeva ciapar anca fogo (… ma no son sicuro se iera colpa de stè pade- le o dei calori dei sposi…) però, almeno el caldusso iera sicurà. Come podemo veder, el spargher iera el simbolo dela casa (ogi gavemo la televi- sion…), iera l’atresso par pron- tar e far de magnar (ogi xe i supermercati e le gastronomie che pensa a duto…), iera el tepòr assicurà (desso ghe xe i termosifoni cussì i ninsioi no se brusa più, ma i pol fulmi- narte con diavolerie conossude coi nomi de coverte elettriche, scaldapie, cussini riscaldai… che ne ga fato dismentegar “monighe” e “frati” ma te fa rissàr i cavei…) : ecco cosa a ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 I giorni del spargher iera stò atresso miracoloso. Ma se el spargher a iera el cardine, el cuor, el calòr inta- le longhe sere de inverno… le nostre ciacolade iera le bar- tuele, l’anima… el fresco che se ciapava intale sere de istà, sentai sui scagneti o sui scalini de pièra fora la porta de casa. Ve li ricordè i scalini de pie- UD",LHUDDQFDVXODSRUWDGHOOD farmacia in piassa dele Por- te… e, in quele sere iluminade dale stelle, oltre ale ciacole, capitava de scoltàr, ‘na volta ogni tanto, discorsi “profon- di”, pieni de “sentimento” che, in qualche modo, inteneriva el cuor sasiandone l’anima. Sto- rie forsi inventade o forsi anca YHUH PD VHPSUH LQ¿RULGH FR un pissigo de nostalgia. Me par de sentir le nostre vecie, in quele longhe sere de istà, che de ‘na parte le ciacola- va impirando ogni tanto le rèce par sentir cossa disèva i omini, indafarai come sempre a rodo- larse ‘na presa de tabaco drento µQDVWULFDGHJLRUQDOHQRL¿RL VWUDFKLGHVFDPELDUVH¿JXULQHH corerse drio, se indormensavi- (OFDQRQGH¿JKHUD Dei piranesi, pel ben che ghe voio, mi ‘sta sera ve devo cantar: mi li metessi in farsora co l’oio e poi distiradi al sol a sugar. Quel che ve conto, credemelo puti, xe storie de antico, del tempo passà;; iera Venesia nel cor de duti, iera Venesia col sò podestà. No ghe mancava de zerto le beghe fra le sorelle vizine cità: per via de babe, de tera, de leghe in tele calle se ‘ndava a zigar. Cussì xe nato: in t’un osteria do mati imbriaghi fazeva bacani. )RUWHL]LJDYD³¿QLPRODYLD femo la guera contro i isolani”. Eco, se mola ‘na vecia batana, duta imberlada, rolando la va, ma ‘pena fora de Porta Cavala, HOFDQzQGH¿JKHUDOLIDED]LOj ‘Pena rivadi in valòn de Ronco el fero a fondi i gà presto molà. Mi no ve conto, ve conta un de lori, ‘na bala de piera i gà carigà. E paron Cencio, tirandose indrio: “Fogo ala micia - el gà tosto ordinà - per San Giorgio e la Madre de Dio, fogo e tempesta su questa zità”. Braghe sbregade… per aria, la stiva in doghe, el timon dispicà, a bordo tre morti, la sorte no vorìa, [HGXWRXQIXPRD,VRODVHVD Quando Dio vol, co l’aiuto dei santi questa batàna ritorno la fa, bianchi, istrimidi xe duti quanti con braghe piene…de quel che se sa. Una gran fola se fraca sul brazo per veder presto i eroi arivar: eco, la barca se costa al Mandrazo, el gran pavese sul penòn sta. ,SLUDQHVLFRVHQWLVWDQRYD in Porta Domo i se gà radunà. Oh… che maselo xe stà là fora: mo sule traverse dele none. ,QWDQWROjUHQWHLQWjOPDQ- dracchio, le onde caressava la riva vardando le stele picade tal ciel… e nel fratempo la luna cucàva in zima dai copi de quele case, tacade una intal’al- tra…. Come se le volessi farse coraggio o sostegnirse per no cascar zò. Quante generasion gà visto pasàr quele stradète, quanto xe stà el ciacolar sora quei scagneti fora dela porta… Le ciacole… eterno sus- surro del dialetto antico che, come musica, caressa i nostri sogni intala note e lungo la strada del’esilio. Walter Pohlen vendeta ciama e vendeta sarà. Eco i se porta de note nei orti - i pescadori xe ‘ndai a pescar - in su del Domo iera el cantier che al’Ave Maria xe stà bandonà. Se costruiva - tacà la ciesa - el campanil che ognun lo sa;; ‘veva lassado lassù i muradori le so iachete per ‘ndar a desinar. ,SLUDQHVLQRSHQVDGRYROWH la porta nova i gà scardinà, fato man bassa de dute le robe, quei panni veci i ghe gà rubà. Po i ciapa un toco de piera e in puro dialetto isolan i gà murado come a Piran sula porta “Sto campanil xe sta fato qua!”. Ma gnanca paghi ancora de questo nele cantine i va a rovistar, i tira fora quatro musseti e per la coda i li gà presto ligà. ,HUDXQFRQFHUWR"&HUWRQRTXHOR un putiferio se gà scadenà, le babe in cotole, col candeloto: “L’apocalisse se vedi girar”. 'XWR¿QuLQDOHJULD el bon refosco gà fato el pacèr. ,VHDEUD]DYDRJQXQRSHUYLD iera la gioia, el canto, el piazer. Cussì viveva felici e contenti i nostri barba dei tempi passà, iera Venesia nel cor de duti iera Venesia col sò podestà. /DVWRULHOODGHO³FDQzQGH¿JKHUD´QRQq di ieri come non è una novità per nessu- no, sia esso isolano o piranese. Per molti invece può essere una novità questa poe- sia che Salvatore Perentin aveva inviato a Isola Nostra per poter ammirare l’ar- guzia di questo nostro paesano ignoto, il quale – descritta l’epica lotta campani- listica tra le due cittadine – termina con l’inneggiare all’armonia tra le due popo- lazioni rivali ma sempre amiche. 15 giugno 2013 ISOLA NOSTRA 27 Un gruppo di giovani isolani – probabilmente adibiti al lavoro coat- to sotto l’occupazione tedesca – ripresi nel lu- glio del 1944 a Umago durante un momento di pausa. Sono riconosci- bili Mario Ugo, Libero Delise, Silvio Perini, Carlo Zaro, Elvio ? e ,WDOR &DUERQL (rate). La foto è stata inviata dall’Australia da Romil- da Costanzo. /HJJHQGR ,VROD 1RVWUD Q GHOOR VFRUVR PDU]R $QWRQLR 9DVFRWWRQHOVFULYHYD³/HYDULHYLFLVVLWXGLQLGL,VRODGDO Medioevo al 1955’’. Mi dispiace che già allora avesse perso la memoria, ma vedo che anche voi che ripubblicate l'articolo ne avete poca. $YHWHWUDVFXUDWRODFDUQH¿FLQDFKHIHFHURLFRPXQLVWLLVRODQLH VODYLQHOLQIRLEDQGRRXRPLQLGL,VRODWUDLTXDOL mio padre Attilio Benvenuti, Dino Dudine, Metani, Valentini, Gerin, un violinista che suonava in fabbrica, il ciabattino Barut, Del Gos e altri di cui non conosco i nomi. Non vederli menzio- QDUHVLJQL¿FDLQIRLEDUOLXQDVHFRQGDYROWD'LPHQWLFDWLGD9RL infoibati per la terza volta. Nella foto che desidero sia pubbli- cata si possono vedere primo Bressan (talpa) poi le due vittime Attilio Benvenuti e Dino Dudine, poi i due fratelli “tuboli’’. Credo che la foto sia eloquente. Nadia Benvenuti Ragusin, Trieste Isola, primi anni ’50 – I ragazzi che hanno ricevuto la cresima davanti la porta granda del Duomo. Con loro il maestro Lu- ciano Colomban e il catechista don Antonio Dubaz. (foto di Almira Degrassi) 28 C iao Marino…, sì, hai ragio- ne, sono tantissime le cose EHOOH FKH DYHYDPR LQ ,VWULD LO clima, l’aria, il sole, il nostro mare, per non parlare dei pro- fumi che si sentivano nell’aria, FRPHO¶ROHDQGURLOSLQRL¿RUL d’acacia, le rose, le ginestre, le viole dei nostri ruscelli… per non parlare del canto degli uccellini, che mi te li digo in dialeto perché semplicemente i sona più ben e li sento più no- stri… che sarìa i gardèi, lùghe- ri, pacagnosi, usignoi, sfrisoni, PHUOLEHFD¿JKLHWDQWLDOWUL Ma nissùn nò bati i nostri gali che ala matina bonora, col suo cantar, i sveiava duti e i ne dava el bongiorno disendone che xe ora de alsarse e de an- dar… E le sigàle, tacade sule canne dei nostri campi, che le friniva nele giornade calde de estate. E noi, mularia, sem- pre pronti a corerghe drio per ciaparle… Pensavo anche ala campana mattutina che coi sui rintocchi dava inisio al novo giorno, fatto di lavoro onesto e laborioso, sui campi e sul mar. E ‘l canto dei grili nele calde sere de estate… sembrava un concerto da godere veramente. Per no parlar dele nostre FRQWUDGH«D,VRODFRPHLQGXWL i altri posti, iera consuetudine ala sera de sentarse fora dela ISOLA NOSTRA Lettera ad un nostro amico passato a miglior vita … porta de casa: chi cola sedia, chi col scagneto, chi cola sdraia, chi sul scalìn… ognidùn con- tava qualche storia o i fati del giorno… mentre la mularia iera ocupada nei propri zòghi, che iera tanti: corerse drio, guardie e ladri, i quatro cantoni, la ca- vallina in genere per i mas’ceti, mentre le ragazze (fìe o mamole come le volèmo ciamàr) zogàva ala corda, ala scala, am salam… o anche a oue-sensa oue con una man, sensa una man, fa- sendo rimbalsàr la bala sui muri dele case. Zoghi ‘sai semplici, ma che ci rendevano felici. Per duti noi, grandi e pici, el nostro paese iera ‘na grande famiglia, fatta di gente onesta e laboriosa, dove se se conosèva duti, dove se savèva vita e miracoli dele fa- mee… Quando mai in quei tem- pi se gavessi pensà che un gior- QROHFRVHOHVDULD¿QLGHFXVVu« Presto xe el 29 de giugno, San Piero… Me ricordo quante preparazioni per le contrade per podèr ingrumàr tochi de legno, fassedei, carte e duto quel che se podeva brusàr con i foghi che per tradisiòn se fasèva in onor de questo Santo. Se portava duto sule colline, nei punti più alti e là, de sera, se impizàva ‘sti foghi per la gioia de grandi e piccini: ‘sti falò infàti se podeva vederli da duto el paese. Ma prima de impizàr i foghi se usava ‘ndar ala funsiòn sera- le nela cesèta de San Piero, che iera situada sul scoio sora la fa- brica Ampelea, ora demolida dai novi arivai. Là se basàva el San- tissimo e dopo se comprava i bussolai sule bancarele dela no- VWUD5HVLROjGHOD&DPSDQqUD, più fortunai, con qualche lira in più, podeva comprarse anche la baleta co’ l’astico, piena de se- gatura, che la durava da Nadal a Santo Stefano perché se rompe- va subito l’astico… Ma anche l’odor del mar iera duto nostro a quei tempi, odor de pescadisso se usava dir… Quasi duti gaveva la to- gna in scarsèla e tanti gaveva anca la gramparela a portata de man. La fossena invese iera usada per ciapar qualche sèpa, per no parlar dele nasse… e SL GH TXDOFKHGXQ D ,VROD FR- nosèva duti i busi dei gransi… robe che se tramandava de SDUHLQ¿RSHUJHQHUDVLRQL Nele sere d’estate, quando faseva tanto caldo, se ‘ndava GXWL LQ FRPSDJQLD QRL ¿RL GH contrada, a su scoio a farse un Con questa foto Nicolò Mario Bressan (primo da sinistra) insieme ai familiari tutti vuole ricordare i suoi cinque fratelli purtroppo scomparsi: sempre da sinistra Regina, Bruno, Anita Enrico e Luigi, ¿JOLGL1LFROz%UHVVDQ(talpa) e Giuditta Stocovaz. 15 giugno 2013 tuffo in mar - o a cavario come se diseva in dialeto - per rinfre- scarse e poder dormir meio. Se sa, in quei tempi no gavevimo el turismo de massa e quindi el mar iera veramente nostro… quei che xe nati là se ricorda de sicuro la Linia, el Primo Ponte, San Piero, Buso scaiole, Su sco- io, Porto Apòlo, San Simòn e FXVVuµYDQWL¿QVRWR6WUXJQDQ« questi iera i nostri bagni, che no ne costava gnente ma dove che se divertivimo un mondo. Qua, caro Marino, te gò portà un’altra volta a far un giro SHU ,VROD GHL PLL WHPSL R GHL nostri tempi se te preferissi, vi- sto che anca per ti ‘sti loghi xe LPSRUWDQWL«,QRJQLFDVRTXHO che ne resta xe almeno le gine- stre de casa nostra, che spere- mo le se gàbi propagà e che le ne ricordarà el nostro paese, se le rivarà a emanar el profumo originale… vedàremo… Te saludo intanto, e te dirò che el profumo del tuo strùco- OR[HULYj¿QTXD«VWjPHEqQ ciao… Mario e Franca Sotto il sole di Isola (GHFFRODOuO¶,VRODOXPLQRVD che si estende a punta sullo sfolgorante mare inondato dal sole estivo. Appare radiosa, questa bella cittadina, con i suoi vicoli stetti e i gabbiani che volano spensierati sopra i tetti. Ed essa, con la sua darsena colma di ricche imbarcazioni, fa dire al viandante: Ma è stupenda! Ora, in questa meravigliosa luce estiva e con le piccole onde che s’infrangono sugli scogli rocciosi, ,VRODVHPEUDGLUFLJDLDHDWWLYD sono qui, sempre felice di accogliere coloro che mi vogliono e mi hanno voluto bene! E proprio per questo bene, allontaniamo cattive rimembranze, ma catturiamo solo dolci fragranze HGHPR]LRQLGLXQ¶,VROD che lascerà, dentro di noi, un’immensa empatia e una forte, tenera e grande nostalgia! ,VRODJUD]LHGLHVLVWHUH ed io, viandante, da qui non vorrei andarmene più via. Laura Damiani Pozzetto 15 giugno 2013 L o scorso febbraio l’amico Dante di Ragogna ha pub- blicato per i tipi della Luglio Editore il volume dal titolo “Un pallone volato in cielo”, un lavoro che gli appassiona- ti di sport, del calcio e ancor più della “Triestina” leggono WXWWR G¶XQ ¿DWR 5LFRUGDQGR attraverso eventi ed immagi- ni provenienti dalla passione e dall’amore che l’Autore ha sempre avuto per questo soda- lizio, il volume attrae e affasci- na il lettore. Sfogliando queste pagine ab- biamo scoperto un capitolo dedicato al nostro Fabio. Per ragioni di spazio ne pubbli- chiamo una parte in occasione del 17° anniversario dalla Sua scomparsa. Grazie, Dante! Mariapia, Emilio e Donatella Domenica 28 marzo 1993 ci trovammo in cinque entro una vettura che aveva per de- stinazione Ravenna, dove la Triestina doveva affrontare la squadra di Francesco Guido- lin, allenatore che si stava met- tendo prepotentemente in luce. Nella vettura di Antonello Boccia (non brillantissima per la verità, e lo constateremo più WDUGLFLVRQROH¿JOLHGL0DULR Suban, Giovanna e Federica, e Fabio Felluga, un ragazzo PRGHOOR ¿JOLR GHO SUHVLGHQWH UHJLRQDOH GHO &21, (PLOLR Antonello Boccia è impegnato con una radio locale, racconta ogni domenica le partite della Triestina, in casa e in trasferta. Così ci siamo trovati in cinque nella sua auto;; partiti al mat- tino presto, siamo arrivati per tempo a Ravenna. Con due esperte della cuci- na come le sorelle Suban, non potevamo sbagliare le pietanze a tavola, ma quello non fu il solo aspetto positivo della tra- sferta, risultato a parte, perché la compagnia era stata piace- vole e poi il tifo per l’alabarda unisce tutti con molta facilità. La partita non andò bene per la 7ULHVWLQDVFRQ¿WWDSHUXQDUHWH realizzata da un giocatore di nome Scapolo, non destinato a lasciare tracce della sua carrie- ra. Ma aveva colpito la Triesti- ISOLA NOSTRA 29 1993: a Ravenna con Fabio Felluga na affondandola, nonostante la buona prova dei vari Milanese, Terracciano e Mezzini. Uno Scapolo d’oro per il Ravenna, ma chissà se poi avrà trovato l’anima gemella… Siamo sulla via del ritorno, è già buio, la vettura mostra sofferenza, anzi palesa sete di carburante, improvvisamen- te apparsa sul cruscotto. E’ allarme rosso, in tutti i sensi, come la lucina che si accende sul quadrante. Quanto ci vor- rà per trovare una stazione di servizio? Antonello sfrutta l’i- nerzia per guadagnare metri, ma è manovra rischiosa, con quei tre disperati che spingo- no la vettura mentre alla loro sinistra sfrecciano pericolo- samente auto che non hanno SLHWjSHULQRVWULVIRU]L,QXWL- le precisare che le due ragaz- ze sono rimaste a bordo del- la vettura, l’una addetta alla guida, l’altra preoccupata al VXR ¿DQFR 4XDQGR OD QRVWUD gara di spinta ebbe termine e fu possibile fare un pieno risa- natore alla stazione di servizio ¿QDOPHQWH UDJJLXQWD WXWWH OH angosce sparirono di colpo e si pensò solamente a proseguire il cammino, ridendo su quan- to ci era capitato. Deviammo il nostro percorso in direzione di Padova, dove era destinato Fabio che, studente in quella Università aveva il domicilio nella stessa città, sede dell’A- teneo frequentato. Fabio si laureò nel mese di febbraio 1996 e il destino lo colpì tragicamente pochi mesi dopo: il 27 maggio, mentre si stava trasferendo a Padova dopo aver salutato il padre in piazza della Borsa, l’auto che guidava venne investita frontal- mente da un autocarro nei pres- si del “bivio ad H” sulla statele 202. Fabio in un attimo venne tolto tragicamente all’affetto dei familiari e all’amicizia dei suoi tanti compagni di studio e di gioco (era anche un calciato- re appassionato). ,O VXR ULFRUGR q OHJDWR DQ- che a quella trasferta, così al- OHJUD QRQRVWDQWH OD VFRQ¿WWD della Triestina, nonostante i brividi procurati dalla luce ros- sa che segnalava la sete di ben- zina del veicolo. Una trasferta indimenticabile, con il ricordo legato ad un giovane amico di grande spessore: il destino alle volte è davvero crudele con chi avrebbe più titoli per gode- re la vita serenamente. Sempre Isola nel cuore 3HQVDQGRDO,VROD mi è venuta la voglia di scrivere un’altra poesia… Quanto tempo è passato da quando ti ho lasciato, eppure sei ancora nel mio cuore, come se fossero trascorse poche ore. Che cosa triste è la nostalgia, lo sento al telefono quando mi chiama qualche amica mia che si trova in America o in Canada e darebbe tutto quello che ha per tornare nella propria terra, e riprendersi la vita che ha lasciato tanti anni fa. Sentir parlare il proprio dialetto, lasciare ville e piscine e tornare indietro, anche se avevi una piccola casetta eri a casa tua, e per te era benedetta. Adesso, dopo aver tanto lavorato, hai la villa con la piscina, ma non hai dimenticato il tuo dialetto, e quando mi telefoni lo parli in modo perfetto. Non mi dici “all”, mi dici “duto”: vuol dire che lo ricordi ancora tutto. Alessandra 30 ISOLA NOSTRA In ricordo della cara sorella Armida Chelleri 15 giugno 2013 ,OQRYHPEUHqYRODWRSUHPDWX- ramente in cielo il nostro caro FRANCO DUDINE L o scorso 27 febbraio, dopo aver lottato con tenacia contro un male incurabile, si è spenta per sempre la mia cara sorella Armida. Si sente tanto dolore in questi tri- sti momenti, e il ricordo va al passato e ai tanti bei momenti trascorsi assieme quando eravamo più giovani. Il ricordo va a Isola, quando mio fratello Sil- vio molto presto si era Ricordo dei momenti felici: Armida Chelleri Vascotto con trasferito a Trieste: io il fratello Elvio avevo preso il suo posto, dormivo nella stessa stanza con lei, perché in WHPSL HUDQR GLIÀFLOL FRQ quei tempi – almeno a casa nostra – lo spazio il consenso dei nostri era limitato. Lei aveva otto anni più di me, e genitori, avevano voluto mi raccontavano che quando ero bambino mi che andassi con loro. Io teneva in braccio e giocava con me e quando, ero molto giovane, avevo più grandicello, andavo a scuola, mi faceva solo 17 anni, e lei mi fa- tutto bello, persino l’onda sui capelli come si ceva quasi da mamma. Poi, come si sa, le cose usava una volta. cambiano, ci si divide e Arrivati poi con l’esodo a Trieste nel Cam- ognuno prende la pro- po Profughi di Barcola nel 1955, lei l’anno pria strada, però restano dopo si sposò con Nerio Vascotto canèla nella sempre i ricordi che nes- chiesa di San Giacomo e andò ad abitare ad suno potrà mai cancella- Opicina. Ricordo che molto spesso andavo a trovarla a piedi da Barcola, e siccome amava re. Ciao Armida, ti ricor- cucinare, mi preparava gli gnocchi e mi face- derò sempre con tanto vo delle gran belle mangiate. L’aiutavo anche amore. con il suo primo bambino, che era molto vi- vace. tuo fratello Elvio, Poi, nel 1960, avevano deciso di lasciare Canada Trieste per emigrare in Canada, e siccome i Elide Ulcigrai Degrassi Ezio Degrassi n. 10.7.1917 m. 26.1.2009 n. 24.5.1910 m. 13.4.2012 Nel primo anniversario della Tua scomparsa, caro nonno Ezio, Ti ricordia- mo sempre con tanto affetto. Ora ti sei ritrovato con la Tua cara moglie Elide, che tanto hai cercato in questi ultimi anni... I familiari Era nato il 25 dicembre 1961. Con grande dolore e tristezza lo annuncia- no la mamma Bianca, il papà Piero, la PRJOLH/DXUDOD¿JOLD(OLVDHLOIUDWHOOR Stefano. Caro Franco, aiutaci ad andare avan- ti…Ci manchi tanto, tanto… mamma e papà A Franco Caro Franco, questo non è un addio ma un arrivederci, come hai scritto tu nelle quattro pagine del diario che hai lasciato. Ogni giorno non faccio altro che leg- gerle e rileggerle, e non mi dò pace al pensare che non suoni più alla nostra porta di casa per vedere come stiamo io e la tua mamma. Caro Franco, ringrazio Dio per aver- PLGRQDWRXQ¿JOLRFRPH7HHFKHSR- chi genitori possono vantare di aver DYXWR 6HL VWDWR XQ JUDQGH ¿JOLR XQ adorato marito, un padre meraviglioso per la tua principessa Elisa e un uomo stimato da tutti. La vita però è stata crudele con Te. Nel momento in cui potevi stare un po’ più tranquillo, dopo tanto lavoro e WDQWLVDFUL¿FLLO6LJQRUHWLKDSRUWDWR via troppo presto: forse a Lui serviva un angelo buono come Te, e non ha pensato al grande vuoto e al dolore immenso che ha creato intorno a noi, dal quale non potrò mai e poi mai ras- segnarmi. Di una cosa però sono certo: che da lassù stai guardando mamma e papà, tua moglie Laura, la tua principessa Elisa e tuo fratello Stefano, e che quel- la stella che brilla di più sei Tu. Ciao, Franco, con tutto il mio amore Tuo papà Piero ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 31 QUELLI CHE CI HANNO LASCIATO Il 27 marzo 2013, all'età di 94 anni ci halasciato Nessuno muore nella terra finché vive nei cuori di chi resta Il 2 gennaio 2013 ci ha lasciato la nostra adorata mamma Giovanni (Nino) Troian (batistin) Dopo 64 anni trascorsi assieme lo annuncia con dolore a quanti lo conobbero la moglie Dorina Delise insieme alla figlia Nucci, al genero Paolo e al nipote Adriano. Un affettuoso ricordo del caro Nino dalle famiglie Delise e Troian. Il 1° dicembre 2012, all'età di 85 anni, ci ha lasciato la nostra cara Palmira Degrassi ved. Bologna n. 20.10.1907 La ricorderemo sempre con rimpianto . Le figlie Bruna e Licia Ti ricordiamo e non ti dimenticheremo mai, cara nonna. Resterai sempre nei nostri cuori e manterremo inalterato il tuo ricordo e la tua amorevole presenza nei pensieri di tutti i tuoi discendenti. Maria Pecchiar Albino Bologna n. 3.7.1909 m. 8.9.1968 Con immenso affetto e rimpianto la ricordano il marito Evelino Pugliese, il figlio Marino con la nuora Rossella e il nipote Gabriele, i cognati Romana e Piero e i familiari tutti. Un grave lutto ha colpito la famiglia di Sandra Drioli. Il 15 maggio a Udine è deceduto il marito Piero Adami A Sandra, figlia di Luigi Drioli, e alle sorelle Vittorina ed Itti, ai figli Valentina e Giovanni la redazione di Isola Nostra si stringe in un affettuoso abbraccio. Gianna Drioli Ridulfo m. 25.6.2005 A otto anni dalla sua scomparsa i figli, i nipoti, le sorelle e i parenti tutti la ricordano con l'affetto e il rimpianto di sempre. Vittorio Degrassi n. 25.8.1905 m. 20.4.1974 Maria Degrassi n. Russignan n. 15.5.1879 m. 24.7.1969 Nicolò Degrassi n. 7.4.1876 m. 3.7.1959 Sono caramente ricordati dai nipoti Bruna, Licia e Bruno, dai pronipoti e parenti tutti. Duilia Degrassi in Bernuzzi Grimaldi n. 12.10.1910 m. 28.6.2000 Nella triste circostanza della scomparsa della mamma, un affettuoso pensiero per il papà dalle figlie Bruna e Licia unitamente ai nipoti e ai parenti tutti. È ricordata dal figlio Bruno, dalle nipoti Bruna, Licia e Alessandra e dai parenti tutti. Capitano di Vascello Claudio Delise n. 26.4.1932 m. 12.12.2006 a Venezia Giustina Troian ved. Bettoso (mandolina) n. 14.9.1919 m. 10.5.2008 È ricordato con tanto amore dalla moglie Bruna, dai figli Barbara e Maurizio, dai nipoti e dai parenti tutti. Maria Stolfa n. 1910 m. 15.11.1993 È ricordata con tanto affetto da Bruna, Licia e Bruno e dai parenti tutti. Ermenegildo Bettoso n. 25.5.1907 m. 17.1.1991 Un affettuoso ricordo dei cari genitori dai figli Stelio e Rodolfo unitamente alle nuore Maria Rosa e Rossana e ai nipoti Adriana, Nicola, Sabrina e Sandro. Il 22 aprile 2013 è mancato all'affetto dei suoi cari Vinicio Ulcigrai n. 31.5.1937 Lo ricordano con amore la moglie Frida, i figli Paolo e Fabio e i nipoti Noemi, Margherita, Alex e Emil. Mario Ulcigrai n. 28.2.1910 m. 12.11.1999 Norma Degrassi n. 19.9.1913 m. 10.12.1976 Un affettuoso ricordo dei cari nonni dai nipoti Paolo e Fabio insieme ai familiari tutti. Neri Drioli n. 29.3.1930 m. 22.7.2012 Nel primo anniversario della scomparsa lo ricordanocon immenso affetto la moglie Rina, le figlie Annamaria con Claudio, Franca con Valter, Lucia con Stefano e i nipoti Marta, Massimiliano, Simone e Francesco. Salvatore Perentin n. 10.7.1915 m. 5.5.1987 Sei sempre nei nostri cuori. La moglie Lida, le figlie Donatella e Giuliana con i loro famigliari. 32 ISOLA NOSTRA Mario Chicco (loca) n. 25.9.1935 m. 2.7.2012 Nel Primo anniversario della sua scomparsa un affettuoso ricordo dalla moglie Adriana Ruzzier, dai figli Elena, Davide con Francesca e Warner con Federica e dai nipoti Fabio, Andrea e Daniele unitamente ai familiari tutti. Mario Bologna n. 22.10.1911 m. 24.1.1990 A tanti anni dalla sua scomparsa un affettuoso ricordo dalla moglie Giuseppina Lugnani, dai figli Silvio, Luigi e Giuliano, dai nipoti Monica, Christian, Luca e Irene e dai pronipoti Riccardo e Luca insieme ai familiari tutti. Lucio Troian n. 16.9.1927 m. 28.5.2010 A tre anni dalla sua scomparsa lo ricordano con affetto e rimpianto la moglie Licia e il figlio Fabrizio con Marisa e il nipote Sebastiano. Giovanna Parma ved. Viezzoli n. 29.9.1921 m. 31.7.2007 Sei sempre nel mio cuore. Con amore la figlia Adriana. Un affettuoso ricordo anche per la sorella Mariella Viezzoli Lucia Minozzo ved. Paoli n. 12.2.1984 m. 11.3.1973 Nel 40° anniversario della scomparsa è ricordata caramente dai figli Severina ed Elvio unitamente ai nipoti e ai parenti tutti. Giuseppe Li Pira n. 26.6.1922 m. 10.7.1989 Un affettuoso ricordo dalla moglie Severina e dalle figlie Bianca, Bruna, Nucci e Rosy insieme ai nipoti e familiari tutti. Irene Paoli ved. Dagri n. 14.10.1925 m. 18.7.2005 in Australia Guido Dagri n. 3.10.1924 m. 27.8.1987 in Australia Un caro ricordo dai fratelli e cognati Severina ed Elvio con le rispettive famiglie e dai parenti tutti. Bortola (Lina) Giassi ved. Ruzzier n. 14.9.1913 m. 15.2.2010 A tre anni dalla scomparsa la ricordano con affetto e rimpianto i figli Nevio e Claudio insieme alle nuore e ai nipoti con le rispettive famiglie. Bortolo Degrassi (Nino viola) n. 14.3.1921 m. 21.3.2006 Nel settimo anniversario della sua dipartita la moglie Lida lo ricorda sempre con rimpianto e dolore. Ettore Cocian n. 21.4.1899 m. 15.8.1976 Maria De Jurco in Cocian n. 7.9.1901 m. 21.9.1968 Li ricordano sempre con tanto affetto i figli Lida e Mario insieme alla nipote Mary con il marito e la pronipote Allison. Lucia Delise ved. Degrassi (viola) n. 9.4.1892 m. 9.5.1973 Antonio Degrassi n. 23.9.1887 m. 21.6.1949 Sono sempre ricordati con affetto e rimpianto dal figlio Luciano insieme alle nuore e ai nipoti. Bruno Degrassi n. 22.9.1919 m. 30.7.2004 È sempre ricordato con affetto dal fratello Lucio. 15 giugno 2013 Romeo Degrassi (viola) n. 2.2.1917 m. 4.3.2003 a Sydney Con dolore e rimpianto lo ricordano sempre la moglie Mira, i figli Lucio e Romeo, le nuore e i nipoti, i fratelli e la sorella. Nicolò Bressan n. 5.4.1890 m. 14.5.1972 Giuditta Stocovaz in Bressan n. 12.4.1895 m. 20.1.1972 Un affettuoso ricordo dal figlio Nicolò Mario unitamente ai parenti tutti. Giovanni Depase n. 7.4.1920 m. 11.5.1998 Nel 15° anniversario della scomparsa lo ricordiamo con affetto e rimpianto. La moglie Ucci, le figlie Patrizia e Gianfranca, i generi e i nipoti unitamente alla sorella Anita e alla cognata Alda. Piero Ulcigrai n. 10.3.1939 m. 17.10.2002 A undici anni dalla scomparsa ricordiamo il caro Piero che dal cielo ci guarda e ci sostiene. La moglie Alda, il figlio Marco con Diana, le sorelle Ucci e Carmela e il cognato Angelo. ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Gabriele Delise n. 15.7.1912 m. 29.7.1994 Pietro Bacci n. 1892 n. 8.12.1949 Lidia Vascotto n. 10.6.1920 m. 21.3.2008 Antonia Bacci ved. Degrassi n. 1899 m. 17.4.1981 Il tempo passa ma il Vostro caro ricordo rimane immutato. I familiari Sono ricordati caramente dalle figlie Nella e Mirella unitamente ai familiari tutti. Mario Knez n. 3.4.1947 m. 14.7.2000 a Isola Antonio Vascotto n. 22.12.1892 m. 14.10.1973 Paola Lorenzutti Vascotto n. 17.2.1897 m. 24.11.1967 Gisella Russignan Delise n. 11.1.1891 m. 1.9.1978 Giovanni Delise n. 2.6.1887 morto in guerra 1915-1918 “... ti domando una grazia, prima che termini di leggere questa lettera avvicinati ai nostri amatissimi figli e stringili e baciali in vece mia...’’ (lettera dal fronte) In memoria e con un caro ricordo dei nonni. Gianna Delise e famiglia Un caro ricordo dei genitori Virginia Benvenuti n.1894 m.25.12.1946 Virgilio Russignan n.2.5.1895 m.15.5.1978 dalle figlie Silvia e Gigliola con le rispettive famiglie. A 13 anni dalla sua scomparsa lo ricordano con immenso affetto le sorelle Maria e Fiorella, il fratello Dino, gli zii Olivo e Vittoria, il cognato Sergio e i cugini Flavia e Boris. Francesco Vascotto (saco) n. 1907 m. 3.4.1997 Lo ricordano con tanto affetto i suoi vicini Olivo e Vittoria e la famiglia Di Flavia. Chelleri Giusto (manestra) n. 29.7.1908 m. 28.5.1990 a Trieste Chelleri Giuseppina n. 17.3.1905 m. 9.10.1996 a Toronto Dal Canada un affettuoso ricordo dei cari genitori dal figlio Elvio insieme ai familiari tutti. Lucia Vascotto ved. Dudine n. 1.10.1909 m. 18.1.2008 negli USA Loriana e Corrado insieme ai figli Mirella, Licinio e Fabrizio, ricordano con affetto la cara zia Lucia a cinque anni dalla scomparsa. 33 Salve Carboni in Pantarrotas n. 15.8.1937 m. 21.2.2005 Nell'ottavo anniversario della scomparsa un ricordo affettuoso dal marito Evi, dal figlio Thanassy e dalla sorella Laura. Guerrino Dudine n. 28.1.1912 m. 11.2.1977 Salvatore Carboni n. 17.12.1894 m. 21.3.1959 Anna Lorenzutti ved. Dudine n. 15.10.1919 m. 8.6.1997 Adele Derossi ved. Carboni n. 15.4.1906 m. 31.1.1987 Antonia Degrassi ved. Lorenzutti n. 1885 m. 11.5.1969 Loriana e Corrado con tanto affetto e rimpianto ricordano a parenti ed amici i cari genitori Guerrino e Anita e la nonna Antonia. Un caro ricordo per i nonni e la zia Francesca Vascotto Dudine m. 25.1.1953 Antonio Dudine (ragno) m. 13.3.1949 A tanti anni dalla loro scomparsa li ricorda sempre la figlia Laura insieme al genero e al nipote. Giovanni Stancich n. 24.12.1903 m. 29.6.1969 Emilia Stancich n. Poropat n. 17.5.1904 m. 10.6.1959 Amalia Dudine m. 27.3.1950 Libero Parma n. 10.12.1932 m. 14.1.2004 Nel nono anniversario della scomparsa è ricordato sempre con tanto affetto dalla moglie Lucia, dal figlio Alberto con Elena e la nipote Chiara, dalle sorelle e dai parenti tutti. Giovanni (Bruno) Stancich n. 4.11.1933 m. 16.11.1997 A tanti anni dalla loro scomparsa un affettuoso ricordo dei cari genitori e del fratello Giovanni (Bruno). 34 Irma Gregorich in Millovich n. 15.7.1922 m. 7.10.1998 Marcello (bomba) Millovich n.17.3.1911 m. 27.2.2001 Mario Gregorich n. 20.8.1919 m. 30.1.2001 Con tanto affetto e rimpianto li ricordano sempre il figlio Fabio con Marisa, il nipote e parenti tutti. Emilio Costanzo (pacagnoso) n. 28.4.1923 m. 10.2.2000 a Brisbane Anna Gregorich Costanzo n. 20.5.1926 m. 17.6.2010 a Brisbane I cari genitori sono sempre ricordati con affetto e rimpianto dal figlio Sergio con Kathy, Simon e Adam unitamente ai familiari tutti. Giuseppe Slatich n.21.3.1922 m. 12.9.2012 a Torino Lo ricorda con tanto affetto il figlio Germano insieme ai parenti tutti. ISOLA NOSTRA Morena Morsut Marina Parma Morsut Claudio Morsut Antonio Penso n. 12.10.1906 m. 16.6.1986 Aurelia Rusconi ved. Penso n. 1.1.1909 m. 21.11.2005 Sono affettuosamente ricordati dai figli Albino e Marino insieme alla nuora Silvana e al nipote Christian. Alma Rusconi n. 6.6.1921 m. 6.6.1988 A tanti anni dal tragico incidente che aveva stroncato le loro vite, un affettuoso ricordo dai fratelli, zii e cognati Umberto e Marisa Parma con le loro famiglie. Giuseppe Parma n. 16.3.1906 m. 17.4.1991 Lucia Parma in Parma n. 6.9.1908 m. 10.10.1975 Sono ricordati dai figli Umberto e Marisa con le rispettive famiglie. Un caro ricordo dai nipoti Albino e Marino unitamente ai familiari tutti. Maria Minca Delise n. 20.5.1915 m. 23.5.1994 Giovanni Delise (tremami) n. 19.1.1916 m. 6.5.1997 Giovanni Delise (tremami) n. 7.3.1884 m. 4.12.1959 Lucia Depase Delise n. 2.12.1886 m. 7.6.1982 Domenica Delise n. 18.9.1891 m. 28.2.1950 Mario Bessi n. 14.8.1931 m. 28.6.2011 Sono sempre ricordati con affetto dal figlio e nipote Ferruccio assieme a tutti i familiari. Mario Delise n. 4.4.1922 m. 14.4.2011 Sergio Delise A due anni dalla tua scomparsa ti ricordiamo con tanto rimpianto. Tua moglie Ucci e le figlie Mirella e Giuliana assieme ai parenti tutti. Maria Globas Delise Sono sempre ricordati con affetto dal figlio, nipote e cugino Ferruccio assieme a tutti i familiari. 15 giugno 2013 Egidia Russignan ved. Drioli n. 20.12.1923 m. 1.6.2012 Armando Drioli n. 3.10.1913 m. 26.5.2006 Nel primo anniversario della scomparsa della mamma, i cari genitori sono ricordati con affetto dal figlio Ennio e da tutti i familiari. Maria Zaro ved. Menis n. 31.12.1919 m. 6.5.2006 Salvatore Menis n. 25.12.1912 m. 18.6.2001 Vi ricordiamo con immenso affetto. I figli Bruno e Valerio, le nuore Caterina e Daniela, la nipote Raffaella e i parenti tutti. Mario Moratto (lisalonga) n. 18.5.1913 m. 29.10.1897 negli Stati Uniti Dalma Chelleri (manestra) n. 9.11.1914 m. 17.12.1992 negli Stati Uniti A tanti anni dalla loro scomparsa, un affettuoso ricordo dei cari genitori dalle figlie Gianna Clai e Flavia Diviacchi unitamente ai mariti Felice e Claudio e ai nipoti. ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Libero Costanzo (dela zala) n. 19.5.1925 m. 10.1.1996 in Australia Marino Costanzo n. 19.9.1959 m. 18.7.1977 a Trieste Con tanto amore, li ricorda dall'Australia la moglie e mamma Romilda Degrassi. Romano Degrassi n. 9.6.1892 m. 4.5.1947 Maria Sau ved. Degrassi n. 8.10.1897 m. 14.1.1987 A tanti anni dalla scomparsa, un affettuoso pensiero per i cari genitori dalla figlia Romilda. Romualdo Beltrame n. 21.9.1926 m. 28.7.1994 Lo ricordano con affetto i figli Francesco, Daniele, Riccardo e Verdiano, la sorella Lucia (da Roma) e i parenti tutti. Silvana Degrassi ved. Beltrame n. 19.2.1922 m. 19.4.1998 È ricordata con affetto dai figli Francesco, Daniele, Riccardo e Verdiano, dalla sorella Romilda (in Australia) e dai parenti tutti. Giovanna Bacci ved. Beltrame n. 20.3.1899 m. 5.3.1967 Francesco Beltrame n. 5.4.1893 m. 6.12.1961 Da Roma, la figlia Lucia con la nipote Francesca e i familiari ricorda sempre i cari genitori. Maria Bacci Costanzo n. 7.9.1987 m. 19.8.1965 Giuseppe Costanzo Albino Degrassi (lugro) n. 10.5.1913 m. 27.12.2009 in Australia Lo ricorda con immutato affetto la moglie Nives Zaro unitamente ai nipoti e familiari tutti. Giovanni (Bruno) Fragiacomo n. 6.9.1915 m. 10.5.1974 Almerigo Fragiacomo m. 4.1.1975 Caterina Fragiacomo m. 30.12.1980 Iolanda Degrassi Davanzo n. 28.5.1924 m. 11.10.1994 Severino Fragiacomo m. 9.9.1944 Lo ricordano la moglie Zora insieme ai figli Dario e Ariella, ai nipoti David e Stuart e ai familiari tutti. Nel quarto anniversario dalla scomparsa ricordiamo caramente Aristea. Sempre nel nostro cuore, il marito Bruno, i figli Gian Luigi e Bruna con le rispettive famiglie. Luigi Felluga n. 11.6.1896 m. 19.9.1956 Elena Beltrame Felluga n. 19.4.1895 m. 1.12.1974 A tanti anni dalla loro scomparsa un affettuoso ricordo dal figlio Emilio unitamente alla nuora Pia e ai nipoti Donatella e Alex. Bruno Davanzo n. 1.8.1919 m. 26.3.1991 Giovanni Dudine (sechin) n. 23.1.1921 m. 24.8.2002 in Australia Aristea Costanzo in Vascotto n. 9.1.1923 m. 16.12.2008 negli Stati Uniti Lo ricorda sempre la moglie Ada con i figli Lucio e Severino e le loro famiglie. Da Romilda Costanzo un caro ricordo ai suoceri Maria e Giuseppe. Con affetto li ricorda la sorella e cognata Romilda Costanzo. 35 Antonio Degrassi n. 9.3.1929 m. 28.6.1999 Lo ricorda con immutato affetto la sorella Pia unitamente al cognato Emilio e ai nipoti Donatella e Alex. Li ricordano con tanto affetto la cognata e zia Ada. Nino Giorgesi n. 11.11.1927 m. 16.4.1998 Lo ricordano sempre con amore la moglie Dina, le figlie Raffaella e Cristina, i nipoti Giulia e Andrea ed il fratello Libero. Dino Palci n. 26.12.1924 m. 21.2.2011 Nel secondo anniversario della sua scomparsa, con immutato affetto e rimpianto lo ricordano la moglie Bruna, il figlio Sandro con Lidia e il nipote Marco con Katia. 36 ISOLA NOSTRA 15 giugno 2013 Luisa Balbinot (Monfalco- Anteo Bologna n. 2.12.1926 m. 8.6.1985 Olivo Degrassi n. 27.8.1923 m. 9.5.2006 È ricordato con tanto affetto e rimpianto dalla moglie Etta, dalle figlie Loriana e Antonella, dai generi, nipoti e parenti tutti. Giovanni Chicco n. 28.8.1888 m. 3.1.1987 Nel settimo anniversario della tua dipartita, con amore e con immenso dolore Ti ricordiamo sempre. Tua moglie Lucia, i tuoi figli Franco e Manuela, la nuora Giusy e il genero Luciano insieme agli adorati nipoti e ai parenti tutti. Antonio Degrassi n. 8.3.1891 m. 16.7.1964 Maria Chicco n. Antonaz n. 19.8.1899 m. 26.3.1975 Sono ricordati con tanto affetto dalle figlie Etta e Libera e dai nipoti. Palmira Degrassi ved. Chiaselotti n. 18.6.1913 m. 3.9.1996 Giuseppina Degrassi n. Bacci n. 25.3.1895 m. 7.3.1985 Vi ricordiamo con tanto rimpianto: la nuora Lucia e i nipoti Franco e Manuela insieme ai familiari tutti. La ricordano sempre con affetto e rimpianto il figlio Lucio, i nipoti Rossella e Sergio e il pronipote Daniele. Loredana Chiaselotti n. 29.9.1935 m. 16.6.1973 liturgia Cesira Colomban ved.Michelich n. 19.5.1913 m. 11.6.1993 Sono trascorsi vent'anni dalla Tua scomparsa, ma sei sempre nei nostri cuori. Ti ricordano con tanto amore i figli Oscar e Liliana con le rispettive famiglie e i parenti tutti. Albino Colomban (ciune) n. 21.1.1945 m. 8.3.2010 Sempre presente nei nostri cuori. I familiari. Un sentito grazie a... DALL’ITALIA Come l’erba i nostri giorni passano: tu, Signore, sei per sempre. Lo ricordano sempre con tanto affetto la moglie Livia, le figlie Mirella e Claudia, i nipoti, la sorella, i generi e la cognata. ne) 20 ricordando con affet- to i nonni Virginia e Virgilio Russignan e Paola e Antonio Vascotto Albino Penso (Ronchi/GO) 40 ricordando i genitori An- tonio e Aurelia e la zia Alma Rusconi Silvia Depase (Grado) 50 Giuseppina e Maria Lu- gnani (Lodi) 100 in ricordo dei familiari defunti Mariucci Ulcigrai (cica) (Monfalcone) 50 in ricordo del marito Giovanni Depase, dei genitori e del fratello Piero &DUPHOD &KLFFR FRQ L ¿JOL Marisa e Roberto e i familia- ri tutti (Monfalcone) 30 in ri- cordo del marito e papà Mario Drioli Nicolò Mario Bressan (S.Giorgio di Nogaro /UD) 25 in memoria dei genitori Ni- colò e Giuditta Stocovaz e dei fratelli Enrico, Regina, Anita, Bruno e Luigi Severina Lipira (Gorgon- zola/MI) 50 in memoria di tut- ti i cari defunti La famiglia (Capriva/UD) 50 in ricordo di Neri Drioli nel primo anniversario della scomparsa Silvia Depase (Grado) 50 Giuseppina e Maria Lu- gnani (Lodi) 100 in ricordo dei familiari defunti DA TRIESTE PRO ISOLA NOSTRA Un affettuoso pensiero anche per la sorella Loredana. Ci manca da troppi anni ma è sempre presente nei nostri cuori. Il fratello Lucio insieme ai familiari. Attilio Pugliese n. 6.7.1910 m. 26.6.1985 Maria Grazia Musa (Igle- sias) 100 in ricordo del marito Silvano Vascotto Eliana Dellore (Roma) 20 in memoria dei cari defunti Fabio Ricasoli (Genzano di Roma) 50 Italo Dagri (Arcisate/VA) 30 Mirella Bacci (Milano) 30 in ricordo dei genitori Pietro e Antonia Degrassi (YHOLQR 3XJOLHVH FRQ LO ¿- glio Marino (Monfalcone) 50 ricordando con tanto amore la cara moglie e mamma Maria Pecchiar, recentemente scom- parsa Romana e Piero Corsi 50 ricordando con tanto affetto la cara cognata Maria Pecchiar Franca Menis (Monza) 50 in ricordo dei nostri cari de- funti I familiari (Monfalcone) 100 ricordando Lidia, Gabriele, Antonio, Paola, Gisella e Gio- vanni delle famiglie Delise e Vascotto Silvia e Gigliola con i fa- miliari (Pieris) 80 in ricordo dei genitori Virginia e Virgilio Russignan Gli amici della Pullino 80 in occasione del pellegrinaggio di Pasqua a Strugnano Quintilio Russignan 50 in occasione del suo 90° comple- anno Nivia e Giorgio 20 in occa- sione del 55° anniversario di matrimonio della sorella Anita Vascotto e di Lino Brigadini Fabio Moscolin 30 in occa- sione del primo compleanno dei nipotini Sebastiano ed Elia Luciano Carlin (San Dorli- go) 50 PRO PULLINO Bruno Derossi (balego) € 50 Gli (ex) sessantenni € 50 in occasione del loro annua- le incontro conviviale Gli ex-sessantenni 50 in oc- casione del loro incontro an- nuale I familiari, nipoti e proni- poti 50 per festeggiare i 99 anni di nonna Antonietta Dan- dri ved. Goina Mariucci Goina Zuanelli 20 in ricordo del genero Lillo Miduri Antonio Russignan € 200 Corinno Carboni con i fa- miliari (Duino) 30 in ricordo dei cari genitori Mariano e Anna Pozzetto Edilio, Pino, Edilia, Bruno e Attilio con i familiari 250 in memoria del caro Nino Troian (batistìn) Graziella Ulcigrai (Mug- gia) 20 in memoria dei defunti Giovanni e Maria Lorenzo Vatta 25 Piero Benussi 10 Quintilio e Nada 50 ricor- dando i rispettivi genitori For- tunato e Caterina Russignan e Giovanni e Vittoria Degrassi Nerina Bologna 50 in ricor- do dei defunti delle famiglie Bologna e Ramani Licerio Lippi 100 ricordan- GR LO ¿JOLR$OIUHGR L JHQLWRUL Arturo ed Elena, la suocera Francesca Fischer e tutti i fa- miliari defunti Laura Carboni 70 in ricordo dei genitori Salvatore ed Adele e della sorella Salve N/N 50 in ricordo di Mario Bianca e Piero Dudine 50 LQ ULFRUGR GHOO¶DGRUDWR ¿JOLR Franco Luciano Stancich 50 in ri- cordo dei genitori Giovanni ed Emilia e del fratello Giovanni (Bruno) Francesco Beltrame 40 in memoria dei genitori e di tutti i cari defunti Lucia Degrassi 20 in memo- ria del marito Libero Parma Antonio Dudine (Isola) 30 in ricordo dei cari genitori Francesco e Fausta Claudio e Liliana Degrassi 50 ricordando tutti i cari fami- liari defunti Liliana Degrassi 10 ricor- dando il caro cugino Nevio Degrassi Liliana Degrassi 10 in ricor- do della cara amica Lucia De- grassi ved. Bulgarelli Alida Giovannini 20 in me- moria dei cari defunti Nadia Derossi 20 in memo- ria dei familiari defunti DALL’ESTERO Lucio Degrassi (paradiso) (USA) $ 50 Mario e Maria Russignan (USA) € 30 Luciano e Annemarie Degrassi (Germania) € 50 in ricor- GRGHOFDUR¿JOLR)UDQFR$QWRQLR %UXQR9DVFRWWRFRQL¿JOL*LDQ/XLJLH%UXQDin ricordo della cara moglie e mamma Aristea Costanzo Romilda Costanzo (Australia) $ 50 ricordando con amore LO¿JOLR0DULQRHLOPDULWR/LEHUR Romilda Costanzo $ 30 ricordando i cari genitori Romano Degrassi e Maria Sau Romilda Costanzo $ 40 ULFRUGDQGROHVRUHOOH6LOYDQDH,ROH e i cognati Bruno Davanzo e Romualdo Beltrame Romilda Costanzo $ 30 con un caro ricordo dell’amico Tullio Bordato Zora Dudine (Australia) $ 50 in ricordo del caro marito Giovanni Dudine , dei suoceri Pina e Giovanni e dei cognati Maria e Pepi Nives Zaro $ 100 (Australia) ricordando caramente l’a- mato marito Albino Degrassi e tutti i familiari delle famiglie Zaro e Degrassi Gianna Fradel (Australia) $ 50 in memoria dei cari defunti Luigia Zaro (Australia) $ 50 ricordando il marito Luciano Mitteregger Antonia e Livio Chicco (Australia) $ 100 in memoria del marito e papà Albino e di tutti i nonni e zii defunti Francesco Degrassi e famiglia (USA) $ 100 3LQD*LDQLFRQOD¿JOLD/XFLDQD$XVWUDOLDin me- PRULD GHO PDULWR H SDSj /XFLDQR .RQREHOM H GHL JHQLWRUL H nonni Antonio e Santa Giani Sergio Costanzo (Australia) € 30 in ricordo dei genitori Emilio ed Anna Gianna Moratto Clai (USA) $ 80 Elvio Chelleri (manestra) (Canada) $ 50 in ricordo dei genitori Giusto e Giuseppina e della sorella Armida Claudio e Gianpaolo Va- scotto 30 in ricordo dei geni- tori Dina e Raffaele Olivo Knez (Isola) 50 in ricordo del nipote Mario e dell’amico Francesco Vascotto (saco) Libero Giorgesi 20 ricor- dando il fratello Nino Bruno e Valerio Menis 30 in memoria dei genitori Salvato- re e Maria Zaro Rosita e Gino Vascotto 50 in ricordo di Armida Vascotto Chelleri, recentemente scom- parsa a Toronto Rosita e Gino Vascotto 50 in ricordo della cara Marisa Bologna Annamaria Menis 20 ricor- dando il marito, il papà e i fa- miliari tutti Ucci Colomban 50 in me- moria del marito Mario Bessi, dei genitori Lucia e Giovanni e dei suoceri Emilia e Augusto Bessi N.T. - € 20 Ferruccio Delise 30 in ri- cordo dei genitori Maria e Giovanni e di tutti i familiari defunti Fabio Millovich 30 ricor- GDQGR L JHQLWRUL ,UPD H 0DU- cello e lo zio Mario Ennio Drioli 100 in ricordo GHL JHQLWRUL $UPDQGR H ,UPD Russignan Adriana con Marco e Luca 50 ricordando con immutato affetto il marito e papà Nino Vascotto (+ 15 giugno 2005) Oscar e Liliana Michelich 25 in memoria della mamma Cesira Colomban $GD)UDJLDFRPRFRQL¿JOL 50 in ricordo del marito e papà Giovanni (Bruno) e di tutti i cari defunti Nadia Zaro 20 in memoria dei cari defunti Adalberto Goina 20 in me- moria dei cari defunti Famiglia Colomban 20 ri- cordando il caro Albino Maria Goina 20 in ricordo del marito Giovanni Felluga Licia Bologna 60 in ricordo della cara mamma Palmira De- grassi ved. Bologna Lida Goina Perentin 40 in memoria dei cari defunti Bruno e Lucia Degrassi 50 ricordando tutti i cari defunti I genitori Emilio e Maria- pia, la sorella Donatella e il nipote Alessandro 30 ricor- dando con struggente amore il caro Fabio Felluga a 17 anni dalla sua scomparsa ,O ¿JOLR (PLOLR FRQ 0DULD- pia e la nipote Donatella 20 ricordando con tanto affetto i genitori Luigi ed Elena Fellu- ga /D¿JOLD0DULDSLDFRQ(PL- lio e la nipote Donatella 20 ricordando con tanto affetto i genitori Antonio e Giorgina Degrassi La sorella Mariapia con Emilio, Donatella e Alessan- dro 20 ricordando con affetto il fratello Antonio Degrassi I cugini Mariapia, Emilio e Donatella Felluga 10 ri- cordando caramente il cugino Giordano Zucca Lucio Chiaselotti 50 ricor- dando la mamma Palmira De- grassi e la sorella Loredana Bruna Giani con Sandro 30 in memoria del marito e papà Dino Palci Bruna Giani 20 in memo- ria della sorella Bianca e della suocera Giuseppina Degrassi Marino, Claudio e Gianna Bettoso con i familiari 50 ri- cordando i cari genitori Mario e Caterina Felluga Livia Degrassi 30 in ricordo del marito Attilio Pugliese Antonia Chicco 25 in ricor- do del marito Anteo Bologna e dei genitori Giuseppe e Maria Lucia Degrassi 50 in ricordo del marito Olivo e dei suoceri Antonio e Giuseppina Maria Degrassi con il fra- tello Giuliano e familiari 30 in ricordo dei genitori Libero e Novella Antonietto Dandri 40 ricor- dando la moglie Anita e tutti i cari defunti Lida Cocian 50 in memoria del marito Bortolo Degrassi, dei genitori e dei suoceri Paolo Ulcigrai 50 in ricordo del papà Vinicio e dei nonni Mario e Norma Adriana Viezzoli 20 in ri- cordo della mamma Giovanna Parma e della sorella Mariella Licia Milloch 25 ricordando il marito Lucio Troian Nevio Ruzzier 20 in ricordo della mamma Lina Giassi Italo Delise 50 Rodolfo e Stelio Bettoso 50 in ricordo dei genitori Giustina e Gildo Livio Degrassi 30 in memo- ria dei familiari defunti Il nostro grazie a tutti gli isolani che con la loro ge- nerosità permette – speria- mo ancora per molto tem- po – la pubblicazione di Isola Nostra e il manteni- mento in vita della nostra Comunità. Ancora grazie. ,VROD±6RQRTXDVLVHVVDQWDOHEDPELQHFKH±JUHPELXOHURVDHFROOHWWRELDQFRLQTXHOO¶DQQRIUHTXHQWDYDQRO¶DVLOR³6DQ/XLJL´GL,VRODFRQOHDPRUHYROLFXUHGHOOH3LFFROH 6XRUHGHOOD6DFUD)DPLJOLD$GHVWUDWUDGXHFRQVRUHOOHVXRU%LDQFDODXUDFKHQHOGRYUjDEEDQGRQDUH,VRODSHUXOWLPDDVVLHPHDVXRU$QJLROHWWD(foto di Almira Degrassi)