PRETTY <WHO> MAN
di Enrico Bernard
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La scena si svolge in una stanza di un lussuoso albergo.
Molti fiori un po' ovunque.
Miss Sarah Sampson è una scrittrice americana di successo,
giunta a Roma per ritirare un premio internazionale. E'
una bella donna, elegante, raffinata, pungente sulla fine
dei cinquant'anni.
Il ragazzo d'albergo David dovrebbe essere molto più
giovane, ma sulla sua età si può "giocare" con qualche
semplice modifica al testo.
2 I SCENA
Si apre la
elettronica.
DAVID:
porta
con
uno
scatto
della
serratura
Prego, si accomodi. Le mostro la stanza.
MISS SARAH: (fa il gesto di aprire la borsetta per cercare
la mancia da dare al ragazzo).
DAVID:
La valigia la sistemo nell'armadio... questo
invece dove vuole che lo metta?
MISS SARAH:
Può dare a me, grazie. (Fa lo stesso gesto
di prima per liquidare il ragazzo con una mancia, ma lui
puntualmente la interrompe).
DAVID:
Questo è il bagno... la luce è sulla destra...
saponi,
profumi,
tutto
a
posto...
la
vasca
ha
l'idromassaggio...
MISS SARAH:
Sì, grazie.
DAVID:
Glielo consiglio caldamente... il bagno caldo
molto rilassante.
MISS SARAH:
è
Ma non mi dica!
DAVID: (è un'allusione di troppo, cambia discorso)
Naturalmente anche la cabina doccia dispone di getti
d’acqua per il massaggio... nel caso in cui non avesse
tempo per fare un lungo bagno ristoratore, la doccia relax
è quello che ci vuole tra un impegno e l'altro.
MISS SARAH: Come dice?
DAVID:
Lo sappiamo, lo sappiamo...
MISS SARAH:
Sappiamo, chi? E cosa?
DAVID: Il premio, tutti ne sono al corrente in albergo.
Posso permettermi di congratularmi personalmente, anche a
nome del personale?... Perdoni il pasticcio linguistico,
sono mortificato...
MISS SARAH: Ma si figuri! - Comunque, grazie...
ragazzo svicola ancora dalla questione mancia).
(il
DAVID:
Vado avanti. La chiave elettronica accende anche
la luce nella stanza... vede? Così... infila la chiave, la
spinge bene dentro la fessura e...
(Un istante di tensione e ambiguità tra i due, poi si
accende la luce centrale)
MISS SARAH:
Zac! Venuta.
Un istante di imbarazzo.
DAVID:
Allora le faccio vedere velocemente il resto
dell'appartamento. Sarò un fulmine. Qui c'è il comando
della televisione... 112 canali nazionali e tutto quello
che vuole.
MISS SARAH:
(contrariata dal fatto che il ragazzo non se
ne vada, lo provoca) C'è anche il porno?
DAVID:
(Imbarazzato)
MISS SARAH:
DAVID:
C'è sì, ma...
Ma?
Non fa per lei. Non mi sembra il tipo.
MISS SARAH:
Scusi, non volevo metterla in imbarazzo. Io
ho la lingua lunga almeno come la mia penna...
DAVID:
Non si preoccupi, agli sfottò dei clienti ci
sono abituato. Del resto, lo ammetto, il mio ruolo è
abbastanza fastidioso, tuttavia indispensabile per il
benessere e la tranquillità del soggiorno.
MISS SARAH:
E' una minaccia?
DAVID:
Signora… la direzione dell'albergo ci dà
disposizioni precise in tal senso: “Insistete – dicono - a
costo di apparire petulanti. Mostrate ai clienti tutto ciò
che devono sapere… ché se poi di notte, andando in bagno,
uno di loro sbatte il cranio sullo stipite della porta,
perché non è riuscito a trovare l’interruttore della luce,
ci metterà un attimo a piantarci una grana legale!”
MISS SARAH:
accelerare i
alberghiera.
Va bene, ho capito. La prego solo di
tempi di questo supplizio… da scuola
DAVID:
Sto facendo del mio meglio per
soggiorno il più confortevole possibile.
renderle
il
MISS SARAH: Coraggio, faccia il suo dovere e non si faccia
più vedere!
DAVID:
Ah sì, ecco, la vista! Grazie per avermela
ricordata! Ci mancava solo che dimenticassi proprio
quella...
4 MISS SARAH:
E' così importante?
DAVID: Il fatto è che molti clienti, diciamo la maggior
parte, non tirano nemmeno su le tende e... mi creda, si
perdono una vista eccezionale. E’ un vero peccato, perché
solo il panorama giustifica il costo del pernottamento.
Altrimenti,
tanto
varrebbe
fermarsi
in
un
Motel
sull'autostrada!
MISS
SARAH:
Per
quanto
mi
riguarda
i
Motel
sull'autostrada vanno benone. Ti consegnano le chiavi alla
reception senza tante storie: meno ti vedono o ti sentono
e meglio è.
DAVID:
Se permette, anche il servizio ai clienti conta
qualcosa. I Motel non dispongono del servizio in camera,
per esempio. Questo giustifica la differenza di prezzo...
le sembra poco? Uno deve pur sapere per quali comfort
spende tanto!
MISS SARAH: Sarei disposta a pagare tariffa doppia solo
per non averla alle calcagna.
DAVID: Mi dispiace, Miss Sampson, ma anch’io faccio parte
del pacchetto. Sono uno di quei costosissimi comfort...
MISS SARAH:
La smetta di preoccuparsi per i costi, tanto
il mio conto lo paga l'organizzazione del premio
letterario.
DAVID:
Beata lei…
MISS SARAH:
Questa
davvero troppo.
DAVID:
conversazione
comincia
a
durare
Bene, non parlerò più.
Un silenzio.
MISS SARAH:
DAVID:
Ci mancherebbe.
MISS SARAH:
lingua?
DAVID:
Che c'è, si è offeso?
Allora
perché
ha
deciso
di
ingoiarsi
la
Perché non voglio essere invadente. Tuttavia...
MISS SARAH:
Oh, my God! C'è pure un "tuttavia"...
DAVID: Beh, io devo completare il mio giro dimostrativo
della sistemazione.
MISS SARAH:
DAVID:
Sistemazione?
Sì, insomma, dell'appartamento.
5 MISS
SARAH:
Non è un
semplice stanza d'albergo.
appartamento,
ragazzo:
è
una
DAVID:
I termini esatti mi vengono imposti dalla
direzione. Ho dovuto fare un bel un tirocinio per imparare
la pappardella che le sto facendo.
MISS SARAH: Pensa un po' quanto tempo e fiato sprecati!
Dico: non bastava darmi la chiave elettronica e aspettare
che chiamassi qualcuno nel caso fossi tanto imbranata da
non riuscire ad usarla?
DAVID: Mi creda, io capisco che la sto tirando un po' per
le lunghe, ma sa… in fondo la colpa è anche un po’ sua.
MISS SARAH:
Mia? Questa è bella...
DAVID: Certo, perché se invece di limitarsi ad assentire
con un cortese quanto sbrigativo cenno del capo, lei
continua a stuzzicarmi, a interrompermi, a impedirmi di
fare il mio lavoro con una serie di obiezioni del tutto
fuori luogo...
MISS SARAH:
Fuori luogo?
E perché mai?
DAVID: Perché lei è la classica persona che vuole avere
ragione su tutto, mentre qui non ci sono né torti né
ragioni… qui occorre solo pazientare un paio di minuti.
Poi, se avrà motivo di reclamare, potrà rivolgersi alla
direzione. Ma vedrà che non ce ne sarà bisogno visto che
la sistemazione, l'appartamento... insomma… la stanza, la
chiami un po’ come le pare, è perfetta… Almeno spero….
MISS SARAH: Spera? Siamo ancora a questo punto? Al Capo
di Buona Speranza?
DAVID:
La prego, mi lasci fare il mio lavoro.
MISS SARAH:
Allora si sbrighi!... e si tolga dai piedi.
DAVID:
Dalla finestra
centro storico.
MISS SARAH:
DAVID:
si
vede
tutto
del
Come dice, scusi?
Ma perché?…
DAVID:
Come perché? Perché siamo
Sampson. Sopra c'è il roof garden.
MISS SARAH:
all’attico,
Miss
No, le chiedevo, perché fa tutto questo?
Questo cosa? Il mio dovere?
MISS SARAH:
panorama
Il panorama.
MISS SARAH:
DAVID:
il
Lo fa per il dovere o per il piacere?
6 DAVID:
Non la seguo.
MISS SARAH: Il suo comportamento non è normale... sembra
quasi che lei voglia attaccare bottone.... Insomma, fa il
finto tonto! Il cascamorto...!
DAVID:
Non mi permetterei mai, mi creda.
MISS SARAH: Si sa che le signore della mia età sono sempre
allupate... e dal momento che lei è un bel giovanotto
(anche se un po' cresciutello)... beh, usi la sua cara
logica e tragga da sé le conclusioni...
DAVID:
Lei è completamente fuori strada, Miss Sampson.
MISS SARAH:
Guardi che al mio paese due più due fanno
sempre quattro.
DAVID:
Anche al mio, se è per questo.
MISS SARAH:
DAVID:
Ma lo sa che ha una gran bella faccia tosta?
Lei al posto mio che cosa farebbe?
MISS SARAH:
E lei che cosa sta facendo esattamente?
DAVID:
Le riassumo di nuovo la mia funzione e poi la
lascio in pace.
MISS SARAH:
Magari, sarebbe ora.
DAVID: Dunque... io porto le valigie in camera, mostro
questo e quello, faccio un giro di ispezione per
controllare che tutto sia a posto, mi accerto che l'ospite
sia soddisfatto della sistemazione, prendo la mancia ed
esco.
MISS SARAH:
Ah, la mancia... è un’ora che cerco di
dargliela ma sembra che lei svicoli… Tenga pure... e si
volatilizzi. Grazie!
DAVID:
Calma, prima devo mostrarle il meccanismo di
chiusura delle tende. Questo è il pulsante "off"… questo
è quello "on".
MISS SARAH:
Ah, ma allora è un vizio!... C'è scritto
sopra grosso come su un cartello stradale, perché mi fa
perdere altro tempo? - Vuole prendersela questa benedetta
mancia, sì o no?!
DAVID:
Vede... ecco... il fatto è che... devo farla
comunque avvicinare alla finestra.
MISS SARAH:
E se non me
avvicinarmi alla sua finestra?
DAVID:
ne
importasse
niente
di
Si avvicini, lo considererò un gesto di cortesia.
7 MISS SARAH:
(ridendo, ma un po' turbata) Oddio, non mi
vorrà mica buttare di sotto?
DAVID:
(ride a sua volta) Macché! - e poi le finestre
sono chiuse ermeticamente. Per il ricambio dell'aria c'è
la climatizzazione computerizzata. Vede? La temperatura
della stanza si può modificare col termostato digitale...
MISS SARAH:
E allora, perché insiste tanto con questa
stramaledetta finestra?
DAVID:
Penso proprio di doverle una spiegazione.
MISS SARAH:
Lo penso anch'io, ma si sbrighi, prima che
sia costretta a chiamare aiuto.
DAVID:
La disposizione tassativa della direzione è di
non chiudersi la porta alle spalle quando si mostra la
stanza al cliente.
MISS SARAH:
Perché?
DAVID:
Perché le telecamere nel corridoio
seguire i nostri movimenti all'interno.
possano
MISS SARAH:
E’ per questioni di sicurezza? Oppure… non
si fidano di voi? Diamine!...
DAVID:
No, non si fidano affatto di noi. E tutte queste
precauzioni non sono certo per la sicurezza del cliente.
MISS SARAH:
DAVID:
Ma allora a che cosa servono?
A controllare le mance, miss Sampson.
MISS SARAH:
Le mance?
DAVID:
Sì. Noi siamo obbligati a spartire le mance coi
portieri, le addette alle pulizie, le cameriere... così
con la telecamera possono controllare dal vivo quanto
buschiamo. Insomma, non vogliono che ci facciamo sopra la
cresta.
MISS SARAH:
Mi scusi, che c'entra allora la finestra?
Vuole forse buttarsi di sotto col malloppo per evitare la
spartizione dei pani e dei pesci?...
DAVID:
Anche in questo caso le devo una spiegazione.
MISS SARAH:
Certo... ma non ha paura che tutte queste
spiegazioni - oserei dire… abbastanza inverosimili possano procurarle qualche fastidio? Se qualcuno la
ascolta, intendo...
DAVID:
Assolutamente no.
MISS SARAH:
Che vuole dire?
8 DAVID:
Che non corro nessunissimo rischio.
MISS SARAH: Non ha appena detto che con la porta aperta
siamo per così dire, immortalati in un film?
DAVID:
No: per ragioni di privacy la telecamera può
sorvegliare solo l'ingresso della stanza, il resto, a
partire ovviamente dal letto, è fuori portata... E anche
qui, davanti alla finestra, nessuno ci vede, quindi… se
voleva gentilmente offrirmi quella mancia, ecco, questa è
zona franca... Vede, con tutti i miei discorsi volevo solo
arrivare a questa banalissima rivelazione... e mi dispiace
che lei mi abbia frainteso... io sono una un
bravo
ragazzo...non più tanto ragazzino, diciamo, ma sempre in
gamba.
MISS SARAH: Intanto però si frega la mancia… o meglio, si
guarda bene dal dividerla con altri lavoratori come lei.
DAVID:
Necessità fa virtù: devo pagarmi gli studi.
MISS SARAH:
Alla sua età studia ancora?
DAVID: Sono uno studente fuori corso, per questo
ho
assoluto bisogno di soldi, per finire il mio corso di
laurea che dura da una vita.
MISS SARAH:
Poi andrà a spifferare che non le ho dato
nulla, così farò anche la figura della taccagna e non
potrò più mettere piede in questo albergo. - Magari le
cameriere mi sputeranno anche nel succo di frutta! - Mio
Dio, che schifo!
DAVID:
Non si preoccupi, non ho intenzione di dire bugie.
MISS SARAH:
scena?
DAVID:
Allora, qual è il senso di questa messa in
Che dirò solo una mezza verità, Miss Sampson.
MISS SARAH:
E sarebbe?
DAVID:
Che lei mi ha dato la metà... Guardi, ho pronti
in tasca
cinque Euro
da infilare nella cassa comune,
così se lei avesse la gentilezza di concedermene dieci di
mancia, gliene sarò grato. Infinitamente grato. Cinque a
me e cinque da spartire con gli altri... del resto fanno
tutti così qui dentro, glielo giuro.
MISS SARAH:
furbetto!
Dieci Euro? Si fa pure la tariffa da solo, il
DAVID:
Non è obbligata, beninteso. Io l’avevo notato il
suo gesto, era chiaro che voleva darmi la mancia... ma… se
lei avesse in mente una cifra… al di sotto dei dieci
9 dollari…
cuore.
insomma
miss
Sampson,
mi
affido
al
suo
buon
MISS SARAH: Poi eviterà che qualcuno sputi nel mio succo
d'arancia?
DAVID:
Assolutamente!
MISS SARAH:
Assolutamente sì o assolutamente no?
DAVID:
Ovviamente sì! Il contrario proverebbe che non ho
lavorato
bene,
che
non
sono
riuscito
a
rendermi
indispensabile, in sintesi, che non ho saputo relazionarmi
efficacemente con la controparte. Cioé lei.
MISS SARAH:
Senti senti. Mi sa che lei ha la stoffa
dell'imprenditore. Se solo ultimasse i suoi studi!
DAVID:
E' un abito da facchino, signora: la stoffa è
piuttosto ruvida, gratta la pelle quando la si porta per
troppo tempo.
MISS SARAH: Mi risparmi il piagnisteo! Non si preoccupi…
glieli darò i suoi dieci Euro. Anzi facciamo una bella
cosa... (fruga nella borsetta ed estrae il portafogli)
dieci vanno per la cassa comune, così io salvo la faccia e
nessuno mi sputa nella colazione. Mentre qui - ecco – c’è
la sua mancia, contento?... Questa la può tenere segreta,
tutta per sé.
DAVID:
(resta a bocca aperta quando si ritrova in mano
la banconota) Miss Sampson!
MISS SARAH:
Sì? Che altro c'è?
DAVID: E' un bigliettone verde.
MISS SARAH:
DAVID:
Non le piace il colore?
Ma sono cento Euro!
MISS SARAH: Beh? Sono forse troppo pochi per una mancia
come si deve, considerando la crisi e la svalutazione?
DAVID:
Pochi? Sono troppi… sono un'enormità.
MISS SARAH:
Mi fa piacere per te. Vedi solo di non
abituarti male. Di clienti generose come me ce ne sono
sempre di meno in giro.
DAVID:
Non so come ringraziarla.
MISS SARAH:
Semplice: non farlo. Alza i tacchi e
lasciami in pace, sono stanca e voglio riposarmi prima di
cena.
10 DAVID:
Cento Euro...! (fa per andare via guardando
ammirato la banconota ma fa un salto all'indietro)
Minchia!...
MISS SARAH: Che ti prende? Hai il singhiozzo oppure hai
deciso di prendermi con la forza per dimostrarmi la tua
gratitudine?
DAVID:
Chiedo scusa per la reazione inconsulta.
MISS SARAH: Ci mancava solo la "reazione inconsulta"! Parla come mangi, ragazzo. Io sono cresciuta in un vinvolo
di Spaccanapoli e da ragazzina, prima di emigrare in
America, mi sbucciavo le ginocchia giocando per la
strada...
DAVID:
Ora però ha vinto il premio...
MISS SARAH:
Lascia perdere.
DAVID:
Ho letto la sua autobiografia sulle sue origini
partenopee. Una specie di Sophia Loren della letteratura,
e non da meno in quanto a fascino!
MISS SARAH:
Capisco, hai incassato il centone come
facchino e ora speri di rimediarne un altro facendo il
lecchino. - Guarda che non ci casco.
DAVID: No, no... lei è stata generosissima... meriterebbe
un bacio in fronte.
MISS SARAH: Solo in fronte? Dammelo almeno, visto quanto
mi costa. (allunga la testa e chiude gli occhi in attesa
del bacio che non arriva)
DAVID: Potrebbe essere... frainteso... il bacio, intendo…
io sono in servizio.
MISS SARAH: Okkey. E grazie per le tue sciroppose lezioni
serali, ormai le tende me le so chiudere da sola, la tv so
accendermela da sola e so pure mettere in funzione
l'idromassaggio.
DAVID:
Accidenti a me.
MISS SARAH: Hai perso l'occasione, cocco. Peggio per te.
DAVID: Mi permetta comunque di ammirarla
generosità... ah, fossero tutti come lei!
per
la
sua
MISS SARAH: Se tutti i clienti fossero come me, potresti
rilevare la Chase Manhattan Bank!, se non è già fallita.
DAVID:
Accidenti!
11 MISS SARAH: Spero non ci abbia investito le tue mance in
quella baracca di balordi finanzieri!
DAVID:
Ho esclamato "accidenti" perché, colto da un
raptus di gioia, stavo per entrare nella zona ‘a rischio’,
sventolando la banconota da cento Euro sotto la telecamera
a circuito chiuso... Mi sarei fregato... oh, scusi, mi
sarei tradito con le mie stesse mani. Vedendo il
bigliettone
mi
avrebbero
costretto
a
versarlo
nel
calderone comune.
(Si mette in tasca la banconota da
cento e restituisce quella da dieci a Miss Sarah) Ora,
Miss Sampson, le dispiacerebbe allungarmi la mancetta…
diciamo… "ufficiale", a portata di videocamera? Così, solo
a scanso di equivoci, altrimenti qualcuno potrebbe
sospettare che ci sto marciando. Nessuno crederebbe alla
storia che lei si sarebbe rifiutata di darmi la mancia,
poi le sputerebbero nel succo di frutta, meglio che il suo
nobile gesto sia visibile dagli occhi di tutti! Tanto per
sviare i sospetti e le malignità...
MISS SARAH:
Pronto?
Cristo santo, pure la recita mi tocca fare! -
DAVID:
(fanno tutti e due un passo verso l’ingresso e
David, con fare ossequioso si rivolge a Sarah) Adesso può
agire Miss Sampson.
MISS SARAH:
Devo dire pure la battuta? Non sono
un’attrice come Sophia Loren, ma due parole con la voce
impostata le so spiattellare anch’io!...
DAVID:
(sorride) Non ce n'è bisogno, non possono
ascoltarci, il circuito audio è stato eliminato per
ragioni di privacy… ma non gliel’avevo già detto?
MISS SARAH:
Sì… no… ma che me ne importa! Ora vattene e
chiudi quella maledetta porta... comincio a sentirmi
spiata qui dentro.
DAVID:
Certamente, la lascio tranquilla, miss Sampson.
MISS SARAH:
DAVID:
David.
MISS SARAH:
DAVID:
Grazie... A proposito, come ti chiami?
Bravo David, e salutami tuo padre.
Presenterò. (Ma che c'entra mio padre?)
MISS SARAH:
Non il padre di sangue, David… quello
putativo, il tuo creatore.... ma sì, insomma, Michelangelo
Buonarroti.
DAVID:
Per la verità mio padre si chiamava Francesco.
12 MISS
SARAH:
Mi
riferivo
alla
famosa
statua
di
Michelangelo... ma lascia perdere, che ne sai tu di statue
e di arte rinascimentale!
DAVID: La mia era solo una battuta… Le auguro un buon
soggiorno Miss Sampson. E grazie infinite!
MISS SARAH: Se ne è andato, finalmente…
SCENA 2
Sarah apre la valigia, ne estrae
beutycase e va a fare la doccia.
una
vestaglia,
il
In quel momento David, con un passpartout, riapre la porta
della stanza. Si avvicina al letto, posa qualcosa sul
cuscino. David esce mentre dal bagno riappare Sarah, che
nel frattempo ha indossato la vestaglia. Si ferma un
istante come ad ascoltare dei passi che si allontanano.
Poi prende dalla borsetta un miniregistratore. Si avvicina
al letto e nota la cosa sul cuscino. E’ un cioccolatino,
lo prende in mano e lo osserva con sospetto.
MISS SARAH:
Un cioccolatino. Prima non c'era… strano…
eppure ho una memoria fotografica degna della "signora in
giallo" e come lei parlo da sola, penso ad alta voce.
Pensare ad alta voce schiarisce le idee... beh', sai che
ti dico Sarah? “Fanculo la dieta”.
Scarta e mangia
qualche istante.
il
cioccolatino.
Resta
immobile
per
Spero solo che non fosse ripieno di cianuro. Ci sono un
paio di autrici mie rivali capaci di corrompere un
inserviente ai piani per farmi ingurgitare a tradimento un
cioccolatino avvelenato... No, niente effetti eclatanti,
il cianuro avrebbe agito subito... sono sana e salva.
Posso mettermi l'anima in pace: per oggi non si muore.
Prende un miniregistratore dalla borsetta e comincia a
dettare.
“Candide nuvole, piovono fiocchi di notevole consistenza,
resistenti al tatto.
Interrompe la dettatura, si alza, prende dal frigobar una
bottiglietta di whisky che versa in un bicchiere.
Sorseggiandolo torna sul letto e continua a registrare.
“Ecco, è come la nave dei miei sogni. Vi approdo con lo
sguardo e i desideri, e mi sento sicura mentre dai mille,
piccoli oblò osservo il mondo.
13 Si interrompe, si alza per ripetere l'operazione del
minibar. Torna al letto con un altro bicchiere e continua
a registrare.
“Tutto tace sotto la lieve coperta bianca che avvolge la
città assonnata e ancora esausta. “Il sole oggi non ha
voglia di sorgere? Il sole forse oggi è stanco? E se si
stesse interrogando sul perché ancora un giorno, e poi
ancora un altro, dovrebbe illuminarci?”. Il braccio
sinistro accarezza la città avvolta nell’ombra, il destro,
invece, si allontana un poco, quasi a portare il mio
sguardo oltre… in quella nuvola forse c’è la risposta, il
fascio di luce colpisce proprio lei, è il suo momento,
vive!”
Beve tutto d'un fiato.
“Cade fitta la neve. Le nuvole sono argentate, simili a
specchi, che di giorno ci riflettono e di notte ci
ascoltano. La neve sa nascondere le cose sgradevoli e
ravvivare le cose belle. Illumina finestre buie, attenua
luci sfolgoranti. Tutto è armonia, purezza, incanto”.
Si alza nuovamente, va al frigobar, ma si accorge che le
bottigliette di whisky sono finite. Allora va al telefono,
attende qualche istante:
Reception? Sono Miss Sampson... aspetti... non ricordo il
numero della stanza... ah, non ne ha bisogno, meglio così.
Senta, potrebbe mandarmi una bottiglia di bourbon?
Qualsiasi marca, grazie, purché non sia gasolio per
automobili. No, niente ghiaccio. Per cortesia, sto
scrivendo, ne avrei bisogno entro… ieri, grazie.
Torna sul letto riprende a dettare:
“Seguo un fiocco di neve nelle sue evoluzioni. Mi parla,
mi dice: ‘non essere ansiosa di arrivare, perché non
saprai mai cosa ti riserva il destino. Guarda me, non so
dove mi poserò. Per essere serena devi conoscere i confini
delle tue possibilità e amarti come sei’. Ascolto
incantata, mentre si mostra ai miei occhi sazio e grande
come una pasticca di menta. Ah… Come respiro!
... Merda!”
S'interrompe.
Cazzate. Tutte maledette cazzate. Parole a vanvera di una
donna sola, e nemmeno del tutto ubriaca: il peggio che ci
possa essere sulla faccia di questo maledetto pianeta.
Prende il telefono
Vi sbrigate con questa fottuta bottiglia di bourbon?
14 Col telecomando accende la televisione proprio nel momento
in
cui
compare
lei,
intervistata
al
suo
arrivo
all'aeroporto.
SPEAKER:
E' appena arrivata nella Città Eterna, per
ricevere
il
premioRoma,
la
celebre
scrittrice
statunitense Miss Sarah Sampson, considerata l’autrice
dell'anno per il suo best seller "Parole di donne", una
raccolta di novelle.
Sarah si è addormentata.
SCENA
III. PROIEZIONE.
Nel televisore l'intervista a Sarah.
INTERVISTATRICE:
Miss Sampson, lei ha esordito alcuni
anni fa con un romanzo autobiografico di ambientazione
sociale, la vita di una bambina in un degradato quartiere
di Minneapolis...
MISS SARAH: Di Napoli, carina! Sono di origine italiana.
Sa dov'è l'Italia? E' quello stivale attaccato all'Europa
che prende a calci la patria della Mafia.
INTERVISTATRICE: La Sicilia… appunto. Ora con le novelle
decisamente intimiste di "Parole di donne" sembra voler
cambiare registro, toccare tasti più personali... ed
arriva il successo.
MISS SARAH:
La domanda?
INTERVISTATRICE:
MISS SARAH:
No, originariamente mi chiamo Zanporoni.
INTERVISTATRICE:
MISS SARAH:
Scicolone.
Sampson è il suo vero nome?
(Ride)
(irritata)
Davvero?
Anche
la
Loren
INTERVISTATRICE:
Ha abbandonato l'impegno
sentimenti si fa più presa sul pubblico?
si
chiamava
perché
coi
MISS SARAH:
L'amore è un tema universale al quale la
letteratura
non
può
sottrarsi.
Non
ho
abbandonato
l'impegno, mi sono semplicemente impegnata su un fronte
diverso: dalla lotta di classe sono passata a quella dei
sessi. Ho voluto rappresentare come noi, le donne, il
cosiddetto sesso debole, pur con tutte le nostre manie e
ingenuità, siamo la parte trainante della società, quelle
che tirano letteralmente la carretta, quelle che sanno
15 buttare il cuore oltre l'ostacolo. La classe operaia e la
condizione femminile sono sinonimi di sfruttamento. Non a
caso, nelle rivoluzioni la prima pietra viene lanciata
sempre dalla mano di una donna... Lei si immagina un mondo
senza lavoratori e una società senza donne?
INTERVISTATRICE:
MISS SARAH:
Io no.
E neppure suo marito, temo.
INTERVISTATRICE: Temo di no. Lei ha recentemente ottenuto
Il premio Pulitzer che, oltre al prestigio, regala una
bella cifra in denaro che nel suo caso si aggiunge a
svariati milioni guadagnati con le copiose vendite del
libro in tutto il mondo e relativi copyright. Domanda di
rito: i soldi fanno la felicità?
MISS SARAH: Io non sono mai stata brava a dare valore al
denaro.
(Ride) Certo non come mio padre… e com’era
furente lui per questo… avrebbe pagato per vedermi
povera, indigente, vittima della mia… indifferenza verso
il denaro… come mi sentissi superiore a... quella… entità
tangibile. Invece per lui era… il potere … era il
coltello dalla parte del manico… contro tutti… (ride) …
contro di me… Eppure mi mancherà quel suo malatissimo
odio, oggi che avrebbe dovuto riconoscermi… Ma no… con
quel sorrisetto sardonico si sarebbe limitato a dire:
”Bella targa… è d’argento?... Male che va, te la puoi
sempre vendere…”. Povero papà. Almeno la morte ti ha
evitato lo stress del mio Pulitzer!
INTERVISTATRICE:
(tagliando
corto
perplessa)
Uhm…
Ringraziamo Miss Sarah Sampson, autrice di "Parole di
donne",
che
riceverà
domani
il
prestigioso
premio
Pulitzer. Annah Riskoff, CNN, New York, a voi studio.
La trasmissione
dormire.
va
in
pubblicità.
16 Sarah
continua
a
SCENA 4.
Si sente bussare. Una, due volte. Ma Sarah non sente.
La porta si apre con uno scatto.
Fa capolino David.
DAVID:
Miss Sampson?... E' permesso?... Si può?
David ha smesso la divisa d'albergo ora indossa
jens,
camicia e felpa. Ha un mazzo di fresie e un vassoio su cui
barcolla una bottiglia di bourbon.
David posa il vassoio e con la mano libera spegne la tivù.
Sarah si sveglia di soprassalto.
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
turno.
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
SARAH:
Chi sei?! Che vuoi!?
Sono io, miss Sampson.
Io chi?
David, il facchino.
Non ti avevo riconosciuto.
In effetti, mi sono cambiato perché ho finito il
E allora che ci fai in camera mia?
Niente...
Come, niente? Sei venuto a rubare o... peggio?
No, mi lasci spiegare.
Ti do dieci secondi poi chiamo la reception.
DAVID:
Ho sentito la chiamata.
SARAH:
spreco!
Da Dio onnipotente? E ti sei fatto prete?
DAVID:
A lei piace sempre scherzare.
Che
SARAH:
A me, in questo momento, piacerebbe sapere cosa
piace fare a te. Spero non cose troppo violente, tipo
strozzarmi col cavo telefonico.
DAVID:
E' un cordless.
SARAH:
Ecco che vuol dire essere all'antica! - Allora
potresti strangolarmi col cordone delle tende... No, anche
quelle ormai funzionano col telecomando. Si può fracassare
un cranio col telecomando della tivù?
17 DAVID:
SARAH:
DAVID:
SARAH:
Forse...
Secondo te, dovrei chiamare aiuto?
Lo ha già fatto.
Quando?
DAVID: Quando ha ordinato una bottiglia di bourbon. Non
era quella, forse, la sua richiesta di aiuto?
SARAH:
Ma di che diavolo parli?
DAVID: Lei non sa quanta gente si attacca al collo della
bottiglia per restare a galla.
SARAH:
Anche tu non ci vai piano con le metafore.
DAVID: Dico solo la verità.
SARAH: Ma tu chi sei, il facchino dell'albergo o il mio
grillo parlante personale?
DAVID:
Decida un po' lei…
SARAH:
Con quella felpa verde opterei per il grillo.
Fatto sta che continui a zompettarmi attorno. Mi
infastidisci e direi che un po' mi turbi.
DAVID:
Mi ascolti: ho sentito la sua chiamata mentre
staccavo dal lavoro. (con voce alterata, imitandola)
“Cazzo! Una bottiglia di bourbon, subito!”
SARAH:
Ho dettocosì? Di solito non uso parole volgari.
Vorrà dire che ero... che sono incavolata. Lo sono sempre
quando vado in riserva. E allora? Non si possono dire
parolacce in questo albergo del... lasciamo perdere, non
vorrei ferire le tue orecchie di velluto...
DAVID:
Non sono così delicato, miss Sampson. Fatto sta
che tutti gli inservienti ai piani erano impegnati. Lei ha
insistito alzando la voce - ha quasi perforato il timpano
della ragazza alla reception - e allora mi sono offerto
di portarle io stesso da bere… solo per non farla
attendere oltre.
SARAH: E ci hai messo tanto per portarmi quella dannata
bottiglia?
DAVID:
Chiedo scusa. Ho fatto un salto a prendere
questi... (mostra i fiori)
SARAH:
DAVID:
SARAH:
Fiori?
Fresie, profumatissime.
Per chi sono?
18 DAVID:
Per lei, Miss Sampson.
SARAH: Per me? Che ridere, io li odio i fiori, mi fanno
pensare alla morte.
DAVID:
Capisco, il profumo stimola ricordi... forse di
brutti momenti... non volevo... mi scuso.
SARAH:
DAVID:
voce.
Va bene, l’importante è che non sia ancora morta!
Direi proprio di no, stando al tono della sua
SARAH: Un po' avanti negli anni, sì… ma sempre arzilla,
se non ti dispiace.
DAVID: E perché dovrebbe dispiacermi? Guardi che è lei a
mettere sempre il dito nella piaga dolente dell’età. Non è
poi così avanti negli anni. Ne avrà una… un paio più di
me. Forse anche meno!
SARAH:
Sei generoso, saranno almeno quindici.
DAVID:
Sempre pochi.
SARAH:
Pochi un corno, potrei essere tua madre... se
avessi cominciato presto a fare la sgualdrinella!
DAVID:
Quanto alle fresie...
SARAH: Riportale indietro, e comunque ringrazia sentitamente da parte mia la direzione che me li ha mandati.
DAVID:
SARAH:
Tu!...
DAVID:
SARAH:
Per la verità non glieli ha mandati la direzione.
Ah, no?
E chi allora? Un ammiratore segreto?...
Non sapendo come sdebitarmi, ho pensato ai fiori.
Sdebitarti per
cosa, diavolo!?
DAVID:
Per la mancia. Cento Euro di mancia! Potrò
comprami i testi per dare - finalmente! - l'ultimo esame.
Sa, quel genere di libri sono piuttosto cari per uno come
me... Studio ai corsi serali per costruirmi un futuro... e
intanto il futuro passa velocemente e diventa futuro
prossimo e poi futuro remoto che si leva alle mie spalle
sempre più minacciosamente come una nuvola nera carica di
rimorsi.
SARAH: Benvenuto nel club dei rimpianti. - E quanto hai
speso per i fiori?
DAVID:
SARAH:
Niente...
Parla o ti uccido. Quanto?
19 DAVID:
... Poco... non si preoccupi, e visto che lei li
odia, li riporterò al negoziante e mi farò restituire i
soldi. La bottiglia è lì, accanto al televisore. - Se non
le serve altro, Miss Sampson, io me ne andrei... tanto che
ci sto a fare qui, lei non ha bisogno della mia
compagnia...
SARAH:
Aspetta.
DAVID:
Prego?
SARAH:
Voglio altri fiori.
DAVID:
Ma, Miss Sampson... lei odia i fiori.
SARAH:
Chi ti ha detto che li odio?
DAVID:
Lei… appena pochi minuti fa…
SARAH: Ma tu dai retta a tutto ciò che dico?
DAVID:
Non dovrei?
SARAH: Io odio i fiori che mi regalano gli altri. I tuoi
no, perché sono sinceri. Tieni i soldi, compramene un
altro mazzo. (Gli consegna a caso un po' di banconote che
estrae dalla borsetta)
DAVID:
Cosa? Cinquecento Euro? Ma con questi ci compro
mezzo negozio.
SARAH: Non mi serve il negozio, voglio solo una rosa, una
sola, semplicissima rosa.
DAVID:
SARAH:
E dove la trovo una rosa da cinquecento Euro!
Qualsiasi rosa va benissimo.
DAVID:
qualsiasi.
SARAH:
DAVID:
Allora
i
soldi
sono
troppi
per
una
rosa
Fa niente, tieni il resto.
Ma...
SARAH: Sei sordo? Ho detto “il resto mancia”. Non farmi
incavolare.
Bada:
divento
pericolosa
quando
mi
imbestialisco, una furia peggio di Medea e della Medusa
messe insieme, salto addosso alle persone e comincio a
graffiare in faccia come una gatta...
DAVID:
Non ci credo, lei è gentile, non mi sembra una
bestia… una gatta...
SARAH: Concludi pure la frase, non mi offendo, una gatta
in calore.
20 DAVID:
Una gatta in calore non si comporterebbe come
lei... lei è una signora, in tutto e per tutto. Lo dico
davvero!
SARAH:
Non commiserarmi, la verità è che ormai neppure
come gatta in calore faccio effetto... più che altro
faccio paura!
DAVID:
Lei cerca solo di farsi del male. E’ un
comportamento che non ha nulla di animalesco. Non è così
che si rivela l'istinto di sopravvivenza della bestia. Il
suo è puro istinto di autodistruzione, mi creda… tipico
delle personalità sensibili, degli scrittori, degli
artisti!...
SARAH:
Già mi immagino lo spot editoriale per il mio
prossimo libro: "Se quello che sentite parlare, signore e
signori, è il suo facchino d'albergo, immaginate un po' la
grandezza delle sue opere!"
Una pausa.
DAVID:
Sono le 23 e 30, Miss Sampson.
SARAH:
E di che ti preoccupi, ti chiami Cenerentola?
DAVID:
Abito in periferia.
SARAH:
Quanto periferia?
DAVID: Un bel po'... rischio di perdere l'ultimo autobus
notturno.
SARAH:
E che aspetti? - Perdilo! - Qui ci sono altri
duecento Euro per il disturbo ti chiamare un taxi.
DAVID:
Le faccio notare che in tutto fanno settecento
Euro, miss Sampson.
SARAH: Mhm! Adesso costa così tanto fare sesso in Italia?
Capperi come sono saliti i prezzi!
DAVID: Non scherziamo. Lei mi ha appena dato cinquecento
Euro... e con questi altri duecento siamo appunto a quota
settecento.
SARAH:
Non bastano?
DAVID:
Al
contrario,
sono
decisamente
troppi!...
Un’esagerazione. E poi, lei non sta tanto bene, si sente
giù e … insomma, io non voglio approfittare della
situazione.
SARAH:
Allora facciamo così, i primi cinquecento Euro
sono per i fiori, i duecento Euro successivi sono per il
21 disturbo e le spese, e questi qui... contali tu... sono
per farci quello che ti pare. - Ok?
DAVID:
Altri soldi? - No,
accettare. Non posso proprio.
Miss
Sampson,
non
posso
SARAH: Perché no, stupido? Sei uno studente fuori corso,
ne hai bisogno per pagarti i corsi, i libri... Io guadagno
così tanto che non so più dove metterli questi maledetti
quattrini!
DAVID:
SARAH:
DAVID:
SARAH:
Sì, ma...
Sì, ma… cosa?
Ho lasciato la porta aperta.
E con questo?
DAVID:
Ci stanno osservando... la telecamera del
corridoio... la cassa comune col resto del personale...
ricorda?
SARAH:
Ok... (Sarah va alla porta e parla alla
telecamera) Il ragazzo ora sta con me, andate a farvi
fottere... (chiude violentemente la porta).
DAVID:
Ma che fa?
SARAH: Non mi avevi forse detto che il circuito audio è
bloccato per questioni di privacy? Magari così da vicino…
capiscono le parole dal movimento delle labbra!... (ride)
DAVID: Anche se il circuito è bloccato – e forse non lo è
ma vogliono soltanto farcelo credere – noi inservienti non
possiamo comunque, per nessuna ragione al mondo, chiuderci
la porta alle spalle… loro pretendono di monitorarci
costantemente dalla reception. Non ci è permesso sostare
in camera chiusi coi clienti e soprattutto con le clienti
femmine.
SARAH:
E con le gatte in calore?
DAVID:
Andiamo, Miss Sampson, sia gentile. Lei così mi
rovina, potrebbero davvero averle letto il labiale! Non ci
sarebbe da meravigliarsi e non c’è proprio niente da
ridere!
SARAH:
Mi sembrava di aver capito che non sei più in
servizio.
DAVID:
Questo è esatto.
SARAH: Allora puoi tenerti la mancia e sbatterti la porta
alle spalle. Perché quello che rimedi quando non sei in
servizio, non fa parte del calderone da condividere col
22 resto del personale. Ho studiato diritto civile ad
Harvard, ma ho passato la mia infanzia a Napoli: so come
funzionano le cose in fatto di mance o "pizzo" che dir si
voglia.
DAVID:
Lei è molto astuta Miss Sampson… e soprattutto
spiritosa, ma temo che la situazione che si è venuta a
creare metta in serio pericolo il mio posto di lavoro.
Anzi ne sono proprio sicuro... Ho un gran brutto
presentimento.
SARAH: A maggior ragione puoi tenerti il "pizzo"... cioé,
la mancia.
DAVID:
Oh sì, ma quando i soldi saranno finiti, che
faccio? Lei non sa quanto sia difficile oggi per uno come
me, non più tanto giovane, trovare un lavoro, anche se di
merda come questo.
SARAH: Tu però non sai quanto sia difficile trovare unbel
bamboccione... in gamba come te.
DAVID:
Non mi lamento: in gamba e di sana costituzione.
SARAH:
Pronto con le battute, intelligente, un po'
saputello, ma arguto... una discreta compagnia per spirito
e corpo, insomma. - Sei mio!
DAVID:
Saputello e disoccupato, da stasera. Accidenti a
me e quando mi sono fatto venire l'idea dei fiori. Sono
nei guai... che casino!
SARAH:
Non preoccuparti. Si rimedia subito.
DAVID:
E come?
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
SARAH:
Non l'hai ancora capito? - Ti assumo io.
A fare che cosa?
E necessario che tu faccia qualcosa?
Penso proprio di sì.
Tu cosa sai fare?
DAVID:
Schizzi...
SARAH:
Alla faccia della sincerità!
DAVID:
Non schizzi in quel senso, miss Sampson...
SARAH: Ah no? Peccato! - E in quale senso allora? Spero
non controsenso, giovanotto!, non sarai mica gay, vero?
DAVID:
Schizzi artistici: so disegnare discretamente, a
mano libera.
23 SARAH:
Schizzi a mano libera? Quanta energia e quanta
materia prima va sprecata nell'universo!
DAVID:
Miss Sampson!
SARAH:
Chiamami Sarah, tesoro.
DAVID:
Non so se ci riuscirò.
SARAH:
Provaci, David....
Ad occhi chiusi Sarah si mette come in attesa di un bacio.
DAVID:
Ok, ci proverò... Sarah!
Un istante di imbarazzo. Sarah riapre delusa gli occhi.
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
eccome!
SARAH:
DAVID:
Scusa... che succede?
Non lo so: che succede?
Le domande qui, se permetti, le faccio io.
Si accomodi.
Non dovevi provarci?
E sì che ci ho provato!
Io non ho
sentito nulla.
Ma io giuro che l'ho fatto. Ci ho provato...
A far che?
A chiamarla per nome... Sarah!
SARAH:
Oh, che imbarazzo, io pensavo sinceramente ad
un'altro genere di tentativo, insomma ... di approccio, un
po' più fisico, materiale… se non proprio carnale.
DAVID:
Pensi al mio di imbarazzo… chiamare col nome di
battesimo la celebre Miss Sarah Sampson, premio Pulitzer
per la letteratura, candidata al Nobel...
SARAH:
Non esagerare... se vuoi spillarmi altri Euro
dovrai accontentarti di un assegno: ho finito i contanti.
DAVID:
Ma io non voglio assegni. Non voglio soldi da
lei... Dio mi è testimone che li ho presi contro la mia
volontà, ma domani saranno fiori... una cascata di fiori
su di lei, miss...
SARAH:
DAVID:
Dammi del tu.
No Sarah, questo no.
24 SARAH:
Ti prego, ti prego, ti prego...
DAVID:
E’ davvero troppo, non ne sono capace. Io dare
del tu ad un premio Pulitzer! - Ma che scherziamo!? Io… un
semplice galoppino d'albergo...
SARAH:
Studente di ingegneria.
DAVID:
Architettura. Alle scuole serali.
SARAH: E pure un po' fuori corso. Ma fa lo stesso,
l'importante, signor futuro architetto, è che regga la
trave... Mi spiego?
DAVID:
Un altro dei suoi doppi sensi?
SARAH:
Che carino, sei diventato tutto rosso come un
gambero... e va bene ammetto che il mio humor non sia
proprio di stile anglosassone... casomai anglo-sessone...
ti piace il gioco di parole? No, niente, fa lo stesso…
(quasi tra sé) Arguto sì, ma in quanto a humour!...
Squilla il telefono. Sarah risponde.
DAVID:
Scommetto che ora mi mettono in croce. Giù di
sotto staranno già affilando i coltelli per scotennarmi e
squartarmi vivo...
SARAH:
te.
E' la reception,
il direttore vuole parlare con
DAVID:
Lo sapevo, ci avrei giurato... Pronto? Sì
direttore... lo so direttore... no direttore... ma
direttore... senta... insomma... mi lasci parlare...
mi
vuol far spiegare sì o no!... Cavolo! Sono fuori servizio,
non si tratta di mancia, dunque, ma di regalia, di puro
atto... come si dice? democratico... no anzi, liberale...
Come? Sono licenziato? La scongiuro direttore, lo sa che
ho maledettamente bisogno di questo lavoro... devo finire
gli studi... così mi rovina... certo… chi se ne frega...
tanto si sa che in questo paese ve ne fregate dei giovani,
li mandate a morire in Iraq o in Afganistan, ma sul
diritto al lavoro ci cagate sopra... Certo che io ce
l'avevo un posto.... come, me lo sono giocato?... Io non
c'entro nulla è stata la signora... proprio così, questa
stronza... (a Sarah) Pardon madame, è solo un pour parlez,
tanto per dire...
Capitalista di merda!... (a Sarah)
Non dicevo a lei, miss Sampson, ma a questo cornuto... ha
sentito benissimo, direttore, cornuto! Cristo, lo sanno
tutti che sua moglie la fa becco col portoricano
dell'ascensore... e con il cuoco e col capocameriere e col
primo che passa... certo, anche con me, e che sono fesso
io a non sbattermela?... Certo anche in bocca, pensi a me
quando le dà il bacetto della buona notte sulle labbra!...
Ah… lei mi licenzia due volte, e come?... la prima a
25 calcinculo e la seconda senza indennizzo di fine rapporto…
beh, ci credo, coi rapporti speciali che ho avuto con la
sua signora, non mi aspettavo certo una liquidazione da
lei, del resto sono stato io a riempirla di liquido
seminale! (a Sarah) Scusi sa, ma quando ci vuole... (al
telefono) Ed io sa che le dico? Le dico leccaculo di merda
e pigliadidietro dei capitalisti... lei ha la lingua
sporca direttore... ha la lingua marrone a furia di pulire
sederi... ma ci vada lei a farsi fottere... ma ci vada lei
a fare in culo... Io ci sono già stato e le ho pure detto
in quale: in quello della sua gentile consorte!
SARAH:
Bravo, questo sì che è parlare chiaro, dire vino
al vino e… pene al pene… Decisamente sboccato, sì, ma
inconfutabilmente chiaro. - E lui che dice? Che ha da
controbattere? Rintuzza? Rilancia? Minaccia? Offende?
Insomma, che fa?
DAVID:
Sta sbraitando che ora manda la sicurezza a
sbattermi fuori, che non mi vuole più vedere nemmeno nei
paraggi dell'albergo. Dice che mi farà arrestare e
sbattere dentro, che farà buttare la chiave della cella,
che mi farà mettere assieme al primo spaccaculi romeno!
SARAH:
Sento delle risate dall'altra parte del filo.
Credo che non ti stia prendendo molto sul serio...
DAVID: Al contrario. - Non ride, ha un attacco isterico.
Urla alla sicurezza di venirmi a prelevare con la forza,
vivo o morto.
SARAH:
Passamelo.
DAVID:
No, no, me la sbrigo io, non si disturbi.
SARAH:
Questa storia è durata fin troppo! - Coraggio,
passamelo!
DAVID:
Non s'immischi miss Sampson...
cioè,
immischiarti Sarah, so cavarmela benissimo da solo.
SARAH:
non
Ne sei proprio sicuro?
DAVID: Mi farò sei mesi di galera per diffamazione, così
mi mantengo a spese del governo prima diritornare ai corsi
serali: è l'unica soluzione che ho, mi creda. Aspetti che
gliene dico altre quattro, altrimenti c'è il rischio che
mi diano solo tre mesi... e come me la cavo per il tempo
che mi resta fino all'ultimo esame?! (al telefono)
Direttore, è ancora lì?
Bene, sa che le dico? Sta
registrando? Ottimo... senta un po' questa... Cos'era?...
Ma come, non sa nemmeno distinguere una pernacchia da una
scorreggia? Bastardo... (a Sarah) Gli ho dato del
bastardo.
26 SARAH:
Bravo.
DAVID:
Minchione... (a Sarah) Gli ho dato del minchione.
SARAH:
Splendido.
DAVID:
Registri questo allora...
SARAH:
Ora passamelo... ne ho abbastanza!
DAVID:
Non ho ancora finito con lui.
SARAH:
Ho detto di passarmelo, Cristo santo!
DAVID:
Ok, come vuole lei... cioè come vuoi tu, miss
Sampson... Sarah. (passa il ricevitore a Sarah)
SARAH: Buonasera direttore, sì sono Miss Sarah Sampson...
premio Pulitzer, se lo ricorda... certo che se lo
ricorda... ebbene il ragazzo, David, ha cercato di
violentarmi... No che non deve chiamare la polizia, il
problema è che lei ci ha interrotti prima del coito.
Coitus interruptus orgasmus corruptus si dice in latino.
Ubriaca? Certo che lo sono, perché non dovrei? C'è mai
stato uno scrittore sobrio da quando hanno istituito il
Pulitzer? Ha prodotto più vomito e succhi gastrici il
Pulitzer che Jonny Walker e Ballantine messi insieme. Ma
certo che me lo scopo, il suo garzone. Tutta la notte se
voglio. E che… sua moglie sì e io no? Mi discrimina,
forse? - E poi lei non può dire proprio nulla... Perché
no? Il perché glielo dico subito... perché io ho assunto
David dopo che lei l’aveva licenziato. Quanto gli dava al
mese? Mille? E io gliene do mille, sì, ma al giorno, anzi
a notte. Qualcosa in contrario? Preferisce forse che
chiami i giornali e dica che in questo albergo del cavolo
strapazzate le vincitrici del Pulitzer, negando loro ciò
che invece prodigate con generosità e larghe vedute ai
colleghi maschi?... Per esempio?... Per esempio sbronzarsi
e portarsi a letto le conigliette che voi addestrate per
ciucciare le carte di credito dei malcapitati ospiti...
Vuole parlare col mio avvocato? Ah… non ce ne è
bisogno?... ci avrei giurato.
- Bravo, faccia così,
richiami la sicurezza e metta David a carico della mia
carta di credito. Buonanotte!
Una pausa.
DAVID:
E ora? Non troverò più un lavoro del cazzo.
SARAH: Non preoccuparti un lavoro del.... come dici tu,
insomma, l'hai già trovato.
DAVID:
Non capisco.
27 SARAH:
Senti, stronzetto, ascoltami bene. Ti ho assunto
perché mi facevi pena. Sembravi un pulcino bagnato... un
cucciolotto appena cagato.
Un silenzio.
DAVID:
Ok, ora me ne vado.
SARAH:
Perché? Ti sei offeso?
DAVID:
Non mi faccio prendere in giro da te... Io non
sarò nessuno, ma ho la mia dignità.
SARAH: Sentilo! - Per mille Euro al giorno puoi mandarla
a farsi fottere la tua dignità. -- Allora? Che fai? Che
aspetti? Non te ne vai più?
DAVID:
Per il momento no, non me ne vado. Poi si vedrà.
Ma prima o poi me ne andrò. Giuro che lo faccio, sistemo
un paio di cosette, qualche debituccio che ho in giro,
e... me ne vado, faccio fagotto. Non mi rivedrai mai più!
SARAH:
Cristo, non ti sei ancora seduto da quando ci
conosciamo e già pensi ad andartene?
DAVID:
Tu vuoi che resti, o no?
SARAH: Certo che lo voglio, altrimenti non farei questa
sceneggiata - e non avrei sborsato la bellezza di...
quanti Euro sono?... No, non me lo dire, meglio non
pensarci... sento di avere bisogno di te, a prescindere da
quanto mi costi. Denaro, ne ho fin sopra la cima dei
capelli...
DAVID:
Cosa ti manca allora?
SARAH:
Il denaro non è tutto.
DAVID: Non essere banale, col denaro puoi comprarti tutto
e... tutti.
SARAH:
DAVID:
SARAH:
DAVID:
Anche te?
Certo! Anche me.
Insomma, mi dai qualche speranza?
Dipende.
SARAH: Da cosa? I soldi li hai avuti, almeno un congruo
anticipo.
DAVID: L’hai detto tu che i soldi comprano tutto, ma non
sono tutto.
SARAH:
Parla chiaro, fanciullo, non hai a che fare almeno per ora - con una demente. Ti toccherà aspettare
28 qualche annetto per vedermi con le mani tremolanti grazie
a Mr. Parkinson.
DAVID:
SARAH:
D'accordo, resto. Ma ad una condizione.
Quale?
DAVID:
Dovrà esserti sempre chiaro, dovrà essere sempre
lampante come il sole...
SARAH:
Cosa?
DAVID:
Che devi portarmi rispetto.
SARAH: Non mi sembra che tu chieda la luna, il rispetto
reciproco dovrebbe essere nell'ordine naturale della cose.
DAVID:
Appunto, è quello che dico anch'io.
SARAH:
Allora perché ne stiamo parlando?
DAVID:
Meglio prevenire che combattere. Non chiedo
capriole o salamelecchi: mi basta un po' di educazione,
pretendo solo di non essere trattato come una pezza da
piedi, ecco… non lo sopporterei, non ce la farei proprio.
SARAH: Per mille Euro a notte potrò pure strapazzarti un
pochino...
DAVID:
Un pochino, sì.
SARAH:
Un pochino quanto?
DAVID:
Che vuoi che ne sappia? Sono a lenta maturazione
e carburazione, inesperto, non conosco i miei limiti.
SARAH:
DAVID:
Potresti non averne…
Tutti hanno dei limiti.
SARAH: Io no, non credo proprio: ad esempio, posso amare
illimitatamente.
DAVID:
Allora sei pericolosa, perché come puoi amare,
puoi anche odiare illimitatamente.
SARAH:
Giovanotto! Intendevo: amare in senso biblico…
fare sesso.
DAVID: Dammi un esempio del tuo concetto di "fare sesso".
SARAH:
Bacetto sul collo.
DAVID:
Tutto qui? Alla fine, la montagna partorì il
classico topolino.
SARAH:
Bacetto sulle labbra.
29 DAVID:
SARAH:
Sai di whisky.
E tu di maschietto: odori che si sposano bene.
DAVID:
Si sposano o si accoppiano?
Cominciano ad amoreggiare... Buio.
SCENA 5.
Sarah dorme, lui è sveglio
seduto sul letto. Fuma.
David prende il miniregistratore posato sul comodino, lo
aziona, si sente la voce di Sarah:
VOCE SARAH: Nuvole biancastre si confondono con altre
dalle dimensioni più varie e fantasiose. Ho corso così
tanto prima di giungere qui. Avevo i piedi nudi. La paura,
quella che di solito mi impedisce di scappare, questa
volta ha avuto la meglio.
La registrazione s'interrompe. Sarah si risveglia.
SARAH: Sono semplici appunti. Niente di definitivo.
DAVID:
Volevo ben dire.
SARAH:
Grazie dell'incoraggiamento.
DAVID: Io dico sempre pane al pane e vino al vino. Sono
una persona spontanea. Del resto, a che servono tante
manfrine? Ognuno fa quello che gli pare e piace: se a te
va di vendere frottole, benvenuta in questo mondo in cui
la truffa è l'anima del commercio.
SARAH:
Che truffa?
DAVID:
La finzione della letteratura non è forse una
truffa? Un modo per edulcorare la realtà? Vendere
noccioline alle scimmie dello zoo?
SARAH: Queste scimmie umanoidi però, a differenza dei loro
simili antropomorfi, comprano libri.
DAVID: Allora fai bene a dargli quel che chiedono: merda.
SARAH:
E noccioline.
DAVID:
Mi sembra che tra le due cose ci sia una certa
parentela: alla fine escono tutte e due dalla stessa
parte.
30 SARAH:
Io però mi sforzo di dire qualcosa di nuovo, di
essere originale.
DAVID:
Perché sforzarsi? Ognuno è l'originale di se
stesso. Non esistono copie conformi o contraffatte di noi:
non illudiamoci. Non è il nostro doppelgänger quello che
nasce, cresce e muore. Siamo noi... sono io, sei tu, quel
comune mortale che con andatura incerta si avvicina, passo
dopo passo, all'orlo del baratro.
SARAH:
Io parlo di sogni e tu mi rispondi con gli incubi.
DAVID:
Allora restiamo in argomento. - Sogni spesso di
tornare bambina?
SARAH: Quasi ogni notte. Rivedo i miei oggetti, le cose
che mi erano... che mi sono care: le bambole, i volti che
mi circondano, il profumo della torta che cuoce nel forno
la domenica, mia madre che taglia l'erba in giardino
(mentre mio padre si fa passare la sbronza), il profumo
dei fiori... melassa, dirai tu!
DAVID:
I tuoi sogni sono bellissimi, come meravigliosa
dev'essere stata la tua infanzia.
SARAH:
Beh… non tutta rose e fiori. Anzi, i fiori li
vedevo sbocciare mentre restavo lì, il più delle volte
spaventata dalla vita… e sarei rimasta sempre lì,
rinsecchita come un bocciolo morto prima di fiorire… se
non fosse stato per mia madre. Mia madre era la dea dei
sogni, lei li alimentava, se ne serviva per respirare e
farmi respirare. Anzi, per la precisione mi costringeva a
sognare i suoi, di sogni. E questo non fu…
DAVID:
(Interrompendola
bruscamente)
Bene,
ottimi
presupposti… allora portali ad uno stato più cosciente,
questi sogni!
SARAH:
Più cosciente, in che senso?
DAVID: Non viverli più come sogni, ma per quello che sono
realmente.
SARAH:
E che cosa sono?
DAVID: Ricordi. Ecco, il sogno fa scattare il meccanismo
della nostalgia, del rimpianto, mentre invece il ricordo è
una forma di presa d'atto della dimensione temporale, una
collocazione precisa all'interna del proprio vissuto...
SARAH: E se fosse proprio questa la salvezza? Non prendere
atto della dimensione temporale… non cercare collocazioni
precise per ogni fiato di vita… concedersi questo lusso
almeno una volta ogni tanto? E continuare a tenere vivi i
sogni?... I nostri… non quelli di chi amiamo…
31 Un silenzio. David guarda Sarah con intensità e le prende
una mano. Lei la tira via con un leggero scatto, poi
seguita a parlare col solito tono strafottente.
SARAH:
Sai
che
penso?
Tu
dovresti
fare
lo
strizzacervelli: dico sul serio. Faresti soldi a palate.
DAVID: Io farò soldi a palate, qualsiasi cosa decida di
fare. Il banchiere, lo spazzino o...
SARAH:
Qualsiasi cosa?
DAVID:
Qualsiasi... e perché no?... anche lo scrittore.
SARAH: Modesto, solo che devi sbrigarti, non sei più un
ragazzino!
DAVID:
Prima o poi ci riuscirò a diventare qualcuno. E
sai perché?
Perché ho le due doti fondamentali per
raggiungere il successo: la rabbia e la determinazione.
SARAH:
Insomma, hai le palle.
DAVID:
Puoi scommetterci.
SARAH:
Dimostramelo.
DAVID:
Qualche ora fa ti portavo le valigie in camera...
SARAH:
Mi spillavi la mancia.
DAVID:
Una lauta mancia, se è per questo. - Ed ora?
SARAH:
Ora cosa?
DAVID:
Ora dove sono? Cosa faccio?
SARAH:
Dimmelo tu.
DAVID:
Sto a letto con un premio Pulitzer.
SARAH:
Non ti montare la testa.
DAVID:
Assunto in pianta stabile nel suo staff.
SARAH: Assunto in pianta stabile?
signor Pianta Stabile.
Allora datti da fare,
DAVID:
Finora sinceramente
guadagnata la pagnotta.
sembra
SARAH:
Davvero?
mi
di
essermela
E come?
DAVID: Tanto per cominciare... Ti sei addormentata e ti
ho coccolata...
Si infilano ridendo sotto le coperte.
32 SCENA 6
Come nella scena precedente, ma ora è Sarah a vegliare
mentre David si è assopito.
Lei si accende una sigaretta. Fa due tirate. A questo
punto lui si sveglia. Lo guarda con aria stralunata. Non
parla subito.
DAVID:
Che c'è? Non puoi dormire? -- Perché mi guardi
come uno zombie? --- Per piacere dì qualcosa... Vuoi bere?
Whisky? Acqua? Oh!... Dico a te!
SARAH:
Chi sei?
DAVID:
Io?... Non mi riconosci? Sono il tuo schiavetto.
SARAH:
Che ci fai nel mio letto?
DAVID:
Il ragazzaccio, ricordi...
SARAH: Mi gira la testa... ieri sera ho alzato un po'
troppo il gomito per festeggiare il mio premio, ho avuto
uno svenimento, forse ho perso i sensi. Tu potresti avermi
trovato in questo stato... potresti aver approfittato di
me.
DAVID:
Questa è bella: io avrei approfittato di te!
SARAH:
L'apparenza direbbe questo.
DAVID: L'apparenza inganna. Casomai è vero il contrario:
sei stata tu ad approfittare di me. E come ti piaceva!
SARAH: E' andata sicuramente così: io prima di svenire ho
chiamato aiuto, tu che stavi al piano sei subito accorso,
mi hai trovata riversa per terra, mi hai spogliata, messa
a letto, poi ti sei spogliato a tua volta e ti sei
infilato sotto le coperte accanto a me per fare i tuoi
porci comodi. Ecco come sono andate le cose.
DAVID: Ma se mi hai pure assunto!
SARAH:
Perché avrei dovuto farlo? Non sei un dipendente
dell'albergo?
DAVID:
Non più: mi hai fatto licenziare. Adesso sono
tutto… Sarah-dipendente.
SARAH:
Ma quante cose ho fatto io stanotte!
DAVID: Beh, abbiamo dato una bella ripassatina al primo
volume del Kamasutra. Io sopra e tu sotto, io di lato, tu
sopra, di fianco, di struscio...
SARAH:
Dunque, ti avrei assunto per una notte?
33 DAVID:
Di più.
SARAH:
Due notti?
DAVID:
Di più, di più.
SARAH:
Insomma, per quanto fottuto tempo?
DAVID:
A tempo indeterminato.
SARAH:
Come?
DAVID: In pianta stabile, con la misera retribuzione di
mille Euro.
SARAH: Al mese? Beh, forse ho fatto un affare, per mille
al mese dove lo trovavo un mastro d'ascia come te.
DAVID:
Che mese?! A notte, tesoro.
SARAH:
Che? Come? A notte? - Cristo santo,
spillerai più quattrini del mio strizzacervelli!
così
mi
DAVID:
Ah, ora, una volta soddisfatti gli appetiti, ti
penti... dovevo aspettarmelo che non avresti mantenuto
l'impegno. Ecco il motivo di questa manfrina: "non so, non
ricordo"... Ma va a farti fottere!
SARAH: Già fatto, a quanto pare. - Comunque, la questione
non è se mi pento, ma se posso permettermelo. Chiederò al
mio legale, forse riesco ancora a tirarmi indietro.
DAVID:
Vorresti tirarti indietro?
SARAH:
Potendo?
risposta è sì.
-
Beh,
mi
spiace
deluderti,
ma
la
DAVID:
Bene, allora l'accordo verbale s'intende risolto
su due piedi. Lasciamo perdere l'amore, il sesso e tutto
il resto.
SARAH:
Accordo verbale? - Quindi... Non abbiamo
sottoscritto un contratto? Questa è una buona notizia. La
prima, da quando sono sveglia.
DAVID: Ci siamo dati moralmente la mano... o meglio, tu
hai messo una mano sulla mia patta ed io la mia sulla tua
patata. Più accordo di questo!
SARAH:
Non ci sperare: il mio avvocato lo farà saltare
come una patata fritta in padella. Non ci sono i
presupposti legali perché io lo debba rispettare.
David salta fuori dal letto e comincia a rivestirsi.
DAVID:
più.
Risparmiati l'avvocato. Sono io che non ci sto
34 SARAH:
A fare che?
DAVID:
A stare con te.
SARAH: E i soldi? Rinunci al compenso? Non ci speravo...
DAVID:
Ci sputo sopra ai tuoi soldi. Anzi riprenditi
quelli che mi hai anticipato... Non mi servono, i soldi
entrano ed escono, in qualche modo me la caverò. E quando
sarò
qualcuno,
se
sarai
ancora
viva,
magari
in
carrozzella, con la bava alla bocca, all'ultimo stadio del
Parkinson, ti verrò a dire in faccia: eccolo quello che
hai buttato fuori dal tuo letto, dalla tua camera, dalla
tua vita. Altrimenti, se schiatti prima, verrò a cagare
sulla tua tomba. E' questo ciò che meriti, visto che non
sei riuscita a capire il mio totale disinteresse nei tuoi
confronti... il mio amore... per te!
SARAH:
Aspetta, non te ne andare. Forse comincio a
ricordare qualcosa... i tuoi baci, le tue parole, la tua
tenerezza...
DAVID:
SARAH:
Tutto qui?
La tua lingua lunga e ruvida da giraffa...
DAVID:
Fottiti!
SARAH:
Da sola? -
Già fatto... tanto tempo fa.
David esce, Sarah scoppia a piangere. Fine primo atto.
35 SECONDO ATTO
SCENA 1
La stanza in pieno sole. Musica swing dalla radio. Ovunque
fiori. (Si sente bussare alla porta).
Sarah, accorre
truccando. de.
in
vestaglia,
dal
bagno
dove
si
stava
SARAH: Eccomi, arrivo.
Sarah apre la porta e resta interdetta. E' David, in
divisa bianca dell'albergo.
DAVID:
Buongiorno Miss Sampson.
SARAH:
Buongiorno...a lei!
DAVID:
La colazione, miss Sampson... posso?
SARAH:
Prego si accomodi. Ero soprappensiero.
DAVID:
(spingendo dentro il carrello della colazione)
Lo credo, con tutto quello che le passerà per la testa!
SARAH:
Come, scusi?
DAVID: Lei ormai è famosa. Il suo ritratto è su tutte le
prima pagine, appeso in tutte le edicole e le librerie
del centro. - Posso apparecchiare sul tavolino?
SARAH:
Sì grazie... - E che c'entra la mia faccia con
quello che mi passa per la testa?
DAVID: Beh, ormai tutti sanno che lei è un'artista, una
grande scrittrice...
SARAH:
Quindi?
DAVID: Quindi lavora di fantasia. Normale che ogni tanto
viva come su un altro pianeta... diciamo un po' sulle
nuvole.
Del
resto,
le
sue
storie
sono
puramente
inventate. - O no?
SARAH:
Ne dubita?
DAVID:
Come faccio a conoscere le sue fonti di
ispirazione? Potrei essere anch'io ad ispirarle una
storia. Disponga pure di me, della mia vita, dei miei
segretucci come desidera: sarebbe un onore per me essere
il suo soggetto, il suo modello, la sua fonte di
ispirazione - Latte?
36 SARAH: No - il caffè mi piace nero. Che cosa intende per
ispirarmi una storia?
DAVID:
Dicevo così per dire. Del resto ognuno ha una
storia che potrebbe essere raccontata. Però ha ragione
lei, io non sono nessuno e non ho mai fatto nulla di
importante: perché dovrei ispirarla?
SARAH:
Forse lo ha già fatto senza rendersene conto.
DAVID:
Gradisce delle uova strapazzate al bacon?
SARAH:
Odio le uova al mattino. Quella delle uova al
mattino è una pessima abitudine alimentare tipicamente
americana. Si ingurgitano un sacco di calorie e poi
bisogna stare a dieta tutto il giorno per smaltirne solo
una parte.
DAVID:
Dipende dai casi.
SARAH:
Non è d'accordo?
DAVID:
Non saprei.
SARAH:
Lei le mangia?
DAVID:
Io sì.
SARAH: Sfido! Lei è abbastanza giovane, un ragazzone...
anche se un po' stempiato.
DAVID: Il tempo corre per tutti. Un giorno ti guardi alo
specchio e ti accorgi che c'è un vecchio sconosciuto
nella cornice che ti osserva e ride della tua gioventù.
SARAH:
So come funziona la storia dello specchio, l'ha
già scritta Tolstoj.
DAVID: Beh, a dire la verità se potessi svegliarmi in un
comodo letto alle nove del mattino come fanno pochi
privilegiati al mondo, salterei la colazione per passare
subito all'after hour dell'aperitivo serale. Purtroppo
però attacco a lavorare alle sei e mi devo fare un'ora e
mazza di autobus notturno fino a....
SARAH:
Torbellamonaca
Un silenzio.
DAVID:
Come fa a sapere che abito a Torbellamonaca?
SARAH: Mi era sembrato di capire... ma scusi non è lei
che ieri mi ha portato le valigie in camera? - Non si
chiama David, come il David di Michelangelo?
DAVID:
Come fa a sapere il mio nome?
37 SARAH: Non leggo nel pensiero, stia tranquillo, non sono
una megera. - Me lo ha detto lei.
DAVID: Io? Ma guardi che io non le ho detto niente, ci
vietano tassativamente di parlare di questioni private
coi clienti, non posso averlo fatto, mi avrebbero
licenziato.
SARAH:
Infatti.
DAVID:
Infatti... cosa?
SARAH:
Infatti l'hanno fatto: l'hanno licenziata.
DAVID:
A me? E quando?
SARAH:
Qualche ora fa. - In tronco.
DAVID:
E perché?
SARAH:
Perché ha risposto male al direttore.
DAVID: Non mi sarei mai permesso. Il direttore è stato
molto buono con me ed io ora gli sono riconoscente.
Facendomi lavorare mi dà l'opportunità di proseguire gli
studi...
SARAH:
Lo so, in architettura. Alla scuola serale.
DAVID:
Lei mi fa paura.
SARAH:
Non devi aver paura di me. Del resto mi fa
piacere che tu abbia fatto pace col direttore e che lui
si sia mostrato tanto magnanimo da riassumerti. - Quante
gliene hai dette però... cornuto, farabutto, leccaculo...
DAVID:
Anche leccaculo?
SARAH:
Posso giurarlo.
DAVID:
Sarà... però io non mi ricordo.
SARAH:
Non ricordi perché sei un gentiluomo.
DAVID:
Nel senso?...
SARAH: Nel senso che fai finta di non ricordare per non
mettermi in imbarazzo. Ed io te ne sono grata, anzi
gratissima. Voglio darti una bella mancia, se non ti
offendi.
DAVID:
Perché dovrei offendermi per la mancia?
SARAH:
Non vorrei ferire il tuo orgoglio...
DAVID:
Se mi appioppa un paio di monetine da un euro
come fa qualche spilorcio di italiano in vacanza a spese
38 del governo, allora sì che mi ferisce l’orgoglio, ma con
un bigletto da cinque... anzi no, meglio, da
dieci, la
ferita si rimargina subito e mi spunta un bel sorriso
sulle labbra, così.
SARAH: Quanto sei carino quando sorridi. la finestra.
Vieni verso
DAVID:
Perché? Si è rotta la tenda automatica?
SARAH:
Ssst. Voglio darti la mancia.
DAVID:
Susi, e non può darmela qui dove stiamo?
SARAH:
No, che non posso. C'è la telecamera che ci
osserva… Poi devi versarla nel calderone comune e
spartirla con gli altri.
DAVID:
Quale calderone, miss Sampson, non capisco.
SARAH:
La telecamera in corridoio il cui occhio giunge
fino alla zona off limits… per questioni di privacy... so
tutto!
DAVID:
Non
corridoio.
SARAH:
DAVID:
altro?
mi
risulta
che
ci
siano
telecamere
Ma se me lo hai detto proprio tu…
Io, David? Non è che si sbaglia con qualche
SARAH: Sei tu quel David che abita
frequenta la scuola serale?
a Torbellamonaca e
DAVID:
Esatto.
SARAH:
Allora, vedi che so tutto?
DAVID:
D'accordo... ma come fa a saperlo?
SARAH:
Te l'ho detto che me lo hai detto tu!
DAVID:
Ma io non le ho detto proprio niente.
SARAH:
E allora io come faccio a saperlo?
DAVID:
Ed io che cazzo ne so!
Restano alcuni istanti a guardarsi.
SARAH:
Va bene, allora ridammi i settecento Euro.
DAVID:
Ci risiamo! Quali settecento Euro?
SARAH:
La mancia.
in
39 DAVID:
Senta, miss Sampson, forse non le è ancora
passata la sbornia di ieri. Se la sta tirando dietro come
un brutto ricordo. Mi dia retta, faccia colazione e poi
si immerga nell'idromassaggio. Si rimetterà in sesto e
smetterà di confondere la realtà con la fantasia.
SARAH:
Non ho bisogno di rimettermi in sesto. Sto
benissimo.
DAVID:
mancia.
SARAH:
Però sostiene di avermi dato settecento Euro di
Allora?
DAVID:
Non le sembra
un po' inverosimile dare ad un
facchino una somma del genere per aver portato un paio di
valigie in camera?
SARAH:
lei!...
Insomma,
io
direi
un
sacco
di
balle
secondo
DAVID:
Non mi permetterei mai di pensare una cosa del
genere, Miss Sampson. Ma la questione è un'altra. Io non
me lo ricordo per niente questo episodio. E invece dovrei
essere ben felice di ricordarmelo… O no? Caspita,
settecento Euro, farebbero la mia felicità! E anche
quella del mio padrone di casa che si troverebbe pagati,
in un colpo solo, due mesi di affitto arretrato. Ma la
questione è che la mia memoria non ha registrato nulla
del genere, e neppure il mio portafoglio, che è rimasto
tragicamente vuoto. - Strano che invece lei ricordi tutto
questo così chiaramente.
SARAH:
Come se fosse ieri. Anzi, era ieri!
DAVID:
Ho capito: lei si sta prendendo gioco di me.
Siamo su "Scherzi a parte"... Dov'è la telecamera, mi
lasci indovinare...
Lui ride, ma lei resta serissima impassibile, poi sbotta.
SARAH:
Io e te abbiamo fatto tre volte l'amore, signor
David di Michelangelo, per questo ti ho pagato.
Ma David ride più forte, quasi sghignazza.
DAVID:
L'amore? Con me? Non ci posso credere... che
razza di scherzo!
SARAH:
Basta! Non è uno scherzo e lo sai bene.
DAVID:
Ma certo che è uno scherzo, Miss Sampson. Anche
di cattivo gusto se permette. Perché io non credo che
avrei potuto fare l'amore con lei, tre volte poi,
figuriamoci.
40 SARAH:
Perché no? Perché sono troppo vecchia per te?
DAVID:
No, perché io sono gay e le donne, giovani o
attempate, belle o brutte, non mi attirano... non me lo
fanno rizzare, se lo vuole proprio sapere. Quindi tutta
la favola che mi ha raccontato è solo una storiaccia che
si è inventata, e non so di preciso a che scopo. Certo,
lei è una donna famosa, lei è una donna ricca, io sono
solo un povero diavolo, un ragazzo d'albergo, finocchio
per giunta, quindi che ci vuole a sperimentare su di me i
suoi giochi di prestigio letterari, le sue trame, i suoi
intrecci romanzeschi di donne che spasimano e cadono ai
piedi di giovani fattorini d'albergo. Che romanticherie
da strapazzo! Ma non si vergogna a stuzzicare, a sfottere
chi è costretto a servirla, a darle ragione, a sopportare
i suoi sbalzi d'umore, le sue mattane, le sue stranezze,
solo per non perdere il posto!? - Lei lo sa benissimo che
io non posso mandarla a quel paese, che non posso
difendermi dalle sue allusioni, dai suoi isterismi, ma
posso solo sperare che lei si stanchi di infierire su di
me, o che magari si ricordi di avere un appuntamento con
la sarta, o col suo parrucchiere di fiducia, oppure col
suo
avvocato
per
discutere
qualche
contratto
milionario... Però nel frattempo io sono costretto a
stare al gioco, a prendermi i suoi calci in culo...
SARAH:
Ecco, i calci in culo!
DAVID:
Prego?
SARAH: Non sopporti i calci in culo, me lo hai detto tu
stesso. E come ti sei arrabbiato quando ho provato a
rifilartene uno!
DAVID:
Vorrei vedere! Ma chi li sopporta i calci in
culo,
scusi
tanto?
Nessuno,
nessuno
li
sopporta,
tantomeno io… E neppure il barista, neppure la cameriera
portoricana al piano, o il ragazzo cubano che parcheggia
le fuoriserie dei ricconi nel sotterraneo. Anche a lui si
deve portare rispetto, come a me, come a tutti noi. Senza
di noi questo schifo di società non potrebbe funzionare,
perché se nessuno parcheggiasse la macchina di un ricco
cliente, il tycoon di turno dovrebbe andare a spostarsela
da solo, e allora non sarebbe più un tycoon, sarebbe la
stessa cosa di un morto di fame. Quindi non mi venga a
parlare di calci in culo io non li accetto per
principio e per convinzione politica… sì ha capito
benissimo, politica! Perché sarò pure un pezzente, un
morto di fame, uno che prima o poi perderà il lavoro e si
ritroverà a dormire in macchina, o coperto da scatole di
cartone, in compagnia di un paio di ubriaconi e di
falliti… però io sono una persona, un individuo con la
41 sua dignità, con la sua moralità e - scusi tanto - con un
suo senso etico.
Breve silenzio.
SARAH:
Sai che cosa sei secondo
maledetto bugiardo. Mi fai schifo.
me?
Sei
solo
un
DAVID: E allora perché non chiami aiuto? Perché sai che
dico la verità, che è più tagliente ed affilata di una
spada? Perché sai che sono l’angelo sterminatore e ho
deciso di proclamare uno sciopero della Morte, solo
perché tu possa ogni mattina risvegliarti nello stesso
letto, dopo la stessa notte agitata, dopo lo stesso sogno
tremendo, in cui vivi e rivivi, come in un inferno
mentale, l'angoscia della tua coscienza infelice?
SARAH:
Che ne sai tu della mia coscienza infelice?
DAVID:
So quanto basta. So come funziona la coscienza
infelice, esattamente come un tarlo che corrode l’anima:
vi si insinua come un chiodo in un pneumatico, che forma
un buco da cui l'aria esce, a poco a poco, finché l’auto
non si schianta contro un albero. Lo vedi l'albero sul
ciglio della strada che ti viene incontro velocemente?
Frena, urla, eccolo! Ha sfondato il cofano ed ora manda
in
frantumi
il
parabrezza...
Grida,
urla,
chiedi
perdono!... Zac… eccoti giunta a destinazione, in bocca
hai solo il sapore del sangue e della corteccia
dell'albero... poi arriva la puzza di benzina prima
dell'esplosione... ancora pochi istanti e brucerai fra le
fiamme del tuo inferno!
SARAH:
Non riesco quasi a parlare ... sono come
paralizzata, la voce mi esce a stento dalle labbra... non
posso muovermi... Oddio! Aiutami...
DAVID:
Fottiti.
Sarah sviene.
42 SCENA 2.
David
raccoglie
i
fiori
in
giro
e
li
nasconde
nell'armadio. Prende le bottiglie di liquore e le svuota
addosso a Sarah, rovescia i bicchieri sul pavimento.
Quindi spegne la luce, sembrava giorno, così invece torna
la
penombra
della
notte.
Poi
esce
furtivamente
richiudendosi la porta alle spalle.
Trascorrono alcuni istanti. Sarah lentamente si riprende.
SARAH:
Oh, mio Dio, mi gira la testa… aiuto!... Mi
sembra di essere in alto mare, a bordo di una scialuppa
di salvataggio... sento davvero puzza di benzina, sono
tutta bagnata... Maledizione, è whisky... (tenta di
alzarsi ma inciampa in una bottiglia di whisky) Io bevo
solo bourbon del Tennesse, sono allergica alla robaccia
dozzinale... Cristo, quanta me ne sono scolata di questa
brodaglia? - Mi viene da vomitare... (corre in bagno a
vomitare)
(Scoppia a piangere. Pausa. Si riprende e lo sguardo le
va verso la sua borsa che sta aperta sul pavimento, con
il contenuto sparso qua e là).
SARAH: Ehi, ma cosa... qualcuno ha rovistato nella mia
borsa... Le carte di credito... gli ultimi spiccioli....
il libretto degli assegni... e hanno frugato anche nel
beutycase... i gioielli! Spariti, tutto sparito... Devo
denunciare subito il furto... Presto, presto... forse il
ladro è ancora nei paraggi... Cristo! Qual è il numero
della reception? - Dimenticavo! Basta alzare la cornetta
e rispondono dal desk...
(Mentre sta per alzare la cornetta si sente bussare alla
porta).
SCENA 3- COLLOQUIO ATTRAVERSO LA PORTA
VOCE
SARAH:
VOCE:
SARAH:
VOCE:
Miss Sampson?
Chi è?
Sono il direttore, Miss Sampson.
E che vuole?
Gira voce che lei abbia subito un furto in camera.
SARAH:
Caspita
denuncia...
VOCE:
che
velocità,
non
La voci corrono, Miss Sampson.
43 ho
nemmeno
sporto
SARAH:
Ma io non ho ancora comunicato il fatto alla
reception… come fa, lei…
VOCE:
Eppure la voce è arrivata. Prova ne sia che io
sono già qui, sul luogo del delitto.
SARAH:
Delitto! Oddio, vuoi vedere che sono pure morta?
VOCE:
Il morto che parla c'è solo nella smorfia
napoletana.... lei dovrebbe saperlo viste le sue origini
partenopee - Mi apre gentilmente Miss Sampson?
SARAH: ... Scusi, ma non ha detto di essere il direttore?
VOCE:
SARAH:
VOCE:
SARAH:
VOCE:
L’ho detto e lo sono.
Allora avrà pure il passepartout…
Certo che ce l'ho, ma non lo posso usare.
Perché no?
Questione di privacy.
SARAH:
Che strano albergo… Sanno ciò che dirai prima
ancora che parli, ma per questioni di privacy non usano
il passepartout quando un’emergenza lo richiede. (apre la
porta) Prego, si accomodi...
Entra David, ma stavolta vestito elegantemente.
DAVID:
Piacere, miss Sampson, sono il direttore.
SARAH: Mi sembra di riconoscerla. Anche dalla voce... mi
è familiare.
DAVID:
Non ci siamo mai incontrati prima d'ora.
SARAH:
Scusi
facchino...?
tanto,
ma...
Ma
lei
non
è
David,
il
DAVID:
No, mi chiamo Michelangelo. Però ci è andata
vicino... Ricorda? Il David di Michelangelo Buonarroti,
quello che sta a Firenze...
SARAH:
Conosco benissimo quella statua…
DAVID: Ma di David ce ne sono due, uno di Michelangelo e
un altro di Donatello.
SARAH:
E quale sarebbe quello falso?...
DAVID: Si regga forte perché adesso viene il bello: sono
veri entrambi!
SARAH:
Lei è... è diabolico. E pure doppio, come un
Giano bifronte.
44 DAVID:
Capisco, lei mi sta scambiando con
David.
SARAH:
Cristo santo, lei gli somiglia tantissimo!
DAVID:
Si tranquillizzi. David, il facchino, è stato
appena
licenziato.
Può
chiedere
conferma
alla
reception, se lo ritiene necessario.
SARAH:
E'
Reception?
ricordo il
vorrei che
commissione
grazie, non
(abbassa)
quello che farò. (alza il ricevitore)
Qui parla Miss Sampson... stanza... non
numero... ah, non ne ha bisogno, ottimo...
mi mandasse David, il facchino, per una
urgente... Come? E' stato licenziato?... No
mandi nessun altro, provvederò altrimenti.
Un silenzio.
DAVID:
Soddisfatta?
SARAH: La prego di accettare le mie condoglianze... cioè
le mie scuse.
DAVID:
Ci mancherebbe.
SARAH:
Sono stata un'idiota.
DAVID:
Sono cose che succedono.
SARAH:
Che io sia un'idiota?
DAVID:
Non vorrei essere frainteso. Lei non è un'idiota.
SARAH:
Grazie tante!
DAVID:
Non lo è mai stata e non lo sarà mai.
SARAH:
Ora che me lo dice lei, sto molto meglio.
DAVID:
E' solo un po'... come dire?
SARAH:
Dica, dica pure.
DAVID:
... un po' fuori fase, ecco tutto.
SARAH:
E starebbe a significare questo "fuori fase"?
DAVID:
Sfasata… è tanto semplice…
SARAH:
Dunque io sarei una sciroccata.
DAVID:
Se lo dice lei...
SARAH:
Una sbalestrata.
DAVID:
Diciamo…
fantasia?
una
persona
45 che
lavora
molto
di
SARAH: Dunque le mie sarebbero tutte fantasie... anche a
proposito di David il facchino che sarebbe stato appena
licenziato.
DAVID:
Licenziato da me, appunto.
SARAH:
E come si è permesso?
DAVID:
Di far che?
SARAH:
Di licenziarlo, era un gran lavoratore.
DAVID:
Questo lo lasci giudicare a me.
SARAH:
Lei però
sorprendente...
continua
a
somigliargli
in
un
modo
DAVID: D'accordo, ma in questo albergo ci somigliamo un
po' tutti.
SARAH:
Come mai?
DAVID:
Il
proprietario
assume
personalmente
i
dipendenti. In fatto di estetica ha i suoi gusti…
desidera uniformi perfette e identiche. Diciamo che è un
po’ fissato con l’uniformità… anzi parlerei addirittura
di omologazione, di mania omologante… capisce?
SARAH:
Non sono mica cretina…
DAVID:
Io non l’ho detto… volevo accertarmi di essermi
spiegato bene.
SARAH:
Insomma, vi fabbrica con lo stampino.
DAVID:
Per quanto possa sembrare ridicolo è così.
SARAH:
Ed è per questo che siete tutti uguali?
DAVID:
Per quanto possa sembrare strano è così.
SARAH: Allora mi sento meglio. Almeno c'è una logica.
DAVID:
Veramente non credo che lei si senta meglio.
SARAH:
Da che lo deduce?
DAVID:
Barcolla come un fuscello in balia dei venti.
SARAH:
ombre.
La verità è che sono un fuscello in balia delle
DAVID:
Ombre?
SARAH:
Ombre come la sua, ombre che si moltiplicano
sulle pareti, sul pavimento... dovunque. Vedo ombre
dappertutto!
46 DAVID: Lasciamo perdere le ombre se non le dispiace, le
ombre possiedono un certo non so che di fantasmagorico...
di oscuro...
SARAH:
D'accordo, niente
ancoriamoci ai fatti.
DAVID:
ombre.
Veniamo
ai
fatti…
Bene, sono qui per questo.
SARAH:
Dunque, come lei già sa dalle voci... voci che
corrono non so ancora come... forse per fenomeni di
telepatia o forse perché in questo albergo spiate i
clienti con microfoni e telecamere...
DAVID: Si attenga ai fatti, la prego. Le voci sono come
le ombre, strani oggetti del pensiero, scherzi della
mente e dell'oscurità... o enigmi, che non è il caso di
tirare in ballo ora, d'accordo? Quindi sia concreta...
SARAH: Ebbene, ho subito un furto. Più concreta di così…
DAVID:
SARAH:
che...
Furto? - Strano.
La sua reazione è strana.- Insomma, se le dico
DAVID:
Ho capito ciò che dice. Ma c'è una bella
differenza tra ciò che lei dice e ciò che veramente è.
SARAH:
Mi sta dando della bugiarda?
DAVID:
Non tiriamo conclusioni affrettate. Tenga però
presente che in questo albergo non sono mai avvenuti
furti. Omicidi sì, suicidi pure... mariti cornuti e donne
violentate, vergine seviziate e...
SARAH:
Basta così la prego.
DAVID:
Ma non furti, - ecco, ho concluso.
SARAH:
C'è sempre una prima volta.
DAVID:
E
che
cosa
le
avrebbero
rubato?...
condizionale è d’obbligo… fino a prova contraria!
SARAH:
Tutto, tutto mi hanno rubato!
DAVID:
Come tutto?
Il
SARAH:
Tutti i miei oggetti di valore: gioielli,
contanti, carte di credito, libretto d'assegni...
Un silenzio.
DAVID:
Posso farle una domanda indiscreta?
SARAH:
Si accomodi.
47 DAVID: Queste bottiglie
scolate da sola?
SARAH:
vuote
sul
pavimento,
se
le
è
Non ho bevuto un goccio, glielo giuro.
DAVID:
Però sembra che nell'alcol ci abbia fatto il
bagno... e il suo alito sa pure di vomito.
SARAH:
E' questo che non mi spiego.
DAVID:
Una spiegazione ci sarebbe.
SARAH:
E quale?
DAVID:
Potrebbe essere che lei non abbia subìto nessun
furto e che, ottenebrata dai fumi dell’alcool, la sua
mente non ricorda dove sono riposti i suoi oggetti di
valore. - Vogliamo cercarli insieme?
SARAH: Ma è matto?! Se le dico che sono stata derubata,
rapinata è la parola giusta!
DAVID: Da chi? La porta era chiusa dall'interno, lei non
è mai uscita da quando ha preso alloggio... non ci sono
segni di scasso, nessuna effrazione...
SARAH:
E' stato David, ne sono sicura.
DAVID:
David l’ho licenziato ma dubito...
SARAH:
Insomma, lei dubita della mia parola e di David
no… è così?
DAVID:
Sincerità per sincerità?
SARAH:
Coraggio, sputi il rospo!
DAVID:
Sinceramente, non me la contate giusta nessuno
dei due.
SARAH:
Vuole forse insinuare che siamo in combutta?
DAVID:
Non ho detto questo.
SARAH:
Però lo ha pensato.
DAVID:
L'ho semplicemente
sarebbe la prima volta.
SARAH:
sospettato.
Del
resto
non
Che cosa?
DAVID: Di signore piuttosto mature che perdono la testa
per i nostri facchini, i nostri uscieri, i nostri
inservienti, i nostri camerieri ai piani. Sono tutti
piuttosto aitanti, compiti, educati, compiacenti e ben
disposti a soddisfare ogni minima esigenza.
48 SARAH:
Femminile?
DAVID:
Talvolta anche maschile, per la verità.
SARAH:
Beh… de gustibus…
DAVID:
Risposta azzeccata e politicamente corretta.
SARAH:
(Squadrandolo da capo a piedi) C’è da dire che
il titolare dell’hotel ha gusti ottimi…
DAVID:
Grazie. Lo prendo come un complimento.
SARAH:
Che c'entra lei?
DAVID:
Non somiglio forse al suo David?
SARAH:
Già, siete come due gocce d'acqua. - Ma perché
dice il "mio" David?
DAVID:
no?
Lo ha messo al centro delle sue attenzioni, sì o
SARAH:
Sì. Ma lui ha tradito la mia fiducia, mi ha
derubata.
DAVID:
Ma che cosa ha fatto il signorino, prima di
tradire la sua fiducia? O, meglio, che cosa ha fatto lei
prima di sentirsi tradita? Non ci sarà mica andata a
letto?
SARAH: E anche se fosse? Sono una donna libera, vado a
letto con chi mi pare e piace.
DAVID:
Però poi non deve gridare “al ladro, al ladro!”.
SARAH:
E perché no?
DAVID:
Perché si sa come vanno queste cose, miss
Sampson. I nostri dipendenti, come le dicevo, sono
ragazzi piuttosto attraenti, sprizzano energia da tutti i
pori... proprio da tutti!... Dopo l'uso, direi che
risultano… in un certo qual modo, rivitalizzanti… come un
massaggio all'olio di cocco...
E per questi "cocchi
belli", c’è rischio che certe signore perdano la testa e
si intestardiscano a possederli, a tenerli per sé con
ogni mezzo, a portarseli a casa nascosti in valigia, come
fossero un profumo, una bottiglietta di shampoo, un
posacenere, un asciugamano…, insomma, Miss Sampson… un
souvenir dell'albergo. (una pausa) Ma purtroppo questi
ometti non sono fatti di stoffa o di cartone, sono esseri
umani, persone… anche se a qualcuno piace pensare il
contrario... Loro pongono condizioni, danno problemi,
talvolta si ribellano, avanzano pretese... e così succede
che per amore, per quello strano sentimento che mette il
cosiddetto prosciutto sugli occhi… colei o colui che ha
49 preso la sbandata cerca di trattenerli con promesse,
ricambia favori erotici con altri favori, insomma li
retribuisce lautamente per le prestazioni... e qui
arriviamo al furto.
SARAH:
Finalmente, perché
della sua minima moralia.
non
ne
potevo
proprio
più
DAVID:
Furto!
Termine
impegnativo,
legalmente
parlando... A me però sembra di sentire nell’aria come
un’eco di altre parole: “ecco la mia carta di credito,
serviti pure tesoro... i gioielli a me non servono,
prendili tu… ma dammi l'ultimo bacio… ti prego... solo un
bacio…"
SARAH:
Di sicuro registrate tutte le conversazioni.
DAVID: E quando poi queste creature capricciose e sole,
colpite senza pietà dalla freccia di Cupido, si svegliano
nel lettone vuoto… e vedono il dolce sogno d'amore
sciolto come neve al sole… e si accorgono di aver messo
la propria vita, la propria privacy, in mano ad uno
sconosciuto… ecco che si vergognano della verità. E
quando l’oggetto del desiderio sgattaiola fuori dalle
coperte portandosi via, a pieno titolo, ciò che gli è
stato spontaneamente offerto su un piatto d'argento...
ecco che con la vergogna entrano in scena il pentimento e
la fiducia tradita. Si grida “al ladro, mi hanno
derubato!”. Ma in realtà non si è trattato di furto, no.
E’ stato puro e semplice incitamento alla prostituzione!
E il colpevole di tutto è proprio lui… il cliente, che si
è cacciato in una situazione incresciosa! Perché comprare
le persone, come ha fatto lei, è una cosa ignobile… o no,
Miss Sampson?
SARAH:
Sta a vedere che adesso, oltre al danno devo
subire anche la beffa!
DAVID:
Eh sì, Miss Sampson, dove c'è il corrotto c'è
anche il corruttore. E poi, mi scusi tanto, provi a
riflettere: ci sarebbe il furto se non ci fosse la
miseria? Ci sarebbero ragazzi disposti ad accoppiarsi con
una cariatide pur di pagarsi la retta universitaria che
raddoppia pure per un "fuori corso"? E' sempre il ricco,
fino a prova contraria, a tenere il coltello dalla parte
del manico… a costringere il bisognoso ad impadronirsi
con l'astuzia, quando non con la forza, o con l'inganno,
dei mezzi necessari a sopravvivere…
SARAH: Ma lei chi è, il direttore di un albergo di lusso
o Carlo Marx in persona?
DAVID:
Dicevo solo che in qualche caso scatta il dolo,
la combine, la truffa all'assicurazione: cliente e
50 prostituta, o cliente e gigolò nella fattispecie, si
accordano per far sparire alcuni oggetti di valore, poi
chiedono il risarcimento e si spartiscono il malloppo.
SARAH: E il libretto di assegni?
modello?
E il cellulare ultimo
Un silenzio.
DAVID: Baggianate. Tutti sanno che lei odia i cellulari,
che le loro suonerie le danno maledettamente ai nervi,
provocandole addirittura crisi isteriche.
SARAH:
Davvero?
DAVID: Lo ha dichiarato lei stessa in un'intervista
televisiva: “Per l'amor di Dio - sono le sue testuali
parole - non mi farò mai condizionare da uno strumento
che può perseguitarti ad ogni ora del giorno e della
notte, creando dipendenza...”.
SARAH:
Ho detto così?
DAVID:
Oh sì. Quindi io le contesto di non aver mai
posseduto un cellulare, e se lei denuncia il furto di un
cellulare mai posseduto… cara signora… a casa mia due più
due fa quattro: niente corpo del reato, niente furto nel
suo appartamento!
SARAH: Ma quale appartamento! Questa è una volgarissima,
schifosissima stanza d'albergo, oltretutto infestata da
strani personaggi che si spacciano per dipendenti.
DAVID:
Lo siamo dipendenti, Miss Sampson, e le stiamo
intorno per servirla e riverirla. E David, tanto per
scendere nei dettagli, le ha regalato un po’ di linfa
vitale, l’ha rinverdita: si vede chiaramente dai tratti
distesi del suo viso. E’ come se si fosse sottoposta ad
una drastica cura di bellezza.
SARAH:
Davvero? Mi trova rinverdita?
DAVID: Ma certo, lei è uno splendore: l'amore le fa bene
miss Sampson, dovrebbe continuare a farlo.
SARAH: E' vero, mi sono sparite quelle orribili
di gallina" intorno agli occhi.
DAVID:
"zampe
Per questo la invito a insistere… tenga duro…
SARAH:
Beh, questo dovrebbe dirlo a David…, ma lui
purtroppo è stato licenziato. Direttore, perché me l'ha
portato via? Lei fa tanti bei discorsi ma… guardi che
David è un bravo ragazzo!
DAVID:
Non è più un ladro?
51 SARAH:
Sì… no… non so… insomma non me ne frega niente!
DAVID:
David mi ha mancato di rispetto, miss Sampson.
SARAH:
DAVID:
chiuso.
SARAH:
Poteva chiudere un occhio.
Ma lui ci ha ficcato il dito nel mio occhio
Fatto sta che ora io resto a bocca asciutta.
DAVID:
Non si disperi, miss Sampson.per servirla e riverirla come si deve.
SARAH:
Ci sono qui io
Ma lei non è David.
DAVID: Però gli somiglio molto: guardi ho lo stesso neo
sul petto.
SARAH: E' vero, che buffo... sembrate davvero fatti con
lo stampino.
DAVID:
Lo siamo, miss Sampson.
SARAH:
Allora dovrà prendere il posto del mio David,
visto che è stato lei a sbatterlo fuori. Le tocca!
DAVID:
Dovere mio... anzi… piacere mio.
SARAH:
Badi però che le carte di credito sono finite.
DAVID:
Ha ancora il carnet degli assegni?
SARAH:
Quello per fortuna è in salvo: l’avevo nascosto
in una tasca segreta della borsetta.
DAVID:
Allora è tutto a posto. Posso baciarla, miss
Sampson?... Posso… rinverdirla?
SARAH: Ma... ehi!... Che impressione, my god! Lei ha la
lingua lunga e ruvida come...
DAVID:
Come quella di una giraffa?
SARAH:
No, come quella di David.
SAVID:
Ci somigliamo molto…
accorgersene, non ricorda?
è
stata
proprio
lei
ad
SARAH:
Ricordo… ricordo… E’ una lingua decisamente
troppo
lunga...
lunghissima...
ma
meravigliosamente
ruvida! – Lo sa? Lei dovrebbe fare la giraffa invece si
dirigere questo zoo d'albergo.
52 SCENA 3.
la scena ricompare nella sua completa normalità.
Il sole irrora la stanza di luce, sono tornati i fiori e
tutto sembra tranquillo.
Sarah dorma da sola nel grande lettone.
Si sente
sveglia.
bussare.
Una,
due
volte.
Ma
Sarah
non
si
Allora la porta di apre col passepartout.
E' David, travestito da cameriera donna, con un carrello
per la colazione.
DAVID:
nove?
Miss
Sampson?
Sveglia,
Miss
Sampson,
sono
le
Sarah si sveglia lentamente.
SARAH:
Eh?
Chi è?
DAVID:
LA colazione, miss Sampson. Sono le nove, aveva
chiesto la sveglia per quest'ora con la colazione a
letto.
SARAH:
Dov'è il direttore?
DAVID:
Ha già saputo? Come ha fatto? Che tristezza.
SARAH:
Saputo cosa? Che è successo?
DAVID: Stanotte il povero direttore ha avuto un infarto.
E' deceduto poco dopo il ricovero in ospedale. E dire che
i soccorsi sono stati immediati, hanno fatto di tutto per
salvarlo, soprattutto respirazione bocca a bocca...
SARAH: Bocca a bocca? Ma il direttore... insomma fino a
pochi istanti fa era qui...
DAVID: Non capisco. Ha avuto un infarto mentre aveva un
rapporto sessuale...
SARAH:
Appunto, era qui!
DAVID:
Le svelerò un segreto che non potrei rivelare.
L'attacco lo ha colto nel pieno di un rapporto sessuale
con un nostro ex dipendente.
SARAH
David?
DAVID: Ah, cribbio, ma allora lei sa già tutto... e che
bisogno c'è che le dica altro!
SARAH:
Parli, sputi la verità.
53 DAVID:
Beh, ma questo è confidenziale...
SARAH:
Senz'altro.
DAVID:
Mi raccomando, deve restare tra noi...
SARAH:
D'accordo.
DAVID:
E' strettamente riservato...
SARAH:
Fuori il rospo.
DAVID:
Pare che per farsi riassumere David, che è un
belloccio...
SARAH:
Lo so, ahimé, lo so...
DAVID:
Insomma, pare che, per farsi riassumere, si sia
sessualmente profferto al direttore, del quale sono note
le tendenze omosessuali.
SARAH: Il direttore? Omosessuale?
queste tendenze, tutt'altro.
Non le
avevo notate
DAVID:
Più che di tendenze, bisognerebbe parlare di
predisposizione ormonale. Insomma, gay si nasce non ci si
diventa e lui era nato per fare quello che faceva.
SARAH:
Prenderlo in...?
DAVID:
Non osavo dirlo.
SARAH:
Ma non era sposato?
DAVID:
David o il direttore?
SARAH:
Il direttore.
DAVID: Quel poveretto
- pace all'anima sua - era una
checca convinta e dichiarata. David - piutosto - è
sposato.
SARAH:
David, sposato? E con chi?
Un silenzio.
DAVID:
Con me, miss Sampson. Sono sua moglie. Abbiamo
pure un figlio, un bel bambino di due anni. Si chiama
Michelangelo. Una bellissima creatura...
SARAH: David ha concenpito Michelangelo? O viceversa?
Guardi che si sbaglia, signorina... cioé signora....
dico, ma non si è fatta la barba stamattina?
DAVID:
Donna pelosa, sempre
SARAH:
Casomai si dice: donna baffuta, sempre piaciuta.
vogliosa.
54 DAVID:
Dica come le pare. Posso servire la colazione?
SARAH:
Sì grazie. - Permette una domanda?
DAVID:
Me l'immagino la sua domanda: come faccio a
tollerare che David, mio marito, sia andato a dare via il
culo al direttore?
SARAH:
Mi ha letto nel pensiero.
DAVID:
Beh, dico semplicemente che lui, mio marito..
SARAH:
David...
DAVID:
Appunto, tiene alla sua famiglia, non le vuole
far mancare nulla... si è trovato costretto a fare quello
che ha fatto per farsi riassumere e reintegrare nella
funzione e nel posto di lavoro.... che aveva perso per
colpa di una sgualdrina.
SARAH:
Sgualdrina?
DAVID:
Una puttana, senza mezzi termini.
SARAH:
E chi sarebbe questa gentildonna?
DAVID: Una famosa scrittrice, non ricordo il nome, pare
che abbia vinto il premio Pulitzer...
SARAH:
Non pare, lo ha vinto per davvero.
DAVID:
E lei come fa a saperlo?
SARAH:
Ascolto la televisione e leggo i giornali.
DAVID:
legge?
E i romanzi di quella troia, come si chiama?, li
SARAH:
Mi sembra di averne letti un paio. Per caso.
DAVID:
Se vengo a sapere come si chiama (ah, ma lo
scoprirò presto!) e in che stanza alloggia, giuro che gli
scaracchio nel succo di frutta, così.
SARAH:
No, per carità.
DAVID:
vene.
Scusi, la rabbia mi fa ribollire il sangue nelle
SARAH:
E pure la saliva in bocca.
DAVID:
Già, lo ammetto. - Ma le pare che una famiglia
semplice di onesti lavoratori debba essere sfasciata da
una riccona sfondata...
SARAH:
Non esageriamo. Non è sfondata.
DAVID:
Che ne sa lei? La conosce, forse?
55 SARAH:
No, no, per carità... solo per sentito dire.
Anch'io non ricordo il suo nome. Ma posso garantirle che
non è sfondata.
DAVID: Comunque, se la pesco, la sfondo io, la spenno
come una gallina, lei e i suoi fottuti milioni.
SARAH:
Quello è il colletto della mia pelliccia.
DAVID: L'avevo scambiato per il collo della signora,
la... cosa, la scrittrice. Insomma, non ho forse ragione
di reclamare a gran voce per questa palese ingiustizia
sociale? Vogliono la divisioni in classi a seconda del
ceto economico? Ma che almeno siano loro i primi a
rispettarle. Altrimenti noialtri del basso ceto potremmo
proporre una nuovo criterio della ripartizione della
società civile, non più in base al reddito sommerso, ma
in base al reddito dichiarato al fisco... così noi che
pagiamo le tasse e ci impoveriamo per sovvenzionare lo
Stato saremmo i primi, e quelli che fanno i furbi gli
ultimi!
SARAH: Immagino che in tempi di crisi non siano rose e
fiori per nessuno.
DAVID: Con l'unica differenza che per pochi la crisi non
c'è mai e per molti la crisi c'è sempre.
SARAH:
Non
confuse...
saprei
che
dirle,
ho
le
idee
un
po'
DAVID: Si è appena svegliata. Ed io le parlo di queste
cose di primo mattino. Sono proprio una maledetta
chiacchierona, non faccia caso a me.
SARAH:
Caso a lei? (si stropiccia gli occhi) ... adesso
che mi si sono aperti bene gli occhi... porco mondo, lei
somiglia terribilmente al direttore...
DAVID:
Sarà per i tratti effeminati di entrambi... Eh
sì, in fin dei conti siamo accumunati dall'appartenenza
- per una via o per l'altra - al gentil sesso.
SARAH:
Però entrambi
impressionante.
assomigliate
a
David
in
modo
DAVID:
Pensi che Michelangelo, il nostro bambino,
assomiglia in modo impressionante a tutti e tre. Tanto
che non si sa di chi sia veramente figlio, se mio e di
David in accoppiata matrimoniale, o del direttore e David
in ammucchiata more uxorio.
SARAH:... Non ci capisco più niente. Mi gira la testa!
DAVID:
Eh sì, Roma è un manicomio.
56 SARAH:
Che c'entra Giulio Cesare, è questo albergo ad
essere un manicomio.
DAVID: Peggio: è un bordello.
SARAH:
Ma che fa? Lasci stare la mia zampa!
DAVID:
Ha i piedi freddi: glieli scaldo con un bel
massaggio.
SARAH:
Ma no, la ringrazio, non c'è bisogno, sto bene.
DAVID:
Dovere! Io sono pagata per servirla, madame.
SARAH:
Lo so.
DAVID:
Per
SARAH:
So anche questo.
DAVID:
E, se del caso, rinverdirla.
servirla e riverirla.
SARAH:
E' il motto dell'albergo: servire, riverire e
rinverdire?
DAVID:
Certo, e funziona ottimamente. Si guardi allo
specchio: le sono scomparse o no quelle orribili "zampe
di gallina" intorno agli occhi?
SARAH:
Anche questa battuta non
nell'albergo dell'Eterno Ritorno?
mi
è
nuova.
DAVID:
Esatto. Si lasci dunque servire.
SARAH:
Certo certo, ma...
DAVID:
Si lasci riverire...
SARAH:
Fino ad un certo punto.
DAVID:
Si lasci rinverdire.
SARAH:
Oh, my god, signorina, che cosa sta facendo?
DAVID:
La stessa cosa che hanno
direttore, il fu signor Michelangelo.
SARAH:
fatto
David
Siamo
e
il
Oddio, la sua lingua... mi sembra di conoscerla!
DAVID:
Le piace come parlo o gli usi alternativi della
mia vulgata?
SARAH:
In effetti, mi sembra di averla già sentita.
DAVID:
Io sono una persona semplice, di poche parole...
SARAH:
Ma ha la lingua lunga e ruvida proprio come...
57 DAVID:
Proprio come
signor Michelangelo?
la
buonanima
SARAH:
Di più.
DAVID:
Proprio come una giraffa?
SARAH:
No, di più... di più!
DAVID:
Proprio come... chi, insomma?
SARAH:
Proprio come David.
del
direttore,
il
Un silenzio.
DAVID:
Allora, lo ammette.
SARAH:
Cosa? Lei mi sta facendo diventare lesbica, sa?
DAVID: Lei si è scopata mio marito, signora. Questa è la
giusta punizione divina.
SARAH:
DAVID:
My god, come se ne è accorta?
Ho sempre avuto un vago sospetto, dolcezza.
SARAH:
Se è per questo anch'io sospetto qualcosa.
DAVID:
A cosa allude?
SARAH: Al neo che ha sul petto, signora o signorina. A
proposito, lei ha un petto piuttosto villoso... come
David...
DAVID:
In
questo
albergo
ci
somigliamo
tutti,
inservienti e camerieri, direttori e addetti alla
reception...
SARAH:
Anche mogli e mariti a quanto pare.
DAVID:
Sembriamo fatti...
SARAH:
Lo so, non me lo dica... con lo stampino.
DAVID:
Esatto.
direttore?
SARAH:
Chi
glielo
ha
detto,
o
il
Non me lo ricordo più!
DAVID:
Non fa niente, tanto siamo tutti
dentro. Facciamo e diciamo le stesse cose.
SARAH:
E avete tutti la lingua lunga
DAVID:
Come David?
SARAH:
Di più...
David
58 uguali
qui
e ruvida come...
DAVID:
Come il direttore, pace all'anima sua?
SARAH:
Di più, di più... come una giraffa!
DAVID:
Sa come si è evoluta la giraffa?
SARAH:
Non mi dispiacerebbe venirlo a sapere da lei.
DAVID: Nel cavallo. Gli si è accorciata la lingua e gli
si è raddoppiato l'organo riproduttore. Come quello del
David di Michelangelo...
SARAH: O di Donatello?
DAVID: Di tutti e due.
SCENA 4.
Mattino. La camera è ora perfettamente in ordine, solo
il letto disfatto.
Le valigie sono pronte.
Dalla porta del bagno si intravede Sarah, elegantemente
vestita in bianco, che sta ritoccandosi il trucco.
Bussano alla porta.
SARAH:
Sì?
Chi è?
VOCE DAVID OFF:
Sampson.
SARAH:
Sono venuto a prendere le valigie, miss
Prego, si accomodi. Le valigie sono in ingresso.
VOCE DAVID OFF:
gentilmente?
SARAH:
Sono
passpartout?
Potrebbe
impegnata,
disturbarsi
sto
Non
lei
il
VOCE DAVID OFF:
No, noi facchini non l'abbiamo
dotazione, miss Sampson. - Non si fidano di noi.
in
E fanno bene. -
truccando.
aprirmi
ha
SARAH: (sottovoce)
mi
ad
Allora, arrivo.
Sarah apre la porta.
DAVID:
Buon giorno, miss Sampson. La macchina che deve
portarla all'aereoporto di Fiumicino è testé arrivata.
MISS SAMPSON:
Testé?
59 DAVID: (molto compito) Giustappunto. - Sono queste le sue
valigie? Posso portarle giù?
SARAH:
Sì, David, grazie.
DAVID: David era il ragazzo di ieri, madame. Io mi chiamo
Michelangelo.
SARAH:
Buonarroti anche tu?
DAVID:
Magari.
SARAH:
E a riverire, scommetto.
DAVID:
Mio dovere.
SARAH:
E a rinverdire.
DAVID:
Come, prego?
SARAH:
Non fa niente, lascia stare.
DAVID:
Come preferisce, miss Sampson.
Non starei qui a servire.
SARAH:
Senta, ma.. è proprio sicuro di non chiamarsi
oppure di non essere per caso David?
DAVID:
Se lo fossi, me ne
parte, ci somigliamo un po'
clienti invero finiscono per
po'. Fanno di tutta l'erba un
sarei accorto. - Scherzi a
tutti in questo albergo. I
confondersi e confonderci un
mazzo.
SARAH:
Un fascio, che carino come parla. - Certo è che
sembrate proprio fatti con la stampino.
DAVID:
Ci
scelgono
effettivamente
somiglianza col prototipo.
SARAH
DAVID:
in
base
alla
Quale prototipo?
Non ricorda il nome di questo albergo?
SARAH:
Sinceramente no, la prenotazione
effettuata dall'organizzazione del premio.
è
stata
DAVID:
Questo
è
il
celebre
relais
"David
di
Michelangelo", Miss Sampson. Per questo ci chiamiamo tutti
o David o Michelangelo, affinché il cliente familiarizzi e
visualizzi nei nostri lineamenti, che ripropongono le
forme classiche del rinascimento italiano, il nome
dell'albergo. Che così resta indelebilmente impresso nel
background dell'ospite che, prima o poi, non potrà fare a
meno di tornare a trovarci. - Almeno a me è così che hanno
spiegato la filosofia aziendale... ma mi raccomando, acqua
in bocca, io non le ho detto niente, non vorrei che il
direttore
venisse
a
sapere
che
svelo
i
nostri
60 trucchetti... io l'ho detto a lei, Miss Sampson, perché
lei è speciale: sono un suo ammiratore.
SARAH:
Davvero?
DAVID:
Anzi, se posso approfittare della sua pazienza,
potrei chiederle un favore personale?
SARAH:
Dipende da quanto è personale.
DAVID: Un autografo con dedica, ci terrei moltissimo. Guardi, ho portato una copia del suo romanzo, se fosse
così gentile...
SARAH:
Volentieri, perché no?, ha una penna?
DAVID: Eccola! - Oh, quanto sono felice! Me lo rileggerò
almeno altre due volte.
SARAH:
Beh, non lo consumi
posteri!... Ecco fatto, a lei!
DAVID:
tutto,
lasci
qualcosa
ai
Grazie, miss Sampson.
SARAH:
Bene, scenda i miei bagagli per cortesia, io
faccio un salto a salutare il direttore... come si chiama?
DAVID:
Il signor Michelangelo?
SARAH:
Appunto. - Le somiglia anche lui?
DAVID:
Siamo come due gocce d'acqua.
SARAH:
Un divertente gioco di specchi.
DAVID:
E di ombre, madame.
SARAH:
Psst... Ti ho lasciato la mancia a pagina 1 del
mio libro, caro. Così non vedono che l'hai presa e non sei
costretto a buttarla nel calderone comune e a spartirla
con gli altri ... Tranquillo, conosco la storia. So tutto!
DAVID:
Che storia? Che calderone?
SARAH: Solo oltrepassando la soglia di questa camera mi
sento come alleggerita dal peso degli incubi notturni che
stanotte mi hanno travagliato il riposo. - Ci ho messo
mezz'ora a coprire quelle fottute "zampe di gallina" che
mi vengono quando trascorro una notte particolarmente
agitata... Addio, caro. Stammi bene, tu e il tuo nicciano
albergo dell'Eterno Ritorno.
DAVID:
(non capendo)
Presenterò, miss Sampson.
Sarah esce.
61 David apre il libro e con aria scocciata mostra
banconota che Sarah aveva lasciato tra le pagine.
la
DAVID: Cinque Euro? Cinque miseri Euro per tutto quello
che ho fatto? - Vaffanculo, miss Sampson, io mi faccio
venire il colpo della strega così i bagagli al pianterreno
te li porti da sola!
Esce. I bagagli restano lì.
Stacco musicale
e...
Sipario.
62 
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pretty who? man - Neorealismo e Sperimentazione