Il processo di pace in Medio
Oriente
http://www.youtube.com/watch?v=mbLMv
MifPyw&feature=related
Ricostruzione storica della
questione palestinese
-
1) fase
1945: territorio della Palestina
ancora amministrato dalla Gran
Bretagna con mandato affidato
dalla Società delle Nazioni.
1947: la GB decide di portare la
questione palestinese davanti
alle Nazioni Unite e chiede la
convocazione di una sessione
speciale.
Soluzione: Spartizione tra uno
stato palestinese, uno Stato
ebraico e una terza zona di
regime internazionale per la
città di Gerusalemme
La nascita della
questione palestinese
Fino al 1948 furono un milione i profughi
palestinesi costretti a lasciare le loro case e a
rifugiarsi nei paesi confinanti per l’arrivo in
massa degli Ebrei. Questi, a loro volta, erano
scampati alla peggiore mostruosità della storia: il
genocidio nei campi di sterminio. Il risarcimento
della comunità internazionale (la concessione di
una patria) faceva degli Ebrei degli ex oppressi
che, nel contesto specifico, diventavano degli
oppressori
-Gli Ebrei chiedevano all’ONU di esercitare il
proprio diritto a tornare in quella che era stata la
loro patria;
- I Palestinesi chiedevano di rimanere in quella
che da tempo immemorabile era la loro terra.
Nessuna delle due comunità era disposta ad essere
governata dall’altra, né condividere lo stesso
spazio.
Il problema dei profughi palestinesi
Secondo gli Israeliani,
toccava agli Arabi
risolvere il problema dei
profughi loro
connazionali, mentre essi
avevano il diritto a
conservare la Terra
Promessa.
Secondo gli Arabi, gli
Israeliani erano una sorta
di potenza colonizzatrice,
che doveva essere
semplicemente cacciata
via con ogni mezzo.
2 fase: La prima guerra araboisraeliana
1948-1949
14 maggio 1948 Israele proclama la propria
indipendenza e si costituisce come stato sovrano
La reazione dei paesi arabi confinanti è
immediata: il giorno successivo tra Israele e
paesi Arabi scoppia la prima delle quattro guerre
che contrapporranno il nuovo stato ebraico ai
paesi confinanti (Egitto, Giordania, Siria, Libano,
Arabia) e limitrofi (Iraq).
Armistizio del 1949
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Nel 1949, Israele firmò armistizi
separati con l'Egitto il 24 febbraio,
col Libano il 23 marzo, con la
Transgiordania il 3 aprile e con la
Siria il 20 luglio.
Israele fu in grado di tracciare i
propri confini, che comprendevano
il 78 % della Palestina, il 50 % in
più di quanto le concedeva il Piano
di partizione dell'ONU.
Tali linee di cessate-il-fuoco
divennero più tardi note come la
"Green Line" (Linea Verde):
separa Israele da Egitto,
Giordania, Siria, Libano.
La Striscia di Gaza e la
Cisgiordania furono occupate
rispettivamente da Egitto e
Transgiordania.
Guerra del Sinai
(29 ottobre-5 novembre 1956)
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Il generale Moshè Dayan, coadiuvato da un giovanissimo
Ariel Sharon, dilaga nel giro di pochi giorni fino al Mar
Rosso, catturando uomini e mezzi egiziani. Nel giro di
diciotto giorni la guerra termina con un bilancio positivo
per Israele, che ottiene il porto di Eilath sul Mar Rosso, il
permesso di transito per navi e merci dirette a Israele sul
canale di Suez, la presenza di forze ONU a Gaza e sul
Sinai.
Israele non allarga il proprio territorio, ma da questo
momento verrà considerato dagli Arabi come
l’avamposto dell’imperialismo occidentale.
3 fase: Guerra dei sei giorni
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Il 5 giugno 1967 un attacco preventivo delle forze aeree
israeliane avviò la “Guerra dei sei giorni", con la
distruzione al suolo della quasi totalità dell'aviazione di
Egitto, Siria e Giordania, con le forze corazzate e di terra
di quei paesi che, senza copertura aerea, furono
letteralmente decimate.
Con questa fulminea vittoria Israele occupava l'intera
penisola del Sinai e la striscia di Gaza che fino ad allora
era rimasta sotto amministrazione militare egiziana, oltre
ad inglobare l'intera Cisgiordania (Gerusalemme
compresa) e le alture del Golan a nord-est, sottratte
invece alla Siria.
Sono questi i cosiddetti "Territori Occupati" nei confronti
dei quali una parte degli Israeliani cominciò a nutrire
propositi di definitiva annessione, favorendo l'istituzione
di colonie agricole in grado di presidiare il territori
palestinese occupato della Cisgiordania.
1967:Massima espansione di
Israele
Nelle operazioni di terra,
durate quattro giorni,
Israele conquistò il Sinai
fino al canale di Suez, la
Giudea e la Samaria fino
al Giordano,
Gerusalemme (che era
per metà israeliana e per
metà giordana) fino al
Muro del Pianto e le
Alture del Golan.
Israele: prima e dopo il 1949
Dettaglio: i territori occupati
3 fase: La guerra del Kippur
(6-22 ottobre 1973)
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Contemporanea e simile a quella musulmana del
Ramadan, la festa del Kippur (espiazione) è una delle
feste più importanti dell’ebraismo.
Attaccati di sorpresa dall’esercito siriaco-egiziano, gli
Israeliani subiscono l’iniziativa degli avversari, favoriti
anche dal ponte aereo sovietico; dopo sette giorni di
empasse, Israele si riorganizza e sconfigge nuovamente
la Siria sul Golan e l’Egitto nel Sinai; Sharon è addirittura
pronto ad attraversare il Canale di Suez ma viene
fermato dall’ONU su pressioni di USA e URSS.
Israele ha perduto il mito dell’imbattibilità, ma conserva
inalterato il proprio territorio, che verrà restituito
all’Egitto dopo gli accordi di Camp David.
4 fase: Camp David - 1978
I protagonisti di Camp
David: il presidente
egiziano Sadat, il
presidente degli
U.S.A. Carter , il
primo ministro
israeliano Begin.
a)Accordi tra Egitto e Israele.
Restituzione all’ Egitto della
Penisola del Sinai e
riconoscimento dello Stato di
Israele).
b) Accordi per la pace in Medio
Oriente.
- I cosiddetti Territori Occupati
(Cisgiordania e Gaza) vengono
considerati a tutti gli effetti terre
israeliane- Meno chiara la questione di
Gerusalemme che nel 1980 viene
proclamata unilateralmente
“capitale indivisibile” di Israele;
- Non chiarita la situazione del Golan
ma nel 1981 le alture vengono
annesse, con il pretesto che da lì
partono le incursioni palestinesi
contro Israele.
La prima intifada
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1987: inizia un moto
popolare di sollevazione,
chiamato Intifada, con lo
scopo di combattere
l'occupazione israeliana
dei Territori Occupati per
mezzo di scioperi e
disobbedienza civile.
L’Intifada (risveglio), in
tre anni causò 800 morti
La nascita di HAMAS
Sempre in questo periodo, gruppi estremistici di
matrice islamica tradizionalista che non si
riconoscevano nell'OLP si organizzarono
trovando come punto di riferimento il movimento
Hamas (nato a Gaza nel 1987) che, pur
limitando la sua azione al quadro strettamente
palestinese, con l'impiego di tecniche di lotta
terroristica, decisamente alternativa rispetto a
quella dell'OLP, è riuscito a erodere parte del
consenso fin lì goduto da OLP.
5 fase: Gli accordi di Oslo-1993
(Rabin – Arafat)
•l’OLP riconosce il diritto
di Israele di vivere in
pace e sicurezza;
•Israele riconosce l’OLP
come rappresentante del
popolo palestinese;
•viene approvata la
Dichiarazione di princìpi
sulla autonomia
palestinese;
•ritiro di Israele da Gaza
e Gerico e trasferimento
del controllo all’Autorità
Palestinese.
Fase 7: Wye Plantation (Arafat-Netanyahu)
(1998)
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Ripiegamento israeliano in
Cisgiordania (- 13% subito, 14% in seguito);
Impegno reciproco a
contrastare violenza e
terrorismo;
Obbligo di disarmo da parte
dell’ANP di gruppi o soggetti
sospettati di terrorismo;
Liberazione di 250 detenuti
palestinesi al mese da parte di
Israele;
Cooperazione intensa, continua
e completa contro il
terrorismo.
La seconda intifada
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2000: comincia la c.d. Seconda
Intifada (nel settembre 2000 il
leader del Likud, A.Sharon, si
reca alla Spianata rivendicando
simbolicamente la sovranità
israeliana sul sito religioso)
2002: l'aumento degli attentati
terroristici da parte di
kamikaze palestinesi fa
riemergere in Israele la
proposta del Muro. Iniziano i
lavori ad una vera e propria
"barriera difensiva“.
8 fase: la Road Map (Sharon-Abu
Mazen)
Nel giugno 2003 a
Sharm-el-Sheik e
Aqaba si tiene un
vertice al termine del
quale si approva la
cosiddetta road map,
un piano di pace
organizzato in tre fasi
Le fasi della Road Map
1) Entro giugno 2003:
- riconoscimento inequivocabile del diritto di Israele a esistere in
pace e sicurezza;
- impegno dei palestinesi a combattere il terrorismo;
- elezioni libere in Cisgiordania e Gaza;
- impegno di Israele a non intraprendere azioni contro la pace;
- smantellamento delle colonie insediate dopo il 2000.
2) Entro dicembre 2003:
- costituzione di uno stato di Palestina con confini provvisori e
basato su una nuova Costituzione;
- conferenza internazionale sul dialogo, risorse idriche, rifugiati,
sicurezza.
3) Entro il 2005:
- consolidamento delle istituzioni palestinesi;
- fine del conflitto;
- conferenza internazionale su confini e Gerusalemme.
9 fase: Summit di Annapolis 2007
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52 delegazioni partecipanti (Siria inclusa, Iran escluso), fortemente
voluto da Bush prima della fine del suo mandato per “rifarsi” dopo
gli errori della politica in Medio Oriente.
Sei i temi in oggetto:
1- La creazione di uno Stato palestinese;
 2- La definizione delle frontiere tra Israele e Territori Palestinesi;
 3- Lo status di Gerusalemme;
 4- La condizione dei profughi palestinesi;
 5- La condizione degli insediamenti israeliani;
 6- Il controllo delle risorse idriche sfruttate dalle due popolazioni.
NB: La questione di maggiore interesse è: possibilità di discutere la
restituzione dei territori ai palestinesi in cambio dell’interruzione degli
attentati e delle violenze da parte dei gruppi estremisti
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E oggi?
1) La creazione di uno Stato palestinese. I palestinesi vogliono proclamare in
Cisgiordania e nella Striscia di Gaza uno Stato dotato di tutti gli attributi
della sovranità e collegate da un corridoio terrestre. Israele chiede la
demilitarizzazione dei Territori, il controllo dello spazio aereo e delle
frontiere esterne; Questa è stata una delle condizioni più importanti poste
da Abu Mazen
2)La definizione delle frontiere tra Israele e Territori palestinesi. Ufficialmente,
i Palestinesi chiedono il ritiro israeliano da tutti i territori occupati dal
giugno 1967, compresa Gerusalemme-est. Israele esclude tale possibilità;
3)Lo status di Gerusalemme. Nel 1967, Israele ha conquistato e annesso la
parte orientale di Gerusalemme. Ha sempre considerato la città la sua
capitale “indivisibile”. L’ANP, dal canto suo, vuole fare di Gerusalemme-est
la capitale di uno Stato palestinese e ha sempre affermato che l’opzione
non è negoziabile;
4)La condizione dei profughi palestinesi. Ci sono più di quattro milioni di
rifugiati che costituiscono la cosiddetta “diaspora palestinese”. Questi
hanno sempre chiesto il riconoscimento del diritto al ritorno, il reintegro
delle proprietà perdute. Israele però ha sempre rifiutato questa
concessione.
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Storia contemporanea dei paesi mediterranei