L’ELMETTO GIALLO Il periodico di informazione di ASLE-RLST n. 3 Gli Rlst svolgono un ruolo sociale tra i lavoratori dell’edilizia POSTE ITALIANE SPA SPED. IN ABB. POSTALE ART. 1. COMMA 2 D.L. 24/12/03 N. 353 CONV. IN LEG. N. 46 DEL 27/02/04 - DBC MILANO L ’Associazione per la Sicurezza dei Lavoratori dell’Edilizia delle provincie di Milano, Lodi, Monza e Brianza ha alle sue dipendenze 9 Rappresentanti per la Sicurezza Territoriale (Rlst), che sono a servizio dei lavoratori delle imprese edili e dei datori di lavoro. Da gennaio 2009 ad oggi sono circa 350 le lettere di richiesta pervenute dalle imprese, regolarmente sottoscritte dai lavoratori, per l’attivazione del servizio Rlst presso i cantieri di loro competenza. Ciò significa che nel settore edile il lavoro portato avanti da Asle è certamente conosciuto. Ogni anno, infatti, gli Rlst eseguono sui cantieri del territorio delle provincie di Milano, Lodi, Monza e Brianza più di 3000 visite di cantiere, per espletare i compiti che la legge attribuisce alla figura del Rlst, sia dal punto di vista formale, come è ad esempio il controllo della documentazione di cantiere e la sottoscrizione del Piano operativo di sicurezza, sia dal punto di vista della funzione preventiva attraverso l’informazione ai lavoratori in materia di salute e sicurezza. Da marzo 2008, poi, è attivo il progetto Asle “Incontri di cantiere” che si propone anzitutto la sensibilizzazione e la divulgazione della cultura della sicurezza nei cantieri, con un paziente lavoro di scambio di informazioni utili ai lavoratori e di dialogo con i responsabili di cantiere e i datori di lavoro. Lo scopo principale del lavoro del Rlst, dunque, è quello di suscitare in tutti coloro che sono coinvolti nella vita lavorativa che gravita attorno al cantiere edile una speciale attenzione sui temi della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, promuovendo contestualmente l’attuazione delle misure previste dalla legge al riguardo. L’Rlst, perciò, provvede ad informare i lavoratori che rappresenta, in materia di salute e sicurezza svolgendo in questo modo un ruolo di carattere più sociale che tecnico, in quanto l’obiettivo principale del Rlst in cantiere è quello di incontrare le persone e far loro comprendere l’importanza della cultura della sicurezza, che è ben presente nella legislazione italiana ma purtroppo, a volte, ancora troppo poco praticata nelle situazioni concrete. MARIO IELAPI Presidente ASLE-RLST Sommario Pag. 2 Vita da cantiere, occhio a come si lavora per evitare il peggio Pag. 3 Valutare i rischi per la salute dei lavoratori spetta al datore di lavoro Pag. 4 Registro di controllo per le macchine e le attrezzature da lavoro Pag. 5 Sì alla Patente a punti per l’edilizia Pag. 5 Passaporto formativo per chi lavora nell’edilizia Pag. 6 Lavoratori stranieri in edilizia Pag. 7 Il rilancio dell’edilizia sociale è tema di convegno Pag. 8 Conosci il tuo Rlst di Asle zona per zona OTTOBRE 2009 – ANNO II - NUMERO 2. PERIODICO TRIMESTRALE A CURA DI ASLE. - AUT. TRIB. DI MILANO N. 764 DEL 30/12/2008 - DIRETTORE RESPONSABILE: LUISA ROTA. REDAZIONE: VIA I. NEWTON, 3 – 20148 MILANO - FOTO DA ARCHIVIO ASLE. CHIUSO IN REDAZIONE IL 30/10/09. TIRATURA 60.000 COPIE. IMPAGINAZIONE E STAMPA: MULTIGRAPHIC SRL, ARCORE (MB) Vita da cantiere, occhio a come si lavora per evitare il peggio Il progetto Asle “Incontri di cantiere” continua C ’è ancora molto da fare ma i primi risultati si possono già misurare. Come? Valutando positivamente i numerosi segnali che gli Rlst riscontrano nelle migliorate relazioni con i lavoratori e i datori di lavoro coinvolti nel progetto Asle “Incontri di cantiere”. È infatti aumentato il numero di contatti con le imprese che si avvalgono del servizio di Asle e apprezzano la presenza degli Rlst in cantiere, per l’informazione ai lavoratori. Ventidue mesi di attività scanditi da 50 riunioni e fitti contatti informali con i lavoratori, i datori di lavoro, gli Rspp e i preposti. Tutto per attivare la “catena” della sicurezza, per far comprendere l’importanza della responsabilità individuale nella tutela della salute e della sicurezza propria e dei propri colleghi, in cantiere mentre si lavora. Sì, perché la sicurezza dipende anche, e in alcuni casi soprattutto, dai comportamenti che ognuno assume nel lavoro che svolge, pensando, sempre, alle conseguenze che il proprio comportamento può portare a sé e agli altri. Se è possibile eliminare il rischio compiendo corret- tamente le operazioni previste dalle diverse fasi lavorative, perché rischiare o mettere a repentaglio la nostra incolumità e quella dei colleghi che lavorano con noi? Perché c’è poco tempo e bisogna finire al più presto? È chiaro che il gioco non vale la candela. Vale la pena rischiare la vita o l’invalidità a causa della fretta, per non aver prestato la necessaria attenzione, per esempio, nel riporre una tavola spostata momentaneamente per eseguire un lavoro e poi mal riposta? Ecco perché gli Rlst negli incontri con i lavoratori in cantiere mettono a fuoco il ruolo del singolo, l’importanza per il lavoratore di segnalare il pericolo non appena lo si identifica, parlandone direttamente con il proprio Rspp, il capo cantiere o il preposto. In caso di impossibilità a comunicare direttamente il rischio ai propri superiori è sempre possibile fare una telefonata al proprio Rlst, che si metterà in contatto con la persona giusta per conto dei lavoratori che rappresenta, e farà in modo che la situazione di pericolo sia rimossa il prima possibile. Da destra le due Rlst di Asle Rachele Morlacchi e Monica Gaspari in un incontro di cantiere con i lavoratori della TRC presso il cantiere della COEMI costruzioni, in via Bisceglie a Milano RLS e RLST rappresentano i lavoratori Il D.Lgs 81/08 Testo unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro agli articoli 47, 48, 49 e 50 tratta l’argomento relativo ai rappresentanti per la sicurezza dei lavoratori aziendali o di sito produttivo (Rls) e territoriali (Rlst). Gli Rlst sono previsti per le aziende con meno di 15 dipendenti e per tutte le aziende, anche con numero di dipendenti superiore, dove, però, i lavoratori non hanno scelto di eleggere o designare il proprio rappresentante per la sicurezza. GLI ARTICOLI DI LEGGE IN DETTAGLIO Art. 47 comma 1 Il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è istituito a livello territoriale o di comparto, aziendale e di sito produttivo. Art. 47 comma 3 Nelle aziende o unità produttive che occupano fino a 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di norma è eletto direttamente dai lavoratori al loro interno oppure è individuato per più aziende nell’ambito territoriale (art. 48 ndr) Art. 47 comma 4 Nelle aziende o unità produttive con più di 15 lavoratori il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza è eletto o designato dai lavoratori nell’ambito delle rappresentanze sindacali in azienda. In assenza di tali rappresentanze, il rappresentante è eletto dai lavoratori dell’azienda al loro interno. Art. 47 comma 8 Qualora non si proceda alle elezioni le funzioni di rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sono eserciate dal rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale (artt. 48 e 49 ndr). LE PAGINE DEI LAVORATORI 2 L’ELMETTO GIALLO Valutare i rischi per la salute dei lavoratori spetta al datore di lavoro Il binomio “digiuno e fatica” può essere un pericolo per i lavoratori stranieri? LA DOMANDA È LEGITTIMA SE È VERO CHE, SECONDO IL RAPPORTO IRES-FILLEA 2008, NEL NOSTRO PAESE LA PRESENZA DI LAVORATORI STRANIERI NEL SETTORE EDILE È IN CONTINUO AUMENTO, ARRIVANDO NELLE AREE METROPOLITANE AL 50-60 ED ANCHE ALL’80% DELLA FORZA LAVORO. “È SOPRATTUTTO NELL’EDILIZIA SI LEGGE NEL RAPPORTO - CHE SI REGISTRA UN AUMENTO ESPONENZIALE DEI LAVORATORI IMMIGRATI, CON UN INCREMENTO NEGLI ULTIMI ANNI DI ISCRITTI ALLE CASSE EDILI DEL 400%, UN TREND TALMENTE SOSTENUTO CHE FA IMMAGINARE TRA NON MOLTO UN SETTORE CON MANODOPERA PREVALENTEMENTE STRANIERA”. SE SI CONSIDERA, POI, CHE CIRCA IL 15% DEI LAVORATORI STRANIERI IN EDILIZIA È DI RELIGIONE MUSSULMANA È LECITO CHIEDERSI SE DURANTE IL MESE DI RAMADAN DURANTE IL QUALE I MUSULMANI PRATICANTI DIGIUNANO DALL’ALBA AL TRAMONTO, PER QUESTI LAVORATORI NON SI CONFIGURI UN RISCHIO REALE, SOPRATTUTTO PER I LAVORI IN QUOTA E LE MANSIONI CHE RICHIEDONO UNA CONSIDEREVOLE FATICA FISICA. L ’art. 27 del D.Lgs 81/08 dice a chiare lettere che uno dei compiti del datore di lavoro è quello di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori ivi compresi quelli riguardanti gruppi di lavoratori esposti a rischi particolari, tra cui anche quelli collegati allo stress lavoro-correlato (oggi rinviato al 01 agosto 2010), secondo i contenuti dell’accordo europeo dell’8 ottobre 2004, alle differenze di genere, all’età, alla provenienza da altri paesi. L’art. 27 si può definire norma “aperta”, in quanto lascia in capo al datore di lavoro l’onere di analizzare l’intero ciclo produttivo e tutto ciò che di dannoso può scaturirne per la sicurezza e la salute dei lavoratori. Occorre, però, che tale esame sia poi seguito dalle adeguate Operai entrano in cantiere dopo la pausa pranzo misure di prevenzione e protezione atte a eliminare o ridurre i rischi rendendoli, così, “accettabili”. Si tratta di un compito sicuramente gravoso, e bene lo sanno i datori di lavoro di tutte le attività, anche quelle apparentemente più semplici dove, comunque, possono subentrare numerose variabili di rischio che a volte nemmeno il consulente più esperto riesce a identificare e fronteggiare. Oggi, per affrontare il problema, ci si basa sui dati forniti dall’esperienza, sull’analisi degli infortuni, accaduti e mancati, e su altri parametri come, ad esempio, quelli relativi al ciclo produttivo. Possiamo quindi dire che si stanno compiendo i primi passi importanti verso una seria attività di prevenzione. Tuttavia non è ancora possibile affermare che la situazione sia soddisfacente. Il campo edile, come noto, richiede notevole impegno fisico ed i lavoratori stranieri, e tra loro anche i musulmani, spesso svolgono solo questo genere di attività pesanti. Proviamo a pensare a una attività fisicamente faticosa e svolta magari sotto il sole cocente dei mesi estivi come sono, ad esempio, gettare una soletta, allestire un ponteggio o fare un trasloco e immaginiamo lo sforzo di un atleta in occasione di un allenamento. Le due cose non si discostano troppo: la prima è forse meno intensa ma più prolungata. Del resto anche Sissoko, il famoso giocatore della Juventus soprannominato “il carro armato” per la sua potenza fisica, a settembre (2008) dichiarò che in occasione del periodo di Ramadan non riusciva a rendere come al solito poiché si sentiva molto stanco. Se, dunque, risente negativamente del digiuno un calciatore super controllato e coccolato dallo staff medico di una ricca squadra di serie A, figuriamoci come deve sentirsi un lavoratore edile che è costretto a prestare la sua opera per un minimo di 8 e fino a 12 ore giornaliere. LE PAGINE DEI LAVORATORI L’ELMETTO GIALLO 3 Registro di controllo per le macchine e le attrezzature da lavoro Lo prevede il Testo unico sulla sicurezza all’articolo 71 I un nuovo cantiere. Per le attrezzature soggette a deterioramenti (da agenti atmosferici, urti ecc.) sono richiesti interventi di controllo periodici desunti dalle indicazioni dei fabbricanti e interventi di controllo straordinari in occasione di eventi eccezionali come il verificarsi di grandi incidenti, di riparazioni o trasformazioni dell’attrezzatura stessa. L’allegato VII, infine, riporta che le grandi attrezzature di lavoro devono essere sottoposte a verifiche obbligatorie da parte dell’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro (Ispsel) in prima battuta e dell’Asl successivamente. A prescindere dalla conformità costruttiva che deve essere garantita dai fabbricanti, tutti gli interventi di controllo devono essere operati da personale tecnico competente al fine di assicurare il buon stato di conservazione e l’efficienza delle attrezzature anche in relazione a dispositivi di sicurezza. Tutti gli interventi di controllo sulle macchine e i relativi risultati devono essere riportati sul registro di controllo. l Testo unico sulla sicurezza, D.Lgs. 81/08 all’art. 15.1 lettera Z dispone che venga effettuata una regolare manutenzione delle attrezzature di lavoro in conformità alle indicazioni dei produttori. L’art. 71 comma 4, inoltre, precisa due aspetti importanti. Per garantire la permanenza dei requisiti di sicurezza nel tempo, tutte le attrezzature di lavoro devono essere sottoposte a idonea manutenzione come è indicato nel libretto di uso e manutenzione a corredo, rilasciato dal costruttore (art.71 comma 4, a). Inoltre, il datore di lavoro deve farsi carico della tenuta e dell’aggiornamento del registro di controllo (art.71 comma 4, b), su cui riportare tutte le operazioni di manutenzione delle attrezzature di lavoro. Sempre all’art. 71 al successivo comma 8, con la finalità di assicurare una corretta installazione e un buon funzionamento delle attrezzature si richiede al datore di lavoro un controllo iniziale al termine dell’installazione e prima della messa in esercizio dell’attrezzatura e un controllo eccezionale dopo un nuovo montaggio in La parola a Franco Gullo Vice presidente del Comitato paritetico territoriale (Cpt) nazionale, e segretario nazionale Feneal - Uil CANTIERI PUBBLICI. A MONZA STIPULATO ACCORDO TRA COMUNE E PARTI SOCIALI PER LA REGOLARITÀ NEI CANTIERI EDILI Segretario Gullo, cosa pensa dell’accordo stipulato tra i sindacati dell'edilizia e il Comune di Monza ? Per correttezza verso il Comune di Monza voglio ricordare che da tempo dimostra attenzione e sensibilità ai problemi sollevati dal sindacato circa la regolarità, la salute e sicurezza dei lavoratori. Ritengo positivo l’accordo ed auspico che possa essere condiviso da altre stazioni appaltanti, ma la cosa fondamentale è la sua piena attuazione. A suo parere quali sono le strategie che gli Enti paritetici possono mettere in campo per instaurare rapporti virtuosi con i Comuni e le istituzioni, al fine di vigilare sulla sicurezza e sulla regolarità nei cantieri edili? È fondamentale un forte impulso delle parti sociali, ad esempio l’accordo con il comune di Monza va in quella direzione, e poi è necessario un impegno determinato della presidenza teso a costruire rapporti collaborativi con i comuni e le istituzioni, per facilitare azioni sinergiche tra i vari soggetti seppur nell’autonomia di funzione. A questo riguardo il D.Lgs. 81/08 e i CCNL offrono grandi opportunità. In veste di vice Presidente del Cpt nazionale, ci dice secondo Lei quale dovrebbe essere il giusto rapporto tra il Comitato paritetico e il ruolo del Rlst per garantire gli adempimenti in ordine alla sicurezza sul lavoro ? Il giusto rapporto tra il Comitato paritetico ed il ruolo del Rlst lo hanno determinato le parti sociali ed il Legislatore, basti pensare che il Comitato paritetico ha il ruolo che il contratto gli assegna basato sulla volontà delle parti stesse, mentre il Rlst è una figura di espressione sindacale. Egli è, infatti, il delegato dei lavoratori per la sicurezza territoriale con un ruolo che gli consegna il legislatore (Cfr. D.Lgs. 81/08 artt. 47, 48, 49, 50 a pag. 2 ndr).I due soggetti non sono sostitutivi, ma non devono sovrapporsi, anzi devono trovare sedi di confronto e collaborazione per azioni virtuose. PER LA SALUTE E LA SICUREZZA 4 L’ELMETTO GIALLO D.LGS 106/09 ACCOGLIE LE ISTANZE DEL MANIFESTO PER LA SICUREZZA Sì alla patente a punti per l’edilizia Commenta Franco Turri segretario nazionale Filca Cisl IL D.LGS 106/09 DEL 5 AGOSTO ACCOGLIE LA PATENTE A PUNTI PER L'EDILIZIA E IL PASSAPORTO FORMATIVO DEI LAVORATORI, PROPOSTI A MAGGIO DA FENEAL-UIL, FILCA-CISL E FILLEA-CGIL AGLI STATI GENERALI DELL’EDILIZIA. LA PATENTE A PUNTI È ISTITUITA PER LE IMPRESE E I LAVORATORI DEL SETTORE EDILE. IL SUO FUNZIONAMENTO E LE REGOLE DEL GIOCO SARANNO STABILITE IN UN SUCCESSIVO DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. IN LINEA DI PRINCIPIO LA PATENTE AVRÀ LO SCOPO DI LASCIARE AI MARGINI DEL MERCATO LE AZIENDE MENO ATTENTE ALLA PROBLEMATICA DELLA SICUREZZA E PREMIARE INVECE QUELLE MENO SANZIONATE E CHE INVESTONO MAGGIORMENTE PER LA PREVENZIONE E LA TUTELA DELLA SALUTE DEI PROPRI LAVORATORI. AD OGNI SANZIONE RICEVUTA A SEGUITO DI ACCERTATA VIOLAZIONE DELLA LEGGE SARANNO DECURTATI DEI PUNTI DALLA PATENTE. L'AZZERAMENTO DEI PUNTI DALLA PATENTE COMPORTERÀ L'IMPOSSIBILITÀ DI OPERARE NEL SETTORE DELL'EDILIZIA, MENTRE LE AZIENDE VIRTUOSE SARANNO PREMIATE CON L'ACCESSO A FINANZIAMENTI PUBBLICI E CON UNA CORSIA PREFERENZIALE IN CASO DI PARTECIPAZIONE A GARE DI APPALTO PUBBLICHE. G rande soddisfazione per l’esito positivo ottenuto con la pubblicazione del D.Lgs 106/2009 del 5 agosto 2009, che contempla tra le novità l’introduzione della Patente a punti per le imprese del settore edile e il Libretto formativo del lavoratore. Per quanto riguarda la patente a punti si tratta di un provvedimento premiale, che fornisce al settore uno strumento in più per far fronte al problema della sicurezza sui cantieri e ridurre, così, il rischio per i lavoratori. Come ho già avuto modo di affermare il problema della sicurezza nei cantieri edili è un fatto soprattutto organizzativo e l’introduzione della patente a punti è buona cosa, perché favorisce l’affermazione delle aziende virtuose che investono in prevenzione e sicurezza. Certo, ciò non è sufficiente ad arginare il fenomeno, ma rappresenta un importante passo avanti soprattutto se unito alle 16 ore obbligatorie di formazione previste dal CCNL e inserite nel Libretto formativo del lavoratore. Nel Protocollo d’intesa del 5 marzo 2009 e nel Manifesto per la sicurezza nei luoghi di lavoro presentato a Roma l’11 giugno 2009, nonché nelle proposte che FeNeal, Filca e Fillea hanno fatto nei mesi scorsi alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli infortuni sul lavoro si parla anche di maggiore qualificazione della formazione per Rls e Rlst, dell’introduzione delle figure di Rls e Rlst di sito produttivo (già prevista dal D.Lgs 81/08 all’art. 47 a pag. 2 ndr.) e dell’introduzione del concetto di offerta economicamente più van- taggiosa tra i parametri di assegnazione degli appalti, per superare il concetto del massimo ribasso, che favorisce il taglio dei costi sulla sicurezza. Si tratta di proposte sulle quali è opportuno dialogare e riflettere se si vuole seriamente affrontare il problema della sicurezza nei luoghi di lavoro, e che dovranno essere sempre riproposte nella dialettica tra le parti sociali a tutti i livelli di contrattazione: nazionale, territoriale e aziendale. ROMA. Rlst a convegno Rls e Rlst dell’Edilizia riuniti da FeNeal, Filca e Fillea l’11 giugno 2009 Passaporto formativo per chi lavora nell'edilizia Stralcio di un articolo pubblicato su www.puntosicuro.it il 02/10/2009 Un corso di formazione obbligatorio di 16 ore e un libretto formativo: una sorta di "passaporto" che certifica il profilo professionale per tutti i nuovi lavoratori edili. Sono queste le iniziative presentate a Roma, in occasione dell'apertura delle giornate per la formazione nell'edilizia organizzate da INAIL, Formedil (l'Ente nazionale per la formazione e l'Addestramento professionale nell'Edilizia), Ministero del Lavoro e Conferenza Stato-Regioni. Entrambe le iniziative fanno parte delle strategie previste dal contratto nazionale del settore. Tutti gli operai che, per la pri- ma volta, mettono piede in un cantiere saranno obbligati a frequentare un corso di preparazione di 16 ore. L'obiettivo primario è quello di ridurre la possibilità di infortuni. Dopo i primi otto mesi di sperimentazione hanno già frequentato i corsi oltre 15mila allievi, appartenenti a circa 13mila aziende. Le 16 ore saranno legate al Libretto formativo del lavoratore, già previsto dalla legge Biagi e che viene rilanciato dal recente decreto legislativo 106 pubblicato lo scorso 5 agosto. Alla base del libretto vi è la creazione di una banca dati dove sono inseriti tutti i lavoratori con le loro rispettive competenze. Con la banca dati verrà garantito da parte di tutte le scuole, entro la fine del 2009, il censimento delle competenze di ogni singolo lavoratore sulla base di un repertorio nazionale condiviso. Il Libretto sarà rilasciato dalla scuola edile nell'ambito della prima occasione formativa come stampa automatica della posizione dell'utente risultante dalla banca dati e sarà in continua evoluzione . La responsabilità di aggiornamento è della scuola, che di volta in volta lo rilascia al lavoratore, il quale deve provvedere a sostituirlo al vecchio. PER LA SALUTE E LA SICUREZZA L’ELMETTO GIALLO 5 Lavoratori stranieri in edilizia Il punto di Walter Schiavella Intervista al segretario generale nazionale Fillea Cgil P er il rapporto Ires/Fillea 2008 la presenza di lavoratori stranieri in edilizia è in continuo aumento, sino ad arrivare in alcuni casi, aree metropolitane, all’80% della forza di lavoro. Dal suo osservatorio conferma la tendenza in atto anche per il 2009? Dal 2000 al 2008 il numero di lavoratori migranti iscritti nelle Casse Edili è aumentato di 7 volte. Un trend di crescita che prosegue anche per il 2009. La loro presenza varia a seconda dei territori, in alcuni abbiamo raggiunto il 70% di migranti tra i nuovi iscritti, in particolare nel Nord Est, nel Lazio siamo al 50%, al Sud percentuali minori ma sempre in aumento. Un aspetto importante, invece, è dato dalle qualifiche: tra gli operai comuni 30 lavoratori su 100 sono migranti mentre per gli operai di IV livello il numero scende enormemente, 4 su 100. Crescono poi del 68% i contratti di apprendistato per i lavoratori stranieri. Due dati che dicono con chiarezza quale sia il vantaggio per le imprese edili italiane: avere manodopera straniera - ovvero lavoratori più ricattabili e ricattati, possibilmente anche non sindacalizzati significa risparmiare sui costi del lavoro. E chi ritiene che il lavoro sia un costo, molto spesso considera un costo anche la sicurezza. I dati Inail dicono che gli infortuni nel 2008 sono diminuiti, ma colpiscono di più i lavoratori stranieri. È vero? L'Inail conferma che a fronte di una tendenza alla diminuzione di infortuni, cresce la percentuale di incidenti che coinvolgono i migranti. Solo nell'edilizia nel 2008 gli infortuni sono stati 90mila, quasi il 14% i migranti, percentuale che sale a poco meno del 25% per gli infortuni mortali. A conferma di quanto dicevo prima sulla tendenza delle aziende a tagliare i costi del lavoro e della sicurezza, il rischio maggiore di infortuni è nelle microimprese, in particolare quelle che lavorano nei cantieri in subappalto. E qui, tocco un altro aspetto, quello che considero la madre dell'infortunio sul lavoro nell'edilizia, il massimo ribasso, ovvero quel sistema distorto che impone nelle gare un criterio basato sul rispar- mio. E quando si deve risparmiare, si taglia sui materiali (le case che cadono come fossero carte da gioco all'Aquila ne sono una dimostrazione tragica), sul personale (il lavoro nero, il lavoro grigio, gli straordinari fuori busta, l'orario di lavoro non rispettato, i ritmi di produzione incessanti), sulla sicurezza (non solo per le protezioni individuali e per quelle di cantiere, ma anche sulla formazione). Ecco, se si vuole fare qualcosa è da qui che bisogna partire, dal superamento delle gare al massimo ribasso. Per concludere su questo aspetto, voglio ricordare che per i migranti le statistiche sull'andamento infortunistico sono ancora relative. Questo perché una fetta consistente di lavoro è in nero, ciò significa che numerosi incidenti sul lavoro non vengono denunciati, e sempre più spesso - ce lo segnalano in molti territori - il datore di lavoro, nella migliore delle ipotesi, "indennizza" direttamente il lavoratore con una manciata di euro, quando non lo abbandona negandogli il lavoro. Accade anche, come le cronache ci raccontano, che davanti a un pronto soccorso si trovi un migrante morto o che, come è accaduto pochi mesi fa in Sicilia, lo si butti per strada facendolo credere vittima di un pirata della strada. La situazione per i migranti nei nostri cantieri è disumana, e non si fa nulla per intervenire, a cominciare dalle ispezioni, drammaticamente ridotte per il 2009. Che tipo di mansioni svolgono gli stranieri in edilizia? A questa domanda, in parte ho già risposto. La gran parte dei lavoratori migranti vengono inquadrati al livello più basso e lì restano, svolgendo sempre mansioni superiori a quelle dichiarate e con possibilità di carriera molto ridotte rispetto ai colleghi di nazionalità italiana Abbiamo già detto del lavoro nero, ma un altro aspetto inquietante è rappresentato da nuove forme contrattuali che, soprattutto in questo periodo di crisi, si stanno diffondendo. Una di queste è la partita Iva. È di questi giorni una denuncia che come Fillea abbiamo fatto a La Spezia, dove sempre più spesso troviamo lavoratori disperati che vengono obbligati dai loro datori di lavoro a diventare impresa individuale per poter portare a casa mille euro. Quali sono le misure messe in campo per contrastare il fenomeno? Il contrasto al lavoro nero e dell’illegalità, anzitutto, che significa un impegno straordinario, in termini di risorse e personale, nei controlli da parte degli ispettori del lavoro e delle Asl. Fino a quando una ditta ha la certezza di rischiare un controllo in media ogni 20/30 anni, l'atteggiamento sarà sempre quello di tentare di eludere le regole. Una cultura delle regole e della legalità, dunque. Dobbiamo finirla con il paese dei furbetti ma affermare i valori sani della qualità del lavoro e del produrre, così come molte imprese tentano di praticare. E a proposito delle imprese sane, occorre sostenerle affinchè si affermino nel mercato italiano e sconfiggano l'impresa illegale. Per fare questo c'è bisogno di uno stato che con autorevolezza imponga regole. Il contrario di quello che oggi sta accadendo, purtroppo. PER LA SALUTE E LA SICUREZZA 6 L’ELMETTO GIALLO Il rilancio dell’edilizia sociale è tema di convegno Risposta ai bisogni della popolazione e strumento di sviluppo per la città AFFRONTATO DAGLI STATI GENERALI DELL’EDILIZIA SVOLTISI A ROMA IN MAGGIO, IL PIANO D’INTERVENTI PER L’EDILIZIA SOCIALE ED ECONOMICO RESIDENZIALE È STATO OGGETTO DI APPROFONDIMENTO ANCHE NEL CONVEGNO DAL TITOLO “UNA POLITICA ABITATIVA PER USCIRE DALLA CRISI”, ORGANIZZATO IL 7 MAGGIO 2009 A MILANO DA UIL MILANO E LOMBARDIA E DA FENEAL UIL MILANO. Di seguito riportiamo alcuni stralci tratti dalla relazione di sintesi del convegno UIL. O ggi lo stock di abitazioni di edilizia residenziale pubblica disponibili è nettamente inferiore sia alla domanda espressa che a quella potenziale. Con il Decreto del dicembre 2007 sul programma straordinario di edilizia residenziale pubblica e poi l'art. 11 del Decreto Tremonti del luglio 2008, Piano Casa (firmato dal Presidente del Consiglio il 21 luglio 2009 ndr.), il problema della casa è tornato d’attualità per il governo con attenzione soprattutto all’edilizia sovvenzionata. Il 16 luglio 2009 la Regione Lombardia ha approvato la Legge regionale n. 13 (ndr.), che contiene un consistente pacchetto di finanziamenti e di interventi differenziati per l'edilizia residenziale pubblica ed il sostegno agli affitti. La crisi dell’edilizia sociale Oggi l’emergenza sta nell’edilizia residenziale pubblica e nell’edilizia economica. La domanda di abitazione, negli ultimi anni, è profondamente mutata. Innanzitutto vi è la domanda degli immigrati che, in Lombardia, assorbe il 46% delle domande di FSA ed il 39% di quelle per l’ERP. La struttura delle famiglie è cambiata, si è verificato un fenomeno di aumento delle famiglie durato a lungo anche in situazione di stasi demografica e che ha molto sostenuto l’edilizia. Oggi le famiglie sono formate da pochi componenti: in Lombardia nel 1971 la media delle famiglie contava più di 3 componenti, nel 2001 è scesa a 2,5 componenti, nel 2003 a 2,3 componenti. Le famiglie composte da una sola persona sono il 27% del totale, quelle composte da 2 persone il 30%. La domanda espressa da queste micro famiglie è diversa da quella tradizionale dell’ERP, cui invece si avvicina di più quella degli immigrati. A tutti questi bisogni il patrimonio attuale di ERP fa fronte per il 58% della domanda complessiva ed il 70% di quella relativa alle richieste presentate. Nuove fasce di popolazione sono entrate nell’area del bisogno, si è allargata l’area delle famiglie troppo ricche per beneficiare dell’edilizia residenziale pubblica ma troppo povere per acquistare una casa al libero mercato. E questo fenomeno investe anche nuovi ceti sociali. Anche i ceti ad alto livello d’istruzione sono ormai in parte sconfinati nell’ area del bisogno. Non si tratta solo di studenti fuori sede, giustamente compresi nelle categorie destinatarie dell’edilizia sociale, ma di giovani laureati, ricercatori universitari all’inizio della loro carriera, giovani coppie di laureati. Si tratta però di ceti sociali strategici per lo sviluppo futuro e la capacità d’innovazione delle città. Soprattutto per Milano questa situazione pone serie preoccupazioni per il futuro. La città, che è sempre stata anche luogo di immigrazione intellettuale oltre che di lavoro, ora può paventare la scarsità delle risorse umane più preziose per costituire la sua futura classe dirigente. Edilizia sociale come strumento per lo sviluppo Questa situazione complessa fa emergere la portata strategica del problema della casa ed il significato della trasformazione che è avvenuta. Dare case a costi affrontabili sia di edilizia pubblica, che non, non è più semplice risposta ad una domanda già manifestata, ma strumento per costruire il futuro di una città. Oggi le amministrazioni sono maggiormente impegnate in modo diretto nel futuro della città; devono saper richiamare attività e popolazione, hanno, più di prima, l’onere della scelta tra le possibili strategie. Di tutto questo la politica della casa è divenuta strumento fondamentale, al pari della politica dei trasporti. In breve, oggi l’edilizia sociale non serve solo a recuperare fabbisogni arretrati, ma anche a disegnare la nuova città, inserendovi i necessari elementi di trasformazione strutturale. NON SOLO ASLE L’ELMETTO GIALLO 7 Conosci il tuo Rlst di Asle zona per zona L’elenco dei nominativi con le informazioni utili TERRITORIO 1 TERRITORIO 5 Gaspari Monica Samà Francesco 335.5823479 [email protected] 335.5823476 [email protected] COMUNI: Abbiategrasso, Arconate, Azzero, Bernate Ticino, Besate, Bubbiano, Boffalora Sopra Ticino, Buscate, Busto Garolfo, Calvignano, Casorezzo, Cassinetta di Lugagnano, Cuggiono, Dairago, Inveruno, Magenta, Magnago, Marcallo con Casone, Mesero, Morimondo, Motta Visconti, Nosate, Ossona, Robecchetto con Induno, Rebecco Sul Naviglio, Rosate, Santo Stefano Ticino, Turbigo, Vanzaghello, Vernate, Villa Cortese. COMUNI: Agrate Brianza, Aicurzio, Basiano, Bellinzago Lombardo, Bellusco, Bernareggio, Burago di Molgora, Busnago, Bussero, Cambiago, Caponago, Carugate, Cassano d’Adda, Cassina De’ Pecchi, Cavenago di Brianza, Cornate d’Adda, Gessate, Gorgonzola, Grezzago, Inzago, Masate, Mezzago, Ornago, Pessano con Bornago, Pozzo d’Adda, Pozzuolo Martesana, Roncello, Ronco Briantino, Trezzano Rosa, Trezzo sull’Adda, Vaprio d’Adda. MILANO: zona 6 TERRITORIO 6 TERRITORIO 2 Morlacchi Rachele 335.5823477 [email protected] COMUNI: Albairate, Arluno, Bareggio, Binasco, Canegrate, Casarile, Castano Primo, Cerro Maggiore, Cesano Boscone, Cisliano, Corbetta, Corsico, Cusago, Gaggiano, Gudo Visconti, Legnano, Nerviano, Noviglio, Parabiago, Pogliano Milanese, Pregnana Milanese, Rescaldina, San Giorgio su Legnano, san Vittore Olona, Sedriano, Trezzano sul Naviglio, Vanzago, Vermezzo, Vittuone, Zelo Surrigone, Zibido San Giacomo. MILANO: zona 7 TERRITORIO 3 Alagna Antonino 335.5823475 [email protected] Brambilla Vittorio 346.7481817 [email protected] COMUNI: Vimodrone, Cernusco Sul Naviglio, Pioltello, Segrate, Cologno Monzese, Sesto San Giovanni, Brugherio. MILANO: zone 1, 2, 3 TERRITORIO 7 Marengo Giuseppe 335.5971603 [email protected] COMUNI: Colturano, Dresano, Liscate, Mediglia, Melegnano, Melzo, Pantigliate, Paullo, Peschiera Borromeo, Rodano, San Donato Milanese, San Giuliano Milanese, Settala, Tribiano, Truccazzano, Vignate, Vizzolo Predabissi. MILANO: zona 4 COMUNI: Arese, Baranzate, Bollate, Bovisio Mascago, Bresso, Ceriano Laghetto, Cesano Maderno, Cesate, Cinisello Balsamo, Cormano, Cornaredo, Cusano Milanino, Desio, Garbagnate Milanese, Lainate, Limbiate, Muggiò, Nova Milanese, Novate Milanese, Paderno Dugnano, Pero, Rho, Senago, Settimo Milanese, Solaro, Varedo. MILANO: zone 8 e 9 TERRITORIO 4 Voch Luca 335.5823474 [email protected] COMUNI: Albiate, Arcore, Barlassina, Besana Brianza, Biassono, Briosco, Camparada, Carate Brianza, Carnate, Concorezzo, Corezzana, Cogliate, Giussano, Lentate sul Seveso, Lesmo, Lissone, Macherio, Mazzate, Meda, Misinto, Renate, Seregno, Seveso, Sovico, Sulbiate, Triuggio, Usmate Velate, Vedano al Lambro, Veduggio con Colzano, Verano Brianza, Villasante, Vimercate. MONZA 02.48707068 NUOVO NUMERO DI FAX Per saperne di più sui servizi offerti dall’associazione visita il sito www.asle.it I 9 Rlst per i lavoratori delle imprese edili sono a disposizione gratuitamente. Scarica i moduli e le istruzioni per la richiesta nella sezione modulistica. TERRITORIO 8 Damato Raffaele 348.4580639 [email protected] COMUNI: Boffalora d’Adda, Borgo San Giovanni, Casaletto Lodigiano, Casalmaiocco, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Cervignano d’Adda, Comazzo, Galgagnano, Lodi Vecchio, Marudo, Merlino, Montanaso Lombardo, Mulazzano, Salerano sul Lambro, Sant’Angelo Lodigiano, Sordio, Tavazzano con Villavesco, Valera Fratta, Zelo Buon Persico, Buccinasco, Cerro al Lambro, Basiglio, Carpiano, Lacchiarella, Locate di Triulzi, Opera, Pieve Emanuele, Rozzano, S. Zenone al Lambro, Assago. MILANO: zona 5 TERRITORIO 9 Radu Catalin 346.0027989 [email protected] COMUNI: Abbadia Cerreto, Bertonico, Borghetto Lodigiano, Brembio, Camairago, Casalpusterlengo, Caselle Landi, Castelnuovo Bocca d’Adda, Castiglione d’Adda, Cavacurta, Cavenago d’Adda, Codogno, Cornegliano Laudese, Corno Giovine, Cornovecchio, Corte Palasio, Crespiatica, Fombio, Graffignana, Guardamiglio, Livraga, Maccastorna, Mairago, Maleo, Massalengo, Meleti, Orio Litta, Ospedaletto Lodigiano, Ossago Lodigiano, Pieve Fissiraga, S. Colombano al Lambro, San Fiorano, San Martino in Strada, San Rocco al Porto, Secugnago, Senna Lodigiana, Somaglia, Terranova dei Passerini, Turano Lodigiano, Villanova del Sillaro. LODI Hanno collaborato a questo numero: Giuseppe Bonelli, Franco Gullo, Monica Gaspari, Mario Ielapi, Luca Voch, Franco Turri, Walter Schiavella . Editing a cura di Luisa Rota Editing e testi a cura di Luisa Rota L’ALTRA L’ALTRA COMPERTINA COPERTINA