Bukavu, 18 gennaio 2012
RD Congo
Lettera n. 120
Il pane e la rosa
8 Gennaio: inaugurazione
Ospitare 46 studenti universitari è prossimità con il mondo giovanile, con la cultura e con la
voglia di dissodare il futuro.
Per l’accoglienza dei giovani è indispensabile un ambiente dignitoso. In un simpatico libretto sta
scritto: “Abbiamo bisogno di pane e di rose, di cibo per nutrire il corpo e di bellezza per
profumare lo spirito”.
Il bello educa.
Mostra maturità spirituale, chi realizza il passaggio dal necessario alla bellezza, dalla quantità
alla qualità, dallo strutturale alla libertà, dal possesso alla gratuità, dalla rassegnazione alla
proposta alternativa, dal chiuso all’aperto, dall’esecuzione alla motivazione...
Si vive nel tempo e nello spazio ed entrambi siano belli, confortabili, per dare gusto allo studio.
Dall’inizio, come assistente della cappella universitaria, sono stato colpito dallo stato
d’abbandono della seconda parte dell’edificio (un capannone con il tetto sfasciato, un muro
umido e decadente, i servizi per gli interni inesistenti, un vecchio bus abbandonato, un accumulo
di materiale ammassato, un refettorio bistrattato, un impianto elettrico pericoloso, dei dormitori
bazar di scarpe, di biancheria, di banane, di farina, di libri…).
Così un piccolo sogno s’è realizzato:
il capannone si è rimesso in piedi;
servizi, docce e lavanderia sono stati costruiti;
il bus, pitturato a nuovo, accoglie riunioni e ne è fiero;
il refettorio profuma di cavoli e di fagioli;
mentre i quattro cameroni sono ancora in attesa di qualche mobile decente…
Dopo lo spazio, è la volta delle relazioni e dell’uso del tempo.
I giovani dell’internato si organizzano per pulizie, si sentono responsabili del nuovo ambiente e
osservano le istruzioni per l’uso.
Sono alla ricerca di un modo nuovo di stare insieme. Hanno eletto il loro sindaco e un vice. Si
propongono di trovare tempo per incontrarsi, per mangiare insieme qualche volta il mese, per
vedere un film in amicizia, per giocare pallone o basket, per attività culturali.
Il pane e la rosa!
Il pane, il necessario. Non sempre c’è, purtroppo.
La rosa! Che la rosa fiorisca, profumi l’ambiente, rallegri i residenti e quelli che stanno attorno!
Essere rosa è una bella responsabilità!
¤ Domenica 8 gennaio, qui festa dell’Epifania, abbiamo inaugurato il capannone rinnovato e la
piccola costruzione per i servizi igienici. I canti di tre corali e il teatro dei bambini, alle ore 15,
hanno animato la manifestazione. Tra un canto e l’altro si è inserito qualche breve discorso di
ringraziamento per dire quello che si è fatto e per ringraziare i lavoratori e soprattutto gli amici
benefattori. L’alleluia di Hendel, cantata con signoria, ha concluso la festa.
¤ La spesa del piccolo progetto è stata superiore ai trenta mila dollari. La comunità cristiana ha
dato un terzo della somma. Segue poi una lunga lista di gente splendida: Ernesto Colombo con il
gruppo di Desio; gli amici delle missioni di Ugo Milone a Salerno; Don Arrigo dell’Ufficio
Missionario di Vicenza; la parrocchia con la Caritas e la banca di Campiglia dei Berici; don
Primo, parroco nella diocesi di Udine; Paolo Cibelli di Salerno; don Paolo di Brescia; e molti
parenti e amici … GRAZIE GRANDE, in nome di tutti.
In barba alla crisi
Nel mese di novembre, erano in duecento radunati a Desio per una cena con la “cazola”, il piatto
tipico della Brianza. Lo scopo era di salutare Ernesto Colombo in partenza per Congo e di
aggiungere qualcosa alla somma destinata per i progetti nel Kivu.
Per Ernesto non è il primo viaggio, ma il quinto. Lo fa in nome del gruppo. Viene a vedere le
realizzazioni già in corso, controlla il retto uso dei soldi, invita alla collaborazione, tira le
orecchie a qualcuno, si felicita con chi va avanti senza farsi trascinare, dà gli ultimi ritocchi e si
documenta con foto e carte piene di numeri. In Italia darà spiegazione di tutto. I progetti già
realizzati, piccoli e grandi, sono una decina. Il suo gruppo d’appoggio è motivato. E’ informato
di tutto, prende atto che i soldi sono bene spesi e che vale la pena fare qualcosa per chi è più
bisognoso.
Mariuccia, la moglie, è stata con lui tre volte in questi viaggi. Oggi lavora nelle retrovie
organizzando la vendita di vestiti usati presso i saveriani di Desio. Un lavoro d’équipe, che
richiede pazienza e tempo.
Mariuccia ripete al marito: “Questa sia l’ultima volta!”.
Ed Ernesto puntualmente arriva dal Congo con carte, disegni e promesse. Nella città di Bukavu,
ormai molti lo conoscono e, piccoli e grandi, lo chiamano per avere un aiuto.
E lui, non sa rifiutare.
Nei primi giorni di dicembre, è arrivato anche il sig. Giuliano Sala di Monza. Per completare
l’opera del gruppo di Desio, Giuliano ha portato due vetrate e un gran crocefisso, firmati
dall’artista “Ambro”. Così la cappella del povero quartiere Ruzizi, nella parrocchia Mater Dei,
possiede le più belle vetrate di tutta la città e un Cristo in croce che tende la mano misericordiosa
verso tutti.
In simili occasioni, sarà prezioso un invito agli artisti locali a darsi da fare e per offrire alla
cultura africana nuove opere d’arte, perché il bello educa e innalza.
Buon Anno 2012!
Giuseppe D.
Bukavu, 18.01.2012
- Per foto di Natale e varie: www.campiglia.it
Chiedo scusa per le foto promesse e non spedite nel mese scorso!
- Dopo le elezioni del 28 novembre scorso, il paese è ancora in una grave crisi politica- sociale.
Molti hanno riconosciuto gli imbrogli della consultazione e le violenze di ogni tipo sulla
popolazione. A quando la vera pace?
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Il pane e la rosa