anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
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Monsignor Antonino Reggio, cembalista e compositore del Settecento*
Anthony Hart
1. Chi era Monsignor Reggio?
Nell’introduzione al suo The Present State of Music in France
and Italy, pubblicato nel 1792,1 Charles Burney lamentava il
fatto che i resoconti dei viaggiatori in città europee, specialmente Parigi e Roma, menzionassero raramente la musica
che si componeva o si eseguiva in quelle città. Si scriveva
molto di statue, dipinti, architettura, non altrettanto di musica. Per ovviare a ciò, e «determined to allay my thirst of
knowledge at the source», Burney intraprese nel 1770 un
viaggio che lo avrebbe portato in Francia e in Italia. Scopo di
Burney era raccogliere informazioni per la sua progettata Storia della musica, ed era quindi «determined to hear with my
own ears, and to see with my own eyes: and, if possible, to
hear and see nothing but music».2
Al suo ritorno in Inghilterra, gli venne consigliato da persone nel cui giudizio aveva completa fiducia,3 di rielaborare il
suo diario e lasciar fuori gran parte dei commenti, poiché
«there was now nothing left to tell my readers». Tuttavia, Bur* Una versione preliminare di questo saggio, con il titolo Who was Dr
Charles Burney’s Mysterious Monsignor Reggio?, è stata letta al xv Convegno
della Società Italiano di Musicologia ( Bergamo, Ottobre 2008).
1 Charles Burney, The Present State of Music in France and Italy: or, The
Journal of a tour through those countries, undertaken to collect materials for A
General History of Music, London, 2nd edition corrected, 1773.
2 Burney, The Present State, p. 7.
3 An eighteenth-century musical tour in France and Italy - being Dr. Charles
Burney's account of his musical experiences as it appears in his published volume
with which are incorporated his travel experiences according to his original intention, edited by Percy A. Scholes, London, Oxford University Press, 1959,
p. xxix. Burney cita tre persone che lo consigliarono: «Earl of Holderness,
my first patron; Mr. Mason, the poet, my correspondent; and Mr. Garrick,
my sincere and beloved friend».
ney fu criticato da un amico per aver tagliato il diario, ma ne
aveva già preparato una copia e l’aveva mandata agli editori.
In seguito, Burney decise di includere tutte le sue osservazioni, e cominciò a preparare una copia per la pubblicazione.4
Purtroppo questa non fu mai stampata. Burney lasciò però
una serie di note autografe con una nuova introduzione, che
furono pubblicate integralmente quasi due secoli dopo, in due
differenti pubblicazioni.5
Durante il viaggio in Italia Burney incontrò molti musicisti,
assistette a numerosi concerti e fece la conoscenza di vari
compositori: questi eventi furono registrati dettagliatamente
nel suo diario. Incontrò anche molti musicisti oggi poco noti.
In particolare, menziona un certo Monsignor Reggio, che incontrò grazie ai suoi legami con la nobiltà inglese residente a
Roma.6 Burney cita Reggio due volte nella sua pubblicazione,
e altre due volte nelle annotazioni inedite.
4 An eighteenth century musical tour, pp. xxix-xxx.
5 Si tratta del già citato An eighteenth century musical tour, curato da P.A.
Scholes nel 1959, e di Music, men and manners in France and Italy 1770, being
the journal written by Charles Burney, mused during a tour through those countries
undertaken to collect material for A General History of Music, transcribed from
the original manuscript in the British Museum Additional Manuscript 35122
and edited by Edmund Poole, London, 1969. La pubblicazione di Scholes
(su cui mi sono basato per questo saggio) è la più completa. Comprende
tutti i materiali dalle versioni pubblicate, comprese le edizioni tedesca e italiana, e il materiale dagli appunti che intendeva pubblicare. Questi appunti
erano in possesso di Scholes. Una copia di essi è conservata alla British library (Add. Ms. 35122), ma non comprende tutti i commenti di Burney.
L’edizione curata da Poole comprende soltanto una trascrizione del manoscritto della British Library.
6 Per una descrizione della situazione musicale a Roma nella seconda
metà del Settecento, vedi Bianca Maria Antolini, La vita musicale a Roma
nella seconda metà del Settecento. Nuove acquisizioni e prospettive di ricerca,
in Musikstadt Rom. Geschichte – Forschung – Perspektiven. Beiträge der Tagung
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Burney registra una visita a monsignor Reggio alla data di
mercoledì 26 settembre. Lo descrive come un buon compositore ed esecutore sul cembalo e sul violoncello («likewise
a pretty good composer and performer on the harpsichord
and violoncello»); afferma che Reggio possedeva due o tre
cembali dal suono delicato («delicate-toned»), nonché una
buona biblioteca.7 Nel corso di questa visita Burney incontrò
anche un vecchio abate della Biblioteca Vaticana, con cui discusse di musica e manoscritti antichi; questo incontro tuttavia era stato organizzato in precedenza.
Riassumendo poi i momenti salienti della visita a Roma,
le sue esperienze e le persone incontrate, Burney cita in
modo specifico Reggio: «I am indebted for some curious
compositions and for the conversations of several persons
in Rome, eminent for their skill in the art, and learning in the
science of sound; among whom […] Monsignor Reggio».8 Riconosce anche che «the men of learning and genius» in Italia
lo avevano trattato con la massima ospitalità e gentilezza.9
Più avanti, Burney parla in generale degli esecutori italiani,
discute lo stato dei cembali italiani e ammette di essere deluso
dai cembalisti e dagli esecutori italiani. Burney di solito critica
tutto ciò che non è inglese. Probabilmente era abituato ad
ascoltare i cembali inglesi, che avevano un suono ricco e dolce,
mentre i cembali italiani avevano un suono più metallico a cui
evidentemente egli non era abituato.10 Burney tuttavia fa anche
delle osservazioni positive, nel corso delle quali viene nuovamente citato Reggio: «The best Italian harpsichord which I
met with […] for tone, that of Monsignor Reggio at Rome».11
«Rom - Die Ewige Stadt im Brennpunkt der aktuellen musikwissenschaftlichen
Forschung» des Deutschen Historischen Instituts in Rom, 28.-30. September
2004, hrsg. von Markus Engelhardt, Kassel, Bärenreiter, 2010 (Analecta
musicologica, 45), pp. 319-351.
7 Burney, The Present State, p. 299.
8 Burney, The Present State, p. 274.
9 Ibidem.
10 Ralph Kirkpatrick, Domenico Scarlatti, Torino, ERI, 1984 (ed. orig.
Princeton, Princeton University Press, 1953), p. 29.
11 Burney, The Present State, p. 299.
fonti musicali italiane
Un quarto incontro ebbe luogo quando Burney tornò a
Roma dopo essere stato a Napoli. Il 14 novembre fece visita
a Reggio, e vi incontrò il Custode della Biblioteca Barberini.12
Monsignor Reggio non è citato in alcun dizionario musicologico moderno:13 eppure era ben noto alla nobiltà inglese
che risiedeva a Roma in quel periodo, e pare aver lasciato a
Burney un’impressione duratura, tanto che il musicologo inglese lo ritenne degno di nota per includerlo nelle osservazioni della versione del suo diario pubblicata nel 1772, così
come nella ristampa riveduta del 1773.
Burney asserisce che Reggio aveva «a good library», ma ricerche nella storia delle biblioteche musicali odierne non hanno
dato alcun risultato, anche perché è difficile – dai cataloghi
odierni – risalire ai nomi dei proprietari delle collezioni originarie. Poiché Burney considerava Reggio «a pretty good composer» la mia ricerca si è concentrata sulla possibilità che sue
opere fossero ancora conservate. Benché non ci sia una specifica voce dedicata a Reggio sulla MGG, esiste un riferimento nella
voce Oratorium, in cui l’autore, Rudolf Ewerhart, accenna agli
Intermezzi sacri (composizioni più brevi dei consueti oratori)
scritti a metà ‘700 dal «Neapolitaner» A. Reggio.14 Ewerhart è
stato uno dei principali studiosi dei manoscritti musicali conservati nel fondo Santini della Bischöfliche Bibliothek (ora Diözesanbibliothek) a Münster.15 La preziosa collezione, che comprende
circa 4500 manoscritti, venne raccolta da Fortunato Santini
(1778-1861), abate e musicista romano, a partire dal 1800 circa,
12 An eighteenth century musical tour, p. 294.
13 Cfr. Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, diretto da Alberto Basso, Torino, UTET, 1983-2005; Die Musik in Geschichte
und Gegenwart (MGG), 2., neu bearbeitete Ausgabe, hrsg. von Ludwig Finscher, Kassel, Bärenreiter, 1995; The new Grove dictionary of music and musicians, edited by Stanley Sadie and John Tyrrell, 2nd edition, London, 2001.
14 Rudolf Ewerhart, Oratorium, C. Italienisches Oratorium im 18. Jahrhundert, in Die Musik in Geschichte und Gegenwart, hrsg. von Friedrich Blume,
Kassel, Bärenreiter, 1949-1951, Bd. 10, col. 131. Nell’ultima versione della
MGG citata alla nota 13 la voce Oratorium è scritta da un altro autore, e il
riferimento a Reggio è scomparso.
15 Rudolf Ewerhart, Die Bischofliche Santini-Bibliothek, «Das schöne
Münster», Heft 35, 1962, pp. 1-28.
anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
con acquisizioni dai fondi delle principali cappelle e case nobili romane.16 Una ricerca nel catalogo del RISM17 ha prodotto numerosi riferimenti a opere di un A. Reggio nel sopra citato fondo
Santini di Münster,18 più una in una collezione privata di Roma.
Le schede del RISM affermano che si tratta di composizioni di
Antonio Reggio – xviii secolo. Dei 4500 manoscritti del fondo
Santini, 15 si sono rivelati manoscritti autografi di Reggio,19 con
l’indicazione «Originale». Fortunatamente molti di questi manoscritti contengono indicazioni di date, luoghi e nomi di dedicatari, utili a una identificazione di Reggio.
Sui manoscritti troviamo indicati due diversi periodi: 17451750 e 1763-1774. Burney incontrò Monsignor Reggio nel 1770,
data che rientra in quest’ultimo periodo. Troviamo inoltre l’indicazione di tre diversi luoghi: Palermo, Aci Catena (CT) e Napoli.
Un manoscritto di arie datate fra 1745 e 1750 (sant Hs-3382)
contiene composizioni dedicate a specifiche persone: l’aria Voglio
al tuo fianco ogni ora vivere reca l’indicazione «Palermo 1748» ed
è dedicata a «la Sig.ra Principessa di Poggioreale». Quest’ultima
16 Su Santini cfr. Michael Zywietz, Santini, Fortunato, in Lexicon für Theologie und Kirche‚ Bd. 9, Freiburg, Herder, 1999, p. 65; Klaus Kindler, Die
Musiksammlung Fortunato Santinis in der Diözensanbibliothek zu Münster,
«Mitteilungsblatt der Arbeitsgemeinschaft Katholisch-Theologischer Bibliotheken», 45, 1998, pp. 137-145; Andrea Ammendola, Santini, Fortunato, in
Die Musik in Geschichte und Gegenwart (MGG), 2., neu bearbeitete Ausgabe,
Personenteil, 14, Bärenreiter 2005, coll. 942-944. Recentemente la figura di
Santini ha suscitato alcune nuove e approfondite ricerche: Giancarlo Rostirolla, «Musica Antica». Collezionismo e biblioteche musicali nella Roma di metà
Ottocento. Il contributo di Fortunato Santini, «Nuova Rivista Musicale Italiana»,
xii n.s., 2008, n. 1, pp. 5-56; Id., Riletture: Vladimir Vasil’evič Stasov. L’abate
Santini e la sua collezione musicale a Roma, «Nuova Rivista Musicale Italiana»,
xii n.s., 2008, n. 3, pp. 335-384; Bianca Maria Antolini, Fortunato Santini: collezionismo ed esecuzioni di musica antica a Roma nella prima metà dell’Ottocento,
in «La la la... Maistre Henri». Mélanges de musicologie offerts à Henri Vanhulst,
edités par Christine Ballman & Valérie Dufour, Turnhout, Brepols, 2009, pp.
395-408. Nel 2011 a Münster è previsto un convegno dedicato a Santini.
17 Répertoire International des Sources Musicales (RISM), Series A/II: Music
Manuscripts after 1600, Frankfurt-am-Main, 2007, oggi accessibile all’url:
http://opac.rism.info/index.php.
18 Diözensanbibliothek Münster (D-Mü), sant Hs 3514, 3377-3392.
19 Ci sono 16 manoscritti di Reggio, di cui 15 autografi, mentre il Tantum Ergo (sant Hs 3381) è di altra mano.
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si può identificare con la Signora Stefania Morso, che divenne
Principessa nel 1737. Il titolo di Principi venne dato a suo zio
quando ella sposò Luigi Naselli e Morso della nobile famiglia Naselli, un’influente casata di Aragona (Agrigento) e Palermo.20 Due
altre arie nello stesso manoscritto, Per conforto a tanti quai e Digli
ch’io son fedele, entrambe con l’annotazione «in Palermo 1748»,
sono scritte «per la Sigra Duchessa Geli». Non ho trovato riferimenti a Geli, ma potrebbe essere un errore per Gela. Il Duca
di Gela proveniva da un altro ramo della famiglia Naselli. Sia Poggioreale sia Gela sono situate in provincia di Palermo. Ancora
due arie, una con l’annotazione «in Palermo 1747», l’altra «Palermo 1748» sono scritte «per la Sigra N.N.». Un attento esame
dei nomi delle dedicatarie mostra che sono tutte appartenenti
alla nobiltà siciliana, specialmente alla famiglia Naselli.
Un manoscritto (sant Hs-3514) reca l’annotazione «in Napoli»,
ed è datato 1747. La dedica è: «per S.C. la Principessa di Campofiorito». Nel 1747 la principessa era Caterina Gravina, sposata con
Don Luigi Reggio e Branciforte, Principe di Campofiorito e Aci
Catena. La residenza della famiglia Reggio era ad Aci Catena, luogo
menzionato in uno dei manoscritti (sant Hs-3378), datato 1748;
ad Aci Catena Don Luigi tornò dopo il suo ritiro dall’attività diplomatica nel 1747; precedentemente risiedeva a Napoli.
Dalle informazioni contenute nei manoscritti autografi di
Reggio, quindi, è evidente che egli deve essere stato strettamente legato alla nobiltà siciliana, e in particolare alla nobile
famiglia Reggio, principi di Campofiorito e di Aci Catena.21
Grazie all’opera dello studioso settecentesco Francesco
Maria Emanuele Gaetani, marchese di Villabianca, e alle informazioni fornite dagli attuali discendenti,22 ho potuto ricostruire la genealogia della famiglia dal xvi al xviii secolo.
20 Sono grato per questa informazione a Robert Lowry jr, un genealogista americano la cui famiglia proviene da Poggioreale.
21 Francesco Maria Emanuele e Gaetani, marchese di villabianca, Della
Sicilia nobile, Palermo, Stamperia dei Santi Apostoli, 5 voll., 1754-1759; Id.,
Appendice alla Sicilia nobile, tomo i, ivi, 1775; tomo ii, a cura di Carlo Crispo
Moncada e Antonino Mango, Palermo, O. Fiorenza, 1897.
22 Devo le informazioni a ricerche condotte da un discendente diretto,
Franco Reggio d’Aci.
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fonti musicali italiane
Casa Reggio 1500 - 1750
Giovanna d’Afflitto
m. 1528
=
Giovanni Luigi Reggio (n. ? – m. 1585)
Senatore di Palermo 1531- 40 – 61 – 70 – 75
1. Costanza Vanni (m. 1597) =
Stefano Reggio e d’Afflitto (n. 1563 – m.1603) = Portia Playa
senatore/sindaco di Palermo
m. 1598 ca.
Luigi Reggio Vanni (n. ? – m. 1636)
sergente maggiore di Palermo
=
Caterina Santo Stefano
m. 1599
Stefano Reggio e Santo Stefano (n. 1610 - m. 1678)
I dei principi di Campofiorito (1660)
I dei principi di d’Aci (1672)
(2)Maria Corvino e de Prado
m. 1683
=
Ramo IV
Luigi Reggio e Giuffré
II dei principi di Campofiorito(1680)
Idei principi d’Aci Catena (1681)
Ramo I
=
=
Ramo II
Angela Giuffré d’Afflito
Francesca Saladino (1)
m. 1655
Ramo III
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anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
Relazione fra i rami I e IV
Ramo I - Principi di Campofiorito
Ramo IV - Nobili dei Principi D’Aci
Maria Corvino de Prado = Luigi Reggio e Giuffré
Dei principi di Mezzojusto
Gioacchino Reggio e Corvino
=
Stefano Reggio e Saladino =
III dei principi di Campofiorito
Isabella Gioeni
Luigi Reggio e Branciforte
IV dei principi di Campofiorito
n. 16/12/1677 m. 29/10/1757
Dorethea Branceforte
m. 1660
=
Caterina Gravina
m. 28/7/1698
Stefano Reggio e Gravina = Anna De Moncardo
V dei principi di Campofiorito
m. 6/10/1764 (Inv. 1758)
m.13/2/1790 Napoli
Gaetana = Giuseppe
Antonino Reggio
Gravina
Reggio e
e Gioeni 1725
Gioeni 1713
Antonio Reggio e
Gioeni 1729
Pietro Reggio e Domenico Reggio e
Gioeni 1720
Gioeni 1726
Mario Reggio
e Gravina 1754
Giovanna Reggio
e Gioeni
Antonina Reggio e
Gioeni 1729
Gaetana Reggio
e Gioeni
Gioachina Reggio e
Gioeni
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La famiglia Reggio23 si stabilì in Sicilia provenendo dalla Toscana. Il primo membro della famiglia a giungere sul suolo siciliano fu Antonino nel xiv secolo. La famiglia si insediò nella
società siciliana quando nel 1660 Stefano Reggio e Santo Stefano (quest’ultimo nome è il cognome di sua madre) divenne
primo principe di Campofiorito, una cittadina in provincia di
Palermo, e poi, nel 1672, primo principe di Aci Sant’Antonio
e San Filippo, due cittadine che dominavano un vasto territorio in provincia di Catania. A Stefano successe il figlio Luigi
Reggio e Giuffrè, che divenne principe di Campofiorito nel
1680 e nell’anno successivo anche principe della Catena.
Con la successione di Luigi Reggio e Giuffrè, la famiglia si divise in quattro rami. Il primo, secondo e terzo derivarono dalla
discendenza del primo matrimonio di Luigi con Francesca Saladino. Il primo ramo rappresentava la successione dei principi di
Campofiorito e principi di Aci Sant’Antonio e San Filippo, il secondo i principi della Catena, il terzo i marchesi della Ginestra.
Stefano Reggio e Saladino, primo figlio di Luigi, fu inizialmente investito (per dono del nonno) come secondo principe di Aci Sant’Antonio e San Filippo (1680) e poi nel 1698
ebbe il titolo di terzo principe di Campofiorito. Il titolo di
principe della Catena fu dato (solo vita natural durante, con
un probabile rinnovo per il figlio a discrezione del capo del
ramo principale) al fratello, Antonino Reggio e Saladino, che
portò avanti la linea dei principi della Catena. I successori di
Stefano portarono il titolo di principi di Campofiorito e principi di Aci Sant’Antonio e San Filippo.
Nella prima metà del xviii secolo venne formata una nuova
comunità (da Andrea Giuseppe Reggio e Statella, figlio di Antonino Reggio e Saladino), quella di Catenanuova. Andrea Giuseppe Reggio e Statella assunse anche il titolo di Barone di
Catenanuova, in aggiunta a quello di principe della Catena.24
23 Ci sono due forme del nome della famiglia: Reggio e Riggio. La forma
‘Riggio’ sembra essere usata nelle fonti siciliane, benché entrambe le forme
siano usate simultaneamente. La casa di Luigi ad Aci Catena viene denominata Palazzo Riggio. In questo saggio ho usato la forma ‘Reggio’.
24 Vito Amico, Dizionario topografico della Sicilia, tradotto dal latino ed
annotato da Gioacchino Di Marzo, Palermo, 1855, vol. I, pp. 304-305.
fonti musicali italiane
A questo punto un terzo ramo capeggiato da Giuseppe
Reggio e Saladino, quarto figlio di Luigi, prese il titolo di Marchese della Ginestra, e dopo il 1812 (quando il primo ramo
si estinse) il titolo di principe di Aci Sant’Antonio e San Filippo. In seguito al secondo matrimonio di Luigi con Maria
Corvino e de Prado, si formò un quarto ramo della famiglia
con il titolo di Nobili dei principi di Aci.
Nella Biblioteca centrale della Regione siciliana a Palermo
è conservato il libretto a stampa di una azione sacra, Il re
Mesa, datato 1750, in cui è indicato: «Musica del signor d.
Antonino Reggio dei Principi di Campofiorito».25 Il terzo figlio di Gioachino, capo del quarto ramo della famiglia Reggio,
era Antonino Francesco Reggio. Nacque l’8 gennaio 1725 ad
Aci Catena.26 Da un attento studio della genealogia della famiglia sappiamo che c’era un solo Antonino nella famiglia
Reggio in questo periodo, e quindi dobbiamo concludere che
è questo l’Antonino citato nel libretto palermitano.
Santini pubblicò nel 1820 un catalogo della sua collezione,
in cui afferma chiaramente che le opere citate sono di Antonino Reggio.27 Questo nome compare anche su un manoscritto di un Tantum ergo di Reggio (non autografo, sant
Hs-3381): «di Antonino Reggio». È importante distinguere i
nomi Antonio e Antonino. In molte parti d’Italia Antonino è
un diminutivo di Antonio, in Sicilia è un nome vero e proprio.
L’abbreviazione «Antº», usata nei manoscritti di Münster, è
25 Il rè Mesa. Azione sacra da cantarsi nella chiesa del venerabile monastero
di S. Niccolò l’Arena di questa chiarissima, e fedelissima città di Catania per la
solennità del S. Chiodo consecrata al revendissimo padre d. Idelfonzo Arezzi
abate de' monasterj di S. Maria di Licodia, e di S. Niccolò l'Arena. Musica del signor d. Antonino Reggio dei principi di Campofiorito, Catania, Bisagni, 1750,
Biblioteca Centrale della Regione Siciliana, Palermo, Misc. A. 234 132734.
26 Questa informazione è stata fornita dal Dott. Mario Patanè, un ricercatore siciliano che si occupa della nobile famiglia Reggio. La data compare in Salvatore Bella, Memorie storiche del comune di Aci Catena, Acireale,
S. Donzuso, 1892, p. 125.
27 Catalogo della musica esistente presso Fortunato Santini in Roma nel palazzo de’ principi Odescalchi incontro la chiesa de SS. xii Apostoli, Roma, Paolo
Salviucci e figlio, 1820, p. 40. Vedi la trascrizione dell’elenco di opere di
Reggio nell’appendice ii.
anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
stata sciolta dal RISM come Antonio, di qui la confusione dei
nomi.28 È quindi possibile affermare che i manoscritti di Münster sono di Antonino Reggio dei principi di Aci.
Nel libretto del Re Mèsa il nome Antonino Reggio è preceduto dalla «d.» (don): ugualmente, in molti manoscritti del
fondo Santini l’autore è indicato come «Sig d. Anto Reggio».
Questa denominazione può indicare una persona di nobile
famiglia, così come un religioso.
In quest’ultimo caso, essa sarebbe coerente con ciò che
afferma Burney, cioè di aver conosciuto a Roma nel 1770
«Monsignor Reggio»; la medesima denominazione è riportata
su un manoscritto originariamente nella collezione privata di
Giancarlo Rostirolla: Concerti à Quattro per trè soprano e contralto di Monsignor Antonio Reggio. Si tratta di una copia, di
mano sconosciuta, di un originale conservato a Münster con
l’indicazione: «per le Signore Marchesine Laura, Prudenza and
Giacinta Astalli»29 e la data 1767. Parecchi altri manoscritti
di Reggio nella collezione Santini sono dedicate alle Astalli, e
sono datati tra 1763 e 1767. Il manoscritto nella colleziona
Rostirolla è invece privo di data e di dedica.
28 Nel corso della mia ricerca sulla famiglia Reggio, questa confusione
di nomi è capitata con un altro Antonino (Antonino Reggio e Saladino),
che nel 1692 fece richiesta di diventare cavaliere di Gerusalemme e Malta.
Tutti i documenti ufficiali (Ruolo Generale - Lista dei Cavalieri, Cappellani e
Serventi d’Arme ricevuti nell’ Ordine di S. Giovanni di Gerosalemme dal 15551797 – vol.1; Ruolo Generale - Lista dei Cavalieri, Cappellani e Serventi d’Arme
ricevito in minorennità nell’ Ordine di S. Giovanni di Gerosalemme dal 15711770, vol.2; e Repertorio degli atti, registri e documenti già attinenti all’Ordine
Gerosolimito ed alle Università delle città Notabile e Valletta, consistenti in oggi
l’archivo del Governo, tutti alla Biblioteca nazionale di Malta) lo indicano
come Antonio. La richiesta ufficiale reca Antº mentre altri documenti che
attestano i suoi requisiti lo denominano chiaramente Antonino (Archivi
dell’Ordine di Malta, Biblioteca nazionale di Malta, AOM 4670).
29 La «nobile famiglia Astalli» possedeva il feudo di Sambuci presso Tivoli.
A questa famiglia appartennero alcuni importanti personaggi della curia romana nel xvii secolo: il cardinal Camillo Astalli (1616-1663), suo fratello Tiberio, marito di Caterina Maidalchini (nipote di donna Olimpia Maidalchini
Pamphili), e il nipote cardinal Fulvio Astalli (1654-1721). La linea diretta della
famiglia si estinse nella seconda metà del xviii secolo. Vedi Gaetano Moroni,
Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia, 1857, lxx, pp. 222-223.
217
Un riferimento a Reggio come siciliano e alla sua abilità di
musicista è anche contenuto in un articolo del poeta e scrittore Giovanni Gherardo De Rossi, scritto nel 1807 in forma
di lettera e contenente l’elogio funebre di Maria Pizzelli. Quest’ultima era stata celebre per le molte doti intellettuali e artistiche, e per il salotto che, negli ultimi anni del Settecento,
accolse filosofi, scrittori e artisti. Nel trattare delle competenze musicali della Pizzelli, De Rossi afferma che:
Una delle prime sue idee fu il conoscere profondamente quest’arte,
ed impadronirsi della teorica di essa. Eravi fra i suoi amici un Prelato
siciliano Monsignor Reggio, uomo di sommo ingegno, di molta dottrina, e profondo poi nella musica. Questi fu il suo maestro, ed in
un breve tempo giunse il talento della discepola a superare le difficoltà dell’arte, ed a conoscerne gli astrusi precetti; mentre intanto
il dolcissimo Sacchini le dimostrava, come da quegli spinosi precetti,
il gusto deve far spuntare ameni fiori e ridenti.30
La descrizione di De Rossi riecheggia quella di Burney citata sopra: «eminent for their skill in the art, and learning in
the science of sound; among whom […] Monsignor Reggio».
Burney scrive che Reggio era un compositore «pretty
good» di musica per cembalo e per violoncello. Nel fondo
Santini ci sono 5 volumi manoscritti contenenti in tutto 72
sonate per cembalo composte da Reggio, nonché un manoscritto con 12 sonate per due violoncelli.
Quindi possiamo affermare che il monsignor Reggio conosciuto da Burney a Roma è monsignor Antonino Reggio,
dei principi di Aci (Aci Catena 1725 - Roma? ca. 1800-5).
2. Le composizioni di Reggio
Tutte le composizioni conosciute di Reggio sono conservate
in manoscritto. La collezione Santini a Münster contiene 16
manoscritti comprendenti ca. 130 singole composizioni (sant
30 Giovanni Gherardo de Rossi, Lettera del Cav. Gio. Gherardo De-Rossi ad
un Amico sulla morte della celebre Maria Pizzelli, Roma 26 Settembre 1807,
«Giornale Pisano di Letteratura, scienze ed arti», tomo viii, 1808, n. 22, p. 70.
218
Hs-3314, sant Hs-3377-92). La maggior parte di queste
opere è databile tra il 1745 e il 1774.
Le opere del periodo 1745-1750 furono composte in Sicilia. Si tratta principalmente di opere sacre o religiose:
messe, oratori (intermezzi sacri), cantate, mottetti e arie
sacre. Le cantate e le arie, come si è visto sopra, furono composte per vari membri della nobiltà siciliana.
La composizione più antica reca la data 1745: «Dialogo a
4 Voci con VV ed altri Stromenti del Sigr N:N:» (sant Hs3384). Si tratta dell’intonazione di Lodi al gran Dio d’Abramo,
per 3 soprani e contralto, Coro d’Angeli e orchestra. Il manoscritto reca anche il nome dell’autore del testo: «Poesia del
Sigr Marchese D. Casimiro Drago. Anno 1745».
In un manoscritto (sant Hs-3514) contenente una raccolta di 12 intonazioni della Salve Regina ce n’è una datata
1747: «Salve Regina a Voci sola di Soprano con VV: Del Signr
D: Anto Reggio 20 Aprile 1747». Il manoscritto ha anche la
dedica: «Composta per S.C. Principessa di Campofiorito», e
l’annotazione: «In Napoli».
L’anno successivo comparve la prima di due messe ‘napoletane’ (Messe di Gloria): «Messa a 4 Voci con VV., violetta,
basso e corni. Del Sigr N.N. Aci Catena 26 Agosto 1748»
(sant Hs-3379). Si tratta di un’intonazione del Kyrie e Gloria
a 4 voci, coro, archi, corni e organo. È possibile che sia stata
composta per don Luigi Reggio e Branciforte. Don Luigi fu
ambasciatore in Francia e Spagna, e visse a Napoli. Nel 1747
si ritirò dal servizio diplomatico e decise di tornare ad Aci
Catena per vivere lì con la sua famiglia. È significativo a mio
parere che l’intonazione della Salve Regina di Reggio sia datata
allo stesso anno in cui il principe e la principessa partirono
da Napoli. È cioè possibile che quest’opera sia stata scritta
poco prima della loro partenza da Napoli per celebrare la
fine del soggiorno napoletano. Nel 1747, il palazzo Riggio ad
Aci Catena era stato completato, e la famiglia vi si stabilì. La
messa fu composta nel 1748, e quindi potrebbe essere stata
scritta per il felice ritorno della famiglia Reggio ad Aci Catena.
Può anche essere stata eseguita nel nuovo palazzo, o nella
chiesa annessa di Santa Maria di Catena.
fonti musicali italiane
L’anno 1749 vide la composizione di un oratorio: «Il Sacrifizio di Gefte, Intermezzo Sacro a 3 Voci con VV, Violetta,
basso e Corni da Caccia» (sant Hs-3380). Quest’opera contiene il recitativo Con strepitosi suoni non più assordino e l’aria
Se canti e suoni per 3 soprani, archi, corni e continuo. Un
altro oratorio, «La Decollazione di S: Gio: Battista Intermezzo Sacro a 3 voci» risale allo stesso anno (sant Hs3379/3).
Nel 1749 abbiamo anche due composizioni liturgiche:
«Domine ad adiuvandum a 4 Voci: Del Sigr N.N. 16 Gennaro
1749», per 4 voci, archi, corni e organo; «Dixit a 4 Voci. Del
Sigr N.N. alli 9 Gennaro 1749» (sant Hs-3380). Inoltre, una
terza opera liturgica, un Tantum ergo, è datato 1749 in una
copia di altra mano, probabilmente realizzata da Fortunato
Santini: «Tantum Ergo a due Soprani ed Organo di Antonino
Reggio 1749» (sant Hs-3381).
L’anno successivo vede la composizione di una seconda
messa a 4 voci (sant Hs-3377), mentre nel 1751 abbiamo
un altro oratorio: «Giuseppe Riconosciuto – Intermezzo a
tre Personaggi». Questo manoscritto contiene l’intonazione di Tu che dell’alme nostre eternal verità (recitativo) e
Sarò qual madre amante (aria) per tre voci, archi, 2 corni e
basso continuo.31
Non è stata invece finora reperita, né a Münster né in altre
biblioteche, la musica dell’azione sacra Il re Mesa (1750), di
cui è conservato il libretto. Quest’ultimo indica occasione e
luogo dell’esecuzione: «da cantarsi nella chiesa del venerabile
monastero di S. Niccolò l'Arena di questa chiarissima, e fedelissima città di Catania per la solennità del S. Chiodo». La
festa del Santo Chiodo celebrata nel monastero benedettino
di S. Niccolò l’Arena era una delle più importanti e sfarzose
31 Gli «Intermezzi sacri» di Reggio furono segnalati nella citata voce
Oratorium da Rudolf Ewerhart (vedi nota 14), che dopo aver descritto oratori e cantate sacre italiane prosegue: «Daneben trifft man vereinzelt auf
kürzere “Intermezzi sacri”, die wohl als Einlagen in grössere Werke anzusehen sind; der Neapolitaner A. Reggio schrieb um die Jh.-Mitte mehrfach
solche Stücke». Quindi, brani brevi, che servivano come inserti in composizioni più ampie.
anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
feste religiose del Settecento a Catania, e veniva solennizzata
con dialoghi, oratori, componimenti sacri in musica.32
Un manoscritto contenente 9 arie e una cantata è datato
fra 1745 e 1750 (sant Hs-3382). Le intonazioni sono destinate a vari tipi di voce, sono datate separatamente e recano
l’annotazione «In Palermo». Le arie sono dedicate, come si è
visto sopra, a vari membri della nobiltà siciliana.
Il catalogo di Santini del 1820 elenca almeno un’altra
messa e alcune altre opere attualmente non presenti nella
collezione di Münster.
Tra il 1750 e il 1763 c’è una interruzione. Dal Diario palermitano dall’anno 1759 all’anno della xv ind. 1766 e 1777 di
Francesco Maria Emanuele e Gaetani, marchese di Villabianca,
sappiamo che nel novembre 1763 D. Antonino Reggio rinunziò all’abbazia di S. Angelo in Brolo;33 si può quindi presumere
che fino a quel momento Reggio fosse all’abbazia.
Se si eccettua un recitativo e aria Perdono amata Nice / Bei
labbri che amore, composizione scritta «Per la Sig.ra Marchesa
Marianna Vrigo» e datata 1756,34 i manoscritti posteriori al
1750 comprendono arie per membri della nobiltà romana, e
in particolare per le donne della famiglia Astalli. Questi ultimi
manoscritti furono scritti nel periodo 1763-1774.
All’interno dello stesso manoscritto ci sono un’altra cantata, due arie e un mottetto. La cantata, per 2 soprani e contralto, si intitola Le Grazie vendicate ed è datata 1763. L’anno
successivo l’aria Se del fiume altera l'onda, reca l’indicazione:
32 Il libretto (su cui vedi sopra, nota 25) integra il catalogo di libretti di
oratori cantati a Catania nel Settecento inserito nel saggio di Antonino
Marcellino e Salvatore Maugeri, Per una storia dell’oratorio a Catania nel
Settecento: ‘L’esaltazione di Mardocheo’ (1776) di Giuseppe Geremia, ‘maestro
di cappella catanese’, in L’oratorio musicale italiano e i suoi contesti (secc. xviixviii). Atti del Convegno internazionale (Perugia, Sagra musicale umbra, 1820 settembre 1997), a cura di Paola Besutti, Firenze, Olschki, 2002, pp.
21-114.
33 Diari della città di Palermo dal secolo xvi al xix pubblicati su’ manoscritti
della Biblioteca Comunale, a cura di Gioacchino Di Marzo, vol. xiii, Palermo,
Luigi Pedone Lauriel, 1874 (Biblioteca storica e letteraria di Sicilia, vol. xviii,
xiii della i serie), p. 141.
34 Forse Marianna Origo.
219
«Per la Sigra Marchesa Prudenza Astalli»; segue nel 1765 una
scena e aria, Misero me qual vero aspetto / Andar vorrei ma come
per soprano e orchestra. L’ultima composizione presente nel
manoscritto è una intonazione di Jube domne benedicere, datata 1766, per soprano e organo.
Un’altra aria, Mio ben ricordati, per soprano e archi, è datata 1764 e reca l’indicazione «per la Sigra Marchesa Giacinta
Astalli».
Infine, un manoscritto del fondo Santini datato 1767 contiene 20 quartetti vocali, per 3 soprani e un contralto, con il
titolo Concertini a tre Soprani, e Contralto, ed è l’ultima raccolta
vocale nota di Reggio. È dedicata a Laura, Prudenza e Giacinta
Astalli. Dalle altre opere citate, si può dedurre che il contralto era Giacinta, e che Laura e Prudenza erano i soprani.
Il terzo soprano è ancora da identificare. I testi sono di Metastasio (originariamente duetti),35 come peraltro molti degli
altri testi (oratori, arie staccate) intonati da Reggio.
Questa raccolta è presente in altre due fonti. La prima è
un manoscritto della collezione di Giancarlo Rostirolla, copia
esatta del manoscritto di Münster. Ha il titolo Concerti a quattro Per Tre Soprani, e Contralto di Monsignor Antonio Reggio: la
discrepanza nel nome suggerisce che il copista aveva poca familiarità con i nomi siciliani, ed era molto probabilmente romano.36 La seconda fonte è conservata a Lisbona, Biblioteca
do Palacio nacional da Ajuda, e il contenuto è lo stesso dei
due precedenti. Il manoscritto, datato Roma 1770 e dedicato
al re di Portogallo Giuseppe i, si intitola: Concertini per camera
a quattro voci e basso.37
35 Pietro Metastasio, Drammi per musica, a cura di Anna Laura Bellina, vol.
i: Il periodo italiano. 1724-1730, Venezia, Marsilio, 2002; vol. ii: Il regno di Carlo
vi. 1730-1740, ivi, 2003; vol. iii: L’età teresiana. 1740-1771, ivi, 2004. Si veda
anche il sito www.progettometastasio.it (Università degli di studia di Padova).
36 Attualmente il manoscritto è conservato alla Biblioteca Nazionale
Centrale di Firenze. Fu originariamente posseduto da Ippolito Galante,
uno studioso e collezionista romano del Settecento, prima di essere acquisito da Giancarlo Rostirolla, che ringrazio per le informazioni.
37 Biblioteca da Ajuda. Catálogo de Música Manuscrita, a cura di Mariana
Amélia Machado Santos, 9 vols., Lisboa, Biblioteca da Ajuda, 1958-1968,
vol. v, p. 35.
220
Nel primo periodo della sua attività musicale (1745-1750)
Reggio scrisse prevalentemente musica sacra; dal 1760 al
1767 la sua produzione è costituita da arie su testi operistici.
Quindi fino al 1767 una produzione interamente vocale. Dal
1770 la situazione cambia. Nel fondo Santini di Münster ci
sono 5 volumi di sonate per cembalo, contenenti 72 sonate
in due movimenti. Il quinto volume è datato 1774, gli altri
sono senza data. Burney afferma – nel 1770 – che Reggio era
un compositore di musica per cembalo e per violoncello, perciò i volumi 1-4 devono essere datati intorno al 1770. Sonate
di Reggio sono state reperite di recente anche all’Archivio di
Montecassino38 e alla Deutsche Staatsbibliothek di Berlino.39
Un altro manoscritto del fondo Santini contiene 12 sonate
per 2 violoncelli e 24 sonate per liuto e basso (il basso probabilmente destinato al violoncello). Le composizioni per
liuto sono insolite per il periodo, nel 1770 il liuto era in declino. Reggio probabilmente conosceva qualcuno (ancora non
identificato) che suonava questo strumento e compose per
lui queste sonate. La parte del liuto è scritta su un unico pentagramma un’ottava sopra. È probabile che anche queste
composizioni siano da collocare intorno al 1770. Il volume di
sonate per cembalo del 1774 sembra sia l’ultima opera composta da Reggio.
3. Le sonate di Domenico Scarlatti
Fra i numerosi manoscritti della collezione Santini ci sono
cinque volumi di sonate per cembalo di Domenico Scarlatti
(sant Hs-3964-3968). Fino a poco tempo fa, i copisti di questi
manoscritti non erano stati identificati. Nel corso della catalogazione della collezione Santini, Klaus Kindler aveva identificato la grafia di Reggio dai suoi manoscritti originali, e aveva
38 Il Fondo musicale dell’Archivio di Montecassino, a cura di Giovanni Insom,
con la collaborazione di Riccardo Artico e altri, presentazione di Faustino
Avagliano, 2 voll., Montecassino, Pubblicazioni cassinesi, 2003, ii, pp. 990991.
39 Originariamente attribuite dal RISM a Pietro Reggio, ma riconosciute
recentemente di Antonino da Klaus Kindler.
fonti musicali italiane
concluso che una delle mani nei manoscritti di Scarlatti era
quella di Antonino Reggio. Un esame ulteriore di questi manoscritti indica che Reggio copiò uno dei cinque volumi e
circa metà di un altro (rispettivamente sant Hs 3966 e 3967).
I volumi rimanenti sono scritti da una mano che finora non
si è potuto identificare, ma è interessante notare che varie
annotazioni in questi altri volumi sono di mano di Reggio. Si
può quindi presumere che Reggio possedesse tutti e cinque
i volumi e che formassero parte della «good library» menzionata da Burney.
Joel Sheveloff, nella sua dissertazione del 1970 sulle sonate
di Scarlatti, sostiene che le copie di Münster sono fra le fonti
più importanti delle sonate di Scarlatti. Anche altri studiosi
di Scarlatti, come Gerstenberg e Kirkpatrick, sono della
stessa opinione.40
Sheveloff identifica otto mani nella compilazione dei cinque volumi. Le più significative sono M1, che copiò i primi
tre volumi, e M2, che copiò il quarto e una parte importante
del quinto.41 Antonino Reggio può ora essere identificato con
M2, mentre l’identificazione di M1 rimane un mistero. Sia
Sheveloff sia Kirkpatrick forniscono una documentazione che
suggerisce la derivazione di questi volumi da quelli oggi conservati a Parma e a Venezia. Poiché non esistono manoscritti
autografi di Scarlatti, le copie di Parma e Venezia sono considerate le fonti principali per le sonate di Scarlatti. Infatti
queste copie furono portate in Italia dal celebre cantante Farinelli nel 1759, al suo ritorno in Italia dopo più di vent’anni
passati alla corte di Spagna, dove era collega di Scarlatti.42 Fa40 Joel Sheveloff, The keyboard sonatas of Domenico Scarlatti: A re-evaluation
of the present state of knowledge in the light of sources (PhD. Diss., Brandeis
University, 1970), Ann Arbor, UMI, 1985; Walter Gerstenberg, Die Klavierkompositionen Domenico Scarlattis, Regensburg, Bosse, 1933; Kirkpatrick, Domenico Scarlatti.
41 Sheveloff, The keyboard sonatas of Domenico Scarlatti, pp. 53, 230.
42 Il celeberrimo cantante Farinelli (Carlo Broschi, 1705-1782) soggiornò in Spagna dal 1737 al 1759. Aveva accumulato una grande ricchezza,
e tornato in Italia vi passò tranquillamente gli ultimi anni. Un interessante,
insolito e dettagliato resoconto della vita di Farinelli si può trovare in
anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
rinelli aveva ricevuto in eredità le opere di Scarlatti dalla regina Maria Barbara.
Le copie realizzate da Reggio sembrano continuare l’opera
di copiatura iniziata da M1, poiché non ci sono duplicazioni
nel totale delle 350 sonate copiate. Come già accennato, ci
sono annotazioni di mano di Reggio in molti dei manoscritti
copiati da M1, il che fa dedurre che Reggio possedeva tutti e
cinque i volumi. È possibile che conoscesse M1, o che avesse
acquistato queste copie come parte della sua biblioteca.
Alcune delle annotazioni si trovano solo su questi manoscritti. In particolare, parecchi brani (in sant Hs 3967) recano
l’annotazione: «in Aranjuez 1754». Le date coincidono con il
soggiorno di Scarlatti ad Aranjuez;43 ma questa informazione
in relazione alla musica non è contenuta in alcuna altra fonte.
È tuttavia possibile che le copie del fondo Santini abbiano un
legame più diretto con gli originali spagnoli. Infatti due membri della famiglia Reggio vissero a lungo in Spagna. Lo zio di
Reggio, Luigi Reggio e Branciforte, visse in Spagna dal 1713
al 1737. Fu viceré di Valencia dal 1721 al 1737, ambasciatore
a Venezia dal 1737 al 1740, ambasciatore spagnolo a Parigi
dal 1740 al 1746. Suo figlio, Stefano Reggio e Gravina, fu ambasciatore alla corte di Spagna a Madrid dal 1743 al 1759. Entrambi quindi risiedevano in Spagna al tempo di Scarlatti e
Farinelli, e potrebbero averli conosciuti. Luigi era fra l’altro
coinvolto in manifestazioni musicali, ci sono infatti riferimenti
a esecuzioni tenute nella «casa di Reggio».44 Luigi Reggio ebbe
un maestro di cappella mentre era in Spagna; molte composizioni gli furono dedicate.
Charles Dickens, Singing to some purpose, in All the year round – A weekly
journal, London - March, 15 1862, vol vii, pp. 21 -27.
43 Malcolm Boyd, Domenico Scarlatti - man of music, London, 1986, p.
134.
44 Ramón Ramìrez, El compositor Josep Pons i el llenguatge musical per a
la litúrgia de l’ordinarium: “Misa a 4 y a 8 con oboes, violines y Trompas Sobre
la antífona ecce sacerdos magnus” (1786), Valencia, Universitat de Valencia,
2005, p. 47, nota 45: «Folla Real que en celebridad de los años de la Majestad de la reina Isabela nuestra señora se ha de cantar [en casa] del excelentísimo Sr. Príncipe de Campoflorido».
221
In conclusione, la ricerca effettuata ha portato all’identificazione del monsignor Reggio citato da Burney con Antonino Reggio dei principi di Aci, nato ad Aci Catena nel 1725
e morto probabilmente a Roma all’inizio del 1800. Allo stato
attuale della ricerca, la sua produzione consiste di ca. 180
composizioni. I manoscritti originali di Münster sono tutti
adespoti, l’annotazione Antº Reggio è stata aggiunta in seguito,
forse da Santini, quando furono acquisiti alla collezione. Si
sono individuati inoltre alcuni altri manoscritti a Firenze,
Montecassino e Lisbona, ed è possibile che altri potranno essere reperiti in altre collezioni. È infine molto interessante la
connessione sopra descritta con i manoscritti scarlattiani del
fondo Santini. Ulteriori ricerche potranno approfondire le
basi poste con questa prima indagine e darci un quadro più
completo di colui che venne definito «man of great intellect,
erudite [and] eminent for [his] skill in the art, and learning in
the science of sound».
(Traduzione dall’inglese di Bianca Maria Antolini).
222
fonti musicali italiane
APPENDICE I
1.7
Inventario delle opere di Antonino Reggio
2. Arie
2.1
sant Hs 3382: contiene 9 arie e una cantata, per S, archi
e bc:
2.1.1
Se a te penso o Paradiso - 1750
2.1.2
Crudo amor oh Dio ti sento - Palermo 1746
2.1.3
Se tutti i miei pensieri - Palermo 1746
2.1.4
Voglio al tuo fianco ogn'ora vivere - Palermo 1748
2.1.5
Per conforto a tanti quai - Palermo 1748
2.1.6
Non temer ch'io mai ti dica - Palermo 1748
2.1.7
Digli ch'io son fedele - Palermo 1748
2.1.8
Che non mi disse un dì - Palermo 1747
2.1.9
Amo te solo - Palermo 1748
2.1.10 Cantata Sacra a Voce di Contralto con V:V: - Palermo
1745 (incipit: È fin a quando o Dio)
2.2
sant Hs 3385: Contiene 2 cantate, 2 arie e 1 mottetto:
2.2.1
Le Grazie Vendicate / Cantata a 3 Voci - 1763 [2 S,
A, bc?]
Rec. Non sperate placarmi e Aria No di tanto orgoglio mi voglio vendicar
2.2.2
Cantata a Voce sola di Soprano – 1756 [S, archi]
Rec. Perdono amata Nice e aria Bei labbri che Amore
2.2.3
Originale di Antonio Reggio - 1765
Rec. Misero me qual vero aspetto e aria Andar vorrei ma come
[S, orch, bc]
2.2.4
Originale di Antonio Reggio - 1764 [S, archi]
Se del fiume altera l'onda (testo da Artaserse)
2.2.5
A[nno] 1766 [S, org]
Jube domne benedicere
2.3
sant Hs 3386: Originale di Antonio Reggio A[nno] 1764
Contiene Mio ben ricordati, A, archi
2.4
sant Hs 3383: Concertini a tre Soprani, e Contralto per le Signore Marchesine Laura, Prudenza, e Giacinta Astalli - 1767
A . Opere conservate nella collezione Santini (Diözesanbibliothek,
Münster)
1. Composizioni sacre e oratori
1.1
sant Hs 3384: Dialogo a 4 Voci / con VV ed altri Stromenti 1745.
Contiene: Lodi al gran Dio d'Abramo, per 3 S, A, Coro d'Angeli, orch.
1.2
sant Hs 3514: Salve Regina / a Voce sola di Soprano / con
VV: 1747 [S, bc]
1.3
sant Hs 3378: Messa a 4 Voci con V:V: / Violetta, Basso e
Corni 1748 [4V, coro, archi, cor, org]
1.4
sant Hs 3379: contiene 3 intermezzi sacri:
1.4.1
Il Sacrifizio di Gefte / Intermezzo Sacro / a 3 Voci
con V: V: Violetta, Basso / e Corni da Caccia - 1749 [3 S,
archi, bc]
1.4.2
Giuseppe Riconosciuto / Intermezzo a tre Personaggi
- 1751. [3 V, archi, cor, bc]
1.4.3
La Decollazione di S: Gio: Battista. Intermezzo Sacro
[3 V, archi, cor, bc]
1.5
sant Hs 3380: contiene due composizioni sacre:
1.5.1
Domine ad adjuvandum etc. / a 4 Voci con Violini,
Violetta, Organo e / Corni da Caccia - 1749
1.5.2. Dixit a 4 Voci con V:V: / Violetta, Organo, e Trombe
- 1749.
1.6
sant Hs 3381: Tantum ergo / a due Soprani / ed / Organo
sant Hs 3377: Messa a 4 Voci con V:V: / Violetta, Corni da
Caccia/ed organo – 1750
anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
223
3. Composizioni per tastiera
APPENDICE II
3.1
sant Hs 3389: [12] Sonate per Cembalo Opera Prima
3.2
sant Hs 3390: [12] Sonate per Cembalo Opera Seconda
Elenco delle composizioni di Antonino Reggio nel Catalogo della musica esistente presso Fortunato Santini in Roma nel palazzo de’ principi
Odescalchi incontro la chiesa de SS xii Apostoli, Roma, Paolo Salviucci
e figlio, 1820, pp. 39-40
3.3
sant Hs 3391: [12] Sonate per Cembalo Opera Terza
3.4
sant Hs 3387: [12] Sonatine per Cembalo Opera Quarta
3.5
sant Hs 3388: [24] Sonatine per Cembalo Opera Quinta di
xxiv 1774
4. Composizioni per altri strumenti
4.1
sant Hs 3392: Sonatine a due Violoncelli e di Liuto e Basso
Contiene 12 sonate per violoncello e 24 sonate per liuto
e basso
B. Opere conservate in altre Biblioteche
1.
2.
3.
4.
Biblioteca Nazionale di Firenze (Dipartimento di Musica)
MS MUS 338 - Concerti a quattro Per Tre Soprani, e Contralto di Monsignor Antonio Reggio - Collezione di Giancarlo Rostirolla – Rome. Copia di 2.4
Biblioteca do Palacio Nacional da Ajuda, Lisboa
46-II-49 1 a 20 - Concertini / Per Camera / A Quattro
voci e Basso / Consagrati / Alla Maesta Fedelissima / Di
D. Giuseppe I / Re Di Portugallo e D’Algarvia / Etc. Etc. /
Antonius Cleton scul. Roma. Superiorum permissu. 1770,
Roma. Autógrafo. Cfr. 2.4
Biblioteca di Montecassino, 6-F-8 e 6-A-1
12 sonate
Deutsche Staatsbibliothek, Berlin. Mus.ms 18165
Sonate per il Cembalo. Del Sig: Reggio
10 sonate
9 Duetti con strom.
Cantata per A con strom.
5. Cantate a C. con strom.
Pange lingua e Tantum ergo a 2. C.
3. Mot. a C. con strom.
Jube Domne benedicere
Sancta Mater
Fratres sobrii estote
3. Kyrie e 3. Gloria a 4. con strom.
20. Duetti del Metastasio ridotti per 3. C. e A.
4. Cantate a 3. con strom.
Le grazie vendicate
Il sacrifizio di Jefte
Giuseppe riconosciuto
La decollazione di S. Gio. Battista
2. Cantate a 4. sopra il S. Natale con strom.
Domine ad adjuvandum e Sal. Dixit a 4. con strom.
Tantum ergo a 2. C. con strom.
Salve regina a C. con strom.
Lezione viii del Giovedì Santo per A.
Lezione iv del Natale a C.
24 Sonatine per Cembalo
12 Sonatine per due Violoncelli
24 Sonatine per Liuto e Basso
Sonate per Cembalo Opera i. ii. iii. iv. v
224
fonti musicali italiane
Fig. 1: Frontespizio di sant Hs 3383
(per gentile concessione della Diözesanbibliothek, Münster)
anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
Fig. 2: Inizio della Sonata per Cembalo in do minore (Opera Terza), sant Hs 339 No. xi
(per gentile concessione della Diözesanbibliothek, Münster)
225
226
fonti musicali italiane
Fig. 3: Inizio della Sonata a Liuto e Basso in re minore (sant Hs 3392)
(per gentile concessione della Diözesanbibliothek, Münster)
anthony hart – monsignor antonino reggio, cembalista e compositore del settecento
Fig. 4: Prima pagina della Sonata di D. Scarlatti K380, di mano di Reggio (tomo iv, n°47), sant Hs 3967
(per gentile concessione della Diözesanbibliothek, Münster)
227
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