Collana a cura di Enrica Dorna Michele Liuzzi Daguerréotypes Progetto grafico / Graphics project: Franco Mello Impaginazione grafica / Graphics lay out: Barbara Fistrali Foto originali / Original photographic shots: Edoardo Piva Stampa / Print: Arti Grafiche Parini Traduzioni / Translations: Leonie Heys Cerchio © 2012 coup d’idée Michele Liuzzi per le opere Foto di copertina / Cover photograph: Adriana Lecouvreur, 2009 - soprano - Micaela Carosi Introduzione di Alberto Mattioli con un testo di Sylvano Bussotti All’opera ci possono essere molti momenti magici. I più magici sono quelli in cui si passa dalla realtà alla finzione che poi, per il misterioso potere del teatro, finisce spesso per essere più vera del vero. Per lo spettatore, è il momento in cui in sala le luci si spengono; per l’interprete, quello in cui entra in scena: un passo, un gesto, una nota e il signor Alipio Forconi musico, per battezzarlo come Benedetto Marcello nel Teatro alla moda, si trasfigura, cambia, diventa altro da sé. Non importa se nella vita reale sia un bello o brutto, romantico o no, simpatico o divo (ma in ogni caso quasi sempre provvisto di un ego anormalmente ampio, come la voce: non è un mestiere per timidi). Non sempre una grande personalità in scena si rivela tale anche nella vita, e alla fine non ci importa nemmeno. Per lo spazio di due o tre ore, anche di più per un barocco integrale, un Grand Opéra o un Wagner, infilato in quel grande microonde dell’emozione che è l’opera perfino il più detestabile dei panzoni diventerà infallibilmente il nostro eroe. Strumento della genialità di qualcuno di più grande di lui, dei Monteverdi, dei Mozart, dei Rossini, dei Verdi, degli Janaček, “dirà” quello che noi spettatori, poveri operoinomani drogati di melodramma, sentiamo ma non riusciamo a esprimere. Queste foto di Michele Liuzzi, raffinate tenere ironiche, insomma bellissime, raccontano appunto la straordinaria metamorfosi che è l’opera per chi la canta (e che, se la canta bene, diventa emozione e commozione e catarsi anche per chi l’ascolta). I suoi protagonisti sono, in realtà, uni e trini. C’è in primo luogo il cantante, il signor José Cura o la signora Barbara Frittoli, con la sua identità, la sua faccia, la sua personalità, la sua storia. E, in certi casi, vedi Anja Silja qui ritratta come Contessa della Pikovaja Dama, che storia. Poi c’è il suo personaggio, che non è “la Violetta di Verdi” o l’“Isotta di Wagner” come credono le anime semplici, ma qualcosa di molto complesso, in cui entrano certo un libretto e una partitura ma anche la storia interpretativa, la tradizione e l’innovazione, il passato e il presente, il rapporto con il direttore, il regista, gli altri cantanti. E infine c’è la sintesi, il risultato dell’incontro del cantante con il personaggio, che fa dell’uno e dell’altro, ogni volta, qualcosa di diverso e di nuovo, cioè la perenne, incantata meraviglia di questo strano spettacolo che è l’opera lirica. “Fissare” in un clic questa metamorfosi non è né facile né consueto. Perciò si è molto felici che queste fotografie esistano. There can be many magical moments at the Opera. The most magical are the ones that pass from reality to fiction, which then, because of the mysterious power of the theatre, often end up being more real than reality. For the audience, it is the moment when the lights turn down; for the interpreters, when when they enter the scene: with a step, a gesture, or a note. And musician Mr Alipio Forconi, in order to baptize it like Benedetto Marcello in Teatro alla moda (“The fashionable theatre”), transfigures, changes and becomes something other than himself. It doesn’t matter if in real life he is beautiful or ugly, romantic or otherwise, good natured or a star (in any case he is almost always equipped with an abnormally large ego, as is his voice: it is not a profession for people who are shy). Not always does a great personality on stage reveal to be the same also in life, and in the end we don’t even care about this. For two or three hours, even longer for a Baroque Opera in its integral form, a Grand Opéra or a Wagner piece, we are transfixed by the great microwave of emotion which is the opera, and even the most despicable fatso will infallibly become our hero. Instrument of the genius of someone greater than he is, such as a Monteverdi, Mozart, Rossini, Verdi or Janaček, he will “say” what we spectators, poor Opera-maniacs drugged by melodrama, feel but are not able to express ourselves. These Photographs of Michele Liuzzi, fine, tender and ironic - in short - beautiful, represent exactly the extraordinary metamorphosis that is the Opera for the one who sings (and that, if the person sings well, becomes emotion and commotion and catharsis for those who listens). His protagonists are, in reality, both one and three. In the first place there is the singer, Mr José Cura or Mrs Barbara Frittoli, with his or her identity, face, personality and story. And, in some cases, you can see a singer like Anja Silja portayed here as the Countess of the Pikovaja Dama, what a story. Then there is her character, which isn’t “Verdi’s Violetta” or “Wagner’s Isotta” as simple souls believe, but something very complex, in which a libretto and a score certainly take part, but also the interpreted story, tradition and innovation, the past and the present, the relationship with the conductor, the director and the other singers. And finally there is the synthesis, the result of the meeting between the singer and the character, that makes of one and the other, every time, something different and new, that is the perennial, enchanted marvel of this strange performance that Opera is. “To fix” this metamorphosis in one shot is not easy and is very unusual. That’s why we are very happy that these photographs exist. Alberto Mattioli Alberto Mattioli PLATES 01 PLATES 02 PLATES 03 PLATES 04 PLATES 05 PLATES 06 PLATES 07 PLATES 08 PLATES 09 PLATES 10 PLATES 11 PLATES 12 PLATES 13 PLATES 14 PLATES 15 PLATES 16 PLATES 17 PLATES 18 PLATES 19 PLATES 20 PLATES 21 PLATES 22 PLATES 23 PLATES 24 PLATES 25 PLATES 26 PLATES 27 PLATES 28 PLATES 29 PLATES 30 PLATES 31 PLATES 32 PLATES 33 PLATES 34 PLATES 35 PLATES 36 Il Maestro giunge in spiaggia, al termine di una mattinata trascorsa scrivendo musica. Colmo della calura, brevissima visita di cortesie; lo troviamo vestito di tutto punto nell’agosto infuocato. L’adolescente, discepolo eccitato dal privilegio di potersi presentare al nume. Il mare, protagonista dell’Opera ULISSE, alla riva ornata di umili oggetti consueti e squillante delle risa gioiose di bimbi. Partiture di Mozart o di Verdi, ma anche TABARRO di Puccini e, appunto, di Dallapiccola, VOLO DI NOTTE. Lampi accecanti nelle più fitte tenebre scolpiscono le figure dei protagonisti con musiche indimenticate. Il palcoscenico è quello del Regio torinese, già tecnologica scena, capace di riunirvi stupefacenti masse corali nelle luci e ombre dello stile, condurre l’accento dei protagonisti all’apice armonico del suono Storico. The Maestro reaches the beach, at the end of an entire morning spent writing music. Saturated with the heat, a very short courtesy visit; we find him all dressed up in fiery August. The teenager, the disciple excited by the privilege of being able to present himself to his numen. The sea, protagonist of the ULISSE Opera, embellished at the shore by humble every-day objects and shrill with the joyful laughter of children. Scores by Mozart or Verdi, but also TABARRO by Puccini and, in fact, by Dallapiccola, NIGHT FLIGHT. Blinding lightning sculpts the figures of the protagonists out of the deepest darkness to unforgettable music. The stage is the one of the Regio theatre in Turin, already a technological setting, which is capable of gathering astonishing choral masses within the lights and shadows of its stile, conducting the accent of the protagonists to the harmonic apex of historical sound. PHAIDRA / HELIOGABALUS che dalla storia entrano nel mito e sembrano provenire dalla leggenda medesima. Una regina che l’umanissimo segreto di un amore colpevole condusse a morte. Un imperatore incoronato a quattordici anni assassinato a diciotto, tanto che lo si dovette definire anarchico incoronato. L’incontro delle due figure può vaneggiarsi nella cupa scenografia di sonorità immote, esplose fra gli estremi sensibili del gesto sovracuto e del grave, tenebroso ritmo di passi lacerati nelle armonie insostenibili spinte al futuro dell’invenzione. Reso omaggio al senso più antico del termine ACCADEMIA. Simboleggiare, rappresentare una impossibile identità nel segno anche grottesco, che specchi politi o deformati fanno ingigantire da luci razionali le armonie fondanti il fascino teatrale, la sua ricchissima teoria di progresso. Ad ogni recita risoluzione di tutti gli accenti, offertorio, lamento, estatico gesto del Bello. Così mi piace rammentare il mio TEATRO REGIO. PHAIDRA / HELIOGABALUS which from history became myths and seem to derive from the same legend. The extreme human secret of a guilty love that led a queen to death. An emperor crowned at fourteen years old and murdered at eighteen, so that he had to be defined a crowned anarchist. The meeting of the two characters can wander in the obscure scenery of motionless resonance, that explodes between the sensitive extremes of the high-pitched gesture and the solemn, dark rhythm of lacerated steps in the unsustainable harmony that is pushed towards the future of invention. A tribute to the most ancient meaning of the term ACADEMY. To symbolize, represent an impossible identity in the even grotesque sign, that polished or deformed mirrors enlarge, with rational lights, the harmony which founds theatrical charm, its extremely rich theory of progress. Every recital is a resolution of all accents, an offertory, a lament, and an ecstatic gesture of Beauty. This is how I like to recall my TEATRO REGIO. Sylvano Bussotti Sylvano Bussotti Michele Liuzzi (1970) vive e lavora a Torino. Proviene da studi sul fumetto e da una pluriennale esperienza in ambito teatrale. Il suo lavoro si articola in una serie di progetti che vanno dalla pittura, al disegno, alle elaborazioni digitali. L’ispirazione al teatro è sempre presente, così come l’attrazione per il mondo del fumetto e le ricercate atmosfere del primo novecento. Michele Liuzzi (born 1970) lives and works in Turin. He started with comics studies and has many years’ experience in the theatre environment. His work has branched out into a series of different projects, that go from painting to drawing and digital processing. The theatre is a constant inspiration for him, as the world of comics is and refined atmospheres taken from the beginning of the Twentieth Century are. Daguerréotypes Daguerréotypes Come termine evocativo di un’immagine impressa su una lastra ai sali d’argento còlta nella sua casualità, con le sue imperfezioni, lo sporco, gli ossidi del metallo. L’impressione di un’immagine scolpita, rivestita da quell’albume vitreo della moderna carta fotografica. Il corpo è frugato, indagato, manipolato, alterato, computerizzato, percorso da flussi di energie e pulsioni che, tesi all’unisono, ricostruiscono l’atteggiamento iniziale che ha ispirato la posa. Mi piace immedesimarmi in quella porzione di luce che entra dirompente nella scatola magica e, catturata dalla lastra, ne genera il ritratto. Used as an evocative term as if the image was still imprinted on a silver plate with the fortuity and imperfections of the dirt of metal oxides. The imprint of a sculpted image coated with that vitreous glair of modern photographic paper. The body is searched, investigated, manipulated, altered, computerized, taken over by a flux of energy and beats which, taut in unison, recreate the initial attitude that inspired the pose. I like to identify myself with that portion of light that abruptly enters the magic box and, captured by the plate itself, generates the portrait. Plates 01 02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 Donna Lucrezia Borgia, 2008 - soprano - Dimitra Theodossiou Luisa, 2010 - soprano - Fiorenza Cedolins Peter Grimes, 2010 - tenore - Neil Shicoff Ilia, 2010 - soprano - Annick Massis Erodiade, 2008 - mezzosoprano - Graciela Araya Taddeo, 2009 - basso - Roberto de Candia Norina, 2009 - soprano - Serena Gamberoni Ernesto, 2009 - tenore - Francesco Meli Erode Antipa, 2008 - tenore - Peter Bronder La principessa di Bouillon, 2009 - mezzosoprano - Marianne Cornetti Argirio, 2009 - tenore - Antonino Siragusa Tancredi, 2009 - contralto - Daniela Barcellona Salome, 2008 - soprano - Nicola Beller Carbone Gennaro, 2008 - tenore - José Bros La contessa, 2009 - mezzosoprano - Anja Silja Crobyle, 2008 - soprano - Eleonora Buratto Creonte, 2007 - baritono - Lucio Gallo Edgar, 2008 - tenore - José Cura Giorgio Germont, 2009 - baritono - Carlos Álvarez Idamante, 2010 - soprano - Ruxandra Donose Elvira, 2007 - soprano - Maria Alessandra Rezza Polina, 2009 - mezzosoprano - Julia Gertseva Lindorf, Coppélius, Dr. Miracle e Dapertutto, 2008 - basso - Alfonso Antoniozzi Isabella, 2009 - contralto - Vivica Genaux Tito Vespasiano, 2008 - tenore - Giuseppe Filianoti Olympia, 2009 - soprano - Desirée Rancatore Amenaide, 2009 - soprano - Patrizia Ciofi Mustafà, 2009 - basso - Lorenzo Regazzo Maurizio, 2009 - tenore - Marcelo Álvarez Liza, 2009 - soprano - Svetla Vassileva Tigrana, 2008 - mezzosoprano - Giuseppina Piunti Don Pasquale, 2009 - basso - Roberto Scandiuzzi Don Alfonso, 2008 - basso - Michele Pertusi Maffio Orsini, 2008 - contralto - Kate Aldrich Idomeneo, 2010 - tenore - Matthew Polenzani Thaïs, 2008 - soprano - Barbara Frittoli