COMUNE DI FINALE EMILIA
PROVINCIA DI MODENA
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
COPIA
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI "LO NR. Progr.
110
SCARIOLANTE" E "IL POPOLO DELLE LIBERTA' " AD OGGETTO:
'ISTITUZIONE DI UN TAVOLO TECNICO PER LO STUDIO DI FATTIBILITA'
Data
06/11/2012
DI UN NUOVO OSPEDALE NELLA ZONA NORD DI MODENA E PER LA
VALORIZZAZIONE DI QUELLO DI FINALE EMILIA'.
Seduta NR.
14
Adunanza ORDINARIA Seduta PUBBLICA di PRIMA convocazione in data 06/11/2012 alle ore 20:42.
Il PRESIDENTE ha convocato il CONSIGLIO COMUNALE tensostruttura COC, oggi 06/11/2012 alle ore 20.42 in
adunanza ORDINARIA di PRIMA Convocazione.
Fatto l'appello nominale risultano:
Cognome e Nome
Pre.
Cognome e Nome
Pre.
Cognome e Nome
Pre.
FERIOLI FERNANDO
N
BALDINI CLAUDIO
S
GARUTTI MIRCO
S
RATTI ANDREA
S
LODI LAURA
N
BIAGI LORENZO
S
POLLASTRI GIULIO-MARIA
S
GOLINELLI GIOVANNI
S
BOETTI MAURIZIO
N
BENATI VALERIA
S
GULINELLI MICHELE
S
POLETTI CLAUDIO
N
POLETTI MAURIZIO
S
SCACCHETTI MICHELE
S
BORGATTI GIANLUCA
S
MANTOVANI LETIZIA
N
PALAZZI SANDRO
S
Totale Presenti 12
Totali Assenti 5
Sono presenti gli Assessori: MONARI DANIELE, STIPA STEFANO
Partecipa alla seduta il VICESEGRETARIO COMUNALE MONICA MANTOVANI.
In qualità di PRESIDENTE, il Sig. MICHELE SCACCHETTI constatata la legalità della adunanza, invita il Consiglio
a deliberare sull'oggetto sopraindicato.
Fungono da scrutatori i seguenti Consiglieri: , , .
Pagina 1
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 110 DEL 06/11/2012 ad oggetto: ORDINE DEL
GIORNO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI "LO SCARIOLANTE" E "IL POPOLO
DELLE LIBERTA' " AD OGGETTO: 'ISTITUZIONE DI UN TAVOLO TECNICO PER LO
STUDIO DI FATTIBILITA' DI UN NUOVO OSPEDALE NELLA ZONA NORD DI MODENA
E PER LA VALORIZZAZIONE DI QUELLO DI FINALE EMILIA'.
OGGETTO:
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI "LO SCARIOLANTE" E
"IL POPOLO DELLE LIBERTA' " AD OGGETTO: 'ISTITUZIONE DI UN TAVOLO
TECNICO PER LO STUDIO DI FATTIBILITA' DI UN NUOVO OSPEDALE NELLA ZONA
NORD DI MODENA E PER LA VALORIZZAZIONE DI QUELLO DI FINALE EMILIA'.
Durante la discussione entrano l’Assessore Sig.ra Lisa Poletti nonché i Consiglieri Sigg.ri
Letizia Mantovani e Maurizio Boetti (Consiglieri presenti n.14).
IL CONSIGLIO COMUNALE
Udito il Presidente del Consiglio Sig. Michele Scacchetti il quale propone ai Consiglieri di
procedere ad un’unica discussione dei tre oggetti afferenti ai servizi ospedalieri dell’Area
Nord e, in particolare, di Finale Emilia.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Io volevo un chiarimento sulla procedura di questa discussione, perché il PD ha
presentato prima un ordine del giorno e c’è stata un’ulteriore presentazione pochi giorni fa,
cos’è, l’ultimo annulla il primo? No, per essere chiari, perché mi pare che sia stato
solamente aggiunto l’ordine ultimo, ma non è stato tolto quello presentato prima.
Quindi per chiarezza volevo una conferma”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Lei sa che in Consiglio Comunale è possibile per i presentatori ritirare l’ordine del
giorno che è hanno presentato.
Io non so se questa sia la volontà del PD, comunque la esprimeranno fra poco,
immagino.
Quindi, dicevo, se siete d’accordo questi ordini del giorno li trattiamo tutti insieme,
partendo ovviamente dall’ordine del giorno presentato dai gruppi consiliari Lo Scariolante
e il Popolo delle Libertà.
Quindi, dicevo, chi vuole illustrare l’oggetto n. 3 ha facoltà di farlo.
Prego, Consigliere Poletti”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Io, intanto, un’ulteriore preambolo, quali sono i tempi di discussione? Perché io
dovrei presentare l’ordine del giorno che è il risultato di una presentazione effettuata in altri
Comuni, come Mirandola e Carpi, e poi anche commentare quello che è praticamente
l’ordine del giorno, l’ultima versione presentata, per cui i tempi si dilatano giocoforza”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Glielo dico subito. I tempi previsti dal nostro Regolamento per gli ordini del giorno,
che sono equiparati alle mozioni, sono di cinque minuti.
Se c’è accordo fra i Consiglieri, i tempi possono essere allungati, considerato
l’importanza dell’oggetto io credo che possono anche essere raddoppiati, insomma, si
possa anche arrivare a una decina di minuti, però i tempi previsti dal nostro
Regolamento…”.
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GIORNO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI "LO SCARIOLANTE" E "IL POPOLO
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STUDIO DI FATTIBILITA' DI UN NUOVO OSPEDALE NELLA ZONA NORD DI MODENA
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CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Però ci sono, scusi, due ordini del giorno che vengono discussi simultaneamente,
poi potrebbero essere dieci…”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Certo, ovviamente. Aspetti, gli ordini del giorno sono tre, quindi dieci, più dieci, più
dieci, diventa mezzora”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Di possibile trattazione?”
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Sì. Però, dopo, è finita lì”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“C’è una dichiarazione di voto, eventualmente?”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“C’è una replica qui, non c’è una dichiarazione di voto”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Che è una replica che comunque…”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Di cinque minuti”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Di cinque minuti per tutta la discussione?”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Di cinque minuti per tutta la discussione”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Okay”.
(Intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Ho detto, è una scelta che spetta ai Consiglieri. Prego, Consigliere Ratti”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Presidente, l’ultimo ordine del giorno che abbiamo presentato è in sostituzione di
quello che è stato presentato, diciamo, nel Consiglio Comunale scorso, quindi è nostra
intenzione ritirare l’ordine del giorno che abbiamo presentato per primo, quindi diventano
due per quello che ci riguarda gli ordini del giorno da trattare, il nostro e quello proposto
dal gruppo PdL, Lo Scariolante, Lega, eccetera.
Per quello che riguarda i tempi sono d’accordo di dare un tempo congruo al tipo di
discussione, poi, insomma, facciamo un quarto d’ora, venti minuti, possiamo parlare,
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credo riusciamo a trattarlo in maniera esaustiva, possiamo dire tutto quello che dobbiamo
dire, mi interessa che raggiungiamo il succo della questione”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Consigliere Ratti, se lei dichiara di ritirare l’ordine del giorno che è stato presentato,
gli ordini del giorno diventano due, quindi se siete d’accordo a raddoppiare i tempi da
cinque a dieci minuti la discussione non può superare i venti minuti”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Certo”.
Registrati i seguenti interventi:
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Possono poi intervenire anche i colleghi, perché naturalmente questo è chiaro.
L’ordine del giorno che abbiamo presentato il 16 ottobre, è un ordine del giorno,
ripeto, presentato nei Comuni di Mirandola, Carpi, Finale, da parte del PdL, nel caso di
Finale con l’aggiunta della mia firma come Lista Civica Lo Scariolante, ed è praticamente
un ordine del giorno che, di fatto, chiede una revisione completa dell’assetto sanitario del
territorio a fronte di quello che è accaduto, naturalmente.
La situazione, in seguito al sisma del 20 e del 29 maggio, è risaputa. Ci sono stati
danni importanti in tutti e tre gli ospedali del territorio, Carpi, Mirandola e Finale, noi
abbiamo fatto un sopralluogo con la Commissione Capigruppo due settimane fa, e
abbiamo potuto verificare che ci sono danni importanti soprattutto alla struttura più
vecchia, mentre, invece, la parte più nuova diciamo che i danni sono contenuti, marginali,
e sono stati fatti anche alcuni interventi di messa in sicurezza, ma i danni importanti sono
soprattutto a livello della parte vecchia.
A seguito di quello che è accaduto, quindi noi chiediamo che ci sia una revisione
completa. I motivi sono evidenti, perché abbiamo perso una serie di servizi sanitari, già
prima del terremoto la situazione era pesante perché già questo era da considerare un
territorio a rischio salute e, dopo quello che è avvenuto, ancora di più.
Quello che è avvenuto in questi ultimi mesi, dopo il sisma del 20 e 29, però ha preso
una piega diversa tra i diversi presidi, intanto perché mentre a Carpi e a Mirandola sono
state fatte delle azioni di ripristino, di messa in sicurezza parziali, perché ancora sia Carpi
che Mirandola hanno diversi servizi ancora bloccati, la situazione è completamente in
stallo per ciò che riguarda l’ospedale di Finale.
Quindi c’è un’aggravante maggiore rispetto al trattamento che è stato praticamente
perseguito sui tre ospedali.
Carpi, ripeto, Mirandola nonostante ancora le fallanze praticamente di servizio, però
sono state in tutti i casi comunque iniziate delle attività di ricostruzione, Finale, ripeto, è in
stallo.
Poi c’è la questione finanziamenti, che sono legati poi alle attività di ricostruzione.
Voglio ricordare che il concerto di Bologna ha portato, praticamente, ad un incasso di circa
un milione e mezzo di euro, e questo flusso di soldi è stato indirizzato unicamente
sull’ospedale di Carpi e di Mirandola.
Voglio ricordare quanto disse all’epoca il Capogruppo PD Ratti, qui presente, che
praticamente sui giornali disse ‘bene ha fatto Errani a indirizzare il finanziamento su Carpi
e su Mirandola’, dimenticandosi completamente che a Finale c’era un ospedale e ora non
c’è più, dimenticando quindi che la situazione sanitaria a Finale è fortemente
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compromessa da quanto avvenuto.
Non ha certamente ottemperato al suo ruolo di rappresentante dei cittadini finalesi il
fatto che, ripeto, abbia Ratti difeso le posizioni di Errani nell’indirizzare i finanziamenti
ricavati da quell’evento musicale, e quindi c’è anche, dopo questo danno, la beffa perché
ci sono rappresentanti, ripeto, finalesi che hanno assolutamente ignorato il presidio
sanitario di Finale.
Questo è un preambolo doveroso, perché le cose scritte, riportate sui giornali, hanno
un loro peso, l’intervento di Ratti era virgolettato e quindi assolutamente non smentibile da
parte di Ratti.
E’ fatto molto grave che confermi, non so se si rende conto di quanto lei sta
adducendo in questo caso, purtroppo per lei e per i finalesi, confermando.
Ora, a fronte della situazione disastrosa in cui ci troviamo, l’ordine del giorno che noi
presentiamo ha un obiettivo, un obiettivo di ridiscutere completamente l’assetto sanitario
del territorio della bassa partendo da una proposta che è quella di un’apertura, di una
discussione politica a livello dei tre Comuni interessati dalla presenza dei presìdi, Carpi,
Mirandola e Finale, con la richiesta di una convocazione di una super Capigruppo che
possa, sostanzialmente, portare a un ragionamento su due punti fondamentali che noi,
qui, mettiamo come punti capisaldi della nostra richiesta di discussione: la possibilità di
vedere anche per la bassa, soprattutto dopo quello che è avvenuto, la possibilità di avere
un ospedale nuovo, un ospedale di eccellenza e autonomo per il territorio, che possa
trovare un’ubicazione baricentrica nel territorio della bassa.
Perché facciamo questa richiesta? Facciamo questa richiesta perché, a fronte di
quello che – ripeto - è accaduto, occorre assolutamente stravolgere, cambiare
completamente il PAL per poter portare qui un ospedale di eccellenza che abbia un ruolo
di guida autonomo del territorio, perché non dobbiamo assolutamente dimenticare che la
Sanità, in questo territorio, è stata assolutamente tutta concentrata su Modena, una
politica modenacentrica, che ha depauperato un territorio intero come questo.
D’altra parte, ricordo che al punto 4 del Piano Attuativo Locale si cita, proprio è
prevista, leggo testualmente che al punto 4, ripeto, il PAL 2011-2013 prevede la
realizzazione di un progetto di massima, atto a documentare l’opportunità e la
convenienza, sia economica che funzionale, alla realizzazione di un nuovo ospedale.
Quindi questo è, praticamente, un richiamo che noi facciamo perché in un qualche
modo è contenuto in un documento ufficiale.
Poi cosa chiediamo come altro elemento importante del ripristino dell’attività sanitaria
del territorio? Quello della valorizzazione dell’ospedale di Finale.
Noi diciamo un no netto, deciso, alla Casa della Salute, e diciamo invece che occorre
un presidio, un ospedale di frontiera. Io, personalmente, ho voluto che nell’ordine del
giorno fosse proprio sottolineato il concetto di ospedale di frontiera.
Cosa vuol dire ospedale di frontiera? Noi siamo distanti da tutto, in particolare da
Modena, Baggiovara, siamo distanti più di 50 chilometri, eravamo in difficoltà prima, ora
siamo senza servizi sanitari, lo voglio ribadire, e quindi è importante che si ponga la
questione, epicentro del ragionamento deve essere un ospedale di frontiera, un ospedale
che possa sul territorio dare alcuni servizi essenziali.
E perché chiediamo un ospedale di frontiera e diciamo no alla Casa della Salute?
Vorrei che il PD su questo esprimesse chiaramente la posizione, perché quello che è
avvenuto ha stravolto completamente l’assetto sanitario e, a fronte di una difficoltà
economica dell’USL e della Regione, sappiamo benissimo che, per ciò che riguarda
l’ospedale nuovo, è questa una discussione che vuole essere una provocazione
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costruttiva, sappiamo purtroppo benissimo che non ci sono i fondi per fare questa cosa.
E allora, a maggior ragione, è evidente che è fondamentale che si riveda
completamente il ruolo dell’ospedale di Finale, che venga cancellato il concetto della Casa
della Salute, un ospedale di frontiera che deve rispondere ad alcune problematiche.
Prima di tutto, un ospedale di frontiera deve avere un punto di primo intervento con
ambulanza medicalizzata h24 che dia un servizio di emergenza/urgenza che non c’era
prima del terremoto, e che ora serve ancora di più visto quello che è avvenuto, serve
riportare come concetto di presidio di frontiera anche qui ritornare a riportare la
lungodegenza perché gli anziani del territorio devono essere accuditi dai nostri cittadini
che non possono sobbarcarsi chilometri e disagi inaccettabili per andare, ripeto, a seguire
i propri anziani, i propri cari, serve riportare anche questo tipo di servizio che deve essere
accompagnato da tutta una serie di attività ambulatoriali e di day hospital chirurgico.
A noi serve un ospedale che, certamente, non può avere l’autonomia, è logico, ma
che deve avere quelle minime caratteristiche di funzione per portare un servizio sanitario
che ora non c’è.
Siamo a rischio salute, lo voglio ricordare nel caso di incidenti, nel caso di situazione
drammatiche come patologie acute, violente, noi siamo tutti, qui, a rischio per le distanze
che ci dividono dai principali ospedali, non dimenticando che Mirandola purtroppo, poi il
mio collega Lorenzo Biagi dalle fonti provinciali a cui lui ha attinto purtroppo vi dirà quello
che potrebbe essere una prospettiva per il nostro territorio, una prospettiva in cui non solo
si chiude completamente l’ospedale di Finale ma dove anche Mirandola seguirà il destino
che fin qui ha seguito l’ospedale di Finale, cioè perderà pezzi alla volta a favore
dell’ospedale probabilmente di Carpi, allontanando quindi ulteriormente servizi sanitari.
Dobbiamo completamente cambiare il PAL, e quindi ecco che l’assetto che noi
proponiamo è un assetto, ripeto, basato sulla possibilità e necessità di avviare una
discussione su un nuovo nosocomio di eccellenza, autonomo, baricentrico, o comunque in
tutti i casi il mantenimento dell’ospedale di Finale definito tale, ospedale appunto di
frontiera.
Ora questo ordine del giorno nel Consiglio Comunale di Mirandola è stato perso, di
fatto, perché si è trovato una sorta di compromesso a ribasso, che io qui critico
fortemente, perché è un compromesso che ha portato sostanzialmente a fare che cosa?
Ha portato, sostanzialmente, a elaborare un documento che perde di vista quelle che sono
invece le priorità del nostro territorio, e qui ho il documento che praticamente presenta
anche oggi qui il PD, ed è fotocopia dell’ordine del giorno votato in maniera unanime al
Comune di Mirandola, dove io contesto intanto alcune cose, prima di tutto nelle
considerazioni di preambolo si cita la costruzione della Cispadana come possibile
collegamento del territorio, io sono contrario a questa Cispadana fatta così com’è, perché
anacronistica e illogica, l’abbiamo detto alla noia, non capisco a cosa serve inserire in un
documento il concetto della Cispadana quando, praticamente, e mi meraviglio anche dei
colleghi del PdL che hanno votato questo ordine del giorno insieme al PD, a Mirandola,
perché questo elemento andava assolutamente cancellato, non si risolvono i problemi
della Sanità pensando a una Cispadana fatta così, in questo modo assolutamente, ripeto,
priva di senso, impattante e che non risolve i problemi del territorio.
Poi, sostanzialmente, e mi meraviglio ancora dei colleghi del PdL, il fatto che abbiano
votato un documento in cui si chiede al Sindaco e alla Giunta di impegnarsi affinché in
ogni sede le decisioni del PAL non vengano disattese, ma noi diciamo che il PAL deve
essere cambiato, deve essere stravolto alla luce di quanto è avvenuto.
Poi non si dà risposta a quella che è la nostra legittima richiesta, quella di una
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convocazione di una super Capigruppo che era il luogo deputato, giusto, per aprire una
discussione politica in cui, cioè, fossero presenti tutte le forze politiche rappresentate nei
tre Consigli Comunali per avere almeno una prima discussione iniziale per capire
veramente, guardandosi negli occhi, cosa uno intende fare qui su questo territorio per la
Sanità, e qui assolutamente viene omessa anche questa richiesta, perché si dice di
individuare uno strumento aperto a tutte le forze politiche, non specificando qual è questo
strumento.
E poi c’è, nell’ultima parte delle richieste di quell’ordine del giorno presentato dal PD,
un elemento che praticamente contiene, di fatto, una sorta di equivoco di fondo che
rappresenta anche, in un certo senso, un retroterra freudiano, mi verrebbe da dire.
Mi piego meglio. Quando sostanzialmente io vedo il primo documento presentato dal
PD, che oggi viene annullato dal secondo, in quel primo documento il PD finalese rimarca
questo, cioè rimarca che ‘occorre riportare le risorse destinate al ripristino dei servizi
sanitari esistenti prima del terremoto, e per la nuova casa della salute’; evidentemente, per
il PD finalese tutto si risolve con un po’ di ambulatori.
Non è specificato questo nella nuova versione, che è qui presente in seconda battuta
il PD, ma è evidente che quando si dice ‘un nuovo progetto per la realizzazione della
nuova struttura sanitaria’ è evidente, purtroppo, che il PD vuole a tutti i costi una Casa
della Salute.
Quindi io, e parlo naturalmente come Scariolante perché è stato firmato insieme agli
amici del PdL, però io, in questo momento, di fronte a questo compromesso che
annichilisce e che smorza assolutamente l’urlo di rabbia di un territorio che, tra le tante
problematiche che ora ha, ha anche quella di un territorio, ripeto, senza servizi sanitari,
questo è un documento che non può essere assolutamente accettato, perché, vedete, vi
ricordate l’altra sera, ho presentato un ordine del giorno sull’agricoltura, è stato fatto un
emendamento da me accettato che non ha stravolto la filosofia di fondo di quell’ordine del
giorno, ma qui si stravolge completamente l’obiettivo, si travolge completamente quello
che si vuole fare e, a mio parere, non c’è ombra di dubbio che per salvaguardare la Sanità
di questo territorio occorra andare nella direzione che dicevo, cioè la possibilità di un
nuovo ospedale che, ripeto, sia remota ma almeno il mantenimento di un vero ospedale
per Finale Emilia, dove i capisaldi li ho già detti tutti, il primo intervento con ambulanza
medicalizzata, li ripeto, lungodegenza, attività di day hospital, chirurgica e ambulatoriale.
Questi sono gli elementi che noi dobbiamo qui, con forza, che questo Consiglio
Comunale dovrebbe con forza richiedere, perché siete voi che in questi mesi avete detto,
dopo quello che è successo, che occorre una collaborazione, una nuova visione della
politica.
Di fronte a una questione come quella che abbiamo, in cui abbiamo un ospedale in
cui non si sanno né tempi, né modi di ricostruzione, in cui abbiamo uno stallo completo
mentre, invece, le altre attività sanitarie hanno comunque visto delle attività di
ricostruzione, di ripristino, dove abbiamo dei rappresentanti del PD locale i quali plaudono
al flusso dei finanziamenti su Carpi e su Mirandola e si dimenticano di Finale, è una
delusione doppia per me, doppia nei confronti dei miei colleghi del PdL a Mirandola che
hanno accettato questo compromesso a ribasso, ed è una delusione profonda dal punto di
vista civico generale che il PD finalese non metta al centro della propria richiesta l’orgoglio
di dire ‘vogliamo che ritorni un vero ospedale’.
Era il momento questo, è il momento questo di cambiare quel PAL in cui la posizione
del PD finalese doveva avere una posizione di autonomia che, invece, qui non c’è. Questo
è il problema di fondo, politico.
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E quindi, concludendo la mia trattazione, non so quanti minuti mancano alla fine del
mio intervento, tre minuti, ribadisco, ripeto, che si è veramente, con questo ordine del
giorno, disatteso un grave problema, quello sanitario.
Vedete, io qui ho praticamente oggi un articolo di giornale in cui, esulo un attimo
dalla questione sanitaria ma che risponde, fa la fotografia della situazione attuale, un urlo
di rabbia delle imprese che dicono all’unisono, tutte assieme, ‘ci prendono in giro, fanno
solo promesse, la situazione è drammatica’, una situazione drammatica come quella che
stiamo vivendo, in cui le attività produttive sono a repentaglio, in cui vedremo nei prossimi
mesi chiudere diverse attività commerciali, in cui vedremo nei prossimi mesi un lento
depauperamento anche demografico, ci saranno persone che, progressivamente,
rendendosi conto di quella che è la situazione, si allontaneranno, chi potrà, perché a
maggior ragione, non troverà qui nemmeno i servizi sanitari.
Chi verrà a fare impresa? Chi rimarrà qui ancora a dare una speranza a un territorio
se veniamo a perdere la Sanità, l’elemento fondamentale di un servizio sociale che è,
appunto, il servizio alla salute?
Ma qui ci dovrebbe essere un grido di rabbia da parte anche vostra, non si può
accettare un dispaccio di partito che dice ‘a Mirandola si è fatto così’.
E qui io, nei confronti dei miei colleghi del PdL ,non riconosco questa azione politica,
voi non dovreste riconoscere un’azione politica del PD provinciale su questa cosa,
dovreste avere l’orgoglio, questo sarebbe un atto veramente importante per la città, di dire
‘no, noi la Casa della Salute -lo diciamo fino all’altro giorno- adesso non la vogliamo’,
perché è giusto ritornare ad un presidio sanitario di frontiera, perché siamo lontani da tutto.
Questo è il fatto che io rimarco con forza.
E voglio assolutamente, veramente, a questo punto, perché la politica se no…
Questo documento, vedete, è un classico esempio di pastrocchio di casta politica, è un
pastrocchio della vecchia politica, un documento che non risolve niente e che non cambia
assolutamente nulla, anzi la peggiora, perché è un atto di resa, è un atto di resa nei
confronti dei cittadini.
Ma vi rendete conto di quello che sta succedendo? Guardate, voi non vi state ancora
rendendo conto di quello che sta avvenendo, perché è tutto un contesto di crisi totale.
Se poi, addirittura, noi ci facciamo portare via tutta la Sanità, ripeto, Lorenzo adesso
seguirà il mio intervento e porterà alcuni elementi che dicono che, purtroppo, non solo non
migliorerà ma peggiorerà per noi la Sanità in questo territorio.
Questa sera è il momento di vedere chi, a Finale Emilia, vuole difendere il proprio
ospedale e chi, veramente, in autonomia, deve prendere le distanze da quello che gli
dicono da Bologna o da Modena e che con rabbia, invece, dovrebbe, con forza, portare
avanti le istanze della nostra gente.
Ripeto, senza la Sanità si perde un elemento fondamentale per il ripristino della
normalità in questo territorio.
Io ho finito l’intervento. Mi riservo, naturalmente, in fase di replica di fare, appunto, il
mio intervento”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie, Consigliere Poletti. Chi chiede la parola? Prego, Consigliere Ratti”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Lo faccio per presentare il nostro ordine del giorno, che non è un’imposizione di
Modena, di Bologna o del partito.
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 110 DEL 06/11/2012 ad oggetto: ORDINE DEL
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Noi abbiamo contribuito in maniera diretta, da Finale, insieme agli amici di Carpi, di
Mirandola e di tutto il territorio, perché è insieme a tutto il territorio che bisogna discutere
queste cose.
Io credo che, dopo aver sentito la trattazione del Consigliere Poletti, mi viene da dire
che la profonda differenza, che poi potrà esprimersi nelle opinioni anche degli ordini del
giorno, sta nella visione che abbiamo della nostra terra.
Probabilmente per lei la questione è finalese, l’ospedale di Finale, il territorio di
Finale, mentre io credo che noi dobbiamo imparare a contestualizzarci in una dimensione
di territorio, di area.
Io mi sento finalese tanto quanto cittadino della bassa modenese.
Discutere di un ospedale a Finale, in questo modo, questo non è un pastrocchio
politico, questo è il confronto tra partiti che rappresentano il territorio, un territorio vasto
che per me va da Mirandola a Finale, e adesso ci aggiungiamo anche un pezzettino di
Carpi, e che insieme dobbiamo cercare l’equilibrio, perché noi ci curiamo su tutto il
territorio.
La battaglia sugli ospedali in ogni paese è datata di decenni, non di anni, di decenni,
il tema delle risorse, il tema dei progressi che sta facendo la medicina.
Lei prima parlava di ‘riordino della struttura sanitaria’, no, lei parla di riordino della
struttura ospedaliera con un concetto vecchio e datato di quello che è il tema della salute
che non la possiamo risolvere solo dentro agli ospedali.
Gli ospedali oggigiorno, e ce lo insegnano i paesi più progrediti, sono strutture ad alta
intensità di cura che si devono affiancare a quello che è il sistema sanitario in generale,
che deve dare risposte sul territorio, questo è il sistema.
Vogliamo avere un ospedale a Finale che mi fa determinati tipi di interventi, con un
determinato tipo di professionalità rispetto a quelli che sono gli ospedali a cui oggi siamo
abituati? Ma è una visione completamente diversa della Sanità in generale.
Quella è una visione che vede ancora l’ospedale come unico luogo in cui ci si va a
curare, mentre l’ospedale deve diventare il luogo dove abbiamo necessità di andare, si
spera sempre meno, quando abbiamo delle situazioni ad alta intensità, che merita un’alta
professionalità, dove ci vuole un’alta tecnologia; questo è l’ospedale del futuro, a cui va
affiancata una rete sanitaria capillare sul territorio, fatta di Case della Salute, fatta di
servizi sociali, fatta di medici del territorio.
Questa è una visione completamente diversa, è lì che non arriviamo a una sintesi.
Noi abbiamo preso spunto, sicuramente, dalla proposta che è stata fatta con questo
ordine del giorno dal PdL e la Lega che, ne do atto, è una discussione interna fin dalle
prime ore dopo il terremoto all’interno del nostro partito, una discussione che ci ha visto
subito nel cercare di capire se, dopo quanto è successo, si poteva riprendere quelle che
erano le vecchie strutture sanitarie e rimetterle in moto subito, se c’era possibilità di
riattivarle.
In pochi mesi direi che Carpi e Mirandola sono quasi pronti, poi sicuramente
l’Assessore Stipa spero che possa dare dei dati più certi di quelli che posso avere io, noi
abbiamo ripristinato gli ospedali di Carpi e di Mirandola, che non sono gli ospedali dei
carpigiani e di Mirandola, sono ospedali che sono a Carpi e a Mirandola, dove ci si cura
tutto il territorio.
Sulla struttura di Finale Emilia credo che una parte, quella nuova, quella meno, come
devo dire, provata del territorio, sia pronta per ripartire a breve, la struttura vecchia.
La struttura di Finale Emilia ha meritato un approfondimento, una riflessione
maggiore, ed è anche per quello che rispondendo a quanto ricordava prima sulla
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STUDIO DI FATTIBILITA' DI UN NUOVO OSPEDALE NELLA ZONA NORD DI MODENA
E PER LA VALORIZZAZIONE DI QUELLO DI FINALE EMILIA'.
dichiarazione fatta da Errani, quando ha suddiviso quei fondi, era giusto mettere quei soldi
in quelle due strutture fin da subito, uno perché si rispettava, l’ho già ripetuto altre volte e
lo ripeto ancora, la volontà del donante, di chi ci ha dato i soldi, che voleva vedersi
concretizzare in tempi brevissimi l’allora raccolta fondi su qualcosa che ricadesse
immediatamente sul territorio, e quelli erano due progetti pronti, e lì ci si va a curare tutti,
anche da Finale, ed è la risposta migliore, immediata.
Certo, anch’io avrei preferito vederli direttamente sull’ospedale di Finale, ma in quel
momento l’ospedale di Finale non era pronto, non aveva un progetto in mano per essere
finanziato; è per quello che dico che ha fatto bene, non perché ci manca l’orgoglio dei
finalesi.
Ripeto, è una visione completamente diversa, di chi continua a ragionare all’interno
dei confini comunali e chi si vede, invece, all’interno di una struttura territoriale più ampia.
Torno all’ordine del giorno che presentiamo. I distinguo che vengono fatti, che sono il
frutto di una discussione che abbiamo fatto all’interno del nostro partito, col forum sanità
del PD, nascono da alcune riflessioni; il tema di una nuova struttura ospedaliera è ovvio
che affascina, è interessante, merita una discussione, però vanno chiarite determinate
situazioni, perché innanzitutto bisogna partire con dei dati chiari, anche per non prendere
in giro la gente, un ospedale nuovo, un Baggiovara della bassa, chiamiamola così, ha
bisogno di forti risorse, 130, 150, 120 milioni di euro, sono risorse che in questo momento
a) non abbiamo, b) non è detto che non ci si possa lavorare per trovarle, c) c’è da tenere
in considerazione tutto quello che è stato tagliato negli ultimi anni sulla Sanità.
Non abbiamo situazioni dove governi centrali, non entro nel merito della parte politica
che ha sostenuto certe manovre, parlo di Monti da ultimo, non abbiamo situazioni di
Governo che hanno sostenuto queste situazioni, parliamo di tagli, ogni volta che si parla di
finanziaria finiscono sempre sulla Regione e della Sanità; quindi il tema delle risorse è
fondamentale, perché altrimenti parliamo di nulla.
Secondo, c’è un discorso tempistica, costruire un ospedale di un certo tipo che sia
baricentrico tra Mirandola, Finale e Carpi, io ci metto Finale in quel baricentrico, ci metto
Finale, cosa che nel documento proposto e nato a Mirandola non c’era, e abbiamo voluto
da Finale che venisse inserita la parola Finale; ci vogliono degli anni per arrivare a questo
tipo di situazione e, dopo un terremoto come questo, che ha visto una situazione di
emergenza, noi non dovevamo rimettere a posto gli ospedali che avevamo in funzione,
che con 12-15 milioni di euro sono potuti essere ripristinati? Stiamo dieci anni senza
ospedale?
Possiamo ridiscutere del PAL, ma una risposta immediata a questa emergenza
andava data, e quindi ben venga il ripristino immediato delle strutture ospedaliere sanitarie
esistenti.
Il tema della Cispadana, se vogliamo continuare in questo ragionamento di
un’eventuale proposta, di una discussione, sull’ospedale nuovo, è ovvio che la Cispadana,
poi qui è stato tolto il termine ‘autostrada’, probabilmente a Mirandola qualcuno
dell’opposizione non riusciva a sposarlo, ma mi interessa poco, mi interessa che se noi
ragioniamo di un ospedale di questo genere, che è molto al di là dal venire, però siamo
costretti a tenere in considerazione un asse viario così importante che, volenti o nolenti,
arriverà sul nostro territorio; poi è lecito avere un’opinione diversa, ma credo che le scelte
su questo tema siano state fatte, e quindi il tema di collocare quella struttura ospedaliera
anche in ragione di quell’asse viario sia assolutamente pertinente.
C’è un elemento nell’ordine del giorno che abbiamo posto all’interno della
discussione, che non è stato citato, e del quale non si può non tenere in considerazione,
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che è il riassetto amministrativo che ci stiamo accingendo a fare, il riordino delle Province.
Il riordino delle Province è un atto, in qualche modo, vogliamo chiamarlo
rivoluzionario? Cambierà tanto di quello che è la situazione geopolitica, permettetemi
questo termine qua, del nostro territorio, che non vuol dire solo che non c’è più Sabattini e
il Consiglio di Modena, il riordino delle Province dovrebbe diventare qualcosa di molto più
profondo, che riguarda Amministrazioni, Enti pubblici e cose di questo genere.
L’abbiamo voluto da Finale questo elemento, perché c’è una considerazione da fare,
che se non capiamo che la struttura sanitaria e l’organizzazione della struttura sanitaria
non può rimanere chiusa all’interno dei confini nel quale si vuole contenere una provincia,
ma che una struttura sanitaria andrebbe ragionata in termini di ambito, in termini di
territorio, così come si fa con i fiumi, faccio per dire, noi faremo un pessimo servizio.
La voglio buttare lì, il riferimento ospedaliero di Finale, lo sappiamo tutti, è Cento, ma
perché non si è mai potuto discutere di questo e del ruolo che può avere l’ospedale di
Cento sul servizio sanitario ospedaliero nei confronti del territorio di Finale Emilia? Perché
siamo chiusi da confini provinciali. Ma non ha più senso questo, non ha più senso.
Il pretesto, diciamo, la situazione del riordino amministrativo a nostro avviso,
partendo da Finale, che abbiamo voluto quel punto all’interno dell’ordine del giorno, altro
che dictat regionali o provinciali, è proprio questo, che se non riusciamo a sfruttare questo
momento per superare questo recinto che le province… L’azienda sanitaria perché non
può essere trasversale alle province? Quanti ospedali di frontiera accolgono bacini che
naturalmente si rivolgono in quella struttura?
Mio figlio è nato a Cento, io non so quanti dei vostri ma so che tanti bambini di Finale
sono nati a Cento.
Noi dobbiamo sforzarci di sfruttare questa situazione, è per questo che nell’ordine del
giorno è stato inserito questo elemento.
Secondo me, queste sono considerazioni importanti: il tema delle risorse, la volontà
di discuterlo, ma il tema delle risorse va posto perché altrimenti ci prendiamo in giro,
perché 130, 150, non lo so quanti milioni di euro servono, vanno trovati prima di iniziare a
parlarne, il tema della collocazione, perché non crediate che a Carpi siano così disponibili
di tirarcelo verso Finale, quindi c’è anche un discorso territoriale da contenere, il tema
della tempistica senza sottrarre risorse agli ospedali che per almeno dieci anni devono
funzionare al meglio dopo quanto è successo, perché sicuramente il terremoto ha smosso
qualcosa, sicuramente andrebbe fatta un’indagine epidemiologica, vedere dal punto di
vista della società, dei nuovi problemi che questa situazione andrà a porre, perché non è
finita con le scosse di questa estate, questa roba qua, dal punto di vista sanitario, ce la
portiamo dentro, quello meriterebbe un approfondimento e meritano che non vengano
sottratte risorse alle strutture sanitarie esistenti.
Il tema della Casa della Salute, o dell’ospedale del territorio, o non so che formula è
stata usata qua, struttura sanitaria, quando ne parliamo senza entrare nel merito è una
questione nominalistica, a me interessa il contenuto; quello che c’è nel PAL e quello che è
stato portato a casa è la struttura sanitaria, la chiamano così in termine neutro, per quello
che conosciamo a Finale.
C’è un elemento sul quale dobbiamo lavorare forte, e che condivido, che è quello
del punto di prima assistenza con autoambulanza medicalizzata h24, lì io sono pronto a
fare delle battaglie insieme, però sul tema ‘casa salute sì, casa della salute no’,
ragionando su un termine, su una parola, perché mi interessano i contenuti, andiamo a
vedere là dentro cosa c’è, se sono i servizi che avevamo prima vanno bene quelli.
L’altro elemento importante è il percorso che quell’ordine del giorno andava a
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indicare, una super Capigruppo tra Finale, Mirandola e Carpi, che non è né carne né
pesce, non ha nessuna rilevanza istituzionale, ci sono sedi in cui si discutono questi
termini, che sono le conferenze sanitarie della quale fanno parte i Sindaci e ci sono le
Unioni dei Comuni, ma soprattutto il limite grosso di quella super Capigruppo è che
continua ad avere quella visione localistica della struttura sanitaria.
Scusate, Medolla, Bomporto, non lo so quali sono gli altri Comuni che fanno parte
dell’Unione alla quale fa capo Carpi, Modella, San Prospero, non c’entrano niente in
questa discussione?
Torno a dire, l’ospedale è a Mirandola, non è di Mirandola, è per quello che quel
percorso non va bene, la discussione va portata in quegli organi che sono rappresentativi
di tutto il territorio che è l’Unione dei Comuni, è per quello che chiediamo un percorso
diverso e che vengano poste là dentro, nell’Unione dei Comuni, che fa capo a Carpi e la
nostra dell’area nord, è lì che la discussione va portata avanti, e nei luoghi di competenza
dove sono rappresentati i nostri Sindaci.
Mi dispiace che l’ordine del giorno che è stato votato a Mirandola non possa essere
condiviso a Finale, perché qua si vuole fare una battaglia, perdonatemi perché la vedo
così, propagandistica, più che politica, perché si vuole entrare nel tema, nel merito delle
questioni, e ragionare in termini di territorio sfruttando le opportunità che sono anche
quelle del riordino amministrativo, guardate che su quella cosa lì ci si può lavorare
davvero, perché attorno a Cento satellitano tutta una serie di Comuni che se li vai a
contare, tra Finale, Cento, Pieve, Bondeno, Sant’Agostino, non lo so, li sto pensando,
Mirabello, quello sarebbe la collocazione giusta, e su questo tema credo che valga la pena
lavorare insieme alla Regione.
Mi dispiace che invece qui a Finale non si voglia fare questo tipo di discussione, si
voglia rinunciare a un tema come la battaglia sull’ospedale di Finale facendone un motivo
di orgoglio, che è evergreen qua a Finale, senza entrare nel merito delle questioni.
Ho finito. Grazie”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie, Consigliere Ratti. Ha chiesto la parola il Consigliere Biagi.
Consigliere Biagi”.
Prego,
CONSIGLIERE BIAGI:
“Io, prima di iniziare il mio intervento, voglio subito rispondere a Ratti rispetto a duetre cose che lui ha detto, partendo dall’ultima.
Non è assolutamente vero che questa è una battaglia di propaganda politica, questa
è una battaglia di difesa dei servizi che sul territorio ci sono sempre stati e che ci siamo
fatti soffiare sotto il naso da venti anni a questa parte.
Non ripeto tutto quello che è stato detto l’anno scorso quando si parlava di PAL, ma
anche tu, scusami, io in Provincia quando si stava discutendo dei riordino delle Province,
tu parli di Cento e di gravitare intorno a Cento, dici che si ragiona ancora a confini
provinciali, innanzitutto si ragiona a confini provinciali perché le aziende sanitarie sono
provinciali, non è un’unica azienda regionale, sono aziende provinciali; l’azienda sanitaria
di Modena, penso che anche Gulinelli o Stipa possano confermarlo, non va di certo a fare
gli interessi della provincia di Ferrara e dell’USL di Ferrara, questo è ovvio, e questo può
essere un limite.
Ma scusami bene, io in Provincia quando si è discusso del riordino delle Province
l’unico che ha detto che Modena e Reggio potevano esistere solo ed esclusivamente
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ricomprendendo anche Ferrara, per vari motivi, e non poco quello sanitario, per quello che
hai detto tu anche adesso, lì il Presidente Sabattini è uscito dicendo ‘ma sì, ci penseremo’,
dopo tre giorni hanno fatto la conferenza delle autonomie locali, è uscito Sabattini con
Reggio e Modena dopo che il Consiglio gli aveva dato una linea ben chiara verso la quale
andare, che era anche di comprendere Ferrara.
Tirate fuori la Cispadana adesso, parlando di Sanità, e non l’avete tirata fuori sempre
quando si parlava di riordino delle Province.
Si è parlato di riordino delle Province, la Cispadana deve attraversare tutta la zona
nord di Ferrara per arrivare dritta dritta da noi, lì non era una buona occasione? Anche se
io, ripeto, non sono d’accordo né col tracciato, né con l’autostrada, ma lì non era una
buona occasione per ricomprendere anche Ferrara?
Allora questo significa che la propaganda viene fatta su determinate cose, per
esempio la Cispadana, solo quando ne vedete l’utilità politica ed elettorale, di voti, è quello
il problema.
Io, venendo al mio intervento, penso che la situazione sanitaria dell’area nord è
chiara da tempo, come dicevo prima forse da venti–trenta anni, forse anche di più.
Il vero intento che è stato quello della politica e quello dei vari direttori sanitari, delle
varie aziende, e quindi anche della Regione, è stato quello di privare i territori dei servizi
primari sanitari.
Finale, penso che ormai, mi dispiace dirlo e lo dico proprio a malincuore, penso che
non ci sia nessuna possibilità per Finale, non ci sia nessuna possibilità perché Finale è
stata abbandonata da tempo, questo l’abbiamo visto, l’abbiamo sotto gli occhi tutti, e la
possibilità e la speranza di riavere qualche servizio a Finale la vedo quasi pari a zero.
Questo è anche dato dal fatto che la considerazione che abbiamo come finalesi,
rispetto a organi provinciali e regionali, è chiara a tutti, noi siamo considerati come quelli
che non hanno diritto ad avere i soldi del concerto, perché i soldi del concerto devono
andare a Mirandola e a Carpi.
Tu hai detto bene prima, Ratti, quando hai detto ‘il progetto non c’era’, ma perché
non c’era un progetto? Se non c’era un progetto sull’ospedale di Finale, evidentemente,
qualcuno aveva l’interesse di non fare nessun progetto sull’ospedale di Finale, anzi non
c’era assolutamente nessun interesse nel fare un progetto sull’ospedale di Finale.
A me dispiace dirlo qua, lo dico in maniera provocatoria ma io sono profondamente
convinto che il terremoto a qualcuno dell’azienda sanitaria possa aver fatto solo piacere,
perché penso che hanno trovato l’espediente per chiudere definitivamente Finale senza
più pensarci, al di là di Casa della Salute, non Casa della Salute.
Tornando a quello che dicevo prima, il progetto, ti ripeto, se non c’è stato è perché
non c’è stato l’interesse nel farlo. La considerazione che abbiamo in Regione e in
Provincia è quella del Presidente della Provincia Sabattini, che quando si discute di Finale
dice ‘sì, Finale era solo un piccolo pezzo di un ospedale’, perché questo l’ho detto anche
qualche Consiglio fa, era un piccolo pezzo di un ospedale.
La considerazione che ha Finale a livello provinciale è stata dimostrata l’anno scorso
quando si discuteva del PAL, quando un Consigliere provinciale di Castelfranco ha portato
un ordine del giorno dove chiedeva di mantenere i servizi presenti a Castelfranco,
mantenerli fino almeno alla prossima redazione del PAL e l’ordine del giorno è stato votato
all’unanimità, quando io ho presentato lo stesso giorno, dopo dieci minuti, un documento
dove chiedevo che i servizi di Finale venissero mantenuti a Finale l’ho votato solo io quel
documento, solo io, è qui che si vede la considerazione che gli organi provinciali, e non
solo, hanno di Finale e avevano di Finale, è qui che bisogna puntare, è qui che noi siamo
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stati presi in giro, che nessuno ci ha difeso.
La considerazione che si ha di Finale si vede anche sempre nel PAL che è stato
sottoscritto l’anno scorso.
La Casa della Salute è a Finale, ma la Casa della Salute non aveva più senso farla a
Castelfranco Emilia che a venti chilometri aveva un ospedale come Baggiovara, o a trentatrentacinque ne aveva un altro, o aveva il Policlinico sempre a Modena? Non aveva senso
farla lì la Casa della Salute? Perché venirla a farla a Finale che il primo ospedale decente
ce l’abbiamo fuori provincia, che è Cento, oppure dobbiamo arrivare fino a Baggiovara, o a
Carpi?
Lì si vede la considerazione che hanno avuto i nostri organi provinciali e regionali di
Finale Emilia.
E non da ultimo, letto dai giornali, ma l’abbiamo scoperto anche nella Capigruppo, la
considerazione che si ha dell’ospedale di Finale quando la Soprintendenza ci viene a dire
che una struttura di quasi 400 anni per loro non ha nessun interesse storico, quindi
volendo può anche essere buttata giù.
Io non lo so, però ci leggo proprio un lievissimo filo di collusione tra Soprintendenza e
azienda sanitaria, perché secondo me qualcuno lì si è d’accordo.
Comunque veniamo a oggi. Prima mi ha anticipato il Consigliere Poletti, ma la
situazione che noi ribadiamo da anni purtroppo si sta avverando, siamo venuti a
conoscenza, come diceva il Consigliere Poletti, da fonti diverse, di quello che purtroppo
sta accadendo, innanzitutto il PAL verrà rivisto, questa è una cosa certa, e verrà rivisto
probabilmente entro la fine del 2012, quindi si parla di pochi giorni, al massimo di un
mese, quello che sta uscendo adesso è che Mirandola da questa nuova revisione del PAL
uscirà notevolmente ridimensionata.
L’ospedale nostro di riferimento, adesso che non c’è più Finale e in parte era un
riferimento per noi anche prima, che è Mirandola, verrà ridimensionata, decine, decine e
decine di posti letto in meno a Mirandola, reparti che hanno chiuso, ci sono reparti, per
esempio Pediatria, che hanno chiuso, stanno chiudendo, rimarranno solo a livello
ambulatoriale e non più a livello di reparto, stanno dicendo, sempre fonti sicure, che Carpi
ospiterà dieci sale operatorie quando prima ne aveva sei; dieci sale operatorie a Carpi
significa che la chirurgia a Mirandola non esisterà più.
Qua il progetto sanitario è molto, molto, chiaro, si è cercato di dividere la provincia in
tre, nord, centro e sud, a sud si prenderà come riferimento, questo lo dico io ma penso che
qualsiasi persona di media intelligenza ci arriverebbe, il punto di riferimento della zona sud
sarà Sassuolo, il punto di riferimento della zona centrale ovviamente sarà Baggiovara, e il
punto di riferimento della zona nord sarà Carpi, tutti spostati verso ovest, tutti nell’arco di
venticinque-trenta chilometri, e zone come Finale Emilia, e non solo, che sono ai margini,
ai confini della provincia, verranno completamente trascurate.
Questo è il quadro che io mi sono fatto, ma penso che sia un quadro abbastanza
realistico e chiaro.
Mirandola, qui lo dico e riceverò conferma, sicuramente non nell’arco di due anni ma
nell’arco di cinque o dieci anni riceverò sicuramente conferma, che Mirandola farà la fine
che ha fatto Finale, ne sono profondamente convinto.
Veniamo al maxi ospedale. Il maxi ospedale è chiaro, è palese, che non ci sono i
soldi, la Regione non ha i soldi. Noi possiamo parlarne finché volete del maxi ospedale,
ma il maxi ospedale non si farà mai.
Ricordiamo anche che la Provincia di Modena, l’USL di Modena, io sono
profondamente convinto che addirittura sia economicamente molto in passivo nei confronti
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della Regione, perché non dimentichiamo quant’è costata Baggiovara e noi stiamo ancora
pagando il prezzo di Baggiovara, lo stiamo ancora pagando.
E poi, sempre riguardo ai soldi, è emblematico il fatto che non ci siano i soldi perché
quei pochi che c’erano, più quelli delle donazioni, sono stati stanziati per ripristinare del
tutto o in parte gli ospedali di Carpi e di Mirandola.
E’ chiaro che se si aveva l’intento di fare un maxi ospedale quei fondi lì non venivano
buttati di certo nel ripristino delle strutture sanitarie esistenti, ma si pensava veramente già
a un nuovo progetto; quindi mettiamoci l’anima in pace che il maxi ospedale non verrà mai
fatto, almeno per i prossimi centocinquanta anni, dico io.
Mi avvio a concludere dicendo che purtroppo, e ribadisco quello che dicevo all’inizio,
per Finale è tardi, le decisioni andavano prese e i servizi andavano mantenuti quando era
ora, nelle sedi di discussione di PAL, ma non solo l’ultimo, anche quelli precedenti. Finale,
purtroppo, è irrecuperabile.
Ho avuto una discussione anche poco tempo fa su Facebook, lo dico chiaramente,
con una signora, con la Cristiana che lavora in Comune, questa è una parentesi che faccio
per dire qual è la situazione, che è cominciata una raccolta di fondi tramite la vendita di
calendari e la Cristiana sosteneva, io poi ho anche ribattuto, che questa raccolta di fondi
doveva andare a finanziare la Casa della Salute. Ma stiamo scherzando?
Ma vi ricordate in teatro l’anno scorso quando Sabattini veniva a raccontarci che i
soldi erano già pronti per la Casa della Salute? Quello lì secondo me era, ho usato una
terminologia un po’ dura che qui non voglio usare, una pillola per farci sentire meno dolore
evidentemente quella dei 2 milioni e sette, perché se adesso si stanno raccogliendo i fondi
tramite donazioni per la Casa della Salute di Finale vuol dire che neanche quei soldi lì ci
sono, e questa è un’altra presa in giro molto forte.
Penso che per salvare l’ospedale, ritorno a quello che dicevo prima, forse quando
era ora avremmo avuto bisogno di amministratori che andassero veramente nelle sedi
opportune, in Provincia, in Regione, dove c’era da andare, e veramente tirare fuori gli
attributi e dire ‘Finale e i finalesi hanno bisogno di questi servizi’; ci voleva questo coraggio
che, purtroppo, io ne sono profondamente convinto, per logiche di partito, esclusivamente
di partito, non si è voluto seguire il coraggio o la spinta dei propri cittadini, ed è stata
ampliamente dimostrata qual è la posizione dei cittadini, sia l’anno scorso, sia negli anni
passati, è stata ampliamente dimostrata, invece che seguire queste linee si è deciso di
seguire una linea di partito.
Non abbiamo avuto coraggio, non si è avuto il coraggio, adesso è tardi. Senza
questo coraggio, purtroppo, andremo a farci curare, e ne avrete conferma, e ne avremo
tutti conferma, andremo a farci curare, se va bene, a cinquanta chilometri di distanza.
Grazie”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie a lei, Consigliere Biagi. Altri? Consigliere Gulinelli, poi Consigliere Benati”.
CONSIGLIERE GULINELLI:
“Grazie, signor Presidente.
Io penso che l’ordine del giorno che abbiamo firmato come Lista Civica, insieme al
Partito Democratico, centri abbastanza bene i punti che hanno maggiore interesse.
Bisogna tornare al più presto alla revisione del PAL, il PAL ha anticipato un attimo la
spending review, diciamo che col PAL che è stato approvato in ottobre noi siamo in linea
con la dotazione dei posti letto in Provincia di Modena che prevede la spending review.
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E poi, secondo punto, il ripristino degli ospedali. Per ripristinare l’ospedale di Carpi, di
Mirandola, poi aggiungiamo anche il distretto di Mirandola e l’RSA di San Felice, che sono
i posti dove ci sono i lavori in corso adesso, si spenderanno circa 12 milioni di euro.
Per l’ospedale di Finale, è vero, è di prossima attivazione, poi dopo l’Assessore Stipa
se vuole dire due parole, verrà riattivata a breve tempo la parte nuova; la parte vecchia,
l’abbiamo vista tutti, è fortemente lesionata, però abbiamo dei 2.700.000 euro, quelli ci
sono, sono fermi lì, per gli altri ospedali dove sono stati fatti i lavori non c’era un euro,
quindi noi ne abbiamo 2.700.000.
Si stanno raccogliendo fondi perché, evidentemente, l’abbiamo visto tutti, con quei
2.700.000 non si mette a posto quell’altra parte dell’ospedale, e infatti chiedo dopo anche
all’Assessore Stipa di dire due parole sui colloqui che hanno avuto con l’azienda e sui
progetti che si stanno muovendo per Finale Emilia.
Terzo punto. L’ospedale nuovo, sì, intavoliamo un discorso, sarà a lungo termine, di
soldi ce ne vogliono tanti, però intanto con questi 12 milioni di euro abbiamo messo in
sicurezza gli ospedali più importanti dell’area nord.
Come diceva Lorenzo, questi ospedali cambieranno, sia Carpi che Mirandola, c’è
poco da fare, ma lo dice il PAL di prima, non c’è bisogno di fare un altro PAL, lo diceva
prima il PAL; si parla di aree omogenee, si parla di accorpamenti di reparti, si parla di
reparti di intensità di cura, quindi forse facevi riferimento anche oggi c’era un articolo sul
giornale, un primario di Mirandola che si è dimesso perché gli chiudono il reparto, perché
lo hanno spostato dal primo al secondo piano, erano cose già previste, che la pediatria
finisse dentro un’area materno infantile era già previsto prima, non è che è stato il
terremoto.
La provincia di Bologna perderà dei pezzi grossi in sei ospedali, perché sono fuori
dai parametri dei posti letto della spending review, andrà molto peggio a Bologna che a
noi. Noi abbiamo fatto il PAL prima.
Poi, tornando alla Capigruppo del Consigliere Poletti, okay, un ospedale nuovo non
sarà né a Carpi, né a Mirandola e né a Finale, se si farà e quando mai si farà; dovrà
essere baricentrico, dovrà interessare altri Comuni, i Comuni sono tanti, quindi forse il
luogo giusto è le due Unioni dei Comuni, il discorso deve partire lì, dai Sindaci e
dall’Unione dei Comuni. Grazie”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie a lei, Consigliere Gulinelli. Prego, Consigliere Benati”.
CONSIGLIERE BENATI:
“Mi aggancio immediatamente a quanto stava dicendo adesso Michele, rispetto al
fatto che non dipende dalla politica nostra degli ultimi anni, non dipende da scelte infelici
fatte ai livelli un pochettino più provinciali e regionali, è questione secondo me proprio che
a livello nazionale, da anni, si sta perseguendo il taglio senza speculazioni proprio su
quello che è sempre stato il nostro sistema di welfare.
La spending review è sicuramente una legge che fa sì che quel po’ che si aveva,
soprattutto in una regione virtuosa come la nostra, rispetto proprio ai servizi
socioassistenziali e sociosanitari, appunto, fa sì che ci si trovi in estrema difficoltà; regioni
che non avevano questi virtuosismi, sicuramente saranno un po’ meno in difficoltà nel
vedersi tagliare le risorse.
Credo che il divario crescente che c’è, appunto, tra le risorse disponibili e la
domanda di salute dei paesi sviluppati fa sì che si debbano studiare delle politiche capaci
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 110 DEL 06/11/2012 ad oggetto: ORDINE DEL
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di rendere sostenibile il peso di questi sistemi sanitari.
Da un’indagine OCSE si è visto che l’insufficiente coerenza e coordinamento
nell’erogazione delle cure è la principale causa dell’inadeguata risposta ai bisogni,
appunto, sanitari delle popolazioni. Questo ha fatto intuire alle aziende sanitarie, quel po’
rimasto, a orientare gli investimenti per provare a coordinare le risorse e gli operatori che
operano all’interno dei servizi.
La Regione Emilia-Romagna concentra quella che è l’attenzione, appunto, della
Sanità sul nostro territorio in modo specifico sull’assistenza a chi è affetto da patologie
croniche, e tramite il rafforzamento delle cure primarie e l’integrazione tra i vari
professionisti, come i medici di medicina generale e gli specialisti ospedalieri, fa sì che si
crei un cardine per quello che è stato il costruire l’esperienza dei nuclei primari.
I nuclei primari non sono stato altro, fino ad ora, che l’esperienza di quello che può
succedere tra l’erogazione di un servizio efficace nella continuità diurna dell’assistenza.
Velocemente, integrando i professionisti, i medici di medicina generale, i medici di
continuità assistenziali, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, gli infermieri,
le ostetriche e gli assistenti sociali, coordinando queste figure che ruotano attorno al
paziente si farà sì che avremo perso quelli che sono posti letto ma potremo andare, e io
credo che possa essere una cosa positiva, verso quella che è chiamata la Casa della
Salute.
La Casa della Salute è sicuramente un qualcosa di nuovo, ogni cambiamento
terrorizza, come ricordava comunque Michele, non siamo nel nostro territorio un territorio
penalizzato rispetto ad altri, Bologna si vede decurtare reparti e ospedali in maniera,
secondo me, ancora più pressante.
La casa dei cittadini dobbiamo far sì che diventi, visto che è quello che ci rimane e ci
rimarrà, e sul quale noi dovremo puntare ad investire e chiedere che questo sia il punto di
riferimento per il cittadino dove potersi rivolgere in ogni momento per avere la richiesta ai
problemi di salute, un luogo dove deve trovare accoglienza e orientamento tra tutti i servizi
che gli vengono proposti, deve essere un nucleo, è su questo secondo me che dobbiamo
contare, insomma.
Quello che dobbiamo chiedere è cosa vogliamo noi nella Casa della Salute, non
quello che ci rimane della Casa della Salute, noi è su quello che dobbiamo investire, ed è
lì che dobbiamo chiedere che diventi un nucleo che intercetti i casi meno complessi per
orientarli verso forme di assistenza alternative all’ospedale, perché ci si è resi conto che
per molte persone l’ospedale era visto come unica risposta dal punto di vista del bisogno
sanitario.
Per cui coordinando queste figure, secondo me, e chiedendo, appunto, ribadisco,
che venga assicurato questo punto unico di accesso che garantisca la continuità
assistenziale ventiquattro ore, sette giorni su sette, che si organizzi e si coordinino le
risposte da dare al cittadino, che si rafforzi l’integrazione con l’ospedale, ma in relazione
soprattutto a quelle che sono le dimissioni protette, alla possibilità in anticipo di sapere
quando si va a casa, in quali termini si va a casa, in quali condizioni, che tipo di servizio
poi ritrovo quando ritorno a casa e sul mio territorio, a migliorare la presa in carico
integrata del paziente con problemi sanitari, che quando io ritorno sul mio territorio ci sia il
medico, ci sia l’infermiere, ci sia l’assistente sociale, ci sia il servizio di base dei Comuni,
tutto questo che possa accogliermi quando rientro; bisogna chiedere che si sviluppino
programmi di prevenzione rivolti sia ai singoli che alla comunità e bisogna che si
promuova e si valorizzi la partecipazione a tutto questo dei cittadini.
Io credo che non sia quello che ci è rimasto, è quello su cui dobbiamo assolutamente
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investire, ed è qua che non dobbiamo prenderla persa ma impuntarci su quello che
vogliamo che sia la nostra futura Casa della Salute. Grazie”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie a lei, Consigliera Benati. Prego, Consigliere Garutti”.
CONSIGLIERE GARUTTI:
“Io sarò breve, solo per dire alcune cose. Io di questi documenti sull’ospedale, da
quando sono qui, ne ho votati a decine, puntualmente l’opposizione presentava un
documento che voleva salvare l’ospedale e puntualmente la maggioranza presentava un
controdocumento, similare a quello di questa sera, in cui praticamente si difendeva
l’operato della Provincia e della Regione cercando di convincere i cittadini e gli altri
Consiglieri che fosse la cosa giusta, però la cosa giusta non era perché l’ospedale di
Finale è praticamente chiuso.
Hanno parlato bene sia Biagi che Maurizio, hanno fotografato la situazione
perfettamente, l’ospedale di Finale è chiuso, ormai le speranze sono nulle, il terremoto ha
dato il colpo di grazia, è finita; noi stiamo qui ancora a discutere dell’ospedale, noi
possiamo votare a favore tutti quei documenti ma, alla fine, le cose non cambieranno.
Purtroppo noi rimaniamo ancorati all’ospedale che è chiuso, ormai è un morto che
cerchiamo di rianimare ma non si rianimerà più, purtroppo la situazione è questa, cioè noi
stiamo qui a discutere ancora l’ospedale sì, l’ospedale no.
Non so se la maggioranza e Ratti si rendono conto della situazione, qui abbiamo
alcune persone che hanno chiesto un appuntamento per una visita oculistica e gli hanno
dato l’appuntamento a Zocca; questa è la Sanità allargata che tu intendi, Ratti?”.
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE GARUTTI:
“Il terremoto? Anche prima del terremoto gente che chiedevano una visita e gliela
davano a Carpi, a Vignola, l’ho vissuta personalmente. Purtroppo, la situazione è questa.
Ci rendiamo conto che se uno ha bisogno urgentemente di un intervento medico
deve farsi almeno cinquanta chilometri? Se a uno questa sera gli viene un infarto,
speriamo di no e facciamo le corna, prima che arrivi ad un centro specializzato passano
almeno due ore.
La Sanità allargata, Ratti, va bene, sono tutti discorsi che possono anche andare
bene ma non vanno bene, perché l’urgenza ha bisogno di un presidio vicino e, purtroppo,
la situazione è questa.
Non possiamo noi tutte le volte parlare di ospedale e cercare di avvallare sempre le
decisioni che vengono prese in Provincia e in Regione, dobbiamo difendere il nostro
territorio.
Io capisco, tu dici ‘non dobbiamo ragionare in un contesto finalese, chiuso, dobbiamo
ragionare in maniera allargata’, però ci sono anche delle situazioni oggettive, c’è la
distanza, abbiamo delle strade anche che non sono adatte a un trasporto urgente, e il
super ospedale a Baggiovara-Due deve essere fatto perché altrimenti qui siamo in una
situazione tragica, ma tragica davvero.
Quindi bisogna essere tutti uniti, noi non possiamo sempre presentarci divisi in tutte
le situazioni, sono anni che parliamo di questa cosa, l’ospedale ormai è stato chiuso, cosa
stiamo qui…ancora documenti, carta, che arrivano al funzionario provinciale o regionale di
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turno, li prende, li appallottola, li butta nel cestino, perché ormai hanno già deciso, e voi
state ancora qui ad avvallare le loro decisioni senza pensare al vostro territorio.
L’ospedale di Cento va a servire altra gente, non va a servire Finale, è inutile”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie, Consigliere Garutti. Altri chiedono la parola? Prego, Consigliere Palazzi.”
CONSIGLIERE PALAZZI:
“Intanto, così, scherzando, direi che si potrebbe anche procurare un defibrillatore qui
in Consiglio Comunale, non si sa mai, dopo le ultime…”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Ce l’abbiamo nella casetta gialla, Consigliere Palazzi”.
CONSIGLIERE PALAZZI:
“Ce l’abbiamo, allora siamo tranquilli.
No, a parte gli scherzi, adesso l’argomento è serio, è stato detto un po’ tutto,
diciamo, di quello che penso io, già alcuni miei colleghi hanno evidenziato bene qual è la
problematica, però io vorrei rimanere un po’ più fermo ai documenti che sono stati
presentai.
Ho letto attentamente quello presentato dal PD, che effettivamente è un documento
accattivante se lo si legge così, diciamo in modo superficiale, così, e di primo impatto
pensavo di condividere quasi tutto quello che era scritto, in realtà leggendolo attentamente
ho trovato delle grosse difficoltà a capire dei punti, mi riferisco, ad esempio, all’ultimo di
quando si chiede al Sindaco e alla Giunta di fare delle cose.
C’è il punto due, che è il più lungo, il più corposo, ho provato a leggerlo e ho provato
anche a decifrarlo perché sembrava un po’ scritto con i geroglifici, perché si chiede ‘di
individuare uno strumento aperto a tutte le forze politiche per avviare un confronto con tutti
i soggetti coinvolti’ - lo leggo testualmente per chi assiste a questo dibattito – ‘e per
acquisire i dati necessari per valutare la realizzazione di un nuovo studio di fattibilità per
una nuova struttura ospedaliera tra Mirandola, senza pregiudizio alcuno, ma
salvaguardando territorio’.
Questa è una frase che messa insieme vuol dire non fare niente, cioè vuol dire
mantenere tutto così com’è e non fare niente, perché già dire che bisogna individuare uno
strumento per coinvolgere tutti i soggetti per acquisire i dati necessari, per valutare la
realizzazione, vuol dire arrivare fra quarant’anni per arrivare su a mettere insieme un
progetto di fattibilità, vuol dire, io capisco questo prima di tutto.
Poi io, detto questo, il che vuol dire proprio, confermo quello che ha appena detto il
collega Garutti, che vuol dire che voi volete lo status quo, è successo il finimondo e voi
volete mantenere un documento che sembra il libretto di Mao, cioè che è irremovibile, non
si deve toccare, quello che è scritto è scritto, perché le Province adesso spariscono; le
Province spariscono dal 2014 in poi, il PAL è esecutivo al 2011 al 2013, mi risulta.
Quindi io ritengo che sia nostro dovere pretendere dalla Provincia che loro
ristabiliscano il programma previsto dal PAL.
Il programma previsto dal PAL per Finale Emilia consiste in cosa? Consiste, io leggo
il PAL, il documento ufficiale, è qui, ce l’ho qui sotto mano, ristabilire dieci posti di
lungodegenza e riabilitazione, e di ristabilire dieci posti di lungoassistenza che erano
diventati quindici, se non sbaglio, in ultima analisi, o erano stati chiesti, per l’ospedale di
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Finale, il che vuol dire che l’ospedale di Finale deve vedere riaperti i servizi che aveva
almeno prima, ma detto chiaramente, cioè bisogna che si faccia un documento, ci si metta
d’accordo che va chiesta a gran forza, ancora prima di fare discorsi… Sì, ma sono tutte
frasi sibilline e poco decise”.
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE PALAZZI
“Ho capito, però voi in realtà al punto primo chiedete praticamente di mantenere uno
status quo che, diciamo, non ha nessuna implicazione esecutiva, diciamo così.
Quindi questo aspetto qua l’ha accennato, forse, il collega Poletti, cioè il discorso è
l’ospedale di Carpi viene ripristinato, ed è già a buon punto, l’ospedale di Mirandola viene
ripristinato e vedrà aperti gli ultimi reparti a poco tempo, se non sbaglio, io non capisco
perché nell’ospedale di Finale non si faccia niente. Bè cosa siamo noi?
Lo diceva giustamente il collega Biagi prima, che discorso è quello che hai fatto tu
sul fatto che adesso si accentra tutto e quindi si pensa alla Sanità in centri specializzati, in
grandi ospedali. In linea di principio sono a posto, ma allora cosa vuol dire, che noi che
siamo fuori dal mondo dobbiamo morire e dobbiamo rimetterci la salute per poterli
raggiungere?
Vuol dire che, secondo te, è un criterio equo di giustizia, che la Sanità noi cittadini di
Finale Emilia, lontani quaranta chilometri dal primo ospedale attrezzato, siamo secondo te
paragonati, messi allo stesso livello degli altri? Perché tu prima hai detto esattamente
questo, hai detto che noi siamo uguali e godiamo degli stessi servizi, delle stesse
opportunità quanto un abitante di Carpi, ma è una baggianata enorme dire così perché è
una cretinata e non si può sostenere il contrario.
Allora, a parte il discorso dell’ospedale nuovo che andrebbe affrontato, ed è giusto
anche affrontarlo in questa sede perché quello che è successo con il terremoto ha portato
conseguenze anche alla Sanità provinciale, non è che il terremoto ha colpito, che so, le
istituzioni pubbliche, il municipio, le poste e le altre attività, e invece la Sanità è rimasta
perfettamente integra, anzi, è stato uno di quei settori che è stata maggiormente colpita.
E quindi è obbligatorio rivedere il PAL in questa occasione, perché non può essere
più considerato un PAL come prima perché sono cambiate le basi di discussione e di
valutazione di tanti parametri che prima potevano anche essere condivisi se uno faceva i
discorsi come hai fatto tu prima, ma in realtà adesso non sono più condivisibili, vanno
rivisti ad uno ad uno.
Noi siamo diventati cittadini, eravamo cittadini di serie B, adesso con quello che ci è
successo siamo cittadini di serie C, è per questo che la Provincia e le istituzioni
dovrebbero avere un occhio di riguardo nei nostri confronti, maggiore riguardo nei nostri
confronti, perché già eravamo penalizzati prima e lo siamo ancora di più adesso con il
terremoto.
E’ possibile che questo concetto non venga assimilato dai vostri documenti, dalle
vostre intenzioni?
Quindi, dicevo, il ripristino per lo meno delle cose essenziali che avevamo prima.
Avevamo un punto di primo soccorro, non c’era un’ambulanza medicalizzata ma c’era
quella, diciamo, non so come si chiami, meno dotata, quella che non salva la vita,
insomma, quella medicalizzata salva la vita, quell’altra non la salva, trasporta, diciamo
così, trasporta e basta, trasporta al primo ospedale.
Noi vorremmo che sull’ospedale di Finale, ospedale che è un eufemismo chiamarlo
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come ha detto Mirco, perché sappiamo su tutti i documenti del PAL l’ospedale di Finale
non è neanche menzionato, io qua ho tutte le tabelle, quando si parla di ospedale si parla
di HUB provinciali, di ospedali di area e ospedali di prossimità, e Finale non c’è, c’è
Mirandola che è un ospedale di prossimità, c’è Pavullo che è un ospedale di prossimità,
ma di Finale non c’è l’ombra del nome Finale Emilia associato alla parola ospedale, che
questa la dice lunga su quello che ci considerano a livello provinciale.
Poi è evidente, come dici tu, che i cittadini vanno a Cento, se non hanno un servizio
nella nostra provincia dove devono andare? Vanno all’ospedale territorialmente più vicino,
quello più facile da raggiungere.
Io ricordo mio padre, che ora purtroppo è scomparso, quando era ammalato doveva
andare a fare le sue visite a Carpi, il che complicava enormemente la vita a lui e a tutti i
suoi familiari, un’ora e un quarto per raggiungere un ospedale quando probabilmente se
avesse avuto lo stesso servizio paragonabile probabilmente con quindici chilometri, o venti
chilometri, se la poteva cavare, invece no, la struttura è provinciale, e quindi la visita
doveva essere fatta esclusivamente e obbligatoriamente a Carpi, questo sto dicendo.
Quindi io proprio dico sempre che, tornando proprio sul concetto dell’ospedale a
Finale Emilia, io sono proprio contro questa mentalità del fatto che adesso c’è questa
moda, ma ci sono questi soldi meno disponibili, e quindi tutto si deve accentrare nei grandi
capoluoghi; ma, voglio dire, c’è un limite poi anche a tutto, oggettivamente, cioè è una
questione anche di mobilità, se uno si sente male deve raggiungere un ospedale ma un
ospedale a quaranta chilometri, per quanto sia veloce il trasporto, si muore, non è una
questione solo così, di parametri di mobilità e altri parametri.
Io lo dico sempre, a Finale Emilia, è stata richiamata la struttura storica dell’ospedale,
prima ne ha parlato il collega Biagi, a Finale Emilia l’ospedale è nato da privati nel 1700,
fine 1600, è stato mandato avanti per tre secoli con l’aiuto, l’apporto di privati cittadini, di
donazioni, ha svolto il suo servizio per trecentocinquanta anni, sono stati sufficienti
trent’anni di gestione comunista, io la chiamo, per farlo chiudere”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie, Consigliere Palazzi. Chi chiede la parola? Prego, Consigliere Boetti”.
CONSIGLIERE BOETTI:
“Buonasera. Scusate il ritardo, però ci sta proprio sull’argomento, perché purtroppo
per problemi familiari sono due giorni che vado avanti e indietro dagli ospedali, ho già fatto
in due giorni trecentocinquanta chilometri, una piccola operazione a mia moglie poteva
essere fatta tranquillamente anche qui a Finale, se poteva esistere, o anche a Mirandola,
mettiamola così.
Quindi in questi due giorni ho scoperto anche tante cose a Baggiovara, vorrei
arrivare su alcuni servizi che prima erano a Mirandola e che li ho trovati a Baggiovara per
caso, perché anche quando si andava al CUP per chiedere prenotazioni non sapevano
dov’erano questi ambulatori, quindi parlo di pneumologia, nessuno sapeva niente, ho
trovato il professore di pneumologia ieri mattina a Baggiovara, appuntamento per caso,
perché venivamo da Finale, eravamo terremotati, e quindi mi ha dato l’appuntamento alle
ore 14.30, io ero all’ospedale da ieri mattina alle 6 e ho aspettato fino alle 14.30 la buona
volontà di questo professore, ne do atto.
Ma non era finito lì, perché poi dopo siamo dovuti andare anche in cardiologia, in
cardiologia il professor Simonini di Mirandola anche quello, lui e tutta la sua equipe, non
verranno più a Mirandola, confermato, idem per la pneumologia e questi sono due casi.
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Ho portato i miei suoceri in oculistica, ma non li ho portati più a Carpi, a Carpi non c’è
posto, non si sa neanche quando, li ho dovuti portare al Malpighi a Bologna e ho fatto altri
100 chilometri.
Quindi io auguro a tutti quelli presenti che non gli succeda mai niente, perché è una
rottura di scatole.
Io stamattina mi sono alzato alle 5.30, sono arrivato qui a finale alle 9, e vi posso dire
solo di un giorno, purtroppo mia moglie è invalida e io di queste storie ce ne ho tutte le
settimane.
Se ci fosse un presidio a Finale almeno per il minuto mantenimento, perché vi
racconto questa, mia moglie stamattina non c’era il posto a Baggiovara nonostante che
l’abbiano ricoverata, quindi l’hanno chiamato letto barellato, poi chissà perché alle 10.30 le
hanno trovato un letto, è stata dimessa in anestesia totale, l’ho portata a casa io in
macchina che era ancora sotto effetto dell’anestesia; se a Finale Emilia ci fosse stato
l’ospedale, quando era aperto, ed era già successo un’altra volta, hanno fatto un
trasferimento ed era rimasta all’ospedale di Finale due giorni per finire la terapia.
Un’altra volta, sempre dal Malpighi, o Sant’Orsola, per fare una puntura sono dovuto
andare a Mirandola, perché all’ospedale di Finale non fanno le punture, bisogna avere
l’autorizzazione, non so come. Quindi io vi auguro tanta bella salute.
E’ chiaro che un ospedale nella propria zona, e non sono solo io perché io stamattina
ho trovato a Modena una signora di Concordia, ieri ho trovato uno di San Felice che ha
detto ‘cosa fai qui? cosa fai tu?’, ho trovato, mi dispiace, il povero Elvino Pignatti, era di
fianco con mio suocero al pronto soccorso, era di fianco a me a Cento, per carità del
signore, ‘cosa fai tu?’; se ci fosse stato un pronto soccorso a Finale, probabilmente, ci
saremmo trovati lì, per carità del Signore.
Però, il decentramento, spostare tutti questi servizi di Finale, comportano dei sacrifici
enormi che sono ben più onerosi di quanto può costare anche una ristrutturazione.
Tenete conto che solo io, quindi io parlo nel mio caso ma ce ne sono tanti, ho visto
dell’altra gente di Finale anche questa mattina che facevano la proctologia perché sono
passato per di lì, ne ho visti degli altri, tanti, alla fine sono automobili che si spostano,
benzina, mangiare fuori, sono tanti soldi, e quindi anche tutti questi professori, tutti questi
infermieri, tutti questi materiali prodotti sono una barca di quattrini; quindi anche
ristrutturare, rendere agibile, dargli una specialità, non so, ad Este mi sembra che ci sia
l’ortopedia specializzata solo nelle ossa, o in altri ospedali specializzati in determinate
cose, la stessa cosa si può fare a Finale, non vedo perché ci sia questa chiusura totale,
netta, che così nello stesso tempo si può avere anche un pronto soccorso, un primo
intervento un pochino più decente.
Adesso, purtroppo, quelli che ci sono, quei ragazzi che prima o poi ritorneranno nella
loro sede sono lì che brontolano al centro sportivo, perché è precario, quindi anche da
quel lato lì bisogna, insomma, fare al più presto, che si apra la struttura di Finale.
Quando abbiamo fatto quel giro avevano promesso, hanno detto, almeno credo, il
dottor Meschieri, che ‘entro la fine di novembre sarà ripristinato’, lo speriamo, credo,
almeno le promesse erano sincere, almeno da poter rientrare con il minimo dei servizi per
poter ricominciare, e qui non è una cosa da nulla, di poter ridiscutere ancora, di nuovo, nel
momento in cui si ritorna a riaprire anche solo la parte nuova e ricominciare a ragionare
sul vecchio, non è detto che bisogna chiuderlo, oppure fare dei muri per evitare che la
gente vada nella parte rovinata, si può tranquillamente, col tempo, anche a breve distanza,
ritornare a ripristinare e dare un’eccellenza a Finale.
Ci stanno soffiando tutto, noi a Finale vogliamo avere la nostra identità, e l’identità
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era anche nell’ospedale, perché soprattutto un ospedale di 300-400 anni che viene
etichettato dalla Sovrintendenza, dopo che ci rompono le scatole per dieci mattoni di un
maschio di un castello che sono ancora sei mesi che sono in mezzo alla strada, e invece
per un ospedale procura subito il documento per dire ‘fate quello che vi pare, perché
intanto non ha nessuna rilevanza storica’; sicuramente avrà rilevanza storica il castello,
monumento nazionale, ma tutti i mattoni là per terra, per fare un esempio, potevano
essere tolti già da tempo.
Quindi è inutile menarla su tante retoriche e cose varie, quindi sicuramente, se c’è
l’impegno di tutti, l’identità di Finale.
E’ chiaro che il partito centralista del PD è nato così, quindi centralizzare dove crede,
dove ci possono essere delle opportunità maggiori, è chiaro che vuole tenere il minimo
indispensabile, fare bella figura verso i cittadini, perché noi siamo tutti beccaccioni, qui
beccano, però sicuramente lo prendiamo in quel posto, e lo prenderemo nel posto anche
questa volta e tutti zitti e mosca; invece no, è questa l’occasione, è proprio questa, col
terremoto, di fare valere la comunità come professano quelli di Massa, e dico quelli di
Massa professano, parlano di comunità, parlano in tutti i loro interventi, la comunità non è
solo Massa ma anche Finale, e quando si parla dell’ospedale è l’ospedale di tutti, non solo
quello di Finale ma anche per quelli di Massa.
Se poi quelli di Massa vogliono andare a Mirandola, perché credono che Mirandola
sia meglio, per carità del Signore, ma sicuramente Finale Emilia ha la sua storia e deve
essere mantenuta”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie, Consigliere Boetti. Altri? Prego, Consigliere Borgatti”.
CONSIGLIERE BORGATTI:
“Io farò un intervento molto, molto, breve. Io sono d’accordo con tutti gli interventi dei
colleghi di minoranza, e in parte anche con quelli che hanno fatto gli altri, credo però
siamo un po’ fuori dalla realtà.
Questa mattina io ero in automobile e ascoltavo la radio, e c’era proprio un’intervista
sulle questioni della Sanità nella bassa modenese, e non ho nemmeno sentito nominare
l’ospedale di Finale, cioè hanno parlato esclusivamente degli ospedali di Mirandola e di
Carpi perché, non noi, l’ospedale di Finale, loro hanno paura che con la scusa del
terremoto vengano depauperati anche quegli ospedali là, figuriamoci quello di Finale, cioè
quello di Finale nessuno l’ha nominato.
Mi sono reso conto che quando lo nominano, in riunione private, lo fanno solo per
fare un piacere a noi, ma non esiste proprio, non ci pensa ormai più nessuno all’ospedale
di Finale.
Il discorso è brutto, credo proprio che sia la verità, cioè l’occasione del terremoto è
quella che darà all’azienda sanitaria la possibilità di risolvere tanti problemi.
Io ho sentito personalmente, con le mie orecchie, la nuova direttrice che ha sostituito
Caroli, questo signore che viene dalle Marche, dire che per quello che riguarda l’ospedale
di Finale è chiuso, l’ha detto in pubblico, c’erano cinquanta persone che sentivano, a una
domanda precisa ha risposto così, senza nemmeno un problema, e ha detto che quello di
Mirandola verrà ridimensionato, mentre ha detto che verrà potenziato quello di Carpi; così
ha detto, ha detto ‘a Finale salveremo gli ambulatori e la casa della salute’, finito.
Noi rischiamo, qui noi parliamo un linguaggio in difesa della nostra comunità, ma è
un linguaggio che parliamo solo noi, cioè non so, noi facciamo una battaglia di pura
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testimonianza che non ha nessuna possibilità di ottenere un risultato concreto; con questo
non voglio dire che non la dobbiamo fare, ma voglio dire che è più o meno fatale che
quando un paese, è un discorso che abbiamo fatto mille volte, perde importanza è ovvio
che anche i servizi subiscono le stesse conseguenze.
Quando c’era l’ospedale a Finale, uno che stava all’Entrà con poteva chiedere che
venisse fatto l’ospedale all’Entrà, e adesso che la struttura sanitaria è cambiata noi siamo
diventati l’Entrà della bassa modenese.
Noi ci possiamo qui dire il discorso che ha fatto Boetti, anche che ha fatto Sandro, è
un discorso perfetto, cioè esprime un disagio reale di persone che incontrano dei problemi,
ma tuttavia se al nostro dibattito potessero assistere le autorità che sono preposte a
decidere, ci prenderebbero per matti, perché qui noi stiamo verificando veramente
l’impotenza della politica, cioè noi parliamo di cose che non abbiamo nessuna voce in
capitolo per decidere; noi possiamo chiedere anche all’unanimità di salvare l’ospedale, ma
la nostra voce rimarrà del tutto inascoltata, indipendentemente dalla qualità e dalla validità
dei documenti che approveremo o meno stasera, qualunque cosa noi stasera votiamo e
approviamo non conta niente rispetto al problema dell’ospedale e di salvarlo.
Io ho colto uno spunto nell’intervento che ha fatto Maurizio Poletti all’inizio, e
approfitto, anzi, di questo momento per intervenire, perché a mio parere il futuro,
l’incognita della nostra comunità, al di là del discorso ospedale, è la desertificazione del
nostro paese, che non è soltanto una questione di lavoro.
Io mi domando cosa succederà di tutti i ruderi che noi ci troviamo nel territorio, nel
nostro centro storico, e che non hanno nemmeno nessuna possibilità di essere riparati e
non si sa a quale destinazione, non dico entro breve tempo, ma dico entro i prossimi dieci
anni.
Noi dobbiamo riflettere, lo dico con spirito propositivo e non con l’intenzione di fare
della polemica, lo dico perché noi qua che amministriamo la comunità del nostro territorio
ci pensiamo a queste cose.
Io ho sentito dire ai nostri amministratori che dopo le scuole là dietro vogliono fare la
biblioteca, allargare, altre cose. Penso, sinceramente, che sia un errore.
Cosa resterà nel centro storico di Finale? Dei palazzi in demolizione che nessuno
aggiusterà più e che verranno giù, cioè l’effetto L’Aquila l’avremo rimpicciolito, perché
siamo più piccoli, a Finale.
Il palazzo dove c’era la biblioteca, cosa succederà? Il castello, le vecchie scuole
elementari, tutte le chiese, questi non nono problemi nostri, nel senso
dell’Amministrazione comunale, per lo meno non per tutte, cosa succederà di tutte queste
strutture che non c’è nemmeno l’idea di che cosa ci si potrà fare, e non ci sono nemmeno i
soldi per poterci fare niente.
Noi rischiamo nel lungo periodo, superata l’emergenza del terremoto, quando le
persone saranno rientrate tutte nelle loro case, quando la vita sarà tornata più o meno
normale per tutti, rischiamo di trovarci in un paese desertificato e con dei ruderi nel centro
storico in una maniera irrisolvibile, e a questi ruderi ci aggiungiamo adesso anche
l’ospedale.
Io lo pongo come interrogativo, non ho la soluzione in tasca, non ho il biglietto di
andata per la luna, lo pongo come interrogativo, prima di buttarci a corpo morto in scelte
che possono sembrare seducenti facciamo una riflessione, uno sforzo, un dibattito in tutta
la nostra comunità, perché c’è questo rischio concreto.
C’erano dei progetti che erano molto belli, prima del terremoto, di lungo periodo, che
non c’erano le risorse per poterli realizzare, che si dovevano dispiegare nel cuore del
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 110 DEL 06/11/2012 ad oggetto: ORDINE DEL
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nostro tessuto comunitario, che adesso sono sperduti perfino nella speranza di poterli fare.
Adesso prendo l’esempio della biblioteca, perché l’ho citato, non c’era il progetto di
fare nella vecchia chiesa di San Francesco l’archivio comunale, la nuova biblioteca, la sala
conferenze, di farne un centro per tutti gli studenti che era in prossimità a tutto il polo
scolastico? Perché dobbiamo andare a fare una baracca di cartongesso in aperta
campagna? Non lo so, che se un ragazzo inciampa, dà una testata e butta giù il muro.
Io non so, credo che noi… adesso l’emergenza è un conto, quello che è stato fatto
già di per sé è un miracolo, è una cosa bellissima che i nostri ragazzi abbiano una scuola
dove andare, ma per il nostro futuro credo che noi la nostra programmazione non possa
prescindere da una riqualificazione del nostro centro storico, e non da un decentramento
fuori, perché il principio del decentramento è un principio che io reputo sbagliato, nella
Sanità e anche nella nostra comunità cittadina”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Grazie, Consigliere Borgatti. Altri? Se non ci sono altri, io direi di dare la parola
all’Assessore Stipa, e poi per la replica cinque minuti ai presentatori.
Prego, Assessore Stipa”.
ASSESSORE STIPA:
“Buonasera a tutti. Volevo fare, innanzitutto, un po’ il punto della situazione, come
situazione attuale, situazione in prospettiva di tempi, di recupero di strutture.
Come avete detto, è stato fatto un giro dai Capigruppo all’interno dell’ospedale, c’era
il dottor Meschieri ma c’era anche l’ingegner Ferrara, se non vado errato, con voi, e vi ha
dato un po’ di tempi di recupero di strutture; i tempi attuali sono che entro fine novembre
dovrebbe essere restituita parte della struttura in cemento armato, dico parte perché la
parte più vicina al castello e più vicina alla parte storica, vecchia, dell’ospedale, non può
essere utilizzata in quanto non può essere attualmente creata un’uscita di sicurezza,
quindi è una questione di metrature di distanza dalle uscite di sicurezza. Nella parte che
viene recuperata si è pensato di rimettere al coperto, in strutture in muratura, quei servizi
che tendono a dare un assembramento maggiore di persone, al di là della funzione, o di
locazione che attualmente è assolutamente inadeguata.
Premesso, tutti i container sono inadeguati, però per alcuni servizi possono essere
più tollerati rispetto che per altri, parlo in questione di emergenza.
Quindi il pensiero è di rimettere dentro il punto di primo intervento, di mettere dentro
il centro prelievi perché vede un assembramento notevole di persone in un arco di tempo
limitato, il CUP, la ripresa di servizio della radiologia, parte degli specialisti, di riprendere la
funzionalità di un day hospital medico, e di mettere all’interno anche tutti i medici di
famiglia con i loro ambulatori, questo come prima parte.
Sempre l’ingegner Ferrara, che è il tecnico di cui mi devo fidare come tempi, pone
come fine gennaio la restituzione della restante parte in cemento armato dell’ospedale
dove mettere dentro la restante specialistica.
Per quanto riguarda la parte storica dell’ospedale, ha un danneggiamento importante
che al momento non permette il recupero, diciamo così, abitativo, chiamiamolo tanto per
chiarirci, di questa parte di struttura, ma solo il recupero come messa in sicurezza, cioè
che non crolli in eventuali altre scosse.
Quando si diceva Finale è rimasto fermo, Finale non è rimasto fermo, Finale ha
ricominciato a fare i lavori nella parte più facilmente recuperabile, la parte storica è una
parte estremamente più complessa da recuperare.
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 110 DEL 06/11/2012 ad oggetto: ORDINE DEL
GIORNO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI "LO SCARIOLANTE" E "IL POPOLO
DELLE LIBERTA' " AD OGGETTO: 'ISTITUZIONE DI UN TAVOLO TECNICO PER LO
STUDIO DI FATTIBILITA' DI UN NUOVO OSPEDALE NELLA ZONA NORD DI MODENA
E PER LA VALORIZZAZIONE DI QUELLO DI FINALE EMILIA'.
Io farei una similitudine con quello che avete chiamato il super ospedale della bassa,
avete detto che sono stati soldi, tra virgolette, sprecati, se non ho capito male, investirli
direttamente su Mirandola e Carpi perché potevano essere tenuti per costruire un nuovo
ospedale. “
(Intervento fuori microfono)
ASSESSORE STIPA:
“Forse ho travisato, io ho capito che forse potevano essere risparmiati per essere
messi di là, io credo di aver capito questo, se ho capito male mi scuso.
Comunque per Finale, per adesso, non è stato messo mano alla parte storica perché
richiede un esborso di denaro importantissimo, quindi i fondi che ci sono, che sono i
2.700.000 euro che ci sono, non sono spariti, non sono stati vanificati nel nulla, ci sono, si
sta pensando di vedere se è più utile impiegarli nella costruzione di una nuova struttura, o
nel recupero della vecchia.
Io d’accordo con il resto della Giunta, d’accordo con il Sindaco, ho fatto fare uno
studio di fattibilità per una struttura nuova, studio di fattibilità non vuol dire un progetto,
fine, ma vuol dire semplicemente uno studio per capire quali spazi e a quali costi si va
incontro per la costruzione di una nuova struttura da contrapporre, ovviamente, ad un
preventivo ad uno studio di recupero della vecchia.
La nostra Amministrazione non è che vuole per forza una struttura nuova, o vuole
per forza la struttura vecchia, si cerca di valutare qual è la soluzione migliore.
A me non interessa, a me e alla Giunta, qual è la struttura fisica in cui vengono
alloggiati i servizi, a noi interessano i servizi, è questo che interessa, il ripristino di tutti i
servizi che c’erano antecedenti al terremoto, perché oggi purtroppo non si può più pensare
di curare un infarto a Finale Emilia, scusami Mirco se prendo il tuo paragone, perché una
volta si faceva una flebo, se andava, andava, se non andava crepava, oggi gli infarti si
curano con altri sistemi che non è possibile avere capillari sul territorio perché richiedono
una specialistica alta.
Oggi agli infarti si fa l’angioplastica, si mette un palloncino, si mette un tubino
all’interno della coronaria chiusa, non è pensabile che un servizio di questo genere sia
diffuso capillarmente sul territorio, si deve avere un sistema di emergenza che sia in grado
di trasportare rapidamente e con le persone competenti il paziente che ha un infarto nella
struttura di riferimento per questa patologia.
Il territorio deve poi assicurare un ritorno precoce, rapido, di queste persone, ma non
si può pensare di curare le patologie acute di questo genere, capillarmente sul territorio.
Quindi il discorso della raccolta di fondi per la Casa della Salute che diceva Lorenzo,
con cui ha discusso con la Cristiana, in realtà è un discorso un pochino più semplice e più
piccolo, io ho messo in piedi una ONLUS per raccogliere dei fondi per integrare
eventualmente quello che è la Casa della Salute, ma non ho nessuna prospettiva di
raccogliere fondi enormi per costruire un ospedale, per costruire qualcosa, sto
raccogliendo delle piccole cifre che possono, però, servire ad integrare con donazioni un
qualche cosa; per esempio, sto pensando all’acquisto di un ecografo portatile, piccolo, da
donare al punto di primo intervento, perché nella radiologia c’è un ecografo grande che
può essere utilizzato dal radiologo nei momenti di presenza del radiologo, però un piccolo
ecografo dal costo di 6-7.000 euro è una cosa che può essere alla portata della raccolta di
fondi che sto facendo, che vi ripeto è una cosa piccola ma serve ad integrare un qualcosa,
a dare una maggiore funzionalità ad un qualcosa che si possa creare, non ho nessuna
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velleità di avere fondi per un ospedale, magari fossi in grado di farlo ma non lo sono, non
ho questa pretesa, non ho questa velleità.
Quindi la raccolta di fondi è questa, quindi il discorso con la Cristiana, probabilmente,
c’è stato un misunderstanding, ma quello che diceva la Cristiana per la raccolta della Casa
della Salute probabilmente si riferiva a questo.
Io sono per la funzione del nostro ospedale, chiamiamola Casa della Salute,
chiamiamolo ospedale, chiamiamolo quello che volete, ma è la funzione che deve essere,
e vi ripeto non sono per una struttura per forza nuova.
Lo studio di fattibilità che abbiamo fatto fare prevede una struttura ad un piano unico,
in legno, antisismica, a recupero energetico importante, con pannelli fotovoltaici, con
pannelli solari termici per l’acqua calda, con sistemi di riflessione della luce per illuminare
anche gli ambienti
Vi ripeto, è uno studio di fattibilità che era volto a mirare l’impatto ambientale, i costi,
gli spazi di una struttura nuova da contrapporre a un’eventuale recupero della struttura
vecchia, quindi non è un dictat, è un’idea di confronto su alcune soluzioni possibili.
Grazie”.
PRESIDENTE DEL CONISLGIO:
“Grazie, Assessore Stipa. Per la replica, i presentatori. Prego, Consigliere Poletti”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Naturalmente, in questo momento io parlo a nome de Lo Scariolante, poi non so, è
co-firmato, quindi vediamo cosa diranno gli altri.
Quello che voglio dire, intanto, è un ringraziamento sentito a Maurizio Boetti per
l’intervento, personale, toccante, che dà lo spessore drammatico della situazione in cui è
la nostra Sanità, storie di ordinaria drammaticità.
Questo vi dovrebbe fare riflettere, avete una responsabilità. Borgatti diceva ‘la
politica è impotente’, io dico che se chi governa questo Comune facesse sentire, invece,
una voce di rabbia nei confronti del partito PD Modena e Bologna, sarebbe qualcosa che
invece potrebbe cambiare le cose, e invece, purtroppo, vedo che nemmeno un disastro
come quello che ci ha colpito vi sta cambiando.
Noi con questo ordine del giorno chiediamo solamente una cosa importante, che si
facciano investimenti nella Sanità della bassa. In questo momento, fino ad oggi, in tutti
questi anni, la sinistra ha solo fatto finanziamento e investimenti con un concetto
modenacentrico, tutto su Baggiovara, Policlinico, tutto intorno alla città, dimenticando
questo territorio.
Quello che noi chiediamo con questo ordine del giorno è la possibilità di costruire un
ospedale di eccellenza, e lo dobbiamo urlare con rabbia dopo quello che ci è avvenuto, e
poi la valorizzazione di un ospedale di frontiera, c’è una netta differenza, lo dico
all’Assessore, lo dico a Ratti, tra Casa della Salute e ospedale; la Casa della Salute non è
un ospedale, qui si contraddice anche lei, diceva prima che lei praticamente sarebbe
d’accordo su un punto di primo intervento con ambulanza medicalizzata h24, questo la
Casa della Salute, l’esperienza delle Case della Salute in Italia non lo prevedono, perché
la Casa della Salute non è altro che un concentrato di ambulatori.
Abbiamo bisogno di un ospedale di frontiera perché siamo lontani da tutto,
principalmente per le attività di emergenza/urgenza, questo chiediamo, e lo dovevamo
chiedere con rabbia.
Guardate, la tragedia che ha colpito poteva diventare un’occasione straordinaria, in
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questi mesi Sindaco e Giunta hanno parlato solo di monumenti, di pietre preziose, di pietre
del medioevo, quando qui avete dimenticato una cosa essenziale, Finale Emilia è stata
epicentro del primo terremoto nella storia d’Italia che ha colpito un’area intensamente
produttiva, epicentro, ribadisco questo concetto.
A questo punto era solo necessario fare una cosa, non andare dietro ai monumenti o
a fare tutta una sequela di manifestazioni per cercare, praticamente, di chiedere ai finalesi
una sorta di autosolidarietà, e di correre qua e là praticamente a cercare i finanziamenti,
che sono importanti, ma un Sindaco con spessore politico, dopo quello che è avvenuto,
doveva andare da solo a Roma da Monti e dire ‘noi siamo di Finale Emilia, abbiamo perso
tutto, siamo epicentro di un territorio intensamente produttivo, dobbiamo partire dalla
Sanità, perché è la Sanità il primo servizio che richiama di nuovo sul territorio gente e
imprese’.
Avete parlato di monumenti, avete fatto feste e festicciole in un clima irreale, e non è
questa la priorità, chiedendo ai finalesi di fare autosolidarietà quando la priorità assoluta di
un Sindaco era di rivendicare una posizione di forza sulla questione della Sanità.
Noi abbiamo bisogno di un ospedale, questa era la priorità, di un servizio sanitario, il
ruolo di un Sindaco con spessore è questo, è questo, perché il depauperamento
demografico che dicevo prima è la perdita di imprese, è assolutamente grave, e la perdita
di queste imprese e di questi cittadini che pian pianino, e ve ne accorgerete
drammaticamente, e ce ne accorgeremo drammaticamente, va via anche perché
soprattutto non è tutelata dal punto di vista sanitario. Questa è la questione centrale di
tutto l’argomento.
E come si fa? Perché non vi siete ribellati ad un atteggiamento della Sovrintendenza
che dice che questo ospedale non ha valore storico quando è stato costruito, come prima
giustamente ricordava Sandro, nel 1700, e questo è un documento che per merito di Boetti
abbiamo scoperto.
E qui, un’Amministrazione non doveva reagire dicendo ‘ma come, ma state
scherzando? Questo è un valore di pregio il nostro ospedale?’ E quindi è assolutamente
fondamentale che manteniate quei vincoli di valore culturale, storico e architettonico che ci
danno maggiore possibilità di chiedere di mantenere.
Quindi la responsabilità è vostra, il valore di questa posizione di chi non ha capito
quello che è accaduto veramente, perché comincia adesso il problema, la prima
emergenza è finita ma la fase di depauperamento e di abbandono del territorio è appena
iniziata, e se non si riporta al centro della questione l’ospedale di Finale, che è al centro
della questione… Cento serve un altro territorio, Finale Emilia è inserito in una rete
provinciale ed è stata abbandonata dalla rete provinciale, perché il PD e la sinistra hanno
investito solo su Modena.
Questa è la questione vera della faccenda, perché gli episodi che raccontava prima
Boetti sono lo specchio della verità, lo specchio della realtà, di quello che accade
costantemente, e quindi io assolutamente manterrò una posizione rigida sull’ordine del
giorno che io, in questo momento, difendo a spada tratta perché è quello che serve.
La super Capigruppo ha un senso politico, perché sono i tre Comuni che hanno in
questo momento un ospedale, due ormai, Finale non ce l’ha più, e quindi è evidente che la
discussione deve partire da lì, ed era una discussione logica lì, il luogo deputato.
Volete portarla all’Unione dell’area nord? Si è visto che valore ha l’Unione dell’area
nord dopo quello che è avvenuto, una valenza zero, un Ente vuoto, lontano dalla gente. I
Capigruppo serviva per cominciare ad affrontare le problematiche vere e serie.
Quindi la sudditanza politica che avete dimostrato anche in questa occasione è
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grave. Cioè, io mi sono chiesto in questi mesi, dopo i vostri attacchi, ripetuti, “dov’eri?
Cosa facevi?”, cosa doveva fare un Sindaco in questa situazione, doveva assolutamente
muoversi con spessore politico e andare a Roma e portare i finalesi a Roma.
Voglio ricordare la posizione, per esempio, esulo per un attimo, di Ferioli quando
disse ‘serve la no tax area’, appena Errani dice ‘no, la no tax area non si può fare’, Ferioli
dice ‘no, ha ragione Errani’; è lo specchio della mancanza di spessore politico, ai finalesi
vanno dette queste cose.
Occorre e occorreva e occorrerebbe ancora, rivendicare questa peculiarità, siamo
epicentro del primo sisma nazionale che colpisce un’area produttiva e qui, in questi mesi,
si è parlato moltissimo di Finale perché siamo epicentro e si è persa un’occasione, il
disastro poteva essere trasformato in una grande occasione di rivendicare i servizi a
partire dalla Sanità, ed è una questione tutta politica e basta”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“La invito ad avviarsi alle conclusioni, Consigliere Poletti”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Come si fa a non rendervi conto di questo? La rabbia è questa, che si è perso
tempo.
La raccolta dei fondi che dicevo prima, ci devono andare gli Assessori, i Consiglieri di
maggioranza. Un Sindaco deve andare a rivendicare prioritariamente i servizi base della
vita della propria città, e la Sanità è quella, e non perdersi dietro altre cose che poteva
delegare, e poteva invece andare a combattere anche da solo portando i finalesi, lo
ribadisco il concetto.
Io voglio ricordare, a L’Aquila sono andati a Roma almeno quattro o cinque volte con
migliaia di persone, credo che si arriverà a questo perché gli imprenditori, gli agricoltori, i
commercianti, i cittadini, sono in un livello di rabbia totale; non si vede un soldo, la
contribuzione di risarcimento dei danni sarà minima, non sarà mai l’80% ma molto meno, e
allora questa rabbia monterà.
Il difficile parte adesso, prima era difficile ma su un altro fronte, la vera difficoltà è
adesso, e la mancanza di spessore politico da parte vostra emerge adesso. Prima era
paradossalmente tutto, tra virgolette, oserei un termine non dico facile, per l’amor di Dio,
ma era un atto dovuto da parte di tutta un’organizzazione di Protezione Civile nazionale,
eccetera, era persino obbligatorio che cosa si poteva fare logicamente, ma il difficile e la
mancanza di linea politica emerge adesso, a cominciare dalla Sanità.
E un Sindaco si deve contraddistinguere per questi fatti, un Sindaco è chiamato a
fare scelte politiche, e non sono state fatte scelte politiche, è stata persa un’occasione
enorme, doveva essere in vendita…”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Abbiamo compreso il suo pensiero, Consigliere Poletti”.
CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Lo ribadisco, perché sul fronte Sanità è assolutamente grave questa carenza di
spessore politico”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Ha già sforato abbondantemente i tempi a sua diposizione”.
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CONSIGLIERE POLETTI MAURIZIO:
“Ribadisco e chiudo il mio intervento dicendo che io voterò l’ordine del giorno mio, e
voterò contro al vostro ordine del giorno, contestando la vostra presa di posizione e
criticando, da uomo libero quale sono, la posizione del PdL a Mirandola che ha tenuto su
questo tema, perché anche loro non hanno capito l’inganno che si è consumato
nell’ennesimo ordine del giorno, come diceva giustamente Gianluca prima, che non
cambia niente.
Quindi voto a favore dell’ordine del giorno come Scariolante, e contro l’ordine del
giorno presentato dalla maggioranza”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Prego, Consigliere Ratti”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Grazie, Presidente.
Io vorrei sforzarmi di parlare d’altro, ma una battuta sul vergognoso intervento,
secondo me, che ha fatto adesso il Consigliere Poletti sull’operato della Giunta e del
Sindaco, definendole feste e festicciole i quattro sei mesi che ormai sono, che hanno
passato, lo ritengo vergognoso, ti dovresti vergognare di questo intervento”.
(Intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Ha parola il Consigliere Ratti”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Sto parlando io”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Consigliere Poletti!”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Sto parlando io. Ha gestito questa Giunta e questo Sindaco un’emergenza in un
modo che tutta Italia, tranne lei che è da solo, riconosce.
Poi ha scoperto l’acqua calda, per essere chiari, quando arriva a dire che il difficile
comincia adesso. Complimenti per la profonda riflessione. Ha messo i quattro mesi, o sei,
in cui lei non si è fatto vedere in questi mesi a Finale per arrivare a capire che adesso
cominciava la fase difficile, è quello che dovrebbe fare un Sindaco. Ne prendo atto, c’è
voluto del tempo.
Voglio essere chiaro, mi rivolgo a Palazzi perché ha fatto riferimento all’ordine del
giorno, io sarò didascalico per evitare di essere frainteso in ragionamenti e in riflessioni, il
punto citato dell’ordine del giorno, visto che è di questo che stiamo discutendo, per come
lo hai interpretato, è un processo alle intenzioni, cioè il periodo può essere troppo lungo,
credo che il significato sia chiaro, noi vogliamo tornare al PAL; questo terremoto noi
dobbiamo lavorare per ritornare a quella situazione, la chiusura della fase è il ripristino dei
servizi sanitari esistenti, quindi non parliamo di ospedali, di Case della Salute.
Io d’ora in avanti mi farò questa promessa, non parlerò più di ospedale o di Case
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della Salute, o di altri termini analoghi, voglio parlare di contenuti, di servizi sanitari, okay?
Perché così evitiamo fraintendimenti vari.
Torno a dire, molta di questa questione qua a Finale ce la stiamo giocando su una
questione nominalistica, di nomi, casa della salute, ospedale, questa sì, quella no, presidio
di frontiera, chiamiamolo come ci pare, voglio parlare di contenuti.
A Finale c’erano dei servizi, il PAL, ce l’ho qua, c’è scritto, quello noi vogliamo
tornare ad avere. Credo che si possa, giustamente, fare una battaglia, specialmente in
ragione di quello che è accaduto adesso, sul punto di prima emergenza che, anche
secondo me, secondo noi, andrebbe ipotizzato con un’autoambulanza medicalizzata.
Questa è una battaglia nel merito che possiamo fare.
Non sono d’accordo sulla visione pessimistica che Borgatti ha dato di questa
situazione. Sicuramente c’è stato un terremoto, sicuramente i servizi ne hanno risentito,
vorrei vedere, siamo rimasti alcuni mesi senza ospedale, tutta la struttura provinciale ne
ha risentito, e anche extra provinciale, e stiamo vivendo nella precarietà, e questa
emergenza durerà tempo perché a risollevarsi da un terremoto non ci vogliono sei mesi,
non ci vuole un anno, non ce ne vogliono due, ci vuole del tempo e bisogna lavorarci a
lungo.
Illudersi di risolvere la questione in pochi mesi è… anch’io vado in depressione a
vedere tutto quello che è crollato, e mi muovo tutto il giorno in macchina per il nostro
territorio per motivi di lavoro, e ogni giorno ne scopro un pezzettino nuovo, e ogni giorno
mi sento venir via un pezzettino del mio territorio a vedere quello che è crollato, ma non
solo a Finale, a Massa, dappertutto, da Carpi fino qua, perché per lavoro mi muovo proprio
su quel territorio lì, e so che ci vorrà del tempo.
Condivido il fatto che il centro storico non possa essere abbandonato. Non sono un
nostalgico a tutti i costi, io voglio una struttura sanitaria a Finale moderna e sicura, che
risponda alle esigenze di cui abbiamo bisogno qua, non ai dictat del partito.
Questa visione che avete di questa parte politica è datata, è vecchia. Quando io
sento dire che ancora si ragiona ‘in trent’anni il partito comunista ha portato alla Sanità…’
(Intervento fuori microfono)
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Consigliere Palazzi, la prego”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Questa Regione, che è stata governata da generazioni nelle varie evoluzioni che la
sinistra italiana ha avuto…”.
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE RATTI:
“No, ma io non ho mica voglia di studiare, sai…”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Consigliere Palazzi, non ha la parola”.
(Intervento fuori microfono)
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PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Non ha la parola anche se si rivolge verso la Presidenza”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Sandro, lasciami finire, sto parlando. Vogliamo dire che la Sanità…”.
PRESIDENTE DEL CONSIGLIO:
“Consigliere Palazzi, non insista”.
CONSIGLIERE RATTI:
“Dai Sandro, per cortesia, fammi parlare. Vogliamo dire che la Sanità di questa
regione è allo sfascio, è allo sbando? Non riusciamo a riconoscere che questa regione
nelle sue varie sfumature, comunque, ha un servizio sanitario, a livello nazionale
sicuramente lo possiamo mettere tra i migliori, adesso io non voglio dire il migliore…”.
(Intervento fuori microfono)
CONSIGLIERE RATTI:
“Torno a dire, io rimango sul pezzo, a noi qua interessa lavorare per avere una
struttura sanitaria sicura e con dei servizi, che ci serve, questo mi interessa.
Guardo l’Assessore che non c’è più, ragioniamo sull’ospedale, sulla vecchia
struttura, torno a dire se vale la pena, non leghiamoci a delle visioni nostalgiche di questa
roba qua.
Sono d’accordo che il terremoto non debba essere un pretesto per abbattere, e
neanche per delocalizzare le attività in generale dal centro, perché va recuperata la vitalità
del centro, e le scelte che ha fatto questa Amministrazione, le scelte politiche fatte dal
Sindaco, prendendosi delle grosse responsabilità, vanno in quella direzione, nel cercare di
rivitalizzare quanto prima il centro.
E’ chiaro che va fatta con lucidità una programmazione completa sulla ricostruzione
di Finale, va fatta, però in questo momento abbiamo un’emergenza da gestire anche dal
punto di vista sanitario. Credo sia importante fare la scelta giusta sulla struttura sanitaria di
Finale.
Un chiarimento sul riordino delle Province. Io non penso, quando parlo della
situazione geografica, diciamo economica, il contesto geopolitico di Finale nel territorio, al
fatto che dentro a questa provincia Modena-Reggio dovesse entrare Ferrara, il mio
ragionamento è questo: io non capisco perché non si possa mettere sul tavolo della
discussione politica il fatto che le aziende sanitarie debbano per forza coincidere con le
Province, parlavo di ambito, parlavo di bacini, dicevo bisognerebbe ragionare come si fa
per certi servizi.
Il servizio della raccolta dei rifiuti, faccio per dire, vede una società, un’azienda, che è
composta da Comuni della Provincia di Modena e della Provincia di Bologna che hanno
trovato utile mettersi insieme per motivi diversi, così come quello sull’acqua, così come
Sorgea, per dare un servizio. Quello che pongo io è questa riflessione qua.
Secondo me, faremmo bene a porla, perché farebbe bene non solo a Finale, farebbe
bene a tutto il sistema sanitario. Rinchiudere le aziende sanitarie nei confini provinciali, per
me, in questo momento, è una visione, come devo dire, vecchia, vecchia di pensare
l’Amministrazione e la politica. Dovremmo riuscire a fare questo sforzo, a capire quali sono
gli ambiti e i bacini sui quali poter lavorare.
Deliberazione del Consiglio Comunale n. 110 DEL 06/11/2012 ad oggetto: ORDINE DEL
GIORNO PRESENTATO DAI GRUPPI CONSILIARI "LO SCARIOLANTE" E "IL POPOLO
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STUDIO DI FATTIBILITA' DI UN NUOVO OSPEDALE NELLA ZONA NORD DI MODENA
E PER LA VALORIZZAZIONE DI QUELLO DI FINALE EMILIA'.
Direi di aver concluso”.
Poiché nessun altro Consigliere chiede la parola il Presidente del Consiglio Sig. Michele
Scacchetti mette ai voti l’ordine del giorno presentato dai Gruppi Consiliari Lista Civica “Lo
Scariolante” e “Popolo della Libertà”
Con voti favorevoli n.6, contrari n.8 (Ratti, Pollastri, Benati, Scacchetti, Mantovani, Baldini,
Golinelli, Gulinelli), astenuti n.0, resi per alzata di mano, proclamati dal Presidente, di n.14
Consiglieri presenti
DELIBERA
di non approvare l’ordine del giorno presentato dai Gruppi Consiliari Lista Civica “Lo
Scariolante” e “Il Popolo della Libertà” ad oggetto: “Istituzione di un tavolo di tecnico per lo
studio di fattibilità di un nuovo ospedale nella zona nord di Modena e per la valorizzazione
di quello di Finale Emilia”, che si allega al presente verbale per farne parte integrante e
sostanziale.
MM/MP
COMUNE DI FINALE EMILIA
PROVINCIA DI MODENA
Il presente verbale viene approvato e sottoscritto;
IL PRESIDENTE
F.to MICHELE SCACCHETTI
IL VICESEGRETARIO COMUNALE
F.to MONICA MANTOVANI
ATTESTATO DI PUBBLICAZIONE
Si attesta che copia della presente deliberazione viene pubblicata all'Albo Pretorio di questo Comune per
15 giorni consecutivi dal 20/12/2013 al 04/01/2014
Lì,20/12/2013
IL VICE SEGRETARIO
F.to MONICA MANTOVANI
E' copia conforme all'originale ad uso amministrativo.
Lì,20/12/2013
ISTRUTTORE AMMINISTRATIVO
MONICA PADOVANI
ESECUTIVITA'
La presente deliberazione, trascorsi 10 giorni dalla su indicata data di pubblicazione è divenuta
esecutiva il 30/12/2013.
Lì,
E' copia conforme all'originale ad uso amministrativo.
Lì, ........................
p. IL SEGRETARIO COMUNALE
L'IMPIEGATO ADDETTO
Atto di Consiglio Comunale n. 110 del 06/11/2012
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