OROMIS E IL MONDO DEI COLORI
FIABA DEL LABORATORIO RACCONTARTE 2006/07
Oromis e il mondo dei colori
Fiaba creata dai ragazzi del laboratorio “RaccontArte 06/07”
Scuola Media Statale Franceschi-Quasimodo, sede Franceschi
prof.Francesca Amendola (ed.Artistica) e prof. Elisabetta Merolla (lettere)
PROLOGO – the goldfish – Marco
Oromis, il pesce d’oro della
leggenda, stava nuotando
nelle profondità.
Tutti i pesci colorati degli
oceani erano intorno a lui in
un vortice danzante.
Tutti sapevano che Oromis
avrebbe avuto una grande
missione da compiere.
La sua luce illuminava il colore spento degli altri pesci mentre
le alghe azzurre brillavano nel blu del fondo marino.
Le scaglie dorate di Oromis e le sue pinne rosso oro si
muovevano con agilità, il suo occhio risplendeva di tutta la
saggezza di chi ha navigato a lungo nei mari; Oromis sentiva
che stava per accadere qualcosa di terribile.
Si mise a nuotare d’istinto senza sapere bene il motivo.
Veloce, ancora più veloce, nuotava per raggiungere la sua
baia.
La baia in cui molto tempo prima era nato.
All’improvviso si trovò al
buio.
C’era solo il buio attorno a
lui.
L’oscurità
avanzava
velocemente e Oromis
aveva
poco
tempo;
nonostante i suoi sforzi il
buio era troppo veloce.
Spinse le sue pinne fino allo
stremo e finalmente riuscì a raggiungere la spiaggia.
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Capitolo1 – Chiaro di luna - Elisabetta
La luna, che illuminava
la notte, aspettava un
piccolo pesce di nome
Oromis.
Da lì a poco ecco
uscire dall’acqua ormai
completamente scura
una sagoma.
Spossato, Oromis disse
tra sé:
”Appena in tempo….
Sta succedendo qualcosa di terrificante, me lo sento….”
E non si accorse della lenta trasformazione che stava
subendo.
Sentì una voce che lo chiamava:
”Oromis, ti aspettavo, non c’è tempo da perdere! Presto vieni
sotto il mio raggio e ascolta.”
Il pesce si girò e vide una grande luna luminosa.
Era frastornato, ma allo stesso
tempo attratto da quella luce.
La luna disse:
”Il mondo dei colori è in grave
pericolo. Il nero vuole inghiottirli
tutti, è impazzito, si crede
superiore a tutti gli altri colori
perché può cancellarli……e lo
farà!!”
“Come posso impedirlo sono solo
un pesce!?!” chiese Oromis.
“Grazie al mio aiuto, al tuo
coraggio e alla tua generosità
riuscirai a sconfiggere il Nero.
E’ in gioco la sopravvivenza della fantasia.
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Segui i miei consigli e tutto
andrà bene” rispose la
luna.
“D’accordo!” fece Oromis
un po’ preoccupato.
La luna continuò:”Dovrai
liberare la donna col fiore,
lei custodisce la magia che
può fermare il Nero.”
“Come posso fare?…..Io ho
sempre
vissuto
nelle
profondità e non conosco
gli altri ambienti”
“ Per fare ciò, ti aiuteranno un cavallo e delle colombe, ma
prima
dovrai
liberarle
e
convincerle ad aiutarti. Mi
raccomando, fai in fretta, il Nero
sta ricoprendo tutto il mondo per
impedirti di liberarli!”
Oromis
era
ancora
molto
dubbioso e la luna aggiunse:
”Guarda il tuo corpo, non sei più
pesce. Grazie ai raggi che hai
assorbito ora, potrai trasformarti
all’occorrenza
in
uomo
e
viceversa”.
Rassicurato da quelle parole
Oromis si addormentò sulla
spiaggia mentre la luna calava
per dare spazio ad un nuovo giorno.
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Capitolo 2 – Il Grido – Davide
Dormì tutto il giorno e si
svegliò mentre il sole
stava tramontando.
Incominciò a camminare
vicino all’acqua la sua
mente era piena di
pensieri:
”Chissà
per
quanto
tempo rimarrò uomo?
Riuscirò a convincere il
cavallo e le colombe ad
aiutarmi? Dove sarà prigioniera la donna col fiore?”
Questi ed altri ancora erano i dubbi del nostro eroe.
Il sole era ormai calato, il cielo era giallo arancione, l’erba del
prato era verde scuro e l’acqua aveva sfumature di nero e di
blu, la schiuma delle onde, che si frangevano sugli scogli, era
biancastra.
Sembrava quasi che la natura
giocasse con i colori.
All’improvviso la terra e il mare
iniziarono a scurirsi, Oromis si
accorse che due uomini neri lo
stavano
seguendo
in
lontananza.
Preso dalla paura, iniziò a
gridare invano:
”Luna! Luna! Aiuto!”
Il paesaggio tutt’intorno stava
diventando nero.
“Pesciioliinooo, chi chiami,
pesciolino? Non vedi che sei
solo!” fece il primo con tono
strafottente.
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“Dove corri pesciolino? Non hai ancora capito che non c’è
scampo…..ti aspetta solo l’olio per la frittura!!!!”urlò l’altro e i
due cominciarono a ridere sguaiatamente.
Si avvicinavano velocemente e più si
avvicinavano, più sembrava ad
Oromis che i due cambiassero forma.
Era come se i due individui si
abbracciassero e da quella scura
sagoma ne scaturisse un’altra.
Era agghiacciante, i due ceffi
stavano
assumendo
un
altro corpo:
a metà tra
un cane
ed
un
uomo.
Oromis
non
aveva mai visto nulla di così
mostruoso,
nemmeno
nelle profondità degli
abissi dove trovano
riposo
i
Gran
Calamari.
Ecco diventare tutto
più
chiaro alla sua vista….
non ne
era certo, perché non lo
aveva
mai visto, ma dai racconti sentiti
nei
mari
doveva essere proprio lui quella
orrenda
creatura: il diavolo.
“Chi sei?”chiese Oromis
“Non fare il finto tonto, lisca di pesce! Sai benissimo chi sono.
La mia fama ha raggiunto tutti gli angoli del mondo: terrestre
e marino. Sono colui che può tutto e che tutti temono”
“Sei il diavolo! Un codardo!”
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“Ah, Ah, Ah, stai morendo di paura! Mi sei simpatico perciò
non ti cancellerò con il nero per il momento. Unisciti a me e ti
renderò invincibile”
“Mi renderai tuo schiavo! Non mi incanti….lascia questo
mondo e libera il Nero dal tuo maleficio”
“Stupido!!!!”urlò il diavolo digrignando i suoi lunghi denti
“Questo mondo è spacciato e tu farai la stessa fine. Come
credi di battermi? Ovunque andrai troverai il Nero e quella
che tu credi ti possa aiutare, sì….proprio lei …..la dolce luce
che accarezza tutti quegli ignobili esseri è già inghiottita nel
buio!! AH, AH, AH!!!”
“Ho un compito da svolgere e
finchè avrò acqua nelle vene
non
mi
arrenderò!”replicò
Oromis, intanto il diavolo aveva
già allungato verso di lui una
zampa nera che stava per
afferrarlo,quando,
come
d’istinto, Oromis si gettò giù dal
ponte e appena toccata
l’acqua tornò ad essere pesce.
“Per un pelo” pensava Oromis “sono salvo ma per quanto
tempo riuscirò a sfuggirgli?”
Nel frattempo nuotava libero seguendo una piccola
corrente d’acqua ancora rimasta azzurra.
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Scena 4 – Il diavolo –Davide
Il diavolo era nero, era
mezzo uomo e mezzo
cane.
Aveva la testa da uomo, la
bocca
aperta
sempre
pronta
ad
inghiottire
qualsiasi
cosa
lo
ostacolasse e la lingua
fuori, il naso era piccolo ma
aveva un olfatto sviluppato
che gli permetteva di sentire qualsiasi odore, gli occhi furbi e
spietati.
Del cane aveva le zampe e la coda molto corta, che
funzionava come un radar infatti gli serviva per orientarsi.
Il corpo era gigantesco e ricoperto di molte cicatrici da dove
usciva sangue mezzo nero e mezzo rosso.
Si diceva che il diavolo per sfamarsi, quando aveva finito di
cancellare un mondo, usava leccare il sangue e così riusciva
a diventare più forte
Scena 5 - Alexandra
La corrente d’acqua azzurra
scomparve ed Oromis fu costretto
ad uscire dall’acqua, tornando
così uomo.
Mentre risaliva la riva, vide
davanti a sé una chiesa e pensò
di essere salvo dal Nero.
Entrò nella chiesa e rimase
stupefatto dallo spettacolo.
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Le vetrate della finestra avevano riempito la sala di mille
colori.
“Che meraviglia! Non lascerò che
questo posto meraviglioso divenga
senza colore. Il nero non riuscirà a
cancellarlo.” pensò Oromis.
Si accorse poi che un raggio di luce
chiara stava illuminando la porta dietro
di lui e subito riconobbe la luce della
luna. Oromis si mise a seguire il raggio
che lo portava verso un prato vicino al
fiume da dove era uscito.
Lì pascolava un bellissimo cavallo,
Oromis avanzava guardingo ma il
cavallo non si faceva avvicinare e cominciò a correre
impaurito.
Scena 6-Il cavallo- Christian
Il cavallo non riusciva a
tranquillizzarsi.
Aveva bisogno dei fiori gialli per
impedire
al
Nero
di
sottometterlo.
Oromis, senza saperlo, era
ancora avvolto dalla luce della
luna e il cavallo, appena se ne
rese conto, si rivolse a lui
dicendo:
“Ho bisogno del tuo aiuto. E’ molto tempo che non mangio e
sono sfinito. Il Buio ha coperto tutto il verde. Ho bisogno dei
fiori gialli per riuscire a sopravvivere e per aiutarti a compiere il
tuo destino, Oromis”
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Oromis non si stupì che il cavallo sapesse il suo nome e gli
rispose:
“Ti aiuterò a trovare il tuo cibo e insieme impediremo al
diavolo di cancellare il nostro mondo. Ma ora dimmi come ha
fatto a cancellare il Verde ”
Scena 7-Il Clown- Valentin
Il cavallo cominciò:
”C’era una volta un clown che
divenne un servo del diavolo
in cambio dell’immortalità.
Il diavolo lo rese molto
potente.
Il clown poteva infatti creare il
buio.
Il suo potere era quello di
assorbire i colori necessari per
sopravvivere.
Egli è tutto ricoperto di macchie rosse, ma non ti devi far
ingannare
dall’apparenza
gioiosa.
Il clown è un temibile nemico.
Un giorno il diavolo gli ordinò di
fermare te, Oromis.
Sapeva che mi stavi cercando.”
Mentre il cavallo stava finendo il
racconto, il clown, avvisato dal
Diavolo, si spostò attraverso il
fiume nero e, uscito fuori
dall’acqua, vide nel prato
Oromis e il cavallo.
Subito la chiesa divenne nera., il
cavallo si imbizzarrì e riprese a
correre,ma Oromis fermò il buio
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grazie alla luce e ai colori assorbiti nella chiesa.
Allora il clown cambiò tattica e scatenò una bufera di neve
bianchissima che quasi congelò il cavallo e annullò il potere
della luce.
Scena 8 – i fiori magici –
Maura
Il cavallo era bloccato dal
freddo ma con le ultime
forze rimaste disse ad
Oromis:
“Corri a prendere i fiori, così
potremmo salvarci!”
I fiori gialli si trovavano
dentro un vaso in una
stanza segreta.
Oromis, grazie alla luce che
gli indicò il passaggio
segreto, riuscì a trovare la
stanza.
Era una camera molto
bella e colorata, al centro
c’era un tavolino con un
grande vaso e finalmente
vide i fiori.
Oromis prese i fiori e a fatica, a causa della neve, raggiunse il
cavallo e glieli diede.
Poco dopo il cavallo riuscì a muoversi e disse ad Oromis:
” Salta su, siamo rimasti bloccati qui già per troppo tempo.”
Come per magia il cavallo cominciò a volare fra le nuvole
sopra la bufera.
Oromis era salvo e si sentiva più fiducioso della buona riuscita
dell’impresa.
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Scena 9-Le colombe- Achille
Stanchi del viaggio Oromis e il cavallo si fermarono vicino al
mare.
Oromis non riusciva a resistere alla sua natura di pesce e,
mentre il cavallo pascolava, lui si gettava in acqua, felice di
tornare ad essere pesce.
Finito il bagno, si sdraiò sulla spiaggia e sentì un canto divino.
Incuriosito, si mise a seguire la melodia e vide due colombe.
Le osservava e cominciava ad ascoltare il canto con più
attenzione.
“Siamo colombe e siam belle
siamo figlie delle stelle
Nella stanza gialla e blu
Son nascosti e li prenderai tu
Due frutti mangerem
E finalmente ci libererem
Attenzione tu farai
Gli inganni troverai”
Oromis capì che per salvarle,
avrebbe dovuto prendere due
frutti magici per darli alle
colombe.
In cambio loro lo aiuteranno a
trovare la donna col fiore.
Oromis decise di consultarsi con il
cavallo e insieme si avviarono
verso la casa gialla e blu.
Oromis pensava :
”Devo stare molto attento, da quello che mi hanno detto le
colombe e il cavallo ho solo una possibilità per prendere i frutti
giusti. All’interno ogni cosa è gialla o blu e si è appiattita
come se fosse dipinta sul muro. Se dovessi sbagliare, anche
questi frutti magici diventerebbero parte delle decorazioni
della parete e tutto sarebbe perduto”
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Scena 10-La stanza gialla - Jessica
Nel frattempo era arrivato alla casa.
Era enorme, ma appena aprì la porta
si ritrovò in una stanza molto piccola.
Nella stanza, metà blu e metà gialla
mancava il rosso, Oromis si rese conto
che il piano del diavolo stava
avendo un effetto devastante sul
mondo
dei
colori
perché
la
scomparsa del Rosso avrebbe reso
ancora più difficile la sua prova.
Al centro della stanza c’era un
tavolo giallo.
Sul tavolo c’erano appoggiati degli
oggetti: un calice col vino e
una tazza con la cioccolata
ed alcuni frutti, tre limoni e tre
angurie.
Una delle colombe, che
avevano seguito Oromis nella
casa, si appoggiò sul tavolo e
diventò verde, poi si trasformò
in una tazza di tè, verde,
naturalmente.
Spaventata, l’altra colomba
disse a Oromis:
”Oh ,cos’è successo alla mia
amica?”
Oromis si avvicinò al tavolo
che cambiò colore e divenne
giallo, prese la tazza e vide
imprigionata la colomba nella tazza.
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Con un fil di voce la poverina gli disse:
“Se attenzione tu farai,
giallo non diventerai
e la libertà mi ridarai”
Scena 11 – i due
Saltimbanchi - Erik
Preso da questi meravigliosi
avvenimenti, il nostro eroe
non si era accorto di due
losche figure che non erano
appiattite contro il muro.
Accanto al tavolo c’erano
seduti due saltimbanchi,
che giocavano a carte.
I due erano delle spie del
diavolo,
mandati
lì
a
controllare la casa ed ad
ostacolare Oromis.
Uno dei due disse:
“Sei un ridicolo pagliaccio”
e Oromis rispose
“Io un pagliaccio? Semmai
lo siete voi.”
L’altro allora ribattè:
”Ma che dici? Ti spacco in due brutto
pesce puzzolente, se hai il coraggio
combatti”.
Subito i due saltimbanchi cambiarono la
loro pelle da gialla a verde e la stanza
cominciò a girare su sé stessa sempre più
forte di modo che tutti gli oggetti si
mescolarono e divennero una grande
macchia.
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Oromis si spaventò, non riusciva più a distinguere i frutti magici
allora il cavallo iniziò a volare sopra la stanza e gli oggetti
ritornarono al loro posto.
I due saltimbanchi erano scomparsi e Oromis un po’ titubante
afferrò due frutti gialli e verdi.
Uno lo diede alla colomba sopravvissuta e l’altro lo gettò nella
tazza, liberando così la seconda colomba.
Scena 12 – Il Labirinto Raquel -Tahyza
La terra cominciò a tremare, il cielo si oscurò, un lampo colpì il
tetto della casa e in meno di un secondo il diavolo, ululante,
apparve.
Spaventato, Oromis saltò sul cavallo e
disse:
“O colombelle
figlie delle stelle
aiutate questo pesce
che non sa come si esce
mostrate la via
e da qui portatemi via”.
Le colombe si alzarono in volo per
indicare la strada ad Oromis.
Una luce squarciava il buio, le colombe
erano guidate da una dolce melodia: il
canto della Donna col fiore.
Passato un po’ di tempo, le colombe scesero a terra e Oromis
si fermò davanti alla porta di
un labirinto.
Il diavolo era ancora dietro di
loro e stava guadagnando
terreno.
Le
colombe
allora
si
trasformarono
in
luce
splendente e diedero vita ad
un arcobaleno che fece
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scomparire il diavolo.
Subito dopo, l’arcobaleno ritornò ad essere colombe, una
delle due cominciò:
”Oromis, a te dobbiam la vita
grate ti sarem
e da qui ce ne andrem
ma attento esser dovrai
se i color salvar vorrai”
“Seguir il canto dovrai
e la donna troverai
se attento al grigio sarai
salvo dal labirinto uscirai” continuò la
seconda.
Detto questo le colombe spiccarono
il volo lasciando Oromis mentre stava
entrando nel labirinto.
Scena 13 – la Donna con Fiore - Oussama
Un dolce canto guidava Oromis verso il centro del labirinto.
Pochi vi erano entrati e nessuno era riuscito ad uscirne.
Il labirinto era molto grande e pieno di insidie ma Oromis era
pronto a tutto.
Mentre camminava attento a seguire la melodia, Oromis alzò
gli occhi da terra e vide muri grigi, alti e lisci, più in lontananza
vide alberi altissimi dalle strane forme.
Oromis, preso dalla curiosità,
appoggiò la mano sul muro e
sentì una forte scossa che lo
fece tremare tutto.
Era paralizzato dalla paura, non
riusciva più a sentire il canto e
ciò avrebbe significato non
riuscire a trovare la strada.
Improvvisamente
vide
un
gruppo di ragazze danzanti che
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gli diceva:
”Vieni con noi, siamo le colombe, ti indicheremo la strada”.
Le ragazze lo condussero al centro del labirinto, dove si
trovava prigioniera la donna col fiore.
Era molto triste perché pensava che ormai per i colori non ci
fosse più alcuna speranza.
Oromis la vide e pensò:
”E’ bellissima”, disse:“Come ti
chiami?”
La donna rispose
“Jasmine e tu?”
“Sono
Oromis,
vivo
nelle
profondità degli oceani e sono
venuto per liberarti. Mi ha
mandato la luna perché il mondo
dei colori è in grave pericolo”
La
ragazza
lo
guardò
attentamente e si accorse che
Oromis era avvolto dalla luce della
luna, allora disse:
”Ti credo, non sei un altro inganno
del diavolo. Vedo in te risplendere la luce.”
Oromis la prese per mano e la accompagnò fuori dal labirinto.
Il cielo era ancora scuro e si sentivano versi disumani in
lontananza.
Scena 14 – la pioggia di colori Andrea
Oromis e Jasmine si trovarono davanti
il diavolo.
Era grosso e terrificante, apriva la
bocca come per sbranarli e stava già
afferrandoli con una zampa quando la
ragazza si tolse dai capelli un piccolo
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fiore e lo lanciò in aria per poi lasciarlo cadere a terra.
Subito dal cielo cadde una
pioggia di colori che iniziò a
colpire il diavolo, ferendolo a
morte.
All’udire i latrati del diavolo
accorsero in suo aiuto il
clown e i saltimbanchi ma tutto fu inutile.
Diavolo, clown e saltimbanchi vennero annientati dai colori e
seppelliti all’inferno.
Il nero fu liberato dal maleficio satanico e venne riaccolto
dagli altri colori...
Oromis e la bella Jasmine si
sposarono e vissero felici e
contenti nel fondale marino.
Nel mare pieno di colori ,di
piante e coralli ancora si
raccontano le avventure di
Oromis.
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RACCONTARTE
E’ UN PROGETTO NATO DURANTE LA COMPRESENZA DI ARTE E
IMMAGINE E ITALIANO, NEL LABORATORIO DELLA SCUOLA
MEDIA FRANCESCHI DI MILANO,
A.S. 2006-07
La fiaba è stata interamente ideata dai ragazzi, con la supervisione
delle insegnanti.
Gli autori:
Gli alunni di prima e seconda media iscritti al laboratorio opzionale del
mercoledì pomeriggio a.s. 2006/07
Le insegnanti:
Francesca Amendola e Elisabetta Merolla
Al libretto è associata la produzione di un Film realizzato con le
immagini, i testi e le voci dei ragazzi del laboratorio
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Oromis e il mondo dei colori