Registrazione n. 676 del 30.11.2001 presso il Tribunale di Milano Direttore responsabile: Luigi Perego numero 1 aprile 2008 il novatese www.partitodemocraticonovate.it Circolo di Novate Milanese Una forza nuova per cambiare il paese Uniamo energie e intelligenze disponibili a lavorare per costruire un efficace programma per il governo del territorio novatese B uone notizie ci giungono dall’Europa e dai Paesi a noi vicini. In Spagna, Zapatero esce rafforzato dalla prova elettorale. In Francia, Sarkozy subisce un duro smacco. Anche negli Usa provengono segnali di una stagione nuova, da cui emergono candidati e candidate che ci faranno dimenticare la grigia conduzione di Bush, il presidente che ha fatto dell’unilateralismo la sua bandiera. Tutti segnali positivi che descrivono un quadro in forte movimento e ci annunciano cambiamenti positivi: una nuova stagione per il centrosinistra? L’Italia che si appresta alle elezioni ha davanti a sé alternative chiare: o scegliere per l’innovazione e la discontinuità con la seconda Repubblica, oppure affidarsi ad una riedizione del vecchio e nemmeno troppo originale centrodestra, che si presenta con una lista elettorale, composta all’ultimo minuto, dai soliti partiti. In questo panorama, la vera novità è data dalla scelta del Partito Democratico di correre da solo: una scelta coraggiosa che vuole restituire alla politica credibilità ed efficienza. La politica sta attraversando un grave problema di legittimazione e popolarità. I crinali di questa frattura corrono lungo le linee di scollamento con il lavoro, con la società: soprattutto al Nord, dove è più evidente la necessità di una proposta che sia in grado di allargare la rappresentanza di quel malessere diffuso che è stato definito “la questione settentrionale”. Il PD si è distinto per la capacità di innovare le proposte e per la capacità – sin dalla composizione delle liste - di dare voce e corpo ad una discontinuità netta con il recente passato. Non più coalizioni eterogenee, programmi frutto di estenuanti mediazioni fra i partiti. Il PD ha oggi l’occasione di dispiegare pienamente la propria identità, di formulare proposte per affrontare le grandi questioni: la sicurezza, l’emergenza salariale, il deficit di legalità, lo sviluppo, la coesione so- ciale, la precarietà del lavoro, l’equità fiscale, l’efficienza della spesa pubblica. Ed anche qui, nel nostro territorio, dove sono sentite in particolare la carenza di infrastrutture - grave freno alla crescita - e l’assenza di chiare politiche ambientali che mirino alla qualità dello sviluppo. Anche a livello locale, se vogliamo un partito capace di ascoltare ed interpretare la società, dobbiamo saper produrre innovazione. A questa voglia di partecipazione, di far contare la propria opinione, che si è manifestata sin dalle primarie del 14 ottobre e dalle elezioni del 27 gennaio, dobbiamo rispondere con una proposta di apertura e disponibilità a raccogliere le energie nuove e le intelligenze disponibili a lavorare con noi per la definizione di un programma efficace per il governo del territorio novatese. Si tratta cioè di aprire degli spazi di dialogo e confronto che coinvolgano attivamente i cittadini di Novate e che producano idee e proposte incisive, fondate, che sappiano davvero cogliere la qualità e l’ampiezza dei problemi di questo territorio. Gabriele Poeta Paccati Tra poco la vecchia scuola elementare di via Manzoni non ci sarà più IL NOSTRO GIORNALE Stefano Tarro Un nuovo strumento del PD novatese per dialogare con i cittadini Questo che state leggendo è il primo numero del nuovo giornale del Partito Democratico di Novate Milanese. Ogni tre mesi sarà distribuito in 7.500 copie, per presentare e far conoscere le idee e le proposte del PD. Sulle questioni di interesse generale ma, soprattutto, sui problemi e le iniziative che riguardano Novate. In verità, l’imminenza delle elezioni del 13 e 14 aprile ci ha un poco costretti ad abbandonare questa impostazione, ma fin dal prossimo numero daremo il massimo spazio alla vita dei quartieri, alla situazione delle scuole, le politiche giovanili e gli interventi per gli anziani, i trasporti, il verde, la casa. I consiglieri comunali ci aggiorneranno su quanto accade in Consiglio, i giovani presenteranno le loro iniziative, la segreteria illustrerà le proposte politiche del PD. “Il novatese” si affianca agli altri strumenti di comunicazione che abbiamo costruito per favorire il massimo scambio di idee tra il PD e i cittadini. E’ attivo, infatti, il sito internet www.partitodemocraticonovate.it dove è possibile anche inviare commenti, iscriversi alla newsletter, partecipare ai sondaggi. Non mancheranno poi volantini, manifesti, incontri e dibattiti, perché costruire un partito nuovo vuol dire soprattutto consapevolezza e partecipazione. La partecipazione dei cittadini non è un optional Se la disponibilità è di pochi bisogna lavorare perché diventi di molti P rendendo a pretesto l’esigenza di efficienza nella loro azione e di rapidità nelle decisioni, molte Amministrazioni – come quella di Novate – hanno messo nel dimenticatoio il tema della partecipazione dei cittadini al governo locale. E’ una rinuncia colpevole, che prende a pretesto l’argomento dell’urgenza delle cose da fare a discapito del coinvolgimento delle varie componenti della comunità. E non ci si può nemmeno nascondere dietro la scusa che ai cittadini non interessa impegnarsi, che i tentativi sono stati deludenti. La partecipazione non è un optional perché momento di rivitalizzazione della vita comunitaria, occasione di conoscenza e confronto, elemento per far crescere una classe dirigente locale che si prepari a candidarsi per le future elezioni amministrative. Se si vuole incentivare la partecipazione occorre non lasciarla allo spontaneismo, ma darle concreto sostegno: si tratta di attivare un percorso assistito professionalmente, dove il cittadino non dice solo le priorità che vuole, ma impara a capire che cosa significa affermare quella priorità piuttosto che un’altra; si assume la responsabilità di quella priorità e quindi comincia a fare una scelta, si costruisce una consapevolezza, ad esempio, degli inciampi burocratici che ci possono essere nella sua realizzazione, dell’incidenza fiscale che ci può essere nello scegliere quella piuttosto di un’altra. Il percorso assistito consente al cittadino di riflettere su questi temi e all’Amministrazione di mostrare rispetto per il cittadino. Si crea così una nuova consapevolezza nel rapporto tra cittadino e istituzione, soprattutto dal punto di vista del cittadino rispetto alla responsabilità collettiva. Non è vero che, se si mandano avanti progetti di democrazia e sono pochi quelli che partecipano, allora i progetti non devono andare avanti. Se sono pochi bisogna lavorare perché diventino tanti, anche utilizzando forme diversificate di comunicazione. Senza partecipazione si impoverisce la vita collettiva. Maurizio Lozza L’aumento della refezione scolastica La mobilitazione dei genitori contro la stangata ha fatto compiere un passo indietro alla giunta Q uando le Amministrazioni decidono senza coinvolgere i cittadini o gli utenti e quindi non avendo la percezione della tollerabilità sociale dei provvedimenti che adottano scatta inevitabilmente la protesta. Saltare i percorsi partecipativi vuol dire correre il rischio di fare i conti senza l’oste. E’ il caso recente della decisione della Giunta Silva di aumentare del 27% le tariffe della refezione scolastica. Di fronte a questa vera e propria stangata i genitori si sono immediatamente mobilitati per far recedere l’Amministrazione da questo immotivato incremento. Ci sono riusciti solo in parte, perché la Giunta ha confermato l’aumento, ma “solo” del 14 %, per ora. I genitori continuano la loro vertenza per ridimensionare ulteriormente le pretese del Comune. Non sarebbe stato più semplice e più corretto parlarne prima e giungere a una soluzione condivisa? (m.l.) MA C’È LA TESSERA DEL PD? Questa è la domanda che molti ci pongono venendo nella nostra sede. In attesa che nel PD si prenda una decisione definitiva e in attesa anche del primo congresso che si terrà nel 2009, abbiamo pensato di istituire una Carta di sostegno al PD Novatese. Questa carta che abbiamo già messo in distribuzione durante le iniziative per la campagna elettorale e presso la nostra sede in via Bonfanti 1, che è sempre aperta la domenica mattina, ci servirà come contributo economico per le attività del Partito nuovo, ma soprattutto come mezzo per sentirci parte di una vera e propria comunità, quella dei Democratici novatesi. Ti invitiamo quindi, se non lo hai già fatto, a ritirare la Carta di sostegno la domenica mattina presso la nostra sede. Luigi Corbari Il futuro inizia adesso 2008 novate milanese E-mail: [email protected] 2 I giovani democratici sono già qui Marco Delogu per Class editori. COMMITTENTE RESPONSABILE ERMETE REALACCI Politica, volontariato, associazionismo culturale e ricreativo, a partire da Novate, il luogo in cui viviamo su tutti la piaga Politica, volontariato, associaziodella precarie- nismo culturale e ricreativo. A tà del lavoro; partire dal luogo in cui viviamo, il destino del- a partire da Novate. Da tempo l’università e coltiviamo il sogno di un network della ricerca; e, giovanile capace di rendere più vifateci aggiun- vace il nostro territorio. gere, l’apertura Naturalmente ciò che ci caratterizdi una stagione za è l’impegno politico, nazionale di estensione e locale. In questi anni è tornata dei diritti civili. anche a Novate una presenza gioSu queste cose vanile assente da tempo, grazie Walter Veltroni alla nascita della Sinistra giovanile ha detto alcune e ad esperienze come la lista Altraparole chiare: novate alle elezioni comunali del www.partitodemocratico.it salario minimo 2004. Ora la presenza dei giovani per i lavoratori ha pervaso anche il PD. Non solo a tempo deter- perché alle primarie novatesi del minato non in- 27 gennaio scorso hanno parteciferiore a 1000- pato anche un centinaio di “under 1100 euro; au- 30”. Ma soprattutto perché quel mento dei fon- voto ha premiato proprio i giovadi per la ricerca ni candidati. Il risultato è che nel e creazione di coordinamento del PD di Novate nuovi campus l’età media è inferiore ai 40 anni, universitari in e che ben 7 membri su 22 hanno tutta Italia; ri- meno di 30 anni. conoscimento È un bel segnale. Certo, ora starà a legale delle noi ripagare questa fiducia. Quelunioni di fatto. lo che possiamo chiedere a tutti i UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE. Quello che chie- Novatesi è di continuare a sostediamo è che nerci. Quello che chiediamo ai sisterà ancora una componenqueste parole si traducano presto giovani è di guardare a noi come te giovanile nel nuovo Partito in fatti. Non si può più aspettare. degli interlocutori che vogliono Democratico? Certamente sì. Be’, Noi siamo qui per sollecitare il PD condividere sentimenti, opinioni, veramente… esiste già! all’adozione di queste politiche. proposte. L’eredità della Sinistra giovanile e Ma siamo qui anche per stare in dei giovani della Margherita premezzo alla società, per essere uno senti su tutto il territorio nazionadei tanti nodi di una rete giovanile Luca Pozzati le avrebbe dovuto dar vita ufficialfatta di impegno a diversi livelli. mente, già in questi primi mesi del 2008, ai “Giovani Democratici”. La caduta del governo e la conseguente campagna elettorale che si è aperta hanno purtroppo costretOccorrono nuove energie che ci aiutino a continuare il nostro lavoro to a rinviare le iniziative previste per la formazione capillare dei cirIn questi anni abbiamo contribuito a costruire tante cose: c’eravamo ancoli giovanili. che noi quando mille persone, a Novate, hanno manifestato contro la Ma noi non abbiamo mai smesso guerra in Iraq; quando si è tornati a parlare di giovani alle elezioni codi essere attivi. Il bisogno così difmunali; quando ci si è opposti a scelte sbagliate della Giunta comunale, fuso di sentire la voce dei giovani come la recente chiusura del Centro di aggregazione giovanile (il Centro non può soccombere all’instabilità Incontri). politica che ci porta a votare dopo Ma c’è ancora tanto da fare. appena due anni dalle ultime C’è bisogno di nuove energie che ci aiutino a continuare il nostro lavoro. elezioni. Tanto più che anche in Durante questa campagna elettorale saremo nelle piazze. Subito dopo si questa campagna elettorale sono aprirà il dibattito sulla Novate del futuro, in vista delle elezioni comunali in gioco temi che legano a dopdel 2009. Aiutateci a costruire una sinistra nuova, democratica e riformapio filo il futuro dei giovani con trice, laica e giovane. quello di tutta la società italiana: Vi aspettiamo! (l.p.) 1.000 EURO AL MESE PER I LAVORATORI PRECARI. CON NOI VINCONO I GIOVANI. E C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE 3 12 AZIONI DI GOVERNO LE PROP 1. STATO: SPENDERE MEGLIO E MENO 4. DIRITTO ALLA GIUSTIZIA GIUSTA Mezzo punto di PIL in meno di spesa corrente primaria nel primo anno; un punto nel secondo, un altro punto nel terzo. Come? • Unificazione degli uffici periferici dello Stato centrale, eliminazione delle Province nelle aree metropolitane e fusione dei comuni piccolissimi • Valutazione, per premiare e sanzionare • Contratti dipendenti pubblici rinnovati a scadenza; premi solo a chi consegue gli obiettivi; mobilità e turnover selettivo e parziale • Si alle centrali di acquisto Processi civili e penali in tempi ragionevoli • Accorpamento dei tribunali • Tempi più rapidi con il processo telematico e l’Ufficio del processo • Specializzazione dei magistrati • Ricomposizione delle liti in sede extragiudiziale 2. PER UN FISCO AMICO DELLO SVILUPPO • Nel 2008 alzare detrazione IRPEF per il lavoro dipendente • Dal 2009 giù le aliquote IRPEF: un punto in meno l’anno, per 3 anni • Credito d’imposta alle donne lavoratrici - dipendenti e autonome - per le spese di cura: prima alle NON CAMBIATE donne del Sud, poi a tutte UN GOVERNO. • Dote fiscale di 2.500 € per i figli • Detrazione per l’affitto pagato CAMBIATE e aliquota fissa su quello percepiL’ITALIA. to • Meno tasse sulla quota di salario derivante dalla contrattazione di UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE. secondo livello • Migliorare il “forfettone” per le piccolissime imprese e non retroattività degli studi di settore • Imprese: favorire la capitalizzazione con sconti d’imposta • Vero federalismo fiscale, per attuare finalmente l’art. 119 della Costituzione e l’autonomia degli enti locali sulle scelte infrastrutturali www.partitodemocratico.it 3. CITTADINI E IMPRESE PIÙ SICURI • Approvare subito il “Pacchetto sicurezza” e attivare il Piano contro la violenza alle donne; estendere a tutti i capoluoghi di provincia il “Patto per la sicurezza”, sperimentato in alcune grandi città • Certezza della pena: chi è stato condannato, sconti effettivamente la pena • Tutti più sicuri: applicare la nuova tecnologia (anche la banda larga) per chiedere e ottenere aiuto - in casa o per strada - in tempi rapidissimi • Più agenti per le strade, coordinamento tra le forze dell’ordine, trasferimento del rilascio di passaporti e permessi di soggiorno dalle Questure agli Uffici comunali. AUMENTEREMO GLI STIPENDI DIMINUENDO L’IRPEF. CON NOI VINCONO I LAVORATORI. Garanzie e Diritti Le intercettazioni servono all’autorità giudiziaria, ma garanzia del diritto alla riservatezza Testamento biologico per prevenire l’accanimento terapeutico Riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente conviventi 5. L’AMBIENTALISMO DEL FARE • Produrre il 20% del fabbisogno energetico attraverso lo sviluppo di energie rinnovabili (sole, vento) • Più impianti di rigassificazione e infrastrutture di trasporto e stoccaggio del gas • In 10 anni trasformare le fonti principali di riscaldamento degli edifici pubblici e privati • Garantire ai pendolari treni decenti, aprire il trasporto alla concorrenza • Sperimentare nuove tecnologie e azioni di recupero delle aree degradate e di riqualificazione urbana • Sì ad infrastrutture moderne e sostenibili; basta con l’ambientalismo del NO Nuove infrastrutture: proporre, coinvolgere, decidere, realizzare 6. STATO SOCIALE: più eguaglianza e più sostegno alla famiglia, per crescere meglio Più sicurezza sul lavoro • Una sola Agenzia Nazionale per la sicurezza sul lavoro • Premi a chi investe in sicurezza • Migliori indennizzi ai lavoratori infortunati Contro la “trappola” della precarietà • Durata massima dei contratti atipici: 2 anni • Allungamento del periodo di prova • Incentivazione dell’apprendistato • Forti incentivi a chi assume a tempo indeterminato • Sperimentare un compenso minimo di € 1000 -1100 netti mensili per i lavoratori precari Sostegno dell’occupazione • Garantire la continuità dell’occupazione con la formazione permanente • Tutelare il reddito in caso di disoccupazione • Sistema efficiente di servizi per il reimpiego • Istituire prestiti agevolati a sostegno di progetti imprenditoriali dei giovani Aiutare le mamme a lavorare • Asili nido: portare in 5 anni i posti per i bambini da 0 a 3 anni dall’attuale 6% al 25% • Asili chiusi solo nella settimana di ferragosto e scuole elementari aperte anche il pomeriggio e disponibili per le attività estive • Assistenti di maternità per le mamme in gravi difficoltà Case in affitto: sviluppare l’edilizia pubblica Alzare (per chi è in difficoltà) l’indennità di accompagnamento da € 455 gradualmente fino a € 600; 4 UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE. OSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO sperimentare il “Buono servizio” per i non autosufficienti Sanità: • Valorizzare e rafforzare il Servizio Sanitario Nazionale, correggendo gli squilibri territoriali • Regolare il rapporto tra Regioni e Aziende Ospedaliere, combinando le esperienze migliori delle regioni e introducendo una concorrenza UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE. virtuosa • Stop alle nomine clientelari e partitiche: neutralizzare le interferenze della politica, selezionare il personale valutando i risultati e competenze • La Legge 194 è una legge equilibrata, che ha conseguito buoni risultati. Va attuata in tutte le sue parti NON PENSATE A QUALE PARTITO. PENSATE A QUALE PAESE. 7. CULTURA, SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA: PIÙ AUTONOMIA, PER L’EQUITÀ E L’ECCELLENZA Scuola: • Portare al diploma l’85% dei nostri ragazzi • Più autonomia • Investire sugli insegnanti, premiandone il merito e l’impegno • Rendere le scuole gli edifici più belli di ogni quartiere • 100 nuovi “campus della scuola dell’obbligo” pronti entro il 2010 • Sperimentare l’insegnamento in lingua inglese di una materia curricolare • Più ore di matematica • Educazione allo sport dalle elementari Università: • Meno sedi e più specializzate • Più autonomia, valutare i risultati, assegnare i fondi tramite valutazione dell’Agenzia nazionale • Internazionalizzare le università per superare le chiusure baronali e puntare sull’eccellenza • Borse di studio spendibili in qualsiasi università; rendere Erasmus accessibile a tutti • Garantire ai giovani ricercatori ad alto potenziale di lavorare “liberi” attorno alle loro idee 8. IMPRESE PIÙ FORTI PER COMPETERE MEGLIO • Incentivi alle piccole e medie imprese per renderle più competitive e volano della crescita di qualità • Incentivare le società non quotate ad entrare in Borsa per avere più sviluppo e più trasparenza, accrescere la contendibilità delle imprese • Sviluppare i processi di liberalizzazione, riducendo gli spazi di rendita • Norme rigorose sul conflitto di interessi • Rendere strutturale il credito d’imposta su ricerca e sviluppo • Sostenere i processi di collaborazione industriale e la realizzazione di reti di imprese • Valorizzare la vitalità imprenditoriale, incentivare l’innovazione tecnologica e l’internazionalizzazione produttiva • Migliorare il “forfettone”, garantire la non retroattività degli studi di settore • Contenere e ridurre la burocrazia • Più partecipazione dei lavoratori • Banche: meno costi per i servizi offerti, trasparenza e semplificazione dei contratti, miglioramento delle opportunità di finanziamento per famiglie e imprese • Procedure di nomine trasparenti nelle “Autorità” • Servizi pubblici di qualità fissati secondo standard nazionali 10. SUD E MEDITERRANEO Il Sud non è un peso ma un’opportunità per la crescita dell’Italia • Entro il 2013 dimezzare il gap accumulato dal Sud rispetto al Centro-Nord, in primo luogo con infrastrutture della mobilità: strade, ferrovie, porti, aeroporti e autostrade del mare • Stabilire obiettivi standard: dal servizio idrico all’ambiente, dall’energia alla scuola, dalla giustizia alle università, per sfruttare appieno la vocazione del Sud come naturale piattaforma logistica nel Mediterraneo 11. DEMOCRAZIA GOVERNANTE Una democrazia che decida e riduca i costi della politica. • Una sola Camera legislativa, con 470 deputati, eletti in collegi uninominali, col doppio turno, scelti con le consultazioni primarie, nel rispetto del vincolo di genere (art. 51 Costituzione) • Un Senato delle Autonomie, con 100 membri • Governo con 12 Ministeri e non più di 60 membri: fiducia dell’unica Camera al solo Presidente del Consiglio, che può chiedere al Capo dello Stato la revoca dei Ministri. • Statuto dell’opposizione • Introdurre il metodo di calcolo contributivo per i vitalizi dei parlamentari, come per ogni lavoratore • Ineleggibilità dei condannati per reati gravi • Diritto di voto ai sedicenni, nelle elezioni amministrative • Procedure e criteri trasparenti per ogni nomina, con sistematico ricorso all’audizione pubblica dei candidati 12. OLTRE IL DUOPOLIO, LA TV DELL’ERA DIGITALE • Di qui al 2012 (data del passaggio al digitale) assegnazione delle frequenze secondo le direttive europee e rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale • Subito nuove regole per il governo della RAI: una Fondazione e un Amministratore unico • Fondo per la qualità dei programmi, destinando il 2% dell intero fatturato pubblicitario al finanziamento di produzioni di qualità www.partitodemocratico.it NON RIENTRATE NEL CAOS. VOLTATE PAGINA. • 9. CONCORRENZA PRODUCE CRESCITA • Ogni anno, una legge sulla concorrenza: liberalizzare telefonia, trasporti, distribuzione dei carburanti UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE. 5 La periferia: una risorsa per il nostro futuro In questi anni è stata smarrita la capacità di leggere il territorio L eggere il territorio. Un’esigenza, una priorità. Per tornare, dopo anni, a comprendere cosa accade intorno a noi, nella nostra realtà. Perché grandi trasformazioni sono alle porte, e Novate non dovrà essere indifferente, come è invece accaduto da molti anni a questa parte. Forse troppo concentrata a guardare solo al suo piccolo centro, trascurando quello che accade e gira intorno, pensando che tutto si perda nel magma indefinito della periferia. Periferia della città infinita che diventa, senza salti, periferia della nostra città. Perché è proprio dove la dimensione della periferia viene raddoppiata – periferia di Novate, e insieme periferia di Milano – che in questi ultimi anni è stata smarrita la capacità di leggere il territorio. Dove il tessuto urbano dilaga, fino a congiungere realtà molto diverse e tra loro distanti, che per questo motivo smarriscono la propria identità, ridotte a luoghi di passaggio. O forse, degradate a “nonluoghi”. «Il primo a coniare l’espressione fu un antropologo francese che parlando degli ipermercati, degli aeroporti, dei luoghi di transito, diceva che fossero mancanti di senso, di comunità. La cosa piacque e tutto un giornalismo pigro allargò la definizione un po’ a sproposito» – scrive Gianni Biondillo, autore di romanzi che ha vissuto l’infanzia a Quarto Oggiaro – «Una volta sentii dire che le periferie urbane, che Baggio, Quarto Oggiaro, Gratosoglio, erano “non luoghi”. 6 Per il futuro di Novate, per il ruolo del suo territorio all’interno della regione metropolitana, la periferia è una realtà da affrontare: perché è un luogo di vita per molte persone, prima che un luogo di passaggio. Occorre ridare significato a questa realtà, e parole alle persone che la abitano. Perché mai come ora la vita di Novate dipende da ciò che vi accade intorno. Per questo motivo, dal prossimo numero, in questa pagina interamente dedicata a Novate, inizierà un vero e proprio giro della nostra città. Per tornare a leggere il territorio, le sue richieste, le sue risorse. Per comprenderlo, per valorizzare al Quel giorno mi sono arrabbiato per davvero. Se le periferie sono “non luoghi” allora significa che sono abitate da “non persone”. Lo trovo inaccettabile». Eppure, a ben guardare, è proprio nelle periferie di Novate che si stanno producendo i cambiamenti più radicali, che finiranno per incidere su tutto il tessuto della realtà novatese, da molti punti di vista. L’edificazione della Cittadella della Salute, nella zona al confine con Vialba, porterà in una delle nostre periferie strutture ospedaliere e centri di ricerca, e migliaia di lavoratori e utenti che ogni giorno dovranno raggiungerla: la questione della trasformazione dell’assetto viario non potrà lasciare Novate del tutto indifferente. Così come la presenza sempre più crescente del polo fieristico di Rho (candidata a ospitare l’Expo del 2015), l’arrivo della terza linea di metropolitana nel quartiere Comasina, alle porte di Novate, la riqualificazione della Bovisa (con la costruzione del nuovo polo universitario) sono tutte questioni che riguardano l’intera Novate, e non solo le sue zone più periferiche. Perché importanti arterie e interi quartieri come la Bovisasca, la Polveriera e Baranzate diventeranno dei veri e propri canali che connetteranno Novate alla regione metropolitana in maniera ancora più forte. meglio le risorse e fornire risposte alle richieste delle persone che lo abitano. Scrive ancora Biondillo: «bisognerebbe saperlo leggere un senso nello spazio che attraversiamo, un campetto, due panchine, un muro di cemento, e che noi crediamo sia solo un vuoto illogico. È da lì, da quei pezzi di città residuale che bisognerebbe partire per una riqualificazione urbana. È fin troppo facile pensare a musei o biblioteche. Perché, in ogni caso, per quanto insistiamo a chiamarli “non luoghi”, lì la gente ci passa la domenica pomeriggio in famiglia. Qualcuno forse arriccia il naso, ma sono quelle le nuove piazze urbane. Quelle che la politica e l’intellighenzija non hanno saputo, voluto, regalare alla collettività come opere degne di resistere nel tempo». Andrea Manzoni La “questione Moro” è ancora aperta Il nome dello statista è legato alle vicende politiche più importanti della nostra storia recente L a memoria di Aldo Moro va ben oltre il ricordo del suo rapimento da parte delle Brigate Rosse il 16 marzo di trent’anni fa, i 55 giorni della sua prigionia e la successiva, barbara uccisione avvenuta il 9 maggio di quello stesso 1978. No, non c’è nel nostro Paese solo un “caso Moro” di ordine giudiziario, le mille verità contrapposte che si agitano, i memoriali, la disinformazione, la P2, i servizi segreti più o meno deviati, le piste internazionali, il dolore della famiglia e degli amici e tutto ciò che contribuiva a farne, come ebbe a scrivere Leonardo Sciascia , “l’affaire” della democrazia italiana esattamente come il processo Dreyfus lo fu per la democrazia francese. Più al fondo, nel cuore stesso della nostra democrazia vi è tuttora aperta una “questione Moro” che significa la esatta definizione di che cosa abbia significato la presenza di questa figura as- solutamente atipica di intellettuale, di politico e prima ancora di credente in uno scenario complesso come quello della cosiddetta Prima Repubblica, che egli attraversò da protagonista nei primi trentatrè anni della sua esistenza come costituente, uomo di partito e di governo, legando il suo nome a tre delle architetture politiche più importanti della nostra storia recente: la Costituzione, il primo centrosinistra e la solidarietà nazionale. L’ex presidente della Corte costituzionale, Leopoldo Elia, che di Moro fu per lunghi anni l’alto consulente giuridico, sottolineava nel suo amico e maestro la figura dell’uomo di Stato, animato da profonde convinzioni democratiche, diffidente verso ogni forma di ingegneria istituzionale proprio perché fiducioso nel ruolo della politica e per questo inventore della formula dello “Stato dal valore umano” basato sui principi fondamentali della Costituzione e per questo avversario di ogni tentativo di ridurre la DC, partito complesso quant’ altri mai, alla semplice ala conservatrice dello schieramento politico. La fine di Moro è stata un fatto politico, in cui si sono affrontate due concezioni della persona umana e del suo rapporto con lo Stato. Ed è stata un dramma, una tragedia, insomma un confronto ad altissima quota che ci fa misurare l’abissale distanza di ciò che oggi passa per politica e che invece politica non è, perché di essa dimentica l’aspetto più importante e centrale che è l’uomo inteso nelle sue credenze, nelle sue passioni, nelle sue idee e non soltanto nei suoi interessi immediati. Giovanni Bianchi Dall’ultima lettera di Aldo Moro alla moglie «Bacia e carezza per me tutti, volto per volto, occhi per occhi, capelli per capelli. A ciascuno una mia immensa tenerezza che passa per le tue mani. Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e incomprensibile. Sono le vie del Signore. Vorrei capire, con i miei piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo. Se ci fosse luce, sarebbe bellissimo» 7 No Excuse 2015 La dichiarazione Onu del millennio Ci sono le risorse economiche, le conoscenze e le tecnologie necessarie per ridurre la povertà E ’questo il nome della campagna lanciata nel 2002 dall’allora segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan per sensibilizzare l’opinione pubblica mondiale sul patto siglato tra paesi del Nord e del Sud del mondo per eliminare la povertà estrema. Infatti, nel settembre 2000, 189 capi di stato e di governo si sono riuniti sotto la guida dell’ONU e hanno adottato all’unanimità la cosiddetta “Dichiarazione del Millennio”. Questa dichiarazione impegna tutti gli stati a compiere sforzi comuni, anche se in parte diversi, per raggiungere 8 obiettivi concreti entro il 2015, per migliorare le condizioni di vita di un miliardo circa di persone che si trovano in situazione di povertà estrema. Gli obiettivi da raggiungere entro il 2015 sono: 1. Dimezzare (rispetto al 1990) la percentuale di persone il cui reddito è inferiore a 1 $ al giorno e dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame. Oggi sono circa 1,2 miliardi (un quinto della popolazione mondiale) le persone che vivono con meno di 1 $ al giorno e circa 800 milioni le persone che soffrono di fame cronica. 2. Assicurare a tutti i bambini un ciclo completo di istruzione primaria. Oggi circa 115 milioni di bambini non frequenta la scuola primaria e il tasso di iscrizione è particolarmente basso nell’Africa subsahariana (57%) e in Asia meridionale (84%). 3. Eliminare la disuguaglianza di genere a tutti i livelli dell’istruzione. Ancora oggi le bambine che non frequentano la scuola primaria sono meno del 60% in quasi tutti i paesi dell’Africa sub sahariana. 4. Ridurre di due terzi (rispetto al 1990) il tasso di mortalità infantile al di sotto dei 5 anni di età ogni anno. Oltre 10 milioni di bambini muoiono prima di compiere 5 anni a causa di malattie che si possono prevenire e curare. 5. Ridurre di tre quarti (rispetto al 1990) il tasso di mortalità ma- terna. Ogni minuto nei paesi del Sud del mondo una donna muore per cause legate alla gravidanza o al parto. 6. Arrestare e invertire la tendenza alla diffusione dell’Hiv/Aids. Oggi nel mondo circa 42 milioni di persone hanno contratto l’Hiv/ Aids; di questi, 39 milioni vivono nei paesi del Sud del mondo. 7. Integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche dei paesi e arrestare la distruzione delle risorse ambientali. Oggi quasi 2 milioni di ettari di suolo è degradato e compromette la possbilità di nutrire circa un miliardo di persone. 8. Realizzare interventi congiunti tra paesi del Nord e del Sud del mondo in 4 aree: la cooperazione per lo sviluppo, il debito estero, il commercio internazionale, il trasferimento di tecnologie. Molti paesi ricchi sono ben lontani dall’obiettivo di destinare lo 0,7% del Pil per aiuti pubblici allo sviluppo (l’Italia destina solo lo 0,16% del Pil). Qual è l’impegno dei paesi del Nord del mondo? Qual è l’impegno dei paesi del Sud del mondo? Destinare agli aiuti pubblici allo sviluppo lo 0,7% del Pil. Migliorare la qualità degli aiuti, per esempio mettendo al centro l’Africa sub-sahariana. Investire in servizi sociali di base. Favorire le strutture locali, anzichè le imprese del paese donatore. Promuovere la cancellazione del debito. Adottare regole più eque nel commercio internazionale. Promuovere riforme a livello nazionle. Destinare gli aiuti ricevuti al raggiungimento degli obiettivi del Millennio. Eliminare la corruzione. Cosa possiamo fare noi? Essere informati sulle cause della povertà nel mondo. Far sentire la nostra voce perchè i temi della campagna del Millennio diventino priorità politiche. Chiedere al nostro governo (presente e futuro) di mantenere gli impegni sottoscritti a livello internazionale. Ci sono le risorse economiche, le conoscenze e le tecnologie necessarie per ridurre la povertà. Non ci sono scuse! Amalia Fumagalli