«Pago afinemese», è boom
Carta fedeltà dei Saitper 18 mila trentini
TRENTO. Il libretto dove
«farsi segnare» il conto della
spesa diventa digitale. Sono
18 mila infatti le carte InCooperazione che possono essere usate come strumento di
pagamento, la gran parte delle quali con l'opzione del saldo a fine mese. Per chi fatica
ad arrivarci è una vera e propria boccata di ossigeno.
LUCA MAROGNOLI A PAG. 14
La crisi spinge i consumatori a chiedere dilazioni. Caritas: boom di crediti solidali per chi ha bisogno
Sait, in 18 mila pagano a fine mese
La cartafedeltà si usa come il vecchio libretto. Richieste in aumento del 10%
TRENTO. Il libretto dove «farsi segnare» il conto della
spesa oggi è un microchip. Sono 18 mila le carte InCooperazione utilizzabili come strumento di pagamento, la
gran parte delle quali con l'opzione del saldo a fine mese. Per chi fatica ad arrivarci una boccata di ossigeno.
Ieri abbiamo raccontato la
storia di Abramo Ottaviani,
che nella sua bottega di alimentari davanti al Conservatorio, si sente sempre più spesso chiedere pagamenti dilazionati dalla clientela colpita dalla crisi. Oggi scopriamo che
anche in una grande catena
come il Sait si può fare: basta
farsi soci e sfruttare una delle
prerogative della carta fedeltà. Certo, tra queste non sono contemplate le barzellette
o le parole di conforto di uno
come Abramo, ma è bene saperlo. Come è utile apprendere (e qui si parla di grandi numeri), che anche qui si registra un incremento nella domanda. «Le carte con il sistema di pagamento a bordo sono aumentate del 10% nei primi sei mesi dell'anno», afferma Luigi Pavana, direttore
del Sait. «La maggioranza ha
l'opzione del "fine mese". Oggi rappresentano il 20% delle
carte in circolazione».
n presidente, Renato Dalpalù, ricorda come «storicamente le famiglie cooperative
segnavano la spesa sul libretto». Oggi il sistema è diventa-
to più sofisticato: «Ci sono tre
possibili utilizzi della carta»,
spiega, «n primo consente di
essere identificati e di avere
accesso alle promozioni, il secondo è l'impiego come strumento di pagamento, simile al
bancomat, senza Pin per spese fino a 80 euro, il terzo è la facoltà di pagare a fine mese, come con una carta di credito.
Questo vale per tutte le cooperative, che sono 76, per un bacino di 100 mila soci».
Effetto della crisi? «Riscontriamo delle difficoltà non solo da questo - risponde Pavana - ma dalle crescenti richieste di intervento da parte delle associazioni che sostengono
persone in difficoltà».
Un altro termometro è il
massiccio ricorso allo sportello del credito solidale aperto
due anni fa dalla Caritas. «Le
richieste sono legate soprattutto alla casa: bollette, caldaia,
caparra dell'affitto, spese condominiali...», racconta il direttore Roberto Calza. «E questo deve far riflettere. Nel 2010
abbiamo incontrato 127 persone e erogato 39 prestiti per 66
mila euro (il massimo è di 3
mila euro). Non si decide solo
se una persona ha diritto, ma
la si accompagna in un percorso di relazione. Spesso la geni e èjmharazzata- sonrattutto i
trentini: da una parte si vergognano e dall'altra non sanno
sempre quali siano i propri diritti. A volte bastano un paio
di telefonate per orientarli verso soluzioni come il pacchetto
famiglia». Oltre alla titubanza, si osserva una difficoltà
nel gestire l'improvvisa mancanza di risorse. «Abbiamo incontrato famiglie con uno stipendio molto alto e un mutuo
altrettanto elevato: quando lei
ha perso il lavoro non sapevano come fare. C'è chi riesce a
cambiare il modello di vita e
chi finisce in mano alle finanziarie. Non tutti sono in grado
di distinguere fra le priorità».
Conferma questo problema
Carlo Biasior, del Centro tutela consumatori: «Quello che
manca è l'abitudine a farsi i
"conti della serva". Nel nostro
sito (www.centroconsumatori.tn.it) c'è "Contintasca", un
programma che aiuta a gestire meglio le proprie spese. Arrivano persone piene di debiti
stipulati con le finanziarie e
abbiamo richieste di assistenza sulla rinegoziazione di mutui e piani di rientro da posizioni di sofferenza, n potere
d'acquisto è oggettivamente
sempre più risicato e misure
per aumentarlo non ne sono
state adottate. Anzi».
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Sait, in 18 mila pagano a fine mese