Caro Amico e Benefattore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Meeting di Rimini: "o protagonisti o nessuno" . . . . . . . 5 Un saluto alla Immacola di Lourdes (II parte) . . . . . . . 10 Lassù avete case e conventi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 60 anni a servizio del Vangelo . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 Tariffa associazione senza fini di lucro: Poste Italiane SpA, spedizione in abb.post. - D.L. 353/2003 (Conv. in L.27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma LA DIVINA PROVVIDENZA Rivista fondata dal Beato don Luigi Guanella nel 1892 III TRIMESTRE 2008 Anno CXVI - numero 3 3 2008 La brocca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Come praticare l'ospitalità... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 La famiglia terreno fertile per ogni vocazione . . . . . . . 27 Le pagine degli Amici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Lavora e prega e poi non ti angustiare per alcuna cosa. don Guanella Foto di copertina Traona (Sondrio), la chiesa arcipretale S. Alessandro, dove don Guanella esercitò il ministero sacerdotale come coadiutore negli anni 1878-1881. Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità - Opera don Guanella e redatto da Casa Divina Provvidenza • Anno CXVI • Numero 3 • III Trimestre 2008 • trimestrale di informazione e cultura religiosa fondato dal beato don Luigi Guanella nel 1892 • Direttore responsabile MARIO CARRERA • Responsabile di redazione ANGELO GOTTARDI Direzione e Amministrazione Casa Divina Provvidenza - Via Tomaso Grossi 18 - 22100 COMO - 031.296.711 • fax 031.296.898 • email: [email protected] • web http://www.guanelliani.org • CollaboratorI di questo numero: Angelo Gottardi - Mauro Cecchinato - Adriano Folonaro - Lorenzo Rigamonti - Operatori e Volontari • Autorizzazione Tribunale di Como decreto 27.06.1978 n. 3/48 • Tariffa associazione senza fini di lucro: Poste Italiane SpA, spedizione in abb.post. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma • Impaginazione e grafica Gianmario Colciago • FOTOGRAFIE Calimero Vismara, Egidio Tagliabue • Stampa Arti Grafiche Frattini - Viale Industria 9/11 - 20010 Bernate Ticino (Milano) - tel. e fax 02.97.25.60.41 02.97.54.454 • Con approvazione ecclesiastica Caro Amico e Benefattore 3 2 SOMMARIO Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera don Guanella e redatto da Casa Divina Provvidenza in Como AVVISO IMPORTANTE Avvisiamo i nostri gentili Benefattori che, a causa di un cambiamento nella rendicontazione del CCP postale, non riceveremo più gli originali dei bollettini da voi eseguiti, ma solo delle copie. Pertanto vi chiediamo di scrivere SOLO sul fronte, negli appositi spazi per la causale, in quanto non ci sarà più possbile visionare il retro, e quindi rispettare le vostre richieste. Ci scusiamo anticipatamente se questo vi causerà dei problemi. Memoria e attualità è bello per tutti ricordare persone e fatti del passato, conservare fotografie e lettere... Lo si cantava anche, molti anni fa’, così: “vecchio scarpone, quanto tempo è passato, quante illusioni fai rivivere tu...”. E’ vero: quanti ricordi nel cassetto del comodino, nel libretto di preghiere, nel portafoglio, nel cuore! Sicuramente ti sarai accorto che da molti anni la nostra rivista ci presenta articoli su persone e fatti del nostro passato, che, a diverso titolo, sono vincolati alla storia guanelliana. Sono i vari “centenari” che celebriamo non senza una punta di orgoglio familiare ma soprattutto con riconoscenza a Dio: i 100 anni della Prima Professione Religiosa di Don Guanella e di altri confratelli, i 150 anni della nascita della Beata Chiara Bosatta, i 150 delle apparizioni di Lourdes, i 130 della nascita di Alessandrino Mazzucchi, alunno amato dal Fondatore; e, perché no, i 60 anni dell’ordinazione sacerdotale di alcuni nostri confratelli, ecc. Di tutti questi avvenimenti e figure vogliamo non solo fare storia, ma“fare memoria” per ricuperarne il valore di “attualità”. Per noi “fare memoria” non è semplicemente “ricordare”, ma sentirne la forza provvidenziale che arriva ancora a noi. Anche per Gesù il comando “fate questo in memoria di me” significa “attualizzate ogni giorno, in ogni celebrazione l’atto divino dell’immolazione del mio Corpo e del mio Sangue offerti in sacrificio per voi”: così si perpetua fino alla fine dei secoli la grazia della sua redenzione. Per la liturgia quando si fa “memoria” di un santo si rende viva e presente la sua santità e virtù. (Anche un museo può avere odore di vecchio o profumo di attualità e di vita). Insomma, questa insistente memoria dei nostri eventi e “santi” guanelliani è importantissima, perché sono segni di un Dio che opera oggi per noi. E’ a questo titolo che intendiamo in questo numero de La Divina Provvidenza sentire la benefica presenza, nella congregazione e nelle nostre famiglie, della Madonna di Lourdes, così come la sentiva don Guanella; la lotta del nostro Fondatore contro le difficoltà nella sua ricerca del progetto di Dio; l’amore di Gesù verso una donna, come la samaritana, assetata di acqua e poi di verità; la grazia straordinaria dell’ordinazione di un sacerdote... E ne ringraziamo il Signore. Forse tutto questo ci aiuterà a riconoscere che anche noi e tutte le nostre opere saranno ricordate se sono “opera di Dio”, sante, condite di sacrifici e preghiere, segni di amore. Anche noi possiamo lasciare le nostre orme sull’arena della spiaggia, che nessuna onda cancellerà, e che saranno seguite da altri, perché belle e buone. Buon lavoro. Don Angelo Gottardi meeting di rimini di mariolino mapelli Orario SS. Messe (settembre-maggio) 7.00 - 8.30 - 18.00 20.30 7.00-10.00-11.45-20.30 Meeting di Rimini 2008: numerosi i visitatori dello stand A3/2 dedicato a don Luigi Guanella Ss. Confessioni (orario feriale) 8.30 - 10.30; 15.30 - 18.30 (Confessori di lingua italiana, spagnola, francese e inglese) SANTO ROSARIO Lunedì-Venerdì: 17.30 corona divina misericordia Venerdì: 15.00 discoteca del silenzio Tutti i primi sabati del mese (ottobre - giugno) “Discoteca del Silenzio” (adorazione eucaristica notturna) con inizio alle ore 21.00 e termine alle ore 4.00 della domenica VESPRI Festivi: Como: la Casa Divina Provvidenza e il Santuario del S.Cuore visti da Brunate O Protagonisti o nessuno Santuario del S.Cuore Feriale: Prefestivo: Festivo: 5 4 Caro Amico e Benefattore 18.30 INFORMAZIONI Centralino 031.296.711 Museo guanelliano: tel. 031.296.894 (don Adriano Folonaro); Cooperatori: tel. 031.296.711 (don Gabriele Mortin); Servizio Civile Volontario: tel. 031.296.783 (sig.na Elisabetta Caronni); Volontari: tel. 031.296.774 (sig. Carlo Guffanti); Comunità di Accoglienza Vocazionale: tel. 031.296.795 (don Domenico Scibetta); Centro Pastorale Giovanile: 031.296.795 (don Domenico Scibetta); Centro Missionario Guanelliano: 031.296.811 (sig. Silvio Verga); ExAllievi: 031.296.709 (sig. Adriano Peduzzi); Email: [email protected] - [email protected] PER OFFERTE S. Messe Giorno libero Giorno fisso Gregoriana € 11,00 € 13,00 € 400,00 S ono passati ormai più di tre anni da quando si incominciò solo a formulare l’ipotesi di potere concretizzare la seguente idea: preparare una mostra, da proporre al Meeting dell’amicizia tra i popoli di Rimini, sulla figura di un grande educatore e operatore di carità della nostra terra lombarda: il Beato Don Luigi Guanella. Nessuno aveva mai preso in considerazione questa possibilità: solo la passione di Guglielmo Gualandris, l’altro curatore della mostra, che ha “incontrato” Don Luigi Guanella conoscendo il sottoscritto e la presenza dei guanelliani in Milano (Parrocchia e Centro San Gaetano), ha lanciato e ha voluto che fossimo coinvolti in questa straordinaria avventura. Preziosa la presenza della Consorella Guanelliana Suor Rivera Felisa tra i curatori della mostra, con la Signora Callegari Rosella. Molte situazioni ci sono state favorevoli nel intraprendere la programmazione per realizzare il progetto mostra: abbiamo iniziato il dialogo con la Congregazione dei Servi della Carità nella figura di Don Nino Minetti, il primo Superiore Generale che ha dato il suo assenso e il suo incoraggiamento, confrontandosi spesso con noi ed interessandosi alle varie fasi di realizzazione; il rapporto è continuato con il Superiore Generale attuale, Padre Alfonso Crippa, che ha indicato anche la necessità di coinvolgere le Suore Guanelliane e il Movimento Laicale dando un’apertura missionaria all’evento che si stava progettando; infine parole di stima e di vicinanza sono venute da Don Remigio Oprandi, Superiore Provinciale. Grande collaborazione hanno dimostrato tutti i confratelli dell’Opera Don Guanella sparsi nel mondo (basta considerare le presenze caritative ed educative riportate sui pannelli della mostra) quando si è richiesto il loro intervento per la preparazione e la presentazione della loro esperienza. Non possiamo meeting di rimini tuttavia non ricordarne due in modo particolare: don Adriano Folonaro, direttore dell’archivio storico guanelliano, e don Calimero Vismara, referente dell’archivio storico fotografico, pronti a dialogare con noi e ad aiutarci a scelte adeguate e inerenti al progetto stesso. Il percorso della mostra ha voluto essere, per chi incontra Don Luigi Guanella, una fonte di ricchezza interiore e la certezza di un confronto su come porsi di fronte al bisogno di chi oggi necessita di sostegno morale e fisico. Due sono le idee attorno a cui ha ruotato tutto il percorso della mostra: l’educazione e la risposta ai bisogni dei fratelli poveri e soli. Don Luigi Guanella non ha scritto nessun trattato di pedagogia, ma ha disseminato, nei suoi numerosi scritti di varia natura, molte pagine inerenti la dinamica e la presenza educativa dei suoi sacerdoti e suore. Grande estimatore di Don Giovanni Bosco, con cui visse tre anni, accolse il metodo preventivo salesiano, e ne diede una originale concretizzazione: il metodo educativo, strettamente connesso al carisma guanelliano, trova la sua applicazione di amorevolezza, di carità, di affetto, di comunione, non solo verso i ragazzi, ma anche 7 6 meeting di rimini verso i portatori di disabilità, le persone anziane, e nelle realtà pastorali e di cura d’anime. L’educazione e la crescita, lo sviluppo e l’apprendimento riguardano tutte le fasce di età della vita della persona; ma anche le sue carenze possono essere parzialmente supplite attraverso la continua sollecitudine ad aprirsi alla realtà e ad accrescere la propria autostima. Da quando era impegnato come prete diocesano di Como in varie comunità parrocchiali (Prosto, Savogno, Traona, Pianello Lario) don Guanella ha sempre dato grande importanza all’educazione e alla scolarizzazione, aprendo scuole e sollecitando la presenza di giovani, ragazzi, adulti d’ambo i sessi per imparare a leggere e a scrivere: lui stesso aveva sostenuto gli esami per conseguire la patente di maestro statale L’attenzione all’educazione e all’istruzione continuò anche dopo che don Guanella divenne fondatore di opere caritative a favore dei più poveri e soli: ragazzi, anziani, portatori di disabilità, bisognosi di accoglienza, il popolo cristiano di zone periferiche e disagiate…; secondo don Guanella l’educazione della persona deveva portare alla crescita consapevole e cosciente per capire la bellezza della vita personale e di quello che di grande si può fare in essa. Tutte le opere e le presenze caritative di Don Luigi Guanella nascono non da una elaborazione di una teoria ma dalla constatazione di un bisogno: focalizzata la necessità di intervento, si deve procedere secondo l’insegnamento del Vangelo e il modo di operare di Gesù buon samaritano e buon pastore. La sintesi della sua azione caritativa meeting di rimini e educativa possono essere queste parole: ai poveri bisogna dare PANE e SIGNORE. Parole semplici, ma di immediata comprensione riguardo ad atteggiamenti, mentalità, contenuti, testimonianza: è la grandezza dei santi, è la bellezza della loro vita, è la grandezza della grazia e del carisma che opera in loro da Fondatori. Anche la Mostra ha voluto essere un modesto ma significativo contributo, che si innesta su questo grande filone di insegnamento del Beato Don Luigi Guanella riguardante l’educazione e la carità: due azioni che non possono essere scissi, come sono stati sempre uniti nella vita di Don Guanella. Bisogna sempre essere pronti ad accoglie i poveri e non ci si può fermare perché sono sempre con noi. Ma va anche tenuto presente che “l’educazione è il lavoro di ogni giorno per tutti i giorni della vita”, perché nessuno sia lasciato indietro o marginato. Concludo questo mio intervento riportando il tema del Meeting di questo 2008, che mi sembra pienamente realizzato nella santità ed opera del nostro padre fondatore, il Beato don Luigi Guanella: “O protagonisti o nessuno: e protagonisti non vuole dire avere la genialità o la spiritualità di alcuni, ma 9 8 meeting di rimini avere il proprio volto, che è, in tutta la storia e l’eternità, unico e irripetibile” (Don Luigi Giussani da "Certi di alcune grandi cose"). q IL Significato del Meeting 2008 Una “provocazione” in piena regola. Così si può definire il titolo dell’edizione 2008: “O protagonisti o nessuno”, a cui hanno lavorato circa 4.000 volontari e che ha contato su oltre 700.000 presenze. Una provocazione che intende condurre per mano ospiti e invitati a riflettere sul concetto di persona. La parola protagonista è parola molto usata nella nostra società, e dunque occorre tenere nella giusta considerazione il momento storico in cui si è. “E se infatti ci domandassimo chi è il protagonista di oggi, nel sentire comune, si dovrebbe necessariamente rispondere che si tratta di persona il cui scopo principale nella vita è il successo. Senza di esso ci si ritrova privati di una identità precisa, o meglio di quella possibilità di essere riconosciuti e che dà l'illusione di 'esserci'. Ma alla fine quest'uomo che insegue a tutti i costi ciò che lo fa distinguere dagli altri si ritrova schiavo delle circostanze, delle cose. Tagliato il rapporto con la realtà, prigioniero dell'esito del suo tentativo, l'uomo rimane in una condizione di passività umana che lo costringe ad esprimersi in un triste e vuoto formalismo”. Il risultato inevitabile di questo processo è “lo scetticismo e il cinismo”. L'evento di quest'anno (24-30 agosto) vuole quindi aprire uno squarcio su tutto questo, evidenziare come ci si trovi di fronte “ad una cultura che non educa, che non comunica più il senso della vita, e se la vita è così fatta, si diventa passivi, si vive di rimessa”. foto: panoramica dello stand A3/2 e alcuni momenti degli incontri tenuti dai nostri confratelli guanelliani con i numerosi visitatori Un saluto alla Immacolata di Lourdes II parte di Adriano Folonaro La Vergine Maria per don Guanella P er don Guanella, l’Immacolata vergine Maria nella sua vita non è solo motivo di ammirazione, stupore, gioia per i doni ricevuti da Dio dell’immunità da ogni macchia di peccato fin dal primo momento della sua esistenza: “Maria è la tutta santa, immune da ogni macchia di peccato, dallo Spirito Santo quasi plasmata e resa nuova creatura”1: “Vergine! Qual gioia al mondo cristiano in riconoscervi che voi siete l’Immacolata”2, e della sua incondizionata fedeltà a Dio “sempre pura, santa sempre agli occhi dell’altissimo”3, ma è soprattutto: mettersi in ascolto a “ben intendere che chi ascolta voi, ascolta la voce di Gesù vostro Divin Figlio, e che in seguir voi si ha salute dal Signore”4 e lasciarsi guidare da Lei: “Vergine 11 10 storia guanelliana storia guanelliana I genitori di S.Bernardetta Soubirous, François Soubirous e Louise Casterot Immacolata, Madre nostra, prendeteci per mano, consegnateci a Gesù, ditegli che ci salvi”5,“fateci aprire gli occhi a ben intendere il portento delle divine misericordie, fateci commuovere il cuore ad amare i misteri ineffabili del divin amore!"6, fino a rendersi operosi e fervidi in una vita cristiana feriale, alieni dal peccato: “Vergine Immacolata! Il programma di combattimento cristiano ce lo additate voi per questi dì nostri, …: protestare con forza, eppoi pregare, ed attender che Dio muti il consiglio degli avversari, eccolo il programma dei fedeli cattolici. Vergine Immacolata! Teneteci pure attenti a questo modo di combattimento, e intanto fateci noi stessi operosi e fervidi, finché più presto ci arrida il giorno del trionfo cristiano”7. “Vergine Immacolata! Il programma di combattimento cristiano ce lo additate voi per questi dì nostri”8. “Vergine Immacolata! Quest’è la volontà di Dio, che tutti noi ci facciamo santi. Fateci pur santi Vergine benedetta!... O fateci conoscere come è bello essere virtuoso! Fateci intendere che gran felicità è incamminarsi nelle vie del bene perfetto!"9 Penitenza e Paradiso In questo discorso di vita cristiana due sono i temi dominanti: penitenza e paradiso: “Vergine Immacolata! Fate che io dica a me stesso: penitenza ! penitenza! penitenza! E perché il dica 13 12 storia guanelliana Il parroco di Lourdes, mons. Domenique Peyramale, e il sindaco di Lourdes, Locadé di cuore, Voi spargete in cuor mio una stilla di quel colmo di grazia che avete detto voler dispensare da quella Grotta eletta. Io vengo in ispirito ai vostri piedi. Beneditemi Vergine Santa!"10 Questo, come puntualmente fa notare don Piero Pellegrini, è il senso profondo che ha per don Guanella la presenza dell’Immacolata nella sua vita, nella sua teologia, nelle sue attività e nella vita del cristiano. Per certi aspetti, è lo scritto più vivo, più ricco di riflessi della vita personale o di allusioni agli anni eroici di fondazione. Frequenti i richiami e le allusioni ad avvenimenti della sua vita, riflessi o spontanei, mettendo in parallelo le storie; più risonante dei problemi e delle preoccupazioni che provano la chiesa e i fedeli del tempo; tutto questo realizzato in maniera sobria e discreta, mediante un invito posto all’origine di ogni giornata o una riflessione proposta come conclusione e come preghiera finale11. La figura del parroco di Lourdes, Domenique Peyramale, conquista il cuore di don Guanella e gli ispira sentimenti di santa emulazione: ”che sotto un’apparente ruvidezza, nasconde un cuore magnanimo. Dona tutto il suo ai poverelli, e si fa in traccia degli afflitti per consolarli”12.”Sono … il padre dei figli malati, e questi li debbo con speciale cura assistere”13. Don Guanella sembra compiacersi di trovarsi in buona compagnia con il medesimo parroco che affronta le rimostranze presuntuose del sindaco storia guanelliana illuminare e fecondare i cuori perché, nell’adempimento del proprio dovere ciascuno “dieno frutti feraci, di fede, di speranza e di carità santa"15; e l’Immacolata dà coraggio perché ognuno assuma il proprio dovere, quel lavoro che spetta ad ognuno nella vita16. Inoltre il vescovo di Tarbes, del quale don Guanella stima la guida assennata e prudente, gli suggerisce l’orazione sull’umiltà, sulla prudenza e sulla obbedienza, atteggiamenti tipici della sua vita: “Vergine Immacolata!... Fatemi umile col pensar dimesso di me: più umile con pensar prudentemente degli altri; fatemi creatura umilissima in sottomettermi ad ogni volere di comando e di consiglio del mio superiore”17. Il prefetto Oscar Massy e vescovo di Tarbes, mons. Bertrand Sévère di Lourdes: “Monsignor Domenico Peyramale, il Parroco di Lourdes, videsi un bel di comparir dinanzi il Sindaco Locadè, e il regio procuratore, i quali di netto gli esposero: la Bernardina eccita tumulti... non è conveniente tollerarla oltre... è opportuno allontanarla di subito ché il Prefetto della provincia non può non esserne molto contento. Ai quali anche più repente rispose Monsignor Peyramale. Io come parroco di Lourdes sono il padre di tutti, e in ispecie dei poveri, e degli innocenti. E perché Bernardina è innocente, io vi protesto che passerete in questo mio petto prima che all’innocente alle mie cure affidata, voi torciate un cappello. Questo è per il mio dovere, né temo in contrario le ire dei potenti, e i decreti di ingiuste deliberazioni… Il Locadè col suo imperial procuratore, chinarono lo sguardo, dissero salute a Monsignor Peyramale e partironsi, sussurrandosi a vicenda: contro agli uomini di carattere non la si vince giammai. Il personaggio che ben sa compiere l’ufficio proprio, egli è sempre personaggio forte e rispettabile”14. E intorno ci sono altre figure che ostacolano questo impegno con riscontro nella sua vita personale: avversari nella toga di giudice o di letterato, di capo locale e tirannello delle coscienze, di prefetto ambiguo come il Massy e tutta una stampa liberale denigratrice della fede secondo i canoni del liberalismo e del materialismo. Quanta esperienza personale! Ma “la grazia del Signore, è sempre quel raggio di sole, … che giù discende” per Il pellegrinaggio A coronamento di tutto, un tema gli sta tanto a cuore: quello del pellegrinaggio. Pellegrinaggio come sintesi del cammino suo e di ogni cristiano verso la Patria. Eccoli i pellegrini, qui ravvisati nel pellegrinaggio lombardo del 1882: padri e madri di famiglia, oppressi dal peso materiale e più ancora da quello morale per la numerosa prole; giovani inesperti; figlie del sesso debole; scienziati e artisti, pastori spirituali; guide illustri, i vescovi e tutti. “Siamo pellegrini meschinelli! Pietà al pellegrino che si incammina per alla volta della sua patria! La nostra patria è città grande ed è posta all’alto, la Gerusalemme celeste…. Abbiamo inteso, e la sorellina nostra Bernardina Soubirous ha veduta e intesa a più riprese la presenza e la voce di Colei che 15 14 storia guanelliana apparendo disse: Io sono l’Immacolata Concezione! E noi ci affrettiamo a questa Grotta di Lourdes, dove un raggio di Paradiso si è mostrato ormai, e lascia come eretta una scala maestosa dalla quale la celeste nostra Madre già discende a raccogliere i sospiri dei figli suoi, e presentarli poi al trono dello Altissimo... I pellegrini a Lourdes colla voce e coll’esempio gridano alto al mondo tutto: al Cielo! al Cielo chè a condurne è giunta testè Maria che del cielo ne è la porta”18. Don Guanella, sarà a Lourdes nell’agosto 1903, unendosi al pellegrinaggio nazionale: sentiva il dovere di ringraziare l’Immacolata di tante grazie avute in vita e deporre ai suoi piedi tutte le tenerezze, le ansietà, gli intendimenti adunati nel suo cuore, invocandone la benedizione eletta sull’avvenire delle Opere fondate19 e sui suoi Benefattori. NOTE 1 Lumen gentium, 56. 2 L. Guanella, Un saluto alla Immacolata di Lourdes, Milano, Tipografia Eusebiana Editrice, 1897,p. 145. 3 L. Guanella, Un saluto…, o.c., 84. 4 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 107. 5 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 145. 6 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 58. 7 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 139. 8 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 139. 9 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 21. 10 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 47. 11 A. Dieguez - N. Minetti , Don Guanella Inedito negli scritti di don Piero pellegrini, Nuove Frontiere, 1993, p. 373 12 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 37. 13 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 72. 14 L. Guanella, Un saluto…, o.c., pp. 93-94; cfr. anche pag. 92. 15 L. Guanella, Un saluto…, o.c., pp. 62-63. 16 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 25. 17 L. Guanella, Un saluto…, o.c., p. 76. 18 L. Guanella, Un saluto…, o.c., pp. 85.87-88. 19 L. Mazzucchi, Vita, o.c., p. 493. Il 21 settembre 2008, ricorre il 130° anniversario da quando don Guanella faceva il suo ingresso a Traona (SO) in qualità di coadiutore, dopo l’esperienza triennale con don Bosco. Traona sarà ricordata come una delle esperienze fallimentari di don Luigi, che si trovò contro l’opposizione decisa sia dell’arciprete sia della Prefettura locale. «Don Guanella si era affidato alla benignità della divina Provvidenza nel passare da Savogno a Torino (1875), ed alla medesima si affidò nel ritorno da Torino a Como e poi a Traona (1878) nella provincia di Sondrio». Un distacco quello da don Bosco, sofferto. Il suo stato d’animo lo si può intuire da una sua confessione “di non aver patito tanto alla morte del padre e della madre che, per così dire, gli morirono ambedue nelle braccia, quanto nel lasciare don Bosco”1. L’esperienza triennale presso don Bosco, dirà lo stesso Guanella, gli servi a correggere difetti che altrimenti non sarebbe riuscito a sradicare, quali «la timidezza e la furia precipitosa» e a fortificare aspirazioni personali e progetti da realizzare a vantaggio della propria Diocesi e della sua gente. Il vescovo gli offrì la cappellania di Traona, dove risiedeva l’arciprete don Giuseppe Bellieni, affetto da una paralisi progressiva e che necessitava di aiuto e di cure. Qui avrebbe potuto realizzare un «ciabotto», data la presenza di spazi e costruzioni in disuso utili per quelle fondazioni che aveva fisse nella mente e che lo storia guanelliana 17 16 storia guanelliana “Lassù, avete case e conventi…” di Adriano Folonaro Traona (Sondrio): la chiesa arcipretale di S. Alessandro stesso Vescovo gli aveva prospettato per sollecitare la sua decisione in tal senso: «Lassù, come ben sapete, avete case e conventi disusati per fare quelle fondazioni che, sento dire, avete voi fisse nell’anima, ma guardate poi che non siano fantasie di cervello caldo e illusioni funeste. Provate per vostro conto che io vi benedico»2. «Don Guanella credeva avere ormai la Provvidenza in tasca e partì tranquillo alla volta di Traona, …per mettere le basi di quelle fondazioni che sarebbero state nel volere di Dio»3. Era probabilmente il 21 settembre 1878. «A Traona trovò tutte le difficoltà che avrebbero scoraggiato molti cuori di buona volontà, ma egli non si disperò mai»4. L’accoglienza fredda dell’arciprete, che rimessosi alquanto dalla malattia che lo aveva colpito, si faceva zelante informatore impegnando «le forze riacquistate per recarsi alla prefettura di Sondrio a deporre ai danni di don Guanella, che egli reputava sua avversario e ribelle. Soffriva malamente che don Guanella tirasse a sé nei giorni feriali e festivi parecchi fanciulli e giovani per l’insegnamento del catechismo nell’Oratorio e che aprisse nella propria casa scuole feriali quotidiane, diurne, serali, festive»5. L'Oratorio dei Confratelli In merito all’Oratorio dei Confratelli, don Giovanni Tam riferisce un aneddoto: «C’era qui tra gli uomini il deplorevole malvezzo di uscire di Chiesa in tempo di predica. Siccome ogni domenica l’arciprete faceva Catechismo ai grandi e don Luigi ai ragazzi nell’oratorio, quegli sconsigliati refrattarii alla parola di Dio presero a far capolino, con parecchi altri, nell’oratorio per sentire don Luigi. Ora avvenne che ai vesperi della solennità d’Ognissanti l’arciprete salì il pulpito per la predica dei morti, e don Luigi entrò in oratorio per la dottrina ai ragazzi. L’arciprete vide che parecchi, uomini e donne, si mossero per seguire don Luigi: più non si tenne, discese dal pulpito, e andò nell’oratorio a protestare. Ne nacque un tafferuglio, e poco mancò che l’arciprete le prendesse. Non è a dire quale fosse il dispiacere di don Luigi, il quale mai più avrebbe preveduto cosa simile!»6. Alla sopportazione del parroco, si aggiunsero anche difficoltà di ordine economico da parte del Consiglio comunale, che secondo le convenzioni del tempo «non intendeva pagare un coadiutore fintantoché in paese risiedeva il parroco effettivo». Decisione nata dal fatto che la parrocchia non era così popolosa da richiedere due sacerdoti. «Le difficoltà, anziché avvilire, incoraggiavano il Guanella il quale, con le mani vuote di denaro, comperò il convento di S. Francesco dal Comune e a sua tempo poté dare il saldo in lire 3.000»7, che vide come sede della sua istituzione, iniziandoci una scuola, sfruttando sia l’esperienza accumulata presso don Bosco in campo educativo, sia i titoli di insegnamento che si era procurato a Mondovì. Le basi della prima istituzione di beneficenza Scrive don Giovanni Tam: «Fu all’ombra di questa chiesa e tra le mura di questo ex convento che il benemerito sacerdote don Luigi Guanella, allora coadiutore in questa parrocchia, verso l’anno 1879 cercava di gettare le basi della sua prima Istituzione di beneficenza a favore della povera gioventù»8. Era il 23 novembre 1879 quando don Guanella acquistava, in concorso d’asta, col consenso della Curia, l’ex-Convento che finiva di pagare nel 1880. Dopo 19 storia guanelliana averlo ristrutturato, nel febbraio 1880 vi apriva una scuola gratuita privata rurale9. Ma «l’attecchire del collegio suonò in alto come un pericolo. Col pretesto che nel secondo anno si era aperto senza notificarlo alle autorità competenti, queste mandarono ordine di chiusura immediata con minaccia di multe e di pene severe... Il celebre avvocato Brasca… s’interpose a favore della causa Guanella. Ma il prefetto (di Sondrio) s’infuriava al solo accennare il mio nome, perciò il paziente Brasca dovette ritornarvi per ben tre volte, e alla fine sentirsi dire semplicemente che, se la Curia di Como volesse dare al Guanella una cura d’anime sopra un pizzo di monte, dove egli non potesse esercitare pericolose influenze, l’ufficio prefettizio avrebbe posto appoggio. Fu scelto Olmo sopra Chiavenna. Là don Guanella vi si portava nel mese di luglio»10. A seguito di questo provvedimento, 20 storia guanelliana don Guanella chiudeva la scuola il 27 febbraio 1881 e, il 2 luglio, concludeva definitivamente la sua attività in Traona, tra il rimpianto unanime della popolazione. Un consuntivo ci porta a dire che il Guanella aveva lasciato un’opera che aveva raccolto intorno a sé gente di ogni ceto e aveva restituito a tutti il gusto di una fede viva. Aveva guardato alla gioventù, aveva insegnato il catechismo, aveva curato un oratorio, aveva dato vita alle scuole quotidiane, serali e festive, ma prima di ogni altra cosa aveva ridestato nella gente di Traona il bisogno di adorare il padre che, nella sua misericordia, si era ricordato di loro, attraverso la generosità di un Fratello. Uscito di scena, a don Guanella sembrò doveroso ricordare un particolare, per lui non trascurabile: «In chiudere il collegio nello scorso febbraio, lasciai nessuno dei miei o cuochi o maestri senza collocamento»11. Da notare, che nonostante tutti gli impegni e le varie peripezie, tra la Pasqua e fine maggio 1880, don Guanella qui a Traona, trovò il tempo per pubblicare tre operette, “Metodo semplice di meditazione” e “Andiamo al Padre” e, l’anno successivo, “Andiamo al monte della felicità”. A Traona, la “Casa Madre” Era nei sogni di don Guanella. Scriveva nel febbraio del 1906, in occasione della morte del suo amico ragioniere Giuseppe Boraschi, compagno di 60 anni a servizio del Vangelo ginnasio al Collegio Gallio: «Mi rammenta un’altra epoca già molto lontana, quando nell’ex convento di S. Francesco in Traona io tentavo le prime prove delle istituzioni della Casa della Divina Provvidenza»12. Quale senso abbia avuto l’esperienza di Traona, si può ben desumere dal colloquio svoltosi sul piazzale della chiesa di S. Francesco in Traona, tra don Luigi Guanella e don Giovanni Tam, da quest’ultimo riportato nella commemorazione di don Guanella: «“Vedi? Qui doveva sorgere la mia prima Casa, questa doveva essere la mia Casa-Madre”. E io gli risposi: “Senta, don Luigi, se non vi fossero state le dure prove di Traona, forse la Provvidenza non l’avrebbe così generosamente favorito in seguito”. E pronto egli mi soggiunse: “Hai ragione”»13. Note 1 L. Guanella, Le vie della Provvidenza (VdP), Memorie autobiografiche, Editrice Nuove Frontiere, Roma 2003, 51. 2 L. Guanella, VdP, o.c., p. 52. 3 L. Guanella, VdP, o.c., p. 52 4 L. Guanella, VdP, o.c., p. 52 5 L. Guanella, VdP, o.c., pp. 52-53. 6 L. Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere…, p. 48; cfr. L. Guanella, Lettera a Mons. Pietro Carsana, 2 novembre 1879, ACV, Como. 7 L. Guanella, VdP, o.c., p. 54. 8 D. Songini, Storia e… storie di Traona “Terra Buona”, Tipografia Bettini, Sondrio, 2001, p. 150. 9 Cfr. A. Ciampani, Traona: Il primo tentativo come fondatore?, in I tempi e la vita di don Guanella. Ricerche biografiche, Nuove Frontiere Editrice, Roma 1990, , Saggi Storici-2, p. 185. 10L. Guanella, VdP, o.c., pp. 54-55. 11 L. Guanella, Lettera a mons. P. Carsana, 5 settembre 1881, ACV, Como. 12L. Guanella, Necrologio, LDP, febbraio 1906, p. 32. 13L.Mazzucchi, La vita, lo spirito e le opere…, p. 54. La Casa di Como è in festa perché tre dei nostri Confratelli compiono 60 anni di vita sacerdotale. Si tratta di Padre Ernesto Maniero, Don Gianni Piatti e Don Giuliano Rizziero, i quali, insieme ai compagni Padre Francesco Belotti (ancora in Cile), a Padre Carlo Barindelli (ancora in Argentina), a Don Vincenzo Altieri e Don Luigi Frangi, rendono gloria a Dio per il dono del Sacerdozio e della vita consacrata nell'Opera don Guanella. Alla domanda “cosa ci può dire in poche parole dei suoi 60 anni di vita sacerdotale?” così hanno risposto: SEMPRE AVANTI “Il segreto per tanti anni di sacerdozio sta nell’avere una base solida. Lungo la strada si incontrano molte difficoltà: ma se uno fa un programma di vita, progredisce sempre e sicuramente. Nella vita ho imparato a non preoccuparmi di certe situazioni, se mi fanno o no direttore o economo, se le cose vanno come io voglio o no. Sono sempre andato avanti. Certo ci vuole fede, sennò uno abbandona. Invece bisogna continuare. Troverai sempre difficoltà: ma tu sempre avanti, avanti. Dopo, il bene che fai, lo conosce solo Dio” HO SEMPRE LAVORATO “53 anni come missionario in Sud America, dei quali 35 nel mio bel Paraguay, sono una vita. In tutti quegli anni ho sempre lavorato; direi che ho personalizzato la frase di don Guanella in pregare e lavorare. Da giovane sacerdote ho dato preferenza al servizio attivo e c’era in me molta allegria per quello che facevo. Poi la vita mi ha fatto più riflessivo ed ho dato più spazio alla preghiera, agli incontri con Dio (in Cile con il famoso p. Larrañaga). Così ho scoperto che la preghiera è il segreto. Ringrazio il Signore che in tanti anni ho avuto la fortuna di avere successi e insuccessi”. HO GIRATO MOLTO In 60 anni di vita sacerdotale ho girato molto, sia nelle nostre Case, sia per il mondo. Se non mi facevo prete, mi facevo ciclista. Nella mia vita ho fatto di tutto: 40 anni di scuola, una laurea, molto ministero di predicazione, più di 150 pellegrinaggi. E sono contento, soprattutto perché ho imparato a non prendermela: la miglior medicina è la calma. Anzi, se uno me le dice dietro, lo ringrazio perché si vede che mi conosce. Oggi preferisco la solitudine; sono contento di stare solo. Leggo, canto, studio, suono, prego, e... viaggio sempre”. Festa in famiglia La brocca di Giuseppe Galli Pietro Benvenuti (1769-1844): "La Samaritana" sorsi di vita N ei pomeriggi d’estate, sotto i cocenti raggi del sole, con la gola riarsa dalla sete che ti fa sentire urgente il bisogno di vivere non c’è niente di più desiderabile e appagante, che un fresco bicchiere di acqua pura, limpida, fresca, tonificante. Una donna di mezza età, grintosa ed esigente, si avvicinava sicura al pozzo di Giacobbe per attingere acqua. A quel pozzo tutti hanno bevuto, uomini e bestie, per molti anni, da quando il patriarca Giacobbe lo fece scavare per la sua gente, in Palestina. Si beveva gratis, ma serviva una brocca, un coccio, un vaso, qualcosa insomma, che si chiamasse recipiente. E il Figlio dell’uomo era lì, seduto sulla sabbia che scotta, aveva sete, non c’era nessuno che attingesse per lui. I suoi amici, li aveva mandati a provvedere qualcosa da mettere in bocca per far tacere la fame, ma la sete era lì in agguato. Anche la donna si era avvicinata, silenziosa, furtiva, in attesa di attingere acqua con la sua brocca. Era un bell’uomo, Gesù! Uno che ti dà entusiasmo e sicurezza. Lo notò anche lei, la donna di Samarìa. Uno sguardo reciproco, un sorriso spontaneo, e un dialogo significativo. Si china, lei, per riempire la brocca, e si vede riflessa nell’acqua. Poi sente la voce di Lui che le chiede: “Dammi da bere”. Lei sente nel cuore, come nell’acqua 23 22 Caro Amico e Benefattore del pozzo, come una forte emozione e risponde: “come mai tu che sei giudeo chiedi da bere a me che sono una donna e anche samaritana? Le nostre tribù non sono in buoni rapporti!”. E Lui riprende: “Se tu sapessi chi è Colui che ti chiede da bere, saresti tu ad offrigliene per prima”. Anch’io posso darti, in altro modo, un’acqua che disseta al punto tale che non dovrai più attingerne altra! E lei si sente amica, pur non facendolo capire. Che uomo! Ha un modo di parlare che attira la curiosità e l’interesse. Forse anche qualcosa di più. Sente nel suo cuore che è bello stare lì, che si fa interessante il parlare insieme. Non ha la brocca eppure è Lui che vuole dissetare il suo cuore con Acqua di purificazione, di verità, di vita eterna. Non attinge dal pozzo, ma attinge dal cuore. Il cuore dai cinque mariti avuti, serviti, lasciati. E…quello che tu hai non è tuo marito! Mentre il sole brucia, Gesù illumina l’anima di quella donna che nel suo intimo diventa apostola e missionaria del grande, affascinante Profeta. Corre in città, racconta l’incontro, comunica gioia e… si sente importante perché l’acqua che Egli dà porta in sé il gusto della vita,l’entusiasmo dei sentimenti, la generosità del dono, la soddisfazione di aver fatto contento un figlio di Dio che ama con cuore da uomo. La gente di Samarìa conosce l’amore facile della donna, si ferma sull’uscio di casa, si guarda attorno e poi qualcuno segue la notizia dell’ultima ora. “Venite a vedere un uomo che mi ha indovinato tutta la mia vita: Che sia il Messìa che aspettiamo?” Molti curiosi corrono al pozzo, vedono quell’uomo dallo sguardo penetrante, sono attratti dall’essenzialità dei suoi gesti e delle sue parole, ma specialmente dalle guarigioni immediate, gratuite, rivitalizzanti. Alcuni si guardano d’attorno e vedono la donna orgogliosa di aver fatto qualcosa di buono per tutti: ha fatto conoscere Gesù, ora non più solo seduto sulla sabbia, ma attorniato dai suoi discepoli e da molta folla che nel silenzio dell’ascolto interiorizza i messaggi presentati dal grande Messìa. Egli parla del Regno, parla di pace, fa immaginare il volto del Padre, insegna a dialogare con Lui che è vicino ad ognuno. E’ Lui che bisogna adorare non su un monte, ma nell’intimo del cuore o nel silenzio profumato del tempio. E’ giunto il tempo in cui bisogna adorare Dio in spirito e verità. E i suoi discepoli sono entusiasti di credere in Lui. Sorride perfino Giuda il cassiere delle offerte per il sostentamento del gruppo dei discepoli del Maestro. Zaccheo, l’esattore, si guarda attorno e dialoga con Giovanni. Anche in Samarìa, dal pozzo di Giacobbe è uscita l’acqua che disseta, dal cuore di Cristo è sgorgato lo zampillo della vita eterna, del Regno dei cieli. “Una brocca non basta se l’acqua non c’è; la tua sete d’amore lui purificherà”. q vita di casa 25 24 sorsi di vita TENERE LA PORTA APERTA Oggi le nostre case sono blindate. Abbiamo paura di essere defraudati di tutto, non solo dei nostri beni materiali, ma anche dei nostri affetti. Riteniamo importante che le nostre case abbiano le porte aperte, ma soprattutto il cuore aperto, perché possano essere luoghi capaci di coltivare relazioni. La porta aperta poi è indice di un ambiente accogliente e gioioso. E’ molto bella su questo punto la regola di San Benedetto che afferma : “L’abate con i fratelli si affretterà incontro all’ospite per accoglierlo con tutte le premure della carità: lo saluteranno con umiltà, chinando il capo e prostrandosi per adorare Cristo che viene accolto nella persone dell’ospite”. L’accoglienza cristiana trova la sua radice anche nella consapevolezza che viene dalla fede: nell’ospite è presente Gesù stesso, come egli stesso ha affermato: “ Ero straniero e mi avete ospitato”. COME PRATICARE L’OSPITALITà di fronte ad uno scenario di culture che si intrecciano ? di Mauro Cecchinato Da diversi anni l’Opera don Guanella gestisce nella città di Como un Ambulatorio e una Mensa per rispondere ai bisogni primari di tanti stranieri e italiani che vivono nella città e nelle zone limitrofe. Da queste esperienze parte la nostra riflessione per cercare di comprendere quali siano gli aspetti significativi che ci permettono di “praticare l’ospitalità” verso le persone che quotidianamente incontriamo. ASCOLTARE L’ascolto è un altro aspetto importante non in quanto ascoltiamo quanto ci viene detto dall’altro, ma innanzitutto perché dobbiamo ascoltare la presenza dell’altro e cercare di percepire il suo bisogno. Ascoltare infatti significa dare tempo per l’altro e dare la parola all’altro: A volte chi è ospitato, soprattutto se straniero, fatica a parlare, resta come incapace di esprimersi. Ascoltarlo è il primo compito essenziale! Ascoltare poi significa per noi anche misurarci con la paura che l’altro può suscitare in noi. Però lo straniero cessa di essere estraneo quando noi lo ascoltiamo nella sua umanità. Allora dobbiamo affermare che ascoltare è un dono: perché l’ascolto è espressione di attenzione e di volontà di una presenza che accoglie. Ascoltare quindi è ospitare l’altro dentro di noi, è accoglierlo, è comprenderlo, è fargli spazio in noi, è come dice Don Guanella : “ il saper coricare nel proprio cuore il suo bisogno”. IL DIALOGO Il dialogo è l’intrecciarsi di linguaggi, di culture, di religioni: gli interrogativi dell’altro diventano i nostri, i suoi dubbi scomodano le nostre certezze, le sue convinzioni interpellano le nostre. Allora scopriremo che nel dialogo arriviamo a esprimere pensieri mai pensati prima. E’ nel dialogo che l’ospite, forestiero o straniero, diventa la manifestazione di un dono che viene da “altrove”. DONARE CIO’ CHE SI HA In particolare su questo punto il donare ciò che si ha è offrire il cibo. Enzo Bianchi ha una pagina molto bella su questo tema e vorremo riproporla perché fa riflettere. “Nutrimento donato, sovente riassunto in tre elementi fondamentali: il pane della necessità, il vino della gratuità, l’olio della cura. Condividere il cibo con l’ospite è certamente la celebrazione dell’ospitalità, significa dire all’ospite: 'Ti voglio bene, voglio che tu viva, e per questo ti offro da mangiare'. La tavola in comune con l’ospite è lo spazio in cui il cibo è condiviso e il mangiare diventa “convivio”, occasio- Caro Amico e Benefattore ne di comunione vitale. Oggi si tende a considerare il cibo come carburante e il pasto come rifornimento: così si mangia in piedi, si mangia qualsiasi cosa e a qualsiasi ora, a volte gli uni accanto agli altri ma non insieme, si mangia senza parlare, senza comunicare, senza nessun ordine. Ma questa barbarie è estranea all’autentica umanità: l’umanizzazione è passata soprattutto attraverso la tavola, dalla nutrizione alla gastronomia, all’adozione del piatto, dal soddisfare la fame all’uso della tavola come luogo per far festa. E’ a tavola, alla tavola condivisa, che l’uomo ha l’opportunità, ogni volta rinnovata, di liberarsi dal suo essere “divoratore” e di ridiventare ogni giorno uomo di comunione. La tavola è infatti il luogo attorno al quale l’uomo ha cominciato a fare amicizia, a creare società, a stipulare alleanze. E’ l’atto comunionale per eccellenza”. “Ebbene, il primo ed il più abbandonato fra tutti raccoglietelo voi e mettetelo a mensa con voi e fatevelo vostro, perché questi è Gesù Cristo”. Questa frase di Don Guanella ci sia di sprono e di esempio per crescere nella capacità di essere persone accoglienti e ospitali. q 27 26 vita di casa di roberto rossi La famiglia terreno fertile per ogni vocazione P arlare di vocazione ai nostri giorni se da un lato fa subito rivolgere l’attenzione alla figura del prete, del religioso o della religiosa, dall’altro sembra essere un termine usato anche per delineare particolari professioni per cui una persona sente di essere particolarmente portata. Non dobbiamo però dimenticare che la vocazione (così come la santità) è qualcosa a cui tutti come cristiani siamo chiamati in virtù del battesimo che abbiamo ricevuto. Ma andiamo per ordine. Innanzitutto è possibile una vocazione (dal latino vocare: chiamare) laddove c’è uno che chiama e uno che risponde. Volendo usare un’immagine potremmo usare quella della telefonata. Da una parte c’è il Signore che chiama (e la sua rubrica/elenco telefonico è sempre aggiornato) e dall’altra c’è un chiamato. Certo non tutte le telefonate vanno a buon fine ma questo dipende essenzialmente da colui che riceve. Egli può infatti essere occupato, non essere al momento raggiungibile, aver messo la segreteria telefonica o può rispondere. Dio non si stanca di chiamare. Sta a noi essere attenti e pronti a rispondere. Però, come l’esperienza ci dimostra, non in tutti i luoghi o in tutti i momenti “c’è campo” ed è possibile ricevere. Quali dunque questi luoghi dove è più facile ci sia campo? Se prendiamo l’esperienza di don Luigi Guanella, scorgiamo che la sua vocazione ha le proprie radici 28 testimonianze ministero nella Chiesa. Come fedeli siamo tutti impegnati perché non manchino mai alla Chiesa persone generose che ascoltino la chiamata del Signore a lasciare tutto e a seguirlo. È importante che tutta la comunità si senta coinvolta in questo con la preghiera, l’esempio, l’educazione. Ruolo privilegiato è quello della famiglia che, quale piccola Chiesa domestica, non solo fa crescere i figli e provvede perché non manchi loro nulla ma li educa perché siano nell’ambiente di montagna, nella vita del suo paese natale e nella sua famiglia. È lì che il piccolo Luigi ha iniziato a respirare l’aria della carità operosa che porta a farsi prossimo di chi ha bisogno. Su questo terreno fertile hanno potuto lavorare tanti santi preti che con l’accompagnamento e la guida lo hanno aiutato a dare il meglio di sé e a divenire quell’uomo di relazioni belle e profonde quale è stato. Ma oggi è ancora possibile tutto ciò? Dicevamo che la vocazione non è un qualcosa che riguarda solo qualcuno ma ognuno di noi ha una propria vocazione, anche se ognuna diversa dall’altra. Il Signore chiama alcuni a seguirlo in modo particolare, affidando uno speciale compito e buoni cristiani e giungano a interrogarsi su quale è il progetto di Dio per loro e rispondano alla chiamata del Signore. Occorre constatare però che a volte la famiglia fatica in questo suo compito e necessita di aiuti particolari. Per venire incontro a questa realtà, quattro anni fa è nata l’idea del Puntofamiglia. Si tratta di alcune giornate durante l’anno in cui l’intera famiglia, tenendo conto delle testimonianze necessità delle diverse età, può trovare uno spazio di riflessione, silenzio e condivisione sui temi della vita cristiana, con particolare riferimento alla vocazione cristiana secondo lo stile guanelliano. Ci spinge in questa direzione l’importanza che la famiglia ha perché abbiamo a fiorire sante e numerose vocazioni alla Vita Consacrata. La preghiera occupa un posto privilegiato nella nostra azione. È in questo ambito che si inserisce la preghiera per le vocazioni, appuntamento mensile che fa pulsare il Santuario del Sacro Cuore: animata da alcuni religiosi della Comunità di Accoglienza Vocazionale e da alcuni giovani è momento di preghiera a Dio Padre perché mandi il Suo Spirito nel cuore di tanti ragazzi e ragazze rendendoli docili alla chiamata nel seguire Gesù. Il Signore continua a chiamare e le parole di don Luigi ne sono un esempio e ci spronano all’azione: “Un giorno un ragazzo stando davanti a suo padre così gli parlò: “Io voglio farmi prete... Sento che Dio mi chiama...”. Alcuni anni dopo quel ragazzo ritornò dalla sua famiglia sacerdote novello e pastore di un popolo. Guardatelo: è come se in fronte avesse scritto: Santo per il Signore. Il Signore l’ha chiamato e vuole che sia tutto suo e vostro. Pregate per il sacerdote di Dio. L’invito, rivolto a ciascuno, è dunque di rendere le nostre famiglie terreni sempre più fertili per accogliere le chiamate del Signore. q Nelle foto momenti degli incontri di "Punto Famiglia" a Como Comunità di Accoglienza Vocazionale è una Comunità formata da Sacerdoti e Giovani religiosi guanelliani. è un ambiente dove puoi essere accolto quando vuoi e per il tempo che desideri. Ti vengono offerti: •amicizia e ascolto •tempi, luoghi, modi di preghiera, di ricerca, di riflessione Siamo a disposizione per: •un confronto •la Riconciliazione •la direzione spirituale •un accompagnamento personale •un cammino di discernimento vocazionale Ci trovi a Como: •Via Guanella, 13 •Info 031.296.795 •Fax 031.296.792 •[email protected] •www.giovaniguanelliani.it 30 le pagine degli amici Festa del Grazie di cuore a... Un vivissimo grazie ai nostri confratelli don Giuseppe Chieregato, don Giuseppe Galli e don Alberto Pravettoni per il loro lavoro esercitato in questa Casa Divina Provvidenza, e che i Superiori hanno destinato ad altri incarichi in altre Case della Congregazione. Un caloroso benvenuto a fratel Pietro Marchetti che ritorna fra noi con importanti incarichi nel Santuario e nel Museo Don Guanella. Grazie, DON Guanella! ATTI DI BONTA’ Dolci Franco, di Crema, ha offerto € 250,00 in suffragio dei defunti della famiglia Conti Virginia; Mangiacavalli don Alberto, di Como, ha offerto € 200,00; Magistri Emilia, di Giussano, ha offerto € 150,00 in memoria del defunto Luigi; Trombetta Anna, di Lurate Caccivio, ha offerto € 300,00 in suffragio di Balzaretti Carla; Berniga Silvia, di Como, ha offerto € 300,00 a suffragio di Fantoni–Berniga; Rivolta Silvana, di Como, ha offerto € 200,00; Minotti Luigi, di Como, ha offerto € 150,00 in ringraziamento per gli auguri di buon onomastico; Torneria Automatica Ribolzi, di Cunardo, ha offerto € 200,00; Millozzi Michele, di Segrate, ha offerto € 200,00 in memoria di Maria Teresa e Giacomo Millozzi; Ambrosoni Luigi, di Gessate, ha offerto per preghiere per la famiglia € 250,00; Conterno dott. Antonio, di Vigano San Martino, ha offerto € 300.00; Trombetta Anna, di Lurate Caccivio, ha offerto € 300,00; Lionella e Luisa, di Como, hanno offerto € 150,00 per i bambini di Kinshasa; Moiana Luciano, di Como, ha offerto € 1.400,00; Arcioni Sandro, di Mandello del Lario, ha offerto € 150,00; Molteni Virginia, di Erba, ha offerto € 1.500,00; Boehm Piera, di Como, ha offerto in memoria di Boehm Luigi € 4.600,00. Clementina, Lenno, 2gg; Albonico Gianni, Como, 3gg. UNA GIORNATA DI PANE Censi Andrea, Bizzarrone; Corti Carla, Appiano Gentile; Giannini dott. Cav. Eugenio, Roma; Bianchi Attilia, Cuveglio; Colli Mario, Grandate; Compagnoni Roberto, Opera; Annoni Gemma Zanazzi, Mariano Comense; Carazzina Alessandra, Milano; Nobili Sandro, Meda; Angela, Bellagio; Molteni Olga, Cantù; Ostinelli Carlo, Como; Panunzio Nino e Maria, Tavernerio; Dassiè Maria Antonia, Olgiate Comasco; Asperti Belloni Carla, Rho; Borghi Felice, Barlassina; Galimberti Leda, Costamasnaga; Gerosa Donatella, Olgiate Comasco; Scalzotto Tiziana, Vescovana; Riccardo Molteni, Villaguardia. *** I NOSTRI DEFUNTI Benefattori Redaelli Ester, Oggiono; Bassani Barboni Adele, Germignaga. PIU’ GIORNATE DI PANE Confratelli Ferrario Don Carlo. Macerata Pietro, Cabiate, 2gg; Robbiani Romano, Ronago, 2gg; Crucis Maria Rosa, S. Pietro al Natisone, 2gg; Venegoni Beatrice, Arluno, 2gg; Colombo Giuseppina Vanini, Cadenabbia-Griante, 2gg; Cairoli Marco, Villaguardia, 7gg; Ramponi Famigliari di Confratelli Giordano Frigerio; Colombina Viganò; Joseph Jeyakumar; Luigina Merlin; Guglielmina Aiani; Benito Piatti; Giuseppe Bernasconi; Elekwanya Clement Anyadiegwu. Beato Luigi Guanella 24 venerdì ottobre 2008 Ottobre guanelliano 2008 Raduno Ex-Allievi della CASA DIVINA PROVVIDENZA 28 settembre - domenica ore 10.00, S. Messa solenne Giornata missionaria GUANELLIANA 5 ottobre - domenica ore 11.45, Concelebrazione animata dal "Coro Ghospel" Giornata per le suore guanelliane 7 ottobre - martedì ore 15.30, Professione perpetua Suore FSMP, con la presenza di mons. Diego Coletti, vescovo di Como Giornata per i Cooperatori Guanelliani 12 ottobre - domenica ore 11.45, Concelebrazione GiornatA per gli Anziani e gli Ammalati 20 ottobre - lunedì ore 15.00, Concelebrazione animata dagli anziani delle RSA guanelliane «Il bene non è di chi molto fa, ma di chi molto ama» Triduo di preparazione alla festa del beato 21-22-23 ottobre ore 18.00, S.Messa con omelia del neo diacono Roberto Rossi FESTA LITURGICA DEL BEATO LUIGI GUANELLA 24 ottobre - venerdì ore 7.00 - 8.30 - 18.00 ss.Messe In famiglia con i Confratelli ore 10.30, Concelebrazione per gli anniversari di Sacerdozio e Professione religiosa dei SdC ore 16.45, Ora di spiritualità trasmessa da Radio Maria ore 21.00, Musical "Pane & Paradiso (missione compiuta)" di Nando Bonini, presso il Teatro Sociale di Como GiornAta per le parrocchie guanelliane 25 ottobre - sabato Anniversario Beatificazione ore 11.00, Concelebrazione solenne i fedeli del santuario con don guanella 26 ottobre - domenica ore 10.00, S. Messa solenne Giornata per i disabili 28 ottobre - martedì ore 10.30, Concelebrazione animata dai disabili dei nostri Centri Inaugurazione cappella della memoria 1 novembre - sabato ore 17.00, Vespri solenni e benedizione della cappella Avviso Sacro Santuario S.Cuore Opera don Guanella - Via T. Grossi 18 - 22100 COMO - tel.031.296.711 - [email protected] La Provvidenza CaroDivina Amico e Benefattore Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità - Opera don Guanella e redatto da Casa Divina Provvidenza in Como • III trimestre 2008 • anno CXVI • numero 3 • Tariffa associazione senza fini di lucro: Poste Italiane SpA, spedizione in abb.post. - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma • Direzione e Amministrazione Via T.Grossi 18 - 22100 COMO - tel. 031.296.711 - fax 031.296.898 - email [email protected] • Direttore responsabile Mario Carrera • Responsabile di redazione Angelo Gottardi • Impaginazione e grafica Gianmario Colciago • Fotografie Calimero Vismara • Stampa ARTI GRAFICHE FRATTINI Viale Industria - Bernate Ticino (Milano) tel. e fax - 02.97.25.60.41 - 02.97.54.454 • Con approvazione ecclesiastica In caso di mancato recapito inviare al CPO di COMO per la restituzione al mittente previo pagamento resi. Come si può aiutare la Casa Divina Provvidenza - Opera don Guanella ■ innanzitutto sostenendo spiritualmente con la vostra preziosa preghiera tutti i suoi operatori; ■ inoltre, potendolo, impegnando parte del vostro tempo a vivere momenti di fraternità e di amicizia con i nostri anziani e sofferenti; ■ in più, contribuendo economicamente alla realizzazione di concreti progetti di bene, con l’offrire, ad esempio: Euro 50 per una giornata di pane; Euro 200 per collaborare a una borsa di studio per un ragazzo bisognoso; sovvenzionare altri progetti che vengono indicati in questa rivista; ■ e in mille altri modi che il vostro buon cuore vi suggerirà. Periodico edito dalla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità Opera don Guanella e redatto da Casa Divina Provvidenza in Como Tariffa associazione senza fini di lucro: Poste Italiane SpA, spedizione in abb.post. - D.L. 353/2003 (Conv. in L.27/02/2004, n. 46) art. 1 comma 2 DCB - Roma III trimestre 2008 Anno CXVI - numero 3 3 2008 Importante: l’Istituto è Ente Giuridico può quindi ricevere Donazioni e Lasciti testamentari (RR.DD. 2.7.1931 e 11.1.1932). Per evitare possibili contestazioni si consiglia: ■ per Donazioni di denaro o di beni mobili e immobili, rivolgersi direttamente alla Direzione Casa Divina Provvidenza, Via T. Grossi 18 - 22100 Como - telefono 031.296.711 - fax 031.296.898 - email: [email protected]; ■ per Testamenti: se trattasi di Legati si può usare la seguente formula:«Io … lascio alla Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza in Como, a titolo di Legato, la somma di Euro............... o l’immobile sito in ............... (oppure) gli immobili siti in ...............» (luogo, data e firma leggibile per esteso). Se si vuole nominare la Casa Erede Universale, scrivere: «Io … annullando ogni mia precedente disposizione, nomino mio erede universale la Provincia Italiana della Congregazione dei Servi della Carità, Opera Don Guanella, per la Casa Divina Provvidenza di Como» (luogo, data e firma leggibile per esteso). Lavora e prega e poi non ti angustiare per alcuna cosa. N.B. Consigliamo di depositare il testamento, scritto di propria mano, presso un notaio di fiducia. don Guanella ■ I titolari di reddito di impresa, siano persone fisiche o persone giuridiche, possono dedurre dalla base imponibile rispettivamente dell’IRPEF o dell’IRPEG le offerte fatte a favore dell’Opera don Guanella fino al 2% (2 per cento) del loro reddito (art. 65, comma secondo del D.P.R. 22 dicembre 1986, n. 917) di cui si consegnerà regolare dichiarazione. ■ Per inviare offerte, oltre al c/c postale IBAN IT87 T0760 11090 00000 0041 3229, è possibile anche effettuare Bonifici Bancari a queste coordinate: conto corrente IBAN IT23 V0569 61090 00000 0901 8X27 intestato a Casa Divina Provvidenza, presso Banca Popolare di Sondrio - ag. Como IV Ponte. LA DIVINA PROVVIDENZA Rivista fondata dal Beato don Luigi Guanella nel 1892