Registrazione n. 676 del 30.11.2001
presso il Tribunale di Milano
Direttore responsabile: Luigi Perego
numero 1 aprile 2008
il novatese
www.partitodemocraticonovate.it
Circolo di Novate Milanese
Una forza nuova
per cambiare il paese
Uniamo energie e intelligenze disponibili a
lavorare per costruire un efficace programma
per il governo del territorio novatese
B
uone notizie ci giungono dall’Europa e dai Paesi a noi vicini.
In Spagna, Zapatero esce rafforzato dalla prova elettorale. In Francia,
Sarkozy subisce un duro smacco. Anche negli Usa provengono segnali di
una stagione nuova, da cui emergono
candidati e candidate che ci faranno
dimenticare la grigia conduzione di
Bush, il presidente che ha fatto dell’unilateralismo la sua bandiera.
Tutti segnali positivi che descrivono
un quadro in forte movimento e ci annunciano cambiamenti positivi: una
nuova stagione per il centrosinistra?
L’Italia che si appresta alle elezioni ha
davanti a sé alternative chiare: o scegliere per l’innovazione e la discontinuità con la seconda Repubblica, oppure affidarsi ad una riedizione del
vecchio e nemmeno troppo originale
centrodestra, che si presenta con una
lista elettorale, composta all’ultimo
minuto, dai soliti partiti.
In questo panorama, la vera novità
è data dalla scelta del Partito Democratico di correre da solo: una scelta
coraggiosa che vuole restituire alla
politica credibilità ed efficienza.
La politica sta attraversando un grave
problema di legittimazione e popolarità. I crinali di questa frattura corrono lungo le linee di scollamento con
il lavoro, con la società: soprattutto al
Nord, dove è più evidente la necessità di una proposta che sia in grado
di allargare la rappresentanza di quel
malessere diffuso che è stato definito
“la questione settentrionale”.
Il PD si è distinto per la capacità di innovare le proposte e per la capacità –
sin dalla composizione delle liste - di
dare voce e corpo ad una discontinuità netta con il recente passato. Non
più coalizioni eterogenee, programmi frutto di estenuanti mediazioni
fra i partiti. Il PD ha oggi l’occasione
di dispiegare pienamente la propria
identità, di formulare proposte per
affrontare le grandi questioni: la sicurezza, l’emergenza salariale, il deficit
di legalità, lo sviluppo, la coesione so-
ciale, la precarietà del lavoro, l’equità
fiscale, l’efficienza della spesa pubblica. Ed anche qui, nel nostro territorio, dove sono sentite in particolare la
carenza di infrastrutture - grave freno alla crescita - e l’assenza di chiare
politiche ambientali che mirino alla
qualità dello sviluppo.
Anche a livello locale, se vogliamo un
partito capace di ascoltare ed interpretare la società, dobbiamo saper
produrre innovazione.
A questa voglia di partecipazione, di
far contare la propria opinione, che
si è manifestata sin dalle primarie
del 14 ottobre e dalle elezioni del 27
gennaio, dobbiamo rispondere con
una proposta di apertura e disponibilità a raccogliere le energie nuove
e le intelligenze disponibili a lavorare
con noi per la definizione di un programma efficace per il governo del
territorio novatese. Si tratta cioè di
aprire degli spazi di dialogo e confronto che coinvolgano attivamente
i cittadini di Novate e che producano
idee e proposte incisive, fondate, che
sappiano davvero cogliere la qualità
e l’ampiezza dei problemi di questo
territorio.
Gabriele Poeta Paccati
Tra poco la vecchia scuola elementare di via Manzoni non ci sarà più
IL NOSTRO GIORNALE
Stefano Tarro
Un nuovo strumento del PD novatese per dialogare con i cittadini
Questo che state leggendo è il primo numero del nuovo giornale del Partito Democratico di Novate Milanese. Ogni tre mesi sarà distribuito in 7.500
copie, per presentare e far conoscere le idee e le proposte del PD. Sulle questioni di interesse generale ma, soprattutto, sui problemi e le iniziative che
riguardano Novate. In verità, l’imminenza delle elezioni del 13 e 14 aprile ci
ha un poco costretti ad abbandonare questa impostazione, ma fin dal prossimo numero daremo il massimo spazio alla vita dei quartieri, alla situazione
delle scuole, le politiche giovanili e gli interventi per gli anziani, i trasporti,
il verde, la casa. I consiglieri comunali ci aggiorneranno su quanto accade in
Consiglio, i giovani presenteranno le loro iniziative, la segreteria illustrerà le
proposte politiche del PD.
“Il novatese” si affianca agli altri strumenti di comunicazione che abbiamo
costruito per favorire il massimo scambio di idee tra il PD e i cittadini.
E’ attivo, infatti, il sito internet www.partitodemocraticonovate.it dove è
possibile anche inviare commenti, iscriversi alla newsletter, partecipare ai
sondaggi.
Non mancheranno poi volantini, manifesti, incontri e dibattiti, perché costruire un partito nuovo vuol dire soprattutto consapevolezza e partecipazione.
La partecipazione dei cittadini
non è un optional
Se la disponibilità è di pochi bisogna lavorare perché diventi di molti
P
rendendo a pretesto l’esigenza di efficienza nella loro
azione e di rapidità nelle decisioni, molte Amministrazioni
– come quella di Novate – hanno
messo nel dimenticatoio il tema
della partecipazione dei cittadini al governo locale.
E’ una rinuncia colpevole, che
prende a pretesto l’argomento
dell’urgenza delle cose da fare
a discapito del coinvolgimento delle varie componenti della
comunità. E non ci si può nemmeno nascondere dietro la scusa che ai cittadini non interessa
impegnarsi, che i tentativi sono
stati deludenti.
La partecipazione non è un optional perché momento di rivitalizzazione della vita comunitaria, occasione di conoscenza e
confronto, elemento per far crescere una classe dirigente locale
che si prepari a candidarsi per le
future elezioni amministrative.
Se si vuole incentivare la partecipazione occorre non lasciarla allo spontaneismo, ma darle
concreto sostegno: si tratta di
attivare un percorso assistito
professionalmente, dove il cittadino non dice solo le priorità che
vuole, ma impara a capire che
cosa significa affermare quella
priorità piuttosto che un’altra; si
assume la responsabilità di quella priorità e quindi comincia a
fare una scelta, si costruisce una
consapevolezza, ad esempio,
degli inciampi burocratici che ci
possono essere nella sua realizzazione, dell’incidenza fiscale
che ci può essere nello scegliere
quella piuttosto di un’altra.
Il percorso assistito consente al
cittadino di riflettere su questi
temi e all’Amministrazione di
mostrare rispetto per il cittadino. Si crea così una nuova consapevolezza nel rapporto tra cittadino e istituzione, soprattutto
dal punto di vista del cittadino
rispetto alla responsabilità collettiva.
Non è vero che, se si mandano
avanti progetti di democrazia e
sono pochi quelli che partecipano, allora i progetti non devono
andare avanti. Se sono pochi bisogna lavorare perché diventino
tanti, anche utilizzando forme
diversificate di comunicazione.
Senza partecipazione si impoverisce la vita collettiva.
Maurizio Lozza
L’aumento della refezione
scolastica
La mobilitazione dei genitori contro la stangata ha
fatto compiere un passo indietro alla giunta
Q
uando le Amministrazioni decidono senza coinvolgere i cittadini
o gli utenti e quindi non avendo la percezione della tollerabilità sociale dei provvedimenti che adottano scatta inevitabilmente la
protesta.
Saltare i percorsi partecipativi vuol dire correre il rischio di fare i conti senza l’oste. E’ il caso recente della decisione della Giunta Silva di
aumentare del 27% le tariffe della refezione scolastica. Di fronte a
questa vera e propria stangata i genitori si sono immediatamente
mobilitati per far recedere l’Amministrazione da questo immotivato
incremento. Ci sono riusciti solo in parte, perché la Giunta ha confermato l’aumento, ma “solo” del 14 %, per ora.
I genitori continuano la loro vertenza per ridimensionare ulteriormente le pretese del Comune.
Non sarebbe stato più semplice e più corretto parlarne prima e giungere a una soluzione condivisa? (m.l.)
MA C’È LA TESSERA DEL PD?
Questa è la domanda che molti ci pongono venendo nella nostra sede. In attesa che nel PD si prenda una decisione definitiva e in attesa anche del primo congresso che si terrà nel 2009, abbiamo pensato di istituire una Carta di sostegno al PD Novatese.
Questa carta che abbiamo già messo in distribuzione durante le iniziative per la campagna elettorale e presso la nostra sede in via Bonfanti
1, che è sempre aperta la domenica mattina, ci servirà come contributo
economico per le attività del Partito nuovo, ma soprattutto come mezzo
per sentirci parte di una vera e propria comunità, quella dei Democratici
novatesi.
Ti invitiamo quindi, se non lo hai già fatto, a ritirare la Carta di sostegno la domenica mattina presso la nostra sede.
Luigi Corbari
Il futuro
inizia adesso
2008
novate milanese
E-mail: [email protected]
2
I giovani democratici sono già qui
Marco Delogu per Class editori.
COMMITTENTE RESPONSABILE ERMETE REALACCI
Politica, volontariato, associazionismo culturale e ricreativo, a partire
da Novate, il luogo in cui viviamo
su tutti la piaga Politica, volontariato, associaziodella precarie- nismo culturale e ricreativo. A
tà del lavoro; partire dal luogo in cui viviamo,
il destino del- a partire da Novate. Da tempo
l’università
e coltiviamo il sogno di un network
della ricerca; e, giovanile capace di rendere più vifateci aggiun- vace il nostro territorio.
gere, l’apertura Naturalmente ciò che ci caratterizdi una stagione za è l’impegno politico, nazionale
di
estensione e locale. In questi anni è tornata
dei diritti civili. anche a Novate una presenza gioSu queste cose vanile assente da tempo, grazie
Walter Veltroni alla nascita della Sinistra giovanile
ha detto alcune e ad esperienze come la lista Altraparole chiare: novate alle elezioni comunali del
www.partitodemocratico.it
salario minimo 2004. Ora la presenza dei giovani
per i lavoratori ha pervaso anche il PD. Non solo
a tempo deter- perché alle primarie novatesi del
minato non in- 27 gennaio scorso hanno parteciferiore a 1000- pato anche un centinaio di “under
1100 euro; au- 30”. Ma soprattutto perché quel
mento dei fon- voto ha premiato proprio i giovadi per la ricerca ni candidati. Il risultato è che nel
e creazione di coordinamento del PD di Novate
nuovi campus l’età media è inferiore ai 40 anni,
universitari in e che ben 7 membri su 22 hanno
tutta Italia; ri- meno di 30 anni.
conoscimento È un bel segnale. Certo, ora starà a
legale
delle noi ripagare questa fiducia. Quelunioni di fatto. lo che possiamo chiedere a tutti i
UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE.
Quello che chie- Novatesi è di continuare a sostediamo è che nerci. Quello che chiediamo ai
sisterà ancora una componenqueste parole si traducano presto giovani è di guardare a noi come
te giovanile nel nuovo Partito
in fatti. Non si può più aspettare.
degli interlocutori che vogliono
Democratico? Certamente sì. Be’,
Noi siamo qui per sollecitare il PD condividere sentimenti, opinioni,
veramente… esiste già!
all’adozione di queste politiche. proposte.
L’eredità della Sinistra giovanile e
Ma siamo qui anche per stare in
dei giovani della Margherita premezzo alla società, per essere uno
senti su tutto il territorio nazionadei tanti nodi di una rete giovanile
Luca Pozzati
le avrebbe dovuto dar vita ufficialfatta di impegno a diversi livelli.
mente, già in questi primi mesi del
2008, ai “Giovani Democratici”.
La caduta del governo e la conseguente campagna elettorale che si
è aperta hanno purtroppo costretOccorrono nuove energie che ci aiutino a continuare il nostro lavoro
to a rinviare le iniziative previste
per la formazione capillare dei cirIn questi anni abbiamo contribuito a costruire tante cose: c’eravamo ancoli giovanili.
che noi quando mille persone, a Novate, hanno manifestato contro la
Ma noi non abbiamo mai smesso
guerra in Iraq; quando si è tornati a parlare di giovani alle elezioni codi essere attivi. Il bisogno così difmunali; quando ci si è opposti a scelte sbagliate della Giunta comunale,
fuso di sentire la voce dei giovani
come la recente chiusura del Centro di aggregazione giovanile (il Centro
non può soccombere all’instabilità
Incontri).
politica che ci porta a votare dopo
Ma c’è ancora tanto da fare.
appena due anni dalle ultime
C’è bisogno di nuove energie che ci aiutino a continuare il nostro lavoro.
elezioni. Tanto più che anche in
Durante questa campagna elettorale saremo nelle piazze. Subito dopo si
questa campagna elettorale sono
aprirà il dibattito sulla Novate del futuro, in vista delle elezioni comunali
in gioco temi che legano a dopdel 2009. Aiutateci a costruire una sinistra nuova, democratica e riformapio filo il futuro dei giovani con
trice, laica e giovane.
quello di tutta la società italiana:
Vi aspettiamo!
(l.p.)
1.000 EURO AL MESE
PER I LAVORATORI
PRECARI.
CON NOI VINCONO
I GIOVANI.
E
C’E’ ANCORA MOLTO DA FARE
3
12 AZIONI DI GOVERNO LE PROP
1. STATO: SPENDERE MEGLIO E MENO
4. DIRITTO ALLA GIUSTIZIA GIUSTA
Mezzo punto di PIL in meno di spesa corrente primaria nel primo anno; un punto nel secondo, un altro
punto nel terzo. Come?
• Unificazione degli uffici periferici dello Stato centrale,
eliminazione delle Province nelle aree metropolitane e
fusione dei comuni piccolissimi
• Valutazione, per premiare e sanzionare
• Contratti dipendenti pubblici rinnovati a scadenza;
premi solo a chi consegue gli obiettivi; mobilità e
turnover selettivo e parziale
• Si alle centrali di acquisto
Processi civili e penali in tempi ragionevoli
• Accorpamento dei tribunali
• Tempi più rapidi con il processo telematico e l’Ufficio del
processo
• Specializzazione dei magistrati
• Ricomposizione delle liti in sede extragiudiziale
2. PER UN FISCO AMICO DELLO SVILUPPO
• Nel 2008 alzare detrazione IRPEF per il lavoro
dipendente
• Dal 2009 giù le aliquote IRPEF: un punto in meno
l’anno, per 3 anni
• Credito d’imposta alle donne lavoratrici - dipendenti e autonome
- per le spese di cura: prima alle
NON CAMBIATE
donne del Sud, poi a tutte
UN GOVERNO.
• Dote fiscale di 2.500 € per i figli
• Detrazione per l’affitto pagato
CAMBIATE
e aliquota fissa su quello percepiL’ITALIA.
to
• Meno tasse sulla quota di salario
derivante dalla contrattazione di
UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE.
secondo livello
• Migliorare il “forfettone” per le piccolissime imprese e
non retroattività degli studi di settore
• Imprese: favorire la capitalizzazione con sconti d’imposta
• Vero federalismo fiscale, per attuare finalmente l’art.
119 della Costituzione e l’autonomia degli enti locali
sulle scelte infrastrutturali
www.partitodemocratico.it
3. CITTADINI E IMPRESE PIÙ SICURI
• Approvare subito il “Pacchetto sicurezza” e attivare il
Piano contro la violenza alle donne; estendere a tutti i
capoluoghi di provincia il “Patto per la sicurezza”, sperimentato in alcune grandi città
• Certezza della pena: chi è stato condannato, sconti effettivamente la pena
• Tutti più sicuri: applicare la nuova tecnologia (anche la
banda larga) per chiedere e ottenere aiuto - in casa o per
strada - in tempi rapidissimi
• Più agenti per le strade, coordinamento tra le forze dell’ordine, trasferimento del rilascio di passaporti e permessi di soggiorno dalle Questure agli Uffici comunali.
AUMENTEREMO
GLI STIPENDI
DIMINUENDO L’IRPEF.
CON NOI VINCONO
I LAVORATORI.
Garanzie e Diritti
Le intercettazioni servono all’autorità giudiziaria, ma
garanzia del diritto alla riservatezza
Testamento biologico per prevenire l’accanimento terapeutico
Riconoscimento dei diritti delle persone stabilmente
conviventi
5. L’AMBIENTALISMO DEL FARE
• Produrre il 20% del fabbisogno energetico attraverso lo
sviluppo di energie rinnovabili (sole, vento)
• Più impianti di rigassificazione e infrastrutture di trasporto e stoccaggio del gas
• In 10 anni trasformare le fonti principali di riscaldamento degli edifici pubblici e privati
• Garantire ai pendolari treni decenti, aprire il trasporto
alla concorrenza
• Sperimentare nuove tecnologie e azioni di recupero delle aree degradate e di riqualificazione urbana
• Sì ad infrastrutture moderne e sostenibili; basta
con l’ambientalismo del NO
Nuove infrastrutture: proporre, coinvolgere, decidere, realizzare
6. STATO SOCIALE: più eguaglianza e più
sostegno alla famiglia, per crescere meglio
Più sicurezza sul lavoro
• Una sola Agenzia Nazionale per la sicurezza sul lavoro
• Premi a chi investe in sicurezza
• Migliori indennizzi ai lavoratori infortunati
Contro la “trappola” della precarietà
• Durata massima dei contratti atipici: 2 anni
• Allungamento del periodo di prova
• Incentivazione dell’apprendistato
• Forti incentivi a chi assume a tempo indeterminato
• Sperimentare un compenso minimo di € 1000 -1100
netti mensili per i lavoratori precari
Sostegno dell’occupazione
• Garantire la continuità dell’occupazione con la formazione permanente
• Tutelare il reddito in caso di disoccupazione
• Sistema efficiente di servizi per il reimpiego
• Istituire prestiti agevolati a sostegno di progetti imprenditoriali dei giovani
Aiutare le mamme a lavorare
• Asili nido: portare in 5 anni i posti per i bambini da 0 a 3
anni dall’attuale 6% al 25%
• Asili chiusi solo nella settimana di ferragosto e scuole
elementari aperte anche il pomeriggio e disponibili per
le attività estive
• Assistenti di maternità per le mamme in gravi difficoltà
Case in affitto: sviluppare l’edilizia pubblica
Alzare (per chi è in difficoltà) l’indennità di accompagnamento da € 455 gradualmente fino a € 600;
4
UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE.
OSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO
sperimentare il “Buono servizio” per i non autosufficienti
Sanità:
• Valorizzare e rafforzare il Servizio
Sanitario Nazionale, correggendo
gli squilibri territoriali
• Regolare il rapporto tra Regioni e
Aziende Ospedaliere, combinando
le esperienze migliori delle regioni
e introducendo una concorrenza
UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE.
virtuosa
• Stop alle nomine clientelari e partitiche: neutralizzare le interferenze della politica, selezionare il personale valutando i risultati e competenze
• La Legge 194 è una legge equilibrata, che ha conseguito
buoni risultati. Va attuata in tutte le sue parti
NON PENSATE A
QUALE PARTITO.
PENSATE A
QUALE PAESE.
7. CULTURA, SCUOLA, UNIVERSITÀ E RICERCA: PIÙ
AUTONOMIA, PER L’EQUITÀ E L’ECCELLENZA
Scuola:
• Portare al diploma l’85% dei nostri ragazzi
• Più autonomia
• Investire sugli insegnanti, premiandone il merito e l’impegno
• Rendere le scuole gli edifici più belli di ogni quartiere
• 100 nuovi “campus della scuola dell’obbligo” pronti entro il 2010
• Sperimentare l’insegnamento in lingua inglese di una
materia curricolare
• Più ore di matematica
• Educazione allo sport dalle elementari
Università:
• Meno sedi e più specializzate
• Più autonomia, valutare i risultati, assegnare i fondi tramite valutazione dell’Agenzia nazionale
• Internazionalizzare le università per superare le chiusure
baronali e puntare sull’eccellenza
• Borse di studio spendibili in qualsiasi università; rendere
Erasmus accessibile a tutti
• Garantire ai giovani ricercatori ad alto potenziale di lavorare “liberi” attorno alle loro idee
8. IMPRESE PIÙ FORTI PER COMPETERE MEGLIO
• Incentivi alle piccole e medie imprese per renderle più
competitive e volano della crescita di qualità
• Incentivare le società non quotate ad entrare in Borsa per
avere più sviluppo e più trasparenza, accrescere la contendibilità delle imprese
• Sviluppare i processi di liberalizzazione, riducendo gli
spazi di rendita
• Norme rigorose sul conflitto di interessi
• Rendere strutturale il credito d’imposta su ricerca e sviluppo
• Sostenere i processi di collaborazione industriale e la realizzazione di reti di imprese
• Valorizzare la vitalità imprenditoriale, incentivare l’innovazione tecnologica e l’internazionalizzazione produttiva
• Migliorare il “forfettone”, garantire la non retroattività
degli studi di settore
• Contenere e ridurre la burocrazia
• Più partecipazione dei lavoratori
• Banche: meno costi per i servizi offerti, trasparenza e
semplificazione dei contratti, miglioramento delle opportunità di finanziamento per famiglie e imprese
• Procedure di nomine trasparenti nelle “Autorità”
• Servizi pubblici di qualità fissati secondo standard nazionali
10. SUD E MEDITERRANEO
Il Sud non è un peso ma un’opportunità per la
crescita dell’Italia
• Entro il 2013 dimezzare il gap accumulato dal Sud rispetto al Centro-Nord, in primo luogo con infrastrutture della
mobilità: strade, ferrovie, porti, aeroporti e autostrade
del mare
• Stabilire obiettivi standard: dal servizio idrico all’ambiente, dall’energia alla scuola, dalla giustizia alle università,
per sfruttare appieno la vocazione del Sud come naturale
piattaforma logistica nel Mediterraneo
11. DEMOCRAZIA GOVERNANTE
Una democrazia che decida e riduca i costi della politica.
• Una sola Camera legislativa, con 470 deputati, eletti in
collegi uninominali, col doppio turno, scelti con le consultazioni primarie, nel rispetto del vincolo di genere (art.
51 Costituzione)
• Un Senato delle Autonomie, con 100 membri
• Governo con 12 Ministeri e non più di 60 membri: fiducia
dell’unica Camera al solo Presidente del Consiglio, che
può chiedere al Capo dello Stato la revoca dei Ministri.
• Statuto dell’opposizione
• Introdurre il metodo di calcolo contributivo per i vitalizi
dei parlamentari, come per ogni lavoratore
• Ineleggibilità dei condannati per reati gravi
• Diritto di voto ai sedicenni, nelle elezioni amministrative
• Procedure e criteri trasparenti per ogni nomina, con sistematico ricorso all’audizione pubblica dei candidati
12. OLTRE IL DUOPOLIO, LA TV DELL’ERA
DIGITALE
• Di qui al 2012 (data del passaggio al digitale) assegnazione delle frequenze secondo le direttive europee e rispetto delle sentenze della Corte Costituzionale
• Subito nuove regole per il governo della RAI: una Fondazione e un Amministratore unico
• Fondo per la qualità dei programmi, destinando il 2%
dell intero fatturato pubblicitario al finanziamento di
produzioni di qualità
www.partitodemocratico.it
NON RIENTRATE
NEL CAOS.
VOLTATE PAGINA.
• 9. CONCORRENZA PRODUCE CRESCITA
• Ogni anno, una legge sulla concorrenza: liberalizzare
telefonia, trasporti, distribuzione dei carburanti
UN’ITALIA MODERNA. SI PUÒ FARE.
5
La periferia:
una risorsa per il nostro futuro
In questi anni è stata smarrita la capacità di leggere il territorio
L
eggere il territorio. Un’esigenza, una priorità.
Per tornare, dopo anni, a comprendere cosa accade intorno a
noi, nella nostra realtà. Perché
grandi trasformazioni sono alle
porte, e Novate non dovrà essere
indifferente, come è invece accaduto da molti anni a questa parte.
Forse troppo concentrata a guardare solo al suo piccolo centro,
trascurando quello che accade e
gira intorno, pensando che tutto si
perda nel magma indefinito della
periferia.
Periferia della città infinita che diventa, senza salti, periferia della
nostra città. Perché è proprio dove
la dimensione della periferia viene
raddoppiata – periferia di Novate,
e insieme periferia di Milano – che
in questi ultimi anni è stata smarrita la capacità di leggere il territorio.
Dove il tessuto urbano dilaga, fino
a congiungere realtà molto diverse e tra loro distanti, che per questo motivo smarriscono la propria
identità, ridotte a luoghi di passaggio. O forse, degradate a “nonluoghi”.
«Il primo a coniare l’espressione fu
un antropologo francese che parlando degli ipermercati, degli aeroporti, dei luoghi di transito, diceva che fossero mancanti di senso, di comunità. La cosa piacque e
tutto un giornalismo pigro allargò
la definizione un po’ a sproposito»
– scrive Gianni Biondillo, autore
di romanzi che ha vissuto l’infanzia a Quarto Oggiaro – «Una volta
sentii dire che le periferie urbane, che Baggio, Quarto Oggiaro,
Gratosoglio, erano “non luoghi”.
6
Per il futuro di Novate, per il ruolo
del suo territorio all’interno della
regione metropolitana, la periferia è una realtà da affrontare: perché è un luogo di vita per molte
persone, prima che un luogo di
passaggio.
Occorre ridare significato a questa
realtà, e parole alle persone che
la abitano. Perché mai come ora
la vita di Novate dipende da ciò
che vi accade intorno. Per questo
motivo, dal prossimo numero, in
questa pagina interamente dedicata a Novate, inizierà un vero
e proprio giro della nostra città.
Per tornare a leggere il territorio,
le sue richieste, le sue risorse. Per
comprenderlo, per valorizzare al
Quel giorno mi sono arrabbiato
per davvero. Se le periferie sono
“non luoghi” allora significa che
sono abitate da “non persone”. Lo
trovo inaccettabile».
Eppure, a ben guardare, è proprio
nelle periferie di Novate che si
stanno producendo i cambiamenti
più radicali, che finiranno per incidere su tutto il tessuto della realtà
novatese, da molti punti di vista.
L’edificazione della Cittadella della Salute, nella zona al confine con
Vialba, porterà in una delle nostre
periferie strutture ospedaliere e
centri di ricerca, e migliaia di lavoratori e utenti che ogni giorno dovranno raggiungerla: la questione
della trasformazione dell’assetto
viario non potrà lasciare Novate
del tutto indifferente.
Così come la presenza sempre più
crescente del polo fieristico di Rho
(candidata a ospitare l’Expo del
2015), l’arrivo della terza linea di
metropolitana nel quartiere Comasina, alle porte di Novate, la
riqualificazione della Bovisa (con
la costruzione del nuovo polo universitario) sono tutte questioni che
riguardano l’intera Novate, e non
solo le sue zone più periferiche.
Perché importanti arterie e interi
quartieri come la Bovisasca, la Polveriera e Baranzate diventeranno
dei veri e propri canali che connetteranno Novate alla regione
metropolitana in maniera ancora
più forte.
meglio le risorse e fornire risposte
alle richieste delle persone che lo
abitano.
Scrive ancora Biondillo: «bisognerebbe saperlo leggere un senso
nello spazio che attraversiamo, un
campetto, due panchine, un muro
di cemento, e che noi crediamo sia
solo un vuoto illogico. È da lì, da
quei pezzi di città residuale che bisognerebbe partire per una riqualificazione urbana. È fin troppo facile pensare a musei o biblioteche.
Perché, in ogni caso, per quanto insistiamo a chiamarli “non luoghi”,
lì la gente ci passa la domenica
pomeriggio in famiglia. Qualcuno
forse arriccia il naso, ma sono quelle le nuove piazze urbane. Quelle
che la politica e l’intellighenzija
non hanno saputo, voluto, regalare alla collettività come opere degne di resistere nel tempo».
Andrea Manzoni
La “questione Moro” è ancora aperta
Il nome dello statista è legato alle vicende politiche più importanti della
nostra storia recente
L
a memoria di Aldo Moro va
ben oltre il ricordo del suo
rapimento da parte delle Brigate Rosse il 16 marzo di trent’anni
fa, i 55 giorni della sua prigionia
e la successiva, barbara uccisione
avvenuta il 9 maggio di quello
stesso 1978.
No, non c’è nel nostro Paese solo
un “caso Moro” di ordine giudiziario, le mille verità contrapposte che si agitano, i memoriali, la
disinformazione, la P2, i servizi
segreti più o meno deviati, le piste internazionali, il dolore della
famiglia e degli amici e tutto ciò
che contribuiva a farne, come
ebbe a scrivere Leonardo Sciascia
, “l’affaire” della democrazia italiana esattamente come il processo Dreyfus lo fu per la democrazia francese.
Più al fondo, nel cuore stesso della nostra democrazia vi è tuttora
aperta una “questione Moro”
che significa la esatta definizione di che cosa abbia significato
la presenza di questa figura as-
solutamente atipica di
intellettuale, di politico e
prima ancora di credente in uno scenario complesso come quello della
cosiddetta Prima Repubblica, che egli attraversò
da protagonista nei primi
trentatrè anni della sua
esistenza come costituente, uomo di partito e di
governo, legando il suo
nome a tre delle architetture politiche più importanti della nostra storia
recente: la Costituzione,
il primo centrosinistra e la
solidarietà nazionale.
L’ex presidente della Corte
costituzionale, Leopoldo
Elia, che di Moro fu per
lunghi anni l’alto consulente giuridico, sottolineava
nel suo amico e maestro la
figura dell’uomo di Stato,
animato da profonde convinzioni democratiche, diffidente verso
ogni forma di ingegneria istituzionale proprio perché fiducioso nel ruolo della politica e per
questo inventore della formula
dello “Stato dal valore umano”
basato sui principi fondamentali
della Costituzione e per questo
avversario di ogni tentativo di
ridurre la DC, partito complesso
quant’ altri mai, alla semplice ala
conservatrice dello schieramento
politico.
La fine di Moro è stata un fatto
politico, in cui si sono affrontate due
concezioni della persona umana
e del suo rapporto con lo Stato.
Ed è stata un dramma, una tragedia, insomma un confronto ad
altissima quota che ci fa misurare
l’abissale distanza di ciò che oggi
passa per politica e che invece
politica non è, perché di essa dimentica l’aspetto più importante e centrale che è l’uomo inteso
nelle sue credenze, nelle sue passioni, nelle sue idee e non soltanto nei suoi interessi immediati.
Giovanni Bianchi
Dall’ultima lettera di Aldo Moro alla moglie
«Bacia e carezza per me tutti, volto per volto,
occhi per occhi, capelli per capelli.
A ciascuno una mia immensa tenerezza
che passa per le tue mani.
Sii forte, mia dolcissima, in questa prova assurda e
incomprensibile. Sono le vie del Signore.
Vorrei capire, con i miei
piccoli occhi mortali come ci si vedrà dopo.
Se ci fosse luce,
sarebbe bellissimo»
7
No Excuse 2015
La dichiarazione Onu del millennio
Ci sono le risorse economiche, le conoscenze e le tecnologie necessarie
per ridurre la povertà
E
’questo il nome della campagna lanciata nel 2002 dall’allora segretario delle Nazioni Unite Kofi Annan per sensibilizzare
l’opinione pubblica mondiale sul
patto siglato tra paesi del Nord e
del Sud del mondo per eliminare
la povertà estrema.
Infatti, nel settembre 2000, 189
capi di stato e di governo si sono
riuniti sotto la guida dell’ONU
e hanno adottato all’unanimità
la cosiddetta “Dichiarazione del
Millennio”.
Questa dichiarazione impegna
tutti gli stati a compiere sforzi
comuni, anche se in parte diversi,
per raggiungere 8 obiettivi concreti entro il 2015, per migliorare
le condizioni di vita di un miliardo circa di persone che si trovano
in situazione di povertà estrema.
Gli obiettivi da
raggiungere entro
il 2015 sono:
1. Dimezzare (rispetto al 1990) la
percentuale di persone il cui reddito è inferiore a 1 $ al giorno e
dimezzare la percentuale di persone che soffrono la fame. Oggi
sono circa 1,2 miliardi (un quinto
della popolazione mondiale) le
persone che vivono con meno di
1 $ al giorno e circa 800 milioni
le persone che soffrono di fame
cronica.
2. Assicurare a tutti i bambini un
ciclo completo di istruzione primaria.
Oggi circa 115 milioni di bambini
non frequenta la scuola primaria
e il tasso di iscrizione è particolarmente basso nell’Africa subsahariana (57%) e in Asia meridionale (84%).
3. Eliminare la disuguaglianza di
genere a tutti i livelli dell’istruzione.
Ancora oggi le bambine
che
non
frequentano
la scuola primaria sono
meno del
60%
in
quasi tutti
i paesi dell’Africa sub
sahariana.
4. Ridurre di
due terzi (rispetto al 1990)
il tasso di mortalità infantile al di
sotto dei 5 anni di età ogni
anno. Oltre 10 milioni di bambini muoiono prima di compiere
5 anni a causa di malattie che si
possono prevenire e curare.
5. Ridurre di tre quarti (rispetto
al 1990) il tasso di mortalità ma-
terna. Ogni minuto nei paesi del
Sud del mondo una donna muore per cause legate alla gravidanza o al parto.
6. Arrestare e invertire la tendenza alla diffusione dell’Hiv/Aids.
Oggi nel mondo circa 42 milioni
di persone hanno contratto l’Hiv/
Aids;
di questi, 39 milioni vivono nei
paesi del Sud del mondo.
7. Integrare i principi di
sviluppo
sostenibile
nelle politiche dei
paesi e arrestare
la distruzione
delle risorse
ambientali.
Oggi quasi
2
milioni
di ettari di
suolo è degradato e
compromette la possbilità di nutrire
circa un miliardo
di persone.
8. Realizzare interventi
congiunti tra paesi del Nord e
del Sud del mondo in 4 aree: la
cooperazione per lo sviluppo, il
debito estero, il commercio internazionale, il trasferimento di
tecnologie.
Molti paesi ricchi sono ben lontani dall’obiettivo di
destinare lo 0,7% del Pil per aiuti pubblici allo sviluppo
(l’Italia destina solo lo 0,16% del Pil).
Qual è l’impegno dei paesi del
Nord del mondo?
Qual è l’impegno dei paesi del
Sud del mondo?
Destinare agli aiuti pubblici allo sviluppo lo 0,7% del Pil. Migliorare la qualità degli aiuti, per esempio mettendo al
centro l’Africa sub-sahariana. Investire
in servizi sociali di base. Favorire le
strutture locali, anzichè le imprese del
paese donatore. Promuovere la cancellazione del debito. Adottare regole più
eque nel commercio internazionale.
Promuovere riforme a livello nazionle.
Destinare gli aiuti ricevuti al raggiungimento degli obiettivi del Millennio.
Eliminare la corruzione.
Cosa possiamo fare noi?
Essere informati sulle cause della
povertà nel mondo.
Far sentire la nostra voce perchè i
temi della campagna del Millennio
diventino priorità politiche.
Chiedere al nostro governo (presente e futuro) di mantenere gli impegni
sottoscritti a livello internazionale.
Ci sono le risorse economiche, le
conoscenze e le tecnologie necessarie per ridurre la povertà.
Non ci sono scuse!
Amalia Fumagalli
Scarica

Libretto PD aprile 08.indd