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La vera storia del
Mussato Gigante di Dese
Prefazione
Chi vive a Dese molto probabilmente ha già
sentito parlare del Mussato Gigante, e che in
passato, da queste parti, esistessero zanzare
giganti non è difficile da credere, dato che
anche quelle dei nostri giorni non scherzano
quanto a dimensioni. Però il fatto che la
Storia ci tramandi l’esistenza di una zanzara in
particolare, incatenata da chissà quanto tempo
sotto al ponte sul fiume Dese, ci ha incuriositi
e ci ha spinti a tentare di ricostruirne la vera
storia – o presunta tale – per poi metterla
in scena con tanto di canzoni, musiche,
scenografie e coreografie.
Le ricerche ci hanno portato indietro nel
tempo di più di mille anni, per l’esattezza
all’epoca in cui il doge Pietro Tribuno,
intimorito dalla seconda ondata di incursioni
barbariche che interessò il nostro territorio,
fece costruire un altro simbolo del paese, la
torre, e ci hanno fatto approdare agli anni ’,
gli anni del Boom economico e dell’inizio della
cementificazione delle campagne.

Il resto del racconto – per chi non ha avuto
modo di vedere la rappresentazione, andata in
scena il  giugno  nel cortile della nostra
scuola – lo si può leggere in questo libretto
che oltre al copione dello spettacolo contiene
alcuni disegni e, in allegato, un cd con la
registrazione delle canzoni di scena.
Nella realizzazione del progetto siamo stati
aiutati – oltre che dai nostri bravissimi
insegnanti – dai ragazzi dell’Associazione
Culturale Diapason&Naima: Enrico Lucchese
e Mirko Visentin per la scrittura del copione
e la recitazione, Valerio Vaiarelli per la
scrittura delle canzoni e la loro esecuzione
(anche strumentale!), Francesco Clera per
l’accompagnamento ritmico delle canzoni
(oltre che per la costruzione delle percussioni).
Allora... buona lettura e buon ascolto!
Gli alunni della Scuola Elementare
“G. Mameli” di Dese
Prima parte
La scena è già composta sulla sinistra da un fondale con disegnato il Palazzo Ducale, per metà illuminato dal sole e per metà dalla luna, sulla destra
da un altro fondale rappresentante una campagna incontaminata, con boschi e un fiume che scorre nel mezzo.
Parte la canzone introduttiva.
Questa che voi sentirete
è una storia con tante sorprese,
da secoli ormai si tramanda
la trama di questa leggenda.
Aprite le orecchie e ascoltate
oh gente di questo paese
la vera storia del Mussato Gigante di Dese.
Era un insetto normale,
doveva per forza mangiare,
soltanto che quando pungeva
la vittima poi si ammalava.
E il doge impaurito che fece?
decise di indire una gara.
«Dobbiamo catturare la zanzara!»
E allora i guerrieri più forti
si armarono fin sopra i denti,
andarono nella palude
con spade e grosse armature,
ma solo il più furbo di tutti
riuscì a catturare l’insetto
e dentro una gabbia in cima alla torre
lo mise per dispetto.


Passarono un sacco di anni
e un bimbo scoprì l’animale in prigione,
gli aprì la gabbietta e gli disse:
«Adesso ricerca la tua direzione».
Ma il povero insetto spaesato
finì in una nube di strane sostanze
e in pochi minuti si accorse di essere un gigante.
La gente lo vide nel cielo,
la caccia si aprì in un baleno,
ma il bimbo lo volle salvare,
sotto il ponte lo andò a incatenare.
«Così non farai più terrore,
verremo a trovarti senz’alcun timore.
E se non hai problemi con le offese
sarai famoso in ogni paese
il solo ed unico Mussato Gigante di Dese».
Narratore
Siamo
nel nono secolo dopo Cristo
nella Repubblica di Venezia
e la Repubblica di Venezia
allo scadere del nono secolo
è governata da Pietro Tribuno
un doge basso, magro e bruno.
Entra il doge, che inizia a passeggiare davanti al fondale col palazzo.
Narratore
Sulla sua testa aveva un cappello
con una gobba da cammello.
E voi lo sapete come si chiama
questo cappello così speciale?
Si chiama corno, corno dogale.


Tribuno assume l’espressione tipica dell’innamorato...
Tribuno
Tribuno MC
Venessia xe massa bea.
Venessia ga na beessa cussì rara
che te vien voja de starghe tacà,
che no te a moearessi gnanca un secondo,
fregandotene propio del resto del mondo.
Venessia, no so, xe cussì bea
che te vien spontaneo protegerla
tegnerla strucada, coverta, come na putea!
A ga e cai, i canai
i paeassi iluminai;
a ga un mucio de cese
altro che a Dese;
ghe xe tosi, tosate descalsi o in savate
e barche, tragheti e bancheti sfarsosi.
Rit.
Io Venezia penso sia bellissima
si mangia un pesce buonissimo.
Rit.
Io Venezia penso sia bellissima
si mangia un pesce buonissimo.
Si mormora che...
Tribuno cambia espressione, si fa corrucciato, preoccupato.
Narratore
Tribuno
Narratore
ogni note vien a luna
par speciarse soa laguna.
Ogni giorno viene il sole
a illuminarmi il corno
ma un problema, c’è un problema
io la notte non dormo.

Tutti
Eh sì, il nostro doge
non dorme per niente.
Gli han detto che dall’oriente
sta arrivando tanta di quella gente
violenta, cattiva e strafottente
decisamente strana, vestita male e puzzolente.
E che quando parla non si capisce niente.
E sta anche arrivando velocemente!
Xe drio rivar i barbari,
mi mòcari, i Ungari!
Cossa femo? Se scondemo?
Scampemo? E dove ndemo?
Dai, ma no podemo
assarghe ste tere.
El sol magna e ore...
Costruimo na tore!
Ma dove a fasemo?
Così il nostro doge
pensa di far costruire una torre
lungo le sponde del fiume Dese.
Sì, proprio la torre famosa del nostro paese
quella che dai, la vedete ogni giorno
andando al lavoro o a fare le spese!
Viva la torre del nostro paese!
Inizia la canzone e con essa la costruzione della torre, che viene posizionata
al centro della scena.

e per contrattaccare garantendosi un certo
riparo.
La pianta della torre è di forma quadrata,
e misura metri  per lato. Il basamento è
costituito da pietre provenienti dalla vicina
Altino, distrutta da precedenti incursioni
barbariche, mentre la restante parte è costruita
in cotto.
Come potete notare, la torre dispone di
una piccola porta di legno e di tre feritoie
rettangolari, attraverso le quali la scala prende
luce.
Più in alto, sotto la merlatura, quattro grandi
aperture ad arco, realizzate probabilmente in
un secondo tempo, quando la torre è stata
utilizzata come campanile.
Manca una torre nel nostro paese
per non avere sorprese inattese,
per avvistare chiunque a distanza,
per arrestare il nemico che avanza.
Per ritornare a far sonni tranquilli
e per proteggere i nostri figli,
per non dover rinunciare alla terra,
per evitare che scoppi una guerra.
Manca una torre nel nostro paese,
la costruiremo in meno di un mese.
E se poi non ci dovesse servire
la trasformeremo in un bel campanile.
Viva evviva la torre di Dese!
Viva la torre del nostro paese!
Evviva evviva la torre di Dese!
Viva la torre del nostro paese!
Finita la canzone entra il prof. Matteo De Matteis, con camice bianco, i
capelli arruffati, tipo scienziato matto. Appoggia la sua borsa, o un pacco
di carte, e inizia a parlare. In mano ha una bacchetta con la quale indica le
cose che descrive.
De Matteis
La torre, fatta costruire da Tribuno,
dodicesimo doge di Venezia, nell’anno domini
 dopo Cristo, misura dal basamento
alla sommità metri , e finisce con una
caratteristica merlatura di tipo ghibellino,
ovvero dalla forma a coda di rondine. La
funzione principale della merlatura era quella
di proteggere gli assediati dal lancio delle frecce

Il prof. De Matteis, senza salutare, riprende le sue carte e esce di scena. Nel
frattempo le due sentinelle salgono sulla torre e iniziano a guardare all’orizzonte. Lo fanno per un po’, perché si deve capire che stanno passando gli
anni.
Sentinelle
Vara ti, xe oto ani che spetemo qua sora
e no xe gnancora rivà nissuni
né Ungari, né Uni.
Qua me sa che no riva nissuni...
Tutti i bambini simulano l’arrivo violento degli Ungari pestando i piedi
per terra e battendosi le mani sulle gambe.
Sentinelle
Li barbariii! Li barbariiiiii!
Le sentinelle scendono di corsa dalla torre ed escono di scena.

Narratore
Gli Ungari noi non li abbiamo mai visti
ma solo per oggi
vogliamo immaginarceli bruttissimi
inventarci degli Ungari mostruosi...
Gli Ungari si preparano a entrare in scena da destra (lato opposto a Venezia) sfilando uno a uno e interpretando la descrizione del narratore.
Narratore
Mentre gli Ungari si pavoneggiano, da dietro la torre sbucano i soldati
veneziani.
Soldati
Ve copemo de bote!
Scoppia la battaglia, con le percussioni a imitarne i rumori.
Poi, silenzio. I soldati veneziani tornano dietro la torre e gli ungari restati a
terra vengono trascinati fuori con calma per le gambe.
Gli Ungari arrivano con i cavalli
con i capelli e la barba lunghi
con le pellicce e le pelli sporche.
Bruciano tutto, rubano tutto
saccheggiano case villaggi e castelli.
Sono terroringuardabilanti come i Gormiti®
e lasciano in giro più morti che vivi
anzi lasciano solo morti e feriti.
Narratore

Così nell’ si ferma tutto.
Grazie alla torre si è visto tutto...
niente sorprese.
Grazie alla torre sul fiume Dese
quel popolo barbaro e brutto viene sconfitto.

Entra in scena il doge, che si complimenta più volte coi suoi soldati, poi
si pavoneggia un po’ rivolto al pubblico, ma d’improvviso si incupisce di
nuovo.
Tribuno MC
Narratore
Ogni giorno viene il sole a illuminarmi il corno
ma un problema, c’è un problema
io la notte non dormo.
Ma il problema adesso è un altro
il problema è che c’è qualcosa di nuovo nell’aria
qualcosa che turba il nostro Tribuno
e tormenta e disturba la vita di ognuno.
C’è una grande epidemia di malaria
e la colpa è di una sola e maledetta zanzara.
ad acciuffare quella zanzara
avrebbe sposato sua figlia Lucrezia
la ragazza più bella di tutta Venezia.
Entra Lucrezia, seguita da uno stuolo di damigelle.
Lucrezia
Damigelle
Avete sentito?! Mio padre vuole farmi sposare
il cavaliere che catturerà la zanzara!
Sì sì, che fortunata che sei!
Una damigella Sarà bellissimo!
Lucrezia
Tutte
Mmmm... speriamo!
Ahahahahahahah!
Entra la Zanzara  e inizia a volare attorno al doge, infastidendolo.
Tribuno
Narratore
Ma mi no capisso,
ghemo pena sconfito i Ungari...
i gera bruti, ah? e i gera anca tanti!
semo stai bravi, sì sì... grassie grassie!
Ma no go gnanca fatto in tempo
a bevarme un goto de vin
che desso riva sto qua, sto mussato
grando cussì, varda na roba cussì
che però fa pi morti de un esercito de móngoi!
No no cossa gavé capio?!
i Ungari i vegniva propio daea Mongolia!
E senza perdere neanche un secondo
dovendo per forza salvare il suo mondo
il doge interviene e bandisce una gara:
il cavaliere che fosse riuscito

Restano in scena Lucrezia e le damigelle, ed entrano i tre cavalieri. Tenendosi per mano formano un cerchio con in mezzo la Zanzara , e iniziano a
girare a ritmo della canzone intonata dal banditore.
Rit:
Lalalalalalalala lalalalalà
lalalalalalalalalà...
Lalalalalalalala lalalalalà
lalalalalalalalalà...
Oggi si presenta un’occasione unica,
un nuovo pericolo minaccia la città,
e allora udite un po’ cosa vi canterò
Rit:
Lalalalalalalala lalalalalà...
Sotto ordine del doge una gara si farà:

vince chi per primo una zanzara prenderà.
Se vuoi partecipar ti devi affrettar.
Rit:
Narratore
Lalalalalalalala lalalalalà...
Al guerriero vincitore un bel premio spetterà,
la bellissima figliola di Tribuno sposerà.
Vivrà nel lusso e poi sarà un eroe per noi.
Vape
Rit:
Lalalalalalalala lalalalalà...
Narratore
Il cerchio si apre e gli attori si dispongono in fila sul fondo della scena,
guardando verso il pubblico.
Narratore
Raid
Raid
è il cavaliere che si fa avanti per primo.
Un tipo alto, magro e un tantino spavaldo.
Raid è convinto che catturare l’insetto
sia un gioco da ragazzi, una cosa da poco
e siccome fa caldo, molto caldo anche di sera
indossa la sua armatura leggera.
Vieni zanzarina mia, mussatello bello,
vieni che... ahi!!!
mi ha beccato sul collo!!!
Vape, il secondo, è molto più attento
rimane attivo tutta la notte, sveglio.
Riflette a lungo e decide
di mettere l’armatura pesante.
Sì, Vape ci va pesante.
Ma la zanzara si trova nella palude
melmosa fangosa sabbiemobilipaludosa.
Io ti prendo, non hai scampo! Oddio
sprofondo sprofondo sprofondo sprofondo
Autan è il terzo cavaliere coraggioso:
un bel ragazzo intelligente e profumato
forse un pochino appiccicoso
ma non così fastidioso.
Autan è molto attento:
ha visto che Raid è stato punto
e che Vape è sprofondato.
Perciò mette sì l’armatura più grossa che ha
ma pensa di attraversare la melma
con una zattera.
Autan (tra sé) Io sono furbo, sono insuperabile
ho messo la protezione impenetrabile
una difesa totale
per la zanzara mortale.
E adesso mi faccio una barca
con pezzi di anfore tagliate
così non sprofondo come quel tonto di Vape!
Autan si rivolge alla zanzara.
Autan

Senti che profumino di caramelle
che ho sulla pelle e... tie’! te go ciapà!

Narratore
Eh sì, Autan ce la fa
cattura la piccola e rara zanzara.
La mette in gabbia in cima alla torre...
e tra le urla degli abitanti
le feste i banchetti i brindisi e i canti
la splendida sposa Lucrezia si fa avanti.
Un attore vestito da Dante Alighieri, seduto a uno scrittoio, con una penna
d’oca in mano, ispirato dalla scena che gli sta accadendo di fianco, inizia a
declamare questi versi, facendo l’atto di scriverli.
Dante
Lucrezia tutto l’amore del mondo
e l’universo dentro la bocca
che vuole baciare l’eroe.
Che cade stanco tra le sue braccia
e piano avvicina la faccia
alla bellezza di tutta Venezia
tutta riassunta dentro Lucrezia.
E come le cose che fa succedere il sole
così intensamente la bacia.
(Le bacia una bocca che sembra che esista
solo per essere baciata.)
Come colto da sonno improvviso, Dante si accascia sopra lo scrittoio...
Seconda parte
Sulla scena c’è Dante, ancora accasciato sopra lo scrittoio, e la professoressa
Anna, che inizia a leggere alcune notizie storiche. Nel frattempo vengono
sostituiti i fondali: sulla sinistra il profilo delle fabbriche di Porto Marghera
e sulla destra una campagna abitata, con qualche casa e qualche strada (una
Dese moderna).
Prof.ssa Anna
Dante Alighieri venne colpito da un attacco di
malaria e morì a Ravenna a  anni nella notte
tra il  e  settembre .
Il Dottor Gio Batta Zampironi fondò il suo
laboratorio farmaceutico per la produzione di
fidibus e insettifughi a Mestre nel . Egli fu
inventore e primo fabbricante di quello che da
lui prese il nome di “zampirone”.
Tra il  e il , al Lido di Venezia,
Giulio Ceresole, docente presso l’Università
di Padova, sperimentò con successo il metodo
antizanzarico della petrolizzazione, consistente
nella stesura di un sottile velo di petrolio sulla
superficie di acque stagnanti così da impedire
alle larve di zanzara di risalire a respirare.
Temete che al confine della laguna ove ora regna
la malaria e la desolazione sorga un borgo? Un
villaggio? Una città? – Con queste parole,
nel  Luciano Petit invitava i veneziani
ad accogliere la sua idea di bonificare l’area
dei Bottenighi per creare il nuovo porto di
Venezia. Nel  l’area prese il nome di Porto
Marghera.


Narratore
Dalle Norme tecniche di attuazione del Piano
regolatore di Venezia del : «Nella zona
industriale di Porto Marghera troveranno
posto prevalentemente quegli impianti che
diffondono nell’aria fumo, polvere o esalazioni
dannose alla vita umana, che scaricano
nell’acqua sostanze velenose, che producono
vibrazioni e rumori».
e a Dese disemo che ghe xe ncora do sfese
pa respirar:
ghe xe l’erba, el fango e i campi par zogar.
Erba, fango, campi, acqua.
Va be’, ma anca qua xe cambià tuto,
xe restada soeo a tore de Tribuno
de fianco casa mia
e el resto xe nda tuto distruto.
E così siamo negli anni ’.
I formidabili anni ’. Gli anni del Boom.
BOOM!
Anni ’ anni del BOOM!
Anni ’ anni del BOOM!
Anni ’ anni del BOOM!
Anni ’ anni del BOOM!
In Inghilterra nascono i Beatles
e tutta la Terra canta canzoni dei Beatles.
Parte la base della canzone.
A Roma si svolgono le olimpiadi.
Esiste già la televisione.
E a Dese, vicino alla storica torre,
vivono due fratellini: Martina e Simone
figli di umili contadini.
Parte il balletto dei contadini sulla canzone rap.
Simone MC
BOOM!
Anni ’ anni del BOOM!
C’è oro cemento e lavoro...
Ma Marghera ghe el xe ris-cio che a s-ciopa
BOOM! BOOM! BOOM!
che a ne copa tuti quanti in grumo
tempo do secondi el s-ciopo, el fumo.
Tasi che mi stago qua a Dese


Simone
Martinaaa ti ga finio e ession?
dai ndemo zogar!
Simone
Ma... poareta!
Simone libera la zanzara e esce di scena.
Martina
Sì ho finito! Arrivooo!
Zanzara 2
Simone
Martina
Simone
Martina
Oi, dai che a mama no ne vede!
Vien che ndemo sora a tore!
Dai, no ti gavarà miga paura...
Narratore
Ma?! Qui sembra tutto diverso!
zzzzzzzzz...
E questa? Via bosco?! e il bosco dov’è? eh... via!
zzzzzzzzz...
via fagiani?! e i fagiani dove sono? via!
Mmmm...
Dai dai dai!!!
Non c’è più una palude che sia una
un acquitrino uno stagno...
chissà se c’è ancora la laguna!
Ma non si può, la mamma ha detto di no!
Martina scappa di nascosto, Simone non se ne accorge. Martina spia da
un angolino.
Simone
Grazzzzzzzzzzzzzzzzzzzzzz...
E questa cossa xea? Martina, cossa xea?
Martinaaaa!
Simone si trova di fronte alla gabbia
che per mille anni era rimasta lì intatta
coperta di polvere e sabbia.
E giorni di pioggia, di sole e di nebbia.
Anni di pace e anni di guerra.
Anni di mille invenzioni inventate
e generazioni passate.
E quella zanzara assassina era ancora lì viva
ma cresciuta e pentita
sì, effettivamente pentita:
ormai innocua e sfinita.

Narratore
Passano gli anni
e la zanzara scopre che il mondo
è davvero cambiato
che l’uomo se n’è appropriato...
e non esistono più gli spazi di una volta
il verde i boschi l’ossigeno l’aria
che si respirava normalmente una volta.
Non esistono gli stagni dove stare
in compagnia delle zanzare.
Esistono strade campi fabbriche e case
o nel migliore dei casi i fossi...
o i sottovasi.
Così si spinge verso il mare
ma dove il mare c’era
adesso c’è Marghera.

Prof.ssa Anna
Il  dicembre  dalla Torre C / del
reparto TD del petrolchimico una fuga di gas
contenente fosgene colpisce una cinquantina di
operai finendo nell’ambiente...
La Zanzara  entra da sinistra nascondendosi dietro un lenzuolo con delle
nuvole disegnate. Inizialmene è accovacciata e mentre si dirige verso il
centro si alza in piedi, sempre rimanendo nascosta, finché non ingloba la
Zanzara . A quel punto la Zanzara  prende in mano il lenzuolo e prosegue uscendo verso destra, lasciando scoperta la Zanzara  che per un po’
vola sulla scena, poi si appoggia sul profilo di una fabbrica.
Entra il Prof. Matteo De Matteis.
De Matteis
Il fosgene (o cloruro di carbonile) a
temperatura ambiente è un gas incolore
estremamente tossico e aggressivo, dal tipico
odore di fieno ammuffito.
Il fosgene è principalmente impiegato come
materia prima nella produzione di polimeri, tra
cui i poliuretani e i policarbonati.
Ma il fosgene è anche un veleno
particolarmente insidioso, che provoca shock e
insufficienza respiratoria fino alla morte.
Nelle storie inventate causa la crescita
immediata degli insetti, ovvero trasforma le
zanzare normali in mussati giganti.
Più o meno per le stesse reazioni chimiche
mediante le quali si ottiene il polistirolo
espanso.
La Zanzara  si stacca dal fondale di Marghera e si sposta verso la torre, le
fa due giri attorno, e vi si aggrappa.

Imbriago 1
Ou! ma cossa xéo queo?! un reoplano?!
Imbriago 2
Eh?! ma va’! el xe un elefante!
Imbriago 1
Co’ gero in Africa in guera
go visto de tuto: tigri, serpenti,
mussati giganti...
però i elefanti me par che i stesse par tera!
Entra il comandante della polizia parlando alla radio.
Comandante
A tutte le unità! A tutte le unità!
Oggetto volante non identificato a ore !
Massima allerta!
Oggetto volante non identificato!
Oddio io l’avrei anche identificato...
è un mussato... ma è sproporzionato!
Oggetto volante identificato
come mussato smisurato!
Arrivano correndo due colleghi.
Comandante
Ma questo mica ce l’hanno insegnato
a scuola di polizia, cosa facciamo adesso?
I colleghi tirano fuori un quadernone sfogliandolo nervosamente.
Colleghi
Comandante
Colleghi
Comandante
Colleghi
Comandante
Assassino...
No!
Bracconiere...
No!
Pirata della strada, spacciatore,
rapinatore di banca...
Noooo! ecco lo sapevo,
di sicuro l’han fatto quel giorno
che ho fatto manca!
Stupido! stupido! non dovevo!
Il comandante si dà pugni in testa. I colleghi lo imitano, nel senso che
anche loro gli danno pugni in testa. Escono tutti di scena.
Entra il prete con a fianco il chierichetto e, dietro, una schiera di fedeli in fila.
Si dispongono tutti come fossero a messa. Il prete inizia a leggere la Bibbia.
Prete
Dal libro dell’Esodo: []Quindi il Signore
disse a Mosè: «Comanda ad Aronne: Stendi il
tuo bastone, percuoti la polvere della terra: essa
si muterà in zanzare in tutto il paese d’Egitto».
[]Così fecero: Aronne stese la mano con
il suo bastone, colpì la polvere della terra e
infierirono le zanzare sugli uomini e sulle
bestie; tutta la polvere del paese si era mutata
in zanzare in tutto l’Egitto.
I fedeli iniziano a parlottare tra loro, con aria preoccupata.


Prete
[]I maghi fecero la stessa cosa con le
loro magie, per produrre zanzare, ma non
riuscirono e le zanzare infierivano sugli uomini
e sulle bestie...
Zanzara 3
Si sente uno sparo.
Zanzara 3
La Zanzara  arriva da dietro i fedeli e passa tra loro e il prete. Il prete, che
ha lo sguardo sprofondato nella Bibbia, non se ne accorge, mentre i fedeli,
appena la vedono, scappano terrorizzati dalla parte opposta al prete.
Questa, cari fedeli, è la Terza Piaga... Fedeli?!
Il prete guarda davanti a sé e si accorge che non c’è più nessuno, se non la
zanzara, e scappa gridando «Fedeli!!!».
Il chierichetto invece continua a non accorgersi di nulla. Rimane un po’
con il turibolo dell’incenso in mano, poi lo appoggia dicendo «Boh!».
Narratore
Da che mondo è mondo
una cosa grande e brutta fa paura
una bestia immensa e non attraente
si pensa anche sia cattiva.
Ma la nostra zanzara,
ingigantita per colpa dell’uomo,
non ha nessuna intenzione malvagia.
Vuole farsi la sua vita
specchiarsi vecchia e arrugginita
in una goccia di rugiada.
Ma cosa vogliono questi?! Sono impazziti?!
Non hanno mai visto una zanzara?
Boh io me ne ritorno nella torre,
almeno sto tranquilla!
Almeno nella gabbia nessuno mi fucila!
La zanzara alza la mano-zampa destra, imitando Amleto.

Ma la gabbia è troppo piccola
e la zanzara non ci passa,
non ci entra neanche un’ala.
La zanzara disperata
si accascia sulla cima
della torre, si lascia andare e piange
un pianto torrenziale.
Da sopra la torre la zanzara fa srotolare un rotolo di carta azzurra.
Martina
Simone
Martina
Simone
Zanzara 3
Gabbia!!!!
La zanzara, terrorizzata, sale sulla torre.
Narratore
Prete
Gabbia o fucile? questo è il dilemma...
E tutta quest’acqua da dove viene?
Simoneeeeee!!! vieni a vedereeee!!!
Cossa ti vol?! dai Martina assime star!!
go sòno! ma no ti vedi come che so ciapà?!
Guarda!
No ghe credo! un canal nòvo!
ahahaha! che beo!
ma da dove sàlteo fora?!
Simone e Martina seguono a ritroso il rivolo di lacrime finché vedono la
zanzara.
Insieme
Aaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhh!

Zanzara 3
Ma sono io! non mi riconoscete?! Sono io!
Narratore
La zanzara scende dalla torre
per farsi riconoscere,
dal suo salvatore almeno!
ma appena scesa scopre
la triste verità.
Si specchia dentro il fiume
di lacrime che ha pianto
si specchia e si riscopre:
brutta brutta, grigia grigia e vecchia vecchia...
ma anche tanto
tanto grande.
Martina
Non ti preoccupare ho già detto alla mamma
di chiamare la polizia.
Simone
Nooooooooooooo!!!!!
Sulla scena fanno irruzione gli abitanti del paese, con davanti il comandante della polizia.
Chierichetto
Tutti
Ti incateneremo sotto il ponte!
Sot-to-il-pon-te! Sot-to-il-pon-te!
Tutti assieme prendono la zanzara e la incatenano sotto il ponte. Poi lasciano la scena. Rimane solo la zanzara incatenata e terrorizzata.
Passa un po’ di tempo e Simone e Martina tornano in scena, lentamente,
con fare molto cauto, accovacciati.
Martina
Scusami tanto zanzara!
Non ti avevo riconosciuta!
Ma non temere abbiamo un’idea.

Simone consegna alla zanzara un manichino uguale a lei e degli attrezzi.
Simone
Ciapa questo vecia!
Ti ga xa capio, no? ;-)
Simone e Martina escono di scena così come sono entrati. La zanzara si
libera lasciando il manichino al suo posto. Nel frattempo parte la musica
della canzone finale.
Entrano in scena tutti gli attori, che iniziano a cantare mente la zanzara
vola libera sulla scena...
Libera di volare via
se mi va torno a casa mia,
certo qua non ci resterò,
il modo di scappare troverò!
Verso nuove avventure
io mi dirigerò,
basta con le torture,
adesso dico di no!
Rit.
Saluta la zanzara (x )
Sotto il ponte metterò
un manichino uguale a me
così la gente penserà
che sono ancora là
e invece...
Verso nuove avventure
io mi dirigerò,
basta con le torture,
adesso dico di no!
Rit.
Saluta la zanzara (x )

Elenco alunni Scuola “G. Mameli” – A.S. /
PRIMA
Bellè Susanna
Benedetti Andrea
Berengo Mathilde
Bertoldo Mattia
Bilardi Leonardo
Bison Federico
Bozzo Alessia
Checchin Marta
D’Addona Altea
Danesin Nicola
De Battista Marina
Dei Maddalena Alessia
Lanza Laura
Manao Nicolò
Manente Samuele
Moro Nicolò
Murador Andrea
Papette Anna
Raimondi Miriam
Scantamburlo Nicole
Tombazzi Sasha
Tommasini Lisa
Turazza Tommaso
Vanin Samuele
Vian Davide
SECONDA
Azzano Alessandro
Baratella Alessia
Benvenuti Federico
Bernardi Giorgia
Boraso Alice
Cappelli Linda
Chouaieb Yaser
Di Palmo Gabriele
Doro Francesco
Gregoletto Bettin Anna
Longato Irene
Lunian Desy
Manente Simone
Minello Davide
Nobile Elisa
Oddo Elisa
Pistollato Marco
Prete Emilio
Quarta Michele
Quintavalle Stefano
Rossato Francesco
Ruzza Giada
Ruzza Sara
Scantamburlo Melania
Tieppo Alessia
TERZA
Bernardi Ilaria
Chouaieb Sara
Dabalà Tommaso
Dalla Mura Elisa
Ferraresso Thomas
Lorenzi Thomas
Marini Alessio
Masato Daniele
Mirabelli Monika
Padovani Martina
Rizzioli Chiara
Rizzioli Luca
Scaramuzza Giorgia
Simoni Alessio
Simoni Nicola
Stievano Mattia
Zecchin Anna
Zecchin Giacomo
Zerbetto Ivan
Zerbetto Loris
Zuin Anna
QUARTA
Bellè Alessia
Bellemo Leonardo
Bello Giulia
Bernardi Luisa
Cappellina Giulia
Carraro Daniel
Danesin Giulia
Dei Rossi Marco
Dotto Federica
Gargiulo Desiree
Gjonaj Damiano
Iesurum Simone
Laterza Nicolò
Pau Giorgia
Pesce Simone
Rocchesso Gianluigi
Sanna Alessia
Vanzetto Liviana
Veggis Alessandro
QUINTA
Amadi Francesco
Bison Alberto
Bortolozzo Marta
Cappellesso Gioele
Chouaieb Anis
Damiani Davide
De Battista Marco
Dei Maddalena Matteo
Duse Federica
Favaretto Oscar
Maggiolo Nicola
Maghroum Mèissa
Pettenò Giacomo
Pignatto Andrea
Salvadori Matteo
Scarpa Alessia
Vanin Francesco
Vanin Matteo
Voltan Rubens
Zerbetto Martina
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