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Quattro passi nel futuro
Cittadini del futuro
Margherita Penza - Roberto Saracco
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Quattro passi nel futuro
Cittadini del futuro
Il dialetto ha lasciato il posto all’italiano, da italiani stiamo
diventando europei.
Le comunicazioni hanno cambiato il nostro rapporto con la Società trasformandola.
Questo processo è in pieno divenire.
L’agorà greca, con i cittadini che discutevano e deliberavano, utilizzando l’ostrakon, oggi continua la sua trasformazione verso la piazza virtuale con discussioni che utilizzano blog...
Cosa vorrà dire essere cittadini nel prossimo futuro?
Come potrà la tecnologia fare e trasformare il tessuto sociale delle relazioni?
L’Area Innovation & Engineering Services di Telecom Italia garantisce la continua e puntuale evoluzione di tecnologie e servizi in un
contesto in rapida evoluzione.
Innovation & Engineering Services eredita l’esperienza, le risorse
e il know how del centro ricerca Telecom Italia Lab di Torino,
affiancando a queste le risorse e competenze di ingegneria di sviluppo della rete sia fissa sia mobile.
I suoi milleseicento tecnici operano per sviluppare innovazione,
ingegnerizzarla e renderla rapidamente ed economicamente fruibile ai clienti del Gruppo.
L’ innovazione viene concepita, creata e sperimentata nei laboratori di Torino e Roma, studiando la rete di accesso fissa e mobile,
impegnandosi nell'evoluzione della rete di trasporto, sviluppando
servizi e piattaforme; il tutto nell'attenta analisi delle esigenze del
cliente finale e delle imprese che vedono nella rete di telecomunicazioni del futuro l'elemento abilitante per competere sul mercato
a livello mondiale.
Tra le attività di ricerca in corso, che saranno percepite dal grande pubblico in modo particolarmente rilevante da qui a pochi anni,
vanno citate: la visione di evoluzione della rete e dei servizi con
un orizzonte al 2015 identificando le strategie di transizione; l'evoluzione delle comunicazioni mobili, dal cellulare di terza generazione e oltre a diversi sistemi che garantiscono un'alta velocità
nell'accesso anche se in regime di condivisione di risorse (WiFi,
UWB, WiMax, MoFi); la diffusione della larga banda, attraverso lo
studio di modalità innovative per portare la fibra ottica fino a casa
dei cliente; l'affermazione di nuove soluzioni di identificazione e
localizzazione attraverso l' integrazione di funzionalità di telecomunicazione con tecnologie di tagging.
In stretto collegamento con i Pirelli Labs, università, centri di ricerca, e industria, l’area Innovazione e Ingegneria avvicina il futuro
con servizi avanzati in molti settori dal mobile al multimediale, per
la casa e per l'impresa, garantendo qualità e sicurezza.
Lanciato nel 2003, nei primi due anni di vita Progetto Italia ha già proposto un elevato numero di progetti nel campo della cultura, della
solidarietà, della formazione e dello sport. Nel gennaio 2005
Progetto Italia è diventata una Società per Azioni interamente
posseduta da Telecom Italia. L'obiettivo fondamentale di Progetto
Italia è quello di contribuire alla crescita del Paese
• realizzando iniziative gratuite e facilmente fruibili basate sul
principio della divulgazione intelligente, dell'aiuto alle fasce
meno protette, e ispirate a un criterio di qualità e di unicità
• valorizzando lo straordinario patrimonio artistico del nostro
Paese, proponendo città e monumenti in modo inusuale e inatteso, ma senza snaturarli
• sfruttando le intelligenze, le energie e le risorse di cui l'Italia
dispone in abbondanza
• promuovendo un modello di collaborazione attiva che integra le
competenze dei partner con le capacità di Telecom Italia nel
campo tecnologico, dell'organizzazione, della promozione e
della comunicazione.
In quest’ottica Progetto Italia ha dato vita al Telecom Italia Future
Centre (ex convento di San Salvador) a Venezia, un luogo che
aiuta ad immaginare il futuro, toccando e sperimentando le nuove
tecnologie all’interno di cicli di conferenze.
Margherita Penza, laureata in lettere moderne, è da circa dieci anni
impegnata nel settore innovazione del Gruppo Telecom con l’obiettivo di diffondere la consapevolezza su come la ricerca nelle
telecomunicazioni possa contribuire al miglioramento complessivo
della nostra vita. Fin dal periodo universitario, i suoi interessi sono
stati centrati sulla comunicazione e sui diversi modi in cui questa
si realizza.
È stato quindi un passo facile decidere di entrare proprio in quel
mondo.
Roberto Saracco è responsabile degli scenari e della comunicazione
scientifica nell’area Innovation & Engineering Services di Telecom
Italia. Nei suoi oltre trent’anni nel settore delle telecomunicazioni
è stato ricercatore prima nel settore tecnico e poi in quello economico. Ha spesso lavorato in un contesto internazionale, guidando
tra l’altro un progetto della Banca Mondiale in America Latina, per
stimolare l’adozione delle nuove tecnologie. È autore di diverse
pubblicazioni sulle nuove tecnologie e del loro impatto sul business.
Cittadini del futuro
La tecnologie e le telecomunicazioni stanno trasformando il mondo in
un villaggio globale. Anche se i cittadini di questo villaggio sono miliardi, diventa possibile trovarsi a discutere nella stessa agorà in cui si svolgeva la vita politica degli Ateniesi.
La comunicazione ha cambiato il modo di fare politica e nel prossimo
futuro potrà creare una partecipazione ancora più diretta di tutti alla
politica.
Vediamo allora come è cambiato il concetto di democrazia e come la
comunicazione giochi un ruolo di primo piano nei vari livelli di Governo.
Ma soprattutto quali erano, in passato, gli strumenti di democrazia e
quali sono quelli di oggi? Occorre anzitutto comprendere la distinzione
fra il concetto di democrazia proprio degli antichi e quello dei moderni.
Sono i termini di popolo e di potere a non avere un significato valido per
tutte le epoche. Nella Grecia antica il termine popolo indicava un’altra
cosa: il demos era una parte della polis (quella della maggioranza degli
uomini liberi, normalmente poveri) e la democrazia era una forma di
governo in cui una parte, il demos, era sovraordinata alle altre.
Successivamente per popolo si intende la totalità di tutti gli individui e
il potere è l’unificazione di tutte le forze: la sovranità. Questi concetti
sono alla base della distinzione di democrazia rappresentativa o diretta:
problema tutto moderno.
Nell’Assemblea democratica ateniese prevaleva chi aveva maggior
fascino, maggiore abilità, maggiore capacità di convincere gli altri e
attrarli dalla propria parte. Per evitare che personaggi del genere aspirassero a diventare tiranni, Clistene escogitò uno strumento difensivo
chiamato "ostracismo", per il quale chiunque fosse stato ritenuto dannoso per la libertà della polis poteva essere sottoposto a un voto
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dell'Assemblea stessa e condannato all’esilio per dieci anni.
L'ostracismo fu probabilmente
introdotto ad Atene poco prima
del 487 a.C. e la sua procedura
si articolava in due fasi. In
un’apposita assemblea che si
teneva a metà inverno, il popolo
decideva a maggioranza se si
dovesse votare per un ostracismo e, in caso affermativo, si fissava una riunione per qualche
settimana dopo. In questa
La parola ostracismo deriva dal greco
seconda riunione, se i votanti
“ostrakon”, che significa coccio di
erano più di seimila, la votazione
terracotta. E proprio su questi frammenti
era ritenuta valida: la persona, il
di vasellame venivano eseguite le
votazioni, introdotte per difendere la
cui nome risultava scritto sulla
democrazia dal rischio della tirannide
maggioranza dei cocci (ostraka),
usati come schede elettorali e depositati in un punto della piazza del
mercato, veniva condannato all'esilio per dieci anni, pur continuando a
godere dei suoi redditi.
E anche all’epoca esistono prove di occasionali brogli. Sono state trovati degli ostraka recanti il medesimo nome, chiaramente scritti dalla
stessa mano. L'analisi di queste prove porta a pensare che gli ostraka
precompilati fossero pensati per essere consegnati a dei cittadini per
favorire l'estromissione di una data persona.
LA DEMOCRAZIA MODERNA
È Hobbes che dà origine al concetto moderno di rappresentanza politica, come modo d’espressione del potere da tutti formato. Il sovrano
esercita il potere, ma per tutto il popolo, visto come soggetto collettivo.
I cittadini non sono di fronte a lui, ma sono in lui. Questo significa che
la volontà espressa dal sovrano-rappresentante è la volontà del soggetto collettivo, ovvero di tutto il popolo.
Sulla base dei concetti d’uguaglianza e di libertà degli individui si
afferma il principio che il volere del popolo deve essere espresso rappresentativamente, mediante cioè qualcuno che da tutti sia autorizzato
a volere e agire pubblicamente, politicamente, cioè per tutto il corpo
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Cittadini del futuro
politico. Ma fin dalla Rivoluzione francese le
Costituzioni sembrano richiamare anche un
altro principio, quello che sta alla base del
concetto di democrazia diretta: il popolo
esprime direttamente la sua volontà. Questo
principio era stato espresso contro Hobbes
da Rousseau, escludendo quindi la possibilità che la sovranità fosse affidata a qualcuno.
In questo caso il popolo diviene una grandezza costituente, l’unico soggetto legittimato ad esprimere la costituzione di uno Stato.
Anche se tale concetto appare molto difficile
da attuare praticamente, ricade poi nelle
costituzioni che dichiarano il popolo come
soggetto legittimo della costituzione, come
unica possibile grandezza costituente.
Vale quindi la pena chiedersi se il voto
nelle democrazie moderne sia una vera
Il diritto del sovrano è a
espressione di volontà determinata, che parte questo punto assoluto come il
suo potere ed egli è
dai singoli cittadini, o non piuttosto una forma
responsabile delle proprie
d’autorizzazione, un’espressione di fiducia
azioni soltanto di fronte a
che avviene, attraverso l’indicazione di nomi Dio, giacché non è vincolato
da nessun patto con i suoi
in favore di coloro che devono esprimere, a
sudditi. Il fine supremo è il
nome di tutti, la volontà di tutto il popolo.
mantenimento della vita in
pace e sicurezza
POLITICA E TECNOLOGIA: QUALE DEMOCRAZIA?
Le nuove tecnologie hanno modificato in maniera radicale non soltanto i diversi ambiti della nostra vita quotidiana, ma hanno anche trasformato la sfera pubblica, il senso dell'azione politica, modificando il
legame sociale e i principi della democrazia rappresentativa. Esiste una
tensione molto forte tra politica e tecnologia: da sempre le forze politiche hanno una tendenza a conservarsi, a perpetuarsi, mentre l’impatto
delle tecnologie genera cambiamenti, talvolta addirittura dirompenti,
mettendo in discussione le competenze dei singoli politici.
La discussione su democrazia e nuove tecnologie non è degli anni
’90. La letteratura, in particolare quella statunitense, è ricca di casi e
di sperimentazioni ad hoc, a partire dagli anni ’70 (Qube, Televote,
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Quattro passi nel futuro
Electronic Town Meetings) con l’obiettivo di ridurre la progressiva disaffezione alla politica da parte dei cittadini. Questi esperimenti rappresentavano già un iniziale riconoscimento alle nuove tecnologie della
capacità di ridurre la distanza tra politica e società.
In realtà assimilare l’Information Communication Technologies degli
anni ’90 con quelle degli anni ’70 e ’80 (TV, telefono e fax) è improprio
sotto più punti di vista. Mai tanta informazione era stata accessibile a
tanta gente prima di allora ed in tempi così brevi, mai si era avuto un
fenomeno di condivisione delle risorse e dell’informazione, d’accessibilità a persone ed a cose, mai amministratori e politici erano sembrati così
raggiungibili ai propri elettori.
Sicuramente la democrazia on line non può essere svincolata da
quella off line, sicuramente il fenomeno Internet mette in crisi molti
paradigmi tradizionali, col passaggio da una diffusione dei messaggi del
tipo broadcast – da uno a molti - ad uno scambio del tipo netcast – da
molti a molti. Una transizione non sempre accolta con entusiasmo ed
anzi frequentemente negata.
Le tecnologie degli anni ‘70 e ‘80 si differenziano fortemente dalle
tecnologie ICT degli anni ‘90 soprattutto per una questione di scala
Ma al di là del modello di comunicazione nuovo prodotto, risulta interessante riflettere se la rete produca nuove istituzioni e verificare l’uguaglianza “rete = democrazia diretta”. Dalla collisione tra teoria politica e tecnologia, la democrazia ne è uscita ridefinita e si parla di collisione, perché di scontro, più che di incontro, sembra si sia trattato.
Quando negli anni ’70 da una costola del Pentagono nacque la prima
rete, nessuno poteva immaginare che essa avrebbe messo così tante
radici, uscendo dal contesto militare e propagandosi così diffusamente
negli ambienti accademici. L’entrata dei personal computer sul mercato
e la messa a punto dei protocolli di trasmissione via modem hanno fatto
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Cittadini del futuro
il resto. Nel giro di pochi anni milioni di persone si sono trovate ad utilizzare una risorsa che nessun potere politico aveva mai deciso di mettere a loro disposizione. Alla politica non restava altro che prendere atto
del cambiamento in corso e “saltare in groppa al cavallo in corsa”, come
espresso dalla metafora di Negroponte. Scontro e non incontro perché
da subito è risultato chiaro che la rete si faceva portatrice di istanze
anarchiche, che la comunicazione orizzontale aveva un potenziale
democratico difficile da controllare.
Esiste quindi un discorso valido
fino agli anni '90, quando l'applicazione delle tecnologie alla democrazia
era caratterizzata dalla sperimentalità, una specie di «democrazia di laboratorio» che non aveva ancora fatto i
conti con l'esplosione globale del
fenomeno Internet.
Poi esiste un discorso tutto diverso
che coincide con il battesimo della
World Wide Web, quando la tecnologia si fa potenzialmente a portata di
tutti. Cambiano le dimensioni, non
Su Internet ci sono i popoli con tutte
più la piccola, ma la grande scala; le loro diversità etniche, religioni,
cambiano i luoghi, non più il laboratobisogni, tipicità
rio, ma il mondo reale; cambiano gli
attori, non più i singoli individui scelti in rappresentanza dell'insieme,
ma individui che fanno gruppo, gruppi che fanno comunità; cambiano
anche le modalità, non più procedure di decisione e di voto per alzata
di mano o «click di mouse», ma di comunicazione, di discussione e di
consenso/dissenso.
La rete non si presenta dunque come un villaggio globale, bensì come
un ambiente, in cui vanno sviluppandosi una miriade di villaggi diversi.
D’altra parte, però, siamo assolutamente lontani dai pericoli di un
regime populista, come alcuni possono pensare. Su Internet ci sono i
popoli con tutte le loro diversità etniche, religioni, bisogni, tipicità. La
rete non si presenta dunque come un villaggio globale, bensì come un
ambiente, in cui vanno sviluppandosi una miriade di villaggi diversi.
Secondo il professore Rodotà, garante della privacy, non si è nean-
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Quattro passi nel futuro
che in presenza della democrazia diretta, sembra piuttosto che la democrazia di Internet, almeno al momento, sia di tipo partecipativo e discorsivo piuttosto che diretto, di osservazione partecipante piuttosto che
di intervento, di pressione piuttosto che di decisione. Le nuove tecnologie promuovono una comunicazione orizzontale. Internet mette tutti
sullo stesso piano. Se c'è un forum di discussione, tutti possono intervenire in ogni momento, quando vogliono, dicendo le cose che vogliono. Non c'è gerarchia. Chi entra in Internet si espone a questo controllo diffuso. Non ci sono più produttori e consumatori d'informazione, ma
tutti sono allo stesso tempo produttori e consumatori.
La rete promuove quindi un modello di democrazia nuova, e può trovare una sua dimensione politica con la nascita delle Reti Civiche. La
rete civica, infatti, più di ogni altra realtà telematica, sembra essere
dotata di caratteristiche istituzionali, quali una stabilità nel tempo, un
codice d’uso, una procedura di discussione, un giacimento informativo,
uno spazio per tutti gli attori, una maggiore “prossimità alle istituzioni”.
Le reti svolgono funzioni di servizio e informazione e vengono rappresentate come le interfacce “user friendly” della Pubblica
Amministrazione.
E-GOVERNMENT IN CONCRETO
Con il supporto delle nuove tecnologie telematiche, il Comune oggi
modifica i rapporti tra i cittadini e gli organi ed uffici presenti al suo
interno, dotandosi di una rete telematica per l'offerta on-line di servizi
pubblici. Per fare un esempio concreto, la richiesta di un servizio da
parte di un cittadino, quale, per esempio, quella di un certificato anagrafico, il pagamento di una tassa comunale, la visura del piano regolatore, il pagamento di una contravvenzione, la richiesta d'iscrizione ad
altri servizi non avviene più attraverso uno sportello fisico interposto tra
un impiegato e l'utente, ma attraverso uno sportello virtuale accessibile e disponibile da qualsiasi punto geografico.
Allo sportello virtuale il cittadino potrà reperire moduli, compilare
dichiarazioni, trasmettere le richieste di servizio ed essere indirizzato,
sempre on-line, allo specifico portale di ogni amministrazione. Da qualsiasi parte del territorio nazionale, in maniera omogenea.
Tra le prime città italiane ad aver vissuto una trasformazione di questo tipo, c’è Siena. Questa città dell’innovazione, dopo essere stata la
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Cittadini del futuro
prima città italiana completamente cablata e dotata di un canale civico,
diventa oggi il primo centro urbano europeo con una televisione interattiva pensata e realizzata, tenendo conto dei cittadini, dei loro bisogni
ed interessi. Particolare attenzione è stata dedicata ai cittadini disabili,
i quali ad esempio non pagheranno il canone per questo tipo di servizio.
A Siena sono stati posati oltre
60 km di cavi ottici ad elevata
potenzialità, 8.900 km di fibra e
realizzati 225 km di canalizzazioni per cavo coassiale. Il funzionamento della rete ibrida ottico
coassiale (HFC) a larga banda è
molto semplice: la rete nasce
realmente bidirezionale, può cioè
portare le informazioni dall'Head
End comunale e dalle centrali
Telecom Italia verso le case dei
cittadini, ma anche nella direzione opposta. Ciò significa che su
questa rete è possibile avere servizi interattivi, Internet veloce, ecommerce, telemedicina, teledidattica, video on demand ed
anche un Canale civico. Il proget- Internet veloce, telefonia, telemedicina,
telelavoro, teledidattica,
to del Canale civico del Comune di
sperimentazione del televisore come
Siena è stato presentato nell'apriterminale interattivo per le famiglie.
le del 2000 a Roma al Forum
Questi alcuni dei servizi che Siena
nazionale
della
Pubblica Innovazione potrà fornire, attraverso la
fibra ottica, ai cittadini senesi
Amministrazione all'interno del
disegno generale di Siena città cablata. A partire dal giugno 2000 i
segnali televisivi, captati dalle antenne e dalle parabole, sono stati trasferiti sulla rete HFC a larga banda. Il Canale civico - CCS Cable Tv - ha
iniziato una programmazione sperimentale il 23 luglio 2001, puntando
su contenuti innovativi e originali.
Siena dunque da città cablata a città interattiva. Infatti a partire da
settembre 2005 i cittadini senesi hanno la possibilità di connettersi alla
rete tramite il televisore di casa accedendo a servizi specifici.
Tecnicamente la connessione è garantita da un dispositivo, il set top
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Quattro passi nel futuro
box, che consente la connessione ad Internet; un telecomando o una
tastiera senza fili completano il kit predisposto per gli utenti.
Il team di professionisti, che ha lavorato al progetto, ha ideato e realizzato un mezzo multicanale di facile uso rivolto alla generalità delle
famiglie, che integra le due forme linguistiche della televisione e di
Internet. Il videoportale interattivo, con la sua offerta di contenuti, è
infatti un nuovo media con un'interfaccia facilmente usabile anche per
l'utente meno alfabetizzato alle nuove tecnologie. L'home page del
videoportale mostra un'offerta articolata di servizi, contenuti e informazioni. Dall’offerta dei canali televisivi in chiaro sulla rete HFC o a pagamento alla navigazione Web; dal video on demand con i format del
Canale civico, alla spesa on line; dalla telecompagnia e assistenza agli
anziani, all'homebanking; dai servizi della Pubblica Amministrazione,
all'e-learning. Con in più la possibilità di consultare le e-mail, accedere
ad informazioni utili, scaricare e salvare video nella memoria del set top
box e compiere contemporaneamente operazioni anche differenti, come
lo zapping televisivo e la navigazione su Internet. Il tutto con il semplice utilizzo del telecomando e pochi tasti o, per gli utenti maggiormente
esperti, anche con una tastiera wireless a raggi infrarossi.
Ancora una volta Siena ha riconfermato uno dei propri obiettivi principali: quello di sviluppare la comunicazione sociale, attraverso un contatto diretto e continuo con l'utenza, sperimentando forme di comunicazione, che si avvicinino il più possibile alle fasce più deboli, in particolare anziani e portatori di handicap; il tutto per migliorare la qualità
della vita e facilitare i processi d’integrazione sociale e di coesione, favorendo così la crescita economica e culturale del territorio.
REFERENDUM ELETTRONICI: VANTAGGI E RISCHI DI UNO
STRUMENTO DI DEMOCRAZIA.
Si parla molto e da molti anni dei cosiddetti referendum elettronici.
In cosa consistono? Tutti i cittadini sono dotati di una tessera tipo bancomat o carta di credito, che vale come documento d’identità e che contiene anche i propri dati elettorali.
Bisogna distinguere due tipologie di voto digitale, complementari, ma
distinte: il voto digitale semplice, quello espresso tramite un computer,
che può però essere installato in un seggio tradizionale ed il voto on line
vero e proprio, che si esprime a distanza, usando la Rete. Entrambi sono
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Cittadini del futuro
possibili e diversi esperimenti, sia in
Italia che all'estero, hanno già avuto
successo. Entrambi richiedono forme
di identificazione digitali e pongono
analoghi problemi di sicurezza. In
futuro i due sistemi si integreranno
per assecondare le diverse esigenze
degli elettori: chi vuole voterà dal
salotto di casa o dal bar di una spiaggia esotica, mentre chi non ha il collegamento ad Internet andrà ancora
alle urne, ma troverà un computer
all'interno delle cabine dei seggi.
I vantaggi risiedono sicuramente
nella rapidità e nella diminuzione dei
costi.
Esempio di macchina per il voto
Il voto elettronico conviene perché
elettronico
è più economico, abbatte i costi della
macchina elettorale. Una volta digitalizzata la propria preferenza, ci
vogliono pochi minuti per fare le somme e ottenere i risultati e questo
fa risparmiare alle casse statali tempo e risorse umane. Con il voto elettronico non c’è più bisogno di tutti gli scrutatori ad oggi reclutati per
ogni tornata elettorale! Le elezioni via Internet comporterebbero anche
una riduzione del numero di seggi approntati e l'affluenza alle urne,
soprattutto tra i giovani, potrebbe crescere.
I vantaggi vengono anche dalla certezza dei risultati, che nessun
conteggio manuale potrà mai assicurare. Il voto on line ha poi un'utilità diretta per chi vive lontano dai seggi, come gli Italiani all'estero, a cui
il Parlamento ha accordato il diritto di voto. Invece che votare per posta,
potrebbero farlo sul computer di ambasciate e consolati, oppure direttamente sul proprio, previa autenticazione digitale.
Inoltre diventerebbe possibile, in ogni momento, richiamare tutti i
cittadini a votare, proprio come accadeva nella mitica “agorà” di Atene,
dove tutti i cittadini – eccetto le donne e gli schiavi - partecipavano. Si
trattava di una democrazia diretta affidata soltanto ad un'élite maschile, ma comunque era una democrazia diretta. Si andava in piazza, si
discuteva, si decideva. Anche qui la grande piazza elettronica dovrebbe
consentire a tutti i cittadini di essere presenti e di dire la loro in ogni
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Quattro passi nel futuro
momento. Naturalmente questo comporta anche dei rischi. Infatti nel
caso di uno strumento potente come il referendum, la differenza non la
fa tanto la modalità o la tecnologia impiegata per esprimere la propria
preferenza, quanto proprio il momento in cui si chiamano i cittadini a
votare e come si arriva a quel momento, chi lo sceglie e quali informazioni sono date ai cittadini, come viene indirizzata e condizionata l’opinione pubblica.
E oltre ai rischi vi sono anche inevitabili svantaggi. In nessun Paese
del mondo il voto elettronico e via Internet è ancora stato codificato sul
piano giuridico. Ciò dipende soprattutto dai rischi informatici che l'introduzione della novità comporta. Usando il computer, e creando dunque
un file con la propria preferenza, non viene forse messa a repentaglio
la segretezza del voto sancita dalla Costituzione? È possibile intervenire sulle schede, cambiandole senza lasciare tracce di brogli elettronici?
Gli esperti su questi temi si dividono, così come sulla disparità sociologica che il voto elettronico potrebbe introdurre. Non tutti possiedono e
sanno usare un PC. È un dato di fatto: il voto elettronico può forse riavvicinare i giovani alla politica, ma rischia di creare ovunque una nuova
barriera sociale.
In realtà il voto on line non è una novità assoluta introdotta negli ultimi anni. A livello privato molte aziende multinazionali lo utilizzano da
tempo.
La svolta è il tentativo serio di applicarlo alle votazioni pubbliche,
politiche, amministrative o di partito.
I primi esperimenti di referendum elettronici sono stati fatti a
Columbus, nell’Ohio, con una stazione via cavo, che faceva apparire
delle scelte, 1, 2, 3, sullo schermo televisivo. Il telespettatore, da casa
sua, premeva il telecomando, e una volta registrate le preferenze, appariva sullo schermo chi aveva vinto e chi aveva perso.
Naturalmente, questa è una forma superata, perché la Rete ci offre
molte più possibilità. L’esperimento di maggior rilievo, quanto a consultazioni condotte direttamente tramite Internet, è quello effettuato per
la scelta del candidato democratico in Arizona alle primarie dell’11 febbraio 2000.
Ogni elettore, una volta collegatosi al sito del partito, in quell’occasione aveva ricevuto una password ed un codice Pin per l'identificazione e un questionario; il tutto a scopo identificativo. Allora vennero isti16
Cittadini del futuro
tuiti 125 seggi disponibili, da cui fu possibile votare. Momento cruciale,
ovviamente, fu quello del conferimento del voto, che, una volta espresso, andava confermato per maggiore sicurezza. Al termine il Pin veniva
disattivato, garantendo così l'unicità della votazione.
Risultato: incremento di votanti del ben 600% rispetto a quattro anni
prima, con crescita sensibile, in particolare presso la popolazione di
colore e gli indiani d'America. Anche se molti esortarono alla prudenza
nel considerare i dati statistici, data l’estrema differenza fra le due elezioni per poterle ragionevolmente comparare. Quello dell’Arizona è
ancora a tutt’oggi l’esperimento di maggior rilievo per le votazioni via
Internet, ma non certamente l’unico. A tal proposito va anche ricordato
il test portato a compimento nella città francese di Brest in occasione
dei referendum tenutisi nel 24 settembre 2000. In tale data agli elettori, che avessero voluto sottoporsi all’esperimento, privo di valore legale, fu concesso di votare direttamente via Internet, dopo aver, però,
votato anche nei normali seggi.
In Italia uno tra i primi esempi concreti di voto elettronico è stato
quello svoltosi nel giugno del 2000 per eleggere i rappresentanti dei
lavoratori parasubordinati dell'Inps. Un sistema semplice, ovviamente
per coloro che già masticavano bit: per gli altri venne allestita una classica linea telefonica con operatore umano. Tornando al voto, l'Inps, su
richiesta degli interessati, distribuì su strada telematica "metà" chiave
di accesso al sito. L'altra metà fu consegnata (per motivi di sicurezza) a
domicilio via posta tradizionale. Con il proprio PIN (il numero personale
di identificazione) si
votò.
Non
solo.
Sempre su Internet fu
possibile controllare,
passo dopo passo, il
cammino previdenziale, da quello reale
aggiornato, a quello
virtuale con le previsioni in base ai contributi da versare.
Ma per costruire la
strada attraverso la
quale si arriva ad una
Sperimentazione di voto elettronico in Italia
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Quattro passi nel futuro
cittadinanza elettronica, non basta una singola azione o il singolo strumento tecnologico.
È necessario combinare molti aspetti, primi fra tutti la libertà dell’accesso alla Rete e il possesso degli strumenti critici. Alfabetizzare una
persona all’uso delle nuove tecnologie non significa solo insegnargli ad
usare il computer, o nuovi strumenti di comunicazione. Significa anche
darle gli strumenti critici per valutare che cosa comporti usare un certo
strumento. Non da ultimo occorre garantire la tutela della privacy e
della riservatezza. Infine l’uso delle Reti deve essere incentivato non
solo per poter essere ammessi al “punto finale” del processo, dire sì o
no, ma anche a tutta la preparazione delle decisioni di rilevanza pubblica: poter dire la mia quando so che si deve prendere una certa decisione, avere le stesse informazioni che ha in quel momento il Ministro o il
Parlamento e poter, attraverso un sito,
far arrivare al Governo le mie proposte.
L’insieme di queste azioni, unita allo sviluppo e alla diffusione di tecnologie
sempre più evolute, può contribuire a
creare una nuova cittadinanza, non
ristretta all’ambito di un solo Stato e
non privilegio di pochi esperti.
Raffigurazione di Hari Seldon,
lo psicostorico creato da Isaac
Asimov nel libro “Fondazione”;
costui governa dal passato
l’evoluzione della Società di
Trantor
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Essere cittadini significa fare parte di
una comunità che opera secondo regole
precise. Oggi una buona parte del
mondo, attraverso complessi e faticosi
percorsi, è arrivata a darsi una struttura
di leggi che regolano il funzionamento
della comunità secondo un principio di
democrazia, cioè un sistema che è soggetto ad una verifica periodica da parte
di tutti i cittadini che tramite il voto indirizzano l’evoluzione delle regole sociali.
Anche se la percezione di molti,
comune a tutti coloro che ci hanno preceduti, fossero questi uomini dell’illumi-
Cittadini del futuro
nismo Volterriano, dignitari del Gran Kan, togati senatori dell’impero
romano o sacerdoti egizi, è quella di avere raggiunto il culmine della
civiltà e della organizzazione, non è fuori luogo prevedere che i nostri
pronipoti vivranno in strutture sociali governate da regole molto diverse da quelle attuali.
Quelli che oggi vediamo come problemi etici di fondo sono spesso
aree nuove che non siamo assolutamente preparati, come società, ad
affrontare. Biotecnologie, vita artificiale, genetica, privacy sono parole
nuove, ricche di promesse ma anche portatrici di dubbi.
Il governo, considerato da molti come attività semplice che ha difficoltà a funzionare solo per l’incapacità dei governanti, è una delle più
complesse aree della società, che nel tempo deve riunire in sè la capacità di sfruttare tutti gli aspetti positivi che l’evoluzione porta contrastando quelli negativi. E questo, purtroppo o per fortuna, senza l’esistenza di una immutabile condivisione su ciò che sia positivo e ciò che
sia negativo.
L’elemento che permette l’esistenza di una società è la comunicazione tra i suoi componenti. Senza comunicazione efficace una società non
può esistere, sia questa una comunicazione chimica, come avviene per
formiche e termiti, visiva, come avviene per le api, o vocale come avviene per l’uomo.
La tecnologia delle comunicazioni continua ad evolvere ed inevitabilmente questo renderà possibile altri modelli di società e di governo. Ne
troviamo alcuni esempi in racconti di scrittori di fantascienza, come
Asimov, in cui la comunicazione può avvenire da una previsione sull’evoluzione della storia trattata in termini matematici.
Questo capitolo vuole mettere in luce alcune evoluzioni tecnologiche
e l’utilizzo che queste potrebbero avere nel contesto della società del
futuro.
È quindi un punto di vista diverso rispetto alla questione dell’egovernment, così come oggi si tende a chiamare l’applicazione delle tecnologie Internet al funzionamento del Governo, aspetto peraltro estesamente trattato in una moltitudine di congressi e documenti.
È anche opportuno precisare che questo approccio permette di evitare di restare rinchiusi nella struttura attuale, dando per scontato che
la forma di funzionamento sociale ottimale sia quella di oggi; quello che
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Quattro passi nel futuro
può fare la tecnologia è solo il migliorare, rendendolo più efficiente, il funzionamento di oggi.
Un esempio per tutti. In Italia si vive
di certificati. Chi ha già qualche anno di
troppo sulle spalle ricorda certamente le
code all’anagrafe per poter ottenere uno
stato di famiglia, un certificato di nascita…
Azzeccagarbugli, di manzoniana
memoria, rappresenta la società
italiana che vive di scartoffie, oggi
elettroniche, ma sempre scartoffie
rimangono
ficato, dei chioschi elettronici.
L’informatizzazione ha portato a progressi, rispetto allora, incredibili. Oggi le
code si sono rimpicciolite grazie alla
velocità con cui l’operatore allo sportello può richiedere i dati al sistema informativo e stamparli, e, addirittura, in
qualche caso è possibile richiedere il
certificato da casa, via Internet e farselo consegnare per posta.
Queste meraviglie dell’informatica
sono state condensate in alcune postazioni video a cui il cittadino può rivolgersi per richiedere la stampa del certi-
Questa soluzione è stata presentata a fine anni ‘90 in un’importante
manifestazione negli Stati Uniti e gli Americani, che si fermavano allo
stand, chiedevano incuriositi a cosa servisse tale sistema. A semplificare l’emissione di un certificato, veniva loro risposto, e questi: ma perché mai devo avere un certificato?
La cultura anglosassone, e quindi la società anglosassone, non prevedono il concetto di certificato. Se io dichiaro di essere sposato con due
figli, allora sono sposato con due figli. Nessuno meglio di me dovrebbe
essere in grado di affermarlo!
Da questo esempio si evidenzia come l’informatizzazione di per sé
non porti ad un cambiamento della società e del modo di vivere. Può
semplificarlo, in alcuni casi, ma non lo cambia.
La comunicazione, invece, può portare a dei cambiamenti radicali nel
modo in cui la società è strutturata.
20
Cittadini del futuro
COMUNICAZIONE E STRUTTURA DEL GOVERNO
La difficoltà di comunicare ha portato le
società del passato a
delle strutture fortemente centralizzate che
imponevano le regole
tramite dei rappresentanti locali dell’autorità
centrale. Quanto meno
si ha la possibilità di
avere
comunicazioni
efficaci (puntuali, immediate,
comprensive)
Parlamentari al lavoro alla Camera dei
tanto più è importante
Deputati in Italia
che chi opera localmente
segua scrupolosamente le regole emanate dal centro. Quando questo
non accade si va incontro alla disgregazione della società.
Per contro, la disponibilità di buone strutture di comunicazione facilitano un dialogo tra i vari centri amministrativi e di potere e quindi,
anche se pare paradossale, facilitano le autonomie locali.
È quanto si sta verificando in questi anni, in
cui a fronte di un mercato che diventa globale,
grazie alle comunicazioni, si stanno sviluppando
sempre maggiori autonomie locali. Ad un parlamento
centrale
si
affiancano (contrappongono?) istituzioni regionali, provinciali e comunali.
Seduta del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
In questa stessa logica
si vanno a collocare
anche le istituzioni sovranazionali, come la Comunità Europea e le
Nazioni Unite. Mentre però le istituzioni locali possono avvalersi di un
21
Quattro passi nel futuro
contatto geograficamente vicino e quindi in genere più efficace con i loro
cittadini, le istituzioni transnazionali soffrono spesso della lontananza
dai cittadini, che si traduce in indifferenza o in alcuni casi in sospetto.
L’ovvia progressione
potrebbe essere verso
comunità locali sempre
più piccole, ma al tempo
stesso si possono immaginare una sovrapposizione tra comunità locali,
che operano sul versante
della amministrazione
dei beni locali, e comunità geograficamente distribuite, che rappresentano interessi condivisi
da persone che vivono in
posti distanti tra loro.
Questo tipo di società
Nuove comunità con nuove regole di Governo
non caratterizzata da
una localizzazione geografica non è una novità assoluta; già al tempo dei mercanti fenici si
erano venute a creare delle comunità, i cui membri erano distanti tra
loro. L’assenza di una rete di comunicazione efficace, tuttavia, ha portato all’allentarsi dei vincoli interni alla comunità ed alla sua scomparsa.
Oggi, grazie ad Internet, diventa possibile creare delle comunità geograficamente distribuite, anche se la lingua rimane una barriera molto
forte, che aggregano persone di varia estrazione accomunate da un
interesse specifico.
È interessante notare come queste comunità siano, seppur in piccolo, delle piccole “nazioni” senza un territorio, ma con risorse, cittadini e
“leggi”. Il loro governo può assumere diverse forme, da alcune che ricalcano le istituzioni cui siamo abituati a livello nazionale con tanto di presidente, comitato esecutivo, elezioni, ad altre con nuove forme di democrazia intesa realmente come partecipazione diretta alla vita “politica” e
non in termini di possibilità di eleggere dei rappresentanti.
È stato anche coniato un nuovo termine per indicare l’emergere di
queste nuove forme di Stati: Nazioni Cibernetiche (CyberNation), nazio22
Cittadini del futuro
ni che esistono soltanto nella rete, ma che coinvolgono potenzialmente
ancora più cittadini di quanti ne abbia una nazione tradizionale.
Riprenderemo questi nuovi modi di essere cittadini in chiusura del
capitolo; per ora osserviamo che per quanto diverse possano essere le
modalità con cui esiste una comunità, i bisogni di fondo da soddisfare
rimangono stabili nel tempo.
I BISOGNI DELLA COMUNITÀ
Mettere insieme cittadini con esigenze diverse, appartenenti a ceti
sociali con una varietà di possibilità economiche è un problema non da
poco. La diversità, se pur motore fondamentale nello sviluppo culturale, porta con sè non poche difficoltà.
L’amministrazione deve essere in grado di fornire, in modo equo, servizi a tutta la comunità, come l’educazione scolastica e in futuro anche
la riqualificazione professionale, dei corsi per imparare la lingua del
paese, aspetto questo molto importante visti i flussi migratori, assicurare la salute dei cittadini con misure preventive e curative.
Inoltre deve garantire la sicurezza, difendere il patrimonio dei suoi
cittadini. Deve, ovviamente, ascoltare l’opinione dei cittadini e prendere decisioni che riflettano l’opinione della maggioranza.
Questo è tutt’altro che semplice viste le molteplici opinioni su ciò che
vogliano dire questi servizi. Fumare fa male. Lo Stato deve impedire il
fumo o, così facendo, lede la libertà individuale? Gli immigranti devono
essere aiutati a integrarsi nella cultura locale o piuttosto si deve fare in
modo che possano continuare a vivere con la loro cultura? La sicurezza
deve essere garantita sorvegliando in modo puntuale i cittadini con telecamere e controlli, o questo trasforma lo Stato in uno Stato di Polizia
dove le persone vivono male?
Mettere d’accordo le persone, cioè applicare la legge, non è cosa semplice. L’evoluzione tecnologica fornisce sia migliori strumenti sia opportunità per evadere la legge. Si pensi ad esempio come sia diventato praticamente impossibile limitare la circolazione delle notizie, ma anche al
tempo stesso controllare la veridicità di quanto si riceve. Anche imporre
tasse presenta difficoltà quando le transazioni avvengono in rete.
L’assenza di simmetria tra l’acquisto di beni in rete, piuttosto che in
un negozio, sta creando tensioni in vari settori. Negli Stati Uniti è diven23
Quattro passi nel futuro
tato normale andare in negozio per toccare con mano e scegliere un
oggetto e poi acquistarlo in rete, evitando così di pagare le tasse. Nel
momento in cui le informazioni sono sempre più un bene e possono
essere trasmesse senza lasciare traccia, si pongono nuove domande a
chi deve gestire il processo economico e sociale. I furti “on-line” stanno
diventando un aspetto importante della criminalità e questo è destinato a crescere nel tempo. Al tempo stesso molti comportamenti sociali,
di fatto, condonano il furto di informazioni (come ad esempio la duplicazione illegale di musica e film).
Il problema della verifica e gestione della identità rimane, ma cambia sostanzialmente quando questa verifica deve essere fatta on line.
IL PASSAPORTO
Se c’è un qualcosa che ha caratterizzato l’appartenenza ad una certa
cittadinanza, è il possesso del relativo passaporto.
L’elettronica consente di inserire
un microchip nel passaporto, in
modo da rendere da un lato più complessa la contraffazione e dall’altro
permettere l’inserimento di numerose informazioni aggiuntive.
Passaporto elettronico
Il nostro passaporto conterrà
anche in formato elettronico la
nostra foto, i riferimenti che permetteranno, in caso di bisogno, di raggiungere i nostri familiari o l’azienda
con cui lavoriamo. Avrà associate
informazioni sulla nostra salute,
compresi medicinali importanti per
noi e sarà possibile sapere quali
medicinali alternativi possiamo prendere se ci troviamo in un posto
sprovvisto della medicina usuale.
Questo tipo di passaporti ha iniziato ad essere adottato negli Stati
Uniti a partire dal 2005 e si prevede che tutti gli Americani avranno un
passaporto di questo genere entro il 2007. La cosa non ha mancato di
24
Cittadini del futuro
suscitare polemiche proprio per la quantità di informazioni che possono
essere collegate a questo documento, nel momento in cui diventa elettronico e quindi alla potenziale perdita di privacy.
Peraltro già dal 2004 negli USA è stata applicata la procedura di identificazione tramite impronte digitali. Quando si entra negli Stati Uniti
occorre farsi rilevare l’impronta delle due dita indice tramite un apposito scanner elettronico e queste impronte sono controllate all’uscita.
Le videocamere si stanno diffondendo sempre più e con loro i sistemi di identificazione sulla base del riconoscimento del volto. In molte
aziende il riconoscimento tramite card elettronica o parametri biometrici è diventato la norma e questi stessi sistemi potrebbero essere utilizzati anche come riconoscimento della persona in qualunque ambiente.
In un certo senso utilizzeremo, probabilmente, il passaporto del futuro anche per andare in ufficio, per farci prescrivere le medicine dal
medico, come scheda elettorale ed i nostri figli lo utilizzeranno come
libretto universitario.
Ancora più in la nel tempo, ma non perché oggi manchi la tecnologia, si può prevedere che saremo noi stessi il nostro passaporto grazie
a sistemi di riconoscimento biometrico che poi si collegano a delle banche dati, in cui avviene il riconoscimento e l’associazione con le informazioni che ci riguardano oppure tramite inserimento nel nostro corpo
di un apposito chip.
Come è possibile riuscire a separare le informazioni di interesse per
una certa attività, ad esempio una visita medica o l’acquisto delle medicine, da quelle relative all’ufficio, alla guida della macchina, all’ingresso
in un paese straniero?
Le informazioni possono essere organizzate in compartimenti stagni
e rese accessibili solo a chi ha il permesso di accesso. Una nuova tecnologia, basata sull’ottica, permette di registrare le informazioni in
modo diverso a secondo di cosa sono e quindi rendendo impossibile la
loro lettura a chi non dispone di un sistema autorizzato. Quello stesso
sistema non è però in grado di leggere tipi diversi di informazioni, anche
se contenuto nello stesso supporto ottico. In pratica le informazioni
sono lette da un laser che deve essere posizionato ad un angolo ben
preciso rispetto al supporto ottico. Angoli diversi restituiscono informazioni diverse,ciascuna però codificata in modo specifico. Occorre quindi
sia conoscere la chiave di codifica, sia l’angolazione da cui bisogna leg25
Quattro passi nel futuro
gere le informazioni. Questo doppio sistema rende i dati particolarmente sicuri.
ESSERE IN CONTATTO CON LE ISTITUZIONI
Le attività di Governo producono, ovviamente, molte informazioni,
che interessano ai cittadini e viceversa sarebbero molte le informazioni
che i cittadini vorrebbero fare arrivare al governo.
Le tecnologie di comunicazione oggi mettono a disposizione molti
sistemi per facilitare questo scambio di informazioni. Ad esempio la
televisione digitale terrestre (DTT) potrebbe divenire un sistema molto
pratico per questo scopo. Diverse amministrazioni comunali, provinciali
e regionali hanno iniziato a
studiare come utilizzare al
meglio questo sistema, che,
già ad inizio 2005, aveva raggiunto due milioni di case degli
Italiani. Entro il 2007 si prevede che la maggioranza delle
famiglie italiane abbia accesso
alla DTT. Con questa è molto
semplice, tramite il telecomando, accedere ad informazioni sulle attività comunali ed
anche interagire introducendo
propri commenti. Questi commenti possono arrivare ai politici,
che quindi possono meglio
La televisione digitale terrestre
rappresenta un buon mezzo per interagire
avere il polso della situazione,
con le istituzioni
ma possono anche essere condivisi con altre persone. In
questo caso la DTT diventa una specie di piazza, in cui ci si può trovare per discutere, proporre, criticare.
Tramite il telefonino è possibile ricevere informazioni mirate, sulla
base dei propri interessi ed anche in base a dove ci si trova. Si è bloccati in un ingorgo? Ecco che potrebbe arrivare un messaggino a dirci che
proprio in quel punto il Comune intende costruire un sovrappasso per
evitare le code. Essere informato quando ciò è pertinente allo stato in
cui mi trovo diventa molto più efficace.
26
Cittadini del futuro
Già oggi, in caso di necessità, la Protezione Civile invia le sue segnalazioni sui telefonini presenti in una certa zona, ad esempio per segnalare piogge intense con possibilità di alluvioni o nevicate che potrebbero bloccare la circolazione.
Il telefonino, inoltre, può diventare lo strumento di accesso ad una
comunità di opinioni, può essere utilizzato per mandare in onda le proprie idee (come avviene con gli iPodder).
E se il telefonino è limitato dalla dimensione dello schermo nel prossimo futuro dovremmo poter avere accesso a schermi di dimensioni
ragionevoli e soprattutto leggeri, portabili e ben visibili anche all’esterno.
Sony, Philips, Seiko ed
altri costruttori stanno mettendo in commercio degli
schermi basati sulla tecnologia eInk che unisce doti di
leggerezza contrasto e ottima visibilità. Entro il 2007
questi prodotti conterranno
la possibilità di collegarsi alla
rete, permettendo quindi di
visualizzare una varietà di
informazioni.
L’unione di queste tecnologie con quelle che consentono di conoscere le preferenze o le esigenze di singole
persone permetterà di fornire
servizi mirati ai cittadini.
Lo schermo eBook della Sony
particolarmente adatto alla lettura
SERVIZI AL CITTADINO
Il patrimonio della comunità è ovviamente un patrimonio di ciascuno. Spesso oggi non sappiamo neppure quello di cui disponiamo, in
quanto cittadini, quali sono i terreni comunali, quali percorsi per fare
passeggiate sulle colline. Tutte queste informazioni possono essere
messe facilmente a nostra disposizione tramite servizi mirati.
27
Quattro passi nel futuro
Diventa possibile non solo
sapere l’orario di passaggio
di un tram, ma anche dove si
trova un parcheggio per l’auto vicino alla fermata del
tram, in modo da poter facilmente trasferirsi da un
mezzo all’altro (trasporto
multimodale). Le informazioni su presenza di lavori in
corso, code, percorsi alternativi sono tutti dati di grande utilità, se si riesce a farli
arrivare al momento giusto a
Il comune di Torino mette a disposizione la
chi ne potrebbe aver bisocartografia della città, indicando servizi ed
gno. In prospettiva i cittadini
eventuali lavori in corso
stessi potrebbero creare
delle reti di informazione, in cui se si finisce in un ingorgo si segnala la
cosa a tutti quelli nella zona con un pronto intervento della municipalità, che, oltre a mandare gli aiuti, provvede anche a predisporre percorsi alternativi.
In gran parte oggi questi servizi esistono già ma sono indipendenti
l’uno dall’altro. Quello che il futuro ci promette è un coordinamento tra
i vari sistemi informativi, in modo che tutti risulti più semplice.
Ad esempio è spesso più facile derivare informazioni da una fotografia piuttosto che da una
mappa.
Esistono ormai diverse
possibilità per catturare
immagini da satellite di una
certa
zona
rendendole
accessibili a chi ne potrebbe
aver bisogno.
Immagine da satellite della zona centrale
di Venezia. Si distingue campo S.Polo,
il ponte di Rialto ed anche il Future Centre
di Telecom Italia
28
La qualità delle immagini
è molto buona con una risoluzione che permette di scorgere dei dettagli nell’ordine
del metro ed anche meno.
Cittadini del futuro
Queste immagini opportunamente correlate a quelle presenti al catasto urbano possono semplificare notevolmente la richiesta di permessi
e concessioni abbattendo i prezzi per la preparazione di mappe e piantine.
Esistono già una varietà di banche dati e si sta lavorando per collegare tra loro questa enorme mole di informazioni.
I computer sono ormai in grado di gestire milioni di miliardi di informazioni (migliaia di Tera Byte) e si tratta di sviluppare applicazioni che
rendano semplice l’accesso a queste informazioni.
SERVIZI PER LA SALUTE
La salute dei cittadini è per molti paesi, tra cui l’Italia, una delle maggiori preoccupazioni ed anche una delle prime fonti di spesa.
A livello complessivo le informazioni di cui il servizio sanitario nazionale dispone permettono di evidenziare epidemie anche negli stadi iniziali, la distribuzione di certe patologie e su questa base sviluppare studi
sulle possibili cause. Il miglioramento effettivo dell’ambiente deriva da
questa possibilità di studiare gli effetti su insiemi molto grandi di persone e proprio per questo statisticamente significativi.
La disponibilità di grandi quantità di dati, come ad esempio l’accesso a tutte le mammografie, permette di inferire dati che aiutano nella
diagnosi per il singolo paziente. In
Inghilterra, ad esempio, il progetto
eDiamond (diamante elettronico)
mette a disposizione una banca dati
con centinaia di migliaia di radiografie. Tramite particolari applicazioni, il medico può paragonare
quella che ha appena fatto ad una
paziente e rilevare similitudini con
altre precedenti, vagliare l’evoluzione clinica e prendere decisioni molto
più accurate.
Le sole radiografie rappresentano
una quantità di dati superiore a
quella generata dalla televisione
e dalla radio
La presenza di polline in certe zone può essere segnalata, inviando
29
Quattro passi nel futuro
messaggi sul telefonino a persone che si trovino in certe zone e di cui
si sa che esiste una sensibilità a quei pollini. Chi soffre di asma sa quanto questa informazione sia importante!
Similmente diventa possibile sviluppare diverse azioni di medicina
preventiva sulla base della situazione del singolo paziente correlata con
la situazione morbosa complessiva.
Da queste azioni deriva non solo una migliore qualità di intervento
sul singolo cittadino, ma anche una riduzione dei costi, visto che si possono prevenire l’insorgenza di stati patologici che avrebbero poi costi
notevoli sul sistema complessivo.
Negli Stati Uniti è in corso lo sviluppo di un sistema di monitoraggio
della salute che non ha nulla da invidiare al sistema mondiale degli ATM
(i Bancomat). Tramite questo sistema i medici avranno accesso alla cartella clinica completa di ogni paziente, indipendentemente da chi abbia
compilato le singole parti, dove siano stati effettuati esami e ricoveri.
Questa trasparenza delle informazioni è un requisito fondamentale per
sfruttare i benefici derivanti dall’EMR, Electronic Medical Record (cartella clinica elettronica). La maggioranza degli Americani, e questo vale
anche per gli Italiani, riceve cure da una varietà di medici, ospedali,
laboratori clinici, supporti infermieristici e assistenza sociale.
Il sistema in fase di realizzazione collegherà 500.000 medici, circa
5.000 ospedali e oltre 16.000 case di cura. Nel passare da un’istituzione all’altra non sarà più necessario rifare gli esami con notevoli risparmi di denaro e di tempo.
In prospettiva queste informazioni potrebbero essere complementate con quelle che derivano dai sistemi più vari, come ad esempio i tempi
di reazione e il peso misurati dall’auto, i difetti di deambulazione misurati da scarpe dotate di sensori, le abitudini alimentari…
È chiaro come si ponga il problema della privatezza di questi generi
di informazioni e di un’evoluzione culturale, che renda accettabile questi sistemi anche a chi non ha particolari problemi di salute. Mentre,
infatti, non ci sono particolari preoccupazioni sulla privacy da parte di
chi soffre di una patologia seria e che riconosce in questi sistemi un
aiuto fondamentale a condurre una vita più serena ed autonoma, chi di
salute sta bene potrebbe trovare intrusivi questi sistemi e volerne fare
a meno. Tuttavia questi sistemi sarebbero di grande beneficio nel prevenire situazioni patologiche, proprio se le informazioni vengono acqui-
30
Cittadini del futuro
site durante la fase in cui si sta bene e non si sono ancora manifestati
sintomi conclamati.
La stima effettuata in USA parla di risparmi per 77 miliardi di $ all’anno e questo non tiene conto dei benefici conseguenti a maggiori informazioni che potrebbero essere utilizzate dalla ricerca medica.
SERVIZI PER LA VIABILITÀ
Una viabilità non buona porta non solo ad arrabbiature per i singoli
cittadini, ma a danni economici significativi per il sistema complessivo
in termini di carburante sprecato, aumento dell’inquinamento e dei
danni conseguenti. Non meno importanti sono i danni da diminuita produttività e di aumento dei costi delle derrate e prodotti afflitti da un
sistema di trasporti non efficiente.
La tecnologia ha diverse proposte per limitare i problemi del traffico
sia sul versante di una migliore informativa, che può essere fornita agli
automobilisti, sia su quello del controllo dei flussi di traffico (sincronizzazione dei semafori) e del comportamento dei guidatori (multe a raffica tramite sistemi automatici di osservazione del comportamento degli
automobilisti).
Lo scoglio maggiore in questo
settore è tuttavia non di tipo tecnologico, ma piuttosto culturale ed
economico. Vendiamo auto che
vanno ai 200 all’ora per impiegarle
su strade dove almeno in teoria non
è possibile superare i 130 all’ora.
Abbiamo a disposizione tecnologie tipo scatola nera in grado di
registrare tutti i movimenti di
un’auto, il passaggio con semaforo
rosso, l’eccesso di velocità… tali
Immagine tipica delle nostre città:
un ingorgo infinito
quindi da garantire la multa nel
momento stesso in cui si compie
un’infrazione (e perciò di scoraggiarla). Eppure queste tecnologie non
vengono proposte, in quanto si scontrano con l’interesse delle aziende
che producono automobili e degli stessi consumatori che non vogliono
macchinette da 130 all’ora e basta.
31
Quattro passi nel futuro
In Olanda nel 2001 era partito il progetto Roadpricing, voluto dal
Governo per controllare meglio la circolazione. Per il 2006 ogni auto circolante in Olanda avrebbe dovuto essere equipaggiata con un sistema
che registrasse il suo comportamento, scaricando periodicamente le
informazioni ad un altro sistema di controllo che avrebbe provveduto ad
addebitare al proprietario una cifra sulla base dell’uso reale dell’autoveicolo.
Questo progetto è stato fermato nel 2003 e non perché non fosse
tecnicamente o economicamente realizzabile, ma per una levata di
scudi dei cittadini olandesi che, come gli italiani, sono convinti ambientalisti, purché non tocchi a loro di andare in bicicletta!
ELEZIONI ON LINE?
Esistono ormai numerosi esperimenti di utilizzo del sistema di votazione elettronico per la elezione di parlamentari. I risultati sono stati
positivi sia sotto il profilo della facilità di uso, sia sotto quello dei costi.
È prevedibile che nell’arco dei prossimi anni vedremo questi sistemi
estendersi sempre di più. I risultati delle votazioni, in questo modo,
saranno immediati e, soprattutto, i costi per le elezioni scenderanno
notevolmente.
Si potrebbe immaginare che in prospettiva venga resa disponibile
anche la votazione tramite Internet, per cui
da casa, in tutta tranquillità si potrà votare.
Già alcune associazioni, come l’IEEE, utilizzano le votazioni via Internet con successo.
È pensabile che dalla votazione in casa si
passi ad un sistema completamente diverso, di democrazia diretta, in cui ogni legge
viene votata direttamente dai cittadini?
Sistema di votazione
elettronico utilizzato in USA
per l’elezione del Presidente
32
Il problema non è tecnico. Nell’arco di
una decina di anni si potrebbe immaginare
che tutte le famiglie italiane avranno un
accesso ad Internet ed un televisore multiuso, da cui sarà possibile interagire facilmente con la rete e quindi anche utilizzabile per
votare.
Cittadini del futuro
Uno dei siti di blog politici che stanno crescendo in
popolarità e influenza
Ma saremo interessati a seguire così da vicino la politica e avremo il
tempo sufficiente da dedicare a comprendere cosa sta succedendo e
votare? Probabilmente no.
Il sistema basato sulla delega a dei professionisti, tutto sommato, è
una buona soluzione per un mondo che richiede sempre maggiore specializzazione.
Per contro vi saranno molte più opportunità di influenzare i “professionisti” della politica tramite la formazione di gruppi di pressione che si
organizzano su internet.
Si stanno sviluppando i blog, piccoli testi generati da singole persone che vanno ad aggregarsi in aree di interesse. Google ed altri motori
di ricerca hanno iniziato a sviluppare sistemi appositi per la ricerca di
blog, e, ancora più interessante, delle applicazioni in grado di fare una
sintesi di cosa viene detto da migliaia di blog.
Questo è fondamentale per riuscire a mettere a valore il contenuto
dei blog. Non è infatti pensabile che un politico, o qualunque altra persona, vada a leggersi tutti i blog che vengono pubblicati su un certo
argomento. È vero che queste applicazioni non possono essere precise
e che un riassunto necessariamente taglia fuori molte cose.
Ma un politico non ha bisogno di dettagli; deve “fiutare da che parte
tira il vento” e seguire la potenziale forza elettorale. In fondo i sondaggi hanno questo scopo.
Queste applicazioni promettono un valore molto più forte dei sondaggi, in quanto non solo indicano da che “parte tiri il vento”, ma pos33
Quattro passi nel futuro
sono dare indicazioni anche su quali sono le azioni che l’elettorato si
aspetta.
Questo, ovviamente, non diminuisce ne sminuisce il ruolo del politico. Permette però alla grande massa di persone di dire la loro e, dicendola, di influenzare la politica, in modo molto più preciso e continuo di
quanto non possa avvenire oggi.
Il fenomeno è molto sviluppato in America, mentre in Italia è ancora
ai primi passi. A maggio 2005 esistevano 7 milioni di blogs su
Technorati, un sito che è osservato dai commentatori politici della CNN.
Il futuro, insomma, ci promette di avere come cittadini servizi sempre migliori e di consentire, a chi lo desidera, una partecipazione più
attiva alla politica.
In fondo, osservava Chester Bowles,
governare è cosa troppo grande e importante
per lasciarla in mano ai politici!
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