Massimo Stella e Gino Versetti
Tutto il mondo è palese
INTRODUZIONE
Commentare "Tutto il mondo è palese" è, per noi, compito impossibile, primariamente
perché amiamo questo testo, di cui conosciamo le evoluzioni subite in due anni di
mutamenti, secondariamente per il suo stretto legame con la realizzazione scenica, che
scatena sempre, nel momento di un eventuale riesame, la nostra parte emotiva ed
affettiva, estromettendo quella critica.
Denominatore comune di tutti i frammenti che compongono lo spettacolo, rendendolo
unitario nel suo essere frammentariamente disorganizzato ma unitariamente organizzato
e nel suo essere, sketch dopo sketch, un insieme di sketch, è la comunicazione o, più
propriamente, la mancanza di comunicazione, dovuta alla standardizzazione dei
rapporti e a criteri di comportamento e valutazione routinari.
Ci premeva particolarmente esprimere una visione della realtà, in tale direzione,
considerato il peso specifico dell'argomento, all'interno del dibattito epistemologico sui
"media" nella società contemporanea, dibattito epistemologico infarcito di astrazioni
relative a considerazioni oggettive sui percorsi delle relazioni micro e macrosociali ed
interpersonali, poiché ci premeva particolarmente esprimere una visione della realtà in
tale direzione.
A prescindere dai giochi di linguaggio, che sono emblematici della critica che vogliamo
portare avanti, il discorso è piuttosto semplice: l'incomunicabilità, il malessere,
l'oppressione dei "media" e la routine senza scopo ci proiettano in una realtà, che vuole
essere fotocopia del quotidiano, nella quale, attraverso la riconoscibilità degli eventi e la
mancanza di senso critico, a noi tutti comuni, siamo portati ad accettare, come normali,
la solitudine e la mancanza di emancipazione personale. Diversi aspetti, quindi, di
INTRODUZIONE
un'unitarietà tematica che, confezionata secondo schemi paludati del teatro comico,
della rivista e del cabaret, ne è critica profonda, sia del mezzo espressivo stesso, sia
dello spettacolo di massa privo di contenuti e comunicazione, finalizzato al semplice e
puro intrattenimento.
Ogni singolo pezzo si sviluppa secondo un meccanismo comico peculiare relativo ad
una specifica problematica di comunicazione e ad uno o più tipologie di
"comunicazione mediata".
Alibi per un detective delinea l'immagine di una cinematografia d'intrattenimento,
riferita, qui, a quella hollywoodiana, che, attraverso lo svuotamento totale di ogni
contenuto comunicativo ed una forzata sequenza di "colpi di scena", crea l'illusione, nel
pubblico, di esserne protagonista assoluto, anziché fruitore completamente passivo.
La stazione di Qui rappresenta, attraverso una grande quantità di metafore, le principali
meccaniche della nostra realtà quotidiana; prime fra tutte e più visibili sono, senza
dubbio, la mancanza di comunicazione fra i due protagonisti e la presenza dei messaggi
interfonici che, guidando in modo mirato le loro azioni, rappresentano la manipolazione
operata dai mezzi di comunicazione di massa. A tutto questo si aggiunge la presenza
dell'immagine del treno a lunga percorrenza che, scopo e motivo dell'attesa,
rappresenta la speranza e la possibilità di un cambiamento risolutivo che, a causa della
passività dei personaggi, non arriverà mai. Altri, ma non ultimi, elementi narrativi sono
la routine ossessiva, visibile nella costante ciclicità di tutti i passaggi del testo, e il fatto
che i due protagonisti rappresentino, in realtà, un unico soggetto scisso nelle due
meccaniche principali che guidano il rapporto con gli altri: la ricerca ossessiva di affetto
e la diffidenza.
Sentite condoglianze, che è, senza dubbio, il pezzo tecnicamente più difficile a tutti i
livelli, esprime l'incapacità, presente fin dai primordi del genere umano, di rapportarsi
al problema della morte. I due protagonisti, completamente sconcertati, evitano di porsi
in relazione con l'argomento parlandone diffusamente senza mai dire nulla che si
IV
INTRODUZIONE
distacchi dall'ovvietà e dai luoghi comuni. La progressione, attraverso un calembour
linguistico, esterna un senso di forte oppressione, diffuso in tutte le epoche culturali, di
fronte a questo quesito fondamentale.
Punti di vista prende le mosse da quelle che, apparentemente, sembrano essere le
radiocronache di due differenti avvenimenti, pur essendo, palesemente, riferite ad uno
solo, visto e commentato da due prospettive ed orientamenti completamente diversi.
L'incompletezza e la vacuità delle informazioni permette, in modo visibile, la
manipolazione degli avvenimenti ad uso e consumo di chi gestisce il mezzo; tutto
questo come evidente critica di un'informazione che fa della subliminalità uno
strumento di controllo sociale.
L'esame, attraverso un meccanismo comico classico, riprende, mediante una
trasfigurazione degli elementi che compongono questo tipo di narrazione, le tematiche
base di tutto lo spettacolo. La guerra mentale dei ruoli sociali, come in una partita di
scacchi, crea solo perdenti che, avendo bisogno l'uno dell'altro per continuare a dare un
senso alla propria esistenza, non potranno mai mettere fine ad un rapporto inutile e
psicologicamente violento. La cultura scolastica come mezzo d'incomunicabilità
completa il quadro di questo pezzo estremamente vivace, ma forte nella critica di un
sistema di non comunicazione.
Caffè a Honolulu presenta il condizionamento culturale che, attraverso le frustrazioni,
guida gli individui a mediare, consapevolmente, i rapporti interpersonali in modo
stupidamente falso e competitivo. Ritorna qui la tematica delle maschere sociali come
strumento di sopraffazione e come simbolo di una mancanza di autocritica ed
autoaccettazione.
Intervista con! presenta ancora una volta il mediatore della comunicazione come
protagonista diretto; la noia, l'assenza di contenuti reali e il tentativo di creare emozioni
uguali e contemporanee ad un pubblico eterogeneo e completamente passivo, vengono
V
INTRODUZIONE
scarnificati e rappresentati nella loro forma più concretamente immediata. La
televisione è qui vista come "summa" della cultura di un'epoca che, non avendo
interesse per nulla, spaccia lo stesso nulla come fenomeno altamente culturale.
Tutto il mondo è palese, la canzone finale, completa il quadro, rendendo e
sottolineando la confezione di puro intrattenimento, della quale si veste l'intero
spettacolo.
La conversazione, pezzo che originariamente era parte dello spettacolo, ora utilizzato
come eventuale bis, ci presenta due personaggi involontariamente comici perché non in
grado di valutare la realtà immediata, se non attraverso il filtro della funzione dei loro
ruoli nella società.
Nella speranza che Vi divertiate, anche solo nel leggere i vari pezzi che compongono
l'intero spettacolo, Vi ringraziamo anticipatamente e, nell'attesa di un Vostro cordiale e
sollecito riscontro, Vi porgiamo un cabaret di paste.
Genova, 13 marzo 1995
Gli autori.
VI
TUTTO IL MONDO E' PALESE
CANOVACCIO PER L'IMPROVVISAZIONE D'APERTURA
(Scritto come parte integrante di "ALIBI PER UN DETECTIVE")
VERSETTI è in scena ed aspetta, ma non succede nulla. E' evidentemente
imbarazzato. Dopo alcuni attimi entra STELLA dal fondo della sala.
a - Entra STELLA e si fa notare.
b - VERSETTI risponde e STELLA chiede un attimo di pazienza al pubblico.
c - STELLA spiega ad VERSETTI che gli attori non sono venuti perché non sono stati
pagati.
d - VERSETTI e STELLA manifestano panico e disappunto.
e - VERSETTI e STELLA cercano una soluzione.
f - Dopo il vaglio di alcune idee si decide, tramite un sillogismo, di coinvolgere il
pubblico.
g - Spiegazione al pubblico di ciò che avverrà. (Le persone scelte tra il pubblico
dovranno recitare leggendo le battute da un foglio appositamente consegnatogli)
h - Ricomincia lo spettacolo.
ALIBI PER UN DETECTIVE
(Giugno 1993)
Dietro ad una scrivania, con i piedi appoggiati su di un tavolo, è seduto il
detective VERSETTI, nel classico abbigliamento da investigatore privato da film
americano anni ‘30. STELLA, nella parte della voce "fuori campo" di
VERSETTI, gira tra il pubblico scegliendo le persone che interpreteranno i vari
personaggi.
STELLA (NARRATORE) - Era una giornata di pioggia. Me ne stavo seduto nel mio
ufficio a pensare all'ultimo caso: avevo dovuto scoprire chi aggiungeva del
peperoncino nelle melanzane sottolio del Sindaco. Non è stato certo facile, ma alla
fine fu chiaro.
VERSETTI - Non essendoci alcun indizio non poteva essere stato che il Sindaco stesso.
STELLA (NARRATORE) - Erano già alcuni minuti che nessuno bussava e
cominciavo ad annoiarmi.
VERSETTI - E' sempre così: se non lavoro non mi diverto.
STELLA (NARRATORE) - D'un tratto si aprì la porta ed entrò la bionda meglio
carrozzata che avessi mai visto: aveva due "paraurti" che avrebbero fatto invidia
ad una Cadillac e due occhi che se ti avessero guardato solo per pochi attimi, ti
saresti subito sentito come se avessi mangiato le melanzane del Sindaco.
1° PERSONAGGIO (SIGNORINA KONISBERG) - Buongiorno.
VERSETTI - E' ancora presto per dire se è un buon giorno.
1° PERSONAGGIO (SIGNORINA KONISBERG) - Sono preoccupata, Signor
Versetti.
VERSETTI - Chiamatemi Vers, piccola.
1° PERSONAGGIO (SIGNORINA KONISBERG) - O.k. Vers. Voi chiamatemi pure
Signorina Konisberg.
VERSETTI - D'accordo. Cosa vi tormenta, pupa?
Tutto il mondo è palese
1° PERSONAGGIO (SIGNORINA KONISBERG) - Hanno ucciso mio fratello.
STELLA (NARRATORE) - Il fratello della Signorina Konisberg, il Signor Krakauer,
era stato assassinato in circostanze misteriose. Si sapeva però che egli ricattava un
certo Koltz, detto "Il Viscido", per una faccenda di ricettazione di preziosi.
Krakauer, che dopo il matrimonio aveva ripreso il nome Konisberg, per poi
ricomprare alla borsa nera il nome Krakauer, motivo per cui si era ridotto sul
lastrico, aveva acquistato un gioiello rubato di inestimabile valore. Koltz, venuto a
conoscenza del fatto, glielo aveva subito sottratto. Krakauer, allora, aveva
cominciato a ricattare Koltz perché sapeva di una sua relazione omosessuale con
tale Nousbaum, ricercato dalla polizia per il suo illecito vizio di fumare sigari dal
filtro non omologato.
VERSETTI - E con ciò?
1° PERSONAGGIO (SIGNORINA KONISBERG) - Voglio che recuperiate il gioiello e
scopriate l'assassino, Vers.
VERSETTI - Ho già dei sospetti precisi: potrebbe essere stato Koltz... o forse
Nousbaum... o addirittura un suicidio.
1° PERSONAGGIO (SIGNORINA KONISBERG) - Non importa, vi pagherò
profumatamente.
VERSETTI - La mia tariffa è parecchio al giorno più le spese.
STELLA (NARRATORE) - Cominciai subito le indagini recandomi al bar "Lindo". Il
proprietario era un certo Bubs, detto "Il Lercio", un uomo incredibilmente grasso
dalla parlata nasale.
VERSETTI - Salve, Bubs.
2° PERSONAGGIO (BUBS) - Qualche rogna, Vers?
VERSETTI - Mai sentito parlare della Signorina Konisberg?
2° PERSONAGGIO (BUBS) - No.
VERSETTI - E del Signor Krakauer?
2° PERSONAGGIO (BUBS) - Forse.
VERSETTI - Bene. La Signorina Konisberg è sua sorella ed è venuta da me perché
Krakauer è stato ucciso.
10
Tutto il mondo è palese
2° PERSONAGGIO (BUBS) - E con ciò?
VERSETTI - Probabilmente non sai che Krakauer ricattava un certo Koltz, per una sua
relazione omosessuale con tale Nousbaum, un latitante, perché voleva che gli fosse
restituito un gioiello rubato di sua proprietà.
2° PERSONAGGIO (BUBS) - Sì, lo so, ma c'è dell'altro.
VERSETTI - Avanti, vuota il sacco.
STELLA (NARRATORE) - Era al corrente di ogni dettaglio della storia di Krakauer,
Koltz e Nousbaum, ma non solo: di ognuno dei tre conosceva a memoria la
dichiarazione dei redditi. Inoltre aggiunse che tale Krober, che aveva l'hobby di
spiare dal buco della serratura le persone alloggiate all'Hotel Parnell, e che aveva
stretto accordi con il centralinista, un certo Thursby, per dividersi i diritti di
proprietà sui pettegolezzi, aveva visto i tre impegnati in una sfida all'ultimo sangue
alla "Morra cinese". Tornato in ufficio, cominciai a riflettere.
VERSETTI - Se Krober sapeva tutto, cosa gli impediva di dirlo a Lefkowitz? Forse il
fatto che non si conoscevano. E perché Lefkowitz non ricattava O'Shonnesy?
Forse perché quest'ultimo non c'entrava. E se O'Shonnesy non c'entrava, perché
Koltz aveva derubato Krakauer? E soprattutto, perché continuo a pormi queste
domande idiote? Comunque stiano le cose, Lefkowitz deve essere per forza la
chiave di volta.
STELLA (NARRATORE) - Non conoscevo l'indirizzo di Lefkowitz, ma trovarlo fu
uno scherzo: sull'elenco ce n'erano solo trecentoventotto. Fui fortunato, lo
identificai dopo duecentonovantasei telefonate: Karl Lefkowitz, collezionista di
pattume.
VERSETTI - Karl Lefkowitz?
3° PERSONAGGIO (LEFKOWITZ) - In cosa posso servirvi?
VERSETTI - Ad esempio, fornendomi informazioni sul caso Krakauer.
3° PERSONAGGIO (LEFKOWITZ) - E chi è?
VERSETTI - Non mi direte che non avete mai sentito nominare neppure Koltz o
Nousbaum?
3° PERSONAGGIO (LEFKOWITZ) - Mai prima d'ora.
11
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Non fate il furbo, Krober ha già vuotato il sacco.
STELLA (NARRATORE) - Anche se era palese che non avesse mai sentito nominare
Krober, le mie minacce lo fecero parlare. Quel giorno Bronsky era fuori città e
nemmeno Sprangler se la passava meglio. Felice per le informazioni ottenute,
ritornai in ufficio, dove mi posi altre inquietanti domande.
VERSETTI - Avrò pagato la bolletta della luce? E in caso contrario, di quanta
autonomia dispongo? E' chiaro che c'è chi non gradisce le mie indagini, ma non è
chiaro chi le gradisca. E' ovvio, però, che qualcuno della Compagnia Elettrica ne
sa troppo.
STELLA (NARRATORE) - Per far luce su questo mistero, mi diressi a quegli uffici.
Mi ricevette un certo Brodel, responsabile del reparto bollette.
VERSETTI - Voi avete occultato deliberatamente la mia bolletta per depistarmi dal
caso Krakauer.
4° PERSONAGGIO (BRODEL) - Di cosa state parlando?
VERSETTI - Non ci provate, bello, io non ci casco.
4° PERSONAGGIO (BRODEL) - Continuo a non capire.
VERSETTI - Cambiate disco, se non volete ritrovarvi i denti in gola.
4° PERSONAGGIO (BRODEL) - Ma voi chi siete?
VERSETTI - Mi chiamano Vers, ma il mio nome è Versetti.
4° PERSONAGGIO (BRODEL) - Ah, quello che non paga le bollette.
STELLA (NARRATORE) - A quel punto dovetti scusarmi e pagare le ultime quattro
bollette. Naturalmente Brodel era del tutto estraneo al caso e questo faceva di lui il
principale indiziato. Tornando all'ufficio, meditai se era il caso di interrogare
anche Koltz, ma con tutto il materiale di cui disponevo, pensai che sarebbe stato
un errore madornale. Era giunto il momento di tirare le somme. (Esce)
VERSETTI - Se Krober avesse visto Krakauer, Koltz e Nousbaum sfidarsi alla "Morra
cinese", avrebbe, probabilmente, ricattato Koltz; in tal caso Koltz, non potendo far
fronte a due ricatti, avrebbe eliminato Krakauer. Ma se Bronsky, che era fuori
città, e Sprangler, che non se la passava meglio, avessero telefonato a Thursby, che
era in confidenza con Krober, Lefkowitz avrebbe ricattato O'Shonnesy che, non
12
Tutto il mondo è palese
potendo pagare, avrebbe cercato di estorcere del denaro a Koltz. A questo punto
Brodel, temendo che Koltz non avrebbe più potuto pagare la bolletta della luce,
avrebbe eliminato tutti gli avversari di quest'ultimo. Ma siccome è noto che Brodel
non ha mai fumato i sigari di Nousbaum, come poteva essere implicato in tutta
questa faccenda?
STELLA (NARRATORE) - (Fuori scena) A quel punto mi ritrovai in un vicolo cieco
e non mi restò che ricorrere alla famosa frase del "Mastino dei Baskerville".
VERSETTI - "Durante un'indagine, una volta eliminato l'impossibile, quello che resta,
per quanto improbabile, deve essere per forza la verità."
STELLA (TEN. STAR) - (Entra vestito esattamente come VERSETTI) Proprio qui vi
volevo, Vers.
VERSETTI - Salve Tenente Star. Come mai da queste parti?
STELLA (TEN. STAR) - Non giocate con me: lo avete appena ammesso.
VERSETTI - Che cosa?
STELLA (TEN. STAR) - Che il colpevole siete voi.
VERSETTI - Non capisco.
STELLA (TEN. STAR) - La vostra analisi non fa una grinza: nessuno degli indiziati è
implicato. Eccetto voi.
VERSETTI - Come io?
STELLA (TEN. STAR) - Ricordate? "Durante un'indagine, una volta eliminato
l'impossibile, quello che resta, per quanto improbabile, deve essere per forza la
verità". Quindi, per esclusione, il colpevole non potete essere che voi.
VERSETTI - Perdinci! Non ci avevo pensato. Finirò in "gattabuia"?
STELLA (TEN. STAR) - In nome della nostra vecchia amicizia, farò un'eccezione: vi
assumerò come mio maggiordomo.
VERSETTI - Vi ringrazio... Un momento: in ogni giallo che si rispetti, il maggiordomo
è sempre il colpevole.
STELLA (TEN. STAR) - Per l'appunto.
BUIO
13
LA STAZIONE DI QUI
(Maggio - giugno 1993)
Nell'atrio di una stazione ferroviaria VERSETTI seduto su una panca legge un
giornale completamente bianco ed indossa un paio di occhiali da vista; STELLA
sta facendo una telefonata da un posto pubblico ed ha un borsello a tracolla. Il
primo annuncio interfonico è dato al buio, dopo di che si accende il piazzato.
ANNUNCIO INTERFONO - Stazione di Qui: si avvisano i Signori viaggiatori che il
treno a lunga percorrenza arriverà.
STELLA - (Al telefono urlando) Sì sono qui, sì, sì, sono qui. Aspetto, aspetto, ma il
treno non arriva. Cosa dici? No, no!... Sì, sì! Se non arriva vengo a mangiare da
voi. Va bene? Sì, sì!... No, no! Ma, è in ritardo, non so di quanto. Arriverà prima o
poi, arrivano sempre i treni. Poi partono anche. Sì, sì. Qui c'è un sacco di gente.
Sì, mi diverto. Va bene! Ciao, ciao. (Si avvicina a VERSETTI e comincia a
sbirciare nel suo giornale per leggerlo)
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori viaggiatori che il treno parziale è in
anticipo di alcuni giorni.
STELLA - Eh sì, l'ho letta anch'io quella notizia. Cosa ne pensa?
VERSETTI - Io non penso: leggo.
STELLA - Ah sì? Però è interessante.
VERSETTI - Se lo dice lei.
STELLA - Si annoia, eh?
VERSETTI - Sto leggendo.
STELLA - Anch'io: il suo giornale.
VERSETTI - (Seccato) Libertà...
STELLA - E' contrario?
VERSETTI - Alla libertà o al fatto che lei legga il mio giornale?
STELLA - A entrambe.
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Per l'appunto.
Pausa
ANNUNCIO INTERFONO - Comunicazione di servizio: il lupo perde il pelo ma non il
vizio.
Pausa
STELLA - E' tanto che aspetta?
VERSETTI - Che aspetto cosa?
STELLA - Il treno.
VERSETTI - Cosa le fa pensare che io stia aspettando il treno?
STELLA - Siamo in una stazione...
VERSETTI - E allora?
STELLA - In stazione si aspetta il treno.
VERSETTI - Oppure ci si siede su una panchina e si legge il giornale.
STELLA - Alla stazione? (Pausa) Perché io aspetto il treno sa? Prima o poi arriverà.
VERSETTI - (Disinteressato) Sì, sì, abbia fiducia.
STELLA - Anche lei aspetta vero?
VERSETTI - Aspetto di leggere tranquillamente il mio giornale.
STELLA - Era per fare due chiacchiere: sta aspettando.
VERSETTI - Cosa le fa pensare che io voglia scambiare due chiacchiere con lei?
STELLA - Siamo in una stazione...
VERSETTI - E allora?
STELLA - In stazione si legge il giornale.
VERSETTI - Oppure ci si siede su una panchina e si aspetta il treno.
STELLA - Alla stazione?
VERSETTI - Perché lei dove lo aspetta il treno?
STELLA - Leggendo il giornale. Quindi lei sta aspettando il treno.
VERSETTI - Ma se le dico di no!
STELLA - Faremo il viaggio insieme.
VERSETTI - Le ripeto che sono qui unicamente per leggere il giornale.
STELLA - C'è da annoiarsi a stare qui.
15
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Si compri un giornale anche lei.
STELLA - Ma... Sa... Com'è... E lei?
VERSETTI - Eh, lo so.
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori viaggiatori che il treno a lunga
percorrenza viaggia con circa un po' di ritardo.
STELLA - (Dopo aver guardato fuori da un’ipotetica finestra) Bella giornata, eh?
VERSETTI - Non ho ancora letto le previsioni del tempo.
STELLA - Eh, bisognerebbe essere più giovani.
VERSETTI - Parli per lei.
STELLA - (Al pubblico) Tipo spinoso, eh?
VERSETTI - Guardi che la sento.
STELLA - Meno male: cominciavo a pensare di parlare da solo.
VERSETTI - Infatti. Purtroppo però io la sento.
STELLA - Vede che in fin dei conti lei è un tipo comunicativo?
VERSETTI - Mah, se le fa piacere...
STELLA - Ascolti un mio consiglio: si confidi con la gente.
VERSETTI - Ascolti un mio consiglio: si compri un giornale e mi lasci leggere in pace.
STELLA - Impossibile: se il giornale non è di un altro non mi diverte.
VERSETTI - Quindi lei viene sempre in stazione per leggere quello degli altri?
STELLA - No, io vengo in stazione ad aspettare il treno.
VERSETTI - E quand'è che legge il giornale?
STELLA - A casa.
VERSETTI - Ma se ha detto che non lo compra!
STELLA - Leggo quello del mio vicino.
VERSETTI - Il suo vicino viene a leggere il giornale in stazione?
STELLA - No: lui aspetta il treno a casa.
VERSETTI - E passa spesso?
STELLA - Mai!
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori viaggiatori che sono dei viaggiatori.
STELLA - Ha sentito? Quindi lei è un viaggiatore.
16
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - No: ha avvisato i Signori viaggiatori, io non sono un Signor viaggiatore,
quindi non posso essere un viaggiatore.
STELLA - Ah, no?
VERSETTI - Sarei stato coinvolto se avessero avvisato che i Signori che stanno
leggendo il giornale sono dei viaggiatori.
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori che stanno leggendo il giornale che
sono dei viaggiatori.
VERSETTI - Bene, allora prenderò il treno con lei.
STELLA - (Dopo aver posato il borsello vicino alla panca, abbraccia con molto
affetto VERSETTI) Lo sentivo che saremmo entrati subito in confidenza.
VERSETTI - Lei sì che conosce la gente.
STELLA - Speriamo che arrivi presto il treno a lunga percorrenza.
VERSETTI - Cosa le fa pensare che io prenda quello a lunga percorrenza?
STELLA - Perché è quello che prendo io.
VERSETTI - E allora?
STELLA - Ma ce l'ha il biglietto?
VERSETTI - Veramente no.
STELLA - Ma lo sa che il biglietto per il treno a lunga percorrenza potrebbe anche
costarle... tanto!
VERSETTI - Farò un viaggio breve.
STELLA - Le costerà di più!
ANNUNCIO INTERFONO - Attenzione al binario tronco: treno verticale in transito.
VERSETTI - (Si alza dopo aver appoggiato il giornale e gli occhiali sulla panca) Mi è
sempre piaciuto viaggiare.
STELLA - Lo fa spesso?
VERSETTI - Mai!
STELLA - Beato lei. Avessi io così tante occasioni...
VERSETTI - Non è l'unico ad invidiarmi.
STELLA - Essere invidiati è gratificante. Anch'io...
VERSETTI - Anche lei è invidiato?
17
Tutto il mondo è palese
STELLA - No, io sono gratificante.
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori viaggiatori che il treno a lunga
percorrenza viaggia con più ritardo di prima.
VERSETTI - Per fortuna: sarebbe seccante viaggiare se i treni fossero sempre in orario.
STELLA - Proprio vero. In tutta la mia vita ho passato più tempo in stazione che a
casa.
VERSETTI - Dev'essere bella casa sua.
STELLA - Non lo so: non ci sono mai stato. E lei?
VERSETTI - Non ancora. L'altro ieri avrei voluto, ma non ci conoscevamo... Mi
sembrava di prendermi troppa confidenza.
STELLA - Non mi avrebbe disturbato: ero in stazione.
VERSETTI - Davvero? Anch'io.
STELLA - E cosa faceva?
VERSETTI - Leggevo il suo giornale.
STELLA - Il mio giornale... (Prende il giornale e gli occhiali di VERSETTI e si siede)
ANNUNCIO INTERFONO - Comunicazione di servizio: (Fa a voce il suono di inizio
messaggio)
VERSETTI - Ha fatto bene ad insistere: socializzare è piacevole.
STELLA - Sì, sì: abbiamo socializzato, siamo tutti contenti, ora però mi faccia leggere
il giornale.
VERSETTI - Potremmo leggerlo insieme.
STELLA - Glielo farò leggere appena l'avrò finito.
VERSETTI - Ho un'idea migliore: facciamo due chiacchiere.
STELLA - Lei parli pure, io l'ascolto.
VERSETTI - Ma così su due piedi non mi viene in mente niente.
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori viaggiatori che il treno a lunga
percorrenza viaggia con un ritardo spaventoso.
VERSETTI - (Che ha indossato il borsello di STELLA) Ho trovato: parliamo di quella
notizia. L'ha letta?
STELLA - (Sbuffa) Non mi secchi.
18
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Va bene, non faccia così! Era per non annoiarsi, stiamo aspettando il
treno!
STELLA - Cosa le fa pensare che io stia aspettando il treno?
VERSETTI - Siamo in una stazione...
STELLA - E allora?
VERSETTI - In stazione si aspetta il treno.
STELLA - Oppure ci si siede su una panchina e si legge il giornale.
VERSETTI - Alla stazione?
STELLA - Senta: lei alla stazione può fare quello che vuole. Io leggo il giornale.
VERSETTI - Volevo solo comunicare con lei.
STELLA - Vuole comunicare con qualcuno? Allora vada a telefonare.
VERSETTI - Già, perché no? (Si avvia al telefono) Mi ha dato proprio una buona idea.
(Parla al Telefono urlando) Pronto? Sono io... Sì sono qui, sì, sì, sono qui.
Aspetto, aspetto, ma il treno non arriva. Cosa dici? No, no!... Sì, sì! Se non arriva
vengo a mangiare da voi. Va bene? (STELLA piega il giornale, si alza ed esce) Sì,
sì!... No, no! Ma, è in ritardo, non so di quanto. Arriverà prima o poi, arrivano
sempre i treni. Poi partono anche. Sì, sì. Qui c'è un sacco di gente. Sì, mi diverto.
Va bene! Ciao, ciao.
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori viaggiatori che il treno a lunga
percorrenza non è nemmeno partito.
VERSETTI resta un po' perplesso, poi deluso esce
ANNUNCIO INTERFONO - Si avvisano i Signori viaggiatori che nessun treno passerà
mai.
BUIO
19
SENTITE CONDOGLIANZE
(Dicembre 1994 - gennaio 1995)
A scena buia parte la base audio, "The tibetan Buddish chant - Kälacakra part 1
(mchog gar)", che sarà presente per tutta la durata del pezzo. All'accensione del
piazzato VERSETTI è in piedi al centro della scena in evidente atteggiamento di
raccoglimento come suggerito dalla situazione. Dopo alcuni istanti entra
STELLA.
STELLA - (Dopo un gesto fisico d'affetto) Ciao. Anche tu qui?
VERSETTI - Come potevo mancare?
STELLA - Sei arrivato da molto?
VERSETTI - Molto mi sembra un po' troppo: diciamo poco, che non è abbastanza.
STELLA - Beh, abbastanza non è molto.
VERSETTI - Molto non è abbastanza, diciamo troppo che non è poco.
STELLA - Beh, poco non è molto.
VERSETTI - Già.
STELLA - Già.
Pausa
STELLA - Cosa te ne sembra?
VERSETTI - Abbastanza bene, sembra vivo.
STELLA - Beh, allora è stato fortunato.
VERSETTI - Sì, proprio una bella fortuna se non fosse toccato proprio a lui.
STELLA - Già, poteva toccare a qualcun altro.
VERSETTI - A chi per esempio?
STELLA - A qualcun altro.
VERSETTI - E' vero: bastava che fosse un altro.
STELLA - Già.
VERSETTI - Già.
Tutto il mondo è palese
Pausa
STELLA - Come l'hanno presa?
VERSETTI - Bene, direi. E' stato così inaspettato che se l'aspettavano.
STELLA - Questo è uno degli aspetti delle aspettative.
VERSETTI - Aspetta, non sospettavo avessero aspettative.
STELLA - E' il vantaggio di essere insospettabili.
Pausa
STELLA - E lei?
VERSETTI - Lei? E' sconvolta. Dovresti vederla: sconvolta!
STELLA - Non ne dubitavo. Anche lui sarebbe stato sconvolto se fosse venuto a
mancare.
VERSETTI - Considerato che è venuto a mancare, non mi sembra poi così sconvolto.
STELLA - Per fortuna. Del resto è difficile sconvolgersi di se stessi in certe situazioni.
VERSETTI - Già. Poi lui non avrebbe mai potuto sconvolgersi: era una persona così
misurata.
STELLA - Proprio una brava persona. Così sregolata.
VERSETTI - Ma di più: era un pignolo pressappochista metodico.
STELLA - Come dimenticare la sua faciloneria rigorosa senza parlare del suo
rispettoso... riguardoso... ossequioso cinismo.
VERSETTI - Veramente coraggioso quando non si comportava da vigliacco.
STELLA - Veramente vigliacco quando non si comportava da coraggioso.
VERSETTI - Bacco, tabacco e venere riducono l'uomo in cenere.
STELLA - Oggi a me domani a te.
VERSETTI - Ma perché proprio lui?
STELLA - E' il giro della vita. Uno nasce, cresce, forse invecchia e poi muore: una
roulette, insomma.
VERSETTI - La vita è come scommettere su un numero: l'unica certezza esistente è la
speranza.
STELLA - Chi vive sperando muore cantando.
VERSETTI - Finché c'è vita c'è speranza.
21
Tutto il mondo è palese
STELLA - Chi di speranza vive disperato muore.
VERSETTI - L'importante è puntare in alto. Come ha fatto lui, del resto.
STELLA - Peccato abbia puntato troppo in basso.
VERSETTI - Comunque scommettere è necessario.
STELLA - Come alle corse.
VERSETTI - D'altro canto la vita è una corsa.
STELLA - Chi si ferma è perduto.
VERSETTI - Chi va piano va sano e va lontano.
STELLA - Gobba a ponente luna crescente.
VERSETTI - Gobba a levante luna calante.
STELLA - Comunque è una vera disgrazia.
VERSETTI - A tutto c'è rimedio fuorché alla morte.
STELLA - Chi muore giace e chi vive si da pace.
VERSETTI - Del resto più che vecchi non si diventa.
STELLA - Ma per qual cagion lui?
VERSETTI - De la vita è la rota. Nascere, crescere, invecchiare forse e poscia la morte:
trattasi di roulette, insomma.
STELLA - Alla maniera di azzardo su numero è vivere: esiste solo fede di speme.
VERSETTI - Colui il quale in speme vive cantore more.
STELLA - Fin ch'è vita, è speme.
VERSETTI - Colui che di speme vive affranto perisce.
STELLA - Precipuo è parare in alto. Com'ei fece, infine.
VERSETTI - Per voler del fato parò oltremodo in basso.
STELLA - Nondimeno azzardare è capitale.
VERSETTI - Così come alle corse.
STELLA - Da ultimo la vita è una corsa.
VERSETTI - Soccombe colui il quale s'arresta.
STELLA - L'andare ad agio lungi mena sano.
VERSETTI - Gibbo a ponente luna crescente.
STELLA - Gibbo a levante luna calante.
22
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Un'autentica jattura, infine.
STELLA - Da tutto v'è mezzo di scampo a eccezion de la morte.
VERSETTI - Giace colui che cessa, placasi colui che resta.
STELLA - In ultimo non v'è meta oltre la vecchiezza.
VERSETTI - Che motivò codest'accadimento?
STELLA - Esto è 'l circolo de l'esistenza.
Nasci, cresci, fors'è 'l decadimento
indi mori: di roulette è l'essenza.
VERSETTI - Il viver è quasi cifra azzardare:
spem'è certo la unica presenza.
STELLA - More cantando chi vive 'n sperare.
VERSETTI - Fin quando c'è vita, esiste speme.
STELLA - Per chi 'n speme visse, morir è penare.
VERSETTI - In alto parar è ciò che più preme.
Come, pel vero, al fin egli fece.
STELLA - In basso parò oltremodo, si teme.
VERSETTI - Essenza vital l'azzardo invece.
STELLA - Vita come corsa, precipuamente.
VERSETTI - Viver è cosa di sì fatta specie.
STELLA - Arrestasi 'n vita solo 'l perdente.
VERSETTI - L'ad agio andare mena distante.
STELLA - Gibbo a ponente luna crescente.
VERSETTI - Gibbo a levante luna calante.
23
Tutto il mondo è palese
STELLA - E' più una disgrazia ch'un dispiacere.
VERSETTI - Pe' morte non v'è la cura ovviante.
STELLA - Chi cessa ha 'l dovere po' de giacere.
in pace chi resta si de' sentire.
VERSETTI - In vita vecchiezza vano è timere,
poiché più che questo non pò venire.
STELLA - Sed perché proprium isso?
VERSETTI - Est il circulus de la vita. Se nascit, se crescit, forse se 'nvecchia et indi se
morit: roulette, in summa.
STELLA - Vita est quasi facere azzardo supra numero: unica certitudo exsistente
esperantia est.
VERSETTI - Qui esperandus vivit cantandus morit.
STELLA - Finché vita est, esperantia est.
VERSETTI - Qui vivit de esperantia, morit desperatus.
STELLA - Importante est a melius puntare. Come ille fecit, del restum.
VERSETTI - Peccatum a peius puntavit.
STELLA - Comunque est necessarium azzardare.
VERSETTI - Sì come a le curse.
STELLA - Vita est cursa, in fine.
VERSETTI - Qui arrestasi est perdutus.
STELLA - Qui se movit piano giugne sanus et lontanus.
VERSETTI - Gibbus a occidente luna crescente.
STELLA - Gibbus a oriente luna calante.
VERSETTI - Comunque una vera desgratia est.
STELLA - A omnibus est remedium forché a la morte.
VERSETTI - Qui morit jacet et qui vivit se dat pacem.
STELLA - Del restum plus quam veci nun se deventa.
24
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Sed cur ille?
STELLA - Vitæ circumitio est. Aliquis nascitur, crescit, fortasse senescit, deinde
moritur: roulette, in summa.
VERSETTI - Vita quasi super numero sponsionem facere: unica fides exsistens spes
est.
STELLA - Qui sperans vivit, cantans moritur.
VERSETTI - Dum vita est, spes est.
STELLA - Qui de spe vivit, desperatus moritur.
VERSETTI - Maiora concupiscere grave est. Ut ille fecit, ceterum.
STELLA - Malum se dirigisse nimis deorsum.
VERSETTI - Utcumque sponsionem facere necessarium est.
STELLA - Sicut cursibus.
VERSETTI - Ceterum vita cursus est.
STELLA - Qui consistit perditus est.
VERSETTI - Qui paulatim it sanus atque longe it.
STELLA - Gibber occidente, luna crescens.
VERSETTI - Gibber oriente, luna descendens.
STELLA - Utcumque vera calamitas est.
VERSETTI - Omnibus remedium praeterquam morti est.
STELLA - Qui moritur iacet et qui vivit quiescit.
VERSETTI - Ceterum plus quam senes non fimus.
Pausa. Si guardano un attimo, poi, rapidissimi, si stringono la mano.
STELLA e VERSETTI - (All'unisono) Arrivederci!
Escono.
BUIO
25
PUNTI DI VISTA
(Gennaio - febbraio 1995)
All'accensione del piazzato VERSETTI è seduto dietro un tavolino, posizionato
sul lato sinistro del palco frontale al pubblico, con una cuffia audio in testa, un
microfono ed alcuni fogli davanti; è vestito estivo e dimostra di avere molto
caldo. STELLA si trova sul lato destro del palco nelle medesime condizioni di
VERSETTI, ma è vestito invernale e dimostra di avere molto freddo. Entrambi
agiscono come se l'altro non esistesse. Per tutta la durata del pezzo si sente in
sottofondo il rumore di una folla.
INTERFONO VERSETTI - (E' la voce registrata di STELLA che proviene dallo
studio per dare la linea a VERSETTI) Un saluto ai nostri radioascoltatori. Siete in
diretta sulle nostre frequenze per seguire questo attesissimo avvenimento. Ma
passiamo subito la parola al nostro inviato. Qui studio, a te la linea.
VERSETTI - A me la linea, grazie studio. Vorrei, innanzitutto, ringraziare lo sponsor
che ha reso possibile la nostra diretta. Nell'attesa che inizi questo evento
straordinario è necessario che vi illustri l'incredibile spettacolo di pubblico al quale
è possibile assistere dalla mia postazione: sul lato destro è perfettamente visibile
quello che è il lato sinistro per chi mi sta di fronte e viceversa. Considerando che
mi trovo in posizione elevata e centrale ho uno scorcio completo di tutto ciò che
mi sta davanti ad eccezione di ciò che sta alle mie spalle, quindi ho la possibilità di
descrivere tutto ciò che sta alle mie spalle ad eccezione di ciò che vi sta dietro. (In
questo momento entra INTERFONO STELLA all'unisono con VERSETTI sino a
*, poi segue STELLA, sempre all'unisono con VERSETTI) Qui c'è l'atmosfera
delle grandi occasioni. Lo sventolio è incredibile, quindi è meglio che non ci
crediate*. Il pubblico è in visibilio. Una parte dei presenti si è, addirittura, levata
in piedi, altri si sono seduti; ora si sono seduti quelli che erano in piedi e si sono
alzati quelli che erano seduti; adesso, invece, si sono alzati quelli che erano seduti
Tutto il mondo è palese
e si sono seduti quelli che erano in piedi; in questo momento, addirittura, si sono
seduti quelli che erano in piedi e si sono alzati quelli che erano seduti; infine mi
sono alzato perfino io rimanendo seduto. Nell'attesa dell'inizio vi restituisco la
linea. Dal luogo io, a voi studio.
INTERFONO VERSETTI - Grazie. Ci risentiamo più tardi.
INTERFONO STELLA - (E' la voce registrata di VERSETTI che proviene dallo
studio per dare la linea a STELLA) ... non c'è l'atmosfera delle grandi occasioni.
Ma ricolleghiamoci con il nostro inviato. Qui studio, a te la linea.
STELLA - Il pubblico è molto tranquillo. Una parte dei presenti si è, addirittura, seduta
in piedi, altri si sono alzati; ora si sono alzati quelli che erano in piedi e si sono
seduti quelli che erano seduti; adesso, invece, si sono seduti quelli che erano seduti
e si sono alzati quelli che erano in piedi; in questo momento, addirittura, si sono
alzati quelli che erano in piedi e si sono seduti quelli che erano seduti; infine mi
sono seduto perfino io rimanendo seduto. Nell'attesa dell'inizio vorrei ringraziare
lo sponsor. (Pausa in sincrono con "Dal luogo io, a voi studio."; poi nuovamente
all'unisono con "Grazie. Ci risentiamo più tardi.") Grazie. Ne riparliamo più
tardi. Per il momento vorrei segnalare la presenza di molte personalità con poca
personalità e di poche personalità con molta personalità e di un immenso striscione
di dimensioni talmente irrisorie da renderlo pressoché invisibile e comunque
inferiore al minimo stabilito per considerarlo esistente. Ciononostante offre un
bellissimo colpo d'occhio invadendo tutto lo spazio visibile. Il luogo è veramente
gremito. La folla oggi qui presente è stata stimata in diverse persone e questo può
farvi comprendere l'importanza dell'avvenimento. Per il momento non mi resta che
cedere nuovamente la linea allo studio nell'attesa che inizi ciò che iniziamo a
credere non inizi. Qui il sottoscritto, a voi studio.
INTERFONO STELLA - Grazie. Ci risentiamo più tardi.
Dissolvenza al buio; aumenta il rumore della folla. Dopo alcuni secondi
lentamente si riaccende il piazzato ed il rumore di fondo si attenua. E' passata
una frazione consistente di tempo.
STELLA - Ora c'è uno scarto sinistro sul lato destro alla sinistra della fascia destra,
27
Tutto il mondo è palese
sulla destra della fascia sinistra. S'inserisce nel dialogo un nuovo protagonista che
conquista l'azione e i favori del suo pubblico. Con un incredibile fraseggio si
appresta a scavalcare il muro dei suoi avversari, che non riescono a contenerlo
nella loro azione difensiva. Il contrasto è dominato vorticosamente, l'avanzata si fa
inarrestabile, gli avversari, ormai, nulla possono contro le sue argomentazioni.
Straordinario! Ha messo a segno, in questo momento, un colpo balisticamente
prodigioso e fa suo il punteggio. La sua scuderia esulta visibilmente emozionata.
Incredibile, veramente incredibile! Dopo questo sensazionale aggiornamento in
diretta, nella speranza di eventuali nuovi sviluppi, che il tono dell'andamento dei
fatti fa presagire e come ogni buon presagio fa prevedere, vi restituisco la linea
aspettando che voi me la restituiate a vicenda. In attesa di ulteriori evoluzioni e di
un vostro cordiale e sollecito riscontro vi porgo la linea: a voi studio.
INTERFONO STELLA - A noi studio, grazie per l'aggiornamento; ci risentiamo più
tardi. Per il momento ti ringraziamo ancora. Molte grazie. Tu sì che sei grazioso.
Non ti ringrazieremo mai abbastanza. Grazie.
INTERFONO VERSETTI - Grazie. Non ti ringrazieremo mai abbastanza. Tu sì che sei
grazioso. Molte grazie. Per il momento ti ringraziamo ancora. A te la linea per il
nuovo aggiornamento del quale ti graziamo fin d'ora.
VERSETTI - Per il momento non sono ancora state aperte le ostilità. La situazione resta
staticamente imprevedibile, ma prevedibilmente statica, in attesa di un inizio
risolutivo, che preluda ad un finale drasticamente conclusivo. Ma attenzione, solo
un attimo, forse sta iniziando, sta iniziando... no, no, mi sbaglio: sta finendo, sta
finendo. Siamo sul finale o perlomeno a metà. Incredibile: la scarsità di emozioni
ed un andamento d'adagio lamentoso, ulteriormente appiattito da una assoluta
distrazione in parte da parte di entrambe le parti e da un disinteresse generalizzato
tra i contendenti in competizione, ci fa credere che questa disputa conflittuale,
infarcita alla vigilia di significanti significativi dal significato insignificante, non
interessasse a nessuno. La totale apatia, vista quest'oggi, non ha quindi favorito lo
sbloccarsi del risultato che è rimasto a favore di entrambe, ma a svantaggio delle
altre parti in causa, chiamate quest'oggi ad interpretare un ruolo da protagoniste o,
28
Tutto il mondo è palese
quanto meno, un ruolo. In attesa che nulla si sviluppi, vi rimando la linea
attendendo ulteriori sviluppi. E' stato un piacere. Arrivederci. Ciao.
INTERFONO VERSETTI - Ciao. Arrivederci. E' stato un piacere. Ti graziamo per
l'aggiornamento. Ci risentiamo più tardi.
Dopo una pausa STELLA si alza e si rivolge a VERSETTI.
STELLA - Freddo torrido!
VERSETTI - Proprio un caldo polare!
STELLA - Una barba mortale, oggi.
VERSETTI - Sì, mi diverto parecchio. Mi piace quando vincono.
STELLA - Per fortuna prevalgono gli altri. A proposito: non ci siamo ancora presentati.
VERSETTI - Giusto: piacere.
STELLA - Piacere mio. Ha una sigaretta?
VERSETTI - Mi dispiace: non fumo. Ne ha una lei?
STELLA - Certamente. Prego.
VERSETTI - Ha da accendere?
STELLA - Mi dispiace: non fumo.
VERSETTI - Già, neanch'io.
Ripongono le sigarette e si risiedono. Dissolvenza al buio; aumenta il rumore
della folla. Dopo alcuni secondi lentamente si riaccende il piazzato ed il rumore
di fondo si attenua. E' passata una frazione consistente di tempo.
VERSETTI - Ed abbiamo un'altra conferma della staticità, già preannunciata, nello
sviluppo, straordinariamente vorticoso, di questa azione: uno dei partecipanti si è
appena lanciato in una formidabile discesa liberamente a slalom. Mantenendo un
assetto favolosamente efficace si proietta attraverso tutti gli ostacoli, puntando,
come mostrato dall'intertempo, direttamente al traguardo. Ma attenzione,
attenzione!...
STELLA - Contrariamente alle aspettative, in questa fase, ci sarebbero troppi
avvenimenti da commentare, ma nessuno degno di nota, anzi, a ben vedere, non
sta accadendo nulla, proprio nulla! In ogni caso tutto questo era prevedibile se si
tiene conto dell'inaudita manovra che ha avuto luogo poc'anzi, quando uno degli
29
Tutto il mondo è palese
attaccanti ha preso la palla al rimbalzo e se ne è liberato con un colpo da tre punti.
Ma si tratta solo di un episodio sporadico...
VERSETTI - ...nella sua alta frequenza di realizzazione. Tra le altre cose, una delle due
fazioni è alle corde e qualcuno pensa già di gettare la spugna. Ma ecco: vediamo
che sta esitando...
STELLA - ...probabilmente perché non saprebbe più con che cosa asciugarsi, e decide
di appendere i guantoni al chiodo. Ma come si sa chiodo scaccia chiodo e vi è
subito un servizio, di risposta, pallonettato lungolinea...
VERSETTI - ...al capolinea, siamo giunti al capolinea di questo avvenimento.
STELLA - ...avvenimento che inizia nella sua conclusione.
VERSETTI - Conclusione che inizia...
STELLA - ...nel suo avvenimento...
VERSETTI - ...dando un senso...
STELLA - ...d'infinito...
VERSETTI - ...circolare...
STELLA - ...e di stasi...
VERSETTI - ...dinamica...
STELLA - ...totale.
VERSETTI - A...
STELLA - ...voi...
VERSETTI - ...la...
STELLA - ...liVERSETTI - neSTELLA - a.
INTERFONO STELLA e INTERFONO VERSETTI - (All'unisono) Grazie. E' proprio
quello che volevamo sentirvi dire.
BUIO
30
L'ESAME
(Aprile 1993)
All’accensione del piazzato STELLA, nella parte del PROFESSORE, è seduto
dietro ad una scrivania e sta consultando il registro; VERSETTI è seduto su una
panca ad alcuni metri di distanza, ha con sé una valigetta e sta aspettando di
essere chiamato a sostenere l’esame.
PROFESSORE - ...Allora,... il prossimo?... Vediamo: Versetti!...
VERSETTI - Sono io.
PROFESSORE - Bene, bene. Venga, si accomodi.
VERSETTI - Buongiorno. (Si siede e porge il suo libretto universitario)
PROFESSORE - (Dopo aver sbirciato il libretto con apparente disinteresse) Allora si
presenta per l'esame...
VERSETTI - Per l'esame...
PROFESSORE - Non sa neppure per quale esame?
VERSETTI - Sì, sì. Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Ah, bene... per l'esame di Metodologia della comunicazione mediata
nella società pleonastica.
VERSETTI - Ah, si, certo, quello: Meto...
PROFESSORE e VERSETTI - Metodologia della comunicazione mediata nella società
pleonastica.
PROFESSORE - Bravo!
VERSETTI Grazie.
PROFESSORE - Si sente preparato?
VERSETTI - Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Allora: cominciamo dalle domande di riscaldamento?
VERSETTI - Riscaldamento?
PROFESSORE - Già riscaldamento. Vuole riscaldarsi? Riscaldiamoci!
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Riscaldiamoci.
PROFESSORE - Dunque (Studiandola) Sopra la panca la capra...?
VERSETTI - Crepa!
PROFESSORE - (Toccandosi) Ma cosa mi dice!? Campa, mi deve dire campa,
campa!... E sotto la panca la capra?...
VERSETTI - Campa!
PROFESSORE - No!, crepa, crepa! Stavolta crepa. (Risolino, si frega le mani) La vedo
insicuro. Ma è preparato?
VERSETTI - Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Allora continuiamo con il riscaldamento. (Studiandola) Tutto il
mondo è...?
VERSETTI - Paese.
PROFESSORE - No, no! Palese, palese! Tutto il mondo è palese. C'è andato vicino, le
darò comunque un più.
VERSETTI - Grazie.
PROFESSORE - Polemizza?
VERSETTI - Non mi permetterei mai.
PROFESSORE - Vede che polemizza?
VERSETTI - Scusi.
PROFESSORE - Sta polemizzando! Vuole un meno?
VERSETTI - No.
PROFESSORE - Allora le darò un più. Dunque cominciamo ad addentrarci nella
argomentazione fondamentale del nostro esame. Noi sappiamo, perché lei sa,
vero?
VERSETTI - Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Bravo, bravo,... Dunque dicevo: lei sa, come io so e come molti
sanno, che intorno al, c'erano diversi.
VERSETTI - Intorno al...?
PROFESSORE - C'erano diversi.
VERSETTI - Diversi cosa?
32
Tutto il mondo è palese
PROFESSORE - Diverse cose.
VERSETTI - Ma intorno a cosa?
PROFESSORE - Ma intorno al!
VERSETTI - Dunque: intorno al, c'erano diverse cose. Vado avanti?
PROFESSORE - No, no. La vedo poco perspicuo. Mi ha risposto in modo incompleto.
La domanda era chiara.
VERSETTI - Ma, non so. Era nel programma?
PROFESSORE - Certo, le ha lette le note nel libro?
VERSETTI - Era in nota?
PROFESSORE - Non l'ha notato?
VERSETTI - Non noto le note. Pensavo non lo notasse...
PROFESSORE - Lei è noto per non notare le note. (Scrivendo sul registro) Le darò una
nota!
VERSETTI - Noto.
PROFESSORE - Non ci siamo, non ci siamo. Ma è sicuro di essere preparato?
VERSETTI - Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Bravo, bravo. Allora: (Studiandola) in una configurazione standard
quanti elementi probabili esistono, quanti improbabili esistono e quanti parziali
potrebbero esistere se ne esistessero forse esistendo?
VERSETTI - (Rapidissimo) Quattro!
PROFESSORE - La vedo un po' insicuro, ma va bene, va bene. Mi raccomando non
polemizzi. Allora: la teoria dei quanti di luce esprime una quantità Q
quantificabile in modo quantitativo secondo la quantità e la qualità,
qualitativamente quantificabile, dei quanti.
VERSETTI - Quanti quanti?
PROFESSORE - Tanti quanti.
VERSETTI - Ma tanti quanti?
PROFESSORE - Tanti quanto i quanti.
VERSETTI - Ma quanti?
PROFESSORE - Tanti, tanti! A volte troppi.
33
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - Ma esattamente?
PROFESSORE - Fa il furbo? Non polemizzi.
VERSETTI - Me ne guardo bene. Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Va beh! Farò finta di non averle fatto questa domanda. Gliene farò
un'altra.
VERSETTI - Grazie.
PROFESSORE - Allora: la teoria dei quanti di luce esprime una quantità Q
quantificabile in modo quantitativo secondo la quantità e la qualità,
qualitativamente quantificabile, dei quanti.
VERSETTI - Ma, non colgo la differenza. E' la stessa domanda.
PROFESSORE - Ma non dica assurdità. C'è il nesso.
VERSETTI - Il nesso?
PROFESSORE - Lo vede il nesso?
VERSETTI - (Comincia a guardarsi intorno)
PROFESSORE - Cerchi il nesso.
VERSETTI - (Comincia a cercare)
PROFESSORE - (Scandalizzato) Non trova il nesso?
VERSETTI - No... l'avrà preso qualcuno.
PROFESSORE - Ma cosa?
VERSETTI - Il nesso.
PROFESSORE - Fa il furbo?
VERSETTI - No...
PROFESSORE - Gioca a giocare con me?
VERSETTI - Ma io...
PROFESSORE - A che cosa vuole giocare?
VERSETTI - Non so...
PROFESSORE - Giochiamo! (Pausa) Bravo, bravo. (Gli porge la mano)
VERSETTI - (Stringendola soddisfatto) Va bene, se l'esame è finito io andrei. (Si alza)
PROFESSORE - Ma cosa dice! (Lo tira per il braccio)
VERSETTI - (Si risiede)
34
Tutto il mondo è palese
PROFESSORE - Bravo, bravo!: ora c'è la domanda chiave: vuole raddoppiare?
VERSETTI - Come?
PROFESSORE - Vuole raddoppiare?
VERSETTI - Raddoppiamo.
PROFESSORE - Bravo, bravo. Si metta la cuffia. (Gli mette una cuffia da bimbo)
VERSETTI - Ma che razza di cuffia è questa?
PROFESSORE - Una cuffia. Entri in cabina.
VERSETTI - Come?
PROFESSORE - Si sente in cabina.
VERSETTI - Sono cabinato.
PROFESSORE - (Fa alcuni gesti inconsueti)
VERSETTI - Ma cosa fa?
PROFESSORE - Mi sente?
VERSETTI - Certo che la sento.
PROFESSORE - Dunque, la domanda...
VERSETTI - Ma scusi: se sbaglio cosa succede?
PROFESSORE - Perde tutto e non passa il turno.
VERSETTI - E devo ripetere l'esame?
PROFESSORE - Non ha capito: lei sta giocando per diventare campione. Vuole fare il
campione? Vuole vincere?
VERSETTI - Perché c'è anche un campione?
PROFESSORE - Vuole vincere? Vuole vincere?
VERSETTI - Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Allora, sa cosa facciamo? Allora, sa cosa facciamo? Allora, sa cosa
facciamo?
VERSETTI - Cosa facciamo?
PROFESSORE - Vinciamo! Eh, vinciamo!
VERSETTI - Eh vinciamo.
PROFESSORE - Bravo, bravo! Si sente pronto?
VERSETTI - Si, mi faccia la domanda.
35
Tutto il mondo è palese
PROFESSORE - Dunque, secondo lei all'epoca dell'illustre, quante persone potevano
permettersi di aggirarsi in modo sospetto all'interno del centro sociale parziale...
VERSETTI - (Pausa) Ma... All'epoca...
PROFESSORE - Non ho finito la domanda!
VERSETTI - Mi sembrava completa.
PROFESSORE - Ma è preparato?
VERSETTI - Eh, ho studiato...
PROFESSORE - Bravo, bravo!... Considerato che pericoli erano in agguato un po'
dappertutto?
VERSETTI - Mah... considerato che i pericoli...
PROFESSORE - (Minaccioso e scandito) Non ho ancora finito!
VERSETTI - Mi scusi.
PROFESSORE - Questa è la domanda. Ho finito.
VERSETTI - Dunque, considerato che i pericoli erano un po' dappertutto, all'interno del
centro sociale parziale, si potevano aggirare all'incirca dalle alle, più o meno.
Sempre che!
PROFESSORE - Mi accontenterò.
VERSETTI - Infatti mi sembrava soddisfacente come risposta.
PROFESSORE - Bravo, bravo! E' di piacevole compagnia.
VERSETTI - Grazie. (Si toglie la cuffia)
PROFESSORE - Adesso mi faccia una domanda lei se ha il coraggio.
VERSETTI - Ma come una domanda io?
PROFESSORE - Se ha il coraggio. (Pausa) Ha il coraggio?
VERSETTI - Ma tanto lei sa tutto...
PROFESSORE - Mi scoraggia!
VERSETTI - Ma no. E' come chiedere...
PROFESSORE - Su coraggio la incoraggio!
VERSETTI - Sul, sul programma?
PROFESSORE - Non si scoraggi!
VERSETTI - E... considerato che...
36
Tutto il mondo è palese
PROFESSORE - Abbia coraggio!
VERSETTI - Dicevo...
PROFESSORE - E' coraggioso?
VERSETTI - Abbastanza...
PROFESSORE - Allora mi faccia la domanda.
VERSETTI - Dunque, la tensione filosofica riguardo il problema dell'ipofisi sulle
funzioni, che visse a cavallo, resta poggiata su prove provate in provette, per i
provini che provano provole, provanti la provenienza provinciale, approvata dalla
provvidenza proverbiale.
PROFESSORE - Mi provi che questa prova comprovi la sua prova.
VERSETTI - Provi lei.
PROFESSORE - Proverò! E' rilevante, nella pulsione globale, la considerazione idrica
dell'imperfezione, che, basandosi sopra, analizza l'assenza, senza consistenza,
che... enza, senza, enza... qualcuno mi aiuti... aiuto! Aiuto!
VERSETTI - Cosa?
PROFESSORE - A - I - U - T - O... T - O... T - O... (Non si ferma più)
VERSETTI - (Dopo aver indossato un camice estratto dalla sua valigetta) Ci risiamo.
Finisce sempre così. (Mettendo al PROFESSORE una camicia di forza estratta
anch’essa dalla valigetta) Suvvia Professore, non faccia così. Si metta questa, da
bravo. Ecco, così. Venga, che l'accompagno nella sua bella stanzetta. Quella con le
pareti imbottite. (Uscendo) Però, Professore, almeno stavolta mi firmi il libretto.
Sono due anni che andiamo avanti così. Se non passo il suo esame, come faccio a
laurearmi?
BUIO
37
CAFFE' A HONOLULU
(Maggio 1993)
Una luce stroboscopica, o altro effetto luminoso, apre la scena. Dall’interfono si
sentono i pensieri sovrapposti di un’ipotetica folla di passanti. STELLA e
VERSETTI entrano, il primo da destra ed il secondo da sinistra, verso la fine di
questa sequenza. Si accende il piazzato.
STELLA - (Voce interfono) Oddio, quello è Versetti! Saranno dieci anni che non lo
vedo. Speriamo non mi noti. Se mi ferma, attaccherà con le solite chiacchiere.
VERSETTI - (Voce interfono) Ma quello non è Stella? Eravamo compagni al liceo.
Speriamo non mi fermi. Vorrei evitare i soliti convenevoli.
STELLA - (Voce interfono) Forse sarebbe meglio attraversare la strada. E se avesse la
mia stessa idea? Forse sta cambiando direzione; meglio andare dritti.
VERSETTI - (Voce interfono) Ma che fa? Viene verso di me. Ero sicuro che avrebbe
attraversato la strada. Se cambiassi direzione adesso darei ancora più nell'occhio.
STELLA - (Voce interfono) Controlliamo meglio. Potrei sbagliarmi. Sembra così
diverso.
VERSETTI - (Voce interfono) Dopo tanti anni potrei anche sbagliarmi. Osserviamolo
con più attenzione.
STELLA - (Voce interfono) Mi sta guardando. Ormai devo salutarlo.
VERSETTI - (Voce interfono) Mi ha riconosciuto. Ormai devo stare al gioco.
STELLA - (Con finto entusiasmo) Versetti? Gino Versetti!
VERSETTI - (C'è l'ha sulla punta della lingua)
STELLA - Massimo...
VERSETTI - Stella! Massimo Stella! Saranno dieci anni...
STELLA - Già, dieci...
Annuiscono sorridendo
STELLA - (Voce interfono) Mi tocca anche essere compiacente. Mi sento un idiota!
Tutto il mondo è palese
VERSETTI - (Voce interfono) Se rimango ancora con questo sorriso stampato, penserà
che ho una paresi!
STELLA - E' un vero piacere: peccato che sia di fretta.
VERSETTI - Ti capisco benissimo: anch'io sono un po' di corsa. Ma mi ha fatto piacere
vederti.
STELLA - Non vorrei pensassi che io voglia liquidarti così, ma sono talmente
pressato... Se avessi tempo, farei volentieri due chiacchiere.
VERSETTI - Anche a me farebbe piacere, ma con tutti i miei appuntamenti...
STELLA - Certo, certo... Sarebbe carino, due chiacchiere tipo: cosa fai di bello?...
VERSETTI - Cosa faccio?... Cosa faccio di bello?... Eh... sono passati dieci anni...
STELLA - Già, dieci...
Annuiscono sorridendo
VERSETTI - (Voce interfono) Cosa gli racconto adesso? Qualsiasi cosa dica, lui avrà
fatto certamente di più. (Ora recitando) Il lavoro...
STELLA - Ah, lavori?
VERSETTI - No! Ehm... cioè... sì! Voglio dire... sì e no... No!... Sì! Sì, insomma.
STELLA - E cosa fai di bello?
VERSETTI - Mah, di bello... si lavora... ho il telefono sempre occupato. Non so
proprio come fare.
STELLA - (Insidioso) Comprati un cellulare!
VERSETTI - (Ostentando) Ce l'ho già. Costa veramente una fortuna, ma ne vale la
pena.
STELLA - Come ti capisco. Per me è una croce. Per filtrare le telefonate ho deciso di
comprarne un modello col fax.
VERSETTI - Ottima idea, io lo trovo utilissimo, però ti consiglio di fare come me:
facci installare anche la segreteria telefonica.
STELLA - Grazie del consiglio, ma ce l'ho già e non la trovo troppo utile. Piuttosto
pensavo di prendere il modello per chiamate intercontinentali.
VERSETTI - Giusto, può sempre servire. Con tutte le possibilità che ho non si sa mai...
Tu, invece?
39
Tutto il mondo è palese
STELLA - Anch'io...
VERSETTI - Già, anche tu...
Annuiscono sorridendo
STELLA - (Voce interfono) Deve avere davvero molte possibilità. Resta sul vago: lo fa
apposta per poi umiliarmi. (Ora recitando) Immaginavo che ce l'avresti fatta: già
al liceo eri uno dei migliori. (Voce interfono) Che coglione! Con quella sua mania
per le battute, sempre le stesse! Tipo: "Mi sarebbe piaciuto suonare ad orecchio,
peccato che non abbia le dita attaccate ai lobi!"
VERSETTI - Già, ce l'ho fatta. Ho un solo rammarico: mi sarebbe piaciuto suonare ad
orecchio, peccato che non abbia le dita attaccate ai lobi!
Ridono
STELLA - Bella battuta! Me la ricordo.
VERSETTI - Ah, te l'avevo già detta?
STELLA - Sì... forse... una volta...
VERSETTI - Però fa sempre ridere.
STELLA - Già...
VERSETTI - Ma piuttosto, non mi hai ancora detto: che lavoro fai?
STELLA - Eh... sì, insomma... adesso, intendi? Sono... sì... sono in un ente privato.
Già, privato.
VERSETTI - Ah, privato... Bel lavoro, bravo!
STELLA - (Voce interfono) Ente privato... magari! Sarei felice di fare il garzone del
fornaio!
VERSETTI - (Voce interfono) Ed io che pensavo che la sua massima aspirazione fosse
quella di fare il garzone del fornaio!
STELLA - E sì, sono proprio soddisfatto.
VERSETTI - Già, soddisfatto. (Pausa) E le donne? Tu sì che ci sapevi fare... (Voce
interfono) Era troppo sfigato! Non beccava una donna neanche a pagarla: e dire
che aveva offerto soldi a tutte le nostre compagne. Non riusciva a rimorchiare
neanche le battone!
STELLA - Sono single... ma è una scelta! Sai, sono così virile, come tu ben ricordi, che
40
Tutto il mondo è palese
con tutte le occasioni che ho, non potrei mai legarmi.
VERSETTI - Molte occasioni, eh?
STELLA - Moltissime. Nei periodi di magra, dormo ogni notte con una donna diversa.
Tutte molto belle, sai... generalmente modelle e quindi esigenti.
VERSETTI - Ti capisco, sono le donne più facili.
STELLA - Verissimo, però anche quelle con più classe: solo per fare due chiacchiere,
come minimo si deve andare a prendere un caffè in riviera.
VERSETTI - E' la prassi. Caffè... te la cavi con poco. L'unico che ho offerto ad una
ragazza è stato ad Honolulu.
STELLA - (Con lieve ammirazione) Sei stato in vacanza ad Honolulu?
VERSETTI - No, lei aveva voglia di un caffè in un posto carino e quello è stato il
primo che mi è venuto in mente.
STELLA - Non è male, ma sai, sono talmente abituato alla mia villa sul mare...
VERSETTI - Gran cosa gli immobili: ottimo investimento. Io, appena ho un po' di
soldi, TAC (Fa schioccare le dita), compro subito alcune ville.
STELLA - Mah, io i soldi preferisco godermeli, ad esempio... le automobili.
VERSETTI - Ah... di quelle non potrei mai privarmi.
STELLA - Proprio per questo le colleziono.
VERSETTI - Mah, io i soldi preferisco godermeli, ad esempio... le automobili.
STELLA - Ah... di quelle non potrei mai privarmi.
VERSETTI - Proprio per questo le colleziono.
STELLA - Eh sì, queste cose fanno sempre colpo sulle ragazze.
VERSETTI - Certo. Per non parlare poi dei viaggi.
STELLA - Proprio vero: io viaggio di continuo.
VERSETTI - Se fosse per me non mi fermerei mai.
STELLA - Già. L'ultima volta che sono andato fuori città non sarei più tornato. Ho
visto: a Parigi il Tamigi, a Mosca la "Tosca", a Singapore vapore, Bombay pigmei,
Hong Kong King Kong, Tokio... mi è costata un occhio!
VERSETTI - Allora devi avere incontrato mia sorella: ha partecipato anche lei a quella
gita parrocchiale. Io non amo vedere tanti posti in così poco tempo. Preferisco le
41
Tutto il mondo è palese
cose semplici: un bel week end ad esempio.
STELLA - Ah, la classica scampagnata.
VERSETTI - Si, ma con un tocco di classe: ad esempio la settimana scorsa ho preso
una delle macchine sportive e sono andato a Capri: sai l'abbronzatura è importante.
Poi già che ero li, non potevo non andare a Casablanca. Quindi, visto che ho
l'hobby del gioco, un passo a Las Vegas era d'obbligo. Infine, sulla via del ritorno,
il carnevale di Rio e a sciare in Antartide. Più semplice di così...
STELLA - Tutto questo da solo?
VERSETTI - Da solo mai! Sempre con delle donne e tutte molto belle, sai...
generalmente modelle e quindi esigenti.
STELLA - Ti capisco, sono le donne più facili.
VERSETTI - Verissimo, però anche quelle con più classe.
STELLA - Giusto: avendoceli, i soldi, bisogna goderseli.
VERSETTI - Avendoceli.
STELLA - Senti, già che ci siamo, andiamo a prendere un caffè.
VERSETTI - Ah, mi offri un caffè?
STELLA - Beh... sì... Va beh, noi andiamo a prenderci un caffè, poi vediamo.
VERSETTI - Ti ringrazio dell'offerta.
STELLA - Non potrei mai offenderti offrendomi di offrirti un caffè. Te lo lascio
offrire.
VERSETTI - No! Non mi offendi offrendomi la colazione.
STELLA - Ti ringrazio di cuore per questo invito a pranzo.
VERSETTI - Non posso certo negarti di offrirmi anche la cena.
Pausa
STELLA - Ma che ora è?... Ah, io non ho l'orologio.
VERSETTI - Neanch'io! Però si è fatto sicuramente tardi.
STELLA - Già: tutti i miei appuntamenti...
VERSETTI - I miei impegni...
STELLA - Allora ci salutiamo qui?
VERSETTI - Direi di sì. Da che parte vai?
42
Tutto il mondo è palese
STELLA - Dall'altra.
VERSETTI - Purtroppo anch'io.
STELLA - Comunque mi ha fatto piacere incontrarti.
VERSETTI - Anche a me. Erano passati dieci anni...
STELLA - Già, dieci...
Annuiscono sorridendo
VERSETTI - La prossima volta ti lascio il mio numero di telefono.
STELLA - Volentieri: ed io il mio.
VERSETTI - Allora ti saluto, Stella.
STELLA - A presto Versetti.
Si allontanano, dandosi le spalle, nella direzione da cui provenivano inizialmente
STELLA - (Voce interfono) Ah, me lo sono tolto di dosso. Speravo di farmi offrire un
boccone: sono veramente messo male.
VERSETTI - (Voce interfono) Ah, finalmente si è tolto dai piedi. Peccato non sia
riuscito a scroccargli un pasto: sono quattro giorni che non mangio.
STELLA - (Voce interfono) Andiamo a fare un giro: forse trovo qualche lavoretto per
la giornata.
VERSETTI - (Voce interfono) Dunque, pensiamo un po': se mi do da fare magari
riesco a tirare su qualche soldo giusto per arrivare fino a sera.
STELLA - (Voce interfono) Oppure, in mancanza d'altro, andrò in un angolo per fare,
come al solito, l'elemosina.
VERSETTI - (Voltandosi di scatto verso STELLA) Non nel mio angolo, però!
BUIO
43
INTERVISTA CON!
(Maggio - giugno 1994)
Studio televisivo: due persone sono sedute uno di fianco all'altro. Dopo un breve
stacco musicale la scena viene totalmente illuminata ed inizia un'intervista.
STACCO - Dallo studio: (musica) Intervista con! (Applauso registrato) Un programma
di... Conduce in studio!
DON - Salve. Un saluto a tutti gli spettatori presenti in studio e a quelli che ci seguono
da casa. Siamo qui con un personaggio che senz'altro avrete riconosciuto, se non
altro per la fama che si è conquistato grazie alla sua attività. Dean?
DEAN - Grazie, Don. Volevo innanzi tutto ringraziarti per avermi invitato e devo dire
che sono molto fiero di partecipare alla tua trasmissione, se non altro per la fama
che si è conquistata grazie alla tua attività. Don?
DON - Grazie, Dean. Volevo innanzi tutto ringraziarmi per averti invitato e devo dire
che sono molto fiero di condurre una trasmissione dove tu sei ospite. Dean?
DEAN - Grazie, Don. Non avrei mai potuto rifiutare l'invito a partecipare alla tua
trasmissione: sei il migliore nel tuo campo e lo sai benissimo.
DON - Grazie, Dean. Non avrei mai potuto non invitarti alla mia trasmissione: sono il
migliore nel mio campo e lo sai benissimo. (Applauso registrato) Considerato il
profondo legame d'amicizia che mi unisce a Dean da molto tempo e la mia
conoscenza della sua attività, eviterò di annoiarmi parlandovene. Ti cedo, quindi,
direttamente la parola.
DEAN - Grazie, Don.
DON - Prego, Dean.
DEAN - Grazie, Don del "prego, Dean".
DON - Prego, Dean del "grazie, Don".
DEAN - Considerata la profonda conoscenza che ho della mia attività, eviterò di
annoiarmi parlandovene. Ti cedo, quindi, direttamente la parola.
Tutto il mondo è palese
DON - Grazie, Dean.
DEAN - Prego, Don.
Applauso registrato
DON - Osservando il tuo lavoro, quello che colpisce maggiormente me, come del resto
tutte le persone che non si limitano ad uno sguardo superficiale, è senza dubbio la
qualità. Una qualità che sottolinea oltremodo, come si può chiaramente evincere
da una primaria ed incompleta osservazione, anche parziale, in rapporto,
naturalmente, agli impegni passati.
DEAN - Come potrei darti torto, senza darti completamente ragione? Devo peraltro dire
che non sono assolutamente d'accordo con ciò che tu, in precedenza, hai così
chiaramente esposto. Ad ogni modo diventa indispensabile, a questo punto,
sottolineare alcune peculiarità che lo contraddistinguono.
DON - E' proprio quello a cui alludevo: le peculiarità! Infatti il concetto di qualità, a cui
accennavo prima, si riallaccia in maniera imprescindibile al fenomeno delle
peculiarità. Fenomeno, questo, che si articola secondo modalità e parametri
qualitativi, che, riferendosi a contesti più ampi, ne tracciano i contorni.
DEAN - I miei più vivi complimenti per la linearità e la sintesi con cui sei riuscito ad
esprimere, in modo limpido e conciso, l'essenza stessa del mio lavoro. Per una
comprensione globale è, però, altresì necessario sottolineare alcune peculiarità che
lo contraddistinguono.
DON - Scusa se ti interrompo, ma vorrei aggiungere una cosa.
DEAN - Prego, interrompimi pure se vuoi aggiungere una cosa.
DON - Grazie. Il concetto, peraltro assai semplice, che volevo delineare è questo:
DEAN e DON - (All'unisono) Basandosi su criteri ottimali, fatte salve le conoscenze
essenziali, l'ipotesi primordiale, di cui si parlò a suo tempo, (I due si
interrompono, si guardano, poi riprendono all'unisono) o "paleo ipotesi", (I due
si interrompono, si guardano, poi riprendono all'unisono) si può a buon diritto
convenire alle conclusioni note ai più.
S'interrompono nuovamente.
DON - Perdonami: siccome ho la vaga sensazione che stiamo esprimendo concetti
45
Tutto il mondo è palese
simili, direi che per evitare di ripeterci, potresti continuare direttamente tu.
DEAN - Ci mancherebbe...
DON - Ti ringrazio: continuerò io.
DEAN - Conclusioni riassumibili dalla locuzione internazionale: Crodal prontik,
polmos acklado u.
Applauso registrato
DON - Che belle parole!
DEAN - Non ne esistono di migliori, per esprimere con la medesima profondità tale
concetto.
DON - Hai pienamente ragione, ad eccezione, forse, dell'espressione: Frasdak beslam,
plutask bromug.
Applauso registrato
DEAN - Che frase sublime: sono senza parole.
DON - Ed è il momento giusto per restare senza parole: infatti torneremo a conversare
con il nostro ospite dopo una breve pausa. Restate con noi!
STACCO - Fra pochi istanti torneremo a trasmettere: (musica) Intervista con!
(Applauso registrato)
I due respirano profondamente e si rilassano in maniera piuttosto evidente.
DON - (Riprende con fare aggressivo) ...ma si rende conto in che grane ci ha messo,
arrivando in studio così tardi? Lei è un irresponsabile, lo sa?
DEAN - Mi scusi, ma sa... il traffico... e comunque ho telefonato per avvertire.
DON - Non mi interessa! Io non la conosco nemmeno, i miei collaboratori hanno
dovuto fare i salti mortali per procurarsi il materiale completo su di lei e per di più
la paghiamo profumatamente per la sua partecipazione a questo programma!
DEAN - Mi ascolti lei, adesso: io sono qui per fare un favore, sono una persona
notoriamente molto impegnata e se ho fatto tardi avrò avuto i miei buoni motivi...
quindi la pianti di seccarmi, O.K.?
DON - Nessuno può parlarmi così: lei non sa chi sono io!
DEAN - No! ...e neppure chi sono io!
DON - ...e neppure io!
46
Tutto il mondo è palese
STACCO - Torniamo a trasmettere: (musica) Intervista con! (Applauso registrato)
DON - Sono contento di vedere che siete rimasti con noi. Avete fatto bene: infatti
torniamo subito a parlare con il nostro ospite.
DEAN - Grazie, Don.
DON - Dovete sapere che in settimana, come d'abitudine, il mio caro amico Dean ed io
ci siamo visti per un drink ed in quell'occasione abbiamo pianificato, per il vostro
divertimento, l'andamento di questa serata. Come contributo, Dean ha portato con
sé alcune diapositive particolarmente significative, per meglio far comprendere la
complessità e l'importanza del suo lavoro.
DEAN - Proprio così. Mediante la sequenza di immagini a cui assisterete, potrete
rendervi facilmente conto delle varie fasi che caratterizzano tutta la mia attività.
DON - Benissimo. Direi, se tu sei d'accordo, che quando la regia è pronta può far
partire le immagini. Nell'attesa potresti iniziare a commentare la prima.
DEAN - Come prima immagine vedrete un grafico che rappresenta, in modo
schematico ma molto efficace, i diversi momenti che caratterizzano il mio lavoro e
lo rendono così particolare nel suo genere. Nella parte alta potrete chiaramente
riscontrare come fin dall'inizio si tenda a dare un'impronta a quello che sarà tutto
lo svolgimento successivo. (Parte la prima diapositiva. Il telaio non contiene
assolutamente nulla. Sullo schermo appare una luce bianca.) Come appare subito
evidente, l'utilizzo di disegni stilizzati permette una fruizione, semplice ma
immediata, da parte di tutti.
DON - E' sconvolgente! Pensate alla complessità del lavoro in questione e, nello stesso
tempo, alla semplicità di questa spiegazione. Direi, senza tema di smentita, che
un'immagine così innovativa sia veramente senza precedenti. Questa fotografia ci
fa veramente comprendere la grandezza dell'uomo. (Applauso registrato) Ma
proseguiamo
l'affascinante
viaggio
nell'universo
di
questo
straordinario
personaggio.
DEAN - Grazie, Don per le tue splendide parole, anche se è evidente che sono
influenzate dalla nostra intima amicizia e dalla grande stima che hai di me. Se la
prima immagine vi ha colpito, la seconda vi lascerà senza fiato. (Parte la seconda
47
Tutto il mondo è palese
diapositiva. C.S.) Questa, che non è, evidentemente, un grafico ma una fotografia,
ritrae la fase centrale, il cuore di tutta l'operazione. E' lampante come, attraverso
questo passaggio, si mettano in contatto la prima e l'ultima scansione del progetto.
DON - Affascinante, veramente affascinante. Credo che tutti si siano ormai resi conto
delle grandi difficoltà che devi affrontare per giungere ad un risultato, oserei dire...
DEAN - Ma lascia stare: non dirlo.
DON - Ma sì, diciamolo!
DEAN - Sono toccato, ma credo sia un complimento eccessivo...
DON - Ma sincero! (Applauso registrato) Dunque: il grafico precedente sintetizzava, a
livello teorico-concettuale, i vari stadi. La foto, invece, ci rende l'essenza concreta,
anche se parziale, dell'operazione. Sebbene la tua spiegazione e le immagini si
commentino da sé, credo che sia necessario fare luce su un'eventuale curiosità,
insita nella fotografia, che sono sicuro il pubblico in sala e quello da casa, come
del resto il sottoscritto, si sia posto: cos'è?
DEAN - Sono fiero che tu mi abbia fatto una domanda così specifica. Non è comunque
facile delineare, in modo sintetico ma esauriente, dettagli così secondari. Dettagli
visibili, in particolar modo, sul lato destro e sinistro, alto e basso. Nonché nella
parte centrale. Posso solo aggiungere che tutto ciò che si vede nella foto permette
di capire il valore intrinseco della mia opera.
DON - Grazie, Dean. La tua analisi è stata brillante ed approfondita come sempre.
(Pausa) Dovete, tra l'altro, sapere che, recentemente, Dean ha tenuto una breve
dimostrazione su quello che sarà il suo prossimo lavoro...
DEAN - Grazie, Don. L'ultima foto, infatti, mostra l'affluenza e l'entusiasmo del
pubblico convenuto (Parte la terza diapositiva. C.S.).
DON - Straordinario! Osservate la soddisfazione dipinta sul volto di questa folla.
(Applauso registrato) Non c'è che dire, l'ospite di questa sera non ha fatto che
stupirci! Ma se siete stupiti, e sicuramente lo siete, la vostra meraviglia si
tramuterà presto in delusione, poiché il tempo a nostra disposizione sta per
scadere. Quindi, per concludere, chiederemo a Dean di concludere.
DEAN - A questo punto non saprei più cosa dichiarare, visto che abbiamo
48
Tutto il mondo è palese
adeguatamente approfondito e analizzato ogni singolo aspetto della mia attività.
Quale ultimo contributo, posso solo aggiungere...
STACCO - Sta per finire: (musica) Intervista con! (Applauso registrato)
DON - Avete sentito? Come vi avevo anticipato siamo in chiusura! ...ma perdonaci per
l'interruzione, Dean. Dicevi?
DEAN - Stavo dicendo che quale ultimo contributo, posso solo aggiungere!
DON - Grazie, Dean.
DEAN - Prego, Don.
DON - Grazie, Dean del "prego, Don".
DEAN - Prego, Don del "grazie, Dean".
DON - A questo punto non ci resta che salutarvi, ringraziarvi per averci seguito e
ricordarvi che la prossima trasmissione ospiterà un personaggio veramente
singolare. Infatti: INTERVISTA CON tornerà con!
DEAN - Addirittura?
La luce del piazzato diminuisce di intensità
STACCO - Avete assistito a: (musica) Tutto il mondo è palese! (Applauso registrato)
Uno spettacolo di Massimo Stella e Gino Versetti. Con Massimo Stella e Gino
Versetti.
BUIO
49
TUTTO IL MONDO E' PALESE (canzone finale)
"Don't mean a thing" (Duke Ellington)
VERSETTI - Ero in giro ad indagare.
STELLA - Proprio un caso fuori del normale.
VERSETTI - L'ho risolto: l'assassino sono io.
STELLA - Sei preparato, oppure no?
VERSETTI - Sta' tranquillo: ho studiato!
STELLA - Ho notato che non noti le note da notar.
Rit.
VERSETTI - Tutto il mondo, lo sai, è palese oramai.
STELLA - Non dire assurdità: è palese la realtà.
VERSETTI - Se leggo il mio giornale non scocciar.
STELLA - Mi annoio ad aspettare, voglio parlar.
Rit.
VERSETTI - Tu forse non lo sai, il treno non passerà mai.
STELLA - Certo che lo so, ma io qui lo aspetterò.
VERSETTI - Ad Honolulu un caffè berrò.
STELLA - Ed io ad Hong Kong ho visto anche King Kong.
Rit.
VERSETTI e STELLA - Tutto il mondo, lo sai, è palese oramai.
VERSETTI e STELLA - Tutto il mondo, lo sai, è palese oramai.
LA CONVERSAZIONE (eventuale bis)
(Aprile - maggio 1993)
All’accensione del piazzato STELLA, nella parte dell’ACQUIRENTE, sta
telefonando da un posto pubblico sul lato destro del palco. Durante la
conversazione telefonica entra, dal lato opposto, VERSETTI, nella parte del
POLIZIOTTO, che, abbigliato da sceriffo stile film western, attacca un grande
cartello alla scrivania con su scritto "QUESTURA - COMMISSARIO
VERSETTI", poi si siede ed inizia a consultare alcune pratiche.
ACQUIRENTE - (Al telefono) ...O.k., o.k., tratto l'acquisto e poi vedo di farti
recapitare la merce a casa prima che inizi la festa... O.k., o.k., un quintale di
salatini; meglio un po' di più che un po' di meno. O.k. Ti richiamo dopo. Ciao.
Riattacca, poi riprende la cornetta e compone un nuovo numero. Sul lato opposto
suona il telefono del POLIZIOTTO
POLIZIOTTO - Pronto?
ACQUIRENTE - Pronto. Buongiorno chiamo per conto di Giò...
POLIZIOTTO - Per conto di chi?
ACQUIRENTE - Di Giò! L'abbiamo già chiamata la settimana scorsa per trattare
quell'acquisto...
POLIZIOTTO - Quale acquisto?
ACQUIRENTE - Ma sì: quel quintale.
POLIZIOTTO - Quintale?
ACQUIRENTE - Si ricorda? Aveva detto che si trattava di una faccenda delicata:
generalmente non vende un quintale di roba a chi non è del ramo.
POLIZIOTTO - Ah, per il quintale di roba. Sì, ricordo.
ACQUIRENTE - Temevo di aver sbagliato numero.
POLIZIOTTO - No, no: parla proprio con la persona giusta.
ACQUIRENTE - Infatti mi avevano dato proprio il suo numero.
Tutto il mondo è palese
POLIZIOTTO - Chi?
ACQUIRENTE - Giò.
POLIZIOTTO - Ma io con chi parlo allora?
ACQUIRENTE - Non importa. Parlo per conto di Giò: l'ordinazione è a suo nome.
POLIZIOTTO - Sia un po' più preciso: ho un sacco di ordinazioni qui.
ACQUIRENTE - Sì: era un quintale esatto.
POLIZIOTTO - Un quintale: fate le cose in grande allora.
ACQUIRENTE - Sì, sì: duemila persone.
POLIZIOTTO - Duemila persone? Proprio una festa insomma?
ACQUIRENTE - Sì, una bella festa. Abbiamo deciso di approvvigionarci
adeguatamente: quindi direi che un quintale è il minimo.
POLIZIOTTO - Un quintale?
ACQUIRENTE - Sì lo so che no è tanto mezz'etto a testa, ma non sono dei grandi
consumatori.
POLIZIOTTO - Mezz'etto?
ACQUIRENTE - Sì, potrebbero consumare molto di più, ma non ne siamo sicuri.
POLIZIOTTO - Ah...
ACQUIRENTE - Per il prezzo come d'accordo, allora?
POLIZIOTTO - Per il prezzo non ci sono problemi.
ACQUIRENTE - Non ci potrebbe fare un po' di sconto?
POLIZIOTTO - Farò il possibile. Piuttosto: l'indirizzo?
ACQUIRENTE - Ah, giusto: giri a destra parecchio e si fermi al 12. (Pausa) Ha scritto.
POLIZIOTTO - Si, ho preso nota.
ACQUIRENTE - Guardi, siccome abbiamo un po' di fretta, invece di spedire la merce
con il corriere, non potrebbe mandare alcuni dei suoi ragazzi?
POLIZIOTTO - Non si preoccupi: me ne occuperò personalmente.
ACQUIRENTE - Di quanto tempo ha bisogno?
POLIZIOTTO - Partiamo immediatamente.
ACQUIRENTE - Grazie.
POLIZIOTTO - Grazie a lei delle informazioni. (Riattacca la cornetta, poi la risolleva)
52
Tutto il mondo è palese
Presto, preparate una volante e tre uomini. Ho avuto una segnalazione su un
grosso centro di spaccio. (Esce)
ACQUIRENTE - (Ritelefona) Pronto, Giò? Tutto sistemato. Stanno già arrivando. Sì,
un quintale di salatini. Arrivo subito. Aspettami, mi raccomando non cominciate
senza di me. (S'ode la sirena della polizia) Ma state già ballando? Sento la
musica! Io mi sbatto per voi e tu... Giò? Giò? (Riattaccando) Ha riattaccato. Avrò
mica sbagliato numero?
BUIO
53
Sommario
INTRODUZIONE
p. II
Tutto il mondo è palese
p. 6
Canovaccio per l'improvvisazione d'apertura
p. 7
Alibi per un detective
p. 8
La stazione di Qui
p. 14
Sentite condoglianze
p. 20
Punti di vista
p. 26
L'esame
p. 32
Caffè a Honolulu
p. 39
Intervista con!
p. 45
Canzone finale "Tutto il mondo è palese"
p. 51
La conversazione
p. 52
Scarica

Tutto il mondo è palese