...PARLIAMONE INSIEME...
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Parliamone
insieme
NUMERO
NOVEMBRE
103
2006
SITO PARROCCHIA: WWW.PARROCCHIE.IT/VETRALLA/SANTAMARIADELSOCCORSO
Redazione: Parrocchia S. Maria del Soccorso, Via S. Angelo n. 2, Cura (VT) - Direttore: Don Domenico Pieracci - Direttore responsabile:
Don Domenico Pieracci - Autorizzazione: Tribunale di Viterbo in data 02-03-90 Iscrizione al n. 357 del Registro Stampa - Sped. in A.P.
comma 20/c art. 2 Legge 662/96 Filiale P.T. di Viterbo - Stampa PalGraf tel. 0761.370817 Vitorchiano (VT) - Distribuzione gratuita.
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Natale
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Luce di speranza
Ancora l’umanità, come
in quella notte santa, è avvolta da tante tenebre che
nascondono le bellezze del
creato e della vita!
Ancora gli uomini,
come in quella notte, avvolti dal sonno – presagio di
morte – sono in attesa di
una luce che illumini il
loro cammino futuro. Tutti
percepiscono che giorno
dopo giorno, la speranza di
una vita migliore diminuisce.
Ancora tante persone
come le pecore, in quella
notte si trovano ad aspettare con rassegnazione l’una
accanto all’altra, qualche pastore che si curi sinceramente del loro bene; ma si
ritrovano ogni mattina ad
essere sfruttati da gli altri
che li illudono con promesse di vita, e li usano sempre
di più per i loro interessi.
Ancora tanti come pecore aspettano all’alba che la
voce dolce di un Pastore
Buono li svegli per condurli
a pascoli ubertosi, ma ogni
mattino sono terrorizzati
dalla voce falsa dei mercenari dai quali si sentono
sempre più traditi e indifesi.
Ancora oggi sale verso il
cielo il grido pieno di speranza: “ Apritevi cieli e fate
scendere il Salvatore!” E’ il
grido di coloro che non si
arrendono a vivere nelle tenebre, non si rassegnano a
vivere senza senso e senza
luce. Ancora una volta – su
questa umanità – risuona
l’annuncio gioioso di una
promessa mantenuta, e della
venuta del dono atteso che
può portare all’uomo la vita
vera e la speranza per un
futuro diverso. Ecco ancora
il grido di gioia che percorre la terra: “E’ nato per voi
il Salvatore che è il Signore”.
L’uomo ora ha la luce
che vince le tenebre, anche
se sono ancora tante, ha la
Luce che illumina il cammino della vita, anche se le
tenebre continueranno ad
ostacolarlo facendogli guerra.
L’uomo ora può uscire
sicuro dal recinto della sua
prigione non solo con le
sue forze ma accompagnato
dal Buon Pastore che è ve-
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nuto non per sfruttare la
vita delle pecore ma per
dare la sua per il bene totale di ciascuna. Ora gli viene
dato il segreto per affrontare la fatica del cammino:
l’Amore incarnato in questo
Bambino che vince la morte. L’uomo ora ha la sicurezza che la speranza di una
vita diversa non potrà essere
spenta neppure dalla morte,
perché quella vita donata è
la vita di Dio.
Ora l’uomo, non è più
solo nel cammino, c’è il Signore con lui che si è fatto
Emmanuele per lui.
L’augurio di Bon Natale,
è accogliere e lasciarci amare da questo Bambino e
scuoterci dal torpore delle
tenebre, dell’immobilismo,
riprendere speranza. Ci viene data la Luce di Dio che
è Vita, per illuminare il futuro e la vita. Dio stesso è
entrato nella storia degli
uomini, affinché nessuno
si senta solo e disperato.
Ancora una volta il coro
angelico lancia per gli spazi
celesti l’invito a tutti:
“Andate..troverete…” Beati coloro che crederanno a
questo annuncio e risponderanno a questo invito:
troveranno – come quella
notte i pastori della Giudea
– la Luce e la Speranza.
Don Domenico
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Festa S. Maria del Soccorso
(Come ogni anno riportiamo l’omelia del parroco che vuole essere impegno pastorale per tutto l’anno)
Anche quest’anno, con la gioia nel
cuore, abbiamo festeggiato la nostra
Mamma celeste invocandola col dolce
titolo di “Madonna del Soccorso”.
La festa di una persona è sempre
uno scambio di amore reciproco e
come ogni anno ci mettiamo in ascolto
di quanto la “mamma” vorrà dirci e ci
impegniamo di realizzare, come ci sarà
possibile, i suoi desideri.
Sento che in questa festa la Mamma
Celeste ci invita ad accogliere l’impegno che la chiesa Italiana, nel convegno
di Verona, consegnerà a tutti noi: “Testimoniare la speranza nel Cristo Risorto”.
La speranza è l’anelito e l’impegno
per qualcosa di più grande, di più bello,
di più buono e di questo, oggi più che
mai, la nostra società ha bisogno di
questo valore. Il relativismo imperante
che porta ognuno a chiudersi in se
stesso col proprio “io” e a vivere solo
il presente in una dimensione egoistica
e il nichelismo dilagante che offusca il
cammino della storia proiettandola verso una catastrofe finale, verso il nulla,
togliendo all’umanità ogni speranza, reclama con urgenza una speranza superiore. Solo dalla certezza del Cristo Risorto viene la luce che proietta la storia al di la di se stessa verso una pienezza di pace e assicura che la vita di
ciascuno tende alla piena comunione
con l’Infinito….
Maria ci chiama a portare e testimoniare le speranza, ma con quali garanzie possiamo presentarci al mondo
per ravvivare la speranza? Ce lo dice S.
Paolo:con la “follia della croce” “i giudei
chiedono i miracoli, i greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso,
scandalo per i giudei, stoltezza per i pagani” (i Cor. 1,18)
E’ per la Sua morte, che la morte è
stata sconfitta e per la sua vittoria sulla
morte con la sua Risurrezione che sulle tenebre del mondo è rifulsa la luce
della nuova speranza. Cristo ci ha mandati messaggeri di speranza in tutto il
mondo con la forza del suo “Spirito” e
con la protezione della sua Mamma.
Maria è diventata sotto la croce
nostra mamma e nostra speranza. Lo
abbiamo sperimentato tutti, nei momenti più cupi del dolore, nelle situazioni più disperate c’è sempre una sicurezza alla quale siamo portati ad ag-
grapparci: la mamma! Le labbra, tra gli
spasmi della carne o le sofferenza dello
spirito sanno solo pronunciare una invocazione “mamma” e la mamma è
sempre l’invocazione della speranza
Maria con il messaggio di Verona ci
invita a testimoniare la speranza in alcuni ambiti della vita sociale i cui valori
oggi vengono offuscati e travolti delle
forze del male.
Il primo ambito è la testimonianza nella vita affettiva
Come è concepita la vita affettiva
oggi? La logica di oggi è l’egoismo,
l’unica legge è il “mio io”: l’amore all’altro è concepito in rapporto al mio piacere, al mio tornaconto: l’amore dono
oblativo è deriso.
Come è concepito il rapporto affettivo fra i giovani? L’amore si identifica
spesso con il piacere, il sesso, l’avventura….
Come è concepito l’amore matrimoniale? Per alcuni una bella esperienza che può durare fino a che lo sfruttamento reciproco del piacere è venuto alla noia e poi ognuno riprende la
sua strada in cerca di altre illusioni.
Oggi per molte coppie, dopo convivenze più o meno lunghe, con esperienze
di ogni genere, il matrimonio diventa
una scelta e un passo che non dice più
nulla, che per il quieto vivere bisogna
fare, ma alle prime difficoltà si ricorre
alla separazione e al divorzio. Chi soffrono poi sono i figli.
Testimoniare in questo ambito Cristo Risorto per noi cristiani è dare
esempio del vero amore, è vivere –
come ci invita S. Paolo – rivestiti dei
sentimenti di Cristo.
In un mondo senza misericordia e
avvelenato dall’odio: “essere misericordiosi”; in un mondo senza pietà “portare
bontà”; in un mondo di violenti testimoniare la “mansuetudine”; in un mondo irascibile testimoniare “la pazienza”;
in un mondo di vendetta rispondere
col “perdono”. E’ la strada che ci ha lasciato Cristo, il Risorto, vincitore del
male.
Testimoniare nel fidanzamento la
speranza del Risorto significa prepararci
ad amare veramente l’altro con l’amore
insegnatoci sulla croce da Gesù. Impegnarci a morire a noi stessi per il bene
e la felicità dell’altro, al rispetto della
persona, del corpo tempio di Dio, e
testimoniare la purezza in un mondo
sempre più sozzo! Testimoniare che la
felicità non sta nel libertinaggio. Il Risorto ci assicura ”Beati i puri di cuore!”
In una società nella quale il matrimonio è ridotto ad una esperienza a
tempo, il cristiano è chiamato a testimoniare la bellezza di una vita, che attraverso l’amore reciproco, tende a realizzare “una carne sola in due” e ad incarnare l’amore e la vita in altre creature. Ad essere fedeli all’impegno preso
solennemente davanti al Signore ed alla
comunità “ Ad amarsi ed onorarsi per
tutta la vita” con la forza di Dio che
viene dal sacramento. Siamo certi che
con Lui ha vinto l’amore.
Il secondo ambito di testimonianza è: il lavoro e la festa.
Il lavoro oggi per tanti è diventato
l’unico motivo di vita per far più soldi
(che non bastano mai!) e per esso si
sacrificano i valori più importanti: se
stessi, famiglia, figli.
Ci ricordava il Papa quanto S. Bernardo raccomandava al suo discepolo
diventato papa Eugenio III° “sta attento alle maledette occupazioni e a
non perderti in esse, nulla lasciando
a te di te stesso”.
Per i padroni il lavoro è solo un
mezzo di sfruttamento e spesso di ricatto e occasione di molte ingiustizie.
Il cristiano che lavora è chiamato a
testimoniare la speranza nel lavoro: vivendolo come mezzo di realizzazione
di se stesso ed occasione di benessere
per la famiglia, facendo il suo dovere,
sapendo di collaborare con Dio a perfezionare il creato e offrendo il sudore
della sua fronte al Signore per la salvezza del mondo.
Il cristiano datore di lavoro, lo faccia testimoniando la generosità, il rispetto delle persone, delle leggi e mettendo al primo posto sempre l’uomo e
dopo il profitto….
SEGUE A PAG. 3
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LE LACRIME
so”; il “sollievo” è, invece,
un “levare dal basso” verso
l’alto, affidando a chi ci trascende tutta la nostra miseria e infelicità. Questo affido è l’unico atto che la persona desolata dev’essere aiutata a compiere, così che sia
Dio a consolare e a sciogliere il mistero di quel dolore.
GIANFRANCO RAVASI
Una donna tremendamente addolorata per la
morte di suo figlio, si recò
da un maestro spirituale in
cerca di conforto. Egli
l’ascoltò pazientemente
mentre riversava su di lui
la sua triste storia. Poi le
disse dolcemente: “Io non
posso asciugare le tue lacrime, posso solo insegnarti
come renderle sante”. “Stavano presso la croce di Gesù
sua madre, la sorella di sua
madre, Maria di Cleofa e
Maria di Magdala”. Nulla
dice l’evangelista Giovanni
del pianto di Maria che tanto spazio avrà nella storia
della tradizione e della stessa memoria dell’Addolorata.
Eppure il dolore di una madre che vede, prima di se
stessa, spegnersi la vita del
figlio è inconcepibile nel suo
strazio. ‘Chi assiste a quel
dramma e ne raccoglie l’eco
sa che non può (e forse
neppure deve) trovare parole
di consolazione. È ciò che ci
insegna l’antica parabola
orientale sopra evocata. Forse è solo l’ascolto amoroso
dei singhiozzi, la vicinanza
affettuosa, la condivisione
orante ad avere senso. In
questa luce ha significato
proprio la religione: essa
non asciuga le lacrime (questo avverrà solo alla fine
della storia, come suggerisce
Apocalisse 21,4), ma le trasfigura, le libera dalla disperazione. La parola “sofferenza” deriva dal latino sub
ferre, ossia “portare in bas-
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IL FIORE PIU’ BELLO PER I NOSTRI MORTI
Il finire dell’estate è caratterizzato da una parte
dal venir meno dell’abbondanza e varietà dei fiori e
dall’altro dall’apparire di
uno dei fiori più belli nelle
loro variegate qualità: i crisantemi.
Ho sempre sentito dire: “Sono i fiori dei
morti”, quasi a spregiarne la loro bellezza.
Nei giorni in cui si commemorano i defunti le tombe dei cimiteri sono addobbate
con le loro varietà.
Mi pongo una domanda: questo gesto è
il solo contenuto del nostro omaggio a coloro che ci hanno preceduto?
Accanto a questi fiori la Chiesa ci ha
educato a porre “un fiore” più bello e più
significativo: l’Eucarestia.
E’ nell’offerta della Santa Messa che il
ricordo di coloro che ci hanno preceduti si
trasforma in reale memoria.
E’ celebrando e facendo celebrare la
Santa Messa – memoriale della passione,
morte e resurrezione di nostro Signore – che
noi e i nostri cari veniamo inseriti nel sacrificio di Cristo e viviamo una profonda unità.
DALLA SECONDA PAGINA
Con il lavoro oggi è legata la
festa. Come è vissuto questo giorno?
E’ il giorno che Dio l’ha riservato per
la libertà dell’uomo e per la sua vita
spirituale, i suoi rapporti familiari, il suo
riposo. Oggi è diventato il giorno dove
si dorme fino a pranzo e poi si esce
per divertirsi ancora fino a tardi, oppure è un giorno di evasione con viaggi
stressanti… ma a Dio nemmeno un
pensiero! Eppure il Signore dice: “il settimo è il mio giorno”. Ma non c’è tempo
per il Creatore, per il proprio spirito,
per fare un po’ di bene, c’è solo “l’io”
da soddisfare.
Testimoniare il giorno di festa con il
riposo ed incontrare il Signore nell’Eucarestia con la famiglia, è un momento
Con la Santa Messa
aiutiamo veramente i nostri
cari defunti a godere sempre più compiutamente
della Beatitudine Eterna.
Un compito nuovo ci
attende: quello di ritmare
la nostra vita con la memoria dei nostri cari defunti attraverso l’Eucarestia. Un ricordo particolare va ai “concepiti
mai nati” sia a causa dell’egoismo dell’uomo
che per cause naturali.
L’Eucarestia, espressione dell’Amore di
Dio, è il momento nel quale la ferita che il
mai nato genera nel cuore della madre può
trovare guarigione perché incontra Colui che
è infinita misericordia.
Facciamo dunque, celebrare le SS. Messe, esse costituiscono una preziosa occasione per aiutare i nostri cari defunti nel loro
cammino di purificazione e per ricevere noi
stessi, prima di lasciare questa vita terrena,
quell’aiuto che solo la Santa Messa può
dare.
† Gianni Danzi
Arcivescovo delegato Pontificio di Loreto
di profonda comunione tra i membri
della famiglia stessa e diventa fonte di
tanta grazia per tutti. E’ il giorno della
Resurrezione di Cristo: della speranza….
Ultimo ambito nel quale la
chiesa ci chiede di testimoniare la
speranza riguarda il valore e la
sua sacralità della vita. La vita è
Dio, e accoglierla, amarla, rispettarla
fino alla fine: è accogliere, amare, rispettare Dio. Purtroppo oggi viviamo
nella civiltà della morte e la vita non
vale più nulla, né quella personale, (lo
dimostrano i numerosi suicidi: 60000
all’anno in Europa) né quella degli altri,
i quali non hanno diritto ad esistere
quando non sono come io voglio o
non mi sono graditi: ecco gli omicidi
per aborto, per violenza, per vendetta,
per supremazia, per guerra. Il cristiano
è chiamato a testimoniare il valore sacro della vita sempre e dovunque, che
l’uomo e la sua vita non ha prezzo e
non ci si può sbarazzarsi di essa per
nessuna ragione senza diventare assassini.
Cristo è Risorto perché la vita vincesse la morte.
Maria: grande è l’impegno che ci
dai, portare speranza nuova in questi
ambiti sembra impossibile, ma il nostro
impegno si fonda sul tuo figlio Risorto
e sulla tua protezione. Aiutaci ad essere persone di speranza oltre ogni speranza, a portare speranza oltre ogni
morte. Madonna del Soccorso, prega
per noi.
Don Domenico
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...PARLIAMONE INSIEME...
L’ALDILÀ CRISTIANO È PURA IMMAGINAZIONE?
L’INFERNO E IL PARADISO
Riprendiamo la seconda parte della risposta alle insinuazioni del Corriere della Sera riguardo all’Inferno e al Paradiso
Armando Torno scrive: “Dopo il limbo verrà cancellato il purgatorio Può essere cominciato (per esso) il conto alla
rovescia. Dopo di che è logico credere che si dovranno “sistemare”, o quanto meno pensare diversamente, anche paradiso e inferno”.
L’inferno è in contraddizione con
l’amore di Dio per l’uomo?
Nell’intervista a cui abbiamo accennato si parla anche dell’inferno e del paradiso e se ne nega l’esistenza. Così dell’inferno, Le Goff dice che “è contrario
all’idea crescente della compassione divina” e A. Torno asserisce che “siamo
troppo buoni per riempirlo di anime” e
che “aumentano ogni giorno coloro che
sono disposti a crederlo vuoto”.
Per Le Goff il Paradiso è in
realtà è “una costruzione culturale” e una “realtà immaginaria”;
per A. Torno “conviene aprirlo a
tutti”, se si vuole rispettare la
democrazia!
Non possiamo qui approfondire i problemi dell’inferno e
del paradiso; possiamo però
precisare alcuni aspetti di queste due realtà che nella citata
intervista sono trattate con
eccessiva superficialità.
Cos’è l’Inferno?
L’inferno è la condizione in
cui si trovano, dopo la morte e
per l’eternità, coloro che nella
loro vita, sono vissuti nella dimenticanza i Dio e nel disprezzo delle sue leggi hanno commesso gravi delitti, imponendo agli altri
terribili sofferenze, uccidendoli moralmente e fisicamente, privandoli della
loro libertà e dei mezzi per vivere; hanno sfruttato gli altri, in particolare i piccoli, i poveri, i deboli nelle forme più
crudeli per soddisfare i più vergognosi e
nefandi istinti umani e per accumulare
ricchezze; sono vissuti murati nel loro
egoismo senza compiere opere di carità
verso le persone bisognose; hanno rifiutato di credere in Cristo e di far parte
della sua Chiesa, pur essendo consapevoli che la fede in Cristo e l’appartenenza alla Chiesa sono la via della
salvezza.
Questo significa anzitutto che non si
va all’inferno per peccati di poco importanza,. ma per peccati gravi e gravissimi,
di cui, per disprezzo o per odio contro
Dio, ma anche per il fatto di non, voler
credere colpevolmente in Dio e in Cristo, non ci si è pentiti in vita e, soprat-
tutto, nell’ ora della morte.
Significa, in secondo luogo - questo
punto è della massima importanza -, che
non è Dio che condanna una persona all’inferno, ma è l’uomo peccatore, il
quale, rifiutando di pentirsi del male
compiuto per riconciliarsi con Dio, si
condanna volontariamente all’inferno,
cioè ad essere lontano da Dio eternamente. Dio, che è Amore infinito e Misericordia senza limiti, vuole che tutti gli
uomini, anche i peggiori peccatori, si salvino e siano eternamente con lui nel
paradiso. Per tale motivo offre a tutti,
anche ai peccatori più induriti nel male,
la grazia necessaria per la salvezza, chiedendo loro di accettare il suo amore e
il suo perdono: in realtà, egli impegna
tutta la sua onnipotenza per salvare i
peccatori; ma se essi rifiutano ostinatamente la salvezza che loro offre, Dio ne
rispetta la scelta. Egli infatti ha creato
uomini e donne liberi: se essi scelgono
la dannazione, Dio rispetta la loro libertà.
Perciò non ha ragione Le Goff nell’affermare che “l’inferno è contrario all’idea crescente della compassione divina”. Lo sarebbe se fosse Dio a condannare all’inferno gli esseri umani. Non lo
è se - contro la volontà salvatrice di
Dio e la sua infinita misericordia - gli
uomini scelgono volontariamente di vivere e morire nei propri peccati, e dunque
lontani da Dio e in condizione d’inimicizia con lui. È poi poco seria l’asserzione
di A. Torno: “Siamo troppo buoni per
riempirlo di anime”,quasi che fossimo
noi (chi precisamente?) a riempire l’Inferno di anime per gusto di crudeltà!
Quanto al fatto che “aumentano ogni
giorno coloro che sono disposti a credere l’inferno vuoto”, dobbiamo rilevare
che realmente ci sono oggi alcuni cattolici i quali affermano che l’inferno esiste,
però è “vuoto”; ma in base a
che cosa fanno simili affermazioni? Come si sa che l’inferno è
vuoto e chi lo ha detto?
Ad ogni modo, quello che è
certo è che l’inferno non è in
contrasto con la Bontà e
l’Amore infinito di Dio, perché lo ribadiamo - non è Dio che
condanna all’inferno, ma è l’uomo che liberamente, e ostinatamente, lo sceglie.
Quanto poi al fatto che l’inferno sia eterno, bisogna riflettere che, finché l’uomo è in
questa vita, la sua libertà è limitata e condizionata, cosicché egli
può fare una scelta e poi pentirsi di avérla fatta e scegliere il
contrario: così può scegliere di
fare il male e poi, con la grazia di Dio,
pentirsi e fare il bene. Sopravvenuta la
morte, la libertà cessa, e l’orientamento
finale che l’essere umano ha assunto per Dio o contro Dio - è definitivo e
irrevocabile.
Che cosa dice la fede cristiana
dell’inferno?
Infine, è importante, per una giusta
comprensione cristiana dell’inferno, distinguere ciò che la fede cristiana
dice di esso e ciò che ne ha fatto l’immaginazione popolare, che ha visto e vede l’“inferno come un luogo” in cui i
dannati sono torturati nelle maniere più
crudeli, in mezzo a un fiume di fuoco, da
schiere di demoni.
Due sono le affermazioni che la fede
cristiana asserisce riguardo all’inferno:
1) Esiste l’inferno, che non è un
luogo ma uno <stato..”, un “modo
di essere” della persona, in cui essa
SEGUE A PAG.
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...PARLIAMONE INSIEME...
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GIORNALE PARROCCHIALE
10 SETTEMBRE - Festa della Madonna del Soccorso
Questo anno la festa è
stata preparata spiritualmente dal triduo predicato
da don Paolo e la processione ha avuto una novità
accolta con gioia da parte
di tutti: il trasporto di una
bella immagine della Madonna scoperta in soffitta
da Don Paolo. E’ stato insegnato anche un inno
proprio per la Madonna
del Soccorso che tutti
hanno subito cantato.
L’unico neo della nostra festa è che l’attenzione da qualche anno è orientata verso altri valori e che
la processione deve essere sempre sacrificata dalle numerose bancarelle che affollano i pochi spazi della Piazza e
delle vie adiacenti. Ancora una volta il parroco si è raccomandato al Sig. Sindaco e agli amministratori presenti di
evitare questo sconcio che ci fa criticare anche dagli
estranei. Il sindaco ha promesso che il prossimo anno il
mercato si farà altrove Lo prendiamo in parola.
Benedetta soffitta!
È nato tutto da un giretto che ho fatto un giorno in soffitta:
non mi ricordo cosa stessi cercando, quando ecco che mi trovo
davanti uno stendardo tutto sporco e polveroso. Che sarà? Mi
chiedo. Lo porto vicino alla luce ed ecco la sorpresa: una bell’immagine della Madonna del Soccorso. Decido di dargli un pulita,
come posso, ed ecco un’altra scoperta: la firma di chi l’ha fatto
(A. Salfa) e la data (1922). Poi un pensiero… “Ma noi portiamo
in processione la reliquia della Madonna. E se insieme alla reliquia
portassimo anche l’effige?” Detto e fatto! In tre giorni, grazie alla
gentilezza e la generosità di alcune persone (Cinzia Pace che l’ha
DALLA QUARTA PAGINA
soffre la pena della privazione di Dio,
che si chiama “pena del danno” e nella
quale consiste l’essenza propria dell’inferno. Alla “pena del danno” si accompagna
la “pena del senso”, che è espressa con
l’immagine del “fuoco”, ma che non ha
nulla a che vedere con il fuoco di cui
noi abbiamo esperienza: essa significa lo
stato di sofferenza di “tutto” l’essere
umano per il fatto di essere privato di
Dio, che è la fonte della felicità di “tutto” l’uomo, il quale è essenzialmente
“spirito e corpo”, “spirito incarnato”.
2) L’inferno è eterno, per il fatto
che la decisione - per Dio o contro Dio
- che 1’essere umano prende consapevolmente nella sua vita e conferma in
punto di morte è per sua natura definitiva e irrevocabile e non può più scegliere. Dio non può che rispettarla per
sempre.
Ma la Chiesa non dice nulla circa il numero - se siano molti o pochi
- di coloro che volontariamente scelgono l’inferno; né ha mai dichiarato che
ripulita; Marcello Conti che l’ha incorniciata; Angelo Pieracci che
ha realizzato la struttura in ferro per trasportare il quadro e
Tonino Pieracci che ha corso insieme a me) la sera di sabato 9
settembre è uscita in processione, tra lo stupore e la gioia di
tutti, anche l’immagine della Madonna del Soccorso. Un grazie di
cuore a tutti coloro che hanno collaborato, ma un grazie tutto
speciale a Lei, che s’è fatta trovare!
Don Paolo
11 SETTEMBRE - Pellegrinaggio da S. Pio da Pietrelcina
Anche questo anno l’appuntamento a questo pellegrinaggio
che chiude gli incontri mensili del “ Gruppo P. Pio” parrocchiale
Ultima stazione della via crucis
si è svolto con grande devozione e soddisfazione. Al mattino visita al podere di Piana Romana, dover il santo passò la sua fanciullezza guardando le pecore, ritemprando la sua salute cagionevole e dove ebbe le prime stigmate invisibili. Alle ore 10,30, presso la chiesa dei cappuccini di Pietrelcina, abbiamo celebrato la S.
Messa insieme ad un gruppo proveniente dalla Sicilia. Poi il tempo
della visita ai luoghi dove il santo ha vissuto fin dalla nascita.
una persona in concreto si sia dannata,
non volendo arrogarsi un giudizio che
spetta solamente a Dio. La Chiesa
prega Dio per la salvezza di tutti anche
dei peggiori peccatori: può dunque sperare nella loro salvezza, ma non ha alcuna certezza che tutti si salvino.
Il paradiso è una “costruzione
culturale”?
A. Torno dice che il paradiso bisogna
“aprirlo a tutti”, in nome della democrazia, che non esclude nessuno e tratta
tutti ugualmente? Osserviamo anzitutto rispondendo a Le Goff che il paradiso
non è una “costruzione culturale”, ma è
frutto di una rivelazione divina, che colloca assolutamente al di là di ciò che
l’uomo intende per “felicità”. Il paradiso
cristiano infatti consiste nell’“essere con
Dio, con Gesù Cristo”, nella “visione di
Dio faccia a faccia”, nella “partecipazione alla felicità stessa di Dio”: tutte cose
che l’ essere umano non può umanamente raggiungere e nelle quali può anche non vedere la sua felicità, perché
sono al di là della sua comprensione e
dei suoi desideri. Si tratta, cioè, di realtà,
di cui san Paolo scrive: “Quelle cose che
occhio non vide, né orecchio udì, né .
entrarono in cuore di uomo, queste ha
preparato Dio per col che lo amano” (1
Cor 2,9).
In altre parole, il paradiso cristiano è
il segreto di Dio,l’uomo non può neppure sospettare e tanto meno comprendere se non per qualche debole analogia
con le immagini umane di felicità. Perciò
ogni “immaginazione” del paradiso, anche
quelle artisticamente più alte, come il
paradiso di Dante o del beato” Angelico,
resta sempre infinitamente al di qua della realtà.
In conclusione, tutto l’aldilà cristiano - purgatorio, inferno, paradiso - è un mistero che soltanto Dio
conosce e che l’uomo può conoscere nella sua verità solamente se, e
nella misura in cui Dio glielo rivela. È perciò oggetto di fede e può
essere accettato soltanto con un
atto di fede.
Giuseppe De Rosa S.J.
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Dopo pranzo una sosta nel bel santuario della Madonna Incoronata, nella piana di Foggia e a sera arrivo a S. Giovanni Rotondo.
Al mattino presto in chiesa per le confessioni e alle ore 8,15:
S. Messa nella cripta dove riposano i resti del santo.
Bellissima e raccolta la via Crucis, su per la montagna adiacente il santuario. Poi la visita all’Ospedale Sollievo della Sofferenza: testimonianza viva dell’amore del Santo per coloro che soffrono e prova concreta della generosità dei fedeli di tutto il mondo.
Nel pomeriggio visita al santuario di S. Michele Arcangelo sul
Gargano.Il terzo giorno partenza per il santuario mariano della
Madonna Addolorata presso Isernia. Qui la S. Messa, la vista ai
luoghi delle apparizioni della Madonna e pranzo. Nel ritorno abbiamo voluto attraversare il parco nazionale dell’ Abruzzo con
sosta a Pescasseroli. Poi ritorno a casa, riconoscenti al Signore e
il proposito di ritornare il prossimo anno
21 SETTEMBRE - Un grazie speciale!
Nei giorni che hanno preceduto l’inizio del catechismo un
gruppo di baldi giovani si sono offerti per imbiancare le aule di
catechismo. Li nomino uno per uno: Andrea Battistelli, Alessandro
Fabrizi, Maico Quintavalle, Stefano Torretta Nicolò Bollettini, Vito
Ascolese. Grazie anche ad Annamaria Berni che dopo l’imbiancatura ha avuto il coraggio di ripulire tutto. Grazie di Cuore!
2 OTTOBRE - Centro d’Ascolto.
Abbiamo iniziato il primo centro di Ascolto della Parola di
Dio presso la casa di Antonucci-Pisa in via Corneto. Ogni 15
giorni, il venerdì alle ore 21 ci si incontrerà con Don Domenico
per studiare, approfondire e riflettere sul Vangelo di S. Marco.
L’incontro è aperto alle coppie di sposi.
10 OTTOBRE - Oratorio Parrocchiale.
Per iniziativa di Don Paolo,presso la parrocchia, è stato costituito il comitato per la gestione e le attività dell’oratorio. Questi
gli incaricati per i vari settori: Don Domenico e Don Paolo Alessandro Tittoto, Emanuela Camilli e Eleonora Dei, Alfredo Berni e
Antonio Pieracci, Stefano Maiolo, Sonia Scirocchi, Suor Esilde Tassetto, Marco Fiocchetti, Michele Pieracci, Angelo Pastorelli, Veronica Faiola e Matilde Pisa, Giorgio FaddA.
Desideriamo veramente sfruttare questo bene prezioso della
struttura parrocchiale per il bene pastorale di tutti e per tutta la
settimana. Chiediamo la collaborazione di tutti per i vari
settori e la benedizione di Dio.
18 OTTOBRE - Sulla strada di Loreto
In lontananza il mare riceve sulle sue onde leggermente increspate i raggi di un sole pallido, nascosto in parte dalle brine del
mattino e li riflette tremuli sulla battigia dorata. La grande cupola
si staglia troneggiante, alta e maestosa, nel cielo. La campagna intorno è pulita ed invita a un sereno risveglio interiore, mite e
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dolce.
Dopo alcune ore di viaggio siamo arrivati nelle verdi ed ospitali valli di Loreto, cariche di ulivi. Chi parla ad alta voce, chi
canta, chi medita e prega, tutti siamo in attesa ansiosa dell’incontro con Maria. All’arrivo ci accoglie un venticello allegro e frizzante, quasi invernale, che si fa via via più vivace lungo il porticato
che conduce alla piazza antistante la basilica, unica al mondo. Qui
la Madonna non è apparsa. È venuta con la sua casa. L’acqua della
grande fontana zampilla sfavillante frantumata dal vento in mille e
mille gocce finissime, in un arcobaleno di colori fuori dall’alveo,
rendendo bagnato e viscido il selciato. Qui un devoto madonnaro
ha dipinto un meraviglioso volto di Maria. Altre volte mi sono
soffermato ad ammirare le caratteristiche architettoniche della
grande facciata, i porticati, le arcate e le sue sculture. Oggi mi
sento chiuso a queste bellezze. Seguo spedito la comitiva che
entra nella chiesa unita, per poi disperdersi, quasi subito in piccoli
gruppi, presi dalle meraviglie degli interni e dall’intimo desiderio
di pregare, di ringraziare e per sciogliere i loro voti. Ecco la casa!
E’ verso di essa che subito mi dirigo, indifferente a tutto quello
che mi circonda. Anch’io ho bisogno di incontrare Maria. Una
lunga fila di carrozzelle spinte dai familiari e dai volontari UNITALSI non mi permette lo sperato subitaneo ingresso. Attendo.
Volti emaciati, strani, sofferenti, uno dopo l’altro mi passano davanti. In essi il dolore e la rassegnazione. Tutti però stanno a
mani giunte, pregano e sorridono. Sperano forse in chissà quale
miracolo. La fede li assiste. Entro e come ogni volta mi assale
una profonda commozione. Un grosso nodo alla gola questa volta
mi prende, che subito si cambia in singhiozzo e pianto. E’
un’esperienza diversa, bella, gioiosa e tristissima allo stesso tempo.
Colei che sempre mi ha accompagnato questa volta non è al mio
fianco, dolce e premurosa: mi ha preceduto in cielo, è morta.
Dopo una breve e confortante preghiera lascio la santa casa, mi
apparto in un angolo, quasi nascosto, su un vecchio e tarlato
banco, solo nella mia solitudine e nel mio dolore.
E vedo. Vedo Maria nella sua modesta casa adoperarsi nelle
comuni faccende domestiche.
Vedo Maria raccolta in preghiera. Vedo l’angelo recarle l’annuncio divino. Vedo l’angelo volare quasi fuggire, verso il cielo per
portare a Dio il SI della salvezza. Sento i canti di gloria: è nato.
Vedo Maria presentare Gesù nel tempio e raccogliere i primi
presagi di Simeone ed Anna. Conservava nel suo cuore queste
cose, senza comprenderle. Vedo Maria, prima volontaria del soccorso, recarsi in aiuto alla cugina Elisabetta. Vedo Maria con Gesù
e Giuseppe (grande padre non padre) nel deserto verso l’Egitto.
Vedo di nuovo Maria nella sua casa di Nazareth intenta ad
insegnare a Gesù le cose di Dio. Vedo Maria accanto al letto di
Giuseppe morente. Vedo Maria felice alle nozze di Cana, mamma
premurosa verso gli ospiti. Vedo Maria abbracciare Gesù dopo il
ritrovamento. Vedo Maria sotto la Croce, chiusa nel suo dolore.
E’ triste e stanca. Non piange. Si fida ancora una volta di Dio. Si
può non piangere di fronte alla morte?
Un colpo sulla spalla. Andiamo è ora.
Mi sveglio da un sonno meraviglioso che mi ha dato forza nel
corpo e nello spirito.
E corre il pulman. Si prega insieme guidati dal parroco che
sempre ci accompagna. Sono sereno e tranquillo ora e in pace
come non mai da tempo. Tutta la mia vita mi passa dinanzi come
in tanti fotogrammi. Momenti felici e meno felici; sempre belli nel
ricordo. I momenti vissuti da Maria, in buona parte, sono i momenti che tutte le famiglie affrontano quotidianamente. E’ bello
avere una famiglia, la Sacra famiglia, con cui confrontarsi e trovare
che è in tutto simile alla nostra, anche se nelle nostre non c’è
Gesù vivo, figlio di Dio. Rientro in casa.
Dopo tanto tempo la casa non è vuota…. Sono atteso.
A. Fiordalisi
28 OTTOBRE - Prima Comunione
I 41 bambini l’aspettavano da tempo e con trepidazione. Il
Signore quel mattino ci ha regalato una giornata splendida e tiepida. Alle ore 10,15 con i volti raggianti di gioia, i loro vestitini
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candidi, la candela del battesimo in una mano ed il libretto delle preghiere nell’altra, sono sfilati in processione accolti con ammirazione
e commozione dai genitori, nonni e parenti tutti. Con ordine e raccoglimento hanno preso posto nei banchi loro assegnati, hanno
acceso le candeline del battesimo e con entusiasmo hanno rinnovato le promesse battesimali, poi, accompagnati dal coro, è iniziata la
S. Messa. All’omelia Don Domenico ha ricordato loro che nell’incontro di amici ci si scambiano i doni: Gusù dona la sua vita ed ognuno è chiamato a donare la sua. Dono che deve realizzarsi ogni giorno nell’amore a Dio e al prossimo.
Una raccomandazione particolare il parroco l’ha fatta ai genitori affinché custodiscano questa grazia che Dio ha dato ai loro figli
e a tutta la famiglia e aiutandoli alla fedeltà ed alla coerenza. Dopo aver ringraziato i genitori e i catechisti, Don Domenico ha invocato
il Signore e la Madonna del Soccorso affinché proteggano sempre questi bambini da ogni pericolo e aiutino i genitori a farli crescere
nella fede.
Questi i bambini che hanno ricevuto il Sacramento: Aquilani Ilenia - Aquilani Luca - Aquilani Simone - Bacchin Federica - Baccani
Valerio - Bianchi Adriano - Bianchi Luca - Brinati Ilaria - Caponero Jonathan - Caponero Marta - Ciucci Giorgio - Clementi Alessia De Cesaris Cesare - Deidda Luca - Delle Monache Anna - Figliolini Claudio - Fiocchetti Sara - Forti Jessica - Geri Marika - Gugliotta
Simone - Iris Emanuele - Mancinelli Riccardo - Marongiu Marcello - Mattioni Gabriele - Medori Martina - Mereu Letizia - Ottavi Luca
- Palombi Francesco - Peruzzi Alessandro - Quintieri Sara - Renzetti Nicole - Scirocchi Elisa - Scorsi Silvia - Serafini Valentina - Spagna
Alice - Tantucci Andrea - Taranta Giulia - Tolle Matteo - Torrioni Matteo - Venanzi Alessia - Violanti Lorenzo.
29 OTTOBRE - Il Mandato
Come ogni anno, all’inizio dell’attività catechistica, il parroco a
nome del vescovo e di tutta la comunità ha dato il mandato di
insegnare ed aiutare i bambini, ragazzi, adolescenti ed adulti a
crescere nella fede e a diventare sempre più cristiani.
Ha ringraziato coloro che generosamente si sono messi a
disposizione per questo grande compito e li ha incoraggiati ad
andare con umiltà, e con tranquillità spronandoli a “gettare le
reti sulla Parola del Signore” sorretti dalle preghiere di tutta la
Comunità.
1 NOVEMBRE
Per la festa di Tutti Santi abbiamo avuto la fortuna di avere
come celebrante nella S. Messa delle ore 11 il vescovo Mons. Pe-
ANGOLO DEL GRAZIE
Ringraziamo per le offerte per il giornalino,pervenute
dal 5 settembre al 13 novembre 06
Amici Valle Calandrella in Suffr. Di Francesco Grassi,
Bellettini Fernanda, Berni Giuseppina, Bonifazi Agostino, Bonifazi Bruno e Maria, Braga Lidia, Cutigni Sergio in Suff.
propri morti, Famiglia Conti Angelo in Suffr. Osvaldo Tartaglia, Fantinelli, Grassi Loredana, Graziani Luigina, Janni Domenico e Luigina, Marcacci Margherita, Martinelli Mario e
Agnese, Mattei Domenica in Suffr. del marito, Moretti Domenica, Obrano Rolanda, Patrizi Eligio in Suffr. propri morti,
Piferi Pierina, Sanetti Settimia, Santini Cecilia.
Ringraziamo per le offerte che ci aiutano a pagare il
mutuo per la ristrutturazione della Chiesa. Offerte pervenute dal 6 sett. al 13 nov. 06
ter Khiara vescovo della diocesi di Muranga in Kenia: La diocesi
nella quale abbiamo delle adozioni a distanza e mandiamo un piccolo aiuto per il latte per bambini. Abbiamo promesso collaborare all’iniziativa della V.S.T. che dal 6 dicembre fino al 28 ospiterà
15 giovani provenienti dalla diocesi di Murang’a (Kenya) per una
serie di incontri musicali e di animazioni liturgiche. Il progetto ha
come scopo il favorire uno scambio culturale tra l’Italia e il Kenya in quelle zone dove la V.S.T. opera da ormai due anni. Ma per
fare questo abbiamo bisogno anche della generosità di tutti, come
la necessità di alloggiare questi ragazzi presso qualche casa. Invitiamo chiunque abbia la possibilità di dare il proprio aiuto a contattarci per ospitare questi giovani. Un sentito ringraziamento di
cuore per chi sarà così generoso da aprire la propria casa alla
fratellanza e alla carità.
Agostini Quinto e Maria, Berni Giuseppina, Blanco Angela in Suffr. del marito Edo Carosi, Bocci Domenico e Franca,
Bonifazi Bruno Maria, Bruschi Pietro e Rosa in Suffr. di
Russo Prosperino, Cesarini Angelica, Colleghe della figlia in
Suffr. di Osvaldo Tartaglia, Compagnia Teatrale I Casaioli,
Conti Lidio e Famiglia in Suffr. di Osvaldo Tartaglia, Conti
Rosa, Dragotto Stefania e Giovambattista, Duca Chiara, Fam.
Conti Angelo + Francesco + Lucio, Gambini - Mecucci Assunta in mem. del marito Carlo e figlia M. Rita, Giosuè Alvaro e Vittoria, Grassi Achille e Marika, Grassi Antonietta,
Luziatelli Lucia e Familiari, Maiolino Elio e Vincenza, Mercuri Antonietta e Gianfranco, Nipoti Cancellieri in Suffr. di
Agostina Silvestroni, N. N. N. N, Rainesi Giuseppe, Raparelli
Evelina, Riccucci Roberta, Santinelli Rinaldo e Rita, Santinelli Sandrino, Scarici Anna, Vicidomini Francesca, Violanti
Valerio e Maria.
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CALENDARIO PARROCCHIALE
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DICEMBRE
Primo venerdì: mattino comunione ai malati ed anziani.
Pomeriggio: ore 16 – 17 ora santa + S. Messa.
Primo sabato: ore 16,30 incontro sulla Madonna.
Festa della Madonna Immacolata: giorno di precetto, orario festivo.
Secondo sabato: ore 16,30 Gruppo Preghiera P. Pio.
Terzo venerdì: ore 15,30 incontro catechisti.
ore 16,30: inizio Novena di Natale: S. Rosario +
Vespro + S. Messa con omelia.
ore 17,30 liturgia penitenziale = confessione comunitaria.
ore 20 Veglia di preghiera e “la tua cena per i poveri”.
Vigilia di Natale:ore 24 S. Messa a Cura, Botte e
Folgore.
Natale: orario festivo.
L’uomo interiore
Dalla rivista “IL Cenacolo”
Vieni Spirito Santo,
vieni ed insegnami a tacere,
a fare del silenzio una preghiera,
a lasciar crescere le radici del mio
cuore,
a diventare un albero che porta frutti
per tutti gli uomini che hanno fame e
sete d’amore.
Vieni Spirito Santo,
donami la forza di fermarmi
IL SILENZIO
Il Silenzio?
E’ più forte del sibilo del vento
che sposta le dorate dune del deserto,
il silenzio!
Il Silenzio?
E’ più forte del tuono
che scatena le tempeste sul mare
e poi uragani,
il silenzio!
Il Silenzio?
E’ più forte del ghiaccio
che spacca le cime innevate dei monti,
il silenzio!
Il Silenzio?
E’ più forte dell’urlo della guerra
e della morte
il silenzio!
Il Silenzio?
E’ più forte del silenzio di Dio,
il silenzio!
Il silenzio dell’uomo fa parlare Dio!
E’ preghiera. Il silenzio è voce di Dio.
Sul monte Carmelo il silenzio.
A.F.
26 orario feriale: S. Messa ore 7,30 alla Botte e ore 17 a
Cura.
A Cura ore 21 Concerto delle varie schole cantorum
parrocchiali con la partecipazione dei giovani africani del
Kenia.
31 Domenica: ore 18 S. Messa di Ringraziamento.
GENNAIO
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13
Orario festivo delle S. Messe.
Epifania: orario festivo.
Lunedì riprende il catechismo.
Secondo sabato: ore 16,30 incontro di preghiera di P.
Pio.
19 Terzo venerdì: ore 15,30 incontro dei catechisti.
26 Quarto venerdì: ore 15,30 incontro Caritas.
per ascoltare il mormorio della Parola
di Vita,
lontano dalla droga del rumore, dalla
danza delle parole;
fa’ di me un albero saldamente piantato presso un corso d’acqua che porta
molto frutto.
ripeti
affinché sappia accogliere il tuo amore
capace di mantenere vivi i rami della
mia vita.
Vieni Spirito Santo,
insegnami a radicare la vita nella preghiera,
a raggiungere le sorgenti sotterranee
del mio cuore,
ad ascoltare la canzone segreta che tu
Vieni Spirito Santo,
e fortifica in me l’uomo interiore.
Che Cristo abiti, per la fede, nel mio
cuore;
che Dio diventi, giorno dopo giorno,
il terreno vitale da cui trarre la linfa
necessaria
affinché il frutto della mia vita
abbia il gusto del suo Amore!
LA FELICITÀ
Per mettere subito in pratica
Sui muri diroccati di un vecchio monastero: “Chiesi a Dio la ricchezza per
poter essere felice e mi diede la povertà
perché fossi saggio; chiesi di tutto per
potermi godere la vita, ed ebbi la vita
per godere di tutto. Non ebbi nulla di
quello che avevo chiesto, ma ebbi tutto
quello che avevo sperato”.
LA CHIESA IN ITALIA
228 Diocesi - 25.702 Parrocchie.
4.053 senza parroco.
92 Seminari diocesani maggiori
124 Seminari in congregazioni religiose.
59,5 anni età media dei sacerdoti.
4.200 sacerdoti con più di 80 anni (13%
del totale).
32.990 sacerdoti.
18.610 religiosi.
122.356 suore.
1.498 preti stranieri (4,5% del totale).
10% adulti che fanno parte di associazioni o movimenti cattolici (percentuale
sulla popolazione italiana).
1 prete ogni 2 mila abitanti.
50% adulti che fanno donazioni in denaro ad organizzazioni religiose.
Dalla rivista “Sacro Cuore”
Ecco una preghiera efficace per fare
da subito l’esperienza dell’amore salvifico
di Gesù:
Nei dubbi ripeti:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Troverai la luce.
Nella solitudine, quando gli altri ti dimenticheranno ripeti:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Ti sentirai Gesù vicino.
Nella lotta contro le tentazioni ripeti:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Troverai la vittoria.
Nello scoraggiamento ripeti:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Ti sentirai sollevato.
Nell’angoscia e nel timore ripeti:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Ti sentirai confortato.
Nella tribolazione ripeti:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Sarai consolato.
In ogni difficoltà che ti si presenta:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Troverai la forza per vincerla.
Nell’ansietà per i tuoi cari ripeti:
Sacro Cuore di Gesù, confido in Te!
Saranno protetti.
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Numero 103 novembre 2006