UNA COLOR - ESTATE Reportage del soggiorno - studio a Loano: raccontare per far conoscere Color your life. L’esperienza di Lucia Cappellari. Il COLOR campus mi è piaciuto molto e, secondo me, merita lasciarsi coinvolgere in questa opportunità, perché: conosci ragazzi/e da tutta Italia, in dieci giorni leghi molto con i coetanei, incontri degli esperti che ti aiutano a crescere facendoti vivere esperienze nuove, rafforzi in modo divertente, per esempio guardando film o imparando canzoni, Disegno di Lucia guidati da madrelingue, la motivazione per imparare l’inglese, lingua fondamentale da nelLucia momento in cui si varcano i confini nazionali, ho provato a suonare lo strumento da me amato: il violino. Come si svolge una giornata tipo al campus? Alle sei di mattina, i color coach svegliavano noi giovani ospiti in molto non certo delicato, se si considera che, mentre veniva diffusa a volume alto nelle stanze, tramite delle casse, la fanfara dei bersaglieri, entravano in camera senza chiedere il permesso, quindi ci buttavano giù dal letto; anche i più dormiglioni erano convinti ad abbandonare il proprio giaciglio. Una sveglia così di prima mattina era la conseguenza delle molte attività in cui essere coinvolti nel corso delle ore che sembravano volare via. Il sacrifico era ricompesato dalla ricchezza di proposte ricevute nell’arco delle ventiquattro ore. È stato un espediente per educarci a non perdere tempo dormendo, ad aprire presto gli occhi per pensare a realizzare i nostri sogni. La giornata iniziava con una passeggiata al mare, dove poter fare il bagno, ma per questo dovevamo essere tutti pronti alle meno un quarto alle sette, se no si perdeva: un modo per insegnarsi ad organizzarci, ad essere un gruppo. Arrivati in spiaggia, ci si disponeva in un enorme cerchio, quindi giocavamo, cantavamo per poi tuffarsi in acqua, anche se era gelata. Alle nove c’era color press cioè la lettura dei giornali: ogni giorno venivano scelte otto persone per esporre un articolo di giornale; io l’ho esposto l’ultimo giorno: un’esperienza per mettersi in gioco, per contenere l’emotività, per confrontarsi, per aprire i propri orizzonti al mondo, talvolta, ancora non considerato pienamente nella nostra giovane vita di adolescenti. Poi un gruppo andava a fare “pianeta”, mentre l’altro gruppo inglese; i gruppi si alternavano dopo una merenda; nel gruppo di inglese, ci facevano completare un libretto, giocare e, verso gli ultimi giorni, recitare; al “pianeta” ho avuto la possibilità di sperimentare grazie agli insegnamenti di: una fotografa, uno specializzato nel marketing, un consulente sull’innovazione digitale, uno scrittore/fumettista, un musicista. Grazie a loro ho imparato a: strutturare un sito internet, costruire un cortometraggio. Durante il pomeriggio ci dividevamo in squadre, ogni giorno diverse, per svolgere un laboratorio sull’argomento trattato durante la mattinata; lo esponevamo davanti a tutti, dopo una presentazione in cui indicare nome, cognome, età, provenienza, scuola che si frequenterà, con quale bando hai potuto partecipare a Loano. Dopo cena, i coach ci introducevano la giornata successiva e poi tempo libero, anche se era molto ridotto per le nostre esigenze. Grazie al color campus sono stata al’EXPO a Milano. Fantastico!!! L’esperienza a Loano si è chiusa con un saggio finale e con… per cui sarò color per sempre! Consiglio l’esperienza al color campus perché impari ma allo stesso tempo ti diverti! È un’esperienza da provare e, personalmente, da ripetere! L’esperienza di Andrea Moretto Le giornate al COLOR Campus, devo essere sincero, sono dure e bisogna avere un certo carattere, (ma servono proprio a questo: a formarlo), per lasciarsi piacevolmente travolgere dal ritmo incalzante delle molte attività proposte, come il color pianeta, tra le cui attività mi sono piaciute quella relativa al cibo nella storia dal Medioevo ad oggi in preparazione alla visita all’Expo, quella sulla comunicazione, sulla scrittura, sulla fotografia e sull’abbinamento musica – video. Se ne deduce che il tempo libero, per sé, è molto ristretto, ma si sa che si è a Loano per 10 giorni, non per una vacanza, bensì per un soggiorno – studio in cui fortificarsi, prepararsi al futuro. Essere per dieci giorni a Loano è stata di sicuro un’ esperienza arricchente sia dal punto di vista culturale che personale, nel senso che si ritorna a casa più maturi, diversi, più sicuri di sé. Questo lo dico per esperienza: nel mio gruppo, fino al quinto giorno, se ne sono andati circa 8 color su 38; tutti coloro che se ne sono andati erano accomunati dalla pigrizia. E’ stata un'esperienza magnifica grazie alle persone che ho incontrato: quasi tutti erano di un certo livello intellettuale; lì non ci stanno i mediocri, per usare le parole di William Salice, il fondatore. Potrei scrivere ore e ore, ma non voglio annoiare nessuno. Per capire il Color campus bisogna partecipare ai color - bandi, mettersi in gioco, essere a Loano per tutto il tempo! Per avere avuto questa possibilità ringrazio la scuola, nella veste del Dirigente scolastico, delle vicarie che hanno permesso a noi ragazzi di “terza media” di conoscere la Fondazione Color your life, la professoressa Barbara Bettini che è stata la nostra tutor nei progetti presentati: è stato anche merito loro se ci sono andato. GRAZIE!!!