IL GIORNALINO gennaio, 2015 IL GIORNALINO Il nuovo anno Il Capodanno di Stefano Benni In quanti modi, piacevoli e no, si può passare il trentun dicembre? Ecco un breve elenco di coloro che non esiterei a definire gli ardimentosi eroi del Capodanno. Il Solitario. Il Solitario, una settimana prima della notte fatidica, viene colto dalla sindrome di San Silvestro, uno strano miscuglio di spleen, misantropia e odio per le ricorrenze. Dichiara agli amici che non parteciperà a questo rito noioso e sempre uguale, e che per lui Capodanno è una notte come tutte le altre. A tutti coloro che gli chiedono “cosa fai il trentuno” risponde con omelie ed invettive. Questo stato di orgogliosa autonomia dal clima di festa dura fino alle nove della sera fatidica. A questo punto il Solitario viene colto da pensieri tristissimi. Spia alla finestra i festosi preparativi di tutti, e i primi petardi gli feriscono il cuore come stilettate. Lascia il frugale pasto e il libro con cui aveva preventivato di passare la serata e parte in macchina, senza orologio, sperando di non pensarci più. Ma tutto gli ricorda la sua solitudine. Frotte d’auto con gente vestita da sera lo sorpassano, comitive armate di bottiglie di champagne lo salutano, botti gli esplodono intorno. Ed egli si rende conto che la città si è riempita di giganteschi orologi luminosi. Alle dieci e mezza la sua tracotanza si è trasformata in una resa dolorosa, e farebbe qualsiasi cosa per brindare con un essere umano. Davanti a lui ci sono alcune ultime, disperate soluzioni: a) telefonare agli amici appena snobbati; b) comprare una bottiglia di moscato e passare il capodanno col casellante dell’autostrada, fingendosi un camionista; c) entrare in un bar con una bottiglia di champagne e gridare “è nato mio figlio, offro da bere a tutti”; d) entrare in un ristorante, fingendo di aspettare qualcuno, poi alle undici e cinquantasei scoppiare a piangere gridando “Quella maledetta senza cuore mi ha lasciato solo, me lo aveva giurato e invece non è venuta”, dopodiché sperare nella pietà dei presenti; e) telefonare a una compagna di scuola brutta e mondanissima, da lui respinta trent’anni fa e dirle che improvvisamente ha capito di amarla follemente, e che vuole correre a casa sua a dirglielo; f) andare a casa di Gazzoli, come il noiosissimo Capodanno scorso, durante il quale il Solitario aveva giurato agli amici: “Se mi vedete un’altra volta a casa di Gazzoli, sputatemi in faccia”. Tutte queste ipotesi si rivelano impraticabili. Gli amici sono già usciti, al casello c’è sciopero, nel bar si è ammessi solo su prenotazione perché c’è un cenone di ottantasei portate con anguille al posto dei grissini. Il ristorante è guardato a vista da buttafuori che hanno già respinto decine di Solitari disperati. Al vecchio numero della compagna di scuola risponde un ristorante cinese che ripete “è tutto plenotato”. Da Gazzoli c’è la segreteria con Jingle Bells. Non resta che una soluzione. Alle undici e mezzo il solitario sterza l’auto contro il guard-rail. A mezzanotte trascorrerà il Capodanno con una gamba ingessata, insieme al medico di turno e a un’infermiera sorridente, con due gocce di Chardonnay nella flebo. “E pensare che stavo andando a una bellissima festa in campagna” – dice. “Anche noi” gli rispondono dai letti vicini sette Solitari ingessati, alzando i calici. L’ansioso. Per lui il problema del Capodanno nasce ai primi di ottobre. Da quel momento, egli comincerà a organizzare la serata, massacrando gli amici, consultando orari, prenotando ristoranti, e comprando un arsenale di fuochi artificiali. Per stare tranquillo, si farà firmare un impegno scritto dagli organizzatori di almeno sei feste, tutte a orari diversi. La settimana prima di Capodanno, l’Ansioso viene evitato come la peste. È agitato perché per problemi di approvvigionamento gli è saltata la festa delle tre e mezzo, e inoltre c’è un problema di neve per raggiungere una baita sul Cervino. Ma tutto si aggiusta con l’acquisto di tremila pizzette e di un gatto delle nevi. Anzi, il trentuno pomeriggio, egli riceve numerose telefonate di amici dell’ultima ora, che vengono smistati in varie feste della regione. Vestito di tutto punto e con quattro megatoni di botti nel cofano, l’Ansioso parte in macchina. Ha appuntamento alle dieci con una comitiva di amici in camper per andare a un ristorante dove si farà mezzanotte per poi andare a una festa al mare da cui alle tre si prenderà un Per ulteriori informazioni sul giornalino del Dipartimento di italiano, contattare: Samuele Grassi [email protected] 1 gennaio, 2015 IL GIORNALINO Chi è la Befana? Scopri il significato di questa celebre festa italiana treno speciale per andare alla festa nella baita in montagna da cui si scenderà in slitta fino all’autostrada dove un pullman riporterà tutti in città per prendere il cappuccino e concludere la nottata a casa di Gazzoli. Tutto procede bene, a parte la deflagrazione di un petardo che gli incendia metà macchina, ma il nostro eroe riesce a giungere al ristorante alle undici e mezzo, e qua inizia a mangiare in piedi tenendo i collegamenti via cellulare con vari gruppi sparsi e con la baita del Cervino. Ma alle undici e cinquanta lo stress degli ultimi giorni si scarica in una violenta colica renale.Imbottito di antidolorifici, viene scaricato dagli amici irriconoscenti al Pronto soccorso, dove il medico, mentre lo palpa, fa esplodere il petardo che teneva in tasca. Medicato d’urgenza, brinderà nel letto vicino al Solitario. L’Esotico. Costui non può passare un Capodanno normale, ma deve organizzarne uno da raccontare agli amici. In un castello della Loira, su un catamarano in mare, in una miniera abbandonata in Sardegna. Leggendario un Capodanno su una chiatta ancorata sul Po, con disancoramento e risveglio a mezzogiorno a Spalato. Quest’anno è stato scelto il Capodanno in Cappadocia, in un monastero in cima a una roccia. Ci saranno canti di monaci, cibi tipici, e pernottamento in ceste matrimoniali sospese sul baratro. È obbligatorio un saio scuro, e possibilmente il cilicio. Si parte dalla Malpensa alle dieci. Alle dieci e mezzo appare subito la scritta, “volo annullato”. La comitiva passerà il Capodanno in piazza, sotto la neve, masticando panettone e noccioline seduta sui gradini. Alle tre, tutti da Gazzoli. Gli innamorati. Per tutto dicembre si sono fatti un giuramento: Capodanno solo tra loro, cenetta intima, e notte erotica. Lei si esibirà in uno strip e lui cucinerà il tacchino alle noci. Lui prepara la casa con ogni cura, compra candele rosse e lenzuola di seta, e prepara una vasca da bagno con petali di rosa. Lei acquista un completino di pizzo sexy da un milione e si allena per lo strip con le musiche più eccitanti per lui: Joe Cocker e la sigla della Domenica Sportiva. Agli amici che 2 chiedono cosa faranno a Capodanno, rispondono “chissà, non abbiamo ancora deciso”, e si scambiano un sorrisino complice. Alle dieci, tutto è pronto. Lui ha preparato la cena con l’aiuto del ricettario, il tacchino farcito è ottimamente riuscito anche se forse avrebbe fatto meglio a togliere le noci dal guscio. Arriva lei, con un vestito rosso mozzafiato […] La cenetta trascorre tra deliziosi lazzi, guardando la televisione e commentando com’è piacevole questa loro intimità. Ma Cosa sono? Il naso La scopa La pezzola La scarpa rotta alle undici e mezzo suonano alla porta. È una brigata di cinquanta persone che grida “Sorpresa! Speravamo che non avevate una festa dove andare, ma non passerete la serata da soli, se no a cosa servono gli amici?”. L’allegra brigata invade la casa, vengono cucinati cotechini surgelati e lanciati petardi dal terrazzo. La vasca ai petali di rosa, scambiata per una grande sangria, viene interamente bevuta e tutta la serata risuona di rutti profumati. Qualcuno scopre il completo di pizzo sexy. Lui, ubriaco, è costretto a esibirsi sul tavolo in giarrettiere, lei è inseguita per i corridoi da tutti i maschi presenti. Alle quattro tutti vanno da Gazzoli. Dopodiché, finalmente soli, ma stremati, i due Innamorati si danno un casto bacio e si addormentano. […] Il sacco La Befana è una vecchina, un po’ brutta, gobba, col nasone, il mento appuntito, con i vestiti vecchi e consumati, tante toppe, una gonna lunga e un cappellaccio sulla testa. Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, a cavallo di una scopa e con un sacco pesantissimo, vola nei cieli italiani per portare i dolci ai bambini buoni e il carbone a quelli cattivi. Esistono versioni diverse filastrocche sulla Befana, la più comune è questa: In Dottor Niù. Corsivi diabolici per tragedie evitabili (2001) In quali di questi profili vi riconoscete? Siete Solitari, Ansiosi, Esotici o Innamorati? In ogni profilo si parla di un certo “Gazzoli”. Gazzoli è il vero oste di Capodanno, una sicurezza per tutti: Come ve lo immaginate? Se volete leggere il finale del racconto, e scoprire la figura misteriosa di questo personaggio, leggete l’ultima parte collegandovi a: <http://italiano.ldmblogs.com> La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte con le toppe alla sottana: Viva, viva la Befana! IL GIORNALINO gennaio, 2015 Accade a Firenze Eventi e mostre a Firenze MOSTRA: Teatro Verdi: Firenze: Pitti immagine, Fortezza da Basso, dal 13 al 16 gennaio 2015 Peep Arrow Entertainment e Il Sistina, Sette spose per sette fratelli, di Laurence Kasha, David Landay, regia di Massimo Romeo Piparo, dall’8 all’11 gennaio. Un musical con uno straordinario cast di 25 cantanti, ballerini e acrobati tratto dal celebre film di Stanley Donen. Teatro della Pergola: Fondazione Teatro Stabile di Torino/ ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione, Falstaff, di Andrea De Rosa, tratto da Enrico IV/Enrico V di William Shakespeare, traduzione di Nadia Fusini, dal 6 all’11 gennaio. Nella regia di De Rosa, il personaggio di Falstaff diventa un’abile unione di tradizione lirica e teatro di prosa. Sicilia Teatro, Dopo il silenzio, di Francesco Niccolini e Margherita Rubini, regia di Alessio Pizzech, tratto da Liberi Tutti di Pietro Grasso, dal 13 al 18 gennaio. Un’opera che affronta il difficile tema della “omertà” come una delle armi della mafia, mentre il teatro diventa, invece, comunicazione, presa di coscienza. Compagnia Gli Ipocriti, La gatta sul tetto che scotta, di Tennesse Williams, regia di Arturo Cirillo, dal 20 al 25 gennaio. Prima nazionale con debutto assoluto per questo grande classico del drammaturgo americano. Teatro Eliseo in collaborazione con Francesco Bellomo, La professione della Signora Warren, di George Bernard Shaw, traduzione e adattamento di Giancarlo Sepe, regia di Giancarlo Sepe, dal 27 gennaio all’1 febbraio. Teatro di Rifredi: Orto-Da Theatre Group, Stones, da un’idea di Yinon Tzafrir, regia di Yinon Tzafrir, Danie Zafrani, sabato 24 e domenica 25 gennaio. In occasione del Giorno della memoria 2015. Organizzazione BAGS Teatro Comunale: Concerto per il giorno della memoria, 27 gennaio. Ingresso gratuito. In occasione dell’anniversario del giorno della liberazione nel 1945 del lager di Auschwitz, simbolo dell’Olocausto. I Puritani, di Francesco Bellini, Libretto di Carlo Pepoli, Musica di Francesco Bellini 28 e 30 gennaio, 1, 4-5, e 10 febbraio. Nuovo allestimento in co-produzione con il Teatro Regio di Torino. Ambientato nell’Inghilterra del XVII secolo, il dramma racconta di passioni private e tensioni politiche. Lillo & Greg, La fantastica avventura di Mr. Starr, di Claudio “Greg” Gregori, regia di Mauro Mandolini, dal 29 gennaio all’1 febbraio. Viaggio estremo nel cuore del meta teatro, tra paradossi, battute e umorismo. CINEMA: Cinema Odeon: Big Eyes (Tim Burton, 2014), dall’1 al 5 gennaio American Sniper (Clint Eastwood, 2014), dal 6 all’11 gennaio. Imitation Game (Morten Tyldum, 2014), dal 15 al 21 gennaio; Barry Lyndon (Stanley Kubrick, 1975), lunedì 19 gennaio; Theory of Everything (James Marsh, 2014), dal 22 al 28 gennaio; Goltzius and the Pelican Company (Peter Greenway, 2012), giovedì 22 gennaio; Horrible Bosses (Seth Gordon, 2011), 26 e 27 gennaio Mr. Turner (Mike Leigh, 2014), dal 29 gennaio all’01 febbraio. "L'anno che verra" (Lucio Dalla, 1979) ‘ TEATRI & CONCERTI: Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po’ e siccome sei molto lontano più forte ti scriverò. Da quando sei partito c’è una grossa novità, l’anno vecchio è finito ormai ma qualcosa ancora qui non va. Si esce poco la sera compreso quando è festa e c’è chi ha messo dei sacchi di sabbia vicino alla finestra, e si sta senza parlare per intere settimane, e a quelli che hanno niente da dire del tempo ne rimane. Ma la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno, ogni Cristo scenderà dalla croce anche gli uccelli faranno ritorno. Ci sarà da mangiare e luce tutto l’anno, anche i muti potranno parlare mentre i sordi già lo fanno. E si farà l’amore ognuno come gli va, anche i preti potranno sposarsi ma soltanto a una certa età, e senza grandi disturbi qualcuno sparirà, saranno forse i troppo furbi e i cretini di ogni età. Vedi caro amico cosa ti scrivo e ti dico e come sono contento di essere qui in questo momento, vedi, vedi, vedi, vedi, vedi caro amico cosa si deve inventare per poterci ridere sopra, per continuare a sperare. E se quest’anno poi passasse in un istante, vedi amico mio come diventa importante che in questo istante ci sia anch’io. L’anno che sta arrivando tra un anno passerà io mi sto preparando è questa la novità Guarda il video: <https://www.youtube.com/watch?v=2qRArSQd-TA> 3 gennaio, 2015 IL GIORNALINO La Befana in cucina Una ricetta tradizionale per la Befana e molto antro ancora Italiano per Regioni: la Toscana Vocabolario fiorentino Ricetta dei Befanini I Befanini sono biscotti tipici toscani preparati in occasione dell’Epifania. Sono frollini ricoperti di granella colorata. Esiste un detto “cotto come un befanino” che si usa in Toscana per dire che si è stanchi morti, sfiniti. Ingredienti: 500 gr. di farina; 300 gr. di zucchero; 150 gr. di burro; 4 uova; 1⁄2 bicchiere di latte; 1⁄2 lievito; chimico per dolci (bustina); 1 bicchiere di rhum (bicchiere piccolo); 1 arance (scorza grattugiata); 1 codette colorate Preparazione: Prendete una ciotola e mettete la farina, 3 uova, il burro morbiso e lo zucchero, impastate con le mani e aggiungete il latte fino ad ottenere un composto omogeneo. Unite il lievito, il rum, un pizzico di sale e la scorza di arancia grattugiata. Impastate bene tutti gli ingredienti fino ad avere un composto soffice ed elastico. Formate una palla e fatela riposare in frigo per mezz’oretta. Stendete la pasta su una spianatoia infarinata allo spessore di circa mezzo centimetro e ricavate dei biscotti di varie forme. Mettete i biscotti su una teglia coperta di carta da forno e poi pennellate i biscotti con l’uovo rimasto. Aggiungete le codette di zucchero e poi cuocete i biscotti in forno preriscaldato a 180°C per circa 20 minuti. Fonte: <www.dolci.it> A ufo: gratis Questo modo di dire non ha niente in relazione con gli extraterrestri, ma è legato al Duomo. L’origine risale ai tempi della costruzione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, perché il materiale destinato alla costruzione dell’edificio sacro era contrassegnato dalla sigla “A.U.F.O.” (Ad usum Florentinae Operae) e quindi non soggetto a tasse. Oggi si usa appunto per indicare di aver ottenuto qualcosa, senza aver pagato: “Mangiare a ufo”, “viaggiare a ufo”, “dormire a ufo” Babbo: papà Bischero: sciocco Brusotto: giubbotto Ceccotoccami: Persona che fa dispetti per farseli rifare. Dalla tipica frase “Cecco, toccami, la mamma un vede!” 4 “Chi vuol vivere e star bene, pigli il mondo come viene” Per vivere bene è meglio non preoccuparsi troppo “Questo mondo è fatto a scale; chi le scende, e chi le sale” La gente è più o meno fortunata Garbare: Piacere. “(Un) mi garba” significa “(Non) mi piace” Tony: tuta sportiva Questa parola fu introdotta tra i fiorentini dai soldati americani. Nel 1945, prima di partire, i soldati statunitensi a Firenze decisero di festeggiare la fine della seconda guerra mondiale stampando su alcuni indumenti militari da riposo e la scritta “TO NY” (“A New York”, dall’inglese “To New York”). Al momento della partenza i soldati regalarono questi indumenti ai fiorentini come ricordo, ma anche come aiuto a una popolazione sofferente, favorendo così la diffusione in città del termine toni Proverbi e modi di dire “Il mondo, di Noe non gli è proprio l’arca; Di bestie assai, di pochi uomini carca” Sono poche le brave persone nel mondo; molte di loro si comportano da “animali” LdM Headquarters Via Faenza 43, 50123, Florence, Italy P: +39.055.287.360 [email protected] Il Giornalino | Italian Department For further information about Il Giornalio, please contact: [email protected] “Gennaio zappatore, febbraio potatore, marzo amoroso, aprile carciofaio, maggio ciliegiaio, giugno fruttaio, luglio agrestaio, agosto pescaio, settembre ficaio, ottobre mostaio, novembre vinaio, dicembre favaio” Ad ogni mese la sua caratteristica www.ldminstitute.com “Non vedi la Misecordia nella neve” (“Non caspisci l’evidenza”) Nella provincia di Volterra, questo modo di dire si usa per riferirsi a chi non capisce qualcosa di evidente. La “Misericordia” (il carro funebre) è infatti di colore nero, e molto facile da vedere a contrasto con il bianco della neve Fonti: Bellonzi, Fortunato, Proverbi toscani, Milano, Aldo Matello editore. Fiorentini nel mondo, <http://www.fiorentininelmondo.it>. Vocabolario fiorentino, <http://kano66.wordpress. com/vocabolario-fiorentino>. Con la gentile collaborazione delle insegnanti Stefania Lazzerini Maria Paparazzo Irene Zuffanelli