Introduzione alla Meccanica Quantistica II Fedele Lizzi Università di Napoli Federico II Riassunto della puntata precedente • Abbiamo visto come all’inizio del secolo scorso una serie di esperimenti mettevano in crisi le convinzioni consolidate della fisica classica che aveva funzionato tanto bene per tre secoli • La fisica Newtoniana che descriveva le particelle e le equazioni di Maxwell che descrivevano l’andamento dei campi elettromagnetici sembrano totalmente inadeguati alla descrizione dei nuovi fenomeni Corpo Nero • La fisica classica ne da una descrizione lontanissima dai dati sperimentali, e per giunta internamente inconsistente • La teoria si sposa perfettamente con id ati se si ipotizza che gli scambi di energia ad una certa frequenza avvengano in multipli di = h Effetto fotoelettrico e effetto Compton • La fisica classica non riesce a spiegarli con la natura ondulatoria della luce • Entrambi i fenomeni si spiegano perfettamente assumendo che la radiazione elettromagnetica sia composta da “quanti”, unità discrete proporzionali alla frequenza e di energia = h Gli elettroni • Gli elettroni sono delle particelle, nel senso che hanno una carica ed una massa ben definite, e si comportano come particelle a tutti gli effetti • Ma si comportano anche come onde, formando figure di interferenza del tutto simili a quelle formate dala luce, a parte la differente lunghezza d’onda In effetti ancor prima dell’esperimento della diffrazione degli elettroni: • Nel 1924 il giovane aristocratico francese Louis-Victor-Pierre-Raymond, 7eme duc de Broglie ha una buona idea… • Ipotizza che se la luce ha una natura corpuscolare allora anche le particelle possono avere una natura ondulatoria • Con una lunghezza d’onda: λ = h/q = h/mv Un successo della fisica teorica • L’ipotesi di de Broglie viene fatta prima degli esperimenti di Thomson e Davisson-Germer che provano la diffrazione degli elettroni • Quella che inizia a farsi strada e’ l’ipotesi che la materia e la radiazione a piccole distanze si comporti in maniera non descrivibile dalla fisica classica • Il parametro h gioca un ruolo simile (ma non identico) a quello che in relativita’ speciale gioca 1/c, l’inverso della velocita’ della luce. Il posto in cui guardare sono gli atomi • Da non molto tempo si era iniziato a guardare “dentro” gli atomi attraverso gli esperimenti di Rutherford • Gli atomi sembravano quindi composti da un nucleo centrale che conteneva una carica positiva e praticamente tutta la massa dell’atomo Modello atomico di Rutherford Il modello planetario • Il modello sembra riprodurre in piccolo le caratteristiche di un sistema solare, ma ci sono anche molte differenze • I pianeti non sono tutti uguali, gli elettroni si’ • I pianeti si attraggono fra di loro, gli elettroni si respingono • Il rapporto fra la massa del nucleo e la massa dell’elettrone e’ di circa 2000 volte il numero atomico, il rapporto fra la massa del sole e la massa di Giove e’ circa mille, ma Sole/Plutone e’ dieci milioni e Sole/Terra e’ un milione • Il rapporto fra raggio del sole e orbita di Plutone e’ circa 10000, simile al rapporto fra raggio del nucleo e raggio dell’atomo La differenza fondamentale e’ quella fra forza elettromagnetica e forza gravitazionale • C’è un fondamentale differenza fra la forza gravitazionale e la forza elettromagnetica • Una carica in movimento irraggia, ovvero emette radiazione. Questo e’ dovuto al fatto che non esiste solo la forza elettrostatica, ma anche la componente magnetica • Emettendo radiazione perde energia, rallenta, l’orbita si fa più stretta… • Cade sul nucleo! In miliardesimi di miliardesimi di secondo! Le righe spettrali • In effetti gli elettroni all’interno degli atomi possono emettere radiazione e cambiare la loro orbita • Ma non lo fanno in maniera continua (rallentando progressivamente), invece saltano da una orbita all’altra emettendo un “quanto” di energia. • Quello che si vede sono le righe spettrali Per un atomo di idrogeno si ha: Chi non salta un elettrone non è • Se un gas è riscaldato, emetterà radiazione con un certo “spettro” • D’altro canto, se mandiamo della radiazione contenente tutte le frequenze su un gas, dall’altra parte vedremo che certe frequenze mancano, sono state assorbite • Dato che le frequenze sono le stesse, la spiegazione è che gli elettroni saltano da un orbita discreta all’altra. Gli spettri buoni • Le righe spettrali identificano in maniera univoca gli elementi • Le frequenze presenti seguono una certa regolarità, ovvero 1 1 cRh ( 2 2 ) n m • Con RH 1.1m 1 L’atomo di Bohr • La struttura di atomo proposta da Bohr è simile a quella del suo professore Rutherford • Ma con una differenza cruciale: • Le orbite degli elettroni sono quantizzate: il loro momento della quantità di moto deve essere un multiplo di… • h/2π La quantizzazione delle onde • Bohr in effetti stava usando i principi della meccanica ondulatoria dei de Broglie per delle onde che non si propagano ma sono stazionarie • Se io ho una corda tesa con le estremita’ fisse (come una corda di chitarra) solo certe frequenze sono possibili Gli elettroni “vibrano” • Quelle delle corde vibranti e’ solo una analogia, che serve a capire come gli elettroni, che sono al tempo stesso onde e particelle, all’interno dell’atomo possano avere solo delle ben determinate frequenze e lunghezze d’onda • In particolare l’ ipotesi di Bohr porta, con un semplice calcolo, a spiegare gli spettri delle particelle Stiamo iniziando a capire qualcosa • Il fatto che la quantita’ 4 me e 2 8 0 h Sia composta tutta da grandezze altrimenti note ci permette di calcolare la costante RH con un ottimo accordo con i dati Ma abbiamo ancora della strada da fare • Bohr introdusse il principio di complementarieta’ secondo il quale gli aspettti ondulatori e quelli particellari sono complentari, ovvero quendo ne riveliamo uno necessariamente nascondiamo l’altro • Questa visione e’ in qualche modo superata, gli elettroni si comportano come elettroni il 100% delle volte, obbedendo le loro leggi quantiche • Siamo noi che per spiegarli talvolta li equipariamo alle palline da tennis e talvolta alle onde del mare o alle onde luminose Ma che onde sono le particelle? • Intorno al 1925 si fa un grande passo in avanti con la descrizione dell’equazione che descrive l’andamento ondulatorio della materia • L’equazione di Schrödinger descrive il comportamento quantistico della materia Equazioni delle onde • Una equazione delle onde descrive l’andamento nello spazio e nel tempo di una funzione d’onda Ψ(x,t). • Se prendiamo le onde su una corda di chitarra la Ψ rappresenta l’altezza della corda rispetto al punto di equilibrio • Mentre per una particella ci basta dare una posizione (un vettore) ad un istante ben definito • Per un onda dobbiamo dare una funzione ad un certo istante Funzione d’onda • Per esempio l’onda della corda di chitarra e’ descritta dalla funzione Ψ =A Sen(n x/L) Cos(ω t) Mentre un’onda che si propaga e’ descritta da Ψ =A Sen(x/λ + v/λ t) Equazioni differenziali • L’equazione che la Ψ della corda di chitarra deve soddisfare e’: 2 v 2 2 t x 2 2 • E i seni e i coseni hanno la caratteristica che la loro derivata seconda e’ uguale a – la funzione originale Equazione di Schrödinger i V ( x ) 2 t 2m x 2 2 L’andamento delle onde di materia descritte da questa equazione ha alcune caratteristiche in comune con le onde di prima, ma anche molte differenze Onde di materia • Tanto per cominciare la presenza della unita’ immaginaria implica che la funzione di onda Ψ e’ necessariamente una quantita’ complessa • La presenza della funzione V(x) descrive le forze classiche che agiscono sulla particella/onda • Anche senza forze la forma delle onde si deforma La Meccanica quantistica • Con l’equazione di Schrödinger la meccanica quantistica raggiunge la maturita’ di una teoria compiuta • In breve tempo si riescono a calcolare gli spettri di vari atomi e di molte molecole • Si descrivono le interferenze, la diffrazione e i vari esperimenti • Ci sono ancora alcuni problemi con la radiazione elettromagnetica (particelle senza massa) e la realtivita’, ma i passi in avanti sono clamorosi Resta da capire una cosa: • Onde di che? • Cosa oscilla nell’equazione delle onde di materia?