...PARLIAMONE INSIEME... 1 Parliamone insieme NUMERO NOVEMBRE 103 2006 SITO PARROCCHIA: WWW.PARROCCHIE.IT/VETRALLA/SANTAMARIADELSOCCORSO Redazione: Parrocchia S. Maria del Soccorso, Via S. Angelo n. 2, Cura (VT) - Direttore: Don Domenico Pieracci - Direttore responsabile: Don Domenico Pieracci - Autorizzazione: Tribunale di Viterbo in data 02-03-90 Iscrizione al n. 357 del Registro Stampa - Sped. in A.P. comma 20/c art. 2 Legge 662/96 Filiale P.T. di Viterbo - Stampa PalGraf tel. 0761.370817 Vitorchiano (VT) - Distribuzione gratuita. ★ ★ ★ Natale ★ Luce di speranza Ancora l’umanità, come in quella notte santa, è avvolta da tante tenebre che nascondono le bellezze del creato e della vita! Ancora gli uomini, come in quella notte, avvolti dal sonno – presagio di morte – sono in attesa di una luce che illumini il loro cammino futuro. Tutti percepiscono che giorno dopo giorno, la speranza di una vita migliore diminuisce. Ancora tante persone come le pecore, in quella notte si trovano ad aspettare con rassegnazione l’una accanto all’altra, qualche pastore che si curi sinceramente del loro bene; ma si ritrovano ogni mattina ad essere sfruttati da gli altri che li illudono con promesse di vita, e li usano sempre di più per i loro interessi. Ancora tanti come pecore aspettano all’alba che la voce dolce di un Pastore Buono li svegli per condurli a pascoli ubertosi, ma ogni mattino sono terrorizzati dalla voce falsa dei mercenari dai quali si sentono sempre più traditi e indifesi. Ancora oggi sale verso il cielo il grido pieno di speranza: “ Apritevi cieli e fate scendere il Salvatore!” E’ il grido di coloro che non si arrendono a vivere nelle tenebre, non si rassegnano a vivere senza senso e senza luce. Ancora una volta – su questa umanità – risuona l’annuncio gioioso di una promessa mantenuta, e della venuta del dono atteso che può portare all’uomo la vita vera e la speranza per un futuro diverso. Ecco ancora il grido di gioia che percorre la terra: “E’ nato per voi il Salvatore che è il Signore”. L’uomo ora ha la luce che vince le tenebre, anche se sono ancora tante, ha la Luce che illumina il cammino della vita, anche se le tenebre continueranno ad ostacolarlo facendogli guerra. L’uomo ora può uscire sicuro dal recinto della sua prigione non solo con le sue forze ma accompagnato dal Buon Pastore che è ve- ★ ★ nuto non per sfruttare la vita delle pecore ma per dare la sua per il bene totale di ciascuna. Ora gli viene dato il segreto per affrontare la fatica del cammino: l’Amore incarnato in questo Bambino che vince la morte. L’uomo ora ha la sicurezza che la speranza di una vita diversa non potrà essere spenta neppure dalla morte, perché quella vita donata è la vita di Dio. Ora l’uomo, non è più solo nel cammino, c’è il Signore con lui che si è fatto Emmanuele per lui. L’augurio di Bon Natale, è accogliere e lasciarci amare da questo Bambino e scuoterci dal torpore delle tenebre, dell’immobilismo, riprendere speranza. Ci viene data la Luce di Dio che è Vita, per illuminare il futuro e la vita. Dio stesso è entrato nella storia degli uomini, affinché nessuno si senta solo e disperato. Ancora una volta il coro angelico lancia per gli spazi celesti l’invito a tutti: “Andate..troverete…” Beati coloro che crederanno a questo annuncio e risponderanno a questo invito: troveranno – come quella notte i pastori della Giudea – la Luce e la Speranza. Don Domenico 2 ...PARLIAMONE INSIEME... Festa S. Maria del Soccorso (Come ogni anno riportiamo l’omelia del parroco che vuole essere impegno pastorale per tutto l’anno) Anche quest’anno, con la gioia nel cuore, abbiamo festeggiato la nostra Mamma celeste invocandola col dolce titolo di “Madonna del Soccorso”. La festa di una persona è sempre uno scambio di amore reciproco e come ogni anno ci mettiamo in ascolto di quanto la “mamma” vorrà dirci e ci impegniamo di realizzare, come ci sarà possibile, i suoi desideri. Sento che in questa festa la Mamma Celeste ci invita ad accogliere l’impegno che la chiesa Italiana, nel convegno di Verona, consegnerà a tutti noi: “Testimoniare la speranza nel Cristo Risorto”. La speranza è l’anelito e l’impegno per qualcosa di più grande, di più bello, di più buono e di questo, oggi più che mai, la nostra società ha bisogno di questo valore. Il relativismo imperante che porta ognuno a chiudersi in se stesso col proprio “io” e a vivere solo il presente in una dimensione egoistica e il nichelismo dilagante che offusca il cammino della storia proiettandola verso una catastrofe finale, verso il nulla, togliendo all’umanità ogni speranza, reclama con urgenza una speranza superiore. Solo dalla certezza del Cristo Risorto viene la luce che proietta la storia al di la di se stessa verso una pienezza di pace e assicura che la vita di ciascuno tende alla piena comunione con l’Infinito…. Maria ci chiama a portare e testimoniare le speranza, ma con quali garanzie possiamo presentarci al mondo per ravvivare la speranza? Ce lo dice S. Paolo:con la “follia della croce” “i giudei chiedono i miracoli, i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani” (i Cor. 1,18) E’ per la Sua morte, che la morte è stata sconfitta e per la sua vittoria sulla morte con la sua Risurrezione che sulle tenebre del mondo è rifulsa la luce della nuova speranza. Cristo ci ha mandati messaggeri di speranza in tutto il mondo con la forza del suo “Spirito” e con la protezione della sua Mamma. Maria è diventata sotto la croce nostra mamma e nostra speranza. Lo abbiamo sperimentato tutti, nei momenti più cupi del dolore, nelle situazioni più disperate c’è sempre una sicurezza alla quale siamo portati ad ag- grapparci: la mamma! Le labbra, tra gli spasmi della carne o le sofferenza dello spirito sanno solo pronunciare una invocazione “mamma” e la mamma è sempre l’invocazione della speranza Maria con il messaggio di Verona ci invita a testimoniare la speranza in alcuni ambiti della vita sociale i cui valori oggi vengono offuscati e travolti delle forze del male. Il primo ambito è la testimonianza nella vita affettiva Come è concepita la vita affettiva oggi? La logica di oggi è l’egoismo, l’unica legge è il “mio io”: l’amore all’altro è concepito in rapporto al mio piacere, al mio tornaconto: l’amore dono oblativo è deriso. Come è concepito il rapporto affettivo fra i giovani? L’amore si identifica spesso con il piacere, il sesso, l’avventura…. Come è concepito l’amore matrimoniale? Per alcuni una bella esperienza che può durare fino a che lo sfruttamento reciproco del piacere è venuto alla noia e poi ognuno riprende la sua strada in cerca di altre illusioni. Oggi per molte coppie, dopo convivenze più o meno lunghe, con esperienze di ogni genere, il matrimonio diventa una scelta e un passo che non dice più nulla, che per il quieto vivere bisogna fare, ma alle prime difficoltà si ricorre alla separazione e al divorzio. Chi soffrono poi sono i figli. Testimoniare in questo ambito Cristo Risorto per noi cristiani è dare esempio del vero amore, è vivere – come ci invita S. Paolo – rivestiti dei sentimenti di Cristo. In un mondo senza misericordia e avvelenato dall’odio: “essere misericordiosi”; in un mondo senza pietà “portare bontà”; in un mondo di violenti testimoniare la “mansuetudine”; in un mondo irascibile testimoniare “la pazienza”; in un mondo di vendetta rispondere col “perdono”. E’ la strada che ci ha lasciato Cristo, il Risorto, vincitore del male. Testimoniare nel fidanzamento la speranza del Risorto significa prepararci ad amare veramente l’altro con l’amore insegnatoci sulla croce da Gesù. Impegnarci a morire a noi stessi per il bene e la felicità dell’altro, al rispetto della persona, del corpo tempio di Dio, e testimoniare la purezza in un mondo sempre più sozzo! Testimoniare che la felicità non sta nel libertinaggio. Il Risorto ci assicura ”Beati i puri di cuore!” In una società nella quale il matrimonio è ridotto ad una esperienza a tempo, il cristiano è chiamato a testimoniare la bellezza di una vita, che attraverso l’amore reciproco, tende a realizzare “una carne sola in due” e ad incarnare l’amore e la vita in altre creature. Ad essere fedeli all’impegno preso solennemente davanti al Signore ed alla comunità “ Ad amarsi ed onorarsi per tutta la vita” con la forza di Dio che viene dal sacramento. Siamo certi che con Lui ha vinto l’amore. Il secondo ambito di testimonianza è: il lavoro e la festa. Il lavoro oggi per tanti è diventato l’unico motivo di vita per far più soldi (che non bastano mai!) e per esso si sacrificano i valori più importanti: se stessi, famiglia, figli. Ci ricordava il Papa quanto S. Bernardo raccomandava al suo discepolo diventato papa Eugenio III° “sta attento alle maledette occupazioni e a non perderti in esse, nulla lasciando a te di te stesso”. Per i padroni il lavoro è solo un mezzo di sfruttamento e spesso di ricatto e occasione di molte ingiustizie. Il cristiano che lavora è chiamato a testimoniare la speranza nel lavoro: vivendolo come mezzo di realizzazione di se stesso ed occasione di benessere per la famiglia, facendo il suo dovere, sapendo di collaborare con Dio a perfezionare il creato e offrendo il sudore della sua fronte al Signore per la salvezza del mondo. Il cristiano datore di lavoro, lo faccia testimoniando la generosità, il rispetto delle persone, delle leggi e mettendo al primo posto sempre l’uomo e dopo il profitto…. SEGUE A PAG. 3 ...PARLIAMONE INSIEME... 3 LE LACRIME so”; il “sollievo” è, invece, un “levare dal basso” verso l’alto, affidando a chi ci trascende tutta la nostra miseria e infelicità. Questo affido è l’unico atto che la persona desolata dev’essere aiutata a compiere, così che sia Dio a consolare e a sciogliere il mistero di quel dolore. GIANFRANCO RAVASI Una donna tremendamente addolorata per la morte di suo figlio, si recò da un maestro spirituale in cerca di conforto. Egli l’ascoltò pazientemente mentre riversava su di lui la sua triste storia. Poi le disse dolcemente: “Io non posso asciugare le tue lacrime, posso solo insegnarti come renderle sante”. “Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Cleofa e Maria di Magdala”. Nulla dice l’evangelista Giovanni del pianto di Maria che tanto spazio avrà nella storia della tradizione e della stessa memoria dell’Addolorata. Eppure il dolore di una madre che vede, prima di se stessa, spegnersi la vita del figlio è inconcepibile nel suo strazio. ‘Chi assiste a quel dramma e ne raccoglie l’eco sa che non può (e forse neppure deve) trovare parole di consolazione. È ciò che ci insegna l’antica parabola orientale sopra evocata. Forse è solo l’ascolto amoroso dei singhiozzi, la vicinanza affettuosa, la condivisione orante ad avere senso. In questa luce ha significato proprio la religione: essa non asciuga le lacrime (questo avverrà solo alla fine della storia, come suggerisce Apocalisse 21,4), ma le trasfigura, le libera dalla disperazione. La parola “sofferenza” deriva dal latino sub ferre, ossia “portare in bas- Opportunità di acquisto in edicola: AVVENIRE + Luoghi dell’Infinito € 2.00 IL FIORE PIU’ BELLO PER I NOSTRI MORTI Il finire dell’estate è caratterizzato da una parte dal venir meno dell’abbondanza e varietà dei fiori e dall’altro dall’apparire di uno dei fiori più belli nelle loro variegate qualità: i crisantemi. Ho sempre sentito dire: “Sono i fiori dei morti”, quasi a spregiarne la loro bellezza. Nei giorni in cui si commemorano i defunti le tombe dei cimiteri sono addobbate con le loro varietà. Mi pongo una domanda: questo gesto è il solo contenuto del nostro omaggio a coloro che ci hanno preceduto? Accanto a questi fiori la Chiesa ci ha educato a porre “un fiore” più bello e più significativo: l’Eucarestia. E’ nell’offerta della Santa Messa che il ricordo di coloro che ci hanno preceduti si trasforma in reale memoria. E’ celebrando e facendo celebrare la Santa Messa – memoriale della passione, morte e resurrezione di nostro Signore – che noi e i nostri cari veniamo inseriti nel sacrificio di Cristo e viviamo una profonda unità. DALLA SECONDA PAGINA Con il lavoro oggi è legata la festa. Come è vissuto questo giorno? E’ il giorno che Dio l’ha riservato per la libertà dell’uomo e per la sua vita spirituale, i suoi rapporti familiari, il suo riposo. Oggi è diventato il giorno dove si dorme fino a pranzo e poi si esce per divertirsi ancora fino a tardi, oppure è un giorno di evasione con viaggi stressanti… ma a Dio nemmeno un pensiero! Eppure il Signore dice: “il settimo è il mio giorno”. Ma non c’è tempo per il Creatore, per il proprio spirito, per fare un po’ di bene, c’è solo “l’io” da soddisfare. Testimoniare il giorno di festa con il riposo ed incontrare il Signore nell’Eucarestia con la famiglia, è un momento Con la Santa Messa aiutiamo veramente i nostri cari defunti a godere sempre più compiutamente della Beatitudine Eterna. Un compito nuovo ci attende: quello di ritmare la nostra vita con la memoria dei nostri cari defunti attraverso l’Eucarestia. Un ricordo particolare va ai “concepiti mai nati” sia a causa dell’egoismo dell’uomo che per cause naturali. L’Eucarestia, espressione dell’Amore di Dio, è il momento nel quale la ferita che il mai nato genera nel cuore della madre può trovare guarigione perché incontra Colui che è infinita misericordia. Facciamo dunque, celebrare le SS. Messe, esse costituiscono una preziosa occasione per aiutare i nostri cari defunti nel loro cammino di purificazione e per ricevere noi stessi, prima di lasciare questa vita terrena, quell’aiuto che solo la Santa Messa può dare. † Gianni Danzi Arcivescovo delegato Pontificio di Loreto di profonda comunione tra i membri della famiglia stessa e diventa fonte di tanta grazia per tutti. E’ il giorno della Resurrezione di Cristo: della speranza…. Ultimo ambito nel quale la chiesa ci chiede di testimoniare la speranza riguarda il valore e la sua sacralità della vita. La vita è Dio, e accoglierla, amarla, rispettarla fino alla fine: è accogliere, amare, rispettare Dio. Purtroppo oggi viviamo nella civiltà della morte e la vita non vale più nulla, né quella personale, (lo dimostrano i numerosi suicidi: 60000 all’anno in Europa) né quella degli altri, i quali non hanno diritto ad esistere quando non sono come io voglio o non mi sono graditi: ecco gli omicidi per aborto, per violenza, per vendetta, per supremazia, per guerra. Il cristiano è chiamato a testimoniare il valore sacro della vita sempre e dovunque, che l’uomo e la sua vita non ha prezzo e non ci si può sbarazzarsi di essa per nessuna ragione senza diventare assassini. Cristo è Risorto perché la vita vincesse la morte. Maria: grande è l’impegno che ci dai, portare speranza nuova in questi ambiti sembra impossibile, ma il nostro impegno si fonda sul tuo figlio Risorto e sulla tua protezione. Aiutaci ad essere persone di speranza oltre ogni speranza, a portare speranza oltre ogni morte. Madonna del Soccorso, prega per noi. Don Domenico 4 ...PARLIAMONE INSIEME... L’ALDILÀ CRISTIANO È PURA IMMAGINAZIONE? L’INFERNO E IL PARADISO Riprendiamo la seconda parte della risposta alle insinuazioni del Corriere della Sera riguardo all’Inferno e al Paradiso Armando Torno scrive: “Dopo il limbo verrà cancellato il purgatorio Può essere cominciato (per esso) il conto alla rovescia. Dopo di che è logico credere che si dovranno “sistemare”, o quanto meno pensare diversamente, anche paradiso e inferno”. L’inferno è in contraddizione con l’amore di Dio per l’uomo? Nell’intervista a cui abbiamo accennato si parla anche dell’inferno e del paradiso e se ne nega l’esistenza. Così dell’inferno, Le Goff dice che “è contrario all’idea crescente della compassione divina” e A. Torno asserisce che “siamo troppo buoni per riempirlo di anime” e che “aumentano ogni giorno coloro che sono disposti a crederlo vuoto”. Per Le Goff il Paradiso è in realtà è “una costruzione culturale” e una “realtà immaginaria”; per A. Torno “conviene aprirlo a tutti”, se si vuole rispettare la democrazia! Non possiamo qui approfondire i problemi dell’inferno e del paradiso; possiamo però precisare alcuni aspetti di queste due realtà che nella citata intervista sono trattate con eccessiva superficialità. Cos’è l’Inferno? L’inferno è la condizione in cui si trovano, dopo la morte e per l’eternità, coloro che nella loro vita, sono vissuti nella dimenticanza i Dio e nel disprezzo delle sue leggi hanno commesso gravi delitti, imponendo agli altri terribili sofferenze, uccidendoli moralmente e fisicamente, privandoli della loro libertà e dei mezzi per vivere; hanno sfruttato gli altri, in particolare i piccoli, i poveri, i deboli nelle forme più crudeli per soddisfare i più vergognosi e nefandi istinti umani e per accumulare ricchezze; sono vissuti murati nel loro egoismo senza compiere opere di carità verso le persone bisognose; hanno rifiutato di credere in Cristo e di far parte della sua Chiesa, pur essendo consapevoli che la fede in Cristo e l’appartenenza alla Chiesa sono la via della salvezza. Questo significa anzitutto che non si va all’inferno per peccati di poco importanza,. ma per peccati gravi e gravissimi, di cui, per disprezzo o per odio contro Dio, ma anche per il fatto di non, voler credere colpevolmente in Dio e in Cristo, non ci si è pentiti in vita e, soprat- tutto, nell’ ora della morte. Significa, in secondo luogo - questo punto è della massima importanza -, che non è Dio che condanna una persona all’inferno, ma è l’uomo peccatore, il quale, rifiutando di pentirsi del male compiuto per riconciliarsi con Dio, si condanna volontariamente all’inferno, cioè ad essere lontano da Dio eternamente. Dio, che è Amore infinito e Misericordia senza limiti, vuole che tutti gli uomini, anche i peggiori peccatori, si salvino e siano eternamente con lui nel paradiso. Per tale motivo offre a tutti, anche ai peccatori più induriti nel male, la grazia necessaria per la salvezza, chiedendo loro di accettare il suo amore e il suo perdono: in realtà, egli impegna tutta la sua onnipotenza per salvare i peccatori; ma se essi rifiutano ostinatamente la salvezza che loro offre, Dio ne rispetta la scelta. Egli infatti ha creato uomini e donne liberi: se essi scelgono la dannazione, Dio rispetta la loro libertà. Perciò non ha ragione Le Goff nell’affermare che “l’inferno è contrario all’idea crescente della compassione divina”. Lo sarebbe se fosse Dio a condannare all’inferno gli esseri umani. Non lo è se - contro la volontà salvatrice di Dio e la sua infinita misericordia - gli uomini scelgono volontariamente di vivere e morire nei propri peccati, e dunque lontani da Dio e in condizione d’inimicizia con lui. È poi poco seria l’asserzione di A. Torno: “Siamo troppo buoni per riempirlo di anime”,quasi che fossimo noi (chi precisamente?) a riempire l’Inferno di anime per gusto di crudeltà! Quanto al fatto che “aumentano ogni giorno coloro che sono disposti a credere l’inferno vuoto”, dobbiamo rilevare che realmente ci sono oggi alcuni cattolici i quali affermano che l’inferno esiste, però è “vuoto”; ma in base a che cosa fanno simili affermazioni? Come si sa che l’inferno è vuoto e chi lo ha detto? Ad ogni modo, quello che è certo è che l’inferno non è in contrasto con la Bontà e l’Amore infinito di Dio, perché lo ribadiamo - non è Dio che condanna all’inferno, ma è l’uomo che liberamente, e ostinatamente, lo sceglie. Quanto poi al fatto che l’inferno sia eterno, bisogna riflettere che, finché l’uomo è in questa vita, la sua libertà è limitata e condizionata, cosicché egli può fare una scelta e poi pentirsi di avérla fatta e scegliere il contrario: così può scegliere di fare il male e poi, con la grazia di Dio, pentirsi e fare il bene. Sopravvenuta la morte, la libertà cessa, e l’orientamento finale che l’essere umano ha assunto per Dio o contro Dio - è definitivo e irrevocabile. Che cosa dice la fede cristiana dell’inferno? Infine, è importante, per una giusta comprensione cristiana dell’inferno, distinguere ciò che la fede cristiana dice di esso e ciò che ne ha fatto l’immaginazione popolare, che ha visto e vede l’“inferno come un luogo” in cui i dannati sono torturati nelle maniere più crudeli, in mezzo a un fiume di fuoco, da schiere di demoni. Due sono le affermazioni che la fede cristiana asserisce riguardo all’inferno: 1) Esiste l’inferno, che non è un luogo ma uno <stato..”, un “modo di essere” della persona, in cui essa SEGUE A PAG. 5 ...PARLIAMONE INSIEME... 5 GIORNALE PARROCCHIALE 10 SETTEMBRE - Festa della Madonna del Soccorso Questo anno la festa è stata preparata spiritualmente dal triduo predicato da don Paolo e la processione ha avuto una novità accolta con gioia da parte di tutti: il trasporto di una bella immagine della Madonna scoperta in soffitta da Don Paolo. E’ stato insegnato anche un inno proprio per la Madonna del Soccorso che tutti hanno subito cantato. L’unico neo della nostra festa è che l’attenzione da qualche anno è orientata verso altri valori e che la processione deve essere sempre sacrificata dalle numerose bancarelle che affollano i pochi spazi della Piazza e delle vie adiacenti. Ancora una volta il parroco si è raccomandato al Sig. Sindaco e agli amministratori presenti di evitare questo sconcio che ci fa criticare anche dagli estranei. Il sindaco ha promesso che il prossimo anno il mercato si farà altrove Lo prendiamo in parola. Benedetta soffitta! È nato tutto da un giretto che ho fatto un giorno in soffitta: non mi ricordo cosa stessi cercando, quando ecco che mi trovo davanti uno stendardo tutto sporco e polveroso. Che sarà? Mi chiedo. Lo porto vicino alla luce ed ecco la sorpresa: una bell’immagine della Madonna del Soccorso. Decido di dargli un pulita, come posso, ed ecco un’altra scoperta: la firma di chi l’ha fatto (A. Salfa) e la data (1922). Poi un pensiero… “Ma noi portiamo in processione la reliquia della Madonna. E se insieme alla reliquia portassimo anche l’effige?” Detto e fatto! In tre giorni, grazie alla gentilezza e la generosità di alcune persone (Cinzia Pace che l’ha DALLA QUARTA PAGINA soffre la pena della privazione di Dio, che si chiama “pena del danno” e nella quale consiste l’essenza propria dell’inferno. Alla “pena del danno” si accompagna la “pena del senso”, che è espressa con l’immagine del “fuoco”, ma che non ha nulla a che vedere con il fuoco di cui noi abbiamo esperienza: essa significa lo stato di sofferenza di “tutto” l’essere umano per il fatto di essere privato di Dio, che è la fonte della felicità di “tutto” l’uomo, il quale è essenzialmente “spirito e corpo”, “spirito incarnato”. 2) L’inferno è eterno, per il fatto che la decisione - per Dio o contro Dio - che 1’essere umano prende consapevolmente nella sua vita e conferma in punto di morte è per sua natura definitiva e irrevocabile e non può più scegliere. Dio non può che rispettarla per sempre. Ma la Chiesa non dice nulla circa il numero - se siano molti o pochi - di coloro che volontariamente scelgono l’inferno; né ha mai dichiarato che ripulita; Marcello Conti che l’ha incorniciata; Angelo Pieracci che ha realizzato la struttura in ferro per trasportare il quadro e Tonino Pieracci che ha corso insieme a me) la sera di sabato 9 settembre è uscita in processione, tra lo stupore e la gioia di tutti, anche l’immagine della Madonna del Soccorso. Un grazie di cuore a tutti coloro che hanno collaborato, ma un grazie tutto speciale a Lei, che s’è fatta trovare! Don Paolo 11 SETTEMBRE - Pellegrinaggio da S. Pio da Pietrelcina Anche questo anno l’appuntamento a questo pellegrinaggio che chiude gli incontri mensili del “ Gruppo P. Pio” parrocchiale Ultima stazione della via crucis si è svolto con grande devozione e soddisfazione. Al mattino visita al podere di Piana Romana, dover il santo passò la sua fanciullezza guardando le pecore, ritemprando la sua salute cagionevole e dove ebbe le prime stigmate invisibili. Alle ore 10,30, presso la chiesa dei cappuccini di Pietrelcina, abbiamo celebrato la S. Messa insieme ad un gruppo proveniente dalla Sicilia. Poi il tempo della visita ai luoghi dove il santo ha vissuto fin dalla nascita. una persona in concreto si sia dannata, non volendo arrogarsi un giudizio che spetta solamente a Dio. La Chiesa prega Dio per la salvezza di tutti anche dei peggiori peccatori: può dunque sperare nella loro salvezza, ma non ha alcuna certezza che tutti si salvino. Il paradiso è una “costruzione culturale”? A. Torno dice che il paradiso bisogna “aprirlo a tutti”, in nome della democrazia, che non esclude nessuno e tratta tutti ugualmente? Osserviamo anzitutto rispondendo a Le Goff che il paradiso non è una “costruzione culturale”, ma è frutto di una rivelazione divina, che colloca assolutamente al di là di ciò che l’uomo intende per “felicità”. Il paradiso cristiano infatti consiste nell’“essere con Dio, con Gesù Cristo”, nella “visione di Dio faccia a faccia”, nella “partecipazione alla felicità stessa di Dio”: tutte cose che l’ essere umano non può umanamente raggiungere e nelle quali può anche non vedere la sua felicità, perché sono al di là della sua comprensione e dei suoi desideri. Si tratta, cioè, di realtà, di cui san Paolo scrive: “Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì, né . entrarono in cuore di uomo, queste ha preparato Dio per col che lo amano” (1 Cor 2,9). In altre parole, il paradiso cristiano è il segreto di Dio,l’uomo non può neppure sospettare e tanto meno comprendere se non per qualche debole analogia con le immagini umane di felicità. Perciò ogni “immaginazione” del paradiso, anche quelle artisticamente più alte, come il paradiso di Dante o del beato” Angelico, resta sempre infinitamente al di qua della realtà. In conclusione, tutto l’aldilà cristiano - purgatorio, inferno, paradiso - è un mistero che soltanto Dio conosce e che l’uomo può conoscere nella sua verità solamente se, e nella misura in cui Dio glielo rivela. È perciò oggetto di fede e può essere accettato soltanto con un atto di fede. Giuseppe De Rosa S.J. 6 Dopo pranzo una sosta nel bel santuario della Madonna Incoronata, nella piana di Foggia e a sera arrivo a S. Giovanni Rotondo. Al mattino presto in chiesa per le confessioni e alle ore 8,15: S. Messa nella cripta dove riposano i resti del santo. Bellissima e raccolta la via Crucis, su per la montagna adiacente il santuario. Poi la visita all’Ospedale Sollievo della Sofferenza: testimonianza viva dell’amore del Santo per coloro che soffrono e prova concreta della generosità dei fedeli di tutto il mondo. Nel pomeriggio visita al santuario di S. Michele Arcangelo sul Gargano.Il terzo giorno partenza per il santuario mariano della Madonna Addolorata presso Isernia. Qui la S. Messa, la vista ai luoghi delle apparizioni della Madonna e pranzo. Nel ritorno abbiamo voluto attraversare il parco nazionale dell’ Abruzzo con sosta a Pescasseroli. Poi ritorno a casa, riconoscenti al Signore e il proposito di ritornare il prossimo anno 21 SETTEMBRE - Un grazie speciale! Nei giorni che hanno preceduto l’inizio del catechismo un gruppo di baldi giovani si sono offerti per imbiancare le aule di catechismo. Li nomino uno per uno: Andrea Battistelli, Alessandro Fabrizi, Maico Quintavalle, Stefano Torretta Nicolò Bollettini, Vito Ascolese. Grazie anche ad Annamaria Berni che dopo l’imbiancatura ha avuto il coraggio di ripulire tutto. Grazie di Cuore! 2 OTTOBRE - Centro d’Ascolto. Abbiamo iniziato il primo centro di Ascolto della Parola di Dio presso la casa di Antonucci-Pisa in via Corneto. Ogni 15 giorni, il venerdì alle ore 21 ci si incontrerà con Don Domenico per studiare, approfondire e riflettere sul Vangelo di S. Marco. L’incontro è aperto alle coppie di sposi. 10 OTTOBRE - Oratorio Parrocchiale. Per iniziativa di Don Paolo,presso la parrocchia, è stato costituito il comitato per la gestione e le attività dell’oratorio. Questi gli incaricati per i vari settori: Don Domenico e Don Paolo Alessandro Tittoto, Emanuela Camilli e Eleonora Dei, Alfredo Berni e Antonio Pieracci, Stefano Maiolo, Sonia Scirocchi, Suor Esilde Tassetto, Marco Fiocchetti, Michele Pieracci, Angelo Pastorelli, Veronica Faiola e Matilde Pisa, Giorgio FaddA. Desideriamo veramente sfruttare questo bene prezioso della struttura parrocchiale per il bene pastorale di tutti e per tutta la settimana. Chiediamo la collaborazione di tutti per i vari settori e la benedizione di Dio. 18 OTTOBRE - Sulla strada di Loreto In lontananza il mare riceve sulle sue onde leggermente increspate i raggi di un sole pallido, nascosto in parte dalle brine del mattino e li riflette tremuli sulla battigia dorata. La grande cupola si staglia troneggiante, alta e maestosa, nel cielo. La campagna intorno è pulita ed invita a un sereno risveglio interiore, mite e ...PARLIAMONE INSIEME... dolce. Dopo alcune ore di viaggio siamo arrivati nelle verdi ed ospitali valli di Loreto, cariche di ulivi. Chi parla ad alta voce, chi canta, chi medita e prega, tutti siamo in attesa ansiosa dell’incontro con Maria. All’arrivo ci accoglie un venticello allegro e frizzante, quasi invernale, che si fa via via più vivace lungo il porticato che conduce alla piazza antistante la basilica, unica al mondo. Qui la Madonna non è apparsa. È venuta con la sua casa. L’acqua della grande fontana zampilla sfavillante frantumata dal vento in mille e mille gocce finissime, in un arcobaleno di colori fuori dall’alveo, rendendo bagnato e viscido il selciato. Qui un devoto madonnaro ha dipinto un meraviglioso volto di Maria. Altre volte mi sono soffermato ad ammirare le caratteristiche architettoniche della grande facciata, i porticati, le arcate e le sue sculture. Oggi mi sento chiuso a queste bellezze. Seguo spedito la comitiva che entra nella chiesa unita, per poi disperdersi, quasi subito in piccoli gruppi, presi dalle meraviglie degli interni e dall’intimo desiderio di pregare, di ringraziare e per sciogliere i loro voti. Ecco la casa! E’ verso di essa che subito mi dirigo, indifferente a tutto quello che mi circonda. Anch’io ho bisogno di incontrare Maria. Una lunga fila di carrozzelle spinte dai familiari e dai volontari UNITALSI non mi permette lo sperato subitaneo ingresso. Attendo. Volti emaciati, strani, sofferenti, uno dopo l’altro mi passano davanti. In essi il dolore e la rassegnazione. Tutti però stanno a mani giunte, pregano e sorridono. Sperano forse in chissà quale miracolo. La fede li assiste. Entro e come ogni volta mi assale una profonda commozione. Un grosso nodo alla gola questa volta mi prende, che subito si cambia in singhiozzo e pianto. E’ un’esperienza diversa, bella, gioiosa e tristissima allo stesso tempo. Colei che sempre mi ha accompagnato questa volta non è al mio fianco, dolce e premurosa: mi ha preceduto in cielo, è morta. Dopo una breve e confortante preghiera lascio la santa casa, mi apparto in un angolo, quasi nascosto, su un vecchio e tarlato banco, solo nella mia solitudine e nel mio dolore. E vedo. Vedo Maria nella sua modesta casa adoperarsi nelle comuni faccende domestiche. Vedo Maria raccolta in preghiera. Vedo l’angelo recarle l’annuncio divino. Vedo l’angelo volare quasi fuggire, verso il cielo per portare a Dio il SI della salvezza. Sento i canti di gloria: è nato. Vedo Maria presentare Gesù nel tempio e raccogliere i primi presagi di Simeone ed Anna. Conservava nel suo cuore queste cose, senza comprenderle. Vedo Maria, prima volontaria del soccorso, recarsi in aiuto alla cugina Elisabetta. Vedo Maria con Gesù e Giuseppe (grande padre non padre) nel deserto verso l’Egitto. Vedo di nuovo Maria nella sua casa di Nazareth intenta ad insegnare a Gesù le cose di Dio. Vedo Maria accanto al letto di Giuseppe morente. Vedo Maria felice alle nozze di Cana, mamma premurosa verso gli ospiti. Vedo Maria abbracciare Gesù dopo il ritrovamento. Vedo Maria sotto la Croce, chiusa nel suo dolore. E’ triste e stanca. Non piange. Si fida ancora una volta di Dio. Si può non piangere di fronte alla morte? Un colpo sulla spalla. Andiamo è ora. Mi sveglio da un sonno meraviglioso che mi ha dato forza nel corpo e nello spirito. E corre il pulman. Si prega insieme guidati dal parroco che sempre ci accompagna. Sono sereno e tranquillo ora e in pace come non mai da tempo. Tutta la mia vita mi passa dinanzi come in tanti fotogrammi. Momenti felici e meno felici; sempre belli nel ricordo. I momenti vissuti da Maria, in buona parte, sono i momenti che tutte le famiglie affrontano quotidianamente. E’ bello avere una famiglia, la Sacra famiglia, con cui confrontarsi e trovare che è in tutto simile alla nostra, anche se nelle nostre non c’è Gesù vivo, figlio di Dio. Rientro in casa. Dopo tanto tempo la casa non è vuota…. Sono atteso. A. Fiordalisi 28 OTTOBRE - Prima Comunione I 41 bambini l’aspettavano da tempo e con trepidazione. Il Signore quel mattino ci ha regalato una giornata splendida e tiepida. Alle ore 10,15 con i volti raggianti di gioia, i loro vestitini ...PARLIAMONE INSIEME... 7 candidi, la candela del battesimo in una mano ed il libretto delle preghiere nell’altra, sono sfilati in processione accolti con ammirazione e commozione dai genitori, nonni e parenti tutti. Con ordine e raccoglimento hanno preso posto nei banchi loro assegnati, hanno acceso le candeline del battesimo e con entusiasmo hanno rinnovato le promesse battesimali, poi, accompagnati dal coro, è iniziata la S. Messa. All’omelia Don Domenico ha ricordato loro che nell’incontro di amici ci si scambiano i doni: Gusù dona la sua vita ed ognuno è chiamato a donare la sua. Dono che deve realizzarsi ogni giorno nell’amore a Dio e al prossimo. Una raccomandazione particolare il parroco l’ha fatta ai genitori affinché custodiscano questa grazia che Dio ha dato ai loro figli e a tutta la famiglia e aiutandoli alla fedeltà ed alla coerenza. Dopo aver ringraziato i genitori e i catechisti, Don Domenico ha invocato il Signore e la Madonna del Soccorso affinché proteggano sempre questi bambini da ogni pericolo e aiutino i genitori a farli crescere nella fede. Questi i bambini che hanno ricevuto il Sacramento: Aquilani Ilenia - Aquilani Luca - Aquilani Simone - Bacchin Federica - Baccani Valerio - Bianchi Adriano - Bianchi Luca - Brinati Ilaria - Caponero Jonathan - Caponero Marta - Ciucci Giorgio - Clementi Alessia De Cesaris Cesare - Deidda Luca - Delle Monache Anna - Figliolini Claudio - Fiocchetti Sara - Forti Jessica - Geri Marika - Gugliotta Simone - Iris Emanuele - Mancinelli Riccardo - Marongiu Marcello - Mattioni Gabriele - Medori Martina - Mereu Letizia - Ottavi Luca - Palombi Francesco - Peruzzi Alessandro - Quintieri Sara - Renzetti Nicole - Scirocchi Elisa - Scorsi Silvia - Serafini Valentina - Spagna Alice - Tantucci Andrea - Taranta Giulia - Tolle Matteo - Torrioni Matteo - Venanzi Alessia - Violanti Lorenzo. 29 OTTOBRE - Il Mandato Come ogni anno, all’inizio dell’attività catechistica, il parroco a nome del vescovo e di tutta la comunità ha dato il mandato di insegnare ed aiutare i bambini, ragazzi, adolescenti ed adulti a crescere nella fede e a diventare sempre più cristiani. Ha ringraziato coloro che generosamente si sono messi a disposizione per questo grande compito e li ha incoraggiati ad andare con umiltà, e con tranquillità spronandoli a “gettare le reti sulla Parola del Signore” sorretti dalle preghiere di tutta la Comunità. 1 NOVEMBRE Per la festa di Tutti Santi abbiamo avuto la fortuna di avere come celebrante nella S. Messa delle ore 11 il vescovo Mons. Pe- ANGOLO DEL GRAZIE Ringraziamo per le offerte per il giornalino,pervenute dal 5 settembre al 13 novembre 06 Amici Valle Calandrella in Suffr. Di Francesco Grassi, Bellettini Fernanda, Berni Giuseppina, Bonifazi Agostino, Bonifazi Bruno e Maria, Braga Lidia, Cutigni Sergio in Suff. propri morti, Famiglia Conti Angelo in Suffr. Osvaldo Tartaglia, Fantinelli, Grassi Loredana, Graziani Luigina, Janni Domenico e Luigina, Marcacci Margherita, Martinelli Mario e Agnese, Mattei Domenica in Suffr. del marito, Moretti Domenica, Obrano Rolanda, Patrizi Eligio in Suffr. propri morti, Piferi Pierina, Sanetti Settimia, Santini Cecilia. Ringraziamo per le offerte che ci aiutano a pagare il mutuo per la ristrutturazione della Chiesa. Offerte pervenute dal 6 sett. al 13 nov. 06 ter Khiara vescovo della diocesi di Muranga in Kenia: La diocesi nella quale abbiamo delle adozioni a distanza e mandiamo un piccolo aiuto per il latte per bambini. Abbiamo promesso collaborare all’iniziativa della V.S.T. che dal 6 dicembre fino al 28 ospiterà 15 giovani provenienti dalla diocesi di Murang’a (Kenya) per una serie di incontri musicali e di animazioni liturgiche. Il progetto ha come scopo il favorire uno scambio culturale tra l’Italia e il Kenya in quelle zone dove la V.S.T. opera da ormai due anni. Ma per fare questo abbiamo bisogno anche della generosità di tutti, come la necessità di alloggiare questi ragazzi presso qualche casa. Invitiamo chiunque abbia la possibilità di dare il proprio aiuto a contattarci per ospitare questi giovani. Un sentito ringraziamento di cuore per chi sarà così generoso da aprire la propria casa alla fratellanza e alla carità. Agostini Quinto e Maria, Berni Giuseppina, Blanco Angela in Suffr. del marito Edo Carosi, Bocci Domenico e Franca, Bonifazi Bruno Maria, Bruschi Pietro e Rosa in Suffr. di Russo Prosperino, Cesarini Angelica, Colleghe della figlia in Suffr. di Osvaldo Tartaglia, Compagnia Teatrale I Casaioli, Conti Lidio e Famiglia in Suffr. di Osvaldo Tartaglia, Conti Rosa, Dragotto Stefania e Giovambattista, Duca Chiara, Fam. Conti Angelo + Francesco + Lucio, Gambini - Mecucci Assunta in mem. del marito Carlo e figlia M. Rita, Giosuè Alvaro e Vittoria, Grassi Achille e Marika, Grassi Antonietta, Luziatelli Lucia e Familiari, Maiolino Elio e Vincenza, Mercuri Antonietta e Gianfranco, Nipoti Cancellieri in Suffr. di Agostina Silvestroni, N. N. N. N, Rainesi Giuseppe, Raparelli Evelina, Riccucci Roberta, Santinelli Rinaldo e Rita, Santinelli Sandrino, Scarici Anna, Vicidomini Francesca, Violanti Valerio e Maria. 8 ...PARLIAMONE INSIEME... CALENDARIO PARROCCHIALE 1 2 8 9 15 16 18 20 24 25 DICEMBRE Primo venerdì: mattino comunione ai malati ed anziani. Pomeriggio: ore 16 – 17 ora santa + S. Messa. Primo sabato: ore 16,30 incontro sulla Madonna. Festa della Madonna Immacolata: giorno di precetto, orario festivo. Secondo sabato: ore 16,30 Gruppo Preghiera P. Pio. Terzo venerdì: ore 15,30 incontro catechisti. ore 16,30: inizio Novena di Natale: S. Rosario + Vespro + S. Messa con omelia. ore 17,30 liturgia penitenziale = confessione comunitaria. ore 20 Veglia di preghiera e “la tua cena per i poveri”. Vigilia di Natale:ore 24 S. Messa a Cura, Botte e Folgore. Natale: orario festivo. L’uomo interiore Dalla rivista “IL Cenacolo” Vieni Spirito Santo, vieni ed insegnami a tacere, a fare del silenzio una preghiera, a lasciar crescere le radici del mio cuore, a diventare un albero che porta frutti per tutti gli uomini che hanno fame e sete d’amore. Vieni Spirito Santo, donami la forza di fermarmi IL SILENZIO Il Silenzio? E’ più forte del sibilo del vento che sposta le dorate dune del deserto, il silenzio! Il Silenzio? E’ più forte del tuono che scatena le tempeste sul mare e poi uragani, il silenzio! Il Silenzio? E’ più forte del ghiaccio che spacca le cime innevate dei monti, il silenzio! Il Silenzio? E’ più forte dell’urlo della guerra e della morte il silenzio! Il Silenzio? E’ più forte del silenzio di Dio, il silenzio! Il silenzio dell’uomo fa parlare Dio! E’ preghiera. Il silenzio è voce di Dio. Sul monte Carmelo il silenzio. A.F. 26 orario feriale: S. Messa ore 7,30 alla Botte e ore 17 a Cura. A Cura ore 21 Concerto delle varie schole cantorum parrocchiali con la partecipazione dei giovani africani del Kenia. 31 Domenica: ore 18 S. Messa di Ringraziamento. GENNAIO 1 6 8 13 Orario festivo delle S. Messe. Epifania: orario festivo. Lunedì riprende il catechismo. Secondo sabato: ore 16,30 incontro di preghiera di P. Pio. 19 Terzo venerdì: ore 15,30 incontro dei catechisti. 26 Quarto venerdì: ore 15,30 incontro Caritas. per ascoltare il mormorio della Parola di Vita, lontano dalla droga del rumore, dalla danza delle parole; fa’ di me un albero saldamente piantato presso un corso d’acqua che porta molto frutto. ripeti affinché sappia accogliere il tuo amore capace di mantenere vivi i rami della mia vita. Vieni Spirito Santo, insegnami a radicare la vita nella preghiera, a raggiungere le sorgenti sotterranee del mio cuore, ad ascoltare la canzone segreta che tu Vieni Spirito Santo, e fortifica in me l’uomo interiore. Che Cristo abiti, per la fede, nel mio cuore; che Dio diventi, giorno dopo giorno, il terreno vitale da cui trarre la linfa necessaria affinché il frutto della mia vita abbia il gusto del suo Amore! LA FELICITÀ Per mettere subito in pratica Sui muri diroccati di un vecchio monastero: “Chiesi a Dio la ricchezza per poter essere felice e mi diede la povertà perché fossi saggio; chiesi di tutto per potermi godere la vita, ed ebbi la vita per godere di tutto. Non ebbi nulla di quello che avevo chiesto, ma ebbi tutto quello che avevo sperato”. LA CHIESA IN ITALIA 228 Diocesi - 25.702 Parrocchie. 4.053 senza parroco. 92 Seminari diocesani maggiori 124 Seminari in congregazioni religiose. 59,5 anni età media dei sacerdoti. 4.200 sacerdoti con più di 80 anni (13% del totale). 32.990 sacerdoti. 18.610 religiosi. 122.356 suore. 1.498 preti stranieri (4,5% del totale). 10% adulti che fanno parte di associazioni o movimenti cattolici (percentuale sulla popolazione italiana). 1 prete ogni 2 mila abitanti. 50% adulti che fanno donazioni in denaro ad organizzazioni religiose. Dalla rivista “Sacro Cuore” Ecco una preghiera efficace per fare da subito l’esperienza dell’amore salvifico di Gesù: Nei dubbi ripeti: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Troverai la luce. Nella solitudine, quando gli altri ti dimenticheranno ripeti: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Ti sentirai Gesù vicino. Nella lotta contro le tentazioni ripeti: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Troverai la vittoria. Nello scoraggiamento ripeti: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Ti sentirai sollevato. Nell’angoscia e nel timore ripeti: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Ti sentirai confortato. Nella tribolazione ripeti: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Sarai consolato. In ogni difficoltà che ti si presenta: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Troverai la forza per vincerla. Nell’ansietà per i tuoi cari ripeti: Sacro Cuore di Gesù, confido in Te! Saranno protetti.