5 tecniche per battere la timidezza
Nel mio articolo precedente, ho chiesto agli utenti se ci fosse un particolare argomento
che volevano vedere su queste pagine. Fra le risposte che ho ricevuto c’è quella di Giulioz,
che ha chiesto un articolo sulla timidezza. Beh, eccolo qui!
Il problema non ha una soluzione facile, c’è da dirlo. Non perché non ci siano delle
tecniche valide (ci sono eccome), ma perché come sempre viene richiesta azione. Ma per
definizione, la timidezza è il contrario dell’azione! E qui sorge il problema di trovare dei
trucchi che possono essere applicati anche dal timido senza difficoltà, riducendo così il
capo d’azione.
Le ragioni della timidezza
Prima di entrare nel succo dell’argomento, facciamo una piccola digressione e vediamo
perché esiste questa fastidiosa sensazione che è la timidezza.
Inizialmente, deriva dal fatto che l’uomo è un animale sociale: è mentalmente
programmato per vivere in una società, nella quale svolge la maggior parte delle proprie
attività. La timidezza ha la funzione di freno inibitore degli istinti, che ci permette di avere
una società civile e sviluppata (almeno in teoria).
O almeno, questa è la funzione che dovrebbe avere. Sempre più spesso le persone soffrono
di eccessiva timidezza, ossia hanno un freno inibitore sempre tirato. Addirittura, uno
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studio ci dice che il 50% della popolazione statunitense soffre di timidezza.
A livello psicologico, la timidezza dipende da tre motivi:
1. Eccessiva consapevolezza: sei troppo focalizzato su te stesso, e in particolare sui
tuoi errori. Pillola: anche gli altri sono focalizzati su loro stessi, non su di te!
2. Eccessiva negatività: non è strano a pensarci bene, il pessimismo non è un
toccasana per la timidezza;
3. Eccessiva focalizzazione sui propri errori.
Riesci a riconoscerti in questi tre stati? Tutti, chi più chi meno, sono influenzati dagli
elementi qui citati.
Come sconfiggere la timidezza
Allora, come facciamo a superare la timidezza? Ci sono alcuni esercizi mentali da
completare, che seguono tutti uno stesso filo conduttore: la gradualità.
Bisogna andare per gradi per permettere al cervello di abituarsi allo stadio precedente
prima di passare a quello successivo. Questo vale per tutto, ma gioca un ruolo
fondamentale quando si sta cercando di sconfiggere la timidezza.
Perché? Come ho detto prima, la timidezza porta all’inattività. Per allenare la timidezza
bisogna però portarla al limite, proprio come un muscolo. Ma se questo limite viene
superato, allora l’esercizio fallirà. Per questo bisogna fare molta attenzione.
Eccoti cinque tecniche sicure per migliorare il proprio rapporto con la timidezza:
1. Riconoscere il problema. Perché ovvio, senza questo passaggio non si va molto
avanti. Il primo passo per risolvere un problema è riconoscerlo, e questo vale sempre;
2. Concentrati sui tuoi punti di forza. Una delle cause della timidezza è che ti
concentri troppo sui tuoi difetti e non abbastanza sui tuoi pregi: fai una lista con
cinque tuoi punti di forza che puoi esibire nelle situazioni sociali, quando sei in
pubblico. Quando senti di stare provando timidezza, cerca di esaltare a scelta uno di
questi cinque punti e concentrati su di esso. Visto che il cervello non riesce a pensare
a due cose contemporaneamente, ti dimenticherai almeno in parte del tuo problema;
3. Concentrati sulle altre persone. Un’altra causa della timidezza è l’eccessivo focus
su sé stessi, che porta ad essere ultra-critici verso il proprio comportamento. Al
contrario, impara ad osservare gli altri invece che te stesso. Guarda come si
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muovono, come interagiscono, e perché no stai attento ai loro errori e a come
affrontano situazioni per te imbarazzanti. Per il principio espresso nel punto
precedente, aumentare la focalizzazione sugli altri diminuirà quella su di te;
4. Impara qualche tecnica per essere più ottimista. Per eliminare anche la terza
causa della timidezza, ossia il pessimismo, puoi utilizzare delle tecniche ad hoc. Puoi
leggere come cambiare le tue credenze limitanti, o forse preferisci avere una buona
giornata grazie all’umorismo?
5. Cerca di stare con gli altri. Anche quando non fai cose per te imbarazzanti, essere
inseriti in una situazione che coinvolga altre persone è un aiuto. Se quindi sei timido
cerca di fare qualcosa in contesti sociali (possibilmente non i genitori, troppo facile
così
), e poco a poco migliorerai.
Se vuoi avere ulteriori informazioni a riguardo, ti consiglio anche questo articolo su
ilmegliodite.net.
Tu cosa né pensi?
Io ero molto timido da piccolo, epoca elementari e medie per capirci. Poi piano piano
ho iniziato a migliorare, e adesso mi sento una persona normale sotto questo punto
di vista.
Proprio l’altro giorno ho ricevuto una soddisfazione, con un’amica che ha notato il
cambiamento in questo senso.
Tu sei mai stato timido? Come hai risolto il tuo problema?
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Tutto è relativo, anche la tua felicità
Immagina la scena: addenti una mela, guardi il morso e vedi un verme morto. Ti sembra
una situazione positiva o negativa? Ovviamente negativa!
Ora immagina la stessa scena: addenti una mela, ma non ci trovi un verme morto. Ce né
trovi mezzo. Ora dimmi, qual è la situazione peggiore?
Ho voluto aprire questo articolo con un esempio ad effetto per spiegarti il concetto che
tutto è relativo, niente è assoluto. Tu potresti non accorgertene, ma la tua mente lo sa ed è
così che si relaziona con il mondo.
Perché il primo esempio ti è sembrato negativo? Perché la tua mente l’ha rapportato ad
una situazione che crede normale, ossia aspettarsi di mangiare una mela senza vermi. Se
però mettiamo l’evento in relazione con la seconda parte dell’esempio, allora la cosa non
suona più tanto male.
Ma anche se prendiamo argomenti un po’ più seri, la situazione non cambia. È il caso dei
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bambini africani che, pur non avendo niente, sorridono comunque. Mentre in Italia c’è
gente che si dispera pur avendo tutto: la stonatura è evidente.
La felicità è quindi relativa: non c’è una linea oggettiva prima della quale sei infelice,
e oltre invece ti senti bene. Ognuno di noi traccia questa linea partendo dalle esperienze
della vita, dal proprio passato e dalla propria personalità.
Quello che devi fare è prendere questa linea, e portarla indietro il più possibile. In altre
parole, questo significa godere anche delle piccole cose.
Cercare la felicità partendo da presupposti oggettivi ed esterni è impossibile: la mente
infatti si adatta facilmente a qualsiasi situazione, dando delle soddisfazioni o dei dispiaceri
effimeri. Se vuoi effettivamente migliorare la tua vita non devi andare a ricercare
l’appagamento dei tuoi desideri nei soldi, ma dentro di te.
Bello da dire, ma… Come? Non è semplice. Raggiungere la felicità è un processo lungo
che richiede tempo, e questo non te lo nascondo. Io sono fondamentalmente un ottimista (e
se la legge d’attrazione funziona, probabilmente lo sei anche tu
) e quindi la cosa mi risulta più facile, mentre i pessimisti faranno più fatica.
Per questo oggi ti voglio lasciare qualche articolo che ho scritto in passato in proposito: se
te li sei persi, ti consiglio di andare a leggeri!
L’importanza della forza di volontà nel raggiungere i propri obiettivi
La grande differenza fra ottimisti e pessimisti
Una buona giornata grazie all’umorismo
Cambiare d’umore con le posizioni del corpo
Risolvere i problemi con il metodo dei sei cappelli per pensare
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Non sovraccaricare la tua mente
Oggi ti propongo un articolo di Umberto Brenzone, amministratore di Investitore privato
che stimo molto per la lunghezza dei suoi articoli. Buona lettura!
Il cervello umano è paragonabile a un potentissimo computer di nuova generazione, ha
delle potenzialità davvero sorprendenti e come tale va utilizzato in un certo modo.
La sola differenza tra un cervello e un computer è che quando acquisti il secondo trovi
anche allegato un libretto d’istruzioni, mentre per quanto riguarda il primo quel libretto
non esiste; e se non vuoi che la tua mente vada in tilt, devi prendere alcuni accorgimenti
per salvaguardarla, oltre che per sfruttarla al meglio.
Ma prima di affrontare questo argomento….
facciamo un salto indietro nel tempo….
all’epoca dell’industrializzazione.
Ci troviamo a cavallo tra la fine dell’800 e l’inizio del 900, l’Italia attraversa un periodo di
grandi cambiamenti e sorgono le prime industrie, che aumentano così i posti di lavoro.
No no calmati, non è mia intenzione darti lezioni di storia; il mio intento è di farti capire
che i tempi sono cambiati in questi anni e che un certo tipo di mentalità oggi non va più
bene perchè appartiene al passato.
Una volta le persone avevano tanto tempo libero e poche informazioni a loro disposizione,
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oggi succede l’esatto contrario.
Purtroppo o per fortuna, viviamo sui minuti, dobbiamo prendere decisioni velocemente,
spesso ci facciamo prendere dall’ansia e dallo stress, e soprattutto siamo inondati da
informazioni che non riusciamo a gestire.
Non siamo diventati più ignoranti, semplicemente è aumentata in maniera esponenziale
e talvolta spropositata la mole di informazioni che abbiamo a nostra disposizione.
Per questo motivo diventa fondamentale l’uso che fai delle informazioni che ricevi
e soprattutto come le sezioni.
1. Che uso fai delle informazioni che ricevi
Ammettiamo che tu sia un fenomeno paranormale e che la tua mente riesca ad
immagazzinare una quantità spaventosa di informazioni, tipo Dustin Hoffman in “Rain
Man” per intenderci.
Ora, tu sei una specie di Dio vivente.
Ma ha importanza questo?
Beh la risposta è: dipende.
Dipende semplicemente da come usi il dono che hai.
Se non lo condividi con gli altri, se non lo esterni, se non metti in pratica ciò che sai,
sarebbe come seminare duramente un campo per mesi e mesi per poi abbandonarlo
quando arriva il mese della raccolta.
Che senso avrebbe?
Non conta conoscere tante cose quanto utilizzare a proprio favore quelle cose (anche
poche magari) che si conoscono: questa è la definizione che ho dato alla parola
intelligenza, anche se sul vocabolario né troverai una diversa.
2. Come sezioni le informazioni che ricevi?
Diciamo che la tua mente abbia la capacità di immagazzinare il 100% delle informazioni
che le interessano e che scarti automaticamente tutte le altre.
Benissimo, questo è assolutamente possibile ed è anche quello che ti consiglio di fare.
C’è un problema però e questo problema ha un nome: il tempo.
In quanto tempo pensi di immagazzinare il 100% delle informazioni che ti
interessano?
Qualche giorno?
Un paio di mesi?
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O forse ti occorrono anni?
Se pensi di ottenere tutto e subito probabilmente stai partendo con il piede sbagliato e non
andrai molto più lontano di dove ti trovi attualmente.
Se vuoi leggere un libro a settimana per diventare super esperto di un argomento,
probabilmente ci riuscirai e farai un grosso balzo in avanti a livello culturale.
Se vuoi frequentare un seminario al mese per aumentare la tua formazione, probabilmente
terrai fede ai patti e acquisirai un bagaglio personale/professionale di tutto rispetto.
Ma sei proprio sicuro che sia ciò di cui hai bisogno in questo momento?
Credi di poter captare tutte le informazioni di libri e seminari?
E soprattutto, credi di poter trovare anche il tempo per metterle in pratica
e trasformare in fatti le cose che hai imparato?
Io sinceramente preferisco adottare una tattica leggermente diversa e ti consiglio di fare
altrettanto. Sono 3 passaggi molto semplici da capire e un pochino più complessi da
praticare.
1. Ascolta il tuo cuore per comprendere cosa vuoi realmente dalla vita.
2. Usa la tua mente per scovare la strada migliore da intraprendere.
3. Formati continuamente, permettendo però alla tua mente e al tuo corpo di assorbire
le informazioni apprese mettendole successivamente in pratica.
Formazione-Pratica-Formazione-Pratica-Formazione-Pratica
Questo è l’approccio più efficace che ho imparato a seguire.
L’articolo che hai appena letto dovrebbe servire fondamentalmente a farti apprendere
due cose.
1. Sei fortunato a vivere in questo tempo e in questo luogo, perchè hai tutto a tua
disposizione.
2. Devi fare molta attenzione a come sfrutti queste immense risorse, perchè corri il
rischio di esplodere.
La tua mente è preziosissima ed è, a mio parere, anche la risorsa più importante assieme
al tuo tempo.
Cerca di non sovraccaricare eccessivamente la prima e di non sprecare inutilmente la
seconda.
Un ringraziamento a Stefano per avermi concesso questo spazio nel suo blog e un
arrivederci su Investitore Privato.
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