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Redazione: via Lanfranco della Pila 61 (Mi), tel./fax 02/6423561 - Autorizzazione del Tribunale
di Milano N. 648 del febbraio 1997 - Editore: Associazione Amici di “Zona Nove”,
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Urso, Luigi Venturini, Renato Vercesi, Roberto Vettorello, Norman Zoia. Amministrazione: Lino Di Franco. Pubblicità: Franco Tironi (tel/fax 02/6423561). Impaginazione: Roberto Sala (tel. 3341791866).
Il fioretto
Apre il corner farmaceutico
all’ipermercato di viale Sarca
di orro
Città (in) marcia
ice la Moratti: se a Milano
D
c’è criminalità è colpa di Prodi
che non ci dà abbastanza poliziotti.
pag. 6
25 APRILE
pag. 10
VILLA TROTTI
Per il rilancio
di Niguarda
pag. 18
Il termometro
della criminalità
a cura di Grazia Morelli
in collaborazione con i Carabinieri di Greco
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(Non sono compresi i reati denunciati alla Ps)
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24 aprile
Il CdZ 9 propone
di riaprirla al traffico
Intervista a
Elio Oggioni
(disegno di Gero Urso)
A parte il fatto che non si capisce
perché se la prenda con chi governa
da pochi mesi e non con Berlusconi
che ha governato per 5 anni e non ci
ha dato un poliziotto in più, la
Moratti cerca di nascondere che è lei
che non fa niente. Anzi, a differenza
della Provincia che li aumenta del
20 % (anche per il Parco Nord), mette a bilancio meno soldi per contrastare la criminalità (pag. 22) e chiude i comandi dei vigili (anche a
Niguarda, pag. 6). Non solo. Dove sono i programmi per prevenire la criminalità, e cioè i progetti per rendere
vivibili, e quindi meno insicure, le
periferie con scuole, centri per i giovani, valorizzazione del volontariato
e delle iniziative di integrazione sociale, pulizia e illuminazione nelle
strade, ecc.? Anche nella nostra zona
ci sono situazioni a rischio criminalità dove la pula può fare poco: le case popolari allo sfascio (c’è pure l’amianto: pag. 2), le discoteche di via
Valtellina, le scuole abbandonate alla Comasina, via de Castillia regno
dello spaccio. La colpa di questo degrado non è certo di Roma ma di
Milano. Signora Moratti, quando ha
finito di marciare su Roma farà
qualcosa per risanare queste e altre
situazioni e così non lasciar diffondere il virus della criminalità?
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Giovanni Beduschi
Caro Giovanni, mi ricordo anch’io di 14 anni fa. Eri un ragazzotto che impiastrava i muri di casa (quelli interni, non
quelli esterni come un qualsiasi plebeo graffittaro) con vignet-
tine stupidotte che non facevano certo ridere chi doveva cancellarle. Chi l’avrebbe detto che, grazie anche all’apprendistato
su “Zona Nove”, saresti diventato un umorista di prim’ordine,
C’è amianto nella case popolari di via Monterotondo
OOM IN
mozione del materiale pericoloso (le fibre di aminato,
se inalate, favoriscono il cancro) è stata rimandata di
bilancio e bilancio.
“L’amianto oggi è ancora presente negli stabili di via
Monterotondo, via Feltrinelli, via Mazzolari, via Bu-
CRONACA
di Giorgio
BIANCA
Meliesi
● Borromeo: la via dimenticata
ono ormai passati alcuni anni da quando, con un referenS
dum indetto dal Ministero degli Interni, i residenti di via
Borromeo, situata in fondo a viale Suzzani a ridosso del confine del Parco Nord, hanno deciso di lasciare il Comune di
Sesto San Giovanni per passare sotto quello di Milano. I benefici di questa scelta plebiscitaria sono evidenti: avvicinamento agli uffici comunali, alle sezioni elettorali, alle scuole,
agli asili... Ma c’è anche il rovescio della medaglia: per esempio la via ha un impianto di illuminazione pubblica assolutamente fatiscente. Quasi tutta la zona 9 dispone ormai di efficienti lampioni stradali, necessari ad accrescere la sicurezza
cittadina, ma questo lembo estremo di Milano da questo punto di vista pare una terra di nessuno. Che cosa si aspetta a
colmare questa grossa lacuna? (a.b.)
● L’8 marzo della Redazione
A
nche quest’anno non è macato il tradizionale appuntamento, organizzato dall’Associazione Amici di “Zona Nove”, alla
Trattoria El Sassett per festeggiare l’8 marzo, Festa della
Donna. La partecipazione è stata particolarmente numerosa e
allegra, anche perché allietata dalle musiche di due artisti molto apprezzati che hanno irresistibilmente trascinato alle danze
numerosi partecipanti. Molto gradito l’omaggio alle donne presenti della mimosa generosamente offerta, come già gli anni
scorsi, dal fiorista Signorelli di via Val di Ledro, che ringraziamo ancora una volta molto sentitamente.
0NA
di Ortensia Bugliaro - foto Giansanti
Giorgio Meliesi
arebbero 1127 le famiglie che a Milano alloggiano in
S
edifici di edilizia residenziale comunale in cui è presente amianto, soprattutto nelle coperure dei tetti. La ri-
collezionista di premi in tutto il mondo e pregiato autore di libri! Zorro Pigmalione ne è felice per te. Un po’ meno per sé, vista la caricatura. (Zorro Nove)
drio. Si tratta in gran parte di alloggi popolari del
Comune”, denunica Carmela Rozza, consigliere comunale dell’Ulivo. “Il piano triennale delle opere pubbliche 2006-09 parla di una generica ‘bonifica’ dell’amianto in ‘quartieri vari’. Per questo ho presentato un
emendamento alla relazione di bilancio in cui si impegna l’amministrazione a investire 50 milioni di euro
per rimuovere subito questo materiale pericoloso”.
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subaffiti ad altri e alla fine magari sparisca nel nulla con
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di via Di Calboli, dove la metrotranvia non dispone di
corsia preferenziale, le rotaie impegnano gran parte della
carreggiata. Così non è un caso che proprio in questo tratto,
dove i mezzi a due ruote, finendo nelle scanalature delle rotaie, rischiano di scivolare, avvengano continui incidenti,
gravi e meno gravi. Come ulteriore pericolo di caduta c’è anche il fatto che spesso si ha il distacco della guaina posta a
lato delle stesse rotaie. E, come si può vedere nella foto,... anche i vigili cadono.
La redazione, in Lanfranco della Pila 61, è aperta ogni giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18 per ricevere coloro che desiderano
segnalare problemi, annunciare o proporre iniziative, articoli o servizi per il giornale. Si può anche telefonare allo 026437568.
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Intervista a Maurizio Cavazzan, dirigente Coop Lombardia
A breve i farmaci da banco in vendita
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di Altamore F.
“La gente sta apprezzando sia la possibilità di acquistare farmaci a prezzo
ridotto rispetto al passato sia la professionalità dei nostri farmacisti”.
C
i siamo, ancora un mese e anche il
Centro Sarca di Coop Lombardia, così
come già avvenuto al Centro Metropoli,
avrà il suo corner farmaceutico ove sarà
possibile acquistare farmaci da banco a
prezzi competitivi. È una delle novità introdotte dalla cosiddetta riforma Bersani
al pari dell’azzeramento dei costi di ricarica dei cellulari, della cancellazione automatica dell’ipoteca alla chiusura del mutuo e delle penali in caso di chiusura anticipata e di molte altre novità. Il Ministro
per lo Sviluppo Economico intende insomma liberalizzare molti settori per accrescere la competitività del Sistema Italia e
ridurre le posizioni di privilegio che vessano i cittadini e le imprese. Cosa ne pensa
Coop Lombardia di queste novità e come
intende muoversi nei settori “liberalizzati”? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Cavazzan, responsabile Affari Generali di
Coop Lombardia.
Quali sono gli obiettivi e quali i vantaggi per i cittadini del corner farmaceutico?
L’obiettivo costante della cooperativa è
quello di ampliare l’offerta di servizi ai
propri soci e clienti. Con l’apertura dei
Corner Salute vogliamo contribuire a calmierare il costo della vita in un settore
spesso critico per il cittadino. Dopo avere
dimezzato il prezzo medio del latte in polvere, oggi abbassare in modo significativo
i prezzi dei farmaci da banco è per noi mo-
Sasha Bani
tivo di orgoglio ed è un esempio che stanno seguendo anche molte farmacie.
Questa nuova apertura segue quella
del Centro Metropoli: bilancio di
questi primi mesi di attività?
Il bilancio è largamente positivo. La gente
sta apprezzando sia la possibilità di acquistare farmaci a prezzo ridotto rispetto al
passato sia la professionalità dei nostri
farmacisti. Al Corner Salute è infatti possibile ricevere informazioni dettagliate e
materiali in tema di educazione alla salute e al benessere.
Proseguendo le liberalizzazioni di
Bersani, a quando l’apertura di distributori di carburante Coop nella
nostra zona o nei Comuni limitrofi?
Le liberalizzazioni di Bersani sono il provvedimento più avanzato adottato da questo governo. Consente alle famiglie di scegliere e non penalizza le categorie, come
qualcuno vorrebbe far credere. Credo che
questo sia un punto importante da chiarire. Nei Corner Salute è possibile acquistare, con l’assistenza costante di un farmacista, i soli farmaci da banco. Gli altri farmaci, quelli per i quali occorre la prescrizione del medico, devono essere acquistati
nella farmacia tradizionale. La liberalizzazione ha introdotto semplicemente la
possibilità per le famiglie di ridurre il costo della propria spesa sanitaria e non
certo la concorrenza tra la grande distribuzione e le farmacie il cui giro d’affari è,
da sempre, costituito per oltre l’80% dalla
vendita dei farmaci a prescrizione medica. Quanto ai carburanti, oggi in Francia
il primo distributore di benzina è una catena di supermercati. Questo ha introdotto più concorrenza e anche più sicurezza.
Esistono i piccoli distributori che stanno
sul mercato così come la grande distribuzione. Anche qui, vorremmo riuscire a fornire carburante a prezzi più abbordabili;
compito non facile dato che il prezzo in
Italia è determinato in gran parte dall’alta imposizione fiscale. Non prevedo tempi
brevi ma ci stiamo lavorando.
In quali altri settori Coop Lombardia pensa di inserirsi grazie a questa
rivoluzione che, con grossa difficoltà
per la contrarietà di potenti lobby,
Bersani sta portando avanti?
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E intanto le farmacie…
Intervista alla titolare della “Scevola”.
Sergio Ghittoni
ualcosa di nuovo, anzi, d’antico nel panorama dei negozi
Q
lungo viale Fulvio Testi: nella costruzione una volta occupata da Decorama, c’è una nuova farmacia. È la storica farmacia Scevola, che, per il fatto di restare aperta anche la notte e i
festivi, tante volte ci ha tolto dai pasticci per l’improvvisa febbre del bambino a mezzanotte o per la dimenticanza del nonno che è rimasto senza pastiglie per la pressione. Lo spazio occupato è enorme per una farmacia, ed infatti appena entrati ci
si rende conto che si tratta di qualcosa di diverso. Lo chiediamo alla titolare, la dottoressa Maria Orsola Vecchi.
Nel quadro del programma di liberalizzazioni del governo, ha fatto discutere la possibilità per i supermercati di aprire un "corner" per la vendita dei farmaci da
banco. La sua farmacia ha reagito aprendo uno spazio
che è qualcosa di più e di diverso rispetto ad una farmacia tradizionale. Ci può spiegare la sua idea e lo scopo che si prefigge?
Il cittadino esprime nuove esigenze rispetto alla farmacia:
avere delle farmacie moderne, che offrano una gamma più
ampia di prodotti, in modo di poter decidere in base al prezzo,
alla tipologia di rimedio (generico, omeopatico, fitoterapico,
tradizionale, ecc.) e alla marca, farmacie dove si possano eseguire alcuni esami in tempi brevi, farmacie integrate con il
territorio. Il Villaggio della Salute Farmacia Scevola vuole rispondere a queste esigenze attraverso un modo innovativo di
erogare i farmaci, servizi di consulenza per il cittadino, promozione di campagne di comunicazione mirate alla prevenzione e spazi ampi per permettere con estrema facilità la
consultazione e la scelta dei prodotti, sempre con l’assistenza,
il sostegno ed il consiglio del farmacista. Il modello si concretizza su una superficie complessiva di circa 1000 metri quadri, di cui 750 aperti al pubblico. Il sistema di erogazione dei
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consente al farmacista di restare sempre a disposizione della
clientela e, in un contesto a misura di cittadino, i servizi erogati diventano parte integrante dell’offerta. Alla possibilità di
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“No al caroticket, sì al 118 pubblico”
Partirà da piazzale Lagosta il 12 aprile la manifestazione
dei sindacati contro la politica sanitaria di Formigoni.
a sanità lombarda è a rischio. Non solo i cittadini lombardi
L
pagano i ticket più cari d’Italia per visite, esami, pronto
soccorso e degenze in casa di riposo. Ora Formigoni vorrebbe
svendere ai privati pure il servizio pubblico del “118” con prevedibili aumenti dei costi per il cittadino anche negli interventi urgenti a domicilio. Un’eventualità talmente antipopolare
da provocare, non solo la levata di scudi dell’opposizione di
centrosinistra in Regione, ma addirittura le dimissioni (e l’uscita dalla Lega che non lo ha appoggiato) dell’assessore alla
Sanità Alessandro Cè.
Per tutto questo Cgil, Cisl e Uil organizzano il 12 aprile una
manifestazione, che partirà da piazzale Lagosta e si concluderà al Pirellone, contro la politica sanitaria e sociale delle
Giunta Formigoni. “Non è più possibile andare avanti così”,
spiega il segretario della Cisl Lombardia Carlo Borio.
“Formigoni rifiuta il confronto e decide ogni cosa passando
sulla testa dei cittadini. I costi della sanità lombarda sono pagati con l’1,4 per cento dell’Irpef dei lavoratori”.
Anche i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil invitano i
propri iscritti a partecipare alla manifestazione chiedendo “di
aumentare i contributi regionali per la spesa sanitaria degli
ospiti delle Rsa; riconoscere i maggiori costi sanitari per gli
anziani con gravi patologie e disabilità; rivedere il sistema delle Rsa per l’accreditamento, i criteri per le rette, i posti letto di
sollievo, le cure palliative, gli ospedali di comunità; costituire,
come promesso, un fondo regionale per la non autosufficienza,
aggiuntivo a quello nazionale, per sostenere le famiglie che si
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OSPEDALE/1
La denuncia delle organizzazioni sindacali
STUDIO
A rischio l’emergenza-urgenza al Niguarda
Rag. Franco Farina
Un appello alle forze politiche e alle istituzioni per la difesa
del servizio pubblico a livello cittadino.
AMMINISTRAZIONE DEL PERSONALE
CONSULENZA DEL LAVORO
ono partiti i lavori per la realizzazione
S
del nuovo ospedale. Grandi difficoltà e
disagi per gli operatori, ma soprattutto
per gli utenti che si sono trovati di fronte
alla chiusura delle aree cantieri con il conseguente blocco di tutte le strade e i viali
di collegamento interno fra i vari padiglioni e servizi. Questo sia per le macchine,
sia per i pedoni. Senza parlare poi della riduzione dei parcheggi. Ma il problema oggi più attuale all’ospedale Niguarda è la
ristrutturazione e la riorganizzazione del
servizio del 118 (ossia della “emergenzaurgenza”) che la Regione Lombardia vuole portare avanti.
Il servizio di emergenza-urgenza, come è
noto, è uno dei gioielli dell’ospedale, che ha
finora garantito un coordinamento efficace di tutte le attività di pronto soccorso
della città di Milano e della provincia, avvalendosi di una nutrita centrale operativa, del servizio di elisoccorso, del coordina-
Celestino De Brasi
mento della rete delle ambulanze, fino alle auto mediche.
Il centro ha fatto da apripista in materia a
livello nazionale. Questo servizio ha già
recentemente subìto un forte attacco,
quando si è minacciato il trasferimento
dell’elisoccorso ad altro ospedale (in particolare il San Raffaele), e solo la decisa opposizione della rappresentanze sindacali
unitarie e delle organizzazioni sindacali
ha consentito di scongiurare tale rischio.
Ma ora l’attacco è più pericoloso e ad alzo
zero: la Regione vuole infatti trasformare
in fondazione il servizio di 118, consentendo in tal modo l’intervento di privati (per
ora la fondazione Cariplo) in un servizio,
come noto, capitale per la tenuta complessiva del servizio pubblico. Contro questa
decisione formigoniana si è schierato perfino l’ex assessore leghista alla sanità,
Alessandro Cè. Perfino a lui è parso un
grave rischio l’inserimento di quote di privato nel 118: ma proprio questa sua posizione gli è costata l’assessorato, con la conseguenza di essere sostituito nel giro di
quarantotto ore dal più acquiescente medico personale di Bossi, Bresciani.
Contento Formigoni, ma scontenti i cittadini di Milano e Provincia che, finora, si
sono dimostrati tutelati dalla qualità del
servizio di urgenza-emergenza nella città
di Milano.
E ora, che ne sarà del 118? Le rappresentanze sindacali e le organizzazioni sindacali vogliono porre il problema del 118 a livello cittadino, chiamando le forze politiche e le istituzioni a un soprassalto di dignità per la difesa del servizio pubblico.
Non ne facciamo ovviamente un problema solo niguardese, ma di tutto il sistema
sanitario milanese, già ampiamente dissestato dalle iniezioni di privato volute fortemente da Formigoni.
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OSPEDALE/2
Un convegno fa il punto sulle diagnosi salvavita
Ecografia d’urgenza: il Niguarda all’avanguardia
a strumento di diagnosi in ginecoloD
gia o cardiologia a strumento “salvavita” da usare in medicina d'urgenza: questo il futuro dell'ecografia. Se l'ecografia
viene effettuata fin dalle prime fasi del
pronto soccorso, direttamente sul letto del
malato o sul luogo di un incidente, infatti,
la rapidità e l'accuratezza della diagnosi
migliorano fino al 70%. Su questo tema si
è dibattutto nel “I° Congresso italiano di
Ecografia in Emergenza-Urgenza e
Terapia Intensiva”, tenutosi di recente a
Milano. Si è trattato di uno degli appuntamenti di “Aspettando Milano Check Up”,
rassegna internazionale della sanità e
della medicina di Fiera Milano, in programma per giugno.
Secondo i medici, anche nei reparti di
emergenza dei centri europei più all’avanguardia, possono trascorrere almeno 15
minuti dalla richiesta, per ottenere i risultati di una radiografia o di una tac, mentre per un’ecografia “point-of-care”, cioè
sul luogo, trascorrono al massimo cinque
minuti. Un risparmio di tempo importante: secondo un recente studio americano,
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la sopravvivenza di un paziente diminuisce dell'1% ogni 3 minuti di ritardo nell'eseguire una radiografia.
Due sono i problemi da risolvere per poter
rendere l'ecografia un vero strumento salvavita in ogni situazione di emergenza:
medici e infermieri devono essere adeguatamente formati e le strutture ospedaliere
devono dotarsi di tecnologie appropriate.
Per far fronte a questa carenza è nato
Winfocus, network mondiale che raggruppa 200 specialisti internazionali. Il suo
presidente, Luca Neri, medico presso
l’Ospedale di Niguarda Ca’ Granda, ha
spiegato che l'obiettivo dell’associazione è
quello di “migliorare le conoscenze sulla
diversa applicazione dell’ecografia in urgenza, attraverso dei corsi di formazione
teorici e pratici, da effettuare in tutto il
mondo”. Per renderlo un esame “salvavita” a tutti gli effetti, è importante “modificare, innanzitutto, il tradizionale approccio a questo esame, che non va più solo
utilizzato nell'ambito della diagnostica
specialistica, ma anche in quello generale
d'urgenza”.
Molti possono essere gli utilizzi dell'ecografia in situazioni di urgenza: può essere
utile a valutare le cause di una difficoltà
respiratoria o per dare una spiegazione al
dolore di un bambino ricoverato in urgenza per un trauma, senza usare metodi di
indagine invasivi. Oltre ad aver rappresentato un punto di partenza per valutare
gli utilizzi dell'ecografia point-of-care, il
congresso di Milano è stato lo spunto per
“stimolare le realtà locali ad attrezzare
ogni scenario critico fuori e dentro gli
ospedali, incluse ambulanze ed elicotteri,
con un ecografo portatile”, come ha spiegato Enrico Storti, responsabile della
Commissione Winfocus per lo sviluppo
tecnologico e anch’egli medico del Niguarda. L’ecografia point of care può essere utilizzata inoltre sulla scena di un incidente, all’interno di un mezzo di trasporto,
in caso di esplosioni o crolli, o in aree montane impervie, foreste e deserti, sui campi
di battaglia ed ospedali da campo, oltre
che durante manifestazioni sportive.
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DECENTRAMENTO
Intervista esclusiva a Beatrice Uguccioni
“Consiglio di zona, quanto ci costi?”
Il ministro Pollastrini
a Niguarda
Sergio Ghittoni
La domanda l’ha posta il “Corriere della Sera” e, per quanto ci riguarda,
la risposta la dà la presidente del CdZ 9.
bbiamo chiesto un incontro con
A
Beatrice Uguccioni, la presidente
del consiglio della nostra zona, perché
non ci è sfuggito un articolo apparso
sul Corriere della Sera del 5 marzo in
cui si guardava con occhio critico ai
consigli di zona soprattutto dal punto
di vista dei bilanci, lasciando intendere che spendere 4 milioni di euro per
organismi che hanno solo una funzione consultiva è un lusso che la città
non si può permettere.
Ci si mettono anche i giornali a
dare contro ai CdZ…
Ho notato l’attacco del Corriere della
Sera e mi spiace notare che non è il
primo e non sarà l’ultimo. C’è un tentativo esplicito di denigrare il lavoro
svolto, devo dire con impegno e fatica.
Il vero problema è che le dichiarazioni fatte da Sindaco e Assessori, che in
campagna elettorale manifestavano
una volontà di rilanciare i Consigli di
Zona, per ora purtroppo non hanno
avuto seguito nei fatti. Per di più l’articolo non riportava dati corretti: la
mia indennità, la mia busta paga netta è di 2.519 € e non 4.000 come hanno scritto.
Eppure i CdZ hanno un ruolo importante.
Vi è molta insofferenza, ma anche
tanta richiesta di aiuto. Bisogna sottolineare che i CdZ sono l’unico luogo
istituzionale in cui i cittadini possono
essere ascoltati, venire, assistere ai
lavori e alle riunioni del Consiglio, intervenire attivamente nelle commissioni e far sentire la propria voce. Io
poi sono disponibile: incontro e ricevo
cittadini tutti i giorni. Ho il cellulare
acceso 24 ore su 24 e posso assicurare
che mi chiamano in continuazione
per segnalarmi problemi e difficoltà. I
CdZ sono delle istituzioni che sono costate lotte e scontri politici anche duri
Sergio Ghittoni
nel passato, con l’obiettivo di avvicinare i cittadini alla cosa pubblica e di
incoraggiarne la partecipazione. Il
problema reale è quello di aumentarne i poteri attraverso l’applicazione
dei regolamenti che già ci sono che
prevedono tutta una serie di “deleghe” che conferirebbero ai CdZ le
competenze sui parchi e giardini della
zona, sulla piccola manutenzione scolastica, su alcuni aspetti relativi ai
servizi sociali… In questo modo si ridurrebbero anche i costi.
Però è vero che i CdZ hanno pochi poteri.
Spesso è grande la nostra frustrazione per la mancanza di tempestività.
Le faccio un esempio. C’è la lamentela
di una mamma che ci segnala quasi
tutte le settimane che il parco all’uscita della scuola materna di via Grimm
è inagibile per i bambini perché di
notte è teatro di attività che nulla
hanno a che fare con l’infanzia e che
lasciano tracce evidenti sotto forma di
prodotti di scarto che mai vorremmo
che venissero a contatto con i nostri
figli. Interpello immediatamente i
settori competenti e l’Assessore responsabile, chiedo la pulizia immediata e suggerisco rimedi per sanare la
situazione, ma la lentezza contro cui
dobbiamo lottare è intollerabile. Ma
noi resistiamo!! Molte sono anche le
segnalazioni relative alla sicurezza
dei nostri quartieri. Mi rendo conto
che il problema della sicurezza è molto sentito dai Milanesi, ma credo anche che i fenomeni vadano governati,
in primis dal Sindaco, prima che diventino emergenza, al di là di ogni
manifestazione e di tentativo di divertirsi a giocare allo scarica barile. In
questi mesi al di là delle deleghe che
chiediamo all’amministrazione centrale siamo riusciti a creare una buona sinergia con le Forze dell’Ordine
presenti sul territorio (Polizia Locale,
Polizia di Stato, Carabinieri…) con
cui manteniamo un contatto quotidiano segnalando situazioni e riscontrando interventi. Ovviamente non su
tutto si può intervenire immediatamente. Questo per dire che dobbiamo
attivarci a prescindere. Nell’arco di
un mese e mezzo, a partire da 16
aprile fino al 28 maggio, attiveremo
la Consulta Permanente con incontri
relativi alla sicurezza suddivisi per
macroquartieri, insieme ai rappresentanti di tutte quelle realtà positive
che lavorano sul territorio. Il 16 aprile
si parte proprio con Bicocca,
Niguarda e Pratocentenaro. Certo mi
suona strano che mentre si invoca più
sicurezza si chiuda la sede dei vigili
urbani di via Passerini (vedi a pag. 6,
ndr). Sappiamo bene che la sicurezza
non è solo una questione di polizia: intanto si può aumentare l’illuminazione nelle ore notturne oppure moltiplicare le telecamere nei luoghi pericolosi (e questo lo può fare la giunta senza bisogno di manifestare).
Che cosa può fare il CdZ, allora?
Il problema non è quindi quanto
spendono i CdZ, ma le attività che
riescono a portare avanti. Con un
Budget di 140.000 euro per una zona
grande come la città di Brescia che
attività vogliamo fare? Non abbiamo
neanche i soldi per le cose più elementari. Con questa cifra riusciamo a
regalare un quotidiano per ogni cittadino. Al di là della battuta, questo
non vuol dire che siano un’istituzione
da chiudere, ma semplicemente a cui
restituire maggiore dignità per il bene del territorio.
Isola: finalmente un tavolo tra Comune e CdZ9
David Griffi
l Consiglio di Zona 9 con specifica votazione aveva chieIistituzionale
sto all’Amministrazione Comunale di “aprire un tavolo
aperto ai contributi dei Cittadini e delle loro
associazioni, e le proprietà interessate, al fine di migliorare
e condividere una soluzione progettuale dell’area urbana
Isola-Garibaldi-Repubblica”. L’Assessore allo Sviluppo del
Territorio Carlo Masseroli ha convenuto sull’utilità di un
confronto istituzionale e sul coinvolgimento delle parti sociali: “Non si parte da zero, ma da Piani e convenzioni che
il Comune ha adottato”, ha detto l’Assessore in proposito.
“Ben venga un lavoro che possa migliorare le realizzazioni
e condividere scelte ancora da fare come le funzioni pubbliche da situare all’Isola”.
“Stiamo cercando di praticare una strada nuova”, ha detto
la Presidente del Consiglio di Zona 9 Beatrice Uguccioni,
“che faccia emergere la capacità di proposta dei cittadini e
delle istituzioni decentrate e consenta di apportare migliorie al progetto. Pensiamo a confronti aperti sul verde, sulla
viabilità, sulle funzioni pubbliche, sulla salvaguardia delle
funzioni artigianali e culturali ‘tipiche’ del quartiere.” Un
primo appuntamento tra Assessore al Territorio e Presidente del Consiglio di zona 9 per definire concretamente lo
svolgimento del confronto e la sua articolazione c’è già stato il 30 marzo scorso.
Intanto nasce all’Isola l’Associazione delle associazioni,
fondata da Apolidia, Architetti senza frontiere, Cantieri
Isola, Ciclofficina +bc, Isola critica, Compagnia del parcocircolo Legambiente, Associazione agricoltori biologici, i
giovani artigiani dell’associazione controprogetto e lo storico pittore dell’Isola Francesco Magli. “Con la nascita di
questa Associazione i cittadini non sono più ‘soli’ e …neanche le istituzioni”, commenta Pier Vito Antoniazzi,
Presidente della Commissione “Per la città del Vivere e
dell’Abitare” del CdZ 9. “Il CdZ intende valorizzare le proposte che vengono avanzate dai cittadini al tavolo con
l’Amministrazione Comunale”.
arbara Pollastrini, ministro per le pari opportunità del
B
Governo Prodi, è stata a Niguarda, al congresso della
sezione DS Rigoldi, in via Hermada, per presentare la
Mozione 1, quella di Fassino, che sostiene la costituzione
del Partito Democratico. Non capita spesso di avere ministri della Repubblica in giro per i nostri quartieri e non ci
lasciamo scappare l’occasione per chiederle una breve dichiarazione.
Ministro, lei che da poco ha dovuto parlare davanti
all'assemblea delle Nazioni Unite adesso si ritrova
in un congresso di una sezione di periferia del suo
partito...
Più che altro una bella fatica...
A che punto sono questi Dico?
I Dico ora sono in commissione Giustizia al Senato. C'è
la proposta del Governo e sono stati depositati precedentemente altri disegni di legge. È aperta la discussione e
ora il mio lavoro e soprattutto in questo caso il lavoro del
Parlamento è quello di fare il possibile per arrivare ad
una sintesi positiva. Naturalmente per noi al Senato la
prova è più difficile: è inutile nascondercelo, lo sappiamo.
Io spero che ci sia un soprassalto di responsabilità da
parte di tutti, anche nei senatori del centro destra, per
dare al paese una legge saggia, equilibrata, che non
equipara per nulla queste unioni al matrimonio, una legge che non toglie nulla alla famiglia, neanche un'unghia,
ma che al contrario allarga i diritti e i doveri anche a
persone che hanno in comune un progetto di vita, di solidarietà o un progetto d'amore.
Quindi non c'è molto ottimismo...
Io credo molto di più nella volontà, nella passione e nella
tenacia. Molta tenacia. L'ottimismo non aiuta. Aiutano
molto di più la tenacia e la fiducia nelle persone.
Non ci sono in vista defezioni nel campo avverso
che possano aiutare?
Come dicevo, io penso che il parlamento sia sovrano: in
quella sede tutti, anche gli esponenti del centro destra, potranno dare il loro contributo per apportare modifiche e
miglioramenti al progetto con l’obiettivo di dare questa
legge al paese.
Ci può anticipare quali saranno i prossimi progetti
di legge a cui sta lavorando?
Nel prossimo periodo penso che porterò al governo la prima legge italiana sull'uguaglianza. E' una cosa importante in cui credo molto. È una proposta che contiena varie finalità: la prima è la regola per la inclusione delle donne
nelle liste elettorali e la loro elezione, la seconda è la norma che stabilisca i criteri per la presenza delle donne nelle
nomine. La terza è un indirizzo di massima che stabilisca
una eguaglianza salariale tra uomini e donne, naturalmente a parità di ore lavorate e di meriti, e la quarta è
un'ipotesi di incentivi fiscali per le aziende che decidano di
assumere i giovani e le donne. Si tratta di una cosa impegnativa su cui stiamo ancora lavorando. Spero che il governo la faccia propria. Poi naturalmente ci sarà la prova
del Parlamento.
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“Tagliare i vigili a Niguarda!”
È PRIMAVERA
L’ordine non viene dal governo, ma dal sindaco.Alla faccia della sicurezza.
Ortensia Bugliaro
da un po’ di tempo che ci si domanda come mai si veÈ
dono pochi vigili in giro per Niguarda.
Per questo abbiamo fatto un salto al Comando di via
Passerini e abbiamo avuto una breve conversazione con
un graduato. Ebbene, ecco la notizia: dal mese di novembre è iniziato lo smantellamento del Comando: invece dei
100 vigili solo 25\30 unità. È rimasto in loco il vigile di
quartiere per la risoluzione dei piccoli problemi quotidiani, come gli spazi, i permessi e segnalazioni varie. Per tutti gli altri problemi ci si deve rivolgere in via Livigno, 3,
anche solo per pagare una multa!
Niguarda dunque non ha più il Comando dei vigili ma
solo un Presidio che, come è facilmente intuibile, vedrà
ridurre pian piano gli agenti ancora in servizio, fino
alla cancellazione del Presidio stesso. Ad oggi, il
Presidio rimane aperto dal lunedì al venerdì, dalle 7
alle 20. Sabato e domenica è chiuso. Per tutti i bisogni
e i reclami rimangono aperti gli sportelli di via Livigno (0277275006\ 0277275081).
Non si comprende come il sindaco Letizia Moratti possa
scendere in piazza per chiedere più polizia in nome della
sicurezza cittadina e poi diminuire drasticamente i vigili
nelle strade dei quartieri. È un vero controsenso o, per lo
meno, un’incoerenza. Togliere un servizio acquisito per
un cittadino è sempre spiacevole e può crearei sfiducia
verso le istituzioni. Un giorno non lontano si passerà da
via Passerini e non potrà dire altro che “qui, una volta c’erano i vigili”! Per chi ha subito solo multe magari non
sembrerà una gran perdita, ma per chi ha a cuore la sicurezza del proprio quartiere è un vero dramma.
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Con una delibera consiliare del 19 marzo scorso
Il CdZ9 propone di riaprire al traffico
la via Graziano Imperatore verso via Ornato
ella seduta del 19 marzo scorso il
N
Consiglio di Zona 9, con 24 voti
favorevoli, 4 contrari (CavenagoMucciarelli-Parise-Tagliabue) e 9
astenuti (Belli-Bertoli-Clerici-DottiFemminino-Ferrando-Hennig-Lardieri-Rocca), ha deliberato di esprimere
parere favorevole alla riapertura in
via sperimentale al traffico privato
nel tratto, di circa 80 metri, nella via
Graziano Imperatore compreso tra le
vie Bianchi d’Espinosa e Passerini direzione via Ornato. Ciò al fine di consentire un più rapido fluire delle auto
e per agevolare il raggiungimento dei
negozi di via Ornato e delle vie ad essa confinanti.
La delibera è stata presa sulla base
della seguente relazione delle commissioni consiliari “Per la città sostenibile” e “Per la città del lavoro e dell’innovazione”:
“Le commissioni ‘Per la città sostenibile’ e ‘Per la città del lavoro e dell’innovazione’ si sono riunite in seduta
ECOLOGIA
Sergio Ghittoni
congiunta il 28 febbraio 2007 per discutere il seguente ordine del giorno:
possibili interventi urgenti al fine di
ridurre il disagio sociale ed economico di cittadini, commercianti e artigiani di via Ornato nel quartiere
Niguarda.
“Si è constatato che l’attività socioeconomica del quartiere Niguarda è
concentrata in gran parte lungo via
Ornato, che molte attività commerciali ed artigianali hanno visto ridurre il loro volume di affari, causa il minor afflusso di cittadini lungo questa
strada, da quando è stato chiuso l’accesso alle auto.
“I commercianti e i cittadini hanno
confermato un notevole afflusso di
utenza per l’utilizzo della metrotranvia nelle ore di punta, mentre tale
utenza è in forte calo nelle ore centrali della giornata.
“L’interdizione della viabilità sul
tratto di via Graziano Imperatore determina il riversamento del traffico
privato su via Bauer, dove spesso si
formano code, anche nei pressi della
scuola, causando un incremento dell’inquinamento.
“Si è rilevato inoltre che la continua
chiusura dei negozi di via Ornato, via
Graziano Imperatore e delle vie limitrofe potrebbe provocare un aumento
del degrado e trasformare un quartiere, risparmiato finora da fenomeni di
delinquenza, in una zona degradata.
“Pertanto si invita codesto onorevole
Consiglio ad esprimere parere favorevole alla riapertura dalle ore 9.00
alle 18.00 al traffico privato nel tratto, di circa 80 metri, nella via
Graziano Imperatore, compreso tra
le vie Bianchi d’Espinosa e Passerini
direzione via Ornato. Ciò al fine di
consentire un più rapido fluire delle
auto e per agevolare il raggiungimento ai negozi di via Ornato e delle
vie ad essa confinanti”.
Intervista a Bruna Brembilla, assessore provinciale
Gli sportelli per il risparmio energetico
arrivano nelle zone di Milano
isparmiare energia è ormai diR
ventato una necessità. Si riducono le risorse e nergetiche e ne aumentano di conseguenza i costi. Ma
come fare per rispamiare? Una prima risposta viene dalla Provincia di
Milano, che ha creato gli sportelli
Infoenergia, che ora arrivano anche a
Milano attraverso i CdZ. Ne parliamo con Bruna Brembilla, assessora
all’Ambiente della Provincia di
Milano.
La rete di sportelli Infoenergia si
allarga e approda a Milano. Cosa
ci dice di questa novità?
La richiesta ci è stata avanzata dal
presidente del Consiglio di zona 7.
Insieme a un gruppo di consiglieri
provinciali di maggioranza stiamo
valutando seriamente l’ipotesi di
apertura di uno sportello, in collaborazione con il decentramento del
Comune, in questa zona molto popolosa della città. Si tratterebbe del
primo sportello, dopo il centro di
coordinamento di porta Vittoria, nella metropoli. Risultato importantissimo di un lavoro di sinergia istituzionale finalizzata a soddisfare la do-
Luigi Luce
manda di energia intelligente che
viene dalla gente. La mia speranza è
che il progetto vada concretamente e
velocemente in porto, ma che presto
altre zone della città si facciano
avanti per altrettante aperture.
Che cosa sono e quanti sono gli
“spazi infoenergia”?
Gli sportelli Infoenergia sono spazi
informativi distribuiti su tutto il territorio provinciale nei Comuni con
meno di 40mila abitanti e aperti al
pubblico in orario di ufficio. Sono destinati principalmente a fornire
informazioni e consigli ai cittadini
per la manutenzione degli impianti
di riscaldamento. L’obiettivo della
Provincia è di averne uno ogni
150mila abitanti. Ad oggi sono stati
inaugurati lo sportello di Melzo, il
centro di coordinamento in corso di
porta Vittoria a Milano e lo Spazio
Infoenergia di Carugate e di
Garbagnate. Il 31 marzo abbiamo
inaugurato lo spazio di Melegnano. Il
13 aprile inaugureremo lo Spazio di
Corbetta. Quanto a future aperture,
posso dire che le sollecitazioni che ci
vengono dal territorio sono moltissime e le stiamo vagliando tutte. Una
delle più interessanti, per le dimensioni del Comune, potrebbe essere
quella di Legnano.
E per il 2007 quali sono le altre
novità in materia energetica che
state preparando?
La grossa novità dell’Energia per il
2007 è l’attivazione di un dispositivo
innovativo di credito co-finanziato
destinato alle famiglie, alle persone
fisiche, e ai proprietari di abitazioni
situate nel territorio della Provincia
di Milano che intendono realizzare
lavori di isolamento termico, lavori di
riqualificazione impiantistica conseguenti a lavori di isolamento termico
e installazione di impianti solari termici per il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda sanitaria. Accanto ai nuovi sportelli Infoenergia, il co-finanziamento
è il risultato concreto di un Piano
provinciale dell’Energia fortemente
pensato per i cittadini e destinato a
diffondere tra la gente le buone pratiche di risparmio energetico.
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REPORTER DI
ONA
a cura di Bic
● La menopausa patinata dell’assessora alla salute (sua)
utte le cinquantenni milanesi si soT
no trovate nella casella della posta
un bel fascicoletto. “La salute delle donne: benessere in menopausa”, questo il
titolo che occhieggia dalla trasparente
bustina di cellophane.
In un'epoca in cui si dice di tutto, ma
non si confessa l’età nemmeno sotto tortura, con ex attempate signore che, lifting e minigonna, si fingono fanciulle in
fiore, l'arrivo di un simile libretto getta
letteralmente nel panico. Altro che lettera scarlatta, altro che marchio d'infamia: il rossore sarà d’ora in poi catalogato come scalmana dal portiere e dalla
di lui consorte e, a salire, in tutti gli appartamenti del condominio. Il mondo
femminile milanese si divide in due categorie, chi l'ha ricevuto e chi no. E almeno una delle due sta lanciando tali e
tanti improperi contro l’assessore alla
salute Carla De Abertis, che fossi in lei
farei gli scongiuri.
Quando si dice volersi fare pubblicità a
spese del Comune: a volte, secondo la
dantesca legge del contrappasso, si ottiene proprio l’effetto opposto. Ma se,
superata l'iniziale incazzatura, una
donna si avventura tra le bianche, patinate paginette, leggerà cose interessantissime.
Le donne in menopausa soffrirebbero di
“sindrome del nido vuoto” e dovrebbero,
per non cadere in depressione, dedicarsi
all’arte della composizione floreale e altri simili diletti. Conosco cinquantenni
che sognano un nido vuoto, foss’anche
in Afghanistan, essendo il loro, di nido,
popolato da figli, amici dei figli, ragazze
dei figli e altri appartenenti al genere
animale. Hanno ragazzi appena adolescenti, perché si sono decise tardi, o giovanotti che dovrebbero già essere fuori
casa, ma restano lì.
Conosco donne che leggono disperatamente nel metro, appoggiando il libro
alla schiena del signore davanti, perchè
tra lavoro e casa, figli e anziani di famiglia, marito e impegni vari, non hanno
più un istante per sé e stanno ormai
considerando seriamente l'ipotesi di iniziare a usare sostanze illegali. Carla,
senti 'ammé. La prossima volta, almeno, che la busta sia opaca e sigillata.
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● La lunga marcia della sindaca in ritardo di sei mesi
e l’assessora scrive, la sindaca marS
cia. Marcia per la sicurezza, lei dice,
contro un governo che non manda abbastanza poliziotti. Peccato che in prima
fila ci sia Berlusconi, che ha governato
fino a sei mesi fa. Non mi risulta che,
quando era premier, a Milano siano
giunte legioni di poliziotti, eserciti di
carabinieri, vagonate di finanzieri. Non
mi pare che siano stati tolti uomini in
questi sei mesi alla metropoli. Però tutti marciano, in una allegra brigata, l’evasore fiscale al fianco del lavoratore
spaventato dalla concorrenza degli emi-
grati, l’imprenditore che utilizza lavoratori in nero e il povero cristo che abita
nel quartiere degradato, il commerciante che non paga le tasse e l’anziana che
ha subito una truffa. Che bello, signora
Moratti, lei ha messo d’accordo tutti.
Domani, si sa, i problemi saranno gli
stessi di oggi. Non si risolve nulla in
questo modo. La città avrebbe bisogno,
per risollevarsi, di coraggio e fantasia,
di impegno e solidarietà. Ma la demagogia non costa niente e fa bella figura, almeno finché questa città non deciderà
di scegliere di essere migliore.
ACCADDE A MILANO
La tradizionale cortesia e un vasto assortimento
di valigeria e pelletteria delle migliori marche
a cura di Lella Ricordi
● 2 aprile 1977: arrestato Francis Turatello “Faccia d’angelo”
rancis Turatello era il re del gioco
d’azzardo milanese. Il feroce crimiF
nale si era infatti impadronito delle bische clandestine e del giro della prostituzione della città. Con la sua banda,
composta per lo più da catanesi, si dedica anche alle rapine a mano armata e ai
sequestri di persona, in società con la
gang dei marsigliesi di Albert Bergamelli. Il 17 agosto 1981 Turatello sarà
ucciso nel carcere di Bad ‘e Carros a
Nuoro da Pasquale Barra. La condanna
a morte era stata firmata dal boss della
camorra Raffaele Cutolo.
● 4 aprile 397: muore Sant’Ambrogio, Vescovo di Milano
ato a Treviri nel 349, il padre, cittaN
dino romano, era prefetto. Dopo gli
studi Ambrogio arriva a Milano, come
governatore della Liguria e dell'Emilia.
Alla morte del vescovo ariano
Aussenzio, il popolo lo acclama suo successore. Ambrogio viene perciò battezzato e otto giorni dopo, precisamente il
7 dicembre 374, riceve la consacrazione
episcopale. Dona ai poveri e alla Chiesa
tutto l'oro e l'argento e le terre che possiede. In epoca di grandi trasformazioni
culturali e sociali, la sua figura si impone come simbolo di libertà e di pacificazione. Autore di celebri testi liturgici, è
considerato il padre della liturgia ambrosiana. Dottore della Chiesa, è patrono della città di Milano.
● 14 aprile 1907: prima edizione della Milano-Sanremo
S
i corre per la prima volta la Milano –
Sanremo. Conosciuta come la “Classicissima di primavera”, è una delle più importanti corse in linea della storia del ciclismo. Ideata dall’Unione sportiva sanremese, è organizzata per la prima volta dalla
Gazzetta dello Sport, diretta da Eugenio
Costamagna. Alla partenza, fissata davan-
ti all’Osteria della Conca Fallata, lungo il
Naviglio Pavese, causa maltempo si presentano solo 33 dei 62 iscritti. Vince il francese Lucien Petit Breton. Dal 1907 ad oggi
la Milano-Sanremo si è corsa per 95 volte.
Il supercampione della corsa è Eddy
Merckx, che ha vinto ben 7 edizioni su nove a cui ha partecipato.
● 18 aprile 2002: aereo si schianta contro il Pirellone
n aereo da turismo pilotato dall'italosvizzero Luigi Fasulo, 64 anni, si schianU
ta contro il 26° piano del grattacielo Pirelli,
sede della Regione Lombardia, danneggiandolo gravemente. Oltre al pilota, muoiono
due dipendenti della Regione, Anna Maria
Rapetti e Alessandra Santonocito. L’incidente
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rievoca lo scenario dell'11 settembre e scatta
l'allarme per il timore di un attacco terroristico. In seguito prenderà invece piede l'ipotesi
di un malore o della volontà suicida del pilota. Il grattacielo progettato da Giò Ponti, simbolo della Milano moderna, dovrà subire un
completo restauro.
Anche quest’anno presso il Centro Parrocchiale della Chiesa di S.Giovanni
Battista alla Bicocca (Viale Fulvio Testi,190) si svolgerà nei giorni 13, 14 e 15 aprile il
Mercatino di primavera
con orario 9 –12, 15 – 19. Saranno in vendita i lavori ideati e realizzati dai gruppi
“Bottega Creativa” e “Signore del Mercoledì”.
Il ricavato sarà destinato interamente ai bisogni della Parrocchia.
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ONA NOVE 7
Serve una rete del volontariato in zona
Nadia Branca
(presidente dell’Associazione Amici di “Zona Nove”)
a nostra è una delle zone dove le associazioni di volontaL
riato sono più numerose rispetto a tutto il territorio milanese. Io credo che questo sia un forte segnale di partecipazione della cittadinanza alla vita attiva del quartiere che contrasta fortemente con una società in cui l’immagine vincente è
quella dell’individualismo. Fare il volontario vuole infatti dire,
oltre che a sacrificare molte ore del proprio tempo libero per
chi ha bisogno nei campi della sanità, dell’handicap, dell’assistenza e per creare forme di aggregazione culturale, vuol dire
anche far qualcosa per il bene della gente e per sentirsi attivo
nella vita della propria comunità proponendo iniziative di interesse pubblico.
Sarebbe quindi utile creare in zona una rete fra le associazioni del volontariato al fine di pubblicizzare la loro attività e per
farle conoscere a tutti i cittadini del quartiere e anche per affrontare e risolvere insieme problematiche comuni.
Ritengo anche che le associazioni di volontariato non debbano,
come abitualmente succede, sostituirsi integralmente alle
Istituzioni, che finiscono per delegare completamente al volontariato quanto dovrebbe essere loro compito. Dovrebbe esserci
quindi un dialogo con le Istituzioni al fine di far crescere le associazioni che intervengono seriamente sul territorio, sostenendole economicamente e dando loro aiuti per farle continuare a vivere. Le istituzioni dovrebbero promuovere un coordinamento delle associazioni composto dai loro rappresentanti al fine di portare avanti le proposte per un miglioramento
nella qualità dei servizi.
Personalmente, infine, approfitto dell’occasione per esprimere
la mia gratitudine, ma credo anche quelle di molti altri, a tutte quelle persone che dedicano tempo e fatica agli altri intendendo il volontariato come un valore di vita. Soprattutto per
molti giovani entrare a far parte delle associazioni di volontariato significa anche capire che mettersi in gioco per gli altri è
utile anche a noi stessi.
ASILI NIDO
Un supplizio chiamato call center
iscrizione dei bambini agli asili nido è
L’
diventata, per i genitori, un autentico
calvario. Entro il 23 marzo, infatti, si doveva chiamare il n. verde 800.27.27.09,
che naturalmente funzionava solo dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, e fissare il
colloquio per l’iscrizione. E il numero verde non rispondeva mai. Ci sono persone
che, non potendo chiamare dal posto di
lavoro (non si tratta di una telefonata, ma
di centinaia di tentativi!) sono state costrette a chiedere ferie, a mettersi in malattia, e poi si sono letteralmente incollate
al telefono. Ma molti di loro non sono riusciti ugualmente nell’intento. Il segnale
era sempre lo stesso: uno strano occupato, come se il telefono fosse staccato. Così
l’assessore Moioli si è trovata costretta,
all’approssimarsi della scadenza, a prorogare il termine al 28 marzo, a potenziare
il servizio e a permettere ai genitori di lasciare il loro numero di telefono all’e-mail
FSP.Infanziaiscrizionicomune.milano.it,
per essere in seguito ricontattati.
L’associazione Chiedoasilo, che da anni si
batte per i diritti dei bambini milanesi,
Antonella Loconsolo
adombra il sospetto che il call center sia
un deterrente per contenere le domande,
una specie di percorso a ostacoli che scoraggia molti genitori e li indirizza verso
strutture private, che non possono chiaramente offrire né la tradizione, né le garanzie del servizio pubblico.
“Da tempo denunciamo che il sistema
non funziona e che questo tipo di servizio
ha bisogno di un rapporto personalizzato”, denuncia Marilena Adamo, capogruppo dell’Ulivo in Comune, in un’intervista
rilasciata a Repubblica. “I telefoni vanno
spesso in tilt e il colloquio telefonico con
operatori che spesso non sono di Milano
rende difficile le procedure”.
“Abbiamo proposto”, dice Patrizia Quartieri, consigliere comunale indipendente
nelle liste di Rifondazione comunista, “di
accogliere nei nidi i bambini di famiglie
prive di permesso di soggiorno, sia perché
pensiamo che i piccoli abbiano tutti gli
stessi diritti, sia perché crediamo fermamente che sicurezza ed integrazione pas-
sino attraverso l’accoglienza, e la scuola è lo strumento primario dell’accoglienza. Ma ci è stato risposto picche, e
pazienza per le pari opportunità di
donne immigrate, che mai riusciranno
ad inserirsi nel mondo del lavoro con
un bimbo appresso. Si preferisce chiedere più polizia, piuttosto che evitare
degrado ed emarginazione”.
Comunque sono state introdotte alcune
modifiche nel calcolo del punteggio: la
precedenza sarà data ai bambini che
hanno il fratello maggiore in una materna o elementare dello stesso plesso (o
in uno di quartiere). Più punti se entrambi i genitori lavorano, e un vantaggio anche per le mamme sole: 2 punti alle famiglie monoparentali.
Dal prossimo numero ci piacerebbe analizzare le strutture pubbliche della nostra zona. Gli asili nido in zona 9 sono
una lunga e gloriosa tradizione.
Educatrici e genitori che vogliono testimoniare questa realtà possono inviare
mail all’indirizzo [email protected] o, come sempre, scrivere in redazione.
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Un convegno del Circolo Calvino sulla convivenza civile
Monica Landro
iorni fa presso il Circolo cultuG
rale Italo Calvino, via Zanoli
15, si è tenuto un convegno sulle
“Forme di convivenza civile”, tema
di grande attualità tenuto da Simone Bertolino, ricercatore della
Associazione Agenti per lo sviluppo
del territorio, da Giovanni Poletti,
Presidente del Consiglio Cooperativo Ca’ Granda, e coordinato da Luigi Ambrosio, giornalista di Radio
Popolare.
Il Convegno, aperto al pubblico, ha
messo subito a nudo un problema di
fondo: c’è una visione critica della città
per quel che concerne il concetto di
convivenza civile. Cerchiamo innanzitutto di capire in cosa consiste l’espressione “convivenza civile” in una società
sempre più complessa, in un clima culturale variegato e cangiante come
quello in cui ci troviamo a vivere.
Nella società multiculturale è indispensabile convivere civilmente: il concetto di convivenza civile ingloba in sè
il valore del corretto comportamento
nello spazio pubblico per ciò che riguarda la coscienza politica, la circolazione stradale, il rispetto dell’ambiente, ma anche la pratica del corretto
comportamento nel privato. Questa
consapevolezza è alla base della convivenza civile. A questo si aggiunga che
è necessario superare quel senso di
pessimismo che governa l’argomento.
Dal Convegno è apparso evidente che
niente aiuta ad agevolare la buona convivenza, non solo con la popolazione extracomunitaria, ma anche tra noi
Italiani. La fretta, il lavoro, l’ansia, l’individualismo sono tutti concetti e atti d’accusa che allontanano dal creare nuove e
rosee prospettive. Non è facile e non esiste una regola, una teoria, una legge che
possa governare e reggere una “città
modello” che possa aiutarci a ritrovare
noi stessi e noi per gli altri, eppure qualcosa si deve fare. E si deve partire dalle
fondamenta. E le fondamenta sono i nostri figli e il loro rapporto con la famiglia
e la scuola, perché se è vero che l’educazione alla convivenza civile è, da una
parte, la sintesi delle “educazioni” cittadine, ambientali, stradali, dall’altra è il
risultato dell’apprendimento delle conoscenze che si acquisiscono in famiglia e
durante tutta l’esperienza scolastica.
Un buon insegnamento deve produrre
la convivenza civile.
Insomma, posto il dato di fatto oramai
evidente dell’isolazionismo delle persone che non hanno più luoghi d’incontro
come bar, piazze, l’oratorio perché oramai si chiudono nelle loro case accoglienti, posto il rapporto oramai quasi
virtuale che hanno instaurato i giovani
che si “frequentano” sul web, posto che
le attività lavorative sono sempre meno a misura d’uomo e che il valore della collettività non è più tale, dobbiamo
lanciare un messaggio alle istituzioni,
alle famiglie e alle scuole. Per poter
adeguatamente rispondere alle sfide
del mondo contemporaneo, bisogna che
la famiglia e scuola italiana si pongano
l'obiettivo di integrare istruzione ed
educazione, di diventare luogo di apprendimento, di assunzione di valori, di
acquisizione di esperienze. La finalità
deve diventare la formazione dell’uomo
nella sua globalità, nella totalità delle
sue dimensioni: del sapere, del saper
fare e del saper essere. In questa ultima accezione si condensa il significato
più profondo della convivenza civile,
che si esprime in un rapporto con se
stessi e con gli altri, basato sul rispetto
dei punti di vista diversi, sulla disponibilità al confronto e al dialogo, sull'osservanza di diritti e doveri.
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uò un CdZ, sensibile alle istanze e alle esigenze di soP
cializzazione dei cittadini, lasciare una struttura sotto la sua diretta gestione chiusa o, nella migliore delle
ipotesi, sotto utilizzata? Evidentemente no. E infatti il
parlamentino di zona ha risposto subito alla richiesta di
poter utilizzare lo spazio multifunzionale di via Empoli 9
per organizzare corsi di ginnastica dolce rivolti agli anziani della nostra zona.
Facciamo una breve storia della vicenda. La struttura, realizzata a scomputo degli oneri di urbanizzazione per la costruzione degli edifici di via Empoli/Arezzo, è da anni sottoutilizzata. Questo ha spinto un gruppo di cittadini a chiedere al
CdZ di utilizzarla per corsi di ginnastica dolce rivolti alla terza età. Il regolamento d’uso in concessione di strutture comunali, in questo caso in carico al CdZ, prevede l’obbligo che sia
ONA NOVE 8
un’Associazione e non singoli cittadini a presentare la richiesta. I nostri “giovani” hanno così coinvolto l’Auser, associazione nazionale impegnata a valorizzare il ruolo attivo degli anziani nella società, attiva in tutta Italia, con 1400 sedi, 260mila iscritti e 60mila volontari. Il CdZ ha così dato in concessione per tre mesi la struttura di via Empoli. La fiducia dell’istituzione è stata ripagata: le iscrizioni hanno raggiunto la ragguardevole cifra di 45 persone che, divisi i tre gruppi, due volte alla settimana, il lunedì e il giovedì dalle 9 alle 12, effettuano, seguiti da un istruttore professionista, un corso di ginnastica dolce di un’ora. E non è finita qui: il passaparola ha fatto
sì che altre 35 persone abbiano presentato richiesta per partecipare ai corsi cosicché, quasi certamente, questo successo
si concretizzerà in una nuova istanza di concessione della
struttura per i nuovi corsi che partiranno in settembre.
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VITA E CULTURA
Il proverbio del mese secondo Giovanni Beduschi:
April ghe n’ha trenta e, se piovess trentun,
fa mal a nissun.
GLI APPUNTAMENTI DEL MESE
a cura di Grazia Morelli
Chi intenda far pubblicare proprie iniziative in questa rubrica dovrà farne pervenire notizia entro il 20 del mese precedente.
● SABATO 7 APRILE
Art Action
Via Dante 15/A
Bresso
Centro Girola
Via Girola 30
Tel. 0264224600
Hangar Bicocca
Ingr. via Chiese
● SABATO 21 APRILE
Acquerelli in mostra di Valeria
Casarotti. Fino al 12/4 (orari 18-20,
chiuso domenica e festivi).
Sono aperte le iscrizioni all’Università
della Terza Età in zona 9. Fino al 18/4
(da lunedi a venerdi, 9-12).
Mostra d’arte Emergenze-Not. Afraid
of the Dark. Fino al 27/5 (martedì-domenica 11-19; giovedì 14.30-22).
● MARTEDÌ 10 APRILE
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.15, film La canzone di Carla, di
K. Loach.
● MERCOLEDÌ 11 APRILE
Cine d’Essai Osoppo
Via Osoppo 2
Tel. 0239261019
Alle 21, film Little Miss Sunshine, di J.
Dayton. Anche il 22 e 23/4 (15.30,
21.15).
Teatro
della Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Alle 21, La bicicletta di Lia: voci, suoni
e pedalate di donne resistenti, con il
sostegno dell’Assessorato alla
Cultura della Provincia di Milano.
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 22, per la Rassegna Niguarda
Blues concerto con I Balestracci e
Fieldmen Blues.
● MARTEDÌ 24 APRILE
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.15, film Roma città aperta, di
R. Rossellini.
Alle 21, Renzo Arbore e la sua
Orchestra Italiana.
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 026880038
Alle 21, I Teatrini e Taverna Est, in collaborazione con Damm Teatro presentano ‘O Mare, di S. Sole
Notarbartolo. Fino al 19/4.
Teatro Arcimboldi
Teatro
della Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Alle 21, M’Arte Movimento d’arte in
Volevo dirti, di S. Petyx, regia di G.
Cutino. Fino al 17/4.
Funakoshi Club
P.zale Nizza 5
Tel. 026887171
● MERCOLEDÌ 25 APRILE
● GIOVEDÌ 12 APRILE
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, Serata danzante. Tutti i giovedi sera.
Alle 10, lezione di Kundalini
Yoga, con Sat Sangat Kaur. Alle
15.30, conferenza su L’Ayurveda
in Occidente, di Arya B.
Bhardwaj, e dimostrazione di
massaggio. Alle 18, Danza e musica indiana, con R. Arinci.
● VENERDÌ 13 APRILE
● GIOVEDÌ 26 APRILE
Associazione Fabbrica Dalle 17 alle 19, in collaborazione con
dell’Esperienza Milano CdZ9, incontri su Musicoterapia e
Cultura orientale, docente Alex
P.za S. Giuseppe 12
Schiavi. Tutti i venerdi fino al 25/5.
Alle 21, la Compagnia teatrale Kor
Teatro Blu
presenta Camera in affitto, regia di R.
Via Cagliero 26
Ricciardulli. Anche il 14/4.
Tel. 0237050682
Argòmm Teatro
Alle 21, Sulla soglia, di e con M.
Via G. Imperatore 40
Fanzaga. Fino al 15/4.
Tel. 026437001
Sassetti Cultura
Via Volturno 35
Tel. 0269002988
Cine d’Essai Osoppo
Via Osoppo 2
Tel. 0239261019
Alle 21, film The Queen-La regina, di
S. Frears. Anche il 15/4 e il 16/4
(15.30, 21.15).
● SABATO 14 APRILE
Teatro San Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
Tel. 026435672
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Teatro Blu
Via Cagliero 26
Tel. 0237050682
Teatro Arcimboldi
Alle 21, balletto Blind Date, coreografia di Bill T. Jones, musica di D.B.
Romain, J. S. Bach. Anche il 17/4.
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Tel. 0266102824
Alle 21.15, film Il cacciatore, di M.
Cimino.
Alle 18.30, inaugurazione della personale di Letizia Marabottini. Fino al
28/4 (orari: martedi e giovedi 17-19).
Alle 21, personale di Antonio Pugliese.
Fino al 6/5 (9.30-12.30/15.30-19.30;
chiuso domenica e lunedi mattina).
● GIOVEDÌ 19 APRILE
Teatro Blu
Via Cagliero 26
Tel. 0237050682
Alle 21, Scimmie Nude presenta
Emigranti, di S. Mrozek, regia di G.
Bagnoli. Repliche il 20 e il 21/4.
● VENERDÌ 20 APRILE
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 026880038
Teatro San Giuseppe
P.za S. Giuseppe 2
Tel. 026435672
Alle 21, la Compagnia teatrale Crest
presenta Il deficiente, di G. Colella e
G. Berardi. Fino al 29/4.
Alle 21, per il “Teatro Sottocasa”
il Teatro Parenti presenta
Smemoranda.
delle compagnie più multiculturali del panorama americano. Il dolore per la scomparsa del compagno di vita e la
scoperta della propria sieropositività portano Bill T. Jones
a creare coreografie vive ed emozionali. Quella che presenta agli Arcimboldi parla dei grandi valori della vita dell’artista quali il patriottismo, l’onore e il mettersi in gioco per
cause più grandi di se stessi, ideali quasi scomparsi dalla
routine quotidiana. La musica originale è composta e arrangiata da Daniel Bernard Romain, il costo dei biglietti
interi va da 40 € a 20 € esclusa la prevendita.
Sempre nel mese di aprile ed esattamente martedì 24 alle
ore 21 si esibiranno Renzo Arbore e la sua Orchestra
Italiana fondata nel 1991 e composta da 15 musicisti (chitarre, mandolini, fisarmoniche, pianoforte, tamburi, tamburelli e voci). In questo show si sperimentano nuove sonorità contaminate da ritmi rock, blues e country inserite
in perfetta armonia con la musica napoletana più classica
e chiassosa.
Per questo grande successo italiano portato anche all’estero il costo dei biglietti interi varia dai 40 euro per la galleria ai 60 euro per la platea bassa. Come sempre la biglietteria Ticket One del Teatro degli Arcimboldi è aperta per
la prevendita degli spettacoli dal lunedì al venerdì dalle
ore 12 alle 18, tel. 02.641142212. Nei giorni di spettacolo
anche dalle ore 20 solo per lo spettacolo serale.
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21, film Giardini d’autunno, di O.
Joseliani. Anche il 29 e il 30/4 (15.30,
21.15).
Alle 22, per la Rassegna Niguarda
Blues concerto con Rooster’s Band.
● MARTEDÌ 1 MAGGIO
Circolo B. Brecht
P.za S. Giuseppe 1
Alle 18.30, inaugurazione della personale di Judith Holstein. Fino al 12/5
(orari: martedi e giovedi 17-19).
Teatro Verdi
Via Pastrengo 16
Tel. 026880038
● MARTEDÌ 17 APRILE
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Circolo B. Brecht
P.za S. Giuseppe 1
Cine d’Essai Osoppo
Via Osoppo 2
Tel. 0239261019
Alle 22, per la Rassegna Niguarda
Blues concerto con I Blue Spot.
● LUNEDÌ 16 APRILE
l 16 e 17 aprile alle 21 le luci sul palco del Teatro degli
IBlind
Arcimboldi si accendono per lo spettacolo di danza
date del coreografo Bill T. Jones, fondatore di una
● SABATO 28 APRILE
● MERCOLEDÌ 2 MAGGIO
Alle 16, la Compagnia Sentichestoria
presenta Fata Mata Azzurra e il Pirata
SaltailboscoilLosco, di M. C. Ceresa.
Simona Fais
Alle 18.30, inaugurazione della mostra
collettiva di pittura Percorsi d’arte: forme e colori. Fino al 6/5 (orari: 15.3018.30, tutti i giorni festivi compresi).
Alle 21, per El Bicocchin d’or In taxi al
cantun de l’amur, di R. Zago, regia di
P. Passera.
● DOMENICA 15 APRILE
Renzo Arbore
al Teatro degli Arcimboldi
Alle 21, il Teatro del Buratto presenta Il
violino, il soldato e il diavolo, ispirato a I.
Stravinskij, regia di S. Mori. Fino al
13/5.
● VENERDÌ 4 MAGGIO
Teatro Blu
Via Cagliero 26
Tel. 0237050682
Alle 21, la Compagnia teatrale Kor e
Macro Maudit in Il viaggio di Antonio,
regia di G. Baraldi. Anche il 5/5.
● SABATO 5 MAGGIO
Teatro San Giuseppe Alle 21, per El Bicocchin d’or la
P.za S. Giuseppe 2
Compagnia S. Andrea di Milano preTel. 026435672
senta Tel dòo mi el lott, di L. Meroni, regia di G. L. Gilardi.
Cine d’Essai Osoppo Alle 21, film The Prestige, di Ch. Nolan.
Via Osoppo 2
Anche il 6 e 7/5 (15.30, 21.15).
Tel. 0239261019
● DOMENICA 6 MAGGIO
Teatro San Giuseppe Alle 21, per Il “Teatro Sottocasa” il
P.za S. Giuseppe 2
Teatro Parenti presenta Mi voleva
Tel. 026435672
Strehler.
● MARTEDÌ 8 MAGGIO
Teatro Blu
Via Cagliero 26
Tel. 0237050682
Alle 21, Macro Maudit presenta
Mobbing, di G. Baraldi. Repliche: 9, 10,
11, 12/5.
Teatro
della Cooperativa
Via Hermada 8
Tel. 0264749997
Alle 21, Lavori in corso, studi, letture,
prove aperte e altro per una rassegna
di nuove drammaturgie.
La Casa di Alex
Via Moncalieri 5
Alle 21.15, film I cento passi, di M. T.
Giordana.
I DEMOCRATICI DI SINISTRA DELL’UNIONE TERRITORIALE 9
Il Gis ONA NOVE informa
Renato Vercesi
bbiamo ancora qualche disponibilità per i seguenti
A
spettacoli:
• Il Piccolo Teatro presso il Teatro degli Arcimboldi il 16 e
17 aprile, ore 21: Bill T. Jones/Arnie Dance Company.
Prezzo dei biglietti per ciascun balletto: platea bassa e platea alta 29 euro; prima galleria 18 euro; seconda galleria
14 euro.
• Stagione d’Opera e Balletto 2006-2007 del Teatro alla
Scala, gruppo di due Opere da prenotare insieme. Martedì
17 luglio, ore 20: G. Verdi, La Traviata, direttore Lorin
Maazel. Prezzi dei biglietti 55 euro (posti migliori), circa 40
euro (media dei palchi). Mercoledì 20 giugno, ore 20 (prima
rappresentazione): L. Bernstein, Candide, direttore John
Axelrod. Prezzi dei biglietti 55 euro (posti migliori), circa 40
euro (media dei palchi).
• Sono in distribuzione, per coloro che hanno prenotato, i
biglietti dell’opera Adriana Lecouvreur di domenica 15
aprile ore 20 e del balletto La bella addormentata nel bosco
di sabato 19 maggio ore 20.
La quota di adesione al Gis per tutta la stagione è di 5 €
per persona.
Il GIS (Gruppo di Interesse Scala) è nato per iniziativa
dell’Associazione Amici di “Zona Nove” in collaborazione con il
Servizio Promozione Culturale del Teatro alla Scala. La segreteria
del Gis “Zona Nove” è aperta il mercoledì dopo le ore 15.30 presso la
redazione del giornale in via L. della Pila 61. Tel.: 026437568 Cell.: 3283535160 - E-Mail: [email protected] - Sito internet:
www.blocconote.it
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 9
25 APRILE/1
1945: allora abbiamo vinto!
Intervista a Elio Oggioni sul valore della Resistenza ieri e oggi.
Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
bbiamo raccolto la testimonianza del dotA
tor Elio Oggioni, partigiano ed ex
Presidente del Consiglio di Zona 9, sulla
Resistenza e il suo valore ieri e oggi.
Per un giovane studente di 17 anni, come era lei nel 1944, che significato ha
avuto partecipare alla lotta per la
Liberazione? Quali sono i suoi ricordi?
Ho avuto la fortuna e le occasioni negli anni
bui del fascismo di scoprire che esistevano
valori riconosciuti in altri stati che la dittatura da noi negava: la libertà, la democrazia. E
questa consapevolezza è stata alla base della
mia partecipazione alla lotta che rimane ancora oggi la cosa più importante della mia vita. Tra i primi compiti che mi sono stati assegnati dal Fronte della Gioventù ho avuto
quello di distribuire volantini, inserendoli nei
giornali mentre un compagno distraeva l’edicolante. Era una piccola azione, ma rischiosa,
perché se scoperti come minimo si finiva in
galera. Noi giovani eravamo orgogliosissimi
di quel che facevamo. Forse parlandone oggi
può sembrare cosa di poco conto, ma non era
così. Tutto doveva essere fatto nella clandestinità. Noi non sapevamo dell’esistenza del
Fronte della Gioventù, né di farne parte. Ce
ne parlarono più tardi; allora tutto doveva essere tenuto nascosto e i rapporti con gli altri
giovani resistenti erano occasionali, non si
veniva contattati dalle stesse persone due
volte. Un giorno mi consegnarono delle tessere annonarie in bianco, false naturalmente,
da distribuire a militari scappati dopo l’8 settembre che ne avevano bisogno per mangiare. Riuscii non senza rischio a farle pervenire
ai destinatari. Noi giovani patrioti fummo
istruiti anche a deviare la segnaletica in
città, a cambiare la direzione dei cartelli stradali per creare confusione nelle truppe tedesche, far perdere tempo e dare l’opportunità
ai Gap o ai Sap di agire con azioni più importanti. La Resistenza non era da sbandierare,
era fatta di piccole azioni celate anche ai propri cari. Io, per esempio, che frequentavo l’oratorio, solo alla fine della guerra ho saputo
che il prete che ci seguiva, don Eugenio, un
uomo meraviglioso, aveva nascosto quattordici bambini ebrei nella colonia montana di
Serina, e che dei quattro sacchi di farina inviati alla colonia due si fermavano lì e altri
due venivano portati su in montagna ai partigiani. E che dire delle portinaie di Milano
che, pur controllate dall’Ovra (la polizia fascista), salvavano i partigiani facendoli fuggire
dal retro della casa o nascondevano le armi
nello sciacquone del bagno? Nel giugno del
’44, per non rispondere alla chiamata alle armi della Repubblica sociale di Salò, ho fatto
spedire da Lugano tramite un amico delle
lettere a casa. La portinaia le ha lette, come
era obbligata a fare, ha capito e ha diffuso la
voce della mia fuga: “L’Elio l’è scapà in
Svissera, el ghè pü, l’è andà”; in realtà ero nascosto a 60-70 metri da casa e lì sono rimasto
4-5 mesi. Tante, tante persone hanno fatto
piccole cose, ma hanno agito, hanno rischiato,
hanno contribuito alla Resistenza che è stata
veramente lotta di popolo. Quando sono invitato a parlare nelle scuole e qualche alunno
mi chiede: “Ma lei, quanti ne ha ammazzati?”
io mi arrabbio e dico: “Un momento, ragazzi,
state facendo un po’ di confusione. La
Resistenza non era il Far West, non era mica
un film, non eravamo lì con le pistole spianate a sparare! La Resistenza non è stata solo
fatta con le armi, è stata la partecipazione di
un popolo ad abbattere l’oppressione per ottenere la libertà e realizzare la democrazia”.
E quanto mi infurio quando sento qualcuno
che ci governa dare lezioni di democrazia e
invece non ne sa proprio niente e non si rende nemmeno conto che se può governare lo
deve a tanti poveri cristi che hanno fatto allora una piccola cosa per ottenere la libertà.
Libertà e democrazia sono quindi oggi
valori consolidati negli Italiani?
Proprio in questi giorni mi è tornato alla
mente un episodio avvenuto subito dopo la
Liberazione. Sono andato con due amici all’ospedale Niguarda dove era ricoverato un comune amico colpito a un polmone dai tedeschi durante gli scontri del 25 aprile. Ancora
in divisa, armati, siamo entrati in un camerone; ricordo con grande lucidità che seduto su
un letto in fondo, vicino alla finestra, c’era un
bellissimo ragazzo che avrà avuto 23, 24 anni, senza una gamba, perché una scheggia di
bomba l’aveva colpito. Appena ci ha visto, ha
chiesto: ”Abbiamo vinto?” Una domanda emblematica che mi è rimasta impressa perché
rispecchia la profondità di sentimento, le speranze di noi giovani patrioti. Allora avevamo
certamente vinto! Io quel ragazzo non l’ho
più visto, ma la sua domanda mi risuona in
mente ancora. Quel giovane aveva perso una
gamba e non aveva mica 80 anni, non si lamentava del suo destino, era solo desideroso
di sapere se avevamo vinto. E oggi sono io a
chiedere a voi tutti: “Abbiamo vinto o no?”
Quello che proprio mi angoscia, mi angoscia
fino in fondo è il pensiero che tra breve nessuno di noi che ha partecipato e nessuno degli ex deportati sarà più vivo e quindi a testimoniare quella lotta dovranno essere altre
generazioni.
Ma oggi, soprattutto i giovani, come
sentono questa grande cosa che è stata
la Liberazione?
Qualcuno ha capito ma molti li sento lontani anni luce e allora mi chiedo: “Abbiamo
vinto o no? È stato recepito il messaggio?”
Qualcuno ha scritto “La libertà è come un
tenero fiore che va innaffiato ogni mattina
perché possa vivere”.
Ma noi lo facciamo?
Un’istantanea di quei giorni pieni di entusiasmo, di gioia e di speranza è rappresentata
dalla poesia scritta da me nel 1975 ma che si
riferisce al 29 aprile 1945. Milano era libera e
ancora gli americani non erano arrivati.
Wanda, la mia futura moglie, e io stavamo
andando verso Piazzale Loreto. Siamo passati davanti alla Cassina di’ Pomm lungo la
Martesana che era scoperta. La giornata era
splendida, e noi eravamo felici di essere giovani, vivi, liberi di amarci e sognare un futuro nuovo e radioso.
A la Cassìna di’ Poom
Vicina a me
bionda e bellissima
c’è lei.
Naviglio e strada
- luce azzurra giornata di sole quasi bianco.
Ho due bombe a mano
alla cintura, una per parte,
- rosse Capelli a ciuffo dentro agli occhi
dentro agli occhi la felicità di essere vivo
- e giovane -
25 APRILE/2
L’Anpi, le scuole e la Costituzione
Diana Roca
Anpi “Martiri Niguardesi” in collaborazione
L’
con l’Associazione Amici di “Zona Nove”, in
occasione del 60° anniversario della
Costituzione Repubblicana, nata il 1 gennaio
1948, ha indetto un concorso rivolto agli alunni delle scuole di zona (Russell, Galvani, Locchi,
Verga, Thomas Mann, Franceschi e Falcone
Borsellino) basato su un tema preciso:
“Costituzione, bene comune”.
Questa è un’ulteriore iniziativa intrapresa
dall’Anpi di Niguarda che, oltre a organizzare
le Giornate della Memoria in aprile e maggio,
ha contribuito a organizzare una gita scolastica alla Casa della Resistenza di Verbania
Fondatoce il 27 Aprile prossimo con la scuola
“Franceschi”. Sempre nelle stesse scuole sono
poi stati diffusi come sussidi didattici sulla
Resistenza alcuni Dvd (“Il dolore dei poeti”) e
Cd-rom (“Il Treno della memoria” sulle deportazioni e “I Sentieri della libertà”).
Lo studio della Costituzione “come bene comu-
ne” è fondamentale affinché i giovani imparino
a conoscere i diritti e i doveri individuali e collettivi, base del nostro ordinamento democratico e di conseguenza diventino cittadini attenti e
responsabili. Si ritiene infatti che soprattutto in
questi anni così difficili l’acquisizione di una coscienza civile e democratica sia strumento fondamentale per costruire un mondo basato sulla tolleranza e sulla pace.
Gli alunni possono partecipare al concorso con
poesie, temi, racconti, disegni, interviste, testimonianze. Gli elaborati, personali o di gruppo,
dovranno pervenire alla sede dell’Anpi, via
Hermada 8, all’attenzione del Presidente
Dante Reggi, entro la fine di giugno.
Un’apposita commissione presieduta da
Nadia Branca, presidente dell’Associazione
Amici di “Zona Nove”, valuterà i lavori e, a
partire dal prossimo mese di settembre, quelli
giudicati migliori verranno pubblicati sulla rivista Anpi Oggi e sul nostro giornale.
SCONTO DEL 10% AI SOCI
DELL’EDIFICATRICE DI NIGUARDA
Ristorante Pizzeria
Via Graziano Imperatore 33 - Zona Niguarda - 20162 Milano
Tel. 02.66106110 - Fax 02.66106109
Aperto tutti i giorni
tranne lunedì sera e domenica a pranzo
8 Aprile 2007
Menù di Pasqua
DA LUNEDÌ A VENERDÌ
SOLO A PRANZO:
€ 35,00
Prosciutto d’oca affumicato
con velo d’ananas
Spicchi di torta salata vegetariana
Mousse leggera con formaggio
fresco ed erba cipollina
-------------------Risotto alla zucca gialla e gocce
di riduzione all’aceto balsamico
Garganelli all’uovo con ragù
d’anatra al coltello e carciofi
-------------------Agnellino da latte al forno
con patate arrosto
oppure
Nodino di vitello alla griglia
-------------------Degustazione di colomba con
crema al cioccolato e alla vaniglia
-------------------Comprensivo di vino/acqua/caffè
È gradita la prenotazione
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PICCOLA* E IL CAFFÈ
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E CONTORNO
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Tutti i venerdì sera di aprile con esclusione
del giorno 6 (Quaresima) musica dal vivo
ONA NOVE 10 COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
25 APRILE/3
Le nostre donne nella Resistenza
Ecco alcuni nomi da non dimenticare: Anna Maria Di Lorenzo, Giuseppina Mantica, Margherita Nava,
Giuditta Sangiorgio, Dirce Scarazzati, Suor Carolina e Suor Giovanna, Pina Re.
l 24 aprile 1944 in via Graziano Imperatore un’autocolonna
IMilano,
di nazisti e repubblichini, tra cui forse il vicefederale di
forzando un posto di blocco uccide Gina Galeotti
Bianchi (Lia), una staffetta partigiana in attesa di un figlio che
stava transitando in bicicletta (vedi il disegno qui a fianco). In
memoria di Lia e di tutte le altre donne cadute durante la
Resistenza al fascismo e al nazismo “Zona Franca” ripercorre
quei giorni ricordando le donne della nostra zona che di quei
momenti sono state silenziose ma luminose protagoniste.
Nina, la staffetta di Sandro Pertini. Anna Maria Di
Lorenzo, dirigente del Movimento Femminile Socialista e, durante la Resistenza, staffetta partigiana, assieme a Carla
Valtolina, di Sandro Pertini, futuro presidente della Repubblica, era di casa nostra, abitava in via Demonte e per
tutti era Nina. Dette vita al nucleo clandestino socialista
di maggior rilievo della Lombardia durante la Resistenza. In particolare Nina prestò aiuto ai priglionieri russi
costretti ai lavori forzati.
Giuseppina e i volantini antifascisti. Giuseppina
Mantica abitava in via Hermada 14 e mi piace ricordarla
quando l’ho intervistata in passato, quando aveva 93 anni,
con qual suo modo dolce di parlare. Era nata all’Isola, in via
Borsieri, vicino alla ferrovia, dove era un palazzo soprannominato Stalingrado perché era abitato da ferrovieri, tutti di
sinistra. Durante la guerra faceva il volantinaggio per i partigiani. “Mio figlio di 17 anni”, mi aveva detto, “era in montagna coi partigiani, con Moscatelli. Mi ricordo che i carabinieri
un giorno vennero a casa a dirmi che si era messo su una
brutta strada, che faceva politica”.
Margherita, la testimone dei bombardamenti alla
Pirelli. Intervistare una centenaria non capita tutti i giorni.
A me è capitato qualche tempo fa con la signora Margherita
Nava. Seduta sulla sua poltrona mi ha raccontato: “Sono nata
in Via Valassina, che poi è diventata prima via Risorgimento
e poi via Hermada. Eravamo sei fratelli e io lavoravo alla
Pirelli dall’età di 16 anni, prima in reparto e poi nelle cucine.
Tutti i giorni a lavorare in piedi, con il sole, l’acqua o la neve.
Quel giorno, 20 ottobre 1943, era un venerdi. Cominciarono a
suonare le sirene e poi venne il bombardamento sulla fabbrica. Lo spostamento d’aria provocato dalle bombe fece volare i
tavoloni della mensa imprigionandoci nel locale. Quando sono
potuta uscire ho visto tanti morti. Non l’ho mai dimenticato.
Non lo dimenticherò mai. Finché ci sono stati i fascisti non
uscivamo mai di casa. Avevamo tutti paura”.
Giuditta e i suoi fratelli. Anche Giuditta Sangiorgio l’ho intervistata quando ha compiuto cento anni: “Sono nata in via
(Gina Bianchi in un disegno di Stefania Favaro)
Sandra Saita
De Calboli alla Curt Nova il 22 dicembre 1901. Eravamo ragazzi allo scoppio della prima guerra mondiale. Ricordo che
andavamo in cortile a veder passare gli Zeppelin nel cielo. La
seconda guerra è stata peggiore perché i miei fratelli, tutti
antifscisti, erano perseguitati dai fascisti. Uno di loro è stato
anche in Spagna a combattere Franco. I fascisti venivano tutti i giorni a cercarli a casa. Alla Curt Nova la cucina era sotto
la camera al primo piano. Mi ricordo un giorno: due fascisti
col moschetto in mano volevano entrare in cucina. Io gridavo
davanti alla porta: ‘De chi se pasa no’. E con le mani aperte
cercavo di fermarli. Un fascista mi colpì col moschetto sotto il
ventre: a distanza di tempo ho anche dovuto farmi operare
per i danni ricevuti. Sono ricordi brutti, troppo tristi”.
Zia Dirce, da staffetta a tenente. Dirce Scarazzati, sorella
di mio zio Pierino, era un’attiva staffetta, doveva cioè portare
in bicicletta documenti, ordini o munizioni ai vari gruppi partigiani. Il suo ruolo prevedeva che prendesse molte precauzioni e lei era molto accorta. Non faceva conoscere a nessuno il
lavoro che stava svolgendo, dove andava, da dove veniva, dove abitava. Faceva credere di avere un lavoro normale, era
sempre pronta a dare una giustificazione per i suoi movimenti nel caso fosse stata fermata. Nel caso fosse stata catturata,
non avrebbe dovuto parlare, perché altrimenti sarebbe stata
torturata sempre di più. Zia Dirce fu arrestata 2 volte ma ne
uscì. Alla caduta del fascismo fu nominata tenente. Il suo impegno totale fu, sino alla morte, nelle scuole e negli ospedali.
Suor Carolina, Suor Giovanna e l’ulivo all’ospedale.
Racconta Suor Carolina, all’ospedale di Niguarda durante la
guerra: “Arrivai all’ospedale il 22 ottobre del ‘39. Avevo 24 anni: due anni di scuola e poi al lavoro al pronto soccorso. Erano
gli anni della guerra. Quanti feriti e quanti morti! Si lavorava
24 ore su 24 e quando c’erano i bombardamenti tutti i dottori
e gli infermieri scendevano per darci una mano. Sono stati
tanti i partigiani aiutati da noi, ma il tutto veniva fatto nei
reparti, specialmente al Ponti (ortopedia) perché lì potevano
essere fasciati in modo che i fascisti non li riconoscessero. Poi
quando erano guariti li facevamo fuggire vestiti da infermieri
dalla vecchia cinta che dava sui campi”. Poi, con gli occhi brillanti, Suor Carolina ricorda Suor Giovanna, la suora che più
ha fatto per i partigiani. “Finita la guerra, nel giardino davanti al nostro convitto i partigiani piantarono un ulivo per
ringraziarla di tutto ciò che aveva fatto per la Resistenza”.
L’albero c’è ancora e tutti gli anni a Pasqua vengono tagliate
le fronde per le parrocchie.
Pina, dalla Resistenza al Parlamento. Ci dice Pina Re: “Il
quartiere dell’Isola, dove ho operato da antifscista durante la
guerra, mi ha lasciato un ricordo toccante. I sentimenti popolari nei confronti degli avvenimenti più drammatici avevano
una reazione immediata specie nelle fabbriche, dove si manifestava con forme di resistenza e di rigetto delle misure di restrizioni alimentari e della violenza fascista e tedesca. Pina
vive quegli anni tra rastrellamenti e razzie, e con l’arresto del
fratello minore accusato di attentato. E poi, dopo la vittoria,
Pina diventa la prima donna eletta deputato nelle liste del
Partito Comunista Italiano.
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
ONA NOVE 11
25 APRILE/4
“Quel giorno si aprirono le porte del lager e tornai a casa”
La storia del deportato Venanzio Gibillini
Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
il 25 aprile del ’45, infatti, per lui e per i pochi
sopravvissuti di Kottern Dachau si spalancarono le porte del lager. Ma la libertà giunge
solo due giorni dopo, al termine della terribile
“marcia della morte”.
Venanzio Gibillini risiede da 40 anni nella
nostra zona e abbiamo avuto la fortuna di poterlo intervistare.
Sappiamo che avrebbe tanto da raccontare sulla sua deportazione che avremo
modo sicuramente di affrontare in altre
occasioni. Oggi però vorremmo soffermarci sulla diversità del suo 25 aprile,
sull’insolita conquista della sua libertà.
Alla fine di aprile del ’45 mi trovavo a
Kottern, sottocampo di Dachau. Gli alleati
erano vicini e la fabbrica dove lavoravo era
stata completamente distrutta dai bombardamenti americani, per cui eravamo impegnati come sterratori lungo le massicciate
delle ferrovie.
In quei giorni ero sfinito, profondamente angosciato, in uno stato di totale apatia a causa
delle bastonate, della fatica e soprattutto
della fame, che è qualcosa che non si può descrivere, ti consuma, ti fa perdere ogni sentimento, ogni valore o principio. Alle 4 del
mattino del 25 aprile dopo l'appello ci ordinano di prendere una coperta e, incolonnati
per cinque, abbandoniamo il campo per una
destinazione a noi sconosciuta. Una lunga fila di poveri esseri in divisa di tela zebrata e
zoccoli ai piedi. Io ho preso anche la mia gavetta e il mio cucchiaio dal quale non mi sono mai separato. Lo avevo costruito con un
pezzetto di alluminio recuperato nella fabbrica, correndo un gran rischio perché potevo essere accusato di sabotaggio. Sarebbe
stata la fine per me!
Marciamo percorrendo vie sconosciute, sentieri nel bosco e tratti di strada secondaria
sotto una pioggia fredda e battente. Chi cedeva in quella marcia veniva finito e abbandonato per strada, ma io non ho visto queste
scene; in prima fila, con la coperta sulla testa
per tentare di proteggermi inutilmente dall'acqua, raccoglievo le mie forze per andare
avanti. Lungo il cammino si vedevano carri
armati e camion con mitragliatrici dell'esercito tedesco ormai disfatto e in fuga. Sulle nostre teste si incrociavano spari provenienti da
ogni parte, il caos era totale.
Alla sera di quell’interminabile primo giorno
ci fermiamo in un sottobosco, stremati e completamente inzuppati ci sdraiamo a dormire
sulla terra bagnata e fangosa sotto rami e
frasche che gocciolano da tutte le parti.
All’alba si riprende la marcia che continua
un altro giorno e un'altra notte sotto la pioggia incessante, sempre senza cibo né bevande. All'imbrunire del 27 aprile siamo alle porte di un villaggio, Pfronten, quando vedo un
razzo luminoso salire verso il cielo e illuminare la notte; non ho mai saputo cosa fosse ma
allora l'ho recepito come un buon presagio.
Qualche secondo dopo, infatti, alcuni camion
(disegno di Gero Urso)
er Venanzio Gibillini, nel 1944 deportato
P
a soli 19 anni nei lager nazisti, la
Liberazione ha un sapore particolare. Proprio
Venanzio Gibillini al tempo della deportazione in Germania e il suo cucchiaio
del campo di concentramento di Kottern.
dell'esercito nazista in fuga si fermano accanto a noi e vediamo le SS che ci accompagnavano abbandonare le loro moto e saltare sui
camion che si allontanano veloci. Restiamo
sconcertati mentre i kapò cercano di mantenerci fermi e incolonnati. L’aggressione dei
deportati russi e polacchi contro i kapò è però
immediata e terribile mentre nello stesso
tempo, vedendo questo gruppo di miserabili e
temendo un assalto alle loro case e ai loro beni, i contadini di Pfronten cominciano a sparare contro di noi. Approfittando della confusione io, Eugenio e Bruno, due amici anche
loro deportati, ci allontaniamo per trovare ri-
paro sotto la pensilina di una baita. Ma la fame ci attanaglia e così scendiamo a Pfronten, un grazioso villaggio con un chiesa, una
piazza, una fontana e tante piccole case.
Entriamo in un magazzino già affollato di deportati intenti ad arraffare di tutto. In un angolo vediamo dei barattoloni, ne prendiamo
uno, lo scardiniamo con i sassi ed ecco apparire dei grossi cetrioli in salamoia. Ne mangiamo subito uno a testa, poi rientriamo nel magazzino dove la confusione era totale, gente
che piangeva, che gridava, che sparava, non
si poteva avvicinarsi agli scaffali. Così portiamo via a una donna un carrellino pieno di
scatolame e di bottiglie. Mancava il pane, lo
chiediamo a una signora affacciata a una finestra e lei butta giù del pane raffermo, ma
buono, non quello che ci davano nel lager!
Torniamo al nostro bivacco e finalmente possiamo mangiare a sazietà carne, cetrioli, pane, innaffiando l'abbondante pasto con un
buon vino di mele. Il nostro fisico, però, abituato a nutrirsi di poco si ribella e stiamo malissimo. Per fortuna la mattina dopo era passato tutto. E anche la pioggia era cessata, era
una giornata stupenda! Ci fermiamo nella
baita otto giorni, poi a piedi raggiungiamo
Reutte, nel Tirolo austriaco, dove siamo assistiti dagli americani che, dopo circa un mese,
in camion ci accompagnano a Bolzano. Qui
siamo presi in carico dalla Croce Rossa
Internazionale e il giorno dopo un camion del
Comitato di Liberazione Nazionale di
Cernusco sul Naviglio ci porta a Milano. Da
viale Stelvio raggiungo la mia casa, dove ad
attendermi c'era mia madre che dalla radio
aveva già avuto la notizia del mio rientro.
Era il 27 maggio 1945.
La terribile esperienza della deportazione resta impressa in modo indelebile
nell’animo di chi l’ha vissuta. Ma come
può essere recepita dalle giovani generazioni?
È vero, io sono uscito dal lager ma il lager
non ha mai abbandonato me. È inutile lottare contro i ricordi, quelle visioni di sofferenza e di morte sono sempre nella mia
mente, sono prigioniero del passato. Dopo
anni di silenzio le nostre storie, taciute
per troppo tempo, ora vengono alla luce
perché la memoria di quel che è stato non
deve finire con noi ma diventare coscienza
storica di un popolo.
Il lager era un mondo capovolto in cui non
esistevano più valori e l’indifferenza quotidiana distruggeva tutti i sentimenti. Per
quei valori annientati, libertà, dignità
umana, fratellanza, molti sono morti. Per
gli stessi valori si è lottato nella
Resistenza, valori che oggi vanno difesi
contro qualsiasi forma di revisionismo e
di oblio e spetta ormai ai giovani mantenerli vivi, perché il prezzo pagato per riconquistarli è stato altissimo, nulla ci è
stato regalato.
Conservare la memoria di quel periodo così
duro e significativo del nostro passato è indispensabile perché senza passato non c’è storia e non c’è futuro.
Il Consiglio di Zona 9
in collaborazione con
Associazione Nazionale Partigiani d’Italia
Sezione Martiri Niguardesi
celebra il 62° anniversario della
LIBERAZIONE
O TI
LID EN
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ON RAT SER /5/
BU 2 T ES A 31
R EN Z
PE B DEN
A
SC
Martedì 24 aprile, ore 20.30
Ritrovo ai giardini di via Hermada
Partenza con banda musicale seguita da fiaccolata
Posa delle corone alle lapidi dei caduti per la libertà
Percorso: via Hermada, via Passerini, piazza Gran Paradiso,
via Palanzone, via Ornato, via Val di Ledro, via Hermada
ONA NOVE 12 COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 13
25 APRILE/5
L’Istituto per la storia del Movimento di Liberazione
Un gioiello culturale nascosto in viale Sarca
Istituto Nazionale per la Storia del
L’
Movimento di Liberazione in Italia
(Insmli) di viale Sarca 336, posto sotto la
presidenza del senatore ed ex Presidente
della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, è
un importante “gioiello” della nostra zona, dove svolge un ruolo insostituibile ed
essenziale nell’attività di promozione e
diffusione di cultura, informazione e memoria storica. Fondato da Ferruccio Parri
nel 1949 con lo scopo di raccogliere, conservare e studiare il patrimonio documentario della Resistenza italiana, nel
corso di oltre 50 anni di attività esso ha
contribuito in maniera determinante, con
numerosissime iniziative di studio e pubblicazioni, all’affermazione nel nostro
Paese di una coerente e completa storiografia contemporanea su basi scientifiche, collaborando attivamente alla costituzione di un sistema federativo di ben
65 istituti associati sull’intero territorio
nazionale. Oltre alla pubblicazione di fonti e saggi per lo studio della storia contemporanea, promuove la ricerca storica
attraverso la Scuola superiore di Storia
Contemporanea, con convegni di studio e
con una biblioteca-emeroteca e un archivio specializzati, e assicura la divulgazione critica dei risultati della ricerca, svolgendo al contempo attività di formazione
e aggiornamento soprattutto fra gli insegnanti. Per averne un’idea più chiara abbiamo intervistato la dott.ssa Gabriella
Solaro, responsabile dell’archivio storico.
Come nasce l’archivio dell’Insmli?
L’Istituto nasce come archivio storico della Resistenza. C’era, a monte, l’idea che
le carte e i documenti prodotti dalla Resistenza andassero salvati, elaborati ed
organizzati in modo da permetterne lo
studio e la diffusione. Il principale nucleo
“originale” delle carte di cui siamo tuttora in possesso proviene dagli esiti di una
controversia culturale e politica che si
aprì nel dopoguerra, quando si verificò
un serrato dibattito sulla destinazione
per questi documenti. Dalla discussione
emersero due posizioni: da una parte chi
rivendicava l’assegnazione dei documenti all’Archivio Centrale dello Stato (giustificata con la motivazione del ruolo
“istituzionale” che i vari Comitati di
Liberazione nazionale ottennero durante
il conflitto dal governo di Roma), dall’altra, con in primo piano la ferrea presa di
posizione dei tanti storici e intellettuali
antifascisti militanti che avevano permesso la costituzione degli istituti storici
della resistenza, chi proponeva di delegare appunto a questi nuovi soggetti l’elaborazione delle carte. Grazie ad un compromesso, si arrivò ad ammettere la coesistenza delle due possibilità, attraverso
il sistema della duplice possibile destinazione, il che ha permesso tanto la nascita
quanto la sopravvivenza dell’attuale rete
di istituti storici, che, tuttavia, devono in
ogni caso rispondere alla Sovrintendenza del ministero dei Beni culturali dell’u-
Ivan Crippa
so e della destinazione eventuale delle
carte di cui dispongono.
Che tipo di documenti si trova presso l’archivio storico?
Il corpus fondamentale dell’archivio è costituito dalla raccolta dei documenti degli
organismi politici e dei Comandi militari
della Resistenza: si tratta dei “fondi” del
Cvl (Corpo volontari della libertà) e delle
Brigate Garibaldi e Matteotti, delle carte
di GL (Giustizia e Libertà), del vasto ed
eterogeneo materiale prodotto dai vari
Cln (Comitati di Liberazione Nazionale)
e dal Clnai (-Alta Italia). Nel tempo il patrimonio dell’archivio si è arricchito grazie
all’acquisizione di una collezione di carte
di personalità dell’antifascismo milanese
e non: dagli archivi di Ferruccio Parri e
Mario Collier a quelli raccolti da singoli
partigiani, dai contributi dei tanti intellettuali intervenuti nel lavoro dell’Insmli dagli anni ’50 in poi al fondo Malvezzi-Pirelli
centrato sulle lettere dei condannati a
morte della Resistenza. Completano il
quadro documentario un’ampia raccolta
fotografica comprensiva di oltre 15.000 foto e un interessante fondo costituito da
volantini, manifesti e altro materiale prodotto dal movimento studentesco e giovanile a partire dagli anni ’60.
Sono previste nuove acquisizioni? Ci
sono progetti in via d’attuazione?
Fra le nuove acquisizioni spiccano il fondo
Mauro Stefanini sull’attività del Partito
comunista internazionalista dagli anni
’20 al 2000 e il fondo Giulio Fiocchi, con il
recupero di un importante carteggio sulla
prima guerra mondiale, completato da
una collezione di cartoline illustrate dell’epoca. Fra le prossime acquisizioni siamo
invece interessati al fondo Paolo Tomasi,
relativo all’archivio di Guido Picelli sulle
vicende delle barricate antifasciste del ’20
a Parma nel quartiere popolare Oltretorrente. Abbiamo poi in programma la digitalizzazione completa dell’archivio fotografico e la conseguente messa on-line per
la consultazione.
L’archivio tende ad agevolare l’attività di ricerca principalmente di studiosi e professionisti del settore.
Questo è un limite o un vantaggio?
Stante la premessa dell’apertura pubblica
e gratuita dell’archivio, il nostro compito è
quello di favorire la ricerca di studi nobili,
ma anche minuti. La filosofia dell’istituto,
e la mia personale, è quella di dare la precedenza all’attività di ricerca propriamente intesa, e perciò ai dottorati, alle tesi di
laurea, alle pubblicazioni e ai lavori editoriali. La tendenza è quella di offrire la miglior assistenza possibile agli utenti, cercando di fornir loro gli strumenti culturali
e materiali perché possano compiere delle
ricerche in autonomia, non quella di sostituire al loro lavoro il nostro. C’è in atto
una certa tendenza a banalizzare la ricer-
ca archivistica, a richiedere documentazione “facile” on-line, quando, invece, ci sono tempi e metodi da rispettare.
25 aprile 1945-2007: a 62 anni dalla
Liberazione che iniziative sono previste? Perché, a Suo avviso, è importante e attuale celebrare ancora oggi
questa ricorrenza?
Fra i progetti specifici abbiamo previsto
quest’anno (27/4; h. 17-19.30; Nuovo
spazio Guicciardini, via Macedonio
Melloni, 3) la proiezione di due filmati, il
primo inedito, girati al seguito delle formazioni partigiane durante la Resistenza. Si tratta del documentario di Marino
Cantoni dal titolo “Con i partigiani
sull’Appennino parmense” e de “La liberazione di Chiasso”, ad opera di Claudio
Borello e Michele Rosboch. Per quanto
concerne il mio giudizio sulle celebrazioni del 25 aprile, devo ammettere che
personalmente preferisco il clima, il lato
popolare e festoso a quello istituzionale
e commemorativo, anche se va certo bene occupare le piazze e rivendicare l’importanza e il significato dell’esperienza
partigiana. Qualche volta sento vivo il
rischio che la significativa minoranza
che oggi pone di nuovo in discussione i
valori della Resistenza diventi troppo
rumorosa, soprattutto quando coinvolge
quella massa sempre più larga di indifferenti e qualunquisti.
Dopo tanti anni di esperienze “sul
campo”, in che rapporto si trovano
oggi, di fronte all’evidente emergere
di tendenze revisioniste, concetti come storia e memoria?
Secondo me non si può parlare oggi di
una storiografia sulla Resistenza così
fortemente, e ideologicamente, tendenziosa come vorrebbero farla apparire,
con altrettanta enfasi, alcune Case editrici. L’appropriazione della storiografia
resistenziale, che è in larga parte buona
o addirittura d’eccellenza, da parte della sinistra storica e da parte dei tanti
protagonisti e studiosi che hanno vissuto il fascismo in prima persona su posizioni di antagonismo e che la guerra
partigiana l’hanno combattuta è di certo un dato di fatto, ma sarebbe utile
chiedersi e sottolineare come il vero deficit di studi e documentazione sia un
problema che ben poco tange questi autori, quanto altri che meno hanno studiato. Va bene la revisione critica, documentaria e metodologica, va bene un
confronto aperto sulla base dei materiali e degli studi, meno un uso strumentale, romanzesco ed equivoco della storia
e della memoria.
Istituto Nazionale per la Storia del movimento di Liberazione in Italia- Viale
Sarca 336 (palazzina 15); 20126 Milano;
tel. 02-6411061; fax 02/66101600.
Valeria Casarotti: acquerelli in mostra
Teresa Garofalo
abato 31 marzo
S
presso la galleria
d’arte “Art Action” di
Bresso è stata inaugurata la personale “Acquerelli in Mostra” della pittrice Valeria Casarotti, che da anni fa
parte della redazione
del nostro giornale.
Laureata in lettere moderne, appassionata
d’arte, solo da pochi anni ha iniziato a dipingere ed è subito stata
conquistata dalla duttilità e dalla delicatezza
della pittura ad acquerello, tecnica che le risulta particolarmente
congeniale.
Osservare il pennello
scivolare sulla superficie del foglio come un pattino
sul ghiaccio, lasciando una traccia di colore che cattura la luminosità degli oggetti è insieme rilassante ed
entusiasmante. Ed è questa la seduzione dell’acquerello, uno strumento versatile, imprevedibile e un po’
ribelle, insofferente a regole troppo rigide. Sembra
quasi avere una sua vita autonoma e in questo soprattutto sta la difficoltà della tecnica. Come pochi versi
possono esprimere più di cento parole, un buon acquerello è in grado di catturare la bellezza della natura
con pochi tratti. E questo, oltre a suscitare
suggestioni attraverso
pennellate tenui ed
evanescenti, è ciò che
l’artista si prefigge.
Nella sua produzione,
quindi, non compaiono
opere di grandi dimensioni né colori squillanti, ma paesaggi spesso
ovattati e avvolti nelle
nebbie invernali, atmosfere magiche e lievi
che suggeriscono la dilatazione del tempo e
la rarefazione dello
spazio. Fresche e luminose anche le nature
morte, composte con vivacità ritmica e armonia di luci ed ombre.
Particolarmente interessanti i ritratti di figure femminili, colte tra la realtà e il sogno, trasparenze soffuse di luce, tracce, ricordi, memoria.
Figure evanescenti i cui sguardi rivelano storie di vita, intenso espressionismo dell’anima. Una pittura,
quella di Valeria Casarotti, che racconta la poesia della vita con grande serenità.
Galleria Art Action, via Dante 15 /A Bresso, dal 31
marzo al 14 aprile.
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FIATO ALLE TROMBE
a cura di Sergio Maestri
Cercasi cantautore per il “Trofeo Esuli”
S
ono aperte le iscrizioni al concorso musicale più conosciuto della zona, il
“Trofeo Esuli”. Questa volta con una marcia in più, un premio speciale al miglior
concorrente cantautore. Ecco di seguito il
Regolamento del Concorso.
Gli “Esuli”, famoso gruppo musicale della
zona, nato musicalmente negli anni ’60 organizza, in collaborazione con l’associazione Onlus M.A.Gi.G. per l’assistenza delle
famiglie di minori affetti da spina bifida,
con il giornale “Zona Nove” e con la
“Società Edificatrice di Niguarda” un concorso musicale per cantanti e gruppi musicali. Il “Trofeo Esuli” nasce al fine di promuovere i cantanti e i gruppi musicali
emergenti, offrire loro uno spazio dove esibirsi e creare un’occasione d’incontro e di
crescita. Il concorso si svolgerà venerdì, sabato e domenica 11-12-13 maggio al
Teatro della “Parrocchia alla Bicocca” in
via La Farina 15, Milano, con ingresso libero. Il concorso è aperto a solisti e gruppi
non professionisti di tutti i generi musicali
(ad esclusione della musica classica).
Dopo le prime due serate di selezione, andranno in finale i tre gruppi che conseguiranno il punteggio più alto di ogni serata.
I brani da eseguire potranno essere al
massimo 3 (tre). L’esecuzione di un numero inferiore di brani non preclude la partecipazione, ma, ovviamente, limita il giudizio della Giuria. I brani dovranno rispondere alle caratteristiche sotto elencate:
• Non contenere messaggi pubblicitari né
parole o messaggi che offendano il senso
del pudore, le persone, le Confessioni
Religiose e le Pubbliche Istituzioni
• Non essere solo brani strumentali
• Avere una durata di 4’ circa l’uno, e la
somma massima per tutti i brani non dovrà essere superiore ai 15’ (penalizzati i
concorrenti oltre il tempo massimo)
La quota d’iscrizione per i cantanti è di 5
euro e per i gruppi di 20 euro qualsiasi
sia il numero degli appartenenti.
Cantanti e musicisti non potranno esibirsi con più di una formazione. Il modulo
d’iscrizione è reperibile presso tutti i
“punti d’iscrizione e informazione” (vedi
elenco sottostante) e, a richiesta, all’indirizzo mail [email protected]. Il
modulo d’iscrizione, compilato in ogni sua
parte, e una demo contenente almeno due
brani musicali dovranno essere consegnati, in busta chiusa, unitamente alla quota
d’iscrizione presso la “Trattoria Toscana”
in Viale Sarca 187, entro il 20 aprile. In
mancanza di demo contattare l’organizzazione (331-4435329) che troverà il modo
di ascoltare e valutare il concorrente.
Ogni cantante o gruppo verrà contattato
tramite mail o telefono al fine di comunicare il risultato della selezione.
Strumentazione: l’organizzazione mette a
disposizione le tastiere, gli amplificatori,
l’impianto voce e la batteria completa (è
vietata la seconda cassa). I concorrenti dovranno dunque portare solo gli strumenti
personali indispensabili. I cantanti selezionati che parteciperanno individualmente dovranno fornire le basi musicali
con i brani in ordine di esecuzione su Cd
musicale (non dati). Giuria: la giuria, il cui
verdetto è insindacabile, sarà composta
dai sei componenti il gruppo musicale
“Esuli” e da musicisti professionisti ed
esperti del settore. In caso di parità fra
due concorrenti sarà determinante il verdetto dei componenti degli “Esuli”. Premi:
a tutti i partecipanti una t-shirt a ricordo
della manifestazione offerta da “Grip
Milano” abbigliamento uomo-donna delle
migliori marche di via Valfurva 3.
Al primo classificato andrà il Trofeo Esuli.
Al secondo e al terzo una targa ricordo.
Per info o suggerimenti scrivere a: fiatoal-
[email protected]. Punti di iscrizione e
informazione al “Trofeo Esuli 2007”: Soc.
Cooperativa Edificatrice di Niguarda Via Hermada, 14; Redazione “Zona Nove”
- Via Lanfranco della Pila, 61; Circolo Acli
Bicocca - Via La Farina, 15; “Telek impianti” d’antenna tv digitale terrestre satellitare - Piazza Bruzzano, 4; “Grip
Milano” Abbigliamento uomo-donna delle migliori marche - Via Valfurva, 3;
“Trattoria Toscana” da Aldo - Viale Sarca,
187; Farina cristallerie, porcellane e casalinghi - Viale Fulvio Testi, 89; “Il Gatto e la
Volpe” ristorante, pizzeria e “La Bottega
del Tabacco” - Via De Calboli, 4; “Cella
Antonio il fornaio” Panetteria - Via De
Calboli, 3; “Piazza delle Erbe” erboristeria
di Ileana Locatelli - Via Val Maira, 4; “Il
capriccio” Centro Tim - tutto e di più per
la telefonia - Via Ornato, 39; “Harry’s Bar
Scala Ristorante” - Via Innovazione (a lato biglietteria Teatro Arcimboldi).
- Altro appuntamento da non perdere: Musica e Generazioni a Confronto 2007”, terzo appuntamento di musica
non-stop, dalle ore 15 alle 23.30 del 14
aprile presso l’auditorum del Centro
Scolastico Provinciale - Parco Nord : in
Via Gorky 106 - Cinisello Balsamo, di
fronte al centro Multimedica. Organizzato da Associazione Genitori Scuola
media Franceschi di via Cagliero. Quest’anno il tema della giornata,
tutta dedicata alla musica, sarà “le voci’’, a rappresentare simbolicamente
quelle voci che molto spesso la società
non ascolta, quelle voci che intorno a noi
chiedono aiuto. I gruppi musicali partecipanti a questa giornata saranno composti da studenti, genitori e anche gruppi esterni alla scuola. Il ricavato della
giornata sarà destinato al Fondo scolastico per le attività extra-curricolari a
favore delle famiglie disagiate. Per informazioni rivolgersi al coordinatore dell’iniziativa Antonio De Angelis e-mail: [email protected]
- Per le vostre critiche, scrivete a
“Fiato alle Trombe” - e-mail: [email protected] . Buona musica a tutti.
Anche Augusto Cominazzini
fra i premiati dell’Hanau
Ortensia Bugliaro
omenica 25 marzo presso la Villa Hanau, in via
D
Guerzoni 38, c’è stata la premiazione del IV° concorso di
Poesia e Narrativa “Premio Hanau” su iniziativa del CdZ 9
e dell’Associazione Milano-Arte.Tra i premiati si è distinto il
nostro collaboratore Augusto Cominazzini, che con la sua
poesia in dialetto milanese “La sciôra Lèna” ha ottenuto il 3°
premio nella categoria adulti. Cominazzini, nel ringraziare
la giuria, ha proposto agli organizzatori di introdurre anche
un premio specifico per il dialetto milanese.
Nella categoria giovani si sono distinti alcuni alunni della
scuola Falcone Borsellino, con poesie e racconti molto significativi. Prima classificata è stata Ilaria C. con la poesia
“Celle Ligure”, che pubblichiamo a pag. 21 assieme alla
poesia di Cominazzini.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
Alimenta il tuo benessere
Campagna di Coop in collaborazione con
l’Istituto Nazionale della Nutrizione
Valeria Malvicini
oop è impegnata da oltre 25 anni nelle attività di educaC
zione al consumo consapevole e da sempre dedica un’attenzione particolare all’educazione alimentare e al gusto. Sta
partendo una nuova campagna intitolata “Alimenta il tuo
benessere” che prevede la produzione di un kit didattico, una
campagna informativa con la presenza di dietiste in alcuni
punti vendita per ragionare insieme ai consumatori attorno
al corretto stile di vita basato su una corretta alimentazione
e una regolare pratica sportiva. Vita sedentaria e alto consumo di grassi e zuccheri producono danni rilevanti e il problema del soprappeso, che spesso si trasforma in obesità, è ormai evidente. Fin da piccoli veniamo abituati ai sapori decisi,
al molto dolce (merendine) o al molto salato (patatine), e si
perde il gusto per i sapori delicati. Ecco così l’abuso di snack
e lo scarso consumo di frutta e verdura. I gusti però, si sa,
cambiano e la proposta Coop consente ai ragazzi di sperimentare sapori diversi in modo da acquisire un’alimentazione variata. La varietà, infatti, non solo favorisce l’acquisizione di diversi principi nutritivi, ma distribuisce il rischio di accumulo di sostanze, come alcuni additivi, che in quantità significative potrebbero risultare nocive. Ma mangiare sano
non basta, occorre anche una dose quotidiana di moto ed ecco che il simbolo della campagna è una bici le cui ruote sono
fette di arancia: più chiaro di così!
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Consegna prevista: primavera 2009.
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ONA NOVE 15
TAM La grande
danza
agli
Arcimboldi
Teatro degli
Milano
Cultura
febbraio-maggio 2007
dall’8 al 13 maggio
Corpo di Ballo del Teatro Bol’šoj di Mosca
Scambio culturale con il Teatro alla Scala
LA FILLE DU PHARAON
IL LIMPIDO RUSCELLO
Lunedì 16
e martedì 17 aprile 2007
ore 21
Bill T. Jones
Arnie Zane Dance
Company
associazione teatrale emilia romagna
in collaborazione
con il Piccolo Teatro di Milano
presenta
Coreografia Bill T. Jones
Musica originale composta e arrangiata
da Daniel Bernard Roumain
Scene Bjorn Amelan
Luci Robert Wierzel - Costumi Liz Prince
Testo originale Bill T. Jones e la Compagnia
BLIND DATE
I biglietti per gli spettacoli di balletto sono in vendita anche al
Piccolo Teatro di Milano - www.piccoloteatro.org - tel. 848.800.304
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Piccolo Teatro 02.72.333.237/238/214/215
ONA NOVE 16
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L’ULTIMO DEI CIRCOLI
MIGRANTIN
ONA
Il “Familiare” di via Terruggia compie 60 anni
Diana Roca
15 marzo 1947, tra i molti circoIa lliNiguarda,
ricreativi e culturali costituiti
nasceva l’ultimo, il
Circolo Familiare Lavoratori Cooperativa di Niguarda, con l’adesione di dieci Soci fondatori che sottoscrivevano un’azione ciascuno di
lire 1000 per, come diceva lo Statuto, “promuovere tutte quelle iniziative che possono contribuire a
migliorare le condizioni sociali e
culturali dei Soci”.
I Circoli erano quindi uno strumento mediante il quale, attraverso “i giochi o qualsiasi altra forma
di sano intrattenimento familiare”,
si tentava di favorire l’incontro fra
le persone per sviluppare le discussioni e il confronto sui problemi
della vita di tutti i giorni nel rione
e nel paese, per creare quell’unità
per poi insieme trovare le soluzioni
necessarie a risolvere i problemi
comuni.
Un posto insomma dove si discuteva e si faceva politica, senza trascurare il divertimento e il piacere
di incontrarsi per un calice di vino,
una partita a bocce o a biliardo, o
per delle serate con piatti popolari
e rustici ma sani, musica e ballo.
Niguarda è sempre stata caratterizzata da una notevole presenza
di bar e trattorie che per i Circoli
significavano una concorrenza non
trascurabile, ma questi si distinguevano allora, e forse si distingue
ancora oggi il Circolo Familiare,
per l’impronta sociale e politica
della loro gestione.
Contrariamente a tutti ali altri
Circoli, che hanno perso la battaglia della loro sopravvivenza ed
oramai hanno chiuso i battenti, il
Consiglio di Amministrazione da
oltre dieci anni, con il presidente
Egidio Cattaneo, cui hanno fatto
seguito Giuseppe Santambrogio e
oggi Silvio Rigoldi, con una politica
di investimenti per l’adeguamento
degli ambienti e una manutenzione
puntuale e costante, ha gettato le
basi per permettere al Circolo
Familiare di affrontare il futuro
con la serietà e la professionalità
che un’attività sociale e commerciale come questa merita.
La massima attenzione è sempre
stata rivolta alla tutela della qualità dei prodotti ed al loro minimo
prezzo, al rapporto con le famiglie
e gli anziani del quartiere, alla cucina ed al bar come servizio, in
quanto lo scopo non è il guadagno
ma un modo socialmente valido
dello stare insieme.
Il Consiglio di Amministrazione
del Circolo, composto da Rigoldi
Silvio, Rigamnonti Silvano, Reggi
Dante, Rovelli Carlo, Alberti Paolo,
Guachi Alberto, Muchetti Walter,
offre ai frequentatori soci e non, un
ambiente confortevole sempre pulito e ordinato, caratterizzato da più
sale con spazi per bar, biliardi e
giochi, ristorante per cerimonie con
possibilità di ballo, salette per riunioni e incontri.
Il tutto viene gestito dalla famiglia
Scanu Hertel, che cerca di ottenere
il massimo della collaborazione per
offrire a soci e clienti la migliore
qualità dei servizi.
Il 21 aprile prossimo, che è un sabato, si svolgerà l’assemblea di bilancio e saranno offerti a soci e invitati un pranzo e un pomeriggio
danzante aperto al quartiere con
Happy hour. Inoltre si sta preparando un ampio programma di incontri sia danzanti che musicali,
per sensibilizzare la gente a riunirsi, socializzare, giocare. Come avviene in una vera famiglia.
Buon compleanno,
Circolo
… stanno lì
riuniti nel cortile
dalla parte in ombra
dove sono i vasi
con gerani rossi
che sembrano guardiani
tra quelle vecchie
mura scolorite
son logore le sedie
in circolo posate
come un rituale
per guardarsi in viso
ed ogni giorno
stanno lì a parlare
forse a narrar
la favola
che non conosce tempo
son stanchi gli occhi
di rughe incorniciati
e tanti gli anni
passati sotto il sole
ma qui son sempre
insieme a raccontare
chissà che cosa
tra una partita a bocce
e un calice di vino
un po’ d’umanità
si cerca in viso
e si finge di non veder
la sedia vuota
rimasta lì da sola
così da poco tempo
un’altra
forse presto
resterà in disparte
ma la voglia di familiarizzare
non ha fine
non ha tormento
né tramonto!
Il nostro convegno
sulle comunità migranti
Lorenzo Gomiero
l convegno su "Comunità migranti e nuove periferie. Il ruolo
Inostro
di istituzioni, banche e imprese", organizzato il 17 marzo dal
giornale in collaborazione con Etnica e con il sostegno di
Intesa-San Paolo, ha visto emergere la necessità di creare vere
nuove relazioni con le comunità dei migranti. Comunità che fra
non molti anni potrebbe raggiungere quota 7 milioni (stima
Ismu) con effetti sia economici ma soprattutto sociali di inclusione, di valorizzazione di culture diverse fra di loro e dalla nostra. Occorre perciò promuovere iniziative che portino a relazionarci con persone, imprese, comunità migranti e a cogliere
l’opportunità di costruire una società multiculturale senza barriere pregiudiziali.
Le imprese dei migranti che stanno crescendo di numero e
d'importanza con ritmi sostenuti, grazie ad una propensione al
rischio più alta della nostra, hanno bisogno di uscire dal “ghetto”, crearsi una “reputazione", una nuova immagine. In poche
parole passare da “impresa etnica" a impresa aperta.
Ma la nostra comunità deve affrontare anche una nuova sfida, ovvero “accogliere” i nuovi italiani figli di immigrati di
seconda generazione, che si sentono fortemente inseriti nel
tessuto sociale ma stanno facendo fatica ad essere riconosciuti e, soprattutto, trattati alla stessa stregua di chiunque
di noi. Occorre quindi promuovere un'educazione interculturale che ci porti a relazionarsi con l’altro nella sua complessità umana e culturale.
Il sistema economico e finanziario, ovviamente, ha colto queste
opportunità adattandosi e cercando rapporti. Anzi, alcuni istituti di credito si stanno attrezzando per offrire prodotti e servizi ad hoc. Il grande gruppo bancario nato dalla fusione fra
Banca Intesa e Sanpaolo ha allo studio da diverso tempo prodotti e servizi mirati per “accogliere” il cliente immigrato alle
prese, spesso e volentieri, con la lingua e con esigenze diverse
(per esempio il trasferimento fondi al paese di origine).
Puntando, grazie alla sua presenza capillare sul nostro territorio, a diventare punto di riferimento e strumento di inclusione
sociale ed economica dei popoli migranti.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 17
VILLA TROTTI E DINTORNI
“Vogliamo rilanciare il centro storico di Niguarda”
“Il nostro progetto prevede attorno a Villa Trotti ristrutturata una piazza,
uno spazio verde, un teatro, sale per eventi culturali, negozi. Ma il Comune, quando ci darà il via?”
GIOVANNI POLETTI
LUCA BARBIERI
l libro di Sergio Bernasconi sulla villa Trotti
Isopita
Bentivoglio ha rinverdito la problematica mai
della ristrutturazione di questo gioiello
perché possa essere fruito dal quartiere. La villa è proprietà dell’Edificatrice che da anni attende dal Comune il via libera per i lavori di ripristino. E se finalmente le trattative siano
giunte a conclusione, lo chiediamo a Giovanni
Poletti, presidente della stessa Cooperativa.
“Patrimonio della Cooperativa è l’area che comprende non solo villa Trotti, ma anche la Curt
di Matt, la cascina adiacente. L’area è oggi fatiscente, in completo abbandono, ricettacolo di
topi e di sbandati che la occupano abusivamente. Il Comune ha destinato l’area a servizi pubblici ma noi che ne siamo proprietari da 20 anni non possiamo certo edificare opere di questo
tipo. Il Comune d’altro canto è fermo e, come
per altre 150 situazioni a Milano, anche il nostro progetto è congelato. Pare che una delibera
di giunta voglia ora rendere l’area edificabile,
ma non c’è nulla di ufficiale. Da parte nostra
anche recentemente abbiamo presentato un
nuovo progetto che coinvolge tutta l’area e che
ha l’obiettivo di rivitalizzare il centro storico
del quartiere. Sull'area della cascina, completamente abbattuta, vorremmo aprire una piazza
di 1800 metri, intorno alla quale si raccolga il
cuore di Niguarda, un ampio spazio verde fruibile da tutti. Villa Trotti ospiterebbe un teatro
di 500 posti e saloni per eventi culturali. In
questo modo il quartiere avrebbe finalmente
un’unico centro culturale, religioso, amministrativo e commerciale. Nel progetto non sono
previsti grandi edifici abitativi ma solo un caseggiato basso, perpendicolare alla via
Graziano Imperatore, con pochi appartamenti
e tanti negozi. Per poter realizzare tale progetto l’Edificatrice è disposta a cedere gratuitamente al Comune 10.000 mq di terreno che
possiede in via Cesari.
Certo, questa nuova proposta cambierebbe il volto del quartiere riqualificandolo.
È proprio così, perché Niguarda possiede tanti
tesori nascosti, non goduti. Oltre alle ville
Trotti, Corio e Clerici già ben note, abbiamo villa Lonati, oggi sede di un vivaio, villa Mellin,
circondata da un parco e sede di una scuola di
polizia, l’ottocentesca villa Calderara delle suore
domenicane. Tutte queste meraviglie potrebbero attirare visitatori, evitando il pericolo di un
isolamento del quartiere. Chiusa da via Enrico
Fermi a ovest, da viale Fulvio Testi a est e a sud
dalla Gronda, Niguarda rischia la ghettizzazione. Oggi l’unico richiamo è il Parco Nord, ma
non basta per mantenere vivo il quartiere.
L’unica opportunità è offerta dal rilancio del
centro storico, una piazza e un bel giardino dove
incontrarsi, tante ville antiche da visitare, un
teatro da frequentare, bar e ristoranti da scoprire. Tutto questo porterebbe gente e quindi ne
godrebbero anche i commercianti niguardesi
che troppo spesso oggi si vedono costretti a lasciare la loro attività. Sarebbe un vero delitto,
considerato il valore storico del nostro quartiere, se Niguarda perdesse la sua specificità.
Siamo pronti ad aprirci e a convivere con tutti,
filippini, arabi, russi, sudamericani, cinesi, ma
non dobbiamo perdere la nostra identità. Il rilancio del quartiere, come si capisce, è una grande operazione urbanistica, sociale, politica ed
economica che l’Edificatrice non può realizzare
da sola, perciò è indispensabile la collaborazione
di tutte le realtà niguardesi, dalla chiesa ai partiti, alle associazioni culturali di ogni orientamento o colore politico. Il 18 aprile abbiamo organizzato un convegno, durante il quale verrà
presentato il libro” Villa Trotti Bentivoglio”.
Sarà questa l'occasione per invitare i cittadini
del quartiere, la Provincia e il Comune di
Milano, le associazioni commerciali, culturali
e sportive, quelle del volontariato e dei servizi, la parrocchia di San Martino, le Cooperative, i rappresentanti delle scuole, gli imprenditori di tutte le categorie a discutere sul tema “La ristrutturazione della villa Trotti
Bentivoglio e della Curt di Matt: un’occasione
per riqualificare il centro storico di Niguarda.
Parliamone per costruire insieme un percorso, per valutare proposte, per ritrovare il gusto di contare”. Non è più possibile ormai stare chiusi nel nostro orticello, è ora di svegliarsi, unire le nostre forze e agire.
Valeria Casarotti - Teresa Garofalo
a Repubblica Autonoma di Niguarda,
L
chiamata così perché i suoi abitanti sono fieri della loro autonomia dalla metropoli, da molti anni si sta arrovellando sul
proprio futuro. La riqualificazione di Villa
Trotti e il ripensamento delle volumetrie
attualmente occupate dalla “Curt di matt”
è sicuramente un progetto di ampio respiro
che potrebbe dare quello scatto necessario
a ripensare tutta l’area niguardese. Vi proponiamo quindi un’intervista a Luca
Barbieri, architetto che si è occupato di elaborare il progetto di recupero della villa,
per capirne qualcosa in più.
Villa Trotti-Bentivoglio: perché la sua
sistemazione è così importante per
Niguarda?
La Via Ornato è una delle porte d’ingresso alla città di Milano. Lasciare che a caratterizzarla sia un rudere disabitato sarebbe una
sconfitta per tutti i cittadini.
Leggendo il libro di Sergio Bernasconi
sulla Villa Trotti si capisce che il destino della cascina “Curt di matt” è ormai
segnato. Secondo lei qualsiasi suo recupero è da catalogare come accanimento
terapeutico?
Anche la demolizione può essere una operazione del restauro necessaria. Conservare infatti non può voler dire tenere tutto, conservare significa innanzitutto scegliere che cosa
tramandare. Per scegliere occorre conoscere,
ecco perché il libro di Sergio Bernasconi ha
molto a che fare con il recupero architettonico
del centro storico di Niguarda.
Esaminiamo allora le linee guida del
progetto di recupero della Villa Trotti?
La proposta parte da un dato emerso dall’analisi storica del costruito: Villa Trotti era essenzialmente una scenografia fatta più di
vuoti che di pieni. L’utilizzo intensivo a fini
residenziali mal si presta ad una messa in
valore degli elementi architettonici della
Villa. Si è pensato di inserire qui la nuova sede del Teatro della Cooperativa, creando l’aula per palco e platea grazie alla copertura del
cortile centrale. Altane e loggiati, riportati alle condizioni originali, diventano palchi e locali accessori, recuperando a pieno l’originario effetto scenografico. È chiaro che resta necessario trovare il modo per far stare in piedi
un piano finanziario immobiliare che consenta la sostenibilità dell’intervento.
La cascina, definita da lei un resto non
prezioso, è artificiosamente tenuta in
piedi in quanto volumetria esistente. In
questo caso non si parla di recupero ma
di demolizione e realizzazione di un
progetto completamente nuovo.
Vogliamo richiamarne gli aspetti più significativi?
Il diradamento volumetrico lungo Via
Graziano Imperatore, consentirebbe la
creazione di una piazza pubblica, con il
benefico effetto di decongestionare l’angolo con Via Passerini oggettivamente molto
sacrificato dall’inserimento del tracciato
metrotranviario.
I progetti dell’Edificatrice non possono
non inserirsi in un disegno di più ampio
respiro che contempli il riesame di tutto
il centro storico di Niguarda. Quali idee
si sente di proporre per ridisegnare tutta l’area?
I disegni complessivi calati sul territorio,
rischiano di rimanere sempre largamente
disattesi. Non credo sia molto produttivo
discutere a lungo su questi problemi se non
come manifestazione di una complessiva
volontà di trasformazione da assumersi come scenario positivo. Più utile trovare condivisione su progetti specifici, realizzabili e
che siano spinti dalla volontà di fare bene,
di creare qualcosa di bello per la nostra
città. La storia metabolizza tutto, la città
appunto ingloba ogni intervento. Possiamo
solo cercare di fare del nostro meglio come
uomini del nostro tempo, in tutta onestà,
usando al massimo gli strumenti critici e
culturali di cui disponiamo.
Se tutti gli operatori sapessero porsi in
questa prospettiva vivremmo una Milano
migliore.
Andrea Bina
SCUOLIN ONA
● Cesari: genitori in scena, figli in platea
nche quest’anno un gruppo di genitori delle
A
classi quinte sta organizzando uno spettacolo teatrale. Tutto è cominciato 10 anni fa e da
allora ogni autunno un manipolo di mamme e
papà si ritrova una volta la settimana per provare e riprovare le stesse scene. È una di quelle
cose che fanno parte della tradizione della nostra scuola, che la identificano, come tante altre.
Per noi genitori è uno dei modi per essere presenti nella scuola dei nostri figli perché nella
scuola ci crediamo, perché vogliamo viverla con
intensità sia nei suoi momenti istituzionali che
in quelli legati al piacere, allo star bene poiché
questi aspetti insieme fanno di tutti noi delle
persone complete. Ci piace metterci in gioco,
cammuffarci, per qualcuno è più naturale perché “buffone” lo è un po’ tutti i giorni, per altri è
stato necessario superare i primi imbarazzi, ma
tutti abbiamo lavorato con impegno nella speranza di far divertire i bambini e magari anche
i grandi. Il nostro spettacolo è aperto a tutti. Vi
aspettiamo sabato 12 maggio alle ore 21 presso
il Teatro di Via Pavoni 10, tra piazzale
Maciachini e Via Crespi. (I Titanici)
● Refezione: bimbi a dieta, mamme furenti
ome mamma della commissione refezioC
ne di una scuola di zona ho partecipato a
un corso indetto da Milano Ristorazione per i
genitori che si prendono l’onere di controllare
il servizio. Ho avuto così l’opportunità di parlare con esperti della composizione dei menù,
e di chiedere chiarimenti in merito alle quantità di cibo servite. Ho avanzato il dubbio che
le porzioni, in continuo vertiginoso calo, non
siano sufficienti. Mi è stato risposto che, soprattutto per quanto riguarda il secondo
(=proteine), il fabbisogno giornaliero, per la
fascia d'età in questione, è addirittura la
metà di quello che viene servito e quindi le
porzioni che a noi sembrano così misere sono
in realtà più che sufficienti, se non addirittura abbondanti. Il "tecnologo alimentare" ci ha
poi chiarito che non è di nostra competenza
verificare il peso delle porzioni perché entrano in gioco talmente tanti fattori (assorbimento di liquidi, piuttosto che rilascio degli
stessi, a seguito della cottura e via dicendo)
ONA NOVE 18
che bisogna essere dei tecnici specializzati
per dichiarare che una porzione è insufficiente dal punto di vista nutrizionale (Oh
bella, chissà la sera come facciamo!) Noi, come commissione mensa, possiamo eventualmente segnalare che "ci sembra" che la porzione sia scarsa, ma poi saranno gli organi
preposti a verificare (campa cavallo…).
Insomma due a zero per Milano ristorazione.
Intanto a scuola si buttano valanghe di primi piatti che "ci sembra" non sappiano di
niente se non addirittura siano immangiabili, valanghe di verdura che "ci sembra" provenire dai raccolti dei primi insediamenti
agricoli del paleozoico, ma quando arriva del
pollo o della carne che "ci sembra" commestibile allora scattano le disposizioni asl, i larn,
l'allarme obesità e chi più ne ha più ne metta e i nostri bambini devono accontentarsi di
porzioni "nutrizionalmente bilanciate" e praticamente invisibili. (Michela, mamma di
una commissione mensa)
● Bussero: la biblioteca di Nonna Laura
ono una nonna che si occupa della biblioteS
ca della scuola Elementare G.B. Pirelli di
via Bussero. A proposito, lo sapete che la biblioteca scolastica ha aperto l’attività in una
sede più ampia dall’inizio di febbraio? La direzione ci ha concesso una bella aula luminosa
(a differenza della piccola sede degli anni
scorsi, che era proprio minuscola e non adatta). Per questo voglio ringraziare il direttore
anche perché ha favorito l’entrata dei genitori
come volontari per la biblioteca. Poi voglio dire un grazie alle insegnanti che trattenendosi
a volte anche oltre l’orario hanno fatto l’inserimento nel computer di tutti quei volumi, e
costantemente seguono il nostro lavoro con
consigli e idee. Un grazie anche a tutti quei
genitori che tuttora lavorano per rendere migliore l’ambiente, e sai cosa ho inventato per
invogliare i ragazzi alla lettura? Confeziono e
distribuisco dei segnalibri che io chiamo pezzettini (non vi spaventate, non sono quelli di
Provenzano!), sui quali c’è una figura e una
piccola frase invitante. Ebbene, funzionano! I
bambini tornano volentieri a prendere nuovi
libri e leggono! Vorrei chiedere ai genitori di
questa zona un aiuto. Cari genitori, avete in
casa dei libri che vostro figlio ormai cresciuto
non legge più? Sarebbero graditi libri particolarmente per bambini delle prime tre classi;
al massimo di 6 o 7 anni fa, perché con l’avvento delle nuove tecnologie occorre interessare i bambini a libri abbastanza moderni, altrimenti si attaccano al computer e di leggere
non se ne parla! Io sono presente in biblioteca
solitamente il lunedì mattina dopo le 10.30,
però è sufficiente lasciare il libro o i libri alla
commessa dell’atrio, nell’ orario scolastico, dicendo che è per la biblioteca. (Nonna Laura)
● Verga: l’Olimpiade della Danza per la scuola
omenica 25 Marzo si è svolta presso il
D
Palalido di Milano la terza Olimpiade della danza per la scuola, che ha visto la partecipazione di 12 squadre provenienti da 9 diverse
scuole medie di Milano. A questo appuntamento - sotto la direzione artistica di Enkel
Zhuti, ballerino dell’Accademia dell’Opera di
Tirana - era presente anche la “Verga”, con le
classi 3D e 3E. La manifestazione ha avuto lo
scopo di promuovere una maggiore conoscenza e valorizzazione della danza come arte capace di sviluppare doti espressive e atletiche
anche in un contesto, la scuola, dove questo tipo di preparazione non rientra tra le attività
curricolari. Un impegno che sembra proprio
aver dato i suoi frutti, visti i risultati ottenuti
dopo soltanto 10 lezioni. Ma al di là degli esiti
positivi cui è approdato l’allenamento – tra cui
anche il riconoscimento, per la classe 3E, di un
premio per l’originalità della coreografia – il
vero successo di questa esperienza è stato proprio l’atteggiamento di entusiasmo e coinvolgimento col quale gli alunni della scuola Verga
hanno accolto quest’occasione non solo di arricchimento del proprio sviluppo psico-fisico,
ma anche di espressione degli stati d’animo,
delle emozioni e dei sentimenti attraverso un
linguaggio – quello del corpo – che a scuola rischia spesso di essere sottovalutato e mortificato. (Alessandro Colucci)
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
COMPLEANNI
ONA NOVE compie 14 anni
E li festeggia con la matita folle di Giovanni Beduschi
Al circolo degli anziani
canti senza frontiere
Silvia Benna Rolandi
degli attivissimi e meritori circoli per anziani
Iinndiunauno
zona nove, Santa Monica, è avvenuto un miracolo:
domenica di marzo ci siamo sentiti tutti più giovani. Merito di un coro montanaro gli Amici di Gerola
che è sceso in città a proporci con voci vigorose e intonate canti che ricordano i bei tempi dell’imnamoramento (L’usignolo) o i brutti tempi delle guerra
(Bombardano Cortina).
La sorpresa è venuta da alcune chicche poco conosciute
come una preghiera di Santa Teresa d'Avila, Nada me
turbe, cantata in spagnolo, o l'inno del Sudafrica, in lingua zulù. Terminati i fragorosi applausi, chiediamo al
maestro Beppe Pautasso come mai nel suo coro è confluita tanta musica del mondo. “La musica non ha confini, come le nuvole”, risponde. Cosi può rispondere un
musicista che, dopo aver studiato ascetica in seminario
e fatto l'infermiere, oggi è guardia ecologica. Arrangia a
orecchio le canzoni di montagna, quasi tutte per soli
maschi, in modo da adattarle al suo coro, che ha anche
molte belle voci femminili.
La sua avventura è iniziata nel '99, quando un avellinese di Gerola, conoscendo il suo amore per i canti di
montagna, gli ha proposto la direzione, precisando:
“Non possiamo pagarla”. A lui andava benissimo, e anche ai suoi coristi. “Molti fanno chilometri per venire alle prove e non mancano mai”, racconta Pautasso. “Non
si fanno tanti sacrifici per soldi o per ambizione, ma per
passione. Vogliamo essere semplici, popolari. Andiamo
nelle case di riposo e a qualche fiera”.
Gli Amici di Gerola si autofinanziano, ma si presentano come dei veri professionisti, in camicia azzurra e
giacca blu. “Ci hanno portato aria buona di montagna”,
commenta Dina, la responsabile del centro, mentre il
coro si congeda con i ripetuti din don di Campane e voci
e con una piccola preghiera-saluto che condividiamo,
Amici miei.
Danza classica
al quartiere Comasina
abato 21 Aprile alle ore 16 in via Spadini 15, dopo
S
21 anni di insegnamento in via Teano, Angela
Chiesa inaugura l’Accademia di Danza Classica “Un
Mondo sulle Punte”. Dopo essersi diplomata presso la
famosa Royal Academy of Dance di Londra, Angela
Chiesa trova la determinazione e la capacità di aprire
questo nuovo complesso andando incontro alle richieste coreografiche e di movimento di molte aspiranti
giovani ballerine dai 4 anni in su, la cui preparazione
viene seguita e valutata periodicamente da esaminatrici Rad di tutto il mondo. Si tratta di una delle migliori scuole di Milano ed è per questo che, ad anni alterni,
presso il Teatro Nuovo di piazza San Babila, la scuola
allestisce spettacoli molto coinvolgenti che mettono in
evidenza la grande preparazione tecnica ed artistica
delle giovani ballerine. Tutti i lettori sono già da ora invitati. (S.M.)
Al carnevale con le pale
Del carnevale 2007 il ricordo più bello rimane
quello del carro a forma di elicottero della pace
realizzato dai pensionati della Bicocca: progettista
e costruttore Luigino Mantovani, motorista Pierino
Rossi e collaudatore Alessandro Scrigna.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 19
ONA 9
DERBY
a cura di Lorenzo Meyer e Mauro Raimondi
La parola a un milanista in aspettativa
l’avete visto giocare? Penoso. Del resto i nostri esperti di mercato spagnolo sono anni
che si superano. Mi piacerebbe tanto conoscere il nostro osservatore in terra iberica:
il nostro destino sarà ancora da
chi è, Manolo, quel tipo con il tamburo che si
Champions. In ogni caso, dall’alto dei miei
vede allo stadio? Josè Mari, Javi Moreno,
quarant’anni da tifoso rossonero verace ma
Redondo, Rivaldo: ma quanti brocchi abbiasenza paraocchi, vorrei invitarvi a qualche
mo salvato dall’anonimato o dalla pensione
cupa riflessione sullo stato del nostro
coprendoli di euro?
Milan. Nonostante sappia benissimo che,
E vogliamo anche dire che siamo l’unica
davanti a un titolo dell’Inter, dovremmo
squadra al mondo che mantiene in rosa
stare uniti a sbeffeggiare i cugini sulla loro
quattro portieri? Ci mancava pure Storari:
presunta moralità da passaporti falsi e pema Fiori, mi chiedo, cosa ci fa al Milan, le
dinamenti. Sul loro scudetto di cartone che
pulizie? O che siamo un club che costringe
ci hanno sbattuto in faccia come se fosse
degli ultraquarantenni a giocare una semifistato… vero (e non merito del Signor
nale di Coppa Italia? Roba da denuncia di
Rossi). Sul fatto che per avere, finalmente,
Amnesty International….
una buona squadra, hanno dovuto acquiLa maledizione della notte di Istanbul:
stare oltre 100 giocatori. Senza parlare delper noi è cominciato tutto da lì. Ed è
la decina di allenatori. Per ritornare a vingiusto che sia così: se uno perde una
cere il campionato gli interisti hanno dovuCoppa dei Campioni in quel modo, è
to aspettare qualcosa come 18, dico di-ciotnormale che paghi. Da allora, se ci pento, anni: sulle carte geografiche c’erano anGol di Cruz nell’ultimo derby vinto dall’Inter
sate, soltanto anonimato. Anzi, peggio.
cora le due Germanie e l’Urss. Diciamocelo,
Un mezzo scandalo che per poco non ci
sarebbero da compatire, i nostri cugini.
Anche perché, in Europa, la loro anima perdente, puntualmente, risorge. E le avventure ne- riporta in B, la mitica Fossa dei Leoni che si scioglie (per un agguato ordito da altri
ultrà milanisti, pare), tre derby persi sugli ultimi 4.
roazzurre oltre confine si risolvono sempre in sceneggiate: petardi o scazzottature, l’è istess.
Eppure, riesco solo in parte a sorridere dello scudetto dell’Inter. Ci sono troppe cose riguardanti Nel caso non vincessimo l’attuale Champions, l’ultimo triennio si rivelerebbe un totale falliil Milan, infatti, che mi portano ad essere, come dice Zucconi, un milanista in aspettativa. mento. E qui, permettetemi di affermare che qualcosa non mi quadra. Nella tanto decantata
Proprio oggi leggo, ad esempio, che per riunire gli oltre cinquanta (!) sponsor della squadra esi- logica aziendalista che il Milan si vanta di applicare, la conferma di un dirigente o di un allenaste un Milan Business Forum, manifestazione che è addirittura alla sesta edizione. Poi volto tore non dovrebbe derivare dai risultati? Resti se vinci. E allora, spiegatemi come mai Galliani
pagina e vedo che, per ricevere Ronaldo a Linate prima di Milan-Roma di Coppa Italia, non lo smuova nessuno. E Carlo Ancelotti? In (quasi) sei stagioni rossonere ha conquistato uno
Galliani si è fatto prestare una vettura della marca con cui aveva appena sancito il contratto di scudetto e una Coppa Campioni. Vi pare una media decente, per un allenatore del Milan?
Come mai è ancora lì? Semplice: perché sono entrambi fedelissimi del capo. Altro che meriti! E
sponsorizzazione rinunciando alla sua, evidentemente di un altro produttore.
E allora, mi viene il mal di stomaco. Perché questo calcio business l’abbiamo introdotto noi, in il dio calcio, invece, sa quanto mi piacerebbe vedere sulla nostra panchina un Prandelli, uno
Italia. Con i nostri elicotteri e gli ingaggi stratosferici, le amichevoli sponsorizzate in tv. Spalletti: uomini, non caporali. E quanto vorrei dei dirigenti nuovi, un presidente all’opposto
Sicuramente ci avrebbe pensato qualcun altro, ma è innegabile che è stato il Milan a distende- dell’attuale, altre facce. Facce diverse, facce come quella di Rocco, definito, non dimentichiamore per primo il tappeto rosso a questa commercializzazione del football che poi è diventata re- lo, catenacciaro da Galliani. Facce degne di quell’idea di Milan che mi sono fatto nell’infanzia e
gola. E la nausea si trasforma in incazzatura ripensando a come, spesso, noi tifosi siamo tratta- che, nonostante tutto, conservo.
ti. E risento le dichiarazioni di metà dicembre, in cui la dirigenza sosteneva che non avremmo Sogni. La realtà, al contrario è che per farci dimenticare questa sequela di brutte figure, adespreso nessuno al mercato invernale. Al contrario, sono arrivati Ronaldo e Oddo. Il che, inten- so ci nutrono del tormentone Ronaldinho: ormai non si parla che di lui. So di andare controdiamoci, va benissimo. Ma è il balletto di dichiarazione che mi fa infuriare: prima nessuno, poi corrente ma, per quanto mi riguarda, investirei quella montagna di soldi per l’acquisto di
Oddo, quindi il brasiliano solo se a costo zero, infine sborsando pacchi di miliardi di vecchie lire. qualche altro giocatore di spessore e nel settore giovanile. Da quanto non emerge un ragazzo
E mi chiedo perché le parole, al Milan, non abbiano più un peso, né un senso. Il perché di que- degno di giocare in prima squadra? Un Baresi o un Maldini, tanto per intenderci. Uno a cui
ste strategie di bassa lega, di questo mentire sempre e comunque. Come per Sheva: per quale affezionarsi, che diventi una bandiera: non un mercenario qualsiasi. No, a me non interessa
ragione raccontare che è stata la moglie a volere emigrare per permettere al figlio di impa- Ronaldinho. Personalmente, il tormentone che durerà tutta l’estate, mi ha già stufato.
rare l’inglese? Ma vi rendete conto, compagni di fede rossonera, che certe dichiarazioni of- Innanzitutto, perché è il solito gioco mediatico, che mi rifiuto di assecondare in quanto
mi sa che, alla fine, arriverà il solito presidente benefattore che elargirà i soldi per
fendono la nostra intelligenza? Anzi, sarò più esplicito: che ci prendono per cretini?
Shevchenko, che per anni ha tirato la carretta mascherando le lacune di una l’affare. E giù proni tutti a ringraziarlo: come se lo facesse per bontà... Inoltre, persquadra non sempre all’altezza, è volato a Londra per soldi. Soldi, nient’altro. ché non sono convinto che il Milan abbia davvero bisogno di uno come lui. Se vi
Gli stessi che noi abbiamo rifiutato a lui e a Crespo. Salvo poi concederli a ricordate quanta strada abbia fatto il Brasile, quest’estate, con Kakàquella sorta di Calloni brasiliano che è Oliveira (detto con tutto il rispet- Ronaldo-Ronaldihnho, qualche dubbio l’avrei. Ma, ovviamente, posso
to per lo Sciagurato Egidio). La sorella rapita, l’infortunio: certo, ma sbagliarmi. Saluti rossoneri a tutti.
ra qualche settimana, amici casciavitt,
T
sapremo. Sapremo se per la terza volta
di fila chiuderemo la stagione in bianco o se
SPORTIN
ONA
a cura di Roberto Braghiroli
Il derby dei giovanissimi
Una partita a testa per Frassati Cep e Azzurri Niguardese.
empo di recuperi in zona. Tempo di derby, categoria
T
Giovanissimi. Le partite erano programmate per domenica 4 febbraio, ma la morte dell’ispettore Filippo
Raciti a Catania ha fatto slittare tutto. Giustamente.
In programma c’erano due sfide tra Frassati Cep e
Azzurri Niguardese valide per i campionati Giovanissimi ’92 e ’93. Le gare si sono giocate durante la settimana, di giovedì alle 17, pieno orario lavorativo. La
collocazione insolita non ha però impedito ai numerosi
appassionati, soprattutto giovani, di recarsi al campo
di via Arezzo per assistere agli incontri. Prima gara il
15 marzo, in campo i ragazzi del 1992. Con un gol per
tempo la Frassati Cep si aggiudica la gara, a dir la ve-
rità non molto esaltante. La settimana successiva,
stessa ora stesso campo, è in programma il secondo
derby; di fronte i Giovanissimi classe ’93. I padroni di
casa partono con i favori del pronostico dopo la bella
vittoria in casa della capolista Lombardina (altra
squadra di zona) di quattro giorni prima. Come spesso
accade, però, i pronostici vengono sovvertiti. Non c’è
partita, gli Azzurri dominano e portano a casa una
netta vittoria, 3 a 0 il punteggio.
Una vittoria a testa e tutti contenti? Chissà…facciamo finta che sia stata un’unica partita divisa in due
tempi da un’ora ciascuno, e che sia finita in pareggio.
Così va meglio.
Sala grafiche
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Impaginazione • Cartografia - Illustrazione • Spazi pubblicitari
Dal biglietto da visita al catalogo
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Azzurri Giovanissimi ‘93
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Tel. 340.7856563 - [email protected]
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ONA NOEUV
Cont el coo in di nivôl
L’angolo di Don Giuseppe
La colonna poetica
a cura di Augusto Cominazzini
a cura di Don Giuseppe Buraglio
a cura dei lettori
El Barbapedana
Un mondo che cambia (4)
Ecco due delle poesie che hanno vinto
il concorso del premio Hanau (vedi a pag. 17)
L’éra vun di tanti stran personagg
vivuu a Milàn, ma cont el svantagg
de véss on cantastòrii a bollètta sparada,
con soltant el cônfort di so canzonètt de strada.
vero problema dei giovani (e anche dei meno gioIla lvani:
i fidanzati che si sposano ultratrentenni sono
quasi totalità!), non solo a riguardo del matrimo-
Non amo le spiagge affollate
Lendenôn e con niént de bèll,
cont in cô on cilinder frust come cappèll,
on zimarr pien de tòpp, lôngh fin i pee,
la ghitara scôrdada, a tracòlla, dedree.
El ‘ndava in gir per i piòll* de Milàn
per guadagnà quai sesin e on boccôn de pan,
a cantà filastròcch, semper ugual,
ma che daven la sciòlta a di còri general.
L’èra sòlit comincià con:
“El Barbapedana el gh’avéva on gilé,
sénza ‘l denanz e con via el dedree,
cont i oggioeu lôngh ona spanna
l’éra ‘l gilé del Barbapedana”.
E poeu el continuava:
“Me regòrdi che on dì a scoeula
gh’è vegnii dént ona tegnoeura**
che la s’è mettuda, lughida, a sgôrà***
de chi, de lì, de là.
La maestra l’ha desmettu de insegnà
a vedè sta ròbba negra sgôrà,
infolarmada l’ha cominciaa a strillà:
La ven chi, la va lì, la va là.
Con la scova el va a caccia el bidèll,
i scôlar butten in aria i cappèll
e tutt’insèmma, baccaiént, a vôsà:
te la chi, te la lì, te la là.
La tegnoeura, stremida e mèzza mòrta,
finalmént l’infila la pòrta
e numm, scôrnaa, podom pù baià:
te la chi, te la lì, te la là.”
Per ann e ann l’ha portaa in gir tanta allegria,
perché, allôra, vivevom in pas e in armonia,
e, quand la ment e i gamb l’hann tradii,
in di “Veggiôni” ****, l’è ‘ndaa a morì.
(*) piòll: osterie (**) tegnoeura: pipistrello
(***) sgôrà: volare (****) Veggiôni: Baggina
nio, è la paura delle scelte definitive. Qualche elemento a loro discolpa invero c’è. La vita, in questo mondo
che cambia, al giovane che si sta costruendo la personalità, si presenta via via sempre più complessa e incerta. E anche sempre più esigente.
Finite le elementari, a undici anni, si andava a lavorare. Qualche decennio dopo, sì, finite le medie, a
quattordici; ma siamo lì! Qualche anno di lavoro, magari duro ma tutto assommato sicuro. Le esigenze
erano poche: la casa era in affitto, niente automobile,
niente elettrodomestici, niente vacanze, abbigliamento e vitto sobri, vita sociale di poco impegno. E così,
appena poco più che ventenni, ci si sposava. Era normale farlo, e farlo per sempre. I figli, spesso numerosi,
concentravano su di loro l’attenzione dei genitori,
quando questi avevano finito di pensare a lavoro e casa. Il “per sempre” non dava angosce, anche perché le
scelte fatte non avevano alternative: se quel marito o
quella moglie non andavano bene, allora significava –
questo poteva essere la riflessione – che non ne sarebbe andato bene nessuno (o nessuna). Dunque il problema non si poneva perché non si intravedevano alternative concrete: dove volevi andare, se no?
Oggi è davvero tutto più complicato. Scuola fino a…
trent’anni, anche! Poi lavoro precario, quando lo trovi.
Vuoi una casa con tutti i comfort. E via via che vai su
con l’età, ti aumentano le esigenze e anche le aspettative: sei sempre meno accontentabile. E, soprattutto,
ti fa paura l’incertezza del futuro, dato che il presente
già lo vivi nella più grande instabilità. Perciò dubiti di
aver fatto la scuola giusta, di aver scelto la professione giusta; dubiti di essere fatto per la vita a due; dubiti che la persona che hai scelto sia davvero quella
giusta o, almeno, non sei sicuro che sarà giusta anche
domani quella persona che oggi ritieni essere la migliore candidata per la vita.
odiaco di
ona
a cura di Anna Maria Indino
Aprile 2007
ARIETE 21.3 – 20.4
Nel lavoro proposte di nuovi impieghi o spostamenti saranno da cogliere al volo. Favoriti gli investimenti finanziari,
ma prima informatevi come muovervi. In amore un periodo di riflessione potrebbe giovare a entrambi.
TORO 21.4 – 21.5
Non ci deve essere spazio per le incertezze in una questione di lavoro che vi frutterà un sacco di soldi. La primavera
influirà sull’umore, per cui in famiglia prima di parlare, fermatevi e riflettete. Mangiate tanta verdura.
Ilaria C.
Tra la macchia mediterranea cerco
luoghi silenziosi e raccolti,
dove poter sentire
il dolce infrangersi dell’onda
e il profumo del mare.
L’azzurra distesa si rompe,
s’increspa a riva
e in bianca spuma
lambisce lo scoglio
eroso dalla salsedine.
Nuvole bianche segnano il pigro orizzonte.
Mare, quella strada che ti costeggia
è indifferente
o partecipe del tuo mistero?
La sciôra Lèna
Augusto Cominazzini
La sciôra Lèna, l’ôrtolana,
la gh’aveva in côo
‘na ciòcca gròssa de cavèi,
el facciôn rôss e lustér,
i brasc come giambôn,
i gambètt curt sòtt i sottann,
dò gròss inguri denanz,
on quart de boeu dedree
… e la vôsètta?
….pròpi de carrettee.
Numm giugavom a “tòpa”
in su la via, arént al negòzzi
e vun di pussee furbètt
sémper pront a fà dispètt,
el se scrusciava silenziôs,
con paura e tanto sospètt,
de fianch a la môstra
per sgraffignà in di cassètt.
Con la man el sfarfallava l’aria,
el tastava in cerca de quaicòss,
ma la Lèna, furba de trè còtt,
la sbirciava da la tenda, de nascòst
e, quiètta quiètta, al momént giùst,
la brancava per on brascìn
el pôer barabbin cont in man
la colpa del sò malann.
CANCRO 22.6 – 22.7
Difficile ritrovare spazi di autonomia in casa e al lavoro, ma non per questo dovrete rinunciare alla vostra libertà e affermazione. Sì alle attività sportive e al contatto con la natura per rigenerarvi. Un’amica vi mostrerà il suo affetto.
“Fall pù cara ‘l mè nan”
la ghe diséva cont el sò vosôn,
“sta brao, sta bôn,
ch’el Signôr el te guarda!”
poeu la voltava el côo
e, cont i oeucc pién de magôn,
la ghe mettéva in man
ona brancada de scirés ò on pòmm.
LEONE 23.7 – 22.8
Cercherete di tener testa a colleghi prepotenti e ci riuscirete, ma dovrete anche tentare di introdurvi in ambienti meno competitivi. Slanci affettuosi e capacità di immedesimarsi nel partner, rafforzeranno il rapporto.
La nòstra famm l’éra lônga,
lônga come la strada per ‘ndà in Dòmm
.…e lee la savéva.
VERGINE 23.8 – 22.9
Potreste trovarvi tra due fuochi, indecisi se dare retta alla voce del dovere o a quella del piacere. Saprete trovare soluzioni nuove a un vecchio problema riguardante la casa o situazioni economiche arretrate. Ottima forma fisica.
In del negòzzi cont i ripian vérd,
el bagnin cont i fasoeu a moeui,
la zùcca taiada a fètt,
i vérz per la cassoeula,
i mugnagh e i grattacuu,
mi ghe ‘ndavi de spèss
per comprà dés ghèi de dòtta
de pòrtà a cà a la mia mamma.
GEMELLI 22.5 – 21.6
Belle prospettive di lavoro, soprattutto se coltiverete alcuni contatti significativi. Dovrete approfondire alcuni argomenti e far più pratica. I rapporti sessuali saranno più soddisfacenti. Fate attenzione agli sbalzi di temperatura.
BILANCIA 23.9 – 22.10
Al lavoro sarete al centro dell’attenzione, dove molti dipenderanno da voi per lo svolgimento delle mansioni. Sarete
particolarmente attratti da una persona di età superiore alla vostra. Attenzione ai chili di troppo.
SCORPIONE 23.10 – 21.11
Non sarà facile raggiungere le vostre mete economiche, ma spirito di iniziativa e grinta vi aiuteranno. Incostanza nei
rapporti d’amore, sarete pazzerelli e attratti dall’avventura. Massaggi per riattivare la circolazione.
SAGITTARIO 22.11 – 21.12
Periodo speciale se studiate o volete approfondire la vostra preparazione, saprete raggiungere gli obiettivi. Se in
amore non filerà per il verso giusto, non drammatizzate, dopo la tempesta ci sarà il sereno. Favoriti gli investimenti.
CAPRICORNO 22.12 – 21.1
Riuscirete a perfezionarvi nel lavoro, acquisendo nuove abilità e conoscenze che si riveleranno utili in futuro. Salute,
sarà bene approfittare di questo mese tranquillo per riposarvi. In famiglia, sarà positiva per tutti.
ACQUARIO 22.1 – 19.2
Al lavoro potreste sentirvi un po’ controllati, in realtà tutto si aggiusterà in tempi rapidi e senza interventi diretti. Una
cara amica lontana vi porterà buone nuove. Un bel dono cela una dichiarazione d’amore, non sottovalutatela.
PESCI 20.2 – 20.3
Tenderete a piangervi addosso, a lamentarvi dei vostri guai e delle insoddisfazioni, senza risolvere nulla. Pensate in
positivo e prendete al volo una bella proposta di viaggio. La primavera vi aiuterà a piacervi e a piacere.
La Lèna, tutta sudada,
la ciappava ona caròtôla,
on cicin d’érbètt,
dés gamb d’erbôrinn,
ona còstôla de sèller
e ona scigôlla, e mi,
cont el pacchettìn in man,
côrrevi de côrsa a cà.
El caldar, gròss come ‘na campanna,
l’éra prônt giamò ‘n sul foeugh
e tutt’i vòlt che la mia mamma
la dovéva taià la scigôlla,
la se mettéva a piang:
sérom in sés a mangià
e la minèstra
….. la doéva durà almen trii dì.
COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA - COOP LOMBARDIA
ONA NOVE 21
FILO
DIRETTO CON…
PALAZZO MARINO
PIRELLONE
Sicurezza/1
Le proposte dell’opposizione
Sicurezza/2
Le contraddizioni della Moratti
Marco Granelli
(Consigliere comunale di Milano)
Franco Mirabelli
(Consigliere regionale dell’Ulivo - Segretario provinciale Ds)
unedì 26 marzo, poco prima che la
L
Moratti iniziasse la sua fiaccolata
sulla sicurezza, la sua maggioranza bocciava il primo emendamento sul bilancio
2007 predisposto dall’Ulivo. Ma la
Moratti non c’era, perché come sempre
non presenzia in Consiglio Comunale,
neanche per la discussione del bilancio di
previsione, un atto importantissimo per
permettere ai milanesi di continuare ad
avere i servizi. Milano è uno degli ultimi
comuni d’Italia a dover ancora votare il
bilancio e probabilmente giungeremo fino a Pasqua o dopo.
Questo è molto grave perché significa
che per i servizi ai cittadini gli uffici
possono spendere solo con un bilancio
provvisorio e per le spese degli investimenti (le grandi opere, le manutenzioni, …) bisogna aspettare il bilancio
approvato e quindi ormai si sono persi 4 mesi, un terzo di un anno. Questa è l’efficienza della Moratti, che poi
però preferisce andare in piazza a
protestare sulla sicurezza come una
cittadina e scaricando tutte le responsabilità su Roma.
Noi abbiamo preferito stare in
Consiglio Comunale, oltre che esprimere la nostra solidarietà alla catena
umana dei Comitati. In Consiglio comunale abbiamo discusso un nostro
emendamento che proponeva di mettere a disposizione un milione di euro
per contributi ai cittadini sulla sicurezza, per realizzare interventi di difesa
ai piani bassi delle case.
Il Vicesindaco De Corato ha dichiarato che l’emendamento è inammissibile perché si usano fondi pubblici
per interventi privati, dimenticando
che aveva fatto giustamente lo stesso
con le telecamere per gli esercizi
commerciali. Alla fine l’emendamento è stato bocciato con i voti del centrodestra (30) contro quelli del centrosinistra (18).
Questo è il primo esempio di una lunga serie di come di sicurezza si parli
molto, anzi la si usa per aumentare le
paure della gente, che portano così voti
a chi urla di più e fa il meno possibile
per realizzare interventi concreti.
Il centrosinistra ha anche presentato i
“10 pilastri per la sicurezza” a Milano:
• consulte/osservatori, uno per ogni zona del decentramento;
• numero unico di emergenza;
• riorganizzazione della Polizia municipale per utilizzare davvero i Vigili di
quartiere e per non ridurre i presidi
come sta facendo la Moratti;
• rafforzamento delle Forze dell’Ordine in servizio in strada, con nuove
unità ma anche togliendo loro incombenze d’ufficio che possono svolgere altri enti come i Comuni, e spostando gli
agenti in strada per il controllo e le indagini;
• rivitalizzazione dei quartieri, e investimenti utilizzando i soldi fermi dei
contratti di quartiere;
• un piano di illuminazione per la città;
• il verde sicuro, contrastando il degrado dei giardini;
• un piano di sicurezza sugli autobus;
• un piano nomadi per togliere le
favelas e le baraccopoli dalla città,
lavorando per sicurezza e integrazione, oltre le parole;
• investimenti per l’integrazione delle
persone straniere, utilizzando i fondi
del Governo che sono raddoppiati.
Attendiamo il sindaco e la sua maggioranza in Consiglio comunale per gesti
concreti e non dichiarazioni.
PARERI LEGALI
L’abuso di mezzi di correzione
e di disciplina
Dimitri Barbera
ommette reato di abuso di mezC
zi di correzione, ai sensi dell’art.
571 c.p., chi, anche se per fini educativi, mortifica e reprime i minori,
adottando metodi troppo severi che
li umiliano e che possono provocare
emozioni violente e traumatizzanti,
tali da comprometterne l’equilibrio
psicofisico e lo sviluppo di un’armonica crescita caratteriale e comportamentale.
Pertanto infliggere ai figli minori
punizioni umilianti può costituire
reato, ogniqualvolta non si rispetti
la dignità dei bambini.
Lo ha stabilito la Sesta Sezione Penale
della Corte di Cassazione, confermando la sentenza di condanna emessa
dalla Corte di Appello di Torino nei
confronti di un padre che aveva chiuso
in cantina il figlioletto di due anni, sottoponendolo a continue umiliazioni,
anche di tipo verbale.
La Suprema Corte ha chiarito in
proposito che non solo gli abusi fisici, ma anche quelli psichici, tali da
minare lo sviluppo del bambino, e
che pertanto spesso si rivelano ancor più drammatici, configurano il
reato di "abuso dei mezzi di correzione e di disciplina".
In realtà la vicenda sopra citata costituisce solo un esempio di un fenomeno che mai come ora presenta
profili di attualità e di gravità inaudite, poiché il maltrattamento infantile viene spesso consumato all’interno di ambienti, come quello familiare o scolastico, che invece dovrebbero costituire la struttura di soste-
gno, di supporto, di consolidamento
della personalità del bambino.
Fortunatamente negli ultimi anni
nel nostro Paese la sensibilità verso
questo problema è aumentata, registrandosi una maggiore segnalazione dei casi di abuso, pur restando
tale ultimo termine non completamente definito nel suo contenuto, in
quanto non si distingue chiaramente fra ciò che è strumento educativo
e ciò che invece non lo è.
Il nostro Codice Penale condanna l’abuso dei mezzi di correzione e non l’uso, per cui possono essere legittimamente usati, e lo sono frequentemente, la sberla o lo scappellotto.
Ma quando questi strumenti diventano abuso e quando invece sono
uso? Aumentano le denunce e il
problema si è venuto delineando attraverso una serie di dati oggettivi
sull’inaccettabilità di certi comportamenti, non più tollerati dalla società. Il fenomeno, noto sotto il nome di “sindrome del maltrattamento infantile”, ricorre ogni qualvolta
in cui il bimbo presenti determinate
lesioni e fratture, volontariamente
causate dall’intervento degli adulti.
I bambini sono stati sempre percossi e maltrattati, ma ad un certo
punto si è posto il problema che la
possibilità per loro di crescere in
modo adeguato implicasse la necessità per essi di vivere preservati da
certi tipi di interventi. Non ci resta
altro da fare che agire, affinché la
loro crescita sia il più possibile serena.
Dimitri Barbera, Avvocato del foro di Milano, Via G. Arganini, 24 – Studio Legale e
Tributario in Milano, Via Soperga n° 4, tel. 0266714559, fax 02700418300, [email protected]
ONA NOVE 22
ul tema sicurezza Letizia Moratti ha
S
calato la maschera. Altroché mobilitazione dei milanesi, corteo popolare e
apartitico, come andava ripetendo a
gran voce dai giorni dell'appello lanciato
alla piazza. Tra uno sventolare di fazzoletti verdi e sciarpe azzurre con il simbolo di Forza Italia, un comizio elettorale di
Berlusconi ha chiuso la fiaccolata promossa dal sindaco, rivelandone implacabile la natura: una manifestazione contro il governo, un'iniziativa populista e
demagogica che ha diviso la città.
Fare demagogia però su un tema importante come quello della sicurezza è da irresponsabili. Perché è direttamente sulla
pelle dei cittadini che ricadono gli effetti.
E la realtà dei fatti è che il centrodestra
si chiama fuori sui problemi di sicurezza
ancora aperti in città, ma ha governato il
Paese per cinque anni e amministra
Milano da tre legislature. Senza contare
che nell'ultimo bilancio comunale alla
voce sicurezza ha tagliato la bellezza di
un milione di euro, a fronte ad esempio
di uno stanziamento per consulenze di
40 milioni. È evidente che la Moratti agitando la piazza, oltre a rincorrere la visibilità nella partita politica tutta interna
al centrodestra, avrebbe voluto spostare
l'attenzione da tutte le promesse mancate fatte in campagna elettorale e mascherare l'inerzia della sua amministrazione, resa immobile dalle divisioni della
maggioranza. La sua iniziativa rischia
però di costare molto caro ai milanesi.
Innanzitutto rischia di indebolire la candidatura di Milano a sede dell'Expo
2015. Perché dipingerla come una città
in cui regna la criminalità vuol dire
diffondere un'immagine non reale che
può produrre molti danni all'opera di
promozione a livello internazionale. In
secondo luogo cavalcare le paure della
gente serve solo ad aumentare l'allarme
e ad alimentare altra percezione di insicurezza, con un rischio evidenziato proprio dal cardinale Tettamanzi. I dati sulla sicurezza a Milano, diffusi recente-
mente anche dal comando regionale dei
carabinieri, dimostrano invece che il livello di sicurezza in città è quello proporzionato ai livelli di criminalità. Abbiamo
un tutore dell'ordine ogni 176 abitanti
contro una media nazionale di uno su
252 e i crimini sono in lieve diminuzione.
Questo certo non legittima istituzioni e
forze politiche a sottovalutare la percezione di insicurezza che indiscutibilmente i cittadini vivono, ma non è militarizzando la città che si risolve il problema.
La Moratti cominci a mobilitare veramente sul territorio, dove c'è più bisogno,
gli oltre 3mila vigili urbani di cui dispone. E comunque il Comune la sicurezza
la può perseguire innanzitutto risanando incuria e sconfiggendo degrado, dando il senso della presenza delle istituzioni, facendo in modo che nessuno si senta
solo. Quello che manca è il decollo dei
contratti di quartiere e il miglioramento
delle case popolari; un piano per l'illuminazione pubblica e per proteggere verde
e spazi per i bambini; sistemi di sicurezza per mezzi Atm e taxi; un piano nomadi che preveda regole e risanamento dei
campi; la rivitalizzazione dei quartieri,
aiutando i piccoli negozi e usando gli
spazi pubblici abbandonati.
Mai un governo ha dato tanto a Milano
come quello attuale, anche sul capitolo
sicurezza. In termini di uomini e risorse,
fino al patto firmato a Roma il 20 marzo
scorso con il ministro dell'Interno,
Giuliano Amato. Ora tocca alla Moratti
assumersi le sue responsabilità.
I cittadini devono vedere le istituzioni e
la politica unite per garantire a tutti, soprattutto ai più deboli, il diritto alla sicurezza. Passare il messaggio che chi governa può scaricare le proprie responsabilità e promuovere manifestazioni di
denuncia anziché occuparsi delle soluzioni, è sbagliato, oltre che inutile e dannoso. La Moratti ha diviso la città e oggi
nessuno si sente più sicuro di prima.
www.francomirabelli.it
TASSE & AGEVOLAZIONI
Primavera
tempo di modello 730
Lorenzo Gomiero
ntro la fine del mese i contriE
buenti che vogliono avvalersi
dell’assistenza del proprio datore di
lavoro dovranno presentare il modello 730 con i documenti comprovanti redditi ed oneri ad esclusione
del Cud emesso dallo stesso datore
di lavoro. Stesso termine vale per i
pensionati che vogliono avvalersi
della assistenza del proprio Ente
(Inps – Tesoro ecc.). Per coloro, invece, che vorranno presentare la dichiarazione presso un Caf dipendenti autorizzato avranno tempo sino al 31 maggio.
Come per l’anno 2006 è presente la
"clausola di salvaguardia". Il contribuente, in sede di presentazione
della dichiarazione dei redditi 2006,
potrà determinare l'imposta dovuta,
laddove gli risulti più conveniente,
utilizzando aliquote e detrazioni in
vigore al 31/12/2002.
Fra le novità introdotte viene data
la possibilità al contribuente di utilizzare il credito risultante dalla dichiarazione dei redditi mod.
730/2007 per il pagamento dell’imposta comunale sugli immobili compilando in nuovo quadro I.
Tra gli oneri per i quali è prevista
la detraibilità si ricordano inoltre:
spese mediche (comprensive dei
ticket e delle spese per medicinali
prescritti dal medico); polizze infortuni e vita; spese per la frequenza
di corsi di istruzione secondaria e
universitaria; interessi passivi su
mutui per l’acquisto di 1a casa o ristrutturazione (stipulati quest’ultimi nel 1997). Ai fini del calcolo della
detrazione occorre produrre copia
dell’atto di acquisto; spese per la
deambulazione di portatori di handicap; erogazioni liberali a favore
delle onlus (tetto massimo euro
2.065,83); spese funerarie con un
tetto massimo di euro 1.549,37.
Oneri deducibili dal reddito: contributi previdenziali obbligatori; contributi versati a fondi Pensione integrativi; contributi per gli addetti
ai servizi domestici e familiari (contributi Inps); erogazioni liberali a
favore delle istituzioni religiose; assegni periodici erogati al coniuge
separato con esclusione delle quote
per eventuali figli a carico; spese
mediche e di assistenza specifica
per portatori di handicap.
Per informazioni e appuntamenti
telefonare allo 02.66.10.34.05.
Sportello operativo Caf - Tutela fiscale del contribuente Srl, Milano, V.le Rodi 85. Rag. Lorenzo Gomiero
Commercialista - È possibile prenotare l’appuntamento per la compilazione di documenti fiscali. Aperto il sabato mattina. Tel. 02 66103405 fax 02 66116682, [email protected]
Anziani, attenti ai truffatori! Non fate entrare sconosciuti in casa vostra.
Iscriviti all’Associazione Amici di
ONA NOVE
Socio ordinario Euro10,33 (Euro 5,17 per studenti e pensionati), Sostenitore Euro 25,82.
C.C.P. 36297208, Ass. Amici di “Zona Nove” o
bonifico Monte Paschi di Siena, ag. 5, viale Testi
90, sul conto corrente: Ass. Amici di “Zona
Nove”. coord. bancarie 01030 01605 7047.64.
TA EBAO
Pagina riservata ai lettori
Per la vostra
PUBBLICITÀ
su questo giornale
TELEFONATE
a Franco Tironi
tel/fax 02/6423561
Cell. 347/9507398
lettere in redazione
ANCORA SUGLI INCIDENTI
IN VAL DI LEDRO
Scrivo in merito alle lettere
pubblicate a febbraio sugli incidenti di Via Val di Ledro. Sono
infatti stata colpita in prima
persona da questi incidenti con
conseguenze che ti cambiano
la vita nel giro di pochi secondi.
Nell’agosto 2006 il mio compagno è stato vittima di uno di
questi incidenti tra le vie Rotta
e Val di Ledro. Purtroppo non
camminerà più. Sono nata a
Niguarda e se la memoria non
mi inganna non ricordo così
tanti incidenti in quella via.
Speriamo si faccia qualche cosa al più presto.
Lettera firmata (marzo)
DEPURATORE E PUZZA
Per fortuna ci siete voi ad
informarci sul depuratore che
ancora appesta l’aria. Vi prego
di continuare ad esercitare
pressioni verso il Comune e a
informare i cittadini. Vi allego
le e-mail che ho scritto al
Comune negli ultimi anni e le
risposte ottenute per far conoscere alla gente come ci trattano.
Lettera firmata (marzo)
• 01/10/2004. Da qualche anno
questa zona è infestata da esalazioni nauseabonde derivanti
da un depuratore delle acque
che a norma di legge dovrebbe
stare ad una certa distanza dai
centri abitati. In passato si sono creati anche dei comitati
spontanei di protesta in quanto, soprattutto alla sera, l’aria
diventa irrespirabile. Da anni
dicono che questo problema
verrà risolto coprendo le vasche ma ciò non è stato fatto.
Vorrei sapere cosa sta facendo
il Comune per restituire agli
abitanti di Niguarda un aria
che non sappia di fogna.
• Risposta del 24/3/2005: In riferimento alla Sua, La informo
di aver ricevuto solo in questi
giorni notizie dal gestore dell'impianto. Difficoltà burocratiche hanno purtroppo tardato
le procedure di affidamento
dei lavori relativi alla copertura di parte dell'impianto. Il
Consorzio Infrastrutture
Acque Nord Milano, gestore
dell'impianto, prevede l’affidamento del contratto di appalto
entro il mese prossimo, con inizio lavori a settembre 2005 ed
ultimazione a settembre 2006.
Fiducioso che gli inconvenienti
che ci ha segnalato saranno a
breve risolti dagli interventi
programmati, mi è gradita l’occasione per inviare cordiali saluti. Domenico Zampaglione
Assessore all'Ambiente del
Comune di Milano
• Ulteriore risposta del
12/12/2005. A seguito della
sua richiesta abbiamo nuovamente contattato la Società Infrastrutture Acque
Nord Milano, gestore dell’impianto di depurazione. La
Società ci informa che in data
14 settembre 2005 è stato sottoscritto il contratto di “appalto
integrato” per il potenziamento
e adeguamento ambientale
dell’impianto di depurazione in
oggetto, comprensivo della “copertura della zona di grigliatura e sedimentazione primaria”,
dove si originano i cattivi odori.
Ora è in corso la progettazione
esecutiva e, una volta approvato il progetto, il termine dei lavori dovrà avvenire entro 351
giorni dall’avvio. Assessore
Zampaglione
• 04/11/2006. Vi scrivo per l’ennesima volta riguardo al depuratore di Niguarda. I tempi tecnici per la copertura delle vasche da Voi indicati sono abbondantemente trascorsi ma il
problema è tutt’altro che risolto. Ogni sera torna il cattivo
odore e noi residenti non sappiamo nemmeno se sono state
fatte verifiche sulla pericolosità
di tali esalazioni. Ho due bambini di 1 e 3 anni: oltre allo
smog di Milano che cosa facciamo respirare loro? Se il problema può essere risolto coprendo
le vasche, perché così tanti impedimenti?
• Ultima risposta. Ci scusiamo
ma a causa di problemi tecnici
del sistema di comunicazione
via posta elettronica al momento non siamo in grado di
trasferire il Suo messaggio all’assessorato competente. Le
suggeriamo al momento di inviare Le sue riflessioni alla segreteria dell’Assessore Croci.
Al più presto sarà ripristinato
il sistema di comunicazione di
posta elettronica con gli assessori e troverà i riferimenti consultando il portale della città.
Ufficio di Gabinetto Segreteria
ANCORA
SUL DEPURATORE
Cari sfortunati vicini del depuratore di Via Da Velate. Se anche voi non ne potete più dei
miasmi serali chiamate l’Arpa
allo 02-696661: rispondono anche alla sera. Io l’ho fatto e mi
hanno risposto che sono al corrente del problema ma solo con
la mia segnalazione non possono fare niente. Più segnalazioni ricevono e più aumentano le
probabilità che facciano pressioni verso il Comune e il consorzio di depurazione.
Lettera firmata (marzo)
IL DIVIETO DI SOSTA
DI VIA TERRUGGIA
Tutto inizia nel mese di agosto
2006 con una mia mail inviata
al Comando della Polizia locale
di Milano e al Vice Sindaco De
Corato (vedi in allegato tutta la
corrispondenza). Le risposte
sono veloci, il risultato sperato
completamente assente. La responsabilità rimbalza, le auto
rimangono al loro posto e,
idem, le strisce.Anche la richiesta rivolta a un Consigliere di
Zona non sortisce nessun effetto. La risposta del 19 dicembre
ci spiazza: perché spendere per
fare un’ansa destinata alla sosta dei veicoli? Per decenni le
auto sono state parcheggiate in
entrambi i lati della strada e la
striscia era tracciata perfettamente al centro... Basterebbe
ripristinare la situazione preesistente (con una spesa inferiore!). Ad oggi nulla è stato fatto,
le auto non vengono multate, i
mezzi dell'Atm viaggiano oltre
la linea e dobbiamo solo sperare che non succeda un incidente. Sono passati solo 7 mesi! Vi
invio questo documento a dimostrazione di quanto sia difficile dialogare con gli enti pubblici.
Lettera firmata (marzo)
• 29/08/2006. Al vicesindaco
De Corato e al Comando della
Polizia locale di Milano. Da un
anno è stato istituito un divieto
di sosta con rimozione forzata
in via Terruggia, dopo l’incrocio
con Val di Ledro.Abbiamo fatto
presente, alcune volte, ai vigili
di Via Passerini che le auto sostano in zona di divieto.
Circolando in bicicletta, l’incolumità personale è a rischio, in
quanto le auto, per rispettare
la segnaletica orizzontale, tendono a stringere verso le macchine parcheggiate. Dato il
tempo trascorso sarebbe il caso
di fare rispettare il divieto di
sosta.
• 30/08/2006. Dal Comando
della Polizia locale di Milano.
inoltriamo il Suo messaggio al
Comando Zona Niguarda,
competente per territorio, per
le opportune verifiche.
• 11/09/2006. Dal vicesindaco
De Corato. Il Comando Zona
e Viabilità ha richiesto al
Settore Tecnico Infrastrutture
di realizzare un intervento finalizzato a ricavare un’ansa
all’interno dello spartitraffico
di Via Terruggia, destinata alla sosta dei veicoli. Tale soluzione è stata ritenuta infatti
più adeguata ai fini della sicurezza stradale. Al termine
dei lavori il Servizio provvederà quindi all’adeguamento
della segnaletica stradale.
• 20/12/2006. Al vicesindaco
De Corato. Ringrazio per la
risposta, spero che l’intervento non comporti un ta-
Dopo il diluvio della Gronda
Questa foto non darà l’idea di come era il giardino della
Fondazione Girola Residenza Sanitaria Assistita (120 ricoverati) “prima del Diluvio”, ma la situazione era pressappoco così prima dello scempio! Almeno 20 piante d’alto fusto,
come quelle che si vedono, sono state eliminate. Vorrei capire: se è così urgente accedere al Pronto Soccorso perché la
strada è ancora chiusa verso l'Ospedale Niguarda, mentre
continua “veloce” l’asfaltatura verso via Racconigi?
Lettera firmata (marzo)
Niguarda della Polizia Locale
ha comunicato di aver notiziato il Vigile di Quartiere competente che provvederà a sanzionare le irregolarità.
• 3/10/2006. Al vicesindaco De
Corato e al Comando della
Polizia locale di Milano. Solo
per informarvi che la situazione non è cambiata.
• 3/10/2006. Dal Comando della Polizia locale di Milano.
Trasmettiamo anche questo
messaggio al Comando Zona
Niguarda.
• 10/10/2006. Da Roberto
Medolago, consigliere di Zona
9. Ho presentato un'interrogazione al presidente della commissione interessata ai problemi viabilistici che provvederà a
trattare l'argomento in una
delle prossime riunioni.
• 04/11/2006. Al vicesindaco
De Corato. Ieri ho di nuovo telefonato al Comando Zona
Niguarda e un Commissario
aggiunto mi ha comunicato
che non hanno il potere di modificare la situazione esistente
e l’unica cosa che gli è possibile
fare è dare ordine al Vigile di
Quartiere di sanzionare le auto pargheggiate in divieto di
sosta (il cartello è presente da
oltre un anno - idem le auto).
Dato il tempo trascorso sarebbe utile che una decisione venga presa: togliere il divieto di
sosta o applicarlo.
• 7/11/2006. Dal vicesindaco
De Corato. Le comunico di
aver provveduto a richiedere
aggiornamenti al Servizio
Traffico e Viabilità della Polizia Locale in merito all’’accoglibilità della proposta di eliminare il divieto di sosta vigente in Via Terruggia, formulata dal competente Comando
di Zona. Sarà mia cura tenerLa informata.
• 19/12/2006. Dal vicesindaco
De Corato. Il Servizio Traffico
glio degli alberi nell’aiuola.
Lettera firmata (marzo)
GIÙ GLI ALBERI
DELL’OSPEDALE
All’ospedale Niguarda è in
corso il taglio di decine di alberi, quelli che definivano i
due viali interni sul lato lungo. Potete fare un servizio
sulla cosa? Chi ha deciso quest'operazione non ha alcun rispetto per l'ambiente.
Lettera firmata (marzo)
• Non mancheremo. LA
LA BENZINA
E IL COMPUTER
Da sempre uso carburante
Esso (45 anni circa) e da 25 regolarmente presso la stazione
vicino casa in viale Fulvio Testi
angolo via La Farina. I fatti: il
giorno 20 c.m. alle ore 13.45
per particolari esigenze mi sono fermato alla suddetta stazione per un normale rifornimento con distributore automatico; inseriti i 20 euro (accettati dalla macchina), non mi è
stata elargita neanche una
goccia di carburante. La responsabile mi ha liquidato dicendo che dal loro computer
non risultava esserci segnalazione d’errore. Mi chiedo come
ci si può difendere, è mai possibile che ci si trovi sempre contro un muro di gomma?
Luciano Galeazzi (marzo)
GRAZIE PER IL PREMIO
MONZANI-THURNER
Lunedi 5 marzo si è svolta la II
edizione del Premio alla
Memoria Monzani-Thurner, a
cura dell’Edificatrice di
Niguarda. Per noi familiari è
sempre un momento particolarmente commovente, ma anche felice, perché a distanza di
anni è ormai tangibile l’affetto
dei cooperatori che hanno partecipato a questo avvenimento.
Un grazie particolare alla signora Paola Cavaleri, sempre
gentile e presente, e infine grazie a tutto il Consiglio di amministrazione dell’Edificatrice.
Rosy Thurner (marzo)
MATRIMONIO
E CONVIVENZA
Ho letto con il consueto interesse la rubrica di don Buraglio sul n° di marzo. Generalmente ne condivido le opinioni,
ma stavolta voglio esprimere il
mio dissenso dalle idee sulla
convivenza e sul matrimonio
che esprime. Che il matrimonio per lui - e naturalmente
per la Chiesa - sia l’unico sbocco dell’amore e del desiderio di
condivisione di un progetto di
vita “per sempre” è opinione
“sua” e non si vede come debba
valere “per tutti” (amore, rispetto, comprensione, voglia di
condivisione sono alla base anche della convivenza). Quanto
al “per sempre”, ricordo che
non è vincolante neanche nel
matrimonio, visto che per legge
è previsto il divorzio.
Grazia Morelli (marzo)
SERVE IL RISPARMIO
ENERGETICO?
Il cittadino viene invitato a
condurre uno “stile di vita” più
parco nel consumo energetico,
compreso l’uso dell’ auto. Egli
si adegua ed accetta anche gli
aumenti di tariffe su bollette (e
benzina), perché capisce che i
commercianti di energia necessitano dati introiti per “sopravvivere”. Il cittadino dovrebbe
però sapere che l’energia che
ha creduto di risparmiare, con
disagi anche notevoli, può essere, nel migliore dei casi, rivenduta all'estero, ma anche dispersa inutilmente nell’ambiente, perché i padroni dei
combustibili (e dell’acqua!) devono introdurre nelle linee di
distribuzione un quantitativo
pressocché fisso (pre-concordato) di materiale, a seconda del
periodo dell’anno e della giornata: non per niente si pompa
di nuovo l’acqua nei bacini di
notte per non far variare troppo la velocità (potenza) delle
centrali idroelettriche; analogamente accade per gli altri
generatori di energia, a cui
“non piacciono” le variazioni di
potenza, sotto pena, per esempio, di black-out. Del business
godono anche le Amministrazioni Locali, con le quali lo
Stato concorda preventivamente le quote di combustibile
da consumare (o di impianti da
costruire o da distruggere!).
Ciò che il cittadino, con senso
civico, permetterebbe di risparmiare, si traduce solo in maggiori introiti economici per le
Amministrazioni o, peggio, in
inutile spreco. Niente a che vedere con la “salvaguardia dell'ambiente”! E il risultato del
“Protocollo di Kyoto” non è sufficiente a convincere dell’errore
né governi né “scienziati”!
Giusto Buroni (marzo)
• Per piacere, qualcuno esperto
risponda al “nostro” Buroni in
modo che si rinnovi il nostro
entusiasmo per il risparmio
energetico. Grazie. LA
IN ATTESA DELLA
FISIOTERAPIA
Ogni giorno lotto per non farmi
imprigionare dal mio corpo.
Sono affetta dalla sindrome di
Friedreich e da 15 anni sono
sulla carrozzina. Per potermi
girare nel letto la notte devono
intervenire mia madre e mio
padre; come questo semplice
gesto molti altri mi sono ormai
preclusi. Per non soccombere
definitivamente alla malattia
devo fare della fisioterapia in
maniera continuativa. Devo
avere una prescrizione dal mio
medico in base per una visita
fisiatrica quindi prenotare e attendere. Il fisiatra stabilisce il
numero di trattamenti, bisogna ritornare dal mio medico
di base con il piano di lavoro
stabilito dal fisiatra, farsi fare
una nuova impegnativa e con
questa finalmente andare in
un centro idoneo a prenotare le
sedute fisioterapiche. Al termine delle sedute si ricomincia
tutta la trafila da me appena
menzionata per potere nuovamente accedere alla fisioterapia. Tra un trattamento e l’altro possono passare diversi
mesi, succede che ciò che ho ottenuto con tanta fatica durante la fisioterapia venga vanificato dai lunghi tempi di attesa
per il trattamento successivo.
Possibile che non ci sia un modo più semplice e meno faticoso per poter accedere alle cure?
Considerato che a tutt’oggi non
ho altra terapia, vorrei guardare al futuro con un po’ di serenità e senza questi percorsi ad
ostacoli così estenuanti e umilianti. Avranno mai una risposta e un po’ di sollievo le persone nella mia condizione?
Daniela Zenari (marzo)
LE INFEZIONI
SCOLASTICHE
La mia bambina frequenta la
seconda elementare in via
Cesari. Dallo scorso anno ha
iniziato a soffrire di frequenti
infezioni alle varie urinare
(cistiti) finché quest’anno, dopo il terzo episodio, la pediatra ha ritenuto opportuno
prescriverle un’urinocoltura
che è risultato positiva al batterio “ escherichia coli”. Mia figlia ha iniziato a soffrire di
questi problemi da quando
frequenta la scuola e, nel contempo, ho avuto modo di sentire da lei stessa e anche da
parte delle altre mamme, lamentele sullo stato di pulizia
dei bagni della scuola. I bagni
disponibili sul piano della sua
classe sono solo due, uno dei
quali pare che venga pulito e
chiuso dal personale dopo l’intervallo del pranzo, per cui
quello che rimane aperto raggiunge un grado di sporcizia
tale che molti bambini preferiscono trattenersi piuttosto
che sedersi sui water. La scarsa pulizia e la ritenzione favoriscono, se non addirittura
causano, l’insorgere di infezioni alle vie urinarie. Sottolineo
che il batterio sopra citato viene dalle feci. Non posso essere
sicura al 100% che il problema di mia figlia sia sorto all’interno della scuola, ma ritengo che ci siano buone probabilità che ciò sia accaduto.
In ogni caso una maggiore attenzione alla situazione dei
servizi igienici della scuola
non potrebbe che giovare. Mi
chiedo se noi genitori, per risolvere questo problema, saremo costretti a finanziare
un’impresa di pulizie private,
così come già acquistiamo sapone, asciugamani, carta igienica.
Michela Fragomenti
(marzo)
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