Poste Italiane spa - spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 N.46) art.1 comma 1 Dr. Commerciale Business Pesaro
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BIMESTRALE DELL'INTRATTENIMENTO PROFESSIONALE
ANTONELLO VENDITTI UNICA TOUR
1° MAGGIO PIAZZA S. GIOVANNI - ROMA
LITFIBA GRANDE NAZIONE TOUR 2012
www.soundlite.it
LUGLIO/AGOSTO 2012 - N. 96
Photo: Sebastion Paquet
>EDITORIALE
SOUND&LITE
luglio/agosto 2012_n.96
Direttore responsabile
Alfio Morelli:
[email protected]
Caporedattore
Giancarlo Messina:
[email protected]
Consulenza tecnica
Michele Viola:
[email protected]
Redazione
Douglas B. Cole:
Cari lettori,
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Grafica ed impaginazione
Liana Fabbri:
[email protected]
In copertina:
Antonello Venditti
foto: © 2012 Sound&Lite
I was blown away
It delivered on all its promises and more!
The premixed output beam leaves a beautiful color wash.
Patrizia Verbeni:
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Stampa
Pazzini Editore
Direzione, Redazione e Pubblicità:
Strada della Romagna, 371
61121 Colombarone – PU
Telefono 0721/209079
fax 0721/209081
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La rivista Sound&Lite e il relativo
supplemento, Show Book, contengono
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È fatto espresso divieto all’utente di
pubblicare o trasmettere tale materiale e
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di Sound&Co.
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TM
The market’s best-selling LED wash light!
Amministrazione
Aut. Trib. di Pesaro n. 402 del 20/07/95
Iscrizione nel ROC n.5450 del 01/07/98
8.000 copie in spedizione a:
agenzie di spettacolo, service audio luci - video, produzioni cinematografiche,
produzioni video, artisti, gruppi musicali,
studi di registrazione sonora, discoteche,
locali notturni, negozi di strumenti
musicali, teatri, costruttori, fiere,
palasport...
- LD Jason Bullock, Korn “Path of Totality” Tour
MAC Aura
Hanno collaborato:
Lorenzo Cazzaniga, Mike Clark,
Giorgio Gianotto, Stefano Lentini,
Marco Martellini, Giulia Morelli,
Aldo Visentin.
www.martin.it
di Giancarlo Messina
il tema della sicurezza è ancora caldo. Ma
cos’è cambiato in
questi ultimi mesi dopo l’esposizione mediatica
dovuta ai fatti che tutti conosciamo? Abbiamo avuto
modo di parlare con molti direttori e manager di importanti tour italiani,
e tutti hanno sottolineato come siano aumentati i controlli soprattutto
da parte dell’Ispettorato al Lavoro, alla ricerca di eventuali lavoratori
in nero. Richiesta di documenti ed interviste da parte degli ispettori
sono ormai prassi reiterata anche data su data. Noi siamo ovviamente
a favore della vigilanza e dei controlli, ma certamente un posteggiatore
o un barista in nero poco hanno a che fare con la sicurezza, quella vera
che intendiamo noi, per capirci, e troviamo abbastanza scandaloso che
intere produzioni ed un intero settore economico vengano criminalizzati per questo dai mass media generalisti, che trovano perfino seguito in
qualche addetto ai lavori.
Ma, a parte ciò, a
noi pare che ad aumentare siano state per lo più le carte e la documentazione richiesta, insomma
tutte quelle cose, spesso copia-incolla, che probabilmente servono più a
“pararsi i glutei” che non ad aumentare realmente il livello di sicurezza
negli eventi. Anche perché molto ci sarebbe da discutere sulla competenza specifica delle varie commissioni...
Ma non meravigliatevi, perché non è che nel resto del mon-
do vada molto meglio. Anche se altrove la capacità organizzativa degli addetti ai lavori e la disponibilità dei legislatori sono senza
meno diverse. Negli Stati Uniti, per fare un esempio, dopo la tragedia di
Indianapolis – agosto 2011, quando la scelta di sospendere il concerto
o meno fu fatta prendere a... due cantanti country! – sta succedendo
qualcosa di molto positivo a cui bisognerebbe guardare con attenzione.
Vi rimando così all’articolo del nostro Douglas che ritengo di estremo
interesse.
Per il resto non posso che augurarvi una buona estate, ricca di impegni
gratificanti e di soddisfazioni, e che alla fine possiate essere fra quelli in
grado di affermare di non essere stati colpiti dalla crisi di liquidità che
serpeggia furibonda!
Questo periodico è associato alla
Unione Stampa Periodica Italiana.
SOUND&LITE n. 96_2012
1
>SOMMARIO
SOUND&LITE LUGLIO/AGOSTO 2012 n.96
42
58
46
Gli articoli in pdf su www.soundlite.it
36
54
80
78
04
20
NEWS
News
Novità dal mondo dell’intrattenimento professionale
SPECIALE SICUREZZA
Event Safety Alliance
Organizzazione per promuovere la sicurezza negli eventi
di Stefano Lentini
www.soundlite.it/abbonamenti
di Lorenzo Cazzaniga
78 Visual
INSTALLAZIONI
Show
Massimo “Mamo” Pozzoli
Harley Rock Crew
80
36 Antonello
LIVE CONCERT
Venditti
42
46
54
2
68 Mix in the box Vs. Mix ibrido Vs. Mix analogico - 2a parte
28 News
UOMINI & AZIENDE
Aziendali
34 L’azienda
La distribuzione della rivista Sound&Lite
è riservata ai professionisti dell’industria
dello spettacolo. È possibile abbonarsi
compilando il modulo sul nostro sito e
fornendo informazioni dettagliate sulla
propria attività.
66 ChiPRODUZIONE
& STUDI
c’è in studio
72 Neumann KH 120A
74 MAC Aura
76 MC2 E100
INSERZIONISTI
Grande Nazione Tour 2012
70 Ultrasone
PRODOTTI
Signature Pro
30 Il personaggio
ABBONAMENTO
64 Chi c’è in tour
24 Indipendenti
RUBRICHE
dentro
58 Litfiba
di Giulia Morelli
The House of Dancing Water
di Mike Clark
86 Amplificatori
TECNOLOGIA
in Classe D - 1 parte
Unica Tour
Marco Mengoni
Tour Teatrale 2012
1° Maggio
Appuntamento a Piazza S. Giovanni a Roma
Subsonica
Istantanea Tour
a
90
94
SOUND&LITE n. 96_2012
di Michele Viola
La mia (console) è sicuramente migliore!
di Aldo Visentin
Mezzogiorno di Suono - Suono Sacro - 1a parte
di Giorgio Gianotto
SOUND&LITE n. 96_2012
Arri Italia
pag.
41
Audio Network Technology
pag.
14
AudioFactory
pag.
9
Calvini Light Equipment Service pag.
7
Clay Paky
pag.
33, IV
Elettronica Montarbo
pag.
67
Event Management
pag.
63
FBT Elettronica
pag.
19, 61
Kennell
pag.
39
Leading Technologies
pag.
23
Martin Professional
pag.
II
Molpass
pag.
29, 91
Outline
pag.
49
PLASA Events
pag.
13
Powersoft
pag.
85
Prase Engineering
pag.
89
RCF
pag.
96
Robe Multimedia
pag.
77
Roland Systems Group EMEA
pag.
III
Sisme
pag.
27
Texim
pag.
93
Yamaha Music Europe
pag.
11
3
>NEWS
Novità dal mondo
dell’intrattenimento professionale
Se vuoi maggiori informazioni
e più dettagli sui prodotti
di queste news, apri il
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www.soundlite.it e clicca
sull’immagine che ti interessa.
Ti collegherai direttamente
al sito del produttore sulla
scheda tecnica del prodotto.
MA onPC Command Wing
Riscontra un gran successo il nuovo
Command Wing della tedesca MA
Lighting, progettato per essere
una superficie essenziale e
portatile per l’uso con il software
grandMA2 onPC. Il software, che si
può scaricare gratuitamente, incorpora tutte le
funzioni delle console grandMA e può comunicare con queste
console tramite MA‑Net2 su ethernet; diventa anche un controllo per il
playback live in congiunzione con MA onPC Command Wing. Il collegamento tra il
computer che esegue il software ed il Command Wing avviene tramite USB. Già in
questa configurazione, può effettuare il controllo in tempo reale di 2048 parametri e
mette a disposizione due uscite DMX, un ingresso DMX, MIDI in e out, un ingresso
Timecode su XLR e connettività per controllo remoto. Con l’aggiunta di uno o più
MA 2PortNode onPC o PortNode onPC Pro si può arrivare ad un massimo di 4096
parametri di controllo. Inoltre una combinazione di Command Wing e MA onPC
software può essere utilizzata come un sistema di backup insieme ad una consolle
grandMA2; in tal caso può anche controllare fino a 65.536 parametri.
Command Wing pesa solo 6 kg. In questo maneggevole package, incorpora sei
fader da 60 mm con 18 pulsanti fader executor, sei pulsanti executor, sei pulsanti
page (Channel/Fader/Button), quattro encoder rotativi ed una sezione main con due
fader A/B da 100 mm e pulsanti main executor GO+/GO‑/PAUSE. È dotato inoltre di
una ruota level/dimmer, un pulsante blackout e un Grand Master fader da 60 mm.
Incorpora direttamente un alimentatore universale 90–230 V (50–60 Hz).
Dynacord PowerMate 600‑3
Durante una conferenza
stampa, Ethan Wetzell,
Platform Strategist alla
Bosch Security Systems,
ha annunciato la nuova
architettura di rete Omneo, che
incorpora componenti per il
trasporto di media e di segnali
di controllo su reti Ethernet.
Il componente per il trasporto
di media è basato su Dante,
mentre il componente per il
trasporto di segnali di controllo
è basato sul nuovo standard
AES‑24, conosciuto come OCA.
Omneo verrà implementato in
prodotti futuri Bosch, ElectroVoice, Dynacord, RTS e Telex
per il collegamento in rete tra
di loro e con apparecchi di
diversi costruttori. Omneo non
è un protocollo proprietario e
sarà compatibile a 100% con
gli standard nuovi AVB ed
OCA. Bosch Security Systems,
secondo Wetzell, cerca di
promuovere standard aperti
pubblici, perché ritenuti il
modo per tutti i costruttori
di assicurare il miglior valore
aggiunto ai clienti nel lungo
termine.
La casa tedesca presenta l’ultimo
nato della popolare serie di mixer con
amplificazione on board PowerMate.
Questo nuovo piccolo mixer dispone di
sei canali microfonici, due dei quali si
possono usare, in alternativa, come canali
stereo per il suono proveniente dagli
ingressi USB; a questi si aggiungono
due canali stereo con ingressi di linea su
jack o RCA. Le channel strip sui canali microfonici offrono una
gamma di 50 dB di guadagno, filtro passa-alti, EQ a tre bande,
una mandata agli effetti interni, una mandata ausiliaria ed una
mandata monitor, pan e PFL. PowerMate 600‑3 incorpora due
motori d’effetto, ognuno con 100 effetti preset e 20 programmabili
dall’utente, controllo remoto tramite MIDI, tap delay ed un display
OLED ad elevato contrasto. Su questo display si possono anche
configurare il routing sull’interfaccia USB, il processing e la
protezione degli altoparlanti, nonché il routing per l’EQ grafico.
Sulle uscite, questo mixerino incorpora un EQ a 9 bande e dispone
di due coppie di uscite per il master stereo, la seconda delle quali
impostabile in stereo o mono e in post- o pre-master fader (ed EQ),
con un controllo di livello indipendente. L’interfaccia USB 2.0 può
anche essere utilizzata per la registrazione su PC, mandando al
computer quattro canali scelti tra master, monitor o aux.
A completare questo piccolo mixer c’è un amplificatore incorporato
in classe D con due canali da 1000 W continui su 4 ohm ciascuno.
Il mixer è completamente configurabile per quanto riguarda il
finale interno: l’amplificatore ha semplicemente due ingressi
che si possono patchare su qualsiasi delle uscite del mixer,
o su qualsiasi sorgente esterna. Perciò si può utilizzare per il
programma master, i monitor, un master mono più i monitor, una
sorgente esterna o... non usarlo affatto.
info Bosch Security Systems:
www.boschsecurity.it
info Texim: tel. 0362 923811; www.texim.it
KV2 stage monitor ESM26
Il monitor da palco ESM26 è un sistema di diffusione passivo a due vie
particolarmente compatto. È dotato di due driver da 6” a lunga escursione
e bassa induttanza, con magnete al neodimio e bobina da 1,75”. I woofer
sono in configurazione bass reflex, con un largo raccordo in basso, ad
accoppiamento diretto con il pavimento per un’ottima risposta sulle basse.
Per la sezione alte viene utilizzato un driver a compressione con magnete
al neodimio, diaframma da 1,75” in titanio e uscita da 1”, caricato da una
tromba da 100° x 100° che incorpora un rifasatore di geometria complessa.
È progettato per avere un’inclinazione molto marcata verso il musicista ed il
retro del palco, minimizzando la dispersione verso l’alto ed eventuali rientri.
Quindi un monitor compatto adatto anche per usi televisivi, data l’altezza
totale di soli 30 cm.
ESM26 ha una sensibilità di 98 dB@1 W/1 m, potenza applicabile consigliata di 275 W ed SPL massimo
di 126 dB di picco. La risposta in frequenza riportata dal costruttore è da 70 Hz a 16 kHz (‑3 dB).
Il diffusore è disponibile in nero opaco con finitura a buccia d’arancia o, a piacere, in qualsiasi colore
RAL. Pesa solo 15 kg. Presenta un’impedenza di 8 ohm e incorpora un limitatore RMS all’ingresso.
info Digiland: tel. 049 8702237; www.digilandsrl.it
info Molpass: tel. 051 6874711; www.molpass.it
4
Omneo
SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
5
>NEWS
Dynacord Vertical Array
Leica HDS 7000 l’oggetto misterioso
La novità di spicco in casa Dynacord è il nuovo array verticale.
Il diffusore TS 400 monta quattro woofer da 6,5” con magneti
al neodimio ed un singolo driver a compressione Electro‑Voice
DH3 caricato da una tromba a direttività costante da 90° x 40°
in un cabinet di alluminio. TS 400 è configurato in modo
passivo a due vie e mezza, con ingresso full range, ed ogni
banda passante ha un circuito di protezione separato per
permettere di sfruttare al massimo la potenza applicabile. La
configurazione in array verticale, con i trasduttori per le basse
posizionati alle estremità, secondo il costruttore, fornisce una
direttività tale che la pressione sonora in asse diminuisce di
3 dB ad ogni raddoppiamento della distanza,
anziché dei canonici 6 dB di un diffusore
convenzionale, oltre a fornire un’eccellente
attenuazione a 90° fuori asse.
TS 400 può essere abbinato ad uno dei nuovi
subwoofer amplificati PSD 215, con un woofer
Electro-Voice DVX3159 da 15” o PSD 218 con
un woofer E‑V DVX3180 da 18”. Ognuno di
questi subwoofer incorpora amplificazione da
2 x 1000 W continui e preset per l’elaborazione
di segnale per l’accoppiamento al TS 400 o
ad altre casse Dynacord. Questi sub sono
disponibili anche in versioni passive.
Finalmente qualcosa di estremamente utile ed innovativo!
Si tratta di uno scanner al laser in grado di realizzare
un rendering in 3D a 360°. Permette quindi di rilevare
in modo indiretto geometrie di strutture, oggetti,
aree, esattamente “così come sono”. Gli scanner a
differenza di fase sono noti per la loro elevata velocità
di scansione e per l’alto livello di dettaglio. Grazie alla
velocità di scansione, ben un milione di punti/secondo,
ed ad una portata notevole, cioè 180 metri, HDS 7000
risulta un oggetto molto interessante per il settore
dell’intrattenimento. Associando queste potenzialità
alle nostre esigenze, vengono subito in mente diverse
situazioni in cui potrebbe essere impiegato con grande
efficacia. I file generati dalla macchina in questione sono
infatti compatibili con diversi software di simulazione
audio. È possibile ottenere con la massima precisione,
ed in pochi minuti, un file CAD in 3D di una location da
sonorizzare, da un palazzo dello sport ad una piazza.
Basta posizionare l’apparecchiatura al centro del parterre
e nell’arco di qualche minuto avremo il disegno esatto
in 3D della location: in pochi minuti avremo realizzato
un’operazione che attualmente richiede ore e ore, se
non giorni. Il file sarà poi inserito nel programma di
simulazione acustica: il gioco è fatto.
Ma anche i service video potranno avere grandi vantaggi:
basta rilevare con lo scanner la facciata del palazzo o della struttura su cui si
devono proiettare delle immagini, ricavandone un file che sarà utilizzabile nel
programma video di mapping per programmare tutte le grafiche.
Insomma un oggetto quasi favoloso, di cui però non conosciamo il prezzo.
info Texim: tel. 0362 923811; www.texim.it
AudioFactory M10A Monitor
AudioFactory comunica la disponibilità del nuovo monitor
amplificato M10A e la prossima realizzazione del fratello
maggiore M12A. Il prototipo di M10A era stato molto apprezzato
dagli operatori che hanno avuto modo di vederlo ed ascoltarlo
durante il PL+S a Francoforte, dove il costruttore ha ricevuto dei
commenti che hanno consentito di apportare piccole modifiche
funzionali. Questo monitor attivo è stato progettato con
“sviluppo verticale” per venire incontro alle esigenze dei palchi
con spazio ridotto (pub, club ecc) o dei palchi sovraffollati. È
stato realizzato per poter fornire ai musicisti, nonostante le
dimensioni compatte, un monitoraggio di forte pressione sonora
prima del feedback e con elevata qualità. I componenti scelti
per questo monitor sono della migliore produzione italiana, ma
il woofer da 10” con bobina da 2,5” e magnete al neodimio è
stato customizzato per lavorare in un volume ridotto. Il driver
per le alte frequenze con diaframma da 1” e bobina da 1,75” è
caricato da una tromba a dispersione asimmetrica
100° x 55° che può essere ruotata di 90°. Incorpora
un amplificatore in classe D da 350 W + 350 W (AES)
e utilizza un crossover in ingresso con frequenza
d’incrocio a 900 Hz e pendenza di 12 dB/8va. Vanta
una risposta in frequenza da 80 Hz a 18 kHz ed è in
grado di sviluppare una pressione sonora massima
di 121 dB. M10A pesa solo 12 kg.
info AudioFactory: tel. 06 97249614;
www.audiofactory.it
6
FBT StageMaxX
12MA
FBT presenta il nuovo
floor monitor della famiglia
MaxX. StageMaxX è il primo
prodotto nella popolare linea
di diffusori autoamplificati
in polipropilene progettato
specificamente per uso
come monitor sul palco.
Impiega un woofer da 12”
con bobina da 64 mm,
prodotto da B&C Speakers
su specifiche di FBT, in
configurazione bass reflex
e con un driver coassiale
a compressione B&C con
uscita da 25 mm e bobina
da 44 mm. Questi sono
pilotati in biamplificazione
da una sezione di potenza in
classe D da 400 W (continui)
per le basse frequenze e da
100 W per le alte. StageMaxX
offre una dispersione conica
da 90° e può sviluppare un
SPL massimo di 130 dB.
L’elettronica a bordo
incorpora anche un
processore che dispone
di quattro preset di
equalizzazione, controllo di
volume ed un filtro passa-alti
selezionabile dall’utente.
La forma del cabinet dà la
possibilità di appoggiarlo
con due diversi angoli, 35° e
55°: incorpora tre maniglie,
due punti di ancoraggio M10
per l’installazione sospesa
e quattro piedini in teflon
sostituibili che consentono un
facile spostamento sul palco.
info FBT: tel. 071 750591;
www.fbt.it
SOUND&LITE n. 96_2012
Litec D8 e D8+ Hoist
I nuovi paranchi D8 della
Litec sono dotati di fast stop
contactor e possono essere
montati anche in posizione
rovesciata. Sono costruiti con
grado di protezione IP65, per
cui protetti da polvere e getti
d’acqua. Si distinguono per la
loro silenziosità.
Questi paranchi sono stati
costruiti per rispondere a
BGV D8/GUV‑V D8 “Winches,
lifting and pulling devices for
use as a chain hoist for lifting
loads in construction”.
Rispettano le seguenti
normative vigenti: DIN
EN 14492‑2, DIN 15400,
FEM section IX (calculation
regulations for series
lifting equipment),
ISO 4301:1:D (M3) = 400 h.
I paranchi sono disponibili in
versioni da 250 kg, 500 kg,
1000 kg, 2000 kg, 2500 kg. I
modelli da 250 kg e da 500 kg
sono disponibili anche in
versione D8+. Questi, oltre la
caratteristiche dei modelli D8,
incorporano anche un doppio
freno.
info Walley Design: tel. 0331 640121; www.walley-design.it
http://www.leica-geosystems.it/it/HDS7000_90337.htm
info Staging Systems Europe:
tel. 041 5960000;
www.litec.it
SOUND&LITE n. 96_2012
7
>NEWS
Laser Entertainment per International
Umbria Water Festival
Grandi emozioni per lo spettacolo di chiusura nella splendida
cornice delle Cascate delle Marmore.
In uno scenario naturale tanto affascinante quanto surreale
si è svolta la cerimonia di chiusura di Umbria Water Festival,
manifestazione durata dal 17 al 20 maggio e patrocinata
da UNESCO e dal Programma delle Nazioni Unite per la
Valutazione delle Risorse Idriche Mondiali.
Installazioni multiple di sistemi laser RGB ad altissima
potenza strategicamente sistemati hanno permesso di
realizzare quadri di effetti volumetrici multicolori che
interagendo con il pulviscolo di acqua nebulizzata creato
dalla cascata stessa hanno avvolto il numeroso pubblico che
ha assistito alle oltre due ore di evento rendendolo partecipe
alla magia della rievocazione storica e leggendaria della
cascata più alta d’Europa.
Animazioni grafiche profondamente suggestive hanno
raccontato storia e leggenda vivendo sull’enorme schermo
naturale del bosco al lato della cascata, accompagnate da
musiche originali appositamente composte, intercalando i
vari laser show che hanno assunto dimensioni sempre più
imponenti e degne di una location tanto prestigiosa quanto
ampia e architettonicamente complessa.
La sapiente colorazione modulata delle acque e la
coinvolgente diffusione sonora hanno completato la teatralità
dello spettacolo.
Sono stati utilizzati due sistemi laser grafici multicolor Kvant
Ultra 25 watt RGBY e due sistemi laser grafici luce verde da
10 watt Millennia Xs, tutti controllati da sistemi Pangolin
LD2000 Pro, e svariate macchine del fumo LE Smokebox
controllate tramite wireless dmx.
Oltre all’elevata potenza di emissione, le caratteristiche
salienti di questi sistemi laser – utilizzati e distribuiti da
Laser Entertainment – sono la qualità e collimazione del
fascio laser unitamente ad un ampio gamut colori dato anche
dalla presenza del diodo laser giallo Coherent OPSL.
info Laser Entertainment: tel. 022 7007064 / 06 39915210;
www.laserent.com
Dynaudio DBM50
Dynaudio presenta un nuovo
monitor per il mixaggio da
scrivania, tipico dell’home
studio. Il modello DBM50
incorpora un woofer da
7,1” ed un tweeter a cupola
morbida da 1,1”, montati
in un baffle inclinato verso
l’alto. L’amplificazione interna
da 50 W + 50 W permette
al monitor di erogare fino
a 117 dB SPL, con una
banda passante da 46 Hz a
21 kHz. L’elettronica a bordo
permette la selezione di livello
d’ingresso (‑10, 0 e +4 dBu)
con un potenziometro trim,
una selezione di filtri passaalti tra 60 Hz e 80 Hz per
l’utilizzo con un subwoofer e
selettori di livello per le alte
frequenze (+1, 0 o ‑1 dB), le
medie (0, ‑2 o ‑4 dB) e le basse
(+2, 0 o ‑2 dB).
È disponibile, come opzione,
un controllo master volume
remoto. Alto 348 mm e largo
230 mm, questo monitor pesa
7,2 kg. DBM50 ed i trasduttori
che incorpora sono costruiti in
Danimarca.
info t.c. electronic:
www.tcelectronic.com
Martin M2GO e M2PC
Le nuove console compatte M2GO e M2PC fanno parte della
serie M di Martin Professional e rispondono alla richiesta di console
più potenti ma con dimensioni ridotte.
Progettate per eventi di minori dimensioni, queste sorelline
minori di Martin M1 seguono la filosofia di semplicità dell’attuale
piattaforma di controllo di Martin.
Provvista di un CPU Industrial Dual Core, 4 GB di RAM e 32 GB
SSD, M2GO è una console stand-alone che non necessita di
computer esterno. Incorpora inoltre una scheda video, con uscite
HDMI e VGA e connettività dual Gigabit Artnet e Maxnet. Un
touchscreen da 3,5” facilità l’accesso diretto ai parametri e dispone
di quattro encoder rotativi per il controllo dei parametri ed otto tasti
personalizzabili. M2GO esce con quattro porte DMX e viene fornita
con una licenza standard per quattro universi. Con il pacchetto
espansione di licenza opzionale e delle porte DMX aggiuntive
esterne opzionali, la console può gestire fino ad otto universi.
M2PC è la superficie di controllo complementare del software di
controllo M‑PC di Martin. Con la stessa struttura e dimensioni
di M2GO, M2PC offre funzioni di livello professionale in formato
portatile e direttamente da qualunque PC. Esce su due porte DMX
e si possono aggiungere due porte DMX esterne opzionali. È fornita
con una licenza standard per quattro universi, e può gestire fino
a 64 universi con il pacchetto espansione opzionale. Il software
dispone di un’interfaccia grafica personalizzabile con barra
strumenti contestuali e menu Help integrato.
L’hardware di questi due controller è in formato portatile ed è stato
sviluppato con attenzione a costi, ergonomia, dimensioni e peso.
Caratteristiche comuni dei due controller comprendono un
potente motore effetti, 1000 cue list con fader, 1000 cue list
con pulsanti playback, esecuzione parallela di cue list multiple,
funzioni Submaster, Groupmaster e Override, funzione Parameter
e Time-fanning, modifiche globali al volo della temporizzazione ed
un’interfaccia per più moduli Wing (MaxModules).
info Martin Prfessional Italy: tel. 035 3690911; www.martin.it
8
SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
9
>NEWS
Roland V-800HD
Roland Systems Group ha presentato V‑800HD
Multi-Format Live Video Switcher, che va ad
aggiungersi alla linea di mixer video multiformato. V‑800HD è progettato per
qualsiasi evento live o installazione in
cui ci sia la necessità di collegare
qualsiasi tipo di sorgente, sia
digitale che analogica, computer
e qualsiasi segnale video.
Proprio come lo switcher V‑1600HD,
V‑800HD è un dispositivo multi-formato che non
richiede la conversione di risoluzione o formato delle
sorgenti in ingresso. Ogni sorgente, infatti, è dotata di un
suo scaler integrato per la trasmissione, in grado di adattare
l’immagine (scale, stretch, crop, zoom) a qualsiasi tipo di
risoluzione scelto.
V-800HD è compatibile con il protocollo HDCP ed è fornito di
un’uscita multi-viewer integrata che consente una comoda
soluzione di monitoraggio collegandosi ad un monitor HDMI.
Gli otto canali di mixaggio consentono la connessione con
sorgenti video nei seguenti formati: 3G/HD/SD‑SDI, DVI‑A/
DVI‑D/HDMI, RGB, Component e Composite. Altri due canali
aggiuntivi permettono l’acquisizione d’immagini attraverso
una memoria USB o la cattura di un fotogramma.
Il nuovo motore key-compositing permette la regolazione di
parametri quali phase range, chroma e spazio di colore HSV.
Un’ulteriore caratteristica di composizione in chiave include
un keyer esterno che implementa funzioni come l’introduzione
di titoli in CG e composizioni sfumate.
I cross-point video assegnabili permettono di reimpostare
l’ordine dei pulsanti dei canali, funzione utile quando cambi
improvvisi di camera o formati differenti creano spazi vuoti tra
i pulsanti selezionati sul bus. Un’uscita composite dedicata
abilita un segnale SD down-converted per l’archiviazione
immediata su supporto DVD recorder o ad un encoder per lo
streaming.
È possibile abilitare la funzione Multi-Zoom collegando la
stessa sorgente video ad un massimo di tre ingressi in daisychain (loop thru). Lo scaler su ciascun ingresso è in grado di
zoomare in qualsiasi posizione nell’immagine video dando
l’impressione che siano collegate altre telecamere, creando
una situazione di multicamera virtuale. Ulteriori effetti sono:
il down stream keyer (DSK), il composite keyer, Picture-inPicture e transizioni multiple.
V-800HD è uno strumento utile per gestire LEDwall negli
eventi live o installazioni che richiedono flessibilità, stabilità,
facilità d’utilizzo e connettività ad alti livelli. Grazie alla
risoluzione video d’uscita fino a 1080/60p, al processamento
a 4:4:4/10 bit e al supporto per gli ingressi 3G SDI è possibile
ottenere la massima qualità video.
info Roland Systems Group: tel. 011 19710332;
www.rolandsystemsgroup.eu
10
Robe Robin
800 LEDWash
Si allarga ulteriormente la
famiglia dei washlight a LED
della ceca Robe. Il nuovo Robin
800 LEDWash si inserisce nella
gamma tra il modello 600 ed il
modello 1200 introdotto l’anno
scorso. Il nuovo proiettore
incorpora 37 sorgenti multichip
LED RGBW organizzate in tre
anelli concentrici dietro un
apparecchio ottico secondario
che permette uno zoom da 8° a
63°. Incorpora un beam shaper
rimuovibile caratterizzato da
rotazione motorizzata ±90°.
Offre miscelazione di colori
RGBW a 8 bit o a 16 bit, filtro
CTO e una “ruota colori
virtuali” con 237 colori e
bianchi. Come gli altri proiettori
Robin LEDWash, questo
modello permette controllo
colore, strobo ed effetti
individualmente su ogni anello,
dimmer ad alta risoluzione da
0 a 100% ed effetto tungsteno
con i bianchi da 2700 K e
3200 K.
Ci sono cinque modalità
operative che richiedono 38, 22,
16, 11 e 38 canali DMX e offre
inoltre una modalità standalone con 3 programmi editabili
fino a 100 step ognuno. È
compatibile con DMX‑512,
ArtNet, MA Net e MA Net2.
Robin 800 LEDWash pesa
11,5 kg e richiede una potenza
massima di 420 W.
info Robe Multimedia:
tel. 0541 833103;
www.robemultimedia.it
SOUND&LITE n. 96_2012
>NEWS
Barco proiettori “Light-on-Demand”
La belga Barco ha presentato tre nuovi proiettori 3-chip DLP
per il mercato rental. Grazie alla nuova tecnologia “light-ondemand”, questi proiettori offrono la possibilità di variare il
livello di luminosità, secondo la necessità dell’applicazione,
tramite il software Projector Toolset, dal pannello di controllo
oppure (con un opzionale modulo GSM) inviando un SMS dal
cellulare. I tre proiettori sono costruiti per l’utilizzo on-the-road
con chassis in metallo, lampade allo xeno
e processing ImagePRO e scaler Athena
interno. Ognuno dispone di un pannello
di controllo con un display a colori LCD,
che offre anche modalità anteprima, e
un’interfaccia intuitiva. HDF‑W22, HDF‑W26
ed HDQ‑2K40 (foto) offrono luminosità
massima rispettivamente fino a 22.000,
26.000 e 40.000 ANSI lumen. I modelli
HDF‑W22 e ‑W26 hanno una risoluzione
WUXGA (1920x1200), mentre il modello
HDQ‑2K40 offre la risoluzione 2K (2048x1080). La
possibilità di ridurre la luminosità non solo permette di
prolungare la vita operativa delle lampade quando la massima
potenza non è necessaria, ma permette anche al noleggiatore
di mantenere meno inventario, perché un singolo modello può
servire per una vasta gamma di applicazioni.
info Barco: tel. 02 4587981; www.barco.com/it
Monacor Multi-pannello DMX
Si tratta di un touch panel dedicato al controllo di strisce
LED ed apparecchi DMX complessi, come testemobili,
scanner, unità per effetti di luce e laser. Sul pannello sono
presenti 12 sensori sensibili al tatto ed un sensore fader
per il funzionamento nel modo stand-alone. Offre 25 pagine
commutabili, due universi DMX ed impostazioni memorizzabili
su scheda SD. Si può programmare dal PC tramite una porta
mini-USB, ma il pannello dispone anche di un collegamento
Ethernet (su RJ45) per il commando in rete e una porta
RS‑232 per il comando esterno. Collegando un router
WLAN opzionale, il controllo è inoltre possibile mediante
smartphone/iPhone o tablet PC.
LITEBOX‑10, invece, è un proiettore spot a LED alimentato
con una batteria ricaricabile agli ioni di litio. Incorpora 198
LED da 10 mm con un angolo d’irradiazione di 20°. Senza cavo,
il LITEBOX‑10 offre una durata fino a 16
ore nella modalità
auto, con effetti cromatici nei tre colori
fondamentali (rosso, verde e blu) più
ambra.
Tramite un alimentatore è
possibile anche il funzionamento a
230 V AC. Il LITEBOX‑10 si comanda
comodamente tramite otto canali
DMX o attraverso il microfono
integrato per mezzo della musica.
info Monacor Italia: tel. 051 713656;
www.monacor.it
12
Avalon Design V5
Avalon Design presenta il
nuovo DI/mic-line preamp
V5. V5 accetta segnali in
ingresso a livello microfonico,
strumento e di linea. Come
preamplificatore microfonico
vanta un’impedenza in
ingresso selezionabile per
adattarsi a microfoni diversi,
rumore ridotto, fino a 64 dB
di guadagno e, ovviamente,
alimentazione phantom.
Per segnali provenenti da
strumenti musicali, offre
un’impedenza in ingresso di
10 MΩ che lo rende adatto
anche ai pickup piezo-elettrici
e accetta segnali in ingresso
a livelli fino a +36 dBu per
segnali già preamplificati.
Lo stadio d’ingresso dispone
inoltre di un attenuatore e
di un invertitore di polarità.
Il controllo di guadagno è a
scatti, con incrementi di 2 dB
da +28 dB a +64 dB.
V5 incorpora un filtro
passa-bassi inseribile per
l’eliminazione di soffio e
disturbi, e un selettore
“Contour” permette di
scegliere tra 10 diverse curve
di risposta impostate tramite
reti di filtri passivi. Un
VU‑meter a lancetta con scala
da ‑30 dB a +18 dB fornisce
una verifica visiva del livello,
come pure due LED che
indicano i picchi. V5 utilizza
circuitazione in classe A ed
è costruito utilizzando solo
componenti discreti.
info Avalon Design:
www.avalondesign.com
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SOUND&LITE n. 96_2012
>NEWS
Aphex 188
Aphex presenta il nuovo 188,
preamplificatore microfonico da otto
canali controllabile da remoto via Ethernet o MIDI, tramite gli stessi dispositivi che possono
controllare il modello 1788A, ovvero dal controller 1788A‑RC o dal software (PC o Mac) 1788A‑SW
o ancora, utilizzando l’interfaccia opzionale modello 5200, da una superficie di controllo Avid o un
mixer digitale Yamaha. Aphex 188 dispone di otto preamplficatori, ognuno con ingresso isolato
a trasformatore, selettore di polarità e filtro passa-alto @80 Hz selezionabile. I preampli offrono
26 dB di guadagno fisso e 39 dB variabile, per un totale di 65 dB ed ogni ingresso offre inoltre un
attenuatore da ‑26 dB. Le uscite analogiche dei canali sono disponibili su un connettore D‑sub 25,
mentre le uscite digitali ADAT sono disponibili su due connettori TOSlink, questi configurabili
come ridondanti o SMUX per permettere l’utilizzo con frequenza di campionamento fino a 96 kHz.
Il clock interno del 188 può operare a 44,1, 48, 88,2 o 96 kHz ed è disponibile un’uscita word
clock. Inoltre accetta input da clock esterni operanti da 44,1 a 96 kHz.
info Audio Link: tel. 0521 648723; www.audio link.it
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Joint Rent
terza edizione di “Live”
I
l 14 e 15 aprile, presso il Pala De Andrè a
Ravenna, Joint Rent ha organizzato per la
terza volta l’evento “Live”, diventato or‑
mai un appuntamento abituale per gli addetti
ai lavori. Partner di rilievo di questa edizione la
Texim e la Robe.
All’interno del Pala De Andrè sono stati mon‑
tati due line array, uno della Nexo ed uno EV,
entrambi funzionanti, collegati ad una regia con
il nuovo Midas PRO2. Durante il giorno, le varie
aziende che hanno aderito all’iniziativa hanno
organizzato le presentazioni dei prodotti espo‑
sti, in modo che gli intervenuti, oltre a toccare
con mano il prodotto, avessero la possibilità di
confrontarsi direttamente con un tecnico prepa‑
rato a cui rivolgere domande e quesiti tecnici.
Questi workshop sono stati intervallati dagli
intermezzi musicali di una band residente, che
i partecipanti potevano mixare usando il mate‑
riale a disposizione.
Oltre al palco è stato allestito anche un ango‑
lo espositivo con alcuni prodotti del catalogo
Joint Rent e della Texim.
“Questo appuntamento è arrivato alla terza
edizione con un successo crescente,” ci ha det‑
to Gianni Fantini di Joint Rent. “Il nostro ob‑
biettivo non è quello di sostituire le fiere, che
ormai sono svanite nel panorama nazionale,
ma di creare un momento di incontro annuale
in cui gli addetti ai lavori possano scambiarsi
pareri, esperienze ed opinioni sul nostro setto‑
re. In questa edizione, durata due giorni, ab‑
biamo avuto un’affluenza di oltre 150 persone,
un risultato che riteniamo soddisfacente e che
ci stimola ad impegnarci per organizzare l’anno
prossimo un appuntamento ancora più interes‑
sante. Vogliamo infatti inserire in programma
delle conferenze e dei dibattiti sulle tendenze
e sulle regole del nostro mercato, cercando an‑
che di far partecipare più aziende”.
info Joint Rent: tel. 0544 938030;
www.jointrent.com
SOUND&LITE n. 96_2012
15
>NEWS
Sisme Open Day
L-Acoustics
L
RCF D Line
al Fuori Orario
a RCF ha scelto il live club Fuori Orario
di Taneto di Gattatico, in provincia di
Reggio Emilia, per presentare la nuova
serie D Line.
Giovedì 10 maggio, lo staff della RCF ha radu‑
nato una folta schiera di clienti per presentare
alcune delle sue ultime fatiche, in buona parte
già viste a Francoforte. Si tratta principalmente
della serie D Line, sistema line array amplifi‑
cato, con i cabinet in materiale composito per
i satelliti ed in legno per i sub. Gli ingegneri
della casa reggiana hanno spiegato che questo
modello prende spunto dai sistemi più grandi
usati nell’ultima tournée di Vasco Rossi, ma
con soluzioni che lo rendono un prodotto acces‑
sibile a molti, visto il prezzo con cui è proposto
al mercato.
Nel modulo HDL 20‑A, elemento medio-alto del
sistema, sono alloggiati due coni da 10” per ri‑
produrre la gamma media, mentre per la gamma
medio-alta è usato un driver da 2” con bobina
da 3”. Inoltre nel cabinet è installata un’elettro‑
nica di controllo e di potenza da 700 W (500 W
per i medio-bassi e 200 W per i medio-alti) con
la possibilità di configurare il DSP interno per
configurazioni diverse da 2/4/6/8 cabinet. A
completamento dell’HDL 20‑A troviamo due
modelli di sub, il Sub 8006‑AS e l’HDL 18‑AS;
quest’ultimo, pensato per la sospensione e
dotato di tutti gli appositi accessori, monta un
trasduttore da 18” con elettronica di potenza
16
da 1000 W. Nelle situazioni più impegnative si
può aggiungere a terra il Sub 8006‑AS che mon‑
ta due altoparlanti da 18” ed amplificazione da
2500 W.
Ci pare una proposta commerciale molto adat‑
ta al particolare momento del mercato, perché
con un budget relativamente limitato è possi‑
bile acquistare un sistema efficace ed adatto a
tutte le stagioni, cioè impiegabile ed adattabile
ad una grande varietà di situazioni.
Unitamente al sistema line array, sono stati
presentati anche due diffusori compatti full
range, HD 10‑A ed HD 12‑A. Si tratta di diffuso‑
ri a due vie amplificati, con cono rispettivamen‑
te da 10” e da 12”, entrambi con driver da 1”.
Questi modelli si presentano con un nuovo
design ed una nuova elettronica, con ingresso
MIC/Line e guadagno in ingresso, mentre un
selettore “Boost” è pensato per una enfatizza‑
zione delle frequenze basse.
Alla presentazione è intervenuto anche Diego
Spagnoli, personaggio conosciutissimo come
direttore di palco e per le sue performance du‑
rante i concerti di Vasco Rossi. Diego ha intrat‑
tenuto i partecipanti prima con alcuni racconti
delle sue fatiche tecniche su un palco molto dif‑
ficile come quello del rocker di Zocca, e poi con
un intermezzo musicale.
Infine il modo migliore per concludere la serata:
una bella cena a base di specialità emiliane.
info RCF: tel. 0522 274 411; www.rcf.it
SOUND&LITE n. 96_2012
M
artedì 15 maggio presso la Sisme di
Osimo Stazione, distributore esclu‑
sivo per l’Italia del marchio L‑Acou‑
stics, si è tenuta una presentazione dei nuovi
prodotti della casa francese. Per una migliore
riuscita della manifestazione, vista la numero‑
sa partecipazione, l’incontro è stato diviso in
due sezioni, una alla mattina ed una al pome‑
riggio. Sono intervenuti due progettisti della
casa francese per comunicare in maniera diret‑
ta le strategie di sviluppo dei nuovi prodotti.
L‑Acoustics ha scelto di dividere il catalogo in
tre linee di prodotti. La sigla XT denomina i dif‑
fusori compatti, al momento tre modelli, rispet‑
tivamente dotati di altoparlanti da 8”,12” e 15”,
pensati per piccoli ambienti, piano bar, piccoli
gruppi oppure installazioni. Inoltre, i modelli
con il 12” ed il 15”, grazie alla loro forma tra‑
pezoidale, sono utilizzabili anche come stage
monitor. Tutti i modelli di questa serie monta‑
no un altoparlante coassiale, tecnologia sposa‑
ta ultimamente da L‑Acoustics, e sono costruiti
sia in versione passiva con filtraggio interno sia
in versione attiva per la bi-amplificazione. Per
la gioia degli installatori e degli architetti, con
la sigla XTi i diffusori vengono forniti anche in
diverse colorazioni RAL (il “Pantone” tedesco),
per un miglior uso nei vari ambienti.
Per il medio formato, i francesi già da tempo
portano avanti la tecnologia line source, pun‑
to focale dell’Open Day. Fra i diffusori appar‑
tenenti a questa linea, è stata presentata la
nuova versione della ARCS II, che abbiamo an‑
che avuto il piacere di ascoltare. Della stessa
linea fanno parte altri due modelli più piccoli,
ARCS Wide e ARCS Focus, che saranno in con‑
segna entro l’anno. Gli specialisti di prodotto
francesi si sono molto soffermati su questa
tecnologia, spiegandone in dettaglio tutti i
vantaggi offerti, sostenendo che si tratta senza
SOUND&LITE n. 96_2012
meno della tecnologia migliore per i diffusori di
medio formato.
Infine, a completamento della gamma di largo
formato per grandi venue, palasport o stadi,
sono stati presentati i modelli KIVA, KARA,
KUDO e K1 che mettono definitivamente in
pensione i mitici V‑DOSC e dV‑DOSC.
Nella prima parte dell’incontro è stato inoltre
illustrato nel dettaglio il programma di simu‑
lazione Soundvision, compatibile con tutta la
gamma dei prodotti L‑Acoustics, ed è stata
spiegata la tecnologia dei finali LA4 e LA8 e
del loro sistema di Network Manager 2.0 che
permette, tramite cavo (CAT5) o tramite tavo‑
letta Wi‑Fi, di monitorare e controllare tutti i
parametri e le informazioni del finale stesso.
Dopo la sessione in aula, l’incontro è prose‑
guito all’aperto, anche grazie ad una splendi‑
da giornata di sole primaverile. Unica pecca il
posizionamento dei diffusori, tutti appoggiati a
terra, cosa che ha fatto un po’ storcere il naso
a qualche partecipante che avrebbe preferito
ascoltare i diffusori appesi, ma i tecnici france‑
si avevano deciso che quella fosse la soluzione
migliore. La sessione d’ascolto, con musica re‑
gistrata, è stata comunque molto seguita e mol‑
to convincente, e prevedeva che i vari sistemi
venissero ascoltati sia da soli che con l’aggiun‑
ta del sub appropriato.
info Sisme: tel. 071 7819666; www.sisme.com
17
Pubbliredazionale
Tour Bruce Springsteen
evolving
Clay Paky
Sharpy
generation
Dal Boss aLLE FUTURE SUPERSTAR
I
Deutschland sucht den Superstar (DSDS), il ta‑
lent show tedesco equivalente all’X Factor ita‑
liano, è giunto quest’anno alla sua nona edizio‑
ne e attira come sempre grandissimo interesse.
Il lighting designer Manuel Da Costa ha accolto
la sfida di mettere in scena le nove serate in di‑
retta dagli MMC Studios di Colonia-Ossendorf.
Nella scelta delle attrezzature illuminotecniche
Da Costa ha optato, fra gli altri, per 30 Clay Paky
Sharpy, 16 Clay Paky Alpha Spot HPE 1500, ol‑
tre a due grandMA2 full-size, quattro grandMA
full-size e dieci MA VPU Plus.
“A causa del budget limitato e dei vincoli di
18
Più potenti e più leggere
Maggiore SPL
Processore DSP con 4 preset
Migliore rapporto qualità prezzo
Foto – Copyright: LICHTBILDER - Reinhard Goldmann
spazio e peso sui videowall motorizzati, dovevo
trovare un proiettore che avesse un prezzo di
acquisto relativamente conveniente e un peso
contenuto – afferma Costa –. Inoltre, doveva
essere di dimensioni compatte, ma avere un
punto di forza nella risposta luminosa”.
Continua Da Costa: “Il compito consisteva
nell’individuare un light concept che, visto
l’alto numero di brani musicali (circa 120), mi
permettesse la massima flessibilità di configu‑
razione. In pratica lo spettatore non deve anno‑
iarsi durante gli stacchi e deve essere attratto
con sorprese e momenti visivi sempre nuovi.
Nel corso della programmazione è emerso rapi‑
damente che gli Sharpy erano in grado di cre‑
are il gioco visivo della trasmissione proprio
grazie ai loro fasci caratteristici”.
“La cosa straordinaria in uno show come DSDS
– conclude Da Costa – è il nostro tentativo di
mettere in scena un effetto particolare ad ogni
esibizione. Si tratta di un compito impegnativo
dal punto di vista sia logistico che tecnico vista
la brevità del tempo a disposizione delle singo‑
le strutture e il budget.”
Oltre a Da Costa, hanno lavorato allo show: Mi‑
chael Baganz come assistente LD/moving light
operator, Tim Franken come operatore luci
bianche/laser, Stephan Flören come operatore
video, Sebastian Huwig come server farmer e
Christoph Dahm come direttore tecnico. L’at‑
trezzatura illuminotecnica è stata fornita dalla
Magic Light+Sound GmbH.
EvoMaxX 6a
400+100W
EvoMaxX 6
400W
EvoMaxX 4a
400+100W
EvoMaxX 4
300W
studioconti.biz 2011
l Wrecking Ball World Tour ha preso il via
negli States questa primavera, a supporto
del lancio dell’omonimo 17° album in stu‑
dio di Bruce Springsteen. Jeff Ravitz, lighting
designer del “Boss”, ha voluto a sua disposi‑
zione 16 Sharpy, forniti, come il resto del parco
luci, da Morpheus Lights di Las Vegas.
“Nell’allestimento del tour, ho pensato che gli
Sharpy sarebbero stati un sostituto eccellente
alle luci d’impatto che normalmente usavamo
sul palco,” spiega Ravitz. “Ho ritenuto che sa‑
rebbero stati un cambiamento interessante,
con un look ben distinto e definito. Senza con‑
tare che gli Sharpy ci hanno permesso anche di
proiettare dei fantastici effetti grafici.”
Ravitz ha posizionato gli Sharpy a terra, sparati
verso l’alto, attraverso delle lastre di plexiglass
che sostituiscono parte del pavimento e su due
truss laterali puntati verso destra e sinistra sul
palco. Gli spettacoli di Springsteen normalmen‑
te sono concepiti per essere molto estesi in lar‑
ghezza, al fine di consentire il miglior orizzonte
visivo da qualsiasi angolazione. Ma per Wrecking Ball, Ravitz ha deciso di aggiungere qual‑
che testa mobile Sharpy a un imponente truss
verticale per un “look veramente dinamico.”
Secondo Ravitz, “gli Sharpy si stanno dimo‑
strando robusti e affidabili per le date di questo
lungo tour. La troupe mi dice che sono davvero
indistruttibili e che si comportano alla grande
giorno dopo giorno.”
SOUND&LITE n. 96_2012
SUBline 18Sa
1200W
EvoMaxX 2a
400+100W
EvoMaxX 2
250W
SUBline 15Sa
600W
EvoMaxX 9Sa
600W
ate
Progettst
ruite
e co
www.fbt.it [email protected]
in
italia
di Douglas Cole
Event Safety
Alliance
Nell’ultimo numero, vi abbiamo incoraggiato a dare un’occhiata alla nuova
realtà nata negli Stati Uniti, l’Event Safety Alliance. Dopo solo qualche mese
d’esistenza, questa alleanza di aziende e professionisti già si fa sentire.
1
certo, perché nessuno voleva prendersene la
responsabilità (decisione presa troppo tardi e
mai annunciata al pubblico); secondo, e probabilmente la cosa più assurda: la band headliner
è stata consultata per decidere l’annullamento
del concerto. Per quanto riguarda quest’ultimo
fatto, non merita neanche considerazione quale
possa essere stata la risposta dell’artista… basta apprezzare che, nonostante la presenza di
un capitano della polizia statale e commissari
statali responsabili per un evento su proprietà
pubblica, per una decisione sulla sicurezza degli spettatori siano stati consultati due cantanti
country. You’ve got to be fucking kidding me.
2
L’alleanza
E
vent Safety Alliance si è formata più che
altro in risposta alla tragedia di Indianapolis l’estate scorsa, quando un’improvvisa tempesta ha causato il crollo della struttura sul pubblico prima di un concerto outdoor,
con la morte di sette persone e 58 feriti.
La tragedia
Nonostante il numero elevato d’incidenti durante quella stessa estate – la maggior parte dei
quali provocati dal maltempo – quest’incidente
ha avuto l’impatto maggiore sul tema della sicurezza di eventi e concerti. L’evento in Indiana
infatti è stato notevole per le dimensioni della
struttura crollata e, purtroppo, per il numero di
persone coinvolte, perché, a differenza del crollo
di un palco all’Ottawa Blues Festival poche settimane prima, il tetto è crollato verso il pubblico.
Azzardo a dire che il grande impatto che
quest’incidente ha avuto sull’opinione pubblica – cioè, fuori dall’industria dello spettacolo – è dovuto più che altro alla nostra società
sempre più voyeuristica, per la quale gli eventi
non sono reali finché non si vedono in TV o su
YouTube; e in questo caso qualche membro del
pubblico è riuscito a filmare il disastro dall’inizio alla fine con una certa qualità ed una mano
relativamente ferma. Questo filmato amatoriale
dell’evento ha fatto il giro del mondo, e milioni di professionisti e potenziali acquirenti di
biglietti hanno potuto guardare la violenta realizzazione di quello stesso pensierino che vie20
ne almeno una volta a tutti quelli che lavorano
nell’ambiente o frequentano eventi simili: “E
se questo coso enorme cadesse?”.
L’incidente in Indiana è stato il fulgido esempio di due dei problemi che perseguitano il
mondo dei concerti e i festival, e non parliamo
di fenomeni meteorologici pericolosi… parliamo di strutture non a norma (gli investigatori
puntano sull’inadeguatezza della zavorra e
dei cavi d’ancoraggio) e del nebuloso organigramma nella gestione dell’evento; quest’ultimo evidenziato dalle pressioni che esistono
sui vari responsabili quando arriva una situazione che potrebbe provocare la cancellazione
di un concerto. Non serve entrare nei dettagli
di quest’ultimo problema, che comunque vengono riportati diversamente da varie testate e
vari testimoni e saranno oggetto di contenzioso
in tribunale. È sufficiente dire che, nonostante
le discrepanze nelle varie testimonianze delle
persone coinvolte – che comprendono persone che rappresentavano la venue (la State Fair
Commission, un’organizzazione che risponde
allo stato), un capitano della polizia dello Stato
d’Indiana e rappresentanti dell’artista – tutti
riportano cose che lasciano molto perplessi.
Per primo: gli organizzatori ed i responsabili
sul posto avevano accesso ad informazioni meteorologiche molto dettagliate e sapevano che
il tempo in arrivo era potenzialmente pericoloso, ma moltissimo tempo è stato perso prima
di arrivare alla decisione di cancellare il conSOUND&LITE n. 96_2012
Alla luce dei fatti venuti fuori su questo disastro, diversi professionisti si sono uniti con
l’unico obbiettivo di fare in modo che questo
tipo di tragedia non succeda più. Negli Stati
Uniti, da diversi anni, in gennaio, si radunano
a Scottsdale, Arizona, professionisti ed aziende
coinvolti nel mondo del touring. Questo convegno, ideato e organizzato dalla rivista Tour
Guide/Mobile Production Monthly, si chiama
“Tour Link”. È un evento simile all’ILMC in
Inghilterra, ma non si concentra sugli aspetti
di management e promotion, bensì puramente
su quelli legati alla produzione ed al touring.
Perciò i 600 o 700 partecipanti includono ogni
aspetto del touring, dai service ai fornitori di
pullman, dai noleggiatori d’aerei ai direttori di
produzione agli albergatori. Durante questo
convegno, tra una gara di golf e l’altra, ci sono
tantissime discussioni a tema. Durante lo scorso gennaio, Jim Digby (direttore di produzione
con esperienza trentennale ed attuale dir. prod.
per Linkin Park) ha presieduto la tavola rotonda sulla sicurezza e sulle strutture. Ha presentato una nuova organizzazione creatasi molto
velocemente durante gli ultimi mesi del 2011
per dar voce al settore ed affrontare gli eventi
sfortunati della precedente stagione. I membri
fondatori del nuovo “Event Safety Alliance”
sono Digby, Ken Barber e Dave Lester di Clair
Global, Keith Bohn di Tomcat USA, John Brown
di Brown United Staging, James Chippendale
e Roger Sandau di Doodson Insurance Brokerage, Steve MacFadyen di Pollstar, Stuart Ross di
Red Light Management, Karl Ruling di PLASA,
Mary Lou Figley di Stageco, ing. Tim Franklin
specialista in strutture, e i direttori di produzione Lyle Centola, Benny Collins, Charlie Hernandez, Hadden Hippsley e Ron Stern.
SOUND&LITE n. 96_2012
Cosa c’è da fare?
Il programma iniziale dell’ESA come presentato a gennaio era abbastanza chiaro e piuttosto
metodico. Nonostante lo scopo enorme dell’obbiettivo – “far sì che nessuno perda più la vita
per incidenti durante eventi d’intrattenimento
dal vivo” – questi professionisti hanno iniziato subito a promuovere l’idea che gli standard
ed i suggerimenti già esistenti (come lo standard ANSI E.121 2006 sulle strutture temporanee, di cui Bohn fu uno degli autori) vengano
applicati. Visto che nessuno di questi standard
o raccomandazioni è effettivamente legge e
che le legislazioni applicabili sono diverse da
uno stato all’altro degli USA, l’alleanza ha cominciato a premere su questo discorso lì dove
hanno più influenza: con le agenzie ed i management degli artisti. Enfatizzando il fatto che,
come nel caso dell’incidente in Indiana, nei casi
civili per incidenti di questo genere l’artista e
la sua organizzazione vengono spesso giustamente o ingiustamente chiamati in causa dalle
vittime, hanno consigliato che venga inserito
3
1/2_ Foto del disastroso
crollo ad Indianopolis.
3_ Jim Digby, direttore
di produzione e direttore
esecutivo di Event Safety
Alliance.
21
4
4_ Il Governatore
dell’Indiana, Mitch Daniels,
all’incontro dell’ESA.
22
direttamente nei contratti o nei rider tecnici una
appendice “Structural Safety” che cita direttamente le normative o gli standard industriali a
cui devono essere conformati i palchi delle loro
performance. Inoltre consigliano di aggiungere al contratto una clausola che permette alla
produzione in tour di poter visualizzare ed approvare il piano di sicurezza ed il piano d’emergenza per l’evento. Questa tattica sta già producendo alcuni risultati, soprattutto con gruppi
particolarmente “road warrior” come i Phish, e
gruppi che stanno lanciando tournée in venue
esterne, come i Linkin Park, che hanno subito
aggiunto questi obblighi nei loro contratti. Questo chiaramente mette pressione sui promoter
locali e, conseguentemente, sui fornitori e venue per ottimizzare le pratiche di sicurezza.
I Linkin Park, per la loro tournée attuale, sono
anche andati oltre, ingaggiando direttamente
un servizio di meteorologi per la durata del tour.
Un altro obbiettivo immediato dell’ESA è la
creazione di un sito che servirà come deposito
per la documentazione relativa ad ogni aspetto della sicurezza negli eventi: dall’acqua potabile alla sicurezza elettrica, dalle strutture ai
servizi sanitari. Questo sito esiste già e, pian
piano, nuovi membri contribuiscono con nuovi
documenti che sono soggetti anche al review
dei membri. Il sito inoltre fornisce notizie costanti sull’argomento dell’event safety.
Un terzo obbiettivo del gruppo è l’adozione o creazione di un documento che stabilisca le linee
guida per la sicurezza, in modo da fornire almeno
un po’ di auto-regolamentazione all’industria del
touring statunitense. Questo tipo di guida esiste
in Germania, in Australia e nel Regno Unito, ma
non è mai esistita negli Stati Uniti.
Dopo quattro mesi, e quasi contemporaneamente al passaggio di una nuova legislazione
riguardante le strutture temporanee nell’Indiana, una molto cresciuta Event Safety Alliance
si è riunita proprio ad Indianapolis insieme a
due società d’ingegneria ingaggiate dallo Stato per indagare sulle cause del tragico crollo.
Alla riunione hanno partecipato anche dei legislatori ed il governatore dell’Indiana, Mitch
Daniels, che manterrà un contatto ufficiale
con il gruppo per consulenze su un’ulteriore
legislazione. Durante questa riunione, ESA ha
votato unanimemente di adottare immediatamente il documento inglese HSE Event Safety
Guide (conosciuto come “La guida viola” per
via del colore della copertina – che in effetti
in Italia non è proprio adatto!), e di produrre
entro la fine dell’estate una versione specifica
per l’uso negli Stati Uniti. Questa guida, edita
originalmente dall’Health and Safety Executive
britannico, è un volume di 200 pagine, pensato
come una specie di checklist per organizzatori
e produttori d’eventi. Fa riferimento a vari altri
standard per quanto riguarda le normative tecniche, ma copre ogni aspetto della produzione.
La scelta di questa guida è chiaramente una
misura tappabuchi, basata più che altro sulla
velocità con cui può essere implementata, ma
questa scelta è anche indicativa dell’approccio
fin adesso scelto dall’Event Safety Alliance:
mettere in funzione molto rapidamente una
struttura autorevole in grado di proporre uno
standard di base. Sembra che quest’approccio
sia efficace, considerando gli obbiettivi raggiunti ed il peso della voce di quest’organizzazione dopo solo sei mesi d’esistenza. Come dice
Digby: “L’unica scelta sicuramente sbagliata
è non fare niente. Se l’industria non inizia ad
auto-regolamentarsi, sicuramente lo faranno i
legislatori… e certamente lo faranno male”.
Event Safety Alliance ha lo scopo di diventare
un’organizzazione internazionale, ma per il momento si è mossa nel teatro operativo in cui è
nata, quello che conoscono meglio i fondatori.
Ed in Italia?
Per informazioni su ESA si può visitare
www.eventsafetyalliance.org.
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>RUBRICHE
>
di Stefano Lentini
Indipendenti
dentro
N.8 – La Pirateria, i Pirati e i Forzieri
Da quando internet ha fatto la sua comparsa in Italia, era
la metà degli anni ‘90, ne sono successe di tutti i colori.
Lo ricordo bene perché all’epoca frequentavo un amico
più grande di me, esperto di filosofia e di computer, che
fu uno dei pionieri della sua diffusione nel nostro paese.
Aveva pubblicato con la sua associazione un libretto
divulgativo in cui spiegava le potenzialità e gli impieghi
di questa meravigliosa rete informatica.
N
e parlai a un paio d’amici e ai miei familiari, qualcuno non mi credette, non capivano bene il nesso tra telefono e computer, come le informazioni potessero circolare
e con quale aspetto. Sono sicuro che la colpa di
questa incomprensione fosse mia. Dubito che
all’epoca sapessi davvero di cosa si stava parlando. Tuttavia avevo una fiducia cieca in Gino
e presi le sue parole come oro colato.
Quindici anni dopo troviamo nelle case degli
italiani insieme al frigorifero, il televisore e l’automobile, anche internet.
Secondo una ricerca commissionata da Google alla Boston Consulting Group, pare che il
70% della popolazione italiana tra i 6 e i 44
anni sia connessa al web. A pelle sembrerebbe proprio così.
I pirati
La condivisione della musica è al centro di tante
battaglie contro la pirateria. Pare che essa sia la
causa del degrado del mercato discografico, del24
la sua crisi, del suo stazionamento. Ci può stare,
ma guardiamo la questione da un’altra prospettiva, da quella cioè del fruitore della musica.
Il compact disc oggi è un bene di lusso. Quanto
costa un cd lo sappiamo tutti e sappiamo anche
che una libreria di compact disc è un privilegio
che non tutti possono permettersi. La discografia punta tanto sui giovani perché sa che essi
sono i maggiori consumatori, allo stesso tempo chiede loro di spendere tutta la paghetta in
CD. Se la musica divenisse un bene di consumo
forse al posto del gelato uno si andrebbe a comprare volentieri un bel disco. Considerando che
per grosse tirature la stampa di un cd costa approssimativamente un euro, che ne direste di
venderli con un costo pari al 500%? Ecco forse
cinque euro potrebbe rappresentare un buon
prezzo di partenza, una cifra che probabilmente rimetterebbe in carreggiata la vendita della
musica, una cifra che proietterebbe il cd nel
territorio dei beni di consumo. Una cifra che ne
farebbe vendere a valanghe.
SOUND&LITE n. 96_2012
Il fatto di trovare cd in vendita a venti euro mi
fa venire in mente l’immagine di quel commerciante gretto e avido, come lo disegnerebbe
Dickens, con la giacca strappata, i capelli unti,
col sorriso cattivo e i ratti che gli corrono tra
i piedi. Un bottegaio spilorcio e annebbiato
dall’ingordigia, un bottegaio che cerca di vendere i suoi articoli al prezzo più alto possibile
senza preoccuparsi di niente e di nessuno, uno
come il signor Burns dei Simpson, ecco.
Eppure basta un po’ di buon senso per capire
che abbassare i prezzi favorisce l’aumento delle vendite, che se il cliente è felice torna più volentieri: che gli affari, insomma, si fanno in due.
La musica, la cultura in genere, sono valori
fondamentali per una società. E come tali sono
riconosciuti dalla Costituzione Italiana. Questa
nostra Carta tanto bistrattata e chiacchierata
mostra dei lati davvero straordinari. Talvolta
nel leggerla emana una tale energia positiva
da sembrare più un manifesto spirituale che
un ordinamento politico. A differenza di quanto uno si potrebbe aspettare, non è un noioso
testo per avvocati ma una bella antologia di
principi in cui si parla dell’uomo, della libertà,
della felicità e di un progresso che non è solo
quello della tecnologia o dei beni materiali.
Nella Costituzione si difende il progresso spirituale della società. Questo tipo di progresso
è riconosciuto e sostenuto. Ed è per questa
ragione che esistono i fondi ministeriali per il
cinema, i contributi per l’editoria, e tante altre
iniziative volte al sostegno e allo sviluppo della
cultura. La discografia però è un fatto privato
e interseca la sfera pubblica nelle sue funzioni ed utilità ma non negli aspetti economici. Il
libero mercato regola costi ed incassi ed è qui
che avviene lo scollamento con la società civile,
lo scollamento cioè, tra teen-ager curioso e produttore navigato.
Il forziere
Lo scrigno in questione contiene la musica in
ogni sua forma e misura: l’hip-hop, la musica
leggera, gli ever-green, il rock, la musica classica, l’indie americano, il jazz, la world, tutto
insomma. A partire da Napster in poi, i sistemi
di condivisione si sono moltiplicati e la quantità di file condivisi ha superato la possibilità di
essere controllata e bloccata. Un mare di utenti
ha iniziato ad ascoltare musica sempre nuova
senza sborsare un centesimo e le case discografiche hanno cominciato a recitare i loro
vade retro satana.
SOUND&LITE n. 96_2012
Quest’uomo ha scaricato
illegalmente della musica
(Creta lavorata a mano, foto
gentilmente concessa da
Stefano Lentini).
Anche qui tuttavia esiste un altro aspetto da
considerare. La diffusione della musica ha
un’implicazione rilevante nell’aumento del
pubblico ai concerti. Il passa-parola e il passamp3 ha questo risvolto pazzesco, quello cioè di
far conoscere band altrimenti irraggiungibili.
E se una band è valida, le sale da concerto si
riempiono, e i soldi, anche se facendo un altro
giro, arrivano comunque.
Non è un fatto secondario se teniamo anche
conto del fatto che a un concerto non si va quasi mai da soli, c’è sempre un amico o un’amica,
un fidanzato o una fidanzata, pronti ad accompagnarci. I locali in cui si esibiscono gruppi
dell’underground internazionale sono pieni.
Com’è possibile che ciò accada se nessun giornale o telegiornale riporta la notizia dell’evento?
Come all’epoca dei corsari la mappa del tesoro
è custodita in un luogo segreto.
Il mare
È notte sull’acqua gelida al largo dell’Istmo della Criniera. Lo chiamano così perché talvolta,
con la luce della luna, le colline a est sembrano rappresentare la grande corsa di una bestia
imbizzarrita: l’avvertimento che la natura ha
voluto dare ai navigatori incauti, per ricordare
loro ciò che il mare può diventare all’improv25
>RUBRICHE
viso, là dove le freddi correnti provenienti dal
nord incontrano i tiepidi flussi orientali.
Della luna non resta che una pallida forma di
unghia e solo le due lanterne a prua indicano
la presenza della Liberty nelle nefaste acque
in cui sta per abbattersi la sua sciagura. Nessuno infatti, neanche Sam-Occhio-d’aquila, è
in grado di vedere le vele tinte di pece che i
pirati della Oblivion hanno preparato con cura
per potersi avvicinare il più possibile nella notte. L’abbordaggio fu più facile del previsto, il
vascello sfruttò un perfetto abbrivio e si posizionò longitudinalmente alla Liberty lasciandosi dondolare in un mutuo rollio come in una
danza di morte. Le urla di paura provenienti
dal veliero dalle vele bianche vennero sostituite dal silenzio del terrore prima, e dalle grida
di dolore poi. I pirati al colmo dell’adrenalina
e accecati dal brutale incitamento reciproco
sferzavano colpi ovunque fracassando ossa e
correndo furiosamente su rivoli di sangue che
si accumulavano in pozze scure di sporcizia e
umori fetidi. Il massacrò durò più di due ore
mentre altri marinai si occupavano di liberare
le stive e trafugare oggetti dalle cabine abbandonate. Le casse chiodate e pesanti vennero
issate a bordo del vascello dalle vele di pece e
solo quando tutti furono certi di aver depredato ogni mercanzia e arnese utile, il comandante ordinò il rientro che si svolse in un veloce
passaparola fatto di ululati tetri e primordiali.
Il vascello dei pirati si staccò da tribordo e due
colpi ben assestati di cannone segnarono la
fine del veliero che cominciò ad affondare. Gli
alberi di maestra e di trinchetto tranciati alla
base aiutarono il mare a girare lo scafo a babordo. Poco dopo, della carena della nave non
rimaneva che il ricordo nelle menti stordite dei
feroci bucanieri.
Ecco, questi sono i pirati, questa è la pirateria
e queste erano le leggi che dettavano all’inizio
del XVII secolo nel Mar delle Antille. Abbordare, depredare, affondare.
Nel linguaggio comune “pirateria” è diventato
il sinonimo dell’uso illegale dei prodotti soggetti a copyright. Certo è che guardando alla storia, e a come andavano le cose qualche secolo
fa nelle acque infestati dai banditi dei mari, i
pirati di oggi sono un po’ meno lugubri e truci.
26
La baia
Nel 2006 in Svezia è nato un partito, il Partito
Pirata (Piratpartiet), che promuoveva un unico
obiettivo politico: la modifica legale del copyright e del diritto d’autore. Secondo il suo fondatore essi devono essere modificati poiché sono
troppo sbilanciati in favore dello sfruttamento
economico a scapito dello sviluppo culturale.
Questo squilibrio creerebbe un’incoerenza di
fondo di cui tutte le opere artistiche, letterarie, cinematografiche e musicali, si farebbero
portatrici: la riduzione del loro potenziale di
diffusione. Una limitazione che contrasta con le
finalità più elevate dell’arte.
Nel giro di tre anni il partito raccoglie consensi
inattesi grazie anche al noto processo che vide
condannati i quattro fondatori del sito di sharing The Pirate Bay. Il PiratPartiet ottiene alle
elezioni del 2009 il 7,1% dei voti e conquista un
seggio in parlamento. È un fatto eccezionale e
mette in risalto un elemento che non possiamo
più sottovalutare. La diffusione di internet e la
digitalizzazione della musica comportano per
definizione una maggiore diffusione dei contenuti. In questo scenario il prodotto soggetto
a copyright entra in collisione con un terreno
sconfinato di scambio in cui è impossibile tracciare delle frontiere. Inoltre più musica circola,
maggiore sarà il numero di persone che avrà
voglia di ascoltare dal vivo gli artisti che ama.
Se da una parte la vendita dei dischi diminuisce, dall’altra il numero di presenze ai live
aumenta. Ma c’è bisogno di nuova musica, di
nuove idee. Il file-sharing è anche un’opportunità, vista da un altro punto vista, è pubblicità
gratuita. Non solo, è anche un segnale della reale fame di musica che circola nel sottobosco. Il
sottobosco si è fatto più grande del bosco. È ora
di iniziare a seminare nel grande terreno fertile
che si muove sotto di noi.
Stefano Lentini è un compositore
di musica da film.
Per scrivergli: [email protected]
SOUND&LITE n. 96_2012
>UOMINI&AZIENDE
“K” come “Klaus”
Sisme Distribuisce Powersoft
Exhibo S.p.A. e K‑array annunciano che dal 1° maggio 2012 le
due società si avvalgono della consulenza di Claudio “Klaus”
Hausher, noto sound engineer con una lunga esperienza
sulla scena italiana ed internazionale. Klaus ricopre il ruolo
di Audio Product Specialist, in particolare per i sistemi
“Concert” di K‑Array.
Klaus sarà a disposizione di tutti i clienti per dimostrazioni
degli impianti K‑Array dedicati al touring e allo spettacolo
in genere e sarà la persona di riferimento per tutte le
applicazione riguardanti i sistemi “Live” di K‑Array.
Facciamo a Klaus un in bocca al lupo per il suo nuovo incarico.
Mantenendo la prassi di non curare direttamente
la distribuzione dei propri prodotti nel paese
d’origine, Powersoft ha affidato questo incarico alla
marchigiana Sisme, un’azienda leader nel settore
professionale con marchi come L‑Acoustics, Shure e
HK Audio, per citarne solo alcuni.
“Negli anni, nonostante i forti cambiamenti
avvenuti nella moderna distribuzione commerciale,
la nostra azienda ha saputo evolversi pur
conservando quei valori di serietà, affidabilità e
professionalità che l’hanno sempre contraddistinta;
–commenta Claudio Bugari, Amministratore Unico
di Sisme – la nostra visione assolutamente dinamica
del mercato, ci ha spinto a sviluppare ulteriormente
la nostra presenza nel segmento dei prodotti audio
professionali e a completare il nostro portafoglio
prodotti nel settore dell’amplificazione, grazie a un
marchio di qualità come Powersoft.”
“Siamo sicuri di aver individuato un ottimo partner
– afferma Luca Giorgi, Pro Audio BU manager
di Powersoft – che, grazie alla professionalità e
alla rete distributiva ben radicata sul territorio,
ci consentirà di acquisire nuovi clienti su scala
nazionale e di incrementare così la penetrazione sul
mercato italiano”.
info Exhibo: tel. 039 49841; www.exhibo.it
info K‑Array: tel. 0558 487222; www.k-array.com
Di Donato in D.T.S.
Pulsar Lighting of Cambridge: Nuovo
Assetto Commerciale in Italia
Pulsar Lighting, azienda da 40 anni presente del mondo
dello show business, ha deciso di rivedere la propria
politica commerciale in Italia, in modo da rispondere in
maniera efficiente alle nuove esigenze del mercato.
A tal fine, a partire da marzo 2012, ha scelto di avvalersi
della collaborazione di un Sales Manager per il mercato
italiano, Gabriele Chinaglia, persona di lunga esperienza
nel settore professionale del lighting, cui viene affidato il
compito di sviluppare le vendite ed il supporto ai clienti.
La spedizione delle merci per l’Italia avverrà
direttamente dalla sede di Cambridge, ma per rispondere
alle esigenze specifiche in termini di assistenza tecnica
è stato attivato un centro di assistenza in collaborazione
con l’azienda SN Luce di Sandro Napoleoni.
Pulsar Lighting offre una gamma completa di prodotti
a LED per il mondo dell’installazione e del rental.
Tutti i prodotti hanno tre anni di garanzia e vengono
interamente costruiti in Inghilterra all’interno della sede
di Cambridge.
Paul F.Mardon (CEO) Jon Petts (European Sales
Manager), dando il benvenuto a Gabriele Chinaglia
all’interno della propria organizzazione, intendono
ringraziare il precedente distributore per l’attività svolta
in questi anni con grande professionalità, ritenendo
che il cambiamento del mercato necessiti di innovative
soluzioni da dare alla clientela.
info Pulsar Lighting: cell. 340 3305493;
[email protected]; www.pulsarlight.com
28
La D.T.S. annuncia la nomina
di Luca Di Donato a Sales
Area Manager nel settore
professionale. Di Donato si
unisce alla D.T.S. dopo oltre
20 anni di lavoro nei settori
lighting e audio.
“Siamo lieti di dare il
benvenuto a Luca in D.T.S.
– afferma Silvano Latteo,
Presidente dell’azienda –.
La sua lunga esperienza e la
sua conoscenza del mercato
professionale contribuiranno
positivamente all’attuale
fase di crescita dell’azienda.”
“Sono estremamente
motivato a lavorare con
D.T.S. – dichiara Luca Di
Donato – e a mettere le mie
capacità al servizio di una
compagnia che progetta e
sviluppa integralmente i suoi
prodotti in Italia unendo alta
tecnologia e styling italiano,
e che proprio in questo
periodo ha presentato alcuni
tra i prodotti più innovativi
del settore professionale”.
info D.T.S: tel. 0541 611131;
www.dts-lighting.it
SOUND&LITE n. 96_2012
LUCI
VIDEO
AUDIO
SOLLEVAMENTO COMPLEMENTI
STRUTTURE
DI SCENA
info Shure: tel. 071 7819666; www.sisme.com
info Powersoft: tel. 055 7350230;
www.powersoft-audio.com
Audio Network distribuisce Cadac
Audio Network Technology di Bovisio Masciago
(MB) e la storica azienda inglese Cadac hanno
firmato un accordo di partnership per la
distribuzione in esclusiva delle console analogiche e
digitali sul mercato italiano.
Cadac produce console di mixaggio per la musica dal
vivo, installazioni teatrali e per l’uso in ambienti di
registrazione e broadcast.
Le console Cadac sono conosciute attualmente
più che altro per il loro impiego in ambito teatrale
e particolarmente per i musical, ma storicamente
dalla fine del 1960 alla metà degli anni ‘80 sono state
installate in molti studi di registrazione famosi in
tutto il mondo.
info Audio Network Technology:
tel. 0362 571116;
www.audionetwork.it
SOUND&LITE n. 96_2012
29
>PERSONAGGIO
di Giancarlo Messina
Massimo “Mamo”
Pozzoli
Seguiamo da diversi anni la carriera di Mamo Pozzoli e più volte ne abbiamo
parlato nei nostri redazionali. Anche il nostro primo “Best Show”, lo spettacolo
Mechanical Dream di Elisa, deve molto alla sua mano, essendone Mamo il
set e lighting designer.
Per creare uno
spettacolo interessante è più importante il budget o
l’idea? O sono entrambi necessari?
Sarei un ipocrita
se dicessi che contano solo le idee,
perché certe idee
hanno bisogno di
budget, ma è altrettanto squallido
il budget senza idee,
cosa di cui vediamo spesso
tantissimi esempi.
Come nasce l’idea di un progetto?
L
a verità è che abbiamo sempre trovato
in lui un gusto molto affine al nostro in
quello che intendiamo per impatto visivo
in un concerto: creatività innanzitutto, quindi
idee originali legate al progetto artistico, ma
anche ordine, rigore ed eleganza pur nell’apparente caos delle strobo in controluce. Perché
gli studi e la formazione culturale di un professionista – ma direi meglio: di un uomo – emergono in ogni cosa che fa: la lettura di un libro
è decisamente più importante della perfetta
conoscenza dell’ultimo software della nuova
console esoterica. In questo senso certamente il diploma liceale e gli studi in architettura,
uniti agli inizi teatrali, costituiscono l’humus in
cui sono cresciute salde le radici della professione di Mamo.
Nato nel ’65 e cresciuto nell’ambiente milanese, in cui ancor oggi vive e lavora, Massimo
esordisce come chitarrista, ma è già iscritto
alla facoltà di architettura. Intanto lavora come
tuttofare nel mondo del teatro: macchinista,
elettricista e quello che capita... Siamo a metà
degli anni Novanta, periodo in cui emerge il
rock underground, ed il gruppo di Mamo si ritrova a suonare al Centro Leoncavallo insieme
ai Marlene Kunz...
“Nel giro del rock alternativo nessuno allora
andava in tour con una persona che curava le
luci – ci racconta lo stesso Mamo – e mi meravigliai parecchio quando i Marlene mi chiesero di
andare con loro in tour come lighting designer
o qualcosa del genere. Accettai subito, cercan30
do di seguire contemporaneamente gli studi ed
il lavoro in teatro. È così che dal ’95 al 2000 mi
sono fatto le ossa in tutti i club d’Italia, lavorando anche per tanti altri gruppi del giro, come
Afterhours, La Crus, Blu Vertigo”.
Quindi la tua formazione tecnica è fondamentalmente da autodidatta?
Certamente, allora era normale. Ho cominciato scaricando camion, facendo i cablaggi, lavorando per dei service e contemporaneamente
studiavo sui libri le nozioni tecniche necessarie. Penso che i corsi che ci sono oggi siano molto utili, accorciano la strada ed il tempo, anche
se poi devono ovviamente essere integrati dalla necessaria gavetta.
Forse la tua capacità di sfruttare le idee più
che i mezzi nasce anche da questi inizi dove
certo i budget non erano enormi?
Credo di sì, anche produzioni più grandi in
seguito mi hanno chiamato per la mia caratteristica di riuscire ad inventare qualcosa di scenografico con budget minimi e tecnologie ancora
primitive, se paragonate alle attuali. Fra l’altro
mantengo uno stretto contatto col mondo rock
alternativo, che sento molto mio, anche se nel
corso degli anni ho acquisito un metodo che
mi ha permesso di uscire dall’underground ed
approdare nel mainstream. Infatti per una serie di coincidenze ho cominciato a lavorare con
artisti come Grignani, Antonacci e via via fino
a Giorgia ed Elisa con cui lavoro spesso ancora
oggi: produzioni importanti, perché i mezzi tecnici e i budget sono maggiori e posso accedere
a campi creativi che altrove sarebbero preclusi.
SOUND&LITE n. 96_2012
Non credo nell’innovazione pura,
credo nel riassemblaggio, cioè nel
prendere elementi e suggestioni da
tutti i campi del visivo, dal teatro alle
mostre d’arte al cinema, per assemblarli
con una nuova veste, ovviamente in maniera coerente.
Il rapporto con i colleghi?
Sono una persona molto tranquilla, poco incline alle polemiche,
quindi vado d’accordo con tutti;
con alcuni colleghi magari ho
più intesa perché veniamo da
percorsi e realtà simili, e penso a
Mariano De Tassis o Jò Campana. Purtroppo il mercato
si è ristretto, prima c’era più spazio per tutti, oggi un po’ per la
crisi un po’ per l’arrivo di diversi colleghi stranieri è più difficile.
Credi nell’albo dei professionisti?
No, sarebbe una casta o una corporazione. Noi lighting designer essenzialmente siamo dei privilegiati, come tipologia di
lavoro: è bene le corporazioni le creino coloro che lavorano
20 ore al giorno in condizioni piuttosto difficili e che hanno
cose vere da rivendicare.
Ti senti più un lighting designer o un set designer?
È una domanda interessante! In effetti mi sento
un’unica entità, perché per me è innaturale pensare
alle luci senza poter progettare le strutture a cui sono
appese e le modalità con cui si possono appendere.
Quando progetto un set lo faccio sempre pensando
alle luci che dovrà contenere, così come quando inserisco dei video li immagino sempre come sorgenti di
luce, infatti non entro mai nel lavoro degli altri, come
quello della creazione dei contributi video, perché
penso che ognuno debba occuparsi di ciò che sa fare
per poter avere dei buoni risultati finali.
Allo stesso modo non costruisco scenografie vere e
proprie, perché non mi ritengo uno scenografo. Il mio
SOUND&LITE n. 96_2012
31
>PERSONAGGIO
SHARPY
I professionisti stranieri possono davvero
dare di più alle produzioni italiane rispetto ai
lighting designer nostrani?
Mah... è una domanda difficile; ci sono diverse congiunture che portano qui gli stranieri, a
partire dal fatto che la maggior parte delle più
grosse agenzie italiane sono parte di aziende
multinazionali. Certamente gli anglosassoni lavorano in un mercato molto più grande e per
questo hanno un approccio ed un metodo di
lavoro diverso dal nostro, e questa certamente
è una cosa che invidio loro: poter esprimere la
propria professionalità in un contesto più rodato ed ampio.
Il lavoro di cui sei più orgoglioso?
Quello con Cristina Donà, quattro o cinque
anni fa. Con Cristina siamo amici da anni,
abbiamo studi comuni e siamo legati da un
feeling culturale. Ha deciso di fare un tour, che
lei stessa ha prodotto, soltanto insieme a me
e ad un fonico. La ditta Fornarini ha sposato il
progetto e ci ha dato in sponsorizzazione delle
bellissime lampade di design, così ho creato
un set costruito solamente con queste trenta
lampade appoggiate a terra che mi limitavo
ad accendere e spegnere. Un’atmosfera
assolutamente magica. È stato il lavoro più
bello che abbia mai fatto: con trenta lampade
d’arredamento!
Cosa succede se il tuo progetto non piace
all’artista?
È una cosa che capita, e non è un dramma. In
questo caso bisogna ricalibrare tutto per soddisfare l’artista e rappresentare il suo mondo,
com’è giusto che faccia un professionista.
5
2010
HONORABLE MENTION
as Best Debuting Lighting Product
AWARDS IN
UN ANNO
Lighting 2011
www.claypaky.it
obiettivo è quello di creare ambienti in cui si
percepisca chiaramente che i vari elementi non
sono slegati, ma pensati da un’unica mano e
integrati in un’unica idea.
Ridimensionare le produzioni italiane, per
motivi di budget o di sicurezza, è un’idea giusta o sbagliata?
Fino a qualche tempo fa avere delle grandi
produzioni era positivo, perché erano una locomotiva che trascinava dietro la voglia di emulazione e questo faceva lavorare tutti di più.
Adesso invece il treno si è spezzato: la locomotiva – cioè i tour di fascia “A” – è andata avanti
da sola, mentre le produzioni minori sono state
spazzate via, tanto che la fascia media è quasi
sparita o ha enormi problemi di budget. Credo
sia necessario ricucire un po’ questa forbice.
Per quanto riguarda la sicurezza, credo che la
prima cosa sia quella di rendersi conto una volta per tutte delle strutture che ospitano i tour:
quelle in grado di ospitare grandi produzioni
sono meno di dieci. Io spero di non dover più
progettare palchi che poi devono essere assemblati a fisarmonica in base alla location,
cosa che è fonte di non pochi rischi anche sotto
l’aspetto della sicurezza.
Tu sei un grande appassionato di arrampicata,
ma la cerimonia per i Mondiali di Arrampicata
in Trentino te l’ha fregata Mariano De Tassis!
Tormentone finale: qual è il tuo sogno nel
cassetto?
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Avere un parco luci così enorme da permettermi di usare un solo faro per volta. Cioè lavorare sul buio più che sulla luce. A me piace
sempre di più scavare, cioè arrivare all’essenza
ed all’assenza di luce. Insomma aspiro al dark
designer!
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Caspita, è vero! Però Mariano, con cui sono
molto amico, mi ha anche telefonato per darmi
questa anteprima e devo dire che lui ha fatto un
ottimo lavoro. Però voglio trovare un modo per
unire questi due mondi, infatti inizio a progettare sempre più in verticale: fra l’altro i “palchi
verticali”, cioè con i musicisti che suonano sui
diversi balconi di un palazzo, sono anche l’ultima tendenza...
32
SOUND&LITE n. 96_2012
>AZIENDA
di Alfio Morelli
Harley
Rock Crew
Quindi ciò significa un bel giro di fatturato?
In questi ultimi anni, con le nostre cooperative, superiamo il milione di euro di fatturato, ciò
significa che di materiale ne spostiamo parecchio. Il problema primario però resta quello dei
crediti: nell’arco degli anni abbiamo accumulato oltre 600 mila euro di crediti, dei quali una
buona parte, purtroppo, non sono più esigibili.
Nonostante tutto ciò i ragazzi che hanno avuto
a che fare con la nostra cooperativa sono stati
sempre tutti pagati fin all’ultimo euro.
“Sono Sergio Santangelo detto ‘Sergione’, ho dato all’Italia tre figli.”
Cosi si è presentato Sergione.
Quindi nonostante l’ambientino non sempre
profumato tu sei rimasto una persona sana!
H
arley Rock Crew è un’azienda cooperativa con sede a Roma, nata nel 1988
dall’intuizione di Sergio Santangelo, per
tutti “Sergione”. Le attività in cui Harley Rock
Crew è specializzata vanno dal facchinaggio al
montaggio e smontaggio di strutture (palchi,
fiere, etc.) fino alla gestione di personale specializzato (tecnici, elettricisti etc.).
Bastano poche parole con Sergione per capire
che si tratta di un personaggio sanguigno, di
quelli vecchio stampo, con pochi grilli per la
testa e tanta voglia di lavorare. Inizia il racconto della sua storia ripercorrendo l’ingresso
in questo mondo, nei primi anni Ottanta, in
occasione del concerto di Peter Tosh a Castel
Sant’Angelo, lavorando per Angelo Bai: “A
quei tempi ci si adattava a fare qualsiasi lavoro
pur di lavorare per il rock ‘n roll – ci dice – :
scaricare camion, montare palchi, montare fari
o casse, fino ad attaccare i manifesti e distribuire i volantini. Poi a metà anni Ottanta ci siamo
dati una parvenza di organizzazione ed abbiamo cominciato a specializzarci nei vari settori
secondo le nostre inclinazioni: carico, scarico,
montaggio palchi, luci o audio. Fra i vari lavori,
negli anni, ho avuto la fortuna e l’onore di aver
collaborato con Massimo Ferranti durante le
date dei Pink Floyd in Italia, imparando molto
dalla scuola inglese; ma anche Bruno Emiliozzi
e Jimmy Pallas sono stati altri due miei maestri. Fino alla decisione di costituire la Harley
Rock Crew”.
Da dove prende ispirazione questo nome?
Harley, perché è stato il nostro primo sponsor.
Rock, perché lavoriamo in questo settore.
Crew, perché siamo una squadra.
Molti che hanno iniziato insieme a me, oggi
hanno una propria azienda che si occupa delle
stesse cose e spesso capita ancora di poter lavorare insieme: di questo sono molto orgoglioso, perché se hai seminato del buono rimane
sempre qualcosa.
Nel corso degli anni come si è trasformato il
vostro lavoro?
Oggi l’attività della cooperativa, per esigenze
burocratiche, è suddivisa fra due cooperative,
una Coop S.p.A., con 19 soci, ed una Coop S.r.l.
con 37 soci. Parliamo di persone che hanno un
impiego a tempo pieno, ed il mio compito è
di spaccarmi in quattro per poterli fare continuamente lavorare. A tutte queste persone si
aggiungono poi a chiamata tanti altri ragazzi,
secondo necessità.
34
SOUND&LITE n. 96_2012
Assolutamente sì, o per lo meno cerco di esserlo tutti i giorni, e spero che anche gli altri
abbiano la stessa opinione di me. Per me il denaro non è tutto, lo ritengo di primaria importanza perché è un mezzo per rispettare gli impegni presi con i miei collaboratori. Negli anni
penso di essermi creato una certa rispettabilità
ed una certa professionalità, basti pensare che
ultimamente abbiamo investito più di centomila euro nell’acquisto di vestiario e materiale
per la sicurezza dei lavoratori. Ogni volta che
qualcuno di noi inizia un lavoro esigo che abbia
sempre con lui un kit di sicurezza ed il vestiario adeguato. Tutti coloro che hanno a che fare
con la Harley Rock Crew sanno che in questa
cooperativa si seguono molto spesso corsi di
perfezionamento e antinfortunistica, per poter
essere sempre in regola con le leggi e preparati
per prevenire ogni pericolo. Se durante un sopralluogo sul cantiere trovo qualcuno dei miei
non in ordine, mi arrabbio molto e gli faccio delle multe. Posso sembrare un po’ un dittatore,
ma esigo la massima professionalità e che le
regole siano rispettate.
di facchinaggio, montaggio palchi e strutture,
stand, transenne, audio, luci, video e scenografie. Insomma dove c’è da faticare. Pensa che
quest’inverno, durante la famosa nevicata a
Roma, ci hanno chiamato anche per andare a
spalare la neve. Anzi: dopo quell’esperienza ci
siamo dotati di apposite attrezzature e scorte
di sale per la neve.
Cos’è che non condividi nelle regole di questo mondo?
La causa principale di tutti i malesseri ed i
malfunzionamenti nel nostro settore sono le
persone, che purtroppo sono attratte esclusivamente dal denaro, per il quale sono pronte a
calpestare spesso i principi basilari del rispetto. Per quanto riguarda le regole, ritengo che ce
ne siano abbastanza, magari non di semplice
applicazione, perché derivano da un altro settore. Se qualcuno si prendesse la briga di tradurle
e renderle più adatte al nostro ambito, si potrebbe fare un grande passo avanti. Sono però
convinto che, nonostante quello che si possa
pensare, il nostro settore sia uno di quelli più
professionali e rispettosi delle regole.
Hai un sogno nel cassetto?
Certo: mi piacerebbe tanto che le persone tornassero ad avere una dignità; e che la parola
data fosse più importante di mille firme.
Durante la tua storia ti sei sempre occupato
di facchinaggio?
All’inizio mi occupavo anche di servizi di sicurezza, ma mi sono trovato diverse volte, negli
anni Ottanta, nella situazione in cui i ragazzi
del pubblico non avevano il minimo rispetto
nemmeno delle forze dell’ordine, che addirittura a volta venivano caricate dalla folla! Nella
mia testa è scattata una scintilla ed ho pensato: “Se né i tuoi genitori o i tuoi maestri a scuola ti hanno insegnato a rispettare il prossimo,
lo posso fare io?”. Così da quel momento ho
deciso di lavorare solo per allestire il concerto,
senza avere niente a che fare con il pubblico.
Attualmente la Harley Rock Crew di cosa si
occupa?
Noi offriamo personale qualificato per lavori
SOUND&LITE n. 96_2012
35
>LIVE CONCERT
di Alfio Morelli
Il palco è abbastanza imponente, su due piani:
in alto trovano posto due batterie e due postazioni di tastiere, mentre sotto, oltre al cantante,
trovavano posto due coriste, due chitarre, un
basso e un sax; insomma una band di ben 10
elementi: non male davvero. Anche il visual è
ben curato: oltre ad un buon impianto luci troviamo una serie di video LED, uno sul fondale,
di 5 x 5 metri con passo da 25 mm, ed un secondo a fare da veletta al palco rialzato, oltre ad
una coppia di video ai bordi del palco. A metà
spettacolo, con un buon risultato in termini di
spettacolarità, la veletta LED, posizionata anteriormente al palchetto sopraelevato, si solleva
e su una pedana motorizzata esce in controluce
Venditti seduto ad un pianoforte rosso, su cui
esegue dei brani di repertorio di grande patos. Il concerto prosegue poi con molta grinta
e grande volume.
Insomma uno spettacolo molto piacevole ed
emozionante, che ovviamente può contare su
alcuni grandi successi che hanno fatto la storia
della musica leggera italiana.
Le luci
Per parlare di luci, cominciamo dal lighting designer Massimo Tomasino.
Ti vediamo lavorare con Venditti per la prima
volta: com’è arrivata questa collaborazione?
Antonello Venditti
Unica Tour
Iniziato a Roma l’8 marzo – festa della donna e
compleanno di Antonello – il tour ha percorso
con una prima tranche la Penisola, per poi
ripartire nella stagione estiva e concludersi in
dicembre. La tournée promuove il nuovo lavoro
discografico di Venditti Unica.
36
SOUND&LITE n. 96_2012
A
bbiamo raggiunto la carovana al Palarossini di Ancona, location piuttosto
grande in cui, giustamente, è stato
scelto di posizionare il palco sul lato lungo
del palasport, cioè di fronte alla gradinata più
capiente, ottenendo così un bel parterre con
delle sedute ed un’ampia tribuna retrostante.
Presenti, al nostro occhio, circa tremila spettatori o forse più, prevalentemente oltre la trentina con qualche sporadica presenza qua e là di
giovanissimi.
SOUND&LITE n. 96_2012
Ho avuto occasione di conoscere Beppe
Cova, manager di Antonello, durante Umbria
Jazz Festival, dove facevo le luci per George
Benson; si è avvicinato volendomi conoscere e dicendomi che forse ci sarebbe stata la
possibilità di lavorare insieme. Dopo un po’
di tempo mi ha chiamato per chiedermi se ero
interessato al tour nuovo di Venditti. Ci siamo
incontrati e gli ho portato una proposta di scenografia e di disegno luci su alcune canzoni di
Antonello, grazie a dei virtual rendering preparati in Wysiwyg. A Beppe il progetto è piaciuto
subito, così mi ha chiesto di iniziare a lavorarci sopra. Ci siamo messi al lavoro, apportando
alcune modifiche ed aggiustamenti per adeguarlo alla produzione del tour, ottimizzazioni
poi continuate durante un incontro con Orazio
Caratozzolo che ha curato la produzione per
conto di F&P. L’idea era infatti di costruire una
produzione alquanto snella, che permettesse di
montare e smontare in poche ore e di usare pochi mezzi di trasporto. Così abbiamo scelto di
richiedere il palco sul posto, sul quale poi montiamo il secondo palchetto sopraelevato con le
due batterie e le due postazioni di tastiere. In
37
>LIVE CONCERT
ANTONELLO VENDITTI
1
2
te gli effetti e le dinamiche interne al banco,
tranne per un Lexicon 960 esterno. L’impianto
audio è Adamson, con un main formato da due
cluster di Y18 e sub T21.
INTERVISTA ESCLUSIVA
Soddisfatto di quest’impianto?
Dell’impianto sì, lo sono meno dei luoghi in
cui lo devo usare: non vedo l’ora di arrivare
alle date estive dove potrò utilizzare questo PA
all’aperto.
Mauro, come hai organizzato il palco?
3
alto sono sospese quattro americane lineari con
una serie di testemobili, mentre il resto è posizionato a pavimento. Un allestimento abbastanza semplice ma che ha una bella resa finale.
1_ Piercarlo Penta, fonico Foh.
2_ Massimo Tomasino,
Antonello Venditti e Beppe
Cova.
3_ Giovanni Chinnici, direttore
di produzione.
Non mancano però gli schermi LED!
Sì, il disegno luci comprende tre serie di
schermi, uno sul fondale di 5 x 5 metri, uno lungo per coprire la parte anteriore del palchetto
sopraelevato, montato su un’americana motorizzata che a metà spettacolo lo alza facendo
comparire un pianoforte montato su una pedana motorizzata. Gli altri sono posti ai lati del
palco. Sono gestiti da una regia video che controlla anche cinque telecamere remotate, così
da alternare immagini live e contributi caricati
su un mediaserver.
Che tipo di luci hai usato?
Per la prima volta utilizzo testemobili LED
MAC Aura, bel prodotto, molto flessibile, che
offre diverse possibilità creative; in aggiunta,
gli ormai irrinunciabili Clay Paky Alpha Beam
insieme a qualche Spot Infinity della Coemar e
a delle barre LED.
L’audio
Facendo un giretto al catering troviamo a cena
Piercarlo Penta, fonico FoH, e Mauro La Ficara,
fonico di palco: tra un boccone e l’altro ci spiegano il sistema audio.
Piercarlo, puoi descrivici il tuo sistema?
Lavoro su un DiGiCo SD8 usando circa una settantina di canali; adopero quasi esclusivamen38
Anch’io ho un DiGiCo D8 collegato con quello
in sala tramite MADI. I musicisti sul palco, ben
dieci, sono tutti monitorati tramite cuffie o earmonitor, solo Antonello usa dei wedge monitor,
quattro M212 e due M15 della Adamson, con
l’aggiunta di due side fill formati da quattro
Adamson Spektrix ciascuno, con un sub per
lato. Come avrai intuito, il volume sul palco non
è propriamente soft, ma ad Antonello piace
così. La ripresa microfonica è realizzata prevalentemente con una serie di microfoni Audix,
tranne per Antonello che preferisce un classico
Shure SM58 a filo, salvo per i pochi pezzi sul
piano durante i quali usa un radio Audix.
La produzione
Il nostro giro finisce in produzione, dove incontriamo Giovanni Chinnici, direttore di produzione per conto di F&P Group.
PERSONALE
Service audio/luci/video
Service strutture
Service trasporti
Responsabile service
Resp. trasporti in tour
Trasportatore
Fonico FoH
Responsabile PA
PA Man
Fonico di palco
Asst. fonico di palco
Backliner
Lighting designer
Asst. lighting designer
Dimmerista
Elettricista
Operatore Pandora
Tecnico video
Tecnico Layher
Progetto rigging
Rigger
Direttore di prod.
Assistente di prod.
Asst. artista e musicisti
Lombardi S.R.L.
Massimo Stage
Futura Multiservice
Emilio Lombardi
Maurizio “Caciara” Orlandi
Alberto Iovinella
Piercarlo Penta
Pierfrancesco “Pif” Gallenga
Simone Della Scala
Luigi “Chucky” Giandonato
Mauro Laficara
Federico Susanna
Alessio “Folk” Pasquazi
Dario Martinez
Massimo Tomasino
Nico Semeraro
Claudio Minadeo
Fabrizio Foco
Davide Rossi
Federico Galimberti
Giuseppe Sacchetti
Alin Eusebiu
Luca Guidolin
Giorgio Sala
Giovanni Chinnici
Fenia Galtieri
Nico Olivieri
SOUND&LITE n. 96_2012
Antonello, quanto è importante l’aspetto visivo in
un tuo conerto?
Le luci e la scenografia devono completare un racconto,
creare l’atmosfera giusta. Anche una sola luce può avere il
suo senso: non importa la quantità, ma il perché. A volte
le canzoni hanno bisogno del buio: quando il pubblico
accende la sua luce, vuol dire che tu hai già acceso la tua.
Le luci più belle sono quelle che non ci sono: sul palco può
bastare una fiammella, è poi il pubblico che ti illumina con
la sua partecipazione ed il suo coinvolgimento.
Cosa richiedi oggi al tuo lighting designer?
Negli anni ‘80 c’era il boom delle luci, c’erano spettacoli
rutilanti, mi ricordo Johnny Hallyday che durante i suoi
show sparava botte pazzesche! Oggi il mio lighting deve
interpretare il mio racconto: se si sbaglia un’immagine o
un’atmosfera si va contro la mia storia artistica, quella delle
mie canzoni.
Sul palco hai molti monitor tradizionali: non ti piace
cantare in IEM?
Cosa vuoi che ti dica? Per me usare gli IEM è come fare
l’amore col preservativo! Quello che io voglio è la spinta
emotiva, e se uso gli IEM non riesco a cantare con l’energia e
l’emozione che sento sul palco libero. Gli IEM ce li ho, stanno
lì, ma non li uso... So che magari in sala possono esserci più
problemi, ma il problema principale è che io devo sentirmi
emotivamente coinvolto per cantare bene.
Chiudiamo facendoti i complimenti per un tour
molto lungo...
Sì, il tour andrà avanti fino alla fine dell’anno: sono molto
felice di questo e di aver la possibilità di incontrare il mio
pubblico.
SOUND&LITE n. 96_2012
39
>LIVE CONCERT
4
Dopo i fatti di Trento e Reggio Calabria, cosa
è cambiato nel tuo lavoro?
SCHEDA TECNICA
Fondamentalmente il mio lavoro non è cambiato, è cambiato solo il grado di preoccupazione e di tensione; per chi faceva prima il lavoro
in coscienza e professionalità non è cambiato
niente. Le leggi ci sono, magari non sono state
pensate per il nostro settore, forse si potrebbe
fare un po’ più di chiarezza su alcuni passaggi,
ma personalmente non penso che sia questo il
problema principale.
Materiale audio
PA FoH
Main PA
Adamson Y18
Side PA
Adamson Y10
Adamson Metrix
Front fill
Subwoofer
Adamson T21
FinaliLab.gruppen
ProcessoriXTA
Regia FoH
Parliamo di questo tour...
La produzione è stata realizzata da F&P
Group, che cura anche il booking, ed io seguo
per loro il tour. È una produzione intelligente
e snella: portiamo in giro parte della struttura
che vedi montata, mentre una parte del palco la
chiediamo sul posto. Questo ci permette di arrivare la sera prima o la mattina stessa del concerto per essere pronti intorno alle tre del pomeriggio. La cosa funziona anche grazie al buon
lavoro fatto tra F&P, il management ed i fornitori
di servizi. Parliamo comunque di una carovana
composta da 22 persone che girano con soli due
bilici ed una motrice, molto ben stivati.
4_ Regia audio in primo piano
e regia luci, sullo sfondo, con
Massimo Tomasino.
5_ La squadra audio.
Da dx verso sx: Luigi
Giandonato, Pier Carlo Penta,
Alessio Pasquazi, Federico
Susanna, Mauro La Ficara,
Dario Martinez, Pier Francesco
Gallenga.
6_ La squadra luci.
Da dx verso sx: Davide Rossi,
Federico Galimberti, Claudio
Minadeo, Nicola Semeraro,
Massimo Tomasino, Peppe
Sacchetti, Fabrizio Foco.
Lo show
Alla fine ci prepariamo ad assistere al concerto
che inizia puntualmente. Ascoltiamo durante i
primi pezzi un audio piuttosto imbarazzante,
fortunatamente corretto nei pezzi successivi,
fino ad arrivare, a circa metà concerto, ad una
qualità più che dignitosa. Per la prima volta
assistiamo ad un concerto al Palarossini con il
palco montato in questa posizione, e trovarsi
la gradinata di fronte ai diffusori non è certo
acusticamente un vantaggio. Le lamentele di
Piercarlo sulla qualità acustica delle location
italiane erano certamente ben motivate, ma intanto queste sono, ed in queste si deve cercare
Mixer sala
Outboard sala
DiGiCo SD8
Lexicon 960
Monitoring/palco
Front wedge
Adamson M212
Adamson M15
Side wedge
Side fills
Adamson Spektrix con Spektrix sub
FinaliLab.gruppen
ProcessoriXTA
IEM
Shure PSM 900
MicrofoniAudix
Regia palco
Mixer palco
HD recording
DiGiCo SD8
2x Tascam X48 collegati via ADAT
Materiale luci
di ottimizzare la diffusione. Aspettiamo quindi
la stagione estiva per gustarci a fondo questo
concerto ed il lavoro del team audio.
Un giudizio molto positivo invece lo attribuiamo alla scenografia ed al disegno luci che, pur
con una quantità di materiale a disposizione
non elefantiaca, sono risultati ben calibrati, riservando anche qualche special molto spettacolare ed emozionante. Come sempre, apprezziamo particolarmente le produzioni capaci di
far rendere al meglio, con un uso creativo ed
intelligente, le attrezzature tecniche.
E poi ovviamente l’artista: una pietra miliare
della nostra canzone che ha ancora la grinta e
la voce per incantare il suo pubblico, con una
scaletta in buon equilibrio fra le canzoni del
nuovo disco e quelle che tutti sanno cantare insieme a lui fra l’entusiasmo generale.
Regia
1 grandMA Full Size
1 grandMA Light
Luci intelligenti
18 Clay Paky Alpha Spot 700
12 Coemar Spot 575 EB
16 Clay Paky Alpha Wash 700
24 Clay Paky Alpha Beam 300
16 Martin MAC Aura
15 Barre LED 40°
10 PAR LED 3 V x 36 LED
16 Jarag 5
Convenzionali
12 ETC Source Four, 26°/750 W
15 Thomas 2-Light Molefay
1 Dimmer rack 42 channel
2 Follow spot on Chair truss
3 DF50 DMX controlled hazers
1 Martin controlled smoke
Comunicazioni
Video
40
FORNITURE PER LO SPETTACOLO
Illuminatori tradizionali (HMI e tungsteno)
Illuminatori a LED (fresnel, diffusori, sagomatori)
Sistemi di sollevamento (pantografi, hoist, americane, paranchi)
Regolazione luci (dimmer, console, sistemi dmx)
Accessori grip (staavi, ganci, morsee)
Materiali di consumo (lampade e gelaane)
Effetti
4 intercom stations, all hardwired_
5
STUDI TV
Progeeazione e realizzazione di studi TV di piccole,
medie e grandi dimensioni e web tv.
6
SOUND&LITE n. 96_2012
Pandoras Box Manager + Server V5
36/18Pannelli Ropix P25 80 cm x 80 cm
(LEDwall motorizzato dimensioni 9,60 m x 2,40 m)
28/14Pannelli Ropix P25 (triangolo posteriore base 4,80 m x 4,80 m)
32/16Pannelli Ropix P25 (2 triangoli anteriori base 3,20 m x 3,20 m)
2 Sony telecamere motorizzate
1 Sony microcamera (Piano)
1 Edirol mixer video 4+4 ch effectslide
2 Scaler Vision Pro HD
SOUND&LITE n. 96_2012
Viale Edison,
-
ARRI ITALIA S.r.l.
Sesto San Giovanni (MI) tel.
Via Placanica, Roma - tel.
e-mail: [email protected] - website: www.arri.com
altri prodoo e novità per l’Italia: www.arri.it
41
PROIETTORI FRESNEL A LED luce bianca e rgb+w
>LIVE CONCERT
di Alfio Morelli
D
Marco Mengoni
TOUR TEATRALE 2012
Nasce da un’idea di Elisa, Marco Mengoni e Andrea Rigonat il “Tour
teatrale 2012” al via il 19 aprile dal Teatro degli Arcimboldi di Milano.
Dopo l’anteprima con due date evento al Forum di Assago e al
Palalottomatica di Roma, Marco Mengoni decide di cambiare veste allo
spettacolo e di svelare al pubblico un’altra porzione d’anima, il suo lato
più intimista e introspettivo. La direzione artistica dello show è affidata
allo stesso Mengoni mentre Andrea Rigonat, chitarrista, arrangiatore,
compositore e produttore italiano, firma quella musicale.
obbiamo riconoscere che abbiamo visto questo concerto in una situazione
piuttosto anomala. La data, infatti, era
prevista per Cesena, ma vista l’inagibilità della
struttura causata dalla grande nevicata invernale, il concerto è stato trasferito al 105 Stadium di Rimini, un palazzetto dello sport piuttosto capiente e vasto. È quindi normale che
l’atmosfera teatrale, su cui l’intero show è
stato disegnato, sia andata un po’ a farsi friggere, anche perché certamente non si tratta di
un concerto in grado di radunare cinque o sei
mila paganti. Ciononostante abbiamo apprezzato moltissimo quello che è successo sul palco: vedevamo Mengoni dal vivo per la prima
volta e ci ha fatto un’ottima impressione. Un
artista camaleontico, molto attento al look, con
una grande personalità e soprattutto con una
voce potente e tecnicamente ben utilizzata. Insomma un artista da tener d’occhio, con tutti
i presupposti per trovarsi di fronte ad un bel
percorso professionale.
Il tour è stato prodotto da F&P Group, il cui
rappresentante on the road è il direttore di
produzione Michele Vurro: “Possiamo dire
che si tratta del secondo vero tour di Mengoni,
e rispetto alle prime date – ci spiega Michele
– questo spettacolo teatrale è più variegato,
con sfaccettature diverse, con momenti intimi
alternati a momenti di spettacolo scoppiettanti
ed una scaletta che prevede brani dell’artista
e l’aggiunta di alcune cover. Purtroppo questa
location non rende giustizia allo show, pensato
per una situazione teatrale molto più intima,
ma cause di forza maggiore non hanno consentito di fare diversamente. La produzione ed il
booking dello spettacolo sono curati completamente da F&P Group: parliamo di una produzione che utilizza un bilico per il materiale ed
una serie di vetture per la troupe, composta da
circa venti persone, 10 per la parte artistica e
10 per quella tecnica”.
Dai tristi eventi di Trieste e Reggio Calabria
è cambiato qualcosa nella vostra tipologia di
lavoro?
Il vero cambiamento era già avvenuto qualche
anno fa, quando era stato necessario cambiare
metodologia di lavoro. Mentre per noi oggi non
è cambiato niente, c’è solo un po’ più di scrupolo nei controlli della commissione.
Cosa cambieresti nel campo dei controlli e
della sicurezza?
Penso che dalla parte della produzione gli
spettacoli siano all’avanguardia, allineati con
42
SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
le produzioni straniere, mentre mi farebbe molto piacere se anche i controllori avessero più
esperienza e cognizione di causa su ciò che
devono controllare e che non fossero solo dei
raccoglitori di documenti. Ci si potrebbe confrontare meglio, dando un incentivo positivo a
tutto questo settore. Sotto un profilo diverso,
ma con lo stesso concetto, il discorso vale anche per alcuni comuni o comitati di feste, che
spesso acquistano degli spettacoli senza avere
la più pallida idea di cosa comporta organizzare
un evento, di cosa sia un POS o un DUVRI.
Finito il sound check ci avviciniamo alla postazione di lavoro di Hugo Tempesta, il fonico di
sala. Il service al lavoro è Agorà, azienda che
certamente occupa una
posizione di primissimo
piano nel nostro paese,
tanto che è quasi difficile incontrare una produzione di buon livello che
non utilizzi i suoi servizi, essendo garanzia di
qualità professionale e
tecnologica. Ed anche
noi, di conseguenza, non
possiamo fare a meno di
parlarne spesso.
Hugo, puoi parlarci di
questo allestimento?
Lavoro con questo artista per la prima volta e
devo confessare che non
lo conoscevo: con il lavoro che facciamo è difficile
guardare la TV, ed anche
in radio lo avevo ascoltato con poca attenzione. Il
mio approccio a questo
lavoro si è svolto quindi
con molta curiosità. La
direzione musicale e la
regia di questo ultimo
spettacolo sono di Elisa
ed Andrea Rigonat, cosa
che ci ha costretti a rifare un nuovo allestimento e delle nuove prove
musicali rispetto al tour
precedente. Dei quattro
giorni di prove, svolte
a Castiglione d’Adda,
in provincia di Lodi, un
43
>LIVE CONCERT
1
PERSONALE
intero giorno è stato impiegato solo per il set
up tecnico degli strumenti, e gli altri tre per
le prove musicali della scaletta. È stata data
una nuova impronta all’artista e al suo sound,
anche con l’aggiunta di due fiati; insomma è
stato dato un nuovo volto a tutto lo spettacolo.
Mengoni è un artista piuttosto giovane, quindi il suo repertorio originale è stato integrato
con cover di Presley, della Winehouse, passando per i Queen per arrivare ad un medley di
successi della Motown. Il tutto arrangiato con
un bel mix rock-soul-pop sapientemente orchestrato da Andrea che ha saputo ben valorizzare
la voce di Marco. Devo dire che Mengoni è un
artista sorprendente: nonostante la giovane
età tiene il palco con grande mestiere, un mix
tra Prince, Freddie Mercury e Renato Zero.
Mentre la parte tecnica?
1_ Il direttore di produzione in
tour, Michele Vurro.
2_ La squadra luci da sx: Gigi
Germiniasi, Loris Bartolini,
Marcello Di Lauro e Filippo
Coco.
3_ La squadra audio, da
sx: Benvenuto Rea, Hugo
Tempesta, Mario Struglia,
Luca Morson e Luca Nobilini.
2
È un palco con qualche contraddizione. Se da
una parte è stato infatti scelto di usare gli Iso
Box per gli amplificatori e gli IEM per i musicisti, dall’altra è stato scelto di non isolare la
batteria per sporcare un po’ il suono del palco. La band è composta da sette musicisti più
Marco, con un set up classico, con un piccolo
sub per il batterista ma usato ad un volume
molto contenuto. Sui fiati, che si muovono parecchio, usiamo due radiomicrofoni. Il PA è un
classico dV‑DOSC, impianto che va bene per
tutte le stagioni, con sub Meyer 600 HP per
avere un basso più frenato. Questo PA ormai è
diventato un classico che si sposa bene in tutte
le situazioni al chiuso, dai teatri ai palasport.
Lo si usa da una decina d’anni e si conosce a
fondo. In regia FoH utilizzo una DiGiCo SD8,
mentre per il palco abbiamo una D5, collegate
tramite MADI.
Al di là di questo tour, come vedi la tua professione in questi ultimi anni?
Fondamentalmente ci sono due cose che in
Una produzione di
Management
Direzione artistica
Direzione musicale
Produttore esecutivo
Resp. di produzione
Lighting designer
F&P Group
Marta Donà
Marco Mengoni
Andrea Rigonat
Mario Zappa
Francesco Vurro
Francesco De Cave
questo
ultimo
periodo
non
condivido comPersonale in tour
pletamente: l’atBand
Calabrese Stefano
teggiamento di
Cornacchia Peter
alcune persone
Mansutti Federico
Missio Federico
che lavorano nel
Norbedo Cristiano
nostro settore
Pallotti Giovanni
e la tecnologia.
Sollazzi Davide
Cerco di spieDir. di prod. in tour Michele Vurro
Personal artist
Claudia Carboni
garmi
meglio
Fonico di sala
Hugo Tempesta
per non creare
Fonico di palco
Luca Morson
malintesi:
coPA man
Luca Nobilini
mincio a notaFilippo Coco
Datore luci
Tecnici luci
Germiniasi Pierluigi
re sempre più
Marcello Di Lauro
l’atteggiamento
Backliner
Mario Struglia
di alcuni pro
Benvenuto Rea
fessionisti che
Autista camion
Mimmo Grifa
non accettano
più di lavorare
in un gruppo, ma curano soltanto il proprio orticello; fatto il proprio lavoro se ne fregano di
tutto quello che gli succede attorno, cosa che
in alcuni casi può diventare un problema per
il risultato finale. Io, al contrario, prediligo la
squadra, quando si può, dare una mano al proprio compagno di lavoro. La seconda cosa è la
tecnologia: vorrei che non venisse imparata a
memoria, leggendo il libretto delle istruzioni,
ma assimilata con più passione, che noi tutti
trovassimo più voglia di assimilarla sperimentando anche modi diversi, magari sbagliando.
Ad esempio mi piacerebbe tanto che una produzione o un artista mi desse la possibilità di
andare controcorrente usando degli impianti
tradizionali di qualche anno fa appoggiati ai
lati del palco! Sono convinto che potendo usare
qualche buon prodotto e mettendo in pratica le
conoscenze odierne i risultati sarebbero molto
interessanti.
3
SCHEDA TECNICA
Dobbiamo dire che siamo perfettamente d’accordo
con Hugo; anche perché la prima cosa che ci viene in
mente è che il sound del concerto che conserviamo con
più emozione nella memoria è quello degli AC/DC del
2009: PA tradizionale Electro‑Voice X‑Array e mixer Midas PRO40! Quindi facciamo il tifo per Hugo Tempesta,
aspettando che qualcuno gli consenta di sperimentare
l’idea (che, fra l’altro costerebbe parecchio meno rispetto
all’ultimo modello di line-array sospeso!).
Alla regia luci troviamo invece il lighting operator Filippo
Coco che lavora su un disegno di De Cave. Gli chiediamo
di descriverci il parco luci e la tipologia di spettacolo:
“È un disegno adatto ai teatri, cioè abbastanza sobrio e
caldo, con dei momenti un po’ più spettacolari sui brani più movimentati – ci spiega –. Usiamo dei fari a LED
della Martin come wash, i Mac 401 insieme ai Robe ColorWash 1200, mentre per la parte Spot abbiamo i Martin Mac 700, con lampada tradizionale, e in controluce
i Beam della Clay Paky come luce d’effetto. Sul fondale
usiamo degli StageLiteLED della Coemar. Ci sono anche
due schermi video sui quali vengono proiettate, tramite
due Robe DT 7000, delle immagini che accompagnano
alcuni brani. In regia controllo il tutto con una Hog iPC.
Insomma una produzione ben calibrata su un artista
emergente; ne abbiamo molto apprezzato l’aspetto artistico musicale che ha esaltato le doti di Mengoni, mentre
è risultato ovviamente inadeguato alla location, molto dispersiva, l’aspetto visivo; ma siamo certi che, da quello
che abbiamo potuto intuire, chi ha visto lo show in teatro
avrà avuto tutt’altra sensazione.
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SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
Materiale audio
FoH
DiGiCo SD8
1 tc electronics System 6000 con Icon
2 Waves Max BCL
2 Empirical Labs Distressor LX8
1 Spl Transient Designer 2 ch
1 CD recorder
1 CD player
Monitoraggio
DiGiCo D5
1 DiGirack 24 in/48 out/8 out AES(Local)
1 Maselec MLA2
1 XTA D2
1 Aphex Big Bottom 204
1 Spl Transient Designer 4 ch
1 tc electronics Rev3000
1 Yamaha SPX2000
8 Sennheiser ew300 G3 (9 bodypack)
1 Sennheiser AC2 modificato (booster)
1 Shure PA821 antenna combiner
1 antenna elicoidale HA 8089 (con cavo)
1 switch di rete
2 Yamaha Mixer (con 4 ingressi stereo)
2 SPL Phonitor ampli cuffie
1 sub 15’ con amplificatore
3 Shure UR4D (6 Ch)
2 Shure UR2 + KSM9
1 Shure UR2 + Beta 58
3 Shure UR1 + Beta 98 Horns
1 Shure UA845 antenna distribution system
2 Shure UA840 active directional antenna
2 Meyer UM1 monitors
2 cassa amplificata per talkback
2 microfoni con interruttore per talkback
1 Power box 63A (regia)
2 cuffie Sony
Microfoni
1 Sub Kick
1 Shure SM91
1 Shure Beta 52
10 Shure SM57
5 Shure SM58
2 Shure SM81
4 Shure Beta 98 (Horns clip)
6 BeyerDynamic Opus 87
2 BeyerDynamic Opus 88
2 BeyerDynamic M88
2 Audio-Technica AT 2050
18 Radial DI Box
1 Shure KSM9 (wired)
2 Shure KSM9 (wireless)
1 Shure Beta 58 (wireless)
2 Senn. MKH 418
Materiale luci
Proiettori
6 Blinder 4 luci Linea
12 Coemar CycliteLed
12 Coemar ParLed
1 Coemar PC 1 kW con base terra
5 Clay Paky Alpha Beam 700
1 Lycian Followspot 1200 W
10 Martin MAC 401
12 Martin Atomic 3000
2 Martin Fan AF‑1 DMX
12 Martin MAC 700 Profile
2 Reel DF50
6 Robe ColorWash 1200
2 Robe DS 7000
Dimmer
1 dimmer Stagelite 12 x 2,2 kW
1 pw box Link 32 A Valigetta Out 9 x 16 A
1 pw box W.E. 400 a 6 x 63 A+1 x 32 A
in/out Powerlock
2 pw box W.E. 63 A out 4 x Socapex
Control
5 Coemar Optosplitter
1 Wholehog 3 Super Widget USB
1 Switch Ethernet 10-100
1 Wholehog IPC
45
>LIVE CONCERT
Come già in diverse occasioni, anche quest’anno ci siamo recati in
Piazza S.Giovanni a Roma per il concerto più affollato d’Italia: in
questa edizione pare fossero in 700.000! La scelta della scaletta è
stata azzeccatissima, con uno spazio importante alla canzone ed agli
interpreti italiani emergenti; poi la ciliegina di Mauro Pagani che ha
diretto l’Orchestra Roma Sinfonietta nell’esecuzione di dodici pietre
miliari del rock, da Elvis Presley ai Radiohead, passando per Beatles,
Pink Floyd, Led Zeppelin e Who.
I° Maggio
Appuntamento a Piazza S. Giovanni a Roma
di Alfio Morelli
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SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
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WWW.MOREPIXELS.ORG
>LIVE CONCERT
C
he la cifra riguardante il pubblico sia
esatta non lo so, ma posso assicurare
che erano davvero tanti: dall’ultimo piano della torretta delle regie, girando lo sguardo
a 360°, non si riusciva a vedere la fine. La nostra
curiosità verso questo consueto grande evento, è scaturita alla notizia che l’impianto PA di
quest’anno sarebbe stato l’italianissimo GTO
della Outline. Dopo averlo ascoltato al concerto
di Peter Gabriel a Verona, il 26 settembre 2010,
con l’orchestra, non avevamo più avuto modo
di ascoltarlo dal vivo all’aperto con un programma più cattivo ed una location più vasta. Così
questa ci è sembrata un’occasione da non perdere, anche per testare le potenzialità massime
che qui dovevano essere sfruttate fino all’ultima goccia, sia per la varietà dei sound da diffondere sia per l’ampiezza della venue.
1_ I responsabili di Limelite:
Giancarlo Campora (sx) e
Stefano Cisaria.
2_ Watts durante la
performance.
Arrivati nel primissimo pomeriggio, dopo un
giro rapidissimo sul palco per salutare alcuni
amici, fra cui ovviamente Toni e Klaus, ormai veterani della manifestazione, ci siamo spostati in
regia dove abbiamo incontrato altri personaggi
a noi ben noti: Davide Lombardi, Andrea Taglia
e Massimo Barbieri, i tre fonici che si sono occupati rispettivamente del palco A (Davide Lombardi), del palco centrale dell’orchestra (Andrea
Taglia) e del palco B (Massimo Barbieri).
A parte l’aspetto tecnico, ci saremmo sinceramente aspettati dall’organizzazione del concerto una maggiore attenzione e maggior spazio
alle problematiche della sicurezza nell’ambien-
1
2
te dello spettacolo: era davvero un’occasione
ottima per far sentire la nostra voce. Purtroppo
il tutto è sfociato in una breve esibizione sul
palco di Watts, personaggio molto pittoresco
dell’ambiente tecnico romano che si è cimentato in una performance a dir poco discutibile nel
ricordo di Matteo Armellini e Francesco Pinna.
Meglio i video trasmessi diverse volte sugli
schermi: due spot video molto carini, prodotti
da Puglia Sound, dal titolo La musica fa reddito
(che potete rivedere su AllAreas.TV).
Il nostro reportage parte dai responsabili di Limelite: Giancarlo Campora e Stefano Cisaria.
Di cosa vi siete occupati nello specifico in
questa edizione?
La ditta Limelite – ci risponde Giancarlo – si è
occupata della produzione tecnica, dai camerini all’hospitality, compresi gli spazi di servizio
ed ovviamente del palco e di luci, video e audio. Se insomma escludiamo la parte artistica
ed autoriale, il resto lo abbiamo gestito noi.
Per mettere in piedi e gestire una produzione del genere quante aziende sono state coinvolte e quante persone, per quanti giorni?
Per le aziende sinceramente non so darti un
numero preciso, ma sono tante; gli uomini al
lavoro sono stati circa 350. Ci hanno messo a
disposizione l’area il 22 aprile, così abbiamo
iniziato a portare il materiale e a montarlo, finendo il tutto un paio di giorni fa, giorni che
sono serviti per tutte le prove artistiche e tecniche. Roberto Grassi, il lighting designer, con
i suoi collaboratori ha anche lavorato qualche
notte per programmare le luci.
Cosa avete portato di nuovo rispetto alle
edizioni passate?
Abbiamo dovuto rivedere il palco, perché, a
differenza dell’edizione precedente, abbiamo
dovuto aggiungere un terzo palco per l’orchestra, che aveva un movimento in profondità; di
conseguenza abbiamo anche dovuto ingrandire la struttura.
Oltre al nuovo disegno della scenografia,
che mi sembra molto bello, avete un’altra novità: l’impianto audio made in Italy!
Da molto tempo sia l’Outline sia Davide
Lombardi mi facevano notare i successi all’estero riscossi con questo impianto; questa era
sicuramente l’occasione giusta per sentirlo e
provarlo personalmente. Parlando con i miei
collaboratori mi pare che abbia superato l’esame a pieni voti.
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SOUND&LITE n. 96_2012
>LIVE CONCERT
3
alternativamente con un movimento laterale
secondo la scaletta. Il terzo denominato “O”
(Orchestra) anch’esso movimentato su rotaie, è
posizionato a 90° rispetto agli stage A&B, ed ha
aveva il compito di portare sul fronte palco l’intera orchestra. Questo è anche il debutto della
nuova società “ALTO Stagemanagement”, creata da me ed Alessio Martino. La crew che opera sul palco è ormai rodata negli anni, e trova in
Sandro Fiorentini (logistica, backline, backstage
load in/out) e Klaus Hausherr (Broadcasting &
Orchestra stage manager) due valide colonne.
all’interno due altoparlanti da 21” ognuno, appoggiati sopra tre teste Resolution 5. Mentre
sui vari palchi in movimento abbiamo posto
una serie di floor monitor modello RM18.
Il monitoraggio sul palco è invece gestito dalla
Sound Division di Paolo Di Cori che utilizza materiale della inglese Funktion One.
Dal palco scendiamo giù in regia FoH dove incontriamo i fratelli Lombardi, Luigi e Davide,
dai quali ci facciamo dare maggiori delucidazioni sul PA.
Distribuite voi questo marchio?
È una distribuzione a tre: noi, 100% Puro
Design e Sangalli. Noi abbiamo anche tanto
materiale in magazzino e siamo organizzati per
fornire materiale e servizi. Attualmente, per
questo marchio, ci possiamo considerare il terzo service per quantità di materiale in Europa,
dopo logicamente l’Inghilterra e la Francia.
Paolo, puoi illustrarci a grandi linee il lavoro
di quest’anno?
C’è qualcosa che è andato storto?
Assolutamente no, anzi! Ci tengo a sottolineare un aspetto importante: come ormai tutti sanno, a seguito dei tristi eventi successi in
questi ultimi periodi, il nostro settore è sotto
la lente d’ingrandimento per quanto riguarda i
controlli. Posso essere orgoglioso nel dire che,
nonostante i controlli minuziosi sul personale,
non è stata riscontrata dagli organi preposti la
pur minima irregolarità.
Rubiamo per qualche minuto al suo prezioso lavoro Toni Soddu, da tanti anni stage manager
e “deus ex machina” sul palco del 1° maggio.
Quali sono le novità di questa edizione?
Abbiamo dovuto optare per tre palchi. Gli
stage A e B, di 13 metri x 5 ciascuno, entrano
3_ Dietro, da sinistra: Andrea
Taglia, Massimo Barbieri,
Emiliano Esposti, Fabrizio
Bacherini, Luigi Lombardi,
Francesco Ferretti; in basso
da sinistra: Davide Lombardi,
Stefano Simonelli.
4
Dopo Panariello siete arrivati anche sul palco
del 1° Maggio: il prossimo obiettivo quale sarà?
Già da diverso tempo collaboriamo con
Limelite, ed eravamo presenti anche nell’edizione passata del 1° maggio, sempre usando
materiale Funktion One, mentre il PA era gestito direttamente da Limelite. Quest’anno abbiamo invece avuto la fortuna di collaborare con i
nostri amici della Mods Art, che hanno fornito
tutto il PA, quindi è stato un piacere doppio
fare questo lavoro.
Come sai, da circa un anno abbiamo preso con
l’Outline l’impegno di distribuire questo marchio in Italia. “Nessuno è profeta in patria”,
dice il proverbio, ma noi, nel nostro piccolo,
stiamo cercando di sovvertire questo modo di
dire. Già da tempo, infatti, il marchio Outline è
molto apprezzato in importanti mercati esteri,
così stiamo cercando di farlo ascoltare alle persone giuste anche in Italia, perché ne possano
apprezzare la qualità. A Limelite, che cercava
per questa occasione un impianto molto potente, abbiamo proposto il nostro GTO e ne è nata
questa collaborazione.
6
In dettaglio, cosa avete montato per questo
allestimento?
Come PA main abbiamo montato due cluster
formati ognuno da 15 GTO e, posti in cima, tre
GTO Low, diffusori con solo i due 15” per i bassi, soluzione che ci permette più controllo sulla direttività delle basse frequenze. A lato dei
due cluster, sempre sospesi, abbiamo otto GTO
Sub, poi a terra, fronte palco, 12 Infra Sub, con i
21”. In aggiunta all’impianto principale usiamo
quattro delay realizzati sempre con materiale
Outline, modello Butterfly.
7
Come avete reperito tutto il materiale installato?
La Mods Art ha fatto da organizzatore e da
collettore dei vari servizi richiesti da Limelite;
così abbiamo in parte coinvolto il network italiano di Outline, mentre il resto del materiale,
cioè il GTO, lo abbiamo fatto arrivare dall’estero, attingendo dal network europeo creato da
Outline.
6_ Toni Soddu, direttore
del palco A.
7_ Paolo Di Cori, di Sound
Division.
Cosa utilizzi per i vari palchi?
Due Yamaha PM5D per i palchi A&B ed una
Yamaha PM1D per il palco dell’orchestra; una
quarta console, una Midas Verona, è dedicata
invece alla gestione di tutti i segnali di servizio.
Puoi descriverci più in dettaglio il sistema
di monitoraggio?
Abbiamo installato ai lati del palco due sistemi side-fill, composti da due bassi F221 con
5
4_ Uno dei sistemi sidefill, composti da due bassi
Funktion One F221 con
appoggiate sopra tre teste
Resolution 5.
5_ Un lato del palco
scorrevole.
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SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
51
>LIVE CONCERT
In regia FoH troviamo tre mixer: uno per il palco A, uno per il palco B ed uno per il centrale
dell’orchestra. Davide Lombardi si occupa del
palco A, operando su una delle due Yamaha
5D, mentre Massimo Barbieri lavora al palco B.
Ad occuparsi del palco centrale sul quale si
esibisce l’orchestra, per mezzo di una console
PM1D, troviamo Andrea Taglia.
Andrea Taglia, quali sono le tue impressioni
su questo GTO?
8_ Il lighting designer
Roberto Grassi.
9_ Le strutture luci
abbassate.
8
Ad essere sincero sono stato coinvolto un po’
per caso in questo lavoro, ma l’ho accettato ben
volentieri, perché già da un po’ di tempo collaboro con Davide Lombardi per i concerti di
Bocelli in giro per il mondo. Davide mi ha sempre elogiato i pregi e le caratteristiche del GTO,
così ho colto l’occasione al volo non solo per
sentirlo ma anche per usarlo. Devo riconoscere che sono rimasto favorevolmente stupito: di
impianti ne ho sentiti e usati diversi nella mia
carriera, e devo ammettere che questo GTO
non è secondo a nessuno.
Finito il giro dell’audio, andiamo a cercare nel
backstage Roberto Grassi, lighting designer
dell’evento.
Roberto, quali sono le caratteristiche principale di questo disegno luci?
Quest’anno abbiamo voluto dare un’immagine diversa rispetto alle precedenti edizioni, un
tocco internazionale, anche grazie al disegno
dello scenografo Bellanova che ha proposto
questo bel disegno usando solamente i MiStrip
posizionati in modo assimetrico ed apparentemente senza senso. Il palco è completato sul
9
PERSONALE
Fonico FoH A
Fonico FoH B
Fonico orchestra
Fonico monitor A
Fonico monitor B
Messa in onda main
Messa in onda orchestra
Production mixer
Massimo Barbieri
Davide Lombardi
Andrea Taglia
Simone De Pasquale
Nico Antonietti
Gianmario Lussana
Fabrizio Bacherini
Maurizio Corazzino
Orchestra/upstage managerSandrino Fiorentini
TV floor manager
Klaus Hausherr
Stage A stage manager Tony Soddu
Stage A crew
Antonio Sansone
Massimo Pucacco
Laura Becchio
Alessandro Ferri
Stage B stage manager Alessio Martino
Stage B crew
Massimo Vernarelli Pentolino
Daniele Baddaria
Riccardo Marinelli
Dario Cappanera
Tecnici audio
Lighting designer
Progr. luci/catalyst
Progr. luci/wysiwyg
Lighting chief
Dimmer station
Tecnici luci
Rigger
Valerio Quaresima
Enrico Schiavoni
Antonio Paradiso
Emanuele Bevilacqua
Corrado D’Antoni
Carlo Micali
William Micheli
Pierangelo Libianchi
Stefano Aleandri
Roberto Grassi
Fabrizio Moggio
Alessandro Velletrani
Pietro Petronelli
Alessandro Andreucci
Pietro Cesario
Simone Guidotti
Roberto Mazzelli
Daniele Ercolani
Marco Trapanucci
Sergio Bertini
Andrea Iacarelli
Flavio Paragona
Marco Alessandrini
Alessandro Carconi
Cristiano Cenci
Davide Nisticò
Giorgio Di Virgilio
In conclusione della chiacchierata vi devo confessare che, al contrario delle edizioni passate,
questa mi è piaciuta davvero molto; ne è termometro il fatto che gli scorsi anni non ero mai
riuscito a rimanere fino alla fine, cosa che invece adesso è successa! Piccola confidenza: per
buona parte del concerto sono stato con i tappi
alle orecchie, quelli in silicone, che sulla carta
dovrebbero attenuare di oltre 15 dB; nonostante ciò, il volume mi sembrava ancora piuttosto
“altino”. Sicuramente non hanno risparmiato
sulla pressione sonora!
Subito dopo lo spettacolo, nel giro di qualche
minuto, è entrata in azione la task force delle pulizie: un esercito di mezzi e uomini che
nell’arco di un paio d’ore ha ripulito e rimesso
in ordine tutta la piazza, comprese le vie adiacenti. Perché 500 o 700 mila persone che stazionano per 10 ore nello stesso posto... un po’
di immondizia la fanno.
Insomma un’edizione di grande successo che
conferma l’importanza di questo evento. Un
successo realizzato ottimamente da maestranze italiane e con molto materiale tricolore: forse anche in questo bisogna saper trovare qualche appiglio utile per risalire la china e una
fonte di ottimismo.
10
10_ Gli array sospesi del
main: 15 GTO + 3 GTO Low
con, a lato, 8 GTO Sub.
fondale da uno schermo ad alta risoluzione di
forma trapezoidale. Il parco luci utilizza oltre
260 motorizzati tra Clay Paky e Martin, con
l’aggiunta di strobo e DWE. Per la prima parte
dello spettacolo, nel pomeriggio, sono previste
nove colonne di Jarag bianche per fare da fondale alle pedane mobili, mentre, durante la serata, per un maggior impatto scenografico abbiamo anche tre strutture mobili, movimentate
verticalmente in alcuni pezzi. Su queste strutture sono montate delle barre e dei fari LED,
assieme a delle testemobili.
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SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
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>LIVE CONCERT
di Giancarlo Messina
Subsonica
ISTANTANEE TOUR
Un minitour per festeggiare i 15 anni del gruppo.
Un concerto davvero emozionante e ben prodotto.
C
inque date (con tre back-to-back) in importanti palasport – Mantova, Milano,
Torino, Bologna, Roma – per celebrare
15 anni di carriera insieme al proprio pubblico.
È questo lo spunto per Istantanee Tour dei Subsonica, gruppo emerso negli anni dalle cantine
e dai club per approdare nei grandi palasport.
Come sempre biglietto a 20 euro, una scelta
che crea complicità coi fan e che allo stesso
tempo risulta quanto mai opportuna in questi
tempi di vacche magre. Comunque sia, il pubblico è accorso numerosissimo per festeggiare
e divertirsi insieme ai suoi beniamini.
Dobbiamo fare i nostri sinceri complimenti alla
produzione, capace di aver creato, con tre bilici
ed una motrice di materiale, un grande show,
soprattutto grazie all’uso delle movimentazioni ed al continuo mutare della prospettiva. Una
conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che la
creatività è l’ingrediente principale nella regia
di uno spettacolo.
Abbiamo assistito alla data bolognese, in cui
abbiamo avuto modo di raccogliere maggiori
54
informazioni partendo dal direttore di produzione Mirco Veronesi.
“Si tratta di una co-produzione al 50% fra Lo Sai
e Vivo – ci spiega Mirco – che si occupano anche delle date dei concerti. La mente creativa è
quella di Mamo Pozzoli, mentre io sono il pazzo
che gli dà retta, cercando di realizzare le sue
idee. Devo dire che Mamo per me è un vero fuoriclasse e per mia fortuna non tutti se ne sono
accorti! Grazie a questo riusciamo ad averlo
sempre con noi, potendo contare sul valore aggiunto delle sue idee. In questo caso ha fatto
un lavoro straordinario, reso possibile anche
dal salto che avevamo fatto lo scorso anno col
passaggio alle movimentazioni a velocità variabile, grazie all’apporto del nostro fido collaboratore Elettra Service. Infatti tutte le prove, le
modifiche necessarie e le sperimentazioni sono
state fatte grazie a questa azienda che mesi
prima ci ha montato il palco e ci ha dato modo
di sperimentare con calma; per le movimentazioni si è dotata di questa tecnologia tedesca,
che funziona come un violino, grazie alla quale
SOUND&LITE n. 96_2012
siamo riusciti anche ad usare due motori orizzontali che ci servono per creare il doppio palco, che poi è il concept di queste cinque date
celebrative.
“Anche Matteo Chichiarelli collabora con noi
per realizzare tutte le idee – continua Mirco –
soprattutto per quello che riguarda gli appendimenti, ma devo dire che tutta la squadra è
stata eccezionale, anzi voglio cogliere l’occasione per ringraziare tutti. Vorrei sottolineare
come l’aspetto umano sia stato ancora una
volta il vero segreto della nostra ricetta: questo mi rende orgoglioso e mi ripaga di tutte le
fatiche. Grazie anche ai miei fantastici fornitori: ancora una volta la loro passione ha fatto
la differenza, e tramite loro chiedo di ringraziare uno ad uno tutti i vari dipendenti ed i
collaboratori per la professionalità dimostrata e l’atteggiamento positivo portati in tour:
complimenti per averli formati in maniera così
professionale. Questo nostro tour, nel suo piccolo, è la dimostrazione che lavorando insieme
si raggiungono grandi risultati.
“Audio e luci quest’anno sono forniti da Musical Box Rent – ci spiega Mirco – con un J d&b di
cui il nostro fonico, Cipo, è molto felice. Anche
Talu, nostro service storico, contribuisce con la
fornitura delle regie. I backliner sono Rudy, per
chitarre e bassi, Tony, che cura Samuel e Ninja,
e Matteo che si occupa di Boosta, che ha ben
tre postazioni di tastiere. In produzione lavorano Silvia, la persona che segue il gruppo, Catia
e Piero che si occupa di load-in e load-out insieme a Davide Bonato.
“Sulla sicurezza? Io ritengo che per qualche
anno abbiamo avuto una crescita esponenziale
nel campo della sicurezza, cosa in verità piuttosto semplice, perché partivamo da zero! Purtroppo per un discorso di economie e di tempi
la sicurezza a volte non è considerata in cima
alle priorità, ma il problema grosso non è nei
tempi o nei back-to-back, per me il problema
vero è che ci sono troppe persone che fanno
troppi tour contemporaneamente. Secondo me
occorre lavorare maggiormente sulla preparazione dei tour e degli spettacoli, parlo di preproduzione, perché spesso si fa copia/incolla
dei disegni delle location, mentre mi rendo
conto che una cosa preparata bene tanto tempo prima lascia poco al caso; succede a tutti:
il giorno in cui ci sentiamo troppo sicuri di noi
stessi capita qualche imprevisto; bisogna invece stare sempre concentrati, senza mai abbassare la guardia, con una checklist sempre
SOUND&LITE n. 96_2012
completa e verificata. E soprattutto chi si occupa di un tour deve seguire solo quello e non
delegare, perché è un lavoro complesso che
non si può sottovalutare. Non parlo ovviamente
dei casi tragici successi, ma più in generale nel
nostro lavoro di tutti i giorni”.
Mamo Pozzoli
Show e Set designer
“La richiesta del gruppo – ci spiega Mamo – era
quella di avere un palco dalla duplice veste, da
una parte un sapore vintage con le atmosfere
del primo disco, dall’altra con il look post industriale degli ultimi anni. Così ho lavorato molto,
cercando di coniugare il budget con le richieste
ed ottimizzare tutto. Abbiamo scelto di non invadere il palco con i video, perché non abbiamo
niente di visivo da raccontare, puntando invece
sulle strutture e le movimentazioni. Come sai io
mi reputo un ‘quasi architetto non praticante’,
visti i miei studi, ed ho cercato di creare delle
architetture effimere che cambiassero continuamente.
“Lo show comincia con i brani del primo disco
e le atmosfere vintage – continua Mamo – ma
le luci sono le stesse adoperate per il resto del
concerto, sono solo usate in maniera particolare: praticamente bianche, solo con conversioni, per simulare fasci tipo par anche coi beam.
Nella seconda parte dello show invece il palco
si trasforma, con un cambio importante di scenografia e di backline.
“Tutto è basato sulle movimentazioni, ma que-
55
>LIVE CONCERT
3
1
1_ Tutta la squadra Subsonica
“Istantanee Tour”. Foto di
Pasquale Modica.
2_ Il pod centrale che
incorpora niente meno che
20 strobo Martin Professional
Atomic 3000.
2
ste non sono considerate un effetto – precisa
Mamo – tanto che spesso avvengono al buio o
in maniera molto lenta: ad essere importante è
il loro punto di partenza e quello di arrivo, cioè
la nuova dimensione prospettica che si viene a
creare. Le strutture in movimento sono sei, tre
americane classiche e tre ‘pod’: uno al centro,
composto interamente da Atomic, venti per la
precisione, e due laterali formati da 24 Jarag.
Il palco è volutamente trasparente, niente è
56
nascosto, dal ferro al sottopalco; il look è quello di una sorta di discarica post industriale, si
vedono i bauli e le calate dei cavi; i palchi tipo
confetto televisivo mi hanno stancato, qui facciamo rock e tutto è nudo e crudo.
“Nel parco luci mancano gli spot – ci spiega il
set designer – ormai mi annoiano, non mi interessa più vedere i gobos; originariamente
avevo anche previsto molti Sharpy, un proiettore bellissimo ma un po’ inflazionato dall’uso
televisivo, magari li userò più avanti, quando
passeranno di moda; uso invece molti wash a
LED, i VLX, ed una sessantina di MAC Aura, un
prodotto fantastico; poi i Jarag L, in pratica un
quinto del grande Jarag.
“Quando posso, come in questo caso, preferisco sempre lavorare in network – conclude
Mamo – infatti ho affidato le luci a Jordan Babev che si occupa interamente del mondo mixer, dalle programmazioni alla parte creativa
che, per esperienza, va fatta da una testa sola,
così io posso occuparmi solo della parte legata
al design dello show ed all’impostazione, anche perché condivido perfettamente le scelte
estetiche di Jordan”.
di tastiere. Al solito outboard si è aggiunto uno
Space Echo della Roland che uso come pre del
canale distorto del cantante – che, come si sa,
ha due canali, uno distorto e l’altro pulito.
“Altra novità, per noi, è il PA fornito da Musical
Box Rent– ci dice Cipo – un d&b Serie J che a
noi piace tantissimo: è molto uniforme su tutte
le frequenze ed ha un suono brillante ed arioso.
Anche a Torino, in un palazzetto molto difficile, ha dato ottimi risultati con feedback molto
positivi da parte del pubblico. È installato da
Mattia e Marco di Musical Box, due fuoriclasse
con cui c’è una grande intesa.
“La band è splittata su tre set – spiega Cipo
tornando al programma musicale –: una prima
parte vintage, con suoni legati al primo album,
quindi meno elettronici, segue una parte di
transizione acustica, con tre soli musicisti che
suonano mentre dietro viene montato un altro
backline, ed infine viene giù un kabuki e comincia il terzo set in cui la band propone il sound
dance ed elettronico che tutti conoscono”.
Sem Cigna - Monitor Engineer
“Mettere tutti i set insieme è stato piuttosto
faticoso – ci spiega Sem – ho dovuto riempire
totalmente gli input del mixrack della mia Digidesign, utilizzando anche gli ingressi FoH per
alcuni canali, in modo da tenermi liberi un paio
di ingressi microfonici per dare la phantom
ai microfoni d’ambiente, indispensabili per le
registrazioni multitraccia dei concerti che facciamo tutte le sere. Come sempre tutte le uscite disponibili sono piene per pilotare gli IEM
stereo ed i monitor L2100 Martin Audio, così
abbiamo tanto volume in cuffia e a pavimento.
La cosa più complessa è la gestione dei tre set,
4
5
ma grazie alla console digitale ho fatto qualche
snapshot, così da configurare la console in maniera ottimale.
“Un altra novità, per noi – conclude Sem – è l’uso di radiomicrofoni nella seconda parte dello
show, degli Shure con capsula SM58 (anche se
uno ha il copricapusla del Beta 57): certamente non riscontro la stessa qualità del microfono
a cavo, ma per lo spettacolo è sicuramente un
punto di vantaggio, perché il cantante può far
sfoggio della sua brillante forma fisica correndo liberamente in qua ed in là”.
3_ Uno dei binari sui quali
scorrono i paranchi che
spostano i truss delle luci ed
il kabuki.
4 e 5_ Le unità di controllo
motori e la console
Fülling&Partner, di Electra
Service, utilizzati per il
controllo delle movimentazioni.
Marco “Cipo” Calliari
Sound Engineer
“Questa volta abbiamo una situazione più complicata del solito – spiega Cipo – perché abbiamo un doppio set, con due batterie e tre bassi,
tutto condensato nella nostra ‘rolls royce’ dei
mixer, il Midas XL4. Così in 40 canali ed otto
stereo facciamo stare tutto, compresa la marea
SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
57
>LIVE CONCERT
di Giancarlo Messina
V
ista la nuova produzione, siamo andati a
dare un’occhiata per assistere al concerto e capirne di più sull’organizzazione.
Il 14 aprile, al palazzetto dello sport di Rimini,
incontriamo per primo Matteo Chichiarelli,
produttore esecutivo per Teg, che ha affidato la
distribuzione ad F&P Group.
Gli chiediamo un rapido sunto delle informazioni principali.
Litfiba
Grande Nazione Tour 2012
Dopo la fortunata reunion, Piero e Ghigo hanno presentato un nuovo
disco, di moderato successo, e sono tornati in tour con un calendario
previsto di otto date nelle principali città italiane. Tour interrotto,
ufficialmente, per un infortunio al cantante e poi ripreso il primo maggio
con una data all’Arena di Verona.
58
SOUND&LITE n. 96_2012
“La produzione è stata messa in piedi da me,
seguendo il progetto di Jò Campana – ci spiega
–. La caratteristica principale del palco è data
da delle truss circolari color rosso fuoco e dalla
presenza di diversi cambi di set con drappi e
scenari in vecchio stile rock. È una produzione
di quattro bilici, più un bilico di palcoscenico e
uno di generatore. Utilizziamo un rolling stage,
così, dopo il load-in con circa trenta facchini alle
7-8 di mattina, lo stage è posizionato verso le
tre del pomeriggio e siamo pronti per il sound
check alle 17,30. È quindi una produzione piuttosto snella: devo dichiararmi molto soddisfatto di tutte le aziende e dei collaboratori.
“Cosa è cambiato a proposito di sicurezza in
questi ultimi periodi? La soglia di attenzione si
è decisamente molto alzata – risponde Matteo –
e siamo soggetti a controlli continui tutti i giorni, cosa che da un lato è positiva, anche perché
siamo tutti in regola e a norma, ma dall’altra
parte allunga i tempi, perché, ad esempio, le interviste al personale sottraggono ogni tecnico
almeno una mezzora dal lavoro e questo dilata
i nostri tempi, sempre un po’ stretti.
“Il team di produzione è formato da quattro
persone – conclude Matteo – inoltre, fra tecnici
ed autisti, ci sono al lavoro una quarantina di
persone. Abbiamo quasi tutto al seguito, chiediamo al local solo il facchinaggio che dipende
ovviamente da cooperative del posto; da parte nostra è presente un coordinatore alla sicurezza, Paolo Cappellini, che tramite PSC e POS
vigila sulle pratiche della cantieristica, perché
tutti i lavoratori siano in regola: anche ieri, a
Treviso, i controlli hanno evidenziato che tutti
i lavoratori della produzione e del local erano
perfettamente regolari”.
Pierpaolo Baldelli per F&P Group
“Io seguo il tour per il promoter nazionale F&P
Group – ci spiega Paolo – quindi mi occupo di
mantenere i rapporti fra la produzione ed i promoter locali che sono i nostri referenti sparsi
sul territorio. Con questo calendario è stato
SOUND&LITE n. 96_2012
59
>LIVE CONCERT
1
1_ Pierpaolo Baldelli di F&P
Group.
2_ Jò Campana, lighting e set
designer.
3_ Federico “Deddi”
Servadei, fonico di palco.
4_ Matteo Chichiarelli,
produttore esecutivo per Teg.
5_ Paolo “Red” Talami, fonico
di sala.
60
2
3
4
americane stondate che sembrano mordere
scelto di portare il concerto solo nelle grandi
l’intero palco. Oltre alle americane colorate, ho
città e nei grandi spazi, evitando la provincia
inserito anche dei sipari, prima uno nero che,
più profonda, compresa una prestigiosa data
aprendosi, ne svela un altro in velluto rosso che
all’Arena di Verona.
si apre in due modalità, sempre per rendere più
“L’organizzazione è perfetta e la produzione
vario il palco durante le oltre due ore di show.
è ben calibrata – aggiunge Paolo complimen“Ho usato meno proiettori ma di grande impattandosi col lavoro svolto da Matteo – il rolling
to, perché mi serviva molta potenza – spiega
stage permette di ottimizzare i tempi ed anche
Jò – inoltre ho scelto i Martin MAC Aura, un
in caso di backtoback, come oggi, riusciamo ad
prodotto motorizzato che trovo
arrivare senza l’acqua alla gola.
eccezionale: spinge bene, con
“Se il back-to-back aumenta i
... il rolling stage
colori belli e fasci molto tracrischi di incidenti? Non direi
permette di
cianti. La console è la mia solita
– afferma Paolo – anche se è
ottimizzare i tempi
grandMA Serie 1, anche se mi
ovvio che l’attenzione alla sied anche in caso di
sono ripromesso, appena avrò
curezza potrebbe calare in caso
backtoback, come
tempo, di studiare la Serie 2. Il
di un non adeguato riposo, ma
oggi, riusciamo
disegno luci è ovviamente rock,
si sono sempre fatti senza alad arrivare senza
forte e potente, ma ci sono ancun problema. In genere credo
l’acqua alla gola.
che dei momenti più teatrali
che l’attenzione alla sicurezza
con delle luci più ferme. Voglio
non sia mai troppa e che sia
concludere elogiando il service luci Mister X e
una cosa giustissima e sana, anche se forse in
la sua squadra di tecnici, con cui mi sono trovaquesto ultimo periodo si sta estremizzando un
to davvero molto bene. La programmazione di
po’: il livello del controllo è davvero esasperatutto lo show, ben 22 brani, è stata fatta in due
to, certamente utile per verificare la regolarinotti e mezza: insomma siamo sempre un po’
tà del personale, ma forse alcuni controlli non
con l’acqua alla gola, ma si cerca di fare il mesono sempre utili per la sicurezza. Ad esempio
glio possibile ed adattarsi alle varie esigenze”.
ieri, a Treviso, siamo stati bloccati dalla Polizia
all’ingresso del palazzetto e sono stati presi i
documenti a tutti... insomma... forse così è un
L’audio
po’ troppo: sentirsi criminalizzati a priori dà un
Per quanto riguarda l’audio facciamo alcune dopo’ fastidio, sono sincero”.
mande al fonico di sala Paolo “Red” Talami ed
al fonico di palco Federico “Deddi” Servadei.
“Uso un gran bel banco analogico Cadac, come
Le luci
dalla ripresa nel 2009 – ci spiega Paolo –; l’uJò Campana è il set e lighting designer dello
nica novità è che alla band si è aggiunto un
show. “La linea guida è sempre quella di non
chitarrista. Poi è tutto molto “standard-rock”:
utilizzare tecnologie spinte o schermi LED – ci
due microfoni sul Marshall di Ghigo, uno Shuspiega – perché il mondo Litfiba si rifà al monre SM57 ed un Sennheiser MD 421, stessa cosa
do degli anni ’80. È quindi uno show rock tradisull’ampli di Cosimo Zanna. Effettistica e dinazionale, con l’aggiunta però di qualche trovata
miche indispensabili: XTA G2, SIDD, dbx 160 e
teatrale di quelle che piacciono tanto a Piero;
C2 per le tastiere. Per la voce ho un XTA D2 linlui stesso, infatti, mi ha chiesto di inserire qualkato con un Avalon, due canali per le due voci,
che elemento scenografico che richiamasse la
principale e spare. Uso il D2 solo come equabocca di uno squalo, come nella copertina del
lizzatore dinamico soprattutto sui 60-80 Hz per
nuovo disco, cosa che ho realizzato con queste
SOUND&LITE n. 96_2012
5
prevenire l’effetto prossimità, caratteristico del
microfono Electro‑Voice usato da Piero. Sulla
voce non uso il pre dell’Avalon 737 ma quello
del Cadac, il segnale va poi al D2 e poi all’Avalon, così la compressione non mi sollecita
il 737. Su Ghigo non ho nulla, ho in insert un
SIDD XTA ma non lo uso quasi per niente, il
segnale della sua chitarra è praticamente libero. Sulle tastiere ho invece un C2. Ho poi due
delay, uno per la voce, t.c. electronic 2290, ed
un D2 in emulazione TC 2290, infatti, nei pala-
sport, cerco di usare poco gli ambienti; ho poi
un SPX 2000 sulla batteria ed un PCM 91 sulla
voce, oltre ad un Eventide che uso come phaser
su certe sonorità della voce in pezzi dell’album
Terremoto.
“Il PA è il Martin Longbow – continua Red –
come nella produzione dell’ultimo tour: unica
differenza il SIDD su cassa e rullante che, avendo l’unita di delay interna, mi permette di allineare il subchick al microfono di quegli 8-10
centimetri, operazione che senza banco digitale diventa piuttosto complicata.
“Il virtual sound check? Ovviamente non lo facciamo: è una cosa utile in altri contesti, ma qui
la band fa un sound check vero tutte le volte, per
cui in 40 minuti mettiamo tutto a posto. Avere la
band vera è sempre meglio di averla virtuale”.
“Su questo palco posso mettere in pratica il
mio marchio di fabbrica ‘gran volumata’ – ci
dice sorridendo Deddi Servadei – , usiamo in-
>LIVE CONCERT
fatti solo monitor, anche se Piero ha uno IEM
che usa in mono solo in un padiglione, giusto
per avere un po’ più di presenza sulla sua voce.
Solo per Piero utilizzo sei monitor Clair Bros
12 AM, mentre per gli altri musicisti ho dieci
Martin 2100, due per ciascuno, con finali Lab.
gruppen FP10.000Q che hanno davvero una
gran bella spinta. Completano il tutto 16 sistemi di line-array Martin Audio come side-fill.
“La console è una Midas Heritage H3000 – continua Deddi – banco che uso abitualmente: lo
so, sono un po’ vintage, ma mi piace così. I 16
sistemi di side sono configurati su quattro mandate, poi ho i monitor su un’unica mandata,
tranne per il batterista a cui ho fatto un mixaggio stereofonico.
“Porto in eredità dal tour di Vasco un Transient
Designer SPL sulla batteria, grazie al quale riesco ad enfatizzare gli estremi di banda di cassa
e rullante o tom, cioè attacco e sostegno, senza slabbrare il suono, avendo tutto molto controllato. Così se il batterista vuole più punta,
al posto di lavorare dal banco vado sull’SPL e
aumento la percentuale di attacco, con grande
efficacia e comodità”.
62
Lo show
Il concerto, per gli amanti del gruppo, è molto
bello. Le sonorità del nuovo disco, almeno in
versione live, non si discostano da quelle classiche dei Litfiba, così i nuovi brani si amalgamano piuttosto bene col resto della scaletta.
Il palco è senza meno rock, come le luci, e l’alternarsi dei sipari crea variazioni di profondità
che lo rendono molto interessante. Le americane rosse certo sono particolari a vedersi, e ben
si sposano con le colorazioni della struttura create dalle luci.
Un plauso anche all’audio: le sonorità, ovviamente perfette per il gruppo, non hanno quelle
punte di asprezza che ci avevano fatto storcere
il naso tempo addietro, ma sono più rotonde e
definite, pur nella loro giusta aggressività. Anche il volume, bello tosto, come deve essere,
non è mai sopra le righe, e tutto il concerto si
ascolta con piacere.
Unica nota dolente, il pubblico non numerosissimo, che certo non aiuta lo spettacolo: ma
Piero e Ghigo, con molta professionalità, non si
risparmiano affatto e portano comunque avanti
una serata carica e piena di energia.
SOUND&LITE n. 96_2012
>CHI C’È IN TOUR
Artista
Agenzia
Service Audio
Fon.FoH
Fon.Mon.
Renzo Arbore
The Boss
Top Service
Fabio Citterio
Francesco Baccini
New Sound
Shining Production
Service Roma
Maurizio Battista
AB Management
Samuele Bersani
International
Music
Imput Studio
Mario Biondi
F&P Group
Agorà
Massimo Luna
P.A.
Monitor
Mix.FoH
Mix.Mon
Serv. Luci
Light Des.
Carmelo Carlaccini
Meyer Sound M’elodie
RCF TT25
Yamaha PM1D
Yamaha PM1D
Top Service
Michele Truppo
Electro-Voice XLD /
CP3000
Electro-Voice
Plasma
Yamaha LS9
Yamaha LS9
New Sound
Service Roma
Martin W8LM / Powersoft
Martin LE1200
Yamaha M7CL
Yamaha LS9
Idea Music Service Paolo De Asmundis Sagitter
Idea Music Service Alessandro Castrucci Paolo Zanier
Service video
Pasquale Toscano Vari*Lite
HE Road Hog Full Boar
Top Service
Paolo Fossataro /
SGM
Roberto Andreotti
SGM Pilot 3000
Italo Lombardo
Aviom / Senn. ew 300
d&b audiotechnik Q1 / D12
G3/ db Max
DiGiCo SD9
Yamaha PM5D RH
Hugo Tempesta
Luca Morson
L-Acoustics dV-DOSC/LA8 Meyer Sound
DiGiCo SD8
Digico D1
Agorà
Loris Bartolini
Angelo Villani /
Alex Sepe
La Bottega
dei Ricordi
Classiche Armonie Free Service
Antonio Iuliano
Albano Carrisi
AC Production
Dee Jay Service
Carroponte 2012
Arci Milano
Mister X Service
Imput Studio
Luca Casadei
Martin MAC Aura, MAC
700 / Pixeline 110
Compulite Spark 4D
Avolites Titan Expert
Avolites
Nexo / Powersoft
JBL / Electro-Voice
Yamaha LS9-32
Mackie TT24 + DS32
Angelo Villani /
Free Service
Francesco Spadaccino Mario Bernardi
Outline Butterfly / T7
Outline H.A.R.D
Yamaha CL5
Yamaha M7CL
Dee Jay Service
Antonio Molinaro Clay Paky
Compulite Vector Violet
Vito Martin
Martin W8LC / Lab.gruppen Martin LE12J
Midas Heritage 2000
Yamaha PM5D
Mister X Service
Marco Elia
Martin/Coemar
Avolites Pearl 2004
Electro-Voice XLE-181
Meyer Sound
Allen&Heath
ML 4000
Robe/ Coemar /ETC/Flash
4 P-36 DTS
SGM
2048 Regia Live
Paolo Zanier
Axiom / Powersoft
Martin LE1200
Yamaha M7CL
Yamaha M7CL
Idea Music Service
Domenico
Ragosta
Sagitter
Compulite Spark 4D
Mody
Filippo Biondi
Movement Art /
Carmine Pagano
Marcello Grella S&L
Cugini di Campagna
Mix Luci
Sebastiano “Seba”
Borsetto
Imp. luci
Movement Art /
Cosimo D’Avico
Marcello Grella S&L
SGM / Martin / Prolights
SGM Regia
Palmiero Napoli /
Free Service
Mister X Service
Finley
Live Nation
Idea Music Service Marsano
Irene Fornaciari
Progetto Musica
Music Service Alibi
Alessandro
Angeletti
Davide Bonotto
d&b audiotechnik T10/
JSub / D12
d&b audiotechnik
Max
Yamaha PM5D
Yamaha PM5D
Music Service
Alibi
Diego Cifarelli
Martin MAC 700
Martin Maxxyz
Max Giusti
AB Management
Idea Musica
Service
Vincenzo Congedi
Paolo Zanier
Axiom / Powersoft
Martin LE1200
DiGiCo SD8
DiGiCo SD8
Idea Musica
Service
Domenico
Ragosta
Sagitter
Compulite Spark 4D
Gianluca Grignani
Color Sound
Idea Musica
Service
Rosario Perrotta
Marco Bianchi
Axiom / Powersoft
Martin LE1200
DiGiCo SD8
DiGiCo SD8
Idea Musica
Service
Domenico
Ragosta
Sagitter
Compulite Spark 4D
J-AX
Barley Arts
Mister X Service
Alessandro Arturi
d&b Audiotechnik J8 +
J12+JSub / D12
Martin LE12J
Venue D-Show Profile
Mister X Service
Andrea Arlotti
Martin MAC 700 Profile e
Wash / Blinder /PC
Avolites Expert
I Legnanesi
Chi Te Ma S.r.l.
Leader Sound
Light Service
Tommaso Macchi
Nexo Geos S8/12 /
NXAMP 4x4 ES
Nexo PS10/15
Yamaha LS9 32ch
DM1000VCM ES
Leader Sound
Light Service
Stefano Laterza
Clay Paky Alpha Wash/
Spot 700
Compulite Spark 4D
Lillo & Greg
AB Management
Idea Music Service Fabio Caratelli
Andrea Bordignon
Martin W8LM / Powersoft
Martin LE1200
Yamaha M7CL
Yamaha LS9
Idea Music Serivce Paolo De Asmundis Sagitter
Litfiba
TEG
Fumasoli Audio &
Lights Rental
Paolo “Red” Talami
Federico “Deddi”
Servadei
Martin Audio W8L /
Lab.gruppen
Martin LE2100 / Clair
12AM
Cadac R-Type
Midas Heritage 3000
Mister X Service
Jò Campana
Martin MAC2k Wash XB; MAC
grandMA Full Size
III; MAC Aura; Atomic
Emma Marone
Live Nation
Imput Studio
Riccardo Dondi
Vincenzo “Puch”
Patella
d&b audiotechnik Q / D12
d&b audiotechnik
Max
DiGiCo SD9
Yamaha PM5D-RH
Imput Studio
Steve Gray
Martin Mac700; MAC Aura Avolites
/ Idea PARLED
Titan Expert
Maestro Mazza e
i Ragazzi di Amici
EffeGi Live
Euroservice
Meucci Maurizio
Alfonso Morrone
dB Technologies DVA T12 Martin LE1200
Yamaha LS9
Yamaha LS9
Euroservice
Stefano
Sebastianelli
Prolights LED Pixel; Beam
Slash; ArcLED
SGM Pilot 3000
Euroservice
Negrita
Live Nation
Mister X Service
Andrea Corsellini
Roberto Pagnoni
d&b J8 + J12 + JSub +
JInfra / d&b D12
Martin LE1200
Midas Pro6
Midas Heritage 3000
Mister X Service
Jò Campana
Martin MAC 700 MAC
Aura SGM LEDWall TIger
grandMA Full Size
Mister X Service
Noemi
F&P Group
Lombardi Service
Emanuele Canu
Enrico Romanelli
Adamson Spektrix /
Lab.gruppen
d&b Audiotechnik
Venue D-Show Profile Yamaha PM5D-RH
Lombardi Service
Massimo
Tomasino
CP Alpha Spot/Wash 700 /
Coemar EB Spot
Grand MA 2 Light
Anna Oxa
Mithos Agency
Spray Records
Paolo Brandi
Wolfgang May
Martin W8LC/Lab.gruppen IEM Sennheiser
Venue D-Show
Venue SC48
Spray Records
Cesare Albani
Coemar Infinty M / Colors
Compulite Vector Green
Parafoné
Ma.Ma Agency
Check Sound
Tommaso Paparo
Antonio Paparo
Axiom / Powersoft
Proel Edge
Soundcraft Si3
Soundcraft Si3
Check Sound
Federico Rosioru
Clay Paky
Avolites Pearl
Laura Pausini
F&P Group
Agorà
Marco Monforte
Adriano Brocca
L-Acoustics K1 / LA8
IEM Sennheiser
DiGiCo SD7
DiGiCo SD7
Agorà
Patrick Woodroffe Clay Paky / Martin
grandMA 2 Full Size
Event Mgmt.
Alan Sorrenti
Classiche Armonie
Free Service
Ascione
Antonio Ferrentino
Ciro Acione
DAD / Powersoft
Renkus Heinz
Yamaha M7CL
Yamaha LS9-32
Free Service
Alex Sepe /
Jerry Ferrentino
SGM / Prolights / Coemar
Avolites
PN for Free
Service
Teo Teocoli
Color Sound
Spray Records
Evandra Leone
Daniele Giansante
d&b audiotechnik Q1 / D12 Martin Audio LE
Venue D-Show
Venue SC48
Spray Records
Cesare Albani
Coemar Infinity / ETC
Compulite Vector Blue
Allen&Heath
iLive t112
Magic Service
Carmine Pirozzi
Prolights Beam 300 / Martin
MAC 600 / Vision 200 LED
SGM Pilot 3000
Magic Service
Luciani Sesto
Lucio Capotosto
RCF TT33-A
RCF NX15
Davide Van de Sfroos Groove Company
New Sound
Service
Federico Bianchi
Francesco Previdi
Martin W8LC + W8LM /
Lab.gruppem PLM10000
Martin
DiGiCo SD8
DiGiCo SD9
New Sound
Service
Giancarlo
Vannetti
Robe 700, Robin LED
Jands Vista T2
Antonello Venditti
F&P Group
Lombardi Service
Pier Carlo Penta
Mauro La Ficara
Adamson Y18 / Y10 /
Lab.gruppen
Adamson M212
Spektrix/IEM Shure
DiGiCo SD8
DiGiCo SD8
Audiolux
Massimo
Tomasino
Clay Paky Alpha Spot;
Alpha Wash / Jarag
grandMA Full Size
Virginio
Live Nation
Idea Music Service Sandro Castrucci
Francesco Rossi
Axiom / Powersoft
Martin LE1200
Yamaha M7CL
Yamaha M7CL
Idea Musci Service
Domenico
Ragosta
Sagitter
Compulite Spark 4D
Nina Zilli
Live Nation
DG Systems
EVXLc 127; XSub/P3000
IEM Sennheiser ew300
Yamaha CL5
Yamaha PM5D
DG Systems
Fabio Quarchioni
SGM / DTS
Avolites
D&D Spettacoli
Dabiele “Jack” Rossi Stefano Luciani
Mister X Service
Compulite Spark 4D
Allen&Heath
iLive t112
UT-New Trolls
Idea Musica
Service
Mister X Service
Magic Service
Lombardi Service
Inviateci le schede dei vostri tour per vederle pubblicate in questa pagina
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SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
65
>CHI C’È IN STUDIO
STUDIO
ARTISTA
ETICHETTA
PRODUTTORE
FONICO
Punto Rec Studios
Miguel Acosta
F. Argiolas/ C. Demaestri
Studio Maia
Maurizio Antognoli
Maia Records
Verdiano Vera
Andrea Vassalini
Artesuono Recording
Emanuele Arciuli
indie
Stefano Ianne
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Stefano Battaglia Trio
ECM
Manfred Eicher
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Walter Beltrami 4tet
indie
Walter Beltrami
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Carla Bley Trio
ECM
Manfred Eicher
Stefano Amerio
Studio Maia
Blue Scarlet
Maia Records
Verdiano Vera
Andrea Vassalini
Imput Level Studio
Bruno Cesselli 5tet
Claudio Zambenedetti
Imput Level Studio
M. De Mattia, Claudio Zambenedetti
B. Cesselli e A. Turchet
Angelo Studio
The Deproducers
Punto Rec Studios
Max Dmitrieff
F. Argiolas/ C. Demaestri
Studio Maia
John Falko
Maia Records
Verdiano Vera
Andrea Vassalini
Artesuono Recording
Ettore Fiorvianti
indie
Ettore Fiorvianti
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Paolo Fresu Devil 4tet
Tuk Records
Paolo Fresu
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Andrea Griminelli
Glaobart
Andrea Griminelli
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Rolf Lieslevand
ECM
Manfred Eicher
Stefano Amerio
Naïve Recording
Roberto Livraghi
Naïve
Francesco De Benedittis Edoardo Michelori
Studio Maia
Mal dei Primitives
Maia Records
Verdiano Vera
Andrea Vassalini
Artesuono Recording
Federico Marchesano Trio indie
Federico Marchesano
Stefano Amerio
Naïve Recording
NERA
Francesco De Benedittis Edoardo Michelori
Spainaudio
Parafonè
Oliveta Recording
Laura Pausini
Warner Music Italy Laura Pausini
M. Monforte, N. Fantozzi
Artesuono Recording
Enrico Rava
ECM
Stefano Amerio
Angelo Studio
Ron
Le Foglie e il Vento Fabio Coppini
Imput Level Studio
Steve Saluto e Oni Logan
Naïve Recording
Sojuz
Naïve
Francesco De Benedittis Edoardo Michelori
Punto Rec Studios
Syndone
BTF
Nik Comoglio
Naïve
M. De Mattia
LA VERA STAR 2012
Be a fan.
Vittorio Cosma
Parafonè
Manfred Eicher
Steve Saluto
Alessandro Luverà
Maurizio Parafioritti
Claudio Zambenedetti
F. Argiolas/ C. Demaestri
& Camera D’arte Ass.
Forum Music Village
Thony
Sony/Gdm
Thony&L. Milani
Taketo Gohara
Studio Maia
Milena Torti
Maia Records
Verdiano Vera
Andrea Vassalini
Artesuono Recording
Glauco Venier 4tet
indie
Glauco Venier
Stefano Amerio
Artesuono Recording
Francesco Vignato 6tet
indie
Francesco Vignato
Stefano Amerio
Imput Level Studio
Luca Zamberlin
Claudio Zambenedetti
Sistema attivo biamplificato full-range.
Woofer da 12” (3” voice coil). Driver
a compressione (1.4” voice coil) caricato
a tromba (80° x 60°). Due amplificatori
in classe D (750W + 150W) controllati
da DSP. Originale implementazione del
filtraggio FIR (PPF system).
Architettura CCDE system per l’estensione
della gamma dinamica.
Il box realizzato in multistrato di betulla
e i trasduttori di altissima qualità
garantiscono la massima efficienza
e una timbrica calda e brillante.
Elettronica Montarbo Srl via G. di Vittorio 13 . 40057 Cadriano Granarolo Emilia (BO) | [email protected] | www.montarbo.com | www.palcoplus.com
Invitiamo tutti gli studi professionali ad inviarci le schede con i loro lavori così da rendere questa rubrica più completa ed interessante
66
SOUND&LITE n. 96_2012
Società soggetta a controllo di EKO Music Group SpA
>PRODUZIONE & STUDI
di Lorenzo Cazzaniga
2° PARTE
Mix in the box Vs. Mix ibrido Vs.
Mix analogico
Prosegue qui il discorso iniziato in S&L n. 95, cioé il
confronto tra i diversi metodi utilizzati nel mixaggio
finale e relative caratteristiche, vantaggi e svantaggi.
A
l di là delle valutazioni qualitative che,
come già accennato nell’ultima puntata,
sono oggetto di analisi ed impressioni
strettamente soggettive, la cosa più interessante che emerge è come l’influenza dell’utilizzo di
un metodo di mixaggio rispetto ad un altro condizioni in modo preciso la modalità operativa e
di conseguenza lo stile del risultato finale.
Anche in questo caso, appare subito chiaro
come l’evoluzione tecnologica ci spinga naturalmente in una precisa direzione, senza che
questo rappresenti per forza il verso giusto nel
quale muoversi. Questo tipo di discussione acquista più valore se si pensa a coloro che raramente hanno avuto la possibilità di lavorare
in situazioni di alto profilo e fanno del “mixing
and recording only in the box” la loro unica
esperienza provata (penso specialmente agli
operatori del settore più giovani).
Basti pensare a come, una volta, la presenza di
una console di largo formato (ed il conseguente
cospicuo investimento di danaro) portasse con
sé la naturale propensione verso un attento
trattamento acustico dell’ambiente che la conteneva. Oggi questo argomento è diventato secondario, al punto che la compattezza e la mobilità dei sistemi “in the box” hanno cominciato
a dare naturale giustificazione ad operazioni
di mixaggio eseguite nei sottoscala, a casa e
nei posti più remoti. Certo dal punto di vista
creativo questo fatto può essere un vantaggio,
ma è altrettanto certo che la cura dell’acustica
dell’ambiente in cui il mixaggio viene eseguito
ha un’enorme influenza sul prodotto finale.
Ma anche si pensi a come certe operazioni cardine del mix (per esempio l’ottimizzazione del
68
livello generale del mix stesso all’interno dello
spazio dinamico disponibile o il bilanciamento
del livello di una voce) risultino più complessi e
laboriosi coi sistemi moderni rispetto a quelli di
più antica concezione.
Va poi considerato il caso più interessante di
questo esperimento, cioè quello nel quale si è
cercato di riprodurre con uno dei sistemi di mix
il risultato ottenuto con uno degli altri metodi.
In questo caso l’obbligo di riprodurre un equilibrio, una sensazione dinamica, un posizionamento nello spazio stereofonico preciso ha
portato alla ricerca di tecniche e soluzioni non
sempre di naturale esecuzione e dominio. Premesso che la sensazione generale (ma posso
sbagliarmi, chiaramente…) è quella di considerare il sistema combinato “computer + console
analogica” come quello capace di “contenere”
gli altri due per la massima disponibilità dinamica e spaziale fornita, ho notato come nel tentativo di raggiungere il medesimo risultato con
il sistema “in the box” la prima vera difficoltà
sia rappresentata dal costante inseguimento
della riduzione dei livelli dei singoli elementi
per evitare la saturazione del bus di somma.
Nonostante la doppia precisione di calcolo
(elaborazione interna del processo di somma a
48 bit, quindi dinamica virtualmente infinita…)
a circa i 4/5 della strada disponibile con la console analogica il sistema è prossimo al collasso.
Inoltre, più il livello dei singoli elementi musicali viene ridotto per non incappare in questo
problema, più la sensazione di presenza sonora
tende a ridursi e la precisione dei movimenti
di livello eseguiti con le automazioni si fa percentualmente più approssimativa, richiedenSOUND&LITE n. 96_2012
e con il loro posizionamento spaziale, mettendone spesso la revisione. Per chi poi è solito
done in mostra sia la forte capacità di carattepreferire la tecnica della minuziosa correzione
rizzazione del materiale musicale che l’abilità
del livello e della compensazione timbrica utlizal rispetto delle peculiarità artistiche del matezando eq automatizzati alla compressione per
riale sorgente. Dall’altro lato il sistema “in the
fissare il livello delle parti vocali nei mix manbox” presenta, per i motivi opposti, una natutenendone in modo il più possibile integrale la
rale propensione all’omologazione dei prodotti,
naturalezza, il sistema in the box risulta di difche solo la grande abilità dell’operatore e la sua
ficile approccio: per ottenere un risultato simile
esperienza di utilizzo di tutte le diverse tecnialla stessa operazione eseguita utilizzando la
che di mixaggio può compensare.
console analogica, è stato necessario rivedere
È proprio in un momento come questo, in cui
completamente l’ordine di introduzione dei sinl’industria trova difficoltà ad affrancarsi da un
goli elementi nel mixaggio. Se con la console
processo di naturale omologazione delle scelte
analogica è stato facilmente possibile mixare
musicali proposte, che sarebbe necessario fare
gli elementi musicali per poi eseguire tutte le
uno sforzo se non nella sostanza (il contenuto
operazioni di ottimizzazione del livello, di cormusicale), almeno nella forma (la parte di prorezione timbrica e di dimensionamento spaziaduzione e quindi anche la scelta delle soluzioni
le della voce (perché l’headroom concessa dalla
tecnologiche coinvolte), per difendere e mettere
console permette di impostare dinamicamente
in luce tutti i possibili caratteri distintivi del mail mixato della parte musicale senza doversi
teriale sul quale operare, evitando scelte certaeccessivamente preoccupare del fatto di intromente più economiche ma di basso profilo.
durre da ultimo l’elemento che nella musica
Da ultimo, è necessario
pop è il più significativo
che si crei un sistema virdel mix stesso, il canto), La percezione conclusiva
tuoso di formazione dei
con il sistema in the box è che il sistema più antico,
nuovi operatori al fine di
è stato necessario anti- il mixer analogico, per
educarli alla pratica di
cipare
l’ottimizzazione sua stessa natura tende
tutte le tecniche di mixagdella parte vocale ad una a rispettare la dinamica
fase ancora embrionale originale dei singoli elementi gio fin qui analizzate, affinché la conoscenza ed il
del mix, con solo alcuni
coinvolti nel mixaggio...
dominio dei pregi e difetti
degli elementi musicali
delle varie tecnologie li metta in condizione di
principali, per conservare lo spazio timbrico e
ottenere ogni tipo di risultato desiderato con la
dinamico necessario ad un controllo raffinato
massima facilità possibile. Perché un suono o
dell’operazione stessa. Successivamente sono
un mixaggio stanno prima nella testa e poi, con
stati introdotti gli elementi musicali secondari,
l’ausilio della tecnologia, che deve essere uno
utilizzati fino a non saturare lo spazio dinamistrumento, non un vincolo, prendono forma e
co e rendere così necessaria una generale ridiventano realtà.
duzione dei livelli con conseguente perdita di
Perché abbiamo bisogno di una tecnologia
presenza e estensione in banda del programma
che ci trasporti in modo
musicale. Lo stimolo al contenimento dinamico
naturale verso le dif(compressione e limitazione ) che il sistema “in
ferenze diventando, di
the box” fa sull’operatore è molto pronunciato.
conseguenza, stimolo
Anche la gestione della profondità dello scealla nostra creatività.
nario del mix e degli ambienti atti a generarne
Ma ci servono anche gli
i vari piani sonori, devono essere concepiti in
elementi storici, tecnici,
modo completamente diverso affinché il risulstrutturali e di esperientato finale tenda ad assomigliarsi.
za empirica per saperne
La percezione conclusiva è che il sistema più
fare una valutazione all’uantico, il mixer analogico, per sua stessa naso onesta ed approfondita.
tura tende a rispettare la dinamica originale
E provare così a lasciare il
dei singoli elementi coinvolti nel mixaggio, init
nostro piccolo segno nella
dipendentemente dal loro numero, nel modo
alice.
@
a
ig
storia. Come dice il saggio:
migliore, e a creare la “colla” che li amalgama
zzan
a
c
o
ll
per essere insostituibili bisoall’interno del mix, senza che la somma interfelo
gna essere diversi.
risca con la natura dei vari strumenti coinvolti
SOUND&LITE n. 96_2012
69
>PRODOTTO
di Douglas Cole
Ultrasone
Signature Pro
ottimale del sistema acustico della cuffia ad
una percentuale maggiore di utenti. Nasce così
“S‑Logic Plus”, una tecnologia che, secondo il
costruttore, raggiunge proprio tale obbiettivo.
ULE
azienda si è concentrata sullo sviluppo e sulla
commercializzazione di cuffie, implementando
principi teorizzati da Körnig sulla possibilità di
produrre un campo sonoro più ampio e più rea‑
listico con uno specifico design dei trasduttori
e dei padiglioni.
S-Logic Plus
I
l dott. Florian M. König ha fondato la prima
azienda con il nome Ultrasone GmbH nel
1990, una “think-tank” che si concentrava
sulla ricerca in compatibilità ed inquinamento
elettromagnetico ed in psicoacustica, titola‑
re della registrazione di oltre 100 brevetti ed
applicazioni a livello mondiale. La ricerca sul
funzionamento del padiglione auricolare uma‑
no nella percezione del suono, svolta durante
questo periodo, ha portato König a fondare la
società per azioni Ultrasone AG. Questa nuova
70
La prima evoluzione dei progetti di König fu
chiamata S‑Logic “Natural Surround”, in cui
il termine “Natural” specifica che l’effetto di
spazialità offerto dal sistema non deriva dall’u‑
tilizzo di DSP o altro processing. Sebbene mol‑
tissima della precedente ricerca di König trat‑
tasse l’applicazione di sistemi di driver multipli
all’interno dei padiglioni delle cuffie per i canali
supplementari “surround”, S‑Logic utilizzava
solamente due canali ed un solo trasduttore
per padiglione. La costruzione della cuffia che
incorpora questa tecnologia combina un tra‑
sduttore appositamente studiato, posizionato
in modo decentralizzato rispetto al canale udi‑
tivo e coperto da una piastra. L’applicazione
della tecnologia è stata appositamente studia‑
ta per ogni modello, perciò con un design ogni
volta diverso in base alle dimensioni del tra‑
sduttore e al tipo di cuffie (chiusa/semi-aperta,
circumaurale/superaurale).
In alcuni modelli, il trasduttore era addirittura
quasi totalmente occluso, lasciando solo una
piccola foratura tra la superficie radiante del
driver e l’orecchio, oppure con forature multi‑
ple come raccordi reflex in uno schema specifi‑
camente studiato per dirigere la fuoriuscita del
suono in punti precisi del padiglione auricolare.
Questa tecnologia ha portato al marchio Ul‑
trasone un certa reputazione nel mercato del‑
le cuffie, nel mondo Hi-Fi in particolare, per il
suono aperto e spazioso e, specialmente, per
i bassi profondi ma non innaturalmente spinti.
Ma, visto che non tutti i padiglioni auricolari
sono uguali, la stessa cuffia poteva essere ecce‑
zionale per molti ma deludente per alcuni. Così
König decise che fosse necessario sviluppare
un sistema che garantisse il posizionamento
SOUND&LITE n. 96_2012
L’inventore di S‑Logic non si occupa solo di
acustica e psicoacustica. Infatti König è molto
coinvolto negli studi degli effetti fisici e psico‑
logici dei campi elettromagnetici – atmosferici
e non-naturali – sugli esseri umani. Non a caso
un’ulteriore caratteristica delle cuffie Ultraso‑
ne è l’impiego di una tecnologia chiamata ULE
(Ultra Low Emission) implementata sui modelli
professionali che prevedono un utilizzo molto
esteso nel tempo.
Questa tecnologia prevede schermi in Mu-me‑
tal posizionati in modo da ridurre il flusso ma‑
gnetico a bassa frequenza che arriva alla testa
dell’utente ad un livello > 90 nT (nano Tesla),
quindi estremamente più basso della media di
1000 nT che, secondo Ultrasone, si trova me‑
diamente nei prodotti degli altri costruttori. In
realtà, la ricerca del mondo scientifico sugli ef‑
fetti dei campi magnetici emessi da cuffie ed
altri apparecchi elettronici è ancora lontana da
un risultato definitivo, quindi è difficile dire se
questo aspetto sia sostanzialmente solo una
trovata per il marketing; d’altra parte, 50 anni
fa, negli Stati Uniti c’erano medici che consi‑
gliavano in televisione specifici marchi di siga‑
retta... perciò solo il futuro ci dirà se ULE sia
davvero una tecnologia prima del suo tempo
oppure no.
Signature Pro
Questo modello, in particolare, si presenta
molto bene. Arriva con un astuccio semirigido,
dando subito l’impressione di una costruzione
ottima e molto curata. I padiglioni e l’archetto
sono coperti di pelle di “pecora etiope a pelo
lungo cucito a mano”, e secondo il costruttore
risulta ancora più comoda e morbida di quanto
suona questa frase. Come da (buona) abitudi‑
ne Ultrasone, la cuffia è fornita con due cavi
intercambiabili: uno da 3 m con un connettore
Neutrik dorato fisso da 1/4” ed uno da 1,5 m
con un connettore da 1/8” dorato ed angolato. I
padiglioni sono realizzati con una plastica mol‑
to robusta, con marchio e modello segnati su
una piastra di vetro. Pesa 300 grammi, un po’
più dei precedenti modelli professionali Ultra‑
sone, ma questo peso si ripaga in robustezza
ed ergonomia.
SOUND&LITE n. 96_2012
Signature Pro incorpora un driver da 40 mm
placcato in titanio e con magneti al neodimio. Il
driver è semi-occluso e decentrato rispetto alla
forma del padiglione, mentre i raccordi verso il
padiglione auricolare sono distribuiti intorno al
bordo del baffle. Le caratteristiche riportate dal
costruttore sono poco chiare per quanto riguar‑
da la sensibilità: è riportato un “SPL di 98 dB”,
che posso interpretare come una sensibilità di
98 dB/mW, ma non viene indicata una massima
potenza applicabile. L’impedenza nominale è
32 ohm, il che rende questo modello compatibi‑
le anche con sorgenti meno professionali come
l’uscita audio di una semplice scheda audio di
computer o altro. La banda passante riportata
nelle specifiche va da 8 Hz a 42 kHz (senza una
variazione citata), perciò questo modello pre‑
sumibilmente è adatto anche per i nostri amici
cetacei e per i pipistrelli.
Scherzi a parte, e mettendo da parte tutti gli
aspetti di marketing, quando finalmente sono
riuscito a strappare questa cuffia dalla testa
del nostro caporedattore, ho trovato un risulta‑
to audio strepitoso. Non è la mia prima espe‑
rienza con le cuffie Ultrasone, anzi conoscevo la
gamma di qualche anno fa molto bene, perciò il
fatto che questo modello suoni molto bene mi
sorprende poco. Essendo un modello chiuso, il
famoso effetto di spazialità ed ariosità è un po’
ridotto rispetto ai miei preferiti modelli semiaperti, ma la sensazione di avere le sorgenti
sonore intorno alla testa e localizzate separa‑
tamente è molto evidente, in particolare con le
registrazioni binaurali.
Rispetto ai modelli precedenti, invece, ho tro‑
vato le frequenze basse molto più controllate e
realistiche, ed è davvero coinvolgente l’illusio‑
ne psicoacustica di sentire i suoni all’estremità
bassa dello spettro sonoro nel petto.
Sono assolutamente da provare, ma rischiano
seriamente di causare dipendenza.
Ultrasone è distribuita in Italia da:
Texim
Via Concordia, 6
20838 Renate MB
tel. 0362 923811 – fax 0362 9238206
[email protected] – www.texim.it
71
>PRODOTTO
di Michele Viola
KH 120A
Monitor da studio
K
lein + Hummel era una società dedita alla
produzione di attrezzature audio, fondata poco dopo la seconda guerra mondiale da Walter Hummel, Horst Klein e Heinrich
Brummanem a Wedemark, in Germania.
I tre fondatori lavoravano, prima e durante la
seconda guerra mondiale, nella fabbrica dell’ex
WEGA, produttore di componentistica elettronica per le radiocomunicazioni poi rilevata da
Sony, a Stoccarda, come disegnatori meccanici.
Dopo la seconda guerra mondiale costituirono
una propria azienda, i cui primi prodotti erano
sistemi di misura per la radio e la televisione,
per poi iniziare a produrre amplificatori audio in
bassa frequenza, attualmente ancora considerati un buon boccone per collezionisti. Intorno
al 1955 avviarono la produzione di sistemi Hi-Fi
e dai primi anni ‘60 iniziarono la produzione di
attrezzature dedicate agli studi di registrazione, attrezzature che dal 1979 sono diventate la
72
parte principale della produzione aziendale. Il
1 marzo 2005 il marchio Klein + Hummel è stato acquistato da Sennheiser, che ne ha proseguito la commercializzazione fino all’inizio del
2010 quando la linea di prodotti K+H è stata
trasferita nel portafoglio di prodotti Sennheiser
e Neumann. I prodotti ex-K+H sono stati divisi
in due sezioni: Sennheiser prosegue con l’offerta di prodotti audio dedicati alle installazioni,
mentre Neumann si occupa dei sistemi di monitoraggio professionali da studio.
Uno dei progetti che si sono per primi trasformati in prodotti con il nuovo brand è il monitor KH 120A, commercializzato con il marchio
Neumann.
Esteticamente, KH 120A non si presenta molto diverso dal suo progenitore KH 0110 di
Klein + Hummel. Migliorato sotto alcuni aspetti,
sfoggia una livrea ormai di ordinanza per questo tipo di prodotto, con una scocca di alluminio
SOUND&LITE n. 96_2012
pressofuso verniciato color grigio antracite.
KH 120 è proposto in due versioni, con ingresso
digitale o con ingresso analogico. Quello in nostro possesso, definito nella sigla del modello
con la lettera A finale, è la versione analogica.
All’accensione del diffusore, si illumina il marchio Neumann sul frontale che incute subito
rispetto, collocando mentalmente subito il prodotto al top. Il logo frontale illuminato funge
anche da indicatore di intervento del limiter;
in caso di attivazione dei circuiti di protezione
interni, infatti, il logo frontale si illumina di rosso, mentre rimane illuminato di luce bianca nel
funzionamento normale.
All’interno, il diffusore monta un cono a lunga
escursione da 130 mm (5,25”) pilotato da un amplificatore in classe AB da 50 W continui (80 W
di picco) per la sezione medio-bassa, mentre la
sezione medio-alta monta un robusto driver da
1” con cupola al titanio, anch’esso generosamente pilotato con un amplificatore in classe AB
da 50 W continui. Entrambi i diffusori sono singolarmente protetti meccanicamente da una robusta griglia metallica. Il crossover interno è costituito da una coppia di filtri del quarto ordine
con frequenza di taglio a 2,0 kHz. L’elettronica
interna comprende anche, oltre al limiter (duale, un circuito per ciascun finale di potenza), un
filtro del primo ordine che attenua le frequenze
al di sotto dei 30 Hz. La risposta in frequenza
dichiarata dal costruttore si estende da 52 Hz a
21 kHz ±3 dB (da 54 Hz a 20 kHz ±2 dB).
Osservando la parte posteriore del diffusore ci
troviamo di fronte ad un certo numero di regolazioni. Partendo dal basso, in un incavo sullo
chassis sono posizionati il pulsante on/off a
fianco del connettore per l’alimentazione e un
XLR per l’ingresso audio. Tra i due connettori trova posto un microswitch con quattro levette: la prima è dedicata all’accensione o allo
spegnimento del logo frontale, il secondo all’attenuazione della luce dello stesso logo, il terzo
non ha nessuna funzione, il quarto collega o
scollega il pin 1 dell’ingresso XLR allo chassis
connesso a terra tramite l’alimentazione. SalenSOUND&LITE n. 96_2012
do verso la parte alta del pannello, a sinistra
troviamo tre interruttori a slitta che hanno la
funzione di controllo di tono, per correggere
eventuali artefatti dovuti al posizionamento
del diffusore nell’ambiente d’ascolto. Il controllo sulle basse frequenze, con quattro possibilità
di attenuazione da 0 dB a ‑7,5 dB per passi di
2,5 dB, è utile per compensare il carico acustico in bassa frequenza dovuto alla vicinanza di
pareti e grandi superfici; il controllo sui mediobassi, anch’esso a quattro posizioni, da 0 dB a
‑4,5 dB per passi di 1,5 dB, aiuta a compensare
la vicinanza di oggetti di dimensioni significative, come la console di mixaggio, mentre il controllo sulle alte frequenze può lavorare anche in
esaltazione (quattro posizioni da +1 dB a ‑2 dB
per passi di 1 dB) e può aiutare a correggere
l’effetto di un eccessivo o insufficiente smorzamento delle alte frequenze all’interno dell’ambiente d’ascolto.
Spostandoci sulla parte destra del pannello posteriore troviamo un altro commutatore a slitta, a quattro posizioni, per la regolazione del
volume. Si parte dalla massima potenza, indicata sul commutatore con il valore di 114 dB,
corrispondente al livello massimo di pressione
sonora emessa dal diffusore, per passare ad un
108 dB, poi 100 dB e infine a 94 dB. Abbinato
a questo selettore c’è anche un potenziometro
rotativo che offre la possibilità di effettuare una
regolazione più fine.
Impressioni all’ascolto
di Alfio Morelli
Ho avuto la possibilità di ascoltare questi diffusori
in diverse circostanze, la prima volta sul mixer di
Beppe Andolina nella regia musicale della trasmissione
“Panariello non esiste” poi nel mio piccolo e modesto
studiolo, a confronto con altri diffusori, poi infine ho
avuto la possibilità per una settimana di collegarli al
mio computer dell’ufficio. In tutte e tre le situazioni le
KH 120A hanno superato a pieni voti l’esame. Peccato
che la mia amministrazione non mi abbia dato l’ok per
l’acquisto, € 1300 li avrei spesi volentieri, per avere
questa coppia di diffusori per ascoltare musica sulla
mia scrivania, durante le lunghe e dure ore di lavoro.
Neumann è distribuito
in Italia da:
Exhibo S.p.A.
Via Leonardo da Vinci, 6
20854 Vedano al Lambro MB
tel. 039 4984 1 – fax 039 4984280
[email protected] – www.exhibo.it
73
>PRODOTTO
di Douglas Cole
Martin Professional
MAC Aura
Presentato solo a settembre del 2011, già a fine
aprile di quest’anno lo abbiamo trovato in azione
in quattro importanti tour italiani. Le funzioni che
questo piccolo wash a LED mette a disposizione
sono tante, ma certo il suo peso ridotto ed il
rapporto assorbimento/emissione luminosa sono
tra le prime ragioni del suo successo.
V
incitore di uno dei premi PLASA per
l’innovazione lo scorso anno, MAC Aura
ha introdotto un nuovo concetto tra gli
effetti luminosi come risultato collaterale della
ricerca per la soluzione di un problema. Infatti,
inizialmente, il costruttore danese ha cominciato lo sviluppo di questo proiettore ponendosi
due obbiettivi principali: sviluppare un wash a
LED leggero con un un’ampia gamma di zoom
e rispondere alla richiesta del mercato di un
wash a LED che avesse l’aspetto di un wash
tradizionale quando l’apertura fosse girata verso l’osservatore, cioè un disco luminoso anziché gruppi di lenti o elementi individuali che
compongono il proiettore. La soluzione trovata
per soddisfare entrambi questi obbiettivi combina due elementi: una singola lente cilindrica
fresnel che copre l’intero diametro della bocca
del proiettore e che incorpora le 19 lenti convesse delle sorgenti principali ed una seconda
serie di sorgenti originalmente progettate per
l’illuminazione della lente stessa. Presto il costruttore si è reso conto che era possibile utilizzare questo secondo gruppo di sorgenti separatamente dalle sorgenti primarie per creare
degli effetti veramente originali e trasformare
quello che doveva essere già un wash innovativo in un proiettore davvero unico. Ma prima
di parlare degli effetti “eye candy” – che nonostante il loro valore dal punto di vista di marketing si potrebbero considerare un selling point
secondario per questo proiettore – parliamo del
wash a LED che è MAC Aura.
74
Sorgenti e dati fotometrici
Le 19 sorgenti LED responsabili della generazione del fascio di luce (i Beam LED) sono cellule di quattro componenti Osram Ostar (R-GB-W) ognuna incorporata in una singola lente
primaria, in modo che la sorgente assuma un
colore unico durante la miscelazione. Con tutti gli elementi luminosi alla massima potenza e con lo zoom completamente aperto (59°
@ 1/10 picco; 41° @ ½ picco) il proiettore sviluppa un flusso luminoso di 3850 lm, in grado
di creare un circolo di luce largo 5,7 m (1/10 picco; 3,7 m @ ½ picco) con un illuminamento di
340 lx ad una distanza di 5 m. Con lo zoom al
minimo (11,4° @ 1/10 picco; 8,5° @ ½ picco),
invece, e sempre con tutti i LED Beam al massimo, MAC Aura produce un flusso luminoso
di 2900 lm ed un circolo di luce largo 1 m con
un illuminamento di 5760 lx, sempre a 5 m. Per
essere un washlight, in questa configurazione
il fascio ha un bordo notevolmente definito a
questa distanza, con il circolo del 1/2 picco che
arriva al diametro di 75 cm.
La gamma di zoom di questo proiettore è una
delle caratteristiche più interessanti, passando
appunto da 11,4° a 59°: una gamma che può
essere coperta interamente in 0,8 secondi.
Colore, dimming e shutter
Il sistema di miscelazione colori dei LED Beam
è RGBW in modalità non calibrata ed RGB in
modalità con colori calibrati. I componenti bianchi hanno come default una temperatura colore
di 5600 K, ma il proiettore incorpora un controllo della temperatura colore che permette di
variarla tra 2500 K e 10.000 K. MAC Aura è preprogrammato con una “ruota colori virtuale”
che include 33 colori referenziati ai filtri Lee.
Gli effetti colore includono una “rotazione” attraverso la gamma di colori preprogrammati e
colori random.
MAC Aura offre un dimming molto regolabile
quindi adatto a diverse situazioni. La curva si
può variare tra lineare, square-law (con controllo più fine a livelli più bassi), inverse-squarelaw (il contrario del precedente), e con la curva
‘S’ (fine ai livelli alti e bassi, meno fine ai livelli
medi). Per ognuna di queste modalità, inoltre,
si può selezionare una reattività di dimming
più veloce o più graduale.
MAC Aura incorpora effetti stroboscopici variabili, con impulsi o flash regolari, random e burst.
In modalità standard, questo proiettore occupa
14 canali DMX e le sorgenti LED dedicati all’illuminazione della lente (i LED “Aura”) vengono
controllati in modo collegato ai LED “beam” ed
eseguono solo questa funzione (hanno un effetto praticamente indistinguibile sul fascio di
luce emesso). Questa funzione è anche ben studiata, nel senso che, quando lo zoom arriva al
90% (quasi completamente stretto), i LED Aura
vengono progressivamente dimmerati in modo
lineare dalla potenza assegnatagli fino a zero al
massimo zoom.
Movimenti e caratteristiche
fisiche
MAC Aura offre movimenti fino a 540° in pan
e 232° in tilt, con controllo ad 8 bit o a 16 bit,
anche in modalità standard.
SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
Due caratteristiche fisiche sono tra gli aspetti
più importanti citati dai tecnici e lighting designer che ci hanno commentato questo proiettore: il peso di solo 5,6 kg, notevolmente ridotto
rispetto alla potenza luminosa, e l’assorbimento tipico di corrente di 1,1 A, che permette l’utilizzo di tante unità su pochi circuiti. Le unità
MAC Aura, inoltre, sono molto compatte e si
possono montare ad una distanza di 30 cm (tra
centro e centro) una dall’altra.
Questo piccolo proiettore è raffreddato da una
ventola a rumore ridotto che può operare in
modalità più o meno silenziosa secondo l’applicazione. Il pannello di controllo è sistemato,
come nel piccolo MAC 101, sul posteriore della
testa con il display sopra ed i pulsanti sotto l’uscita del ventilatore.
L’alimentazione è universale ed autoimpostante, con connettori PowerCon in e thru. I connettori per dati sono ovviamente XLR5 in e thru,
e il proiettore è predisposto per RDM. Diversamente da altri proiettori Martin, MAC Aura non
è soggetto al limite di 32 apparecchi per collegamento dati in cascata; il limite è infatti di 256
proiettori o 512 canali DMX.
Per chi è interessato all’utilizzo in studi televisivi, è utile sapere che la frequenza del driver
dei LED Beam è di 1220 Hz e quella dei LED
Aura di 4395 Hz.
C’è dell’altro?
Beh, sì... Utilizzando MAC Aura in modalità
extended (25 canali DMX), il proiettore può
trasformarsi in un effetto veramente originale. Come scritto sopra, in modalità standard i
LED che illuminano la lente sono controllati in
parallelo con i LED che generano il fascio, e li
seguono in tutti gli effetti di shutter e di colore. In modalità extended, invece, tutti questi
controlli (compresi gli effetti preprogrammati)
diventano controllabili indipendentemente tra
i due gruppi di sorgenti, lasciando una possibilità quasi infinita di contrasti di colore ed
intensità creative. Per quanto riguarda queste
possibilità, una foto vale mille parole (mentre
un filmato a 25 fotogrammi al secondo vale
25.000 parole al secondo!): potete quindi guardare alcuni esempi qui sopra o un video dimostrativo a http://www.martin.it/product/popvid.
asp?product=macaura.
Martin Professional Italy Srl
Via Delle Canovine, 46
24126 Bergamo BG
tel. 035 3690911 – fax 035 362093
[email protected] – www.martin.it
75
>PRODOTTO
di Douglas Cole
MC E100
2
Finale di potenza
L’
azienda MC2 presentò la sua prima serie di amplificatori nel 1994. Da allora,
i prodotti di questo costruttore hanno mantenuto una reputazione di alta qualità
e performance audio molto elevata. C’è poco
da sorprendersi per questo, considerando che
il direttore tecnico e co-fondatore dell’azienda
è Terence Clark... l’ingegnere tra i due fratelli
Clark che avevano fondato e guidato l’azienda
Distribuito in Italia da:
Prase Engineering S.p.A.
che portava il loro (malsKritto) cognome per i
Via Nobel, 10
precedenti 20 anni.
30020 Noventa di Piave VE
Inizialmente resa nota per quella prima serie
tel.0421 571411
fax 0421 571480
MC, che fu tra i primi amplificatori di potenza
www.prase.it
con controllo remoto da PC esterno, l’azienda
[email protected]
cominciò a produrre finali per diverse applicazioni, compresa la serie E
di amplificatori leggePotenza per canale su 8 Ω
ri con alimentazione in
Onda sinusoidale @ 1 kHz
1150 W
Musica continua [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 1300 W
commutazione introdotta
Musica continua [fattore di cresta 4,8 / 14 dB] 1400 W
nel 2003 per il mercato del
Musica continua [fattore di cresta 7,8 / 18 dB] 1480 W
touring. I primi prodotti
Potenza per canale su 4 Ω
in questa serie, diversi
Onda sinusoidale @ 1 kHz
2250 W
Musica continua [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 2600 W
tagli di ampli bi-canale
Musica continua [fattore di cresta 4,8 / 14 dB] 2800 W
ed uno quadri-canale, utiMusica continua [fattore di cresta 7,8 / 18 dB] 2900 W
lizzano stadi finali in clasPotenza per canale su 2 Ω
se AB, come i precedenti
Onda sinusoidale @ 1 kHz
3200 W
Musica continua [fattore di cresta 2,8 / 9 dB] 3600 W
prodotti MC2. Nel 2008
Musica continua [fattore di cresta 4,8 / 14 dB] 3700 W
l’azienda ha aggiunto alla
Musica continua [fattore di cresta 7,8 / 18 dB] 3700 W
serie un nuovo amplificaPotenza per canale bridged
tore di potenza con, per
8 Ω [fattore di cresta 2,8 / 9 dB]
5300 W
4 Ω [fattore di cresta 2,8 / 9 dB]
7400 W
la prima volta, uno stadio
THD+N su 4 Ω
finale in classe D. Questo
@1 kHz, 1 dB meno della potenza max.
< 0.08%
modello, E90, è in grado
@20 Hz - 20 kHz, 1 dB meno della potenza max.< 0.15%
di erogare quasi il doppio
Opzioni di guadagno
26 / 32 / 36 dB
della potenza del modello
Opzioni di sensibilità per potenza massima
16,0 / 10,0 / 6,0 dBu
4,9 / 2,5 / 1,5 V
Opzioni di sensibilità per potenza massima
in classe AB, E45, con un
Risposta in frequenza, +0/0.5dB
20 – 20.000 Hz
peso equivalente.
Richiesta corrente, nominale @ 240 V, 4 ohm 7,0 A
L’anno scorso, invece,
Dimensioni
2 U rack x 428 mm
MC2 ha presentato il sePeso11,8 kg
Impedenza di ingresso (bilanciato elett.)
20 kΩ
condo modello serie E
> 60 dB
CMRR agli ingressi
con finale in classe D,
Rapporto S/N
Fattore di smorzamento @ 1 kHz / 8 Ω
76
105 dB
> 400
E100. Questo modello pesa solo 220 g più di
E90, ma dispone di quattro canali, ciascuno più
potente dei due canali di E45.
Gli amplificatori della serie E sono stati progettati specificamente per operare con sorgenti
di caratteristica molto dinamica, come è facile
trovare nelle situazioni di touring musicale. Gli
stadi finali di potenza e di alimentazione sono
costruiti per mantenere una riserva di potenza sufficiente a supportare l’amplificazione di
segnali con transienti veloci e molto potenti. Il
costruttore fornisce le caratteristiche di potenza degli amplificatori non solo con la potenza
massima espressa per un segnale sinusoidale
@ 1 kHz, ma con tre diversi segnali musicali tipici con fattori di cresta di 9 dB, 14 dB e 18 dB.
Il guadagno di ognuno dei quattro canali, tramite lo spostamento di un ponticello all’interno
dell’ampli, si può impostare a 26, 32 o 36 dB,
mentre ogni canale incorpora un circuito indipendente per limitare la potenza in uscita
– PRC (Power Reduction Control) – impostabile
tramite due selettori a 0, ‑2, ‑4 o ‑6 dB.
Per quanto riguarda la protezione dei componenti, questo amplificatore incorpora un limitatore della corrente di spunto e protezione
termica. E100 incorpora inoltre un limitatore di
corrente sull’uscita per la protezione dell’ampli
e dei diffusori collegati contro corto circuito,
corrente continua e segnali sub- o supersonici.
Con un pulsante posto vicino agli ingressi dei
canali B, C e D, i corrispondenti ingressi possono essere collegati ciascuno in parallelo con il
precedente. Ogni canale dispone una manopola
attenuatore sul pannello anteriore, indicatori di
livello a barre LED da quattro elementi più un
indicatore di limiting, un indicatore dell’inserimento del limitatore PRC, indicatori di operazione con ingressi in parallelo o canali bridged.
I canali singoli possono operare con impedenza
minima di 2 Ω, e fino a 4 Ω in modalità bridged.
SOUND&LITE n. 96_2012
>INSTALLAZIONI
Visual Show
di Giulia Morelli
Per la terza ed ultima tappa il pubblico si è spostato all’interno della Cattedrale situata a pochi
passi dal teatro, dove lo stesso attore – Massimo Tarducci – ha interpretato una selezione
dell’Apocalisse di San Giovanni, supportato dagli affreschi originali a distanza di pochi metri;
un’interpretazione ricca di pathos a conclusione di un percorso che ha portato lo spettatore
a vivere l’esperienza artistica con una consapevolezza ed un’intensità che può nascere solo
quando la tecnologia aiuta a far rivivere l’arte.
Il primo esperimento del Visual Show svoltosi
nella settimana di Pasqua – dal 6 al 10 aprile
– con proiezioni ad intervalli regolari durante
la giornata, ha registrato fino a 150 spettatori al
giorno, confermando in pieno le grandi potenzialità dello spettacolo.
Questo progetto, unico nel suo genere, potrebbe rappresentare il capostipite di una serie di
iniziative atte ad operare una saldatura virtuosa tra i tanti teatri storici d’Italia e gli altrettanti
capolavori artistici. L’uso di nuove drammaturgie potrebbe inoltre creare nuove professionalità – soprattutto tra i giovani – in vista di un
maggior utilizzo del patrimonio culturale anche
come risorsa per lo sviluppo economico.
Percorso sensorIale 01 a Orvieto
Nasce ad Orvieto un progetto pilota per la
valorizzazione del patrimonio artistico italiano,
frutto dell’iniziativa del Teatro Mancinelli – oggi
Teatro Stabile di Innovazione – in collaborazione
con società specializzata in visual live show al
servizio della cultura.
I
l progetto si è concretizzato in occasione
delle celebrazioni per l’anniversario di Luca
Signorelli, esponente di spicco del Rinascimento pittorico italiano che proprio nel Duomo
di Orvieto dipinse un ciclo di affreschi raffiguranti il Giudizio Universale da cui, sembra ormai assodato, Michelangelo stesso prese spunto per il suo capolavoro della Sistina. Ed è stato
proprio questo ciclo di affreschi il tema conduttore del percorso sensoriale ideato dal visual director Paolo Miccichè il quale, per la giornata di
presentazione svoltasi l’11 aprile, ha pensato ad
un percorso culturale a 360°.
La prima tappa di questo “viaggio dei sensi” si
è svolta nel foyer del teatro, dove il pubblico ha
assistito ad una coinvolgente lezione dello storico dell’arte Stefano Zuffi pensata proprio come
premessa alla fruizione dell’opera di Signorelli.
Per la tappa successiva gli spettatori si sono riversati – con relativa sorpresa – direttamente
78
sul palcoscenico del teatro, godendo così del
gioiello architettonico in stile neoclassico da un
punto di vista decisamente inusuale per qualche minuto, prima dell’abbassamento delle luci
e dell’avvio del vero e proprio visual show: uno
spettacolo multimediale di 20 minuti durante
il quale la pittura, proiettata sia sul fondale
interno al palcoscenico sia sull’atipico quanto
suggestivo scenario del teatro d’epoca, si è mischiata alla musica costringendo lo spettatore
ad un continuo cambiamento di prospettiva
al suono di un gong. Ma la fusione di linguaggi artistici non si è fermata qui: sulle parole
dell’Apocalisse di Giovanni è entrato in scena
un attore che ha imposto l’attenzione su di sé
recitando i passi più drammatici dell’opera,
mentre immagini di dannati tra le fiamme si ergevano dietro le sue spalle. La scelta del palco
come punto di visione per lo spettatore è stata
dettata da un’idea ben precisa: all’interno della
scatola magica del teatro all’italiana, da secoli
luogo deputato allo spettacolo, la platea e il palco si sono invertiti il ruolo: i visitatori sono diventati protagonisti del loro spettacolo – quello
che avviene ogni volta che l’arte visiva incontra
l’occhio umano – mentre la sala del teatro si è
fatta, a sua volta, “Palcoscenico della Città” e
dei suoi tesori artistici.
SOUND&LITE n. 96_2012
Chiediamo a Paolo Miccichè, come ideatore del
progetto, un consuntivo di questo primo esperimento.
“Partendo dal prototipo di Orvieto – spiega Paolo – si è avuta la conferma che la ‘visione’ emotiva ma anche analitica, attuata dal Percorso sensoriale, ha permesso al pubblico sia di orientarsi
nella visita della Cappella di San Brizio, sia di
osservare da vicino l’opera di Signorelli con particolari normalmente non percepibili, a maggior
ragione nella frettolosa visione turistica. Il tutto è stato amplificato e ‘fissato’ nello spettatore attraverso l’uso fondamentale della musica,
strumento particolarmente adatto a permettere una fruizione immediata e linguisticamente
universale, evitando così molte delle altrimenti
necessarie premesse storico-artistiche”.
Come si svolgeva lo spettacolo?
Il pubblico, dopo aver visto dalla platea la sala
del teatro illuminata, era invitato a salire sul
palcoscenico dalla porta di servizio: già questo
creava un forte impatto straniante per chi vi
si trovasse per la prima volta. Con l’arrivo del
buio partiva il Visual Show in cui una serie di
immagini, le più didattiche, si avvicendavano
in retroproiezione sul fondale di PVC e, in una
sintesi più “artistica”, proiettate direttamente
SOUND&LITE n. 96_2012
sui palchi e sulla sala del teatro. Questa alternanza di superfici costringeva lo spettatore a
girarsi più volte a 180° e quindi a partecipare
attivamente al Percorso sensoriale.
Come si è ritrovato da regista d’opera a visulizzatore di nuove forme espressive?
Il mondo della percezione si aggiorna continuamente, nelle case abbiamo non solo l’home
theatre ma anche strumenti come la Wii oppure
i sempre più virtuosistici videogiochi. Nel contempo però la nostra capacità di attenzione si
è molto ridotta. Spettacolarizzare la grande cultura visiva italiana è quindi una vera e propria
forma di “teatro”, a mio avviso perfettamente
coerente con chi si dedica, come me, anche a
regia e visual direction nel campo operistico.
Nell’oera ho portato questo linguaggio tecnologico ma anche molta arte visiva, avendo la musica come base; in questo caso l’arte visiva è la
base e spetta alla musica aiutare ad ottenere
una fruizione più “verticale”. Immutabile invece c’è il teatro che rimane protagonista quale
padrone di casa.
Enrico Paolini, direttore del Teatro Mancinelli, come si trova in questo scambio di ruoli?
Il pubblico non più in sala, la sala che riceve
proiezioni, la drammaturgia che diventa quella
delle opere d’arte visive... forse una nuova idea
di funzione del teatro all’italiana?
Il Teatro è da sempre centro culturale delle
città; in questo caso diventa un vero e proprio
“palcoscenico della città”: il teatro presenta e
fa rivivere un’opera d’arte, un monumento della propria città. Assume quindi una funzione
certamente didattica ma soprattutto turistica.
Una nuova funzione che potrebbe diventare
centrale nel riutilizzo, o nel miglior utilizzo, dei
moltissimi teatri storici di cui è ricca l’Italia e
soprattutto nello sviluppo del cosiddetto “turismo culturale” sul quale si sta incentrando il
dibattito per il rilancio della nostra economia.
79
>INSTALLAZIONI
di Mike Clark
The House of
Dancing Water
Spettacolo residente al City of Dreams Resort a Macao, in Cina
Il Senior Sound Engineer ci racconta i dettagli tecnici
dell’impianto audio di questa megaproduzione.
F
ondato nel 2000 dal produttore e direttore
artistico Franco Dragone (emigrato dalla
provincia di Avellino in Belgio negli anni
‘50 con la famiglia), il Franco Dragone Entertainment Group, con sede in Belgio, ha l’obiettivo di produrre gli show più spettacolari del
mondo, fondendo musica, danza, arte circense ed effetti speciali. Ad oggi oltre 55 milioni
di spettatori hanno assistito ad una delle sue
produzioni, compreso A New Day, lo show di
Celine Dion che ha registrato il tutto esaurito
a Las Vegas per cinque anni, e The House of
Dancing Water, uno spettacolo che va in scena
in un teatro costruito ad hoc al City of Dreams
Resort di Macao.
Ed è proprio in quest’ultima location che si trova un altro italiano, Corrado Campanelli, un
nome che i nostri lettori più attenti ricorderanno (fu intervistato come fonico FoH nel teatro
della Costa Concordia prima della sua crociera
inaugurale).
Campanelli spiega l’iter professionale che lo
ha portato dall’altra parte del mondo: “Mentre
studiavo legge ai Napoli, approfondivo la mia
passione per l’audio, lavorando come fonico in
vari teatri locali, per poi intraprendere nel 2001
la carriera con la Costa, lavorando inizialmente come fonico FoH, per poi arrivare ad essere
consulente tecnico e coordinatore per la Costa
Cruise Lines (Carnival Corporation), sound designer e programmatore LCS, nonché responsabile della formazione e la supervisione dei
tecnici del suono e degli aspiranti capotecnici”.
Nel 2007 Campanelli si è trasferito a Londra,
lavorando prima alle Fairfield Halls come tecnico del suono, poi riprogrammando il suono
surround del planetario ed infine occuparsi degli effetti audio e video del museo delle cere
80
SOUND&LITE n. 96_2012
di Madame Tussauds. Nel frattempo lavorava
anche come freelance con live band, teatri ed
eventi corporate.
Da anni grande appassionato delle produzioni
del Cirque du Soleil e di Franco Dragone, quando ha saputo del progetto a Macao, tramite il
sito di Dragone, si è subito presentato e nel giro
di poco tempo ha fatto
i primi colloqui. “Ero
1
tornato in Italia per
fare il sound design e
la programmazione degli show su una nuova
nave da crociera quando mi arrivò una telefonata per un colloquio
finale – ci racconta – e
dopo poco avevo un’offerta con un contratto!
Per quanto riguarda il
mio ruolo a Macao, è
quello di Senior Sound Engineer; sono in sede
dal settembre del 2009 e, facendo parte dello
“start-up team”, ho programmato buona parte
dell’impianto, processori, comunicazioni, console, ecc.”.
Prima di spiegare nel dettaglio in cosa consiste il lavoro di Campanelli, è d’uopo una breve
SOUND&LITE n. 96_2012
descrizione dello spettacolo e dell’imponente
struttura che lo ospita.
Ideato dalla mente creativa di Dragone e diretto personalmente da lui, lo spettacolo è stato
allestito ad un costo di oltre 190 milioni di euro.
La squadra di produzione comprende un altro
italiano molto noto, il direttore artistico e coreografo Giuliano Peparini, che aveva già collaborato con Dragone
nel 2005 per la creazione di Le Reve, uno dei
più grandi spettacoli di
Las Vegas. La storia,
prendendo ispirazione
dalla cultura cinese,
in particolare le “sette emozioni” del confucianesimo, racconta
di un paese fantastico
senza tempo in cui regna la magia della natura. Il capolavoro, che
unisce talento artistico, forza fisica ed effetti
speciali, finisce con il trionfo dell’amore sulle
forze maligne dell’odio.
Un teatro da 2000 posti con il pubblico seduto
a 270° intorno al palcoscenico/piscina ospita lo
spettacolo acquatico permanente più grande
1_ Altoparlante
subacqueo Lubell.
81
>INSTALLAZIONI
2
2_ Corrado Campanelli,
Senior Sound Engineer della
produzione.
3_ La nave.
4_ Il palco visto da sopra
l’imponente grid.
5_ Il “Lampadario umano”.
del mondo. La piscina – profonda 8 metri – contiene circa 14 milioni di litri (oltre cinque volta
una vasca olimpionica), ma un sistema di 11
ascensori idraulici può trasformarla in un palcoscenico in meno di un minuto. L’automazione
al servizio dello spettacolo è impressionante e
comprende 130 argani e 45 paranchi che muovono elementi scenografici come “la nave”: tre
alberi da veliero alti 12 metri, dai quali si lanciano gli acrobati.
3
82
Oltre ai settanta membri del cast ed ai settanta tecnici, la squadra del teatro coinvolge altre
sessanta persone. Ventotto sommozzatori manovrano la scenografia e accompagnano l’entrata e l’uscita degli artisti in acqua.
Garantire un’esperienza audio all’altezza dello spettacolo non era un’impressa facile (oltre
al rumore dell’acqua delle 240 fontane e degli
automatismi, c’è anche un gruppo di scatenatissimi motociclisti che eseguono acrobazie
mozzafiato!).
Campanelli continua: “La società californiana
che si è occupata della progettazione del sistema audio è Thinkwell Group, di cui François
Bergeron e Vikram Kirby sono i due sound designer che hanno firmato alcuni dei più grandi
show del mondo. L’installazione è stata effettuata da Solotech di Montreal, una ditta che
ha installato gli impianti di quasi tutti i teatri
di Las Vegas, e lavorare con queste persone
è stato per me il lato più esaltante di questa
avventura”.
Ma veniamo all’impianto – un sistema a 200
canali con surround a 360 gradi, capace di
assicurare ad ogni spettatore un’esperienza unica – il cui progetto doveva combattere
la distorsione del suono che rimbalzava sulla
superficie dell’acqua, unendo ad un riverbero
ridotto una diffusione estremamente direzionale. Il sistema principale è prevalentemente
Meyer Sound, con l’impianto FoH gestito tramite Meyer LCS, Matrix3, software CueStation, superficie di controllo CueConsole ed uno
Yamaha M7CL‑48.
Le sedute vengono coperte da 248 diffusori. Ci
sono otto array di sette Melodie come sistema
main, 15 Sub HP‑600, otto SB‑2 come front-fill a
lunga gittata, 32 MM‑4XP per le sedute sotto la
galleria, mentre 24 UPJ‑1P appesi sopra palco
e pubblico sono integrati con altri sistemi per
la gestione generale del riverbero. Il sistema
surround è diviso in tre livelli e comprende 23
CQ‑2, 32 UP Junior, 43 UPM‑1P e 2 UPQ‑2P. Un
SB‑2 funge da monitor sul palco e 12 UPJ‑1P
per effetti e monitoraggio.
Il sistema Meyer Sound VRAS (Virtual Room
Acoustic Simulator) è il cuore del sistema di architettura elettroacustica e aggiunge uno strato di riverbero tramite 32 microfoni sparsi per il
teatro, dando l’impressione di un riverbero naturale. Con LCS SpaceMap si riesce ad inviare il
suono ovunque nella sala, creando ad esempio
l’effetto di un aereo che vola da una parte all’altra o facendo suonare certi strumenti sopra o
dietro al pubblico.
Il suono della band e le sequenze registrate sono trasportati in analogico e protocollo
4
MADI ai preamplificatori RME Micstasy e RME
MADI Bridge nella sala rack, per poi essere
splittati ai Matrix3 per il FoH e la console monitor DiGiCo CSD5 per la band, i musicisti della
quale controllano il sequencer.
Campanelli continua: “Il team audio è composto da sei persone, un Head of Sound, responsabile della supervisione di tutto l’impianto e
del dipartimento che opera anche sulla console
FoH, un’assistente, anche lei operatrice FoH,
un Senior Sound Technician che opera FoH
e monitor e si occupa dei musicisti, l’editing
della programmazione di console, interfaccia
e processori. Tre Sound Technician che, oltre
ad operare la console monitor, si occupano di
tutto l’impianto RF, microfoni, IEM, IFB (Interruptible Feedback; il sistema di comunicazione e cueing dal regista o show-caller ai performer – ndr) e comunicazioni wireless. Oltre a
lavorare a rotazione sulle console, siamo tutti
coinvolti nella manutenzione e nello sviluppo
dell’impianto. Negli spettacoli di questo tipo e
di queste dimensioni, il dipartimento audio è
solitamente responsabile di tutti gli impianti
‘SVC’ (Suono, Video e Comunicazioni) senza
contare che nel nostro caso c’è anche tutto l’aspetto subacqueo, che comporta 36 speaker,
decine di telecamere e le DiveCom, che costruiamo noi in officina”.
5
SOUND&LITE n. 96_2012
SOUND&LITE n. 96_2012
83
>INSTALLAZIONI
Per avere un’idea dell’enorme dimensione della struttura, tra audio, rete, comunicazione e video, si pensi che nella stanza dei patch ci sono
oltre 3000 linee!
“L’impianto di comunicazione Riedel Artist
– dice Campanelli – è stato per me una delle
scoperte più sorprendenti, ha completamente
cambiato la mia concezione di impianti intercom, ed è diventato una mia ‘creatura’. Dopo
un corso di training intensivo, ho passato settimane ad installare e programmare da zero tutto
il sistema intercom, che consta di 128 porte in/
out tra analogiche e digitali, distribuite su tre
matrici, rispettivamente da 64, 32 e 32, interfacciate via fibra, alle quali sono collegate oltre
50 postazioni digitali a cavo, 48 wireless pack
Telex ed una ventina di IFB Sennheiser.
“Le porte GPIO (8IN/8OUT) mi consentono anche di remotare altri device come LCS, Constellation e DME e quindi – volendo – di triggerare
le cue per i cambi di mixaggio FOH dal pannello intercom. Usando le porte GPIO ho fatto una
piccola interfaccia che consente all’impianto intercom di collegarsi con le nostre Motorola TetraRadio triggerando il ‘push to talk’. Anche il
batterista ha apprezzato la flessibilità dell’impianto Riedel: ho collegato il suo microfono alla
matrice e, tramite due pedali che ho modificato
per lui, può scegliere il canale su cui parlare - il
resto della band, fonico monitor oppure Stage
Manager. Anche le comunicazioni subacquee
sono collegate al sistema Riedel”.
6_ Rack Telex radio intercom
BTR800.
7_ Rack matrici digitali
Reidel Artist.
Durante i dieci spettacoli settimanali, Campanelli lavora alla console FoH oppure a quella
monitor, facendo a turno con i suoi colleghi
6
84
7
per diversificare la routine. La sala monitor è
dotata di una DiGiCo D5 come main console e
due M7CL, una dedicata ai talkback ed ai vari
segnali utility, mentre l’altra è completamente
dedicata al mondo subacqueo (con 36 diffusori
Underwater della Lubell).
Riguardo al lavoro alla console FoH, Campanelli
continua: “La postazione FoH è ottima. Grazie
al grande lavoro di system design e tuning, la
copertura del suono è estremamente omogenea. Anche se lo show è molto automatizzato
– ci sono più di 120 input da gestire – i gruppi
sono tutti manuali, come anche la quantità di riverberazione nella sala (tramite Constellation).
Noi operatori siamo tutti qui dall’inizio... ciò significa 630 spettacoli, oltre un anno tra allestimento e prove! Conosciamo quindi la direzione
in cui i progettisti ed il compositore volevano
andare per ogni brano e riusciamo a mantenere
integro il sound design. Oltre alla componente
umana dei musicisti, un’altra grande variabile è
l’acqua: le fontane ed i giochi d’acqua possono
essere molto rumorosi ed i tre anelli di surround
sono molto utili per compensare. Per il numero
di motociclismo acrobatico, le moto sono microfonate con dei DPA, per riprendere il suono dei
motori che entrano ed escono dalla zone centrali dello spettacolo e ci divertiamo ad usare le
‘space map’ per dare ancora più impatto”.
Quando ci sono rallentamenti o modifiche fatti
al volo durante lo spettacolo, i quattro musicisti
(visibili dall’auditorium, ma dietro una vetrata
ed ognuno in una zona acusticamente isolata)
sono in costante contatto con il direttore di palco, che può richiedere in ogni momento di accorciare o allungare la musica. Conclude Campanelli: “Per questo motivo, avendo diverse
tracce registrate, è stato fondamentale l’apporto di Ableton Live, programma che consente di
‘loopare’ in battuta sezioni di musica. Per questo è importante l’apporto anche dei touch panel Lemur, in questo modo, con un’interfaccia
che ho sviluppato su misura per questo show,
i musicisti hanno accesso immediato a qualunque sequenza, loop di emergenza ecc., che consente loro di adeguare la tracce preregistrate al
nuovo scenario musicale senza perdere il ritmo.
È affascinante vedere come così tanti operatori e tante macchine si adeguino alla situazione
senza che nessuno si accorga di nulla!”.
SOUND&LITE n. 96_2012
®
>TECNOLOGIA
il duty-cycle anche tramite questo parametro.
Se il segnale d’ingresso Vx è variabile nel tempo, anche il duty-cycle del segnale uscente dal
modulatore sarà quindi variabile in proporzione (figura 4):
ρ(t) =
A
di Michele Viola
86
Il modulatore PWM
La modulazione PWM è ottenuta comparando
il segnale d’ingresso (modulante) con un’onda
triangolare (figura 2). L’uscita del comparatore
è un segnale binario (a due livelli) il cui valore
medio è proporzionale al segnale in ingresso.
Osservando la figura 3 è immediato ricavare –
dalla similitudine tra i triangoli tratteggiati in
rosso e in verde – che, con Vx costante, il duty
cycle ρ è direttamente proporzionale a Vx:
Ton
Vx
=ρ
=
T
Vp
In cui T è il periodo dell’onda triangolare. Nella
figura 2 ho esplicitato l’ampiezza picco-picco Vp
dell’onda triangolare come ingresso del corrispondente generatore perché, come mostrerò
più avanti, può essere comodo poter controllare
SOUND&LITE n. 96_2012
V1
Vx(t)
Vp
La tensione sul carico
sere contemporaneamente in conduzione.
Un amplificatore siffatto può riprodurre solamente segnali a due valori (alto o basso); per
poter utilizzare tale dispositivo al fine di amplificare un segnale analogico, occorre trovare il
modo di riprodurre segnali variabili con continuità tramite appropriate forme d’onda di tipo
on-off. Per questo si può utilizzare una tecnica detta modulazione a larghezza d’impulso
(PWM – Pulse Width Modulation).
Tramite il modulatore PWM, l’ampiezza di un
segnale analogico in ingresso è utilizzata per
controllare il duty cycle del segnale (binario) di
controllo per gli interruttori.
Vx
A valle degli interruttori finali (figura 1) l’andamento della tensione sarà dunque una riproduzione “amplificata” del segnale PWM uscente
dal modulatore. Il segnale immediatamente
a monte del filtro passa-bassi in uscita nello
schema di figura 1 è un segnale a due livelli
variabile tra +VS e ‑VS, che sono le tensioni di
alimentazione positiva e negativa.
Naturalmente, soprattutto per i dispositivi di
potenza elevata, è bene che il segnale uscente
dallo stadio finale non raggiunga il carico così
com’è, perché l’elevato contenuto di energia
in alta frequenza introdotto dalla modulazione
potrebbe danneggiare l’altoparlante. Per questo, tra l’amplificatore e il carico è solitamente
interposto un filtro passa-basso, così da attenuare opportunamente le componenti spettrali
al di fuori della banda audio.
Supponendo che la frequenza massima nello
spettro del segnale d’ingresso vx(t) sia molto
minore della frequenza di commutazione 1/T
(1/T è la frequenza dell’onda triangolare), si
può pensare che il filtro estragga il valor medio
(variabile nel tempo “lentamente” rispetto a T:
questa è un’ipotesi di quasi-stazionarietà) dal
segnale PWM di potenza.
A valle del filtro d’uscita risulterà quindi:
vu(t) Vu0(t) =
Ton
· VS
T
FILTRO
P.B.
Vu
1
α=
Vp
−VS
figura 2
GENERATORE
DI ONDA
TRIANGOLARE
−
Vtr
COMPARATORE
Vu
+
Vp
Vx
figura 3
Vtr
+Vp/2
Vx
T
−Vp/2
Vu
1 (on)
0 (off)
Ton
T
figura 4
Figura 1_ Lo stadio
finale di potenza in
classe D.
e, ponendo:
Ton
ρ=
= α · vx
T
V2
PWM
Il segnale Vu uscente dal modulatore PWM può
essere direttamente utilizzato per pilotare i finali di potenza.
Naturalmente, per evitare malfunzionamenti, il
segnale di controllo Vx non deve superare in ampiezza i limiti (picco-picco) dell’onda triangolare.
grandissime linee, la potenza sul carico
di un amplificatore di potenza è controllata tramite uno o più elementi attivi
(transistor) posti in serie al carico stesso, elementi attivi che realizzano una caduta di tensione variabile con il segnale di ingresso.
Essendo tali elementi attivi percorsi dalla corrente d’uscita, sono spesso costretti a dissipare una potenza rilevante. Questo si traduce, a
parte il consumo in termini di energia elettrica, in componenti e dissipatori di dimensioni
significative e di peso altrettanto significativo.
Ciò è vero soprattutto per i trasformatori di
alimentazione e per i dissipatori di calore sui
finali di potenza, che determinano una buona
parte del peso di un amplificatore di potenza
in classe AB.
La configurazione in classe D può attenuare
molto questo problema.
Lo stadio di potenza di un amplificatore in classe D è costituito in linea di principio da due
transistori che funzionano come interruttori,
connettendo il carico alternativamente al positivo o al negativo dell’alimentazione (figura 1).
Quando uno degli “interruttori” finali è in conduzione viene attraversato da tutta la corrente
d’uscita, che può essere anche elevata, ma la
tensione ai suoi capi è virtualmente nulla; quando invece lo stesso interruttore è aperto si trova
ai suoi capi l’intera tensione di alimentazione
ma la corrente che lo percorre è virtualmente
nulla. Quindi, almeno teoricamente, nessuno
dei due transistori finali dissipa alcuna potenza.
Naturalmente i due interruttori non possono es-
figura 1
+VS
CARICO
Amplificatori
in Classe D
1° PARTE
Figura 2_ Il
modulatore PWM.
si ottiene:
Figura 3_ Controllo
PWM con Vx costante.
vu(t) = αVS · vx(t)
Figura 4_ Controllo
PWM con Vx
sinusoidale.
SOUND&LITE n. 96_2012
87
>TECNOLOGIA
Principali cause di distorsione
Purtroppo, l’architettura finora descritta è fortemente portata alla distorsione, principalmente a causa delle imperfezioni nella regolazione
della tensione di alimentazione ed agli inevitabili errori nella determinazione degli istanti di
commutazione.
La tensione d’uscita, infatti, è direttamente
proporzionale alla tensione di alimentazione
VS, per cui ogni instabilità nell’alimentazione
si ripercuote direttamente sull’uscita; in altre
parole, le variazioni della tensione di alimentazione dovute, ad esempio, alla variabilità
della corrente fornita al carico vengono tradotte immediatamente in distorsioni del segnale
in uscita. Anche le instabilità della sezione di
alimentazione per se stessa, come il ripple residuo, si manifestano in uscita sotto forma di
rumori e ronzii.
Gli effetti di un disturbo sull’alimentazione si
possono attenuare con uno schema in retroazione come quello di figura 5 che, tra l’altro,
può contribuire a compensare altre non-idealità del sistema (resistenza d’uscita non nulla,
non idealità della rampa...)
Lo schema in retroazione rende però necessaria un’attenta analisi della stabilità del circuito,
cosa che può risultare tutt’altro che semplice,
dato che la catena contiene elementi fortemente non lineari come il modulatore PWM e
la rete di commutazione. Studiare la linearità
e la banda passante in termini di funzione di
trasferimento, infatti, significa, più o meno implicitamente, considerare piccole perturbazioni
e lavorare su un modello linearizzato. Per linearizzare una funzione (anche per piccolissime
variazioni) occorre che tale funzione sia differenziabile. Questo sicuramente non è il caso
del modulatore PWM, che contiene dei comparatori e degli interruttori che funzionano on/off,
almeno per quanto riguarda il modello ideale.
figura 5
VS
Vx
V1
RETE DI
COMMUTAZIONE
PWM
V2
FILTRO
P.B.
Vu
The Sound of Broadcast
RETE
CORRETTRICE
−
+
Va
Figura 5: Schema in retroazione.
Se hai bisogno di trasmettere l’emozione del tuo prossimo evento che si tratti di un evento sportivo o di un’opera...
segnale PWM dovrebbe coincidere con lo spettro di frequenza del segnale di ingresso Vx.
Se, ad esempio, Vx fosse sinusoidale di frequenza fa, comparirebbe nello spettro una riga
a frequenza fa e alcune righe intorno ad fc ed ai
suoi multipli.
La variazione nel tempo di VS corrisponde invece per V2 ad una modulazione di tipo AM, che
nel dominio delle frequenze si manifesta in maniera molto simile al caso di Vx variabile, cioè
con la comparsa di bande laterali intorno alle
righe a frequenze multiple di fc oltre a componenti in bassa frequenza.
In pratica, le componenti in bassa frequenza si
possono facilmente estrarre dal segnale PWM
con un semplice filtraggio, se fc è sufficientemente elevata, mentre le componenti (distorsive) dovute alle variazioni di VS vanno più possibile limitate all’origine.
... Audio-Technica è pronta.
C
M
Y
CM
MY
CY
CMY
K
BP4027
Nel prossimo numero proseguiremo analizzando le ipotesi e le tecniche utilizzate per rendere
più agevole il filtraggio in uscita e, in definitiva,
per limitare la distorsione.
BP4029
BPZ-L
Lo spettro di frequenze
Se VS e Vx sono entrambe costanti, la tensione
V2 a monte del filtro d’uscita è un segnale periodico con fondamentale fc =1/T (figura 3), per
cui lo spettro è formato da una serie di righe
equispaziate, a frequenze multiple intere di fc.
Se Vx varia nel tempo viene modulata la larghezza degli impulsi (figura 4), che nel dominio
delle frequenze corrisponde ad un “ispessimento” delle righe intorno ai multipli di fc, oltre
alla comparsa di componenti in bassa frequenza. Lo spettro di frequenza in banda audio del
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BPZ-M
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Riferimenti
[1] Bruno Putzeys: Digital Audio’s Final Frontier http://www.spectrum.ieee.org/WEBONLY/publicfeature/mar03/
dig.html
[2] appunti dalle lezioni di Elettronica Industriale del prof. Fabio Filicori
- Bologna 2001
[3] Ronan Van Der Zee: High Efficiency Audio Power Amplifiers; design
and practical use - ISBN 90-36512875
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>TECNOLOGIA
La mia (console)
è sicuramente
migliore!
È sempre un brutto colpo al cuore quando la “propria” console, dopo anni di
lavoro fedele e indefesso, ti tradisce con un minuscolo bug. Ma quando la
sbandata viene aggiustata, allora il grande amore diviene ancor più grande.
Non sparate sul pianista!
Un giorno stavo “girovagando” su un blasonato forum di settore tipicamente “lucista” (non
era nostrano, ci tengo a precisarlo!), quando mi
sono imbattuto in una sentenza di un commentatore ad un post relativo alle console luci che
mi ha colpito alquanto.
Il testo recitava letteralmente quanto segue:
“Se siete convinti che la console luci che utilizzate sia in assoluto la migliore al mondo (a
dispetto di tutte le altre che fanno schifissimo)
troverete ancor più appagante adottare un cagnolino; lui almeno vi saprà ricambiare anche
affettivamente”.
Ho trovato la cosa alquanto divertente e molto
“profonda” allo stesso tempo.
Il post in questione era stato “aizzato” da un
misconosciuto super-user di console “X” che
motivava l’indecenza di tutte le altre console
esistenti, attraverso un minuzioso incidente
probatorio che ne definiva la superiorità, con
tanto di tifoseria pedissequa e controparti che
cercavano invano di dimostrare il contrario.
Un perfetto esempio di: “tutto il mondo è paese”.
Non voglio noie nel mio locale
di Aldo Visentin
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Fa sorridere molto quella speciale tipologia
di schede tecniche che ogni tanto ri-appaiono
(come per magia) e che si contraddistinguono
più per i “commenti” che per il vero e utile contenuto, ossia la lista di materiali disponibili dal
service di turno.
Il caso più emblematico ed eclatante mi capitò
quando la scheda tecnica di “ritorno” proponeva quanto segue:
Richiesta
– 40 proiettori motorizzati modello SPT
– 1 Console di controllo modello CC
Disponibilità
– 40 proiettori motorizzati modello SPR - il modello SPT non si trova nelle vicinanze
– 1 Console di controllo modello AA - Il modello
CC non è una console “standard“
Quando si noleggia su piazza, è molto raro
trovare un service avente a disposizione sullo
scaffale lo stesso materiale del rider tecnico,
quindi ci si prepara ad adattare la cosa.
Questo tipo di lavoro risulterà molto più giustificato e gratificante se le differenze sono giustificate dai validi motivi commentati.
La console non “standard” è un valido motivo
(per esempio). Ergo devo imparare ad usare la
console standard. Sì, ma qual è? Di fatto ci sono
“molti” standard a seconda della posizione geografica, della storia e della cultura. Se poi ci
mettiamo che ogni standard elide categoricamente tutti gli altri standard, allora devo imparare a menadito una quantità minima di cinque
o sei console.
La cosa farebbe di me un operatore molto dotato. La domanda che di conseguenza sorge
spontanea è: “mi sarebbe poi riconosciuta la
SOUND&LITE n. 96_2012
cosa in maniera adeguata?”.
Già, perché essendo ogni standard “assoluto”
(quindi ne esiste uno ed uno solo per ciascuno)
non serve conoscere altre console al di fuori di
quella standard di turno. Quindi come operatore
e programmatore dovrei costare nella media dei
programmatori standard per la console standard.
Chiaro, no?!
I Buoni i Brutti e i Cattivi
Un simpatico amico e collega un giorno mi disse che un bravo programmatore e operatore
dovrebbe conoscere molto bene le console più
utilizzate e non forzare il service a comprare o
sub-noleggiare l’unica console che sa utilizzare.
La cosa mi parve sensata. Il problema è che
esistono molte (troppe) console, spesso alquanto sofisticate, per le quali servono anche
anni di “pratica” per farle proprie. Inoltre il
mondo delle console non è fermo ma in continuo movimento.
Un lavoro senza sosta, di fatto.
Nella realtà succede il contrario, ossia che ciascun operatore (molto spesso) utilizza un solo
tipo di console, che diventa l’unico vero oggetto di cui si fida e che fornisce strumenti e sicurezza necessari che “altri” non forniscono. La
questione diventa allegorica quando taluni ottusi operatori, nel portare avanti il proprio vessillo a tutti i costi, denigrano ciecamente tutte
le altre console (e i colleghi di conseguenza).
Ahimé questo succede ancora nel 2012 (prevedo anche oltre) e tutto questo non ci fa onore
(vedi caso sopra descritto).
Unica attenuante è che non tutte le console
vanno d’accordo con qualsiasi operatore e viceversa. Di questo già ne parlammo, proprio in
questa sede, ed effettivamente non mi sento di
biasimare alcuni operatori “caduti sul campo”
a causa di bizze strane da parte di console inspiegabilmente ribelli o restie al lavoro.
Confesso mio malgrado, che anche a me è successo di incontrare una console a cui “non piacevo” e la cosa non è rassicurante affatto. Per il
bene di tutti (soprattutto della console) la evito.
Uno speciale encomio lo vorrei invece dedicare
(visto che pure io ci sono passato) a tutti coloro
che, per “quieto lavorare”, si sono dovuti sciroppare la console che proprio mai avrebbero
voluto utilizzare. Quella che solo a vederla da
spenta ti viene voglia di richiuderla nel case;
quella che appena provi a schiacciarne un tasto già ti sembra di aver sbagliato o, peggio
ancora, quelle che, essendo sono molto vecSOUND&LITE n. 96_2012
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91
>TECNOLOGIA
chie, prima impari a conoscere quello che non
sono in grado di fare e poi quello che ne rimane
per programmare.
Un vero Far West...
Certo che districarsi in questo mondo di tecnologie avverse diventa un po’ complicato, sia per
chi le utilizza e sia per chi le noleggia.
Molto spesso ho incontrato persone che mi
hanno posto le più svariate domande sulla questione, tipo: “Che console mi consigli?”, “È
vero che questa console è migliore di quest’altra?”, “Tu che console usi?” e “Per lavorare che
console devo imparare ad usare?”.
Come sempre (per non sbagliare) in questi casi
così complicati, la risposta che meglio si adatta
è “Dipende”.
La console deve “servire” l’ambito di lavoro cui
ci si affaccia. Gli ambiti non sono tutti uguali
quindi si deve analizzare la tipologia di lavoro
che si affronta per determinarne le reali necessità. Dopo di ciò si analizzano i prodotti presenti nel mercato (ce ne sono per tutti i gusti e per
tutte le tasche) per trovare quello che meglio si
adatta alle proprie esigenze. È dannoso acquistare una console luci di classe molto alta se poi
la si utilizza solo in minima parte, e viceversa
(ho visto cose che voi umani non potreste immaginare...).
Le console luci, normalmente, si utilizzano
nell’ambito delle attività di service o si noleggiano a produzioni terze, oppure, a volte, entrambi i casi;. Altre volte, sono utilizzate nelle
installazioni fisse di vario genere (tra cui i te92
atri). Queste prerogative determinano in maniera pesante la scelta della console. La tipologia e la quantità di proiettori che è necessario
controllare rappresentano un altro elemento
importante da considerare nella scelta di un
controller adeguato.
La console può essere anche di proprietà dei
singoli professionisti, che vendono la propria
consulenza e il proprio lavoro di programmazione unitamente al noleggio della propria console. Anche costoro è opportuno che scelgano
i propri strumenti in funzione del tipo di show
business in cui si trovano ad operare, e non necessariamente questi corrisponderanno sempre con le console di moda.
Non meno importante da considerare è l’ergonomia della console. Per ergonomia intendo
non solamente quanto concerne gli aspetti hardware (tasti, fader, monitor ecc), ma soprattutto il software.
Tutto ciò è puramente soggettivo e prescinde
dalla bontà del prodotto.
Non è segreto che console super-utilizzate per
le loro peculiari caratteristiche “non incontrano” il favore di tutti a causa della forma mentis
insita nel software. Ciò, tuttavia, non fa di queste delle cattive console.
Giù la testa!
Come operatore, programmatore e quant’altro (così dicono...), di fronte ad una così vasta
e variegata tipologia di servizi che si possono offrire, mi sono trovato in molte occasioni
a valutare dove fosse meglio investire il mio
tempo in formazione e conoscenza degli strumenti di lavoro.
La mia personale opinione è che se si desidera
offrire uno spettro di servizi è indispensabile
conoscere più di una console. La mia testa oggi
ne regge tre, (non di più!), dove non c’è “prima,
seconda e terza”; c’è semplicemente quella
che meglio si adatta quando serve.
È indubbiamente un lavoro continuo, che si
evolve sempre e che porta via molto tempo, ma
contemporaneamente molto appassionante.
Ne approfitto infine per farmi qualche simpatico “nemico” ricordando ai console-fobici monogami che NON esiste la console ideale e migliore a dispetto di tutte le altre (e di tutto ciò mi
spiace, non ci posso far nulla).
Un tradimento ogni tanto può fare bene, visto
che si tratta di “mere” console.
SOUND&LITE n. 96_2012
>TECNOLOGIA
Mezzogiorno
di Suono
1° PARTE
legno lamellare;
T60 da 6,5 a 10 s: chiese moderne in vetrocemento;
T60 da 10 a 15 s: cattedrali;
T60 oltre 15 s: grandi cattedrali gotiche, cattedrali con ampie cupole.
Il secondo parametro discriminante nel valutare le qualità acustiche di una chiesa è la sua
struttura architettonica:
• chiese con un’unica navata;
• chiese con più navate.
E, di seguito, chiese con pianta:
• rettangolare;
• cruciforme;
• circolare o semicircolare;
• a ventaglio;
• irregolare.
Suono Sacro
Roma conta più di 650 chiese gestite da parrocchie. Se a queste si
aggiungono gli oratori e le cappelle, pubbliche o private, i luoghi
di culto non cattolici e i templi sconsacrati ma tuttora in uso per
incontri culturali, adunanze e assemblee, il totale forse supera il
migliaio. In tutt’Italia molte decine di migliaia.
Il terzo parametro è la presenza di cupole, cappelle e matronei.
I
di Giorgio Gianotto
94
n ciascuna chiesa è indispensabile una dotazione di alcuni servizi tecnici; tra questi,
l’impianto di amplificazione del suono. In
media, un sistema audio richiede un rinnovo
parziale ogni 10÷15 anni e la sostituzione totale dopo 20÷30 anni. Ben si comprende come
il mercato dell’audio correlato ai luoghi di culto
sia più che cospicuo e veda alcune centinaia
di operatori dedicati in prevalenza, se non in
esclusiva, ad esso.
Le chiese italiane di tutte le confessioni – e più
in generale quelle europee – sono caratterizzate da un’acustica difficile, quando non impervia. Al contrario, negli Stati Uniti d’America
architetti e comunità badano molto all’acustica
degli ambienti, che deve esser pari a quella di
un teatro poiché le funzioni religiose sono spesso gestite come uno “spettacolo”, ripreso dalla
telecamere e mandato in onda in diretta. Sostanziali differenze nella liturgia e nei materiali
– legno e moquette contro pietra e cemento –
sottolineano ancor più le differenze acustiche
tra Vecchio e Nuovo Mondo, quantomeno quello nordamericano.
Sistemi audio nei luoghi di culto
Valutiamo le alternative
Il primo parametro discriminante nel valutare
le qualità acustiche di una chiesa è il Tempo di
Riverberazione. Da esso dipende la scelta della
tipologia dell’impianto di amplificazione, la collocazione di diffusori e microfoni e la necessità
di apparecchiature accessorie per la gestione
del segnale. È quindi necessaria una misura
ragionevolmente accurata di T60, descritta nel
numero precedente di S&L.
Secondo quest’ottica, possiamo così suddividere le tipologie di ambienti di culto più frequenti
in Italia:
T60 da 1 a 2,5 s: chiese di stile romanico, in genere di dimensioni ridotte; piccole cappelle di
ogni stile;
T60 da 2,5 a 4 s: piccole chiese barocche; chiese in stile classico e neoclassico; chiese di medie dimensioni di ogni stile con tetto di legno;
T60 da 4 a 6,5 s: grandi chiese barocche; chiese di stile moderno edificate fra le due guerre
mondiali; chiese in vetro-cemento con tetto di
SOUND&LITE n. 96_2012
I sistemi per la riproduzione del suono si dividono in quattro categorie:
centralizzato: un unico diffusore o cluster di
diffusori;
decentralizzato: un diffusore o cluster di diffusori in un’unica posizione centrale, circondato
da uno più anelli di diffusori secondari;
decentralizzato senza cluster centrale: variante del precedente. Uno o più anelli di diffusori
secondari, senza diffusore primario centrale;
distribuito: diffusori distribuiti nell’ambiente
secondo una griglia opportunamente calcolata.
Infine, i trasduttori – i diffusori – disponibili per
costituire i sistemi citati sono suddivisi in tre
categorie:
radiazione diretta: adattatore d’impedenza a
cono;
guida d’onda: adattatore d’impedenza a tromba (in genere a direttività costante) o altro condotto;
linea di suono: cluster di altoparlanti a radiazione diretta impilati e ravvicinati tra loro.
Nulla vieta, peraltro, di impiegare tipologie di
diffusori diverse nell’ambito dello stesso sistema decentralizzato o distribuito e, perché no,
anche centralizzato.
Gli habitué dei sistemi mobili noteranno con
disappunto che non ho citato una tipologia di
diffusori di gran moda nel loro mondo: i Line
Array. Questi ultimi, infatti, sono giudicati poco
SOUND&LITE n. 96_2012
appropriati per i luoghi di culto europei e di
conseguenza sono impiegati soprattutto all’esterno, nei sagrati e nei piazzali.
I sistemi e i diffusori elencati consentono di
modulare una grande varietà di soluzioni ottimizzate per la struttura del sito, le possibilità
economiche e le esigenze estetiche del committente, che sempre desidererebbe un sistema dal grande suono, invisibile e con costo
zero… Nel mondo reale, chi gestisce i luoghi di
culto più modesti considera il fattore economico predominante, anche a scapito dell’estetica
e, parzialmente, della qualità. Al contrario, in
quelli con valenza storica o culturale, vincoli della Soprintendenza o vocazione museale,
l’accettabilità estetica, spesso posta in termini
assai restrittivi, è predominante, non importa
se con pregiudizio della qualità.
Il mix perfetto
Se abbiamo seguito le linee guida illustrate la
volta scorsa, siamo in grado di trovare le incognite del sistema di equazioni (non troppo complesso…) che rappresenta il nostro impianto
audio e di proporre al committente la soluzione
più conveniente per soddisfare i suoi desiderata. Nel prossimo numero vedremo in pratica
alcune di queste soluzioni.
95
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pure emotion
Versione 1.5
M-480
Funzione di transizione graduale tra scene fino a 100 secondi
Ampliamento del numero dei DCA disponibili da 8 a 24
Delay su tutti gli ingressi e uscite fino a 1.2 secondi
Filtri di second'ordine per bassi e acuti dei PEQ
Cique nuovi effetti:
Compressione/Espansione multi-banda
BOSS OD/DS (distorsione, overdrive)
BOSS CE-1 (Chorus Ensemble)
BOSS DD-3 (Digital Delay)
BOSS DM-5 (Delay)
e moltro altro..
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Experience
NEW
3G-SDI
HD-SDI
HDMI
RGB
SD-SDI
DVI-I
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DVI-A
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