TEST Lunga vita agli ottimisti Un atteggiamento positivo all’interno delle organizzazioni è fondamentale per raggiungere gli obiettivi e superare i momenti critici. L’ottimista “flessibile”, che tiene gli occhi aperti, è insomma un toccasana per le aziende. E voi, quanto siete ottimisti? Lorenza Armano iamo quasi alla fine dell’anno e gli studi socioeconomici ci dicono finalmente che gli italiani hanno ripreso un po’ di ottimismo. Lo scorso anno, in questo stesso periodo, la percentuale dei pessimisti superava del 12% quella degli ottimisti. Oggi dai mass media si apprende che gli ottimisti sono in crescita del 6% e speriamo che la percentuale continui a salire. Essere ottimisti in questa fase dell’anno può diventare infatti la premessa e la conseguenza di un circolo virtuoso che vede le persone e le loro relative organizzazioni più pronte ad affrontare le avversità e i momenti critici con un atteggiamento più costruttivo e con motivazioni e spinte positive. Quando l’ottimismo diventa un comune denominatore, è contagioso, sviluppa energia, creatività, ironia e serenità contro gli effetti frenanti dei pessimisti, depressi, distruttivi e masochisti. Il pessimista tende ad avere una visione negativa del futuro, ma anche una percezione negativa degli esseri umani: si aspetta sempre il peggio da tutto e da tutti, scopre difetti, motivazioni negative, egoi- S Lorenza Armano, psicologa del lavoro, è consulente di direzione aziendale sulle problematiche inerenti la gestione e lo sviluppo delle risorse umane. 42 䡵 DIRIGENTE 11|2007 smo e malvagità. Per il pessimista la società è corrotta, formata da gente pericolosa e gretta di cui non ci si può fidare. Il pessimista è tendenzialmente pigro, abitudinario e a volte anche avaro (perché essere generosi se la gente è avida, corruttibile e scorretta?). Davanti ai problemi e alle difficoltà si lascia paralizzare e demorde. Inoltre può diventare anche invidioso e codardo. L’ottimismo è un bene prezioso e rende la persona forte, positiva, disponibile, contenta, dinamica, generosa, realizzata e trascinante. Anche le prove più dolorose, fastidiose o faticose vengono affrontate con spirito più combattivo se si ha la sensazione di poter esercitare su di loro un qualche controllo. Anche le migliori potenzialità e opportunità rischiano di andare disperse se, al contrario, si ha la sensazione di poter fare poco o nulla. SEI OTTIMISTA? Chi è ottimista è più pronto all’azione, però può sottovalutare le difficoltà e correre il rischio di prendere strade pericolose. Il pessimista può essere troppo prudente e perdere delle ottime occasioni. La tendenza ideale è di un giusto equilibrio di entrambi questi atteggiamenti verso il proprio futuro. Il test che segue consentirà di fare il punto sulla situazione. Rispondete contrassegnando con una “X” il tondino che si ritiene condivisibile. Ovviamente, siate sinceri. Buona riflessione! In realtà le stesse sfide vengono da alcuni vissute come opportunità e da altri come insidie. Da alcuni come occasioni per esaltare le proprie capacità e da altri come incidenti in cui svelare i propri limiti. È fondamentale il modo di guardare la vita che, secondo Martin Seligman, distingue gli ottimisti dai pessimisti e fa dell’ottimismo un ingrediente essenziale del benessere e del successo. Numerose ricerche attestano infatti che gli ottimisti si ammalano meno, vivono più a lungo, riescono meglio sia a scuola che nel lavoro, hanno una vita di relazione più ricca e hanno successo anche in politica. L’ottimista di fronte al successo non ha dubbi che questo dipenda dalle sue abilità e dal suo impegno e vede quindi confermata la sua capacità a confrontarsi efficacemente con la realtà. Nell’insuccesso vede invece un incidente di percorso dovuto alla particolarità delle prove e delle circostanze. L’ottimista traduce il suo potenziale in potenza presente e si autosviluppa senza bisogno di aspettare particolari motivazioni e supporti dall’esterno. Così riesce a trascinare gli uomini, a unirli, a guidarli verso una meta. Con l’ottimismo si riesce a superare gli ostacoli, si è aperti a nuove soluzioni e si può trasformare gli svantaggi in opportunità. Spesso, basta un po’ di fantasia ed entusiasmo per rovesciare la situazione. Questa è la strada maestra per l’autorealizzazione sia esistenziale che professionale. L’ottimismo è uno stato d’animo, non un’emozione. Questa differenza è molto importante. Lo stato d’animo, infatti, comporta una situazio- ne razionale che si costruisce mentalmente e in cui ci si arriva con la volontà. L’emozione, invece, istintuale e irrazionale, viene riconosciuta dalla persona quando questa ne è già posseduta. Si può nascere ottimisti? Forse a qualcuno questa fortuna è toccata, ma si può diventarlo, tutto è possibile anche se molti non ci hanno ancora pensato. Allora in questa pausa di fine anno suggeriamo di provare a prendere consapevolezza del nostro stato d’animo e di riflettere su come ci sentiamo. Tutti siamo almeno consapevoli di essere vivi. Con l’ottimismo si tratta di sottolinearlo a se stessi e di constatare che chi è vivo vive, conviene provare a sforzarsi di agire e pensare in positivo piuttosto che subire le situazioni passivamente e 䊳 magari lamentarsene. 1. Cerchi di superare te stesso 8. L’ottimismo è un fenomeno episodico? 2. 9. 3. 4. 5. 6. 7. A. 䡬 Spesso B. 䡬 Talvolta C. 䡬 Mai Quando sei in mezzo alla folla A. 䡬 Ti senti rallegrato/a B. 䡬 Ti senti triste C. 䡬 Ti senti infastidito/a Vorresti essere A. 䡬 Adattabile B. 䡬 Meticoloso/a C. 䡬 Spontaneo/a Secondo te il denaro A. 䡬 È importante per avere la serenità B. 䡬 Non è importante per la serenità C. 䡬 Crea responsabilità e non dà gioia Per essere ottimisti occorre A. 䡬 Prendere la vita come viene B. 䡬 Valutare tutti i pro e i contro prima di agire C. 䡬 Eliminare ogni dubbio sul da farsi Quando ti si critica A. 䡬 Accetti la critica senza disagio B. 䡬 Ti senti particolarmente infastidito/a C. 䡬 Pensi di non meritarlo È vero che per essere ottimisti A. 䡬 Occorre essere in buona salute B. 䡬 È più importante la serenità dello spirito che quella del corpo C. 䡬 Occorre aver provato il disagio della malattia 10. 11. 12. A. 䡬 No, è una condizione normale B. 䡬 Si, è uno stato d’animo momentaneo C. 䡬 L’ottimismo? Ne ho sentito parlare Ti senti ottimista quando A. 䡬 Ti senti libero B. 䡬 Si ride e si scherza, si gioca e ci si diverte C. 䡬 Mai Secondo te, gli hobby A. 䡬 Possono essere coltivati, anche se talvolta interferiscono con gli impegni seri B. 䡬 Non devono assolutamente interferire con gli impegni seri della vita C. 䡬 Sono distrazioni per chi non ha cose più serie da fare Quando organizzi qualcosa con altri A. 䡬 Hai fiducia di portarlo a termine B. 䡬 Consideri sempre la possibilità di non riuscire C. 䡬 Lo fai senza sentirti coinvolto/a Negli altri, basandoti sull’esperienza A. 䡬 Hai abbastanza fiducia B. 䡬 Hai poca fiducia C. 䡬 Non hai alcuna fiducia AUTOVALUTAZIONE DEI RISULTATI calcolo del punteggio A. n. 䡺䡺 x 3 = 䡺䡺 B. n. 䡺䡺 x 2 = 䡺䡺 C. n. 䡺䡺 x 1 = 䡺䡺 DIRIGENTE 11|2007 䡵 43 Se avete ottenuto un punteggio inferiore a 19, probabilmente avete perso la giusta serenità. Questo può significare che la vostra personalità è influenzata dalle emozioni e dagli impulsi, siete persone sommerse dalle emozioni e tra queste quelle negative. Il saper controllare le proprie emozioni negative è la chiave del benessere psicologico. Provate a parlarne con qualcuno e cercate di vedere le cose da un altro punto di vista: affrontare i problemi sotto un’altra luce può aiutare a liberarsene. mente stressanti. Quanto più il vostro punteggio tenderà all’alto, tanto maggiore è il vostro senso di equilibrio e benessere. Se il punteggio relativo al pessimismo è nella media, non costituirà un problema in situazioni esistenziali di normalità. Mentre quanto più il punteggio scende, questo segnalerà che avete superato il livello di normalità e che la vostra soglia di difesa si abbassa. Conseguentemente i pensieri negativi si fanno sentire di più facendovi soffrire e rendendovi la vita difficile. Più il punteggio cala, più il pessimismo vi opprime e la situazione può peggiorare. 44 䡵 DIRIGENTE 11|2007 All’altro estremo troviamo quelle RISULTATI I benefici dell’ottimismo non sono illimitati. Il pessimismo deve comunque avere un proprio ruolo sia nella società che nella vita individuale: quando si presenta dobbiamo avere il coraggio di sopportarlo, in particolare se sono in gioco dei valori importanti. Ciò che consigliamo non è l’ottimismo a tutti i costi, privo di senso, ma un ottimismo flessibile, “con gli occhi aperti”. Quando occorre, dobbiamo essere in grado di utilizzare un forte senso della realtà, senza per questo rimanerne ancorati. Provate a pensare ai problemi più difficili incontrati ultimamente nel lavoro, quando la situazione si fa veramente critica e scoraggiante, e piccola dose: ruoli dove è necessaria una certa dose di razionalità e precisione, a scapito della creatività e della fantasia. Queste caratteristiche della personalità non sempre convivono nella stessa persona e solo pochi individui hanno l’abilità che consente di utilizzare l’ottimismo e il pessimismo in relazione alla specificità della situazione. In qualsiasi azienda, ogni individuo svolge un ruolo diverso. Come si fa a collocare le persone giuste al posto giusto? Per decidere quale deve essere il profilo psicologico della persona che dovrà svolgere un determinato incarico, occorre porsi alcune domande inerenti il lavoro in questione. In primo luogo: in quale misura il lavoro richiede persistenza e iniziativa e comporta il rischio di subire frequenti frustrazioni, rifiuti e sconfitte? Di seguito i campi in cui occorre avere uno stile ottimistico: 䡵 vendite; 䡵 ruoli di intermediazione; 䡵 pubbliche relazioni; 䡵 lavori di promozione; 䡵 raccolta di fondi; 䡵 lavori creativi; 䡵 lavori altamente competitivi; 䡵 lavori a rischio di burnout. Se avete totalizzato un punteggio superiore a 30, vivete nella piacevole sensazione di sentirvi in armonia con voi stessi. Godete di una buona dose di amor proprio che influenza positivamente il vostro modo di essere. Probabilmente avete trovato un giusto equilibrio e avete un giusto ottimismo. Attraverso la presa di consapevolezza delle vostre emozioni riuscite a non farvi sopraffare da quelle negative, beneficiando invece di quelle positive. Probabilmente la vostra personalità non si discosta molto dal vostro ideale dell’Io, quel modello che ciascuno forma al proprio interno durante l’infanzia e l’adolescenza, al quale siete riusciti ad assomigliare e a conformarvi sempre più nel corso della crescita e maturazione emotiva. Complimenti, continuate così. Agendo di conseguenza, con buona probabilità avrete questi risultati: 䡵 concretezza, praticità, proattività, costruttività e pragmatismo; 䡵 positività, ossia adattamento del proprio io all’evidenza, cogliendone opportunità migliorative; 䡵 tempismo nell’affrontare le situazioni, non si ritorna al passato, si agisce nel presente; 䡵 mantenimento di buona armonia, allegria, gioia di vivere e passione. magari sembra anche di trovarsi di fronte a un muro. Che cosa si fa in queste circostanze? Sappiamo che l’ottimista è capace di perseverare, continua ad agire di fronte alle difficoltà di ogni giorno e ai fallimenti. Quando nel lavoro si trova la strada sbarrata, va avanti in ogni modo, anche quando le sue capacità di competere iniziano a indebolirsi. Un’organizzazione costituita da individui ottimisti o che assegna agli ottimisti i ruoli cruciali, ha dei benefici. Si è verificato infatti che gli ottimisti sono più produttivi dei pessimisti, quando c’è forte tensione. Questo è emerso applicando particolari procedure e criteri nella selezione e formazione dei dipendenti. Selezionare in rapporto all’ottimismo ha consentito di ridurre i costi di un impiego poco funzionale della forza lavoro, con un miglioramento appunto della produttività e del livello di soddisfazione di tutto il gruppo aziendale. Inoltre, possedere un forte ottimismo è risultata una virtù necessaria per incarichi a rischio di fallimento e di grande tensione: ruoli che richiedono iniziativa, perseveranza e immaginazione. Se è vero che il pessimismo marcato non è utile a niente, alcuni lavori ne possono invece richiedere una Se il vostro punteggio è compreso tra i 29 e 20 punti, siete altalenanti tra seguire l’istinto e la ragione, siete altalenanti tra il pessimismo e l’ottimismo in caso di situazioni traumatiche e/o forte- TEST mansioni che necessitano di un forte senso di realtà e di razionalità. Si tratta in generale di lavori che non prevedono alti rischi di sconfitta e ribaltamenti di situazioni, che richiedono specifiche abilità tecniche da mettere in atto in circostanze caratterizzate da basso o normale livello di tensione. Per questi ruoli occorrono persone realiste e riflessive piuttosto che ottimiste, come quelle indispensabili per i settori tipicamente commerciali di cui abbiamo accennato prima. Ci sono inoltre professioni a carattere direttivo che richiedono un senso della realtà estremamente acuto, lavori in cui un ottimismo accentuato può essere pericoloso e quindi va controllato e frenato privilegiando la cautela. Un moderato pessimismo si addice ai seguenti ambiti professionali: 䡵 ingegneria nel campo della progettazione e della sicurezza; 䡵 valutazioni tecniche e dei costi; 䡵 negoziazione e stipulazione di contratti; 䡵 controlli e resoconti finanziari; 䡵 amministrazione; 䡵 statistica; 䡵 rapporti tecnici; 䡵 controllo della qualità; 䡵 gestione del personale e delle relazioni nell’industria. Lo stato psicologico dell’ottimista è tale da far superare le avversità. Conoscere poi alcune tecniche specifiche e fare esercizi specifici (ascoltare il dialogo interiore e discutere il dialogo negativo) per sostenere il proprio stato d’animo e per mantenere alto il morale aiuta sempre. Per i lettori interessati ad approfondire l’argomento proponiamo la seguente bibliografia e poi l’autoanalisi guidata con la compilazione del test costruito appositamente per l’autovalutazione. 䡵 Martin E. P. Seligman, Imparare l’ottimismo, Giunti; N. V. Peale, Come vivere in positivo, Bompiani; A. L. Mcginnis, La forza dell’ottimismo, Il Sole 24 Ore; L. Anolli, L’ottimismo, Il Mulino; Jeffrey Gitomer, Il libretto giallo del sì!, Sperling & Kupfer. LE ASSOCIAZIONI TERRITORIALI MANAGERITALIA MANAGERITALIA ANCONA 60121 ANCONA Via Magenta, 5 Tel. 07153624 Fax 0712075097 [email protected] MANAGERITALIA BARI c/o Executive Business Center 70126 BARI Via Amendola, 172/a - 172/c Tel. e Fax 0805481574 [email protected] MANAGERITALIA BOLOGNA 40125 BOLOGNA Viale Carducci, 12 Tel. 051399712 Fax 051307949 [email protected] MANAGERITALIA FIRENZE 50129 FIRENZE Via Crispi, 21 Tel. 0554633393 - 055461420 Fax 055472659 [email protected] MANAGERITALIA GENOVA A16121 GENOVA Via C. R. Ceccardi, 1/5 Tel. 010587664 - 010586459 Fax 0105531758 [email protected] MANAGERITALIA MILANO 20121 MILANO Via Fatebenefratelli, 19 Tel. 026253501 Fax 026590777 [email protected] [email protected] [email protected] Delegazioni di Bergamo 24121 BERGAMO Via Casalino, 5/h Tel. 035240585 Fax 035236159 [email protected] Delegazioni di Brescia 25121 BRESCIA Via F.lli Lechi, 15 Scala G - 3° piano - int. 11 Tel. 0303754785 Fax 0302942317 [email protected] Delegazioni di Como 22100 COMO Viale Masia, 26 Tel. 031573682 Fax 031570388 [email protected] Delegazioni di Lecco 23900 LECCO Via Dante, 20 Tel. 0341368901 Fax 0341351546 [email protected] Delegazioni di Monza 20052 MONZA Via Missori, 10 Tel. 0392304074 Fax 0392315933 [email protected] Delegazioni di Pavia 27100 PAVIA Corso Strada Nuova, 86 Palazzo Demetrio Tel. 038229864 Fax 0382538271 [email protected] Delegazioni di Varese 21100 VARESE Via Magenta, 50 Tel. 0332284773 Fax 0332496175 [email protected] MANAGERITALIA NAPOLI 80133 NAPOLI Via Cervantes, 52 Tel. 0815513612 Fax 0815527095 [email protected] MANAGERITALIA PADOVA 35128 PADOVA Via Nazareth, 25 Tel. 049756841 Fax 049754056 [email protected] da gennaio 2008 Via San Marco, 11 Palazzo Tendenza MANAGERITALIA PALERMO 90139 PALERMO Via Isidoro La Lumia, 7 Tel. 091583272 Fax 091587565 [email protected] MANAGERITALIA ROMA 00192 ROMA Via Ezio, 49 Tel. 063269481 Fax sanitaria 0632694826 Fax segreteria 0632694825 [email protected] MANAGERITALIA TORINO 10125 TORINO Via G. 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