Donne e rappresentanza politica A cura della Dr.ssa Cantore Gabriella Il nostro percorso…. Il tema della presenza femminile all’interno della politica è complesso e articolato. Per comprenderlo occorre soffermarsi su diversi aspetti e capire come essi concorrono alla determinazione della situazione attuale Dopo un breve percorso storico che ci illustra come il diritto di voto sia stata una conquista recente analizzeremo cosa si intende per rappresentanza di genere e quale sia la situazione in Italia. Ne valuteremo le cause e anche alcune possibili soluzioni adottate all’estero e in Italia. Il diritto di voto alle donne Il suffragio femminile, in Italia, è una conquista relativamente recente 1877 Ha inizio in Italia la battaglia per il suffragio femminile. Anna Maria Mozzoni presenta al Parlamento italiano una petizione per promuovere l’estensione del suffragio alle donne. Nel 1906 la stessa Mozzoni, insieme a Maria Montessori e ad altre donne, presenteranno al Parlamento una nuova petizione, in tale occasione Giolitti definisce l’ipotesi del voto alle donne un “salto nel buio”. 1912 In Italia viene approvata la nuova legge sul suffragio universale (maschile), priva però dell’emendamento riguardante il voto delle donne. Fonte: http://www.arcidonna.org/indexweb/arcidonna/html/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=39&mode=thread&order=0&thold=0 1925 Viene pubblicata in Italia, sulla Gazzetta Ufficiale, la legge che prevede di accordare il voto amministrativo ad alcune categorie di donne (maggiori di 25 anni, abbienti, madri o vedove di caduti in guerra, decorate per merito di guerra o al valore civile, investite di patria potestà, fornite di licenza elementare). 1945 Il 30 gennaio, il Consiglio dei Ministri del Governo Provvisorio presieduto da Ivanoe Bonomi approva l’estensione del voto politico alle donne. Al referendum del 2 giugno per la scelta tra monarchia e repubblica partecipa l’89% delle aventi diritto. • 1973: Tina Anselmi è la prima donna ad essere Ministro in Italia • 1979: E’ eletta Presidente della Camera dei Deputati Nilde Iotti • 1984: E’ istituita la Commissione per le p.o. fra uomo e donna presso la Presidenza del Consiglio, presieduta da Elena Marinucci. • 1989 Tina Anselmi è la nuova presidente della Commissione P.O. • 1990: La legge 164 istituisce presso la Presidenza del Consiglio la Commissione Nazionale per la Parità e le p.o. tra uomo e donna. • 1993: Viene emanata la legge 181 sulle quote elettorali per le elezioni del Consiglio Comunale e Provinciale • 1994: La nuova legge elettorale n. 277 (cancellata con sentenza CC nel settembre 1995) per la Camera basata su collegi uninominali maggioritari e una quota proporzionale statuisce l’alternanza fra uomini e donne nelle liste proporzionali. • Irene Pivetti è eletta Presidente della Camera dei Deputati. • Emma Bonino è la prima donna italiana membro della Commissione Europea. • Tina Lagostena Bassi è Presidente della Commissione presso la Presidenza del Consiglio. 1995: • L’italia ha un Ministro degli esteri donna: Susanna Agnelli. • Livia Turco è Presidente della Commissione presso la Presidenza del Consiglio. • Emma Mercegaglia è eletta Presidente dei Giovani Industriali. • Viene emanata la legge n. 45 sulle quote elettorali per le elezioni dei Consigli Regionali. 1996 • Il Governo Prodi, nel quale sono 3 le donne Ministro e sette le Sottosegretarie, nomina un Ministro per le Pari Opportunità: Anna Finocchiaro. • Silvia Costa è Presidente della Commissione presso la presidenza del Consiglio. • N.B.: firma del primo trattato europeo relativo alla presenza delle donne nei luoghi di potere. • 1997: Direttiva Prodi-Finocchiaro sul decentramento delle politiche di Parità a livello Regionale, Provinciale e Comunale. • 1998: Per la prima volta una donna è Ministro dell’interno: Rosa Russo Jervolino Il problema della rappresentanza Il dibattito attuale sulla rappresentanza politica delle donne si incentra su due questioni principali: il problema della democrazia paritaria e la questione della rappresentanza di genere. Democrazia paritaria: si misura il grado di democrazia in termini di presenza (quantità) delle donne nelle istituzioni rappresentative e di governo. In Europa vivono 370 milioni di persone delle quali il 51 % è costituito da donne, la presenza femminile nelle istituzioni dovrebbe rispecchiare questa percentuale invece si aggira intorno al 18% Rappresentanza di genere: le donne per essere meglio rappresentate debbano autorappresentarsi. Fonte: http://w3.uniroma1.it/donneepolitica/documenti/Abstract%20-%20Lorella%20Cedroni.pdf Le questioni della democrazia paritaria (presenza) e della rappresentanza di genere (autorappresentanza) costituiscono due aspetti di un medesimo problema: quello della crisi della rappresentanza politica, crisi che si esprime attraverso la richiesta di una maggiore e migliore rappresentanza intesa sostanzialmente in termini di rispecchiamento, ossia di rappresentanza sociologica o descrittiva. Il corto circuito tra rappresentanza politica e rappresentanza sociologica è solo un aspetto di questa dinamica all’interno della quale comunque non trovano spazio né espressione gli interessi cosiddetti “deboli”. Questa considerazione dovrebbe far riflettere su quanto sia fuorviante l’inquadramento del problema della rappresentanza delle donne come una questione meramente “quantitativa” o peggio “formale” di semplice “presenza” e “visibilità”. Pertanto accertare “quante” donne sono presenti nelle istituzioni rappresentative non è sufficiente - anche se i dati sono necessari per stabilire l’entità del problema - piuttosto è necessario indicare in quali termini una presenza più consistente delle donne in politica possa “fare” la differenza, in termini questa volta, “qualitativi. Questo secondo aspetto è senz’altro più difficile da valutare in questa sede vedremo perciò il dato quantitativo. La rappresentanza in parlamento … Nell'attuale legislatura (2006) le donne deputato sono 108 su un totale di 630 membri effettivi (17,14%), mentre nel Senato della Repubblica le donne sono 44 su un totale di 322 membri effettivi (13,66%) L'Italia è inoltre fanalino di coda come presenza femminile nelle rappresentanze nazionali al Parlamento europeo, e terzultima nel confronto fra i parlamenti nazionali dei Paesi dell'Unione Europea. http://www.arcidonna.org/indexweb/arcidonna/html/index.php Quali le cause di questa scarsa presenza? Storiche: solo nel 1946 in occasione delle elezioni amministrative un decreto sancisce il diritto delle donne ad essere elette oltre che elettrici. Risultano elette le prime donne Sindaco e Consigliere comunali. All’Assemblea Costituente viene candidato il 7% di donne: risulteranno elette in 21 su 556 membri. Culturali/sociali: è diffuso il pregiudizio relativo alla scarsa capacità della donna nel gestire situazioni di comando Strutturali: (tipo di sistema elettorale e organizzazione partitica tra cui: a) il grado di istituzionalizzazione dell’organizzazione del partito e b) il grado di centralizzazione nella scelta dei candidati) Le soluzioni 1- Soluzioni non normative: introdotte in via di fatto dai soggetti politici come risposta ad una istanza della società: è la libera iniziativa dei partiti politici a determinare l’equilibrio della rappresentanza femminile e maschile. Ciò avviene nei Paesi scandinavi 2 - Soluzioni normative: dove il problema non può essere risolto dalla società civile, si sono resi necessari interventi statali a livello legislativo Vediamo alcuni esempi…. Fonte: donne, politica e istituzioni (materiale di documentazione docente) In Germania l’adozione, da parte dei partiti politici, del sistema delle quote nella formazione delle liste elettorali si giustifica oggi sulla base della modifica costituzionale intervenuta nel 1994. Negli Stati Uniti per un periodo di tempo determinato viene assicurata una riserva di posti a favore di un gruppo discriminato, questo finché non si ristabilisce una situazione di parità In Francia le modalità di accesso alle elezioni e la formazione degli organi rappresentativi devono rispecchiare la divisione “a metà” presente nella società (50% di uomini e 50% di donne). il legislatore ha potuto introdurre norme aventi questo fine grazie alla modifica degli artt. 3 e 4 della Costituzione (legge costituzionale 99 – 569). e in Italia? Nel 2005 il Ministro in carica per le Pari Opportunità Stefania Prestigiacomo ha promosso una modifica della legge elettorale in discussione finalizzata a garantire un livello minimo di rappresentanza per le donne (le cosiddette quote rosa) Dopo numerosi ritardi e difficoltà nella discussione parlamentare il ministro ha ottenuto l’emanazione di un decreto di legge governativo che prevede quote di un terzo nelle liste di questa tornata elettorale, e del 50% dalle elezioni successive. Il provvedimento prevede che alle prossime politiche i partiti che non rispettano le regole abbiano una riduzione dei rimborsi elettorali dal 10 al 50% in proporzione alle candidature. Alle successive Politiche (2011) le liste che non rispettano la proporzione non saranno ammesse. Nel febbraio 2006 il disegno di legge riceve l’approvazione del senato con 229 voti favorevoli, 4 contrari e 19 astenuti. Palazzo Madama sarà però culla e, al tempo stesso, tomba del provvedimento: non ci sono i tempi tecnici (ma probabilmente nemmeno una forte volontà politica) per l’approvazione a Montecitorio in quanto è prossimo lo scioglimento delle camere per la fine della legislatura. Il 6 aprile si sono tenute le elezioni e al governo Berlusconi è succeduto quello di Romano Prodi. Attendiamo sviluppi… …e nel Governo Il governo uscente, presieduto da Romano Prodi, contava in totale 25 ministri di cui solo 6 sono donne Rosi Bindi: Ministero Politiche per la famiglia Livia Turco: Ministero Salute Barbara Pollastrini: Ministero Diritti e Pari Opportunità Giovanna Melandri: Ministero Politiche Giovanili e attività sportive Emma Bonino: Ministero Politiche Comunitarie e commercio internazionale Linda Lanzillotta Ministero Affari Regionali e Autonomie locali Cinque delle sei ministre erano senza portafoglio (anche se Emma Bonino gestendo il Ministero degli Affari esteri aveva in realtà "mezzo portafoglio")! Il governo attuale…. Nel nuovo governo Berlusconi sono state nominate ministro quattro donne, di cui due con portafoglio. Tre di Forza Italia,: Stefania Prestigiacomo, Maria Stella Gelmini, Mara Carfagna, e una - Giorgia Meloni, la più giovane della squadra- in quota An. E' un governo sicuramente più snello di quello di Prodi e anche un po' più giovane. Su…. Proviamo a scoprirlo insieme… FINE GRAZIE PER L’ATTENZIONE