Gaspare Spontini AGNES VON HOHENSTAUFEN Grande opera storico-romantica in tre atti Libretto di Ernst Raupach Versione ritmica italiana di Caffarelli e Vito Frazzi (1954) PERSONAGGI Imperatore Enrico VI baritono Agnese cugina dell’Imperatore soprano Irmengarda, madre di Agnese soprano Filippo, fratello dell’Imperatore tenore Enrico il Leone, acerrimo nemico dell’Imperatore basso Enrico, detto il Palatino, figlio di Enrico il Leone tenore Teobaldo servitore di Enrico tenore Filippo Augusto, re di Francia, sotto le finte spoglie del Duca di Borgogna, ambasciatore di Francia baritono Arcivescovo di Magonza basso Il burgravio basso Dame, principi, cavalieri, araldi, guardie, soldati, trovatori, popolo Prima rappresentazione assoluta Berlino, 21 giugno 1829 Prima rappresentazione dell’opera innovata (versione definitiva) Berlino 6 dicembre 1837 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto primo ATTO PRIMO PARTE PRIMA Sala del trono nel palazzo imperiale di Magonza. A destra, il trono dell’Imperatore. A sinistra il seggio riccamente addobbato della Contessa Palatina. Scena I° (alza le braccia al cielo) L’Imperatore, Filippo, principi tedeschi, l’Arcivescovo di Magonza, prelati, Irmengarda circondata dalle dame, cavalieri germanici, Marescialli dell’Impero, Araldi. Più tardi il Burgravio. Delle bandiere la vittoria sia e chi sul campo sarà di Cristo un soldato trionferà. CORO Rifulga con l’aquila splendente la gloria del Sacro Impero. Invitta s’inalzi l’insegna superba che Iddio ci diè. Dei Volsci sul campo, minacci rovine e guerra tremenda distrugga, abbatta i loro castelli, né abbia pietà! Apporti sciagure a tutti i nemici e rechi ai fedeli lo scudo protettor. Rifulga con l’aquila splendente la gloria del Sacro Impero. Invitta s’inalzi l’insegna superba che Iddio ci diè. Dei Volsci sul campo, minacci rovine e guerra tremenda distrugga, abbatta i loro castelli, né abbia pietà! Apporti sciagure a tutti i nemici e rechi ai fedeli lo scudo protettor. IMPERATORE (con la spada in pugno) Giurate al suono delle trombe guerriere le insegne seguir del Sacro Impero. Orsù, correte a conquistar il trono di Sicilia. IRMENGARDA E FILIPPO S’accorra compatti e uniti a conquistar il trono di Sicilia. CORO Rifulga con l’aquila splendente la gloria del Sacro Impero. Invitta s’inalzi l’insegna superba che Iddio ci diè. Dei Volsci sul campo, minacci rovine e guerra tremenda distrugga, abbatta i loro castelli, né abbia pietà! Apporti sciagure a tutti i nemici e rechi ai fedeli lo scudo protettor. IMPERATORE Consacri l’Arcivescovo le nostre armi! CORO DI DAME Sia mite il core pei deboli, per gli umili, le donne. I pargoli protegga il forte vostro braccio e vittoria arriderà al vostro valor. ARCIVESCOVO Discenda la benedizion dal cielo sulla giusta e santa ragion CORO IMPERATORE E sia. Tancredi, Re di Sicilia, non è più, e per quel trono noi dobbiamo lottare. L’imperatrice e nostro zio Corrado coi loro eserciti oltr’alpe già l’aiuto chiedon delle nostre armi. Ma prima ancora di inviarle, rinnovo contro Enrico, Duca dei Sassoni, e dei Bavaresi e contro l’intera schiatta dei ribelli dell’Impero, l’anatema! ARCIVESCOVO Disonorata l’insegna è del Leone (Il Burgravio stacca dalla parete la bandiera di Enrico il Leone, la straccia e la calpesta) FILIPPO (tra sé) Infelice amico! IMPERATORE Sebbene vecchio ei sia del Guelfi il capo, eluso il bando, quel ribelle, giunto è d’Inghilterra ed or dai suoi raggiunto. (movimento generale di sorpresa) A noi si schiera controi e osa in campo aperto sfidare!… Giuriate su quest’elsa punire il traditor! Lottar pel mio diritto! PRINCIPI Il sacro diritto noi giuriam difendere dell’Imperator. 1 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto primo IRMENGARDA IRMENGARDA Mio alto Signor, pria che tra gli Hohenstaufen e i Guelfi questo atroce odio divampasse, Agnese al più giovane dei Guelfi, Enrico, fu promessa per voler del vostro genitor. Deve ora l’anatema l’union spezzare? (Ah, figlia mia!) Eppur abbandonato in terra lontana, misero, stretto fra’ ceppi, langue uno dei principi a noi più caro, anch’esso sangue del nostro sangue. Ora per salvarlo aiuto a voi chiedo; meco implorate grazia! IMPERATORE DAME Non l’anatema l’infrange… il mio voler da tempo l’ha spezzata! Pietà, Signore, noi vi preghiamo.. Legato è il prende d’Agnese al cor, alla sua vita. Via, clemente siate, non meritò tanto rigor. FILIPPO (Con fuoco) (Trombe interne) Scordate che il mio fratello d’armi per voi combattè e la corona a conquistar v’aiutò? Pei vostri diritti bagnò le mura di Napoli col sangue. ARALDO IMPERATORE Sia benvenuta. Andate ad incontrarla. Or qui di Francia è giunta un’ambasciata. IMPERATORE Io pur ricordo che egli poi m’abbandonò e contro il Re di Francia armò la mano pel prigionier Riccardo, l’avversario… (Sale sul trono. Irmengarda e le dame tornano ai loro posti) IRMENGARDA Scena II° Bandito voi l’avete, ed ora in carcere ei langue, in Francia, ferito e abbandonato. Paggi, Trovatori, Cavalieri di Francia, quindi il Duca di Borgogna col suo seguito IMPERATORE PAGGI E TROVATORI (bruscamente) (inchinandosi all’Imperatore) Or basta di lui! Potente sovrano, clemente monarca. (ai Principi) (inchinandosi a Irmengarda) V’è noto per chi giuraste! Noi rinnoviamo il sacro giuramento: giuriamo! Soave Signora, di grazie regina, un salve vi porge il canto. Giulivi canti salutano voi. E a quanti uniti siete in splendida accolta, prodi cavalieri, deliziose dame, omaggio presentiamo col dolce suon del liuto. IRMENGARDA DUCA DI BORGOGNA PRINCIPI Ascoltate d’una madre angosciata la parola ardente, ascoltate… Su, eroi di Germania, innalzate le bandiere oltre le nevose cime; dell’Italia le frontiere aprite al nostro Imperator. E via, coi segni di vittoria conquistata col valor; la gloria sia il premio vostro; alzate le bandiere in segno di vittoria oltr’alpi e oltre il mar. PRINCIPI Ad aprir le vie d’Italia! Siamo pronti a lottar per l’Imperatore! 2 La Maestà Imperiale saluta il Re di Francia, invitto mio Signore. IMPERATORE Grazie rendiamo al vostro Signor. IL DUCA (Consegna una pergamena all’imperatore) Il mio sovrano invia per mia man, lo scritto che ora porgo a Vostra Maestà. (a Irmengarda) Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto primo IMPERATORE Invia questo dono il mio Signor, gradito vi sia. (ai principi) IRMENGARDA Il nobil Duca di Borgogna, la sua Corte e i principi invito ad una festa. Con gioia, Signore, da mano di tanto valor. DUCA In questa corte impera sol la grazia. IRMENGARDA (al Duca) Qui l’ospite voi siete più gradito. PRINCIPI E CAVALIERI TEDESCHI Benvenuto siate, Signor, e voglia il Cielo che piaccia a voi la nostra terra ospital. Graditi e benvenuti ospiti; alla Corte del nostro grande Imperator, siate voi ben accolti in amistà. DUCA (Tutti escono) Possa ben presto unirci un vincolo d’amor. Scena III° PAGGI E TROVATORI Potente sovrano, clemente monarca. Soave Signora, di grazie regina, un salve vi porge il canto. Giulivi canti salutano voi. E a quanti uniti siete in splendida accolta, prodi cavalieri, deliziose dame, omaggio presentiamo col dolce suon del liuto. PRINCIPI E CAVALIERI TEDESCHI Graditi e benvenuti ospiti; alla Corte del nostro grande Imperator, siate voi ben accolti in amistà. DUCA DI BORGOGNA Orbene, in nome del Re di Francia, udite una preghiera ancor. Allor che fu vinto il guerrier Enrico “Il Leone” in sanguinosa lotta, cadde in nostre mani suo figlio che, disarmato, tratto prigioniero, vicino a morte coperto di ferite, il Re accolse. Egli onorava del nemico il gran valor, ed ora confida che, perdonato, ritorno faccia in patria. IMPERATORE (con ira) Restano in scena Filippo, Enrico (travestito), e alcuni trovatori sul fondo della scena. FILIPPO (Con dolore ed estrema agitazione) Fratello crudel! Tu, d’una madre il pianto, d’un amico i prieghi esaudir non vuoi? Perfin la grazia che il Re di Francia chiese per l’infelice Enrico hai rifiutata! Egli ferito, in carcere si spenga… ENRICO (a parte) A chi affidar poss’io le pene del mio cor? (guardando il liuto) A te, fedele amico dal dolce suon consolator. FILIPPO (fra sé) Ah, qual voce è questa mai?… ENRICO Invan si chiede pel ribelle grazia. Ormai l’anatema pronunciato fu! Ma colei che adoro, ove trovar poss’io? Ove veder poss’io la soave fanciulla per dirle l’ardente desio dell’alma mia… IRMENGARDA E FILIPPO FILIPPO (a due) Misero Enrico!! (fra sé) Ah, costui che canta è un trovator di Francia che segue il Duca. Qui egli vien. 3 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto primo ENRICO …A chi fidar poss’io le pene del mio cor? A te, fedele amico dal suon consolator…. FILIPPO Ah, che tristezza… Forse d’Enrico nuove egli sa… Eppur m’è nota questa voce, mio Dio, un dubbio or m’assale. ENRICO (alza la sua visiera) FILIPPO Ciel! È proprio lui! ENRICO Ah, sì, son io! FILIPPO Caro fratello in armi, fra queste mura ove morte t’aspetta!… ENRICO Mi rifugio fra le braccia di un amico!… FILIPPO (con ansietà) Ma come dal carcere fuggir potesti con questi vestiti?… ENRICO (con disperazione) O Ciel per lui! Pel Re di Francia dovrò dunque rinunciare alla mia vita, al mio sogno d’amor? Ah, no, giammai rinuncerò a lei, al bene mio, giammai il suo viso amato più non rivedere! Lo sguardo soave dovrei dunque fuggire? Perché, perché dovrei scordare tutte le gioie e le delizie della mia giovinezza? Ah, non sia giammai! Quest’occhio inebriato già scorse un paradiso, ed or dovrei rinunciare al solo mio bene, a questa gioia del mio cor? Non v’è spada, no, non v’è spada e non v’è fuoco al mondo che da lei può dividere il mio core innamorato. Chi divider ci potrà? Contro tutti il mio amor difenderò… FILIPPO Non darti in braccio alla disperazione, e pensa a fuggire!… ENRICO Andiam da Agnese. FILIPPO Fuggi!… ENRICO (al colmo della disperazione) ENRICO Ah, crudele amico, tu ancor resisti a me. Mi vuoi veder morire… Tu lo saprai. Or presso l’amata, presso la cara Agnese, deh, mi conduci… FILIPPO FILIPPO Sia pur come vuoi tu!… Andiam da Agnese. Non sai che rinnovato a te fu il bando? Tu sei perduto!… ENRICO ENRICO (L’abbraccia) Alcun non mi vedrà… e poi non ho timor, tutto m’è noto già! Andiam: dalla mia Agnese, deh, mi conduci… FILIPPO FILIPPO Non sai? Di Francia l’inviato (ahimè) la man di lei richiese pel suo Re… 4 Amico fedele Il giuro lo rammento: quando noi, di sangue intrisi in crudo amplesso di morte, giurammo uniti insieme la fedeltà dell’armi; lo stesso giorno amico diventai… ENRICO Quando noi, caduti insieme sull’orrido campo di lotta la mano con stretta fraterna ci demmo, del cor la legge santa segnò le sorti dell’esi- Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto primo stenza mia e il patto fu santo che forte ci unì. più non vedranno! (a due) IRMENGARDA Nel crudo amplesso della morte noi giurammo insiem. Il nodo che ci strinse ci terrà per sempre uniti, e la morte sol potrà dividere i nostri cor, la morte sol potrà spezzar la nostra fedeltà e avvinti assieme ci troverà… Ed ora qui ancora rinnoviamo il giuramento che sempre uniti per la vita ci terrà. Se potessi conforto a te recar; ma, ahimè, non può che dividere tanto dolor il cor materno ancor. AGNESE PARTE SECONDA Solo in te io trovo pietà, altro conforto per me non v’è! Lascia che io riposi fra le tue braccia dove il cor disperato sempre pace avrà e sol conforto troverà! Scena I° IRMENGARDA Sono in scena Agnese e alcune ancelle. Benedetto Iddio ti ispiri, mia tenera figlia, fiducioso abbandono al suo voler. Egli ti dia dolce speranza che esaudita sarà la fede tua ed appagato il tuo desir. Stanza di Agnese. AGNESE Quando la brezza il volto mi sfiorava io le dissi: “Porta al mio bene, col mio saluto il palpito del cor”. A me rispose: “Sostar non posso; campi e prati e fiori aspettan la mia carezza, non posso il tuo messaggio al bene tuo recar”. E fuggì! AGNESE E ANCELLE Sì, ahimè, presso i fiori se ne andò via veloce ed al mio amor non parlò.… AGNESE (a due) Madre mia confidar vo’ in lui che sorregge e conforta dei miseri le pene, le ansie e il vacillar. Verso il cielo volgerò lo sguardo mio, troverò nelle fede conforto al cor. Dell’amato Enrico la vita conservi il Ciel… e la sorte a me sia propizia. Egli ridato a me sarà. Quando vidi nel mar rispecchiarsi la mia persona, dissi all’onda: “Prendi il mio viso, lo reca all’amato bene”. L’onda rispose: “Io debbo andare e questo tuo messaggio recare al tuo bene non posso, perché col mar io voglio danzar”. E fuggì. Figlia mia confidar vo’ in lui che sorregge e conforta dei miseri le pene, le ansie e il vacillar. Verso il cielo volgi lo sguardo tuo, troverai nelle fede conforto al cor. Dell’amato Enrico la vita conservi il Ciel… e la sorte a me sia propizia. Egli ridato a te sarà AGNESE E ANCELLE Scena II° Solo il pensiero può volare all’amato: altro messaggio alcun non può recar AGNESE Voli dunque il pensier a caro ben! (Entrando Irmengarda fa cenno alle ancelle di uscire) Enrico vestito da trovatore, quindi Filippo. ENRICO (fra sé) Agnese! Oh Dio ringraziarti come poss’io? IRMENGARDA IRMENGARDA (non lo riconosce) Il tuo liuto ho udito pianger. Ah, un trovatore? Chi sei? AGNESE ENRICO Esso piange il più fedele amico che i miei occhi Mi riconosci tu? 5 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto primo IRMENGARDA Ciel! Enrico qui… AGNESE Enrico, Enrico, oh, Dio, già sento mancar la vita… ENRICO Agnese, angelo mio… (a Irmengarda) Oh, buona madre mi perdonate. (ad Agnese) Tu Agnese, deh, mi perdona, diletta, amata… poiché non potevo vivere senza di te… io son tornato… veglie invan! FILIPPO Sen volan gl’istanti, su via, andiam. Presto, andiam. Fuggiam di qui, m’assale tosto un forte timor. Protegga il Ciel benigno con l’ali d’oro i vostri dì. O triste incanto questo! Nel suo sogno è raggiante e non ha timor. AGNESE, IRMENGARDA E FILIPPO (a tre) O gioia che inebria il cor e placa il timor. Raggiante sogno d’amor, che inebria il cor. ENRICO Invano i lieti istanti già fuggiron e l’ora dell’addio è giunta… IRMENGARDA E AGNESE AGNESE Oh, qual contento, qual felicità! Ancora abbandonarmi? FILIPPO (Trombe sulla scena) (con agitazione) FILIPPO Ah, ti ritrovo alfin! Ahimè, triste sorte, ché d’ogni parte periglio ne minaccia! Prudenza, prudenza, Enrico, sinistra minaccia incombe su te, su tutti noi: m’assale timore in cuore, io tremo, palpito per voi! Ascolta: echeggia il segnal, fuggi via. AGNESE E ENRICO (a due) Per me ancora sorge l’aurora dall’ombra dell’oscura notte. ENRICO Vo’ al campo di mio padre. IRMENGARDA Tu qual nemico? Mio Dio!… AGNESE Io morirò se tu cadrai. IRMENGARDA FILIPPO A te sol pensando, a te lontano, la preghiera saliva al Ciel con la speranza di rivederti un dì. Or giungono, presto, addio! AGNESE E IRMENGARDA Quest’abito mi salva. (a due) O quante volte il mio pensier pregando ti seguì nell’ansia, nel periglio, lontan da me! Enrico amato, sempre ho pregato per te! ENRICO Vita mia, per me sorge l’aurora vicino a te; sereno è il core; mio sol conforto. Agnese mia! Un sogno questo lungamente atteso nelle 6 ENRICO IRMENGARDA, AGNESE Presto, addio! (Enrico parte) Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto primo Scena III° CORO PRINCIPI Non v’è mercé. Il pianto orsù tergete ormai ché la prudenza sol vi salverà! Condurvi dobbiamo, signore, alla festa. CAVALIERI AGNESE È l’ordine questo. Oh madre mia, soccorrimi, spezzato ho il cor!… Non reggo più, o madre… IRMENGARDA IRMENGARDA Andiam! Con voi, siam pronte. CORO In questo istante abbiamo appreso una nuova allarmante: al Reno si avvicina senza tregua Enrico “il Leone”. AGNESE, IRMENGARDA, FILIPPO (a tre) Fa’ core, non lagrimar, o figlia… PARTE TERZA Salone da ballo nel palazzo imperiale di Magonza Scena I° CORO A vendicar la grave offesa dell’Imperatore ei cerca alleati. In catene avendo il figlio e pur essendo posto al bando, vittoria spera di trovar! Risplendono intorno, di luci radiose, dorati riflessi di tremolanti faci, che incrociano i raggi come gli astri cadenti. Da cento e cento porte d’oro la folla accorre lieta e come s’ammantan di fiori i prati, le sale si adornan di bei colori. da regni antichi, calmi e fatali, son giunti a noi, per danze gaie, folletti e silfi che, giulivi, sembran scesi e vagan nel mondo del sogno qual mito d’un’era d’oro. FILIPPO CAVALIERI FRANCESI Che tremendo messaggio! CORO Se pace ottenessi! Ah, guerra funesta! IRMENGARDA Crudel dissidio è questo! AGNESE E IRMENGARDA (a due) Mio Dio salva Enrico/Agnese! CORO Agnese dovrà Enrico scordare,, salvarlo ormai nulla vale, respinto con l’armi sarà! AGNESE Oh, madre, soccorrimi, chi salvar dalla morte il mio bene potrà? IRMENGARDA Frena il pianto, nascondi le pene in cor; prudenza sol ti può salvar! O sole, luce, gioia, di vita animatore, sii benigno a noi, astro d’oro lucente che splendi da lontano; la face tua fulgente da stelle coronata infiamma i nostri cor; coi raggi dorati illumina la nostra terra. Scena II° Imperatore, Irmengarda, Agnese, il Duca di Borgogna, Filippo, poi Enrico con maschera sul volto. IMPERATORE Più intensa ancor deve fluir la gioia, qui salutar potete d’un Re la sposa (Indica Agnese) Il re di Francia chiesto ha la sua man. Noi e il padre vi acconsentiamo. AGNESE Oh, madre, ascolta quale condanna atroce! 7 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto primo IRMENGARDA Agnese, frena il tuo dolor, la sorte chi piegar potrà? da mano mortale. Ma la mano dei forti distrugger può quel destino che mano mortale crudele creò. ENRICO DUCA O ciel, maledetto sia chi ordì le infauste nozze! (a Agnese) FILIPPO Ah, nemmeno ascoltare volete il mio detto? La dolce speranza voi mi togliete. Ah, misero amico, chi potrà sottrarti a tal destin? DUCA DI BORGOGNA Che vedo? Stupor sui volti, tal notizia inaspettata, nei cuori suscitò! AGNESE Oh, vi prego, calmate, cessate di chiedere ancor. Lasciatemi dunque tacer. DUCA IMPERATORE Ah, crudele è il vostro rifiuto se invano imploro la vostra bontà Agnese, Regina, i nostri omaggi vi offriamo. AGNESE (inchinandosi ad Agnese) CORO Oh Principessa, fortunato evento… Non turbate il mio cuor, non prendetevi gioco di me; or tornate alla festa, signor. IRMENGARDA E FILIPPO PAGGI E TROVATORI FRANCESI (a due) La Francia cinge la fronte tua soave col serto della gloria, coi suoi dorati gigli, col cuor de’ figli suoi. Infiora la corona che ancor più s’abbella con la grazia tua e le virtù più care. Strano inver il contegno di quel cavalier che gli usi di corte non sa. IMPERATORE Orsù, si danzi, la festa s’incominci. (danza dei Tritoni al seguito del Reno) CORO Su! Su! con l’antico canto si vuol ballare, marcando il tempo al cadenzar del passo con la bella danza popolar! Vaghe onde chiare chiudon ora il cerchio d’or! I canti della nostra patria or ci fan danzar, l’antico canto risuoni della patria ognor. Risuoni d’intorno il ritmo scorrevole, gagliardo passo ben lo cadenzi. Viva gioia sua tra noi; orsù danziam, orsù danziam! (La danza si sposta verso il fondo e sul lato opposto ad Enrico, mentre l’Imperatore esce.) ENRICO Ahimè! Io son perduto! Il bando è dichiarato; se l’alma è annientata, la vita è spezzata; Strappiamo il legame che unite le tiene. Non è in eterno segnato nel cielo, crudele destino creato 8 CORO Evviva, evviva il dator di tanta gioia. Sempre lodiam con plausi, orsù, il nostro Imperator! Fiorisca, risplenda l’antico emblema, la quercia possente di Hohenstaufen accresca le forti branche e salga al cielo. FILIPPO E IRMENGARDA (a due) Più vicina ancora la maschera vien. ENRICO Ah non posso più tacer! Chi mi può frenare? DUCA (a Agnese) Le vive pene del mio cor vi son palesi. Sincero sono, perché fuggir volete ancor? AGNESE Confusa son, perplessa! Non so che cosa poter rispondere a queste insidiose parole d’amor! DUCA Agnese, ascoltate, per pietà, un solo istante ancor! Le vive pene del mio cor son molte! IRMENGARDA E FILIPPO (a due) Vien più vicina la maschera e par che voglia attenta ascoltar. ENRICO Ah! m’avvenga il furor; chi può mai frenar lo sdegno? DUCA Le pene del mio cor sono molte e tutte le speranze mie son riposte in voi, mia cara Agnese!. CORO Salga alle stelle e sempre più alto risplenda fulgido il segno di pura virtù. DUCA Non lasciate ch’io disperi della vostra grazia e del vostro affetto che posson ridarmi la vita. AGNESE DUCA Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto primo (altezzoso) Non un detto sol! ENRICO (minaccioso) M’ascolterete! N’andasse della mia vita! DUCA Ma chi siete voi che osate parlare con me? (Si rivolge ancora ad Agnese) Agnese, un solo istante vi chiedo ancor per palesare il cor… ENRICO (urla) Miseria mia! AGNESE Su, presto, andiam, andiam! ENRICO (al colmo della disperazione) Lasciate, di grazia, ch’io per ora non risponda a tanto ardor. Perché assalirmi con tanta insistenza? La prudenza usate, qui ognun ci guarda. Presto, andiamo, andiamo insiem!. Del diritto del Re voi ora abusate. IRMENGARDA ENRICO Sempre più s’avvicina la strana figura e sempre con vivo impegno dietro a lor. FILIPPO Si avvicina sempre più e ascolta. (La danza qui diviene confusa) ENRICO DUCA Menzogna vile! Chi siete voi? Francese non son, né seduttor!. DUCA Osate un popolo insultar? ENRICO Vergogna a voi! Segnato è il mio destin! più finger non so. A tal contegno risponderò! Ah, orsù, conosca il pensier mio! DUCA (Affronta il Duca) ENRICO Duca, vorrei parlare con voi! Insulto a me? Ritrattar dovete! Se fossi in un altro luogo la mano mia cadrebbe su te! CORO Che ardir! Cavaliere audace! 9 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto primo DUCA DI BORGOGNA (rispondendo ad Enrico) No! CORO T’arresta, o fellon! (rientra l’Imperatore) IMPERATORE Che mai seguì? FILIPPO (strappando la maschera ad Enrico) La maschera or togli e ti rivela. TUTTI Oh, ciel, Enrico! AGNESE E IRMENGARDA Mio Dio, pietà! FILIPPO L’amico mio! DUCA Il prigionier! IMPERATORE Il traditor! CORO Che mai sarà? IMPERATORE IMPERATORE Che? Al Reno è già il fiero Leon che con audacia osa affrontar?… TEOBALDO Di quanto il padre fa, nulla ei sa; lo giuro! ENRICO (fra sé) O padre mio, tu uccidi il figlio tuo! IMPERATORE (rivolto ai principi) Il giuramento io ricordo a voi. Trabanti, sia tratto in ceppi! TUTTI Ah!, ah! IMPERATORE La scure farà giustizia. PRINCIPI E CAVALIERI No! Non la scure, ma spetta a noi decider la sorte sua! Spetta a noi! IMPERATORE No! Egli è reo! Sia fatto il mio voler! ENRICO Io sono innocente! Dio m’è testimone! IMPERATORE Non più! Perduto sei! Tu qui? Evaso bandito e nostro traditore! Ora assassino!… TUTTI (Entra in scena il Burgravio con Teobaldo, fra due guardie) IMPERATORE Pietà, Signore! Per lui pietà! BURGRAVIO Udite; è questo il mio voler: rinchiusa in un chiostro sia Agnese. … e ora nemico. È qui il messaggio del Leone al figlio suo. PRINCIPI (consegna un foglio all’Imperatore) ENRICO Qui Teobaldo, il vecchio fido. 10 È nostro il diritto di giudicar! IMPERATORE Se osasse affrontar, qualcuno, l’ira nostra la vindice mia man saprà colpirlo a morte! Sap- Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto primo piate or tutti voi che saldo è il mio voler e alcuna forza mai potrà opporsi al mio poter. L’eterna notte della morte meritò il proscritto col suo tradimento. IRMENGARDA E FILIPPO (rivolti all’Imperatore) Punir con crudeltà non devi questo giovane che per amore osò la cruda morte sfidare. Non infierir su lui, che degno è di perdono, pel giovin core, pel suo valor, pel sangue di sua nobile generosa ed eroica famiglia che te sul trono fece salir, che soltanto or t’avversa. DUCA Non segua al rio delitto incauta punizione. Io debbo vendicarmi e vendicar la Francia. Lo sfido! Seguirà l’esilio, poi l’estrema sanzione: or spetta a me la punizione, spetta a me che son con la Francia offeso, a sangue nel mio onor. AGNESE E ENRICO (a due) Chi si può fidare ancor nella speranza che un angelo in cielo protegga quest’innocente? Non reggi a tanta ambascia povero cor afflitto che palpiti d’amor, e, trepidando senza tregua nello spasimo, ria morte, vedi intorno a te, che ti guata ormai inesorata. CORO Come presto sopraggiunge il dolor là dove era gioia! Si chiude triste il dì che pur dianzi trascorreva lieve e dolce in letizia! Or svanì la gioia, forse il nuovo albore ci porterà un altro duol che nuovi affanni a noi darà! PRINCIPI Ben presto noi ci incontreremo ancora; or state all’erta e sempre pronti ad ogni evento che domani si potrebbe compir. PRINCIPI TUTTI Chi mai potrà l’abuso tollerare? Tutti uniti l’insulto andiamo a vendicare. È nostro il diritto, il privilegio di giudicare. Nessuno ci può togliere questo diritto senza offendere la libertà. Sacra e intangibile è la libertà. Si chiude triste in duolo il giorno che bello e lieto a noi s’apriva! A nuovo duol domani l’aurora forse ancor ci desterà! 11 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto secondo ATTO SECONDO PARTE PRIMA ENRICO Prigione nel castello di Slahleck Iddio ti protegga! Enrico, Teobaldo, indi il Burgravio. Enrico ad un’inferriata che guarda sul Reno. Al centro una botola TEOBALDO Scena I° ENRICO Al ciel l’anima mia!! (Salta all’inferriata, la squassa, vi s’infila e scompare) Tranquille e placide scorrono l’onde del Reno ignare d’ogni dolor. Le stelle splendon già nell’arco del cielo e non san vedere il mio penar. L’umana ambascia può forse turbare la pace del ciel? L’onde posson sentir la tristezza del cor che tregua non ha? Ah! Non v’è pietà per me che son legato ad un destino crudel! Sospiro la notte e il dì senza pace mai. A lei è rivolto il mio pensiero costante, or la vedo nel pianto e la pena allora invade il cor per quel pianto, che offusca quell’occhio amante, ah! perché mai non potrò spezzar le catene che mi tengono legato al mio martir? Dovrò qui dunque morte subire senza pugnare? Fuggir! No! Di principe or la parola mi obbliga a restare. ENRICO (La botola si apre ed emerge Teobaldo) La sorte vostra sceglierete voi. Teobaldo qui? (gli consegna un foglio) TEOBALDO ENRICO Iddio ti protegga! O Dio, proteggilo! Fa che egli giunga in salvo. (Entra il Burgravio con due Trabanti e un ufficiale) BURGRAVIO (ai Trabanti) State in guardia! ENRICO Siete voi della mia sorte i messaggeri? BURGRAVIO O misero signor, la vostra voce ho udito. Dalle mie catene mi liberai… Che? Il bando, l’esilio mio per sempre? Più non rivedere l’amata mia Agnese? No, io rifiuto! ENRICO BURGRAVIO Perduti entrambi siamo! Questo hai fatto, o padre mio! È la morte! CORO INTERNO Maledizione su lui, sopra il tiranno! Aprite! - Chi va là? - Ghibellini! (Strappa il foglio) ENRICO È questa la mia scelta! Questo è il grido, il grido di morte. Ah! mai più Agnese io vedrò. BURGRAVIO TEOBALDO (guardando all’inferriata) Al Reno io vo, laggiù da vostro padre! Vi salverò! Vi salverò! 12 ENRICO (spezza sul capo d’Enrico un’asticciola bianca) E muori! (all’ufficiale che esce) Va’, l’Imperatore decise! Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto secondo (A Enrico) PRINCIPI Vien con me. Or dove ha nascosto, di’ tu, la preda il tiranno? Noi vogliam saper, vogliam veder! ENRICO E dove mai? BURGRAVIO A morte! ENRICO (come in estasi) Agnese! Nell’occhio tuo divino la gioia del paradiso io certo più non vedrò poiché ti lascio nel dolor! Ma verrà un giorno che uniti insiem saremo! Se divisi in terra noi fummo, lassù nel ciel al ridestarsi a nuova vita ci troveremo! Per sempre uniti saremo! BURGRAVIO Orsù, andiamo, a morte! A morte! CORO INTERNO All’armi! All’armi! Soldati, di qua! BURGRAVIO Su presto! Andiamo al tuo destin! I Principi son questi. (Enrico, fra le guardie esce dalla botola) BURGRAVIO Io nulla so! PRINCIPI Che?… La morte forse ghermì la sua vita? Noi vogliamo veder… vogliamo saper. BURGRAVIO Non posso dire… PRINCIPI Parla, se vuoi che la vita ti sia salva, spregiato carnefice! Di’, dov’è? BURGRAVIO Io non lo so. PRINCIPI Il Principe consegna in nostre mani! BURGRAVIO Qual prepotenza! Ebbene, ei fu! PRINCIPI Ei fu? Compiuto è il mio dovere. BURGRAVIO PRINCIPI Giustizia è fatta! (internamente) PRINCIPI Presto, su! Entriamo, apriamoci un varco, forziam la porta. Presto, andiam, entriamo! Facciamo saltar le serrature! Spezzati i vincoli della fede, il sangue nostro or si vuol! Se la violenza sovrasta la giustizia, chi mai lo sdegno nostro potrà frenar? Vendetta chiede questo misfatto. Tutto è infranto! Spezzati i vincoli della fede, il sangue nostro or si vuol! Vogliam vendetta! (Irrompono sulla scena) Cessate tal rumor, ribelli! Scena II° Il Burgravio e i Principi, poi l’Imperatore e Filippo, indi il Duca di Borgogna. BURGRAVIO O principi, a che vi spinge l’ira? (Entrano l’Imperatore e Filippo) IMPERATORE FILIPPO Cessate! È questa ribellion? IMPERATORE Che?… La fedeltà giurata a me con vigor così voi mantenete o principi faziosi? Ribelli a me e alle leggi mie? 13 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto secondo PRINCIPI (Getta il guanto di sfida a Enrico) Non già ribelli, ma offesi principi che troppo tardi siam giunti qui a impedire la morte che vendetta avrà. La chiede tosto il Ciel! Or consentite ch’ei lo raccolga! BURGRAVIO PRINCIPI (a parte) L’insano volle la morte, rifiutò l’esilio! È troppo audace il cavalier. IMPERATORE DUCA Fu la sua scelta! Io posso a tutti render ragione. FILIPPO PRINCIPI Cielo, che sento, Enrico è morto, l’amico mio fedel! Nessuno può tollerare e tutti siam per lui. (S’ode internamente rumore d’armi) (a parte) ENRICO IMPERATORE (tra sé) Che c’è? Rumore d’armi? Chi osa qui assalir? Un’ora sol per la vendetta al Cielo io chiedo. (Entra il Duca di Borgogna seguito da Enrico) PRINCIPI E FILIPPO DUCA (forte al duca) Son io! Avviato a morte il prigionier, io stesso a voi lo reco or qui. Mancar non può un avversario in ogni caso a voi!. (rivolto ai principi) Ei m’appartiene! IMPERATORE E sia. TUTTI (tra sé) Enrico! Ei vive ancor! A me la vittima rimane. IMPERATORE (forte) Maledizione! BURGRAVIO O rio destin! ENRICO Di me s’è impossessato questo stranier che arresta la sentenza imperiale! IMPERATORE Tant’osi, o Duca?? DUCA Sì, morir non deve se non per mia mano, per mia vendetta. Offese il popolo e il Re di Francia, scontrarsi egli deve con me. Ecco il guanto di sfida che getto innanzi a voi. 14 La sfida io concedo. Si chiuda con questo fiero incontro la grande festa a cui doman, o Duca, io v’invito. (A Filippo) A te io affido il prigionier. Risponderai di lui tu stesso con la vita! (piano a Filippo) Egli è in tua man, ch’io non lo veda più! FILIPPO (tra sé) Che? Ho io ben compreso? Devo io salvarlo? IMPERATORE (piano al Burgravio) Certo egli fugge e tu l’acciuffi a Triefels… PRINCIPI (che stanno ascoltando) A Triefels? IMPERATORE Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto secondo PRINCIPI Lo stesso imperator! Udito abbiam: “A Triefels morte avrai. Tal fu il verdetto. Ah, fuggi, salva la tua vita! ENRICO L’onor mio mi vieta di fuggir! La mia Agnese!… PRINCIPI Là, lo fai morir!. …La tua Agnese più non rivedrai, nel chiostro chiusa andrà. PRINCIPI ENRICO Morir? In un chiostro? Al Duca di Borgogna vittoria strapperò! BURGRAVIO Sta ben. DUCA (ai cavalieri del suo seguito) FILIPPO Per padre tuo rinvia ogni vendetta! PRINCIPI A voi, Enrico sorvegliare! La libertà dei Principi tradita vuol vendetta di sangue e d’onor! IMPERATORE ENRICO O duca, il nostro patto a stringere venite. (Ai principi) Innanzi al trono apprenderete dopo l’incontro qual sia il nostro diritto a giudicar costui! È tempo: con gli eserciti vi chiama l’augusta imperatrice, Sicilia a conquistar. (con disperazione) Nel chiostro Agnese! FILIPPO Deh, ti frena, frena il furor, placa l’ira del core! Senti, ascolta me! (a Filippo) ENRICO E tu, fratel, con l’avanguardia piomba sul Leone e l’orde sue selvagge debella in campo. Vendetta avrò, sanguinosa vendetta! (Parte col Duca e il seguito) Or dunque si vada l’affronto a vendicar col sangue nostro! Scena III° FILIPPO Avverso fato! Qual sorte a me serbò! PRINCIPI PRINCIPI PARTE SECONDA L’interno di una cappella. È l’alba Agnese e l’Arcivescovo presso l’altar maggiore (rivolti a Enrico) Scena I° A te il tiranno riserbò la morte/ Se fuggi il sicario ti arriverà! CORO DI SUORE ENRICO Il sicario? Chi vorrà tanto osare? Enclarescit oriens luce matutina nox effugit innocens gratia divina. 15 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto secondo AGNESE O Re del Ciel, come potrà invocarti questo cor tanto piagato? Per quanto sia ardente il desio di quest’alma, della preghiera non ho le ali; non ha la forza di elevarsi al cielo, per giungere fino a te, questo piagato cor che è affranto e geme. Questa mia vita è ormai senza speranza, svanita è la gioia che l’alma beava, è spenta la luce del mio puro amor/ Non han più lacrime queste mie ciglia, l’angoscia tutta m’invade, non trova pace questo mio cor! Scena II° Irmengarda e detti, poi Enrico. AGNESE (gettandosi nelle braccia della madre) Lascia che tutta a te mi stringa; io vivo solo in braccio a te! IRMENGARDA Non disperar: la notte il giorno sempre fa sparire, fuga le tenebre la luce fulgida. O figlia mia, fallita è ogni speranza! Io mi gettai ai piedi del sovrano e chiesi grazia per qual capo amato, ma irato, mi scacciò violentemente. Altro non resta a me che divider la tua pena! AGNESE AGNESE ARCIVESCOVO Che importa se egli non vede del dì la luce? Ah, a me solo rimane morir disperata! ARCIVESCOVO ENRICO Colui che tutto può tu dei pregar con me, tu dei pregare ancora! Io ti rivedo ancor per l’ultima volta! (entrando in scena) Agnese AGNESE E IRMENGARDA Padre che sei nei cieli, perdona a me: deh, tu lo salva dalla sorte che l’attende! O Cielo! Tu sei libero? Sian rese grazie al buon Dio su nell’alto dei Cieli! Arcivescovo ARCIVESCOVO Confidar tu devi in Lui, eterno amore. Egli è onnipotente, non disperar figlia mia! In Lui confida! CORO DI SUORE Curam a mortalibus arceas Auxiliis gementibus praesta sancte pacem. AGNESE Tu che potente sei, rischiara di fulgida luce i nostri cuor. Tu che sei degli afflitti consolator salva l’amor mio! Deh, tu salvalo! ARCIVESCOVO Non disperar, in Lui confida ognor, nel suo poter! Un suo raggio sol può rischiarare il suo cammino! Siano rese grazie al sommo Iddio del Ciel ed alla sua bontà!. ENRICO Non è l’orrore di una prigione: ma l’occhio celestiale, che sorride a me, alfin io qui rivedo! Quell’occhio che rapire si vorrebbe a me! E tutto io devo ad un amico che in guardia sta! Che m’è fedele, che m’è caro! AGNESE O caro Enrico, mio tesoro! Fuggi, deh, fuggi! Un gran periglio ora ti sovrasta; gli sgherri potrebbero giungere e rapirti a me! IRMENGARDA Potere divino dell’ora! La speme arride già, e quanto nei lieti dì mancò, ci dona la sorte nell’ora del dolor. ENRICO Ancor m’è data la gioia di stare con te?. Non 16 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto secondo crede agli occhi il mio cor e tanta gioia devo ad un amico! O Dio! Il cor mi fa scoppiar, la gioia! IRMENGARDA AGNESE Io voglio osare, mi vo’ valere del sacro diritto che il buon Dio mi diè. L’amor di madre scacci la prudenza. Un sacro rito unisca i vostri cor; il distacco poi dovrete sopportar da forti, finché periglio vi sarà. Or nell’oscura minaccia si strugge in ansia il cor! Eppur felice è il mio cor con te, io non ti lascio, Enrico, mai più! IRMENGARDA Ah, non tardar, il periglio sovrasta. In ansia si strugge l’affranto core! Va’ ti poni in salvo! Dolce il dolor per lei sarà, se lontano sei per fato crudel! AGNESE E ENRICO (a due) Sol la morte può separarci. È bello morire insieme. Se pur morremo l’amore nostro ancor più bello, ancor più puro, su nel cielo rifiorirà! Su via, scordiamo insieme ogni timor, gli affanni l’angosce. Ormai non paventiam del rio destin l’avversità! Nessun timor mai più avrem. Se alfin t’ho ritrovato, mio dolce tesoro, l’avverso mio destin più non pavento.. IRMENGARDA Clemente Iddio, salvali entrambi! Pietà di lor! Pronuncia un detto sol di vita, e pace e gioia a lor darai! Salvali tu entrambi da tutte le avversità del rio destin. Veglia su lor, non li lasciar, non li abbandonar! Ascolta la prece che fervida si innalza a te! L’avverso fato non li piombi nel dolor! AGNESE Va! va! Più non tardar! (Enrico si stacca da Agnese per fuggire) IRMENGARDA (con slancio improvviso lo arresta) Fermo! Un pensier il Ciel mi ispira: riman, non più rinunce dovrai fare! (Sale verso l’altare e parla con l’Arcivescovo) AGNESE E ENRICO (a due) Che dir vorrà? Che mai vorrà tentare? S’apre il cor alla dolce speranza ancor! (Ritorna e si pone fra Enrico ed Agnese) AGNESE E ENRICO (a due) Su noi, su noi discendi santa gioia del Ciel; il distacco nostro fa che sia lieve! IRMENGARDA (conduce ambedue verso la cappella a sinistra e si inginocchia da un lato. L’Arcivescovo va incontro ad Agnese e ad Enrico, e li fa avvicinare all’altare) Dalla fonte tua di grazia discendan, o Signor, celesti doni sul capo di questi cari che si congiungon nel giuramento di fedeltà sincera e d’amor! Ascolta la mia preghiera; compi, o Dio, il voto mio! AGNESE E ENRICO (a due) Cara madre, una gioia celeste invade l’anima mia e l’innalza verso il Ciel a puri sogni d’or! Mi sei testimone, o buon Dio, che puro è l’amor mio! ENRICO Agnese! Dolce sposa, addio! Un giuramento unisce i nostri cor. Per sempre sei mia. AGNESE Enrico! Dolce sposo, addio! Un giuramento unisce i nostri cor. Per sempre sei mio. Amato sposo, per sempre mi avrai fedel, angiol caro del mio cor! Mai scorderò il mio sposo, tu sei per sempre mio, uniti siam dal ciel! ENRICO Amata sposa, per sempre mi avrai fedel, angiol caro del mio cor! Mai scorderò la mia sposa, tu sei per sempre mia, uniti siam dal ciel! IRMENGARDA Or l’ansia mia placata è già: tranquillo e più fidente ormai è il cor! 17 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto secondo (rivolta agli sposi) Benigna sorte il ciel vi serbi ognora a voi e infonda pace nell’affranto cor! Ove pur volgerà la vostra via, sempre sarà con voi, e vi accompagni, di Dio la benedizion che io invoco sul capo vostro, né mai venga a turbare alcuna triste nube, la vostra pace meritata; è questo l’ardente voto che per voi io fo! ARCIVESCOVO Il Signor, fonte di ogni bene, ognor sia con voi e vi protegga e vi ricolmi d’ogni grazia poiché lieti v’unì. Coraggio infonda ai vostri cor. Ove pur rivolgerà la vostra via a voi sia propizio il ciel e vi conceda pace ognor. A voi la mia benedizione! Vi congiungo in sacro nodo nuzial! Scena III° Filippo, poi il Duca, indi il popolo dietro il cancello della cappella. Una tempesta sta per scoppiare. FILIPPO DUCA (Entra e sbarra il passo a Enrico) Alfin sei qui! (a Filippo, con ira) Così assolvi il tuo mandato? FILIPPO Mallevadore sono io! Che cercate? DUCA Il mio nemico, che a te fu affidato, io qui ritrovo, o nuovo insulto, vicino alla sposa del mio Re. CORO DI TUTTO IL POPOLO (Inginocchiato dietro il cancello della cappella) O Signor, aiuto! Nella tempesta ch’arreca morte tu ci difendi!… CORO INTERNO DI SUORE Ormai è tardi, una tempesta in ciel, del Reno i flutti irati già ti chiudon or la via pel campo di tuo padre! Fermare chi può l’armata del Leone? A questa volta tutto il popolo fugge! Rex misericordiae Clemens vel irate, clemens nobis Domine sis in tempestate! Salva nos a fulgure et tempestate. AGNESE E IRMENGARDA CORO DI POPOLO Ah, fuggi! Sua sposa? Che sento? Nell’ansia e nel dolor, sii nostro scudo! Balena il ciel, fiammeggian lampi! Nella tempesta, in tanto orror, infuria il vento e romba il tuon con gran fragore, è l’uragano che avanza spaventosamente; contrastano i flutti, fiammeggiano i lampi, freme l’universo nell’orrida procella! Dio, tu ci salva! A te chiediam mercé! Deh, ci salva da questo orrido uragano! IRMENGARDA ENRICO (giunge frettoloso. Con forza ad Enrico) ENRICO Addio, dolce sposa! FILIPPO Sì, per mio volere. (mette mano alla spada) FILIPPO Ora io vo’ misurarmi con voi! Quale imprudenza! Porterà sventura. Ah, fuggi, presto! AGNESE E IRMENGARDA AGNESE E IRMENGARDA Cielo! Una sfida! O colmo di sventura! Addio! Su, t’affretta! ENRICO Addio, mia dolce sposa… 18 (a due) ARCIVESCOVO O abisso di duol! Una sfida in un chiostro, in un luogo sacro! DUCA Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto secondo Non credo al vostro vantato coraggio! si compia! Le spade abbassate insieme, tutti v’unite, trattenete la vostra indignazione! FILIPPO CORO DI POPOLO (con furore) Vantato? Ancora più forte è l’ingiuria! DUCA Vendetta bramo, ma la sfida attendo! FILIPPO Quell’ora attendete? ENRICO È troppo tardi! A noi! ARCIVESCOVO Salva, salva, o Signor, non voler la nostra morte! Abbi tu pietà di noi! (A un cenno dell’Arcivescovo vengono aperti i cancelli e il popolo si precipita dentro, inginocchiandosi davanti all’altare della cappella laterale) DUCA Presto vendetta avrò! Sangue scorrerà! L’ha il cor giurato! AGNESE E IRMENGARDA Ascolta la prece, o Signor! Noi ti invochiamo, non far che sia la tua casa profanata!. Questo chiostro si vuol profanare? Cessate, cessate… Non ode alcun! (L’Arcivescovo prende dalle mani di due chierici una grossa croce, e l’innalza) AGNESE E IRMENGARDA ARCIVESCOVO Aiutaci, Signor! Signore pietà… Oh inaudito oltraggio! O quale ria sventura, nel chiostro un duello! Mirate. Egli è qui, giudica le vostre azioni! Pace nel suo nome; pace tra voi! La chiede il Signore del perdono! DUCA (ai francesi) Sia preso, portato lontan da me, dai miei occhi… ENRICO Chi osa? Nessuno si avvicini. Chi vuol morte venga qui! ARCIVESCOVO Frenate, su frenate il vostro sdegno, calmatevi! Ascoltate la parola del Signor! DUCA Sia preso, orsù! Ve l’ordino! Ve lo comando! FILIPPO E ENRICO (Tutti i presenti sono inginocchiati, meno il Duca, Enrico e Filippo; la tempesta, che da lontano a poco a poco si era avvicinata, ora s’allontana di nuovo; si odono ancora tuoni lontani; lampeggia. - Enrico, Filippo, il Duca di Borgogna e alcuni cavalieri rimangono immobili e muti con le spade abbassate.) AGNESE E IRMENGARDA Donaci la pace, Signor! Pietà di noi, discaccia l’ira loro! Col tuo perdon ci salva, pietà! Non infierir, o Signor! Dio misericordioso! CORO DI SUORE Omnibus Domine praesta pacem. Amen. ARCIVESCOVO Pace! Ascoltate le parole che dall’alto vi richiamano al santo e vero amore. (a due) CORO DI POPOLO Siam qui, siam pronti a morir, avanti, avanti, se avete cor! Grazia! Grazia! Signor, placa l’angoscia del cor, o Dio, Signor, l’ansia disperdi, fa’ che torni la calma, la pace del cor! ARCIVESCOVO Detestabile sacrilegio! Non fate per carità che 19 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto terzo ATTO TERZO PARTE PRIMA Il chiostro del convento di Magonza. Agnese, dame e Cavalieri francesi, poi Irmengarda e Enrico CORO DI DAME Augusta sposa del Re di Francia, seguici all’altare adorno di rose, là t’attende l’imene. La grazia circondi il nodo d’amore, dono celeste più eletto non v’è; letizia infonderà il tuo aspetto regale a tutti quei che son del regno nostro. Di fior avrai cosparso il tuo cammino. AGNESE Qui io vo’ finir la vita, tra queste mura; deh, mi lasciate in questo pio asil. CORO DI DAME Augusta sposa del Re di Francia, seguici all’altare adorno di rose, là t’attende l’imene. La grazia circondi il nodo d’amore, dono celeste più eletto non v’è; letizia infonderà il tuo aspetto regale a tutti quei che son del regno nostro. Di fior avrai cosparso il tuo cammino. AGNESE (fra sé) Non giunge Enrico ancor? (forte) Ah, desistete, non insistete. (Entra Irmengarda. Agnese le va incontro) O, cara madre, ah, vieni a me in aiuto! IRMENGARDA Siam pronte, andiamo alla festa. Precedeteci, vi seguiremo insieme. CAVALIERI La volontà sia tosto fatta del vostro grande Imperatore. L’autorità del suo volere è inviolabile, né trasgredire è dato agli ordini di lui! IRMENGARDA Smarrita ell’è, confusa e sol può la madre gl’incerti passi suoi guidar. 20 CORO DI DAME Augusta sposa del Re di Francia, seguici all’altare adorno di rose, là t’attende l’imene. La grazia circondi il nodo d’amore, dono celeste più eletto non v’è; letizia infonderà il tuo aspetto regale a tutti quei che son del regno nostro. Di fior avrai cosparso il tuo cammino. (Tutto il coro esce, restano in scena Irmengarda e Agnese. Sopraggiunge Enrico) ENRICO Ah, vieni amata, tutto è pronto per la fuga… sicuro avrai l’asil… AGNESE Solo per me? E tu? ENRICO M’impegna ora l’onor! IRMENGARDA Che dici mai? AGNESE Vuoi tu pur venir con me? ENRICO Io voglio e posso ciò che comanda il mio onor. AGNESE Ahimè, ah, qual dolor! Ancora risplende il primo mattino del nostro imene e già vuoi lasciarmi, e nel periglio dell’armi piombare? ENRICO Lo vuole l’onor! Vo’ dimostrare che degno di te io sono! AGNESE (con tenerezza estrema) Dal laccio d’amore non puoi fuggire, non puoi strapparti da queste mie braccia e poi gettarti in braccio alla morte! ENRICO Sgombra la mente dal timore: a te farò, mia Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto terzo cara sposa, ritorno vittorioso. AGNESE IRMENGARDA Ti seguo, orsù, andiam alle schiere di tuo padre, presto andiamo insiem. Entrambi fuggir dovete. Or già ha inizio l’orrenda festa che col duel si conclude. Al termine tu forse andrai a nozze per la volontà del nostro Imperator! AGNESE E ENRICO IRMENGARDA V’assista il ciel, la mia benedizione v’accompagni per la buona sorte; su, partite, non è prudente restar! (a due) ENRICO Giammai sarà! Un raggio appare che l’alma nostra alfin potrà consolar! Al campo di mio padre presto, andiam. Confida nel paterno eroico valor. IRMENGARDA Se vince Enrico, tu dovrai partire per la Francia con Filippo. AGNESE AGNESE (a tre) Noi siamo perduti. ENRICO Non ti disperar! IRMENGARDA Non sa l’Imperatore del sacrilegio in chiesa, né il Duca può parlar; non v’è perciò alcun timore! Partite: là sul Reno v’attende un uom fidato e un navicel. ENRICO No, l’onor mel vieta. AGNESE E IRMENGARDA (a due) Ah! IRMENGARDA Dovrà morire questa disperata? Pensa qual pena per lei, or che conosce la sua triste sorte; su dunque, fuggi con lei. Non puoi lasciarla, fuggir tu devi. Dal laccio dell’amore non puoi strapparti per poi gettarti in braccio alla morte. ENRICO La mente sgombrate dal timore, cacciate ogni tristo pensiero. Io non voglio saper che non trovate pace: e sia! Amata mia, mi segui: alle eroiche schiere del padre mio affiderò il tuo destin. (Poi ritorno per la lotta dell’onore.) Sì, confido nel paterno valor. Addio! Addio! (Escono di scena e le voci si perdono lontano). PARTE SECONDA La grande piazza davanti al palazzo imperiale CORO GENERALE Di aurea luce il ciel rifulge, la primavera orna e incorona di vaghi fior, di dolci aure, di fresche linfe la mite natura; fra canti di gioia il mondo pare una festa. Salgono inni lieti e festosi, in chiaro tripudio, al ciel, d’amore. Tanto splendor innalza e avvolge l’evento che qui ci accoglie. La festa del valor e della forza virile invita ogni cavalier che della Francia e di Germania sia il campion. IMPERATORE (sul trono, con maestà) Guerrieri del mio regno, con voi domani l’aquila tedesca libererà il suo volo e le bandiere splenderanno in cielo. IRMENGARDA Deh! Perdona ad Agnese, essa implora dall’alto rassegnazione, genuflessa sull’altare. IMPERATORE (seccato) Sempre s’oppongono ai miei voleri! La sposa e l’Arcivescovo, or senza indugio! 21 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto terzo IRMENGARDA (fra sé) IMPERATORE No, giammai! Già i cari sono lontano. DUCA FILIPPO Lo concedete, o mio Signor. M’astringe a ciò l’onore della mia Francia La sfida è mia. IMPERATORE (fra sé) IMPERATORE Orsù! La danza innanzi e poi la gara d’armi, e sia l’esempio di cruenti scontri che forse in breve sostener dovremo. (S’iniziano le danze)) Balletto IMPERATORE Si ponga fine alla contesa grave fra i due principi di Borgogna e Brunswik con gli usi e il diritto del combattimento. Il campo è aperto, l’avversario, dov’è? DUCA DI BORGOGNA (fra sé) Fratello indegno! (forte) Se volete, sia! (Due giudici di campo dividono il terreno) CORO GENERALE Quale nera nube minacciosa avanza e sale: presagio oscuro offusca il ciel. Sulla gioia or discende un vel. Arrida all’uno o all’altro pur, la vittoria non rilucerà. Spento è già di festa lo splendor. Ciò che iniziò si lietamente or si spegne nel dolor. (Si avanza con sei cavalieri) (Durante il coro due giudici di campo esclamano) Si avanzi or colui che ho sfidato. DUE GIUDICI FILIPPO Il “sole” e il “vento” ripartiti son. Giurar dovete di non usar armi stregate. (avanzandosi con sei cavalieri) O nobile Duca, qui c’è il vostro pegno (mostra il guanto). Io l’ho raccolto ed è mio il cimento. DUCA Non ho sfidato voi! FILIPPO FILIPPO E DUCA DI BORGOGNA Giuriamo! Sull’onor giuriamo! DUE GIUDICI A nessuna forza oscura per nulla o sortilegio or dovete giurar d’aver ricorso. FILIPPO E DUCA DI BORGOGNA (a due) Io son garante. Giuriamo! Sull’onor giuriamo! IMPERATORE DUE GIUDICI Vaneggi or dunque tu? Per l’ira mia! Ov’è scritto il proscritto che a te affidai? Combattete dunque come cavalieri, e al giusto Iddio conceda sempre la palma di vittoria! FILIPPO IRMENGARDA Un pio dovere lo trattiene ancor. A Vostra Grazia chiedo: deh, lasciate che io combatta col Duca. CORO DI DAME 22 Ah, fuggiam da sì orrenda vista!. Signore, fate cessare questo scontro orribile! Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto terzo Su, presto, sospendete!… DUCA (Agnese ed Enrico entrano in scena accompagnati da alcuni cavalieri francesi) Una spada! Una spada! CORO GENERALE Morrai! È lui, Enrico! CORO DI DAME La principessa! ENRICO CAVALIERI FRANCESI Indietro! Il Re egli è di Francia! CORO GENERALE CAVALIERI FRANCESI Di Francia il re egli è? Cogliemmo in fuga questi amanti, già saliti in una barca. IMPERATORE ENRICO (Lascia il trono e i principi lo seguono) Io, fuggir? Mentite! Come creder posso: nell’ambasciatore io vedo di persona il re! (sguainando la spada, corre da Filippo e lo allontana per prenderne il posto) DUCA Solo mia è questa sfida! Sì, sono io! Scusate, volevo, ignorato, conquistar la principessa! DUCA ENRICO Ah, finalmente! (Oh sorte, sono ancora in tempo!) Chi salvato m’avea la vita, stavo per ferir! IMPERATORE Tradimento! CORO DI DAME Ponete fine alla cruenta lotta! AGNESE O madre, aiuto! IRMENGARDA O figlia mia! CAVALIERI FRANCESI Attenti al nostro Signor! Mano all’acciar! È in grande periglio! (I cavalieri francesi pongono mano alla spada) CAVALIERI GERMANICI Il guelfo vince! I Franchi irati son! Guardate intorno! Tradimento! A noi! (Al Duca si spezza la spada) DUCA Com’hai potuto, ingrato, obliar…? ENRICO In ginocchio domando a voi perdono, augusto signore, non vi conobbi e mai non seppi ch’eravate il Re IMPERATORE Al fallo, come riparar? AGNESE (Al duca) Perdonate a lui, Signore, ah, dite in grazia, un motto solo di bontà e clemenza! TUTTI (meno l’Imperatore, il Duca e Enrico) Sì, perdonato, augusto Sire, fu senza colpa il suo fallir! E lo deplora con tutta l’anima, con tutto il cor! IMPERATORE (Che, com’egli può perdonar? Del traditor 23 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto terzo vendetta avrò e il suo misfatto punirò! Ah, sì, scorra il sangue dei traditori!) DUCA DUCA IMPERATORE (fra sé) Se pur non fosse troppa mitezza vorrei far grazia all’offensor! Se ascolto il cuore… ah, sì, farò la grazia a lui! Me lo comanda il cuore! IMPERATORE Su, via di qui! AGNESE La mia preghiera ascoltate… (la interrompe l’Imperatore) IMPERATORE Tant’osi tu, disonorata! IRMENGARDA, ENRICO, FILIPPO E IL DUCA Ah, no! FILIPPO Certo è ver! Creder non posso! ARCIVESCOVO Il sacro nodo il ciel ha benedetto: era Enrico l’eletto del cor. IMPERATORE Sfrontato sacerdote, trema innanzi a me! ARCIVESCOVO È in mano a Dio chi a Dio è consacrato! IRMENGARDA (con forza) Solo un tiranno può creder disegno facile ad una madre, ahimè, rapire la figlia! Creder che lasci in rio periglio, in cupo baratro precipitar la sola figlia, che il ciel a lei donò! Come può una madre lasciar che le rapiscano la figlia? Fratel crudele! IMPERATORE TUTTI Non più. Vada in un chiostro! Disonorata? Che dice mai? DUCA DUCA Frena il tuo furor! Troppo severo siete! IRMENGARDA IRMENGARDA Che ascolto mai? Voi uccidete qui la figlia di colui che lontano per voi è nel periglio! Immacolata (tacer non posso). Sappiate tutti che sposati son. CORO E PRINCIPI TUTTI È in Italia per il trono della Sicilia. Sposati? IMPERATORE IRMENGARDA (ai principi) Sposati, sì! Non più! Tacete! ENRICO FILIPPO, ARCIVESCOVO, E IL DUCA È ver. Davanti a Dio. L’ira frenate e il cieco sdegno! IMPERATORE PRINCIPI Quest’è menzogna, per ingannarmi. Noi non tollereremo tanta ingiustizia. Piuttosto il sangue noi verserem. Sì, scorra il sangue! 24 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: Atto terzo IMPERATORE Ribelli, tremate! A vostro scherno, riceva Enrico il giusto suo castigo: la morte! Via! Via! TUTTI O fato crudel! PRINCIPI E CORO Voi stesso condannato vi siete. Ah, il cruento decreto ritirate, non tolleriam, non sopportiam brutale ingiustizia. Orsù! il cruento decreto stornate! IMPERATORE ENRICO (Si getta fra le braccia del padre) O padre… IMPERATORE Infame ribelle! CORO GENERALE Ah! Il Leone! ENRICO IL LEONE (declamando con forza) Voi stessi avete la morte decretata! Trabanti, orsù, sia tratta a morte: eseguite! Vedete qui il fido messo che al nostro campo recò il vostro decreto fatale, che il figlio mio al carnefice consegnava. TUTTI TEOBALDO E ENRICO L’insano gesto, orsù, fermate! (insieme) (I principi tentano di raggiungere il trono; Enrico fa scudo con la sua persona all’Imperatore, mentre i Trabanti tentano di impadronirsi di lui e di strappargli la spada. Agnese sviene) Salvato l’ha/m’ha Iddio ENRICO IL LEONE Chi osa accostarsi dovrà prima misurarsi con l’invitta mia spada. Se dubitaste che il paterno affetto un cor non palpitasse e, come scosso da uragano, coi suoi eroi non fosse a questa festa, ecco io son qui a farvi persuasi dell’inganno! Son già aperte le porte di Magonza: siete in mia mano! CAVALIERI TEDESCHI IMPERATORE Anche colui che a morte ti danna difender tu vuoi? Non tolleriam, non sopportiam brutale ingiustizia! Ah! Muori, temerario! ENRICO ENRICO (ai principi) A lui giurato avete fedeltà e fedeltà a lui dovete! Se qualcuno di voi osasse minacciar (volge lo sguardo doloroso al Cielo) O padre, caro padre… adorata sposa… addio, per sempre addio! Vado alla morte! (Entra Enrico il Leone e ferma il figlio. Lo segue Teobaldo) BURGRAVIO (entrando) Fuggite, fuggite, o mio Signor! Or vi salvate! Con vile inganno i Guelfi sono entrati. (Si odono squilli di tromba interni) ENRICO IL LEONE Ascolta le schiere del Leone. IMPERATORE Traditori! ENRICO IL LEONE (S’avvia al trono, cerca di salire, vi si aggrappa e cade sui gradini) No, non a morte… Rimani! Ah, il mio trono! (Alza la visiera) 25 Spontini: Agnese di Hohenstaufen: atto terzo CAVALIERI GERMANICI padre egli apre le braccia. Finalmente è vinto! Piegato è il tiranno che i nostri diritti sempre spregiò; la nostra fede calpestò; l’innocenza oppresse; i deboli vessò! È giunta alfin la punizione del Signor! Solo l’amor, la bontà, il valore e l’innocenza trionfaron! PRINCIPI Che? Impassibile e avverso è il suo superbo cor? TUTTI IMPERATORE La grazia del Signor su noi discenda ora dal Ciel! (come se si svegliasse da un sogno) Lontan da me sono i miei prodi… lontano…! nemici tutti!… Tradito son… abbandonato… deposto dal trono… dal trono un Hohenstaufen! ENRICO IL LEONE (Avanza verso il trono, piega il suo ginocchio e depone la spada ai piedi dell’imperatore) Con lealtà, Signor. Il vincitor ai piedi vostri la spada or depone; l’amato figlio riscattare egli voleva; ora esso è mio, voi lo prendete… Laggiù in Italia a nuova lotta il nostro braccio a voi si unisca. ENRICO IMPERATORE Se io ascolto questa voce io salvo il trono! (con energia) E sia! Fra noi pace regni ed amistà! TUTTI Questo perdono commuove i cuori. Che il ciel ringraziano con gran fervor! IMPERATORE (prende le mani di Agnese ed Enrico i quali si prostrano ai suoi piedi) Sì or la nostra volontà sancisca quanto Iddio unito ha già! (al padre, indicando il Duca) Il nobile sovrano, il Re di Francia e mio signore. (al re di Francia) TUTTI Viva il grande imperatore!! Per scongiurar fra il padre mio e l’Imperatore cruenta lotta, io dal carcere sono fuggito. Or pago son! Ritorno prigionier e vi seguo ancor (depone la spada ai piedi del Re) IMPERATORE Ora in Italia dovrete dare prova di vostra fede a me. PRINCIPI la pena ad espiar! Orsù, s’innalzino le bandiere, siam pronti già! TUTTI CORO GENERALE O grande cuore! Generoso esempio! DUCA (Con trasporto, aprendo le braccia ad Enrico) Su questo cor! Da tempo vi ho perdonato e con me il vostro imperatore v’assolve e già consente alla vostra unione con Agnese: a voi e al Rifulga con l’aquila splendente la gloria del sacro Imper! Invitta s’innalzi l’insegna superba che Iddio ci diè: trionfi nel sole con vivo splendore il segno imperiale, dei nostri guerrieri trionfi la gloria! Un grido si innalzi al cielo: salve, salve Hohenstaufen, di Svevia antico onor! FINE DELL’OPERA 26