L’OPERA NON HA CONFINI
2012 . 2013
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CARMEN
Opéra-comique in quattro atti
Musica: Georges Bizet
Libretto: Henri Meilhac e Ludovic Halévy
Prima rappresentazione:
Parigi, Opéra-Comique
3 marzo 1875
IN BIBLIOTECA
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SPIGOLATURE
TRAMA
L’OPERA NON HA CONFINI
2012 . 2013
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CARMEN
Oltre al libretto, vi proponiamo alcune letture di approfondimento disponibili presso la Biblioteca del CRAL o reperibili presso
altre biblioteche:
SULL’OPERA:
SUL PERSONAGGIO:
- Aldo Nicastro (a cura di), Guida al teatro d’opera, 2011, pagg. 5053
- Giorgio Pestelli, Gli immortali, 2004, pag. 22
- Giorgio Corapi, Invito all’ascolto di Georges Bizet, 1992, pagg. 7789; 119-133 nuovo acquisto
- Michele Porzio (a cura di), Dizionario dell’opera lirica, 1991, pagg.
370-372
- Massimo Mila, Breve storia della musica, 1977, pagg. 305-308
- René Leibowitz, «Carmen» o l’opera per eccellenza in Storia
dell’opera, 1966, pagg. 271-286
- Franco Fornari, Carmen adorata. Psicoanalisi della
donna demoniaca, 1985
http://bct.comperio.it
- Susan McClary, Georges Bizet. Carmen, 2007
- Angelo Foletto, Carmen di Georges Bizet. Guida all’opera, 1984
- Winton Dean, Bizet, 1980, pagg. 205-231
http://bct.comperio.it
SULLE FONTI DEL LIBRETTO:
- Prosper Mérimée, Carmen e altri racconti, 1986
SUL COMPOSITORE:
- Giorgio Corapi, Invito all’ascolto di Georges Bizet, 1992
nuovo acquisto
- Alberto Basso (diretto da), Dizionario enciclopedico universale della musica e dei musicisti, Le biografie, vol.I, 1985, pagg. 539545
- Winton Dean, Bizet, 1980
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NUOVI ACQUISTI
Giorgio Corapi, Invito all’ascolto di Georges Bizet
La collana propone a tutti coloro che intendono accostarsi alla musica di tutti i tempi un «invito» allo studio e all'analisi dei vari
autori, fornendo gli strumenti necessari per penetrare nel mondo espressivo dei musicisti e coglierne i rapporti con la loro
epoca. Ogni volume, dedicato a un singolo artista, è così articolato: le cronologie parallele, che danno risalto alle
corrispondenze significative tra la biografia dell'artista e i fatti della storia politica, musicale e culturale; il profilo della vita del
musicista e della sua personalità artistica e intellettuale; la produzione musicale, analizzata opera per opera in un panorama
completo e inquadrata criticamente; gli orientamenti della critica; la bibliografia essenziale; il catalogo dell'opera dell'artista; la
discografia essenziale; l'indice dei nomi; l'indice delle opere.
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Ritratto di Bizet
“«Era un giovane di statura media, ma robusto, dal naso fine e dal labbro pronto al sorriso, con un ciuffo di capelli biondi, quasi
crespi, che gli coprivano mezza la fronte, con gli occhi chiari, mobili e un po' sporgenti dietro le lenti a pince-nez del miope.
Parlava fitto e franco, senza mai dar l'impressione di voler pronunciare frasi memorande.»” (1)
Carmen, un soggetto ”immorale”
Bizet, che voleva “portare aria nuova nel teatro più borghese di Parigi […]”, non aveva “fatto bene i conti con il clima che
regnava nel teatro retto da Adolphe De Leuven e Camille Du Locle. […] «Ogni sera abbiamo cinque o sei palchi prenotati per
combinare matrimoni. Impossibile!» aveva tuonato De Leuven all'indirizzo dei librettisti quando fu nota l'idea bizetiana di
occuparsi della Carmen di Mérimée. Dal suo punto di vista De Leuven poneva la questione con determinazione impeccabile. II
‘suo’ era un teatro frequentato dalla bella borghesia, il pubblico voleva trovarvi un ambiente signorile, adatto ai piccoli traffici
matrimoniali o adulterini. In scena dovevano esserci spettacoli lievi, più spesso comici, violenti semmai soltanto nel pepe della
satira, anche politica […], riscattati da un lieto fine o almeno da una conclusione tragica ma di sfondo edificante.[…]
La ‘questione morale’ - cui De Leuven pose drasticamente fine, dimettendosi nei primi mesi del 1874 -, […] fu l'ostacolo
ideologico da superare […]. Anche il progressista ma pavido Du Locle […] [con un] comportamento scorretto e autolesionista
[…] arrivò al punto di boicottare lo svolgimento delle prove, soprattutto di quelle sceniche. Da ricordare […] che Du Locle invitò
alla prova generale di Carmen un ministro che aveva chiesto i biglietti per la prima; così l'autorità avrebbe potuto assistere
anticipatamente allo scabroso spettacolo e decidere se era il caso di portarci o meno la famiglia.” (2)
(1) G. Confalonieri, George Bizet, in Storia della musica, Sansoni/Accademia, 1968, riportato in: Angelo Foletto, Carmen di Georges Bizet.
Guida all’opera, Arnoldo Mondadori Editore, 1984
(2) Angelo Foletto, Carmen di Georges Bizet. Guida all’opera, Arnoldo Mondadori Editore, 1984
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Céleste Mogador modello per Carmen?
“Nel 1865, in campagna, a Le Vésinet, dove il padre ha comprato una casetta, Bizet fa la conoscenza di una signora molto
avvenente, sulla quarantina: l'attrice Céleste Mogador (il vero nome è Vénard), dal passato assai avventuroso e chiacchierato.
[…] Quasi certamente tra Bizet e la Mogador c'è una relazione amorosa, anche se la donna affermerà più tardi che il sentimento
che li univa era puramente platonico.
Un fatto è indubitabile: Bizet è affascinato da questa donna indipendente e sicura, così diversa dalle donne che ha conosciuto e
che conosce da sempre: da una parte le prostitute che frequenta fin dai tempi del soggiorno romano, dall'altra la madre - o
meglio, il ricordo di lei -, vale a dire il rigore, l'intransigenza, la virtù ma anche l'incitamento assillante. Céleste, invece, è una
donna completamente libera, non si crea problemi, né ne crea agli altri […].
Céleste installa un pianoforte nella sua casetta di campagna, accanto a quella dei Bizet; riceve frequentemente il compositore,
che va addirittura a lavorare a casa sua, quando lei è libera dai suoi impegni con il Café Concert du XIXme siècle, dove canta
alcune canzoni di successo, tra le quali una intitolata Ay Chiquita! di quel Sebastiàn de Yradier, autore di El Arreglito, a cui Bizet
si ispirerà per l'habanera della Carmen.” (3)
(3) Giorgio Corapi, Invito all’ascolto di Georges Bizet, Mursia, 1992
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Vocalità di Carmen e di Don José
“Con Bizet per la prima volta la protagonista non è un soprano, fanciulla dalla voce 'azzurra'' e dagli atteggiamenti verginali
[…]; è una protagonista senza neppure l'aria amorosa, senza particolari attenzioni per l’uso virtuosistico della voce […]. La
noncuranza di Carmen nei riguardi del rapporto amoroso inteso in senso borghese, tradizionale, soggetto all'uomo, è trasferita
in una linea vocale che non lascia spazio all'effusione e alla legatura […].
L'antagonista, il maschio, vocalmente si colloca in una posizione altrettanto inusitata. In piena stagione di tenori wagneriani o
da Grand-Opéra, Don José è un ‘tipo vocale’ di cilindrata media […]. Nonostante le apparenze Don José ha un canto intimista e
dalla passionalità segreta. […]
[Per] caricare ulteriormente l'impossibilità d'incontro (anche nel canto) tra le due anime, Bizet ricorre al procedimento
elementare, ma efficacissimo, di contrapporre direttamente le linee vocali: quando Carmen canta, José balbetta; quando José
implora e smania, Carmen s'inserisce con pochi monosillabi, quasi la faccenda non la riguardasse.“ (4)
La sconfitta della Francia a Sedan
“Dopo l’ ‘ignominiosa’ sconfitta dell'esercito francese nella guerra franco-prussiana del 1870, durante la quale l'imperatore
Napoleone III e le sue forze armate vennero fatti prigionieri a Sedan, l'opera di Bizet mostra un volonteroso ma ingenuo militare
[Don José, ndr] abbindolato da una seducente straniera [Carmen, ndr]. Napoleone III aveva sposato una spagnola [...].
Alludendo al fatto che la donna provoca la rovina del soldato, come le interpretazioni tradizionali dell'opera suggeriscono, Bizet
e i librettisti sembrano fornire una spiegazione psicologica di un evento politico e militare.” (5)
(4) Angelo Foletto, Carmen di Georges Bizet. Guida all’opera, Arnoldo Mondadori Editore, 1984
(5) Nelly Furman, The Languages of Love in "Carmen", in Reading Opera, a cura di Arthur Groos e Roger Parker, Princeton University Press
1988, riportato in: Susan McClary, Georges Bizet. Carmen, Rugginenti Editori, 2007
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La prima della Carmen
“Come tutti sanno la prima produzione della Carmen fu accolta molto male. Alcuni dei colleghi musicisti di Bizet espressero
apprezzamento per i suoi risultati. […] Ma altri, come Gounod (in precedenza uno dei protettori di Bizet), gongolarono
dell'apparente fallimento dell’opera. Uno dei più giovani allievi di Gounod [Jacques-Émile Blanche, ndr] fu testimone della
doppiezza del maestro, e annotò come durante l'intervallo egli adulasse generosamente Bizet in sua presenza ma, una volta
tornato tra il pubblico, manifestasse ben altre reazioni:
Mìcaëla cantò la sua aria, oggi celebre, che il pubblico volle bissare. Gounod si sporse dal suo palco e applaudì freneticamente
in modo che tutti lo potessero vedere. Poi sedette di nuovo e sospirò: «Quella melodia è mia! Georges me l'ha rubata, togli le
arie spagnole e le mie dalla partitura e non ci rimane niente per Bìzet, tranne che salsa che copre il pesce»
Nei giorni seguenti comparvero sui giornali numerose recensioni. Con l'eccezione di Théodore de Banville, furono quasi tutte
stroncature.” (6)
Bizet muore, ma la Carmen lo immortalerà!
“La salute di Bizet incominciò a incrinarsi. Sempre sofferente di malattie croniche, specialmente in periodi di stress emotivo,
Bizet sembrava soffrire ancora una volta di ascessi laringei e reumatismo articolare. Egli partì a fine maggio per la sua casa di
campagna per la convalescenza; sembrò migliorare notevolmente, abbastanza da nuotare nella Senna. Alcuni giorni dopo,
tuttavia, fu colpito da una febbre alta e, in seguito, da un attacco di cuore. Un secondo attacco di cuore, all'alba del 3 giugno, lo
uccise. A tre mesi dal disastroso debutto della Carmen, e solo alla sua 36a replica. La produzione terminò all'Opéra-Comique il
15 febbraio 1876. Per quella data, la Carmen aveva conquistato Vienna ed era ormai sulla strada della gloria. “ (6)
(6) - Susan McClary, Georges Bizet. Carmen, Rugginenti Editori, 2007
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TRAMA
1/2
In Spagna verso il 1820.
Atto primo.
Una piazza di Siviglia: da una parte la Manifattura Tabacchi e di fronte la sede del Corpo di Guardia dei Dragoni. Passanti e
militari si soffermano sulla piazza in attesa dell'uscita delle sigaraie. Micaela, una ragazza di paese, cerca timidamente don
José, un brigadiere dei Dragoni. Ma il brigadiere non è in sede, e Micaela si allontana proponendosi di tornare più tardi. Arriva
don José. A mezzogiorno escono le ragazze dalla manifattura. Tra esse è Carmen che, invaghita di don José, tenta di sedurlo
lanciandogli un fiore. Il brigadiere rimane apparentemente indifferente, ma non c'è dubbio che la bella e sfrontata zingara lo
ha turbato. Ritorna Micaela, la dolce compaesana che José si propone di sposare: viene a recargli notizie della madre. Alla
manifattura scoppia una rissa tra le ragazze. Carmen è coinvolta e viene arrestata per aver ferito una compagna. Essa è
affidata a don José e mette in opera tutta la sua seduzione per farsi liberare. Promette al brigadiere un appuntamento alla
taverna di Lillas-Pastiá. Dapprima don José esita, poi, completamente affascinato, favorisce la sua fuga facendosi gettare a
terra durante il percorso verso la prigione.
Atto secondo.
L'osteria di Lillas-Pastiá. Carmen balla con alcune compagne. Entra il torero Escamillo, applaudito dai suoi ammiratori e rivolge
le sue attenzioni a Carmen, della quale è invaghito. Ma Carmen non accetta le sue attenzioni poiché sta aspettando don José
che, uscito di prigione dove è stato rinchiuso per averla lasciata fuggire, deve raggiungerla. L'osteria è il covo di una banda di
contrabbandieri di cui Carmen fa parte. Remendado e Dancairo stanno preparando un colpo grosso. Arriva José accecato dalla
passione per Carmen, ma, quando suona la ritirata, vorrebbe rientrare in caserma. Carmen lo rimprovera e lo invita a fuggire
con lei sulle montagne dove tutto è libertà. Entra il capitano Zuniga che ingiunge a José di ritirarsi. Nasce una lite e i due
uomini stanno per affrontarsi quando intervengono Dancairo e Remendado che li separano e portano via il capitano. Don José
è così costretto dalle circostanze a fuggire e a seguire Carmen sulle montagne.
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2/2
Atto terzo.
Il quartier generale dei contrabbandieri tra le montagne. Don José è carico di rimorso per non aver mantenuto le promesse
fatte alla madre. Carmen poi si è già stancata del compagno che non riesce ad adattarsi a questa vita di totale libertà e pensa
al torero Escamillo. Oscuri presagi di morte vengono a Carmen dalle carte che ella consulta come hanno già fatto le sue
amiche Frasquita e Mercedes. Arriva Escamillo e nasce una disputa con José. I due si affrontano con i coltelli e Carmen riesce
a stento a dividerli. Ma è ormai chiaro a tutti che José ha perso l'amore di Carmen. Sopraggiunge anche Micaela alla ricerca
dell'uomo che vorrebbe salvare e induce José a seguirla presso la madre morente. Don José segue Micaela minacciando
Carmen che lo sfida con la sua sfrontatezza.
Atto quarto.
Una piazza di Siviglia davanti all'arena. La folla applaude Escamillo che in compagnia di Carmen, divenuta sua amante, si reca
alla corrida. Le amiche di Carmen la mettono in guardia: don José si aggira per la piazza e la sta cercando. Ma Carmen non ha
paura e affronta l'antica fiamma. Il giovane la supplica di tornare con lui, di amarlo ancora. Ma Carmen gli risponde
rifiutandosi in modo freddo e sprezzante fino a gettare ai suoi piedi un anello che lui le aveva regalato. Dall'arena arrivano le
acclamazioni all'indirizzo di Escamillo. Accecato dalla gelosia don José si getta contro la donna e la uccide a pugnalate. Poi
singhiozzando la invoca disperatamente e si lascia arrestare.
da: Michele Porzio (a cura di), Dizionario dell’opera lirica, Arnoldo Mondadori Editore, 1991
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