Cenni storici
I primi cenni della difesa contro storici i pericoli degli incendi si rilevano dagli scritti
di Tacito nell’anno 289A.C., con i
quali si da notizia delle prime organizzazioni funzionanti nell’antica Roma.
Nel periodo più antico l’opera dei cittadini coinvolti negli incendi e i volenterosi
sopperì alla mancanza di un servizio
pubblico, istituito con ogni probabilità fin dai primi anni della Repubblica e fu
affidato ai trevisori capitates, detti
anche nocturni per le ronde effettuate nella città avvolta dalle tenebre; ma sul
pericolo del fuoco furono chiamati
a vigilare anche i Tribuni e gli edili, mentre il lavoro manuale veniva svolto dagli
schiavi:
Alcuni arnesi dei Vigiles rinvenuti negli scavi
Nel più vasto programma di riforme amministrative e dei pubblici servizi, l’imperatore
Augusto nel 22 a.C. per gli incendi affidò
agli aediles curules 600 servi pubblici. Rivelatosi anche
questo
provvedimento del ttto inadeguato l’imperatore riformò
completamente il corpo, istituendo nel 6 d.C. la nuova militia
dei
vigiles che, organizzato militarmente e comandato da un
praefectus vigilum, oltre agli incendi dovevano provvedere al
servizio di polizia notturna contro gli incendi, i ladri, gli
scassinatori ed i ricettatori.
Va ricordato come i vigili com ogni probabilità decretarono un
culto particolare a Vulcano, dio del fuoco e a stata mater
(dea che proteggeva dagli incendi e nel corso dei quali veniva ripetutamente invocata .
Pompa in bronzo epoca romana
Con la caduta dell’impero Romano crolla anche l’organizzazione
antincendi.
Benché sia stato accertato, che in epoche anteriori all’anno
1000, esisteva a Firenze un servizio organizzato contro gli
incendi, ritroviamo il primo documento ufficiale su tale servizio
con un decreto del comune di Firenze che risale soltanto al 1316
e
riguarda il modo in cui dovevano comportarsi i cittadini addetti
al compito di spengere gli incendi. Nel 1344 viene istituita
regolarmente la GUARDIA DEL FUOCO.
Queste istituzioni parteciparono senz’altro ai più grandi
incendi della Firenze medioevale di cui citiamo alcuni tramandatici
dagli storici R. Malispini e G. Villani.
Incendio che da Borgo SS. Apostoli nel 1015, distrusse gran parte della
città.
Incendio che nel 1177 “” si apprese che a S.
Salvatore al Vescovo attuale Piazza dell’olio e
arse
insino a S. Maria degli Ughi, attuale
P.za Strozzi insino al duomo di S. Giovanni, Attualmente ci sorge il battistero di S.
Giovanni insino presso a S. Piero Scheraggio
(attuale via della ninna) con grandissimo danno alla città””
incendio che 1232 bruciò gran parte
delle case intorno al mercato vecchio
(attuale p.za della repubblica) con decine
di vittime umane.
Incendio che l’8 febbraio 1288 (descritto da
J.Peri) “””che si prese nelle case dei Cerchi Neri di
porta S. Piero ed arse dall’antica porta della città
(angolo
via del Corso/Via del Proconsolo) insino a Santa Maria in Campo (Via
dell’Oriolo/via Proconsolo) ed arsevi molte robe e ricchi arnesi ma non vi fu danno
di persone, ma poco tempo di poi i Cerchi che erano grandi e ricchi le ficeno rifare
più belle di prima””””
Incendio doloso del 10 giugno 1304 appiccato da Ser Neri
Abati, chierico priore di S. Piero a Scheraggio, uomo
mondano e dissoluto e rubello e nemico de’ suoi consorti. Il
quale arse le case degli Abati e de’ Macci e tutta la loggia
di Orto San Michele e tutta Calimala e le case de’
Cavalcanti e tutta la ruga di porta S, Maria insino al Ponte Vecchio e Vacchereccia
insomma tutto il midollo e torlo e cari luoghi della Città. Furono fra palagi e torri e
case più di 1700.
(ponte Vecchio del 1500)
Dal 1344 furono emanate alcuni Statuti, la più importante fu quella del 1410 (De
modo et forma tenendi circa estinguendumignem in cividate Florentine) poi nel
1416 il Comune realizzò ed improntò una formazione organica della Guardia del
Fuoco costituita da quattro squadre di dieci uomini ciascuna (una per ogni
Quartiere Fiorentino:
San Giovanni > Battistero e chiavi
Santa Maria Novella > Sole giallo
Santa Croce > Croce gialla in campo Bleu
Santo spirito > Colomba Bianca con raggi
Le squadre erano composte da 1 caposquadra (capodieci) quattro vigili (Maestri) e
cinque ausiliari (Manovali) – la formazione dell’organico veniva effettuata
scegliendo fra i mestieri (muratori, falegnami, scalpellini), integrate con due
“lanternari” e venti “porti”(cinque per quartiere).
Faceva parte della Guardia anche un notaio che interveniva sul luogo dell’incendio
per annotare gli intervenuti e gli assenti che poi venivano segnalati al
Gonfaloniere di Giustizia.
Il Notaio riceveva 20 soldi ogni volta che si recava sul luogo dell’incendio, il
Capodieci riceveva 5 soldi al giorno per quattro mesi più 15 di soprassoldo per ogni
incendio a cui prendeva parte, i Maestri ed i Porti avevano 3 soldi al giorno più lo
stesso soprassoldo del Capodieci, i Manovali avevano 2 soldi al giorno più 10 di
soprassoldo per ogni incendio, i Lanternari avevano 2 lire al mese più il
soprassoldo come i Manovali.
I Capodieci e i Maestri avevano una veste in cuoio (provveduta a proprie spese)
con sul davanti l’emblema del proprio quartiere, i poprti avevano una uguale veste
di cuoio con dipinto davanti e dietro una secchia, i manovali non avevano una
veste di cuoio ma portavano la celata come tutti gli altri.
La prima sirena (con il carro trainato da cavalli) era il suono di due corni, l’allarme
in caserma veniva dato con un rullo di tamburi, poi si passò agli squilli di tromba
che diversificati accennavano il tipo di servizio
Delle varie sedi fiorentine si parla in altro articolo.
Sul libretto scritto dal C.R. Alcide Ferratti (dal quale ho estrapolato alcune di
queste notizie) viene descritta tutta la progressione e notizie inerenti la storia dei
pompieri fiorentini fino a dopo l’alluvione dei 1966 e che è possibile visionare
presso questa sede assieme ad altro materiale di interesse storico sia cartaceo che
fotografico.
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