NEWSLETTER N.21 A CURA DELLA SEZIONE ATLETICA DELL’US PRIMIERO In questo numero: L’editoriale del presidente L’idoneità sportiva Il parere dell’esperto L’angolo tecnico 31 ottobre 2013 NEWS IN BREVE Con l’approssimarsi del finale di stagione, anche se per la verità mancano ancora alcuni appuntamenti importanti in cui qualcuno di noi sarà impegnato come la Maratona di Firenze, quella di Reggio Emilia e la mezza di Riva, approfitto per anticiparvi alcune informazioni e date da segnare sul calendario. Il tradizionale appuntamento di fine stagione con la cena sociale sarà quest’anno sabato 30 novembre all’Hotel La Perla, invieremo poi come di consueto l’invito scritto a tutti. Durante il corso della serata effettueremo le premiazioni di giovani e amatori che si sono particolarmente distinti nel corso dell’annata podistica. Non mancherà poi una ricca lotteria ed infine la serata proseguirà con il karaoke di …Arnaldo! Quindi segnatevi la data sul calendario. I primi giorni di dicembre inizieremo con l’attività invernale in palestra insieme alla sezione orientamento. Per gli amatori che vorranno partecipare ci saranno due giorni settimanali, il mercoledi e il venerdi dalle 17.30 alle 19.00, in cui sarà possibile trovarsi presso la palestra delle ex scuole medie Negrelli per allenarsi in compagnia. Per i giovani, dopo che gli ultimi anni non avevamo previsto attività invernale, abbiamo deciso di organizzare un allenamento settimanale o il mercoledi o il venerdi, seguiranno poi ulteriori dettagli. A dicembre, poi, inizieremo la campagna tesseramenti 2014, ma di questo poi ci sarà modo di dare le informazioni sulle modalità per effettuare il rinnovo o il primo tesseramento. Approfitto per fare un in bocca al lupo a tutti coloro che sono impegnati in maratone, mezze o altre competizioni a novembre, l’appuntamento per condividere commenti, idee e impressioni su come sono andate le gare sarà il 30 novembre. Manuel Riporto di seguito l’ultima normativa del Ministero della Salute in materia di visite medico sportive. Ribadisco il fatto che per poter essere iscritti ad una società sportiva e quindi gareggiare, è obbligatorio avere l’idoneità all’attività agonistica. ATTIVITA' SPORTIVA Quali sono le norme che regolamentano l'attività sportiva? L’attività sportiva agonistica è regolamentata dal Decreto Ministeriale del 18 febbraio 1982, mentre la regolamentazione dell’attività amatoriale ludicomotoria e dell’attività non agonistica è stata recentemente riformata dal Decreto Ministeriale del 24 aprile 2013 e dall’art. 42-bis della Legge 09/08/2013 n. 98. Inoltre si tiene conto dei chiarimenti del Ministero della Salute del 11/09/2013. Quali sono le tipologie di attività fisica di cui si occupano queste norme? Sono sostanzialmente tre, in ordine crescente di impegno psico-fisico: - L’attività ludico-motoria/amatoriale; - L’attività sportiva non agonistica; - L’attività sportiva agonistica. Cominciamo proprio dall'attività ludico-motoria/amatoriale. Cos'è, con maggiore esattezza? Per attività ludico-motoria/amatoriale si intende quella praticata da soggetti non iscritti presso società sportive o enti di promozione sportiva e finalizzata al raggiungimento e al mantenimento del benessere psico-fisico della persona. L’attività ludico-motoria/amatoriale, quindi, non è finalizzata al raggiungimento di prestazioni sportive di livello e non prevede un aspetto competitivo. Si può fare qualche esempio di attività ludico-motoria/amatoriale? Ad esempio fare jogging al parco, fare fitness in palestra, fare danza, andare in piscina o altre attività similari. Anche fare calcetto o giocare a tennis con gli amici è attività ludico-motoria/amatoriale se l’attività viene svolta al di fuori di ogni contesto di gare o competizioni promosse da società sportive. Se invece queste stesse attività sono praticate da soggetti che le svolgono presso società sportive affiliate alle rispettive Federazioni nazionali, allora si ricade nell'attività sportiva vera e propria che può essere di tipo agonistico o non agonistico a seconda dell'impegno psico-fisico richiesto. Per lo svolgimento dell'attività ludico-motoria/amatoriale è necessaria una valutazione medica con relativa certificazione? Non è necessaria alcuna certificazione medica e quindi può essere svolta in forma libera. In ogni caso, pur non essendovi nessun obbligo di certificazione medica, il cittadino può certamente chiedere un consiglio al proprio medico sull’attività che intende intraprendere. Ma non perché vi sia un obbligo in tal senso, ma solo per una valutazione di opportunità. In questo caso, a quale medico sarebbe opportuno rivolgersi? Preferibilmente al medico di famiglia o pediatra che conosce l’assistito e quindi è in grado di valutare il caso con maggiori elementi di giudizio. E se il cittadino richiede comunque al medico la redazione di un certificato? Il medico, dopo aver fatto presente che questo certificato non è necessario, può comunque rilasciarne uno dove attesta che il cittadino gode di buona salute e non ha patologie in atto. Questo certificato di “buona salute” è a pagamento? Sì, perché trattandosi di un certificato non necessario, non è coperto dal Servizio Sanitario Nazionale. Quant’è l’importo da pagare? Non esiste una tariffa predeterminata, per cui l’importo della prestazione è lasciato alla valutazione del medico che però deve farlo conoscere in anticipo all’assistito. Passiamo all’attività sportiva non agonistica. Cos’è di preciso? Il Decreto Ministeriale 24/04/2013 considera attività sportiva non agonistica quella svolta dai seguenti soggetti: - Alunni che svolgono attività sportiva organizzata dalle scuole nell’ambito delle attività parascolastiche in orario extra-curriculare; - Studenti che partecipano ai Giochi della Gioventù nelle fasi precedenti a quella nazionale; - Tutti coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, agli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che però non siano considerati atleti agonisti. Per l’attività sportiva non agonistica, come sopra definita, è necessario il certificato medico? Sì, è obbligatorio il certificato medico. Prima del rilascio del certificato, il medico, a seconda del suo giudizio clinico, può sottoporre il paziente ad un elettrocardiogramma. In caso di sospetto diagnostico o in presenza di patologie croniche o conclamate, il medico certificatore può avvalersi, secondo il suo giudizio clinico, della consulenza di un medico sportivo o di un altro collega specialista nella specifica branca. Chi può rilasciare il certificato per attività non agonistica? I medici specialisti in medicina dello sport presso gli ambulatori delle ASL o presso i centri privati autorizzati e i medici di medicina generale e i pediatri, limitatamente ai propri assistiti. I certificati per l’attività non agonistica sono a pagamento? Se rilasciati dai medici sportivi sono a pagamento. Se rilasciati dai medici di base, sono gratuiti ma solo nei seguenti casi: attività sportive parascolastiche e partecipazione ai Giochi della Gioventù nelle fasi precedenti a quella regionale. Ovviamente la gratuità riguarda la visita e la certificazione, non l'eventuale esame strumentale ECG, il cui costo è a carico del cittadino. Quanto tempo vale il certificato di idoneità per l’attività non agonistica? Ha validità per 1 anno dalla data del rilascio. Cosa deve scrivere il medico sul certificato che rilascia? Deve attestare che, sulla base della visita medica effettuata, nonché dell’eventuale referto del tracciato ECG, il soggetto non presenta controindicazioni in atto alla pratica di attività sportiva non agonistica. Inoltre il medico deve indicare che il certificato ha validità di 1 anno dalla data del rilascio. A proposito di studenti: per frequentare le ore di educazione fisica è necessario un qualche tipo di certificato medico? Assolutamente no. L'educazione fisica è una materia scolastica curriculare e, in quanto tale, la sua frequenza è obbligatoria per tutti gli studenti senza alcuna necessità di certificazione medica. Semmai il certificato medico potrebbe essere necessario nell'ipotesi contraria, cioè per chiedere l'esonero dalla frequenza delle lezioni di educazione fisica, quando lo stato di salute dello studente ne sconsiglia la partecipazione. Esistono alcune attività fisiche specifiche che impongono una particolare attenzione clinica? Sì, quando un soggetto non tesserato ad una società sportiva partecipa a manifestazioni di “particolare ed elevato impegno cardiovascolare” patrocinate da società sportive. Ad esempio: manifestazioni podistiche di lunghezza superiore ai 20 km, granfondo di ciclismo, di nuoto, di sci di fondo o altre tipologie analoghe. In questi casi, il controllo medico deve necessariamente comprendere, oltre alla rilevazione della pressione arteriosa, un elettrocardiogramma basale, uno step test o un test ergometrico con monitoraggio dell’attività cardiaca e altri eventuali accertamenti ritenuti utili e opportuni a giudizio del medico. Quali medici possono rilasciare questo tipo di certificato? I medici specialisti in medicina dello sport presso gli ambulatori della ASL o i centri privati autorizzati o i medici di medicina generale e pediatri, limitatamente ai propri assistiti. I certificati per attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare sono a pagamento? Sì, con oneri a carico del richiedente. Quanto tempo vale questo tipo di certificato? Ha validità per 1 anno dalla data del rilascio. Cosa deve scrivere il medico sul certificato che rilascia? Deve attestare che, sulla base della visita medica effettuata, dei valori di pressione arteriosa rilevati, nonché del referto degli esami strumentali eseguiti (con indicazione della tipologia e della della data dei vari test ed esami svolti), il soggetto non presenta controindicazioni in atto alla pratica di attività sportiva di particolare ed elevato impegno cardiovascolare di cui all’art 4 del Decreto Ministeriale 24/04/2013. Inoltre il medico deve indicare che il certificato ha validità di 1 anno dalla data del rilascio. Parliamo infine dell'attività agonistica. Cos'è esattamente? Per attività agonistica si intende quella attività praticata continuativamente, sistematicamente ed esclusivamente in forme organizzate dalle Federazioni sportive nazionali, dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI e dal Ministero dell'Istruzione, per quanto riguarda i Giochi della Gioventù a livello nazionale. Tale attività ha lo scopo di conseguire prestazioni sportive di elevato livello. La qualificazione sportiva agonistica, anche in base ai limiti di età, è stabilita da ogni singola Federazione sportiva e dagli enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI. Cos'è il libretto sanitario sportivo? E' il libretto strettamente personale sul quale devono essere annotati i dati dell'atleta e gli estremi delle visite medico-sportive superate. E' un documento indispensabile per l'attività sportiva agonistica, che ogni atleta deve possedere e che deve essere esibito in occasione delle visite medico-sportive. Chi rilascia il libretto sanitario sportivo? I centri di medicina dello sport delle ASL o privati accreditati al momento della prima visita medico-sportiva. Chi può rilasciare il certificato di idoneità all'attività agonistica? Esclusivamente i medici specialisti in medicina dello sport presso i centri pubblici o privati accreditati. Chi deve richiedere l'idoneità sportiva agonistica? L'alteta o la società sportiva cui appartiene? La richiesta deve provenire dalla società sportiva e deve essere redatta secondo il modulo regionale. L'alteta si deve presentare al centro di medicina dello sport con tale richiesta e con il suo libretto sanitario sportivo. Perché non può essere l'atleta stesso a richiedere l'idoneità agonistica? Perchè la valutazione del tipo di attività svolta dall'atleta e la qualificazione di tale attività come agonistica o non agonistica, spetta alla società sportiva, sulla base delle determinazioni delle Federazioni sportive nazionali e del CONI. La richiesta a titolo personale da parte del cittadino di idoneità all'attività agonistica è possibile solo per quelle attività che non rientrano sotto l'egida del CONI, come ad esempio quando un soggetto intende partecipare al concorso per allievi ufficiali e deve dimostrare di possedere l'idoneità agonistica. Come si svolge la visita per attività agonistica? Il medico specialista in medicina dello sport deve effettuare personalmente la visita medica, garantendo l'effettuazione di tutti gli accertamenti clinici e di diagnostica strumentale necessari. In altre parole, il giudizio finale di idoneità non può essere disgiunto dalla effettuazione degli atti necessari alla formulazione del giudizio stesso. In particolare deve essere effettuato l'IRI test, sotto il controllo dello specialista e monitoraggio elettrocardiografico. Per tutti gli alteti di età superiore ai 40 anni deve essere eseguito il test da sforzo massimale al cicloergometro o al nastro trasportatore con registrazione del tracciato ECG prima, durante e dopo lo sforzo. La visita può essere integrata da accertamenti, di laboratorio o strumentali, laddove il medico sportivo li ritenga necessari a chiarire eventuali dubbi diagnostici. Infine è dovere del medico sportivo informare l'atleta sui rischi per la salute connessi all'uso di sostanze dopanti. C'è un limite di età per l'attività agonistica? Come detto sopra, spetta alle Federazioni sportive nazionali e al CONI stabilire, per ciascuna disciplina sportiva, i limiti minimi ed eventualmente massimi di età per accedere all'attività agonistica. Per esempio, per il tennis l'età minima per l'attività agonistica è 8 anni; per il calcio, l'atletica leggera e le arti marziali è 12 anni; per il ciclismo 13, per il pugilato 14. Nel caso di atleti minorenni, serve il consenso dei genitori? Certamente sì. Infatti al momento della visita deve essere presente almeno un genitore. Cosa va scritto sul certificato per l'attività agonistica? Una dizione corretta è la seguente: "Si certifica che il Sig. (nome e cognome) è idoneo all'attività sportiva agonistica per la disciplina .....". L'indicazione della specifica disciplina sportiva per il quale viene formulato il giudizio di idoneità per attività agonistica è indispensabile. Pertanto se l'atleta pratica più attività sportive, tutte in maniera agonistica, avrà bisogno di distinti e separati certificati di idoneità, uno per ogni disciplina sportiva agonistica. Quanto tempo vale il certificato per l'attività agonistica? Di norma ha validità di un anno dalla sua emissione, salvo che per alcuni sport per il quale vale due anni (ad esempio per le bocce, il golf). C'è altro da sapere? L'attività motoria e sportiva deve essere valorizzata, in quanto strumento per promuovere corretti stili di vita e benessere igienico-sanitario. Il ruolo del medico, quindi, non deve essere solo quello di puro e semplice "certificatore", ma soprattutto di soggetto fiduciario che è in grado di consigliare, spiegare e suggerire le migliori scelte ai propri assistiti, soprattutto sensibilizzando gli sportivi, in particolar modo quelli più giovani, a rifuggire le tentazioni del doping. In questo senso, l'opera del medico di famiglia e del pediatra è particolarmente utile e preziosa. Antonio RACCOMANDAZIONI NUTRIZIONALI PER EVITARE PROBLEMI GASTROINTESTINALI DURANTE L’ESERCIZIO Articolo tradotto e modificato dall’originale: “Nutritional recommendations to avoid gastrointestinal complaints during exercise” di Erik Prado de Oliveira e Asker Jeukendrup; Sports Science Exchange (2013) Vol.26; No 114: 1-4 Tra gli atleti di endurance uno dei maggiori problemi che compromette la prestazione è rappresentato da problemi gastrointestinali (GI). Tali problemi rappresentano infatti una delle maggiori cause di decadimento della performance durante eventi di lunga durata. Molti avranno sperimentato la spiacevole sensazione di nausea, vomito, diarrea, dolori addominali durante un allenamento o una gara. Cerchiamo quindi di capire da cosa derivano tali problemi e come è possibile, se lo è , prevenirli. PROBLEMI GI NEGLI ATLETI Da studi passati risulta che gli atleti che soffrono di problemi GI sono tra il 30 e il 50% di quelli che praticano sport di endurance (alcuni studi parlano addirittura del 70% degli atleti). Gli sport più colpiti sono senza dubbio il ciclismo, la corsa e ovviamente il triathlon. Uno degli aspetti fondamentali è che sembra che tali problemi siano dovuti in larga parte ad una componente genetica, quindi poco controllabili con l’allenamento e con la pratica. Ovviamente i disturbi GI sono poi soggetti ad altri aspetti, quali lo stato di allenamento, il tipo di sport, i fattori ambientali quali temperatura, umidità, vento… Generalmente i sintomi di GI possono essere suddivisi in base al tratto intestinale nel quale si localizzano (tab.1) PARTE “ADDOMINALI ALTA” PARTE “ADDOMINALE BASSA” Reflusso/bruciore di stomaco Crampi intestinali Rutti Dolori al fianco Gonfiore Flautolenza Dolore allo stomaco/crampi Urgenza di defecare Vomito Diarrea Nausea Sanguinamento intestinale Solitamente i sintomi sono lievi e non pregiudicano la prestazione, tuttavia a volte possono portare a rischi per la salute. SINTOMI GRAVI In alcuni studi sono stati osservati erosioni alla mucosa e coliti ischemiche in seguito a esercizi di corsa prolungata. Ad esempio, maratoneti e triatleti possono avere perdita di sangue con le feci nelle ore seguenti la gara. Nonostante l’alta presenza di problemi GI negli atleti di endurance, l’eziologia di tali sintomi rimane ancora poco chiara. CAUSE DI PROBLEMI GI E’ chiaro quindi che le cause sono multifattoriali, ma l’ischemia GI è spesso la maggior causa di questi disagi. Altri fattori sono gli aspetti nutrizionali e meccanici. Vediamoli in dettaglio: 1. Ipoperfusione splancnica: ovvero diminuzione del flusso sanguigno negli organi addominali. Esso diminuisce infatti anche dell’80% per andare ai distretti muscolari che lavorano. Questo può provocare ischemia alla mucosa che diventa maggiormente permeabile e di conseguenza si presentano sintomi quali nausea, vomito, dolore addominale e diarrea 2. Cambiamenti nella motilità dell’apparato digerente: l’attività peristaltica degli organi digerenti è compromessa, provocando problemi nella digestione di nuovi nutrienti 3. Assorbimento intestinale: si riduce l’assorbimento di acqua e carboidrati a livello intestinale, soprattutto durante esercizi prolungati e/o ad alta intensità 4. Cause meccaniche: tali cause sono dovute ai continui impatti e/o alla postura durante l’esercizio. I sintomi sono maggiormente presenti nei corridori, proprio a causa del movimento ondulatorio del corpo. Nel ciclismo invece, i problemi possono derivare da una aumentata pressione addominale, soprattutto nelle posizioni più aerodinamiche. Con l’allenamento le cause meccaniche possono essere ridotte. 5. Cause nutrizionali: troppe fibre, grassi, proteine e fruttosio sono associate a un maggior rischio di sviluppo di disagi GI. Anche la disidratazione sembra essere uno dei sintomi. Quindi evitare di ingerire grandi quantità di fibre, grassi, latticini, proteine, ecc. può avere effetti positivi sulla prestazione. “Allenare” l’intestino ad una migliore assimilazione è possibile, provando nuove tecniche in allenamento e tenendolo in esercizio. 6. Anti-infiammatori non steroidei: l’uso di anti-infiammatori non steroidei (FANS) è stato associato ad un incremento del rischio di soffrire di problemi GI da 3 a 5 volte maggiore COME PREVENIRE I PROBLEMI GI Riassumendo quindi, i problemi GI possono essere in parte limitati seguendo alcune linee guida nelle 24-48 ore precedenti gli sforzi più intensi: Evitare i latticini: si consigliano invece prodotti senza lattosio quali soia, riso, latte di mandorla… Evitare cibi ad alto contenuto di fibre. Le fibre aiutano a mantenere la regolarità intestinale, ma se assunte prima della competizione possono provocare problemi quali diarrea e flautolenza. E’ quindi consigliata una dieta a basso contenuto di fibre i giorni precedenti l’appuntamento. Vanno bene gli alimenti bianchi (pasta, riso…). Frutta e verdura sono ricche di fibre, con l’eccezione di zucchini, pomodori, olive, uva. Evitare i FANS: aspirina (ibuprofene) o altri anti-infiammatori dovrebbero essere evitate prima della gara Evitare cibi ad alto contenuto di fruttosio: in particolare le bevande. Sembra però che il fruttosio consumato insieme al glucosio non causi problemi e possa esser tollerato in modo migliore Evitare la disidratazione: inizia la gara o l’allenamento sempre in un ottimo stato di idratazione Prova nuove strategie alimentari: ovviamente non in gara! L’ideale è trovare la combinazione di nutrienti giusti per non avere problemi e riuscire a completare la gara nel miglior modo possibile CONCLUSIONI L’intestino è un importantissimo organo anche durante l’attività fisica. I disturbi GI sono presenti soprattutto negli atleti di endurance e possono compromettere la prestazione e anche la salute degli atleti. “Allenamento nutrizionale” e scelte alimentari corrette possono ridurre il rischio di problemi GI durante l’attività fisica, permettendo un rapido svuotamento gastrico e un miglior assorbimento di acqua e nutrienti e mantenendo il flusso sanguigno adeguato agli organi. Nicola Giovanelli [email protected] GAMBE O TESTA? Per conseguire una buona prestazione agonistica che gratifichi completamente l’atleta, è necessario che tutto vada per il meglio. Conseguire il proprio primato è una grande vittoria personale, e ciò dà piena soddisfazione; e quando le cose vanno appunto bene, non ci si chiede mai se ci siano in quel momento punti deboli. Probabilmente ci saranno, ma l’euforia non li fa – giustamente - percepire. E’ quando s’incontrano difficoltà nell’esprimere il meglio di sé e le prestazioni agonistiche non sono all’altezza del proprio potenziale, che ci si chiede cosa manchi per riuscire a dare il massimo. L’analisi per la mancata prestazione porta a ricercare cause soggettive che spesso s’identificano con lacune tecniche, ma altrettanto spesso la causa del mancato rendimento può essere imputata a debolezze sul piano psicologico. Alla classica domanda se contano più i muscoli o la testa, evidentemente non c’è mai una risposta certa, sebbene sia facile identificarla. Quando si è al meglio della propria forma e si corre al massimo del potenziale, entrambi questi aspetti hanno la loro grande rilevanza, ed in questo caso non ci si pone la domanda. Il contributo dell’uno si completa con l’efficienza dell’altro. Si capisce che “muscoli e testa” hanno la loro valenza quando uno dei due è imperfetto. Un podista non adeguatamente allenato ma determinato, motivato e ben concentrato, quindi predisposto psicologicamente alla competizione, consegue la gratificazione se si accontenta della prestazione che il corpo esprime per il potenziale del momento. Inevitabilmente si troverà però a rammaricarsi di non essere stato in buona forma se il risultato cronometrico ottenuto sarà inferiore di alcuni minuti rispetto al proprio primato. All’opposto, un atleta che ha svolto una buona preparazione ma per vari motivi non si sente pronto e tranquillo nel gestire ed affrontare la tensione per l’impegnativa competizione che lo attende, e giunge sul traguardo alcuni minuti dopo il tempo previsto, si rammarica per non essere riuscito ad esprimere il meglio di sé. “Muscoli e testa” sono elementi che possono essere allenati, ma è facile comprendere come sia più semplice agire sul primo che non sul secondo, quanto meno perché è sufficiente seguire una tabella e correre. Allenare la testa è invece un aspetto più sottile, difficile e arduo, e a poco serve leggere qualche libro che spiega come fare. Per allenare la mente serve un’assistenza particolare perché si prendono in causa circostanze molto personali, che con la corsa molto spesso non hanno nulla a che fare. Capire quale sia fra i due aspetti il proprio punto debole è davvero molto semplice. Ci si deve chiedere se tra gli allenamenti da svolgere ce ne sia uno per il quale saremo disposti a fare tutt’altra cosa. In pratica, quando c’è un allenamento che si “odia”, l’aspetto debole non è lo sforzo che si deve sostenere, ma il modo in cui si interpreta lo sforzo che si andrà ad affrontare. E fintanto che nella propria tabella c’è un allenamento odioso, il punto vulnerabile per la prestazione agonistica è proprio quello mentale.