Volume 6, numero 23 Sommario 12.06.2011 Editoriale Scalfari ha sempre ragione Minipost 05.06.2011 Ecologia Il cammello nella cruna del CO2 Energia Sarkozy e la danza della pioggia nucleare Informazione Gaber e la partecipazione - Guido Harari Referendum, quattro sì per voltare pagina Minipost Scalfari ha sempre ragione Renzi, il privatizzatore dell'acqua Formigoni, l'antidemocratico Futuro sostenibile, istruzioni per l'uso L'anfiteatro di Siracusa per i referendum Aldrovandi, confermate le condanne in Appello Formigoni contro i referendum Muro del pianto E.Coli Gasparri Politica In Libia siamo arrivati all’ottantesimo giorno del conflitto. Dopo più di 11.000 voli di aerei da guerra della Nato, 4.500 attacchi e bombardamenti, con un presidio permanente di 250 velivoli sul territorio, Gheddafi è ancora vivo e i libici non si sono ancora arresi. Il figlio di Gheddafi, Saif al Islam, ha offerto una via di uscita: "Si potrebbero tenere elezioni entro tre mesi” sotto il controllo delle forze internazionali. Se suo padre vince, la Nato se ne va. Se perde, se ne va lui. Nessuno l’ha preso in considerazione. La strana guerra continua e l’Italia è indifferente, come se partecipasse alla Parigi-Dakar invece che ai bombardamenti di un ex alleato. E’ il cosiddetto “fuoco amico” in cui siamo maestri da sempre. Napolitano, che dovrebbe far rispettare la Costituzione, non proferisce sillaba. Siamo in guerra, ma è meglio non farlo sapere in giro. Referendum senza quorum 4 SÌ al Referendum per un orgasmo democratico Il popolo è sovrano 1 Scalfari ha sempre ragione, la scuola è quella della sua giovinezza, di quando scriveva per "Roma Fascista" e, qualche anno dopo, elogiava l'Unione Sovietica con un pezzo profetico:"La Russia ha già vinto la grande sfida?” in cui afferma: “Nel 1972 l’Urss sarà addirittura passata in testa non soltanto come potenza industriale ma anche come livello di vita medio della sua popolazione. Tutti i vecchi luoghi comuni della maggiore efficienza dell’iniziativa privata e dell’enorme sperpero di ricchezze che inevitabilmente si accompagna al collettivismo, cadono come castelli di carta di fronte ai risultati raggiunti in quarant’anni dall’economia sovietica." Dalla Repubblica di oggi: "Non è l'antipolitica grillina ad aver vinto ma la Politica una volta tanto con la P maiuscola. Capisco che a molti Soloni da strapazzo questa lettura oggettiva dei fatti non piaccia; capisco che il rabbioso sfogo di Grillo li imbarazzi e ancor più il fatto della presenza di molti grillini che hanno inneggiato a Pisapia in piazza del Duomo, a Fassino in piazza San Carlo e a de Magistris in piazza Plebiscito; ma così sono andate le cose e a questa vittoria della politica dovete rassegnarvi." Ps: Dal MoVimento 5 Stelle del Piemonte non me lo aspettavo questo entusiasmo in piazza San Carlo per Fassino. Belin, mi rovinate. Gaber e la partecipazione Guido Harari Informazione 05.06.2011 Gaber ci manca e purtroppo non può tornare, era inimitabile e libero, soprattutto libero. Detestato dagli intellettuali di regime e dal Potere, quello con la P maiuscola che fece uccidere Pasolini, un'altra voce critica del secolo scorso. Gaber diceva vent'anni fa cose che il pensiero omologato rifiuta ancora oggi. "I partiti sono inadeguati a rappresentare la gente. Ora sembra che - non votando o votando cose senza senso e stravaganti - almeno un italiano su tre l'abbia capito, forse anche di più. Gli unici che non se ne accorgono sono loro, i partiti, che si ostinano a restare, magari rinnovandosi". (1993) Destra, sinistra, centro sono etichette scomparse. Esistono uomini di destra, di sinistra o di centro. Il superamento della forma partitica significa questo: concedere alla gente di votare le persone". (1993) Intervista a Guido Harari, fotografo e autore di "Quando parla Gaber": Gaber oggi Guido Harari- Sono Guido Harari, fotografo, autore di libri, l’ultimo che ho realizzato si intitola “Quando parla Gaber” ed è una sintesi del suo pensiero, soprattutto civile sviluppato per temi. Blog - Oggi Gaber è ancora vivo nella cultura, nella politica, nella vita sociale? Guido Harari - Gaber è vivo come desiderio di resistenza e di indignazione e di provocazione, è un cane sciolto, e come tale lui diceva che era il terzo partito, come tale non si allinea alla religione della politica, conseguentemente non lo vedo molto presente né nella vita politica, né nella coscienza civile, ma varrebbe la pena che venisse riscoperto e soprattutto meditato. Blog - Cosa penserebbe oggi Gaber se fosse vivo dell’Italia? Guido Harari - Penso che avrebbe ottimo materiale per continuare le riflessioni de “La mia generazione ha perso”, della razza in estinzione e di “Io non mi sento italiano”, i suoi ultimi due dischi che ormai risalgono a quasi 10 anni fa, diciamo che c’è stata una picchiata verticale sotto tutti gli aspetti, morale soprattutto, e conseguentemente non c’è un segnale di ripresa. Penso che Gaber oggi avrebbe ottimo materiale per proseguire le sue riflessioni “pessimistiche", forse gli avvenimenti degli ultimi giorni, i risultati di queste elezioni amministrative potrebbero rappresentare un piccolo segnale di apertura, di speranza, Il Teatro Canzone è nato con Gaber ed è finito con Gaber. Gaber è un personaggio particolare, unico nel panorama italiano della canzone o dello spettacolo perché ha avuto in verità più di una vita, ha avuto negli anni '60 tra la fine del '50 e il '60 un successo che è stato più che musicale, addirittura mediatico, perché è diventato un animale televisivo e come tale ha avuto una grandissima popolarità, però proprio in quegli anni ha frequentato degli intellettuali, da Umberto Simonetta, poi Sandro Luporini che è stato poi il suo partner per trent'anni del Teatro Canzone, c’è stato un processo di sensibilizzazione per quanto riguarda l’impegno civile che poi ha prodotto sull’onda anche della tensione morale del 1968 la nascita del Teatro Canzone. Gaber a un certo momento ha voltato le spalle al suo successo, alla televisione e ha cominciato a confrontarsi, scegliendo il teatro, direttamente con il suo pubblico, anno dopo anno, spettacolo dopo spettacolo proprio perché sentiva il bisogno di dire delle cose che nessuno in quel momento diceva. Blog - C’è qualcuno che le ha dette dopo di lui? Guido Harari- C’è qualcuno che le ha dette mentre le diceva anche lui, Pasolini, Pasolini e Gaber sono veramente le due coscienze civili del secondo '900. C’è sicuramente memoria di Gaber perché c’è bisogno di ritrovare una voce fuori dal coro, quella che chiamo una voce dell’intelligenza nella palude della politica della vita civile italiana, vedo che anche i più giovani cercano e desiderano scoprire Gaber, soprattutto questo è stato l’intento del libro attraverso il suo pensiero, non soltanto le sue canzoni o i brani teatrali, oggi il teatro di Gaber si può apprezzare solo in DVD, ma il suo pensiero si può anche leggerlo attraverso le sue interviste, i suoi manoscritti e è molto importante ribadire proprio questo, che è possibile saltare tutte le tagliole che ci troviamo davanti ogni giorno, per arrivare a una ricerca di verità che non è di parte, non ha un colore, se non quello, io continuo a dire, dell’intelligenza. Gaber e la partecipazione Blog - Libertà e partecipazione… Guido Harari - “La libertà”, questo è il titolo corretto della canzone, è sicuramente uno dei brani più ricordati di Gaber, lui aveva fatto una riflessione su questa canzone che ha avuto successo da tutte le parti dell’arco politico, sosteneva che nel momento in cui si fa un’affermazione, questa diventa buona per tutti e la cosa non gli era piaciuta, infatti aveva anche corretto il tiro dicendo che forse avrebbe dovuto scrivere “La libertà è spazio di incidenza”, però non sembrava un verso particolarmente brillante. Il problema è proprio l’appropriazione indebita delle parole di un Gaber o di un De Andrè da parte di chiunque, quando vedo un assessore di destra a Roma decantare De Andrè all’inaugurazione di una mostra a lui dedicata, dicendo che lui a 17/18 anni conosceva a memoria le canzoni di De Andrè che strimpellava con gli amici, mi verrebbe da chiedergli cosa abbia imparato da quelle canzoni, non perché sia personalmente contrario al fatto che De Andrè o Gaber vengano graditi e fruiti da tutte le parti, però le parole di questi due artisti devono lasciare una traccia, non sono parole da poco, quindi se dei messaggi così importanti, così a volte provocatori, taglienti vengono ridotti a estetica, evidentemente c’è un problema! Il Teatro Canzone ha un’unicità lui vuole 2 confrontarsi con il pubblico direttamente, non c’è una virtualità, non c’erano i blog, con c’erano i siti, non c’erano ancora i videoclip, quindi bisognava andare in prima linea e lo fa con una temerarietà che non ha pari, nel senso che arrivava anche a provocare il pubblico, a insultarlo, a spiazzare, a spiazzare i compagni che pensavano di avere trovato un cantore, un alfiere di questa o quella causa e che si sentono poi magari accusati di essere dei grigi compagni del PC, ci sono provocazioni fortissime anche in “Io se fossi Dio” in un’invettiva lunghissima in cui, subito dopo l’assassinio di Moro, Gaber dice delle cose fortissime come il fatto di essere stato assassinato non toglieva a Moro le responsabilità dello sfascio in cui ci si trovava. Quindi è un mettersi in prima linea che non tutti hanno il coraggio di affrontare e penso che anche chi ripropone oggi Gaber, lo ripropone dal punto di vista affettivo, sentimentale, ma non ne ha assolutamente la statura, che era anche data dalla sua fisicità. Nel momento in cui Gaber riempie la scena da solo senza neanche un complesso che lo accompagni con dei nastri e è un corpo in movimento che trascina e coinvolge buttando queste parole, queste provocazioni al pubblico, veramente assistiamo a un caso unico, penso a Fo da un punto di vista un po’ diverso perché Fo è più militante di Gaber. Gaber punta più a una libertà, libertà di visione, con una visione grandangolata sui sentimenti, su tutto, sull’economia, Chiesa, coppia, il sesso, il consumismo, l’omologazione culturale di cui parlava già Pasolini negli anni '60 e questo è veramente un caso unico, non ho spiegazioni sul fatto che sia rimasto un fatto unico. Gaber e la politica Blog - Tu hai un ricordo personale di Gaber, una cosa che ti ricordi più di altre che ti riguarda direttamente? Guido Harari - Una cosa che mi viene così… sono cose che fanno riflettere nel momento in cui ti incontri una persona di questo calibro, ricordo che aveva una curiosità infinita nell’incontrare il pubblico, le persone, non si risparmiava, incontrava il pubblico prima dello spettacolo, dopo lo spettacolo, accettava di partecipare a delle manifestazioni alle quali non si sarebbe immaginato di trovarlo dal Festival di Re Nudo al Parco Lambro, al meeting di Comunione e Liberazione a Rimini, però c’era questa voglia di capire chi è l’altro, chi è l’altro diverso da sé, infatti diceva, all’epoca del '68 “Ci dicevano che non bisognava parlare con i fascisti e io sono sempre rimasto con l’idea di non sapere cosa pensano i fascisti perché non ci potevi parlare!”. Quindi era questa sua curiosità, questo essere sempre slanciato verso l’altro e quando ricordo una volta Giovanni Rabboni su Il Corriere della Sera lo accusò di leghismo estetico, eravamo ai primi anni '90 perché Gaber aveva individuato nei primi passi della Lega un movimento di cambiamento su cui poi si è ricreduto, ma era un momento così di molta attenzione su questo nuovo fenomeno, lui disse: “Non è il momento di avere stupide questioni di stupido principio” che secondo me è la regola aurea in tutto, riuscire a vedere tutte le angolazioni, a capire, a valutare ogni posizione per trovare la via, la via, lui poteva dire della verità, ma quantomeno una via senza condizionamenti. Gaber sicuramente sentirebbe di vivere nella nuova spinta dei giovani e nei nuovi movimenti che nascono come i movimenti per l’acqua, nei movimenti che portano avanti le istanze del referendum che avremo il 12/13 giugno, quindi una spinta dal basso, un’attenzione ai problemi locali senza perdersi nelle grandi cause nella concretezza e soprattutto qui si potrebbe recuperare il concetto dell’utopia che era molto caro a Gaber e a Luporini, Gaber nell’arco della sua carriera, dei 30 anni del Teatro Canzone è passato dall’utopia massimalista, quella dei grandi movimenti globali, quella del "vogliamo il mondo e lo vogliamo ora", a "un’utopia più di responsabilità", più legata all’individuo, partire da cause concrete, da battaglie mirate su cui si può effettivamente incidere, Gaber secondo me vive in questo e può essere di ispirazione anche per altre battaglie in questo senso. Referendum, quattro sì per voltare pagina Informazione 06.06.2011 Testo: Buongiorno a tutti, domenica 12 e lunedì 13 giugno andremo a votare, almeno io andrò a votare, spero lo facciate tutti voi e portiate gente possibile a votare indipendentemente dal cosa poi si voterà, per 4 referendum, per dire sì o no a 4 quesiti che propongono di abolire 4 leggi. 4 norme: la prima lo sappiamo, riguarda il legittimo impedimento, la seconda riguarda il nucleare, la terza e la quarta riguardano la privatizzazione della gestione dei servizi idrici, dell’acqua, si sa poco o nulla di questi referendum se non in generale, se non che si terranno sul dettaglio, il colore delle schede, cosa prevedono i vari quesiti, cosa succede se vince il sì, cosa succede se vince il no, cosa succede se non si raggiunge il quorum, mistero, allora cerchiamo di fare chiarezza in termini molto semplici, spero, senza entrare nei tecnicismi, ma dando un’informazione completa di quello che ci aspetta domenica e lunedì fino alle 15 quando entreremo nel seggio e nella cabina elettorale con 4 schede in mano. Sì all'acqua pubblica La prima e la seconda scheda di cui vi voglio parlare, sono quelle che riguardano l’acqua, una è di colore rosso, l’altra è di colore giallo.Quella di colore rosso porterà scritta una frase ostrogota nella quale si dice “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica” il quesito punta a abrogare l’Art. 23 bis del Decreto Legge 25 giugno 2008 N. 112 che è il cosiddetto Decreto Ronchi, in cui si parla di disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, competitività e la stabilizzazione della finanza pubblica, la perequazione tributaria che è stato poi modificato più volte nel 2009, la parola acqua in questa scheda rossa non compare mai, neanche i suoi derivati tipo idrici, idrico, eppure si parla di acqua, scheda rossa, cosa siamo chiamati a decidere? Se abrogare questa norma che prevede l’obbligatorietà della gestione privata dei servizi idrici almeno per quanto riguarda il pacchetto di maggioranza delle società che li gestiscono, il decreto è più ampio perché riguarda tutti i servizi pubblici di rilevanza economica e si stabilisce per decisione di questo governo che debbano essere i privati a avere la maggioranza nelle società che gestiscono acquedotti e affini, il pubblico può partecipare ma in minoranza, quindi la regola è che la maggioranza la debbono sempre avere dei soggetti con finalità ovviamente di lucro, profitto dei privati, o con società completamente private o con società miste pubblico – 3 private dove però il pubblico è minoritario, quindi naturalmente si fanno le gare, si stabilisce che almeno il 40% di queste società vada a capitale privato, quindi multinazionali, finanziarie, fondi etc.. Le società quindi attualmente a totale capitale pubblico che gestiscono moltissimi acquedotti comunali etc., dovranno cessare improrogabilmente dalla loro attività entro il dicembre di quest’anno, oppure potranno continuare a gestire servizi idrici, soltanto se si trasformeranno in società miste con un capitale privato di almeno il 40%, chi vota sì cancella questa norma e cioè consente che possano continuare a essere delle società a capitale interamente pubblico o a maggioranza di capitale pubblico a gestire i servizi che ci portano l’acqua in casa e che trasportano l’acqua dalle fonti, dalle sorgenti a noi consumatori, cittadini che la dobbiamo bere, che la dobbiamo usare per le nostre esigenze personali, quindi sì vuole dire no alla privatizzazione obbligatoria dei servizi idrici, dire no invece significa confermare il Decreto Ronchi, sì all’abrogazione del Decreto Ronchi che stabilisce l’obbligatorietà di società private a gestire l’acqua, quindi non è l’acqua in sé che viene privatizzata, sono i servizi che ce la portano e naturalmente questo a cosa va incontro? Va incontro intanto al problema delle tariffe, quanto costa l’acqua? L’acqua ovviamente essendo un bene naturale dovrebbe essere di tutti perché costa? Costa sulla nostra bolletta, costa quando viene imbottigliata etc., perché c’è qualcuno che la prende e la tratta, che la porta o la imbottiglia, ci aggiunge del suo e questo è inevitabile, il costo dell’acqua è inevitabile, il problema è quanto costa l’acqua e chi decide quanto costa l’acqua? Ora come ora, almeno là dove il servizio è ancora gestito dal servizio pubblico, cioè dai comuni e dalle società pubbliche a maggioranza di capitale pubblico, c’è un controllo democratico, perché? Perché noi eleggiamo i sindaci, i Consiglieri comunali che esprimono, le giunte comunali e che a loro volta poi decidono la gestione del servizio idrico e quindi se non ci piace come lo gestiscono li possiamo bocciare e mandare a gestirlo degli altri la volta successiva. Quindi diciamo che il servizio è in qualche modo collegato al potere del popolo, alla democratica, nel caso in cui dovesse non farsi il quorum o dovesse passare il no, ma il no è praticamente impossibile che passi, il rischio è che non passi il quorum, resterebbe per un bel po’ di anni questa norma che ha fatto questo governo, secondo cui la gestione, il servizio dell’acqua non sarebbe controllabile dai cittadini perché sarebbe affidata a privati che naturalmente ci fanno i loro affari con l’acqua, questo è il tema di cui si parla nel primo quesito, naturalmente i sostenitori del no che non avendo la possibilità di far vincere il no stanno facendo campagna perché la gente vada al mare, sempre che trovi poi qualche spiaggia dove andarci, perché sapete che stanno tentando di privatizzare, anche se è un termine un po’ generico, le spiagge per 99 anni, vogliono che l’acqua sia gestita dai privati perché sostengono che i privati sono più efficienti del pubblico, e effettivamente noi sappiamo che i pubblici poteri non brillano per efficienza, i servizi pubblici spesso sono mal gestiti da gente incompetente, messa lì dai politici per ragioni clientelari e che quindi abbiamo molti acquedotti intorno ai quali nascono casi di corruzione, truffe, interessi mafiosi che si attaccano alle reti pubbliche, ci sono sabotaggi delle reti pubbliche, il caso della Sicilia dove l’acqua si disperde in mille rivoli, gli acquedotti sono dei colabrodo o addirittura non esistono e si devono portare le taniche di acque in certi comuni, parlano da sé, lo sappiamo, pubblico in Italia non è sinonimo di efficienza sempre, ma neanche privato è sinonimo di efficienza sempre, anzi se l’acqua viene sottoposta esclusivamente a regole di mercato e se l’unico scopo di chi eroga questo servizio è quello di farci dei soldi, intanto c’è da dubitare che si possano fare soldi su un bene comune come l’acqua, a che titolo uno fa soldi su un bene comune come l’acqua? E soprattutto c’è da dubitare che avrà come principale scopo quello di migliorare il servizio, spesso per migliorare il servizio bisogna fare dei grossi investimenti, bisogna spendere molti soldi e se spendi molti soldi ne guadagni di meno e quindi di solito l’imprenditoria, almeno all’italiana, ma non soltanto all’italiana lesina gli investimenti e quindi penalizza il servizio e tutto ciò lo fa al riparo dal controllo dei cittadini che invece possono andare a punire o a premiare quei comuni, quelle amministrazioni virtuose che invece magari danno un buon servizio per quanto riguarda l’erogazione dell’acqua, quindi ci sono questioni di principio e questioni anche di soldi, è un dato di fatto che in quasi tutti i paesi del mondo e in quasi tutti i comuni d’Italia dove l’acqua è passata dal controllo maggiormente pubblico al controllo maggioritaria mente privato, le bollette e le tariffe sono aumentate, perché? Perché naturalmente il privato ci deve guadagnare, mentre invece il servizio pubblico dovrebbe garantire soltanto la buona salute della società che eroga questi servizi, ma non naturalmente l’ingrassamento della società a spese dei cittadini consumatori e soprattutto a spese del servizio e degli investimenti necessari per renderlo migliore, quindi chi dice sì al referendum non è che vuole mantenere i carrozzoni pubblici, vuole che il servizio pubblico sia più efficiente e vuole che i cittadini mantengano il controllo su chi decide, chi gestisce l’acqua, cioè un bene comune. Spiega il Prof. Riccardo Petrella del gruppo di Lisbona del Comitato istituzionale per il contratto mondiale dell’acqua, uno dei massimi esperti e dei promotori di questo referendum che l’acqua intanto è un bene comune come l’aria, l’educazione, la salute e aggiungo io l’energia e poi aggiunge che nel primo referendum si dice con chiarezza, votando sì, che non si può accettare l’obbligatorietà del soggetto privato come unico e solo gestore titolare del servizio idrico, è vero che l’esperienza delle municipalizzate a capitale pubblico è molto negativa, ma questo non vuole dire che lo Stato debba abdicare i propri compiti, lo Stato deve tornare a fare lo Stato e deve essere pubblico in quanto deve essere nell’interesse dei cittadini e deve poter essere controllato dai cittadini. Nell’Art. 23 del Decreto Ronchi è scritto in maniera esplicita che lo Stato italiano non è abilitato a gestire il servizio unico e questo dice il Prof. Petrella è un vero e proprio rigetto dello Stato, un’assurdità lo Stato che nega sé stesso! Cosa succede se vincono i sì, potremo avere ancora l’acqua a gestione pubblica, decidendo semplicemente di eleggere in comune persone che sostengono la gestione pubblica, mentre se vince il no o non passa il quorum, avremo dappertutto obbligatoriamente i privati che la fanno da padroni nella gestione del servizio idrico, scheda rossa, primo quesito sull’acqua. Passiamo al secondo quesito sull’acqua che è la scheda gialla, lì si parla di “Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito” e qui almeno idrico c’è, quindi si capisce che si parla di acqua nella scheda gialla, il quesito dice: volete voi che sia abrogato il comma 1 dell’Art. 154, tariffa del servizio idrico integrato del Decreto Legislativo N. 152 del 3 aprile 2006 norme in materia ambientale limitatamente alla seguente parte: dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito? Tutto ciò cosa significa in italiano? Significa che nel Codice dell’ambiente all’Art. 154, Decreto Legislativo 2006, al comma 1 quello che si vorrebbe abrogare è stabilito come devono essere calcolate le tariffe che noi cittadini paghiamo sulla bolletta per il servizio idrico, si dice che le tariffe devono obbligatoriamente tenere conto dell’adeguatezza della remunerazione del capitale investito, quindi cosa dicono i promotori di questo secondo referendum? Che la norma che si vuole abrogare, quella che consente ai gestori di ottenere profitti garantiti sulla tariffa, caricando sulla bolletta dei cittadini un 7% per remunerare il capitale investito senza alcun collegamento a qualunque logica di reinvestimento per il miglioramento qualitativo del servizio, non obbliga chi gestisce il servizio a fare degli investimenti per migliorare il servizio, dice che la tariffa anche se non fanno investimenti e se lasciano il colabrodo che c’è, deve garantire il 7% di utile a chi gestisce il servizio per ricompensarlo del capitale che ha investito nel costituire questa società o nel comprarsi naturalmente la gestione del servizio medesimo e quindi cancellando questa norma assurda si elimina questo cavallo di Troia che apre la strada ai privati nella gestione dei servizi idrici, perché i privati naturalmente accettano di entrare in questo servizio se hanno la garanzia di un profitto, di un utile, questo profitto gli viene assicurato addirittura obbligatoriamente per legge e quindi ci si fiondano ovviamente sull’acqua, se invece dovessero andarsi a guadagnare con il loro sudore o con i loro investimenti un profitto collegato con il lavoro che ci mettono per migliorare il servizio, magari alcuni di loro non ci si butterebbero in questo servizio, perché? Perché rischierebbero magari di non farli gli utili se non sono bravi o se hanno troppo da investire rispetto a quello che hanno da guadagnare, invece qui gli si garantisce il 7%, capito? Dice il Prof. Petrella: la nostra legge, è vero che il gestore privato deve avere una logica di profitto, è ovvio che i privati fanno impresa per guadagnarci, mica per perderci, ma la legge parla di stabilire una tariffa che prevede obbligatoriamente almeno il 7% di profitto per il privato, senza prevedere alcun obbligo di investimento, in nessuno dei paesi del mondo che consentono di dare ai privati la gestione dei servizi idrici, è prevista l’obbligatorietà del 4 profitto, perché? Perché è come al solito il libro mercato all’italiana, dove non rischi nulla e dove guadagni a prescindere, ovviamente sulle spalle dei cittadini e del servizio, cioè dell’acqua, cancellando questa norma se ci saranno partecipazioni di privati alla gestione del servizio idrico, questi il profitto se lo dovranno andare a guadagnare in proporzione alle migliorie che porteranno a questo servizio e non perché la legge gli garantisce un minimo profitto che è semplicemente slacciato da qualunque regola di mercato e che è semplicemente il chip che noi mettiamo sul tavolo e che il privato arriva e se lo porta via, senza neanche giocare la partita, anzi neanche rischiare del proprio, questo è il secondo e ultimo quesito che riguarda il tema acqua, scheda gialla no al profitto garantito obbligatorio! Naturalmente si potrebbero dire molte altre cose sul tema dell’acqua, ne sapete meglio molti di voi che non io, l’importante è conoscere il contenuto delle varie schede, le prime due allora ricapitolando e cioè quella rossa e quella gialla, cancellano queste norme che si sono stratificate sotto l’ultimo governo Berlusconi nel 2006/2008/2009 per dare in mano ai gestori privati i servizi idrici.Sì all'abolizione del nucleare Terza scheda, la scheda grigia è quella sul nucleare, qui sono successi pasticci di ogni genere, perché?Perché intanto quando Di Pietro ha cominciato a raccogliere le firme due o tre anni fa, era stato appena presentato il Piano Scajola per la costruzione di 4 centrali nucleari, ciascuna con due reattori nucleari, quindi 8 reattori nucleari, la Confindustria calcolò che ci volessero 50 miliardi adesso Euro per costruire queste 4 centrali, immaginate quanti decenni ci sarebbero voluti per ammortizzare un investimento di quel genere e soprattutto si doveva anche decidere dove metterle, ma il governo ci aveva fatto la campagna elettorale sopra al ritorno al nucleare, infischiandosene del fatto che nel 1987 la stragrande maggioranza degli italiani avevano detto no al nucleare in un referendum promosso dagli ambientalisti ma anche dai socialisti di Craxi, per cui quando Berlusconi parla di comunisti è assurdo, tutti i partiti alla fine dissero di essere favorevoli a quel referendum, tranne i pubblicani di Spadolini che rappresentavano il 3% del Parlamento italiano, persino i missini, il movimento sociale disse sì al referendum che abrogava il nucleare, dopo 24 anni, oggi, siamo di fronte a un bivio, perché? Perché il governo non ha mai cancellato quell’impegno anche se ha fatto finta di farlo, Di Pietro 3 anni fa comincia a raccogliere le firme, tutti lo prendono in giro, gli dicono: tanto non ci sarà mai il quorum, sei matto, regali a Berlusconi la possibilità di dire “ho vinto” anche se ha perso solo perché non si è fatto il quorum, invece Di Pietro va avanti, raccoglie le firme e poi succede l’incidente di Fukushima che porta il tema del nucleare al centro della scena non soltanto politica ma soprattutto dell’attenzione dell’opinione pubblica, tutta l’Europa direbbero i nostri Ministri ineffabili, si fa prendere dall’emotività, no non si fa prendere dall’emotività, scopre che ancora nel 2011 non esiste il nucleare sicuro, scopre che tutte le rassicurazioni sulle altissime tecnologie giapponesi in realtà poi di fronte alla furia della natura evaporano, quindi fa i conti con tutto ciò, il che non esclude che in un futuro si possa inventare veramente il nucleare pulito, quello che nasce dalla fusione fredda, per esempio, ma non mi voglio inoltrare in questi tecnicismi perché non sono un tecnico. Nel frattempo in questo momento si sa che il nucleare sicuro, pulito non esiste! Perché esista dovrebbero succedere molte cose che non sono successe, ecco perché la gente allarmata anche da Fukushima decide di protestare, in tutto il mondo e tutti i governi rispondono all’opinione, non all’emotività, alla giusta preoccupazione, il principio di precauzione dice che se c’è una cosa pericolosa tu devi cercare di non tarla, non devi semplicemente dire: la facciamo e mettiamo in conto i rischi, soprattutto se ci sono delle alternative per nulla rischiose o molto meno rischiose, questo è il tema che ha indotto governi di destra come quello di Angela Merkel in Germania, governi che sfuggono alle nostre categorie mentali come quello svizzero a cancellare il futuro nucleare per i loro paesi e puntare su altri tipi di approvvigionamento energetico che nel frattempo naturalmente hanno fatto passi da gigante e ne faranno altri nel futuro. Ecco quindi che quel referendum diventa il detonatore perché dato che la gente è molto vigile sul tema del nucleare e non vuole il ritorno al nucleare in Italia, si presume, questa era la previsione del governo italiano, che andrà in massa a votare anche se si mette il referendum il 12/13 giugno quando ci sono già i weekend di vacanza e quindi questo referendum trascinerà gli altri, portando molto probabilmente il quorum per tutti i referendum e allora il governo si attiva per depotenziare il referendum sul nucleare per dire: state tranquilli quel referendum è inutile perché ci pensiamo noi a sospendere la Legge Scajola e la progettazione e l’iter che porterebbe alla costruzione di quelle nuove 4 centrali nucleari, quindi non andate a votare perché tanto ci ha già pensato il governo a sospendere sine die il nucleare e fanno quel decreto omnibus che è diventato l’obbligo del quesito della scheda grigia sul nucleare, perché ha riformulato l’orientamento del governo rispetto a quello della Legge Scajola, quindi se Di Pietro aveva raccolto le firme contro la Legge Scajola che prevedeva le 4 nuove centrali nucleari con 8 reattori, il governo fa il Decreto omnibus per dire quello che intende fare dopo Fukushima sul nucleare, sostiene il governo, non ci sarà più il nucleare per un po’ di tempo, sostengono i promotori del referendum: hai fatto il furbo, perché hai lasciato aperta la strada al nucleare, proprio mentre dicevi che la chiudevi fino a nuovo ordine. Dato che la Corte Costituzionale fin dal 1978, credo, ha stabilito che per far saltare un referendum non basta cambiare la legge che i promotori volevano abrogare con la loro raccolta di firme, ma bisogna proprio eliminare tutti i principi ispiratori della legge che si vuole abrogare, se tu lasci in piedi il principio ispiratore, lasci aperto uno spiraglio al nucleare, allora il referendum è buono e il quesito abrogativo si trasferisce sulla nuova legge che modifica quella vecchia e è quello che ha fatto la settimana scorsa la Cassazione riformulando il quesito perché? Perché la nuova norma, il Decreto omnibus non è zuppa, è pan bagnato rispetto alla Legge Scajola e allora il quesito riformulato dalla Corte di Cassazione dice così: abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare e il testo dice: volete che siano abrogati i commi 1 e 8 dell’Art. 5 del Decreto Legge 31/3/2011 34 convertito con modificazioni dalla legge 26/05/2011 N. 75? La parola nucleare per fortuna nella scheda grigia c’è, anche se è annegata in quel mare magnum di burocratese, quindi cosa abroghiamo noi? Abroghiamo se votiamo sì il Decreto omnibus nella parte in cui dice sospendiamo per un anno il progetto nucleare e poi vedremo alla luce di nuove tecnologie, orientamenti europei, supercazzole varie il da farsi, dopodiché deciderà il Presidente del Consiglio in persona se fare il nucleare o se invece, nel nuovo piano energetico nazionale inserire soltanto altre fonti, quelle rinnovabili e non, ma senza il nucleare. Quindi il Decreto Omnibus dà al Presidente del Consiglio il potere tra un anno di decidere di riaprire il discorso nucleare che il referendum invece vuole chiudere per sempre, c’è anche una norma che consente di espropriare i terreni dei privati per potervi costruire nuove centrali nucleari anche da parte di imprese private, se non è far rientrare dalla finestra il nucleare che era stato fatto uscire dalla porta, ditemi voi, la Cassazione comunque ha capito bene, il Governo ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale che domani si dovrebbe pronunciare e come si pronuncerà l’ha già fatto intuire il nuovo Presidente Quaranta che appena eletto stamattina ha dichiarato: vedremo domani ma non vedo come possa la Corte Costituzionale bloccare un referendum, meno male, anche se forse non spetterebbe al Presidente della Consulta anticipare le decisioni della Consulta, però ci ha fatto capire più o meno qual è il suo orientamento di Presidente della Corte Costituzionale, quindi se si vota sì non potranno essere inserite centrali nucleari nel nuovo piano energetico nazionale, quindi spariscono quei progetti per gli 8 reattori su 4 centrali, ci saranno altre fonti di energia come quelle che sorreggeranno le forniture energetiche in Germania, Svizzera, in altri paesi che hanno rinunciato al nucleare, naturalmente conosciamo cosa dicono quelli del no, dicono: abbiamo 58 centrali in Francia, molte delle quali proprio al di là delle Alpi, se esplodono quelle noi comunque ci becchiamo le radiazioni lo stesso, allora perché comprare energia dalla Francia quando potremmo produrla con lo stesso sistema noi in Italia? E’ un ragionamento a cazzo, come dire: dato che ho il vicino di casa piromane, do fuoco a casa mia io personalmente, così lo frego perché arrivo prima di lui, ma stiamo scherzando? Senza contare il fatto che già è grave se c’è un incidente nucleare al di là delle Alpi, ma è ancora più grave se c’è al di qua delle Alpi, perché qua ce l’abbiamo in casa, mentre la Francia è un po’ più lontana, non dimentichiamo che la catastrofe di Fukushima ha prodotto comunque l’evacuazione della popolazione in un raggio di 30 chilometri, non stiamo parlando di territori sterminati, certo poi un po’ di radiazioni arrivano anche oltre i 30 chilometri, ma intanto il pericolo di sopravvivenza in un disastro di quelle proporzioni è limitato, si è detto, a 30 chilometri, quindi contano molto le distanze, la Francia, le Alpi che ci proteggono, quindi comunque non c’è 5 paragone tra il danno che farebbe una centrale che esplode in Italia e quello che potrebbe fare all’Italia una centrale che esplode in Francia, poi si dice che l’energia nucleare costa meno delle altre, beh a regime ovviamente, questo vale per un paese che le ha già le centrali nucleari, ma non vale per un paese che non le ha più e che le deve ricostruire e che ci costerebbe un’ira di Dio, decine e decine di miliardi come ha stabilito non Greenpeace, la Confindustria quando fu annunciato il Piano Scajola e poi c’è il problema naturalmente delle scorie, noi abbiamo ancora le scorie delle centrali nucleari pre 1987 a ridosso di fiumi e torrenti tipo a Saluggia e non sappiamo cosa farne, dove metterle, come smaltirle e come neutralizzarne i possibili effetti nefasti perché semplicemente il nucleare è per sempre! Le scorie sono per sempre, sono ineliminabili, i reattori una volta accesi non si spengono più, quindi anche loro sono per sempre, pensate al caso di Chernobyl dove hanno costruito questo sarcofago in cemento che si crepa e comunque non può impedire che tutto intorno si continuino a sprigionare radiazioni micidiali come ha mostrato il bellissimo servizio di Corrado Formigli l’altra sera, quindi cambia un po’ quello che deve fare un paese che per sua fortuna non ha più il nucleare da 24 anni, rispetto a un paese che ce l’ha e che lo deve dismettere, noi abbiamo la fortuna di non averlo e mentre gli altri, molti altri, alcuni importanti altri paesi come la Germania e la Svizzera si fermano, noi vogliamo ripartire, una follia totale che ci costerebbe molto di più, visti i costi di costruzione delle centrali e che naturalmente ci porterebbero come in tutti i paesi che hanno le centrali nucleari, dei pericoli che derivano dalle scorie, dai guasti e che possono derivare da eventi catastrofi naturali, siamo il paese più sismico d’Europa, le uniche aree ritenute meno insicure dal punto di vista dei terremoti, cioè la Pianura Padana e la Sardegna sono amministrate dal centro-destra, bene, il governatore della Sardegna Cappellacci Pdl, il Governatore del Veneto Zaia, Lega, il governatore della Lombardia Formigoni Pdl hanno già detto che loro nel loro territorio le centrali non le vogliono, allora dove le mettiamo? Le mettiamo in Abruzzo dove siamo reduci da un terremoto devastante? Le mettiamo in Sicilia dove i terremoti sono all’ordine del giorno? Questo è anche un problema pratico, senza contare che coloro che ci avvertono forse esagerando ma non è mai troppa la precauzione della possibilità di nuovi attentati terroristici sull’esempio delle due torri, beh provate a immaginare se a qualcuno venisse in mente di dirottare un aereo non sulle due torri gemelle, ma su una centrale nucleare cosa potrebbe succedere, mi pare che ce ne sia a sufficienza e se poi non ce ne è a sufficienza leggetevi quello che dice Carlo Rubia che ha dovuto andare all’estero per portare le sue idee e i suoi progetti, visto che in Italia ci fidiamo di esperti come quelli che avete visto a Anno Zero che negano addirittura che a Chernobyl sia successo qualcosa o altri esperti come Chicco Testa che si mettono a disquisire sul fatto che sì ci sono 4500 bambini malati di tumore ma non sono tutti morti, quindi vuoi mettere la soddisfazione di avere un bambino malato di tumore che però non è ancora morto. Visto che il livello dei nostri esperti sostenitori del no è questo, magari fidiamoci dell’unico Premio Nobel per la fisica italiano che abbiamo vivente e che naturalmente è costretto a operare fuori dall’Italia perché in Italia è considerato un pericoloso sovversivo, quindi votando sì diciamo: basta al nucleare per un bel po’ di anni, a meno che un giorno non ci portino finalmente le prove di un sistema per produrre energia dall’atomo che non abbia tutti gli effetti collaterali e i rischi collaterali che abbiamo fin qui descritto, scheda grigia nucleare. Sì alla legge uguale per tutti L’ultima scheda è quella verde e riguarda il legittimo impedimento, anche qua la parola impedimento per fortuna compare in un mare magnum naturalmente di burocratese.Il referendum è intitolato “Abrogazione di norme della legge 7 aprile 2010 N. 51 in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale, quale risultante a seguito della sentenza N. 23/11 della Corte Costituzionale” e il quesito dice: volete voi che siano abrogati l’Art. 1 commi 1, 3, 5, 6 nonché l’Art. 2 della Legge 7 apre 2010 N. 51 recante disposizioni in materia di impedimento a comparire in udienza? Risposta che do io, almeno anche in questo caso sì, cosa vuole dire tutta questa pappardella? Vuole dire che l’anno scorso la Legge Alfano ha stabilito che il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri per il solo fatto di essere membri del Governo, hanno diritto a non comparire in udienza per una durata di un anno e mezzo, 6 mesi più 6 mesi, più 6 mesi e il giudice deve fidarsi dell’autocertificazione che loro depositano tramite i loro Avvocati, in cui si dice: tizio imputato è Ministro, tizio imputato è Presidente del Consiglio, quindi per un anno e mezzo non ha tempo, quindi non convocatelo il processo lo si fa tra un anno e mezzo, perché hanno detto tra un anno e mezzo? Perché era una norma a ponte in vista di una norma definitiva che era il Lodo Alfano costituzionale che avrebbe dovuto immunizzare questi personaggi per tutta la durata dell’incarico, poi la legge costituzionale non l’hanno fatta, è rimasto questo abortino, è stato un po’ tagliuzzato dalla Corte Costituzionale del gennaio di quest’anno, quando la Corte ha stabilito che non c’è un automatismo, il fatto che tu sei Ministro o Presidente del Consiglio, ti consente di stare lontano dal Tribunale per un anno e mezzo, ti consente di stare lontano dal Tribunale quando hai degli impegni di governo e decide il giudice di volta in volta se quegli impegni li hai e se corrispondono a un legittimo impedimento speciale così come previsto dalla Legge Alfano, allora qualcuno di voi dirà: ma non c’è più bisogno di votare in questo referendum perché già la Corte Costituzionale il legittimo impedimento gliel’ha fatto a pezzi, no bisogna votare, intanto per una questione di principio, non si vede perché uno perché è Ministro o Presidente del Consiglio deve essere più uguale degli altri, visto che la nostra Costituzione stabilisce che solo per i reati ministeriali commessi nell’esercizio delle funzioni di governo c’è un trattamento a parte, si viene giudicati dal Tribunale per i reati ministeriali previa autorizzazione del Parlamento, per i reati comuni siamo tutti uguali e è esperienza quotidiana vedere i Ministri e il Presidente del Consiglio che fanno tutto quello che vogliono, vanno alle partite, vanno di qua, vanno di là, giustamente hanno un sacco di tempo libero anche loro e quindi una parte di quel tempo libero se sono imputati la dedicano al giudice e decide il giudice se l’impedimento è reale e decide il giudice se è legittimo, altrimenti cosa fa? Mica li fucila, semplicemente tiene l’udienza in assenza di questi signori che non si sono presentati, è un modo per evitare che usino l’impegno ministeriale per allungare il brodo del processo e non farlo mai arrivare alla fine. Fatto che il giudice decida di volta in volta, vuole dire che si apre un contenzioso infinito tra il giudice e gli avvocati che faranno mille ricorsi contro ogni decisione del giudice che dice no, non era legittimo impedimento, i difensori dicono: sì era legittimo, allora si rivolgono alla Corte d’Appello, alla Corte di Cassazione, alla Corte Costituzionale e ricusano il giudice e chiedono di trasferire il processo perché a Milano ce l’hanno tutti con il loro cliente etc., se non si mette fine a questo aborto del legittimo impedimento, processare il Premier e i suoi Ministri sarà impossibile come, anche con i tagliuzzini che ha fatto la Corte Costituzionale, radiamo al suolo quello che rimane del legittimo impedimento Alfano e facciamo in modo che il Presidente del Consiglio e i suoi Ministri vengano processati, se sono imputati, come comuni cittadini, se hanno qualcosa di importantissimo da fare non c’è problema, stabiliscono insieme al Giudice il calendario delle giornate in cui sono liberi, dopodiché dopo aver dato disponibilità in quei giorni fisseranno i Consigli dei Ministri in giorni in cui non hanno i processi o viceversa nei giorni in cui ci sono i Consigli dei Ministri non verranno fissati i processi, leale collaborazione tra poteri dello Stato, invece adesso anche la versione dimagrita del legittimo impedimento dopo che la Corte Costituzionale lo ha tagliuzzato, consente una guerriglia permanente nei processi al Primo Ministro e ai suoi Ministri, aggiungo che non c’è nessun paese al mondo dove i membri del governo godano di particolari privilegi rispetto agli altri cittadini, anzi ci sono paesi come la Francia, dove il Primo e il Primo Ministro non sono parlamentari e quindi non hanno neanche l’immunità che hanno i parlamentari, possono essere arrestati, perquisiti, intercettati e indagati anche per i reati di opinione, cosa che invece per il parlamentare non è, quindi il Ministro ha meno garanzie del parlamentare, non di più, noi saremmo l’unico paese dove il fatto di essere Presidente del Consiglio e di essere Ministro, ti dà un bonus per avere la quasi certezza di non essere processato, quindi votando sì si cancella questa porcheria, non fatevi fregare da chi vi dice che la legge ormai è svuotata dalla Corte e che quindi il referendum è inutile. Il fatto che Berlusconi dica che i referendum sono inutili, è la migliore dimostrazione che sono utilissimi e siccome lui punta al no, ma dato che sa che il no non vincerebbe, punta all’astensione, il modo migliore per rispondergli che li riteniamo utili è quello di votare sì, questa era la scheda verde. Quindi sì al rosso, cioè no ai privati obbligatoriamente maggioritari a gestire l’acqua pubblica, sì al giallo, cioè no 6 all’obbligo di profitto di almeno il 7% per i privati che prendono in mano i servizi idrici, sì al grigio, cioè no alle nuove centrali nucleari nel futuro piano energetico nazionale, sì al verde cioè no a un trattamento privilegiato di Ministri e del Capo del Governo quando sono sotto processo, la legge è uguale per tutti! Se volete ulteriori informazioni sul nucleare c’è questo bel libro di Grillo “Speciale, spegniamo il nucleare. Manuale di sopravvivenza alle balle atomiche” se volete un altro viatico e un altro incentivo per il raggiungimento del quorum e anche un sincero divertimento per quello che racconta leggete Il Fatto Quotidiano di domani dove avremo un altro pezzo molto bello di Adriano Celentano, domenica e lunedì ci vediamo alle urne e andiamo tutti a votare, io personalmente voto sì, passate parola! Renzi, il privatizzatore dell'acqua Minipost 06.06.2011 Voglio spezzare una lancia a favore di Renzi che si batte per la remunerazione alle società che gestiscono l'acqua pubblica. E' l'unico in tutta l'opposizione a non aver cambiato idea di fronte alla rivolta dell'opinione pubblica e ad aver mostrato la vera faccia del Pdmenoelle. Meglio un nemico che un falso amico come i 10 pidimenoellini (tra cui Fassino) e i due Idv che, con la loro assenza, non hanno permesso l'accorpamento dei referendum con le elezioni amministrative. Se non fosse per loro avremmo già ottenuto il quorum. "Il rottamatore Matteo Renzi illustra la propria posizione sul referendum del 12 giugno. Lo fa attraverso la sua bacheca Facebook: “Voterò tre sì e un no”. Il no è relativo ad uno dei due quesiti sull’acqua pubblica. Ecco come lo motiva: “Dico no al quesito sulla remunerazione dell’investimento: è una norma del governo Prodi nel 1996, ministro Di Pietro. Senza questa norma si bloccherebbero gli investimenti per acqua e depurazione”. E piovono critiche sulla bacheca anche se qualcuno, come Antonio Piccirillo, dichiara che seguirà l’esempio del sindaco di Firenze." Il 12 e il 13 giugno vota quattro SI per i referendum! E.Coli Gasparri Muro del pianto 07.06.2011 Maurizio Gasparri nasce a Roma nel 1951. Ripete cinque volte la prima elementare e deve aggiornare la sua data di nascita al 1956 per continuare a frequentare la scuola. Nessuno dei suoi compagni sospetta la sua vera età. Pensano solo che sia un po' ritardato, "grande e ciula". Capisce subito che l'unica possibilità per lui è darsi alla politica. Se l'intelligenza non abbonda, il phisique du role però non manca a Maurizio, lo riconobbe la stessa Oriana Fallaci anni dopo: "Ce n'è un altro che sembra lo scemo del villaggio. Ha una faccia così poco intelligente, poverino, e un labbro così pendulo, che viene voglia di pagargli una plastica". Fini vede in quel ragazzo la controfigura di Starace, il segretario nazionale del partito fascista celebrato per vent'anni su tutti i muri d'Italia con la scritta "Starace chi legge!", e lo fa giocare nella squadra di calcio dell'MSI. Gasparri pensa di essere arrivato al top della sua carriera e, invece, è solo all'inizio. Facile all'innamoramento disse di Di Pietro "E' un mito, meglio di Mussolini" per poi rinnegarlo come "peggior politico italiano" quando entra a servizio di Berlusconi. Diventa persino ministro delle Telecomunicazioni e gli intestano una legge che non ha mai capito fino in fondo anche se Confalonieri ha passato intere notti a spiegargliela per salvare il monopolio televisivo di Mediaset. Secondo Storace, suo ex compagno di partito: "Quella legge Gasparri non solo non l'ha scritta, ma non l'ha neppure letta". E' il primo caso di ministro inconsapevole, soltanto anni dopo arriverà Scajola. E' il padre di un aborto noto come digitale terrestre, in questo rispettando il motto "Qualis pater, talis filius". Qualcuno male informato lo tirò in ballo ai tempi di "Chiappe d'oro", un presunto politico che andava a trans. Lui chiarì immediatamente: "E' tutto un equivoco, Un giorno nel '96, mi sono perduto in macchina nella zona dell'Acqua Acetosa a Roma, un'area che pullula di transessuali, e in questo girovagare sono stato fermato dai Carabinieri a cui ho chiesto indicazioni stradali". Fini gli regalò immediatamente un Tom Tom, di cui Gasparri non ha mai capito il funzionamento, lo confonde con il Bunga Bunga e nonostante numerosi tentativi non ha mai raggiunto l'orgasmo. Da ex giornalista di partito (ha scritto sul Secolo d'Italia), considera i giornalisti liberi una vera provocazione. Santoro e Vauro sono "due volgari sciacalli che vomitano insulti con le tasche piene di soldi dei cittadini" e per Enzo Biagi propose il martirio: "Biagi e Santoro stanno cercando con tutti i mezzi il martirio mediatico. Verrebbe proprio da dire: allora diamoglielo, quello che cercano". Un vero democratico. E' un 7 sincero alfiere dell'antimafia e conosceva talmente bene Paolo Borsellino da svelare al Movimento delle agende rosse che "Salvatore Borsellino era disistimato dal fratello". E' comunque un punto di riferimento per i giovani. Infatti se uno come lui è diventato ministro, chiunque ha una speranza nella vita. Formigoni, l'antidemocratico Minipost 07.06.2011 Formigoni ha deciso che non voterà ai referendum. Un atteggiamento molto grave da parte di chi rappresenta le istituzioni, anche se è presidente abusivo della Lombardia al suo terzo mandato consecutivo quando la legge ne prevede solo due. Sui referendum ha detto "il modo per bocciarli è dire alla gente che non stia a disturbarsi". E ha ribadito che il voto è un diritto, non un obbligo. Formigoni è antidemocratico. Sa perfettamente che non votare per non far raggiungere il quorum significa invalidare il voto di chi invece va a votare per senso civico. Deve essere introdotto al più presto il referendum propositivo senza quorum. Chi non vota ai referendum deve contare zero. Il 12 e il 13 giugno votate 4 SI anche per mandare a casa Formigoni e la sua boria. Futuro sostenibile, istruzioni per l'uso Minipost 08.06.2011 "Costruire un futuro sostenibile non significa solo ridurre i danni all'ambiente. Significa creare qualcosa di nuovo e rendere possibile la rigenerazione delle risorse." Il Wuppertal Institut è uno dei più importanti centri di ricerca sui temi della sostenibilità. Nel manuale "Futuro Sostenibile", Wolfgang Sachs e l’équipe da lui coordinata al Wuppertal Institut analizzano i principali fattori della crisi ecologica e sociale globale e propongono ai paesi industrializzati un’agenda concreta per riformare la società, l’economia e le tecnologie, le istituzioni internazionali e le relazioni economiche Nord-Sud, gli stili di vita e la partecipazione politica dei cittadini-consumatori. Sostenibilità ambientale e sradicamento della povertà sono sono alcuni degli obiettivi di sviluppo del millennio. Se vogliamo raggiungere questi obiettivi dobbiamo renderci conto che è ipocrita pensare che la riduzione della povertà non debba passare da una mitigazione della ricchezza. 8 Referendum senza quorum Politica 08.06.2011 Il quorum è un furto di democrazia. Un modo costituzionale per fottere il cittadino. Le porte del Palazzo devono rimanere chiuse. E' inammissibile che chi ricopre una carica pubblica inviti la gente a non andare a votare, andrebbe denunciato. In giro ci sono solo manifesti per il SI, quelli del NO sono assenti. Chi vuole il nucleare e impossessarsi dell'acqua pubblica a scopi di lucro non può invitare a votare NO. Se lo facesse si sparerebbe nelle palle. Ci sarebbero infatti maggiori probabilità di ottenere il quorum. Preferisce quindi usare la tattica vigliacca di stare in silenzio, di depistare gli elettori fornendo persino date false attraverso le televisioni di Stato come il Tg1 e il Tg2. Sanno che l'opinione pubblica ha già deciso, che i SI saranno maggioranza con o senza quorum e allora puntano tutto sulla diserzione alle urne. L'Italia è una dittatura con due soli spiragli di democrazia. Due lumini sempre più fiochi di partecipazione: la proposta di legge popolare e il referendum. La prima è solo fumo negli occhi, puoi raccogliere 350.000 firme per una nuova legge elettorale, come per Parlamento Pulito, e Schifani può usarle per pulirsi il culo senza che nessuno possa obiettare, in questi giorni ricorre il secondo anniversario della mia audizione alla commissione affari costituzionali per presentare la legge... Il referendum, quando supera le barriere della disinformazione durante la raccolta di firme e il giudizio della Corte Costituzionale e viene finalmente messo in calendario, diventa allora una pistola caricata contro la partitocrazia che inizia subito l'osceno balletto per depotenziarlo. Il primo passo è evitare qualunque accorpamento con elezioni amministrative, politiche o europee. Il secondo passo è scegliere una data estiva per il voto. Il terzo è evitare di parlarne o invitare la gente a stare a casa o ad andare al mare, come hanno fatto Formigoni e a suo tempo Craxi. E' ormai evidente che democrazia e partitocrazia sono inconciliabili. Quando esiste la prima non può esistere la seconda e viceversa. La democrazia è per i partiti italiani l'equivalente della luce per i vampiri, non possono tollerarla. Per questo il MoVimento 5 Stelle cercherà di introdurre il referendum sia abrogativo e che propositivo senza quorum (chi non vota conta zero), come riportato nel suo Programma. Il 12 e il 13 giugno votate e portate a votare amici e parenti ai referendum. QUATTRO SI contro il nucleare, per l'acqua pubblica e perché chiunque sia uguale di fronte alla legge. L'anfiteatro di Siracusa per i referendum 4 SÌ al Referendum per un orgasmo democratico Il cammello nella cruna del CO2 Minipost 09.06.2011 Politica 09.06.2011 Ecologia 09.06.2011 Dobbiamo andare lì e mettere quattro "sì" meravigliosi. Metti: sì..., sì..., sì..., SIIII !! È un orgasmo democratico. Il 12 e il 13 giugno votate e portate a votare amici e parenti ai referendum. QUATTRO SI contro il nucleare, per l'acqua pubblica e perché chiunque sia uguale di fronte alla legge. Se un cammello produce 45 kg di metano all’anno, l’equivalente di una tonnellata di biossido di carbonio, quanti cammelli servono per ottenere le emissioni di un'automobile che percorre 20.000 km all'anno? La risposta esatta è 4! Infatti un'automobile produce in media 4 tonnellate di biossido di carbonio all'anno. Pochi minuti prima dell'inizio dello spettacolo "Andromaca", un signore mostra pacificamente la bandiera "2 SI PER L'ACQUA BENE COMUNE". Il pubblico immediatamente inizia ad applaudire entusiasta ma qualcuno tenta subito di remare contro: degli "sbirri" multano il signore che aveva pacificamente esposto la bandiera. Il pubblico non gradisce e fischia gli "sbirri", intonando cori pro referendum: "VOTA SI!" kmodicas da Youtube Se un Paese elimina 4 cammelli può permettersi una nuova automobile oppure guadagnare 4 crediti da una tonnellata (i cosiddetti "carbon credit") per inquinare o da vendere sul mercato mondiale delle emissioni. Uccidere cammelli serve per rispettare i protocolli di Kyoto. Sono un ecopass naturale con le gobbe. La società australiana Northwest Carbon ha lanciato un progetto di sterminio dei cammelli per ottenere "carbon credit" per le industrie locali che potranno inquinare di più. Il progetto è all'esame del parlamento australiano e prevede l'uccisione dei cammelli da elicotteri o da macchine attrezzate per il deserto. La loro carne sarà utilizzata come cibo per cani. Il direttore della Northwest valuta la morte di un cammello in termini economici "un beneficio per la riduzione di emissioni". Il cammello non è consapevole di inquinare e produce escrementi senza curarsi del futuro del pianeta, ma non è l’unico a produrre enormi quantità di gas. La mucca lo segue a ruota con 35 kg di metano annui pari a 0,8 tonnellate di anidride carbonica. L’eliminazione di gran parte delle mucche del mondo darebbe una spinta formidabile alla produzione mondiale e allo sviluppo del PIL. Il problema però si riproporrebbe nel tempo. Lo sviluppo industriale infatti non conosce limiti. I Paesi più sovrappopolati saranno allora i più fortunati. Potranno permettersi una crescita a due e magari a tre cifre. "Ogni giorno il corpo umano produce 12-15 M di CO2 (288-360 litri) a riposo e fino a 50 M in intensa attività fisica" fonte Wikipedia. Chi disporrà di qualche decina o centinaia di milioni di persone da abbattere dagli elicotteri o tramite bombardamenti mirati potrà incrementare il suo PIL a dismisura. Fonti: Jeremy Woods, Imperial College Londra; The Financial Times 9 Il popolo è sovrano Politica 10.06.2011 Intervento integrale di Beppe Grillo all'ultima puntata di Annozero del 9 giugno 2011: La RAI è finita Intervistatrice - Bilancio di fine anno accademico, com’è andato quest’anno? Beppe Grillo- Innanzitutto ringrazio dell’ultima ospitalità che mi fate, vorrei fare un’intervista all’insegna della pacatezza, non gridare perché sono contro questa politica urlata, basta, bisogna finirla. Innanzitutto vorrei ringraziare tutti dell’ascolto in questo momento che ha questa trasmissione,quindi se se ne va Santoro pazienza, se ne andrà anche la Gabanelli e se ne andrà anche la RAI perché è un motivo in più per non pagare il canone, lo faccio già da qualche tempo, siamo con un sito nel blog “Come non pagare il canone” è molto semplice, con vie legali, mandi 5,65 Euro con una raccomandata con ricevuta di ritorno, il numero del libretto, siamo quasi 300 mila, quando la RAI diventerà RAI come una volta, senza pubblicità e senza partiti dentro, noi riprenderemo a finanziarla molto volentieri. Intervistatrice - Questo è un invito a non pagare il canone. Beppe GrilloAssolutamente, io non lo pago, quindi 5,65 Euro raccomandata con ricevuta di ritorno, richiedi che ti vengano piombati i canali RAI e loro manderanno qualcuno a piombarti i canali RAI per 5,65 Euro. Intervistatrice - Però se lei non lo paga il canone già è insoddisfatto della televisione. Beppe Grillo- Sono assolutamente insoddisfatto, non è più un servizio pubblico da anni, è una televisione privata, piena di politici, di giornalisti, di zecche di Stato che vanno lì a dire qualsiasi menzogna, perché oggi la televisione di Stato purtroppo è il ricettacolo delle menzogne come questo referendum che cercano di farlo slittare in tutte le maniere, questa è veramente una vergogna per una nazione civile che poi un politico, un uomo di Stato vada e dica di non andare a votare, dovrebbe essere perseguibile penalmente, perché puoi dire di andare a votare sì o no, parlo di un referendum, puoi dire di votare sì o no, ma di non andare a votare è un reato che si fa e adesso con i legali ci stiamo accordando a vedere se Formigoni, questa gentaglia che dice di non andare a votare, Bossi, sono perseguibili penalmente perché… Intervistatrice - Il fatto che un Ministro dell’ambiente decida di non andare a votare, che segnale è? Beppe Grillo- Questo è un reato, secondo me è un grande reato perché hanno una paura fottuta, innanzitutto devo dire una cosa: il nucleare non lo faranno mai anche se non raggiungessimo il quorum. Il nucleare in Italia è infattibile, non è fattibile primo perché succederebbe una guerra civile, secondo non ci sono i soldi, quindi sono più tranquillo sul nucleare perché… ma sull’acqua pubblica no, l’acqua è un business da miliardi di miliardi di Euro e è questo quello che non vogliono questi partiti perché sono dentro a tutte le multiutility, sono dentro le Spa dell’acqua e qui voglio dare un ringraziamento ai comitati, perché i comitati dell’acqua senza personaggi, senza uomini illustri, senza uomini di grido hanno raggiunto 1.400.000 firme, so cosa vuole dire di cittadini, si sono mossi i cittadini, hanno fatto una legge popolare di 400 mila firme, un referendum di 1.400.000 firme senza televisioni, senza grandi sponsorizzazioni, sono i cittadini che si sono mossi, vi devo dire che avete tutta la mia ammirazione, avete tutti il mio aiuto se lo volete richiedere sono disponibile per qualsiasi cosa. Detto questo è una fregatura incredibile questa dell’acqua, adesso voglio darvi dei dati precisi perché il fatto di disaccorpare il Fukushima dentro che non si aspettava nessuno, se non ci fosse stato l’incidente in Giappone sul nucleare non avremmo raggiunto il quorum perché non ci sarebbe stata questa spinta del nucleare per Fukushima quindi erano tutti d’accordo. Tutti insieme appassionatamente hanno fatto una riunione e hanno votato se accorpare il referendum alle elezioni o no e per un voto non è stata accorpata, è stata messa il 12/13 giugno. Voglio fare i nomi e i cognomi di chi non è andato a votare, perché per un voto noi potevamo seppellire il nucleare, seppellire l’acqua pubblica, il legittimo impedimento, l’avremmo già sepolto con le elezioni perché c’era il traino, l’avremmo già sepolto, se non l’abbiamo sepolto i responsabili devono pagare, metterci la faccia, nomi e cognomi e voglio i danni perché questo disaccorpamento è costato a noi cittadini 320 milioni, voglio i danni, vi dico i nomi di chi non è andato a votare. Voglio ricordarli in ordine alfabetico così non facciamo delle preferenze: Beltrandi, Capano, Cimadoro, Cirielli, D’Antona, Farina, Fassino, Fedi, Gozi, Madia, Mastromauro, Porcino e Samperi, ricordo che sono 13 persone 10 del PD, due dell’Italia dei Valori che uno si è alzato un attimo prima della votazione, spero che Di Pietro se mi sente li mandi via con ignominia e li denunci per danni, ognuno di loro deve risarcire 1/13 dei 320 milioni che costa questo disaccorpamento, 1/13 sono 24.615.000 che devono tirare fuori questi signori che ho nominato, se non ce l’hanno personalmente, i loro partiti preleveranno dai loro rimborsi elettorali che sono furto delle tasse degli italiani perché c’è stato un referendum per non avere i finanziamenti dei partiti e loro li hanno cambiati in rimborsi elettorali, prenderanno dai loro rimborsi elettorali e risarciranno il popolo italiano di 320 milioni di lire. Questo Fassino non è mai dove serve, Fassino era deputato e mentre era deputato non ha dato le dimissioni e si è fatto la campagna elettorale per diventare Sindaco di Torino, l’ha fatta essendo ancora deputato, con soldi pubblici e lui non c’era a votare e fa adesso il Sindaco. Fukushima li ha distrutti, li ha distrutti queste centrali di quarta generazione di cui parlavano il PD Bersanetor, c’è un discorso meraviglioso sulla quarta generazione, bisogna stare insieme, il 10 progresso, la quarta generazione si è annichilita, completamente annichilita non c’è mai stata, non c’è quarta generazione, quello finlandese è bloccato lì che non si sa se la finiranno, costa già 7 miliardi di Euro, ma dove vogliono andare? Tutti i loro sponsor si sono azzerati come mosche con l’insetticida, parliamo della destra, della Prestigiacomo, di Scaiola, parliamo di questi vettori del nulla, questi, non so come chiamarli, parlo di Veronesi e di Chicco Testa che sono dei piazzisti di imprese funebri, sono stati spazzati via da Fukushima, tieni presente che non se l’aspettavano, poi c’è stato questo bieco tentativo del cadavere Berlusconi, di cambiare il referendum all’ultimo momento e la consulta meno male, ringraziamo, ci ha dato torto finalmente, il cadavere dovrà rientrare nella bara! La metastasi delle società private dell'acqua Intervistatrice - Questi sono i tentativi del centro-destra… Beppe GrilloCentro-destra e centro-sinistra! Guarda che qui i partiti non sono tutti uguali, né destra né sinistra perché per l’acqua se andiamo a vedere c’entra molto più il centro-sinistra che il centro-destra, parliamo del PD.Intervistatrice - Renzi ha detto che voterà 3 sì e un no, ma proprio sull’acqua. Beppe Grillo- L’ebetino di Firenze deve ricordarsi che il garantire il 7 % ai finanziamenti di chi investe sull’acqua è pazzesco! Già nella sua città voglio che la gente sappia queste cose, già nella Toscana perché parliamo di Toscana, di Emilia Romagna, di Puglia, Campania dove c’è il PD da 20 anni che gestisce acqua, rifiuti, energia con le loro multiutility, vediamo chi sono le multiutility perché bisogna anche capire chi sono! Noi abbiamo due grandi multinazionali che sono Veolia quella citata da Bersani quando ha detto questo famoso discorso a Carpi che abbiamo messo in rete, bellissimo, quando ha detto che “l’acqua è di Dio, poi passa e ritorna a Dio, nessuno la vuole privatizzare, se poi in mezzo ci mettiamo per la gestione integrata la Veolia” quindi acqua di Dio in mezzo la Veolia e ritorna a Dio, con la Veolia tramite questi… sono fantasmi questa gente! Ti dico chi sono questi: Veolia e Suez sono due multinazionali, la Veolia è stata mandata via a calci nel culo dal Comune di Parigi che in 5 mesi, adesso è pubblica l’acqua di Parigi, ha ridotto le tariffe del 40%, risparmiando 80 milioni di Euro, sta andando via da Atlanta, sta andando via da Monaco, la stanno mandando via da Berlino e noi vorremmo dargli i servizi integrati per la gestione? Perché loro lo sanno fare. Vi dico chi sono queste società: partiamo dalla Suez, la Suez in Italia possiede Ondeo che ha partecipazioni in Acea, Intesa Aretina, Publiacqua, Acque Spa, Acque blu fiorentine, Acque blu Arno Basso, Acque Toscane, Acquedotto del Fiora, Acque e Ombrone, tutte Spa. La Veolia è presente direttamente nelle compagnie generali delle Acque Spa, la società dell’acqua potabile di Sestri Levante, la società italiana esercizi acquedotti di Torino e la partecipata Acqua Latina e la Geal. I casi più clamorosi che stanno succedendo adesso e di società pubbliche ora in borsa, diventate a tutti gli effetti Spa, sono Hera che prende Emilia fino a Modena, fino al mare e poi sono Acea e Iren Spa. Intervistatrice Lei sta accusando la sinistra di avere le mani in pasta Beppe Grillo- Accusando? Sto portando le prove, oggi il Comune di Bologna, il Comune di Modena e il Comune di Ravenna stanno dibattendo un Consiglio per aumentare le tariffe del 10% perché gli utenti di Bologna, Modena e Ravenna hanno consumato meno acqua! Per rispondere alla prima domanda che mi hai fatto sull’ebetino di Firenze, nel 2005 le famiglie di Firenze, Prato, Pistoia, Empoli, Mugello, Val di Seve consumano non 92 milioni di metri cubi d’acqua come era predestinato, ma ne consumano meno 84 milioni, perché? Perché hanno fatto una campagna di risparmio, perché c’è la crisi, perché l’acqua costa… hanno risparmiato i cittadini, è un bel gesto risparmiare l’acqua, è preziosa! Cosa fa l’Ato? L’Ambiente territorio ottimale, l’Ato dice: riconosce a Publiacqua , quella che gestisce l’acqua di queste città che ti ho detto, un conguaglio per i mancati introiti, chi paga? I cittadini pagano, visto che questi 33 milioni di risparmio di acqua sono mancato introito per il gestore, verranno spalmati sulle bollette dell’acqua, tu risparmi e il risparmio ti viene addebitato sulla tua bolletta dell’acqua, ma tu pensa questa gente se non sono disonesti! E’ pazzesco! I cittadini nelle società di gestione dei beni pubblici Intervistatrice - Renzi parla della sua onestà e dice: Grillo non è affidabile, non è coerente.. Beppe Grillo- Io non sono un Sindaco, sono un comico, non sono affidabile! Non sono affidabile per niente, sono il più disonesto del mondo, va bene? Non dovete votare me, non sono candidato, mi guadagno i soldi con il mio lavoro, pago le tasse, con queste tasse paghiamo gli stipendi di questi ebetini di Firenze, paghiamo le tasse con tutti, sono un privato cittadino che si è messo in gioco per dire delle cose ma me le dovete far dire! Perché la Costituzione prevede, vi leggo l’articolo, l’Art. 43 dice: “ai fini di utilità generale, la legge può riservare originariamente o trasferire mediante espropriazione salvo indennizzo allo Stato e a enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti, determinate imprese o categorie di imprese che si riferiscono a servizi pubblici essenziali o a fonte di energia o a situazione di monopolio che abbiano carattere preminente di interesse generale”, vuole dire che la Costituzione afferma che beni di rilevanza pubblica, come l’acqua, possono essere dati e gestiti dai cittadini. Quello che vogliamo fare noi è questo: che è di un consorzio pubblico con cittadini che si candidano per la presidenza o per il Consiglio di Amministrazione con un curriculum, votati in rete dai cittadini, bilanci trasparenti messi in rete, controllati, vidimati e descritti attraverso la rete e determinati dai cittadini, è semplicissima la politica, solo che i cittadini sono tagliati fuori da qualsiasi decisione, anche la nostra Costituzione che prevede delle cose così, non ha previsto che possiamo solo come cittadini fare dei referendum abrogativi, togliere le cazzate di quella gente, possiamo solo togliere le cazzate di questa gente, allora dobbiamo inserire nella Costituzione che si possono fare i referendum propositivi senza quorum e poi per esempio le leggi popolari, continuiamo a fare leggi popolari, ne ho fatta una anche io di 350 mila firme, ma la Costituzione non ha l’obbligo della discussione in Parlamento, deve diventare obbligatoria la discussione? Sono 4 anni chiedevamo: via i condannati dal Parlamento, due legislature, il voto di preferenza, la legge elettorale, ci hanno accusato dell’anti politica, la sinistra ci aveva detto che noi siamo ostili, ostili perché vogliamo togliere i condannati dal Parlamento per avere l’acqua pubblica, per avere queste cose, siamo ostilissimi, ma mi devo calmare. Queste 350 mila firme sono nella cantina del Senato, allora calmo ti dico e ti do del tu perché non ho nessuna stima di te caro Schifani, caro Schifani cosa cazzo vuoi fare di queste 350 mila firme, vuoi che ce le veniamo a prendere? Vuoi che i 350 mila cittadini non facciano niente ma ti diano lo stipendio? Noi non vogliamo potere come Movimento Cinque Stelle che sono cittadini, noi non vogliamo cambiare il potere, vogliamo cambiare la civiltà, i cittadini che si occupano della cosa pubblica attraverso altri cittadini e controllati dai cittadini, è una democrazia dal basso che non c’è mai stata. Voglio chiudere questa discussione perché non si può pensare di andare avanti con questi trucchetti mistificatori che fanno queste persone, vanno in televisione a dire di non andare a votare sul referendum, il referendum va votato, va votato assolutamente, va votato per dare un colpo definitivo e è un colpo di democrazia, questa è una cosa che dobbiamo gestire noi cittadini, andare lì e mettere 4 sì meravigliosi, sì… proprio metti sì, sì, sì, è un orgasmo democratico. Per la prima volta possiamo farlo tutti insieme, quindi vi abbraccio, abbraccio Santoro, vattene da quella struttura, vai via da quella struttura e fai una trasmissione senza politici, senza questa gentaglia, li stai traghettando, sono morti, non sanno più cosa dire, adesso appendono il cappello alla trasformazione, non devono apprendere il cappello a niente, la trasformazione sta arrivando dal Maghreb, dalla Spagna in Inghilterra a Brighton, sta passando per altre zone, è arrivata anche qua, è una trasformazione mondiale di un vento per far sparire partiti, partitocrazia, questa gente, questi trombati dei partiti che li ritrovi nei consigli di amministrazione di qualsiasi multiutility, basta gestire inceneritore come gestire l’acqua, basta! Basta, fanno gli inceneritori e poi vogliono garantiti 500 tonnellate di rifiuti al giorno, i cittadini fanno la differenziata che ci sono meno rifiuti vanno in penale e i cittadini pagano la penale perché fanno la differenziata, è questa la struttura, fanno queste cose, vuoi fare un’autostrada la fai, mi garantisci 30 anni di pedaggio, se non hai 30 anni di pedaggio i cittadini pagano le penali, basta! I cittadini non pagano più penali a nessuno, i cittadini vanno dentro le istituzioni e le gestiscono, molto, molto meglio di questi chiodi che avete lì, di queste zecche di Stato! Fuori dalle palle, destra, sinistra fuori! I partiti sono una roba messa lì tra noi e il bene comune, facendoli fuori gestiamo noi il nostro bene comune, altrimenti non c’è futuro in questa Italia! Le società di rating hanno detto che se passa il referendum sull’acqua, che diventa pubblica, abbassano il rating sull’acqua di quelli che investono. Abbassano gli investimenti, il rating, le banche non daranno più investimenti da investire sull’acqua delle multinazionali e allora Hera, Publiacqua, queste Spa dopo il referendum quanto potranno valere queste società? Ve lo dico io, zero, ecco 11 perché sono tutti… adesso devono fare dei carpiati con triplo avvitamento questa sinistra, carpiati… perché la destra vedi mi fa meno incazzare perché sono cadaveri, è gentaglia, sai che sono dei disonesti, sono messi lì, sai che è un disonesto, ma i finti amici, quelli che fanno finta di fare le osservazioni e poi sono d’accordo e fanno slittare il referendum dalle elezioni, lo fanno slittare e lo fanno mettere in 12/13 giugno, porca puttana mi fanno più incazzare quelli, ma mi devo calmare. Santoro vai via oppure fatti un account sulla rete, fai pagare, ti garantisco che ti paghiamo e ti paghiamo mensile, 3, 5 Euro a testa per milioni di persone, fai i soldi che vuoi! Lascia perdere sponsor , lascia perdere gente, ascolti, fai una bella trasmissione fatta di persone normali e manda a ‘fanculo tutta quella gente, scusate ho detto una parolaccia ma sempre con toni molto messi e dismessi, quindi vi abbraccio e Padre Mariano è un dilettante in confronto mio oggi. Gli inciuci dei partiti Intervistatrice - Quindi lei è convinto che questo referendum ha un peso politico, no? Avrà un peso politico? Allora perché Di Pietro proprio adesso dice: bisogna, depotenziare il significato politico… Beppe Grillo- Questa è la più grande mossa di democrazia, Di Pietro ha fatto un referendum sull’acqua che poi gli ha cassato la Cassazione perché voleva mantenere il 7% degli investimenti, lui era dall’altra parte, poi si è rinsavito, quando due dei suoi saranno mandati via a calci nel culo e pagheranno ognuno la quota di danno che hanno fatto per avere scorporato il referendum dalle elezioni potrò essere convinto di quello che dice. Intervistatrice - Quindi ha un carico politico o no questo referendum? Beppe Grillo- Tutto, ma scusa l’acqua non ha un carico politico? Cos’è la politica? La gestione dell’energia? Voglio che l’energia si faccia un piano e si dica: entro il 2030 usciamo da tutti i fossili del mondo e andiamo con l’energia rinnovabile almeno per l’elettricità 2030, 2050, 2080 tutta l’energia fatta con le energie rinnovabili, dobbiamo mettersi lì e dire: cos’è la crescita, la crescita non può continuare, la crescita ha più effetti negativi che positivi, dobbiamo capire cos’è la tecnologia, la tecnologia è un airbus o un dirigibile? Perché secondo me la tecnologia nuova è il dirigibile, non è l’airbus , non è fare treni da 600 all’ora, fare treni da 200 all’ora, fare macchine da 130 all’ora, ma non farne neanche più di macchine, ma se si fanno da 130 all’ora, non da 200, allora bisogna mettersi lì e dire: cosa vogliamo, cosa vogliamo per i nostri figli, questa gente non ha una dimensione di futuro, ce l’ha di 5 minuti, non sanno di cosa parlano, sono soldi, loro parlano di soldi, quando parli di politica con questi parli di soldi, di investimenti, di investimenti garantiti da una legge, il 7%, ma quale imprenditore ci ha garantito il 7% di introito? L’acqua non è una merce che puoi dare in gestione o mettere, investire o non investire, arrivano tutte le multinazionali del mondo, l’energia, la dobbiamo prendere noi cittadini, l’energia cittadini, l’acqua i cittadini, scuola i cittadini, la sanità i cittadini, che si prendono il resto, che si vadano a prendere tutto il resto, stanno spolpando tutto, De Benedetti si prende l’energia con le sue centrali a carbone e poi prende i finanziamenti per le rinnovabili, Benetton si prende i soldi per le autostrade, il cadavere Berlusconi si prende l’etere e Bersani si prendono l’acqua, ma basta, fuori dai coglioni! Fuori! Andate fuori! Intervistatrice Venerdì ci sarà la conclusione della campagna referendaria in piazza, ci sarà il PD, ci sarà l’Italia dei Valori … Beppe Grillo- Voglio vedere le facce come il culo! Di questi di sinistra che parlano e poi hanno l’acquedotto pugliese, quello più grande… come fanno a parlare? Bersani come fa a parlare? Bersani è andato a fare un discorso dell’acqua di Dio a Carpi che l’acqua deve tornare a Dio ma deve essere gestita da una multinazionale, gestita da un’azienda privata perché noi non sappiamo gestire, tu non sai gestire! Bersani era quello che mandava le lettere ai medici dell’Emilia Romagna che gli chiedevano una moratoria per l’inceneritore perché fa dei danni alla salute, fa morire di tumori e lui ha minacciato dicendo a Mastella di intervenire, perché i medici non si devono permettere di intervenire quando è una questione di industria, non di salute, questo è il Signor Bersanetor quello della biomassa, adesso cambiano gli inceneritori in biomassa e la biomassa come quello di Ravenna, ma stai scherzando? Hanno il bioporto lì ma la biomassa da dove arriva, perché la gente pensa la biomassa brucia un po’ di foglie, pulisco i boschi e faccio un po’ di energia che sarebbe anche intelligente farla, cazzo ma dov’è? Ma guarda Scotti? Scotti bruciava camion, ha fatto venire tumori a mezza Pavia e faceva il riso cazzo, perché sono sovvenzionati, perché prendeva 30 milioni all’anno per fare energia con il suo cazzo di biomassa che doveva invece bruciare i suoi rifiuti, fanno così! A Ravenna fanno arrivare il proponente della biomassa che è l’olio di palma dall’Indonesia e dalla Malesia, perché hanno le sovvenzioni, basta! Sovvenzioni non ve ne diamo più! Basta, libero mercato significa far dire alle cose le cose vere, sono palle, sono prezzi nascosti, il nucleare ha un prezzo nascosto, se risparmi l’acqua ti aumentano la bolletta!Non ci starò mai e farò della battaglia fino alla morte, mi dovete sopprimere, arrestare, fate quello che volete ma basta, voi dovete andare via e se non andate via spontaneamente con pace, con parsimonia e con letizia e mestizia vi manderemo via noi! Politica senza soldi Intervistatrice - Ma qual è la fase costruttiva? Beppe Grillo- La fase costruttiva è dare in mano la gestione della politica e del bene comune ai cittadini, non ai partiti politici, è questo il grande cambiamento, di questi non ne voglio parlare, me li tirate sempre fuori perché non avete neanche organicamente le parole per discutere di una politica nuova. Intervistatrice - Ci spiega però il successo di Pisapia e De Magistris a Milano e a Napoli? Beppe Grillo- E’ l’insuccesso dell’altra parte, è sempre il meno peggio! Non discuto della persona, non la conosco neanche, so che è l’Avvocato di De Benedetti, quindi di cosa parliamo? So che ha gli architetti di Ligresti che metterà dentro, so che vorrà ristrutturare un po’ l’Expo, ma non ha detto no all’Expo che è una puttanata gigantesca l’Expo, un’idea dell’800 infatti ci eravamo noi e la Turchia che abbiamo combattuto per avere l’Expo, noi e la Turchia e basta non si è presentato nessuno! Perché con i mezzi tecnologici oggi puoi far apparire in tre dimensioni un oggetto dall’altra parte del mondo senza muoverti, non che fai delle strutture in cemento per esporre un seme, ma siamo deficienti! Sono solo speculazioni, cemento speculazioni e soldi, è questa la politica, soldi! Noi abbiamo dimostrato che la politica la possiamo fare senza soldi, senza! 4000 Euro abbiamo messo 10 consiglieri di rione a Milano e un consigliere dentro il comune con 4/5 mila Euro, perché sono ragazzi che si autosovvenzionano, abbiamo rinunciato ai rimborsi, vogliamo che i cittadini entrino dentro, io sono un mistificatore, ricordatevelo, non fidatevi di me, sono un delinquente, quello che stanno dicendo tutti su di me, stanno dicendo 5 anni di cose, non sono in gioco io, anche se credete queste cose che io sia un delinquente, benissimo, non sono io che mi presento al voto, non sono io che prendo gli stipendi con le vostre tasse, io non prendo niente, guadagno del mio lavoro, se sono un delinquente non comprare i libri, i Dvd, non venite sul blog che è gratuito, il Movimento è gratuito, mi sono messo a disposizione primo per i miei figli e poi per dare una mano per buttare via questa gente e passare da una democrazia di partiti a una democrazia dei cittadini, quindi o cittadini o sudditi, qui è quello che dobbiamo votare o cittadini o sudditi! Vi voglio bene lo sapete, che poi in fondo vi voglio bene, poi lo sapete che in fondo non sono un delinquente, voi lo sentite io lo so che lo sentite, quindi 4 sì, sì, sì, sì, sì, un orgasmino democratico è una sensazione fantastica! 12 Aldrovandi, confermate le condanne in Appello Minipost 10.06.2011 La Corte di Appello di Bologna ha confermato le condanne in primo grado a 3 anni e 6 mesi dei quattro poliziotti accusati della morte di Federico Aldrovandi. Per Enzo Pontani, Monica Segatto, Luca Pollastri e Paolo Forlani dovrebbe ora scattare automaticamente l'allontanamento dal servizio. Credete che succederà? Dove sono ora? Cosa stanno facendo queste persone? Sono di pattuglia? In un ufficio? Il Capo della Polizia Antonio Manganelli ha il dovere di intervenire. Formigoni contro i referendum Sarkozy e la danza della pioggia nucleare Minipost 11.06.2011 Energia 11.06.2011 "Formigoni alla mostra del fotografo Bob Krieger a Milano: tra le opere un ritratto del presidente (abusivo, ndr) della Lombardia" Formigoni ha detto ieri a RAI3: ''Beppe Grillo è ridicolo e ignorante come sempre, perché non conosce la Costituzione. Quest'uomo che vorrebbe disinfettare la politica italiana e non la conosce e merita solo scherno e disprezzo''. E' la stessa persona che sui referendum ha dichiarato "il modo per bocciarli è dire alla gente che non stia a disturbarsi". "Il pubblico ufficiale, l'incaricato di un pubblico servizio, l'esercente di un servizio di pubblica necessità, il ministro di qualsiasi culto, chiunque investito di un pubblico potere o funzione civile o militare, abusando delle proprie attribuzioni e nell'esercizio di esse, si adopera a costringere gli elettori (...) o ad indurli all'astensione, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni (...)". LEGGE ELETTORALE - ART. 98 [ T.U. DELLE LEGGI ELETTORALI; TITOLO VII ] L'istigazione a non votare è un reato. Vota 4 SI ai referendum! In Francia non piove. E' la peggiore siccità degli ultimi trent'anni. I mesi di marzo e di maggio sono stati i più caldi dell'ultimo secolo. L'acqua è razionata in 60 dipartimenti francesi. Il fenomeno non riguarda solo la Francia, ma la maggior parte dell'Europa del centro nord. Il livello del Danubio è il più basso registrato a memoria d'uomo e il fiume in alcuni tratti non è navigabile. In Francia, che ha circa mezzo milione di fattorie sul suo territorio, comincia a scarseggiare il fieno per il bestiame e sono a rischio le coltivazioni di grano, il cui prezzo è aumentato di colpo nelle borse mondiali. L'energia va a acqua e i fiumi sono in secca. I 58 reattori nucleari francesi sono raffreddati dall'acqua, 44 sono costruiti per questo nelle vicinanze dei fiumi, gli altri 14 di fronte al mare. Il ministro dell'industria francese, Besson, ha rassicurato la popolazione "Per il momento non ci sono rischi". Quindi, se non piove nei prossimi mesi, il rischio c'è! Quali sono le conseguenze di una centrale in ebollizione? E' paradossale che Fukushima sia stata causata da uno tsunami, da un eccesso di acqua, e un disastro in Francia possa derivare dalla mancanza d'acqua. Sempre l'acqua. Per la carenza di piogge l'energia generata dalle centrali idroelettriche francesi è diminuita del 30%. Quest'estate i nostri cugini d'oltralpe potrebbero trovarsi di fronte a un black out nucleare e alla necessità di importare energia dagli altri Paesi europei. La Francia importa dal 2004 energia dalla Germania che ha deciso di chiudere i suoi reattori dopo la catastrofe giapponese e nel prossimo futuro non potrà esportare energia. Come riportato dal sito "Observatoire du nucléaire", il parco nucleare francese è un colosso dai piedi di argilla. In Italia la potenza installata è di "circa 105 GW, contro un picco massimo di richiesta ad oggi di 56 GW. I 15-20 GW di potenza installata di fonti rinnovabili vengono usati di rado, e diverse centrali a gas operano a metà regime". Esportare energia italiana in Francia non ha prezzo. Per tutto il resto c'è Sarkozy. Vota 4 SI ai referendum! 13