LE TERRE DEL BOLERO-SPADO‟ « J‟ai deux amours : Fermo et Paris » Fermo 1978 … la porta di una soffitta che si schiude ... una scatola impolverata che si apre … lo stupore … E‟ l‟archivio di Alberto Spadolini (Ancona 1907 – Parigi 1972), “ … un uomo sorretto dai segreti!” come lo definisce il regista Anton Giulio Bragaglia. Celati nella scatola centinaia di documenti degli anni „30: fotografie artistiche, manifesti, articoli di giornale, spartiti musicali, brochure delle esposizioni di pittura e degli spettacoli di danza. Spadolini: Paesaggi marchigiani anni „50 Nessuno sospettava il ruolo di Spadolini in quel crogiolo di artisti, faro e punto di riferimento di tutta Europa, che è la Ville Lumière. I riflettori lo hanno accompagnato per mezzo secolo nei teatri, nei cinema, nei cabaret, nelle gallerie d‟arte, nella vita privata. Eppure Spadò, come era soprannominato a Parigi, evita di raccontare i suoi successi internazionali. Spadolini: Parigi anni ‟50 La danza vista da Spadolini Lo storico dell‟arte Stefano Papetti, riferisce: “E‟ stato detto che Spadolini teneva saldamente in mano lo scettro di tutte le arti. Il suo pregio era quello di non farlo pesare. La sua modestia, per chi come me fin da bambino l‟ha conosciuto perché ha frequentato per molti anni casa nostra a Fermo, ha portato a riscoprirlo in queste circostanze. Nel senso che molti aspetti, soprattutto quelli trionfanti della sua vita sui palcoscenici di tutto il mondo, non costituivano per lui argomento di conversazione. L‟argomento di conversazione negli anni ‟60, quando ho avuto modo di frequentarlo, era la pittura.” Spadolini: dipinti esoterici La Seconda Guerra Mondiale è da poco terminata quando Alberto Spadolini giunge a Fermo, splendido balcone fra l‟Adriatico ed i Monti Sibillini, in compagnia della contessa Yvette de Marguerie. Qui hanno trovato rifugio la mamma Ida e le sorelle Giorgia, Maria e Bice, ospiti della contessa Annunciata Vitali e del conte Barnaba. Da sinistra: mamma Ida, Alberto, la fidanzata Yvette, le sorelle Giorgia e Bice, Fermo 1948 Nel 1957 Giorgia Spadolini-Spadellini inaugura una prestigiosa sartoria al primo piano di via Medaglie d‟Oro, mentre Alberto sistema all‟ultimo piano il suo atelier. Instancabile Spadò restaura gli interni di Villa Vitali, la Serra di Villa Papetti, dona alla chiesetta di Porto Sant‟Elpidio il dipinto “Santa Teresa di Lisieux”, che abbisogna di urgentissimi restauri, esegue numerosi dipinti sulla danza che saranno esposti alla “Galerie Alex Cazelles” di Parigi, e “Paesaggi marchigiani”. Lo storico dell‟arte Riccardo Gresta sostiene: “I paesaggi marchigiani sono la nota più intima di Spadolini. „Splendore del mare‟, il dipinto con la veduta del Conero recentemente riportato alla luce è davvero delicato nei toni. Questo è il vero volto di Spadolini!” Spadolini: “Splendore del mare”, anni „50 Villa Vitali – Museo Comunale di Fermo Spadolini, anni „50 Ma chi era realmente Alberto Spadolini? Dopo aver frequentato il Teatro degli Indipendenti di Anton Giulio Bragaglia, accanto a Giorgio de Chirico e Filippo Tommaso Marinetti, all‟inizio degli anni ‟30 emigra in Francia e, grazie ad una lettera di presentazione di Gabriele d‟Annunzio, viene assunto in qualità di decoratore nell‟atelier di Paul Colin. Senza aver mai studiato danza diventa Premier Danseur nel „Ballet de l‟Opéra de Monte-Carlo‟ e nel giro di pochi mesi prende parte a spettacoli accanto a Serge Lifar, Marlen Dietrich, Mistinguett e Joséphine Baker con cui ha una tempestosa storia d‟amore; è coreografo stimato da Maurice Ravel e da Paul Valery; pittore apprezzato da Max Jacob e da Jean Cocteau; attore con Jean Marais e Jean Gabin; cantante di musica melodica incide alcuni dischi a New York; scultore dallo stile michelangiolesco; illustratore di libri per il poeta francese A. M. Klenovski; giornalista per la rivista “Sourire de France”; membro della Resistenza antinazista ... Dipinti Atelier Spadolini di Fermo Ricerche su Spadò compiute presso la Bibliothèque du Film de Paris hanno permesso di scoprire: - immagini fotografiche del film “L‟épervier” di Marcel L‟Herbier (1933) in cui debutta accanto ad un giovanissimo Jean Marais; - il film “Marinella” di Pierre Caron (1936) in cui si scatena in un ballo primitivo su di un enorme tamburo; - il manifesto pubblicitario de “Le monsieur de cinq heures” di Pierre Caron (1938) in cui è protagonista accanto all‟affascinante Mila Pareli; - immagini fotografiche de “Le pavillon brûle” di Jacques de Baroncelli (1941) in cui recita la parte di un minatore rissoso. Spadolini nel film “Marinella” del 1936 e nel documentario “Nous les gitans” del 1951 Di Spadolini, regista e sceneggiatore, gli Archives Français du Film hanno restaurato il documentario “Rivage de Paris” (1950) che vede la partecipazione del jazzista Django Reinhardt e della cantante Suzy Solidor; la Cinématheque Française possiede il cortometraggio “Nous les Gitans” (1951), che propone una pagina di vita dei „figli del vento e del sole‟. Spadolini anni „30 Festival Bolero-Spadò, Palazzo dei Priori di Fermo, 19 dicembre 2007 Nel 2007, in occasione del 100° anniversario della nascita di Alberto Spadolini, la città di Fermo, con il patrocinio di Italia Nostra, ha allestito il 1° Festival BoleroSpadò. Nella suggestiva cornice del Palazzo dei Priori riecheggiano le note del Boléro che il maestro Enrique Juvet dedica al danzatore marchigiano, grande successo del Casinò de Paris, il cui spartito incompleto é restaurato dal nipote Stefano Travaglini e presentato dal “Nicoletta Fabbri Quartet”. E‟ presente alla serata l‟artista Cristina Crespo che, dietro suggerimento del critico d‟arte Achille Bonito Oliva, realizza un documentario sulla straordinaria riscoperta per Art News – Magazine, il settimanale di Arte e Cultura di Rai 3. Concerto Boléro-Spadò: Nicoletta Fabbri, Roberto Monti e Stefano Travaglini Archivio Spadolini di Fermo: articoli anni „40 Incontrare Alberto Spadolini è emozionante. La sua vita è infatti una fusione di talento e umiltà, di povertà e di sperpero, di egocentrismo e di generosità, di amori passionali e di separazioni irreversibili, di sensibilità e di irrequietezza. Fra i suoi ammiratori il Presidente della Repubblica Francese monsieur Albert Lebrun che lo applaude mentre danza con Joséphine Baker nel corso del “Bal de la Sureté Générale 1933”; il principe Felix Yussupov, uccisore del terribile monaco Rasputin, il quale patrocina negli anni ‟50 le sue esposizioni pittoriche; il Duca di Windsor, che con Wallis Simpson è un assiduo frequentatore dello Château de Brignac; il ministro George Mandel che si complimenta per le sue esibizioni coreutiche nel corso delle prime prove della nascente televisione francese; il principe Ruspoli, grazie al quale diventa proprietario della discoteca parigina “Chez Spadolini”; la danzatrice e principessa kurda Leila Bederkhan con cui si esibisce al Palais de Chaillot ... “Spadò il danzatore nudo”, Andrea Livi Editore, Fermo 2012 Spadolini, a giudizio di Philippe Daverio uno dei più simpatici ed eclettici artisti nella Parigi anni ‟30, continua ancora oggi a stupire il gotha dell‟aristocrazia e della politica internazionale ed affascinare chiunque lo incontri. Lettere di felicitazioni sono inviate da madame Carla Bruni Sarkozy (marzo 2009) che “… si felicita per l‟omaggio reso all‟artista dai molteplici talenti”; dal Sindaco di Parigi Bertrand Delanoé (aprile 2009) il quale ricorda “ … il contributo dell‟artista Spadolini alla vita culturale parigina”; dalla Principessa Caroline di Monaco (aprile 2009) che si dimostra “ … particolarmente sensibile al libretto consacrato al danzatore Alberto Spadolini”; dal Presidente della Repubblica francese François Hollande (dicembre 2012) che ringrazia “… per il lavoro di ricerca che permette di riscoprire l‟opera di un artista ricco di molteplici qualità, ballerino di avanguardia, ma anche coreografo, pittore e cantante, che ha illustrato la scena e il cinema francese”. La storia di Spadò è stata raccontata da Giovanni Martinelli nel volume “100 illustri personaggi del Fermano” (Andrea Livi Editore, 2010); da Fabio Filippetti ed Elsa Ravaglia nel capitolo conclusivo della “Guida ai Misteri, ai Segreti, alle Leggende delle Marche” (Newton Compton Editori, 2010); da Massimo Satta nel volume “L‟aquila e la vite: i Ghezzo-Vitali tra Fermo e Ravenna” (Danilo Montanari Editore, 2011). Infine nel 40° anniversario della scomparsa, l‟editore fermano Andrea Livi ha pubblicato il romanzo storico “Spadò il danzatore nudo. La vita segreta dell‟eclettico artista Alberto Spadolini” (2012). A Spadò, che insieme a Joséphine Baker cantava la celebre « J‟ai deux amours: mon pays et Paris par eux toujours mon cœur est ravi » l‟American Ballet of Los Angeles intende dedicare un musical ed un film. prof. Marco Travaglini - Atelier Alberto Spadolini http://www.albertospadolini.it/CURRICULUM%20_DI_MARCO_TRAVAGLINI.pdf SPADO‟: UNA VITA A PASSO DI DANZA Stefano Papetti, storico dell‟arte Grazie alla determinazione con cui Marco Travaglini ha condotto questa ricerca del tempo perduto, un altro tassello si aggiunge al complesso mosaico dell‟arte marchigiana del Novecento. Infatti si sarebbe persa persino la memoria di Spadolini, scomparso da poco più di un trentennio, se, nel corso di un trasloco, non fosse riemerso uno scatolone colmo di fotografie ingiallite, di ritagli di giornale e di memorie appassite legate all‟attività di Spadò: elementi di un puzzle che Travaglini è riuscito a ricomporre grazie alle ricerche condotte in Francia, cercando di mettersi in contatto con appassionati cinefili ed antichi amici dell‟artista marchigiano. Come una meteora, percorrendo la vita a passo di danza con agilità che varie riprese fotografiche testimoniano, Spadò ha attraversato gli anni compresi fra i due conflitti mondiali con la leggerezza di una piuma, forse inconsapevole che il destino gli avesse fornito tanti talenti da spendere nel mondo dell‟arte. Pittore per vocazione coltivata attraverso seri studi presso l‟accademia romana, ballerino per talento naturale, Spadolini ha incontrato il gotha della cultura e della mondanità europea, riscotendo consensi tanto per i suoi dipinti quanto per le sue esibizioni coreutiche. Stefano Papetti presenta la 1° Rassegna Alberto Spadolini, 2005 Al mondo della danza sono dedicati anche i suoi dipinti, nei quali étoiles leggere come farfalle e danceurs agili volteggiano con grazia su palcoscenici colpiti da sciabolate di luce: l‟amicizia con Anton Giulio Bragaglia, che lo conobbe e sostenne nei primi anni romani, si manifesta nel cinetismo delle figure che discende da una personale revisione del dinamismo caro ai futuristi. Negli anni della gioventù di Spadolini, le Marche avevano vissuto infatti una stagione artistica caratterizzata dal diffondersi fra gli artisti più giovani di un esasperato desiderio di rinnovamento: a Macerata, in particolare, pittori come Monachesi, Tulli e Pannaggi avevano raccolto il testimone di Boccioni dando vita ad una tarda stagione futurista in seno alla quale può iscriversi anche l‟esordio di Spadolini. La sua incantata visione del mondo lo portò anche a soffermarsi nella rappresentazione di Parigi e dei suoi monumenti, di Venezia e delle sue maschere, di paesaggi trasognati e di marine, sempre nel segno di una idealizzazione piacevole che ci trasmette un desiderio di evasione in un mondo di favola, lontano dagli affanni del quotidiano. LA FAMIGLIA SPADOLINI – SPADELLINI A FERMO Tratto da “L‟aquila e la vite. I Ghezzo – Vitali tra Fermo e Ravenna” di Massimo Satta, Danilo Montanari Editore, 2011 Le sorelle Giorgia, Bice e Maria Spadolini-Spadellini, 1943 … Nel 1957 anche il conte Barnaba si occupò di fare un ulteriore abbellimento della dimora avita (Villa Vitali) facendone decorare le principali sale, e restaurare gli affreschi della cappella gentilizia, ad Alberto Spadolini, poliedrico artista anconetano la cui famiglia materna era di origine bolognese, ma che aveva conosciuto fama e onori a Parigi. Le decorazioni e le scenografie scelte dall‟artista si ispiravano a quelle del Château de Brignac della fidanzata, contessa Yvette de Marguerie. Alla conoscenza tra le famiglie Vitali e Spadolini è legata una vicenda che coinvolge importanti figure storiche: “Nell‟autunno 1943, nel corso di una guerra sempre più orrenda, le sorelle Giorgia e Maria Spadolini-Spadellini, sarte a Bologna, non avendo più notizie dei fratelli Alberto e Michele, partono alla volta di San Giovanni Rotondo. Provate dal viaggio le giovani sono accolte da Padre Pio con un rassicurante sorriso. Padre Pio benedice Giorgia Spadolini-Spadellini, 1945 Spadolini: “Monti Sibillini”, Fermo 1966 Egli profetizza che Michele, prigioniero in Germania, è vivo e soffre la fame; Alberto Spadolini, da molti anni in Francia, gode invece di buona salute. Padre Pio le avverte che un pericolo ben più grave incombe su di loro ed ordina di non tornare a Bologna, ma di stabilirsi a Fermo „… perché a Fermo tutto è fermo!‟ Nella cittadina marchigiana le due sorelle conoscono solo la contessa Vitali, già loro cliente quando lavoravano presso la sartoria dello stilista Buscaroli a Bologna. Nella splendida villa, le sorelle Spadolini sono ospiti della Contessa Annunciata e del consorte conte Barnaba e conoscono anche i loro figli … Alla fine del 1943 la profezia di Padre Pio si diffonde in paese tanto che al passaggio del fronte molti fermani si rifiutano di lasciare le loro case; i tedeschi, contrariamente a quanto hanno fatto in altri luoghi nei quali si sono macchiati di crimini orrendi, non arrecano danni a nessuno. Anzi nel corso dell‟occupazione un sergente della Wehrmacht con infinita pazienza insegna il tedesco ad un gruppo di ragazzini, mentre tante famiglie del fermano, spesso con la complicità dei fascisti, danno ospitalità a soldati inglesi e americani fuggiti l‟8 settembre dai campi di prigionia. Ma ancora oggi c‟è chi si chiede come abbia fatto Padre Pio a prevedere che non solo la casa delle sorelle Spadolini in via Speranza a Bologna, ma l‟intero quartiere sarebbe stato raso al suolo dai bombardamenti degli Alleati … Giorgia Spadolini ricorda anche di aver incontrato il 20 giugno 1944, giorno dell‟entrata delle truppe polacche a Fermo, il maresciallo britannico Harold Alexander ed il comandante dell‟armata ausiliaria polacca generale Wladyslaw Anders nel PalazzoVitali.” Atelier Spadolini-Spadellini, via Medaglie d‟Oro – Fermo, anni „60 www.albertospadolini.it