Caro Amico e Benefattore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
Meeting di Rimini: "o protagonisti o nessuno" . . . . . . . 5
Un saluto alla Immacola di Lourdes (II parte) . . . . . . . 10
Lassù avete case e conventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16
60 anni a servizio del Vangelo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21
Tariffa associazione
senza fini di lucro: Poste
Italiane SpA, spedizione
in abb.post. - D.L.
353/2003 (Conv. in
L.27/02/2004, n. 46) art.
1 comma 2 DCB - Roma
LA DIVINA
PROVVIDENZA
Rivista fondata dal Beato don Luigi Guanella nel 1892
III TRIMESTRE 2008
Anno CXVI - numero 3
3
2008
La brocca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Come praticare l'ospitalità... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24
La famiglia terreno fertile per ogni vocazione . . . . . . . 27
Le pagine degli Amici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Lavora e
prega e poi
non
ti angustiare
per alcuna
cosa.
don Guanella
Foto di copertina
Traona (Sondrio), la chiesa arcipretale S. Alessandro, dove
don Guanella esercitò il ministero sacerdotale come coadiutore negli anni 1878-1881.
Periodico edito dalla Provincia Italiana della
Congregazione dei Servi della Carità - Opera don
Guanella e redatto da Casa Divina Provvidenza
• Anno CXVI • Numero 3 • III Trimestre 2008 •
trimestrale di informazione e cultura religiosa
fondato dal beato don Luigi Guanella nel 1892
• Direttore responsabile MARIO CARRERA •
Responsabile di redazione ANGELO GOTTARDI
Direzione e Amministrazione Casa Divina Provvidenza
- Via Tomaso Grossi 18 - 22100 COMO - 031.296.711 • fax
031.296.898 • email: [email protected] • web
http://www.guanelliani.org • CollaboratorI di questo
numero: Angelo Gottardi - Mauro Cecchinato - Adriano Folonaro
- Lorenzo Rigamonti - Operatori e Volontari • Autorizzazione
Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48 • Tariffa
associazione senza fini di lucro: Poste Italiane SpA, spedizione
in abb.post. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004, n. 46)
art. 1 comma 2 DCB - Roma • Impaginazione e grafica
Gianmario Colciago • FOTOGRAFIE Calimero Vismara, Egidio
Tagliabue • Stampa Arti Grafiche Frattini - Viale Industria 9/11
- 20010 Bernate Ticino (Milano) - tel. e fax 02.97.25.60.41 02.97.54.454 • Con approvazione ecclesiastica
Caro Amico e Benefattore
3
2
SOMMARIO
Periodico edito dalla
Provincia Italiana della
Congregazione dei Servi
della Carità Opera don
Guanella e redatto da
Casa Divina Provvidenza
in Como
AVVISO IMPORTANTE
Avvisiamo i nostri gentili Benefattori
che, a causa di un cambiamento nella
rendicontazione del CCP postale, non
riceveremo più gli originali dei bollettini da voi eseguiti, ma solo delle copie.
Pertanto vi chiediamo di scrivere
SOLO sul fronte, negli appositi
spazi per la causale, in quanto non
ci sarà più possbile visionare il retro, e
quindi rispettare le vostre richieste. Ci
scusiamo anticipatamente se questo vi
causerà dei problemi.
Memoria e attualità
è
bello per tutti ricordare persone e fatti del passato, conservare fotografie
e lettere... Lo si cantava anche, molti anni fa’, così: “vecchio scarpone,
quanto tempo è passato, quante illusioni fai rivivere tu...”.
E’ vero: quanti ricordi nel cassetto del comodino, nel libretto di preghiere, nel
portafoglio, nel cuore!
Sicuramente ti sarai accorto che da molti anni la nostra rivista ci presenta
articoli su persone e fatti del nostro passato, che, a diverso titolo, sono vincolati
alla storia guanelliana. Sono i vari “centenari” che celebriamo non senza una
punta di orgoglio familiare ma soprattutto con riconoscenza a Dio:
i 100 anni della Prima Professione Religiosa di Don Guanella e di altri
confratelli, i 150 anni della nascita della Beata Chiara Bosatta, i 150 delle
apparizioni di Lourdes, i 130 della nascita di Alessandrino Mazzucchi, alunno
amato dal Fondatore; e, perché no, i 60 anni dell’ordinazione sacerdotale di
alcuni nostri confratelli, ecc.
Di tutti questi avvenimenti e
figure vogliamo non solo fare
storia, ma“fare memoria”
per ricuperarne il valore di
“attualità”.
Per noi “fare memoria” non è
semplicemente “ricordare”,
ma sentirne la forza
provvidenziale che arriva
ancora a noi.
Anche per Gesù il comando
“fate questo in memoria di
me” significa “attualizzate
ogni giorno, in ogni
celebrazione l’atto divino
dell’immolazione del mio
Corpo e del mio Sangue
offerti in sacrificio per voi”:
così si perpetua fino alla fine
dei secoli la grazia della sua
redenzione.
Per la liturgia quando si fa
“memoria” di un santo si
rende viva e presente la sua
santità e virtù.
(Anche un museo può avere odore di vecchio o
profumo di attualità e di vita).
Insomma, questa insistente memoria dei nostri
eventi e “santi” guanelliani è importantissima,
perché sono segni di un Dio che opera oggi per
noi.
E’ a questo titolo che intendiamo in questo
numero de La Divina Provvidenza sentire la
benefica presenza, nella congregazione e nelle
nostre famiglie, della Madonna di Lourdes,
così come la sentiva don Guanella; la lotta del
nostro Fondatore contro le difficoltà nella sua
ricerca del progetto di Dio; l’amore di Gesù
verso una donna, come la samaritana, assetata
di acqua e poi di verità; la grazia straordinaria
dell’ordinazione di un sacerdote...
E ne ringraziamo il Signore.
Forse tutto questo ci aiuterà a riconoscere
che anche noi e tutte le nostre opere saranno
ricordate se sono “opera di Dio”, sante, condite
di sacrifici e preghiere, segni di amore. Anche
noi possiamo lasciare le nostre orme sull’arena
della spiaggia, che nessuna onda cancellerà,
e che saranno seguite da altri, perché belle e
buone.
Buon lavoro.
Don Angelo Gottardi
meeting di rimini
di mariolino mapelli
Orario SS. Messe (settembre-maggio)
7.00 - 8.30 - 18.00
20.30
7.00-10.00-11.45-20.30
Meeting di Rimini 2008: numerosi i visitatori
dello stand A3/2 dedicato a don Luigi Guanella
Ss. Confessioni (orario feriale)
8.30 - 10.30; 15.30 - 18.30 (Confessori
di lingua italiana, spagnola, francese e
inglese)
SANTO ROSARIO
Lunedì-Venerdì:
17.30
corona divina misericordia
Venerdì:
15.00
discoteca del silenzio
Tutti i primi sabati del mese (ottobre
- giugno) “Discoteca del Silenzio”
(adorazione eucaristica notturna) con
inizio alle ore 21.00 e termine alle ore
4.00 della domenica
VESPRI
Festivi:
Como: la Casa Divina Provvidenza e il Santuario del S.Cuore visti da Brunate
O Protagonisti
o nessuno
Santuario del S.Cuore
Feriale: Prefestivo:
Festivo:
5
4
Caro Amico e Benefattore
18.30
INFORMAZIONI
Centralino 031.296.711
Museo guanelliano: tel. 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Cooperatori: tel. 031.296.711 (don
Gabriele Mortin); Servizio Civile Volontario: tel.
031.296.783 (sig.na Elisabetta Caronni); Volontari: tel. 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Comunità
di Accoglienza Vocazionale: tel. 031.296.795
(don Domenico Scibetta); Centro Pastorale Giovanile: 031.296.795 (don Domenico Scibetta);
Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811
(sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 (sig.
Adriano Peduzzi); Email: [email protected] - [email protected]
PER OFFERTE S. Messe
Giorno libero
Giorno fisso Gregoriana
€ 11,00
€ 13,00
€ 400,00
S
ono passati ormai più di tre anni
da quando si incominciò solo
a formulare l’ipotesi di potere
concretizzare la seguente idea:
preparare una mostra, da proporre
al Meeting dell’amicizia tra i popoli
di Rimini, sulla figura di un grande
educatore e operatore di carità della
nostra terra lombarda: il Beato Don
Luigi Guanella.
Nessuno aveva mai preso in
considerazione questa possibilità: solo
la passione di Guglielmo Gualandris,
l’altro curatore della mostra, che
ha “incontrato” Don Luigi Guanella
conoscendo il sottoscritto e la
presenza dei guanelliani in Milano
(Parrocchia e Centro San Gaetano),
ha lanciato e ha voluto che fossimo
coinvolti in questa straordinaria
avventura.
Preziosa la presenza della Consorella
Guanelliana Suor Rivera Felisa tra i
curatori della mostra, con la Signora
Callegari Rosella.
Molte situazioni ci sono state
favorevoli nel intraprendere la
programmazione per realizzare il
progetto mostra: abbiamo iniziato
il dialogo con la Congregazione
dei Servi della Carità nella figura
di Don Nino Minetti, il primo
Superiore Generale che ha dato il
suo assenso e il suo incoraggiamento,
confrontandosi spesso con noi ed
interessandosi alle varie fasi di
realizzazione; il rapporto è continuato
con il Superiore Generale attuale,
Padre Alfonso Crippa, che ha indicato
anche la necessità di coinvolgere le
Suore Guanelliane e il Movimento
Laicale dando un’apertura missionaria
all’evento che si stava progettando;
infine parole di stima e di vicinanza
sono venute da Don Remigio Oprandi,
Superiore Provinciale.
Grande collaborazione hanno
dimostrato tutti i confratelli
dell’Opera Don Guanella sparsi nel
mondo (basta considerare le presenze
caritative ed educative riportate
sui pannelli della mostra) quando
si è richiesto il loro intervento per
la preparazione e la presentazione
della loro esperienza. Non possiamo
meeting di rimini
tuttavia non ricordarne due in modo
particolare: don Adriano Folonaro,
direttore dell’archivio storico
guanelliano, e don Calimero Vismara,
referente dell’archivio storico
fotografico, pronti a dialogare con
noi e ad aiutarci a scelte adeguate e
inerenti al progetto stesso.
Il percorso della mostra ha voluto
essere, per chi incontra Don Luigi
Guanella, una fonte di ricchezza
interiore e la certezza di un confronto
su come porsi di fronte al bisogno di
chi oggi necessita di sostegno morale
e fisico.
Due sono le idee attorno a cui ha
ruotato tutto il percorso della mostra:
l’educazione e la risposta ai bisogni
dei fratelli poveri e soli.
Don Luigi Guanella non ha scritto
nessun trattato di pedagogia, ma
ha disseminato, nei suoi numerosi
scritti di varia natura, molte pagine
inerenti la dinamica e la presenza
educativa dei suoi sacerdoti e suore.
Grande estimatore di Don Giovanni
Bosco, con cui visse tre anni, accolse
il metodo preventivo salesiano, e ne
diede una originale concretizzazione:
il metodo educativo, strettamente
connesso al carisma guanelliano, trova
la sua applicazione di amorevolezza,
di carità, di affetto, di comunione,
non solo verso i ragazzi, ma anche
7
6
meeting di rimini
verso i portatori di disabilità, le
persone anziane, e nelle realtà
pastorali e di cura d’anime.
L’educazione e la crescita, lo sviluppo
e l’apprendimento riguardano
tutte le fasce di età della vita della
persona; ma anche le sue carenze
possono essere parzialmente supplite
attraverso la continua sollecitudine
ad aprirsi alla realtà e ad accrescere la
propria autostima.
Da quando era impegnato come prete
diocesano di Como in varie comunità
parrocchiali (Prosto, Savogno, Traona,
Pianello Lario) don Guanella ha
sempre dato grande importanza
all’educazione e alla scolarizzazione,
aprendo scuole e sollecitando la
presenza di giovani, ragazzi, adulti
d’ambo i sessi per imparare a leggere
e a scrivere: lui stesso aveva sostenuto
gli esami per conseguire la patente di
maestro statale
L’attenzione all’educazione e
all’istruzione continuò anche dopo
che don Guanella divenne fondatore
di opere caritative a favore dei
più poveri e soli: ragazzi, anziani,
portatori di disabilità, bisognosi
di accoglienza, il popolo cristiano
di zone periferiche e disagiate…;
secondo don Guanella l’educazione
della persona deveva portare alla
crescita consapevole e cosciente per
capire la bellezza della vita personale
e di quello che di grande si può fare in
essa.
Tutte le opere e le presenze caritative
di Don Luigi Guanella nascono
non da una elaborazione di una
teoria ma dalla constatazione di un
bisogno: focalizzata la necessità di
intervento, si deve procedere secondo
l’insegnamento del Vangelo e il modo
di operare di Gesù buon samaritano e
buon pastore.
La sintesi della sua azione caritativa
meeting di rimini
e educativa possono essere queste
parole: ai poveri bisogna dare PANE e
SIGNORE.
Parole semplici, ma di immediata
comprensione riguardo ad
atteggiamenti, mentalità, contenuti,
testimonianza: è la grandezza dei
santi, è la bellezza della loro vita, è la
grandezza della grazia e del carisma
che opera in loro da Fondatori.
Anche la Mostra ha voluto essere un
modesto ma significativo contributo,
che si innesta su questo grande filone
di insegnamento del Beato Don Luigi
Guanella riguardante l’educazione e
la carità: due azioni che non possono
essere scissi, come sono stati sempre
uniti nella vita di Don Guanella.
Bisogna sempre essere pronti ad
accoglie i poveri e non ci si può
fermare perché sono sempre con
noi. Ma va anche tenuto presente
che “l’educazione è il lavoro di ogni
giorno per tutti i giorni della vita”,
perché nessuno sia lasciato indietro o
marginato.
Concludo questo mio intervento
riportando il tema del Meeting
di questo 2008, che mi sembra
pienamente realizzato nella santità ed
opera del nostro padre fondatore, il
Beato don Luigi Guanella:
“O protagonisti o nessuno: e
protagonisti non vuole dire avere la
genialità o la spiritualità di alcuni, ma
9
8
meeting di rimini
avere il proprio volto, che è, in tutta la
storia e l’eternità, unico e irripetibile”
(Don Luigi Giussani da "Certi di alcune
grandi cose").
q
IL Significato del Meeting 2008
Una “provocazione” in piena regola. Così si
può definire il titolo dell’edizione 2008: “O
protagonisti o nessuno”, a cui hanno lavorato
circa 4.000 volontari e che ha contato su oltre
700.000 presenze. Una provocazione che
intende condurre per mano ospiti e invitati
a riflettere sul concetto di persona. La parola
protagonista è parola molto usata nella
nostra società, e dunque occorre tenere nella
giusta considerazione il momento storico in
cui si è.
“E se infatti ci domandassimo chi è il
protagonista di oggi, nel sentire comune, si
dovrebbe necessariamente rispondere che si
tratta di persona il cui scopo principale nella
vita è il successo. Senza di esso ci si ritrova
privati di una identità precisa, o meglio di
quella possibilità di essere riconosciuti e che
dà l'illusione di 'esserci'.
Ma alla fine quest'uomo che insegue a tutti
i costi ciò che lo fa distinguere dagli altri si
ritrova schiavo delle circostanze, delle cose.
Tagliato il rapporto con la realtà, prigioniero
dell'esito del suo tentativo, l'uomo rimane
in una condizione di passività umana che lo
costringe ad esprimersi in un triste e vuoto
formalismo”. Il risultato inevitabile di questo
processo è “lo scetticismo e il cinismo”.
L'evento di quest'anno (24-30 agosto) vuole
quindi aprire uno squarcio su tutto questo,
evidenziare come ci si trovi di fronte “ad una
cultura che non educa, che non comunica più
il senso della vita, e se la vita è così fatta, si
diventa passivi, si vive di rimessa”.
foto: panoramica dello stand A3/2 e alcuni momenti degli
incontri tenuti dai nostri confratelli guanelliani con i
numerosi visitatori
Un saluto alla Immacolata di Lourdes
II parte
di Adriano Folonaro
La Vergine Maria
per don Guanella
P
er don Guanella, l’Immacolata
vergine Maria nella sua vita non
è solo motivo di ammirazione,
stupore, gioia per i doni ricevuti da
Dio dell’immunità da ogni macchia di
peccato fin dal primo momento della
sua esistenza: “Maria è la tutta santa,
immune da ogni macchia di peccato,
dallo Spirito Santo quasi plasmata e
resa nuova creatura”1: “Vergine! Qual
gioia al mondo cristiano in riconoscervi che voi siete l’Immacolata”2, e
della sua incondizionata fedeltà a Dio
“sempre pura, santa sempre agli occhi dell’altissimo”3, ma è soprattutto:
mettersi in ascolto a “ben intendere
che chi ascolta voi, ascolta la voce
di Gesù vostro Divin Figlio, e che in
seguir voi si ha salute dal Signore”4
e lasciarsi guidare da Lei: “Vergine
11
10
storia guanelliana
storia guanelliana
I genitori di S.Bernardetta Soubirous, François Soubirous e Louise Casterot
Immacolata, Madre nostra, prendeteci per mano, consegnateci a Gesù,
ditegli che ci salvi”5,“fateci aprire gli
occhi a ben intendere il portento delle
divine misericordie, fateci commuovere il cuore ad amare i misteri ineffabili
del divin amore!"6, fino a rendersi
operosi e fervidi in una vita cristiana
feriale, alieni dal peccato: “Vergine
Immacolata! Il programma di combattimento cristiano ce lo additate voi
per questi dì nostri, …: protestare con
forza, eppoi pregare, ed attender che
Dio muti il consiglio degli avversari,
eccolo il programma dei fedeli cattolici. Vergine Immacolata! Teneteci
pure attenti a questo modo di combattimento, e intanto fateci noi stessi
operosi e fervidi, finché più presto ci
arrida il giorno del trionfo cristiano”7.
“Vergine Immacolata! Il programma
di combattimento cristiano ce lo additate voi per questi dì nostri”8. “Vergine Immacolata! Quest’è la volontà
di Dio, che tutti noi ci facciamo santi.
Fateci pur santi Vergine benedetta!...
O fateci conoscere come è bello essere
virtuoso! Fateci intendere che gran felicità è incamminarsi nelle vie del bene
perfetto!"9
Penitenza e Paradiso
In questo discorso di vita cristiana due
sono i temi dominanti: penitenza e
paradiso: “Vergine Immacolata! Fate
che io dica a me stesso: penitenza !
peni­tenza! penitenza! E perché il dica
13
12
storia guanelliana
Il parroco di Lourdes, mons. Domenique Peyramale, e il sindaco di Lourdes, Locadé
di cuore, Voi spargete in cuor mio una
stilla di quel colmo di grazia che avete
detto voler dispensare da quella Grotta eletta. Io vengo in ispirito ai vostri
piedi. Beneditemi Vergine Santa!"10
Questo, come puntualmente fa notare
don Piero Pellegrini, è il senso profondo che ha per don Guanella la presenza dell’Immacolata nella sua vita, nella
sua teologia, nelle sue attività e nella
vita del cristiano. Per certi aspetti, è
lo scritto più vivo, più ricco di riflessi
della vita personale o di allusioni agli
anni eroici di fondazione. Frequenti i
richiami e le allusioni ad avve­nimenti
della sua vita, riflessi o spontanei,
mettendo in parallelo le storie; più risonante dei problemi e delle preoccupazioni che provano la chiesa e i fedeli
del tempo; tutto questo realizza­to in
maniera sobria e discreta, mediante
un invito posto all’ori­gine di ogni giornata o una ri­flessione proposta come
conclu­sione e come preghiera finale11.
La figura del parroco di Lourdes, Domenique Peyramale, conquista il cuore
di don Guanella e gli ispira sentimenti
di santa emulazione: ”che sotto un’apparente ruvidezza, nasconde un cuore
magnanimo. Dona tutto il suo ai poverelli, e si fa in traccia degli afflitti per
consolarli”12.”Sono … il padre dei figli
malati, e questi li debbo con speciale
cura assistere”13.
Don Guanella sembra compiacersi
di trovarsi in buona compagnia con
il medesimo parroco che affronta le
rimostranze presuntuose del sindaco
storia guanelliana
illuminare e fecondare i cuori perché,
nell’adempimento del proprio dovere
ciascuno “dieno frutti feraci, di fede,
di speranza e di carità santa"15; e l’Immacolata dà coraggio perché ognuno
assuma il proprio dovere, quel lavoro
che spetta ad ognuno nella vita16.
Inoltre il vescovo di Tarbes, del quale
don Guanella stima la guida assennata
e prudente, gli suggerisce l’orazione
sull’umiltà, sulla prudenza e sulla obbedienza, atteggiamenti tipici della
sua vita: “Vergine Immacolata!... Fatemi umile col pensar di­messo di me:
più umile con pensar prudentemente
degli altri; fatemi creatura umilissima
in sottomettermi ad ogni volere di
comando e di con­siglio del mio superiore”17.
Il prefetto Oscar Massy e vescovo di Tarbes, mons. Bertrand Sévère
di Lourdes: “Monsignor Domenico
Peyramale, il Parroco di Lourdes, videsi un bel di comparir dinanzi il Sindaco
Locadè, e il regio procuratore, i quali
di netto gli esposero: la Bernardina eccita tu­multi... non è conveniente tollerarla oltre... è opportuno allontanarla
di subito ché il Prefetto della provincia
non può non esserne molto contento. Ai quali anche più repente rispose
Monsignor Peyramale. Io come parroco di Lourdes sono il padre di tutti, e
in ispecie dei poveri, e degli innocenti.
E perché Bernardina è innocente, io vi
protesto che passerete in questo mio
petto prima che all’innocente alle mie
cure affi­data, voi torciate un cappello.
Questo è per il mio dovere, né temo in
con­trario le ire dei potenti, e i decreti
di ingiuste deliberazioni… Il Locadè
col suo imperial procu­ratore, chinarono lo sguardo, dissero salute a Monsignor Peyramale e partironsi, sussurrandosi a vicenda: con­tro agli uomini
di carattere non la si vince giammai. Il
personaggio che ben sa compiere l’ufficio proprio, egli è sempre personaggio forte e rispettabile”14.
E intorno ci sono altre figure che ostacolano questo impegno con riscontro
nella sua vita personale: av­versari
nella toga di giudice o di letterato,
di capo locale e tirannello delle coscienze, di prefetto ambiguo come il
Massy e tutta una stampa liberale denigratrice della fede secondo i cano­ni
del liberalismo e del materiali­smo.
Quanta esperienza perso­nale! Ma “la
grazia del Signore, è sempre quel raggio di sole, … che giù discende” per
Il pellegrinaggio
A coronamento di tutto, un tema gli
sta tanto a cuore: quello del pellegrinaggio. Pellegrinaggio come sintesi
del cammino suo e di ogni cristiano
verso la Patria. Eccoli i pellegrini, qui
ravvisati nel pellegrinaggio lombardo
del 1882: padri e madri di famiglia,
oppressi dal peso materiale e più ancora da quello morale per la numerosa
prole; giovani inesperti; figlie del sesso
debole; scienziati e artisti, pastori spirituali; guide illustri, i vescovi e tutti.
“Siamo pellegrini meschinelli! Pietà al
pellegrino che si incammina per alla
volta della sua patria! La nostra patria
è città grande ed è posta all’alto, la
Gerusalemme ce­leste…. Abbiamo inteso, e la sorellina no­stra Bernardina
Soubirous ha veduta e intesa a più riprese la presenza e la voce di Colei che
15
14
storia guanelliana
apparendo disse: Io sono l’Immacolata Concezione! E noi ci affrettiamo
a questa Grotta di Lourdes, dove un
raggio di Paradiso si è mostrato ormai,
e lascia come eretta una scala maestosa dalla quale la celeste nostra Madre
già discende a raccogliere i sospiri dei
figli suoi, e presentarli poi al trono
dello Altis­simo... I pellegrini a Lourdes
colla voce e coll’esempio gridano alto
al mondo tutto: al Cielo! al Cielo chè a
condurne è giunta testè Maria che del
cielo ne è la porta”18.
Don Guanella, sarà a Lourdes nell’agosto 1903, unendosi al pellegrinaggio
nazionale: sentiva il dovere di ringraziare l’Immacolata di tante grazie
avute in vita e deporre ai suoi piedi
tutte le tenerezze, le ansietà, gli intendimenti adunati nel suo cuore,
invocandone la benedizione eletta
sull’avvenire delle Opere fondate19 e
sui suoi Benefattori.
NOTE
1 Lumen gentium, 56.
2 L. Guanella, Un saluto alla Immacolata di Lourdes,
Milano, Tipografia Eusebiana Editrice, 1897,p. 145.
3 L. Guanella, Un saluto…, o.c., 84.
4 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 107.
5 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 145.
6 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 58.
7 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 139.
8 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 139.
9 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 21.
10 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 47.
11 A. Dieguez - N. Minetti , Don Guanella Inedito
negli scritti di don Piero pellegrini, Nuove
Frontiere, 1993, p. 373
12 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 37.
13 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 72.
14 L. Guanella, Un saluto…, o.c., pp. 93-94; cfr. anche
pag. 92.
15 L. Guanella, Un saluto…, o.c., pp. 62-63.
16 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 25.
17 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 76.
18 L. Guanella, Un saluto…, o.c., pp. 85.87-88.
19 L. Mazzucchi, Vita, o.c., p. 493.
Il 21 settembre 2008, ricorre il
130° anniversario da quando
don Guanella faceva il suo
ingresso a Traona (SO) in qualità
di coadiutore, dopo l’esperienza
triennale con don Bosco.
Traona sarà ricordata come una
delle esperienze fallimentari
di don Luigi, che si trovò
contro l’opposizione decisa sia
dell’arciprete sia della Prefettura
locale.
«Don Guanella si era affidato alla
benignità della divina Provvidenza nel
passare da Savogno a Torino (1875),
ed alla medesima si affidò nel ritorno
da Torino a Como e poi a Traona
(1878) nella provincia di Sondrio».
Un distacco quello da don Bosco,
sofferto. Il suo stato d’animo lo si può
intuire da una sua confessione “di
non aver patito tanto alla morte del
padre e della madre che, per così dire,
gli morirono ambedue nelle braccia,
quanto nel lasciare don Bosco”1.
L’esperienza triennale presso don
Bosco, dirà lo stesso Guanella, gli servi
a correggere difetti che altrimenti
non sarebbe riuscito a sradicare, quali
«la timidezza e la furia precipitosa»
e a fortificare aspirazioni personali
e progetti da realizzare a vantaggio
della propria Diocesi e della sua gente.
Il vescovo gli offrì la cappellania di
Traona, dove risiedeva l’arciprete
don Giuseppe Bellieni, affetto da una
paralisi progressiva e che necessitava
di aiuto e di cure. Qui avrebbe potuto
realizzare un «ciabotto», data la
presenza di spazi e costruzioni in
disuso utili per quelle fondazioni
che aveva fisse nella mente e che lo
storia guanelliana
17
16
storia guanelliana
“Lassù, avete case e conventi…”
di Adriano Folonaro
Traona (Sondrio):
la chiesa arcipretale
di S. Alessandro
stesso Vescovo gli aveva prospettato
per sollecitare la sua decisione in tal
senso: «Lassù, come ben sapete, avete
case e conventi disusati per fare quelle
fondazioni che, sento dire, avete voi
fisse nell’anima, ma guardate poi che
non siano fantasie di cervello caldo e
illusioni funeste. Provate per vostro
conto che io vi benedico»2.
«Don Guanella credeva avere ormai la
Provvidenza in tasca e partì tranquillo
alla volta di Traona, …per mettere
le basi di quelle fondazioni che
sarebbero state nel volere di Dio»3.
Era probabilmente il 21 settembre
1878.
«A Traona trovò tutte le difficoltà
che avrebbero scoraggiato molti
cuori di buona volontà, ma egli
non si disperò mai»4. L’accoglienza
fredda dell’arciprete, che rimessosi
alquanto dalla malattia che lo aveva
colpito, si faceva zelante informatore
impegnando «le forze riacquistate
per recarsi alla prefettura di Sondrio
a deporre ai danni di don Guanella,
che egli reputava sua avversario e
ribelle. Soffriva malamente che don
Guanella tirasse a sé nei giorni feriali
e festivi parecchi fanciulli e giovani
per l’insegnamento del catechismo
nell’Oratorio e che aprisse nella
propria casa scuole feriali quotidiane,
diurne, serali, festive»5.
L'Oratorio dei Confratelli
In merito all’Oratorio dei Confratelli,
don Giovanni Tam riferisce un
aneddoto: «C’era qui tra gli uomini
il deplorevole malvezzo di uscire di
Chiesa in tempo di predica. Siccome
ogni domenica l’arciprete faceva
Catechismo ai grandi e don Luigi
ai ragazzi nell’oratorio, quegli
sconsigliati refrattarii alla parola
di Dio presero a far capolino, con
parecchi altri, nell’oratorio per sentire
don Luigi. Ora avvenne che ai vesperi
della solennità d’Ognissanti l’arciprete
salì il pulpito per la predica dei morti,
e don Luigi entrò in oratorio per la
dottrina ai ragazzi. L’arciprete vide che
parecchi, uomini e donne, si mossero
per seguire don Luigi: più non si
tenne, discese dal pulpito, e andò
nell’oratorio a protestare. Ne nacque
un tafferuglio, e poco mancò che
l’arciprete le prendesse. Non è a dire
quale fosse il dispiacere di don Luigi,
il quale mai più avrebbe preveduto
cosa simile!»6. Alla sopportazione
del parroco, si aggiunsero anche
difficoltà di ordine economico da
parte del Consiglio comunale, che
secondo le convenzioni del tempo
«non intendeva pagare un coadiutore
fintantoché in paese risiedeva il
parroco effettivo». Decisione nata dal
fatto che la parrocchia non era così
popolosa da richiedere due sacerdoti.
«Le difficoltà, anziché avvilire,
incoraggiavano il Guanella il quale,
con le mani vuote di denaro, comperò
il convento di S. Francesco dal Comune
e a sua tempo poté dare il saldo in
lire 3.000»7, che vide come sede della
sua istituzione, iniziandoci una scuola,
sfruttando sia l’esperienza accumulata
presso don Bosco in campo educativo,
sia i titoli di insegnamento che si era
procurato a Mondovì.
Le basi della prima istituzione
di beneficenza
Scrive don Giovanni Tam: «Fu
all’ombra di questa chiesa e tra le
mura di questo ex convento che il
benemerito sacerdote don Luigi
Guanella, allora coadiutore in questa
parrocchia, verso l’anno 1879 cercava
di gettare le basi della sua prima
Istituzione di beneficenza a favore
della povera gioventù»8. Era il 23
novembre 1879 quando don Guanella
acquistava, in concorso d’asta, col
consenso della Curia, l’ex-Convento
che finiva di pagare nel 1880. Dopo
19
storia guanelliana
averlo ristrutturato, nel febbraio 1880
vi apriva una scuola gratuita privata
rurale9. Ma «l’attecchire del collegio
suonò in alto come un pericolo. Col
pretesto che nel secondo anno si era
aperto senza notificarlo alle autorità
competenti, queste mandarono
ordine di chiusura immediata con
minaccia di multe e di pene severe... Il
celebre avvocato Brasca… s’interpose
a favore della causa Guanella. Ma il
prefetto (di Sondrio) s’infuriava al
solo accennare il mio nome, perciò
il paziente Brasca dovette ritornarvi
per ben tre volte, e alla fine sentirsi
dire semplicemente che, se la Curia
di Como volesse dare al Guanella una
cura d’anime sopra un pizzo di monte,
dove egli non potesse esercitare
pericolose influenze, l’ufficio
prefettizio avrebbe posto appoggio.
Fu scelto Olmo sopra Chiavenna. Là
don Guanella vi si portava nel mese di
luglio»10.
A seguito di questo provvedimento,
20
storia guanelliana
don Guanella chiudeva la scuola il 27
febbraio 1881 e, il 2 luglio, concludeva
definitivamente la sua attività in
Traona, tra il rimpianto unanime della
popolazione.
Un consuntivo ci porta a dire che il
Guanella aveva lasciato un’opera
che aveva raccolto intorno a sé
gente di ogni ceto e aveva restituito
a tutti il gusto di una fede viva.
Aveva guardato alla gioventù, aveva
insegnato il catechismo, aveva curato
un oratorio, aveva dato vita alle
scuole quotidiane, serali e festive,
ma prima di ogni altra cosa aveva
ridestato nella gente di Traona il
bisogno di adorare il padre che, nella
sua misericordia, si era ricordato di
loro, attraverso la generosità di un
Fratello.
Uscito di scena, a don Guanella
sembrò doveroso ricordare un
particolare, per lui non trascurabile:
«In chiudere il collegio nello
scorso febbraio, lasciai nessuno
dei miei o cuochi o maestri senza
collocamento»11.
Da notare, che nonostante tutti gli
impegni e le varie peripezie, tra la
Pasqua e fine maggio 1880, don
Guanella qui a Traona, trovò il tempo
per pubblicare tre operette, “Metodo
semplice di meditazione” e “Andiamo
al Padre” e, l’anno successivo,
“Andiamo al monte della felicità”.
A Traona, la “Casa Madre”
Era nei sogni di don Guanella. Scriveva
nel febbraio del 1906, in occasione
della morte del suo amico ragioniere
Giuseppe Boraschi, compagno di
60 anni a servizio del Vangelo
ginnasio al Collegio Gallio: «Mi
rammenta un’altra epoca già molto
lontana, quando nell’ex convento di
S. Francesco in Traona io tentavo le
prime prove delle istituzioni della Casa
della Divina Provvidenza»12.
Quale senso abbia avuto l’esperienza
di Traona, si può ben desumere dal
colloquio svoltosi sul piazzale della
chiesa di S. Francesco in Traona, tra
don Luigi Guanella e don Giovanni
Tam, da quest’ultimo riportato nella
commemorazione di don Guanella:
«“Vedi? Qui doveva sorgere la mia
prima Casa, questa doveva essere
la mia Casa-Madre”. E io gli risposi:
“Senta, don Luigi, se non vi fossero
state le dure prove di Traona, forse
la Provvidenza non l’avrebbe così
generosamente favorito in seguito”.
E pronto egli mi soggiunse: “Hai
ragione”»13.
Note
1 L. Guanella, Le vie della Provvidenza (VdP),
Memorie autobiografiche, Editrice Nuove
Frontiere, Roma 2003, 51.
2 L. Guanella, VdP, o.c., p. 52.
3 L. Guanella, VdP, o.c., p. 52
4 L. Guanella, VdP, o.c., p. 52
5 L. Guanella, VdP, o.c., pp. 52-53.
6 L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere…, p. 48;
cfr. L. Guanella, Lettera a Mons. Pietro Carsana, 2
novembre 1879, ACV, Como.
7 L. Guanella, VdP, o.c., p. 54.
8 D. Songini, Storia e… storie di Traona “Terra
Buona”, Tipografia Bettini, Sondrio, 2001, p. 150.
9 Cfr. A. Ciampani, Traona: Il primo tentativo come
fondatore?, in I tempi e la vita di don Guanella.
Ricerche biografiche, Nuove Frontiere Editrice,
Roma 1990, , Saggi Storici-2, p. 185.
10L. Guanella, VdP, o.c., pp. 54-55.
11 L. Guanella, Lettera a mons. P. Carsana, 5
settembre 1881, ACV, Como.
12L. Guanella, Necrologio, LDP, febbraio 1906, p. 32.
13L.Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere…, p. 54.
La Casa di Como è in festa perché tre dei nostri Confratelli compiono 60 anni di vita sacerdotale.
Si tratta di Padre Ernesto Maniero, Don Gianni Piatti e Don Giuliano Rizziero, i quali, insieme ai
compagni Padre Francesco Belotti (ancora in Cile), a Padre Carlo Barindelli (ancora in Argentina),
a Don Vincenzo Altieri e Don Luigi Frangi, rendono gloria a Dio per il dono del Sacerdozio e della
vita consacrata nell'Opera don Guanella. Alla domanda “cosa ci può dire in poche parole dei suoi
60 anni di vita sacerdotale?” così hanno risposto:
SEMPRE AVANTI
“Il segreto per tanti anni di sacerdozio sta nell’avere una
base solida. Lungo la strada si incontrano molte difficoltà:
ma se uno fa un programma di vita, progredisce sempre e
sicuramente. Nella vita ho imparato a non preoccuparmi di
certe situazioni, se mi fanno o no direttore o economo, se le
cose vanno come io voglio o no. Sono sempre andato avanti.
Certo ci vuole fede, sennò uno abbandona. Invece bisogna
continuare. Troverai sempre difficoltà: ma tu sempre avanti,
avanti. Dopo, il bene che fai, lo conosce solo Dio”
HO SEMPRE LAVORATO
“53 anni come missionario in Sud America, dei quali 35 nel
mio bel Paraguay, sono una vita. In tutti quegli anni ho
sempre lavorato; direi che ho personalizzato la frase di
don Guanella in pregare e lavorare. Da giovane sacerdote
ho dato preferenza al servizio attivo e c’era in me molta
allegria per quello che facevo. Poi la vita mi ha fatto più
riflessivo ed ho dato più spazio alla preghiera, agli incontri
con Dio (in Cile con il famoso p. Larrañaga). Così ho scoperto
che la preghiera è il segreto. Ringrazio il Signore che in tanti
anni ho avuto la fortuna di avere successi e insuccessi”.
HO GIRATO MOLTO
In 60 anni di vita sacerdotale ho girato molto, sia nelle nostre
Case, sia per il mondo. Se non mi facevo prete, mi facevo
ciclista. Nella mia vita ho fatto di tutto: 40 anni di scuola,
una laurea, molto ministero di predicazione, più di 150
pellegrinaggi. E sono contento, soprattutto perché ho
imparato a non prendermela: la miglior medicina è la
calma. Anzi, se uno me le dice dietro, lo ringrazio perché
si vede che mi conosce. Oggi preferisco la solitudine; sono
contento di stare solo. Leggo, canto, studio, suono, prego, e...
viaggio sempre”.
Festa in famiglia
La brocca
di Giuseppe Galli
Pietro Benvenuti (1769-1844): "La Samaritana"
sorsi di vita
N
ei pomeriggi d’estate, sotto i cocenti raggi del sole, con la gola
riarsa dalla sete che ti fa sentire
urgente il bisogno di vivere non c’è
niente di più desiderabile e appagante,
che un fresco bicchiere di acqua pura,
limpida, fresca, tonificante.
Una donna di mezza età, grintosa ed
esigente, si avvicinava sicura al pozzo
di Giacobbe per attingere acqua. A
quel pozzo tutti hanno bevuto, uomini
e bestie, per molti anni, da quando
il patriarca Giacobbe lo fece
scavare per la sua
gente, in Palestina.
Si beveva gratis,
ma serviva una
brocca, un coccio,
un vaso, qualcosa
insomma, che si
chiamasse recipiente.
E il Figlio dell’uomo era
lì, seduto sulla sabbia che
scotta, aveva sete, non
c’era nessuno che attingesse per lui. I suoi amici, li aveva
mandati a provvedere qualcosa
da mettere in bocca per far tacere la
fame, ma la sete era lì in agguato. Anche la donna si era avvicinata, silenziosa, furtiva, in attesa di attingere acqua
con la sua brocca.
Era un bell’uomo, Gesù! Uno che ti dà
entusiasmo e sicurezza. Lo notò anche
lei, la donna di Samarìa. Uno sguardo
reciproco, un sorriso spontaneo, e un
dialogo significativo. Si china, lei, per
riempire la brocca, e si vede riflessa
nell’acqua. Poi sente la voce di Lui che
le chiede: “Dammi da bere”.
Lei sente nel cuore, come nell’acqua
23
22
Caro Amico e Benefattore
del pozzo, come una forte emozione e
risponde: “come mai tu che sei giudeo
chiedi da bere a me che sono una donna e anche samaritana? Le nostre tribù
non sono in buoni rapporti!”.
E Lui riprende: “Se tu sapessi chi è Colui che ti chiede da bere, saresti tu ad
offrigliene per prima”. Anch’io posso
darti, in altro modo, un’acqua che disseta al punto tale che non dovrai più
attingerne altra!
E lei si sente amica, pur non facendolo capire. Che uomo!
Ha un modo di parlare
che attira la curiosità e
l’interesse. Forse anche
qualcosa di più.
Sente nel suo cuore che
è bello stare lì, che si fa
interessante il parlare insieme. Non ha la brocca
eppure è Lui che vuole
dissetare il suo cuore
con Acqua di purificazione, di verità, di vita
eterna. Non attinge dal
pozzo, ma attinge dal cuore. Il cuore dai cinque mariti
avuti, serviti, lasciati. E…quello che tu
hai non è tuo marito!
Mentre il sole brucia, Gesù illumina
l’anima di quella donna che nel suo
intimo diventa apostola e missionaria
del grande, affascinante Profeta. Corre
in città, racconta l’incontro, comunica
gioia e… si sente importante perché
l’acqua che Egli dà porta in sé il gusto
della vita,l’entusiasmo dei sentimenti,
la generosità del dono, la soddisfazione di aver fatto contento un figlio di
Dio che ama con cuore da uomo.
La gente di Samarìa conosce l’amore
facile della donna, si ferma sull’uscio di
casa, si guarda attorno e poi qualcuno
segue la notizia dell’ultima ora.
“Venite a vedere un uomo che mi ha
indovinato tutta la mia vita: Che sia il
Messìa che aspettiamo?”
Molti curiosi corrono al pozzo, vedono
quell’uomo dallo sguardo penetrante,
sono attratti dall’essenzialità dei suoi
gesti e delle sue parole, ma specialmente dalle guarigioni immediate,
gratuite, rivitalizzanti. Alcuni si guardano d’attorno e vedono la donna orgogliosa di aver fatto qualcosa di buono per tutti: ha fatto conoscere Gesù,
ora non più solo seduto sulla sabbia,
ma attorniato dai suoi discepoli e da
molta folla che nel silenzio dell’ascolto
interiorizza i messaggi presentati dal
grande Messìa. Egli parla del Regno,
parla di pace, fa immaginare il volto
del Padre, insegna a dialogare con
Lui che è vicino ad ognuno. E’ Lui che
bisogna adorare non su un monte,
ma nell’intimo del cuore o nel silenzio
profumato del tempio. E’ giunto il
tempo in cui bisogna adorare Dio in
spirito e verità.
E i suoi discepoli sono entusiasti di
credere in Lui. Sorride perfino Giuda
il cassiere delle offerte per il sostentamento del gruppo dei discepoli del
Maestro. Zaccheo, l’esattore, si guarda
attorno e dialoga con Giovanni.
Anche in Samarìa, dal pozzo di Giacobbe è uscita l’acqua che disseta, dal
cuore di Cristo è sgorgato lo zampillo
della vita eterna, del Regno dei cieli.
“Una brocca non basta se l’acqua non
c’è; la tua sete d’amore lui purificherà”. q
vita di casa
25
24
sorsi di vita
TENERE LA PORTA APERTA
Oggi le nostre case sono blindate.
Abbiamo paura di essere defraudati di tutto, non solo dei nostri beni
materiali, ma anche dei nostri affetti.
Riteniamo importante che le nostre
case abbiano le porte aperte, ma
soprattutto il cuore aperto, perché
possano essere luoghi capaci di coltivare relazioni.
La porta aperta poi è indice di un ambiente accogliente e gioioso. E’ molto
bella su questo punto la regola di San
Benedetto che afferma : “L’abate con
i fratelli si affretterà incontro all’ospite per accoglierlo con tutte le premure della carità: lo saluteranno con
umiltà, chinando il capo e prostrandosi per adorare Cristo che viene accolto
nella persone dell’ospite”. L’accoglienza cristiana trova la sua radice
anche nella consapevolezza che viene
dalla fede: nell’ospite è presente Gesù
stesso, come egli stesso ha affermato:
“ Ero straniero e mi avete ospitato”.
COME
PRATICARE
L’OSPITALITà
di fronte ad uno
scenario di culture
che si intrecciano ?
di Mauro Cecchinato
Da diversi anni l’Opera don Guanella gestisce nella città di Como
un Ambulatorio e una Mensa per
rispondere ai bisogni primari di
tanti stranieri e italiani che vivono nella città e nelle zone limitrofe. Da queste esperienze parte
la nostra riflessione per cercare
di comprendere quali siano gli
aspetti significativi che ci permettono di “praticare l’ospitalità”
verso le persone che quotidianamente incontriamo.
ASCOLTARE
L’ascolto è un altro aspetto importante non in quanto ascoltiamo quanto
ci viene detto dall’altro, ma innanzitutto perché dobbiamo ascoltare
la presenza dell’altro e cercare di
percepire il suo bisogno. Ascoltare
infatti significa dare tempo per l’altro
e dare la parola all’altro: A volte chi
è ospitato, soprattutto se straniero,
fatica a parlare, resta come incapace
di esprimersi. Ascoltarlo è il primo
compito essenziale! Ascoltare poi
significa per noi anche misurarci con
la paura che l’altro può suscitare in
noi. Però lo straniero cessa di essere
estraneo quando noi lo ascoltiamo
nella sua umanità. Allora dobbiamo
affermare che ascoltare è un dono:
perché l’ascolto è espressione di attenzione e di volontà di una presenza che
accoglie. Ascoltare quindi è ospitare
l’altro dentro di noi, è accoglierlo, è
comprenderlo, è fargli spazio in noi,
è come dice Don Guanella : “ il saper
coricare nel proprio cuore il suo bisogno”.
IL DIALOGO
Il dialogo è l’intrecciarsi di linguaggi,
di culture, di religioni: gli interrogativi dell’altro diventano i nostri, i suoi
dubbi scomodano le nostre certezze, le sue convinzioni interpellano
le nostre. Allora scopriremo che nel
dialogo arriviamo a esprimere pensieri
mai pensati prima. E’ nel dialogo che
l’ospite, forestiero o straniero, diventa la manifestazione di un dono che
viene da “altrove”.
DONARE CIO’ CHE SI HA
In particolare su questo punto il donare ciò che si ha è offrire il cibo. Enzo
Bianchi ha una pagina molto bella
su questo tema e vorremo riproporla
perché fa riflettere. “Nutrimento donato, sovente riassunto in tre elementi
fondamentali: il pane della necessità,
il vino della gratuità, l’olio della cura.
Condividere il cibo con l’ospite è certamente la celebrazione dell’ospitalità, significa dire all’ospite: 'Ti voglio
bene, voglio che tu viva, e per questo
ti offro da mangiare'.
La tavola in comune con l’ospite è lo
spazio in cui il cibo è condiviso e il
mangiare diventa “convivio”, occasio-
Caro Amico e Benefattore
ne di comunione vitale.
Oggi si tende
a considerare
il cibo come
carburante e
il pasto come
rifornimento:
così si mangia
in piedi, si
mangia qualsiasi cosa e a qualsiasi ora, a volte gli
uni accanto agli altri ma non insieme,
si mangia senza parlare, senza comunicare, senza nessun ordine.
Ma questa barbarie è estranea all’autentica umanità: l’umanizzazione
è passata soprattutto attraverso la
tavola, dalla nutrizione alla gastronomia, all’adozione del piatto, dal
soddisfare la fame all’uso della tavola
come luogo per far festa. E’ a tavola,
alla tavola condivisa, che l’uomo ha
l’opportunità, ogni volta rinnovata, di
liberarsi dal suo essere “divoratore”
e di ridiventare ogni giorno uomo di
comunione.
La tavola è infatti il luogo attorno al
quale l’uomo ha cominciato a fare
amicizia, a creare società, a stipulare
alleanze. E’ l’atto comunionale per
eccellenza”.
“Ebbene, il primo ed il più abbandonato fra tutti raccoglietelo voi e
mettetelo a mensa con voi e fatevelo vostro, perché questi è Gesù
Cristo”.
Questa frase di Don Guanella ci sia di
sprono e di esempio per crescere nella
capacità di essere persone accoglienti
e ospitali.
q
27
26
vita di casa
di roberto rossi
La famiglia
terreno fertile per ogni vocazione
P
arlare di vocazione ai nostri
giorni se da un lato fa subito
rivolgere l’attenzione alla
figura del prete, del religioso o
della religiosa, dall’altro sembra
essere un termine usato anche per
delineare particolari professioni
per cui una persona sente di essere
particolarmente portata.
Non dobbiamo però dimenticare che
la vocazione (così come la santità)
è qualcosa a cui tutti come cristiani
siamo chiamati in virtù del battesimo
che abbiamo ricevuto. Ma andiamo
per ordine.
Innanzitutto è possibile una vocazione
(dal latino vocare: chiamare) laddove
c’è uno che chiama e uno che
risponde. Volendo usare un’immagine
potremmo usare quella della
telefonata. Da una parte c’è il Signore
che chiama (e la sua rubrica/elenco
telefonico è sempre aggiornato) e
dall’altra c’è un chiamato. Certo non
tutte le telefonate vanno a buon fine
ma questo dipende essenzialmente da
colui che riceve. Egli può infatti essere
occupato, non essere al momento
raggiungibile, aver messo la segreteria
telefonica o può rispondere. Dio non
si stanca di chiamare. Sta a noi essere
attenti e pronti a rispondere. Però,
come l’esperienza ci dimostra, non in
tutti i luoghi o in tutti i momenti “c’è
campo” ed è possibile ricevere. Quali
dunque questi luoghi dove è più facile
ci sia campo?
Se prendiamo l’esperienza di don
Luigi Guanella, scorgiamo che la
sua vocazione ha le proprie radici
28
testimonianze
ministero nella Chiesa. Come fedeli
siamo tutti impegnati perché non
manchino mai alla Chiesa persone
generose che ascoltino la chiamata del
Signore a lasciare tutto e a seguirlo.
È importante che tutta la comunità
si senta coinvolta in questo con la
preghiera, l’esempio, l’educazione.
Ruolo privilegiato è quello della
famiglia che, quale piccola Chiesa
domestica, non solo fa crescere i figli
e provvede perché non
manchi loro nulla
ma li educa
perché
siano
nell’ambiente di montagna, nella
vita del suo paese natale e nella
sua famiglia. È lì che il piccolo
Luigi ha iniziato a respirare l’aria
della carità operosa che porta a
farsi prossimo di chi ha bisogno. Su
questo terreno fertile hanno potuto
lavorare tanti santi preti che con
l’accompagnamento e la guida lo
hanno aiutato a dare il meglio di sé
e a divenire quell’uomo di relazioni
belle e profonde quale è stato.
Ma oggi è ancora possibile tutto
ciò? Dicevamo che la vocazione non
è un qualcosa che riguarda solo
qualcuno ma ognuno di noi ha una
propria vocazione, anche se ognuna
diversa dall’altra. Il Signore chiama
alcuni a seguirlo in modo particolare,
affidando uno speciale compito e
buoni
cristiani
e giungano a
interrogarsi su quale
è il progetto di Dio per loro e
rispondano alla chiamata del Signore.
Occorre constatare però che a
volte la famiglia fatica in questo
suo compito e necessita di aiuti
particolari. Per venire incontro a
questa realtà, quattro anni fa è nata
l’idea del Puntofamiglia. Si tratta di
alcune giornate durante l’anno in cui
l’intera famiglia, tenendo conto delle
testimonianze
necessità delle diverse età, può trovare uno spazio di
riflessione, silenzio e condivisione sui temi della vita
cristiana, con particolare riferimento alla vocazione
cristiana secondo lo stile guanelliano.
Ci spinge in questa direzione l’importanza che la
famiglia ha perché abbiamo a fiorire sante e numerose
vocazioni alla Vita Consacrata. La preghiera occupa
un posto privilegiato nella nostra azione. È in questo
ambito che si inserisce la preghiera per le vocazioni,
appuntamento mensile che fa pulsare il Santuario del
Sacro Cuore: animata da alcuni religiosi della Comunità
di Accoglienza Vocazionale e da alcuni
giovani è momento di preghiera
a Dio Padre perché mandi il
Suo Spirito nel cuore di
tanti ragazzi e ragazze
rendendoli docili
alla chiamata nel
seguire Gesù. Il
Signore continua
a chiamare e le
parole di don
Luigi ne sono
un esempio
e ci spronano
all’azione: “Un
giorno un ragazzo
stando davanti a suo
padre così gli parlò:
“Io voglio farmi prete...
Sento che Dio mi chiama...”.
Alcuni anni dopo quel ragazzo
ritornò dalla sua famiglia sacerdote
novello e pastore di un popolo. Guardatelo: è
come se in fronte avesse scritto: Santo per il Signore. Il
Signore l’ha chiamato e vuole che sia tutto suo e vostro.
Pregate per il sacerdote di Dio.
L’invito, rivolto a ciascuno, è dunque di rendere le
nostre famiglie terreni sempre più fertili per accogliere
le chiamate del Signore.
q
Nelle foto momenti degli incontri di "Punto Famiglia" a Como
Comunità di
Accoglienza
Vocazionale
è una Comunità formata
da Sacerdoti e Giovani
religiosi guanelliani.
è un ambiente dove puoi
essere accolto quando
vuoi e per il tempo che
desideri.
Ti vengono offerti:
•amicizia e ascolto
•tempi, luoghi, modi di
preghiera, di ricerca, di
riflessione
Siamo a disposizione per:
•un confronto
•la Riconciliazione
•la direzione spirituale
•un accompagnamento
personale
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Ci trovi a Como:
•Via Guanella, 13
•Info 031.296.795
•Fax 031.296.792
•[email protected]
•www.giovaniguanelliani.it
30
le pagine degli amici
Festa del
Grazie di cuore a...
Un vivissimo grazie ai nostri confratelli don Giuseppe Chieregato, don Giuseppe
Galli e don Alberto Pravettoni per il loro lavoro esercitato in questa Casa Divina
Provvidenza, e che i Superiori hanno destinato ad altri incarichi in altre Case della
Congregazione. Un caloroso benvenuto a fratel Pietro Marchetti che ritorna fra noi
con importanti incarichi nel Santuario e nel Museo Don Guanella.
Grazie, DON Guanella!
ATTI DI BONTA’
Dolci Franco, di Crema, ha offerto € 250,00 in
suffragio dei defunti della famiglia Conti Virginia; Mangiacavalli don Alberto, di Como, ha
offerto € 200,00; Magistri Emilia, di Giussano, ha offerto € 150,00 in memoria del defunto
Luigi; Trombetta Anna, di Lurate Caccivio, ha
offerto € 300,00 in suffragio di Balzaretti Carla;
Berniga Silvia, di Como, ha offerto € 300,00 a
suffragio di Fantoni–Berniga; Rivolta Silvana,
di Como, ha offerto € 200,00; Minotti Luigi, di
Como, ha offerto € 150,00 in ringraziamento per
gli auguri di buon onomastico; Torneria Automatica Ribolzi, di Cunardo, ha offerto € 200,00;
Millozzi Michele, di Segrate, ha offerto € 200,00
in memoria di Maria Teresa e Giacomo Millozzi;
Ambrosoni Luigi, di Gessate, ha offerto per preghiere per la famiglia € 250,00; Conterno dott.
Antonio, di Vigano San Martino, ha offerto €
300.00; Trombetta Anna, di Lurate Caccivio, ha
offerto € 300,00; Lionella e Luisa, di Como, hanno offerto € 150,00 per i bambini di Kinshasa;
Moiana Luciano, di Como, ha offerto € 1.400,00;
Arcioni Sandro, di Mandello del Lario, ha offerto
€ 150,00; Molteni Virginia, di Erba, ha offerto €
1.500,00; Boehm Piera, di Como, ha offerto in
memoria di Boehm Luigi € 4.600,00.
Clementina, Lenno, 2gg; Albonico Gianni, Como, 3gg.
UNA GIORNATA DI PANE
Censi Andrea, Bizzarrone; Corti Carla, Appiano
Gentile; Giannini dott. Cav. Eugenio, Roma;
Bianchi Attilia, Cuveglio; Colli Mario, Grandate;
Compagnoni Roberto, Opera; Annoni Gemma
Zanazzi, Mariano Comense; Carazzina Alessandra, Milano; Nobili Sandro, Meda; Angela, Bellagio; Molteni Olga, Cantù; Ostinelli Carlo, Como;
Panunzio Nino e Maria, Tavernerio; Dassiè Maria
Antonia, Olgiate Comasco; Asperti Belloni Carla,
Rho; Borghi Felice, Barlassina; Galimberti Leda,
Costamasnaga; Gerosa Donatella, Olgiate Comasco; Scalzotto Tiziana, Vescovana; Riccardo
Molteni, Villaguardia.
***
I NOSTRI DEFUNTI
Benefattori
Redaelli Ester, Oggiono; Bassani Barboni Adele,
Germignaga.
PIU’ GIORNATE DI PANE
Confratelli
Ferrario Don Carlo.
Macerata Pietro, Cabiate, 2gg; Robbiani Romano,
Ronago, 2gg; Crucis Maria Rosa, S. Pietro al Natisone, 2gg; Venegoni Beatrice, Arluno, 2gg; Colombo Giuseppina Vanini, Cadenabbia-Griante,
2gg; Cairoli Marco, Villaguardia, 7gg; Ramponi
Famigliari di Confratelli
Giordano Frigerio; Colombina Viganò; Joseph
Jeyakumar; Luigina Merlin; Guglielmina Aiani;
Benito Piatti; Giuseppe Bernasconi; Elekwanya
Clement Anyadiegwu.
Beato Luigi Guanella
24
venerdì
ottobre
2008
Ottobre guanelliano 2008
Raduno Ex-Allievi della
CASA DIVINA PROVVIDENZA
28 settembre - domenica
ore 10.00, S. Messa solenne
Giornata missionaria
GUANELLIANA
5 ottobre - domenica
ore 11.45, Concelebrazione
animata dal "Coro Ghospel"
Giornata per le
suore guanelliane
7 ottobre - martedì
ore 15.30, Professione
perpetua Suore FSMP, con
la presenza di mons. Diego
Coletti, vescovo di Como
Giornata per i
Cooperatori Guanelliani
12 ottobre - domenica
ore 11.45, Concelebrazione
GiornatA per
gli Anziani e gli Ammalati
20 ottobre - lunedì
ore 15.00, Concelebrazione
animata dagli anziani delle
RSA guanelliane
«Il bene non è
di chi molto fa,
ma di chi molto ama» Triduo di preparazione alla
festa del beato
21-22-23 ottobre
ore 18.00, S.Messa con omelia
del neo diacono Roberto Rossi
FESTA LITURGICA DEL
BEATO LUIGI GUANELLA
24 ottobre - venerdì
ore 7.00 - 8.30 - 18.00 ss.Messe
In famiglia con i Confratelli
ore 10.30, Concelebrazione per
gli anniversari di Sacerdozio e
Professione religiosa dei SdC
ore 16.45, Ora di spiritualità
trasmessa da Radio Maria
ore 21.00, Musical "Pane &
Paradiso (missione compiuta)"
di Nando Bonini, presso il
Teatro Sociale di Como
GiornAta per le
parrocchie guanelliane
25 ottobre - sabato
Anniversario Beatificazione
ore 11.00, Concelebrazione
solenne
i fedeli del santuario
con don guanella
26 ottobre - domenica
ore 10.00, S. Messa solenne
Giornata per i disabili
28 ottobre - martedì
ore 10.30, Concelebrazione
animata dai disabili dei nostri
Centri
Inaugurazione
cappella della memoria
1 novembre - sabato
ore 17.00, Vespri solenni e
benedizione della cappella
Avviso Sacro
Santuario S.Cuore
Opera don Guanella - Via T. Grossi 18 - 22100 COMO - tel.031.296.711 - [email protected]
La
Provvidenza
CaroDivina
Amico e Benefattore
Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della
Carità - Opera don Guanella e redatto da Casa Divina Provvidenza in Como
• III trimestre 2008 • anno CXVI • numero 3 • Tariffa associazione senza
fini di lucro: Poste Italiane SpA, spedizione in abb.post. - D.L. 353/2003
(Conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma • Direzione e
Amministrazione Via T.Grossi 18 - 22100 COMO - tel. 031.296.711 - fax
031.296.898 - email [email protected] • Direttore responsabile
Mario Carrera • Responsabile di redazione Angelo Gottardi • Impaginazione e grafica Gianmario Colciago • Fotografie Calimero Vismara • Stampa
ARTI GRAFICHE FRATTINI Viale Industria - Bernate Ticino (Milano) tel. e fax
- 02.97.25.60.41 - 02.97.54.454 • Con approvazione ecclesiastica
In caso di mancato recapito inviare
al CPO di COMO per la restituzione al
mittente previo pagamento resi.
Come si può aiutare la
Casa Divina Provvidenza - Opera don Guanella
■ innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i suoi operatori;
■ inoltre, potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di
amicizia con i nostri anziani e sofferenti;
■ in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di bene, con
l’offrire, ad esempio: Euro 50 per una giornata di pane; Euro 200 per collaborare a una
borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati
in questa rivista;
■ e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà.
Periodico edito dalla
Provincia Italiana della
Congregazione dei Servi
della Carità Opera don
Guanella e redatto da
Casa Divina Provvidenza
in Como
Tariffa associazione
senza fini di lucro: Poste
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in abb.post. - D.L.
353/2003 (Conv. in
L.27/02/2004, n. 46) art.
1 comma 2 DCB - Roma
III trimestre 2008
Anno CXVI - numero 3
3
2008
Importante: l’Istituto è Ente Giuridico può quindi ricevere Donazioni e Lasciti testamentari (RR.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932).
Per evitare possibili contestazioni si consiglia:
■ per Donazioni di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente
alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via T. Grossi 18 - 22100 Como - telefono
031.296.711 - fax 031.296.898 - email: [email protected];
■ per Testamenti: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula:«Io …
lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don
Guanella, per la Casa Divina Provvidenza in Como, a titolo di Legato, la somma di
Euro............... o l’immobile sito in ............... (oppure) gli immobili siti in ...............»
(luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuole nominare la Casa Erede Universale, scrivere: «Io … annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio
erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità,
Opera Don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como» (luogo, data e firma
leggibile per esteso).
Lavora e
prega e poi
non
ti angustiare
per alcuna
cosa.
N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano, presso
un notaio di fiducia.
don Guanella
■ I titolari di reddito di impresa, siano persone fisiche o persone giuridiche, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a
favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (2 per cento) del loro reddito (art. 65, comma
secondo del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione.
■ Per inviare offerte, oltre al c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229, è
possibile anche effettuare Bonifici Bancari a queste coordinate: conto corrente IBAN
IT23 V0569 61090 00000 0901 8X27 intestato a Casa Divina Provvidenza, presso Banca
Popolare di Sondrio - ag. Como IV Ponte.
LA DIVINA
PROVVIDENZA
Rivista fondata dal Beato don Luigi Guanella nel 1892
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Bollettino n. 3 - anno 2008