Volume 6, numero 23
Sommario
12.06.2011
Editoriale
Scalfari ha sempre ragione
Minipost
05.06.2011
Ecologia
Il cammello nella cruna del CO2
Energia
Sarkozy e la danza della pioggia
nucleare
Informazione
Gaber e la partecipazione - Guido
Harari
Referendum, quattro sì per voltare
pagina
Minipost
Scalfari ha sempre ragione
Renzi, il privatizzatore dell'acqua
Formigoni, l'antidemocratico
Futuro sostenibile, istruzioni per l'uso
L'anfiteatro di Siracusa per i
referendum
Aldrovandi, confermate le condanne in
Appello
Formigoni contro i referendum
Muro del pianto
E.Coli Gasparri
Politica
In Libia siamo arrivati all’ottantesimo
giorno del conflitto. Dopo più di 11.000
voli di aerei da guerra della Nato, 4.500
attacchi e bombardamenti, con un
presidio permanente di 250 velivoli sul
territorio, Gheddafi è ancora vivo e i libici
non si sono ancora arresi. Il figlio di
Gheddafi, Saif al Islam, ha offerto una
via di uscita: "Si potrebbero tenere
elezioni entro tre mesi” sotto il controllo
delle forze internazionali. Se suo padre
vince, la Nato se ne va. Se perde, se ne
va lui. Nessuno l’ha preso in
considerazione. La strana guerra
continua e l’Italia è indifferente, come se
partecipasse alla Parigi-Dakar invece
che ai bombardamenti di un ex alleato.
E’ il cosiddetto “fuoco amico” in cui
siamo maestri da sempre. Napolitano,
che
dovrebbe
far
rispettare
la
Costituzione, non proferisce sillaba.
Siamo in guerra, ma è meglio non farlo
sapere in giro.
Referendum senza quorum
4 SÌ al Referendum per un orgasmo
democratico
Il popolo è sovrano
1
Scalfari ha sempre ragione, la scuola è
quella della sua giovinezza, di quando
scriveva per "Roma Fascista" e, qualche
anno dopo, elogiava l'Unione Sovietica
con un pezzo profetico:"La Russia ha già
vinto la grande sfida?” in cui afferma:
“Nel 1972 l’Urss sarà addirittura passata
in testa non soltanto come potenza
industriale ma anche come livello di vita
medio della sua popolazione. Tutti i
vecchi luoghi comuni della maggiore
efficienza
dell’iniziativa
privata
e
dell’enorme sperpero di ricchezze che
inevitabilmente si accompagna al
collettivismo, cadono come castelli di
carta di fronte ai risultati raggiunti in
quarant’anni dall’economia sovietica."
Dalla Repubblica di oggi:
"Non è l'antipolitica grillina ad aver vinto
ma la Politica una volta tanto con la P
maiuscola. Capisco che a molti Soloni da
strapazzo questa lettura oggettiva dei
fatti non piaccia; capisco che il rabbioso
sfogo di Grillo li imbarazzi e ancor più il
fatto della presenza di molti grillini che
hanno inneggiato a Pisapia in piazza del
Duomo, a Fassino in piazza San Carlo e
a de Magistris in piazza Plebiscito; ma
così sono andate le cose e a questa
vittoria della politica dovete rassegnarvi."
Ps: Dal MoVimento 5 Stelle del
Piemonte non me lo aspettavo questo
entusiasmo in piazza San Carlo per
Fassino. Belin, mi rovinate.
Gaber e la partecipazione Guido Harari
Informazione
05.06.2011
Gaber ci manca e purtroppo non può
tornare, era inimitabile e libero,
soprattutto libero. Detestato dagli
intellettuali di regime e dal Potere, quello
con la P maiuscola che fece uccidere
Pasolini, un'altra voce critica del secolo
scorso. Gaber diceva vent'anni fa cose
che il pensiero omologato rifiuta ancora
oggi.
"I
partiti
sono
inadeguati
a
rappresentare la gente. Ora sembra che
- non votando o votando cose senza
senso e stravaganti - almeno un italiano
su tre l'abbia capito, forse anche di più.
Gli unici che non se ne accorgono sono
loro, i partiti, che si ostinano a restare,
magari rinnovandosi". (1993)
Destra, sinistra, centro sono etichette
scomparse. Esistono uomini di destra, di
sinistra o di centro. Il superamento della
forma
partitica
significa
questo:
concedere alla gente di votare le
persone". (1993)
Intervista a Guido
Harari, fotografo e autore di "Quando
parla Gaber":
Gaber oggi
Guido Harari- Sono Guido Harari,
fotografo, autore di libri, l’ultimo che ho
realizzato si intitola “Quando parla
Gaber” ed è una sintesi del suo
pensiero, soprattutto civile sviluppato per
temi.
Blog - Oggi Gaber è ancora vivo nella
cultura, nella politica, nella vita sociale?
Guido Harari - Gaber è vivo come
desiderio di resistenza e di indignazione
e di provocazione, è un cane sciolto, e
come tale lui diceva che era il terzo
partito, come tale non si allinea alla
religione
della
politica,
conseguentemente non lo vedo molto
presente né nella vita politica, né nella
coscienza civile, ma varrebbe la pena
che venisse riscoperto e soprattutto
meditato.
Blog - Cosa penserebbe oggi Gaber se
fosse vivo dell’Italia?
Guido Harari - Penso che avrebbe ottimo
materiale per continuare le riflessioni de
“La mia generazione ha perso”, della
razza in estinzione e di “Io non mi sento
italiano”, i suoi ultimi due dischi che
ormai risalgono a quasi 10 anni fa,
diciamo che c’è stata una picchiata
verticale sotto tutti gli aspetti, morale
soprattutto, e conseguentemente non c’è
un segnale di ripresa. Penso che Gaber
oggi avrebbe ottimo materiale per
proseguire
le
sue
riflessioni
“pessimistiche", forse gli avvenimenti
degli ultimi giorni, i risultati di queste
elezioni
amministrative
potrebbero
rappresentare un piccolo segnale di
apertura, di speranza, Il Teatro Canzone
è nato con Gaber ed è finito con Gaber.
Gaber è un personaggio particolare,
unico nel panorama italiano della
canzone o dello spettacolo perché ha
avuto in verità più di una vita, ha avuto
negli anni '60 tra la fine del '50 e il '60 un
successo che è stato più che musicale,
addirittura mediatico, perché è diventato
un animale televisivo e come tale ha
avuto una grandissima popolarità, però
proprio in quegli anni ha frequentato
degli intellettuali, da Umberto Simonetta,
poi Sandro Luporini che è stato poi il suo
partner per trent'anni del Teatro
Canzone, c’è stato un processo di
sensibilizzazione per quanto riguarda
l’impegno civile che poi ha prodotto
sull’onda anche della tensione morale
del 1968 la nascita del Teatro Canzone.
Gaber a un certo momento ha voltato le
spalle al suo successo, alla televisione e
ha cominciato a confrontarsi, scegliendo
il teatro, direttamente con il suo pubblico,
anno dopo anno, spettacolo dopo
spettacolo proprio perché sentiva il
bisogno di dire delle cose che nessuno
in quel momento diceva.
Blog - C’è qualcuno che le ha dette dopo
di lui?
Guido Harari- C’è qualcuno che le ha
dette mentre le diceva anche lui,
Pasolini, Pasolini e Gaber sono
veramente le due coscienze civili del
secondo '900.
C’è sicuramente memoria di Gaber
perché c’è bisogno di ritrovare una voce
fuori dal coro, quella che chiamo una
voce dell’intelligenza nella palude della
politica della vita civile italiana, vedo che
anche i più giovani cercano e desiderano
scoprire Gaber, soprattutto questo è
stato l’intento del libro attraverso il suo
pensiero, non soltanto le sue canzoni o i
brani teatrali, oggi il teatro di Gaber si
può apprezzare solo in DVD, ma il suo
pensiero si può anche leggerlo
attraverso le sue interviste, i suoi
manoscritti e è molto importante ribadire
proprio questo, che è possibile saltare
tutte le tagliole che ci troviamo davanti
ogni giorno, per arrivare a una ricerca di
verità che non è di parte, non ha un
colore, se non quello, io continuo a dire,
dell’intelligenza.
Gaber e la
partecipazione
Blog - Libertà e partecipazione… Guido
Harari - “La libertà”, questo è il titolo
corretto della canzone, è sicuramente
uno dei brani più ricordati di Gaber, lui
aveva fatto una riflessione su questa
canzone che ha avuto successo da tutte
le parti dell’arco politico, sosteneva che
nel momento in cui si fa un’affermazione,
questa diventa buona per tutti e la cosa
non gli era piaciuta, infatti aveva anche
corretto il tiro dicendo che forse avrebbe
dovuto scrivere “La libertà è spazio di
incidenza”, però non sembrava un verso
particolarmente brillante. Il problema è
proprio l’appropriazione indebita delle
parole di un Gaber o di un De Andrè da
parte di chiunque, quando vedo un
assessore di destra a Roma decantare
De Andrè all’inaugurazione di una
mostra a lui dedicata, dicendo che lui a
17/18 anni conosceva a memoria le
canzoni di De Andrè che strimpellava
con gli amici, mi verrebbe da chiedergli
cosa abbia imparato da quelle canzoni,
non perché sia personalmente contrario
al fatto che De Andrè o Gaber vengano
graditi e fruiti da tutte le parti, però le
parole di questi due artisti devono
lasciare una traccia, non sono parole da
poco, quindi se dei messaggi così
importanti, così a volte provocatori,
taglienti vengono ridotti a estetica,
evidentemente c’è un problema! Il Teatro
Canzone ha un’unicità lui vuole
2
confrontarsi con il pubblico direttamente,
non c’è una virtualità, non c’erano i blog,
con c’erano i siti, non c’erano ancora i
videoclip, quindi bisognava andare in
prima linea e lo fa con una temerarietà
che non ha pari, nel senso che arrivava
anche a provocare il pubblico, a
insultarlo, a spiazzare, a spiazzare i
compagni che pensavano di avere
trovato un cantore, un alfiere di questa o
quella causa e che si sentono poi magari
accusati di essere dei grigi compagni del
PC, ci sono provocazioni fortissime
anche in “Io se fossi Dio” in un’invettiva
lunghissima in cui, subito dopo
l’assassinio di Moro, Gaber dice delle
cose fortissime come il fatto di essere
stato assassinato non toglieva a Moro le
responsabilità dello sfascio in cui ci si
trovava. Quindi è un mettersi in prima
linea che non tutti hanno il coraggio di
affrontare e penso che anche chi
ripropone oggi Gaber, lo ripropone dal
punto di vista affettivo, sentimentale, ma
non ne ha assolutamente la statura, che
era anche data dalla sua fisicità. Nel
momento in cui Gaber riempie la scena
da solo senza neanche un complesso
che lo accompagni con dei nastri e è un
corpo in movimento che trascina e
coinvolge buttando queste parole,
queste
provocazioni
al
pubblico,
veramente assistiamo a un caso unico,
penso a Fo da un punto di vista un po’
diverso perché Fo è più militante di
Gaber. Gaber punta più a una libertà,
libertà di visione, con una visione
grandangolata sui sentimenti, su tutto,
sull’economia, Chiesa, coppia, il sesso, il
consumismo, l’omologazione culturale di
cui parlava già Pasolini negli anni '60 e
questo è veramente un caso unico, non
ho spiegazioni sul fatto che sia rimasto
un fatto unico. Gaber e la politica
Blog - Tu hai un ricordo personale di
Gaber, una cosa che ti ricordi più di altre
che ti riguarda direttamente?
Guido
Harari - Una cosa che mi viene così…
sono cose che fanno riflettere nel
momento in cui ti incontri una persona di
questo calibro, ricordo che aveva una
curiosità
infinita
nell’incontrare
il
pubblico, le persone, non si risparmiava,
incontrava il pubblico prima dello
spettacolo, dopo lo spettacolo, accettava
di partecipare a delle manifestazioni alle
quali non si sarebbe immaginato di
trovarlo dal Festival di Re Nudo al Parco
Lambro, al meeting di Comunione e
Liberazione a Rimini, però c’era questa
voglia di capire chi è l’altro, chi è l’altro
diverso da sé, infatti diceva, all’epoca
del '68 “Ci dicevano che non bisognava
parlare con i fascisti e io sono sempre
rimasto con l’idea di non sapere cosa
pensano i fascisti perché non ci potevi
parlare!”.
Quindi era questa sua
curiosità,
questo
essere
sempre
slanciato verso l’altro e quando ricordo
una volta Giovanni Rabboni su Il
Corriere della Sera lo accusò di leghismo
estetico, eravamo ai primi anni '90
perché Gaber aveva individuato nei primi
passi della Lega un movimento di
cambiamento su cui poi si è ricreduto,
ma era un momento così di molta
attenzione su questo nuovo fenomeno,
lui disse: “Non è il momento di avere
stupide questioni di stupido principio”
che secondo me è la regola aurea in
tutto, riuscire a vedere tutte le
angolazioni, a capire, a valutare ogni
posizione per trovare la via, la via, lui
poteva dire della verità, ma quantomeno
una via senza condizionamenti. Gaber
sicuramente sentirebbe di vivere nella
nuova spinta dei giovani e nei nuovi
movimenti che nascono come i
movimenti per l’acqua, nei movimenti
che portano avanti le istanze del
referendum che avremo il 12/13 giugno,
quindi
una
spinta
dal
basso,
un’attenzione ai problemi locali senza
perdersi nelle grandi cause nella
concretezza e soprattutto qui si potrebbe
recuperare il concetto dell’utopia che era
molto caro a Gaber e a Luporini, Gaber
nell’arco della sua carriera, dei 30 anni
del Teatro Canzone è passato dall’utopia
massimalista,
quella
dei
grandi
movimenti globali, quella del "vogliamo il
mondo e lo vogliamo ora", a "un’utopia
più di responsabilità", più legata
all’individuo, partire da cause concrete,
da battaglie mirate su cui si può
effettivamente incidere, Gaber secondo
me vive in questo e può essere di
ispirazione anche per altre battaglie in
questo senso.
Referendum, quattro sì per
voltare pagina
Informazione
06.06.2011
Testo: Buongiorno a tutti, domenica
12 e lunedì 13 giugno andremo a votare,
almeno io andrò a votare, spero lo
facciate tutti voi e portiate gente
possibile a votare indipendentemente dal
cosa poi si voterà, per 4 referendum, per
dire sì o no a 4 quesiti che propongono
di abolire 4 leggi. 4 norme: la prima lo
sappiamo,
riguarda
il
legittimo
impedimento, la seconda riguarda il
nucleare, la terza e la quarta riguardano
la privatizzazione della gestione dei
servizi idrici, dell’acqua, si sa poco o
nulla di questi referendum se non in
generale, se non che si terranno sul
dettaglio, il colore delle schede, cosa
prevedono i vari quesiti, cosa succede
se vince il sì, cosa succede se vince il
no, cosa succede se non si raggiunge il
quorum, mistero, allora cerchiamo di fare
chiarezza in termini molto semplici,
spero, senza entrare nei tecnicismi, ma
dando un’informazione completa di
quello che ci aspetta domenica e lunedì
fino alle 15 quando entreremo nel seggio
e nella cabina elettorale con 4 schede in
mano.
Sì all'acqua pubblica
La prima e la seconda scheda di cui vi
voglio parlare, sono quelle che
riguardano l’acqua, una è di colore
rosso, l’altra è di colore giallo.Quella di
colore rosso porterà scritta una frase
ostrogota nella quale si dice “Modalità di
affidamento e gestione dei servizi
pubblici locali di rilevanza economica” il
quesito punta a abrogare l’Art. 23 bis del
Decreto Legge 25 giugno 2008 N. 112
che è il cosiddetto Decreto Ronchi, in cui
si parla di disposizioni urgenti per lo
sviluppo economico, la semplificazione,
competitività e la stabilizzazione della
finanza pubblica, la perequazione
tributaria che è stato poi modificato più
volte nel 2009, la parola acqua in questa
scheda rossa non compare mai,
neanche i suoi derivati tipo idrici, idrico,
eppure si parla di acqua, scheda rossa,
cosa siamo chiamati a decidere? Se
abrogare questa norma che prevede
l’obbligatorietà della gestione privata dei
servizi idrici almeno per quanto riguarda
il pacchetto di maggioranza delle società
che li gestiscono, il decreto è più ampio
perché riguarda tutti i servizi pubblici di
rilevanza economica e si stabilisce per
decisione di questo governo che
debbano essere i privati a avere la
maggioranza
nelle
società
che
gestiscono acquedotti e affini, il pubblico
può partecipare ma in minoranza, quindi
la regola è che la maggioranza la
debbono sempre avere dei soggetti con
finalità ovviamente di lucro, profitto dei
privati, o con società completamente
private o con società miste pubblico –
3
private dove però il pubblico è
minoritario, quindi naturalmente si fanno
le gare, si stabilisce che almeno il 40% di
queste società vada a capitale privato,
quindi multinazionali, finanziarie, fondi
etc.. Le società quindi attualmente a
totale capitale pubblico che gestiscono
moltissimi acquedotti comunali etc.,
dovranno cessare improrogabilmente
dalla loro attività entro il dicembre di
quest’anno, oppure potranno continuare
a gestire servizi idrici, soltanto se si
trasformeranno in società miste con un
capitale privato di almeno il 40%, chi
vota sì cancella questa norma e cioè
consente che possano continuare a
essere delle società a capitale
interamente pubblico o a maggioranza di
capitale pubblico a gestire i servizi che ci
portano l’acqua in casa e che
trasportano l’acqua dalle fonti, dalle
sorgenti a noi consumatori, cittadini che
la dobbiamo bere, che la dobbiamo
usare per le nostre esigenze personali,
quindi
sì
vuole
dire
no
alla
privatizzazione obbligatoria dei servizi
idrici, dire no invece significa confermare
il Decreto Ronchi, sì all’abrogazione del
Decreto
Ronchi
che
stabilisce
l’obbligatorietà di società private a
gestire l’acqua, quindi non è l’acqua in
sé che viene privatizzata, sono i servizi
che ce la portano e naturalmente questo
a cosa va incontro? Va incontro intanto
al problema delle tariffe, quanto costa
l’acqua? L’acqua ovviamente essendo
un bene naturale dovrebbe essere di tutti
perché costa? Costa sulla nostra
bolletta, costa quando viene imbottigliata
etc., perché c’è qualcuno che la prende
e la tratta, che la porta o la imbottiglia, ci
aggiunge del suo e questo è inevitabile,
il costo dell’acqua è inevitabile, il
problema è quanto costa l’acqua e chi
decide quanto costa l’acqua? Ora come
ora, almeno là dove il servizio è ancora
gestito dal servizio pubblico, cioè dai
comuni e dalle società pubbliche a
maggioranza di capitale pubblico, c’è un
controllo democratico, perché? Perché
noi eleggiamo i sindaci, i Consiglieri
comunali che esprimono, le giunte
comunali e che a loro volta poi decidono
la gestione del servizio idrico e quindi se
non ci piace come lo gestiscono li
possiamo bocciare e mandare a gestirlo
degli altri la volta successiva. Quindi
diciamo che il servizio è in qualche modo
collegato al potere del popolo, alla
democratica, nel caso in cui dovesse
non farsi il quorum o dovesse passare il
no, ma il no è praticamente impossibile
che passi, il rischio è che non passi il
quorum, resterebbe per un bel po’ di
anni questa norma che ha fatto questo
governo, secondo cui la gestione, il
servizio
dell’acqua
non
sarebbe
controllabile dai cittadini perché sarebbe
affidata a privati che naturalmente ci
fanno i loro affari con l’acqua, questo è il
tema di cui si parla nel primo quesito,
naturalmente i sostenitori del no che non
avendo la possibilità di far vincere il no
stanno facendo campagna perché la
gente vada al mare, sempre che trovi poi
qualche spiaggia dove andarci, perché
sapete che stanno tentando di
privatizzare, anche se è un termine un
po’ generico, le spiagge per 99 anni,
vogliono che l’acqua sia gestita dai
privati perché sostengono che i privati
sono più efficienti del pubblico, e
effettivamente noi sappiamo che i
pubblici poteri non brillano per efficienza,
i servizi pubblici spesso sono mal gestiti
da gente incompetente, messa lì dai
politici per ragioni clientelari e che quindi
abbiamo molti acquedotti intorno ai quali
nascono casi di corruzione, truffe,
interessi mafiosi che si attaccano alle reti
pubbliche, ci sono sabotaggi delle reti
pubbliche, il caso della Sicilia dove
l’acqua si disperde in mille rivoli, gli
acquedotti sono dei colabrodo o
addirittura non esistono e si devono
portare le taniche di acque in certi
comuni, parlano da sé, lo sappiamo,
pubblico in Italia non è sinonimo di
efficienza sempre, ma neanche privato è
sinonimo di efficienza sempre, anzi se
l’acqua viene sottoposta esclusivamente
a regole di mercato e se l’unico scopo di
chi eroga questo servizio è quello di farci
dei soldi, intanto c’è da dubitare che si
possano fare soldi su un bene comune
come l’acqua, a che titolo uno fa soldi su
un bene comune come l’acqua? E
soprattutto c’è da dubitare che avrà
come principale scopo quello di
migliorare il servizio, spesso per
migliorare il servizio bisogna fare dei
grossi investimenti, bisogna spendere
molti soldi e se spendi molti soldi ne
guadagni di meno e quindi di solito
l’imprenditoria, almeno all’italiana, ma
non soltanto all’italiana lesina gli
investimenti e quindi penalizza il servizio
e tutto ciò lo fa al riparo dal controllo dei
cittadini che invece possono andare a
punire o a premiare quei comuni, quelle
amministrazioni virtuose che invece
magari danno un buon servizio per
quanto riguarda l’erogazione dell’acqua,
quindi ci sono questioni di principio e
questioni anche di soldi, è un dato di
fatto che in quasi tutti i paesi del mondo
e in quasi tutti i comuni d’Italia dove
l’acqua è passata dal controllo
maggiormente pubblico al controllo
maggioritaria mente privato, le bollette e
le tariffe sono aumentate, perché?
Perché naturalmente il privato ci deve
guadagnare, mentre invece il servizio
pubblico dovrebbe garantire soltanto la
buona salute della società che eroga
questi servizi, ma non naturalmente
l’ingrassamento della società a spese dei
cittadini consumatori e soprattutto a
spese del servizio e degli investimenti
necessari per renderlo migliore, quindi
chi dice sì al referendum non è che vuole
mantenere i carrozzoni pubblici, vuole
che il servizio pubblico sia più efficiente
e vuole che i cittadini mantengano il
controllo su chi decide, chi gestisce
l’acqua, cioè un bene comune. Spiega il
Prof. Riccardo Petrella del gruppo di
Lisbona del Comitato istituzionale per il
contratto mondiale dell’acqua, uno dei
massimi esperti e dei promotori di questo
referendum che l’acqua intanto è un
bene comune come l’aria, l’educazione,
la salute e aggiungo io l’energia e poi
aggiunge che nel primo referendum si
dice con chiarezza, votando sì, che non
si può accettare l’obbligatorietà del
soggetto privato come unico e solo
gestore titolare del servizio idrico, è vero
che l’esperienza delle municipalizzate a
capitale pubblico è molto negativa, ma
questo non vuole dire che lo Stato debba
abdicare i propri compiti, lo Stato deve
tornare a fare lo Stato e deve essere
pubblico in quanto deve essere
nell’interesse dei cittadini e deve poter
essere controllato dai cittadini. Nell’Art.
23 del Decreto Ronchi è scritto in
maniera esplicita che lo Stato italiano
non è abilitato a gestire il servizio unico e
questo dice il Prof. Petrella è un vero e
proprio rigetto dello Stato, un’assurdità lo
Stato che nega sé stesso! Cosa succede
se vincono i sì, potremo avere ancora
l’acqua a gestione pubblica, decidendo
semplicemente di eleggere in comune
persone che sostengono la gestione
pubblica, mentre se vince il no o non
passa il quorum, avremo dappertutto
obbligatoriamente i privati che la fanno
da padroni nella gestione del servizio
idrico, scheda rossa, primo quesito
sull’acqua.
Passiamo al secondo
quesito sull’acqua che è la scheda gialla,
lì si parla di “Determinazione della tariffa
del servizio idrico integrato in base
all’adeguata remunerazione del capitale
investito” e qui almeno idrico c’è, quindi
si capisce che si parla di acqua nella
scheda gialla, il quesito dice: volete voi
che sia abrogato il comma 1 dell’Art.
154, tariffa del servizio idrico integrato
del Decreto Legislativo N. 152 del 3
aprile 2006 norme in materia ambientale
limitatamente alla seguente parte:
dell’adeguatezza della remunerazione
del capitale investito? Tutto ciò cosa
significa in italiano? Significa che nel
Codice
dell’ambiente
all’Art.
154,
Decreto Legislativo 2006, al comma 1
quello che si vorrebbe abrogare è
stabilito come devono essere calcolate le
tariffe che noi cittadini paghiamo sulla
bolletta per il servizio idrico, si dice che
le tariffe devono obbligatoriamente
tenere conto dell’adeguatezza della
remunerazione del capitale investito,
quindi cosa dicono i promotori di questo
secondo referendum? Che la norma che
si vuole abrogare, quella che consente ai
gestori di ottenere profitti garantiti sulla
tariffa, caricando sulla bolletta dei
cittadini un 7% per remunerare il capitale
investito senza alcun collegamento a
qualunque logica di reinvestimento per il
miglioramento qualitativo del servizio,
non obbliga chi gestisce il servizio a fare
degli investimenti per migliorare il
servizio, dice che la tariffa anche se non
fanno investimenti e se lasciano il
colabrodo che c’è, deve garantire il 7%
di utile a chi gestisce il servizio per
ricompensarlo del capitale che ha
investito nel costituire questa società o
nel comprarsi naturalmente la gestione
del servizio medesimo e quindi
cancellando questa norma assurda si
elimina questo cavallo di Troia che apre
la strada ai privati nella gestione dei
servizi
idrici,
perché
i
privati
naturalmente accettano di entrare in
questo servizio se hanno la garanzia di
un profitto, di un utile, questo profitto gli
viene
assicurato
addirittura
obbligatoriamente per legge e quindi ci si
fiondano ovviamente sull’acqua, se
invece dovessero andarsi a guadagnare
con il loro sudore o con i loro
investimenti un profitto collegato con il
lavoro che ci mettono per migliorare il
servizio, magari alcuni di loro non ci si
butterebbero in questo servizio, perché?
Perché rischierebbero magari di non farli
gli utili se non sono bravi o se hanno
troppo da investire rispetto a quello che
hanno da guadagnare, invece qui gli si
garantisce il 7%, capito? Dice il Prof.
Petrella: la nostra legge, è vero che il
gestore privato deve avere una logica di
profitto, è ovvio che i privati fanno
impresa per guadagnarci, mica per
perderci, ma la legge parla di stabilire
una
tariffa
che
prevede
obbligatoriamente almeno il 7% di
profitto per il privato, senza prevedere
alcun obbligo di investimento, in nessuno
dei paesi del mondo che consentono di
dare ai privati la gestione dei servizi
idrici, è prevista l’obbligatorietà del
4
profitto, perché? Perché è come al solito
il libro mercato all’italiana, dove non
rischi nulla e dove guadagni a
prescindere, ovviamente sulle spalle dei
cittadini e del servizio, cioè dell’acqua,
cancellando questa norma se ci saranno
partecipazioni di privati alla gestione del
servizio idrico, questi il profitto se lo
dovranno andare a guadagnare in
proporzione alle migliorie che porteranno
a questo servizio e non perché la legge
gli garantisce un minimo profitto che è
semplicemente slacciato da qualunque
regola
di
mercato
e
che
è
semplicemente il chip che noi mettiamo
sul tavolo e che il privato arriva e se lo
porta via, senza neanche giocare la
partita, anzi neanche rischiare del
proprio, questo è il secondo e ultimo
quesito che riguarda il tema acqua,
scheda gialla no al profitto garantito
obbligatorio! Naturalmente si potrebbero
dire molte altre cose sul tema dell’acqua,
ne sapete meglio molti di voi che non io,
l’importante è conoscere il contenuto
delle varie schede, le prime due allora
ricapitolando e cioè quella rossa e quella
gialla, cancellano queste norme che si
sono stratificate sotto l’ultimo governo
Berlusconi nel 2006/2008/2009 per dare
in mano ai gestori privati i servizi idrici.Sì
all'abolizione del nucleare
Terza scheda, la scheda grigia è quella
sul nucleare, qui sono successi pasticci
di ogni genere, perché?Perché intanto
quando Di Pietro ha cominciato a
raccogliere le firme due o tre anni fa, era
stato appena presentato il Piano Scajola
per la costruzione di 4 centrali nucleari,
ciascuna con due reattori nucleari, quindi
8 reattori nucleari, la Confindustria
calcolò che ci volessero 50 miliardi
adesso Euro per costruire queste 4
centrali, immaginate quanti decenni ci
sarebbero voluti per ammortizzare un
investimento di quel genere e soprattutto
si doveva anche decidere dove metterle,
ma il governo ci aveva fatto la campagna
elettorale sopra al ritorno al nucleare,
infischiandosene del fatto che nel 1987
la stragrande maggioranza degli italiani
avevano detto no al nucleare in un
referendum promosso dagli ambientalisti
ma anche dai socialisti di Craxi, per cui
quando Berlusconi parla di comunisti è
assurdo, tutti i partiti alla fine dissero di
essere favorevoli a quel referendum,
tranne i pubblicani di Spadolini che
rappresentavano il 3% del Parlamento
italiano, persino i missini, il movimento
sociale disse sì al referendum che
abrogava il nucleare, dopo 24 anni, oggi,
siamo di fronte a un bivio, perché?
Perché il governo non ha mai cancellato
quell’impegno anche se ha fatto finta di
farlo, Di Pietro 3 anni fa comincia a
raccogliere le firme, tutti lo prendono in
giro, gli dicono: tanto non ci sarà mai il
quorum, sei matto, regali a Berlusconi la
possibilità di dire “ho vinto” anche se ha
perso solo perché non si è fatto il
quorum, invece Di Pietro va avanti,
raccoglie le firme e poi succede
l’incidente di Fukushima che porta il
tema del nucleare al centro della scena
non soltanto politica ma soprattutto
dell’attenzione dell’opinione pubblica,
tutta l’Europa direbbero i nostri Ministri
ineffabili, si fa prendere dall’emotività, no
non si fa prendere dall’emotività, scopre
che ancora nel 2011 non esiste il
nucleare sicuro, scopre che tutte le
rassicurazioni sulle altissime tecnologie
giapponesi in realtà poi di fronte alla furia
della natura evaporano, quindi fa i conti
con tutto ciò, il che non esclude che in
un futuro si possa inventare veramente il
nucleare pulito, quello che nasce dalla
fusione fredda, per esempio, ma non mi
voglio inoltrare in questi tecnicismi
perché non sono un tecnico.
Nel
frattempo in questo momento si sa che il
nucleare sicuro, pulito non esiste!
Perché esista dovrebbero succedere
molte cose che non sono successe, ecco
perché la gente allarmata anche da
Fukushima decide di protestare, in tutto il
mondo e tutti i governi rispondono
all’opinione, non all’emotività, alla giusta
preoccupazione,
il
principio
di
precauzione dice che se c’è una cosa
pericolosa tu devi cercare di non tarla,
non devi semplicemente dire: la
facciamo e mettiamo in conto i rischi,
soprattutto se ci sono delle alternative
per nulla rischiose o molto meno
rischiose, questo è il tema che ha indotto
governi di destra come quello di Angela
Merkel in
Germania, governi che
sfuggono alle nostre categorie mentali
come quello svizzero a cancellare il
futuro nucleare per i loro paesi e puntare
su altri tipi di approvvigionamento
energetico
che
nel
frattempo
naturalmente hanno fatto passi da
gigante e ne faranno altri nel futuro.
Ecco quindi che quel referendum diventa
il detonatore perché dato che la gente è
molto vigile sul tema del nucleare e non
vuole il ritorno al nucleare in Italia, si
presume, questa era la previsione del
governo italiano, che andrà in massa a
votare anche se si mette il referendum il
12/13 giugno quando ci sono già i
weekend di vacanza e quindi questo
referendum trascinerà gli altri, portando
molto probabilmente il quorum per tutti i
referendum e allora il governo si attiva
per depotenziare il referendum sul
nucleare per dire: state tranquilli quel
referendum è inutile perché ci pensiamo
noi a sospendere la Legge Scajola e la
progettazione e l’iter che porterebbe alla
costruzione di quelle nuove 4 centrali
nucleari, quindi non andate a votare
perché tanto ci ha già pensato il governo
a sospendere sine die il nucleare e fanno
quel decreto omnibus che è diventato
l’obbligo del quesito della scheda grigia
sul nucleare, perché ha riformulato
l’orientamento del governo rispetto a
quello della Legge Scajola, quindi se Di
Pietro aveva raccolto le firme contro la
Legge Scajola che prevedeva le 4 nuove
centrali nucleari con 8 reattori, il governo
fa il Decreto omnibus per dire quello che
intende fare dopo Fukushima sul
nucleare, sostiene il governo, non ci sarà
più il nucleare per un po’ di tempo,
sostengono i promotori del referendum:
hai fatto il furbo, perché hai lasciato
aperta la strada al nucleare, proprio
mentre dicevi che la chiudevi fino a
nuovo ordine.
Dato che la Corte
Costituzionale fin dal 1978, credo, ha
stabilito che per far saltare un
referendum non basta cambiare la legge
che i promotori volevano abrogare con la
loro raccolta di firme, ma bisogna proprio
eliminare tutti i principi ispiratori della
legge che si vuole abrogare, se tu lasci
in piedi il principio ispiratore, lasci aperto
uno spiraglio al nucleare, allora il
referendum è buono e il quesito
abrogativo si trasferisce sulla nuova
legge che modifica quella vecchia e è
quello che ha fatto la settimana scorsa la
Cassazione riformulando il quesito
perché? Perché la nuova norma, il
Decreto omnibus non è zuppa, è pan
bagnato rispetto alla Legge Scajola e
allora il quesito riformulato dalla Corte di
Cassazione dice così: abrogazione delle
nuove norme che consentono la
produzione nel territorio nazionale di
energia elettrica nucleare e il testo dice:
volete che siano abrogati i commi 1 e 8
dell’Art. 5 del Decreto Legge 31/3/2011
34 convertito con modificazioni dalla
legge 26/05/2011 N. 75? La parola
nucleare per fortuna nella scheda grigia
c’è, anche se è annegata in quel mare
magnum di burocratese, quindi cosa
abroghiamo noi? Abroghiamo se votiamo
sì il Decreto omnibus nella parte in cui
dice sospendiamo per un anno il
progetto nucleare e poi vedremo alla
luce di nuove tecnologie, orientamenti
europei, supercazzole varie il da farsi,
dopodiché deciderà il Presidente del
Consiglio in persona se fare il nucleare o
se invece, nel nuovo piano energetico
nazionale inserire soltanto altre fonti,
quelle rinnovabili e non, ma senza il
nucleare. Quindi il Decreto Omnibus dà
al Presidente del Consiglio il potere tra
un anno di decidere di riaprire il discorso
nucleare che il referendum invece vuole
chiudere per sempre, c’è anche una
norma che consente di espropriare i
terreni dei privati per potervi costruire
nuove centrali nucleari anche da parte di
imprese private, se non è far rientrare
dalla finestra il nucleare che era stato
fatto uscire dalla porta, ditemi voi, la
Cassazione comunque ha capito bene, il
Governo ha fatto ricorso alla Corte
Costituzionale che domani si dovrebbe
pronunciare e come si pronuncerà l’ha
già fatto intuire il nuovo Presidente
Quaranta che appena eletto stamattina
ha dichiarato: vedremo domani ma non
vedo come possa la Corte Costituzionale
bloccare un referendum, meno male,
anche se forse non spetterebbe al
Presidente della Consulta anticipare le
decisioni della Consulta, però ci ha fatto
capire più o meno qual è il suo
orientamento di Presidente della Corte
Costituzionale, quindi se si vota sì non
potranno essere inserite centrali nucleari
nel nuovo piano energetico nazionale,
quindi spariscono quei progetti per gli 8
reattori su 4 centrali, ci saranno altre
fonti di energia come quelle che
sorreggeranno le forniture energetiche in
Germania, Svizzera, in altri paesi che
hanno
rinunciato
al
nucleare,
naturalmente conosciamo cosa dicono
quelli del no, dicono: abbiamo 58 centrali
in Francia, molte delle quali proprio al di
là delle Alpi, se esplodono quelle noi
comunque ci becchiamo le radiazioni lo
stesso, allora perché comprare energia
dalla Francia quando potremmo produrla
con lo stesso sistema noi in Italia? E’ un
ragionamento a cazzo, come dire: dato
che ho il vicino di casa piromane, do
fuoco a casa mia io personalmente, così
lo frego perché arrivo prima di lui, ma
stiamo scherzando? Senza contare il
fatto che già è grave se c’è un incidente
nucleare al di là delle Alpi, ma è ancora
più grave se c’è al di qua delle Alpi,
perché qua ce l’abbiamo in casa, mentre
la Francia è un po’ più lontana, non
dimentichiamo che la catastrofe di
Fukushima ha prodotto comunque
l’evacuazione della popolazione in un
raggio di 30 chilometri, non stiamo
parlando di territori sterminati, certo poi
un po’ di radiazioni arrivano anche oltre i
30 chilometri, ma intanto il pericolo di
sopravvivenza in un disastro di quelle
proporzioni è limitato, si è detto, a 30
chilometri, quindi contano molto le
distanze, la Francia, le Alpi che ci
proteggono, quindi comunque non c’è
5
paragone tra il danno che farebbe una
centrale che esplode in Italia e quello
che potrebbe fare all’Italia una centrale
che esplode in Francia, poi si dice che
l’energia nucleare costa meno delle altre,
beh a regime ovviamente, questo vale
per un paese che le ha già le centrali
nucleari, ma non vale per un paese che
non le ha più e che le deve ricostruire e
che ci costerebbe un’ira di Dio, decine e
decine di miliardi come ha stabilito non
Greenpeace, la Confindustria quando fu
annunciato il Piano Scajola e poi c’è il
problema naturalmente delle scorie, noi
abbiamo ancora le scorie delle centrali
nucleari pre 1987 a ridosso di fiumi e
torrenti tipo a Saluggia e non sappiamo
cosa farne, dove metterle, come
smaltirle e come neutralizzarne i possibili
effetti nefasti perché semplicemente il
nucleare è per sempre! Le scorie sono
per sempre, sono ineliminabili, i reattori
una volta accesi non si spengono più,
quindi anche loro sono per sempre,
pensate al caso di Chernobyl dove
hanno costruito questo sarcofago in
cemento che si crepa e comunque non
può impedire che tutto intorno si
continuino a sprigionare radiazioni
micidiali come ha mostrato il bellissimo
servizio di Corrado Formigli l’altra sera,
quindi cambia un po’ quello che deve
fare un paese che per sua fortuna non
ha più il nucleare da 24 anni, rispetto a
un paese che ce l’ha e che lo deve
dismettere, noi abbiamo la fortuna di non
averlo e mentre gli altri, molti altri, alcuni
importanti altri paesi come la Germania e
la Svizzera si fermano, noi vogliamo
ripartire, una follia totale che ci
costerebbe molto di più, visti i costi di
costruzione delle centrali e che
naturalmente ci porterebbero come in
tutti i paesi che hanno le centrali
nucleari, dei pericoli che derivano dalle
scorie, dai guasti e che possono derivare
da eventi catastrofi naturali, siamo il
paese più sismico d’Europa, le uniche
aree ritenute meno insicure dal punto di
vista dei terremoti, cioè la Pianura
Padana
e
la
Sardegna
sono
amministrate dal centro-destra, bene, il
governatore della Sardegna Cappellacci
Pdl, il Governatore del Veneto Zaia,
Lega, il governatore della Lombardia
Formigoni Pdl hanno già detto che loro
nel loro territorio le centrali non le
vogliono, allora dove le mettiamo? Le
mettiamo in Abruzzo dove siamo reduci
da un terremoto devastante? Le
mettiamo in Sicilia dove i terremoti sono
all’ordine del giorno? Questo è anche un
problema pratico, senza contare che
coloro
che
ci
avvertono
forse
esagerando ma non è mai troppa la
precauzione della possibilità di nuovi
attentati terroristici sull’esempio delle
due torri, beh provate a immaginare se a
qualcuno venisse in mente di dirottare un
aereo non sulle due torri gemelle, ma su
una centrale nucleare cosa potrebbe
succedere, mi pare che ce ne sia a
sufficienza e se poi non ce ne è a
sufficienza leggetevi quello che dice
Carlo Rubia che ha dovuto andare
all’estero per portare le sue idee e i suoi
progetti, visto che in Italia ci fidiamo di
esperti come quelli che avete visto a
Anno Zero che negano addirittura che a
Chernobyl sia successo qualcosa o altri
esperti come Chicco Testa che si
mettono a disquisire sul fatto che sì ci
sono 4500 bambini malati di tumore ma
non sono tutti morti, quindi vuoi mettere
la soddisfazione di avere un bambino
malato di tumore che però non è ancora
morto.
Visto che il livello dei nostri
esperti sostenitori del no è questo,
magari fidiamoci dell’unico Premio Nobel
per la fisica italiano che abbiamo vivente
e che naturalmente è costretto a operare
fuori dall’Italia perché in Italia è
considerato un pericoloso sovversivo,
quindi votando sì diciamo: basta al
nucleare per un bel po’ di anni, a meno
che un giorno non ci portino finalmente
le prove di un sistema per produrre
energia dall’atomo che non abbia tutti gli
effetti collaterali e i rischi collaterali che
abbiamo fin qui descritto, scheda grigia
nucleare.
Sì alla legge uguale per tutti
L’ultima scheda è quella verde e
riguarda il legittimo impedimento, anche
qua la parola impedimento per fortuna
compare
in
un
mare
magnum
naturalmente
di
burocratese.Il
referendum è intitolato “Abrogazione di
norme della legge 7 aprile 2010 N. 51 in
materia di legittimo impedimento del
Presidente del Consiglio dei Ministri e
dei Ministri a comparire in udienza
penale, quale risultante a seguito della
sentenza
N.
23/11
della
Corte
Costituzionale” e il quesito dice: volete
voi che siano abrogati l’Art. 1 commi 1,
3, 5, 6 nonché l’Art. 2 della Legge 7
apre 2010 N. 51 recante disposizioni in
materia di impedimento a comparire in
udienza? Risposta che do io, almeno
anche in questo caso sì, cosa vuole dire
tutta questa pappardella? Vuole dire che
l’anno scorso la Legge Alfano ha stabilito
che il Presidente del Consiglio e i suoi
Ministri per il solo fatto di essere membri
del Governo, hanno diritto a non
comparire in udienza per una durata di
un anno e mezzo, 6 mesi più 6 mesi, più
6 mesi e il giudice deve fidarsi
dell’autocertificazione
che
loro
depositano tramite i loro Avvocati, in cui
si dice: tizio imputato è Ministro, tizio
imputato è Presidente del Consiglio,
quindi per un anno e mezzo non ha
tempo, quindi non convocatelo il
processo lo si fa tra un anno e mezzo,
perché hanno detto tra un anno e
mezzo? Perché era una norma a ponte
in vista di una norma definitiva che era il
Lodo Alfano costituzionale che avrebbe
dovuto immunizzare questi personaggi
per tutta la durata dell’incarico, poi la
legge costituzionale non l’hanno fatta, è
rimasto questo abortino, è stato un po’
tagliuzzato dalla Corte Costituzionale del
gennaio di quest’anno, quando la Corte
ha stabilito che non c’è un automatismo,
il fatto che tu sei Ministro o Presidente
del Consiglio, ti consente di stare lontano
dal Tribunale per un anno e mezzo, ti
consente di stare lontano dal Tribunale
quando hai degli impegni di governo e
decide il giudice di volta in volta se
quegli impegni li hai e se corrispondono
a un legittimo impedimento speciale così
come previsto dalla Legge Alfano, allora
qualcuno di voi dirà: ma non c’è più
bisogno di votare in questo referendum
perché già la Corte Costituzionale il
legittimo impedimento gliel’ha fatto a
pezzi, no bisogna votare, intanto per una
questione di principio, non si vede
perché uno perché è Ministro o
Presidente del Consiglio deve essere più
uguale degli altri, visto che la nostra
Costituzione stabilisce che solo per i
reati ministeriali commessi nell’esercizio
delle funzioni di governo c’è un
trattamento a parte, si viene giudicati dal
Tribunale per i reati ministeriali previa
autorizzazione del Parlamento, per i reati
comuni siamo tutti uguali e è esperienza
quotidiana vedere i Ministri e il
Presidente del Consiglio che fanno tutto
quello che vogliono, vanno alle partite,
vanno di qua, vanno di là, giustamente
hanno un sacco di tempo libero anche
loro e quindi una parte di quel tempo
libero se sono imputati la dedicano al
giudice e decide il giudice se
l’impedimento è reale e decide il giudice
se è legittimo, altrimenti cosa fa? Mica li
fucila, semplicemente tiene l’udienza in
assenza di questi signori che non si sono
presentati, è un modo per evitare che
usino
l’impegno
ministeriale
per
allungare il brodo del processo e non
farlo mai arrivare alla fine. Fatto che il
giudice decida di volta in volta, vuole dire
che si apre un contenzioso infinito tra il
giudice e gli avvocati che faranno mille
ricorsi contro ogni decisione del giudice
che dice no, non era legittimo
impedimento, i difensori dicono: sì era
legittimo, allora si rivolgono alla Corte
d’Appello, alla Corte di Cassazione, alla
Corte Costituzionale e ricusano il giudice
e chiedono di trasferire il processo
perché a Milano ce l’hanno tutti con il
loro cliente etc., se non si mette fine a
questo aborto del legittimo impedimento,
processare il Premier e i suoi Ministri
sarà impossibile come, anche con i
tagliuzzini che ha fatto la Corte
Costituzionale, radiamo al suolo quello
che rimane del legittimo impedimento
Alfano e facciamo in modo che il
Presidente del Consiglio e i suoi Ministri
vengano processati, se sono imputati,
come comuni cittadini, se hanno
qualcosa di importantissimo da fare non
c’è problema, stabiliscono insieme al
Giudice il calendario delle giornate in cui
sono liberi, dopodiché dopo aver dato
disponibilità in quei giorni fisseranno i
Consigli dei Ministri in giorni in cui non
hanno i processi o viceversa nei giorni in
cui ci sono i Consigli dei Ministri non
verranno fissati i processi, leale
collaborazione tra poteri dello Stato,
invece adesso anche la versione
dimagrita del legittimo impedimento dopo
che la Corte Costituzionale lo ha
tagliuzzato, consente una guerriglia
permanente nei processi al Primo
Ministro e ai suoi Ministri, aggiungo che
non c’è nessun paese al mondo dove i
membri del governo godano di particolari
privilegi rispetto agli altri cittadini, anzi ci
sono paesi come la Francia, dove il
Primo e il Primo Ministro non sono
parlamentari e quindi non hanno
neanche l’immunità che hanno i
parlamentari, possono essere arrestati,
perquisiti, intercettati e indagati anche
per i reati di opinione, cosa che invece
per il parlamentare non è, quindi il
Ministro ha meno garanzie del
parlamentare, non di più, noi saremmo
l’unico paese dove il fatto di essere
Presidente del Consiglio e di essere
Ministro, ti dà un bonus per avere la
quasi certezza di non essere processato,
quindi votando sì si cancella questa
porcheria, non fatevi fregare da chi vi
dice che la legge ormai è svuotata dalla
Corte e che quindi il referendum è inutile.
Il fatto che Berlusconi dica che i
referendum sono inutili, è la migliore
dimostrazione che sono utilissimi e
siccome lui punta al no, ma dato che sa
che il no non vincerebbe, punta
all’astensione, il modo migliore per
rispondergli che li riteniamo utili è quello
di votare sì, questa era la scheda verde.
Quindi sì al rosso, cioè no ai privati
obbligatoriamente maggioritari a gestire
l’acqua pubblica, sì al giallo, cioè no
6
all’obbligo di profitto di almeno il 7% per i
privati che prendono in mano i servizi
idrici, sì al grigio, cioè no alle nuove
centrali nucleari nel futuro piano
energetico nazionale, sì al verde cioè no
a un trattamento privilegiato di Ministri e
del Capo del Governo quando sono sotto
processo, la legge è uguale per tutti! Se
volete ulteriori informazioni sul nucleare
c’è questo bel libro di Grillo “Speciale,
spegniamo il nucleare. Manuale di
sopravvivenza alle balle atomiche” se
volete un altro viatico e un altro incentivo
per il raggiungimento del quorum e
anche un sincero divertimento per quello
che racconta leggete Il Fatto Quotidiano
di domani dove avremo un altro pezzo
molto bello di Adriano Celentano,
domenica e lunedì ci vediamo alle urne e
andiamo tutti a votare, io personalmente
voto sì, passate parola!
Renzi, il privatizzatore
dell'acqua
Minipost
06.06.2011
Voglio spezzare una lancia a favore di
Renzi che si batte per la remunerazione
alle società che gestiscono l'acqua
pubblica. E' l'unico in tutta l'opposizione
a non aver cambiato idea di fronte alla
rivolta dell'opinione pubblica e ad aver
mostrato la vera faccia del Pdmenoelle.
Meglio un nemico che un falso amico
come i 10 pidimenoellini (tra cui Fassino)
e i due Idv che, con la loro assenza, non
hanno permesso l'accorpamento dei
referendum
con
le
elezioni
amministrative. Se non fosse per loro
avremmo già ottenuto il quorum.
"Il rottamatore Matteo Renzi illustra la
propria posizione sul referendum del 12
giugno. Lo fa attraverso la sua bacheca
Facebook: “Voterò tre sì e un no”. Il no è
relativo ad uno dei due quesiti sull’acqua
pubblica. Ecco come lo motiva: “Dico no
al
quesito
sulla
remunerazione
dell’investimento: è una norma del
governo Prodi nel 1996, ministro Di
Pietro. Senza questa norma si
bloccherebbero gli investimenti per
acqua e depurazione”. E piovono critiche
sulla bacheca anche se qualcuno, come
Antonio Piccirillo, dichiara che seguirà
l’esempio del sindaco di Firenze."
Il 12 e il 13 giugno vota quattro SI per i
referendum!
E.Coli Gasparri
Muro del pianto
07.06.2011
Maurizio Gasparri nasce a Roma nel
1951. Ripete cinque volte la prima
elementare e deve aggiornare la sua
data di nascita al 1956 per continuare a
frequentare la scuola. Nessuno dei suoi
compagni sospetta la sua vera età.
Pensano solo che sia un po' ritardato,
"grande e ciula". Capisce subito che
l'unica possibilità per lui è darsi alla
politica. Se l'intelligenza non abbonda, il
phisique du role però non manca a
Maurizio, lo riconobbe la stessa Oriana
Fallaci anni dopo: "Ce n'è un altro che
sembra lo scemo del villaggio. Ha una
faccia così poco intelligente, poverino, e
un labbro così pendulo, che viene voglia
di pagargli una plastica". Fini vede in
quel ragazzo la controfigura di Starace, il
segretario nazionale del partito fascista
celebrato per vent'anni su tutti i muri
d'Italia con la scritta "Starace chi legge!",
e lo fa giocare nella squadra di calcio
dell'MSI. Gasparri pensa di essere
arrivato al top della sua carriera e,
invece,
è
solo
all'inizio.
Facile
all'innamoramento disse di Di Pietro "E'
un mito, meglio di Mussolini" per poi
rinnegarlo
come
"peggior
politico
italiano" quando entra a servizio di
Berlusconi. Diventa persino ministro
delle Telecomunicazioni e gli intestano
una legge che non ha mai capito fino in
fondo anche se Confalonieri ha passato
intere notti a spiegargliela per salvare il
monopolio televisivo di Mediaset.
Secondo Storace, suo ex compagno di
partito: "Quella legge Gasparri non solo
non l'ha scritta, ma non l'ha neppure
letta".
E' il primo caso di ministro
inconsapevole, soltanto anni dopo
arriverà Scajola. E' il padre di un aborto
noto come digitale terrestre, in questo
rispettando il motto "Qualis pater, talis
filius". Qualcuno male informato lo tirò in
ballo ai tempi di "Chiappe d'oro", un
presunto politico che andava a trans. Lui
chiarì immediatamente: "E' tutto un
equivoco, Un giorno nel '96, mi sono
perduto in macchina nella zona
dell'Acqua Acetosa a Roma, un'area che
pullula di transessuali, e in questo
girovagare sono stato fermato dai
Carabinieri a cui ho chiesto indicazioni
stradali". Fini gli regalò immediatamente
un Tom Tom, di cui Gasparri non ha mai
capito il funzionamento, lo confonde con
il Bunga Bunga e nonostante numerosi
tentativi non ha mai raggiunto l'orgasmo.
Da ex giornalista di partito (ha scritto sul
Secolo d'Italia), considera i giornalisti
liberi una vera provocazione. Santoro e
Vauro sono "due volgari sciacalli che
vomitano insulti con le tasche piene di
soldi dei cittadini" e per Enzo Biagi
propose il martirio: "Biagi e Santoro
stanno cercando con tutti i mezzi il
martirio mediatico. Verrebbe proprio da
dire: allora diamoglielo, quello che
cercano". Un vero democratico. E' un
7
sincero alfiere dell'antimafia e conosceva
talmente bene Paolo Borsellino da
svelare al Movimento delle agende rosse
che "Salvatore Borsellino era disistimato
dal fratello". E' comunque un punto di
riferimento per i giovani. Infatti se uno
come lui è diventato ministro, chiunque
ha una speranza nella vita.
Formigoni, l'antidemocratico
Minipost
07.06.2011
Formigoni ha deciso che non voterà ai
referendum. Un atteggiamento molto
grave da parte di chi rappresenta le
istituzioni, anche se è presidente abusivo
della Lombardia al suo terzo mandato
consecutivo quando la legge ne prevede
solo due. Sui referendum ha detto "il
modo per bocciarli è dire alla gente che
non stia a disturbarsi". E ha ribadito che
il voto è un diritto, non un obbligo.
Formigoni
è
antidemocratico.
Sa
perfettamente che non votare per non far
raggiungere il quorum significa invalidare
il voto di chi invece va a votare per
senso civico. Deve essere introdotto al
più presto il referendum propositivo
senza quorum. Chi non vota ai
referendum deve contare zero.
Il 12 e il 13 giugno votate 4 SI anche per
mandare a casa Formigoni e la sua
boria.
Futuro sostenibile, istruzioni
per l'uso
Minipost
08.06.2011
"Costruire un futuro sostenibile non
significa solo ridurre i danni all'ambiente.
Significa creare qualcosa di nuovo e
rendere possibile la rigenerazione delle
risorse." Il Wuppertal Institut è uno dei
più importanti centri di ricerca sui temi
della sostenibilità. Nel manuale "Futuro
Sostenibile", Wolfgang Sachs e l’équipe
da lui coordinata al Wuppertal Institut
analizzano i principali fattori della crisi
ecologica
e
sociale
globale
e
propongono ai paesi industrializzati
un’agenda concreta per riformare la
società, l’economia e le tecnologie, le
istituzioni internazionali e le relazioni
economiche Nord-Sud, gli stili di vita e la
partecipazione
politica
dei
cittadini-consumatori.
Sostenibilità
ambientale e sradicamento della povertà
sono sono alcuni degli obiettivi di
sviluppo del millennio. Se vogliamo
raggiungere questi obiettivi dobbiamo
renderci conto che è ipocrita pensare
che la riduzione della povertà non debba
passare da una mitigazione della
ricchezza.
8
Referendum senza quorum
Politica
08.06.2011
Il quorum è un furto di democrazia. Un
modo costituzionale per fottere il
cittadino. Le porte del Palazzo devono
rimanere chiuse. E' inammissibile che chi
ricopre una carica pubblica inviti la gente
a non andare a votare, andrebbe
denunciato. In giro ci sono solo manifesti
per il SI, quelli del NO sono assenti. Chi
vuole il nucleare e impossessarsi
dell'acqua pubblica a scopi di lucro non
può invitare a votare NO. Se lo facesse
si sparerebbe nelle palle. Ci sarebbero
infatti maggiori probabilità di ottenere il
quorum. Preferisce quindi usare la tattica
vigliacca di stare in silenzio, di depistare
gli elettori fornendo persino date false
attraverso le televisioni di Stato come il
Tg1 e il Tg2. Sanno che l'opinione
pubblica ha già deciso, che i SI saranno
maggioranza con o senza quorum e
allora puntano tutto sulla diserzione alle
urne. L'Italia è una dittatura con due soli
spiragli di democrazia. Due lumini
sempre più fiochi di partecipazione: la
proposta di legge popolare e il
referendum. La prima è solo fumo negli
occhi, puoi raccogliere 350.000 firme per
una nuova legge elettorale, come per
Parlamento Pulito, e Schifani può usarle
per pulirsi il culo senza che nessuno
possa obiettare, in questi giorni ricorre il
secondo
anniversario
della
mia
audizione alla commissione affari
costituzionali per presentare la legge... Il
referendum, quando supera le barriere
della disinformazione durante la raccolta
di firme e il giudizio della Corte
Costituzionale e viene finalmente messo
in calendario, diventa allora una pistola
caricata contro la partitocrazia che inizia
subito
l'osceno
balletto
per
depotenziarlo. Il primo passo è evitare
qualunque accorpamento con elezioni
amministrative, politiche o europee. Il
secondo passo è scegliere una data
estiva per il voto. Il terzo è evitare di
parlarne o invitare la gente a stare a
casa o ad andare al mare, come hanno
fatto Formigoni e a suo tempo Craxi. E'
ormai evidente che democrazia e
partitocrazia sono inconciliabili. Quando
esiste la prima non può esistere la
seconda e viceversa. La democrazia è
per i partiti italiani l'equivalente della luce
per i vampiri, non possono tollerarla. Per
questo il MoVimento 5 Stelle cercherà di
introdurre il referendum sia abrogativo e
che propositivo senza quorum (chi non
vota conta zero), come riportato nel suo
Programma.
Il 12 e il 13 giugno votate e portate a
votare amici e parenti ai referendum.
QUATTRO SI contro il nucleare, per
l'acqua pubblica e perché chiunque sia
uguale di fronte alla legge.
L'anfiteatro di Siracusa per i
referendum
4 SÌ al Referendum per un
orgasmo democratico
Il cammello nella cruna del
CO2
Minipost
09.06.2011
Politica
09.06.2011
Ecologia
09.06.2011
Dobbiamo andare lì e mettere quattro
"sì" meravigliosi. Metti: sì..., sì..., sì...,
SIIII !! È un orgasmo democratico. Il 12
e il 13 giugno votate e portate a votare
amici
e
parenti
ai
referendum.
QUATTRO SI contro il nucleare, per
l'acqua pubblica e perché chiunque sia
uguale di fronte alla legge.
Se un cammello produce 45 kg di
metano all’anno, l’equivalente di una
tonnellata di biossido di carbonio, quanti
cammelli servono per ottenere le
emissioni di un'automobile che percorre
20.000 km all'anno? La risposta esatta è
4! Infatti un'automobile produce in media
4 tonnellate di biossido di carbonio
all'anno.
Pochi minuti prima dell'inizio dello
spettacolo "Andromaca", un signore
mostra pacificamente la bandiera "2 SI
PER L'ACQUA BENE COMUNE". Il
pubblico immediatamente inizia ad
applaudire entusiasta ma qualcuno tenta
subito di remare contro: degli "sbirri"
multano
il
signore
che
aveva
pacificamente esposto la bandiera. Il
pubblico non gradisce e fischia gli
"sbirri", intonando cori pro referendum:
"VOTA SI!"
kmodicas da Youtube
Se un Paese elimina 4 cammelli può
permettersi una nuova automobile
oppure guadagnare 4 crediti da una
tonnellata (i cosiddetti "carbon credit")
per inquinare o da vendere sul mercato
mondiale delle emissioni. Uccidere
cammelli serve per rispettare i protocolli
di Kyoto. Sono un ecopass naturale con
le gobbe. La società australiana
Northwest Carbon ha lanciato un
progetto di sterminio dei cammelli per
ottenere "carbon credit" per le industrie
locali che potranno inquinare di più. Il
progetto è all'esame del parlamento
australiano e prevede l'uccisione dei
cammelli da elicotteri o da macchine
attrezzate per il deserto. La loro carne
sarà utilizzata come cibo per cani. Il
direttore della Northwest valuta la morte
di un cammello in termini economici "un
beneficio per la riduzione di emissioni".
Il cammello non è consapevole di
inquinare e produce escrementi senza
curarsi del futuro del pianeta, ma non è
l’unico a produrre enormi quantità di gas.
La mucca lo segue a ruota con 35 kg di
metano annui pari a 0,8 tonnellate di
anidride carbonica. L’eliminazione di
gran parte delle mucche del mondo
darebbe una spinta formidabile alla
produzione mondiale e allo sviluppo del
PIL. Il problema però si riproporrebbe nel
tempo. Lo sviluppo industriale infatti non
conosce limiti. I Paesi più sovrappopolati
saranno allora i più fortunati. Potranno
permettersi una crescita a due e magari
a tre cifre. "Ogni giorno il corpo umano
produce 12-15 M di CO2 (288-360 litri) a
riposo e fino a 50 M in intensa attività
fisica" fonte Wikipedia.
Chi disporrà di qualche decina o
centinaia di milioni di persone da
abbattere dagli elicotteri o tramite
bombardamenti
mirati
potrà
incrementare il suo PIL a dismisura.
Fonti: Jeremy Woods, Imperial College
Londra; The Financial Times
9
Il popolo è sovrano
Politica
10.06.2011
Intervento integrale di Beppe Grillo
all'ultima puntata di Annozero del 9
giugno 2011:
La RAI è finita
Intervistatrice - Bilancio di fine anno
accademico, com’è andato quest’anno?
Beppe Grillo- Innanzitutto ringrazio
dell’ultima ospitalità che mi fate, vorrei
fare un’intervista all’insegna della
pacatezza, non gridare perché sono
contro questa politica urlata, basta,
bisogna finirla. Innanzitutto vorrei
ringraziare tutti dell’ascolto in questo
momento
che
ha
questa
trasmissione,quindi se se ne va Santoro
pazienza, se ne andrà anche la
Gabanelli e se ne andrà anche la RAI
perché è un motivo in più per non pagare
il canone, lo faccio già da qualche
tempo, siamo con un sito nel blog “Come
non pagare il canone” è molto semplice,
con vie legali, mandi 5,65 Euro con una
raccomandata con ricevuta di ritorno, il
numero del libretto, siamo quasi 300
mila, quando la RAI diventerà RAI come
una volta, senza pubblicità e senza
partiti dentro, noi riprenderemo a
finanziarla
molto
volentieri.
Intervistatrice - Questo è un invito a non
pagare il canone.
Beppe GrilloAssolutamente, io non lo pago, quindi
5,65 Euro raccomandata con ricevuta di
ritorno, richiedi che ti vengano piombati i
canali RAI e loro manderanno qualcuno
a piombarti i canali RAI per 5,65 Euro.
Intervistatrice - Però se lei non lo paga il
canone già è insoddisfatto della
televisione.
Beppe Grillo- Sono
assolutamente insoddisfatto, non è più
un servizio pubblico da anni, è una
televisione privata, piena di politici, di
giornalisti, di zecche di Stato che vanno
lì a dire qualsiasi menzogna, perché oggi
la televisione di Stato purtroppo è il
ricettacolo delle menzogne come questo
referendum che cercano di farlo slittare
in tutte le maniere, questa è veramente
una vergogna per una nazione civile che
poi un politico, un uomo di Stato vada e
dica di non andare a votare, dovrebbe
essere perseguibile penalmente, perché
puoi dire di andare a votare sì o no, parlo
di un referendum, puoi dire di votare sì o
no, ma di non andare a votare è un reato
che si fa e adesso con i legali ci stiamo
accordando a vedere se Formigoni,
questa gentaglia che dice di non andare
a votare, Bossi, sono perseguibili
penalmente perché… Intervistatrice - Il
fatto che un Ministro dell’ambiente
decida di non andare a votare, che
segnale è? Beppe Grillo- Questo è un
reato, secondo me è un grande reato
perché hanno una paura fottuta,
innanzitutto devo dire una cosa: il
nucleare non lo faranno mai anche se
non raggiungessimo il quorum. Il
nucleare in Italia è infattibile, non è
fattibile primo perché succederebbe una
guerra civile, secondo non ci sono i soldi,
quindi sono più tranquillo sul nucleare
perché… ma sull’acqua pubblica no,
l’acqua è un business da miliardi di
miliardi di Euro e è questo quello che
non vogliono questi partiti perché sono
dentro a tutte le multiutility, sono dentro
le Spa dell’acqua e qui voglio dare un
ringraziamento ai comitati, perché i
comitati dell’acqua senza personaggi,
senza uomini illustri, senza uomini di
grido hanno raggiunto 1.400.000 firme,
so cosa vuole dire di cittadini, si sono
mossi i cittadini, hanno fatto una legge
popolare di 400 mila firme, un
referendum di 1.400.000 firme senza
televisioni,
senza
grandi
sponsorizzazioni, sono i cittadini che si
sono mossi, vi devo dire che avete tutta
la mia ammirazione, avete tutti il mio
aiuto se lo volete richiedere sono
disponibile per qualsiasi cosa. Detto
questo è una fregatura incredibile questa
dell’acqua, adesso voglio darvi dei dati
precisi perché il fatto di disaccorpare il
Fukushima dentro che non si aspettava
nessuno, se non ci fosse stato l’incidente
in Giappone sul nucleare non avremmo
raggiunto il quorum perché non ci
sarebbe stata questa spinta del nucleare
per Fukushima quindi erano tutti
d’accordo.
Tutti
insieme
appassionatamente hanno fatto una
riunione e hanno votato se accorpare il
referendum alle elezioni o no e per un
voto non è stata accorpata, è stata
messa il 12/13 giugno. Voglio fare i nomi
e i cognomi di chi non è andato a votare,
perché per un voto noi potevamo
seppellire il nucleare, seppellire l’acqua
pubblica, il legittimo impedimento,
l’avremmo già sepolto con le elezioni
perché c’era il traino, l’avremmo già
sepolto, se non l’abbiamo sepolto i
responsabili devono pagare, metterci la
faccia, nomi e cognomi e voglio i danni
perché questo disaccorpamento è
costato a noi cittadini 320 milioni, voglio i
danni, vi dico i nomi di chi non è andato
a votare. Voglio ricordarli in ordine
alfabetico così non facciamo delle
preferenze:
Beltrandi,
Capano,
Cimadoro, Cirielli, D’Antona, Farina,
Fassino,
Fedi,
Gozi,
Madia,
Mastromauro, Porcino e Samperi,
ricordo che sono 13 persone 10 del PD,
due dell’Italia dei Valori che uno si è
alzato un attimo prima della votazione,
spero che Di Pietro se mi sente li mandi
via con ignominia e li denunci per danni,
ognuno di loro deve risarcire 1/13 dei
320
milioni
che
costa
questo
disaccorpamento, 1/13 sono 24.615.000
che devono tirare fuori questi signori che
ho nominato, se non ce l’hanno
personalmente, i loro partiti preleveranno
dai loro rimborsi elettorali che sono furto
delle tasse degli italiani perché c’è stato
un referendum per non avere i
finanziamenti dei partiti e loro li hanno
cambiati
in
rimborsi
elettorali,
prenderanno dai loro rimborsi elettorali e
risarciranno il popolo italiano di 320
milioni di lire. Questo Fassino non è mai
dove serve, Fassino era deputato e
mentre era deputato non ha dato le
dimissioni e si è fatto la campagna
elettorale per diventare Sindaco di
Torino, l’ha fatta essendo ancora
deputato, con soldi pubblici e lui non
c’era a votare e fa adesso il Sindaco.
Fukushima li ha distrutti, li ha distrutti
queste centrali di quarta generazione di
cui parlavano il PD Bersanetor, c’è un
discorso meraviglioso sulla quarta
generazione, bisogna stare insieme, il
10
progresso, la quarta generazione si è
annichilita, completamente annichilita
non c’è mai stata, non c’è quarta
generazione,
quello
finlandese
è
bloccato lì che non si sa se la finiranno,
costa già 7 miliardi di Euro, ma dove
vogliono andare? Tutti i loro sponsor si
sono azzerati come mosche con
l’insetticida, parliamo della destra, della
Prestigiacomo, di Scaiola, parliamo di
questi vettori del nulla, questi, non so
come chiamarli, parlo di Veronesi e di
Chicco Testa che sono dei piazzisti di
imprese funebri, sono stati spazzati via
da Fukushima, tieni presente che non se
l’aspettavano, poi c’è stato questo bieco
tentativo del cadavere Berlusconi, di
cambiare
il
referendum
all’ultimo
momento e la consulta meno male,
ringraziamo, ci ha dato torto finalmente,
il cadavere dovrà rientrare nella bara!
La metastasi
delle società private
dell'acqua
Intervistatrice - Questi sono i tentativi del
centro-destra…
Beppe GrilloCentro-destra e centro-sinistra! Guarda
che qui i partiti non sono tutti uguali, né
destra né sinistra perché per l’acqua se
andiamo a vedere c’entra molto più il
centro-sinistra che il centro-destra,
parliamo del PD.Intervistatrice - Renzi ha
detto che voterà 3 sì e un no, ma proprio
sull’acqua.
Beppe Grillo- L’ebetino di
Firenze deve ricordarsi che il garantire il
7 % ai finanziamenti di chi investe
sull’acqua è pazzesco! Già nella sua
città voglio che la gente sappia queste
cose, già nella Toscana perché parliamo
di Toscana, di Emilia Romagna, di
Puglia, Campania dove c’è il PD da 20
anni che gestisce acqua, rifiuti, energia
con le loro multiutility, vediamo chi sono
le multiutility perché bisogna anche
capire chi sono! Noi abbiamo due grandi
multinazionali che sono Veolia quella
citata da Bersani quando ha detto questo
famoso discorso a Carpi che abbiamo
messo in rete, bellissimo, quando ha
detto che “l’acqua è di Dio, poi passa e
ritorna a Dio, nessuno la vuole
privatizzare, se poi in mezzo ci mettiamo
per la gestione integrata la Veolia” quindi
acqua di Dio in mezzo la Veolia e ritorna
a Dio, con la Veolia tramite questi…
sono fantasmi questa gente! Ti dico chi
sono questi: Veolia e Suez sono due
multinazionali, la Veolia è stata mandata
via a calci nel culo dal Comune di Parigi
che in 5 mesi, adesso è pubblica l’acqua
di Parigi, ha ridotto le tariffe del 40%,
risparmiando 80 milioni di Euro, sta
andando via da Atlanta, sta andando via
da Monaco, la stanno mandando via da
Berlino e noi vorremmo dargli i servizi
integrati per la gestione? Perché loro lo
sanno fare. Vi dico chi sono queste
società: partiamo dalla Suez, la Suez in
Italia
possiede
Ondeo
che
ha
partecipazioni in Acea, Intesa Aretina,
Publiacqua, Acque Spa, Acque blu
fiorentine, Acque blu Arno Basso, Acque
Toscane, Acquedotto del Fiora, Acque e
Ombrone, tutte Spa. La Veolia è
presente direttamente nelle compagnie
generali delle Acque Spa, la società
dell’acqua potabile di Sestri Levante, la
società italiana esercizi acquedotti di
Torino e la partecipata Acqua Latina e la
Geal. I casi più clamorosi che stanno
succedendo adesso e di società
pubbliche ora in borsa, diventate a tutti
gli effetti Spa, sono Hera che prende
Emilia fino a Modena, fino al mare e poi
sono Acea e Iren Spa. Intervistatrice Lei sta accusando la sinistra di avere le
mani in pasta Beppe Grillo- Accusando?
Sto portando le prove, oggi il Comune di
Bologna, il Comune di Modena e il
Comune di Ravenna stanno dibattendo
un Consiglio per aumentare le tariffe del
10% perché gli utenti di Bologna,
Modena e Ravenna hanno consumato
meno acqua! Per rispondere alla prima
domanda che mi hai fatto sull’ebetino di
Firenze, nel 2005 le famiglie di Firenze,
Prato, Pistoia, Empoli, Mugello, Val di
Seve consumano non 92 milioni di metri
cubi d’acqua come era predestinato, ma
ne consumano meno 84 milioni, perché?
Perché hanno fatto una campagna di
risparmio, perché c’è la crisi, perché
l’acqua costa… hanno risparmiato i
cittadini, è un bel gesto risparmiare
l’acqua, è preziosa! Cosa fa l’Ato?
L’Ambiente territorio ottimale, l’Ato dice:
riconosce a Publiacqua , quella che
gestisce l’acqua di queste città che ti ho
detto, un conguaglio per i mancati introiti,
chi paga? I cittadini pagano, visto che
questi 33 milioni di risparmio di acqua
sono mancato introito per il gestore,
verranno
spalmati
sulle
bollette
dell’acqua, tu risparmi e il risparmio ti
viene addebitato sulla tua bolletta
dell’acqua, ma tu pensa questa gente se
non sono disonesti! E’ pazzesco!
I cittadini nelle società di gestione dei
beni pubblici
Intervistatrice - Renzi parla della sua
onestà e dice: Grillo non è affidabile, non
è coerente.. Beppe Grillo- Io non sono
un Sindaco, sono un comico, non sono
affidabile! Non sono affidabile per niente,
sono il più disonesto del mondo, va
bene? Non dovete votare me, non sono
candidato, mi guadagno i soldi con il mio
lavoro, pago le tasse, con queste tasse
paghiamo gli stipendi di questi ebetini di
Firenze, paghiamo le tasse con tutti,
sono un privato cittadino che si è messo
in gioco per dire delle cose ma me le
dovete far dire! Perché la Costituzione
prevede, vi leggo l’articolo, l’Art. 43 dice:
“ai fini di utilità generale, la legge può
riservare originariamente o trasferire
mediante
espropriazione
salvo
indennizzo allo Stato e a enti pubblici o a
comunità di lavoratori o di utenti,
determinate imprese o categorie di
imprese che si riferiscono a servizi
pubblici essenziali o a fonte di energia o
a situazione di monopolio che abbiano
carattere preminente di interesse
generale”, vuole dire che la Costituzione
afferma che beni di rilevanza pubblica,
come l’acqua, possono essere dati e
gestiti dai cittadini. Quello che vogliamo
fare noi è questo: che è di un consorzio
pubblico con cittadini che si candidano
per la presidenza o per il Consiglio di
Amministrazione con un curriculum,
votati in rete dai cittadini, bilanci
trasparenti messi in rete, controllati,
vidimati e descritti attraverso la rete e
determinati dai cittadini, è semplicissima
la politica, solo che i cittadini sono tagliati
fuori da qualsiasi decisione, anche la
nostra Costituzione che prevede delle
cose così, non ha previsto che possiamo
solo come cittadini fare dei referendum
abrogativi, togliere le cazzate di quella
gente, possiamo solo togliere le cazzate
di questa gente, allora dobbiamo inserire
nella Costituzione che si possono fare i
referendum propositivi senza quorum e
poi per esempio le leggi popolari,
continuiamo a fare leggi popolari, ne ho
fatta una anche io di 350 mila firme, ma
la Costituzione non ha l’obbligo della
discussione
in
Parlamento,
deve
diventare obbligatoria la discussione?
Sono 4 anni chiedevamo: via i
condannati
dal
Parlamento,
due
legislature, il voto di preferenza, la legge
elettorale, ci hanno accusato dell’anti
politica, la sinistra ci aveva detto che noi
siamo ostili, ostili perché vogliamo
togliere i condannati dal Parlamento per
avere l’acqua pubblica, per avere queste
cose, siamo ostilissimi, ma mi devo
calmare. Queste 350 mila firme sono
nella cantina del Senato, allora calmo ti
dico e ti do del tu perché non ho
nessuna stima di te caro Schifani, caro
Schifani cosa cazzo vuoi fare di queste
350 mila firme, vuoi che ce le veniamo a
prendere? Vuoi che i 350 mila cittadini
non facciano niente ma ti diano lo
stipendio? Noi non vogliamo potere
come Movimento Cinque Stelle che sono
cittadini, noi non vogliamo cambiare il
potere, vogliamo cambiare la civiltà, i
cittadini che si occupano della cosa
pubblica attraverso altri cittadini e
controllati dai cittadini, è una democrazia
dal basso che non c’è mai stata. Voglio
chiudere questa discussione perché non
si può pensare di andare avanti con
questi trucchetti mistificatori che fanno
queste persone, vanno in televisione a
dire di non andare a votare sul
referendum, il referendum va votato, va
votato assolutamente, va votato per dare
un colpo definitivo e è un colpo di
democrazia, questa è una cosa che
dobbiamo gestire noi cittadini, andare lì e
mettere 4 sì meravigliosi, sì… proprio
metti sì, sì, sì, è un orgasmo
democratico. Per la prima volta
possiamo farlo tutti insieme, quindi vi
abbraccio, abbraccio Santoro, vattene da
quella struttura, vai via da quella
struttura e fai una trasmissione senza
politici, senza questa gentaglia, li stai
traghettando, sono morti, non sanno più
cosa dire, adesso appendono il cappello
alla
trasformazione,
non
devono
apprendere il cappello a niente, la
trasformazione
sta
arrivando
dal
Maghreb, dalla Spagna in Inghilterra a
Brighton, sta passando per altre zone, è
arrivata anche qua, è una trasformazione
mondiale di un vento per far sparire
partiti, partitocrazia, questa gente, questi
trombati dei partiti che li ritrovi nei
consigli di amministrazione di qualsiasi
multiutility, basta gestire inceneritore
come gestire l’acqua, basta! Basta,
fanno gli inceneritori e poi vogliono
garantiti 500 tonnellate di rifiuti al giorno,
i cittadini fanno la differenziata che ci
sono meno rifiuti vanno in penale e i
cittadini pagano la penale perché fanno
la differenziata, è questa la struttura,
fanno
queste
cose,
vuoi
fare
un’autostrada la fai, mi garantisci 30 anni
di pedaggio, se non hai 30 anni di
pedaggio i cittadini pagano le penali,
basta! I cittadini non pagano più penali
a nessuno, i cittadini vanno dentro le
istituzioni e le gestiscono, molto, molto
meglio di questi chiodi che avete lì, di
queste zecche di Stato!
Fuori dalle
palle, destra, sinistra fuori! I partiti sono
una roba messa lì tra noi e il bene
comune, facendoli fuori gestiamo noi il
nostro bene comune, altrimenti non c’è
futuro in questa Italia!
Le società di
rating hanno detto che se passa il
referendum sull’acqua, che diventa
pubblica, abbassano il rating sull’acqua
di quelli che investono. Abbassano gli
investimenti, il rating, le banche non
daranno più investimenti da investire
sull’acqua delle multinazionali e allora
Hera, Publiacqua, queste Spa dopo il
referendum quanto potranno valere
queste società? Ve lo dico io, zero, ecco
11
perché sono tutti… adesso devono fare
dei carpiati con triplo avvitamento questa
sinistra, carpiati… perché la destra vedi
mi fa meno incazzare perché sono
cadaveri, è gentaglia, sai che sono dei
disonesti, sono messi lì, sai che è un
disonesto, ma i finti amici, quelli che
fanno finta di fare le osservazioni e poi
sono d’accordo e fanno slittare il
referendum dalle elezioni, lo fanno
slittare e lo fanno mettere in 12/13
giugno, porca puttana mi fanno più
incazzare quelli, ma mi devo calmare.
Santoro vai via oppure fatti un account
sulla rete, fai pagare, ti garantisco che ti
paghiamo e ti paghiamo mensile, 3, 5
Euro a testa per milioni di persone, fai i
soldi che vuoi! Lascia perdere sponsor ,
lascia perdere gente, ascolti, fai una
bella trasmissione fatta di persone
normali e manda a ‘fanculo tutta quella
gente, scusate ho detto una parolaccia
ma sempre con toni molto messi e
dismessi, quindi vi abbraccio e Padre
Mariano è un dilettante in confronto mio
oggi.
Gli inciuci dei partiti
Intervistatrice - Quindi lei è convinto che
questo referendum ha un peso politico,
no? Avrà un peso politico? Allora perché
Di Pietro proprio adesso dice: bisogna,
depotenziare il significato politico…
Beppe Grillo- Questa è la più grande
mossa di democrazia, Di Pietro ha fatto
un referendum sull’acqua che poi gli ha
cassato la Cassazione perché voleva
mantenere il 7% degli investimenti, lui
era dall’altra parte, poi si è rinsavito,
quando due dei suoi saranno mandati
via a calci nel culo e pagheranno ognuno
la quota di danno che hanno fatto per
avere scorporato il referendum dalle
elezioni potrò essere convinto di quello
che dice. Intervistatrice - Quindi ha un
carico politico o no questo referendum?
Beppe Grillo- Tutto, ma scusa l’acqua
non ha un carico politico? Cos’è la
politica? La gestione dell’energia? Voglio
che l’energia si faccia un piano e si dica:
entro il 2030 usciamo da tutti i fossili del
mondo e andiamo con l’energia
rinnovabile almeno per l’elettricità 2030,
2050, 2080 tutta l’energia fatta con le
energie rinnovabili, dobbiamo mettersi lì
e dire: cos’è la crescita, la crescita non
può continuare, la crescita ha più effetti
negativi che positivi, dobbiamo capire
cos’è la tecnologia, la tecnologia è un
airbus o un dirigibile? Perché secondo
me la tecnologia nuova è il dirigibile, non
è l’airbus , non è fare treni da 600 all’ora,
fare treni da 200 all’ora, fare macchine
da 130 all’ora, ma non farne neanche più
di macchine, ma se si fanno da 130
all’ora, non da 200, allora bisogna
mettersi lì e dire: cosa vogliamo, cosa
vogliamo per i nostri figli, questa gente
non ha una dimensione di futuro, ce l’ha
di 5 minuti, non sanno di cosa parlano,
sono soldi, loro parlano di soldi, quando
parli di politica con questi parli di soldi, di
investimenti, di investimenti garantiti da
una legge, il 7%, ma quale imprenditore
ci ha garantito il 7% di introito? L’acqua
non è una merce che puoi dare in
gestione o mettere, investire o non
investire, arrivano tutte le multinazionali
del mondo, l’energia, la dobbiamo
prendere noi cittadini, l’energia cittadini,
l’acqua i cittadini, scuola i cittadini, la
sanità i cittadini, che si prendono il resto,
che si vadano a prendere tutto il resto,
stanno spolpando tutto, De Benedetti si
prende l’energia con le sue centrali a
carbone e poi prende i finanziamenti per
le rinnovabili, Benetton si prende i soldi
per le autostrade, il cadavere Berlusconi
si prende l’etere e Bersani si prendono
l’acqua, ma basta, fuori dai coglioni!
Fuori! Andate fuori!
Intervistatrice Venerdì ci sarà la conclusione della
campagna referendaria in piazza, ci sarà
il PD, ci sarà l’Italia dei Valori … Beppe
Grillo- Voglio vedere le facce come il
culo! Di questi di sinistra che parlano e
poi hanno l’acquedotto pugliese, quello
più grande… come fanno a parlare?
Bersani come fa a parlare? Bersani è
andato a fare un discorso dell’acqua di
Dio a Carpi che l’acqua deve tornare a
Dio ma deve essere gestita da una
multinazionale, gestita da un’azienda
privata perché noi non sappiamo gestire,
tu non sai gestire! Bersani era quello che
mandava le lettere ai medici dell’Emilia
Romagna che gli chiedevano una
moratoria per l’inceneritore perché fa dei
danni alla salute, fa morire di tumori e lui
ha minacciato dicendo a Mastella di
intervenire, perché i medici non si
devono permettere di intervenire quando
è una questione di industria, non di
salute, questo è il Signor Bersanetor
quello della biomassa, adesso cambiano
gli inceneritori in biomassa e la biomassa
come quello di Ravenna, ma stai
scherzando? Hanno il bioporto lì ma la
biomassa da dove arriva, perché la
gente pensa la biomassa brucia un po’ di
foglie, pulisco i boschi e faccio un po’ di
energia che sarebbe anche intelligente
farla, cazzo ma dov’è? Ma guarda
Scotti? Scotti bruciava camion, ha fatto
venire tumori a mezza Pavia e faceva il
riso cazzo, perché sono sovvenzionati,
perché prendeva 30 milioni all’anno per
fare energia con il suo cazzo di
biomassa che doveva invece bruciare i
suoi rifiuti, fanno così! A Ravenna fanno
arrivare il proponente della biomassa
che è l’olio di palma dall’Indonesia e
dalla Malesia, perché hanno le
sovvenzioni, basta! Sovvenzioni non ve
ne diamo più! Basta, libero mercato
significa far dire alle cose le cose vere,
sono palle, sono prezzi nascosti, il
nucleare ha un prezzo nascosto, se
risparmi l’acqua ti aumentano la
bolletta!Non ci starò mai e farò della
battaglia fino alla morte, mi dovete
sopprimere, arrestare, fate quello che
volete ma basta, voi dovete andare via e
se non andate via spontaneamente con
pace, con parsimonia e con letizia e
mestizia vi manderemo via noi!
Politica senza soldi
Intervistatrice - Ma qual è la fase
costruttiva?
Beppe Grillo- La fase
costruttiva è dare in mano la gestione
della politica e del bene comune ai
cittadini, non ai partiti politici, è questo il
grande cambiamento, di questi non ne
voglio parlare, me li tirate sempre fuori
perché
non
avete
neanche
organicamente le parole per discutere di
una politica nuova. Intervistatrice - Ci
spiega però il successo di Pisapia e De
Magistris a Milano e a Napoli? Beppe
Grillo- E’ l’insuccesso dell’altra parte, è
sempre il meno peggio! Non discuto
della persona, non la conosco neanche,
so che è l’Avvocato di De Benedetti,
quindi di cosa parliamo? So che ha gli
architetti di Ligresti che metterà dentro,
so che vorrà ristrutturare un po’ l’Expo,
ma non ha detto no all’Expo che è una
puttanata gigantesca l’Expo, un’idea
dell’800 infatti ci eravamo noi e la
Turchia che abbiamo combattuto per
avere l’Expo, noi e la Turchia e basta
non si è presentato nessuno! Perché con
i mezzi tecnologici oggi puoi far apparire
in tre dimensioni un oggetto dall’altra
parte del mondo senza muoverti, non
che fai delle strutture in cemento per
esporre un seme, ma siamo deficienti!
Sono solo speculazioni, cemento
speculazioni e soldi, è questa la politica,
soldi! Noi abbiamo dimostrato che la
politica la possiamo fare senza soldi,
senza! 4000 Euro abbiamo messo 10
consiglieri di rione a Milano e un
consigliere dentro il comune con 4/5
mila Euro, perché sono ragazzi che si
autosovvenzionano, abbiamo rinunciato
ai rimborsi, vogliamo che i cittadini
entrino dentro, io sono un mistificatore,
ricordatevelo, non fidatevi di me, sono un
delinquente, quello che stanno dicendo
tutti su di me, stanno dicendo 5 anni di
cose, non sono in gioco io, anche se
credete queste cose che io sia un
delinquente, benissimo, non sono io che
mi presento al voto, non sono io che
prendo gli stipendi con le vostre tasse, io
non prendo niente, guadagno del mio
lavoro, se sono un delinquente non
comprare i libri, i Dvd, non venite sul
blog che è gratuito, il Movimento è
gratuito, mi sono messo a disposizione
primo per i miei figli e poi per dare una
mano per buttare via questa gente e
passare da una democrazia di partiti a
una democrazia dei cittadini, quindi o
cittadini o sudditi, qui è quello che
dobbiamo votare o cittadini o sudditi! Vi
voglio bene lo sapete, che poi in fondo vi
voglio bene, poi lo sapete che in fondo
non sono un delinquente, voi lo sentite io
lo so che lo sentite, quindi 4 sì, sì, sì, sì,
sì, un orgasmino democratico è una
sensazione fantastica!
12
Aldrovandi, confermate le
condanne in Appello
Minipost
10.06.2011
La Corte di Appello di Bologna ha
confermato le condanne in primo grado a
3 anni e 6 mesi dei quattro poliziotti
accusati della morte di Federico
Aldrovandi. Per Enzo Pontani, Monica
Segatto, Luca Pollastri e Paolo Forlani
dovrebbe ora scattare automaticamente
l'allontanamento dal servizio. Credete
che succederà? Dove sono ora? Cosa
stanno facendo queste persone? Sono di
pattuglia? In un ufficio? Il Capo della
Polizia Antonio Manganelli ha il dovere di
intervenire.
Formigoni contro i
referendum
Sarkozy e la danza della
pioggia nucleare
Minipost
11.06.2011
Energia
11.06.2011
"Formigoni alla mostra del fotografo Bob
Krieger a Milano: tra le opere un ritratto
del presidente (abusivo, ndr) della
Lombardia"
Formigoni ha detto ieri a RAI3: ''Beppe
Grillo è ridicolo e ignorante come
sempre, perché non conosce la
Costituzione. Quest'uomo che vorrebbe
disinfettare la politica italiana e non la
conosce e merita solo scherno e
disprezzo''. E' la stessa persona che sui
referendum ha dichiarato "il modo per
bocciarli è dire alla gente che non stia a
disturbarsi".
"Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un
pubblico servizio, l'esercente di un
servizio di pubblica necessità, il ministro
di qualsiasi culto, chiunque investito di
un pubblico potere o funzione civile o
militare,
abusando
delle
proprie
attribuzioni e nell'esercizio di esse, si
adopera a costringere gli elettori (...) o
ad indurli all'astensione, è punito con la
reclusione da sei mesi a tre anni (...)".
LEGGE ELETTORALE - ART. 98 [ T.U.
DELLE LEGGI ELETTORALI; TITOLO
VII ]
L'istigazione a non votare è un reato.
Vota 4 SI ai referendum!
In Francia non piove. E' la peggiore
siccità degli ultimi trent'anni. I mesi di
marzo e di maggio sono stati i più caldi
dell'ultimo secolo. L'acqua è razionata in
60 dipartimenti francesi. Il fenomeno non
riguarda solo la Francia, ma la maggior
parte dell'Europa del centro nord. Il
livello del Danubio è il più basso
registrato a memoria d'uomo e il fiume in
alcuni tratti non è navigabile. In Francia,
che ha circa mezzo milione di fattorie sul
suo territorio, comincia a scarseggiare il
fieno per il bestiame e sono a rischio le
coltivazioni di grano, il cui prezzo è
aumentato di colpo nelle borse mondiali.
L'energia va a acqua e i fiumi sono in
secca. I 58 reattori nucleari francesi sono
raffreddati dall'acqua, 44 sono costruiti
per questo nelle vicinanze dei fiumi, gli
altri 14 di fronte al mare. Il ministro
dell'industria francese, Besson, ha
rassicurato la popolazione "Per il
momento non ci sono rischi". Quindi, se
non piove nei prossimi mesi, il rischio
c'è! Quali sono le conseguenze di una
centrale in ebollizione? E' paradossale
che Fukushima sia stata causata da uno
tsunami, da un eccesso di acqua, e un
disastro in Francia possa derivare dalla
mancanza d'acqua. Sempre l'acqua. Per
la carenza di piogge l'energia generata
dalle centrali idroelettriche francesi è
diminuita del 30%. Quest'estate i nostri
cugini d'oltralpe potrebbero trovarsi di
fronte a un black out nucleare e alla
necessità di importare energia dagli altri
Paesi europei. La Francia importa dal
2004 energia dalla Germania che ha
deciso di chiudere i suoi reattori dopo la
catastrofe giapponese e nel prossimo
futuro non potrà esportare energia.
Come riportato dal sito "Observatoire du
nucléaire", il parco nucleare francese è
un colosso dai piedi di argilla. In Italia la
potenza installata è di "circa 105 GW,
contro un picco massimo di richiesta ad
oggi di 56 GW. I 15-20 GW di potenza
installata di fonti rinnovabili vengono
usati di rado, e diverse centrali a gas
operano a metà regime". Esportare
energia italiana in Francia non ha
prezzo. Per tutto il resto c'è Sarkozy.
Vota 4 SI ai referendum!
13
Scarica

Editoriale Scalfari ha sempre ragione