Azione Settimanale della Cooperativa Migros Ticino • 20 agosto 2012 • N. 34 33 Cultura e Spettacoli Debussy Impressionista Centocinquant’anni fa nasceva il grande Claude Debussy, cui fu a lungo erroneamente attribuita un’impronta impressionista Dalla strada alla pagina Lo scrittore americano Michael Connelly ci ha parlato della violenza di Los Angeles, e del suo tentativo di capire quanto succede, senza mai scivolare dalla parte del cattivo Ultime riflessioni locarnesi A pochi giorni dalla chiusura della kermesse festivaliera qualche considerazione Blur, sono 21 La grande band inglese festeggia un grande traguardo, anche se non proprio tondo pagina 43 pagina 39 pagina 35 pagina 45 Una mostra cantiere Percorsi espositivi Bramantino al Castello Sforzesco di Milano è la bella dimostrazione di quanto intelligentemente sia possibile presentare un artista al pubblico Gianluigi Bellei La mostra sul Bramantino a Milano ha bisogno di una doverosa premessa. Tutte le esposizioni come qualsiasi espressione di cultura, e qui per cultura intendiamo ogni attività umana dalla musica al cibo, sono lo specchio del loro periodo storico e soprattutto dei governanti del momento. Scelte estetiche, decisioni formali, nomine di funzionari, direttori, curatori, sono sempre il riflesso di una volontà di potere e di interpretazione della realtà che ha una determinata, anche se complessa, visione del mondo. Questo per precisare che la cultura non è neutra, al di sopra delle parti, asettica; in poche parole che è l’espressione del potere costituito e ciò vale per i Talebani come per le democrazie occidentali, ognuno con le proprie idiosincrasie o multiformità. In Europa, ma non solo, la crisi economica ha portato a feroci tagli al superfluo, e da molti la cultura è ritenuta tale, e i musei, soprattutto quelli pubblici di arte contemporanea, sono in sofferenza. A Milano, con il recente cambio della giunta comunale, si sta verificando un mutamento di passo che, fuori dalle pastoie economico-litigiose degli anni trascorsi, cerca nuove soluzioni, da una parte al problema della crisi che attanaglia le istituzioni e dall’altra all’inerzia dell’attività culturale cittadina. Una prima soluzione, un vero e proprio passo del cavallo, è stata trovata coinvolgendo nelle scelte e nelle decisioni due apprezzati professionisti a livello internazionale: Giovanni Agosti e Francesco Bonami, che hanno accettato offrendo il loro contributo gratuitamente. Il primo, docente all’Università degli studi di Milano, è autore di diversi volumi specialistici sul Mantegna o il Bambaia, curatore della mostra sempre su Mantegna al Louvre nel 2008 e conosciuto dai ticinesi per quella recente sul Rinascimento alla Pinacoteca Züst. Il secondo è stato direttore della 50esima edizione della Biennale di Venezia e di quella del Whitney Museum of American Art ed è direttore artistico della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, oltreché fine polemista e prolifico saggista. Nel giro di pochi mesi sono state organizzate due mostre che per la prima volta dopo vent’anni sono promosse, prodotte e gestite dal Comune stesso. Il tutto anche, forse, probabilmente, a seguito del libretto dello stesso Agosti, del quale abbiamo già accennato su queste colonne, Le rovine di Milano che denuncia tra l’altro il malaffare e lo strapotere di alcune società di servizi che si sono inserite nell’abituale carenza culturale e organizzativa della città contribuendo a svuotarla del proprio valore civico in una sorta di decadenza infinita di luoghi, istituzioni, personaggi. Insomma, fino a poco tempo fa le eccellenze, come le mostre sul Caravaggio del 1951 per terminare con quella del Seicento Lombardo del 1973, erano so- Bramantino, Madonna con il Bambino tra i Santi Ambrogio e Michele arcangelo (Trittico di San Michele), 1505, Milano, Pinacoteca Ambrosiana. lo un ricordo: niente più cataloghi ragionati, scelta qualitativa delle opere, rigore di analisi e ricerca, ma solo una rincorsa alla spettacolarizzazione e all’affitto a terzi di luoghi prestigiosi tra i quali Palazzo Reale. Il nuovo sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, sostiene che il Comune attua con queste nuove iniziative un salto di qualità «passando dalla semplice offerta di sedi espositive per mostre preparate altrove alla creazione attiva di esposizioni» che in questo caso puntano sulla condivisione piuttosto che sulla competizione. Condivisioni con l’università, i musei, le istituzioni per la riattivazione della macchina comunale attraverso i crismi di serietà e del rigore uniti a una giusta dose di piacere. Bonami a Palazzo Reale cura Addio anni Settanta coinvolgendo alcuni protagonisti del periodo e dando loro mano libera nell’allestimento di alcune sale. Agosti al Castello Sforzesco, coadiuvato da Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, coinvolge ricercatori, studenti e personale comunale per la prima mostra antologica su Bartolomeo Suardi detto il Bramantino. Le due esposizioni sono veri e pro- pri esempi di un modello civico da esportare: basti tener presente che l’entrata è gratuita e ogni visitatore ha a disposizione, sempre gratuitamente, alcune schede contenenti i principali dati riguardanti le opere esposte; come d’altronde già avviene per esempio in diverse realtà parigine. La mostra sul Bramantino propone solo opere milanesi che per la prima volta si possono vedere tutte assieme. Pochi i lavori, anche perché l’artista non è stato particolarmente prolifico, e soprattutto per la maggior parte abbastanza malandati. Ciò non toglie che si percepisce subito la solitudine e la grandezza di un artista anomalo e intellettualmente aggiornato su quanto gli accadeva attorno. Intrigante ed enigmatica la tavola della Madonna con il Bambino tra i santi Ambrogio e Michele arcangelo la quale, attraverso un impianto compositivo simmetrico e statico, propone una lettura complessa e ricercata. La Madonna offre a Sant’Ambrogio un vincastro e Gesù tende le braccia verso San Michele che gli porge due piccole figure, forse estratte dal batrace stecchito e a pancia in su che simboleggia il demonio. A sinistra, in basso e di scorcio, il corpo nudo dell’eretico Ario. Il bene che sconfigge il male fra volti attoniti e un po’ imbambolati, tipici dell’artista, e soluzioni surreali e metafisiche. Splendida la tempera del San Sebastiano, da vedere assolutamente perché fa parte di una collezione privata, legata al nome di Giorgione e poi attribuita al Bramantino dal Suida, realizzata con uno sfumato dolcissimo ed evanescente con le gocce del sangue «cristallizzate, dalla consistenza del rubino… e quel corpo intriso di luce». Al piano superiore, nella sala della Balla, troviamo i giganteschi arazzi dei Mesi, realizzati da Benedetto da Milano e commissionati al Bramantino, che ne ha eseguito i cartoni, da Gian Giacomo Trivulzio in occasione dell’ingresso a Milano del re di Francia Luigi XII. Una piccola mostra che ha molti punti forti tra i quali il catalogo. Vero e proprio strumento di ricerca con schede precise e dettagliate dalla «lunghezza assillante» che aggiornano le varie interpretazioni dei lavori dell’artista offrendo anche una duplice lettura a seconda del corpo del carattere: più in piccolo all’inizio per i testi destinati agli specialisti e più in grande per le coordi- nate storiche e stilistiche attuali. Alla fine un utilissimo indice dei nomi dà il senso di un’operazione nello stesso tempo ambiziosa e scientifica. Basti pensare che tra gli oltre 260 documenti del regesto possiamo trovare novità importanti come la datazione certa della Madonna con il Bambino tra i santi Ambrogio e Michele arcangelo al 1505 e non al 1518 come ritenuto finora e la sua collocazione originaria nella Chiesa di San Michele in corso di Porta Nuova e non in San Michele alla Chiusa. Insomma, un catalogo da non perdere che contiene tra l’altro un’introduzione con le ragioni politiche della mostra, seguite dalle ragioni del Bramantino, da quelle scientifiche e bibliografiche. Dove e quando Bramantino a Milano A cura di Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, Castello Sforzesco, Milano, Martedì-domenica 9.00-17.30, Lunedì chiuso. Ingresso gratuito. Fino al 25 settembre. Catalogo Officina Libraria, euro 29 www.milanocastello.it facebook.com/BramantinoAMilano