Poste Italiane spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 Dr. Commerciale Business Pesaro In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa di restituzione - Spedizione in a.p. 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 filiale di Pesaro. Contiene I.P BIMESTRALE DELL'INTRATTENIMENTO PROFESSIONALE ANTONELLO VENDITTI UNICA TOUR 1° MAGGIO PIAZZA S. GIOVANNI - ROMA LITFIBA GRANDE NAZIONE TOUR 2012 www.soundlite.it LUGLIO/AGOSTO 2012 - N. 96 Photo: Sebastion Paquet >EDITORIALE SOUND&LITE luglio/agosto 2012_n.96 Direttore responsabile Alfio Morelli: [email protected] Caporedattore Giancarlo Messina: [email protected] Consulenza tecnica Michele Viola: [email protected] Redazione Douglas B. Cole: Cari lettori, [email protected] Grafica ed impaginazione Liana Fabbri: [email protected] In copertina: Antonello Venditti foto: © 2012 Sound&Lite I was blown away It delivered on all its promises and more! The premixed output beam leaves a beautiful color wash. Patrizia Verbeni: [email protected] Stampa Pazzini Editore Direzione, Redazione e Pubblicità: Strada della Romagna, 371 61121 Colombarone – PU Telefono 0721/209079 fax 0721/209081 www.soundlite.it La rivista Sound&Lite e il relativo supplemento, Show Book, contengono materiale protetto da copyright e/o soggetto a proprietà riservata. È fatto espresso divieto all’utente di pubblicare o trasmettere tale materiale e di sfruttare i relativi contenuti, per intero o parzialmente, senza il relativo consenso di Sound&Co. Il mancato rispetto di questo avviso comporterà, da parte della suddetta, l’applicazione di tutti i provvedimenti previsti dalla normativa vigente. TM The market’s best-selling LED wash light! Amministrazione Aut. Trib. di Pesaro n. 402 del 20/07/95 Iscrizione nel ROC n.5450 del 01/07/98 8.000 copie in spedizione a: agenzie di spettacolo, service audio luci - video, produzioni cinematografiche, produzioni video, artisti, gruppi musicali, studi di registrazione sonora, discoteche, locali notturni, negozi di strumenti musicali, teatri, costruttori, fiere, palasport... - LD Jason Bullock, Korn “Path of Totality” Tour MAC Aura Hanno collaborato: Lorenzo Cazzaniga, Mike Clark, Giorgio Gianotto, Stefano Lentini, Marco Martellini, Giulia Morelli, Aldo Visentin. www.martin.it di Giancarlo Messina il tema della sicurezza è ancora caldo. Ma cos’è cambiato in questi ultimi mesi dopo l’esposizione mediatica dovuta ai fatti che tutti conosciamo? Abbiamo avuto modo di parlare con molti direttori e manager di importanti tour italiani, e tutti hanno sottolineato come siano aumentati i controlli soprattutto da parte dell’Ispettorato al Lavoro, alla ricerca di eventuali lavoratori in nero. Richiesta di documenti ed interviste da parte degli ispettori sono ormai prassi reiterata anche data su data. Noi siamo ovviamente a favore della vigilanza e dei controlli, ma certamente un posteggiatore o un barista in nero poco hanno a che fare con la sicurezza, quella vera che intendiamo noi, per capirci, e troviamo abbastanza scandaloso che intere produzioni ed un intero settore economico vengano criminalizzati per questo dai mass media generalisti, che trovano perfino seguito in qualche addetto ai lavori. Ma, a parte ciò, a noi pare che ad aumentare siano state per lo più le carte e la documentazione richiesta, insomma tutte quelle cose, spesso copia-incolla, che probabilmente servono più a “pararsi i glutei” che non ad aumentare realmente il livello di sicurezza negli eventi. Anche perché molto ci sarebbe da discutere sulla competenza specifica delle varie commissioni... Ma non meravigliatevi, perché non è che nel resto del mon- do vada molto meglio. Anche se altrove la capacità organizzativa degli addetti ai lavori e la disponibilità dei legislatori sono senza meno diverse. Negli Stati Uniti, per fare un esempio, dopo la tragedia di Indianapolis – agosto 2011, quando la scelta di sospendere il concerto o meno fu fatta prendere a... due cantanti country! – sta succedendo qualcosa di molto positivo a cui bisognerebbe guardare con attenzione. Vi rimando così all’articolo del nostro Douglas che ritengo di estremo interesse. Per il resto non posso che augurarvi una buona estate, ricca di impegni gratificanti e di soddisfazioni, e che alla fine possiate essere fra quelli in grado di affermare di non essere stati colpiti dalla crisi di liquidità che serpeggia furibonda! Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana. SOUND&LITE n. 96_2012 1 >SOMMARIO SOUND&LITE LUGLIO/AGOSTO 2012 n.96 42 58 46 Gli articoli in pdf su www.soundlite.it 36 54 80 78 04 20 NEWS News Novità dal mondo dell’intrattenimento professionale SPECIALE SICUREZZA Event Safety Alliance Organizzazione per promuovere la sicurezza negli eventi di Stefano Lentini www.soundlite.it/abbonamenti di Lorenzo Cazzaniga 78 Visual INSTALLAZIONI Show Massimo “Mamo” Pozzoli Harley Rock Crew 80 36 Antonello LIVE CONCERT Venditti 42 46 54 2 68 Mix in the box Vs. Mix ibrido Vs. Mix analogico - 2a parte 28 News UOMINI & AZIENDE Aziendali 34 L’azienda La distribuzione della rivista Sound&Lite è riservata ai professionisti dell’industria dello spettacolo. È possibile abbonarsi compilando il modulo sul nostro sito e fornendo informazioni dettagliate sulla propria attività. 66 ChiPRODUZIONE & STUDI c’è in studio 72 Neumann KH 120A 74 MAC Aura 76 MC2 E100 INSERZIONISTI Grande Nazione Tour 2012 70 Ultrasone PRODOTTI Signature Pro 30 Il personaggio ABBONAMENTO 64 Chi c’è in tour 24 Indipendenti RUBRICHE dentro 58 Litfiba di Giulia Morelli The House of Dancing Water di Mike Clark 86 Amplificatori TECNOLOGIA in Classe D - 1 parte Unica Tour Marco Mengoni Tour Teatrale 2012 1° Maggio Appuntamento a Piazza S. Giovanni a Roma Subsonica Istantanea Tour a 90 94 SOUND&LITE n. 96_2012 di Michele Viola La mia (console) è sicuramente migliore! di Aldo Visentin Mezzogiorno di Suono - Suono Sacro - 1a parte di Giorgio Gianotto SOUND&LITE n. 96_2012 Arri Italia pag. 41 Audio Network Technology pag. 14 AudioFactory pag. 9 Calvini Light Equipment Service pag. 7 Clay Paky pag. 33, IV Elettronica Montarbo pag. 67 Event Management pag. 63 FBT Elettronica pag. 19, 61 Kennell pag. 39 Leading Technologies pag. 23 Martin Professional pag. II Molpass pag. 29, 91 Outline pag. 49 PLASA Events pag. 13 Powersoft pag. 85 Prase Engineering pag. 89 RCF pag. 96 Robe Multimedia pag. 77 Roland Systems Group EMEA pag. III Sisme pag. 27 Texim pag. 93 Yamaha Music Europe pag. 11 3 >NEWS Novità dal mondo dell’intrattenimento professionale Se vuoi maggiori informazioni e più dettagli sui prodotti di queste news, apri il file “news” in pdf sul sito www.soundlite.it e clicca sull’immagine che ti interessa. Ti collegherai direttamente al sito del produttore sulla scheda tecnica del prodotto. MA onPC Command Wing Riscontra un gran successo il nuovo Command Wing della tedesca MA Lighting, progettato per essere una superficie essenziale e portatile per l’uso con il software grandMA2 onPC. Il software, che si può scaricare gratuitamente, incorpora tutte le funzioni delle console grandMA e può comunicare con queste console tramite MA‑Net2 su ethernet; diventa anche un controllo per il playback live in congiunzione con MA onPC Command Wing. Il collegamento tra il computer che esegue il software ed il Command Wing avviene tramite USB. Già in questa configurazione, può effettuare il controllo in tempo reale di 2048 parametri e mette a disposizione due uscite DMX, un ingresso DMX, MIDI in e out, un ingresso Timecode su XLR e connettività per controllo remoto. Con l’aggiunta di uno o più MA 2PortNode onPC o PortNode onPC Pro si può arrivare ad un massimo di 4096 parametri di controllo. Inoltre una combinazione di Command Wing e MA onPC software può essere utilizzata come un sistema di backup insieme ad una consolle grandMA2; in tal caso può anche controllare fino a 65.536 parametri. Command Wing pesa solo 6 kg. In questo maneggevole package, incorpora sei fader da 60 mm con 18 pulsanti fader executor, sei pulsanti executor, sei pulsanti page (Channel/Fader/Button), quattro encoder rotativi ed una sezione main con due fader A/B da 100 mm e pulsanti main executor GO+/GO‑/PAUSE. È dotato inoltre di una ruota level/dimmer, un pulsante blackout e un Grand Master fader da 60 mm. Incorpora direttamente un alimentatore universale 90–230 V (50–60 Hz). Dynacord PowerMate 600‑3 Durante una conferenza stampa, Ethan Wetzell, Platform Strategist alla Bosch Security Systems, ha annunciato la nuova architettura di rete Omneo, che incorpora componenti per il trasporto di media e di segnali di controllo su reti Ethernet. Il componente per il trasporto di media è basato su Dante, mentre il componente per il trasporto di segnali di controllo è basato sul nuovo standard AES‑24, conosciuto come OCA. Omneo verrà implementato in prodotti futuri Bosch, ElectroVoice, Dynacord, RTS e Telex per il collegamento in rete tra di loro e con apparecchi di diversi costruttori. Omneo non è un protocollo proprietario e sarà compatibile a 100% con gli standard nuovi AVB ed OCA. Bosch Security Systems, secondo Wetzell, cerca di promuovere standard aperti pubblici, perché ritenuti il modo per tutti i costruttori di assicurare il miglior valore aggiunto ai clienti nel lungo termine. La casa tedesca presenta l’ultimo nato della popolare serie di mixer con amplificazione on board PowerMate. Questo nuovo piccolo mixer dispone di sei canali microfonici, due dei quali si possono usare, in alternativa, come canali stereo per il suono proveniente dagli ingressi USB; a questi si aggiungono due canali stereo con ingressi di linea su jack o RCA. Le channel strip sui canali microfonici offrono una gamma di 50 dB di guadagno, filtro passa-alti, EQ a tre bande, una mandata agli effetti interni, una mandata ausiliaria ed una mandata monitor, pan e PFL. PowerMate 600‑3 incorpora due motori d’effetto, ognuno con 100 effetti preset e 20 programmabili dall’utente, controllo remoto tramite MIDI, tap delay ed un display OLED ad elevato contrasto. Su questo display si possono anche configurare il routing sull’interfaccia USB, il processing e la protezione degli altoparlanti, nonché il routing per l’EQ grafico. Sulle uscite, questo mixerino incorpora un EQ a 9 bande e dispone di due coppie di uscite per il master stereo, la seconda delle quali impostabile in stereo o mono e in post- o pre-master fader (ed EQ), con un controllo di livello indipendente. L’interfaccia USB 2.0 può anche essere utilizzata per la registrazione su PC, mandando al computer quattro canali scelti tra master, monitor o aux. A completare questo piccolo mixer c’è un amplificatore incorporato in classe D con due canali da 1000 W continui su 4 ohm ciascuno. Il mixer è completamente configurabile per quanto riguarda il finale interno: l’amplificatore ha semplicemente due ingressi che si possono patchare su qualsiasi delle uscite del mixer, o su qualsiasi sorgente esterna. Perciò si può utilizzare per il programma master, i monitor, un master mono più i monitor, una sorgente esterna o... non usarlo affatto. info Bosch Security Systems: www.boschsecurity.it info Texim: tel. 0362 923811; www.texim.it KV2 stage monitor ESM26 Il monitor da palco ESM26 è un sistema di diffusione passivo a due vie particolarmente compatto. È dotato di due driver da 6” a lunga escursione e bassa induttanza, con magnete al neodimio e bobina da 1,75”. I woofer sono in configurazione bass reflex, con un largo raccordo in basso, ad accoppiamento diretto con il pavimento per un’ottima risposta sulle basse. Per la sezione alte viene utilizzato un driver a compressione con magnete al neodimio, diaframma da 1,75” in titanio e uscita da 1”, caricato da una tromba da 100° x 100° che incorpora un rifasatore di geometria complessa. È progettato per avere un’inclinazione molto marcata verso il musicista ed il retro del palco, minimizzando la dispersione verso l’alto ed eventuali rientri. Quindi un monitor compatto adatto anche per usi televisivi, data l’altezza totale di soli 30 cm. ESM26 ha una sensibilità di 98 dB@1 W/1 m, potenza applicabile consigliata di 275 W ed SPL massimo di 126 dB di picco. La risposta in frequenza riportata dal costruttore è da 70 Hz a 16 kHz (‑3 dB). Il diffusore è disponibile in nero opaco con finitura a buccia d’arancia o, a piacere, in qualsiasi colore RAL. Pesa solo 15 kg. Presenta un’impedenza di 8 ohm e incorpora un limitatore RMS all’ingresso. info Digiland: tel. 049 8702237; www.digilandsrl.it info Molpass: tel. 051 6874711; www.molpass.it 4 Omneo SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 5 >NEWS Dynacord Vertical Array Leica HDS 7000 l’oggetto misterioso La novità di spicco in casa Dynacord è il nuovo array verticale. Il diffusore TS 400 monta quattro woofer da 6,5” con magneti al neodimio ed un singolo driver a compressione Electro‑Voice DH3 caricato da una tromba a direttività costante da 90° x 40° in un cabinet di alluminio. TS 400 è configurato in modo passivo a due vie e mezza, con ingresso full range, ed ogni banda passante ha un circuito di protezione separato per permettere di sfruttare al massimo la potenza applicabile. La configurazione in array verticale, con i trasduttori per le basse posizionati alle estremità, secondo il costruttore, fornisce una direttività tale che la pressione sonora in asse diminuisce di 3 dB ad ogni raddoppiamento della distanza, anziché dei canonici 6 dB di un diffusore convenzionale, oltre a fornire un’eccellente attenuazione a 90° fuori asse. TS 400 può essere abbinato ad uno dei nuovi subwoofer amplificati PSD 215, con un woofer Electro-Voice DVX3159 da 15” o PSD 218 con un woofer E‑V DVX3180 da 18”. Ognuno di questi subwoofer incorpora amplificazione da 2 x 1000 W continui e preset per l’elaborazione di segnale per l’accoppiamento al TS 400 o ad altre casse Dynacord. Questi sub sono disponibili anche in versioni passive. Finalmente qualcosa di estremamente utile ed innovativo! Si tratta di uno scanner al laser in grado di realizzare un rendering in 3D a 360°. Permette quindi di rilevare in modo indiretto geometrie di strutture, oggetti, aree, esattamente “così come sono”. Gli scanner a differenza di fase sono noti per la loro elevata velocità di scansione e per l’alto livello di dettaglio. Grazie alla velocità di scansione, ben un milione di punti/secondo, ed ad una portata notevole, cioè 180 metri, HDS 7000 risulta un oggetto molto interessante per il settore dell’intrattenimento. Associando queste potenzialità alle nostre esigenze, vengono subito in mente diverse situazioni in cui potrebbe essere impiegato con grande efficacia. I file generati dalla macchina in questione sono infatti compatibili con diversi software di simulazione audio. È possibile ottenere con la massima precisione, ed in pochi minuti, un file CAD in 3D di una location da sonorizzare, da un palazzo dello sport ad una piazza. Basta posizionare l’apparecchiatura al centro del parterre e nell’arco di qualche minuto avremo il disegno esatto in 3D della location: in pochi minuti avremo realizzato un’operazione che attualmente richiede ore e ore, se non giorni. Il file sarà poi inserito nel programma di simulazione acustica: il gioco è fatto. Ma anche i service video potranno avere grandi vantaggi: basta rilevare con lo scanner la facciata del palazzo o della struttura su cui si devono proiettare delle immagini, ricavandone un file che sarà utilizzabile nel programma video di mapping per programmare tutte le grafiche. Insomma un oggetto quasi favoloso, di cui però non conosciamo il prezzo. info Texim: tel. 0362 923811; www.texim.it AudioFactory M10A Monitor AudioFactory comunica la disponibilità del nuovo monitor amplificato M10A e la prossima realizzazione del fratello maggiore M12A. Il prototipo di M10A era stato molto apprezzato dagli operatori che hanno avuto modo di vederlo ed ascoltarlo durante il PL+S a Francoforte, dove il costruttore ha ricevuto dei commenti che hanno consentito di apportare piccole modifiche funzionali. Questo monitor attivo è stato progettato con “sviluppo verticale” per venire incontro alle esigenze dei palchi con spazio ridotto (pub, club ecc) o dei palchi sovraffollati. È stato realizzato per poter fornire ai musicisti, nonostante le dimensioni compatte, un monitoraggio di forte pressione sonora prima del feedback e con elevata qualità. I componenti scelti per questo monitor sono della migliore produzione italiana, ma il woofer da 10” con bobina da 2,5” e magnete al neodimio è stato customizzato per lavorare in un volume ridotto. Il driver per le alte frequenze con diaframma da 1” e bobina da 1,75” è caricato da una tromba a dispersione asimmetrica 100° x 55° che può essere ruotata di 90°. Incorpora un amplificatore in classe D da 350 W + 350 W (AES) e utilizza un crossover in ingresso con frequenza d’incrocio a 900 Hz e pendenza di 12 dB/8va. Vanta una risposta in frequenza da 80 Hz a 18 kHz ed è in grado di sviluppare una pressione sonora massima di 121 dB. M10A pesa solo 12 kg. info AudioFactory: tel. 06 97249614; www.audiofactory.it 6 FBT StageMaxX 12MA FBT presenta il nuovo floor monitor della famiglia MaxX. StageMaxX è il primo prodotto nella popolare linea di diffusori autoamplificati in polipropilene progettato specificamente per uso come monitor sul palco. Impiega un woofer da 12” con bobina da 64 mm, prodotto da B&C Speakers su specifiche di FBT, in configurazione bass reflex e con un driver coassiale a compressione B&C con uscita da 25 mm e bobina da 44 mm. Questi sono pilotati in biamplificazione da una sezione di potenza in classe D da 400 W (continui) per le basse frequenze e da 100 W per le alte. StageMaxX offre una dispersione conica da 90° e può sviluppare un SPL massimo di 130 dB. L’elettronica a bordo incorpora anche un processore che dispone di quattro preset di equalizzazione, controllo di volume ed un filtro passa-alti selezionabile dall’utente. La forma del cabinet dà la possibilità di appoggiarlo con due diversi angoli, 35° e 55°: incorpora tre maniglie, due punti di ancoraggio M10 per l’installazione sospesa e quattro piedini in teflon sostituibili che consentono un facile spostamento sul palco. info FBT: tel. 071 750591; www.fbt.it SOUND&LITE n. 96_2012 Litec D8 e D8+ Hoist I nuovi paranchi D8 della Litec sono dotati di fast stop contactor e possono essere montati anche in posizione rovesciata. Sono costruiti con grado di protezione IP65, per cui protetti da polvere e getti d’acqua. Si distinguono per la loro silenziosità. Questi paranchi sono stati costruiti per rispondere a BGV D8/GUV‑V D8 “Winches, lifting and pulling devices for use as a chain hoist for lifting loads in construction”. Rispettano le seguenti normative vigenti: DIN EN 14492‑2, DIN 15400, FEM section IX (calculation regulations for series lifting equipment), ISO 4301:1:D (M3) = 400 h. I paranchi sono disponibili in versioni da 250 kg, 500 kg, 1000 kg, 2000 kg, 2500 kg. I modelli da 250 kg e da 500 kg sono disponibili anche in versione D8+. Questi, oltre la caratteristiche dei modelli D8, incorporano anche un doppio freno. info Walley Design: tel. 0331 640121; www.walley-design.it http://www.leica-geosystems.it/it/HDS7000_90337.htm info Staging Systems Europe: tel. 041 5960000; www.litec.it SOUND&LITE n. 96_2012 7 >NEWS Laser Entertainment per International Umbria Water Festival Grandi emozioni per lo spettacolo di chiusura nella splendida cornice delle Cascate delle Marmore. In uno scenario naturale tanto affascinante quanto surreale si è svolta la cerimonia di chiusura di Umbria Water Festival, manifestazione durata dal 17 al 20 maggio e patrocinata da UNESCO e dal Programma delle Nazioni Unite per la Valutazione delle Risorse Idriche Mondiali. Installazioni multiple di sistemi laser RGB ad altissima potenza strategicamente sistemati hanno permesso di realizzare quadri di effetti volumetrici multicolori che interagendo con il pulviscolo di acqua nebulizzata creato dalla cascata stessa hanno avvolto il numeroso pubblico che ha assistito alle oltre due ore di evento rendendolo partecipe alla magia della rievocazione storica e leggendaria della cascata più alta d’Europa. Animazioni grafiche profondamente suggestive hanno raccontato storia e leggenda vivendo sull’enorme schermo naturale del bosco al lato della cascata, accompagnate da musiche originali appositamente composte, intercalando i vari laser show che hanno assunto dimensioni sempre più imponenti e degne di una location tanto prestigiosa quanto ampia e architettonicamente complessa. La sapiente colorazione modulata delle acque e la coinvolgente diffusione sonora hanno completato la teatralità dello spettacolo. Sono stati utilizzati due sistemi laser grafici multicolor Kvant Ultra 25 watt RGBY e due sistemi laser grafici luce verde da 10 watt Millennia Xs, tutti controllati da sistemi Pangolin LD2000 Pro, e svariate macchine del fumo LE Smokebox controllate tramite wireless dmx. Oltre all’elevata potenza di emissione, le caratteristiche salienti di questi sistemi laser – utilizzati e distribuiti da Laser Entertainment – sono la qualità e collimazione del fascio laser unitamente ad un ampio gamut colori dato anche dalla presenza del diodo laser giallo Coherent OPSL. info Laser Entertainment: tel. 022 7007064 / 06 39915210; www.laserent.com Dynaudio DBM50 Dynaudio presenta un nuovo monitor per il mixaggio da scrivania, tipico dell’home studio. Il modello DBM50 incorpora un woofer da 7,1” ed un tweeter a cupola morbida da 1,1”, montati in un baffle inclinato verso l’alto. L’amplificazione interna da 50 W + 50 W permette al monitor di erogare fino a 117 dB SPL, con una banda passante da 46 Hz a 21 kHz. L’elettronica a bordo permette la selezione di livello d’ingresso (‑10, 0 e +4 dBu) con un potenziometro trim, una selezione di filtri passaalti tra 60 Hz e 80 Hz per l’utilizzo con un subwoofer e selettori di livello per le alte frequenze (+1, 0 o ‑1 dB), le medie (0, ‑2 o ‑4 dB) e le basse (+2, 0 o ‑2 dB). È disponibile, come opzione, un controllo master volume remoto. Alto 348 mm e largo 230 mm, questo monitor pesa 7,2 kg. DBM50 ed i trasduttori che incorpora sono costruiti in Danimarca. info t.c. electronic: www.tcelectronic.com Martin M2GO e M2PC Le nuove console compatte M2GO e M2PC fanno parte della serie M di Martin Professional e rispondono alla richiesta di console più potenti ma con dimensioni ridotte. Progettate per eventi di minori dimensioni, queste sorelline minori di Martin M1 seguono la filosofia di semplicità dell’attuale piattaforma di controllo di Martin. Provvista di un CPU Industrial Dual Core, 4 GB di RAM e 32 GB SSD, M2GO è una console stand-alone che non necessita di computer esterno. Incorpora inoltre una scheda video, con uscite HDMI e VGA e connettività dual Gigabit Artnet e Maxnet. Un touchscreen da 3,5” facilità l’accesso diretto ai parametri e dispone di quattro encoder rotativi per il controllo dei parametri ed otto tasti personalizzabili. M2GO esce con quattro porte DMX e viene fornita con una licenza standard per quattro universi. Con il pacchetto espansione di licenza opzionale e delle porte DMX aggiuntive esterne opzionali, la console può gestire fino ad otto universi. M2PC è la superficie di controllo complementare del software di controllo M‑PC di Martin. Con la stessa struttura e dimensioni di M2GO, M2PC offre funzioni di livello professionale in formato portatile e direttamente da qualunque PC. Esce su due porte DMX e si possono aggiungere due porte DMX esterne opzionali. È fornita con una licenza standard per quattro universi, e può gestire fino a 64 universi con il pacchetto espansione opzionale. Il software dispone di un’interfaccia grafica personalizzabile con barra strumenti contestuali e menu Help integrato. L’hardware di questi due controller è in formato portatile ed è stato sviluppato con attenzione a costi, ergonomia, dimensioni e peso. Caratteristiche comuni dei due controller comprendono un potente motore effetti, 1000 cue list con fader, 1000 cue list con pulsanti playback, esecuzione parallela di cue list multiple, funzioni Submaster, Groupmaster e Override, funzione Parameter e Time-fanning, modifiche globali al volo della temporizzazione ed un’interfaccia per più moduli Wing (MaxModules). info Martin Prfessional Italy: tel. 035 3690911; www.martin.it 8 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 9 >NEWS Roland V-800HD Roland Systems Group ha presentato V‑800HD Multi-Format Live Video Switcher, che va ad aggiungersi alla linea di mixer video multiformato. V‑800HD è progettato per qualsiasi evento live o installazione in cui ci sia la necessità di collegare qualsiasi tipo di sorgente, sia digitale che analogica, computer e qualsiasi segnale video. Proprio come lo switcher V‑1600HD, V‑800HD è un dispositivo multi-formato che non richiede la conversione di risoluzione o formato delle sorgenti in ingresso. Ogni sorgente, infatti, è dotata di un suo scaler integrato per la trasmissione, in grado di adattare l’immagine (scale, stretch, crop, zoom) a qualsiasi tipo di risoluzione scelto. V-800HD è compatibile con il protocollo HDCP ed è fornito di un’uscita multi-viewer integrata che consente una comoda soluzione di monitoraggio collegandosi ad un monitor HDMI. Gli otto canali di mixaggio consentono la connessione con sorgenti video nei seguenti formati: 3G/HD/SD‑SDI, DVI‑A/ DVI‑D/HDMI, RGB, Component e Composite. Altri due canali aggiuntivi permettono l’acquisizione d’immagini attraverso una memoria USB o la cattura di un fotogramma. Il nuovo motore key-compositing permette la regolazione di parametri quali phase range, chroma e spazio di colore HSV. Un’ulteriore caratteristica di composizione in chiave include un keyer esterno che implementa funzioni come l’introduzione di titoli in CG e composizioni sfumate. I cross-point video assegnabili permettono di reimpostare l’ordine dei pulsanti dei canali, funzione utile quando cambi improvvisi di camera o formati differenti creano spazi vuoti tra i pulsanti selezionati sul bus. Un’uscita composite dedicata abilita un segnale SD down-converted per l’archiviazione immediata su supporto DVD recorder o ad un encoder per lo streaming. È possibile abilitare la funzione Multi-Zoom collegando la stessa sorgente video ad un massimo di tre ingressi in daisychain (loop thru). Lo scaler su ciascun ingresso è in grado di zoomare in qualsiasi posizione nell’immagine video dando l’impressione che siano collegate altre telecamere, creando una situazione di multicamera virtuale. Ulteriori effetti sono: il down stream keyer (DSK), il composite keyer, Picture-inPicture e transizioni multiple. V-800HD è uno strumento utile per gestire LEDwall negli eventi live o installazioni che richiedono flessibilità, stabilità, facilità d’utilizzo e connettività ad alti livelli. Grazie alla risoluzione video d’uscita fino a 1080/60p, al processamento a 4:4:4/10 bit e al supporto per gli ingressi 3G SDI è possibile ottenere la massima qualità video. info Roland Systems Group: tel. 011 19710332; www.rolandsystemsgroup.eu 10 Robe Robin 800 LEDWash Si allarga ulteriormente la famiglia dei washlight a LED della ceca Robe. Il nuovo Robin 800 LEDWash si inserisce nella gamma tra il modello 600 ed il modello 1200 introdotto l’anno scorso. Il nuovo proiettore incorpora 37 sorgenti multichip LED RGBW organizzate in tre anelli concentrici dietro un apparecchio ottico secondario che permette uno zoom da 8° a 63°. Incorpora un beam shaper rimuovibile caratterizzato da rotazione motorizzata ±90°. Offre miscelazione di colori RGBW a 8 bit o a 16 bit, filtro CTO e una “ruota colori virtuali” con 237 colori e bianchi. Come gli altri proiettori Robin LEDWash, questo modello permette controllo colore, strobo ed effetti individualmente su ogni anello, dimmer ad alta risoluzione da 0 a 100% ed effetto tungsteno con i bianchi da 2700 K e 3200 K. Ci sono cinque modalità operative che richiedono 38, 22, 16, 11 e 38 canali DMX e offre inoltre una modalità standalone con 3 programmi editabili fino a 100 step ognuno. È compatibile con DMX‑512, ArtNet, MA Net e MA Net2. Robin 800 LEDWash pesa 11,5 kg e richiede una potenza massima di 420 W. info Robe Multimedia: tel. 0541 833103; www.robemultimedia.it SOUND&LITE n. 96_2012 >NEWS Barco proiettori “Light-on-Demand” La belga Barco ha presentato tre nuovi proiettori 3-chip DLP per il mercato rental. Grazie alla nuova tecnologia “light-ondemand”, questi proiettori offrono la possibilità di variare il livello di luminosità, secondo la necessità dell’applicazione, tramite il software Projector Toolset, dal pannello di controllo oppure (con un opzionale modulo GSM) inviando un SMS dal cellulare. I tre proiettori sono costruiti per l’utilizzo on-the-road con chassis in metallo, lampade allo xeno e processing ImagePRO e scaler Athena interno. Ognuno dispone di un pannello di controllo con un display a colori LCD, che offre anche modalità anteprima, e un’interfaccia intuitiva. HDF‑W22, HDF‑W26 ed HDQ‑2K40 (foto) offrono luminosità massima rispettivamente fino a 22.000, 26.000 e 40.000 ANSI lumen. I modelli HDF‑W22 e ‑W26 hanno una risoluzione WUXGA (1920x1200), mentre il modello HDQ‑2K40 offre la risoluzione 2K (2048x1080). La possibilità di ridurre la luminosità non solo permette di prolungare la vita operativa delle lampade quando la massima potenza non è necessaria, ma permette anche al noleggiatore di mantenere meno inventario, perché un singolo modello può servire per una vasta gamma di applicazioni. info Barco: tel. 02 4587981; www.barco.com/it Monacor Multi-pannello DMX Si tratta di un touch panel dedicato al controllo di strisce LED ed apparecchi DMX complessi, come testemobili, scanner, unità per effetti di luce e laser. Sul pannello sono presenti 12 sensori sensibili al tatto ed un sensore fader per il funzionamento nel modo stand-alone. Offre 25 pagine commutabili, due universi DMX ed impostazioni memorizzabili su scheda SD. Si può programmare dal PC tramite una porta mini-USB, ma il pannello dispone anche di un collegamento Ethernet (su RJ45) per il commando in rete e una porta RS‑232 per il comando esterno. Collegando un router WLAN opzionale, il controllo è inoltre possibile mediante smartphone/iPhone o tablet PC. LITEBOX‑10, invece, è un proiettore spot a LED alimentato con una batteria ricaricabile agli ioni di litio. Incorpora 198 LED da 10 mm con un angolo d’irradiazione di 20°. Senza cavo, il LITEBOX‑10 offre una durata fino a 16 ore nella modalità auto, con effetti cromatici nei tre colori fondamentali (rosso, verde e blu) più ambra. Tramite un alimentatore è possibile anche il funzionamento a 230 V AC. Il LITEBOX‑10 si comanda comodamente tramite otto canali DMX o attraverso il microfono integrato per mezzo della musica. info Monacor Italia: tel. 051 713656; www.monacor.it 12 Avalon Design V5 Avalon Design presenta il nuovo DI/mic-line preamp V5. V5 accetta segnali in ingresso a livello microfonico, strumento e di linea. Come preamplificatore microfonico vanta un’impedenza in ingresso selezionabile per adattarsi a microfoni diversi, rumore ridotto, fino a 64 dB di guadagno e, ovviamente, alimentazione phantom. Per segnali provenenti da strumenti musicali, offre un’impedenza in ingresso di 10 MΩ che lo rende adatto anche ai pickup piezo-elettrici e accetta segnali in ingresso a livelli fino a +36 dBu per segnali già preamplificati. Lo stadio d’ingresso dispone inoltre di un attenuatore e di un invertitore di polarità. Il controllo di guadagno è a scatti, con incrementi di 2 dB da +28 dB a +64 dB. V5 incorpora un filtro passa-bassi inseribile per l’eliminazione di soffio e disturbi, e un selettore “Contour” permette di scegliere tra 10 diverse curve di risposta impostate tramite reti di filtri passivi. Un VU‑meter a lancetta con scala da ‑30 dB a +18 dB fornisce una verifica visiva del livello, come pure due LED che indicano i picchi. V5 utilizza circuitazione in classe A ed è costruito utilizzando solo componenti discreti. info Avalon Design: www.avalondesign.com Bigger picture | Brighter ideas The essential international event for entertainment & installation technology • 300 exhibitors • 500 new products • Free four day Professional Development Programme Book online now and save 50% off the ticket price www.plasashow.com SOUND&LITE n. 96_2012 >NEWS Aphex 188 Aphex presenta il nuovo 188, preamplificatore microfonico da otto canali controllabile da remoto via Ethernet o MIDI, tramite gli stessi dispositivi che possono controllare il modello 1788A, ovvero dal controller 1788A‑RC o dal software (PC o Mac) 1788A‑SW o ancora, utilizzando l’interfaccia opzionale modello 5200, da una superficie di controllo Avid o un mixer digitale Yamaha. Aphex 188 dispone di otto preamplficatori, ognuno con ingresso isolato a trasformatore, selettore di polarità e filtro passa-alto @80 Hz selezionabile. I preampli offrono 26 dB di guadagno fisso e 39 dB variabile, per un totale di 65 dB ed ogni ingresso offre inoltre un attenuatore da ‑26 dB. Le uscite analogiche dei canali sono disponibili su un connettore D‑sub 25, mentre le uscite digitali ADAT sono disponibili su due connettori TOSlink, questi configurabili come ridondanti o SMUX per permettere l’utilizzo con frequenza di campionamento fino a 96 kHz. Il clock interno del 188 può operare a 44,1, 48, 88,2 o 96 kHz ed è disponibile un’uscita word clock. Inoltre accetta input da clock esterni operanti da 44,1 a 96 kHz. info Audio Link: tel. 0521 648723; www.audio link.it eresa T e m o Welc più rizzato o t o m nto non l’appu ttore r e ie p o r , p e del 4 i del solar e 12:56 te r o Le luc del sistema e l l e o for cese a potent ono ac he ha esordit s i s , e il Sol resa, c i. ma su Te io g g ramm a la mam g l m a 0 e 0 o oi 3.0 i babb ionista dei su al di le ata profess ice, , a b im om ratr Alla b vini, rin a e collabo a r sta C ia entusia amic ’ Marz n a r u t a s t ibu é no nonch redazione tr a l a n. tutt g ovatio a! standin e r s me Te Welco DAL 1999 DISTRIBUIAMO IN ITALIA PRODOTTI AUDIO PROFESSIONALI DI ALTISSIMO LIVELLO E AVVALENDOCI DELLA NOSTRA RETE DI SYSTEM INTEGRATOR, GARANTIAMO INSTALLAZIONI IMPECCABILI. ABBIAMO GUSTI SEMPLICISSIMI, CI ACCONTENTIAMO SEMPRE E SOLO DEL MEGLIO. WWW.AUDIONETWORK.IT AUDIO NETWORK TECHNOLOGY SRL PZZA BONAPARTE 22/E 20813 BOVISIO MASCIAGO - MB - TEL. +39 0362 571 116 FAX +39 0362 178 7023 [email protected] WWW.AUDIONETWORK.IT Joint Rent terza edizione di “Live” I l 14 e 15 aprile, presso il Pala De Andrè a Ravenna, Joint Rent ha organizzato per la terza volta l’evento “Live”, diventato or‑ mai un appuntamento abituale per gli addetti ai lavori. Partner di rilievo di questa edizione la Texim e la Robe. All’interno del Pala De Andrè sono stati mon‑ tati due line array, uno della Nexo ed uno EV, entrambi funzionanti, collegati ad una regia con il nuovo Midas PRO2. Durante il giorno, le varie aziende che hanno aderito all’iniziativa hanno organizzato le presentazioni dei prodotti espo‑ sti, in modo che gli intervenuti, oltre a toccare con mano il prodotto, avessero la possibilità di confrontarsi direttamente con un tecnico prepa‑ rato a cui rivolgere domande e quesiti tecnici. Questi workshop sono stati intervallati dagli intermezzi musicali di una band residente, che i partecipanti potevano mixare usando il mate‑ riale a disposizione. Oltre al palco è stato allestito anche un ango‑ lo espositivo con alcuni prodotti del catalogo Joint Rent e della Texim. “Questo appuntamento è arrivato alla terza edizione con un successo crescente,” ci ha det‑ to Gianni Fantini di Joint Rent. “Il nostro ob‑ biettivo non è quello di sostituire le fiere, che ormai sono svanite nel panorama nazionale, ma di creare un momento di incontro annuale in cui gli addetti ai lavori possano scambiarsi pareri, esperienze ed opinioni sul nostro setto‑ re. In questa edizione, durata due giorni, ab‑ biamo avuto un’affluenza di oltre 150 persone, un risultato che riteniamo soddisfacente e che ci stimola ad impegnarci per organizzare l’anno prossimo un appuntamento ancora più interes‑ sante. Vogliamo infatti inserire in programma delle conferenze e dei dibattiti sulle tendenze e sulle regole del nostro mercato, cercando an‑ che di far partecipare più aziende”. info Joint Rent: tel. 0544 938030; www.jointrent.com SOUND&LITE n. 96_2012 15 >NEWS Sisme Open Day L-Acoustics L RCF D Line al Fuori Orario a RCF ha scelto il live club Fuori Orario di Taneto di Gattatico, in provincia di Reggio Emilia, per presentare la nuova serie D Line. Giovedì 10 maggio, lo staff della RCF ha radu‑ nato una folta schiera di clienti per presentare alcune delle sue ultime fatiche, in buona parte già viste a Francoforte. Si tratta principalmente della serie D Line, sistema line array amplifi‑ cato, con i cabinet in materiale composito per i satelliti ed in legno per i sub. Gli ingegneri della casa reggiana hanno spiegato che questo modello prende spunto dai sistemi più grandi usati nell’ultima tournée di Vasco Rossi, ma con soluzioni che lo rendono un prodotto acces‑ sibile a molti, visto il prezzo con cui è proposto al mercato. Nel modulo HDL 20‑A, elemento medio-alto del sistema, sono alloggiati due coni da 10” per ri‑ produrre la gamma media, mentre per la gamma medio-alta è usato un driver da 2” con bobina da 3”. Inoltre nel cabinet è installata un’elettro‑ nica di controllo e di potenza da 700 W (500 W per i medio-bassi e 200 W per i medio-alti) con la possibilità di configurare il DSP interno per configurazioni diverse da 2/4/6/8 cabinet. A completamento dell’HDL 20‑A troviamo due modelli di sub, il Sub 8006‑AS e l’HDL 18‑AS; quest’ultimo, pensato per la sospensione e dotato di tutti gli appositi accessori, monta un trasduttore da 18” con elettronica di potenza 16 da 1000 W. Nelle situazioni più impegnative si può aggiungere a terra il Sub 8006‑AS che mon‑ ta due altoparlanti da 18” ed amplificazione da 2500 W. Ci pare una proposta commerciale molto adat‑ ta al particolare momento del mercato, perché con un budget relativamente limitato è possi‑ bile acquistare un sistema efficace ed adatto a tutte le stagioni, cioè impiegabile ed adattabile ad una grande varietà di situazioni. Unitamente al sistema line array, sono stati presentati anche due diffusori compatti full range, HD 10‑A ed HD 12‑A. Si tratta di diffuso‑ ri a due vie amplificati, con cono rispettivamen‑ te da 10” e da 12”, entrambi con driver da 1”. Questi modelli si presentano con un nuovo design ed una nuova elettronica, con ingresso MIC/Line e guadagno in ingresso, mentre un selettore “Boost” è pensato per una enfatizza‑ zione delle frequenze basse. Alla presentazione è intervenuto anche Diego Spagnoli, personaggio conosciutissimo come direttore di palco e per le sue performance du‑ rante i concerti di Vasco Rossi. Diego ha intrat‑ tenuto i partecipanti prima con alcuni racconti delle sue fatiche tecniche su un palco molto dif‑ ficile come quello del rocker di Zocca, e poi con un intermezzo musicale. Infine il modo migliore per concludere la serata: una bella cena a base di specialità emiliane. info RCF: tel. 0522 274 411; www.rcf.it SOUND&LITE n. 96_2012 M artedì 15 maggio presso la Sisme di Osimo Stazione, distributore esclu‑ sivo per l’Italia del marchio L‑Acou‑ stics, si è tenuta una presentazione dei nuovi prodotti della casa francese. Per una migliore riuscita della manifestazione, vista la numero‑ sa partecipazione, l’incontro è stato diviso in due sezioni, una alla mattina ed una al pome‑ riggio. Sono intervenuti due progettisti della casa francese per comunicare in maniera diret‑ ta le strategie di sviluppo dei nuovi prodotti. L‑Acoustics ha scelto di dividere il catalogo in tre linee di prodotti. La sigla XT denomina i dif‑ fusori compatti, al momento tre modelli, rispet‑ tivamente dotati di altoparlanti da 8”,12” e 15”, pensati per piccoli ambienti, piano bar, piccoli gruppi oppure installazioni. Inoltre, i modelli con il 12” ed il 15”, grazie alla loro forma tra‑ pezoidale, sono utilizzabili anche come stage monitor. Tutti i modelli di questa serie monta‑ no un altoparlante coassiale, tecnologia sposa‑ ta ultimamente da L‑Acoustics, e sono costruiti sia in versione passiva con filtraggio interno sia in versione attiva per la bi-amplificazione. Per la gioia degli installatori e degli architetti, con la sigla XTi i diffusori vengono forniti anche in diverse colorazioni RAL (il “Pantone” tedesco), per un miglior uso nei vari ambienti. Per il medio formato, i francesi già da tempo portano avanti la tecnologia line source, pun‑ to focale dell’Open Day. Fra i diffusori appar‑ tenenti a questa linea, è stata presentata la nuova versione della ARCS II, che abbiamo an‑ che avuto il piacere di ascoltare. Della stessa linea fanno parte altri due modelli più piccoli, ARCS Wide e ARCS Focus, che saranno in con‑ segna entro l’anno. Gli specialisti di prodotto francesi si sono molto soffermati su questa tecnologia, spiegandone in dettaglio tutti i vantaggi offerti, sostenendo che si tratta senza SOUND&LITE n. 96_2012 meno della tecnologia migliore per i diffusori di medio formato. Infine, a completamento della gamma di largo formato per grandi venue, palasport o stadi, sono stati presentati i modelli KIVA, KARA, KUDO e K1 che mettono definitivamente in pensione i mitici V‑DOSC e dV‑DOSC. Nella prima parte dell’incontro è stato inoltre illustrato nel dettaglio il programma di simu‑ lazione Soundvision, compatibile con tutta la gamma dei prodotti L‑Acoustics, ed è stata spiegata la tecnologia dei finali LA4 e LA8 e del loro sistema di Network Manager 2.0 che permette, tramite cavo (CAT5) o tramite tavo‑ letta Wi‑Fi, di monitorare e controllare tutti i parametri e le informazioni del finale stesso. Dopo la sessione in aula, l’incontro è prose‑ guito all’aperto, anche grazie ad una splendi‑ da giornata di sole primaverile. Unica pecca il posizionamento dei diffusori, tutti appoggiati a terra, cosa che ha fatto un po’ storcere il naso a qualche partecipante che avrebbe preferito ascoltare i diffusori appesi, ma i tecnici france‑ si avevano deciso che quella fosse la soluzione migliore. La sessione d’ascolto, con musica re‑ gistrata, è stata comunque molto seguita e mol‑ to convincente, e prevedeva che i vari sistemi venissero ascoltati sia da soli che con l’aggiun‑ ta del sub appropriato. info Sisme: tel. 071 7819666; www.sisme.com 17 Pubbliredazionale Tour Bruce Springsteen evolving Clay Paky Sharpy generation Dal Boss aLLE FUTURE SUPERSTAR I Deutschland sucht den Superstar (DSDS), il ta‑ lent show tedesco equivalente all’X Factor ita‑ liano, è giunto quest’anno alla sua nona edizio‑ ne e attira come sempre grandissimo interesse. Il lighting designer Manuel Da Costa ha accolto la sfida di mettere in scena le nove serate in di‑ retta dagli MMC Studios di Colonia-Ossendorf. Nella scelta delle attrezzature illuminotecniche Da Costa ha optato, fra gli altri, per 30 Clay Paky Sharpy, 16 Clay Paky Alpha Spot HPE 1500, ol‑ tre a due grandMA2 full-size, quattro grandMA full-size e dieci MA VPU Plus. “A causa del budget limitato e dei vincoli di 18 Più potenti e più leggere Maggiore SPL Processore DSP con 4 preset Migliore rapporto qualità prezzo Foto – Copyright: LICHTBILDER - Reinhard Goldmann spazio e peso sui videowall motorizzati, dovevo trovare un proiettore che avesse un prezzo di acquisto relativamente conveniente e un peso contenuto – afferma Costa –. Inoltre, doveva essere di dimensioni compatte, ma avere un punto di forza nella risposta luminosa”. Continua Da Costa: “Il compito consisteva nell’individuare un light concept che, visto l’alto numero di brani musicali (circa 120), mi permettesse la massima flessibilità di configu‑ razione. In pratica lo spettatore non deve anno‑ iarsi durante gli stacchi e deve essere attratto con sorprese e momenti visivi sempre nuovi. Nel corso della programmazione è emerso rapi‑ damente che gli Sharpy erano in grado di cre‑ are il gioco visivo della trasmissione proprio grazie ai loro fasci caratteristici”. “La cosa straordinaria in uno show come DSDS – conclude Da Costa – è il nostro tentativo di mettere in scena un effetto particolare ad ogni esibizione. Si tratta di un compito impegnativo dal punto di vista sia logistico che tecnico vista la brevità del tempo a disposizione delle singo‑ le strutture e il budget.” Oltre a Da Costa, hanno lavorato allo show: Mi‑ chael Baganz come assistente LD/moving light operator, Tim Franken come operatore luci bianche/laser, Stephan Flören come operatore video, Sebastian Huwig come server farmer e Christoph Dahm come direttore tecnico. L’at‑ trezzatura illuminotecnica è stata fornita dalla Magic Light+Sound GmbH. EvoMaxX 6a 400+100W EvoMaxX 6 400W EvoMaxX 4a 400+100W EvoMaxX 4 300W studioconti.biz 2011 l Wrecking Ball World Tour ha preso il via negli States questa primavera, a supporto del lancio dell’omonimo 17° album in stu‑ dio di Bruce Springsteen. Jeff Ravitz, lighting designer del “Boss”, ha voluto a sua disposi‑ zione 16 Sharpy, forniti, come il resto del parco luci, da Morpheus Lights di Las Vegas. “Nell’allestimento del tour, ho pensato che gli Sharpy sarebbero stati un sostituto eccellente alle luci d’impatto che normalmente usavamo sul palco,” spiega Ravitz. “Ho ritenuto che sa‑ rebbero stati un cambiamento interessante, con un look ben distinto e definito. Senza con‑ tare che gli Sharpy ci hanno permesso anche di proiettare dei fantastici effetti grafici.” Ravitz ha posizionato gli Sharpy a terra, sparati verso l’alto, attraverso delle lastre di plexiglass che sostituiscono parte del pavimento e su due truss laterali puntati verso destra e sinistra sul palco. Gli spettacoli di Springsteen normalmen‑ te sono concepiti per essere molto estesi in lar‑ ghezza, al fine di consentire il miglior orizzonte visivo da qualsiasi angolazione. Ma per Wrecking Ball, Ravitz ha deciso di aggiungere qual‑ che testa mobile Sharpy a un imponente truss verticale per un “look veramente dinamico.” Secondo Ravitz, “gli Sharpy si stanno dimo‑ strando robusti e affidabili per le date di questo lungo tour. La troupe mi dice che sono davvero indistruttibili e che si comportano alla grande giorno dopo giorno.” SOUND&LITE n. 96_2012 SUBline 18Sa 1200W EvoMaxX 2a 400+100W EvoMaxX 2 250W SUBline 15Sa 600W EvoMaxX 9Sa 600W ate Progettst ruite e co www.fbt.it [email protected] in italia di Douglas Cole Event Safety Alliance Nell’ultimo numero, vi abbiamo incoraggiato a dare un’occhiata alla nuova realtà nata negli Stati Uniti, l’Event Safety Alliance. Dopo solo qualche mese d’esistenza, questa alleanza di aziende e professionisti già si fa sentire. 1 certo, perché nessuno voleva prendersene la responsabilità (decisione presa troppo tardi e mai annunciata al pubblico); secondo, e probabilmente la cosa più assurda: la band headliner è stata consultata per decidere l’annullamento del concerto. Per quanto riguarda quest’ultimo fatto, non merita neanche considerazione quale possa essere stata la risposta dell’artista… basta apprezzare che, nonostante la presenza di un capitano della polizia statale e commissari statali responsabili per un evento su proprietà pubblica, per una decisione sulla sicurezza degli spettatori siano stati consultati due cantanti country. You’ve got to be fucking kidding me. 2 L’alleanza E vent Safety Alliance si è formata più che altro in risposta alla tragedia di Indianapolis l’estate scorsa, quando un’improvvisa tempesta ha causato il crollo della struttura sul pubblico prima di un concerto outdoor, con la morte di sette persone e 58 feriti. La tragedia Nonostante il numero elevato d’incidenti durante quella stessa estate – la maggior parte dei quali provocati dal maltempo – quest’incidente ha avuto l’impatto maggiore sul tema della sicurezza di eventi e concerti. L’evento in Indiana infatti è stato notevole per le dimensioni della struttura crollata e, purtroppo, per il numero di persone coinvolte, perché, a differenza del crollo di un palco all’Ottawa Blues Festival poche settimane prima, il tetto è crollato verso il pubblico. Azzardo a dire che il grande impatto che quest’incidente ha avuto sull’opinione pubblica – cioè, fuori dall’industria dello spettacolo – è dovuto più che altro alla nostra società sempre più voyeuristica, per la quale gli eventi non sono reali finché non si vedono in TV o su YouTube; e in questo caso qualche membro del pubblico è riuscito a filmare il disastro dall’inizio alla fine con una certa qualità ed una mano relativamente ferma. Questo filmato amatoriale dell’evento ha fatto il giro del mondo, e milioni di professionisti e potenziali acquirenti di biglietti hanno potuto guardare la violenta realizzazione di quello stesso pensierino che vie20 ne almeno una volta a tutti quelli che lavorano nell’ambiente o frequentano eventi simili: “E se questo coso enorme cadesse?”. L’incidente in Indiana è stato il fulgido esempio di due dei problemi che perseguitano il mondo dei concerti e i festival, e non parliamo di fenomeni meteorologici pericolosi… parliamo di strutture non a norma (gli investigatori puntano sull’inadeguatezza della zavorra e dei cavi d’ancoraggio) e del nebuloso organigramma nella gestione dell’evento; quest’ultimo evidenziato dalle pressioni che esistono sui vari responsabili quando arriva una situazione che potrebbe provocare la cancellazione di un concerto. Non serve entrare nei dettagli di quest’ultimo problema, che comunque vengono riportati diversamente da varie testate e vari testimoni e saranno oggetto di contenzioso in tribunale. È sufficiente dire che, nonostante le discrepanze nelle varie testimonianze delle persone coinvolte – che comprendono persone che rappresentavano la venue (la State Fair Commission, un’organizzazione che risponde allo stato), un capitano della polizia dello Stato d’Indiana e rappresentanti dell’artista – tutti riportano cose che lasciano molto perplessi. Per primo: gli organizzatori ed i responsabili sul posto avevano accesso ad informazioni meteorologiche molto dettagliate e sapevano che il tempo in arrivo era potenzialmente pericoloso, ma moltissimo tempo è stato perso prima di arrivare alla decisione di cancellare il conSOUND&LITE n. 96_2012 Alla luce dei fatti venuti fuori su questo disastro, diversi professionisti si sono uniti con l’unico obbiettivo di fare in modo che questo tipo di tragedia non succeda più. Negli Stati Uniti, da diversi anni, in gennaio, si radunano a Scottsdale, Arizona, professionisti ed aziende coinvolti nel mondo del touring. Questo convegno, ideato e organizzato dalla rivista Tour Guide/Mobile Production Monthly, si chiama “Tour Link”. È un evento simile all’ILMC in Inghilterra, ma non si concentra sugli aspetti di management e promotion, bensì puramente su quelli legati alla produzione ed al touring. Perciò i 600 o 700 partecipanti includono ogni aspetto del touring, dai service ai fornitori di pullman, dai noleggiatori d’aerei ai direttori di produzione agli albergatori. Durante questo convegno, tra una gara di golf e l’altra, ci sono tantissime discussioni a tema. Durante lo scorso gennaio, Jim Digby (direttore di produzione con esperienza trentennale ed attuale dir. prod. per Linkin Park) ha presieduto la tavola rotonda sulla sicurezza e sulle strutture. Ha presentato una nuova organizzazione creatasi molto velocemente durante gli ultimi mesi del 2011 per dar voce al settore ed affrontare gli eventi sfortunati della precedente stagione. I membri fondatori del nuovo “Event Safety Alliance” sono Digby, Ken Barber e Dave Lester di Clair Global, Keith Bohn di Tomcat USA, John Brown di Brown United Staging, James Chippendale e Roger Sandau di Doodson Insurance Brokerage, Steve MacFadyen di Pollstar, Stuart Ross di Red Light Management, Karl Ruling di PLASA, Mary Lou Figley di Stageco, ing. Tim Franklin specialista in strutture, e i direttori di produzione Lyle Centola, Benny Collins, Charlie Hernandez, Hadden Hippsley e Ron Stern. SOUND&LITE n. 96_2012 Cosa c’è da fare? Il programma iniziale dell’ESA come presentato a gennaio era abbastanza chiaro e piuttosto metodico. Nonostante lo scopo enorme dell’obbiettivo – “far sì che nessuno perda più la vita per incidenti durante eventi d’intrattenimento dal vivo” – questi professionisti hanno iniziato subito a promuovere l’idea che gli standard ed i suggerimenti già esistenti (come lo standard ANSI E.121 2006 sulle strutture temporanee, di cui Bohn fu uno degli autori) vengano applicati. Visto che nessuno di questi standard o raccomandazioni è effettivamente legge e che le legislazioni applicabili sono diverse da uno stato all’altro degli USA, l’alleanza ha cominciato a premere su questo discorso lì dove hanno più influenza: con le agenzie ed i management degli artisti. Enfatizzando il fatto che, come nel caso dell’incidente in Indiana, nei casi civili per incidenti di questo genere l’artista e la sua organizzazione vengono spesso giustamente o ingiustamente chiamati in causa dalle vittime, hanno consigliato che venga inserito 3 1/2_ Foto del disastroso crollo ad Indianopolis. 3_ Jim Digby, direttore di produzione e direttore esecutivo di Event Safety Alliance. 21 4 4_ Il Governatore dell’Indiana, Mitch Daniels, all’incontro dell’ESA. 22 direttamente nei contratti o nei rider tecnici una appendice “Structural Safety” che cita direttamente le normative o gli standard industriali a cui devono essere conformati i palchi delle loro performance. Inoltre consigliano di aggiungere al contratto una clausola che permette alla produzione in tour di poter visualizzare ed approvare il piano di sicurezza ed il piano d’emergenza per l’evento. Questa tattica sta già producendo alcuni risultati, soprattutto con gruppi particolarmente “road warrior” come i Phish, e gruppi che stanno lanciando tournée in venue esterne, come i Linkin Park, che hanno subito aggiunto questi obblighi nei loro contratti. Questo chiaramente mette pressione sui promoter locali e, conseguentemente, sui fornitori e venue per ottimizzare le pratiche di sicurezza. I Linkin Park, per la loro tournée attuale, sono anche andati oltre, ingaggiando direttamente un servizio di meteorologi per la durata del tour. Un altro obbiettivo immediato dell’ESA è la creazione di un sito che servirà come deposito per la documentazione relativa ad ogni aspetto della sicurezza negli eventi: dall’acqua potabile alla sicurezza elettrica, dalle strutture ai servizi sanitari. Questo sito esiste già e, pian piano, nuovi membri contribuiscono con nuovi documenti che sono soggetti anche al review dei membri. Il sito inoltre fornisce notizie costanti sull’argomento dell’event safety. Un terzo obbiettivo del gruppo è l’adozione o creazione di un documento che stabilisca le linee guida per la sicurezza, in modo da fornire almeno un po’ di auto-regolamentazione all’industria del touring statunitense. Questo tipo di guida esiste in Germania, in Australia e nel Regno Unito, ma non è mai esistita negli Stati Uniti. Dopo quattro mesi, e quasi contemporaneamente al passaggio di una nuova legislazione riguardante le strutture temporanee nell’Indiana, una molto cresciuta Event Safety Alliance si è riunita proprio ad Indianapolis insieme a due società d’ingegneria ingaggiate dallo Stato per indagare sulle cause del tragico crollo. Alla riunione hanno partecipato anche dei legislatori ed il governatore dell’Indiana, Mitch Daniels, che manterrà un contatto ufficiale con il gruppo per consulenze su un’ulteriore legislazione. Durante questa riunione, ESA ha votato unanimemente di adottare immediatamente il documento inglese HSE Event Safety Guide (conosciuto come “La guida viola” per via del colore della copertina – che in effetti in Italia non è proprio adatto!), e di produrre entro la fine dell’estate una versione specifica per l’uso negli Stati Uniti. Questa guida, edita originalmente dall’Health and Safety Executive britannico, è un volume di 200 pagine, pensato come una specie di checklist per organizzatori e produttori d’eventi. Fa riferimento a vari altri standard per quanto riguarda le normative tecniche, ma copre ogni aspetto della produzione. La scelta di questa guida è chiaramente una misura tappabuchi, basata più che altro sulla velocità con cui può essere implementata, ma questa scelta è anche indicativa dell’approccio fin adesso scelto dall’Event Safety Alliance: mettere in funzione molto rapidamente una struttura autorevole in grado di proporre uno standard di base. Sembra che quest’approccio sia efficace, considerando gli obbiettivi raggiunti ed il peso della voce di quest’organizzazione dopo solo sei mesi d’esistenza. Come dice Digby: “L’unica scelta sicuramente sbagliata è non fare niente. Se l’industria non inizia ad auto-regolamentarsi, sicuramente lo faranno i legislatori… e certamente lo faranno male”. Event Safety Alliance ha lo scopo di diventare un’organizzazione internazionale, ma per il momento si è mossa nel teatro operativo in cui è nata, quello che conoscono meglio i fondatori. Ed in Italia? Per informazioni su ESA si può visitare www.eventsafetyalliance.org. SOUND&LITE n. 96_2012 D2 DRIVER A COMPRESSIONE A DOPPIO DIAFRAMMA E DOPPIA BOBINA per incrementare la potenza disponibile, estendere la risposta alle alte frequenze e ridurre la distorsione Guida d’onda di terza generazione per le alte frequenze con Camera di Assorbimento di Risonanza Accordata (sistema brevettato) Raffinata sezione delle medie frequenze RBI® Radiation Boundary Integrator per una migliore copertura orizzontale Baffle in alluminio per aumentare la densità del componente, ridurre il peso e migliorare la dissipazione del calore Trasduttori da 15” e 8” in tecnologia brevettata Differential Drive® Sistema di sospensione brevettato S.A.F.E.™ per una installazione veloce, efficiente e precisa Opzioni di trasporto ergonomiche efficienti per operazioni “one-man” Riduzione dell’altezza del cabinet di 3” e massima superficie attiva radiante per ottimizzare la zona di accoppiamento verticale Vi presentiamo JBL VTX, la nuova generazione di line array, un sistema completo che stabilisce i nuovi parametri di riferimento in termini di potenza, prestazioni superiori e facilità d’utilizzo. 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N e parlai a un paio d’amici e ai miei familiari, qualcuno non mi credette, non capivano bene il nesso tra telefono e computer, come le informazioni potessero circolare e con quale aspetto. Sono sicuro che la colpa di questa incomprensione fosse mia. Dubito che all’epoca sapessi davvero di cosa si stava parlando. Tuttavia avevo una fiducia cieca in Gino e presi le sue parole come oro colato. Quindici anni dopo troviamo nelle case degli italiani insieme al frigorifero, il televisore e l’automobile, anche internet. Secondo una ricerca commissionata da Google alla Boston Consulting Group, pare che il 70% della popolazione italiana tra i 6 e i 44 anni sia connessa al web. A pelle sembrerebbe proprio così. I pirati La condivisione della musica è al centro di tante battaglie contro la pirateria. Pare che essa sia la causa del degrado del mercato discografico, del24 la sua crisi, del suo stazionamento. Ci può stare, ma guardiamo la questione da un’altra prospettiva, da quella cioè del fruitore della musica. Il compact disc oggi è un bene di lusso. Quanto costa un cd lo sappiamo tutti e sappiamo anche che una libreria di compact disc è un privilegio che non tutti possono permettersi. La discografia punta tanto sui giovani perché sa che essi sono i maggiori consumatori, allo stesso tempo chiede loro di spendere tutta la paghetta in CD. Se la musica divenisse un bene di consumo forse al posto del gelato uno si andrebbe a comprare volentieri un bel disco. Considerando che per grosse tirature la stampa di un cd costa approssimativamente un euro, che ne direste di venderli con un costo pari al 500%? Ecco forse cinque euro potrebbe rappresentare un buon prezzo di partenza, una cifra che probabilmente rimetterebbe in carreggiata la vendita della musica, una cifra che proietterebbe il cd nel territorio dei beni di consumo. Una cifra che ne farebbe vendere a valanghe. SOUND&LITE n. 96_2012 Il fatto di trovare cd in vendita a venti euro mi fa venire in mente l’immagine di quel commerciante gretto e avido, come lo disegnerebbe Dickens, con la giacca strappata, i capelli unti, col sorriso cattivo e i ratti che gli corrono tra i piedi. Un bottegaio spilorcio e annebbiato dall’ingordigia, un bottegaio che cerca di vendere i suoi articoli al prezzo più alto possibile senza preoccuparsi di niente e di nessuno, uno come il signor Burns dei Simpson, ecco. Eppure basta un po’ di buon senso per capire che abbassare i prezzi favorisce l’aumento delle vendite, che se il cliente è felice torna più volentieri: che gli affari, insomma, si fanno in due. La musica, la cultura in genere, sono valori fondamentali per una società. E come tali sono riconosciuti dalla Costituzione Italiana. Questa nostra Carta tanto bistrattata e chiacchierata mostra dei lati davvero straordinari. Talvolta nel leggerla emana una tale energia positiva da sembrare più un manifesto spirituale che un ordinamento politico. A differenza di quanto uno si potrebbe aspettare, non è un noioso testo per avvocati ma una bella antologia di principi in cui si parla dell’uomo, della libertà, della felicità e di un progresso che non è solo quello della tecnologia o dei beni materiali. Nella Costituzione si difende il progresso spirituale della società. Questo tipo di progresso è riconosciuto e sostenuto. Ed è per questa ragione che esistono i fondi ministeriali per il cinema, i contributi per l’editoria, e tante altre iniziative volte al sostegno e allo sviluppo della cultura. La discografia però è un fatto privato e interseca la sfera pubblica nelle sue funzioni ed utilità ma non negli aspetti economici. Il libero mercato regola costi ed incassi ed è qui che avviene lo scollamento con la società civile, lo scollamento cioè, tra teen-ager curioso e produttore navigato. Il forziere Lo scrigno in questione contiene la musica in ogni sua forma e misura: l’hip-hop, la musica leggera, gli ever-green, il rock, la musica classica, l’indie americano, il jazz, la world, tutto insomma. A partire da Napster in poi, i sistemi di condivisione si sono moltiplicati e la quantità di file condivisi ha superato la possibilità di essere controllata e bloccata. Un mare di utenti ha iniziato ad ascoltare musica sempre nuova senza sborsare un centesimo e le case discografiche hanno cominciato a recitare i loro vade retro satana. SOUND&LITE n. 96_2012 Quest’uomo ha scaricato illegalmente della musica (Creta lavorata a mano, foto gentilmente concessa da Stefano Lentini). Anche qui tuttavia esiste un altro aspetto da considerare. La diffusione della musica ha un’implicazione rilevante nell’aumento del pubblico ai concerti. Il passa-parola e il passamp3 ha questo risvolto pazzesco, quello cioè di far conoscere band altrimenti irraggiungibili. E se una band è valida, le sale da concerto si riempiono, e i soldi, anche se facendo un altro giro, arrivano comunque. Non è un fatto secondario se teniamo anche conto del fatto che a un concerto non si va quasi mai da soli, c’è sempre un amico o un’amica, un fidanzato o una fidanzata, pronti ad accompagnarci. I locali in cui si esibiscono gruppi dell’underground internazionale sono pieni. Com’è possibile che ciò accada se nessun giornale o telegiornale riporta la notizia dell’evento? Come all’epoca dei corsari la mappa del tesoro è custodita in un luogo segreto. Il mare È notte sull’acqua gelida al largo dell’Istmo della Criniera. Lo chiamano così perché talvolta, con la luce della luna, le colline a est sembrano rappresentare la grande corsa di una bestia imbizzarrita: l’avvertimento che la natura ha voluto dare ai navigatori incauti, per ricordare loro ciò che il mare può diventare all’improv25 >RUBRICHE viso, là dove le freddi correnti provenienti dal nord incontrano i tiepidi flussi orientali. Della luna non resta che una pallida forma di unghia e solo le due lanterne a prua indicano la presenza della Liberty nelle nefaste acque in cui sta per abbattersi la sua sciagura. Nessuno infatti, neanche Sam-Occhio-d’aquila, è in grado di vedere le vele tinte di pece che i pirati della Oblivion hanno preparato con cura per potersi avvicinare il più possibile nella notte. L’abbordaggio fu più facile del previsto, il vascello sfruttò un perfetto abbrivio e si posizionò longitudinalmente alla Liberty lasciandosi dondolare in un mutuo rollio come in una danza di morte. Le urla di paura provenienti dal veliero dalle vele bianche vennero sostituite dal silenzio del terrore prima, e dalle grida di dolore poi. I pirati al colmo dell’adrenalina e accecati dal brutale incitamento reciproco sferzavano colpi ovunque fracassando ossa e correndo furiosamente su rivoli di sangue che si accumulavano in pozze scure di sporcizia e umori fetidi. Il massacrò durò più di due ore mentre altri marinai si occupavano di liberare le stive e trafugare oggetti dalle cabine abbandonate. Le casse chiodate e pesanti vennero issate a bordo del vascello dalle vele di pece e solo quando tutti furono certi di aver depredato ogni mercanzia e arnese utile, il comandante ordinò il rientro che si svolse in un veloce passaparola fatto di ululati tetri e primordiali. Il vascello dei pirati si staccò da tribordo e due colpi ben assestati di cannone segnarono la fine del veliero che cominciò ad affondare. Gli alberi di maestra e di trinchetto tranciati alla base aiutarono il mare a girare lo scafo a babordo. Poco dopo, della carena della nave non rimaneva che il ricordo nelle menti stordite dei feroci bucanieri. Ecco, questi sono i pirati, questa è la pirateria e queste erano le leggi che dettavano all’inizio del XVII secolo nel Mar delle Antille. Abbordare, depredare, affondare. Nel linguaggio comune “pirateria” è diventato il sinonimo dell’uso illegale dei prodotti soggetti a copyright. Certo è che guardando alla storia, e a come andavano le cose qualche secolo fa nelle acque infestati dai banditi dei mari, i pirati di oggi sono un po’ meno lugubri e truci. 26 La baia Nel 2006 in Svezia è nato un partito, il Partito Pirata (Piratpartiet), che promuoveva un unico obiettivo politico: la modifica legale del copyright e del diritto d’autore. Secondo il suo fondatore essi devono essere modificati poiché sono troppo sbilanciati in favore dello sfruttamento economico a scapito dello sviluppo culturale. Questo squilibrio creerebbe un’incoerenza di fondo di cui tutte le opere artistiche, letterarie, cinematografiche e musicali, si farebbero portatrici: la riduzione del loro potenziale di diffusione. Una limitazione che contrasta con le finalità più elevate dell’arte. Nel giro di tre anni il partito raccoglie consensi inattesi grazie anche al noto processo che vide condannati i quattro fondatori del sito di sharing The Pirate Bay. Il PiratPartiet ottiene alle elezioni del 2009 il 7,1% dei voti e conquista un seggio in parlamento. È un fatto eccezionale e mette in risalto un elemento che non possiamo più sottovalutare. La diffusione di internet e la digitalizzazione della musica comportano per definizione una maggiore diffusione dei contenuti. In questo scenario il prodotto soggetto a copyright entra in collisione con un terreno sconfinato di scambio in cui è impossibile tracciare delle frontiere. Inoltre più musica circola, maggiore sarà il numero di persone che avrà voglia di ascoltare dal vivo gli artisti che ama. Se da una parte la vendita dei dischi diminuisce, dall’altra il numero di presenze ai live aumenta. Ma c’è bisogno di nuova musica, di nuove idee. Il file-sharing è anche un’opportunità, vista da un altro punto vista, è pubblicità gratuita. Non solo, è anche un segnale della reale fame di musica che circola nel sottobosco. Il sottobosco si è fatto più grande del bosco. È ora di iniziare a seminare nel grande terreno fertile che si muove sotto di noi. Stefano Lentini è un compositore di musica da film. Per scrivergli: [email protected] SOUND&LITE n. 96_2012 >UOMINI&AZIENDE “K” come “Klaus” Sisme Distribuisce Powersoft Exhibo S.p.A. e K‑array annunciano che dal 1° maggio 2012 le due società si avvalgono della consulenza di Claudio “Klaus” Hausher, noto sound engineer con una lunga esperienza sulla scena italiana ed internazionale. Klaus ricopre il ruolo di Audio Product Specialist, in particolare per i sistemi “Concert” di K‑Array. Klaus sarà a disposizione di tutti i clienti per dimostrazioni degli impianti K‑Array dedicati al touring e allo spettacolo in genere e sarà la persona di riferimento per tutte le applicazione riguardanti i sistemi “Live” di K‑Array. Facciamo a Klaus un in bocca al lupo per il suo nuovo incarico. Mantenendo la prassi di non curare direttamente la distribuzione dei propri prodotti nel paese d’origine, Powersoft ha affidato questo incarico alla marchigiana Sisme, un’azienda leader nel settore professionale con marchi come L‑Acoustics, Shure e HK Audio, per citarne solo alcuni. “Negli anni, nonostante i forti cambiamenti avvenuti nella moderna distribuzione commerciale, la nostra azienda ha saputo evolversi pur conservando quei valori di serietà, affidabilità e professionalità che l’hanno sempre contraddistinta; –commenta Claudio Bugari, Amministratore Unico di Sisme – la nostra visione assolutamente dinamica del mercato, ci ha spinto a sviluppare ulteriormente la nostra presenza nel segmento dei prodotti audio professionali e a completare il nostro portafoglio prodotti nel settore dell’amplificazione, grazie a un marchio di qualità come Powersoft.” “Siamo sicuri di aver individuato un ottimo partner – afferma Luca Giorgi, Pro Audio BU manager di Powersoft – che, grazie alla professionalità e alla rete distributiva ben radicata sul territorio, ci consentirà di acquisire nuovi clienti su scala nazionale e di incrementare così la penetrazione sul mercato italiano”. info Exhibo: tel. 039 49841; www.exhibo.it info K‑Array: tel. 0558 487222; www.k-array.com Di Donato in D.T.S. Pulsar Lighting of Cambridge: Nuovo Assetto Commerciale in Italia Pulsar Lighting, azienda da 40 anni presente del mondo dello show business, ha deciso di rivedere la propria politica commerciale in Italia, in modo da rispondere in maniera efficiente alle nuove esigenze del mercato. A tal fine, a partire da marzo 2012, ha scelto di avvalersi della collaborazione di un Sales Manager per il mercato italiano, Gabriele Chinaglia, persona di lunga esperienza nel settore professionale del lighting, cui viene affidato il compito di sviluppare le vendite ed il supporto ai clienti. La spedizione delle merci per l’Italia avverrà direttamente dalla sede di Cambridge, ma per rispondere alle esigenze specifiche in termini di assistenza tecnica è stato attivato un centro di assistenza in collaborazione con l’azienda SN Luce di Sandro Napoleoni. Pulsar Lighting offre una gamma completa di prodotti a LED per il mondo dell’installazione e del rental. Tutti i prodotti hanno tre anni di garanzia e vengono interamente costruiti in Inghilterra all’interno della sede di Cambridge. Paul F.Mardon (CEO) Jon Petts (European Sales Manager), dando il benvenuto a Gabriele Chinaglia all’interno della propria organizzazione, intendono ringraziare il precedente distributore per l’attività svolta in questi anni con grande professionalità, ritenendo che il cambiamento del mercato necessiti di innovative soluzioni da dare alla clientela. info Pulsar Lighting: cell. 340 3305493; [email protected]; www.pulsarlight.com 28 La D.T.S. annuncia la nomina di Luca Di Donato a Sales Area Manager nel settore professionale. Di Donato si unisce alla D.T.S. dopo oltre 20 anni di lavoro nei settori lighting e audio. “Siamo lieti di dare il benvenuto a Luca in D.T.S. – afferma Silvano Latteo, Presidente dell’azienda –. La sua lunga esperienza e la sua conoscenza del mercato professionale contribuiranno positivamente all’attuale fase di crescita dell’azienda.” “Sono estremamente motivato a lavorare con D.T.S. – dichiara Luca Di Donato – e a mettere le mie capacità al servizio di una compagnia che progetta e sviluppa integralmente i suoi prodotti in Italia unendo alta tecnologia e styling italiano, e che proprio in questo periodo ha presentato alcuni tra i prodotti più innovativi del settore professionale”. info D.T.S: tel. 0541 611131; www.dts-lighting.it SOUND&LITE n. 96_2012 LUCI VIDEO AUDIO SOLLEVAMENTO COMPLEMENTI STRUTTURE DI SCENA info Shure: tel. 071 7819666; www.sisme.com info Powersoft: tel. 055 7350230; www.powersoft-audio.com Audio Network distribuisce Cadac Audio Network Technology di Bovisio Masciago (MB) e la storica azienda inglese Cadac hanno firmato un accordo di partnership per la distribuzione in esclusiva delle console analogiche e digitali sul mercato italiano. Cadac produce console di mixaggio per la musica dal vivo, installazioni teatrali e per l’uso in ambienti di registrazione e broadcast. Le console Cadac sono conosciute attualmente più che altro per il loro impiego in ambito teatrale e particolarmente per i musical, ma storicamente dalla fine del 1960 alla metà degli anni ‘80 sono state installate in molti studi di registrazione famosi in tutto il mondo. info Audio Network Technology: tel. 0362 571116; www.audionetwork.it SOUND&LITE n. 96_2012 29 >PERSONAGGIO di Giancarlo Messina Massimo “Mamo” Pozzoli Seguiamo da diversi anni la carriera di Mamo Pozzoli e più volte ne abbiamo parlato nei nostri redazionali. Anche il nostro primo “Best Show”, lo spettacolo Mechanical Dream di Elisa, deve molto alla sua mano, essendone Mamo il set e lighting designer. Per creare uno spettacolo interessante è più importante il budget o l’idea? O sono entrambi necessari? Sarei un ipocrita se dicessi che contano solo le idee, perché certe idee hanno bisogno di budget, ma è altrettanto squallido il budget senza idee, cosa di cui vediamo spesso tantissimi esempi. Come nasce l’idea di un progetto? L a verità è che abbiamo sempre trovato in lui un gusto molto affine al nostro in quello che intendiamo per impatto visivo in un concerto: creatività innanzitutto, quindi idee originali legate al progetto artistico, ma anche ordine, rigore ed eleganza pur nell’apparente caos delle strobo in controluce. Perché gli studi e la formazione culturale di un professionista – ma direi meglio: di un uomo – emergono in ogni cosa che fa: la lettura di un libro è decisamente più importante della perfetta conoscenza dell’ultimo software della nuova console esoterica. In questo senso certamente il diploma liceale e gli studi in architettura, uniti agli inizi teatrali, costituiscono l’humus in cui sono cresciute salde le radici della professione di Mamo. Nato nel ’65 e cresciuto nell’ambiente milanese, in cui ancor oggi vive e lavora, Massimo esordisce come chitarrista, ma è già iscritto alla facoltà di architettura. Intanto lavora come tuttofare nel mondo del teatro: macchinista, elettricista e quello che capita... Siamo a metà degli anni Novanta, periodo in cui emerge il rock underground, ed il gruppo di Mamo si ritrova a suonare al Centro Leoncavallo insieme ai Marlene Kunz... “Nel giro del rock alternativo nessuno allora andava in tour con una persona che curava le luci – ci racconta lo stesso Mamo – e mi meravigliai parecchio quando i Marlene mi chiesero di andare con loro in tour come lighting designer o qualcosa del genere. Accettai subito, cercan30 do di seguire contemporaneamente gli studi ed il lavoro in teatro. È così che dal ’95 al 2000 mi sono fatto le ossa in tutti i club d’Italia, lavorando anche per tanti altri gruppi del giro, come Afterhours, La Crus, Blu Vertigo”. Quindi la tua formazione tecnica è fondamentalmente da autodidatta? Certamente, allora era normale. Ho cominciato scaricando camion, facendo i cablaggi, lavorando per dei service e contemporaneamente studiavo sui libri le nozioni tecniche necessarie. Penso che i corsi che ci sono oggi siano molto utili, accorciano la strada ed il tempo, anche se poi devono ovviamente essere integrati dalla necessaria gavetta. Forse la tua capacità di sfruttare le idee più che i mezzi nasce anche da questi inizi dove certo i budget non erano enormi? Credo di sì, anche produzioni più grandi in seguito mi hanno chiamato per la mia caratteristica di riuscire ad inventare qualcosa di scenografico con budget minimi e tecnologie ancora primitive, se paragonate alle attuali. Fra l’altro mantengo uno stretto contatto col mondo rock alternativo, che sento molto mio, anche se nel corso degli anni ho acquisito un metodo che mi ha permesso di uscire dall’underground ed approdare nel mainstream. Infatti per una serie di coincidenze ho cominciato a lavorare con artisti come Grignani, Antonacci e via via fino a Giorgia ed Elisa con cui lavoro spesso ancora oggi: produzioni importanti, perché i mezzi tecnici e i budget sono maggiori e posso accedere a campi creativi che altrove sarebbero preclusi. SOUND&LITE n. 96_2012 Non credo nell’innovazione pura, credo nel riassemblaggio, cioè nel prendere elementi e suggestioni da tutti i campi del visivo, dal teatro alle mostre d’arte al cinema, per assemblarli con una nuova veste, ovviamente in maniera coerente. Il rapporto con i colleghi? Sono una persona molto tranquilla, poco incline alle polemiche, quindi vado d’accordo con tutti; con alcuni colleghi magari ho più intesa perché veniamo da percorsi e realtà simili, e penso a Mariano De Tassis o Jò Campana. Purtroppo il mercato si è ristretto, prima c’era più spazio per tutti, oggi un po’ per la crisi un po’ per l’arrivo di diversi colleghi stranieri è più difficile. Credi nell’albo dei professionisti? No, sarebbe una casta o una corporazione. Noi lighting designer essenzialmente siamo dei privilegiati, come tipologia di lavoro: è bene le corporazioni le creino coloro che lavorano 20 ore al giorno in condizioni piuttosto difficili e che hanno cose vere da rivendicare. Ti senti più un lighting designer o un set designer? È una domanda interessante! In effetti mi sento un’unica entità, perché per me è innaturale pensare alle luci senza poter progettare le strutture a cui sono appese e le modalità con cui si possono appendere. Quando progetto un set lo faccio sempre pensando alle luci che dovrà contenere, così come quando inserisco dei video li immagino sempre come sorgenti di luce, infatti non entro mai nel lavoro degli altri, come quello della creazione dei contributi video, perché penso che ognuno debba occuparsi di ciò che sa fare per poter avere dei buoni risultati finali. Allo stesso modo non costruisco scenografie vere e proprie, perché non mi ritengo uno scenografo. Il mio SOUND&LITE n. 96_2012 31 >PERSONAGGIO SHARPY I professionisti stranieri possono davvero dare di più alle produzioni italiane rispetto ai lighting designer nostrani? Mah... è una domanda difficile; ci sono diverse congiunture che portano qui gli stranieri, a partire dal fatto che la maggior parte delle più grosse agenzie italiane sono parte di aziende multinazionali. Certamente gli anglosassoni lavorano in un mercato molto più grande e per questo hanno un approccio ed un metodo di lavoro diverso dal nostro, e questa certamente è una cosa che invidio loro: poter esprimere la propria professionalità in un contesto più rodato ed ampio. Il lavoro di cui sei più orgoglioso? Quello con Cristina Donà, quattro o cinque anni fa. Con Cristina siamo amici da anni, abbiamo studi comuni e siamo legati da un feeling culturale. Ha deciso di fare un tour, che lei stessa ha prodotto, soltanto insieme a me e ad un fonico. La ditta Fornarini ha sposato il progetto e ci ha dato in sponsorizzazione delle bellissime lampade di design, così ho creato un set costruito solamente con queste trenta lampade appoggiate a terra che mi limitavo ad accendere e spegnere. Un’atmosfera assolutamente magica. È stato il lavoro più bello che abbia mai fatto: con trenta lampade d’arredamento! Cosa succede se il tuo progetto non piace all’artista? È una cosa che capita, e non è un dramma. In questo caso bisogna ricalibrare tutto per soddisfare l’artista e rappresentare il suo mondo, com’è giusto che faccia un professionista. 5 2010 HONORABLE MENTION as Best Debuting Lighting Product AWARDS IN UN ANNO Lighting 2011 www.claypaky.it obiettivo è quello di creare ambienti in cui si percepisca chiaramente che i vari elementi non sono slegati, ma pensati da un’unica mano e integrati in un’unica idea. Ridimensionare le produzioni italiane, per motivi di budget o di sicurezza, è un’idea giusta o sbagliata? Fino a qualche tempo fa avere delle grandi produzioni era positivo, perché erano una locomotiva che trascinava dietro la voglia di emulazione e questo faceva lavorare tutti di più. Adesso invece il treno si è spezzato: la locomotiva – cioè i tour di fascia “A” – è andata avanti da sola, mentre le produzioni minori sono state spazzate via, tanto che la fascia media è quasi sparita o ha enormi problemi di budget. Credo sia necessario ricucire un po’ questa forbice. Per quanto riguarda la sicurezza, credo che la prima cosa sia quella di rendersi conto una volta per tutte delle strutture che ospitano i tour: quelle in grado di ospitare grandi produzioni sono meno di dieci. Io spero di non dover più progettare palchi che poi devono essere assemblati a fisarmonica in base alla location, cosa che è fonte di non pochi rischi anche sotto l’aspetto della sicurezza. Tu sei un grande appassionato di arrampicata, ma la cerimonia per i Mondiali di Arrampicata in Trentino te l’ha fregata Mariano De Tassis! Tormentone finale: qual è il tuo sogno nel cassetto? TATE T E C C NON A LY Avere un parco luci così enorme da permettermi di usare un solo faro per volta. Cioè lavorare sul buio più che sulla luce. A me piace sempre di più scavare, cioè arrivare all’essenza ed all’assenza di luce. Insomma aspiro al dark designer! te nalizza vetto fi e di bre ore SHARPY d n a m ato do l proiett deposit zata ne a. .p.A ha nologia utiliz in S C Y e K . A c loCLAY P zione della te rmania, U.S.A ine solo co e i r te G d o , ro t i o p v it t a ti n ili non sclusivi e ll U ta a ib s n o u l n te g e g e i in d , Re o pers ti da diritti e comi alcun bricati i in Italia ddetti i ge, son er enza d iù fab o, a fin Agli a per leg prodotti cop conosc i, per lo p RPY d , A e a H h c S ta uiscon o i ott re ib nu d m d o e tr ia v tt i. ie ro is d ie p p r iv d è no e sclus Vi rico bbricano co PAKY ato di copie del pro diritti e importa CLAY fa l merc mio che ro che tti coperti da ne su rano essere r io lo z o u i c d d e azioni o b tro attività , con a anch opie di prod ua e sem . s re h m te e c n d e la , e n a c il a e c Cin S.p.A .A pro empio esi ov rciali, a perm Y s a .p e n pri e K p S u m A ro d i P p a Y in i i e CLAY Y PAK etenti in tutt risorse ndere tti, com rtano innova comdi CLA p di dife a molte nuovi prodo o m e e n p e o n g , n c o li e fi io d a p z n l tà in a a duce ta, a AKY im È inten so le autori realizz d essere orig . registra che pro on solo CLAY P Sviluppo e te pres tellettuale è olare coloro ano danno n e , oltre a tori del settore ra e a h c rc e c Y in c te s Ric RP tà osta re. arre pera Y inve proprie re SHA tti gli o siva e ro setto traffatti Y PAK proietto rezzate da tu di esclu prodotti con resso dell’inte ni CLA ti it io ir z p d a g p v o a zioni lizzand a al pro rie inno triale. mercia KY S.p.A., m le prop s A ggere tà indu P e te ri Y ro p A p ro L i p C d ANTEE Al fine camente nella D rio No. ati AR munita : sistem o e i c s h c e o ll a e p re i d la i o 1976 o tt E m ic NC tu l SI part ria de PY in in iamo in roprieta sign di SHAR tato protetto KY Vi inform KY S.p.A è p s de è il o AY PA ll e L e g ). C A d g 4 o CLAY P /387.11 he prote . Lo stesso m 9 c 2 , 0 S -0 9 a .S.A. (U 123400 unità europe negli U M om A 67.8) e 9 9 della c AD 3 0 0 0113 E IN IT Cina (2 ! COPIE GU Caspita, è vero! Però Mariano, con cui sono molto amico, mi ha anche telefonato per darmi questa anteprima e devo dire che lui ha fatto un ottimo lavoro. Però voglio trovare un modo per unire questi due mondi, infatti inizio a progettare sempre più in verticale: fra l’altro i “palchi verticali”, cioè con i musicisti che suonano sui diversi balconi di un palazzo, sono anche l’ultima tendenza... 32 SOUND&LITE n. 96_2012 >AZIENDA di Alfio Morelli Harley Rock Crew Quindi ciò significa un bel giro di fatturato? In questi ultimi anni, con le nostre cooperative, superiamo il milione di euro di fatturato, ciò significa che di materiale ne spostiamo parecchio. Il problema primario però resta quello dei crediti: nell’arco degli anni abbiamo accumulato oltre 600 mila euro di crediti, dei quali una buona parte, purtroppo, non sono più esigibili. Nonostante tutto ciò i ragazzi che hanno avuto a che fare con la nostra cooperativa sono stati sempre tutti pagati fin all’ultimo euro. “Sono Sergio Santangelo detto ‘Sergione’, ho dato all’Italia tre figli.” Cosi si è presentato Sergione. Quindi nonostante l’ambientino non sempre profumato tu sei rimasto una persona sana! H arley Rock Crew è un’azienda cooperativa con sede a Roma, nata nel 1988 dall’intuizione di Sergio Santangelo, per tutti “Sergione”. Le attività in cui Harley Rock Crew è specializzata vanno dal facchinaggio al montaggio e smontaggio di strutture (palchi, fiere, etc.) fino alla gestione di personale specializzato (tecnici, elettricisti etc.). Bastano poche parole con Sergione per capire che si tratta di un personaggio sanguigno, di quelli vecchio stampo, con pochi grilli per la testa e tanta voglia di lavorare. Inizia il racconto della sua storia ripercorrendo l’ingresso in questo mondo, nei primi anni Ottanta, in occasione del concerto di Peter Tosh a Castel Sant’Angelo, lavorando per Angelo Bai: “A quei tempi ci si adattava a fare qualsiasi lavoro pur di lavorare per il rock ‘n roll – ci dice – : scaricare camion, montare palchi, montare fari o casse, fino ad attaccare i manifesti e distribuire i volantini. Poi a metà anni Ottanta ci siamo dati una parvenza di organizzazione ed abbiamo cominciato a specializzarci nei vari settori secondo le nostre inclinazioni: carico, scarico, montaggio palchi, luci o audio. Fra i vari lavori, negli anni, ho avuto la fortuna e l’onore di aver collaborato con Massimo Ferranti durante le date dei Pink Floyd in Italia, imparando molto dalla scuola inglese; ma anche Bruno Emiliozzi e Jimmy Pallas sono stati altri due miei maestri. Fino alla decisione di costituire la Harley Rock Crew”. Da dove prende ispirazione questo nome? Harley, perché è stato il nostro primo sponsor. Rock, perché lavoriamo in questo settore. Crew, perché siamo una squadra. Molti che hanno iniziato insieme a me, oggi hanno una propria azienda che si occupa delle stesse cose e spesso capita ancora di poter lavorare insieme: di questo sono molto orgoglioso, perché se hai seminato del buono rimane sempre qualcosa. Nel corso degli anni come si è trasformato il vostro lavoro? Oggi l’attività della cooperativa, per esigenze burocratiche, è suddivisa fra due cooperative, una Coop S.p.A., con 19 soci, ed una Coop S.r.l. con 37 soci. Parliamo di persone che hanno un impiego a tempo pieno, ed il mio compito è di spaccarmi in quattro per poterli fare continuamente lavorare. A tutte queste persone si aggiungono poi a chiamata tanti altri ragazzi, secondo necessità. 34 SOUND&LITE n. 96_2012 Assolutamente sì, o per lo meno cerco di esserlo tutti i giorni, e spero che anche gli altri abbiano la stessa opinione di me. Per me il denaro non è tutto, lo ritengo di primaria importanza perché è un mezzo per rispettare gli impegni presi con i miei collaboratori. Negli anni penso di essermi creato una certa rispettabilità ed una certa professionalità, basti pensare che ultimamente abbiamo investito più di centomila euro nell’acquisto di vestiario e materiale per la sicurezza dei lavoratori. Ogni volta che qualcuno di noi inizia un lavoro esigo che abbia sempre con lui un kit di sicurezza ed il vestiario adeguato. Tutti coloro che hanno a che fare con la Harley Rock Crew sanno che in questa cooperativa si seguono molto spesso corsi di perfezionamento e antinfortunistica, per poter essere sempre in regola con le leggi e preparati per prevenire ogni pericolo. Se durante un sopralluogo sul cantiere trovo qualcuno dei miei non in ordine, mi arrabbio molto e gli faccio delle multe. Posso sembrare un po’ un dittatore, ma esigo la massima professionalità e che le regole siano rispettate. di facchinaggio, montaggio palchi e strutture, stand, transenne, audio, luci, video e scenografie. Insomma dove c’è da faticare. Pensa che quest’inverno, durante la famosa nevicata a Roma, ci hanno chiamato anche per andare a spalare la neve. Anzi: dopo quell’esperienza ci siamo dotati di apposite attrezzature e scorte di sale per la neve. Cos’è che non condividi nelle regole di questo mondo? La causa principale di tutti i malesseri ed i malfunzionamenti nel nostro settore sono le persone, che purtroppo sono attratte esclusivamente dal denaro, per il quale sono pronte a calpestare spesso i principi basilari del rispetto. Per quanto riguarda le regole, ritengo che ce ne siano abbastanza, magari non di semplice applicazione, perché derivano da un altro settore. Se qualcuno si prendesse la briga di tradurle e renderle più adatte al nostro ambito, si potrebbe fare un grande passo avanti. Sono però convinto che, nonostante quello che si possa pensare, il nostro settore sia uno di quelli più professionali e rispettosi delle regole. Hai un sogno nel cassetto? Certo: mi piacerebbe tanto che le persone tornassero ad avere una dignità; e che la parola data fosse più importante di mille firme. Durante la tua storia ti sei sempre occupato di facchinaggio? All’inizio mi occupavo anche di servizi di sicurezza, ma mi sono trovato diverse volte, negli anni Ottanta, nella situazione in cui i ragazzi del pubblico non avevano il minimo rispetto nemmeno delle forze dell’ordine, che addirittura a volta venivano caricate dalla folla! Nella mia testa è scattata una scintilla ed ho pensato: “Se né i tuoi genitori o i tuoi maestri a scuola ti hanno insegnato a rispettare il prossimo, lo posso fare io?”. Così da quel momento ho deciso di lavorare solo per allestire il concerto, senza avere niente a che fare con il pubblico. Attualmente la Harley Rock Crew di cosa si occupa? Noi offriamo personale qualificato per lavori SOUND&LITE n. 96_2012 35 >LIVE CONCERT di Alfio Morelli Il palco è abbastanza imponente, su due piani: in alto trovano posto due batterie e due postazioni di tastiere, mentre sotto, oltre al cantante, trovavano posto due coriste, due chitarre, un basso e un sax; insomma una band di ben 10 elementi: non male davvero. Anche il visual è ben curato: oltre ad un buon impianto luci troviamo una serie di video LED, uno sul fondale, di 5 x 5 metri con passo da 25 mm, ed un secondo a fare da veletta al palco rialzato, oltre ad una coppia di video ai bordi del palco. A metà spettacolo, con un buon risultato in termini di spettacolarità, la veletta LED, posizionata anteriormente al palchetto sopraelevato, si solleva e su una pedana motorizzata esce in controluce Venditti seduto ad un pianoforte rosso, su cui esegue dei brani di repertorio di grande patos. Il concerto prosegue poi con molta grinta e grande volume. Insomma uno spettacolo molto piacevole ed emozionante, che ovviamente può contare su alcuni grandi successi che hanno fatto la storia della musica leggera italiana. Le luci Per parlare di luci, cominciamo dal lighting designer Massimo Tomasino. Ti vediamo lavorare con Venditti per la prima volta: com’è arrivata questa collaborazione? Antonello Venditti Unica Tour Iniziato a Roma l’8 marzo – festa della donna e compleanno di Antonello – il tour ha percorso con una prima tranche la Penisola, per poi ripartire nella stagione estiva e concludersi in dicembre. La tournée promuove il nuovo lavoro discografico di Venditti Unica. 36 SOUND&LITE n. 96_2012 A bbiamo raggiunto la carovana al Palarossini di Ancona, location piuttosto grande in cui, giustamente, è stato scelto di posizionare il palco sul lato lungo del palasport, cioè di fronte alla gradinata più capiente, ottenendo così un bel parterre con delle sedute ed un’ampia tribuna retrostante. Presenti, al nostro occhio, circa tremila spettatori o forse più, prevalentemente oltre la trentina con qualche sporadica presenza qua e là di giovanissimi. SOUND&LITE n. 96_2012 Ho avuto occasione di conoscere Beppe Cova, manager di Antonello, durante Umbria Jazz Festival, dove facevo le luci per George Benson; si è avvicinato volendomi conoscere e dicendomi che forse ci sarebbe stata la possibilità di lavorare insieme. Dopo un po’ di tempo mi ha chiamato per chiedermi se ero interessato al tour nuovo di Venditti. Ci siamo incontrati e gli ho portato una proposta di scenografia e di disegno luci su alcune canzoni di Antonello, grazie a dei virtual rendering preparati in Wysiwyg. A Beppe il progetto è piaciuto subito, così mi ha chiesto di iniziare a lavorarci sopra. Ci siamo messi al lavoro, apportando alcune modifiche ed aggiustamenti per adeguarlo alla produzione del tour, ottimizzazioni poi continuate durante un incontro con Orazio Caratozzolo che ha curato la produzione per conto di F&P. L’idea era infatti di costruire una produzione alquanto snella, che permettesse di montare e smontare in poche ore e di usare pochi mezzi di trasporto. Così abbiamo scelto di richiedere il palco sul posto, sul quale poi montiamo il secondo palchetto sopraelevato con le due batterie e le due postazioni di tastiere. In 37 >LIVE CONCERT ANTONELLO VENDITTI 1 2 te gli effetti e le dinamiche interne al banco, tranne per un Lexicon 960 esterno. L’impianto audio è Adamson, con un main formato da due cluster di Y18 e sub T21. INTERVISTA ESCLUSIVA Soddisfatto di quest’impianto? Dell’impianto sì, lo sono meno dei luoghi in cui lo devo usare: non vedo l’ora di arrivare alle date estive dove potrò utilizzare questo PA all’aperto. Mauro, come hai organizzato il palco? 3 alto sono sospese quattro americane lineari con una serie di testemobili, mentre il resto è posizionato a pavimento. Un allestimento abbastanza semplice ma che ha una bella resa finale. 1_ Piercarlo Penta, fonico Foh. 2_ Massimo Tomasino, Antonello Venditti e Beppe Cova. 3_ Giovanni Chinnici, direttore di produzione. Non mancano però gli schermi LED! Sì, il disegno luci comprende tre serie di schermi, uno sul fondale di 5 x 5 metri, uno lungo per coprire la parte anteriore del palchetto sopraelevato, montato su un’americana motorizzata che a metà spettacolo lo alza facendo comparire un pianoforte montato su una pedana motorizzata. Gli altri sono posti ai lati del palco. Sono gestiti da una regia video che controlla anche cinque telecamere remotate, così da alternare immagini live e contributi caricati su un mediaserver. Che tipo di luci hai usato? Per la prima volta utilizzo testemobili LED MAC Aura, bel prodotto, molto flessibile, che offre diverse possibilità creative; in aggiunta, gli ormai irrinunciabili Clay Paky Alpha Beam insieme a qualche Spot Infinity della Coemar e a delle barre LED. L’audio Facendo un giretto al catering troviamo a cena Piercarlo Penta, fonico FoH, e Mauro La Ficara, fonico di palco: tra un boccone e l’altro ci spiegano il sistema audio. Piercarlo, puoi descrivici il tuo sistema? Lavoro su un DiGiCo SD8 usando circa una settantina di canali; adopero quasi esclusivamen38 Anch’io ho un DiGiCo D8 collegato con quello in sala tramite MADI. I musicisti sul palco, ben dieci, sono tutti monitorati tramite cuffie o earmonitor, solo Antonello usa dei wedge monitor, quattro M212 e due M15 della Adamson, con l’aggiunta di due side fill formati da quattro Adamson Spektrix ciascuno, con un sub per lato. Come avrai intuito, il volume sul palco non è propriamente soft, ma ad Antonello piace così. La ripresa microfonica è realizzata prevalentemente con una serie di microfoni Audix, tranne per Antonello che preferisce un classico Shure SM58 a filo, salvo per i pochi pezzi sul piano durante i quali usa un radio Audix. La produzione Il nostro giro finisce in produzione, dove incontriamo Giovanni Chinnici, direttore di produzione per conto di F&P Group. PERSONALE Service audio/luci/video Service strutture Service trasporti Responsabile service Resp. trasporti in tour Trasportatore Fonico FoH Responsabile PA PA Man Fonico di palco Asst. fonico di palco Backliner Lighting designer Asst. lighting designer Dimmerista Elettricista Operatore Pandora Tecnico video Tecnico Layher Progetto rigging Rigger Direttore di prod. Assistente di prod. Asst. artista e musicisti Lombardi S.R.L. Massimo Stage Futura Multiservice Emilio Lombardi Maurizio “Caciara” Orlandi Alberto Iovinella Piercarlo Penta Pierfrancesco “Pif” Gallenga Simone Della Scala Luigi “Chucky” Giandonato Mauro Laficara Federico Susanna Alessio “Folk” Pasquazi Dario Martinez Massimo Tomasino Nico Semeraro Claudio Minadeo Fabrizio Foco Davide Rossi Federico Galimberti Giuseppe Sacchetti Alin Eusebiu Luca Guidolin Giorgio Sala Giovanni Chinnici Fenia Galtieri Nico Olivieri SOUND&LITE n. 96_2012 Antonello, quanto è importante l’aspetto visivo in un tuo conerto? Le luci e la scenografia devono completare un racconto, creare l’atmosfera giusta. Anche una sola luce può avere il suo senso: non importa la quantità, ma il perché. A volte le canzoni hanno bisogno del buio: quando il pubblico accende la sua luce, vuol dire che tu hai già acceso la tua. Le luci più belle sono quelle che non ci sono: sul palco può bastare una fiammella, è poi il pubblico che ti illumina con la sua partecipazione ed il suo coinvolgimento. Cosa richiedi oggi al tuo lighting designer? Negli anni ‘80 c’era il boom delle luci, c’erano spettacoli rutilanti, mi ricordo Johnny Hallyday che durante i suoi show sparava botte pazzesche! Oggi il mio lighting deve interpretare il mio racconto: se si sbaglia un’immagine o un’atmosfera si va contro la mia storia artistica, quella delle mie canzoni. Sul palco hai molti monitor tradizionali: non ti piace cantare in IEM? Cosa vuoi che ti dica? Per me usare gli IEM è come fare l’amore col preservativo! Quello che io voglio è la spinta emotiva, e se uso gli IEM non riesco a cantare con l’energia e l’emozione che sento sul palco libero. Gli IEM ce li ho, stanno lì, ma non li uso... So che magari in sala possono esserci più problemi, ma il problema principale è che io devo sentirmi emotivamente coinvolto per cantare bene. Chiudiamo facendoti i complimenti per un tour molto lungo... Sì, il tour andrà avanti fino alla fine dell’anno: sono molto felice di questo e di aver la possibilità di incontrare il mio pubblico. SOUND&LITE n. 96_2012 39 >LIVE CONCERT 4 Dopo i fatti di Trento e Reggio Calabria, cosa è cambiato nel tuo lavoro? SCHEDA TECNICA Fondamentalmente il mio lavoro non è cambiato, è cambiato solo il grado di preoccupazione e di tensione; per chi faceva prima il lavoro in coscienza e professionalità non è cambiato niente. Le leggi ci sono, magari non sono state pensate per il nostro settore, forse si potrebbe fare un po’ più di chiarezza su alcuni passaggi, ma personalmente non penso che sia questo il problema principale. Materiale audio PA FoH Main PA Adamson Y18 Side PA Adamson Y10 Adamson Metrix Front fill Subwoofer Adamson T21 FinaliLab.gruppen ProcessoriXTA Regia FoH Parliamo di questo tour... La produzione è stata realizzata da F&P Group, che cura anche il booking, ed io seguo per loro il tour. È una produzione intelligente e snella: portiamo in giro parte della struttura che vedi montata, mentre una parte del palco la chiediamo sul posto. Questo ci permette di arrivare la sera prima o la mattina stessa del concerto per essere pronti intorno alle tre del pomeriggio. La cosa funziona anche grazie al buon lavoro fatto tra F&P, il management ed i fornitori di servizi. Parliamo comunque di una carovana composta da 22 persone che girano con soli due bilici ed una motrice, molto ben stivati. 4_ Regia audio in primo piano e regia luci, sullo sfondo, con Massimo Tomasino. 5_ La squadra audio. Da dx verso sx: Luigi Giandonato, Pier Carlo Penta, Alessio Pasquazi, Federico Susanna, Mauro La Ficara, Dario Martinez, Pier Francesco Gallenga. 6_ La squadra luci. Da dx verso sx: Davide Rossi, Federico Galimberti, Claudio Minadeo, Nicola Semeraro, Massimo Tomasino, Peppe Sacchetti, Fabrizio Foco. Lo show Alla fine ci prepariamo ad assistere al concerto che inizia puntualmente. Ascoltiamo durante i primi pezzi un audio piuttosto imbarazzante, fortunatamente corretto nei pezzi successivi, fino ad arrivare, a circa metà concerto, ad una qualità più che dignitosa. Per la prima volta assistiamo ad un concerto al Palarossini con il palco montato in questa posizione, e trovarsi la gradinata di fronte ai diffusori non è certo acusticamente un vantaggio. Le lamentele di Piercarlo sulla qualità acustica delle location italiane erano certamente ben motivate, ma intanto queste sono, ed in queste si deve cercare Mixer sala Outboard sala DiGiCo SD8 Lexicon 960 Monitoring/palco Front wedge Adamson M212 Adamson M15 Side wedge Side fills Adamson Spektrix con Spektrix sub FinaliLab.gruppen ProcessoriXTA IEM Shure PSM 900 MicrofoniAudix Regia palco Mixer palco HD recording DiGiCo SD8 2x Tascam X48 collegati via ADAT Materiale luci di ottimizzare la diffusione. Aspettiamo quindi la stagione estiva per gustarci a fondo questo concerto ed il lavoro del team audio. Un giudizio molto positivo invece lo attribuiamo alla scenografia ed al disegno luci che, pur con una quantità di materiale a disposizione non elefantiaca, sono risultati ben calibrati, riservando anche qualche special molto spettacolare ed emozionante. Come sempre, apprezziamo particolarmente le produzioni capaci di far rendere al meglio, con un uso creativo ed intelligente, le attrezzature tecniche. E poi ovviamente l’artista: una pietra miliare della nostra canzone che ha ancora la grinta e la voce per incantare il suo pubblico, con una scaletta in buon equilibrio fra le canzoni del nuovo disco e quelle che tutti sanno cantare insieme a lui fra l’entusiasmo generale. Regia 1 grandMA Full Size 1 grandMA Light Luci intelligenti 18 Clay Paky Alpha Spot 700 12 Coemar Spot 575 EB 16 Clay Paky Alpha Wash 700 24 Clay Paky Alpha Beam 300 16 Martin MAC Aura 15 Barre LED 40° 10 PAR LED 3 V x 36 LED 16 Jarag 5 Convenzionali 12 ETC Source Four, 26°/750 W 15 Thomas 2-Light Molefay 1 Dimmer rack 42 channel 2 Follow spot on Chair truss 3 DF50 DMX controlled hazers 1 Martin controlled smoke Comunicazioni Video 40 FORNITURE PER LO SPETTACOLO Illuminatori tradizionali (HMI e tungsteno) Illuminatori a LED (fresnel, diffusori, sagomatori) Sistemi di sollevamento (pantografi, hoist, americane, paranchi) Regolazione luci (dimmer, console, sistemi dmx) Accessori grip (staavi, ganci, morsee) Materiali di consumo (lampade e gelaane) Effetti 4 intercom stations, all hardwired_ 5 STUDI TV Progeeazione e realizzazione di studi TV di piccole, medie e grandi dimensioni e web tv. 6 SOUND&LITE n. 96_2012 Pandoras Box Manager + Server V5 36/18Pannelli Ropix P25 80 cm x 80 cm (LEDwall motorizzato dimensioni 9,60 m x 2,40 m) 28/14Pannelli Ropix P25 (triangolo posteriore base 4,80 m x 4,80 m) 32/16Pannelli Ropix P25 (2 triangoli anteriori base 3,20 m x 3,20 m) 2 Sony telecamere motorizzate 1 Sony microcamera (Piano) 1 Edirol mixer video 4+4 ch effectslide 2 Scaler Vision Pro HD SOUND&LITE n. 96_2012 Viale Edison, - ARRI ITALIA S.r.l. Sesto San Giovanni (MI) tel. Via Placanica, Roma - tel. e-mail: [email protected] - website: www.arri.com altri prodoo e novità per l’Italia: www.arri.it 41 PROIETTORI FRESNEL A LED luce bianca e rgb+w >LIVE CONCERT di Alfio Morelli D Marco Mengoni TOUR TEATRALE 2012 Nasce da un’idea di Elisa, Marco Mengoni e Andrea Rigonat il “Tour teatrale 2012” al via il 19 aprile dal Teatro degli Arcimboldi di Milano. Dopo l’anteprima con due date evento al Forum di Assago e al Palalottomatica di Roma, Marco Mengoni decide di cambiare veste allo spettacolo e di svelare al pubblico un’altra porzione d’anima, il suo lato più intimista e introspettivo. La direzione artistica dello show è affidata allo stesso Mengoni mentre Andrea Rigonat, chitarrista, arrangiatore, compositore e produttore italiano, firma quella musicale. obbiamo riconoscere che abbiamo visto questo concerto in una situazione piuttosto anomala. La data, infatti, era prevista per Cesena, ma vista l’inagibilità della struttura causata dalla grande nevicata invernale, il concerto è stato trasferito al 105 Stadium di Rimini, un palazzetto dello sport piuttosto capiente e vasto. È quindi normale che l’atmosfera teatrale, su cui l’intero show è stato disegnato, sia andata un po’ a farsi friggere, anche perché certamente non si tratta di un concerto in grado di radunare cinque o sei mila paganti. Ciononostante abbiamo apprezzato moltissimo quello che è successo sul palco: vedevamo Mengoni dal vivo per la prima volta e ci ha fatto un’ottima impressione. Un artista camaleontico, molto attento al look, con una grande personalità e soprattutto con una voce potente e tecnicamente ben utilizzata. Insomma un artista da tener d’occhio, con tutti i presupposti per trovarsi di fronte ad un bel percorso professionale. Il tour è stato prodotto da F&P Group, il cui rappresentante on the road è il direttore di produzione Michele Vurro: “Possiamo dire che si tratta del secondo vero tour di Mengoni, e rispetto alle prime date – ci spiega Michele – questo spettacolo teatrale è più variegato, con sfaccettature diverse, con momenti intimi alternati a momenti di spettacolo scoppiettanti ed una scaletta che prevede brani dell’artista e l’aggiunta di alcune cover. Purtroppo questa location non rende giustizia allo show, pensato per una situazione teatrale molto più intima, ma cause di forza maggiore non hanno consentito di fare diversamente. La produzione ed il booking dello spettacolo sono curati completamente da F&P Group: parliamo di una produzione che utilizza un bilico per il materiale ed una serie di vetture per la troupe, composta da circa venti persone, 10 per la parte artistica e 10 per quella tecnica”. Dai tristi eventi di Trieste e Reggio Calabria è cambiato qualcosa nella vostra tipologia di lavoro? Il vero cambiamento era già avvenuto qualche anno fa, quando era stato necessario cambiare metodologia di lavoro. Mentre per noi oggi non è cambiato niente, c’è solo un po’ più di scrupolo nei controlli della commissione. Cosa cambieresti nel campo dei controlli e della sicurezza? Penso che dalla parte della produzione gli spettacoli siano all’avanguardia, allineati con 42 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 le produzioni straniere, mentre mi farebbe molto piacere se anche i controllori avessero più esperienza e cognizione di causa su ciò che devono controllare e che non fossero solo dei raccoglitori di documenti. Ci si potrebbe confrontare meglio, dando un incentivo positivo a tutto questo settore. Sotto un profilo diverso, ma con lo stesso concetto, il discorso vale anche per alcuni comuni o comitati di feste, che spesso acquistano degli spettacoli senza avere la più pallida idea di cosa comporta organizzare un evento, di cosa sia un POS o un DUVRI. Finito il sound check ci avviciniamo alla postazione di lavoro di Hugo Tempesta, il fonico di sala. Il service al lavoro è Agorà, azienda che certamente occupa una posizione di primissimo piano nel nostro paese, tanto che è quasi difficile incontrare una produzione di buon livello che non utilizzi i suoi servizi, essendo garanzia di qualità professionale e tecnologica. Ed anche noi, di conseguenza, non possiamo fare a meno di parlarne spesso. Hugo, puoi parlarci di questo allestimento? Lavoro con questo artista per la prima volta e devo confessare che non lo conoscevo: con il lavoro che facciamo è difficile guardare la TV, ed anche in radio lo avevo ascoltato con poca attenzione. Il mio approccio a questo lavoro si è svolto quindi con molta curiosità. La direzione musicale e la regia di questo ultimo spettacolo sono di Elisa ed Andrea Rigonat, cosa che ci ha costretti a rifare un nuovo allestimento e delle nuove prove musicali rispetto al tour precedente. Dei quattro giorni di prove, svolte a Castiglione d’Adda, in provincia di Lodi, un 43 >LIVE CONCERT 1 PERSONALE intero giorno è stato impiegato solo per il set up tecnico degli strumenti, e gli altri tre per le prove musicali della scaletta. È stata data una nuova impronta all’artista e al suo sound, anche con l’aggiunta di due fiati; insomma è stato dato un nuovo volto a tutto lo spettacolo. Mengoni è un artista piuttosto giovane, quindi il suo repertorio originale è stato integrato con cover di Presley, della Winehouse, passando per i Queen per arrivare ad un medley di successi della Motown. Il tutto arrangiato con un bel mix rock-soul-pop sapientemente orchestrato da Andrea che ha saputo ben valorizzare la voce di Marco. Devo dire che Mengoni è un artista sorprendente: nonostante la giovane età tiene il palco con grande mestiere, un mix tra Prince, Freddie Mercury e Renato Zero. Mentre la parte tecnica? 1_ Il direttore di produzione in tour, Michele Vurro. 2_ La squadra luci da sx: Gigi Germiniasi, Loris Bartolini, Marcello Di Lauro e Filippo Coco. 3_ La squadra audio, da sx: Benvenuto Rea, Hugo Tempesta, Mario Struglia, Luca Morson e Luca Nobilini. 2 È un palco con qualche contraddizione. Se da una parte è stato infatti scelto di usare gli Iso Box per gli amplificatori e gli IEM per i musicisti, dall’altra è stato scelto di non isolare la batteria per sporcare un po’ il suono del palco. La band è composta da sette musicisti più Marco, con un set up classico, con un piccolo sub per il batterista ma usato ad un volume molto contenuto. Sui fiati, che si muovono parecchio, usiamo due radiomicrofoni. Il PA è un classico dV‑DOSC, impianto che va bene per tutte le stagioni, con sub Meyer 600 HP per avere un basso più frenato. Questo PA ormai è diventato un classico che si sposa bene in tutte le situazioni al chiuso, dai teatri ai palasport. Lo si usa da una decina d’anni e si conosce a fondo. In regia FoH utilizzo una DiGiCo SD8, mentre per il palco abbiamo una D5, collegate tramite MADI. Al di là di questo tour, come vedi la tua professione in questi ultimi anni? Fondamentalmente ci sono due cose che in Una produzione di Management Direzione artistica Direzione musicale Produttore esecutivo Resp. di produzione Lighting designer F&P Group Marta Donà Marco Mengoni Andrea Rigonat Mario Zappa Francesco Vurro Francesco De Cave questo ultimo periodo non condivido comPersonale in tour pletamente: l’atBand Calabrese Stefano teggiamento di Cornacchia Peter alcune persone Mansutti Federico Missio Federico che lavorano nel Norbedo Cristiano nostro settore Pallotti Giovanni e la tecnologia. Sollazzi Davide Cerco di spieDir. di prod. in tour Michele Vurro Personal artist Claudia Carboni garmi meglio Fonico di sala Hugo Tempesta per non creare Fonico di palco Luca Morson malintesi: coPA man Luca Nobilini mincio a notaFilippo Coco Datore luci Tecnici luci Germiniasi Pierluigi re sempre più Marcello Di Lauro l’atteggiamento Backliner Mario Struglia di alcuni pro Benvenuto Rea fessionisti che Autista camion Mimmo Grifa non accettano più di lavorare in un gruppo, ma curano soltanto il proprio orticello; fatto il proprio lavoro se ne fregano di tutto quello che gli succede attorno, cosa che in alcuni casi può diventare un problema per il risultato finale. Io, al contrario, prediligo la squadra, quando si può, dare una mano al proprio compagno di lavoro. La seconda cosa è la tecnologia: vorrei che non venisse imparata a memoria, leggendo il libretto delle istruzioni, ma assimilata con più passione, che noi tutti trovassimo più voglia di assimilarla sperimentando anche modi diversi, magari sbagliando. Ad esempio mi piacerebbe tanto che una produzione o un artista mi desse la possibilità di andare controcorrente usando degli impianti tradizionali di qualche anno fa appoggiati ai lati del palco! Sono convinto che potendo usare qualche buon prodotto e mettendo in pratica le conoscenze odierne i risultati sarebbero molto interessanti. 3 SCHEDA TECNICA Dobbiamo dire che siamo perfettamente d’accordo con Hugo; anche perché la prima cosa che ci viene in mente è che il sound del concerto che conserviamo con più emozione nella memoria è quello degli AC/DC del 2009: PA tradizionale Electro‑Voice X‑Array e mixer Midas PRO40! Quindi facciamo il tifo per Hugo Tempesta, aspettando che qualcuno gli consenta di sperimentare l’idea (che, fra l’altro costerebbe parecchio meno rispetto all’ultimo modello di line-array sospeso!). Alla regia luci troviamo invece il lighting operator Filippo Coco che lavora su un disegno di De Cave. Gli chiediamo di descriverci il parco luci e la tipologia di spettacolo: “È un disegno adatto ai teatri, cioè abbastanza sobrio e caldo, con dei momenti un po’ più spettacolari sui brani più movimentati – ci spiega –. Usiamo dei fari a LED della Martin come wash, i Mac 401 insieme ai Robe ColorWash 1200, mentre per la parte Spot abbiamo i Martin Mac 700, con lampada tradizionale, e in controluce i Beam della Clay Paky come luce d’effetto. Sul fondale usiamo degli StageLiteLED della Coemar. Ci sono anche due schermi video sui quali vengono proiettate, tramite due Robe DT 7000, delle immagini che accompagnano alcuni brani. In regia controllo il tutto con una Hog iPC. Insomma una produzione ben calibrata su un artista emergente; ne abbiamo molto apprezzato l’aspetto artistico musicale che ha esaltato le doti di Mengoni, mentre è risultato ovviamente inadeguato alla location, molto dispersiva, l’aspetto visivo; ma siamo certi che, da quello che abbiamo potuto intuire, chi ha visto lo show in teatro avrà avuto tutt’altra sensazione. 44 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 Materiale audio FoH DiGiCo SD8 1 tc electronics System 6000 con Icon 2 Waves Max BCL 2 Empirical Labs Distressor LX8 1 Spl Transient Designer 2 ch 1 CD recorder 1 CD player Monitoraggio DiGiCo D5 1 DiGirack 24 in/48 out/8 out AES(Local) 1 Maselec MLA2 1 XTA D2 1 Aphex Big Bottom 204 1 Spl Transient Designer 4 ch 1 tc electronics Rev3000 1 Yamaha SPX2000 8 Sennheiser ew300 G3 (9 bodypack) 1 Sennheiser AC2 modificato (booster) 1 Shure PA821 antenna combiner 1 antenna elicoidale HA 8089 (con cavo) 1 switch di rete 2 Yamaha Mixer (con 4 ingressi stereo) 2 SPL Phonitor ampli cuffie 1 sub 15’ con amplificatore 3 Shure UR4D (6 Ch) 2 Shure UR2 + KSM9 1 Shure UR2 + Beta 58 3 Shure UR1 + Beta 98 Horns 1 Shure UA845 antenna distribution system 2 Shure UA840 active directional antenna 2 Meyer UM1 monitors 2 cassa amplificata per talkback 2 microfoni con interruttore per talkback 1 Power box 63A (regia) 2 cuffie Sony Microfoni 1 Sub Kick 1 Shure SM91 1 Shure Beta 52 10 Shure SM57 5 Shure SM58 2 Shure SM81 4 Shure Beta 98 (Horns clip) 6 BeyerDynamic Opus 87 2 BeyerDynamic Opus 88 2 BeyerDynamic M88 2 Audio-Technica AT 2050 18 Radial DI Box 1 Shure KSM9 (wired) 2 Shure KSM9 (wireless) 1 Shure Beta 58 (wireless) 2 Senn. MKH 418 Materiale luci Proiettori 6 Blinder 4 luci Linea 12 Coemar CycliteLed 12 Coemar ParLed 1 Coemar PC 1 kW con base terra 5 Clay Paky Alpha Beam 700 1 Lycian Followspot 1200 W 10 Martin MAC 401 12 Martin Atomic 3000 2 Martin Fan AF‑1 DMX 12 Martin MAC 700 Profile 2 Reel DF50 6 Robe ColorWash 1200 2 Robe DS 7000 Dimmer 1 dimmer Stagelite 12 x 2,2 kW 1 pw box Link 32 A Valigetta Out 9 x 16 A 1 pw box W.E. 400 a 6 x 63 A+1 x 32 A in/out Powerlock 2 pw box W.E. 63 A out 4 x Socapex Control 5 Coemar Optosplitter 1 Wholehog 3 Super Widget USB 1 Switch Ethernet 10-100 1 Wholehog IPC 45 >LIVE CONCERT Come già in diverse occasioni, anche quest’anno ci siamo recati in Piazza S.Giovanni a Roma per il concerto più affollato d’Italia: in questa edizione pare fossero in 700.000! La scelta della scaletta è stata azzeccatissima, con uno spazio importante alla canzone ed agli interpreti italiani emergenti; poi la ciliegina di Mauro Pagani che ha diretto l’Orchestra Roma Sinfonietta nell’esecuzione di dodici pietre miliari del rock, da Elvis Presley ai Radiohead, passando per Beatles, Pink Floyd, Led Zeppelin e Who. I° Maggio Appuntamento a Piazza S. Giovanni a Roma di Alfio Morelli 46 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 47 WWW.MOREPIXELS.ORG >LIVE CONCERT C he la cifra riguardante il pubblico sia esatta non lo so, ma posso assicurare che erano davvero tanti: dall’ultimo piano della torretta delle regie, girando lo sguardo a 360°, non si riusciva a vedere la fine. La nostra curiosità verso questo consueto grande evento, è scaturita alla notizia che l’impianto PA di quest’anno sarebbe stato l’italianissimo GTO della Outline. Dopo averlo ascoltato al concerto di Peter Gabriel a Verona, il 26 settembre 2010, con l’orchestra, non avevamo più avuto modo di ascoltarlo dal vivo all’aperto con un programma più cattivo ed una location più vasta. Così questa ci è sembrata un’occasione da non perdere, anche per testare le potenzialità massime che qui dovevano essere sfruttate fino all’ultima goccia, sia per la varietà dei sound da diffondere sia per l’ampiezza della venue. 1_ I responsabili di Limelite: Giancarlo Campora (sx) e Stefano Cisaria. 2_ Watts durante la performance. Arrivati nel primissimo pomeriggio, dopo un giro rapidissimo sul palco per salutare alcuni amici, fra cui ovviamente Toni e Klaus, ormai veterani della manifestazione, ci siamo spostati in regia dove abbiamo incontrato altri personaggi a noi ben noti: Davide Lombardi, Andrea Taglia e Massimo Barbieri, i tre fonici che si sono occupati rispettivamente del palco A (Davide Lombardi), del palco centrale dell’orchestra (Andrea Taglia) e del palco B (Massimo Barbieri). A parte l’aspetto tecnico, ci saremmo sinceramente aspettati dall’organizzazione del concerto una maggiore attenzione e maggior spazio alle problematiche della sicurezza nell’ambien- 1 2 te dello spettacolo: era davvero un’occasione ottima per far sentire la nostra voce. Purtroppo il tutto è sfociato in una breve esibizione sul palco di Watts, personaggio molto pittoresco dell’ambiente tecnico romano che si è cimentato in una performance a dir poco discutibile nel ricordo di Matteo Armellini e Francesco Pinna. Meglio i video trasmessi diverse volte sugli schermi: due spot video molto carini, prodotti da Puglia Sound, dal titolo La musica fa reddito (che potete rivedere su AllAreas.TV). Il nostro reportage parte dai responsabili di Limelite: Giancarlo Campora e Stefano Cisaria. Di cosa vi siete occupati nello specifico in questa edizione? La ditta Limelite – ci risponde Giancarlo – si è occupata della produzione tecnica, dai camerini all’hospitality, compresi gli spazi di servizio ed ovviamente del palco e di luci, video e audio. Se insomma escludiamo la parte artistica ed autoriale, il resto lo abbiamo gestito noi. Per mettere in piedi e gestire una produzione del genere quante aziende sono state coinvolte e quante persone, per quanti giorni? Per le aziende sinceramente non so darti un numero preciso, ma sono tante; gli uomini al lavoro sono stati circa 350. Ci hanno messo a disposizione l’area il 22 aprile, così abbiamo iniziato a portare il materiale e a montarlo, finendo il tutto un paio di giorni fa, giorni che sono serviti per tutte le prove artistiche e tecniche. Roberto Grassi, il lighting designer, con i suoi collaboratori ha anche lavorato qualche notte per programmare le luci. Cosa avete portato di nuovo rispetto alle edizioni passate? Abbiamo dovuto rivedere il palco, perché, a differenza dell’edizione precedente, abbiamo dovuto aggiungere un terzo palco per l’orchestra, che aveva un movimento in profondità; di conseguenza abbiamo anche dovuto ingrandire la struttura. Oltre al nuovo disegno della scenografia, che mi sembra molto bello, avete un’altra novità: l’impianto audio made in Italy! Da molto tempo sia l’Outline sia Davide Lombardi mi facevano notare i successi all’estero riscossi con questo impianto; questa era sicuramente l’occasione giusta per sentirlo e provarlo personalmente. Parlando con i miei collaboratori mi pare che abbia superato l’esame a pieni voti. THE NEW GTO SYSTEM IS MUCH MORE THAN JUST THE SUM OF ITS PARTS Since 1973 we have been combining Italian design and engineering flair with cutting-edge technologies to produce world-class loudspeaker designs, and the new GTO system is the essence of everything we’ve learned so far. Contact us today to arrange a demo and hear the new standard in loudspeaker systems. MODS ART SAS Luigi Lombardi | mobile: +39 333 495 8127 | email: [email protected] | www.modsart.it OUTLINE HQ ITALY Outline S.r.l., via Leonardo da Vinci 56, 25020 Flero Bs - Italy | phone: +39 030 358 1341 | fax: +39 030 358 0431 | www.outlinearray.com | www.outline.it 48 SOUND&LITE n. 96_2012 >LIVE CONCERT 3 alternativamente con un movimento laterale secondo la scaletta. Il terzo denominato “O” (Orchestra) anch’esso movimentato su rotaie, è posizionato a 90° rispetto agli stage A&B, ed ha aveva il compito di portare sul fronte palco l’intera orchestra. Questo è anche il debutto della nuova società “ALTO Stagemanagement”, creata da me ed Alessio Martino. La crew che opera sul palco è ormai rodata negli anni, e trova in Sandro Fiorentini (logistica, backline, backstage load in/out) e Klaus Hausherr (Broadcasting & Orchestra stage manager) due valide colonne. all’interno due altoparlanti da 21” ognuno, appoggiati sopra tre teste Resolution 5. Mentre sui vari palchi in movimento abbiamo posto una serie di floor monitor modello RM18. Il monitoraggio sul palco è invece gestito dalla Sound Division di Paolo Di Cori che utilizza materiale della inglese Funktion One. Dal palco scendiamo giù in regia FoH dove incontriamo i fratelli Lombardi, Luigi e Davide, dai quali ci facciamo dare maggiori delucidazioni sul PA. Distribuite voi questo marchio? È una distribuzione a tre: noi, 100% Puro Design e Sangalli. Noi abbiamo anche tanto materiale in magazzino e siamo organizzati per fornire materiale e servizi. Attualmente, per questo marchio, ci possiamo considerare il terzo service per quantità di materiale in Europa, dopo logicamente l’Inghilterra e la Francia. Paolo, puoi illustrarci a grandi linee il lavoro di quest’anno? C’è qualcosa che è andato storto? Assolutamente no, anzi! Ci tengo a sottolineare un aspetto importante: come ormai tutti sanno, a seguito dei tristi eventi successi in questi ultimi periodi, il nostro settore è sotto la lente d’ingrandimento per quanto riguarda i controlli. Posso essere orgoglioso nel dire che, nonostante i controlli minuziosi sul personale, non è stata riscontrata dagli organi preposti la pur minima irregolarità. Rubiamo per qualche minuto al suo prezioso lavoro Toni Soddu, da tanti anni stage manager e “deus ex machina” sul palco del 1° maggio. Quali sono le novità di questa edizione? Abbiamo dovuto optare per tre palchi. Gli stage A e B, di 13 metri x 5 ciascuno, entrano 3_ Dietro, da sinistra: Andrea Taglia, Massimo Barbieri, Emiliano Esposti, Fabrizio Bacherini, Luigi Lombardi, Francesco Ferretti; in basso da sinistra: Davide Lombardi, Stefano Simonelli. 4 Dopo Panariello siete arrivati anche sul palco del 1° Maggio: il prossimo obiettivo quale sarà? Già da diverso tempo collaboriamo con Limelite, ed eravamo presenti anche nell’edizione passata del 1° maggio, sempre usando materiale Funktion One, mentre il PA era gestito direttamente da Limelite. Quest’anno abbiamo invece avuto la fortuna di collaborare con i nostri amici della Mods Art, che hanno fornito tutto il PA, quindi è stato un piacere doppio fare questo lavoro. Come sai, da circa un anno abbiamo preso con l’Outline l’impegno di distribuire questo marchio in Italia. “Nessuno è profeta in patria”, dice il proverbio, ma noi, nel nostro piccolo, stiamo cercando di sovvertire questo modo di dire. Già da tempo, infatti, il marchio Outline è molto apprezzato in importanti mercati esteri, così stiamo cercando di farlo ascoltare alle persone giuste anche in Italia, perché ne possano apprezzare la qualità. A Limelite, che cercava per questa occasione un impianto molto potente, abbiamo proposto il nostro GTO e ne è nata questa collaborazione. 6 In dettaglio, cosa avete montato per questo allestimento? Come PA main abbiamo montato due cluster formati ognuno da 15 GTO e, posti in cima, tre GTO Low, diffusori con solo i due 15” per i bassi, soluzione che ci permette più controllo sulla direttività delle basse frequenze. A lato dei due cluster, sempre sospesi, abbiamo otto GTO Sub, poi a terra, fronte palco, 12 Infra Sub, con i 21”. In aggiunta all’impianto principale usiamo quattro delay realizzati sempre con materiale Outline, modello Butterfly. 7 Come avete reperito tutto il materiale installato? La Mods Art ha fatto da organizzatore e da collettore dei vari servizi richiesti da Limelite; così abbiamo in parte coinvolto il network italiano di Outline, mentre il resto del materiale, cioè il GTO, lo abbiamo fatto arrivare dall’estero, attingendo dal network europeo creato da Outline. 6_ Toni Soddu, direttore del palco A. 7_ Paolo Di Cori, di Sound Division. Cosa utilizzi per i vari palchi? Due Yamaha PM5D per i palchi A&B ed una Yamaha PM1D per il palco dell’orchestra; una quarta console, una Midas Verona, è dedicata invece alla gestione di tutti i segnali di servizio. Puoi descriverci più in dettaglio il sistema di monitoraggio? Abbiamo installato ai lati del palco due sistemi side-fill, composti da due bassi F221 con 5 4_ Uno dei sistemi sidefill, composti da due bassi Funktion One F221 con appoggiate sopra tre teste Resolution 5. 5_ Un lato del palco scorrevole. 50 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 51 >LIVE CONCERT In regia FoH troviamo tre mixer: uno per il palco A, uno per il palco B ed uno per il centrale dell’orchestra. Davide Lombardi si occupa del palco A, operando su una delle due Yamaha 5D, mentre Massimo Barbieri lavora al palco B. Ad occuparsi del palco centrale sul quale si esibisce l’orchestra, per mezzo di una console PM1D, troviamo Andrea Taglia. Andrea Taglia, quali sono le tue impressioni su questo GTO? 8_ Il lighting designer Roberto Grassi. 9_ Le strutture luci abbassate. 8 Ad essere sincero sono stato coinvolto un po’ per caso in questo lavoro, ma l’ho accettato ben volentieri, perché già da un po’ di tempo collaboro con Davide Lombardi per i concerti di Bocelli in giro per il mondo. Davide mi ha sempre elogiato i pregi e le caratteristiche del GTO, così ho colto l’occasione al volo non solo per sentirlo ma anche per usarlo. Devo riconoscere che sono rimasto favorevolmente stupito: di impianti ne ho sentiti e usati diversi nella mia carriera, e devo ammettere che questo GTO non è secondo a nessuno. Finito il giro dell’audio, andiamo a cercare nel backstage Roberto Grassi, lighting designer dell’evento. Roberto, quali sono le caratteristiche principale di questo disegno luci? Quest’anno abbiamo voluto dare un’immagine diversa rispetto alle precedenti edizioni, un tocco internazionale, anche grazie al disegno dello scenografo Bellanova che ha proposto questo bel disegno usando solamente i MiStrip posizionati in modo assimetrico ed apparentemente senza senso. Il palco è completato sul 9 PERSONALE Fonico FoH A Fonico FoH B Fonico orchestra Fonico monitor A Fonico monitor B Messa in onda main Messa in onda orchestra Production mixer Massimo Barbieri Davide Lombardi Andrea Taglia Simone De Pasquale Nico Antonietti Gianmario Lussana Fabrizio Bacherini Maurizio Corazzino Orchestra/upstage managerSandrino Fiorentini TV floor manager Klaus Hausherr Stage A stage manager Tony Soddu Stage A crew Antonio Sansone Massimo Pucacco Laura Becchio Alessandro Ferri Stage B stage manager Alessio Martino Stage B crew Massimo Vernarelli Pentolino Daniele Baddaria Riccardo Marinelli Dario Cappanera Tecnici audio Lighting designer Progr. luci/catalyst Progr. luci/wysiwyg Lighting chief Dimmer station Tecnici luci Rigger Valerio Quaresima Enrico Schiavoni Antonio Paradiso Emanuele Bevilacqua Corrado D’Antoni Carlo Micali William Micheli Pierangelo Libianchi Stefano Aleandri Roberto Grassi Fabrizio Moggio Alessandro Velletrani Pietro Petronelli Alessandro Andreucci Pietro Cesario Simone Guidotti Roberto Mazzelli Daniele Ercolani Marco Trapanucci Sergio Bertini Andrea Iacarelli Flavio Paragona Marco Alessandrini Alessandro Carconi Cristiano Cenci Davide Nisticò Giorgio Di Virgilio In conclusione della chiacchierata vi devo confessare che, al contrario delle edizioni passate, questa mi è piaciuta davvero molto; ne è termometro il fatto che gli scorsi anni non ero mai riuscito a rimanere fino alla fine, cosa che invece adesso è successa! Piccola confidenza: per buona parte del concerto sono stato con i tappi alle orecchie, quelli in silicone, che sulla carta dovrebbero attenuare di oltre 15 dB; nonostante ciò, il volume mi sembrava ancora piuttosto “altino”. Sicuramente non hanno risparmiato sulla pressione sonora! Subito dopo lo spettacolo, nel giro di qualche minuto, è entrata in azione la task force delle pulizie: un esercito di mezzi e uomini che nell’arco di un paio d’ore ha ripulito e rimesso in ordine tutta la piazza, comprese le vie adiacenti. Perché 500 o 700 mila persone che stazionano per 10 ore nello stesso posto... un po’ di immondizia la fanno. Insomma un’edizione di grande successo che conferma l’importanza di questo evento. Un successo realizzato ottimamente da maestranze italiane e con molto materiale tricolore: forse anche in questo bisogna saper trovare qualche appiglio utile per risalire la china e una fonte di ottimismo. 10 10_ Gli array sospesi del main: 15 GTO + 3 GTO Low con, a lato, 8 GTO Sub. fondale da uno schermo ad alta risoluzione di forma trapezoidale. Il parco luci utilizza oltre 260 motorizzati tra Clay Paky e Martin, con l’aggiunta di strobo e DWE. Per la prima parte dello spettacolo, nel pomeriggio, sono previste nove colonne di Jarag bianche per fare da fondale alle pedane mobili, mentre, durante la serata, per un maggior impatto scenografico abbiamo anche tre strutture mobili, movimentate verticalmente in alcuni pezzi. Su queste strutture sono montate delle barre e dei fari LED, assieme a delle testemobili. 52 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 53 >LIVE CONCERT di Giancarlo Messina Subsonica ISTANTANEE TOUR Un minitour per festeggiare i 15 anni del gruppo. Un concerto davvero emozionante e ben prodotto. C inque date (con tre back-to-back) in importanti palasport – Mantova, Milano, Torino, Bologna, Roma – per celebrare 15 anni di carriera insieme al proprio pubblico. È questo lo spunto per Istantanee Tour dei Subsonica, gruppo emerso negli anni dalle cantine e dai club per approdare nei grandi palasport. Come sempre biglietto a 20 euro, una scelta che crea complicità coi fan e che allo stesso tempo risulta quanto mai opportuna in questi tempi di vacche magre. Comunque sia, il pubblico è accorso numerosissimo per festeggiare e divertirsi insieme ai suoi beniamini. Dobbiamo fare i nostri sinceri complimenti alla produzione, capace di aver creato, con tre bilici ed una motrice di materiale, un grande show, soprattutto grazie all’uso delle movimentazioni ed al continuo mutare della prospettiva. Una conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la creatività è l’ingrediente principale nella regia di uno spettacolo. Abbiamo assistito alla data bolognese, in cui abbiamo avuto modo di raccogliere maggiori 54 informazioni partendo dal direttore di produzione Mirco Veronesi. “Si tratta di una co-produzione al 50% fra Lo Sai e Vivo – ci spiega Mirco – che si occupano anche delle date dei concerti. La mente creativa è quella di Mamo Pozzoli, mentre io sono il pazzo che gli dà retta, cercando di realizzare le sue idee. Devo dire che Mamo per me è un vero fuoriclasse e per mia fortuna non tutti se ne sono accorti! Grazie a questo riusciamo ad averlo sempre con noi, potendo contare sul valore aggiunto delle sue idee. In questo caso ha fatto un lavoro straordinario, reso possibile anche dal salto che avevamo fatto lo scorso anno col passaggio alle movimentazioni a velocità variabile, grazie all’apporto del nostro fido collaboratore Elettra Service. Infatti tutte le prove, le modifiche necessarie e le sperimentazioni sono state fatte grazie a questa azienda che mesi prima ci ha montato il palco e ci ha dato modo di sperimentare con calma; per le movimentazioni si è dotata di questa tecnologia tedesca, che funziona come un violino, grazie alla quale SOUND&LITE n. 96_2012 siamo riusciti anche ad usare due motori orizzontali che ci servono per creare il doppio palco, che poi è il concept di queste cinque date celebrative. “Anche Matteo Chichiarelli collabora con noi per realizzare tutte le idee – continua Mirco – soprattutto per quello che riguarda gli appendimenti, ma devo dire che tutta la squadra è stata eccezionale, anzi voglio cogliere l’occasione per ringraziare tutti. Vorrei sottolineare come l’aspetto umano sia stato ancora una volta il vero segreto della nostra ricetta: questo mi rende orgoglioso e mi ripaga di tutte le fatiche. Grazie anche ai miei fantastici fornitori: ancora una volta la loro passione ha fatto la differenza, e tramite loro chiedo di ringraziare uno ad uno tutti i vari dipendenti ed i collaboratori per la professionalità dimostrata e l’atteggiamento positivo portati in tour: complimenti per averli formati in maniera così professionale. Questo nostro tour, nel suo piccolo, è la dimostrazione che lavorando insieme si raggiungono grandi risultati. “Audio e luci quest’anno sono forniti da Musical Box Rent – ci spiega Mirco – con un J d&b di cui il nostro fonico, Cipo, è molto felice. Anche Talu, nostro service storico, contribuisce con la fornitura delle regie. I backliner sono Rudy, per chitarre e bassi, Tony, che cura Samuel e Ninja, e Matteo che si occupa di Boosta, che ha ben tre postazioni di tastiere. In produzione lavorano Silvia, la persona che segue il gruppo, Catia e Piero che si occupa di load-in e load-out insieme a Davide Bonato. “Sulla sicurezza? Io ritengo che per qualche anno abbiamo avuto una crescita esponenziale nel campo della sicurezza, cosa in verità piuttosto semplice, perché partivamo da zero! Purtroppo per un discorso di economie e di tempi la sicurezza a volte non è considerata in cima alle priorità, ma il problema grosso non è nei tempi o nei back-to-back, per me il problema vero è che ci sono troppe persone che fanno troppi tour contemporaneamente. Secondo me occorre lavorare maggiormente sulla preparazione dei tour e degli spettacoli, parlo di preproduzione, perché spesso si fa copia/incolla dei disegni delle location, mentre mi rendo conto che una cosa preparata bene tanto tempo prima lascia poco al caso; succede a tutti: il giorno in cui ci sentiamo troppo sicuri di noi stessi capita qualche imprevisto; bisogna invece stare sempre concentrati, senza mai abbassare la guardia, con una checklist sempre SOUND&LITE n. 96_2012 completa e verificata. E soprattutto chi si occupa di un tour deve seguire solo quello e non delegare, perché è un lavoro complesso che non si può sottovalutare. Non parlo ovviamente dei casi tragici successi, ma più in generale nel nostro lavoro di tutti i giorni”. Mamo Pozzoli Show e Set designer “La richiesta del gruppo – ci spiega Mamo – era quella di avere un palco dalla duplice veste, da una parte un sapore vintage con le atmosfere del primo disco, dall’altra con il look post industriale degli ultimi anni. Così ho lavorato molto, cercando di coniugare il budget con le richieste ed ottimizzare tutto. Abbiamo scelto di non invadere il palco con i video, perché non abbiamo niente di visivo da raccontare, puntando invece sulle strutture e le movimentazioni. Come sai io mi reputo un ‘quasi architetto non praticante’, visti i miei studi, ed ho cercato di creare delle architetture effimere che cambiassero continuamente. “Lo show comincia con i brani del primo disco e le atmosfere vintage – continua Mamo – ma le luci sono le stesse adoperate per il resto del concerto, sono solo usate in maniera particolare: praticamente bianche, solo con conversioni, per simulare fasci tipo par anche coi beam. Nella seconda parte dello show invece il palco si trasforma, con un cambio importante di scenografia e di backline. “Tutto è basato sulle movimentazioni, ma que- 55 >LIVE CONCERT 3 1 1_ Tutta la squadra Subsonica “Istantanee Tour”. Foto di Pasquale Modica. 2_ Il pod centrale che incorpora niente meno che 20 strobo Martin Professional Atomic 3000. 2 ste non sono considerate un effetto – precisa Mamo – tanto che spesso avvengono al buio o in maniera molto lenta: ad essere importante è il loro punto di partenza e quello di arrivo, cioè la nuova dimensione prospettica che si viene a creare. Le strutture in movimento sono sei, tre americane classiche e tre ‘pod’: uno al centro, composto interamente da Atomic, venti per la precisione, e due laterali formati da 24 Jarag. Il palco è volutamente trasparente, niente è 56 nascosto, dal ferro al sottopalco; il look è quello di una sorta di discarica post industriale, si vedono i bauli e le calate dei cavi; i palchi tipo confetto televisivo mi hanno stancato, qui facciamo rock e tutto è nudo e crudo. “Nel parco luci mancano gli spot – ci spiega il set designer – ormai mi annoiano, non mi interessa più vedere i gobos; originariamente avevo anche previsto molti Sharpy, un proiettore bellissimo ma un po’ inflazionato dall’uso televisivo, magari li userò più avanti, quando passeranno di moda; uso invece molti wash a LED, i VLX, ed una sessantina di MAC Aura, un prodotto fantastico; poi i Jarag L, in pratica un quinto del grande Jarag. “Quando posso, come in questo caso, preferisco sempre lavorare in network – conclude Mamo – infatti ho affidato le luci a Jordan Babev che si occupa interamente del mondo mixer, dalle programmazioni alla parte creativa che, per esperienza, va fatta da una testa sola, così io posso occuparmi solo della parte legata al design dello show ed all’impostazione, anche perché condivido perfettamente le scelte estetiche di Jordan”. di tastiere. Al solito outboard si è aggiunto uno Space Echo della Roland che uso come pre del canale distorto del cantante – che, come si sa, ha due canali, uno distorto e l’altro pulito. “Altra novità, per noi, è il PA fornito da Musical Box Rent– ci dice Cipo – un d&b Serie J che a noi piace tantissimo: è molto uniforme su tutte le frequenze ed ha un suono brillante ed arioso. Anche a Torino, in un palazzetto molto difficile, ha dato ottimi risultati con feedback molto positivi da parte del pubblico. È installato da Mattia e Marco di Musical Box, due fuoriclasse con cui c’è una grande intesa. “La band è splittata su tre set – spiega Cipo tornando al programma musicale –: una prima parte vintage, con suoni legati al primo album, quindi meno elettronici, segue una parte di transizione acustica, con tre soli musicisti che suonano mentre dietro viene montato un altro backline, ed infine viene giù un kabuki e comincia il terzo set in cui la band propone il sound dance ed elettronico che tutti conoscono”. Sem Cigna - Monitor Engineer “Mettere tutti i set insieme è stato piuttosto faticoso – ci spiega Sem – ho dovuto riempire totalmente gli input del mixrack della mia Digidesign, utilizzando anche gli ingressi FoH per alcuni canali, in modo da tenermi liberi un paio di ingressi microfonici per dare la phantom ai microfoni d’ambiente, indispensabili per le registrazioni multitraccia dei concerti che facciamo tutte le sere. Come sempre tutte le uscite disponibili sono piene per pilotare gli IEM stereo ed i monitor L2100 Martin Audio, così abbiamo tanto volume in cuffia e a pavimento. La cosa più complessa è la gestione dei tre set, 4 5 ma grazie alla console digitale ho fatto qualche snapshot, così da configurare la console in maniera ottimale. “Un altra novità, per noi – conclude Sem – è l’uso di radiomicrofoni nella seconda parte dello show, degli Shure con capsula SM58 (anche se uno ha il copricapusla del Beta 57): certamente non riscontro la stessa qualità del microfono a cavo, ma per lo spettacolo è sicuramente un punto di vantaggio, perché il cantante può far sfoggio della sua brillante forma fisica correndo liberamente in qua ed in là”. 3_ Uno dei binari sui quali scorrono i paranchi che spostano i truss delle luci ed il kabuki. 4 e 5_ Le unità di controllo motori e la console Fülling&Partner, di Electra Service, utilizzati per il controllo delle movimentazioni. Marco “Cipo” Calliari Sound Engineer “Questa volta abbiamo una situazione più complicata del solito – spiega Cipo – perché abbiamo un doppio set, con due batterie e tre bassi, tutto condensato nella nostra ‘rolls royce’ dei mixer, il Midas XL4. Così in 40 canali ed otto stereo facciamo stare tutto, compresa la marea SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 57 >LIVE CONCERT di Giancarlo Messina V ista la nuova produzione, siamo andati a dare un’occhiata per assistere al concerto e capirne di più sull’organizzazione. Il 14 aprile, al palazzetto dello sport di Rimini, incontriamo per primo Matteo Chichiarelli, produttore esecutivo per Teg, che ha affidato la distribuzione ad F&P Group. Gli chiediamo un rapido sunto delle informazioni principali. Litfiba Grande Nazione Tour 2012 Dopo la fortunata reunion, Piero e Ghigo hanno presentato un nuovo disco, di moderato successo, e sono tornati in tour con un calendario previsto di otto date nelle principali città italiane. Tour interrotto, ufficialmente, per un infortunio al cantante e poi ripreso il primo maggio con una data all’Arena di Verona. 58 SOUND&LITE n. 96_2012 “La produzione è stata messa in piedi da me, seguendo il progetto di Jò Campana – ci spiega –. La caratteristica principale del palco è data da delle truss circolari color rosso fuoco e dalla presenza di diversi cambi di set con drappi e scenari in vecchio stile rock. È una produzione di quattro bilici, più un bilico di palcoscenico e uno di generatore. Utilizziamo un rolling stage, così, dopo il load-in con circa trenta facchini alle 7-8 di mattina, lo stage è posizionato verso le tre del pomeriggio e siamo pronti per il sound check alle 17,30. È quindi una produzione piuttosto snella: devo dichiararmi molto soddisfatto di tutte le aziende e dei collaboratori. “Cosa è cambiato a proposito di sicurezza in questi ultimi periodi? La soglia di attenzione si è decisamente molto alzata – risponde Matteo – e siamo soggetti a controlli continui tutti i giorni, cosa che da un lato è positiva, anche perché siamo tutti in regola e a norma, ma dall’altra parte allunga i tempi, perché, ad esempio, le interviste al personale sottraggono ogni tecnico almeno una mezzora dal lavoro e questo dilata i nostri tempi, sempre un po’ stretti. “Il team di produzione è formato da quattro persone – conclude Matteo – inoltre, fra tecnici ed autisti, ci sono al lavoro una quarantina di persone. Abbiamo quasi tutto al seguito, chiediamo al local solo il facchinaggio che dipende ovviamente da cooperative del posto; da parte nostra è presente un coordinatore alla sicurezza, Paolo Cappellini, che tramite PSC e POS vigila sulle pratiche della cantieristica, perché tutti i lavoratori siano in regola: anche ieri, a Treviso, i controlli hanno evidenziato che tutti i lavoratori della produzione e del local erano perfettamente regolari”. Pierpaolo Baldelli per F&P Group “Io seguo il tour per il promoter nazionale F&P Group – ci spiega Paolo – quindi mi occupo di mantenere i rapporti fra la produzione ed i promoter locali che sono i nostri referenti sparsi sul territorio. Con questo calendario è stato SOUND&LITE n. 96_2012 59 >LIVE CONCERT 1 1_ Pierpaolo Baldelli di F&P Group. 2_ Jò Campana, lighting e set designer. 3_ Federico “Deddi” Servadei, fonico di palco. 4_ Matteo Chichiarelli, produttore esecutivo per Teg. 5_ Paolo “Red” Talami, fonico di sala. 60 2 3 4 americane stondate che sembrano mordere scelto di portare il concerto solo nelle grandi l’intero palco. Oltre alle americane colorate, ho città e nei grandi spazi, evitando la provincia inserito anche dei sipari, prima uno nero che, più profonda, compresa una prestigiosa data aprendosi, ne svela un altro in velluto rosso che all’Arena di Verona. si apre in due modalità, sempre per rendere più “L’organizzazione è perfetta e la produzione vario il palco durante le oltre due ore di show. è ben calibrata – aggiunge Paolo complimen“Ho usato meno proiettori ma di grande impattandosi col lavoro svolto da Matteo – il rolling to, perché mi serviva molta potenza – spiega stage permette di ottimizzare i tempi ed anche Jò – inoltre ho scelto i Martin MAC Aura, un in caso di backtoback, come oggi, riusciamo ad prodotto motorizzato che trovo arrivare senza l’acqua alla gola. eccezionale: spinge bene, con “Se il back-to-back aumenta i ... il rolling stage colori belli e fasci molto tracrischi di incidenti? Non direi permette di cianti. La console è la mia solita – afferma Paolo – anche se è ottimizzare i tempi grandMA Serie 1, anche se mi ovvio che l’attenzione alla sied anche in caso di sono ripromesso, appena avrò curezza potrebbe calare in caso backtoback, come tempo, di studiare la Serie 2. Il di un non adeguato riposo, ma oggi, riusciamo disegno luci è ovviamente rock, si sono sempre fatti senza alad arrivare senza forte e potente, ma ci sono ancun problema. In genere credo l’acqua alla gola. che dei momenti più teatrali che l’attenzione alla sicurezza con delle luci più ferme. Voglio non sia mai troppa e che sia concludere elogiando il service luci Mister X e una cosa giustissima e sana, anche se forse in la sua squadra di tecnici, con cui mi sono trovaquesto ultimo periodo si sta estremizzando un to davvero molto bene. La programmazione di po’: il livello del controllo è davvero esasperatutto lo show, ben 22 brani, è stata fatta in due to, certamente utile per verificare la regolarinotti e mezza: insomma siamo sempre un po’ tà del personale, ma forse alcuni controlli non con l’acqua alla gola, ma si cerca di fare il mesono sempre utili per la sicurezza. Ad esempio glio possibile ed adattarsi alle varie esigenze”. ieri, a Treviso, siamo stati bloccati dalla Polizia all’ingresso del palazzetto e sono stati presi i documenti a tutti... insomma... forse così è un L’audio po’ troppo: sentirsi criminalizzati a priori dà un Per quanto riguarda l’audio facciamo alcune dopo’ fastidio, sono sincero”. mande al fonico di sala Paolo “Red” Talami ed al fonico di palco Federico “Deddi” Servadei. “Uso un gran bel banco analogico Cadac, come Le luci dalla ripresa nel 2009 – ci spiega Paolo –; l’uJò Campana è il set e lighting designer dello nica novità è che alla band si è aggiunto un show. “La linea guida è sempre quella di non chitarrista. Poi è tutto molto “standard-rock”: utilizzare tecnologie spinte o schermi LED – ci due microfoni sul Marshall di Ghigo, uno Shuspiega – perché il mondo Litfiba si rifà al monre SM57 ed un Sennheiser MD 421, stessa cosa do degli anni ’80. È quindi uno show rock tradisull’ampli di Cosimo Zanna. Effettistica e dinazionale, con l’aggiunta però di qualche trovata miche indispensabili: XTA G2, SIDD, dbx 160 e teatrale di quelle che piacciono tanto a Piero; C2 per le tastiere. Per la voce ho un XTA D2 linlui stesso, infatti, mi ha chiesto di inserire qualkato con un Avalon, due canali per le due voci, che elemento scenografico che richiamasse la principale e spare. Uso il D2 solo come equabocca di uno squalo, come nella copertina del lizzatore dinamico soprattutto sui 60-80 Hz per nuovo disco, cosa che ho realizzato con queste SOUND&LITE n. 96_2012 5 prevenire l’effetto prossimità, caratteristico del microfono Electro‑Voice usato da Piero. Sulla voce non uso il pre dell’Avalon 737 ma quello del Cadac, il segnale va poi al D2 e poi all’Avalon, così la compressione non mi sollecita il 737. Su Ghigo non ho nulla, ho in insert un SIDD XTA ma non lo uso quasi per niente, il segnale della sua chitarra è praticamente libero. Sulle tastiere ho invece un C2. Ho poi due delay, uno per la voce, t.c. electronic 2290, ed un D2 in emulazione TC 2290, infatti, nei pala- sport, cerco di usare poco gli ambienti; ho poi un SPX 2000 sulla batteria ed un PCM 91 sulla voce, oltre ad un Eventide che uso come phaser su certe sonorità della voce in pezzi dell’album Terremoto. “Il PA è il Martin Longbow – continua Red – come nella produzione dell’ultimo tour: unica differenza il SIDD su cassa e rullante che, avendo l’unita di delay interna, mi permette di allineare il subchick al microfono di quegli 8-10 centimetri, operazione che senza banco digitale diventa piuttosto complicata. “Il virtual sound check? Ovviamente non lo facciamo: è una cosa utile in altri contesti, ma qui la band fa un sound check vero tutte le volte, per cui in 40 minuti mettiamo tutto a posto. Avere la band vera è sempre meglio di averla virtuale”. “Su questo palco posso mettere in pratica il mio marchio di fabbrica ‘gran volumata’ – ci dice sorridendo Deddi Servadei – , usiamo in- >LIVE CONCERT fatti solo monitor, anche se Piero ha uno IEM che usa in mono solo in un padiglione, giusto per avere un po’ più di presenza sulla sua voce. Solo per Piero utilizzo sei monitor Clair Bros 12 AM, mentre per gli altri musicisti ho dieci Martin 2100, due per ciascuno, con finali Lab. gruppen FP10.000Q che hanno davvero una gran bella spinta. Completano il tutto 16 sistemi di line-array Martin Audio come side-fill. “La console è una Midas Heritage H3000 – continua Deddi – banco che uso abitualmente: lo so, sono un po’ vintage, ma mi piace così. I 16 sistemi di side sono configurati su quattro mandate, poi ho i monitor su un’unica mandata, tranne per il batterista a cui ho fatto un mixaggio stereofonico. “Porto in eredità dal tour di Vasco un Transient Designer SPL sulla batteria, grazie al quale riesco ad enfatizzare gli estremi di banda di cassa e rullante o tom, cioè attacco e sostegno, senza slabbrare il suono, avendo tutto molto controllato. Così se il batterista vuole più punta, al posto di lavorare dal banco vado sull’SPL e aumento la percentuale di attacco, con grande efficacia e comodità”. 62 Lo show Il concerto, per gli amanti del gruppo, è molto bello. Le sonorità del nuovo disco, almeno in versione live, non si discostano da quelle classiche dei Litfiba, così i nuovi brani si amalgamano piuttosto bene col resto della scaletta. Il palco è senza meno rock, come le luci, e l’alternarsi dei sipari crea variazioni di profondità che lo rendono molto interessante. Le americane rosse certo sono particolari a vedersi, e ben si sposano con le colorazioni della struttura create dalle luci. Un plauso anche all’audio: le sonorità, ovviamente perfette per il gruppo, non hanno quelle punte di asprezza che ci avevano fatto storcere il naso tempo addietro, ma sono più rotonde e definite, pur nella loro giusta aggressività. Anche il volume, bello tosto, come deve essere, non è mai sopra le righe, e tutto il concerto si ascolta con piacere. Unica nota dolente, il pubblico non numerosissimo, che certo non aiuta lo spettacolo: ma Piero e Ghigo, con molta professionalità, non si risparmiano affatto e portano comunque avanti una serata carica e piena di energia. SOUND&LITE n. 96_2012 >CHI C’È IN TOUR Artista Agenzia Service Audio Fon.FoH Fon.Mon. Renzo Arbore The Boss Top Service Fabio Citterio Francesco Baccini New Sound Shining Production Service Roma Maurizio Battista AB Management Samuele Bersani International Music Imput Studio Mario Biondi F&P Group Agorà Massimo Luna P.A. Monitor Mix.FoH Mix.Mon Serv. Luci Light Des. Carmelo Carlaccini Meyer Sound M’elodie RCF TT25 Yamaha PM1D Yamaha PM1D Top Service Michele Truppo Electro-Voice XLD / CP3000 Electro-Voice Plasma Yamaha LS9 Yamaha LS9 New Sound Service Roma Martin W8LM / Powersoft Martin LE1200 Yamaha M7CL Yamaha LS9 Idea Music Service Paolo De Asmundis Sagitter Idea Music Service Alessandro Castrucci Paolo Zanier Service video Pasquale Toscano Vari*Lite HE Road Hog Full Boar Top Service Paolo Fossataro / SGM Roberto Andreotti SGM Pilot 3000 Italo Lombardo Aviom / Senn. ew 300 d&b audiotechnik Q1 / D12 G3/ db Max DiGiCo SD9 Yamaha PM5D RH Hugo Tempesta Luca Morson L-Acoustics dV-DOSC/LA8 Meyer Sound DiGiCo SD8 Digico D1 Agorà Loris Bartolini Angelo Villani / Alex Sepe La Bottega dei Ricordi Classiche Armonie Free Service Antonio Iuliano Albano Carrisi AC Production Dee Jay Service Carroponte 2012 Arci Milano Mister X Service Imput Studio Luca Casadei Martin MAC Aura, MAC 700 / Pixeline 110 Compulite Spark 4D Avolites Titan Expert Avolites Nexo / Powersoft JBL / Electro-Voice Yamaha LS9-32 Mackie TT24 + DS32 Angelo Villani / Free Service Francesco Spadaccino Mario Bernardi Outline Butterfly / T7 Outline H.A.R.D Yamaha CL5 Yamaha M7CL Dee Jay Service Antonio Molinaro Clay Paky Compulite Vector Violet Vito Martin Martin W8LC / Lab.gruppen Martin LE12J Midas Heritage 2000 Yamaha PM5D Mister X Service Marco Elia Martin/Coemar Avolites Pearl 2004 Electro-Voice XLE-181 Meyer Sound Allen&Heath ML 4000 Robe/ Coemar /ETC/Flash 4 P-36 DTS SGM 2048 Regia Live Paolo Zanier Axiom / Powersoft Martin LE1200 Yamaha M7CL Yamaha M7CL Idea Music Service Domenico Ragosta Sagitter Compulite Spark 4D Mody Filippo Biondi Movement Art / Carmine Pagano Marcello Grella S&L Cugini di Campagna Mix Luci Sebastiano “Seba” Borsetto Imp. luci Movement Art / Cosimo D’Avico Marcello Grella S&L SGM / Martin / Prolights SGM Regia Palmiero Napoli / Free Service Mister X Service Finley Live Nation Idea Music Service Marsano Irene Fornaciari Progetto Musica Music Service Alibi Alessandro Angeletti Davide Bonotto d&b audiotechnik T10/ JSub / D12 d&b audiotechnik Max Yamaha PM5D Yamaha PM5D Music Service Alibi Diego Cifarelli Martin MAC 700 Martin Maxxyz Max Giusti AB Management Idea Musica Service Vincenzo Congedi Paolo Zanier Axiom / Powersoft Martin LE1200 DiGiCo SD8 DiGiCo SD8 Idea Musica Service Domenico Ragosta Sagitter Compulite Spark 4D Gianluca Grignani Color Sound Idea Musica Service Rosario Perrotta Marco Bianchi Axiom / Powersoft Martin LE1200 DiGiCo SD8 DiGiCo SD8 Idea Musica Service Domenico Ragosta Sagitter Compulite Spark 4D J-AX Barley Arts Mister X Service Alessandro Arturi d&b Audiotechnik J8 + J12+JSub / D12 Martin LE12J Venue D-Show Profile Mister X Service Andrea Arlotti Martin MAC 700 Profile e Wash / Blinder /PC Avolites Expert I Legnanesi Chi Te Ma S.r.l. Leader Sound Light Service Tommaso Macchi Nexo Geos S8/12 / NXAMP 4x4 ES Nexo PS10/15 Yamaha LS9 32ch DM1000VCM ES Leader Sound Light Service Stefano Laterza Clay Paky Alpha Wash/ Spot 700 Compulite Spark 4D Lillo & Greg AB Management Idea Music Service Fabio Caratelli Andrea Bordignon Martin W8LM / Powersoft Martin LE1200 Yamaha M7CL Yamaha LS9 Idea Music Serivce Paolo De Asmundis Sagitter Litfiba TEG Fumasoli Audio & Lights Rental Paolo “Red” Talami Federico “Deddi” Servadei Martin Audio W8L / Lab.gruppen Martin LE2100 / Clair 12AM Cadac R-Type Midas Heritage 3000 Mister X Service Jò Campana Martin MAC2k Wash XB; MAC grandMA Full Size III; MAC Aura; Atomic Emma Marone Live Nation Imput Studio Riccardo Dondi Vincenzo “Puch” Patella d&b audiotechnik Q / D12 d&b audiotechnik Max DiGiCo SD9 Yamaha PM5D-RH Imput Studio Steve Gray Martin Mac700; MAC Aura Avolites / Idea PARLED Titan Expert Maestro Mazza e i Ragazzi di Amici EffeGi Live Euroservice Meucci Maurizio Alfonso Morrone dB Technologies DVA T12 Martin LE1200 Yamaha LS9 Yamaha LS9 Euroservice Stefano Sebastianelli Prolights LED Pixel; Beam Slash; ArcLED SGM Pilot 3000 Euroservice Negrita Live Nation Mister X Service Andrea Corsellini Roberto Pagnoni d&b J8 + J12 + JSub + JInfra / d&b D12 Martin LE1200 Midas Pro6 Midas Heritage 3000 Mister X Service Jò Campana Martin MAC 700 MAC Aura SGM LEDWall TIger grandMA Full Size Mister X Service Noemi F&P Group Lombardi Service Emanuele Canu Enrico Romanelli Adamson Spektrix / Lab.gruppen d&b Audiotechnik Venue D-Show Profile Yamaha PM5D-RH Lombardi Service Massimo Tomasino CP Alpha Spot/Wash 700 / Coemar EB Spot Grand MA 2 Light Anna Oxa Mithos Agency Spray Records Paolo Brandi Wolfgang May Martin W8LC/Lab.gruppen IEM Sennheiser Venue D-Show Venue SC48 Spray Records Cesare Albani Coemar Infinty M / Colors Compulite Vector Green Parafoné Ma.Ma Agency Check Sound Tommaso Paparo Antonio Paparo Axiom / Powersoft Proel Edge Soundcraft Si3 Soundcraft Si3 Check Sound Federico Rosioru Clay Paky Avolites Pearl Laura Pausini F&P Group Agorà Marco Monforte Adriano Brocca L-Acoustics K1 / LA8 IEM Sennheiser DiGiCo SD7 DiGiCo SD7 Agorà Patrick Woodroffe Clay Paky / Martin grandMA 2 Full Size Event Mgmt. Alan Sorrenti Classiche Armonie Free Service Ascione Antonio Ferrentino Ciro Acione DAD / Powersoft Renkus Heinz Yamaha M7CL Yamaha LS9-32 Free Service Alex Sepe / Jerry Ferrentino SGM / Prolights / Coemar Avolites PN for Free Service Teo Teocoli Color Sound Spray Records Evandra Leone Daniele Giansante d&b audiotechnik Q1 / D12 Martin Audio LE Venue D-Show Venue SC48 Spray Records Cesare Albani Coemar Infinity / ETC Compulite Vector Blue Allen&Heath iLive t112 Magic Service Carmine Pirozzi Prolights Beam 300 / Martin MAC 600 / Vision 200 LED SGM Pilot 3000 Magic Service Luciani Sesto Lucio Capotosto RCF TT33-A RCF NX15 Davide Van de Sfroos Groove Company New Sound Service Federico Bianchi Francesco Previdi Martin W8LC + W8LM / Lab.gruppem PLM10000 Martin DiGiCo SD8 DiGiCo SD9 New Sound Service Giancarlo Vannetti Robe 700, Robin LED Jands Vista T2 Antonello Venditti F&P Group Lombardi Service Pier Carlo Penta Mauro La Ficara Adamson Y18 / Y10 / Lab.gruppen Adamson M212 Spektrix/IEM Shure DiGiCo SD8 DiGiCo SD8 Audiolux Massimo Tomasino Clay Paky Alpha Spot; Alpha Wash / Jarag grandMA Full Size Virginio Live Nation Idea Music Service Sandro Castrucci Francesco Rossi Axiom / Powersoft Martin LE1200 Yamaha M7CL Yamaha M7CL Idea Musci Service Domenico Ragosta Sagitter Compulite Spark 4D Nina Zilli Live Nation DG Systems EVXLc 127; XSub/P3000 IEM Sennheiser ew300 Yamaha CL5 Yamaha PM5D DG Systems Fabio Quarchioni SGM / DTS Avolites D&D Spettacoli Dabiele “Jack” Rossi Stefano Luciani Mister X Service Compulite Spark 4D Allen&Heath iLive t112 UT-New Trolls Idea Musica Service Mister X Service Magic Service Lombardi Service Inviateci le schede dei vostri tour per vederle pubblicate in questa pagina 64 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 65 >CHI C’È IN STUDIO STUDIO ARTISTA ETICHETTA PRODUTTORE FONICO Punto Rec Studios Miguel Acosta F. Argiolas/ C. Demaestri Studio Maia Maurizio Antognoli Maia Records Verdiano Vera Andrea Vassalini Artesuono Recording Emanuele Arciuli indie Stefano Ianne Stefano Amerio Artesuono Recording Stefano Battaglia Trio ECM Manfred Eicher Stefano Amerio Artesuono Recording Walter Beltrami 4tet indie Walter Beltrami Stefano Amerio Artesuono Recording Carla Bley Trio ECM Manfred Eicher Stefano Amerio Studio Maia Blue Scarlet Maia Records Verdiano Vera Andrea Vassalini Imput Level Studio Bruno Cesselli 5tet Claudio Zambenedetti Imput Level Studio M. De Mattia, Claudio Zambenedetti B. Cesselli e A. Turchet Angelo Studio The Deproducers Punto Rec Studios Max Dmitrieff F. Argiolas/ C. Demaestri Studio Maia John Falko Maia Records Verdiano Vera Andrea Vassalini Artesuono Recording Ettore Fiorvianti indie Ettore Fiorvianti Stefano Amerio Artesuono Recording Paolo Fresu Devil 4tet Tuk Records Paolo Fresu Stefano Amerio Artesuono Recording Andrea Griminelli Glaobart Andrea Griminelli Stefano Amerio Artesuono Recording Rolf Lieslevand ECM Manfred Eicher Stefano Amerio Naïve Recording Roberto Livraghi Naïve Francesco De Benedittis Edoardo Michelori Studio Maia Mal dei Primitives Maia Records Verdiano Vera Andrea Vassalini Artesuono Recording Federico Marchesano Trio indie Federico Marchesano Stefano Amerio Naïve Recording NERA Francesco De Benedittis Edoardo Michelori Spainaudio Parafonè Oliveta Recording Laura Pausini Warner Music Italy Laura Pausini M. Monforte, N. Fantozzi Artesuono Recording Enrico Rava ECM Stefano Amerio Angelo Studio Ron Le Foglie e il Vento Fabio Coppini Imput Level Studio Steve Saluto e Oni Logan Naïve Recording Sojuz Naïve Francesco De Benedittis Edoardo Michelori Punto Rec Studios Syndone BTF Nik Comoglio Naïve M. De Mattia LA VERA STAR 2012 Be a fan. Vittorio Cosma Parafonè Manfred Eicher Steve Saluto Alessandro Luverà Maurizio Parafioritti Claudio Zambenedetti F. Argiolas/ C. Demaestri & Camera D’arte Ass. Forum Music Village Thony Sony/Gdm Thony&L. Milani Taketo Gohara Studio Maia Milena Torti Maia Records Verdiano Vera Andrea Vassalini Artesuono Recording Glauco Venier 4tet indie Glauco Venier Stefano Amerio Artesuono Recording Francesco Vignato 6tet indie Francesco Vignato Stefano Amerio Imput Level Studio Luca Zamberlin Claudio Zambenedetti Sistema attivo biamplificato full-range. Woofer da 12” (3” voice coil). Driver a compressione (1.4” voice coil) caricato a tromba (80° x 60°). Due amplificatori in classe D (750W + 150W) controllati da DSP. Originale implementazione del filtraggio FIR (PPF system). Architettura CCDE system per l’estensione della gamma dinamica. Il box realizzato in multistrato di betulla e i trasduttori di altissima qualità garantiscono la massima efficienza e una timbrica calda e brillante. Elettronica Montarbo Srl via G. di Vittorio 13 . 40057 Cadriano Granarolo Emilia (BO) | [email protected] | www.montarbo.com | www.palcoplus.com Invitiamo tutti gli studi professionali ad inviarci le schede con i loro lavori così da rendere questa rubrica più completa ed interessante 66 SOUND&LITE n. 96_2012 Società soggetta a controllo di EKO Music Group SpA >PRODUZIONE & STUDI di Lorenzo Cazzaniga 2° PARTE Mix in the box Vs. Mix ibrido Vs. Mix analogico Prosegue qui il discorso iniziato in S&L n. 95, cioé il confronto tra i diversi metodi utilizzati nel mixaggio finale e relative caratteristiche, vantaggi e svantaggi. A l di là delle valutazioni qualitative che, come già accennato nell’ultima puntata, sono oggetto di analisi ed impressioni strettamente soggettive, la cosa più interessante che emerge è come l’influenza dell’utilizzo di un metodo di mixaggio rispetto ad un altro condizioni in modo preciso la modalità operativa e di conseguenza lo stile del risultato finale. Anche in questo caso, appare subito chiaro come l’evoluzione tecnologica ci spinga naturalmente in una precisa direzione, senza che questo rappresenti per forza il verso giusto nel quale muoversi. Questo tipo di discussione acquista più valore se si pensa a coloro che raramente hanno avuto la possibilità di lavorare in situazioni di alto profilo e fanno del “mixing and recording only in the box” la loro unica esperienza provata (penso specialmente agli operatori del settore più giovani). Basti pensare a come, una volta, la presenza di una console di largo formato (ed il conseguente cospicuo investimento di danaro) portasse con sé la naturale propensione verso un attento trattamento acustico dell’ambiente che la conteneva. Oggi questo argomento è diventato secondario, al punto che la compattezza e la mobilità dei sistemi “in the box” hanno cominciato a dare naturale giustificazione ad operazioni di mixaggio eseguite nei sottoscala, a casa e nei posti più remoti. Certo dal punto di vista creativo questo fatto può essere un vantaggio, ma è altrettanto certo che la cura dell’acustica dell’ambiente in cui il mixaggio viene eseguito ha un’enorme influenza sul prodotto finale. Ma anche si pensi a come certe operazioni cardine del mix (per esempio l’ottimizzazione del 68 livello generale del mix stesso all’interno dello spazio dinamico disponibile o il bilanciamento del livello di una voce) risultino più complessi e laboriosi coi sistemi moderni rispetto a quelli di più antica concezione. Va poi considerato il caso più interessante di questo esperimento, cioè quello nel quale si è cercato di riprodurre con uno dei sistemi di mix il risultato ottenuto con uno degli altri metodi. In questo caso l’obbligo di riprodurre un equilibrio, una sensazione dinamica, un posizionamento nello spazio stereofonico preciso ha portato alla ricerca di tecniche e soluzioni non sempre di naturale esecuzione e dominio. Premesso che la sensazione generale (ma posso sbagliarmi, chiaramente…) è quella di considerare il sistema combinato “computer + console analogica” come quello capace di “contenere” gli altri due per la massima disponibilità dinamica e spaziale fornita, ho notato come nel tentativo di raggiungere il medesimo risultato con il sistema “in the box” la prima vera difficoltà sia rappresentata dal costante inseguimento della riduzione dei livelli dei singoli elementi per evitare la saturazione del bus di somma. Nonostante la doppia precisione di calcolo (elaborazione interna del processo di somma a 48 bit, quindi dinamica virtualmente infinita…) a circa i 4/5 della strada disponibile con la console analogica il sistema è prossimo al collasso. Inoltre, più il livello dei singoli elementi musicali viene ridotto per non incappare in questo problema, più la sensazione di presenza sonora tende a ridursi e la precisione dei movimenti di livello eseguiti con le automazioni si fa percentualmente più approssimativa, richiedenSOUND&LITE n. 96_2012 e con il loro posizionamento spaziale, mettendone spesso la revisione. Per chi poi è solito done in mostra sia la forte capacità di carattepreferire la tecnica della minuziosa correzione rizzazione del materiale musicale che l’abilità del livello e della compensazione timbrica utlizal rispetto delle peculiarità artistiche del matezando eq automatizzati alla compressione per riale sorgente. Dall’altro lato il sistema “in the fissare il livello delle parti vocali nei mix manbox” presenta, per i motivi opposti, una natutenendone in modo il più possibile integrale la rale propensione all’omologazione dei prodotti, naturalezza, il sistema in the box risulta di difche solo la grande abilità dell’operatore e la sua ficile approccio: per ottenere un risultato simile esperienza di utilizzo di tutte le diverse tecnialla stessa operazione eseguita utilizzando la che di mixaggio può compensare. console analogica, è stato necessario rivedere È proprio in un momento come questo, in cui completamente l’ordine di introduzione dei sinl’industria trova difficoltà ad affrancarsi da un goli elementi nel mixaggio. Se con la console processo di naturale omologazione delle scelte analogica è stato facilmente possibile mixare musicali proposte, che sarebbe necessario fare gli elementi musicali per poi eseguire tutte le uno sforzo se non nella sostanza (il contenuto operazioni di ottimizzazione del livello, di cormusicale), almeno nella forma (la parte di prorezione timbrica e di dimensionamento spaziaduzione e quindi anche la scelta delle soluzioni le della voce (perché l’headroom concessa dalla tecnologiche coinvolte), per difendere e mettere console permette di impostare dinamicamente in luce tutti i possibili caratteri distintivi del mail mixato della parte musicale senza doversi teriale sul quale operare, evitando scelte certaeccessivamente preoccupare del fatto di intromente più economiche ma di basso profilo. durre da ultimo l’elemento che nella musica Da ultimo, è necessario pop è il più significativo che si crei un sistema virdel mix stesso, il canto), La percezione conclusiva tuoso di formazione dei con il sistema in the box è che il sistema più antico, nuovi operatori al fine di è stato necessario anti- il mixer analogico, per educarli alla pratica di cipare l’ottimizzazione sua stessa natura tende tutte le tecniche di mixagdella parte vocale ad una a rispettare la dinamica fase ancora embrionale originale dei singoli elementi gio fin qui analizzate, affinché la conoscenza ed il del mix, con solo alcuni coinvolti nel mixaggio... dominio dei pregi e difetti degli elementi musicali delle varie tecnologie li metta in condizione di principali, per conservare lo spazio timbrico e ottenere ogni tipo di risultato desiderato con la dinamico necessario ad un controllo raffinato massima facilità possibile. Perché un suono o dell’operazione stessa. Successivamente sono un mixaggio stanno prima nella testa e poi, con stati introdotti gli elementi musicali secondari, l’ausilio della tecnologia, che deve essere uno utilizzati fino a non saturare lo spazio dinamistrumento, non un vincolo, prendono forma e co e rendere così necessaria una generale ridiventano realtà. duzione dei livelli con conseguente perdita di Perché abbiamo bisogno di una tecnologia presenza e estensione in banda del programma che ci trasporti in modo musicale. Lo stimolo al contenimento dinamico naturale verso le dif(compressione e limitazione ) che il sistema “in ferenze diventando, di the box” fa sull’operatore è molto pronunciato. conseguenza, stimolo Anche la gestione della profondità dello scealla nostra creatività. nario del mix e degli ambienti atti a generarne Ma ci servono anche gli i vari piani sonori, devono essere concepiti in elementi storici, tecnici, modo completamente diverso affinché il risulstrutturali e di esperientato finale tenda ad assomigliarsi. za empirica per saperne La percezione conclusiva è che il sistema più fare una valutazione all’uantico, il mixer analogico, per sua stessa naso onesta ed approfondita. tura tende a rispettare la dinamica originale E provare così a lasciare il dei singoli elementi coinvolti nel mixaggio, init nostro piccolo segno nella dipendentemente dal loro numero, nel modo alice. @ a ig storia. Come dice il saggio: migliore, e a creare la “colla” che li amalgama zzan a c o ll per essere insostituibili bisoall’interno del mix, senza che la somma interfelo gna essere diversi. risca con la natura dei vari strumenti coinvolti SOUND&LITE n. 96_2012 69 >PRODOTTO di Douglas Cole Ultrasone Signature Pro ottimale del sistema acustico della cuffia ad una percentuale maggiore di utenti. Nasce così “S‑Logic Plus”, una tecnologia che, secondo il costruttore, raggiunge proprio tale obbiettivo. ULE azienda si è concentrata sullo sviluppo e sulla commercializzazione di cuffie, implementando principi teorizzati da Körnig sulla possibilità di produrre un campo sonoro più ampio e più rea‑ listico con uno specifico design dei trasduttori e dei padiglioni. S-Logic Plus I l dott. Florian M. König ha fondato la prima azienda con il nome Ultrasone GmbH nel 1990, una “think-tank” che si concentrava sulla ricerca in compatibilità ed inquinamento elettromagnetico ed in psicoacustica, titola‑ re della registrazione di oltre 100 brevetti ed applicazioni a livello mondiale. La ricerca sul funzionamento del padiglione auricolare uma‑ no nella percezione del suono, svolta durante questo periodo, ha portato König a fondare la società per azioni Ultrasone AG. Questa nuova 70 La prima evoluzione dei progetti di König fu chiamata S‑Logic “Natural Surround”, in cui il termine “Natural” specifica che l’effetto di spazialità offerto dal sistema non deriva dall’u‑ tilizzo di DSP o altro processing. Sebbene mol‑ tissima della precedente ricerca di König trat‑ tasse l’applicazione di sistemi di driver multipli all’interno dei padiglioni delle cuffie per i canali supplementari “surround”, S‑Logic utilizzava solamente due canali ed un solo trasduttore per padiglione. La costruzione della cuffia che incorpora questa tecnologia combina un tra‑ sduttore appositamente studiato, posizionato in modo decentralizzato rispetto al canale udi‑ tivo e coperto da una piastra. L’applicazione della tecnologia è stata appositamente studia‑ ta per ogni modello, perciò con un design ogni volta diverso in base alle dimensioni del tra‑ sduttore e al tipo di cuffie (chiusa/semi-aperta, circumaurale/superaurale). In alcuni modelli, il trasduttore era addirittura quasi totalmente occluso, lasciando solo una piccola foratura tra la superficie radiante del driver e l’orecchio, oppure con forature multi‑ ple come raccordi reflex in uno schema specifi‑ camente studiato per dirigere la fuoriuscita del suono in punti precisi del padiglione auricolare. Questa tecnologia ha portato al marchio Ul‑ trasone un certa reputazione nel mercato del‑ le cuffie, nel mondo Hi-Fi in particolare, per il suono aperto e spazioso e, specialmente, per i bassi profondi ma non innaturalmente spinti. Ma, visto che non tutti i padiglioni auricolari sono uguali, la stessa cuffia poteva essere ecce‑ zionale per molti ma deludente per alcuni. Così König decise che fosse necessario sviluppare un sistema che garantisse il posizionamento SOUND&LITE n. 96_2012 L’inventore di S‑Logic non si occupa solo di acustica e psicoacustica. Infatti König è molto coinvolto negli studi degli effetti fisici e psico‑ logici dei campi elettromagnetici – atmosferici e non-naturali – sugli esseri umani. Non a caso un’ulteriore caratteristica delle cuffie Ultraso‑ ne è l’impiego di una tecnologia chiamata ULE (Ultra Low Emission) implementata sui modelli professionali che prevedono un utilizzo molto esteso nel tempo. Questa tecnologia prevede schermi in Mu-me‑ tal posizionati in modo da ridurre il flusso ma‑ gnetico a bassa frequenza che arriva alla testa dell’utente ad un livello > 90 nT (nano Tesla), quindi estremamente più basso della media di 1000 nT che, secondo Ultrasone, si trova me‑ diamente nei prodotti degli altri costruttori. In realtà, la ricerca del mondo scientifico sugli ef‑ fetti dei campi magnetici emessi da cuffie ed altri apparecchi elettronici è ancora lontana da un risultato definitivo, quindi è difficile dire se questo aspetto sia sostanzialmente solo una trovata per il marketing; d’altra parte, 50 anni fa, negli Stati Uniti c’erano medici che consi‑ gliavano in televisione specifici marchi di siga‑ retta... perciò solo il futuro ci dirà se ULE sia davvero una tecnologia prima del suo tempo oppure no. Signature Pro Questo modello, in particolare, si presenta molto bene. Arriva con un astuccio semirigido, dando subito l’impressione di una costruzione ottima e molto curata. I padiglioni e l’archetto sono coperti di pelle di “pecora etiope a pelo lungo cucito a mano”, e secondo il costruttore risulta ancora più comoda e morbida di quanto suona questa frase. Come da (buona) abitudi‑ ne Ultrasone, la cuffia è fornita con due cavi intercambiabili: uno da 3 m con un connettore Neutrik dorato fisso da 1/4” ed uno da 1,5 m con un connettore da 1/8” dorato ed angolato. I padiglioni sono realizzati con una plastica mol‑ to robusta, con marchio e modello segnati su una piastra di vetro. Pesa 300 grammi, un po’ più dei precedenti modelli professionali Ultra‑ sone, ma questo peso si ripaga in robustezza ed ergonomia. SOUND&LITE n. 96_2012 Signature Pro incorpora un driver da 40 mm placcato in titanio e con magneti al neodimio. Il driver è semi-occluso e decentrato rispetto alla forma del padiglione, mentre i raccordi verso il padiglione auricolare sono distribuiti intorno al bordo del baffle. Le caratteristiche riportate dal costruttore sono poco chiare per quanto riguar‑ da la sensibilità: è riportato un “SPL di 98 dB”, che posso interpretare come una sensibilità di 98 dB/mW, ma non viene indicata una massima potenza applicabile. L’impedenza nominale è 32 ohm, il che rende questo modello compatibi‑ le anche con sorgenti meno professionali come l’uscita audio di una semplice scheda audio di computer o altro. La banda passante riportata nelle specifiche va da 8 Hz a 42 kHz (senza una variazione citata), perciò questo modello pre‑ sumibilmente è adatto anche per i nostri amici cetacei e per i pipistrelli. Scherzi a parte, e mettendo da parte tutti gli aspetti di marketing, quando finalmente sono riuscito a strappare questa cuffia dalla testa del nostro caporedattore, ho trovato un risulta‑ to audio strepitoso. Non è la mia prima espe‑ rienza con le cuffie Ultrasone, anzi conoscevo la gamma di qualche anno fa molto bene, perciò il fatto che questo modello suoni molto bene mi sorprende poco. Essendo un modello chiuso, il famoso effetto di spazialità ed ariosità è un po’ ridotto rispetto ai miei preferiti modelli semiaperti, ma la sensazione di avere le sorgenti sonore intorno alla testa e localizzate separa‑ tamente è molto evidente, in particolare con le registrazioni binaurali. Rispetto ai modelli precedenti, invece, ho tro‑ vato le frequenze basse molto più controllate e realistiche, ed è davvero coinvolgente l’illusio‑ ne psicoacustica di sentire i suoni all’estremità bassa dello spettro sonoro nel petto. Sono assolutamente da provare, ma rischiano seriamente di causare dipendenza. Ultrasone è distribuita in Italia da: Texim Via Concordia, 6 20838 Renate MB tel. 0362 923811 – fax 0362 9238206 [email protected] – www.texim.it 71 >PRODOTTO di Michele Viola KH 120A Monitor da studio K lein + Hummel era una società dedita alla produzione di attrezzature audio, fondata poco dopo la seconda guerra mondiale da Walter Hummel, Horst Klein e Heinrich Brummanem a Wedemark, in Germania. I tre fondatori lavoravano, prima e durante la seconda guerra mondiale, nella fabbrica dell’ex WEGA, produttore di componentistica elettronica per le radiocomunicazioni poi rilevata da Sony, a Stoccarda, come disegnatori meccanici. Dopo la seconda guerra mondiale costituirono una propria azienda, i cui primi prodotti erano sistemi di misura per la radio e la televisione, per poi iniziare a produrre amplificatori audio in bassa frequenza, attualmente ancora considerati un buon boccone per collezionisti. Intorno al 1955 avviarono la produzione di sistemi Hi-Fi e dai primi anni ‘60 iniziarono la produzione di attrezzature dedicate agli studi di registrazione, attrezzature che dal 1979 sono diventate la 72 parte principale della produzione aziendale. Il 1 marzo 2005 il marchio Klein + Hummel è stato acquistato da Sennheiser, che ne ha proseguito la commercializzazione fino all’inizio del 2010 quando la linea di prodotti K+H è stata trasferita nel portafoglio di prodotti Sennheiser e Neumann. I prodotti ex-K+H sono stati divisi in due sezioni: Sennheiser prosegue con l’offerta di prodotti audio dedicati alle installazioni, mentre Neumann si occupa dei sistemi di monitoraggio professionali da studio. Uno dei progetti che si sono per primi trasformati in prodotti con il nuovo brand è il monitor KH 120A, commercializzato con il marchio Neumann. Esteticamente, KH 120A non si presenta molto diverso dal suo progenitore KH 0110 di Klein + Hummel. Migliorato sotto alcuni aspetti, sfoggia una livrea ormai di ordinanza per questo tipo di prodotto, con una scocca di alluminio SOUND&LITE n. 96_2012 pressofuso verniciato color grigio antracite. KH 120 è proposto in due versioni, con ingresso digitale o con ingresso analogico. Quello in nostro possesso, definito nella sigla del modello con la lettera A finale, è la versione analogica. All’accensione del diffusore, si illumina il marchio Neumann sul frontale che incute subito rispetto, collocando mentalmente subito il prodotto al top. Il logo frontale illuminato funge anche da indicatore di intervento del limiter; in caso di attivazione dei circuiti di protezione interni, infatti, il logo frontale si illumina di rosso, mentre rimane illuminato di luce bianca nel funzionamento normale. All’interno, il diffusore monta un cono a lunga escursione da 130 mm (5,25”) pilotato da un amplificatore in classe AB da 50 W continui (80 W di picco) per la sezione medio-bassa, mentre la sezione medio-alta monta un robusto driver da 1” con cupola al titanio, anch’esso generosamente pilotato con un amplificatore in classe AB da 50 W continui. Entrambi i diffusori sono singolarmente protetti meccanicamente da una robusta griglia metallica. Il crossover interno è costituito da una coppia di filtri del quarto ordine con frequenza di taglio a 2,0 kHz. L’elettronica interna comprende anche, oltre al limiter (duale, un circuito per ciascun finale di potenza), un filtro del primo ordine che attenua le frequenze al di sotto dei 30 Hz. La risposta in frequenza dichiarata dal costruttore si estende da 52 Hz a 21 kHz ±3 dB (da 54 Hz a 20 kHz ±2 dB). Osservando la parte posteriore del diffusore ci troviamo di fronte ad un certo numero di regolazioni. Partendo dal basso, in un incavo sullo chassis sono posizionati il pulsante on/off a fianco del connettore per l’alimentazione e un XLR per l’ingresso audio. Tra i due connettori trova posto un microswitch con quattro levette: la prima è dedicata all’accensione o allo spegnimento del logo frontale, il secondo all’attenuazione della luce dello stesso logo, il terzo non ha nessuna funzione, il quarto collega o scollega il pin 1 dell’ingresso XLR allo chassis connesso a terra tramite l’alimentazione. SalenSOUND&LITE n. 96_2012 do verso la parte alta del pannello, a sinistra troviamo tre interruttori a slitta che hanno la funzione di controllo di tono, per correggere eventuali artefatti dovuti al posizionamento del diffusore nell’ambiente d’ascolto. Il controllo sulle basse frequenze, con quattro possibilità di attenuazione da 0 dB a ‑7,5 dB per passi di 2,5 dB, è utile per compensare il carico acustico in bassa frequenza dovuto alla vicinanza di pareti e grandi superfici; il controllo sui mediobassi, anch’esso a quattro posizioni, da 0 dB a ‑4,5 dB per passi di 1,5 dB, aiuta a compensare la vicinanza di oggetti di dimensioni significative, come la console di mixaggio, mentre il controllo sulle alte frequenze può lavorare anche in esaltazione (quattro posizioni da +1 dB a ‑2 dB per passi di 1 dB) e può aiutare a correggere l’effetto di un eccessivo o insufficiente smorzamento delle alte frequenze all’interno dell’ambiente d’ascolto. Spostandoci sulla parte destra del pannello posteriore troviamo un altro commutatore a slitta, a quattro posizioni, per la regolazione del volume. Si parte dalla massima potenza, indicata sul commutatore con il valore di 114 dB, corrispondente al livello massimo di pressione sonora emessa dal diffusore, per passare ad un 108 dB, poi 100 dB e infine a 94 dB. Abbinato a questo selettore c’è anche un potenziometro rotativo che offre la possibilità di effettuare una regolazione più fine. Impressioni all’ascolto di Alfio Morelli Ho avuto la possibilità di ascoltare questi diffusori in diverse circostanze, la prima volta sul mixer di Beppe Andolina nella regia musicale della trasmissione “Panariello non esiste” poi nel mio piccolo e modesto studiolo, a confronto con altri diffusori, poi infine ho avuto la possibilità per una settimana di collegarli al mio computer dell’ufficio. In tutte e tre le situazioni le KH 120A hanno superato a pieni voti l’esame. Peccato che la mia amministrazione non mi abbia dato l’ok per l’acquisto, € 1300 li avrei spesi volentieri, per avere questa coppia di diffusori per ascoltare musica sulla mia scrivania, durante le lunghe e dure ore di lavoro. Neumann è distribuito in Italia da: Exhibo S.p.A. Via Leonardo da Vinci, 6 20854 Vedano al Lambro MB tel. 039 4984 1 – fax 039 4984280 [email protected] – www.exhibo.it 73 >PRODOTTO di Douglas Cole Martin Professional MAC Aura Presentato solo a settembre del 2011, già a fine aprile di quest’anno lo abbiamo trovato in azione in quattro importanti tour italiani. Le funzioni che questo piccolo wash a LED mette a disposizione sono tante, ma certo il suo peso ridotto ed il rapporto assorbimento/emissione luminosa sono tra le prime ragioni del suo successo. V incitore di uno dei premi PLASA per l’innovazione lo scorso anno, MAC Aura ha introdotto un nuovo concetto tra gli effetti luminosi come risultato collaterale della ricerca per la soluzione di un problema. Infatti, inizialmente, il costruttore danese ha cominciato lo sviluppo di questo proiettore ponendosi due obbiettivi principali: sviluppare un wash a LED leggero con un un’ampia gamma di zoom e rispondere alla richiesta del mercato di un wash a LED che avesse l’aspetto di un wash tradizionale quando l’apertura fosse girata verso l’osservatore, cioè un disco luminoso anziché gruppi di lenti o elementi individuali che compongono il proiettore. La soluzione trovata per soddisfare entrambi questi obbiettivi combina due elementi: una singola lente cilindrica fresnel che copre l’intero diametro della bocca del proiettore e che incorpora le 19 lenti convesse delle sorgenti principali ed una seconda serie di sorgenti originalmente progettate per l’illuminazione della lente stessa. Presto il costruttore si è reso conto che era possibile utilizzare questo secondo gruppo di sorgenti separatamente dalle sorgenti primarie per creare degli effetti veramente originali e trasformare quello che doveva essere già un wash innovativo in un proiettore davvero unico. Ma prima di parlare degli effetti “eye candy” – che nonostante il loro valore dal punto di vista di marketing si potrebbero considerare un selling point secondario per questo proiettore – parliamo del wash a LED che è MAC Aura. 74 Sorgenti e dati fotometrici Le 19 sorgenti LED responsabili della generazione del fascio di luce (i Beam LED) sono cellule di quattro componenti Osram Ostar (R-GB-W) ognuna incorporata in una singola lente primaria, in modo che la sorgente assuma un colore unico durante la miscelazione. Con tutti gli elementi luminosi alla massima potenza e con lo zoom completamente aperto (59° @ 1/10 picco; 41° @ ½ picco) il proiettore sviluppa un flusso luminoso di 3850 lm, in grado di creare un circolo di luce largo 5,7 m (1/10 picco; 3,7 m @ ½ picco) con un illuminamento di 340 lx ad una distanza di 5 m. Con lo zoom al minimo (11,4° @ 1/10 picco; 8,5° @ ½ picco), invece, e sempre con tutti i LED Beam al massimo, MAC Aura produce un flusso luminoso di 2900 lm ed un circolo di luce largo 1 m con un illuminamento di 5760 lx, sempre a 5 m. Per essere un washlight, in questa configurazione il fascio ha un bordo notevolmente definito a questa distanza, con il circolo del 1/2 picco che arriva al diametro di 75 cm. La gamma di zoom di questo proiettore è una delle caratteristiche più interessanti, passando appunto da 11,4° a 59°: una gamma che può essere coperta interamente in 0,8 secondi. Colore, dimming e shutter Il sistema di miscelazione colori dei LED Beam è RGBW in modalità non calibrata ed RGB in modalità con colori calibrati. I componenti bianchi hanno come default una temperatura colore di 5600 K, ma il proiettore incorpora un controllo della temperatura colore che permette di variarla tra 2500 K e 10.000 K. MAC Aura è preprogrammato con una “ruota colori virtuale” che include 33 colori referenziati ai filtri Lee. Gli effetti colore includono una “rotazione” attraverso la gamma di colori preprogrammati e colori random. MAC Aura offre un dimming molto regolabile quindi adatto a diverse situazioni. La curva si può variare tra lineare, square-law (con controllo più fine a livelli più bassi), inverse-squarelaw (il contrario del precedente), e con la curva ‘S’ (fine ai livelli alti e bassi, meno fine ai livelli medi). Per ognuna di queste modalità, inoltre, si può selezionare una reattività di dimming più veloce o più graduale. MAC Aura incorpora effetti stroboscopici variabili, con impulsi o flash regolari, random e burst. In modalità standard, questo proiettore occupa 14 canali DMX e le sorgenti LED dedicati all’illuminazione della lente (i LED “Aura”) vengono controllati in modo collegato ai LED “beam” ed eseguono solo questa funzione (hanno un effetto praticamente indistinguibile sul fascio di luce emesso). Questa funzione è anche ben studiata, nel senso che, quando lo zoom arriva al 90% (quasi completamente stretto), i LED Aura vengono progressivamente dimmerati in modo lineare dalla potenza assegnatagli fino a zero al massimo zoom. Movimenti e caratteristiche fisiche MAC Aura offre movimenti fino a 540° in pan e 232° in tilt, con controllo ad 8 bit o a 16 bit, anche in modalità standard. SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 Due caratteristiche fisiche sono tra gli aspetti più importanti citati dai tecnici e lighting designer che ci hanno commentato questo proiettore: il peso di solo 5,6 kg, notevolmente ridotto rispetto alla potenza luminosa, e l’assorbimento tipico di corrente di 1,1 A, che permette l’utilizzo di tante unità su pochi circuiti. Le unità MAC Aura, inoltre, sono molto compatte e si possono montare ad una distanza di 30 cm (tra centro e centro) una dall’altra. Questo piccolo proiettore è raffreddato da una ventola a rumore ridotto che può operare in modalità più o meno silenziosa secondo l’applicazione. Il pannello di controllo è sistemato, come nel piccolo MAC 101, sul posteriore della testa con il display sopra ed i pulsanti sotto l’uscita del ventilatore. L’alimentazione è universale ed autoimpostante, con connettori PowerCon in e thru. I connettori per dati sono ovviamente XLR5 in e thru, e il proiettore è predisposto per RDM. Diversamente da altri proiettori Martin, MAC Aura non è soggetto al limite di 32 apparecchi per collegamento dati in cascata; il limite è infatti di 256 proiettori o 512 canali DMX. Per chi è interessato all’utilizzo in studi televisivi, è utile sapere che la frequenza del driver dei LED Beam è di 1220 Hz e quella dei LED Aura di 4395 Hz. C’è dell’altro? Beh, sì... Utilizzando MAC Aura in modalità extended (25 canali DMX), il proiettore può trasformarsi in un effetto veramente originale. Come scritto sopra, in modalità standard i LED che illuminano la lente sono controllati in parallelo con i LED che generano il fascio, e li seguono in tutti gli effetti di shutter e di colore. In modalità extended, invece, tutti questi controlli (compresi gli effetti preprogrammati) diventano controllabili indipendentemente tra i due gruppi di sorgenti, lasciando una possibilità quasi infinita di contrasti di colore ed intensità creative. Per quanto riguarda queste possibilità, una foto vale mille parole (mentre un filmato a 25 fotogrammi al secondo vale 25.000 parole al secondo!): potete quindi guardare alcuni esempi qui sopra o un video dimostrativo a http://www.martin.it/product/popvid. asp?product=macaura. Martin Professional Italy Srl Via Delle Canovine, 46 24126 Bergamo BG tel. 035 3690911 – fax 035 362093 [email protected] – www.martin.it 75 >PRODOTTO di Douglas Cole MC E100 2 Finale di potenza L’ azienda MC2 presentò la sua prima serie di amplificatori nel 1994. Da allora, i prodotti di questo costruttore hanno mantenuto una reputazione di alta qualità e performance audio molto elevata. C’è poco da sorprendersi per questo, considerando che il direttore tecnico e co-fondatore dell’azienda è Terence Clark... l’ingegnere tra i due fratelli Clark che avevano fondato e guidato l’azienda Distribuito in Italia da: Prase Engineering S.p.A. che portava il loro (malsKritto) cognome per i Via Nobel, 10 precedenti 20 anni. 30020 Noventa di Piave VE Inizialmente resa nota per quella prima serie tel.0421 571411 fax 0421 571480 MC, che fu tra i primi amplificatori di potenza www.prase.it con controllo remoto da PC esterno, l’azienda [email protected] cominciò a produrre finali per diverse applicazioni, compresa la serie E di amplificatori leggePotenza per canale su 8 Ω ri con alimentazione in Onda sinusoidale @ 1 kHz 1150 W Musica continua [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 1300 W commutazione introdotta Musica continua [fattore di cresta 4,8 / 14 dB] 1400 W nel 2003 per il mercato del Musica continua [fattore di cresta 7,8 / 18 dB] 1480 W touring. I primi prodotti Potenza per canale su 4 Ω in questa serie, diversi Onda sinusoidale @ 1 kHz 2250 W Musica continua [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 2600 W tagli di ampli bi-canale Musica continua [fattore di cresta 4,8 / 14 dB] 2800 W ed uno quadri-canale, utiMusica continua [fattore di cresta 7,8 / 18 dB] 2900 W lizzano stadi finali in clasPotenza per canale su 2 Ω se AB, come i precedenti Onda sinusoidale @ 1 kHz 3200 W Musica continua [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 3600 W prodotti MC2. Nel 2008 Musica continua [fattore di cresta 4,8 / 14 dB] 3700 W l’azienda ha aggiunto alla Musica continua [fattore di cresta 7,8 / 18 dB] 3700 W serie un nuovo amplificaPotenza per canale bridged tore di potenza con, per 8 Ω [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 5300 W 4 Ω [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 7400 W la prima volta, uno stadio THD+N su 4 Ω finale in classe D. Questo @1 kHz, 1 dB meno della potenza max. < 0.08% modello, E90, è in grado @20 Hz - 20 kHz, 1 dB meno della potenza max.< 0.15% di erogare quasi il doppio Opzioni di guadagno 26 / 32 / 36 dB della potenza del modello Opzioni di sensibilità per potenza massima 16,0 / 10,0 / 6,0 dBu 4,9 / 2,5 / 1,5 V Opzioni di sensibilità per potenza massima in classe AB, E45, con un Risposta in frequenza, +0/0.5dB 20 – 20.000 Hz peso equivalente. Richiesta corrente, nominale @ 240 V, 4 ohm 7,0 A L’anno scorso, invece, Dimensioni 2 U rack x 428 mm MC2 ha presentato il sePeso11,8 kg Impedenza di ingresso (bilanciato elett.) 20 kΩ condo modello serie E > 60 dB CMRR agli ingressi con finale in classe D, Rapporto S/N Fattore di smorzamento @ 1 kHz / 8 Ω 76 105 dB > 400 E100. Questo modello pesa solo 220 g più di E90, ma dispone di quattro canali, ciascuno più potente dei due canali di E45. Gli amplificatori della serie E sono stati progettati specificamente per operare con sorgenti di caratteristica molto dinamica, come è facile trovare nelle situazioni di touring musicale. Gli stadi finali di potenza e di alimentazione sono costruiti per mantenere una riserva di potenza sufficiente a supportare l’amplificazione di segnali con transienti veloci e molto potenti. Il costruttore fornisce le caratteristiche di potenza degli amplificatori non solo con la potenza massima espressa per un segnale sinusoidale @ 1 kHz, ma con tre diversi segnali musicali tipici con fattori di cresta di 9 dB, 14 dB e 18 dB. Il guadagno di ognuno dei quattro canali, tramite lo spostamento di un ponticello all’interno dell’ampli, si può impostare a 26, 32 o 36 dB, mentre ogni canale incorpora un circuito indipendente per limitare la potenza in uscita – PRC (Power Reduction Control) – impostabile tramite due selettori a 0, ‑2, ‑4 o ‑6 dB. Per quanto riguarda la protezione dei componenti, questo amplificatore incorpora un limitatore della corrente di spunto e protezione termica. E100 incorpora inoltre un limitatore di corrente sull’uscita per la protezione dell’ampli e dei diffusori collegati contro corto circuito, corrente continua e segnali sub- o supersonici. Con un pulsante posto vicino agli ingressi dei canali B, C e D, i corrispondenti ingressi possono essere collegati ciascuno in parallelo con il precedente. Ogni canale dispone una manopola attenuatore sul pannello anteriore, indicatori di livello a barre LED da quattro elementi più un indicatore di limiting, un indicatore dell’inserimento del limitatore PRC, indicatori di operazione con ingressi in parallelo o canali bridged. I canali singoli possono operare con impedenza minima di 2 Ω, e fino a 4 Ω in modalità bridged. SOUND&LITE n. 96_2012 >INSTALLAZIONI Visual Show di Giulia Morelli Per la terza ed ultima tappa il pubblico si è spostato all’interno della Cattedrale situata a pochi passi dal teatro, dove lo stesso attore – Massimo Tarducci – ha interpretato una selezione dell’Apocalisse di San Giovanni, supportato dagli affreschi originali a distanza di pochi metri; un’interpretazione ricca di pathos a conclusione di un percorso che ha portato lo spettatore a vivere l’esperienza artistica con una consapevolezza ed un’intensità che può nascere solo quando la tecnologia aiuta a far rivivere l’arte. Il primo esperimento del Visual Show svoltosi nella settimana di Pasqua – dal 6 al 10 aprile – con proiezioni ad intervalli regolari durante la giornata, ha registrato fino a 150 spettatori al giorno, confermando in pieno le grandi potenzialità dello spettacolo. Questo progetto, unico nel suo genere, potrebbe rappresentare il capostipite di una serie di iniziative atte ad operare una saldatura virtuosa tra i tanti teatri storici d’Italia e gli altrettanti capolavori artistici. L’uso di nuove drammaturgie potrebbe inoltre creare nuove professionalità – soprattutto tra i giovani – in vista di un maggior utilizzo del patrimonio culturale anche come risorsa per lo sviluppo economico. Percorso sensorIale 01 a Orvieto Nasce ad Orvieto un progetto pilota per la valorizzazione del patrimonio artistico italiano, frutto dell’iniziativa del Teatro Mancinelli – oggi Teatro Stabile di Innovazione – in collaborazione con società specializzata in visual live show al servizio della cultura. I l progetto si è concretizzato in occasione delle celebrazioni per l’anniversario di Luca Signorelli, esponente di spicco del Rinascimento pittorico italiano che proprio nel Duomo di Orvieto dipinse un ciclo di affreschi raffiguranti il Giudizio Universale da cui, sembra ormai assodato, Michelangelo stesso prese spunto per il suo capolavoro della Sistina. Ed è stato proprio questo ciclo di affreschi il tema conduttore del percorso sensoriale ideato dal visual director Paolo Miccichè il quale, per la giornata di presentazione svoltasi l’11 aprile, ha pensato ad un percorso culturale a 360°. La prima tappa di questo “viaggio dei sensi” si è svolta nel foyer del teatro, dove il pubblico ha assistito ad una coinvolgente lezione dello storico dell’arte Stefano Zuffi pensata proprio come premessa alla fruizione dell’opera di Signorelli. Per la tappa successiva gli spettatori si sono riversati – con relativa sorpresa – direttamente 78 sul palcoscenico del teatro, godendo così del gioiello architettonico in stile neoclassico da un punto di vista decisamente inusuale per qualche minuto, prima dell’abbassamento delle luci e dell’avvio del vero e proprio visual show: uno spettacolo multimediale di 20 minuti durante il quale la pittura, proiettata sia sul fondale interno al palcoscenico sia sull’atipico quanto suggestivo scenario del teatro d’epoca, si è mischiata alla musica costringendo lo spettatore ad un continuo cambiamento di prospettiva al suono di un gong. Ma la fusione di linguaggi artistici non si è fermata qui: sulle parole dell’Apocalisse di Giovanni è entrato in scena un attore che ha imposto l’attenzione su di sé recitando i passi più drammatici dell’opera, mentre immagini di dannati tra le fiamme si ergevano dietro le sue spalle. La scelta del palco come punto di visione per lo spettatore è stata dettata da un’idea ben precisa: all’interno della scatola magica del teatro all’italiana, da secoli luogo deputato allo spettacolo, la platea e il palco si sono invertiti il ruolo: i visitatori sono diventati protagonisti del loro spettacolo – quello che avviene ogni volta che l’arte visiva incontra l’occhio umano – mentre la sala del teatro si è fatta, a sua volta, “Palcoscenico della Città” e dei suoi tesori artistici. SOUND&LITE n. 96_2012 Chiediamo a Paolo Miccichè, come ideatore del progetto, un consuntivo di questo primo esperimento. “Partendo dal prototipo di Orvieto – spiega Paolo – si è avuta la conferma che la ‘visione’ emotiva ma anche analitica, attuata dal Percorso sensoriale, ha permesso al pubblico sia di orientarsi nella visita della Cappella di San Brizio, sia di osservare da vicino l’opera di Signorelli con particolari normalmente non percepibili, a maggior ragione nella frettolosa visione turistica. Il tutto è stato amplificato e ‘fissato’ nello spettatore attraverso l’uso fondamentale della musica, strumento particolarmente adatto a permettere una fruizione immediata e linguisticamente universale, evitando così molte delle altrimenti necessarie premesse storico-artistiche”. Come si svolgeva lo spettacolo? Il pubblico, dopo aver visto dalla platea la sala del teatro illuminata, era invitato a salire sul palcoscenico dalla porta di servizio: già questo creava un forte impatto straniante per chi vi si trovasse per la prima volta. Con l’arrivo del buio partiva il Visual Show in cui una serie di immagini, le più didattiche, si avvicendavano in retroproiezione sul fondale di PVC e, in una sintesi più “artistica”, proiettate direttamente SOUND&LITE n. 96_2012 sui palchi e sulla sala del teatro. Questa alternanza di superfici costringeva lo spettatore a girarsi più volte a 180° e quindi a partecipare attivamente al Percorso sensoriale. Come si è ritrovato da regista d’opera a visulizzatore di nuove forme espressive? Il mondo della percezione si aggiorna continuamente, nelle case abbiamo non solo l’home theatre ma anche strumenti come la Wii oppure i sempre più virtuosistici videogiochi. Nel contempo però la nostra capacità di attenzione si è molto ridotta. Spettacolarizzare la grande cultura visiva italiana è quindi una vera e propria forma di “teatro”, a mio avviso perfettamente coerente con chi si dedica, come me, anche a regia e visual direction nel campo operistico. Nell’oera ho portato questo linguaggio tecnologico ma anche molta arte visiva, avendo la musica come base; in questo caso l’arte visiva è la base e spetta alla musica aiutare ad ottenere una fruizione più “verticale”. Immutabile invece c’è il teatro che rimane protagonista quale padrone di casa. Enrico Paolini, direttore del Teatro Mancinelli, come si trova in questo scambio di ruoli? Il pubblico non più in sala, la sala che riceve proiezioni, la drammaturgia che diventa quella delle opere d’arte visive... forse una nuova idea di funzione del teatro all’italiana? Il Teatro è da sempre centro culturale delle città; in questo caso diventa un vero e proprio “palcoscenico della città”: il teatro presenta e fa rivivere un’opera d’arte, un monumento della propria città. Assume quindi una funzione certamente didattica ma soprattutto turistica. Una nuova funzione che potrebbe diventare centrale nel riutilizzo, o nel miglior utilizzo, dei moltissimi teatri storici di cui è ricca l’Italia e soprattutto nello sviluppo del cosiddetto “turismo culturale” sul quale si sta incentrando il dibattito per il rilancio della nostra economia. 79 >INSTALLAZIONI di Mike Clark The House of Dancing Water Spettacolo residente al City of Dreams Resort a Macao, in Cina Il Senior Sound Engineer ci racconta i dettagli tecnici dell’impianto audio di questa megaproduzione. F ondato nel 2000 dal produttore e direttore artistico Franco Dragone (emigrato dalla provincia di Avellino in Belgio negli anni ‘50 con la famiglia), il Franco Dragone Entertainment Group, con sede in Belgio, ha l’obiettivo di produrre gli show più spettacolari del mondo, fondendo musica, danza, arte circense ed effetti speciali. Ad oggi oltre 55 milioni di spettatori hanno assistito ad una delle sue produzioni, compreso A New Day, lo show di Celine Dion che ha registrato il tutto esaurito a Las Vegas per cinque anni, e The House of Dancing Water, uno spettacolo che va in scena in un teatro costruito ad hoc al City of Dreams Resort di Macao. Ed è proprio in quest’ultima location che si trova un altro italiano, Corrado Campanelli, un nome che i nostri lettori più attenti ricorderanno (fu intervistato come fonico FoH nel teatro della Costa Concordia prima della sua crociera inaugurale). Campanelli spiega l’iter professionale che lo ha portato dall’altra parte del mondo: “Mentre studiavo legge ai Napoli, approfondivo la mia passione per l’audio, lavorando come fonico in vari teatri locali, per poi intraprendere nel 2001 la carriera con la Costa, lavorando inizialmente come fonico FoH, per poi arrivare ad essere consulente tecnico e coordinatore per la Costa Cruise Lines (Carnival Corporation), sound designer e programmatore LCS, nonché responsabile della formazione e la supervisione dei tecnici del suono e degli aspiranti capotecnici”. Nel 2007 Campanelli si è trasferito a Londra, lavorando prima alle Fairfield Halls come tecnico del suono, poi riprogrammando il suono surround del planetario ed infine occuparsi degli effetti audio e video del museo delle cere 80 SOUND&LITE n. 96_2012 di Madame Tussauds. Nel frattempo lavorava anche come freelance con live band, teatri ed eventi corporate. Da anni grande appassionato delle produzioni del Cirque du Soleil e di Franco Dragone, quando ha saputo del progetto a Macao, tramite il sito di Dragone, si è subito presentato e nel giro di poco tempo ha fatto i primi colloqui. “Ero 1 tornato in Italia per fare il sound design e la programmazione degli show su una nuova nave da crociera quando mi arrivò una telefonata per un colloquio finale – ci racconta – e dopo poco avevo un’offerta con un contratto! Per quanto riguarda il mio ruolo a Macao, è quello di Senior Sound Engineer; sono in sede dal settembre del 2009 e, facendo parte dello “start-up team”, ho programmato buona parte dell’impianto, processori, comunicazioni, console, ecc.”. Prima di spiegare nel dettaglio in cosa consiste il lavoro di Campanelli, è d’uopo una breve SOUND&LITE n. 96_2012 descrizione dello spettacolo e dell’imponente struttura che lo ospita. Ideato dalla mente creativa di Dragone e diretto personalmente da lui, lo spettacolo è stato allestito ad un costo di oltre 190 milioni di euro. La squadra di produzione comprende un altro italiano molto noto, il direttore artistico e coreografo Giuliano Peparini, che aveva già collaborato con Dragone nel 2005 per la creazione di Le Reve, uno dei più grandi spettacoli di Las Vegas. La storia, prendendo ispirazione dalla cultura cinese, in particolare le “sette emozioni” del confucianesimo, racconta di un paese fantastico senza tempo in cui regna la magia della natura. Il capolavoro, che unisce talento artistico, forza fisica ed effetti speciali, finisce con il trionfo dell’amore sulle forze maligne dell’odio. Un teatro da 2000 posti con il pubblico seduto a 270° intorno al palcoscenico/piscina ospita lo spettacolo acquatico permanente più grande 1_ Altoparlante subacqueo Lubell. 81 >INSTALLAZIONI 2 2_ Corrado Campanelli, Senior Sound Engineer della produzione. 3_ La nave. 4_ Il palco visto da sopra l’imponente grid. 5_ Il “Lampadario umano”. del mondo. La piscina – profonda 8 metri – contiene circa 14 milioni di litri (oltre cinque volta una vasca olimpionica), ma un sistema di 11 ascensori idraulici può trasformarla in un palcoscenico in meno di un minuto. L’automazione al servizio dello spettacolo è impressionante e comprende 130 argani e 45 paranchi che muovono elementi scenografici come “la nave”: tre alberi da veliero alti 12 metri, dai quali si lanciano gli acrobati. 3 82 Oltre ai settanta membri del cast ed ai settanta tecnici, la squadra del teatro coinvolge altre sessanta persone. Ventotto sommozzatori manovrano la scenografia e accompagnano l’entrata e l’uscita degli artisti in acqua. Garantire un’esperienza audio all’altezza dello spettacolo non era un’impressa facile (oltre al rumore dell’acqua delle 240 fontane e degli automatismi, c’è anche un gruppo di scatenatissimi motociclisti che eseguono acrobazie mozzafiato!). Campanelli continua: “La società californiana che si è occupata della progettazione del sistema audio è Thinkwell Group, di cui François Bergeron e Vikram Kirby sono i due sound designer che hanno firmato alcuni dei più grandi show del mondo. L’installazione è stata effettuata da Solotech di Montreal, una ditta che ha installato gli impianti di quasi tutti i teatri di Las Vegas, e lavorare con queste persone è stato per me il lato più esaltante di questa avventura”. Ma veniamo all’impianto – un sistema a 200 canali con surround a 360 gradi, capace di assicurare ad ogni spettatore un’esperienza unica – il cui progetto doveva combattere la distorsione del suono che rimbalzava sulla superficie dell’acqua, unendo ad un riverbero ridotto una diffusione estremamente direzionale. Il sistema principale è prevalentemente Meyer Sound, con l’impianto FoH gestito tramite Meyer LCS, Matrix3, software CueStation, superficie di controllo CueConsole ed uno Yamaha M7CL‑48. Le sedute vengono coperte da 248 diffusori. Ci sono otto array di sette Melodie come sistema main, 15 Sub HP‑600, otto SB‑2 come front-fill a lunga gittata, 32 MM‑4XP per le sedute sotto la galleria, mentre 24 UPJ‑1P appesi sopra palco e pubblico sono integrati con altri sistemi per la gestione generale del riverbero. Il sistema surround è diviso in tre livelli e comprende 23 CQ‑2, 32 UP Junior, 43 UPM‑1P e 2 UPQ‑2P. Un SB‑2 funge da monitor sul palco e 12 UPJ‑1P per effetti e monitoraggio. Il sistema Meyer Sound VRAS (Virtual Room Acoustic Simulator) è il cuore del sistema di architettura elettroacustica e aggiunge uno strato di riverbero tramite 32 microfoni sparsi per il teatro, dando l’impressione di un riverbero naturale. Con LCS SpaceMap si riesce ad inviare il suono ovunque nella sala, creando ad esempio l’effetto di un aereo che vola da una parte all’altra o facendo suonare certi strumenti sopra o dietro al pubblico. Il suono della band e le sequenze registrate sono trasportati in analogico e protocollo 4 MADI ai preamplificatori RME Micstasy e RME MADI Bridge nella sala rack, per poi essere splittati ai Matrix3 per il FoH e la console monitor DiGiCo CSD5 per la band, i musicisti della quale controllano il sequencer. Campanelli continua: “Il team audio è composto da sei persone, un Head of Sound, responsabile della supervisione di tutto l’impianto e del dipartimento che opera anche sulla console FoH, un’assistente, anche lei operatrice FoH, un Senior Sound Technician che opera FoH e monitor e si occupa dei musicisti, l’editing della programmazione di console, interfaccia e processori. Tre Sound Technician che, oltre ad operare la console monitor, si occupano di tutto l’impianto RF, microfoni, IEM, IFB (Interruptible Feedback; il sistema di comunicazione e cueing dal regista o show-caller ai performer – ndr) e comunicazioni wireless. Oltre a lavorare a rotazione sulle console, siamo tutti coinvolti nella manutenzione e nello sviluppo dell’impianto. Negli spettacoli di questo tipo e di queste dimensioni, il dipartimento audio è solitamente responsabile di tutti gli impianti ‘SVC’ (Suono, Video e Comunicazioni) senza contare che nel nostro caso c’è anche tutto l’aspetto subacqueo, che comporta 36 speaker, decine di telecamere e le DiveCom, che costruiamo noi in officina”. 5 SOUND&LITE n. 96_2012 SOUND&LITE n. 96_2012 83 >INSTALLAZIONI Per avere un’idea dell’enorme dimensione della struttura, tra audio, rete, comunicazione e video, si pensi che nella stanza dei patch ci sono oltre 3000 linee! “L’impianto di comunicazione Riedel Artist – dice Campanelli – è stato per me una delle scoperte più sorprendenti, ha completamente cambiato la mia concezione di impianti intercom, ed è diventato una mia ‘creatura’. Dopo un corso di training intensivo, ho passato settimane ad installare e programmare da zero tutto il sistema intercom, che consta di 128 porte in/ out tra analogiche e digitali, distribuite su tre matrici, rispettivamente da 64, 32 e 32, interfacciate via fibra, alle quali sono collegate oltre 50 postazioni digitali a cavo, 48 wireless pack Telex ed una ventina di IFB Sennheiser. “Le porte GPIO (8IN/8OUT) mi consentono anche di remotare altri device come LCS, Constellation e DME e quindi – volendo – di triggerare le cue per i cambi di mixaggio FOH dal pannello intercom. Usando le porte GPIO ho fatto una piccola interfaccia che consente all’impianto intercom di collegarsi con le nostre Motorola TetraRadio triggerando il ‘push to talk’. Anche il batterista ha apprezzato la flessibilità dell’impianto Riedel: ho collegato il suo microfono alla matrice e, tramite due pedali che ho modificato per lui, può scegliere il canale su cui parlare - il resto della band, fonico monitor oppure Stage Manager. Anche le comunicazioni subacquee sono collegate al sistema Riedel”. 6_ Rack Telex radio intercom BTR800. 7_ Rack matrici digitali Reidel Artist. Durante i dieci spettacoli settimanali, Campanelli lavora alla console FoH oppure a quella monitor, facendo a turno con i suoi colleghi 6 84 7 per diversificare la routine. La sala monitor è dotata di una DiGiCo D5 come main console e due M7CL, una dedicata ai talkback ed ai vari segnali utility, mentre l’altra è completamente dedicata al mondo subacqueo (con 36 diffusori Underwater della Lubell). Riguardo al lavoro alla console FoH, Campanelli continua: “La postazione FoH è ottima. Grazie al grande lavoro di system design e tuning, la copertura del suono è estremamente omogenea. Anche se lo show è molto automatizzato – ci sono più di 120 input da gestire – i gruppi sono tutti manuali, come anche la quantità di riverberazione nella sala (tramite Constellation). Noi operatori siamo tutti qui dall’inizio... ciò significa 630 spettacoli, oltre un anno tra allestimento e prove! Conosciamo quindi la direzione in cui i progettisti ed il compositore volevano andare per ogni brano e riusciamo a mantenere integro il sound design. Oltre alla componente umana dei musicisti, un’altra grande variabile è l’acqua: le fontane ed i giochi d’acqua possono essere molto rumorosi ed i tre anelli di surround sono molto utili per compensare. Per il numero di motociclismo acrobatico, le moto sono microfonate con dei DPA, per riprendere il suono dei motori che entrano ed escono dalla zone centrali dello spettacolo e ci divertiamo ad usare le ‘space map’ per dare ancora più impatto”. Quando ci sono rallentamenti o modifiche fatti al volo durante lo spettacolo, i quattro musicisti (visibili dall’auditorium, ma dietro una vetrata ed ognuno in una zona acusticamente isolata) sono in costante contatto con il direttore di palco, che può richiedere in ogni momento di accorciare o allungare la musica. Conclude Campanelli: “Per questo motivo, avendo diverse tracce registrate, è stato fondamentale l’apporto di Ableton Live, programma che consente di ‘loopare’ in battuta sezioni di musica. Per questo è importante l’apporto anche dei touch panel Lemur, in questo modo, con un’interfaccia che ho sviluppato su misura per questo show, i musicisti hanno accesso immediato a qualunque sequenza, loop di emergenza ecc., che consente loro di adeguare la tracce preregistrate al nuovo scenario musicale senza perdere il ritmo. È affascinante vedere come così tanti operatori e tante macchine si adeguino alla situazione senza che nessuno si accorga di nulla!”. SOUND&LITE n. 96_2012 ® >TECNOLOGIA il duty-cycle anche tramite questo parametro. Se il segnale d’ingresso Vx è variabile nel tempo, anche il duty-cycle del segnale uscente dal modulatore sarà quindi variabile in proporzione (figura 4): ρ(t) = A di Michele Viola 86 Il modulatore PWM La modulazione PWM è ottenuta comparando il segnale d’ingresso (modulante) con un’onda triangolare (figura 2). L’uscita del comparatore è un segnale binario (a due livelli) il cui valore medio è proporzionale al segnale in ingresso. Osservando la figura 3 è immediato ricavare – dalla similitudine tra i triangoli tratteggiati in rosso e in verde – che, con Vx costante, il duty cycle ρ è direttamente proporzionale a Vx: Ton Vx =ρ = T Vp In cui T è il periodo dell’onda triangolare. Nella figura 2 ho esplicitato l’ampiezza picco-picco Vp dell’onda triangolare come ingresso del corrispondente generatore perché, come mostrerò più avanti, può essere comodo poter controllare SOUND&LITE n. 96_2012 V1 Vx(t) Vp La tensione sul carico sere contemporaneamente in conduzione. Un amplificatore siffatto può riprodurre solamente segnali a due valori (alto o basso); per poter utilizzare tale dispositivo al fine di amplificare un segnale analogico, occorre trovare il modo di riprodurre segnali variabili con continuità tramite appropriate forme d’onda di tipo on-off. Per questo si può utilizzare una tecnica detta modulazione a larghezza d’impulso (PWM – Pulse Width Modulation). Tramite il modulatore PWM, l’ampiezza di un segnale analogico in ingresso è utilizzata per controllare il duty cycle del segnale (binario) di controllo per gli interruttori. Vx A valle degli interruttori finali (figura 1) l’andamento della tensione sarà dunque una riproduzione “amplificata” del segnale PWM uscente dal modulatore. Il segnale immediatamente a monte del filtro passa-bassi in uscita nello schema di figura 1 è un segnale a due livelli variabile tra +VS e ‑VS, che sono le tensioni di alimentazione positiva e negativa. Naturalmente, soprattutto per i dispositivi di potenza elevata, è bene che il segnale uscente dallo stadio finale non raggiunga il carico così com’è, perché l’elevato contenuto di energia in alta frequenza introdotto dalla modulazione potrebbe danneggiare l’altoparlante. Per questo, tra l’amplificatore e il carico è solitamente interposto un filtro passa-basso, così da attenuare opportunamente le componenti spettrali al di fuori della banda audio. Supponendo che la frequenza massima nello spettro del segnale d’ingresso vx(t) sia molto minore della frequenza di commutazione 1/T (1/T è la frequenza dell’onda triangolare), si può pensare che il filtro estragga il valor medio (variabile nel tempo “lentamente” rispetto a T: questa è un’ipotesi di quasi-stazionarietà) dal segnale PWM di potenza. A valle del filtro d’uscita risulterà quindi: vu(t) Vu0(t) = Ton · VS T FILTRO P.B. Vu 1 α= Vp −VS figura 2 GENERATORE DI ONDA TRIANGOLARE − Vtr COMPARATORE Vu + Vp Vx figura 3 Vtr +Vp/2 Vx T −Vp/2 Vu 1 (on) 0 (off) Ton T figura 4 Figura 1_ Lo stadio finale di potenza in classe D. e, ponendo: Ton ρ= = α · vx T V2 PWM Il segnale Vu uscente dal modulatore PWM può essere direttamente utilizzato per pilotare i finali di potenza. Naturalmente, per evitare malfunzionamenti, il segnale di controllo Vx non deve superare in ampiezza i limiti (picco-picco) dell’onda triangolare. grandissime linee, la potenza sul carico di un amplificatore di potenza è controllata tramite uno o più elementi attivi (transistor) posti in serie al carico stesso, elementi attivi che realizzano una caduta di tensione variabile con il segnale di ingresso. Essendo tali elementi attivi percorsi dalla corrente d’uscita, sono spesso costretti a dissipare una potenza rilevante. Questo si traduce, a parte il consumo in termini di energia elettrica, in componenti e dissipatori di dimensioni significative e di peso altrettanto significativo. Ciò è vero soprattutto per i trasformatori di alimentazione e per i dissipatori di calore sui finali di potenza, che determinano una buona parte del peso di un amplificatore di potenza in classe AB. La configurazione in classe D può attenuare molto questo problema. Lo stadio di potenza di un amplificatore in classe D è costituito in linea di principio da due transistori che funzionano come interruttori, connettendo il carico alternativamente al positivo o al negativo dell’alimentazione (figura 1). Quando uno degli “interruttori” finali è in conduzione viene attraversato da tutta la corrente d’uscita, che può essere anche elevata, ma la tensione ai suoi capi è virtualmente nulla; quando invece lo stesso interruttore è aperto si trova ai suoi capi l’intera tensione di alimentazione ma la corrente che lo percorre è virtualmente nulla. Quindi, almeno teoricamente, nessuno dei due transistori finali dissipa alcuna potenza. Naturalmente i due interruttori non possono es- figura 1 +VS CARICO Amplificatori in Classe D 1° PARTE Figura 2_ Il modulatore PWM. si ottiene: Figura 3_ Controllo PWM con Vx costante. vu(t) = αVS · vx(t) Figura 4_ Controllo PWM con Vx sinusoidale. SOUND&LITE n. 96_2012 87 >TECNOLOGIA Principali cause di distorsione Purtroppo, l’architettura finora descritta è fortemente portata alla distorsione, principalmente a causa delle imperfezioni nella regolazione della tensione di alimentazione ed agli inevitabili errori nella determinazione degli istanti di commutazione. La tensione d’uscita, infatti, è direttamente proporzionale alla tensione di alimentazione VS, per cui ogni instabilità nell’alimentazione si ripercuote direttamente sull’uscita; in altre parole, le variazioni della tensione di alimentazione dovute, ad esempio, alla variabilità della corrente fornita al carico vengono tradotte immediatamente in distorsioni del segnale in uscita. Anche le instabilità della sezione di alimentazione per se stessa, come il ripple residuo, si manifestano in uscita sotto forma di rumori e ronzii. Gli effetti di un disturbo sull’alimentazione si possono attenuare con uno schema in retroazione come quello di figura 5 che, tra l’altro, può contribuire a compensare altre non-idealità del sistema (resistenza d’uscita non nulla, non idealità della rampa...) Lo schema in retroazione rende però necessaria un’attenta analisi della stabilità del circuito, cosa che può risultare tutt’altro che semplice, dato che la catena contiene elementi fortemente non lineari come il modulatore PWM e la rete di commutazione. Studiare la linearità e la banda passante in termini di funzione di trasferimento, infatti, significa, più o meno implicitamente, considerare piccole perturbazioni e lavorare su un modello linearizzato. Per linearizzare una funzione (anche per piccolissime variazioni) occorre che tale funzione sia differenziabile. Questo sicuramente non è il caso del modulatore PWM, che contiene dei comparatori e degli interruttori che funzionano on/off, almeno per quanto riguarda il modello ideale. figura 5 VS Vx V1 RETE DI COMMUTAZIONE PWM V2 FILTRO P.B. Vu The Sound of Broadcast RETE CORRETTRICE − + Va Figura 5: Schema in retroazione. Se hai bisogno di trasmettere l’emozione del tuo prossimo evento che si tratti di un evento sportivo o di un’opera... segnale PWM dovrebbe coincidere con lo spettro di frequenza del segnale di ingresso Vx. Se, ad esempio, Vx fosse sinusoidale di frequenza fa, comparirebbe nello spettro una riga a frequenza fa e alcune righe intorno ad fc ed ai suoi multipli. La variazione nel tempo di VS corrisponde invece per V2 ad una modulazione di tipo AM, che nel dominio delle frequenze si manifesta in maniera molto simile al caso di Vx variabile, cioè con la comparsa di bande laterali intorno alle righe a frequenze multiple di fc oltre a componenti in bassa frequenza. In pratica, le componenti in bassa frequenza si possono facilmente estrarre dal segnale PWM con un semplice filtraggio, se fc è sufficientemente elevata, mentre le componenti (distorsive) dovute alle variazioni di VS vanno più possibile limitate all’origine. ... Audio-Technica è pronta. C M Y CM MY CY CMY K BP4027 Nel prossimo numero proseguiremo analizzando le ipotesi e le tecniche utilizzate per rendere più agevole il filtraggio in uscita e, in definitiva, per limitare la distorsione. BP4029 BPZ-L Lo spettro di frequenze Se VS e Vx sono entrambe costanti, la tensione V2 a monte del filtro d’uscita è un segnale periodico con fondamentale fc =1/T (figura 3), per cui lo spettro è formato da una serie di righe equispaziate, a frequenze multiple intere di fc. Se Vx varia nel tempo viene modulata la larghezza degli impulsi (figura 4), che nel dominio delle frequenze corrisponde ad un “ispessimento” delle righe intorno ai multipli di fc, oltre alla comparsa di componenti in bassa frequenza. Lo spettro di frequenza in banda audio del 88 BPZ-M Lasciaci essere i fornitori del tuo prossimo evento al miglior rapporto prezzo/qualità esistente nel mercato! Riferimenti [1] Bruno Putzeys: Digital Audio’s Final Frontier http://www.spectrum.ieee.org/WEBONLY/publicfeature/mar03/ dig.html [2] appunti dalle lezioni di Elettronica Industriale del prof. Fabio Filicori - Bologna 2001 [3] Ronan Van Der Zee: High Efficiency Audio Power Amplifiers; design and practical use - ISBN 90-36512875 SOUND&LITE n. 96_2012 Distribuito in esclusiva per l’Italia da: Via Nobel, 10 - Noventa di Piave - Venezia Tel +39.0421.571411 Fax +39.0421.571480 www.prase.it - email : [email protected] >TECNOLOGIA La mia (console) è sicuramente migliore! È sempre un brutto colpo al cuore quando la “propria” console, dopo anni di lavoro fedele e indefesso, ti tradisce con un minuscolo bug. Ma quando la sbandata viene aggiustata, allora il grande amore diviene ancor più grande. Non sparate sul pianista! Un giorno stavo “girovagando” su un blasonato forum di settore tipicamente “lucista” (non era nostrano, ci tengo a precisarlo!), quando mi sono imbattuto in una sentenza di un commentatore ad un post relativo alle console luci che mi ha colpito alquanto. Il testo recitava letteralmente quanto segue: “Se siete convinti che la console luci che utilizzate sia in assoluto la migliore al mondo (a dispetto di tutte le altre che fanno schifissimo) troverete ancor più appagante adottare un cagnolino; lui almeno vi saprà ricambiare anche affettivamente”. Ho trovato la cosa alquanto divertente e molto “profonda” allo stesso tempo. Il post in questione era stato “aizzato” da un misconosciuto super-user di console “X” che motivava l’indecenza di tutte le altre console esistenti, attraverso un minuzioso incidente probatorio che ne definiva la superiorità, con tanto di tifoseria pedissequa e controparti che cercavano invano di dimostrare il contrario. Un perfetto esempio di: “tutto il mondo è paese”. Non voglio noie nel mio locale di Aldo Visentin 90 Fa sorridere molto quella speciale tipologia di schede tecniche che ogni tanto ri-appaiono (come per magia) e che si contraddistinguono più per i “commenti” che per il vero e utile contenuto, ossia la lista di materiali disponibili dal service di turno. Il caso più emblematico ed eclatante mi capitò quando la scheda tecnica di “ritorno” proponeva quanto segue: Richiesta – 40 proiettori motorizzati modello SPT – 1 Console di controllo modello CC Disponibilità – 40 proiettori motorizzati modello SPR - il modello SPT non si trova nelle vicinanze – 1 Console di controllo modello AA - Il modello CC non è una console “standard“ Quando si noleggia su piazza, è molto raro trovare un service avente a disposizione sullo scaffale lo stesso materiale del rider tecnico, quindi ci si prepara ad adattare la cosa. Questo tipo di lavoro risulterà molto più giustificato e gratificante se le differenze sono giustificate dai validi motivi commentati. La console non “standard” è un valido motivo (per esempio). Ergo devo imparare ad usare la console standard. Sì, ma qual è? Di fatto ci sono “molti” standard a seconda della posizione geografica, della storia e della cultura. Se poi ci mettiamo che ogni standard elide categoricamente tutti gli altri standard, allora devo imparare a menadito una quantità minima di cinque o sei console. La cosa farebbe di me un operatore molto dotato. La domanda che di conseguenza sorge spontanea è: “mi sarebbe poi riconosciuta la SOUND&LITE n. 96_2012 cosa in maniera adeguata?”. Già, perché essendo ogni standard “assoluto” (quindi ne esiste uno ed uno solo per ciascuno) non serve conoscere altre console al di fuori di quella standard di turno. Quindi come operatore e programmatore dovrei costare nella media dei programmatori standard per la console standard. Chiaro, no?! I Buoni i Brutti e i Cattivi Un simpatico amico e collega un giorno mi disse che un bravo programmatore e operatore dovrebbe conoscere molto bene le console più utilizzate e non forzare il service a comprare o sub-noleggiare l’unica console che sa utilizzare. La cosa mi parve sensata. Il problema è che esistono molte (troppe) console, spesso alquanto sofisticate, per le quali servono anche anni di “pratica” per farle proprie. Inoltre il mondo delle console non è fermo ma in continuo movimento. Un lavoro senza sosta, di fatto. Nella realtà succede il contrario, ossia che ciascun operatore (molto spesso) utilizza un solo tipo di console, che diventa l’unico vero oggetto di cui si fida e che fornisce strumenti e sicurezza necessari che “altri” non forniscono. La questione diventa allegorica quando taluni ottusi operatori, nel portare avanti il proprio vessillo a tutti i costi, denigrano ciecamente tutte le altre console (e i colleghi di conseguenza). Ahimé questo succede ancora nel 2012 (prevedo anche oltre) e tutto questo non ci fa onore (vedi caso sopra descritto). Unica attenuante è che non tutte le console vanno d’accordo con qualsiasi operatore e viceversa. Di questo già ne parlammo, proprio in questa sede, ed effettivamente non mi sento di biasimare alcuni operatori “caduti sul campo” a causa di bizze strane da parte di console inspiegabilmente ribelli o restie al lavoro. Confesso mio malgrado, che anche a me è successo di incontrare una console a cui “non piacevo” e la cosa non è rassicurante affatto. Per il bene di tutti (soprattutto della console) la evito. Uno speciale encomio lo vorrei invece dedicare (visto che pure io ci sono passato) a tutti coloro che, per “quieto lavorare”, si sono dovuti sciroppare la console che proprio mai avrebbero voluto utilizzare. Quella che solo a vederla da spenta ti viene voglia di richiuderla nel case; quella che appena provi a schiacciarne un tasto già ti sembra di aver sbagliato o, peggio ancora, quelle che, essendo sono molto vecSOUND&LITE n. 96_2012 Get your wings! MA onPC Command Wing è la grandMA2 che tutti aspettavano! Una perfetta soluzione pratica e conveniente per il grandMA2 onPC. • E’ ideale per chi viaggia in tour o chi necessita di flessibilità e semplicità; • Perfettamente compatibile con le console grandMA2; • 2,048 parametri: espandibile tramite MA Port Node onPC/onPC Pro • Leggera, resistente e maneggevole: piccolissima! Pesa solo 6 Kg; • Plug and play via USB: è sufficiente connettersi al proprio noteboook; • Integrazione senza limiti ai sistemi grandMA2. La nuovissima estensione MA onPC Command Wing è perfetta per chi lavora in tour in tutto il mondo, per chi gestisce una piccola attività o un teatro, per chi desidera da tempo unirsi alla grande famiglia MA, oppure per chi semplicemente stia cercando un sistema di backup grandMA2 facile ed intuitivo. La nuova MA onPC Command Wing – basta connettere via USB il tuo notebook con installato il grandMA onPC. Siamo anche su facebook cerca malightingitalia! Distributore unico per l’Italia Molpass srl · www.molpass.it Aperti i corsi di formazione 2012 vai al sito molpass oppure scrivi a [email protected] 91 >TECNOLOGIA chie, prima impari a conoscere quello che non sono in grado di fare e poi quello che ne rimane per programmare. Un vero Far West... Certo che districarsi in questo mondo di tecnologie avverse diventa un po’ complicato, sia per chi le utilizza e sia per chi le noleggia. Molto spesso ho incontrato persone che mi hanno posto le più svariate domande sulla questione, tipo: “Che console mi consigli?”, “È vero che questa console è migliore di quest’altra?”, “Tu che console usi?” e “Per lavorare che console devo imparare ad usare?”. Come sempre (per non sbagliare) in questi casi così complicati, la risposta che meglio si adatta è “Dipende”. La console deve “servire” l’ambito di lavoro cui ci si affaccia. Gli ambiti non sono tutti uguali quindi si deve analizzare la tipologia di lavoro che si affronta per determinarne le reali necessità. Dopo di ciò si analizzano i prodotti presenti nel mercato (ce ne sono per tutti i gusti e per tutte le tasche) per trovare quello che meglio si adatta alle proprie esigenze. È dannoso acquistare una console luci di classe molto alta se poi la si utilizza solo in minima parte, e viceversa (ho visto cose che voi umani non potreste immaginare...). Le console luci, normalmente, si utilizzano nell’ambito delle attività di service o si noleggiano a produzioni terze, oppure, a volte, entrambi i casi;. Altre volte, sono utilizzate nelle installazioni fisse di vario genere (tra cui i te92 atri). Queste prerogative determinano in maniera pesante la scelta della console. La tipologia e la quantità di proiettori che è necessario controllare rappresentano un altro elemento importante da considerare nella scelta di un controller adeguato. La console può essere anche di proprietà dei singoli professionisti, che vendono la propria consulenza e il proprio lavoro di programmazione unitamente al noleggio della propria console. Anche costoro è opportuno che scelgano i propri strumenti in funzione del tipo di show business in cui si trovano ad operare, e non necessariamente questi corrisponderanno sempre con le console di moda. Non meno importante da considerare è l’ergonomia della console. Per ergonomia intendo non solamente quanto concerne gli aspetti hardware (tasti, fader, monitor ecc), ma soprattutto il software. Tutto ciò è puramente soggettivo e prescinde dalla bontà del prodotto. Non è segreto che console super-utilizzate per le loro peculiari caratteristiche “non incontrano” il favore di tutti a causa della forma mentis insita nel software. Ciò, tuttavia, non fa di queste delle cattive console. Giù la testa! Come operatore, programmatore e quant’altro (così dicono...), di fronte ad una così vasta e variegata tipologia di servizi che si possono offrire, mi sono trovato in molte occasioni a valutare dove fosse meglio investire il mio tempo in formazione e conoscenza degli strumenti di lavoro. La mia personale opinione è che se si desidera offrire uno spettro di servizi è indispensabile conoscere più di una console. La mia testa oggi ne regge tre, (non di più!), dove non c’è “prima, seconda e terza”; c’è semplicemente quella che meglio si adatta quando serve. È indubbiamente un lavoro continuo, che si evolve sempre e che porta via molto tempo, ma contemporaneamente molto appassionante. Ne approfitto infine per farmi qualche simpatico “nemico” ricordando ai console-fobici monogami che NON esiste la console ideale e migliore a dispetto di tutte le altre (e di tutto ciò mi spiace, non ci posso far nulla). Un tradimento ogni tanto può fare bene, visto che si tratta di “mere” console. SOUND&LITE n. 96_2012 >TECNOLOGIA Mezzogiorno di Suono 1° PARTE legno lamellare; T60 da 6,5 a 10 s: chiese moderne in vetrocemento; T60 da 10 a 15 s: cattedrali; T60 oltre 15 s: grandi cattedrali gotiche, cattedrali con ampie cupole. Il secondo parametro discriminante nel valutare le qualità acustiche di una chiesa è la sua struttura architettonica: • chiese con un’unica navata; • chiese con più navate. E, di seguito, chiese con pianta: • rettangolare; • cruciforme; • circolare o semicircolare; • a ventaglio; • irregolare. Suono Sacro Roma conta più di 650 chiese gestite da parrocchie. Se a queste si aggiungono gli oratori e le cappelle, pubbliche o private, i luoghi di culto non cattolici e i templi sconsacrati ma tuttora in uso per incontri culturali, adunanze e assemblee, il totale forse supera il migliaio. In tutt’Italia molte decine di migliaia. Il terzo parametro è la presenza di cupole, cappelle e matronei. I di Giorgio Gianotto 94 n ciascuna chiesa è indispensabile una dotazione di alcuni servizi tecnici; tra questi, l’impianto di amplificazione del suono. In media, un sistema audio richiede un rinnovo parziale ogni 10÷15 anni e la sostituzione totale dopo 20÷30 anni. Ben si comprende come il mercato dell’audio correlato ai luoghi di culto sia più che cospicuo e veda alcune centinaia di operatori dedicati in prevalenza, se non in esclusiva, ad esso. Le chiese italiane di tutte le confessioni – e più in generale quelle europee – sono caratterizzate da un’acustica difficile, quando non impervia. Al contrario, negli Stati Uniti d’America architetti e comunità badano molto all’acustica degli ambienti, che deve esser pari a quella di un teatro poiché le funzioni religiose sono spesso gestite come uno “spettacolo”, ripreso dalla telecamere e mandato in onda in diretta. Sostanziali differenze nella liturgia e nei materiali – legno e moquette contro pietra e cemento – sottolineano ancor più le differenze acustiche tra Vecchio e Nuovo Mondo, quantomeno quello nordamericano. Sistemi audio nei luoghi di culto Valutiamo le alternative Il primo parametro discriminante nel valutare le qualità acustiche di una chiesa è il Tempo di Riverberazione. Da esso dipende la scelta della tipologia dell’impianto di amplificazione, la collocazione di diffusori e microfoni e la necessità di apparecchiature accessorie per la gestione del segnale. È quindi necessaria una misura ragionevolmente accurata di T60, descritta nel numero precedente di S&L. Secondo quest’ottica, possiamo così suddividere le tipologie di ambienti di culto più frequenti in Italia: T60 da 1 a 2,5 s: chiese di stile romanico, in genere di dimensioni ridotte; piccole cappelle di ogni stile; T60 da 2,5 a 4 s: piccole chiese barocche; chiese in stile classico e neoclassico; chiese di medie dimensioni di ogni stile con tetto di legno; T60 da 4 a 6,5 s: grandi chiese barocche; chiese di stile moderno edificate fra le due guerre mondiali; chiese in vetro-cemento con tetto di SOUND&LITE n. 96_2012 I sistemi per la riproduzione del suono si dividono in quattro categorie: centralizzato: un unico diffusore o cluster di diffusori; decentralizzato: un diffusore o cluster di diffusori in un’unica posizione centrale, circondato da uno più anelli di diffusori secondari; decentralizzato senza cluster centrale: variante del precedente. Uno o più anelli di diffusori secondari, senza diffusore primario centrale; distribuito: diffusori distribuiti nell’ambiente secondo una griglia opportunamente calcolata. Infine, i trasduttori – i diffusori – disponibili per costituire i sistemi citati sono suddivisi in tre categorie: radiazione diretta: adattatore d’impedenza a cono; guida d’onda: adattatore d’impedenza a tromba (in genere a direttività costante) o altro condotto; linea di suono: cluster di altoparlanti a radiazione diretta impilati e ravvicinati tra loro. Nulla vieta, peraltro, di impiegare tipologie di diffusori diverse nell’ambito dello stesso sistema decentralizzato o distribuito e, perché no, anche centralizzato. Gli habitué dei sistemi mobili noteranno con disappunto che non ho citato una tipologia di diffusori di gran moda nel loro mondo: i Line Array. Questi ultimi, infatti, sono giudicati poco SOUND&LITE n. 96_2012 appropriati per i luoghi di culto europei e di conseguenza sono impiegati soprattutto all’esterno, nei sagrati e nei piazzali. I sistemi e i diffusori elencati consentono di modulare una grande varietà di soluzioni ottimizzate per la struttura del sito, le possibilità economiche e le esigenze estetiche del committente, che sempre desidererebbe un sistema dal grande suono, invisibile e con costo zero… Nel mondo reale, chi gestisce i luoghi di culto più modesti considera il fattore economico predominante, anche a scapito dell’estetica e, parzialmente, della qualità. Al contrario, in quelli con valenza storica o culturale, vincoli della Soprintendenza o vocazione museale, l’accettabilità estetica, spesso posta in termini assai restrittivi, è predominante, non importa se con pregiudizio della qualità. Il mix perfetto Se abbiamo seguito le linee guida illustrate la volta scorsa, siamo in grado di trovare le incognite del sistema di equazioni (non troppo complesso…) che rappresenta il nostro impianto audio e di proporre al committente la soluzione più conveniente per soddisfare i suoi desiderata. Nel prossimo numero vedremo in pratica alcune di queste soluzioni. 95 www.kaiti.it PROFESSIONAL SPEAKER SYSTEMS pure emotion Versione 1.5 M-480 Funzione di transizione graduale tra scene fino a 100 secondi Ampliamento del numero dei DCA disponibili da 8 a 24 Delay su tutti gli ingressi e uscite fino a 1.2 secondi Filtri di second'ordine per bassi e acuti dei PEQ Cique nuovi effetti: Compressione/Espansione multi-banda BOSS OD/DS (distorsione, overdrive) BOSS CE-1 (Chorus Ensemble) BOSS DD-3 (Digital Delay) BOSS DM-5 (Delay) e moltro altro.. Audio\Video Mixing Experience NEW 3G-SDI HD-SDI HDMI RGB SD-SDI DVI-I DVI-D COMPONENT COMPOSITE STILL IMAGE DVI-A HDCP 8 Ingressi: 4 SDI/Composite + 4 DVI-I/HDMI/RGB/Component 8 Uscite: 2 SDI + 2 DVI-I/HDMI + RGB/Component + Composite Frame Synchronizer e Scaler su tutti gli Ingressi Supporto per segnali 3G, SD e HD-SDI Processamento interno 4:4:4 10bit Uscita per Multiview integrata 1 M/E (Key, PinP) + DSK Supporto per HDCP e moltro altro .. sound culture www.rcf.it Interlaced (1080i) Il concetto alla base dello sviluppo della serie D-Line deriva dall’industria del tour, portando in un speaker compatto tutta l’esperienza professionale di RCF. D-Line rappresenta un evoluzione nella tecnologia dei diffusori attivi con suono e design rivoluzionari. Ogni dettaglio è stato studiato a fondo per offrire a musicisti e professionisti lo strumento perfetto per amplificare le loro performance, serata dopo serata. Progressive (1080p) * Potenza di picco 1400 Watt, Potenza Rms 700 Watt, Dsp * 2 woofer 10”, compression driver 3” * Fino a 16 moduli, con step di 2° HDL 20-A MODULO LINE ARRAY ATTIVO REAC (Roland Ethernet Audio Communication) è una tecnologia di Roland per un protocollo di trasporto audio a bassa latenza e alta qualità. www.rolandsystemsgroup.eu Illumina le emozioni. Con facilità, ovunque tu vuoi. GLOW-UP ANTEE AR D GU RGBW SINCE 1976 M AD LY KY CLAY PA E IN IT A IP65 W-DMX 7,5 Kg GlowUp è una luce decorativa a LED che, grazie alla batteria, funziona ovunque, anche all’esterno. Non più problemi con i cavi, ingombranti, estenuanti e pericolosi. In pochi minuti e senza difficoltà, con GlowUp si creano ambientazioni suggestive, nella massima sicurezza operativa. Per maggiori informazioni: www.claypaky.it/glowup